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REALIZZAZIONE IMPIANTO DI PRODUZIONE DI ENERGIA ELETTRICA DA FONTE IDRAULICA SUL TORRENTE VANDRA
PROGETTO
DEFINITIVO
STUDIO DI COMPATIBILITÀ IDROGEOLOGICA
1) PREMESSA -
Il
presente studio è volto alla descrizione e all’analisi delle caratteristiche geolo-
giche dell’area destinata alla realizzazione di un impianto idroelettrico da ubicare in
agro dei Comuni di Roccasicura e Forlì del Sannio nell’ambito del bacino del Torrente
Vandra.
Partendo dal rilevamento di superficie, con l’ausilio dell’analisi di fronti naturali e
di sezioni di scavo e delle risultanze di n. 2 sondaggi meccanici a carotaggio continuo,
sulla base anche di dati reperibili in letteratura, è stata ricostruita la situazione geomorfologica, litologica e idrogeologica e geotecnica locale per arrivare a delle conclusioni
atte a definire la compatibilità idrogeologica di quanto previsto in progetto con connessa produzione dei seguenti elaborati cartografici in scala adeguata:
Carta geolitologica (sc. 1:5000)
Sezioni litostratigrafiche;
Quaderno Indagini;
Stralcio PAI:
In base alle risultanze del Piano Stralcio per l’Assetto Idrogeologico (PSAI)
dell’Autorità di Bacino dei fiumi Liri-Garigliano e Volturno le zone direttamente interessate, nei vari tratti, ricadono nelle aree di piano così individuate:
A2 – Aree di media attenzione “non urbanizzate, ricadente all’interno di una frana
quiescente, a massima intensità attesa media”.(Tratto iniziale della condotta).
C1 – Aree di possibile ampliamento “dei fenomeni franosi cartografati all’interno
ovvero di fenomeni di primo distacco”.(Opera di presa, tratto intermedio e finale della
condotta compreso zona dell’edificio di produzione).
Apa – Aree di attenzione potenzialmente alta “non urbanizzate nelle quali il livello
di attenzione può essere definito solo a seguito di studi di dettaglio” (canale di scarico e
porzioni della linea elettrica di cessione).
Le opere in progetto, nelle porzioni in cui ricadono nelle aree sopra indicate, ai fini
delle norme d’uso del suolo di cui al Titolo II delle Norme di attuazione del PSAI, rientrano fra quelle previste al punto 2.E dell’art. 3 ( realizzazione di nuove infrastrutture
pubbliche o di interesse pubblico non delocalizzabili….) e per esse è previsto uno stu-
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dio di compatibilità idrogeologica.
2) INQUADRAMENTO TOPOGRAFICO –
Le aree interessate agli interventi in progetto sono ubicate in destra del Torrente
Vandra che con una sensibile incisione percorre con andamento all’incirca Nord-Sud la
fascia di territorio a nord-ovest del centro abitato di Roccasicura e sono individuate
cartograficamente nelle Tavolette II S.O. e III S.E. in scala 1:25000 del F° 153 della Carta
d’Italia IGM.
In particolare, l’opera di presa (quota s.l.m. 599 m ) sarà realizzata alla confluenza
del Torrente Vandra con il Rio dei Ginepri; la condotta di adduzione, impostata tutta
sul versante destro del torrente, inizialmente si sviluppa in direzione all’incirca N.E.S.O. per poi piegare, nel tratto intermedio e finale, decisamente in direzione N.-S. percorrendo per prevalentemente aree boscate fino ad arrivare alla quota di circa 520 m
s.l.m. ove sarà posizionato l’edificio di produzione in corrispondenza di una stretta
ansa fluviale.
3)
CARATTERIZZAZIONE GEOMORFOLOGICA
Il territorio in esame rientra nel tipico paesaggio montano di passaggio tra
l’aspra montagna del vicino Abruzzo e l’assetto più dolce e modellato del Molise.
