Arte e - In Villa, Fontanellato
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Arte e - In Villa, Fontanellato
V il Arte e ** BUON VIVERE di Giorgio Mesturini La pianura parmense è uno scrigno di piccoli borghi, pievi, abbazie e castelli; un libro capace di raccontare entusiasmanti storie di cultura, arte e buon cibo. M etti un pomeriggio d'inverno lungo i rettifili del 1361. Nei secoli, l'antica rocca si è "ingentipadani, con attorno le brume della bassa, lita", grazie soprattutto alle modifiche volute da siepi e fili d'erba brinati. Distese sconfinate e Gianpaolo Meli Lupi poco prima del 1680, che piatte, interrotte solo dalla bellezza austera delle ha trasformato la rocca in un lussuoso palazzo, case coloniche in mattone e dalle corti rurali. Un con tesori d'arte, cicli pittorici, saloni affrescati e mondo affascinante che dal Po arriva fino alla via sale d'armi. Un altro palazzo che riporta a nobili Emilia e al cui centro si trovano i piccoli borghi gesta passate è quello dei Rossi a San Secondo. di Fontanellato, Soragna e San Secondo, dove L'imponenza dell'edificio lascia ancor oggi stul'ingegneria e la tecnica militare si sposano con pefatti, nonostante oggi sia solamente un quarto raffinati modelli rinascimentali e scenografie ba- dell'immensa corte originaria: al tempo era una rocche. Terra di unione fra il nord padano ed il delle più grandi dell'Emilia. Fu fatta costruire mare, il territorio parmense ha rivestito nei secoli da Pier Maria Rossi nel 1450 con una struttura un'importanza strategica e culturale, e ancor oggi di fortilizio: si trovava infatti in una posizione di conserva notevoli testimogrande interesse strategico nianze del suo passato illue commerciale, sopra ad un stre. Fontanellato si raduna ramo della via Francigena attorno alla rocca di San Vitache univa Milano a Parma, le, cinta da un grande fossato proseguendo poi verso Bocolmo d'acqua. E la rocca se logna, Firenze e Roma. Apne sta imponente nel cuore pena a oriente scorre invece della piazza, circondata da il Taro, che confluisce subito un lungo porticato, su cui dopo nel Po, un'altra imporsi affacciano botteghe che tante via di comunicazione. Il espongono il meglio di quanPo infatti permetteva il conto il latte di pianura sa creare. tatto strategico con le città di Come in un gioco di scatole Mantova, Ferrara, Chioggia e cinesi, se il borgo contiene Venezia. Lo stupore del visila rocca, questa a sua volta tatore aumenta accedendo contiene un gioiello ancoalle sale interne della rocca, ra più prezioso, la saletta di dove si trovano alcuni tra i Diana e Atteone, ideata come più straordinari affreschi del studio di meditazione per PaCinquecento... ola Gonzaga, moglie del conPercorrendo le strade che te Galeazzo San Vitale, che ROCCA DI PIANURA Soragna, entrata attraversano questo territoal castello. Nella pagina a fianco: la piazzetta chiamò ad affrescare la volta che precede il castello di Fontanellato. rio, insieme alle innumerevoli un giovane ma già affermato testimonianze storiche e artiartista: Francesco Mazzola, detto il Parmigianino. stiche, si possono - e in questi luoghi è il caso di Era il 1524 e il pittore appena ventunenne, grazie dirlo, si devono - scoprire anche altri significativi al suo talento, beneficiava già nel parmense di aspetti culturali, in particolare quelli legati al guuna solida fama. sto per la buona tavola. Percorrere le strade della Bassa vuole dire mettersi sulle tracce di prodotti straordinari. Come il culatello e il Parmigiano La piana dei pioppi Reggiano {vedi box), solo per nominare i più noti. Pochi chilometri di pianura, lungo cui si allineano E così, se pensiamo al cibo e ai vini di questa terinterminabili filari di pioppi che disegnano scenari ra, ecco che la sua atmosfera e i suoi panorami dalle geometrie rassicuranti, separano Fontanel- già ricchi di suggestioni si illuminano improvvisalato da Soragna, con la sua massiccia rocca Meli mente di ulteriori sensazioni ed entrano in camLupi, oggi splendido museo di proprietà privata, po con tutta la loro esuberante energia, profumi, di cui il tenutario e ispiratore è il