Lettera di Dafne - Area Giovani Cro di Aviano

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Lettera di Dafne - Area Giovani Cro di Aviano
che hanno fatto con me.
Ogni giorno cadeva una ciocca dei
miei capelli... mi odiavo e non riuscivo a specchiarmi se non con orrore.
Pensavo a tutte le persone e soprattutto alle donne sotto chemioterapia
e mi sentivo in colpa verso di loro per
questo mio atteggiamento; invece di
sentirmi rincuorata e fortunata che
i miei capelli non sarebbero caduti
tutti, non mi accettavo.
Dopo l’operazione e la paura, quindi
prima di iniziare la radioterapia, io e
il mio fidanzato avevamo deciso di
sposarci e la data era stata fissata
per giugno. Per me la cosa non era
più così fattibile... Qualsiasi ragazza
che sogni il giorno del suo matrimonio immagina di essere bellissima,
perfetta in ogni dettaglio e sana...
Invece io non riuscivo a vedermi né
l’una né l’altra: avevo qualche chilo in più a causa del cortisone, ero
senza una fascia di capelli in testa e
non parlavo bene... Un giorno, dopo
la seduta, dissi a mio padre che non
volevo più sposarmi a giugno... non
ce la facevo... Lui mi disse che po-
tevo fare come mi sentivo ma che
comunque in un modo o nell’altro
se ci tenevo davvero una soluzione
si trovava...
Analizzandomi nel profondo decisi
di andare avanti con i preparativi per
due motivi: il primo era Giampaolo
che amo tanto e che aveva fatto tutto per me, e l’altro era la sfida tra me
e la malattia... dovevo vincere io!!! E
da brava testarda quale sono, per
ora, ho vinto io! ;-)
Finite le sedute, i miei capelli sono
ricresciuti TUTTI e con l’aiuto di alcune extentions ero come nuova! Il
matrimonio è stato da favola!
Ogni particolare era perfetto e non
c’è stato nemmeno un imprevisto.
Dopo un paio di mesi ho tolto le
ciocche finte e adesso ho tutti i miei
capelli belli e forti più di prima! Come
potete vedere da questa lettera ho
riacquistato il mio vocabolario italiano... e non solo... ho fatto un viaggio
in U.S.A. e ho rispolverato anche il
mio spagnolo e l’inglese con successo :-)
Dopo un anno posso dire di essere
stata molto fortunata nell’aver scoperto in tempo un problema che
probabilmente mi avrebbe portato
tra qualche anno a una morte prematura. Mi auguro che l’incubo sia
finito qui...
Per ora mi tengo controllata, sperando di poter vivere più a lungo possibile. Questa esperienza mi ha fatto
capire delle cose molto importanti, che spesso non consideri. Ogni
mattina mi sveglio e ringrazio il mio
angelo custode Norma (mia nonna
mancata nel 2007) perché sono sicura sia stata lei a proteggermi allungandomi la vita e dandomi forza
quando ne avevo bisogno, talvolta
anche per il semplice uscire di casa
quando non mi sentivo a mio agio
con me stessa. Per ultima cosa vi
dico che il prossimo passo sarà una
gravidanza :-) ancora un annetto e
poi spero di poter provare questa
gioiosa avventura...
Ricordate che “chi l’ha dura la vince!”... LA FORZA PER VIVERE È
DENTRO DI NOI.
Lettera di Dafne
Buonasera,
Sa doctor, è la prima volta che ammetto d’aver capito grazie a tutta la
mia esperienza cosa sia la vita.
Mentre in quei periodi ero accecata
dal dolore feroce che mi squartava
dentro, un pò come un tarlo, ora ammetto che se pur abbia sofferto ho
capito veramente il senso della vita,
o per lo meno il mio senso della vita,
cioè essere un pò “africani”, nel senso buono del termine, cioè vivere alla
giornata!! Cavolo come si fa a non
capire che bisogna vivere il presente
e non pianificare, invano, il futuro?!
Come ha fatto l’uomo a cadere così
in basso?! Ogni giorno è sacro a parer mio, soprattutto quei giorni che
vengono considerati negativi...una
volta mia zia mi disse:” che ragione
c’è di passare un bel periodo di cui
dopo si ha solo un bel ricordo, quando la sofferenza la si dimentica ma
ti insegna sempre qualcosa?” Con
questo non elogio la sofferenza, ma
le persone dovrebbero prenderla un
Dafne Bertoncello
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pò come un ostacolo che Dio ci ha
posto dinanzi per insegnarci qualcosa, dato che è proprio grazie a tutte
le situazioni negative che si capisce
veramente quale sia la nostra strada.
