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Codice cliente: 2684846 GIOVEDÌ 27 FEBBRAIO 2014 ANNO XII - N. 49 REDAZIONE E AMMINISTRAZIONE: Via delle Missioni Africane, 17 - 38121 Trento - Tel 0461 - 211311 - Fax 0461 - 211309 E-mail: [email protected] Distribuito con il Corriere della Sera - Non vendibile separatamente Monta l’indignazione. La Cgil: rinuncino agli arretrati. Alotti: privilegi immorali. Pomini: sobrietà dimenticata Illustrate le strategie 1 Nuovo ospedale Partnership con i privati per evitare rischi «Vitalizi, una legge retroattiva» Piano di Rossi e Kompatscher. L’esperto: la Costituzione limita i casi di ISABELLA BOSSI FEDRIGOTTI S i è affetti da facile populismo se si resta interdetti, sbigottiti di fronte alle somme che andranno in tasca agli ex consiglieri regionali, non esclusi quelli di minoranza che non hanno perciò avuto incarichi di giunta e, di conseguenza, non grandissime responsabilità civili e penali da giustificare particolari emolumenti? Forse no, perché i cinquantatré milioni che in complesso andranno a centoventitré politici non possono non lasciare sconcertati. È vero, la nuova legge che d’ora in poi elimina i vitalizi dei consiglieri, legge varata due anni fa, porta e porterà risparmi notevoli, qualcosa come cinquanta milioni per il momento, destinati in qualche modo — così è previsto — alle famiglie. È tuttavia difficile trovare normale che altrettanti milioni di euro vadano in tasca a poco più di cento persone, da ritenersi perciò, per forza di cose, abbastanza «fortunate». Certo, esiste il principio sacrosanto che i diritti acquisiti non si toccano. Come esiste il principio ancora più sacrosanto della non retroattività dei provvedimenti. Eppure sappiamo bene come, in tempo di crisi, questi principi non valgano per tutti. Leggiamo ogni giorno di aziende che — per non chiudere, per salvare posti di lavoro — in accordo con i sindacati introducono contratti di solidarietà che decurtano gli stipendi, spesso anche in modo abbastanza drastico. Esattamente come leggiamo di salari unilateralmente tagliati o di pensioni ridotte in barba ai famosi diritti acquisiti. Il facile populismo non deve prevalere, e questo giornale ha sempre evitato di cavalcare l’onda, preferendo stimolare la riflessione. Ma come si può non arrivare alla conclusione che quei principi sacrosanti valgono solo per alcuni fortunati — cioè i politici, guarda caso — e non per l’uomo della strada? Tali differenze, chiamiamole così per non definirle parzialità se non, addirittura, ingiustizie, in altri tempi forse non si conoscevano o, se anche si conoscevano, forse si sopportavano con maggiore rilassatezza perché la crisi ancora non mordeva. Oggi, per contro, si sa e ci si indigna; né c’è da meravigliarsi se, in un simile contesto, i partiti che maggiormente cavalcano la protesta trovino nuovi consensi. Viene da chiedersi se i privilegiati cui ora toccano le mega-liquidazioni si interroghino su questo tema, se spendano un pensiero su una certa parzialità del trattamento a loro riservato. Chissà. Pochi parlano e lo si capisce, visto che le ricche indennità riguardano persone sia della maggioranza sia dell’opposizione. Qualcuno degli interessati dice che si tratta di soldi guadagnati e mi pare superfluo ogni commento. Altri sottolineano gli straordinari risultati della spending review sui costi della politica, evidenziando i risparmi già realizzati e quelli che ancora si realizzeranno. I nuovi governatori del Trentino e dell’Alto Adige, invece, fortunatamente comprendono l’indignazione popolare e già oggi cercheranno una soluzione: per l’onore della buona politica, speriamo la trovino. ALLE PAGINE 2 E 3 TRENTO — Mentre la giunta si prepara a ricorrere in Consiglio di Stato contro la sentenza del Tar che ha bloccato i lavori del Not, Raffaele De Col ha spiegato ieri in quarta commissione perché si è deciso di ricorrere alla finanza di progetto. Non per un risparmio, anzi, da un punto di vista «meramente contabile» l’opera così costerà di più, ma per spostare sul concessionario i rischi di costruzione e evitare ulteriori indebitamenti per la Provincia. A PAGINA 6 Scarpetta Medicina Tumori della pelle Biologa americana vince il «Pezcoller» A PAGINA 6 Romagnoli Damaggio, Angelucci, Scarpetta Imprenditore in stato vegetativo. L’Azienda sanitaria paga Prima l’infarto, poi il coma Risarcito con 600.000 euro TRENTO — Via libera ai sequestri dei beni da parte del Tribunale del Riesame che ha accolto la richiesta della Procura di Trento che indaga sui presunti progetti fantasma di cinque associazioni di solidarietà internazionale. Partiti anche i controlli della Finanza. TRENTO — La famiglia di un imprenditore agricolo della valle di Non è stata risarcita dall’Azienda sanitaria con 600.000 euro. L’uomo si trova infatti da tre anni in stato vegetativo a causa di una serie di infarti. Quando, una domenica di tre anni fa l’imprenditore accusò il primo malore fu trasportato a Trento: ma l’elicottero non fu fatto atterrare per mancanza di spazi. Andò a Rovereto ma da qui venne rimandato a Trento perché l’ospedale della città della quercia era privo delle attrezzature mediche necessarie. Nel frattempo l’uomo subì altri infarti e quando riatterrò a Trento era troppo tardi. A PAGINA 7 A PAGINA 7 Zamattio Associazioni Solidarietà in Africa Partono i sequestri Albere, il sindaco rassicura «Sposteremo lo stadio» A PAGINA 5 Giovannini © RIPRODUZIONE RISERVATA Scuola e famiglia L’analisi di Affinati Val Nambino PETIZIONE ONLINE Impianti sciistici Ottocento contrari A PAGINA 5 TRENTO — Lo scrittore Eraldo Affinati presenterà sabato mattina al liceo Da Vinci di Trento il suo libro, «Elogio del ripetente». L’incontro si inserisce nell’ambito del Seminario sul romanzo organizzato dall’università. «Mi sono messo nei panni del ripetente per capire qualcosa che non funziona, non solo a scuola, ma anche in famiglia» spiega l’autore. A PAGINA 13 Brugnara L’ex magistrato Di Pietro furioso denuncia Giuliana TRENTO — L’ex consigliere comunale della Fiamma Tricolore Emilio Giuliana è stato citato in giudizio da Antonio Di Pietro per diffamazione. L’ex pm chiede 250.000 euro per un articolo in cui Giuliana gettava ombre sul suo curriculum. A PAGINA 4 Roat Allevatori, si cambia Il direttore è Vallorz Imprese RAPPORTO ACCREDIA 2 Il sistema produttivo recupera posizioni A PAGINA 15 Rossi Tonon TRENTO — La Federazione Allevatori si affida a Valorz per affrontare le sfide del futuro. Il direttore tecnico ha infatti assunto anche le competenze di Tonina, direttore commerciale, che è stato eletto in consiglio provinciale. Il direttore generale inoltre ha avviato un processo di revisione dei compiti, che durerà per alcuni mesi. «Latte, puntare sulla qualità», dice. A PAGINA 15 Rossi Tonon R4022710 I DIRITTI PIÙ UGUALI TRENTO — Disporre una legge regionale che possa valere retroattivamente e mettere fine, non solo pro futuro, alla non edificante pagina dei vitalizi regionali. È quanto hanno concordato ieri Ugo Rossi e Arno Pardatscher di fronte alle cifre fuori misura liquidate dalla Regione agli ex consiglieri che hanno accettato di ridurre il proprio vitalizio. «Vogliamo verificare se esistono strumenti legislativi che consentano di ridurre ulteriormente quanto liquidato» spiegano i due presidenti, che ieri hanno anche concordato di nominare Violetta Plotegher assessore regionale. Pure da Cgil, Cisl e Uil arriva la medesima richiesta: «Abrogare i vecchi vitalizi». Operazione tutt’altro che semplice dal punto di vista del diritto. Per Riccardo Salomone, docente di diritto del lavoro, «bisogna ricordare che la nostra Corte costituzionale limita» la retroattività «a casi di estrema necessità». Piace la zona di Mattarello vieni a trovarci per sapere e vedere di più e... in serra tanti piccoli consigli! FLORICOLTURA MARTINELLI Via Monte Baldo, 1 - MORI www.floricolturamartinelli.it Codice cliente: 2684846 2 Giovedì 27 Febbraio 2014 Corriere del Trentino Primo Piano TN Politica e compensi I confederali Pomini (Cisl) ricorda che «i lavoratori non possono ritirare i propri contributi come i politici» 1 Il sindacato: «I cittadini soffrono» Alotti: abrogare i vecchi vitalizi La Cgil: «I 123 consiglieri destinino le risorse a chi è in difficoltà» TRENTO — Nessuna demagogia, sia chiaro. I sindacati non inciampano nella facile retorica e, al contrario, indicano con sospetto l’avanzata di quel sentimento, l’antipolitica, che da anni ormai si riversa dentro e fuori le urne. A ogni modo, mantenere compostezza è difficile nello sfogliare l’elenco dei 123 consiglieri ed ex consiglieri regionali che in seguito all’attualizzazione della normativa 2012 sui vitalizi hanno ricevuto 22,1 milioni di euro netti e anticipati, a cui si aggiungono 31,6 milioni di euro «congelati» nel Fondo Family gestito da Pensplan (riscattabile al 25% l’anno dal 2018 in poi). «È immorale» spiega Walter Alotti, segretario provinciale Uil, che in una lettera indirizzata al presidente del consiglio regionale, Diego Moltrer, suggerisce di cancellare una volta per tutte il regime dei vitalizi. In attesa di riformare (eventualmente) la giurisprudenza, una soluzione etica ci sarebbe e Mario Cerutti, segretario Filctem Cgil, in poche paro- le la sintetizza: «Perché i politici non rinunciano a questi strameritati arretrati?». Davanti agli occhi la quotidianità dei lavoratori normodotati. Ovvero chi ha affrontato, con annesse ammaccature, un dissesto profondo dell’economia. Per i sindacati, affrontare il nodo gordiano dei costi della politica è inevitabilmente faticoso. Lorenzo Pomini, segretario Cisl, rende comunque giustizia al tentativo potenziale della legge varata nel 2012: «Una riforma c’è stata rispetto a prima, il taglio dei vitalizi ci sarà ma è rimandato a futura memoria». Fin qui la premessa. L’attualizzazione del profilo contributivo dei 123 consiglieri ed ex consiglieri che avrebbero avuto diritto a una pensione oltre la soglia dei 2.800 euro (ovvero il nuovo tetto stabilito dalla riforma) riceveranno — sia sul conto sia sotto forma di capitalizzazione nel fondo Pensplan — la restituzione dei contributi in esubero. È qui, a detta di Pomini, che si rileva la discrepanza. «Siccome la riforma costa, ai diretti interessati si pensa di dare un ulteriore privilegio, capitalizzando i contributi versati — spiega — Questo non accade per i lavoratori normali che versano i contributi ma non possono riscuoterli se