principe Dio- sapori, tradizioni. febo Meli Lupi, discendente dei primi feudatari 31 NOBILI SALE Ambienti affrescati nel castello di Soragna. In basso, in senso orario: affreschi del Parmigianino all'interno del castello di Fontanellato; ingresso della rocca di San Secondo; particolare dell'abbazia di Fontevivo, Nella pagina a fianco, in senso orario: stagionatura del culatello nel salumificio Antica Ardenga; degustazione al B&B In Villa; parmigiano e sala di stagionatura nel caseificio Pongennaro a Soragna. Sapori eccellenti Le origini del Parmigiano Reggiano, celebre formaggio a pasta dura tutelato dal marchio DOP (www.parmigia no-reggiano.it), risalgono all'Anno Mille. Fu allora che i monaci che stavano bonificando i terreni fra le province di Parma e Reggio Emilia studiarono la produzione di un formaggio in grado di conservarsi nel tempo, che li avrebbe aiutati a superare inverni e carestie. Servono ben 15 litri di latte per un chilo di formaggio. È il maestro casaro a decidere il momento in cui si rompe la cagliata, a calcolare per quanto riscaldare il latte, e a raccogliere la massa sul fondo della caldaia in tele di Uno. Questa viene chiusa prima in fasce di legno poi in stampi di acciaio. Dopo essere state immerse in salamoia, le forme vengono messe a stagionare per 18-24-36 mesi. Origini antiche ha anche il culatello, il Re dei salumi, pure con marchio DOP, prodotto in particolare nell'area di libello, in Bassa Parmense (www.consorziodelculatellodizibello.it. www.stradadelculatello.it); un tempo era conosciuto solo in zona, finché i nobili Pallavìcino lo inviarono come dono raffinato alle corti di mezza Europa. La materia prima, come per il prosciutto, è la coscia del maiale, ma si lavora solo la parte centrale della coscia. Prima di essere messo a stagionare, il culatello viene salato, aromatizzato con vino, aglio e pepe, rivestito con il budello e legato. La stagionatura dura dai 10 ai 12 mesi e deve aver luogo in locali ventilati e non troppo asciutti, per non far seccare la carne. Chi volesse assaggiare il culatello, il Parmigiano Reggiano e gli altri saporì prelibati della Bassa Parmense, fino a dicembre può cogliere l'occasione del Wine and Food Festival (www.winefoodfestival emiliaromagna.com). Si tratta di un ricco cartellone di eventi enogastronomici (fiere, iniziative, degustazioni e visite guidate) nella Provincia di Parma e in tutta l'Emilia Romagna. Da segnalare in particolare November Porc (http://novemberporc.com), manifestazione dedicata al maiale, itinerante in tutto il mese di novembre in vari paesi del parmense, che nella sua tappa a Zibello (19-20 novembre) rende tributo al culatello. chiiofieti L'itinerario Un percorso ad anello fra le bellezze storico artistìche dì Fontanellato, San Secondo e Soragna. Nella Bassa Parmense ci si può immergere in un paesaggio suggestivo e apprezzare le gioie della tavola. Le ridotte distanze che collegano questi storici borghi possono essere percorse velocemente in auto, ma per apprezzare la sana calma della Bassa, conviene noleggiare una bicicletta, e godersi le strade di campagna affiancate da filari di pioppi. Punto di partenza e arrivo: Fontanellato Lunghezza: 40 km L'itinerario inizia da Fontanellato, il cui perno è la rocca di Sanvitale. Edificata dalla famiglia Sanvitale, che ne fu proprietaria per cinque secoli, la rocca è un esempio straordinario di castello ancora completo di quadri arredi d'epoca. Nell'appar- 34 tamento nobile al primo piano sono conservati arredi risalenti ai secoli XVI-XIX. Dal cortile si sale poi al primo loggiato, dove si accede alla Sala delle Armi che raccoglie armi dal Sei all'Ottocento. Attraverso la sala da pranzo, decorata con ceramiche del Sette e Ottocento, si giunge nella Sala del Biliardo, con soffitto e pavimento del tardo '400 e arredi ottocenteschi. Si prosegue poi nella Sala da Ricevimento, con soffitto a travature dipinte a monocromo e fregio pittorico del tardo '600, oltre a vari arredi settecenteschi, giungendo infine all'adiacente camera nuziale, che ha conservato un ricco arredo seicentesco. La visita continua poi nella Galleria