L’assetto geomorfologico generale è conseguente alle caratteristiche litologiche
e strutturali dei terreni. Infatti, ad una morfologia aspra e scoscesa che caratterizza le
strutture lapidee calcareo-marnosa di Monte Pagano a N.O., di Monte La Penna a N. e
di Monte Pizzi a N.E., se ne contrappone, tutt’intorno, alle quote più basse, una più
morbida e plastica legata a formazioni a più alto tenore argilloso caratterizzate da alternanze di gobbe e avvallamenti tutti solcati da corsi d’acqua a carattere torrentizio e
in fase di approfondimento d’alveo con brusche e ripide variazioni di pendenza laddove prevale la componente arenacea.
Nella zona sono attivi soprattutto processi di dinamica evolutiva legati all’azione modellatrice delle acque scorrenti, la cui attività erosiva di scalzamento al piede dei ver-
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santi e di dilavamento a volte risulta molto intensa con l’innesco di fenomeni alterativi
dell’assetto statico che vanno dal semplice soliflusso fino a vere e proprie frane. Tali eventi eversivi,allo stato attivo e/o quiescente, sono dovuti al concomitante intervento di
fattori negativi di ordine litologico, geomorfologico e idrogeologico, investendo in modo
diffuso e realmente sensibile soprattutto le coltri più superficiali alterate e allentate delle formazioni argillose con forte frequenza lungo i versanti in sinistra del Torrente
Vandra e nelle zone ove la scarsa copertura arborea non esplica la ben nota attività regimante.
4) RISCHIO FRANE E DISSESTI –
In riferimento alle problematiche connesse al rischio frane si è tenuto conto, oltre
che delle risultanze del rilievo di campagna, delle valutazioni conseguenti agli studi
del Progetto IFFI, del Progetto Rischio Idrogeologico della Regione Molise e di quelli
relativi alla redazione del Piano Stralcio per l’Assetto Idrogeologico dell’Autorità di
Bacino dei Fiumi Liri-Garigliano e Volturno.
Dalla carta degli scenari di rischio del PSAI si individua una fascia di media
attenzione A2 localizzata in corrispondenza della parte iniziale della condotta subito
dopo l’opera di presa, mentre per il resto della tracciato della condotta, dell’ opera di
presa e dell’edificio di produzione sono interessate solo aree di possibile ampliamento
di fenomeni franosi esterni o di primo distacco (C1). Infine, la linea eletrica di
collegamento alla rete ENEL per piccoli tratti ricade in zona Apa di attenzione
potenzialmente alta (Apa).
La carta del rischio frane IFFI evidenzia, invece, in maniera puntuale e analitica
le aree individuate a rischio per frane attive e/o quiescenti. In particolare, il tratto
iniziale della condotta in A2 di cui sopra attraversa la zona di accumulo di tre
movimenti franosi del tipo roto-traslazionale attualmente allo stato quiescente legate
in generale a fenomeni di scalzamento al piede dei versanti ad opera dell’attività
erosiva del Torrente Vandra.
Il resto della condotta, poi, sarà impostato in prevalenza a mezza costa lungo
strutture collinose che non sono afflitte da eventi franosi in atto o potenziali e che, in
virtù delle favorevoli condizioni litostratigrafiche, offrono buone garanzie di stabilità,
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che necessitano, in sede di realizzazione, solo di un’adeguata regimazione delle acque
superficiali soprattutto nelle sezioni a maggiore pendenza e di limitate e localizzate
opere di presidio possibilmente di ingegneria naturalistica.