cambiano le condizioni da una riforma previdenziale all’altra». Detto altrimenti: «I contributi versati, in esubero, restano all’Inps per al- Trasparente Diego Moltrer, presidente del consiglio regionale, ha diffuso i dati tre prestazioni». Ecco, allora, lo scoramento: «Nel mezzo di una crisi epocale — dice — la politica ha rimandato una riforma importante che poteva dare un segnale di sobrietà, mentre i cittadini soffrono». Prima ancora di conoscere le cifre nel dettaglio, anticipando i tempi e centrando il bersaglio, Walter Alotti ha preso carta e penna. Il segretario della Uil ha scritto a Diego Moltrer: «Chiediamo di riaprire la discussione e considerare l’eliminazione di tutti i vitalizi». «Immorale», per Alotti, la soluzione mediana contenuta nella riforma che restituisce i contributi in esubero. «Sono privilegi inaccettabili che chiediamo di cancellare immediatamente per risparmiare denaro pubblico e soprattutto per ristabilire un minimo di giustizia — aggiunge — È una scelta politica che chiediamo al consiglio regionale, dopo che la stessa Corte dei Conti ha affermato che l’intoccabilità di quei trattamenti non è un dogma e la Cor- te Costituzionale già nel 1999 ha riconosciuto che al legislatore "non è inibito emanare norme con efficacia retroattiva" purchè "la retroattività trovi adeguata giustificazione sul piano della ragionevolezza"». Qualcuno, in tempi non sospetti, ha agito controcorrente. L’ex consigliere Ds, Mauro Bondi, rinunciò al vitalizio. Oggi Mauro Cerutti, segretario Filctem Cgil, rispolvera l’idea: «Creare le condizioni per superare questa fase significa ricercare la massima coesione e solidarietà — premette — La politica non può pensare di starne fuori». Anzi: «Deve assumersi le proprie responsabilità che sono, innanzitutto di governo per tradurle in un progetto condiviso — aggiunge — Per questi motivi ci appelliamo all’etica e alla responsabilità dei 123 politici regionali affinchè, al pari di molte migliaia di cittadini, rinuncino a questi emolumenti per destinarli a iniziative di sostegno per chi oggi è veramente in difficoltà e Delusi Da sinistra Lorenzo Pomini (Cisl), Paolo Burli (Cgil) e Walter Alotti (Uil) (Foto Matteo Rensi) ha bisogno di aiuto». Alzando lo sguardo e pensando al futuro, Paolo Burli, segretario Cgil, pensa a un cambio di passo. Un nuovo paradigma per chi decide di avvicinarsi alla carriera politica. «È chiaro che una simile situazione è difficilmente accettabile — dice — Ciò che conta è definire dei criteri chiari, nel segno della trasparenza». Marika Damaggio © RIPRODUZIONE RISERVATA Alto Adige La protesta dilaga. Satira sulla Klotz: «Million dollar baby» Spagnolli: «È uno schifo» Petizione online: 5.000 firme BOLZANO — Il malcontento cresce ogni minuto che passa. Il solo pensare al fiume d’oro che andrà riempire le tasche degli ex consigli fa infuriare tutti, indipendentemente dal ceto sociale. Sul sito avaaz.org è stata pubblicata la «petizione per la riduzione degli stipendi e delle pensioni dei politici altoatesini». Nel giro di poche ore ha raccolto oltre cinquemila firme e ogni minuti che passa se ne aggiungono cinque o sei, la media è di una ogni dieci secondi. E sul web si scatena anche la satira: Roberto Tubaro ha fatto i conti di cosa si potrebbe comprare con i vitalizi degli ex consiglieri. E le risposte sono impressionati: 269.000 birre piccole o 40.000 pacchi di pannolini. Con i soldi delle liquidazioni, 22 milioni, invece si potrebbero offrire 4 würstel al giorno al Dalai Lama che, reso immortale dalla reincarnazione, potrebbe mangiarne per oltre 4.000 anni. Sulla questione dei vitalizi interviene anche il sindaco Luigi Spagnolli, solitamente «freddo» sulle polemiche legate ai costi della politica, questa volta si lascia andare a considerazioni pesanti. «È una schifezza -— afferma —. Non avrei immaginato che con i vitalizi fossero in ballo cifre del genere. Ora capisco — scherza ma non troppo — perché qualcuno di opponeva alla mia candidatura alle provinciali: con tutti i soldi che girano, evidentemente i posti in lista facevano gola. In Comune la situazione è completamente diversa: abbiamo le nostre indennità, ma quando l’incarico è finito non abbiamo alcun vitalizio. Io non dico che i politici debbano essere "poveri", o che non siano pagati. Ma quelle che apprendiamo sono cifre fuori dal mondo. Non ci si può arricchire con la politica, questo non è giusto». Dello stesso avviso Gert Lanz, presidente dell’Apa. «Per gli imprenditori questa notizia è stata come un pugno in faccia. Somme di questo tenore sono sproporzionate rispetto a qualsiasi tipo di lavoro ed anche per questo non possono essere giustificate. Tante famiglie non arrivano a fine del mese. I politici farebbero me- Sulla stessa linea Maurizio Albrigo della Cisl. «Hanno pure il coraggio di giustificarsi dicendo che con la nuova legge i costi si ridurranno di 5 milioni all’anno. Un semplice lavoratore ci mette 42 a guadagnare un milione di euro. I politici dovrebbero vergognarsi davanti a migliaia di famiglie che non riescono a far quadrare i conti mensili e vengono strozzate dalle banche» sottolinea Albrigo che annuncia una mobilitazione davanti al consiglio provinciale. «In occasione della sessio- Sindaco Luigi Spagnolli, sindaco di Bolzano glio a pensare come eliminare questa gigantesca ingiustizia». Critici anche i sindacati. «Abbiamo sollevato già da anni il problema dei costi della politica e soprattutto dei privilegi. Purtroppo è ancora peggio di quello che pensavamo. Così non va. La politica — attacca il segretario della Uil Toni Serafini — torni ad essere sobria e al servizio del cittadino. La questione previdenziale va affrontata in maniera seria, strutturale e collegata alla normativa Inps». ne di marzo del consiglio provinciale, si terrà una grande manifestazione per gridare vergogna vergogna vergogna, assieme ai lavoratori che hanno perso il lavoro o lo stanno perdendo. Saremo in tanti». In tanti sono sicuramente coloro che hanno già firmato la petizione su avaaz. Una pagina analoga è nata anche su facebook dove campeggia la foto di Eva Klotz con la scritta «Million dollar baby». M. An. © RIPRODUZIONE RISERVATA Codice cliente: 2684846 Corriere del Trentino Giovedì 27 Febbraio 2014 Primo Piano 3 TN Salomone «Una riforma per il passato? La Costituzione limita i casi» Scelta Violetta Plotegher, consigliere provinciale del Pd, entrerà nella giunta regionale. È stata da poco eletta presidente del Forum per la pace (Foto Rensi) Esecutivo regionale Plotegher (Pd) al welfare per cinque anni. Si tratta per il quinquennio a Detomas «Valutare anche leggi retroattive» 1 Rossi e Kompatscher cercano di correre ai ripari. Giunta, c’è l’intesa TRENTO — Di fronte allo sbigottimento generale per gli importi liquidati agli ex consiglieri regionali, i due neo-presidenti di Trento e Bolzano cercano di correre ai ripari. «Vogliamo verificare se esistono strumenti legislativi che consentano di ridurre ulteriormente quanto liquidato» dicono Ugo Rossi e Arno Kompatscher. Intanto, sembra finalmente risolto il «tetris» della giunta regionale: dopo la nomina di Roberto Bizzo in commissione paritetica, via libera alla nomina della trentina Violetta Plotegher (Pd), che dovrebbe — ma il condizionale è ancora d’obbligo — occupare per cinque anni l’assessorato al welfare, da 15 anni in mani Svp. Paradossalmente, il caso scoppiato sul «rimborso» dei versamenti previdenziali agli ex consiglieri è nato proprio dal tentativo di riportare nell’alveo della decenza la triste pagina dei vitalizi regionali. Un tentativo che può dirsi fallito, visti gli importi (anche superiori al milione di euro) liquidati a chi comunque continuerà a percepire a vita più di 2.800 euro netti al mese. «Contributi versati» si è detto, ma le cifre «rimborsate» comprendono anche la quota pagata negli scorsi anni dalla Regione: un po’ come se l’Inps liquidasse a un pensionato quanto versato negli anni non solo da a lui, ma anche dal suo datore di lavoro e poi continuasse a pagargli la pensione, pur dimezzata. «Va ricordato — dice Rossi — che la riforma cancella per il futuro i vitalizi e stabilisce un sistema contributivo che scatta solo dopo i 65 anni. Pe- rò è evidente che qualcosa deve essere ancora approfondito. Per questo, insieme al collega Kompatscher, abbiamo deciso di approfondire la questione per verificare se esiste legalmente la possibibilità di intervenire anche retroattivamente con legge regionale per ridurre quanto liquidato agli ex consiglieri». La questione è semplice da porre, difficile da sbrogliare in punta di diritto: è possibile cancellare con una legge la «legittima aspettativa» di chi ritiene di avere maturato quel «diritto»? «Abbiamo due possibilità — afferma Kompatscher — andare a chiedere ai singoli di fare un gesto caritatevole oppure provare a fare una legge per mettere fine a questi privilegi. Per questo dobbiamo capire quali sono le possibilità di intervento e come possiamo fare a cambiare le regole. Personalmente — aggiunge il governatore altoatesino — sono convinto che una norma del genere debba assolutamente fare parte del programma di giunta regionale. Quando sarò vicepresidente (oggi, ndr) mi occuperò della questione nel dettaglio». In casa Svp qualcuno ha già studiato come si potrebbe intervenire. Helmuth Renzler, consigliere dell’ala sociale ed ex vicedirettore dell’Inps si occupa di pensione da una vita. È stato lui a suggerire la strategia da adottare che si fonda su due pilastri: il fatto che i diritti acquisiti si possono modificare per gravi motivi economico sociali e il fatto che molti ex consiglieri non stato ancora ricevendo il vitalizio che dunque non può considerarsi diritto acquisito. Una norma ponte che consentirebbe di tagliare i bonus a coloro che non hanno ancora compiuto 65 anni. Kompatscher e Rossi sembrano avere intanto trovato la quadra sull’assetto di giunta. L’ultima seduta di consiglio regionale, infatti, si era ingloriosamente conclusa con un rinvio, perché la maggioranza, a quattro mesi dal voto, non aveva ancora raggiunto un accordo che contemplasse spazio politico ai partiti e presenza di almeno una donna in giunta. L’accordo dovrebbe prevedere la ormai classica staffetta tra presidente e vicepresidente, l’assessorato al welfare per cinque anni a Violetta Plotegher (Pd) e quello agli enti locali per Josef Noggler (Svp). Kompatscher e Rossi chiederanno al ladino Florian Mussner (Svp) di lasciare