degli Antenati, con 74 ritratti di famiglia realizzati da un anonimo artista seicentesco e alcuni cimeli appartenuti alla duchessa Maria Luigia d'Austria. Al piano terra è invece ospitata una pregevole collezione di quadri con ritratti dei Sanvitale attribuiti a vari pittori. Il gioiello della Rocca è la saletta di Diana e Atteone, interamente affrescata da Francesco Mazzola, noto come il Parmigianino: uno dei capolavori giovanili dell'artista. Il percorso continua con la sala del teatrino, con alcuni giochi appartenuti ai figli della duchessa Maria Luigia d'Austria, a cui segue poi la sala delle mappe, in cui sono esposte numerose mappe dei possedimenti della famiglia Sanvitale. Conclude l'itinerario di visita l'ottocentesca camera ottica, all'interno della quale un sistema di specchi riflette l'immagine della piazza. Usciti dalla rocca, si raggiunge l'oratorio dell'Assunta, che si affaccia attorno al fossato difensivo del castello; fu edificato nel 1572 per volontà di Geronima Farnese, sposa di Alfonso Sanvitale, e venne completamente restaurato nel 1720 per volontà di Domenico Bragadini. A poca distanza si trova poi la chiesa di Santa Croce, iniziata da Gilberto Sanvitale nel XV secolo come cappella dedicata a Santa Croce e poi completata dal figlio Stefano. Davanti all'ingresso della — ^ " '—"ù rocca, si trovano invece gli edifici delle ex scuderie Sanvitale, circondate da un grande parco, e visitabili dall'albergo e ristorante In Villa, inserito nel circuito delle Dimore Storiche Italiane. Percorrendo poi via Marconi, si esce dalle mura del borgo, per poi, svoltando a destra in via Mazzini e successivamente in via IV Novembre, raggiungere dopo poche centinaia di metri il santuario della Beata Vergine del Rosario. Il santuario è stato costruito su di un preesistente oratorio dedicato nel 1397 a San Giuseppe, e donato dal Marchese Galeotto Lupi di Soragna ai frati Domenicani invitati a Fontanellato da Veronica da Correggio, vedova di Antonio Sanvitale, perché assistessero la popolazione del borgo. Solo dopo il Concilio di Trento venne promosso il culto della Madonna con il titolo di Regina del Santo MEDIOEVO IN PIAZZA II castello Sanvitale di Fontanellato. In alto: ingresso alla rocca Sanvitale. Nella pagina a fianco: affreschi del Parmigianino nella sala di Diana e Atteone all'interno del castello di Fontanellato. Rosario, che richiama tutt'ora numerosi pellegrini. Si prosegue poi per via IV Novembre in direzione di Fontevivo che si raggiunge dopo 4 chilometri. Nel centro del piccolo paese si trova l'abbazia Cistercense di Fontevivo fondata dai monaci dell'abbazia di Chiaravalle della Colomba nel 1142; fu saccheggiata dall'esercito di Federico II nel 1245 per poi passare nel XVI secolo ai Benedettini. Dell'antica abbazia rimangono oggi, integri nel loro aspetto medievale, la chiesa a croce latina, con decorazioni scultoree semplici ma suggestive, e l'adiacente chiostro con i porticati. Si ritorna indietro verso Fontanellato, ma poco prima di entrare in paese sì svolta a destra seguendo le indicazioni per San Secondo, e superata la piccola frazione di Castel Aicardi, si arriva dopo 7 chilometri al paese di San Secondo. Il paese è preceduto dall'oratorio della Bea- ta Vergine del Serraglio, costruito tra il 1685 e il 1687, e abbellito da ricche decorazioni del Bibiena e di Sebastiano Ricci. Si raggiunge subito dopo la rocca dei Rossi, antichi feudatari del paese, che sorge in mezzo al verde di alte piante, un po' decentrata ad ovest del paese. Da non perdere all'interno, gli splendidi affreschi cinquecenteschi ispirati alle favole di Esopo e alla mitologia classica. Bellissime sono le stanze del piano nobile, a volte ribassate, e l'imponente saia deiie gesta rossiane: alle pareti, oltre a un grande camino rinascimentale, vi sono 13 riquadri che descrivono alcune vicende guerresche dei Rossi. Terminata la visita, si prosegue seguendo le indicazioni per Soragna e svoltando dopo 2 chilometri a sinistra verso la pieve di San Genesio, che appare dopo un chilometro, immersa in un paesaggio di campagna tipico della CULTO PADANO La chiesa di San