5) INQUADRAMENTO GEOLITOLOGICO –
Dal rilevamento di superficie, integrato dall’analisi dei fronti naturali ed artificiali esistenti e delle risultanze di n. 2 sondaggi meccanici ubicati così come evidenziato nella planimetria allegata al “Quaderno Indagini”, tenendo conto anche di studi
effettuati di recente ( Vezzani L., Ghisetti F., Festa A. [2004]. Carta Geologica del Molise scala 1:100.000.), risulta che la situazione geolitologica locale è caratterizzata in affioramento essenzialmente dalla presenza della porzione occidentale dei depositi in
prevalenza miocenici sedimentatisi nel bacino molisano e ricadenti nelle seguenti
formazioni geologiche individuate dal basso verso l’alto stratigrafico (vedi allegata
Carta Geolitologica):
Facies calcareo-marnosa dell’Unità Monte Pizzi
a) Formazione delle Argille varicolori – (Miocene inf.-Oligocene)
Tale formazione, che affiora con larghe placche immediatamente a sud-ovest della zona direttamente interessata, è costituita da alternanze di argille, argilliti, radiolariti e
marne rosse e verdi con intercalazioni di livelli calcarenitici decimetrici con selce in
liste con uno spessore complessivo superiore ai 300 m;
b) Formazione Gamberale-Pizzoferrato – ( Miocene med.-inf.)
Tale formazione, che affiora con una grossa struttura (Monte Pagano) a nord-oveste
dell’area di progett, risulta costituita da alternanze di marne, argille marnose rosse e
verdi, calcareniti e calcilutiti in strati centimetrici con intercalazioni di potenti strati
calcarenitici e conglomeratici in grossi banchi con spessori complessivi di 200-400 m ;
c) Formazione delle Marne ad orbulina – (Miocene sup.)
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Tale formazione, che occupa con una larga fascia la zona immediatamente a monte
dell’opera di presa, è costituita da marne e calcari marnosi in strati decimetrici in alternanza a livelli di argille verdognole, arenarie e calcareniti in banchi fino a 1 m con uno
spessore complessivo di 150-300 m . Essa interessa la zona dell’opera di presa e il primo tratto della condotta fino all’attraversamento della ex strada statale.
I termini fin qui descritti formano l’ossatura prevalentemente lapidea dei rilievi posti
in posizione sommitale nella vallata del Torrente Vandra .
Facies terrigena silico-clastica dell’Unità Agnone
d) Formazione flyscioide argilloso-marnoso-arenacea. (Flysch di Agnone)
Tale formazione di età tardo-miocenica e di origine torbiditica è costituita in grande da
una fitta alternanza di strati arenacei e di strati a prevalente composizione marnoso—
argillosa con uno spessore complessivo notevole.
Essa presenta in zona un notevole sviluppo areale a nord-ovest, ad est e a sud di Roccasicura occupando con continuità le quote altimetriche più basse di entrambi i versanti del Torrente Vandra.
Litologicamente nell’ambito della formazione si distinguono tre facies che si caratterizzano stratigraficamente dal basso verso l’alto per un graduale aumento della componente arenacea rispetto a quella pelitica. In particolare:
Il membro inferiore evidenzia una facies pelitico-arenacea caratterizzata da fitte
alternanze di argille e argille siltose grigiastre in strati di spessore dell’ordine decimetrico e a tratti metrico con intercalzione di più esili livelli di arenarie grigiogiallastre fogliettate a grana fine e consistenza da tenera a litoide.
Il membro intermedio evidenzia una facies arenaceo-pelitica caratterizzata da strati
di arenaria a granulometria da media a grossolana, a struttura laminata, di spessore
fino al metro alternati a più esili livelli argilloso-marnosi.
Il membro sommitale evidenzia, infine, a chiusura del ciclo sedimentario, una facies nettamente arenacea massiva caratterizzata da grossi banchi di arenaria, a granulometria media e spesso a cemento calcitico, di spessore metrico (3/5m) con intercalazioni pelitiche in genere molto sottili ove esistono.
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Tutta la formazione è ricoperta da una coltre di materiale alterato rappresentato litologicamente da argille sabbiose e limi argilloso-sabbiosi di colore avana-brunastro con
sottili intercalazioni di arenarie giallastre tenere fratturate.
Nella’ambito della suddetta formazione sono riscontrabili alcune placche di olistoliti
costituiti da calcareniti e calciruditi con sottili intercalazioni marnose, uno dei quali è
stato intercettato nel corso del sondaggio S1 e ben osservabile in affioramento anche
lungo il versante destro del Torrente Vandra.