per cinque anni l’assessorato alle minoranze al ladino trentino Giuseppe Detomas (Ual), ma su questo punto non vi è ancora un accordo. Tristano Scarpetta Marco Angelucci © RIPRODUZIONE RISERVATA Le reazioni Filippi e Robol: «Istituire un fondo di solidarietà per le emergenze sociali». Grillini all’attacco Cogo, invito alla moderazione «Pensioni dimezzate e risparmi» TRENTO — Forse un disguido tecnico, forse un caso, forse una convergenza astrale. Qualsiasi sia la ragione, il giorno dopo la pubblicazione degli importi dei vitalizi e delle attualizzazioni a nove zeri, molti telefoni sono rimasti spenti, altri suonano a vuoto. Silenzio e imbarazzo. L’ex assessore regionale Pd, Margherita Cogo, in compenso non si nasconde. Nel suo caso, l’adeguamento alla riforma del 2012 s’è tradotto in una liquidazione immediata di 283.712 euro e una capitalizzazione di altri 460.000 euro congelati nel Fondo Family: «Inutile negarlo — premette — alcune cifre fanno impressione». Eppure l’indignazione di oggi è forse post-datata: «Nulla è stato fatto in sordina, si sapeva». Le parole sono comprensibil- mente misurate. Il clima, del resto, è rarefatto. Margherita Cogo cerca così di sfoderare un profilo diplomatico, sufficientemente equilibrato: «Innanzitutto — premette — è stata fatta una modifica sostanziale dei vitalizi, non ci saranno più dopo di noi e saranno su base contributiva, non retributiva». I 123 consiglieri che hanno ricevuto la compensazione, inoltre, avranno una pensione ridotta: «Abbiamo rinunciato a metà del vitalizio» spiega Cogo. Al di là del profilo tecnico c’è un aspetto che l’ex assessore regionale sottolinea: «La legge è stata spiegata nel 2012 ed era chiarissimo a tutti come sarebbe andata a finire, chi oggi dice che non lo sapeva mi lascia perplessa». Le attualizzazioni milionarie, però, fanno comunque riflettere: «È chiaro che sono cifre enormi che colpiscono i cittadini, non dimentichiamo però che sono riferite perlopiù a persone che hanno trascorso venti o trenta anni in consiglio, versando contributi». In termini relativi (non assoluti, ovviamente) per Cogo un miglioramento c’è: «Rispetto al regime precedente il taglio è stato notevole — precisa — È chiaro che una giusta retribuzione deve esserci ma lo scarso consenso sociale di oggi ritiene eccessiva qualsiasi cifra». Molto più pragmatica la lettura di Italo Gilmozzi: «Sono un coordinatore a termine ma penso di interpretare il sentimento di tutti gli elettori del Pd — dice — Dobbiamo smetterla con simili stipendi che rischiano di postulare l’immagine del politico che arricchisce sé stes- so e non arricchisce la comunità». Un precedente rischioso, foriero di un distacco dalla res pubblica sempre più evidente: «Sono cifre ingiustificabili, c’è chi prende 800 euro dopo cinque anni in consiglio, mentre un operaio forse arriva a 500 euro dopo 40 anni di lavoro». L’agenda deve inevitabilmente adeguarsi: «Se una volta poteva essere accettato un simile compromesso, ora la comunità non è più disposta a farlo: il nodo dei costi della politica dev’essere la priorità assoluta». Il prezzo è troppo alto: «La credibilità della classe politica è in crisi — rimarca — Simili passaggi sono devastanti». Inevitabilmente, il dibattito proseguirà: «Ne parleremo nei prossimi giorni — anticipa Luca Zeni (Pd) — sia all’interno del partito sia con l’intera maggioranza». Prendono posizione anche due candidate alla segreteria del Pd, Elisa Filippi e Giulia Robol. «Facciamo un appello per introdurre un prelievo di solidarietà rispetto a tutti coloro che beneficiano del trattamento di fine mandato — osserva Filippi — Recupereremmo finanziamenti per istituire un fondo per il reinserimento lavorativo ed occupazionale». Poi aggiunge richiamando Renzi: «Adeguare le indennità dei consiglieri provinciali a quelle del sindaco della città capoluogo (ma in Trentino porterebbe ad un aumento, ndr)». Robol, parimenti, s’impegna affinché «i consiglieri provinciali del mio partito destinino parte della loro indennità ad un fondo per l’emergenza sociale» e critica la riforma: «I compensi previsti sono smisurati rispetto alle attuali condizioni economiche di molte persone che fanno fatica ad arrivare a fine mese». Infine interviene il deputato grillino Riccardo Fraccaro: «Il Movimento 5 stelle apre la scatola di tonno anche in Trentino-Alto Adige: per la prima volta, grazie da un’interrogazione di Paul Kollensperger, i cittadini scoprono la verità sui vitalizi dei consiglieri. Impugneremo quella legge che è incostituzionale». Ma. Da. © RIPRODUZIONE RISERVATA TRENTO — Perché non applicare in modo retroattivo le riforme che ridimensionano emolumenti, vitalizi, indennità dei politici? La domanda ricorre spesso, talvolta con insistenza. La risposta non è altrettanto ricorrente. Riccardo Salomone, docente di diritto del lavoro, in poche quanto efficaci parole chiarisce la faccenda: «La legge non dovrebbe mai applicarsi al passato» spiega il professore citando i principi sanciti dalla Costituzione. Professore, la riforma del trattamento economico e del regime previdenziale dei consiglieri regionali si rivela futuribile: perché applicare in modo retroattivo la norma è tanto difficile? «Il motivo è semplice, c’è un principio costituzionale, che rappresenta un pilastro del nostro vivere civile: le leggi penali non possono mai essere retroattive. Il medesimo principio, che ha a che fare con i valori della certezza e dell’affidamento, può essere esteso alle materie diverse: le leggi non dovrebbero mai applicarsi al passato, compresa quindi la materia legata ai vitalizi». Una riforma più coraggiosa che metta mano ai cosiddetti «diritti acquisiti» potrebbe quindi prestare il fianco a dei ricorsi? «Si potrebbe fare, ma bisogna ricordare che la nostra Corte costituzionale limita questa possibilità ai casi di estrema necessità, quindi ipotesi e situazioni molto limitate da giudicare con attenzione particolare». Quindi la soluzione di attualizzare la posizione di chi aveva maturato il requisito contributivo liquidando i contributi «in Giuslavorista Riccardo Salomone eccesso» è comprensibile? «Questa è una soluzione mediana, che si pone cioè a metà strada tra la idea di una mera aspettativa e la consapevolezza che ci potrebbero essere diritti acquisiti. I vitalizi vengono considerati meccanismi di natura previdenziale, anche se propriamente non lo sono. Una pensione è all’evidenza cosa diversa da un vitalizio, che è riferito a una carica elettiva. In questo caso l’argomento giuridico che li tiene insieme è che, comunque, l’erogazione ha natura pubblica, incide sul bilancio». Per consentire un’applicazione retroattiva si dovrebbe quindi agire attraverso una delicatissima modifica costituzionale? «Ci sono due principi costituzionali cardine: l’eguaglianza, con la necessità di rimuovere gli ostacoli che la impediscono di cui all’articolo 3 e poi quello dell’articolo 53, per cui si partecipa alla spesa pubblica in ragione della capacità contributiva. Non si deve sempre pensare di riformare la Costituzione, basterebbe dare corretta applicazione ai suoi principi, con ragionevolezza, per arrivare comunque a risultati migliori». La restituzione dei contributi è oggi percepita dai cittadini come un trattamento preferenziale. «È comprensibile, ma dovremmo essere capaci di tenere ferma la distinzione di fondo: chi svolge una pubblica funzione e chi, da cittadino, rimane soggetto privato. Ma mi rendo conto che, dal punto di vista degli equilibri attuali, ci possano essere buoni motivi di disillusione». Ma. Da. © RIPRODUZIONE RISERVATA Corriere del Trentino Giovedì 27 Febbraio 2014 Trento e Provincia 5 TN Capoluogo Il sindaco pronto a incontrare Mellarini: «Riflessione sull’intera partita culturale cittadina, non solo sulle Albere» «Stadio, lo sposteremo altrove» 1 Andreatta pensa a Mattarello: impianto con albergo e sede congressuale TRENTO — L’incontro, assicura, «si farà a brevissimo». Anzi, se non fosse stato per qualche contrattempo, ci sarebbe già stato. «Avevamo già concordato una data, ma poi l’assessore ha rinviato l’appuntamento per alcuni impegni» precisa il sindaco Alessandro Andreatta, che all’indomani dell’audizione dell’assessore provinciale Tiziano Mellarini in commissione cultura (Corriere del Trentino di ieri), fa sapere di essere pronto a discutere con Piazza Dante della vocazione culturale non solo dell’area delle Albere, «ma dell’intero capoluogo». «A Mellarini — sottolinea il primo cittadino — io e l’assessore Andrea Robol presenteremo una riflessione che la giunta sta completando proprio in questi giorni: lunedì dovremo concludere il ragionamento, anche sulla base del documento predisposto dalla commissione cultura di Palazzo Thun». Un testo, quello approvato la scorsa settimana dall’organismo consiliare presieduto da Corrado Bungaro (Pd), che si concentra sul futuro di Palazzo delle Albere e dell’area circostante. E che indica, in una decina di punti, le prospettive per la valorizzazione della storica villa, scommettendo sul rapporto con il Muse, sulla riqualificazione delle «barchesse» e anche sullo spostamento dello stadio Briamasco: «mossa», quest’ultima, invocata dallo stesso Mellarini nell’audizione in commissione. «Se lo stadio verrà collocato altrove — aveva sottolineato l’assessore provinciale — la zona delle Albere potrà diventare una cittadella della cultura». «Lo stadio — risponde Andreatta — deve essere assolutamente portato via da quella zona. Non c’entra niente con il quartiere. Non a caso, nel Piano regolatore generale da dieci anni esiste una previsione che va proprio in questa direzione». Il riferimento è all’area individuata nel Prg del 2003 nel sobborgo di Ravina, dove oltre allo stadio era prevista la realizzazione di attività commerciali (legate alle attività sportive) per consentire ai privati di sostenere l’investimento: un intervento di project financing che sembrava destinato a decollare, ma che alla fine è rimasto sulla carta. «Si è visto — osserva il primo cittadino — che la presenza di attività commerciali non è sufficiente per supportare l’azione dei privati. Per quanto mi riguarda, l’unico ( Destino da definire Sopra lo stadio Briamasco, attualmente collocato a nord di Palazzo delle Albere. A fianco i terreni di San Vincenzo di Mattarello e il sindaco Alessandro Andreatta modo perché l’operazione possa essere sostenibile è prevedere l’inserimento di una struttura di tipo ricettivo». Nell’area