Il dolore direi che l’ho toccato, direi
che gli ho anche stretto la mano, e
quella conoscenza mi ha fatto capire più me stessa, ma più in generale
le persone come pensano, come si
muovono e riesco a essere empatica verso tutti...la crescita della mia
persona è stata il frutto di tutto questo, ringrazio per essermi salvata e
per aver ricavato da un seme marcio
un albero così imponenete.
Adoro la vita!!
Cavolo se mi vedessi in quel letto
al CRO lamentandomi che l’aria sapeva da “ospedale”, darei a quella
persona una scrollata! e le direi di alzarsi e aiutare più persone che puoi
senza far pesare ai dottori qualsiasi
cosa e di essere felice solo di poter
ancora respirare e godere della generosità delle persone che le erano
attorno. Cavolo ma che sciocca che
sono stata!! Forse in questo periodo sono un pò presa dall’ottimismo
tipico dell’adolescenza, cioè di una
sicurezza inappropriata per il nostro
periodo, ma ora non me ne curo poi
più di tanto perchè sono viva!! Cavolo stimo tutti voi dottori!! Siete come
degli angeli terrestri, fate un lavoro
spettacolare! fate rinascere le persone ogniqualvolta le curate da questa
grave malattia, che sta flagellando
ormai l’uomo. Grazie di avermi dato
questa possibilità per rinascere!!
Maremma è strano ma sto cercando di adempiere a tutti i miei obiettivi grazie al grande insegnamento
che ho imparato dalla mia malattia,
e anche se in parte per ora ci sto
riuscendo.
È bello capire le persone, capire un
pò di più come va la vita, come bisogna viverla, come sia cattivo il mondo ma prendere in considerazione
solo le cose belle che ci offre...
È strano ma sto cambiando, se pur
lentamente, ma sto diventando più
adulta o per lo meno me ne sto rendendo conto solo ora. Ormai vedo
allo specchio una persona diversa da quel periodo, (sempre senza
tette!!) ma una persona cambiata
dentro molto più profonda, anche se
comunque sono sempre la ragazza
dalla battuta pronta, quindi non si
disperi...=)
Grazie per la cordiale attenzione e se
avuto tempo di leggere il fardello che
ho scritto le faccio i miei più sinceri
complimenti!!
Un abbraccio a Lei e tutti gli infermieri/e e non si dimentichi del Baffo
Un desiderio…
“Quando desideri con tutto il cuore
qualcosa tutto l’universo cospira affinché tu la ottenga”.
(Paulo Coelho)
Questa frase riecheggiava nella nostra mente nei giorni in cui Besmir
raccontava, con gli occhi carichi di
emozione, della sua infanzia, di suo
nonno e del suo desiderio di avere
un cucciolo di Labrador da crescere
e coccolare.
Besmir era un ragazzo albanese di
25 anni, venuto in Italia quando era
poco più che adolescente per poter
aiutare economicamente i suoi genitori rimasti nel suo paese.
Nonostante una malattia terribile (affrontata da solo con la convinzione
di proteggere così i suoi cari) Bes
– così lo chiamavano gli amici - non
ha mai smesso di credere nella vita
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e non ha mai smesso di desiderare
di vivere.
Forse proprio per questo, l’universo
si è mosso e, due settimane prima
che lui ci lasciasse, una piccola dolce cagnetta è entrata timidamente nella sua stanza, andandosi ad
accucciare proprio lì dove lui aveva
tanto male.
È stata un’emozione indescrivibile vedere come lui e la piccola Kira
(così ha deciso di chiamarla) si sono
scelti a vicenda. È impossibile dimenticare i suoi occhi così pieni di
gioia nel veder realizzato finalmente
questo suo piccolo/grande sogno.
Nei giorni successivi Besmir non ha
fatto che parlare della sua piccola
Kira, di quanto fosse bella, di quanta
voglia avesse di tornare a casa per
poterla coccolare e portare a spasso
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Besmir Veizaj
insieme alla sua nipotina, di quanto
sarebbe stato bello poterla portare
in Albania per farle conoscere sua
mamma, il suo più grande Amore.
È così che vogliamo ricordarlo… con
lo sguardo sempre volto verso il futuro.