La suddetta formazione interessa direttamente buona parte della condotta nel suo
tratto intermedio e finale e l’area d’imposta del fabbricato di produzione.
Il quadro geolitologico è chiuso dalla presenza delle seguenti formazione continentale depositasi in epoca recente :
• depositi alluvionali, in forma di ghiaie e detriti calcarei eterometrici immersi in
matrice limo-sabbiosa ed argillosa, distribuiti lungo l’alveo del Torrente Vandra e
dei suoi affluenti;
• detriti di pendio, rappresentano le falde di detrito ad elementi calcarei spigolosi,
in abbondante matrice limoso-argillosa, di potenza limitata, localizzati in modo
discontinuo ai piedi dei versanti lapidei;
• depositi di frana, dovuti agli accumuli di materiale terrigeno argilloso-limoso con
inclusioni lapidee eterodimensionate, coinvolti in movimenti franosi.
6) TETTONICA - CARATTERI GEOSTRUTTURALI - DISCONTINUITA’
Dal punto di vista tettonico si possono farsi le seguenti considerazioni:
- L’attuale assetto strutturale evidenziabile nel territorio esame è frutto delle fasi compressive tardo mioceniche e plioceniche che hanno generato complesse strutture plicative e dalle fasi pleistoceniche che hanno disgiunto e dislocato blocchi a quote diverse
da quelle originarie;
- Le formazioni calcaree-marnose hanno risentito gli effetti di grosse faglie e svrascor-
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rimenti che hanno provocato l’innalzamento delle strutture montagnose di Monte Pagano, Monte La Penna e Monte Pizzi e lo smembramento delle stesse in blocchi di
notevoli dimensioni;
- La formazione flyscioide, invece, è interessata da una tettonica di tipo plicativo che
ha costretto la stessa ad adattarsi plasticamente alle dislocazioni delle masse calcaree
sottostanti. In zona è stata riconosciuta una struttura anticlinalica ad andamento N.E.S.O.;
- Entrambe le formazioni, nella loro frazione più lapidea, in conseguenza di tali movimenti, hanno subito una notevole fratturazione e fessurazione.
- La struttura più ricorrente sia nel complesso calcareo-marnoso che in quello argillosomarnoso-arenaceo è la stratificazione che si evidenzia con strati aventi direzioni, immersioni ed inclinazioni varie, che, a volte, evolvono verso assetti più caotici;
- Le discontinuità presenti nelle masse lapidee calcaree-marnose sono rappresentate,
oltre che dalla stratificazione, da una maglia di fratture e fessure variamente distanziate tra loro e diversamente orientate tali da suddividere gli ammassi rocciosi in blocchi
più o meno grandi;
- Le porzioni marnose, oltre alla stratificazione ove esistente, presentano strutture secondarie sotto forma di fitte laminazioni e quelle più argillose evidenziano una suddivisione in scaglie più o meno grandi.
7) CIRCOLAZIONE IDRICA
Dal punto di vista idrogeologico sono da farsi le seguenti considerazioni:
- Il reticolo idrografico risulta poco sviluppato o assente nell’ambito delle formazioni
lapidee calcareo-marnose prevalendo sulla stessa le azioni di assorbimento facilitate
dalla fatturazione, mentre è più ramificato e in fase di organizzazione nelle porzioni
argilloso-marnose dove è rappresentato da fossi a carattere stagionale e ad alimentazione prevalentemente pluviale e da torrenti ad alimentazione sia pluviale che sorgentizia. Tutti i corsi d’acqua sono allo stadio giovanile con netta prevalenza dell’attività
erosiva su quella deposizionale e, di conseguenza, sono in fase di approfondimento
d’alveo. L’asta fluviale principale è rappresentata dal Torrente Vandra;
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- Le acque che sfuggono al ruscellamento e all’evaporazione vengono facilmente assorbite dalle formazioni lapidee rese molto permeabili dalla intensa fratturazione e da
fenomeni carsici. Tali acque vengono convogliate in falde idriche più o meno profonde, che vengono a giorno, anche con discrete portate, in corrispondenza del contatto
tra le formazioni lapidee e quelle argillose impermeabili;
- nel corso dei sondaggi meccanici non sono stati evidenziati livelli di falda e/o moti di
filtrazione idrica da monte.