Genesio nella campagna di San Secondo. In alto: sale affrescate nella rocca di San Secondo, Nella pagina a fianco: giardino all'interno della rocca Meli Lupi di Soragna. Bassa. Questa piccola chiesa è la costruzione romanica più antica della Bassa Parmense, poiché risale a prima del 1016. Appartenne fino al 1365 al capitolo della cattedrale di Parma e in seguito fu donata ai Conti Rossi di San Secondo. Continuando a piedi per un viottolo situato dietro alla pieve, si arriva sulle sponde di due vecchie cave di argilla, ormai bonificate, che accolgono nelle loro acque varie specie di uccelli acquatici. Proseguendo lungo la strada asfaltata, dopo circa un chilometro si supera un piccolo ponte e da lì si arriva attraverso un breve sentiero, in un'ampia zona umida ricca di ardeidi, cormorani, anatre, martin pescatori e folaghe. Si ritorna quindi sulla strada principale che collega San Secondo a Soragna, dove si svolta a sinistra per raggiungere dopo 6 chilometri il piccolo paese di Carzeto, che costituì in passato un feudo della famiglia Meli Lupi. Qui si trovano la chiesa di San Giovanni, eretta nella seconda metà del Seicento, e la Fontana della Giovinezza, da dove sgorga un'acqua purissima, motivo per il quale è da sempre meta per molte persone che l'attingono. Proseguendo per altri 10 chilometri si arriva al caseificio sociale Pongennaro e subito dopo a un incrocio, dove si svolta a destra per Soragna, che si raggiunge dopo circa 500 metri. Si entra nel paese per via Garibaldi, fiancheggiata da lunghi portici, si supera piazza Garibaldi e si svolta a destra per via Cavour; sulla sinistra il parco della Rocca, su cui si affacciano la sinagoga (in stile neoclassico con colonne, capitelli corinzi e stucchi; pregevoli le grate in bronzo del matroneo e le porte dell'Arca Santa, dove vengono custoditi i rotoli della Bibbia) il Museo Ebraico (che raccoglie preziose testimonianze della storia della comunità ebraica nel parmense) e la chiesa di San Giacomo; poi si entra nella piazza Principe Bonifacio Meli Lupi, dove si apre l'ingresso della rocca. Alla rocca-palazzo si accede da un ponte in muratura fiancheggiato da due grandi leoni in pietra, che nel XVII secolo ha sostituito quello levatoio. Il cortile interno è abbellito da statue del 700. Un salone dipinto da Cesare Baglione porta all'interno della residenza, dove si susseguono straordinari ambienti, come la Sala delle Armi, la Sala Rossa, con sei paesaggi del primo 700 dipinti dal Brescianino, e i ritratti di Giampaolo Meli Lupi e della moglie Ottavia Rossi, il salone Baglione, con affreschi a grottesche realizzati da Cesare Baglione nel XVII secolo; c'è poi la Sala degli Stucchi, con il soffitto affrescato con un'Apoteosi della famiglia Meli Lupi da Francesco e Ferdinando Galli, detti i Bibiena, i massimi architetti e scenografi emiliani del Settecento. Si arriva poi alla camera nuziale, con le pareti tappezzate di broccati e velluti sostenuti da cornici di oro zecchino, un vero trionfo del barocco. Come ogni castello che si rispetti anche quello di Soragna ha il suo fantasma. Nella Sala del Biliardo Antico si può ammirare il ritratto di Cassandra Marinoni, la "donna cenerina", moglie del marchese Diofebo Meli Lupi II, assassinata con la sorella Lucrezia dal marito di questa, conte Giulio Anguissola. L'assassino scampò alla condanna e da allora si racconta che l'ombra di Cassandra, grigia come la cenere, compaia per annunciare la fine imminente di un membro della famiglia Meli Lupi. Visitate le sale della rocca, si continua per via della Repubblica e una volta superata una suggestiva volta, si può svoltare in una stradina che attraversa alcuni campi sino a raggiungere il Museo del Parmigiano Reggiano (vedi box), situato nel vecchio caseificio Castellazzi, dalla pianta circolare e in stile neoclassico, costruito nel 1848 dal principe Casimiro Meli. Il caseificio, che terminò la sua attività nel 1977, oggi ospita un'esposizione dedicata alla lavorazione del parmigiano, con oggetti ed attrezzature databili tra il 1600 e 1970. Da Soragna si ritoma poi a Fontanellato, che dista 7 chilometri. L 37