di Ravina? Il sindaco accantona subito l’idea. «No — risponde —. Non nella zona individuata nel Piano regolatore generale. Semmai si dovrà pensare a una nuova collocazione, destinando il terreno di Ravina a una funzione agricola». L’alternativa a Ravina, di fatto, c’è già. Ed è stata lanciata da una voce autorevole: qualche mese fa, l’ex presidente della Provincia (ed ex sindaco del ca- poluogo) Alberto Pacher aveva prospettato infatti lo spostamento dello stadio a San Vincenzo di Mattarello, nelle aree un tempo destinate alla cittadella militare. «Ci può stare» dice Andreatta, che ammette di aver già fatto qualche pensiero sul terreno ex agricolo a sud di Trento. Anzi, forse anche più di un pensiero. «Si tratta — spiega il sindaco — di una zona molto grande, il cui utilizzo dovrà essere discusso con la Provincia in uno degli incontri che avremo nei prossimi mesi». Qualche idea, però, il primo cittadino ce l’ha. «Lì — anti- cipa — lo stadio ci starebbe bene: penso a una struttura che possa essere usata anche per altri scopi, come ad esempio per i concerti musicali». Non solo: «Accanto potrebbero essere costruite una funzione ricettiva e una sede congressuale, che a Trento ancora manca». La strada da seguire, precisa Andreatta, rimane quella del project financing. «È chiaro — dice — che il pubblico non può realizzare un impianto di questo tipo. Non abbiamo le risorse necessarie. Serve l’intervento del privato. E in questo la carta ricettiva può rappresentare un aspetto importante: Trento, del resto, sta crescendo non solo sul fronte del turismo culturale, ma anche nel turismo sportivo, eno-gastronomico e religioso». Parte dei terreni di San Vincenzo, secondo il primo cittadino, potrebbero comunque essere destinati nuovamente all’agricoltura. «Si è parlato di un ritorno all’agricolo. Per quanto mi riguarda, credo che sia importante un equilibrio tra gli spazi agricoli e gli altri spazi». Sul futuro delle aree oggi occupate dallo stadio Briamasco e sullo sviluppo culturale della zona, invece, Andreatta preferisce parlare poco. «Si tratta di una valutazione che la giunta deve ancora terminare: ne parleremo con l’assessore provinciale» mette le mani avanti il sindaco. Che indica solo i confini dell’analisi. «Con Mellarini — spiega — parleremo delle Albere come porta importante della città. Ma poi allargheremo la riflessione a tutta la città, a tutte le funzioni, a iniziare dall’archivio di Stato a Trento nord, e a tutte le realtà museali presenti nel capoluogo». Palazzo Thun Programma Asis Via libera tra le critiche TRENTO — L’aggiornamento del piano programma Asis 2012-2014 ottiene il via libera dell’aula. Ma non senza scintille: ieri sera, in aula, il provvedimento è stato attaccato con forza dalle opposizione. Aspre critiche all’assessore Paolo Castelli sono arrivate in particolare da Claudio Cia (Civica Trentina), che dopo l’intervento di martedì anche ieri ha riportato l’attenzione sulla situazione del centro fondo delle Viote e sulla battitura delle piste (tema affrontato anche nell’ordine del giorno presentato e poi respinto). A indispettire il consigliere è stato, a suo dire, il «cambio di rotta» dell’assessore rispetto ai suoi ordini del giorno «dopo l’intervento della capogruppo del Pd Ivana Di Camillo: non considererò più Castelli un interlocutore». «I giudizi sulle piste — ha precisato l’assessore — non sono univoci. E spesso le condizioni meteorologiche condizionano la situazione». Netto anche Dario Maestranzi (Fare per fermare il declino): «Stiamo perdendo il controllo di tutte queste scatole. La giunta, in ogni caso, dovrebbe assumere un atteggiamento di bonaria diffidenza nei confronti dei dirigenti». E al termine della discussione sul piano programma Asis l’aula ha dato via libera all’adozione definitiva della variante che prevede lo stralcio della classificazione di zona servizi per l’immobile di via Belenzani che attualmente ospita il rettorato (il quale si trasferirà nell’ex sede del museo di scienze). Ma. Gio. Marika Giovannini © RIPRODUZIONE RISERVATA © RIPRODUZIONE RISERVATA Il dibattito Lanzinger: «Il modello tradizionale è ormai superato». Marzatico: vanno tutelate le strutture più svantaggiate Musei, i direttori dicono «sì» al cda unitario TRENTO — Le linee di legislatura illustrate martedì dall’assessore Tiziano Mellarini in quinta commissione piacciono agli operatori della cultura. Un «sì» all’ipotesi della centralizzazione dei costi di gestione dei musei trentini che muove verso la convergenza dei diversi board in un unico cda incontra il favore del direttore del Muse Michele Lanzinger e del direttore del Buonconsiglio Franco Marzatico. «A patto che si ricordino le esigenze dei musei più svantaggiati» precisa quest’ultimo. La centralizzazione dei costi di gestione sarà attuata entro il 2014, un percorso più graduale è previsto per l’unificazione dei cda. Proprio la tempistica piace al direttore del Muse: «Apprezzo il metodo sperimenta- le messo in atto per verifiche successive e non per decreto dall’assessore sul miglioramento dell’efficienza e della gestione». Il riferimento è ad esempio alla «gestione delle buste paga». «La progressività consente di trovare il giusto equilibrio tra autonomia e unità». La proposta di convergenza dei cda trova, secondo Lanzinger, risposta nel mutare dei tempi: «Il modello tradizionale del museo con 20 dipendenti è superato, ormai i musei sono piccole medie imprese. Se i cda sono intesi come organismi di forte partecipazione e supporto che aiutano a qualificare l’offerta si può pensare a un sistema come quello proposto. Se si pensa a un ruolo culturale territoriale un board unico va bene». Sul futuro del Palazzo delle Albere Lanzinger preferisce lasciare il dibattito «agli stakeholder culturali», mentre dice di «apprezzare moltissimo l’idea che il Muse e il palazzo non rimangano una dimensione singola della cultura»: «Un polo culturale alle Albere non significherà svuotare la città, ma valorizzare un quartiere». Un’approvazione per le linee esposte da Mellarini arriva anche da Marzatico: «Alla luce delle difficoltà per i budget non ci sono altre soluzioni che operare in sintonia e passare dallo spirito competitivo a uno spirito solidale impostato su un concetto di rete». Con il perdurare della crisi, aggiunge, «bisognerà camminare con una logica di sistema e non più puntiforme». E prosegue: «Un’unifica- zione della gestione servirà a tenere i musei in uguale considerazione per quanto riguarda la progettualità e i risvolti culturali e turistici». Ma si dovrà agire a una condizione: «Mettere in rete i cda andrà bene se si garantirà pari dignità ai musei e se si considereranno le esigenze dei musei più svantaggiati». Per quanto riguarda la prospettiva di un «polo culturale» all’ex Michelin Marzatico invita a riempire presto di contenuti Palazzo delle Albere: «Una prospettiva è necessaria altrimenti si ha l’impressione di scommettere sul futuro dimenticando il passato. Una destinazione culturale del palazzo è condivisibile». Marta Romagnoli Dialogo Lanzinger e Marzatico © RIPRODUZIONE RISERVATA Società Madonna di Campiglio Petizione online delle associazioni ambientaliste Il gioco, divertimento e dipendenza Il convegno ieri a Trento Val Nambino, 800 firme contro lo sci TRENTO — Il gioco può essere divertimento ma anche dipendenza. Di questo si è parlato ieri a palazzo Geremia a Trento nell’ambito del convegno promosso dal consiglio delle donne e moderato da Maria Concetta Mattei. Fra le relatrici la scrittrice Brunamaria Dal Lago Veneri, l’artista Rosanna Cavallini e la psichiatra Marialuisa Grech. TRENTO — Superano quota ottocento le persone che hanno sottoscritto la petizione «Salviamo Serodoli-Val Nambino» lanciata dalle associazioni ambientaliste per difendere le aree trentine da ulteriori impianti e piste da sci. Lo annuncia Legambiente che sta curando la raccolta delle firme online, sul proprio sito (all’indirizzo www.legambientetrento.it), per conto di tutte le altre associazioni. La petizione è promossa da Cipra Italia, Fai, Italia Nostra, Legambiente, Lipu, Mountain Wilderness, Pan-Eppaa e Wwf. I firmatari della petizione si rivolgono alle giunte e ai consigli della comunità di valle delle Giudicarie, della Provincia e del Comune di Pinzolo affinché la Val Nambino a Madonna di Campiglio e la soprastante famosissima zona dei 5 laghi «rimangano intatte nella loro splendida bellezza». «Nel corso del 2013 — precisa Legambiente — la comunità di valle delle Giudicarie ha approva- Immersa nella natura La zona dei 5 laghi in val Nambino: associazioni mobilitate per salvarla dalle piste da sci to il documento preliminare del piano territoriale di comunità. Il documento prevede, fra altre cose, la possibilità di ampliare le aree sciistiche della valle, in particolare prevedendo la possibilità di realizzare nuove piste da sci anche nella pregiatissima e molto amata zona di val Nambino-5 laghi-Serodoli. Si tratta di ambiti paesaggisticamente e naturalisticamente splendidi». A sostenere la battaglia delle associazioni ambientaliste ci sono anche alcuni comitati locali. Nell’estate del 2013, la Carovana delle Alpi di Legambiente ha attribuito la «bandiera nera» alla comunità di valle proprio per l’approvazione del documento, come indice di una cattiva pratica di governance del territorio alpino. © RIPRODUZIONE RISERVATA Codice cliente: 2684846 Corriere del Trentino Giovedì 27 Febbraio 2014 15 TN Economia Via delle Bettine In corso una redistribuzione dei compiti. «Latte, insistere sui formaggi» Allevatori, Valorz super direttore Federazione, ereditato da Tonina il settore commerciale TRENTO — Da qualche settimana Claudio Valorz è diventato «super-direttore» della Federazione allevatori. Se prima condivideva il ruolo con Mario Tonina, ora consigliere provinciale dell’Upt, adesso oltre alla delega tecnica ha assunto anche quella commerciale. Ieri intanto la Federazione ha tenuto un convegno sul tema del latte di montagna, che si aggrappa alla qualità elevata per rimanere sul mercato. La Federazione dunque si trova in una fase di assestamento. È lo stesso Valorz, che si può considerare ora direttore generale (tecnico più commerciale) a spiegare che la sua nomina ufficiale «è una cosa recente e ci siamo dati sei mesi di tempo per riorganizzare la struttura e ridistribuire i compiti». Conferma il passaggio di consegne anche lo stesso Tonina, ora in aspettativa dall’avvio