8) INDAGINI ESEGUITE –
Al fine di poter meglio definire la situazione litostratigrafica e geotecnica relativa
alla zona ricadente in fascia A2 sono state effettuate le seguenti indagini geognostiche:
- N. 2 sondaggi meccanici a carotaggio continuo spinti fino alla profondità d 10 mt.
dal p.c. e ubicati così come risulta dall’allegata “Carta geolitologica” e dalla planimetria allegata al “Quaderno Indagini”;
- Prelievo di un campione indisturbato alla profondità di – 3,00 mt. in S2 sottoposto
successivamente a prove di laboratorio per la definizione di alcuni parametri geotecnici riportati nell’apposita sezione del “Quaderno Indagini” :
-Non è stato possibile prelevare campioni nell’ambito del sondaggio S1, per cui sono
state effettuate in situ su alcuni spezzoni lapidei alcune misurazioni della resistenza a
compressione uni assiale con Sclerometro per rocce Mod. 45-D561 della Ditta Controls.
Le misure prese in esame sono state le seguenti, espresse in MPa:
36 - 38 - 40 - 42 - 43
- Non è stato possibile effettuare sondaggi nella zona Apa per l’impossibilità di raggiungere con la sonda la zona interessata per cui in tal caso si è ricostruita la situaziuone stratigrafica locale mediante l’analisi dei fronti naturali esistenti in zona (vedi sezioni fotografiche allegate nel “Quaderno Indagini”.
- Dall’analisi comparata delle stratigrafie di sondaggio e dei fronti naturali e artificiali
sono state ricavate le sezioni litostratigrafiche riportate in allegato a parte.
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9)ACCORGIMENTI TECNICI E MISURE DI SALVAGUARDIA
Sulla base di quanto sopra esposto e in riferimento a quanto richiesto dall’art.17
delle Norme di Attuazione del PSAI, è da considerare che la compatibilità idrogeologica è stata:
⇒ Verificata in funzione dei processi morfoevolutivi agenti essendo stati individuati i
punti di criticità dovuti, per un limitato tratto della condotta, ad alcuni fenomeni franosi attualmente allo stato quiescente legati soprattutto a fenomeni di scalzamento al
piede dei versanti ad opera dell’attività erosiva del corso d’acqua;
⇒ Stimata considerando che le pur esistenti interferenze in alcuni tratti tra le opere da
realizzare e i dissesti potenziali saranno superate con interventi di risanamento e salvaguardia;
⇒ Valutata evidenziando che saranno minimizzate le condizioni di rischio e di effetti
perturbativi sull’ambiente limitando al minimo indispensabile le alterazioni
dell’attuale assetto geomorfologico.
Pertanto, alla luce di quanto sopra esposto si può dedurre che gli interventi
previsti in progetto presentano compatibilità idrogeologica con l’area interessata.
Si ritengono, comunque, essenziali i seguenti interventi di presidio e salvaguardia:
Le aree in frana che intercettano un piccolo tratto di condotta nella porzione iniziale
dovranno essere almeno parzialmente bonificate con qualche drenaggio profondo e
con regimazione delle acque di scorrimento superficiale mentre conviene ancorare,
in tale tratto a instabilità precaria, la condotta su pali di adeguato diametro spinti a
sicura profondità;
Sarà necessario prevedere una generale sistemazione idraulica delle zone interessate
con la realizzazione di adeguate e funzionali opere di smaltimento delle acque superficiali, limitando le opere di sbancamento e di disboscamento al minimo indispensabile;
In vicinanza dell’alveo del torrente dovranno essere previste adeguate opere di difesa spondale al fine di limitare i fenomeni di scalzamento al piede dei versanti e preservare in tal modo la funzionalità dei manufatti;
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Ove è possibile, sarà opportuno utilizzare le stradine esistente e ormai ben consolidate al fine di limitare al minimo nuovi tagli lungo i versanti.