dell’impegno politico: «Il presidente Silvano Rauzi continua a supervisionare la gestione ora affidata del tutto a Valorz, mentre in questi mesi si provvederà a una riorganizzazione interna delle funzioni». Ieri Valorz ha sintetizzato i messaggi scaturisti dal convegno «Il buon latte per un formaggio di qualità». «L'allevatore di montagna non produce un latte anonimo come quello della pianura: se fosse così, la maggior parte delle aziende chiuderebbe». Di quel milione e 400 mila quintali di latte prodotto dalle circa 26.000 mucche presenti in Trentino, infatti, «il 55% è destinato alla trasformazione casearia e in particolare dei formaggi Dop», il restante 45% è destinato al consumo alimentare come latte fresco e pastorizzato. Ma in Trentino la produzione non basta a soddisfare la domanda 55 per cento La quota di latte trentino destinato alla trasformazione casearia, in particolare al Dop 900 persone Sono gli addetti in provincia alla gestione delle stalle che producono latte Al comando Il presidente della Federazione Silvano Rauzi e il direttore Claudio Valorz e non è destinata a farlo nemmeno nel prossimo futuro in quanto «è già al suo massimo da qualche anno». Inoltre l'allevamento trentino «sta cono- scendo un periodo di trasformazione, con il numero degli allevatori in calo, ma allo stesso tempo una produzione stabile» ha aggiunto il direttore. Questo è dovuto a un processo di «concentrazione», vale a dire: il latte prodotto è lo stesso, ma le persone che lo producono sono meno, attualmente circa 900. quel settore, potrebbe a questo punto fare di Arco un elemento cardine del suo sistema. Il potenziamento dell’attività di rifinitura di Arco, con un investimento da 1,42 milioni di euro, andrebbe proprio in questo senso. L’accelerazione impressa all’inizio della settimana andrebbe quindi di pari passo con la vendita degli asset da parte di Klesh. Se si confermerà questa tendenza, Alphacan dovrà sì affrontare i 30 esuberi, ma avrà un futuro più certo. Un’influenza più «francese» avrebbe forse portato alla chiusura dello stabilimento. A fine marzo intanto scade la cassa integrazione ordinaria, poi si dovrà decidere il da farsi. © RIPRODUZIONE RISERVATA Andrea Rossi Tonon Alphacan, Klesh vicina alla vendita TRENTO — I sacrifici imposti — 30 esuberi — alla Alphacan di Arco sono da inserire nel quadro della cessione da parte di Klesh della Kem One. Un primo segmento, Kem One sas, è già stato venduto dall’industriale francese Alain de Krassny, che si è accordato con il fondo di private equity statunitense OpenGate Capital. A quanto pare sarebbe in via di definizione anche la cessione del ramo di cui fa parte anche Alphacan, Kem One Innovative Vynils. Il trasferimento del reparto estrusione di Arco in Francia, al fine di saturare quegli impianti, sarebbe conseguenza della volontà di trovare un accordo proprio fra i due investitori. OpenGate, avvantaggiando la Francia su Zobele «Business unit» Morelli verso l’uscita TRENTO — Voci di corridoio parlano di un possibile avvicendamento alla Zobele di Trento. Sarebbe in uscita il direttore tecnico, Davide Morelli, manager legato al precedente direttore generale Cristiano Villani. Il movimento è confermato dal presidente del gruppo, Enrico Zobele: «È una possibilità, ma credo che non siano ancora state prese La multinazionale decisioni definitive, salvo accelerazioni intervenute negli ultimi due giorni». Alla guida dello stabilimento di Trento, al posto di Villani, c’è Emanuele Marchi, già responsabile delle risorse umane, che ha ancora il timone della «Business unit» nonostante il suo pareva dovesse essere un impegno a termine, iniziato lo scorso settembre. A Trento Zobele ha concentrato la produzione di insetticidi e profumi per le private label, in una «Business unit» in corso di riassetto. Intano si attende ancora la decisione del socio di maggioranza, il fondo Doughty Hanson, sul futuro della sua partecipazione nella storica società trentina. © RIPRODUZIONE RISERVATA Agricoltura Nonostante questo e proprio grazie all'alta percentuale destinata all'industria casearia, «il prezzo del latte sul nostro territorio non è sceso molto». Come spiega Valorz, il calo generalizzato del prezzo è in gran parte dovuto «all'elevata produzione in Nuova Zelanda che non viene più totalmente assorbita dalla Cina, così l'eccedenza finisce anche da noi». A fare la differenza è dunque la qualità: «Se vogliamo evitare di essere assorbiti dal mercato mondiale dobbiamo produrre bene e comunicare ai consumatori il valore aggiunto del nostro latte», e per fare questo gli allevatori hanno a disposizione due strumenti: «Il primo è la tecnologia genomica attraverso cui controllare le caratteristiche degli animali, e l'altro sono le strumentazioni che consentono una selezione del prodotto per garantirne gli standard» ha concluso Valorz. Arco Sede provinciale Cia, Calovi al timone Occhi puntati su Federcoop TRENTO — Il vicepresidente di Cia Agricoltura, Paolo Calovi, è stato nominato presidente al posto di Flavio Pezzi. Data per assodata la grande vicinanza fra l’associazione agricola e la Federazione della cooperazione, viene spontaneo sottolineare la continuità rispetto alla presidenza precedente quando si tratta di «osservazione critica» del movimento. Nell’ultimo Paolo Calovi convegno che Cia ha dedicato proprio a via Segantini (a metà dicembre), Calovi, allora vicepresidente, denunciava «catene di comando dilatate che allontanano i soci dalle tecnostrutture dirigenti; schemi gestionali che rendono opachi gli ambiti e i gradi delle responsabilità; investimenti incentivati dall’interventi pubblico, che in qualche caso si sono rivelati fallimentari; scarsa e tardiva valorizzazione dei prodotti biologici o di nicchia, mentre la domanda cresce; gestioni finanziarie non sempre prudenti; difficoltà a lavorare con logiche di filiera». © RIPRODUZIONE RISERVATA © RIPRODUZIONE RISERVATA Centrali Dopo la sentenza della Consulta Indici Rispetto al 2009 il Trentino Alto Adige ha guadagnato sei posizioni nel comparto imprenditoriale In gara «Dolomiti» Regione, balzo in avanti sulla produttività non va da sola Pubblicato il rapporto «Accredia». Primato sulla qualità della vita 1 TRENTO — La sentenza della Corte costituzionale sul tema delle centrali idroelettriche potrebbe rendere più difficoltosa la partecipazione alle gare che fra il 2018 e il 2020 vedranno riassegnare le concessioni delle oltre 30 centrali trentine. Il nuovo concessionario dovrà ottenere dall’uscente la titolarità del ramo d’azienda, pagando. Inoltre, sempre pagando di più rispetto all’ipotesi di partenza, il nuovo concessionario dovrà «comprarsi» anche le strutture non direttamente produttive, come dighe e immobili, che prima venivano devolute gratuitamente. A parte il possibile freno che potrebbe arrivare da Bruxelles per via di una evidente restrizione della concorrenza, il provvedimento potrebbe congelare lo status quo. Ma lo stato attuale cosa mostra? L’esistenza a partire dal 2010 di due newco, nelle quali Dolomiti energia è presente al 51%. In Hde il 49% è in capo a Enel, mentre in Dee il 49% è di Edison. Il doppio accordo nel 2010 ha permesso il prolungamento della concessione di 10 anni, ma tra il 2018 e il 2020 si dovrà andare a gara per stabilire quali saranno i nuovi concessionari. Se le cose si mettono male, dopo la sentenza della Corte costituzionale che avvalora il decreto Monti del giugno 2012, gli svantaggi saranno quasi solamente per i nuovi soggetti che si affacceranno, non per gli attuali. Quindi, da questo punto di vista, Dolomiti energia dovrebbe sentirsi più protetta. Ma se i suoi azionisti — a maggioranza pubblica con FinDolomiti energia 47,8% e i Comuni di Trento e Rovereto con un altro 10% complessivo; insieme ai principali privati come Finanziaria trentina energia 11,9%; A2a 7,9%, Caritro 5,3%; Isa 4,2% — avessero voluto partecipare «da soli» alle gare, senza Enel ed Edison? Con queste norme «statali» per Dolomiti energia «da sola» potrebbe essere molto complesso affrontare le gare e i player nazionali avrebbero messo un’ipoteca decisiva sui nuovi accordi. E. O. © RIPRODUZIONE RISERVATA TRENTO — Secondo l’ultimo rapporto «Qualità, crescita, innovazione» prodotto da Accredia, il Trentino-Alto Adige conferma livello nazionale la sua «forza» rispetto agli indici della qualità della vita e dell’ambiente. I servizi pubblici rimangono di livello elevato, anche se perdono un po’ di smalto rispetto al 2009, ma soprattutto il sistema produttivo compie un grande balzo in avanti, arrivando al quarto posto assoluto dopo aver scalato sei posizioni rispetto al 2009, la migliore performance nazionale. Accredia è l'ente unico nazionale di accreditamento che verifica la competenza degli organismi che certificano Iso 9001, per indagare la qualità che l'Italia esprime in alcune dimensioni della sua struttura economica e sociale. Per quanto riguarda il «sistema produttivo», Accredia assegna al Trentino Alto Adige il quarto posto in classifica, con un indicatore di 79 punti su 100, dopo la Lombar- dia (100), il Piemonte (84) e l’Emilia Romagna (82). Il balzo in avanti è notevole, rispetto al ranking del 2009: Il Trentino Alto Adige ha guadagnato infatti sei posizioni, lo scarto di maggiore ampiezza fra tutte le regioni italiane. In questo caso il valore medio nazionale è di 72. L'indicatore è il risultato del confronto di 18 variabili tra cui la nati-mortalità delle imprese, l'andamento dei brevetti e marchi depositati in Italia da aziende italiane, la produttivi- tà del lavoro, il ricorso all'Ict, i fallimenti, le assunzioni di figure professionali specializzate e l'andamento delle certificazioni per il sistema di gestione della qualità. Per quanto riguarda la «qualità della vita» la regione In breve FORMAZIONE L’INIZIATIVA Fondazione Cuoa si presenta Meeting alle Cantine Ferrari Elaborare il «metodo classico» Seminari a San Michele TRENTO — «Fondazione Cuoa» dà il via alla nuova edizione dell'Mba Tour, per presentare la sua offerta formativa part time e dare l'opportunità di incontrare i direttori scientifici dei Master, e di parlare con lo Staff e gli Alumni Cuoa. Dopo la prima tappa di Verona, Fondazione Cuoa arriverà a Trento domani, venerdì 28 febbraio alle 18.30, presso le Cantine Ferrari (via Ponte di Ravina, 15). Durante gli incontri, Andrea Vinelli, direttore scientifico programmi Mba della Fondazione Cuoa, presenterà tre corso di formazione. TRENTO — Produrre uno spumante metodo classico è un'operazione piuttosto difficile che contempla molti aspetti da gestire oculatamente nelle varie fasi di elaborazione. Per questo motivo la Fondazione Edmund Mach propone in collaborazione con Vinidea e Udias, Unione Alunni San Michele un ciclo di incontri di aggiornamento per fornire ad enologi e produttori indicazioni utili ad adattare il proprio processo di produzione allo stile di vino desiderato. L'iniziativa è in programma dal mese di marzo ad ottobre e c'è tempo fino al 13 marzo per iscriversi. è al primo posto assoluto, con 100 punti su 100, confermando il piazzamento del 2009. Dietro si collocano la Val d’Aosta (92) e la Lombardia (91). In questo caso la media nazionale è di 72 punti. Per quanto riguarda la «qualità ambientale» il primo posto tocca alla Val d’Aosta, con 100 punti, a seguire il Trentino Alto Adige (93), la Basilicata (76), la Sardegna (72). La collocazione in graduatoria anche in questo caso non muta rispetto al 2009 e la media nazionale sul capitolo ambiente è di 46 punti. L’ultimo indicatore è quello dell’«offerta di servizi pubblici»: primo posto al Friuli Venezia Giulia (100 punti), secondo all’Emilia Romagna (98), terzo al Trentino Alto Adige (97) e quarto alla Val d’Aosta (95). In questo caso la differenza rispetto alla situazione del 2009 vede la regione perdere una posizione in classifica. La media nazionale è 77. Enrico Orfano © RIPRODUZIONE RISERVATA Codice cliente: 2684846 l 'Adige Centro Servizi Calliano Tel. 0464 830028 40227 www.finstral.com www.ladige.it Giovedì 27 febbraio 2014 9 771594 144005 G3022211 Anno 67 - numero 57 • 1,20 euro Quotidiano Indipendente del Trentino Alto Adige Andreatta 15 «Nuovo stadio a Ravina, ma lo facciano i privati» Il caso 18 La Provincia fa ricorso sull’appalto per l’ospedale La riforma 25 Miorandi: «Rovereto fuori dalla Comunità di valle» Sci alpino 41 De Vettori «mondiale» oro nella supercombinata POLITICA Ma intanto Rossi sente Kompatscher e promette: «Taglieremo anche i vecchi assegni» «Vitalizi? Ce li hanno dati» La difesa di consiglieri ed ex. Tretter: ci ho rimesso C’ è chi, forse vinto dall’imbarazzo, non risponde nemmeno al telefono, chi si limita a un «no comment», chi invece ci mette comunque la faccia e spiega che cosa si prova ad intascare tutti quei soldi, in un momento in cui a tutti è chiesto di tirare la cinghia. Il tutto mentre monta la rabbia e l’indignazione di molti cittadini, di fronte alle cifre che ieri abbiamo pubblicato, nei confronti dei politici. Cambierà qualcosa? Il presidente Ugo Rossi, che si è sentito con il collega altoatesino Kompatscher, assicura di sì. Sarà un impegno preciso della giunta regionale, promette, e taglieremo anche i vecchi vitalizi. 11 - 12 - 13 - 14 ALLE PAGINE TWITTER @giornaleladige: seguite anche i «tweet» con notizie e commenti L’Autonomia fa rima con Europa ANNIBALE SALSA utonomie regionali ed Europa sono argomenti molto attuali nel dibattito politico italiano. In previsione delle future elezioni europee cresce in Italia come in Francia, in Olanda, in Danimarca - la diffidenza nei confronti di un progetto che ha fatto sognare la generazione uscita dalle macerie del secondo conflitto mondiale. Una ventata di speranza e di utopia aleggiava, allora, nel vecchio continente. Dobbiamo sottolineare, in proposito, che le utopie aiutano a crescere, a pensare, a guardare avanti. Guai alle società senza utopie, condannate inesorabilmente alla morte civile! Uomini come Alcide De Gasperi, Konrad Adenauer, Robert Schumann, Jacques Delors erano grandi statisti - una specie ormai in estinzione - proprio per essere stati capaci di tradurre l’utopia in realtà. Per questo, mai come oggi, è di grande ammonimento l’aforisma dello statista trentino. A CONTINUA A PAGINA 47 1 Tangenti, Gianni Bort nei guai Indagato a Roma nell’inchiesta su mazzette e appalti G uai romani per Gianni Bort, eterno presidente della Confcommercio trentina. Il suo nome è finito nell’indagine che ha portato agli arresti domiciliari l’ex capo dei vigili romani Angelo Giuliani. Bort è stato indagato, insieme ad altri, per il reato previsto dagli articoli 319 e 321 del codice penale che riguardano la corruzione. Secondo l’ordinanza emessa dal gip, l’allora capo dei vigili avrebbe ricevuto «denaro e altre utilità dalla società Sicurezza e ambiente spa (S.A.) e per essa (...) da Bort, presidente del cda». A PAGINA SHOPPING VENEZIANO Colpo grosso di Pensplan in Laguna: acquisterà tre palazzi storici dalla Ca’ Foscari. TERRERI 3 Il caso | A 5 associazioni congelati beni per 560mila euro. Verifiche sui conti Maxisequestro sugli aiuti in Africa A PAG. 7 Inique due pensioni E ora tagli retroattivi LUISA MARIA PATRUNO edere le cifre delle anticipazioni dei vitalizi «vecchia maniera», maturati da 123 fra consiglieri ed ex consiglieri provinciali di Trento e Bolzano, ha reso tangibile la montagna di denaro pubblico che è stato drenato dalla politica a favore di se stessa in questi anni e di quanto fosse strabordante, avido e senza ritegno il privilegio. Ci ha impressionato, in passato, leggere gli elenchi, che l’Adige ha già pubblicato, di chi riceve vitalizi mensili da 5.000 o persino 6.800 euro netti o vedove di ex consiglieri che incassano assegni di reversibilità da 3.800 euro netti da decenni e che puntualmente sono rivalutati in base all’indice Istat, così come i vitalizi. Ma l’«attualizzazione» del vitalizio, ovvero il calcolo ad oggi della cifra totale che un ex consigliere avrebbe preso di pensione d’oro, in base all’aspettativa di vita, l’età e gli anni passati in Consiglio, ci ha buttato in faccia dei numeri che gridano vendetta. Ci sono ex consiglieri e consiglieri in carica che arrivano a incassare - tra l’assegno pagato subito e quello che potranno riscattare a rate fra il 2018 e il 2021 oltre 1 milione di euro. E oltre all’anticipo riceveranno comunque il vitalizio mensile, anche se fino a un tetto di 2.800 euro. Ha forse un senso, una giustificazione tutto questo? No, pensiamo che non ce l’abbia. Forse è proprio per questo che ieri quasi nessuno dei politici della lista, baciati da questo generoso regalo di soldi pubblici, ha avuto il coraggio di rispondere all’Adige. Molti hanno preferito starsene acquattati - in attesa che passi la buriana - nascondersi come i ladri, con il loro bel bottino, ... V CONTINUA A PAGINA POSA PORFIDI Faccenda Carlo N G4021403 LEGATE FRA DI LORO PRIVILEGI on rallenta l’inchiesta della procura di Trento sull’uso dei fondi stanziati dalla Provincia per progetti di sviluppo in Africa. Il tribunale del riesame ha dato il via libera al sequestro dei beni, per un totale di 560 mila euro, delle cinque associazioni coinvolte. Quattro associazioni sono accusate di truffa aggravata e una di malversazione. I legali annunciano ricorso contro il provvedimento e ribadiscono: tutto sarà chiarito. M. VIGANÒ A PAGINA 16 LAVIS - Via A. Rosmini 66/3 Cell. 335 6673758 - Fax 0461 992508 email: [email protected] 46 A4020186 Parti sociali all’attacco: «Vivono fuori dalla realtà basta con queste follie» Attualità l'Adige L’INCHIESTA giovedì 27 febbraio 2014 3 In carcere l’ex comandante della polizia locale di Roma Angelo Giuliani La vicenda in cui è coinvolto anche il trentino Gianni Bort, è legata all’appalto affidato alla società romana Sea sicurezza e ambiente dal Comune di Roma per la pulizia delle strade della città dopo ogni incidente. L’indagine è legata alla presunta irregolarità nell’affidamento dello stesso appalto alla Sicurezza e ambiente per il Per i pm sospetti su 30.000 euro versati dai vertici Sea per ottenere un servizio tramite dell’ex comandante della polizia locale della capitale Angelo Giuliani (nella foto): un business che in 5 anni avrebbe fruttato alla Sea circa 50 milioni di euro. Nell’inchiesta è coinvolto anche l’ex direttore generale della Rai Alfredo Meocci, accusato di corruzione in quanto membro dell’Autorità per la vigilanza sui contratti pubblici di lavori, servizi e forniture. L’appalto alla Sea - perfezionato quando era sindaco di Roma Gianni Alemanno era stato poi revocato dalla giunta Marino lo scorso 13 gennaio. Da oltre un mese, dunque, la competenza sulla pulizia delle strade dopo gli incidenti automobilistici è tornata all’Azienda municipalizzata per l’ambiente (Ama) della capitale. 1 Bort indagato per corruzione a Roma Il presidente di Confcommercio nei guai per una gara sospetta C’è anche il nome di Gianni Bort, trentino, presidente da sempre di Confcommercio, nell’indagine che ha portato agli arresti domiciliari l’ex capo dei vigili urbani di Roma Angelo Giuliani e Alfredo Meocci, ex dg Rai e membro dell’Autorità di vigilanza sui contratti pubblici. Bort, che martedì sera si era recato a Roma in Confcommercio - organizzazione di cui è uno dei vicepresidenti nazionali - è stato indagato, assieme allo stesso Giuliani, al dg di Sea Angelo Cacciotti, al legale della società Giovanni Scognamiglio e al dirigente Iano Santoro per il reato Le indagini avrebbero messo in evidenza versamenti di denaro all’ex capo dei vigili per assegnare un appalto previsto dagli articoli 319 e 321 del codice penale, che riguardano la corruzione per atto contrario ai doveri d’ufficio. Secondo l’ordinanza emessa dal gip i cinque sono indagati per corruzione «perché - si legge nel provvedimento - Giuliani, nella qualità di comandante del corpo di polizia locale di Roma Capitale, per compiere atti contrari ai doveri di ufficio, riceveva denaro e altre utilità dalla società Sicurezza e ambiente spa (S.A.) e per essa dal Santoro, dirigente della S.A., dal Cacciotti, consigliere del cda e amministratore di fatto, dallo Scognamiglio, amministratore delegato nonché genero del Cacciotti, e da Bort, presidente del cda della società Sicurezza e ambiente». E perché Alfredo «Meocci, quale consigliere dell’Autorità per la vigilanza sui contratti pubblici, per compiere atti contrari ai doveri di ufficio, riceveva denaro e altre utilità dalla società Sicurezza e Ambiente spa e per essa» da Cacciotti, Scognamiglio e dallo stesso Bort. In pratica, secondo gli inquirenti (ma le accuse sono ovviamente tutte da provare), da un lato la Sea, società di Roma che nulla ha a che vedere con l’omonima società trentina, avrebbe cercato di corrompere Giuliani. Che, a sua volta, secondo l’accusa, avrebbe assegnato alla Sea «in violazione della disciplina in tema di contratti pubblici» e «in assenza di gara» prima provvisoriamente e poi in via INTERCETTAZIONI definitiva il servizio di ripristino postincidente. Il gip, su richiesta dei pm capitolini, ha contestato quindi all’ex capo della polizia municipale romana di aver fatto ottenere alla società Sicurezza e Ambiente l’appalto per la gestione degli interventi di pulizia delle strade dove avvenivano incidenti. E dall’ordinanza, emergerebbe che per assegnare tale servizio, ci sarebbe stata una elargizione di trentamila euro sotto forma di sponsorizzazioni per il Circolo sportivo della polizia municipale. È questa la cifra, secondo gli inquirenti della Procura di Roma, che l’ex comandante dei vigili urbani, Angelo Giuliani, avrebbe ottenuto in cambio del suo intervento per far ottenere alla società «Sicurezza e Ambiente» il servizio di ripristino dopo gli incidenti stradali. La cifra è citata nell’ordinanza di custodia cautelare firmata dal gip Nicola Di Grazia. La tangente sarebbe stata elargita nel marzo 2011 come «finanziamenti sotto forma di sponsorizzazioni per il circolo della polizia municipale giustificati in modo fittizio mediante un contratto privo di data artatamente predisposto in funzione delle indagini in corso». Per questo episodio si contesta il reato di corruzione a Giuliani, Cacciotti, Scognamiglio, Bort (per il quale era stato sollecitato l’arresto), presidente del Cda della Sea al tempo dei fatti contestati (era stato eletto alla carica il 30 aprile del 2012 per poi uscire nella pri- Gianni Bort, classe 1950, dal 1998 è presidente di Confcommercio del Trentino e vicepresidente nazionale di Confcommercio È anche presidente dell’Unione Albergatori del Trentino, di Ucts Trento Srl, di Seac Spa, di Federtel Servizi e di Rescasa e consigliere della Camera di Commercio LA SCHEDA 2 Albergatore a Gardolo, diventa leader dell’Unione commercio Dopo la scalata in via Solteri, spicca il volo a livello nazionale Imprenditore tra Trento e Roma Per ottenere un parere favorevole dall’Autorità sui contratti pubblici ci sarebbe stato l’impegno ad assumere una persona mavera dell’anno scorso) e Santoro. Inoltre, sempre secondo l’accusa, la Sea, e per lei gli indagati, tra cui Bort, «responsabili della società» per assicurarsi un «pronunciamento favorevole da parte» dell’Autorità sui contratti sull’affidamento del servizio di ripristino post-incidente «abbiano promesso ad Alfredo Meocci, consigliere dell’Autorità di Vigilanza e relatore della pratica di interesse della società» l’assunzione di una persona «di interesse del Meocci, e mantenuto l’impegno preso». Gianni Bort ora dovrà difendersi dalle accuse dei pm romani che lo hanno indagato Chi lo conosce bene, sa che Gianni Bort è un abile comunicatore e mediatore. Classe 1950, albergatore, è il proprietario dell’Hotel Capitol di Gardolo. Ma è conosciuto soprattutto per le tante cariche che ha ricoperto nel corso di una lunga carriera. Politicamente vicino al centrodestra, ha sem- pre cercato di stare vicino al Palazzo, che in Trentino è storicamente «occupato» dal centrosinistra. Insomma ha sempre tenuto stretti rapporti con Lorenzo Dellai, per 15 anni governatore del Trentino e oggi parlamentare. Con Rete Imprese Italia, alle recenti elezioni provinciali aveva ipotizzato una sua discesa in campo. Poi non se ne fece nulla. Dal 1998 è presidente di Confcommercio Imprese per l’Italia – Trentino. È vicepresidente delegato per l’amministrazione di Confcommercio-Imprese per l’Italia. Nei primi anni 2000 aveva tentato la scalata ai vertici di Confcommercio nazionale. Gianni Bort è presidente dell’Unione Albergatori del Trentino – Unat, l’associazione di categoria degli albergatori trentini, presidente di Ucts Trento Srl, presidente di Seac SpA, presidente di Federtel Servizi e di Rescasa. Inoltre è consigliere della Camera di Commercio Industria Artigianato e Agricoltura di Trento, amministratore di Im- mobiliare Confcommercio Srl e Immunicor Srl. E siede nel collegio sindacale di Quas, Fondo Est, Altran e Gestor. Uomo di rapporti con il pubblico e con il privato. Il suo cellulare squilla sempre e, di solito, non manca di rispondere alla stampa che lo interpella. Recentemente, dopo le dichiarazioni dell’assessore al turismo Michele Dallapiccola circa l’introduzione della tassa di soggiorno è stato portavoce della «levata di scudi» da parte della categoria. «In un periodo di crisi - aveva dichiarato il 14 febbraio - mentre i nostri diretti concorrenti austriaci hanno minori costi (dai mutui alle spese per l’energia), il governo provinciale si comporta come quello romano: aumenta le tasse. E poi... soldi destinati a chi? A cosa?» Insomma anche battagliero, in caso di necessità. Con gli albergato sostanzialmente tagliati fuori dalla discussione sul riordino del comparto turismo, con il collega Luca Libardi ha fatto la voce grossa con quella politica, con cui non ha mai smesso di avere rapporti. «Scaduto il contratto non lo teniamo». Bort: «Che fatica» L’accusa: un’assunzione di favore Ecco alcune delle intercettazioni telefoniche di conversazioni fra Giovanni Scognamiglio, amministratore delegato Sea, e Giovanni Bort, presidente del Cda della Sea. In questa prima conversazione del 7 dicembre 2012 si fa riferimento, secondo l’accusa, a un accordo con l‘ex direttore generale della Rai Alfredo Meocci per l’assunzione di una persona. Bort: A me mi pare che ieri è andato poi no lì il nostro amico, vabbè ci parliamo no ma... Scognamiglio: Sì sì sì... tranquillo, io stamattina ho già chiamato il buon Vincenzo Buonocore che gli ho detto salve... quello di Verona, quel ragazzo che dobbiamo vedere... Bort: Sì sì... Scognamiglio: Gli ho dato un segnale... Bort: Allora adesso dovremmo fare una cosa di questo tipo, devo fare una cosa di questo tipo, eh beccare Basile e dire no? Insomma questo ragazzo qua, allenalo tu (ride), no? Ti pare? Scognamiglio: Certo. Bort: Vabbè, dai, senti, io comunque vado e vengo in questi giorni di corsa, ma vengo giù. Ci vediamo martedì. Scognamiglio: Anche perché noi, scaduto il contratto di sei mesi, non è che ce lo teniamo, eh... Bort: No, no. Di questo passo assolutamente no, sennò sennò, se non serve... Mamma mia che fatica, che fatica, che fatica. Scognamiglio: No, presidente, ma questo non viene a lavoro, cioè questo viene già proprio così, viene alle nove e mezzo, se ne va alle dieci e mezzo, c’ho una visita medica, c’ho da fa’ un servizio, devo accompagna’ a mia mamma, cioè proprio così. Ecco una successiva intercettazione che comincia alle 19.11 del 23 gennaio 2013. Bort prima di andare a cena con Meocci chiama Scognamiglio, per dirgli che non c’è bisogno che alla serata partecipi pure lui. Scognamiglio chiede a Bort di riferire a Meocci che la situazione che lo interessava è stata sistemata e che «loro» (inte- so come Scognamiglio, Cacciotti e Bort) hanno mantenuto fede agli impegni presi. Scognamiglio: Presidente! Bort: Sì! Ah...allora... lascia stare stasera... sai? Scognamiglio: Va bene presidente! Bort: Sì, tanto sono io e Meocci e basta... è inutile che vieni tu! Scognamiglio: Eh... se lui gli dice... le par... le dovesse parlare di quella questione... noi abbiamo messo tutto a posto eh? Bort: Sì sì no... Tranquillo! Tranquillo! No ma lui (inc.) non sapeva neanche che venivi...ehm... lo vedo (incomprensibile)... stasera lui e basta... siamo io e lui dai! Ok? Alfredo Meocci durante la presentazione della collana Rai-Eri Zone Scognamiglio: Aspetta... però però le volevo dire, dovesse andare in argomento, noi abbiamo tenuto sempre fede. Bort: Va bene! Grazie! Ciao ciao ciao ciao. Scognamiglio: A domani presidente. Arrivederci! Bort: Ciao ciao ciao ciao. In un’altra telefonata Scognamiglio comincia a raccontare a Bort di aver ricevuto una telefonata da Meocci. A un certo punto Bort gli risponde: «Parliamo il meno possibile di ‘ste cose, dai...». TRENTO l'Adige POLITICA Il governatore trentino vuole intervenire sugli scandalosi diritti acquisiti 22,1 1,3 2.800 MILIONI VERSATI MILIONI A DELLADIO EURO NETTI AL MESE È il totale degli importi netti già versati sui conti correnti di 123 consiglieri o ex consiglieri Il recordman trentino è Mauro Delladio: ha maturato il diritto a 1,3 milioni più il vitalizio Oltre all’anticipo del vitalizio gli ex e chi ha maturato il diritto riceverà fino a 2.800 euro netti di vitalizio 800 Redazione: 0461 886111 fax 0461 886263 email: [email protected] G 11 ANTICIPI VITALIZI 9.800 EURO LORDI INDENNITÀ I consiglieri di questa legislatura fra soli 5 anni matureranno una pensione di 800 euro lordi giovedì 27 febbraio 2014 Ricevono 9.800 euro lordi al mese (5.435 netti): 8,8% contributi pensione, Regione mette il 24,2% I vitalizi anticipati agli ex: milioni 53,7 1 «Taglieremo anche i vecchi vitalizi» Rossi: sarà l’impegno della giunta regionale «Nel programma della giunta regionale inserirò l’intervento sui diritti acquisiti sui vitalizi dei consiglieri ed ex consiglieri. Ne ho già parlato con Kompatscher, li vogliamo tagliare». Il presidente della giunta Provincia, Ugo Rossi, in base al meccanismo della «staffetta», oggi sarà eletto dal consiglio regionale presidente della Regione per la prima metà della legislatura, mentre per l’altra metà sarà il suo omolo- Scalfi (Pd): «Differire sine die i pagamenti degli anticipi delle pensioni» Maestri (Pd): «Riformare anche le nuove pensioni» go altoatesino Arno Kompatscher. Ieri i due presidenti si sono parlati dopo la pubblicazione degli elenchi dei vitalizi e degli anticipi dei vitalizi «attualizzati» per gli ex consiglieri e consiglieri che hanno maturato il diritto. Sono rimasti impressionati dalla cifra di oltre 50 milioni che la Regione deve sborsare ai consiglieri, di cui 22 milioni subito e il resto fra il 2018-2021, oltre a dover continuare a pagare vitalizi per tutta la loro vita, anche se ora è stato posto un tetto di 2.800 euro al mese, e poi la reversibilità alle vedove fino a 1.800 euro. È vero che la riforma del 2012 ha posto fine al vecchio sistema dei vitalizi, rimpiazzandoli con pensioni su base contributiva (800 euro lordi dopo 5 anni di legislatura), ma queste valgono solo dai consiglieri eletti la prima volta in questa o nella scorsa legislatura, quindi il «peso» dei vecchi vitalizi, la cui consistenza complessiva si è resa tangibile solo in questi giorni dopo i calcoli sull’«attualizzazione», viene ritenuto insostenibile. Rossi e Kompatscher vogliono dunque provare a spingere il consiglio regionale a intervenire dove il