10) TRATTO FINALE CONDOTTA – TRACCIATO ALTERNATIVO –
Nel progetto base al fine di evitare una zona classificata A (area di alta attenzione), è stato prospettato nel tratto finale della condotta un percorso ad arco più lungo e oneroso attraverso una zona classificata come C1.
In fase di sopralluogo, tuttavia, è stata analizzata la possibilità di impiantare la
condotta in modo più razionale con un tracciato quasi rettilineo sfruttando, peraltro
uno stradello preesistente (vedi allegata planimetria di progetto alternativo).
Tale soluzione, però, comporterebbe per un limitato tratto l’impegno di una zona
classificata nel PAI come A4 per la presenza di una fascia di accumulo e ricoprimento ad opera di detriti e terreni allentati e disarticolati provenienti da monte.
A parere dello scrivente la soluzione di tracciato alternativo proposto potrebbe
essere considerata migliorativa rispetto al tracciato di base per le seguenti considerazioni:
• La condotta verrebbe, comunque, interrata e, quindi, in caso di ulteriori apporti detritici di copertura non perderebbe la propria funzionalità ed efficienza in quanto
verrebbe ad essere semplicemente ricoperta da un maggiore spessore di terreno;
• L’area d’impianto presenta una situazione di stabilità conferitale anche dalla limitata pendenza e la messa in opera della infrastruttura per i limitati movimenti di terra
non comporterebbe l’instaurarsi di effetti perturbativi syll’equilibrio statico della
zona;
• La condotta verrebbe impiantata per lunghi tratti su uno stradello esistente e ben
consolidato e, ciò porterebbe ad evitare i tagli di piante e di terreno lungo il versante
previsti nel progetto base che si snoda a mezza costa;
• Non è da sottovalutare, infine, l’aspetto economico che la soluzione alternativa
comporterebbe per le minori spese da affrontare.
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Indagini geognostiche
In fase di progetto esecutivo sarà necessario prevedere, in aggiunta alle indagini
già eseguite di cui sopra, una ulteriore campagna di indagini geognostiche e di verifiche le cui direttrici possono essere così riassunte:
A) Determinazione delle caratteristiche sismiche dei siti attraverso prove di sismica in
foro e/o in superficie
B) Determinazione delle caratteristiche stratigrafiche e litologiche attraverso sondaggi
a rotazione a carotaggio continuo da effettuarsi in corrispondenza soprattutto
dell’area in cui sono localizzate i manufatti di maggiore impegno.
C) Accertamento dei parametri geotecnici e geomeccanici nelle aree di cui al punto B
mediante il prelievo di campioni indisturbati da sottoporre a prove di laboratorio e
mediante misure in situ.
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DEFINITIVO
INDI CE
1.
PREMESSA
PAG. 1
2.
INQUADRAMENTO TOPOGRAFICO
PAG. 2
3.
CARATTERIZZAZIONE GEOMORFOLOGICA
PAG. 2
4.
RISCHIO FRANE
PAG. 3
5.
INQUADRAMENTO GEOLITOLOGICO
PAG. 4
6.
TETTONICA - CARATTERI GEOSTRUTTURALI -
PAG. 6
7.
CIRCOLAZIONE IDRICA
PAG. 7
8.
INDAGINI ESEGUITE
PAG.8
9.
ACCORGIMENTI TECNICI E MISURE DI SALVAGUARDIA
PAG. 9
10. TRATTO FINALE CONDOTTA – TRACCIATO ALTERNATIVO PAG.10
11. INDAGINI GEOGNOSTICHE
PAG: 11
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