precedente consiglio, guidato da Rosa Thaler, non aveva osato, ovvero sui diritti degli ex consiglieri, temendo ricorso e controricorsi di chi percepisce le ricche pensioni. Ieri il gruppo del Patt, guidato da Lorenzo Baratter, si è riunito proprio per discutere una proposta di intervento. «La questione è molto delicata - dice Baratter - abbiamo deciso di confrontarci con le altre forze politiche regionali per capire dove possiamo intervenire. Rispetto ai diritti acquisiti e alle posizioni di rendita mi aspetto che una riflessione la facciano i diretti interessati». Il gruppo regionale del Pd prende tempo. Il capogruppo Mattia Civico, su un’eventuale proposta di modifica della norma si limita a dichiarare: «Ne parleremo la settimana prossima». La consigliera provinciale Pd, Lucia Maestri, comunque lancia la sua proposta: «Mi impegno affinché la contribuzione ai fini pensionistici sia solo a carico del consigliere e non della comunità regionale tutta. Ritengo infatti sbagliara la norma che consente di percepire dopo soli 5 anni di mandato una pensione di 800 euro lordi. La politica non è un mondo speciale». Il candidato alla segreteria provinciale del Pd, Vanni Scalfi, dichiara che avrebbe preferito un «differimento sine die dell’intero pagamento degli anticipi pensionistici» agli ex consiglieri e propone la richiesta del «pagamento di un contributo di solidarietà sugli stipendi e i vitalizi del personale politico». Anche il gruppo provinciale dell’Upt ha discusso ieri al suo interno della questione e il capogruppo Gianpiero Passamani dice: «Pensiamo che si debba trovare il modo di intervenire sui vitalizi maturati perché queste cifre, Arno Kompatscher, presidente della Provincia di Bolzano, e Ugo Rossi, governatore del Trentino, ieri si sono sentiti per concordare una risposta all’indignazione generale dopo la pubblicazione degli anticipi dei vitalizi «attualizzati» agli ex consiglieri e ai consiglieri che hanno maturato il diritto prima della riforma intervenuta nel 2012. L’intenzione è quella di andare a toccare le cifre astronomiche che spetterebbero agli ex politici. REAZIONI «Noi non abbiamo il vitalizio». Filippi (Pd): «Indennità dei consiglieri regionali uguale al sindaco del capoluogo» Andreatta: fate come per i sindaci Passamani (Upt): «Dobbiamo intervenire sugli ex consiglieri». Fugatti (Lega): «No a 800 euro dopo soli 5 anni» di cui non eravamo a conoscenza, sono inaccettabili. Ci stiamo documentando per fare una proposta concreta di tagli sul passato. Le indennità e pensioni dei consiglieri da questa legislatura le riteniamo invece congrue». Maurizio Fugatti, capogruppo della Lega nord, annuncia: «Va riformata la nuova legge perché è difficile far capire perché a un consigliere provinciale bastano 5 anni per avere una pensione di 800 euro al mese e chi lavora in fabbrica se va bene prende quella cifra dopo 35 anni». Sopra, il sindaco di Trento, Alessandro Andreatta, prende 8.770 euro lordi al mese, i consiglieri regionali ne prendono 9.800: sono 1.000 in più I sindaci, a differenza dei consiglieri regionali e dei parlamentari, non prendono e non hanno mai preso il vitalizio. Neppure i sindaci dei comuni capoluogo. Eppure anche loro lasciano la professione per dedicarsi per un periodo alla politica. Perché i consiglieri regionali hanno diritto a una seconda pensione, oltre tutto, come abbiamo visto, pensioni altissime ottenute in soli 5-10 anni? Anche la riforma del 2012 pur avendo introdotto il sistema contributivo, come per i la- voratori, consente ai consiglieri in carica di maturare il diritto a una pensione dopo soli 5 anni di contributi. Ai sindaci che svolgono l’attività a tempo pieno l’amministrazione versa ai rispettivi istituti gli oneri previdenziali per la pensione (se è un dipendente pubblico o privato), ai non dipendenti viene versata una cifra forfettaria. C’è una norma statale (decreto legislativo 267/2000) che prevede questo e vale anche per i sindaci trentini. Per i consiglieri regionali la norma non c’è e si applica la stessa regola di favore che vale per i parlamentari e garantisce una seconda pensione. Oltre tutto i consiglieri regionali che sono anche dipendenti pubblici continuano ad avere anche il versamento dei contributi per la pensione anche quando sono in aspettativa politica. Il sindaco di Trento, Alessandro Andreatta, non vuole polemizzare né mettere in contrapposizione i sindaci con i consiglieri regionali, ma non può non condividere lo stesso disagio vissuto dai cittadini per un privilegio, quello dei vitalizi, nato con le Regioni negli anni ‘70 ma che oggi non è più sostenibile. «Le cifre che abbiamo letto - dichiara Andreatta - colpi- scono e ci interrogano. Do atto al presidente del consiglio provinciale Bruno Dorigatti di essersi impegnato molto sul taglio dei costi della politica negli ultimi anni, ma è evidente che si deve fare ancora di più. I consiglieri regionali prendono più di un sindaco di capoluogo e un sindaco non prende il vitalizio. Penso sia giusto che si continuino a versare i contributi quando si è in aspettativa politica ma che non si abbia anche una seconda pensione». Proprio lunedì, nel suo discorso alla Camera per la fiducia il neopresidente del consiglio Matteo Renzi ha ricordato la sua proposta sulle Regioni per cui «un consigliere regionale prende di indennità come il sindaco del capoluogo di regione». Oggi un consigliere regionale del Trentino Alto Adige prende 9.800 euro lordi mentre il sindaco di Trento 8.770 euro, sono 1.000 in più. Elisa Filippi, candidata alla segreteria provinciale del Pd, rilancia questa proposta e ne aggiunge altre: «Facciamo un appello per introdurre un prelievo di solidarietà rispetto a tutti coloro che beneficiano del trattamento di fine mandato ed eliminiamo le indennità aggiuntive per chi ha incarichi di giunta». L.P. G4021301 LUISA MARIA PATRUNO [email protected] I presidenti Trento 14 giovedì 27 febbraio 2014 LE CATEGORIE La Uil: basta diritti acquisiti quando come qui si tratta di privilegi inaccettabili l'Adige «Le pensioni dei terrestri» 1 «Uno spettacolo indecoroso» Ai lavoratori «servono decenni di versamenti per prendere una pensione dignitosa e serve avere una previdenza integrtiva per questo» spiega Lorenzo Pomini della Cisl. E in effetti versando per oltre 30 anni un 34enne con 25.000 euro di stipendio lordo annuo arriverà a 70 anni a prendere circa 600 euro al mese dopo 36 anni di versamenti. I consiglieri ne ottengono 800 lordi al mese dopo soli 5 anni. «Le cifre rimborsate e i vitalizi? Si tratta di uno spettacolo vergognoso e indecoroso, proprio mentre le famiglie non ce la fanno più e le imprese stanno saltando». Massimo Piffer vicepresidente dell’Unione commercio spiega che «siamo in una situazione in cui non sappiamo come fare per tenere in piedi le imprese. E invece arrivano queste cose che sono l’eredità di un atteggiamento che ha contribuito a questa situazione di crisi». 2 «Vivono fuori dalla realtà. Ora basta» Indignati. Sindacati e imprenditori reagiscono così alle cifre a 5 e 6 zeri restituiti agli ex consiglieri regionali nell’ambito della riforma dei vitalizi. E chiedono di abolire i privilegi. «Questi si fanno le regole per le pensioni e lo fanno con delle scelte che fanno pensare che vivano fuori dalla realtà». Lorenzo Pomini, segretario della Cisl trentina, va all’attacco della riforma dei vitalizi, alla luce della diversità di trattamento tra i consiglieri ed ex consiglieri regionali e «i comuni umani o terrestri che sono le persone con cui noi come sindacato ci rapportiamo e che hanno visto cambiare le regole per la previdenza per sostenere i conti pubblici, ma nonostante questo continuano a versare quote importanti dello stipendio per avere una pensione dignitosa». Pomini entra nel dettaglio e chiarisce il peso contributivo che grava in particolare sui giovani. «Sulla busta paga di un lavoratore grava il pagamento del 33% - spiega il segretario della Cisl trentina - Per un giovane, se vuole avere alla fine di 40 anni di contributi una pensione simile a quella dei suoi genitori, va aggiunto anche un po’ di previdenza complementare, ovvero il 9% che porta la pressione contributiva al 42% tra il suo e quello dell’azienda». Proprio per questo stride il confronto con i politici: «Non esiste che i contributi vengano restituiti - chiarisce ancora Pomini - Non funziona così per i terrestri e gli umani. Quindi dovrebbe funzionare anche per i consiglieri». Pomini non vuole solo contestare la riforma e coglie due aspetti positivi della vicenda: da un lato «si abbassa la spesa per il futuro», dall’altro vuole sottolineare «il coraggio di Moltrer nel rendere pubblici i nomi e introiti». Detto questo, però, il segretario Cisl torna alla carica: «La restituzione dei contributi è una furbata. In più cade in un periodo in cui la crisi economica morde, con imprese e imprenditori sul lastrico e lavoratori che perdono il lavoro». Per Pomini le notizie andranno ad «alimentare l’antipolitica e il clima contro l’autonomia, pensiamo a cosa potranno scrivere Stella e Rizzo su una cosa del genere». Durissimo anche Walter Alotti della Uil che sul tema, ancora prima della pubblicazione dei nomi e delle cifre, ha inviato proprio al presidente del Consiglio regionale Diego Moltrer e a quello del Consiglio provinciale Bruno Dorigatti una lettera per chiedere di abolire i vitalizi passanti, presenti e futu- Azienda Provinciale Sindacati e imprenditori infuriati sui vitalizi «Regole folli». De Laurentis: in politica gratis CHI RICEVE I VITALIZI TRETTER Franco GOUTHIER Anselmo FRONZA Bruno VETTORI Glicerio FRASNELLI Hubert CRESPI Alberto MERANER Gerold NARDIN Ettore ATZ Roland DOMINICI Caterina PARDELLER Georg COGO Margherita MAGNANI Mario SEPPI Donato DELLADIO Mauro DURNWALDNER Alois MORANDINI Pino MURARO Sergio von EGEN Alexander FRANCESCHINI Roberto AGOSTINI Tullio DE CARNERI Sergio TRIBUS Arnold CADONNA Nicolò LORENZINI Erminio VINANTE Renato RELLA Fabio VALDUGA Guglielmo VICINI Conci Paola WILLEIT Carlo ROMANO Francesco MOSCONI Flavio DEGAUDENZ Aldo GIORDANI Marco ANDREOLLI Tarcisio BACCA Graziano BOATO Alessandro ZINGERLE Alois Anton D’AMBROSIO Gaetano VIOLA Romano BOLOGNINI Giancarlo BERTOLINI Maria per i Servizi Sanitari Provincia Autonoma di Trento - Via Degasperi n. 79 - 38123 Trento 6.393,84 5.890,75 5.141,69 4.887,53 4.630,76 4.378,48 3.183,53 3.162,08 3.148,27 2.982,69 2.981,61 2.979,37 2.979,37 2.977,75 2.976,04 2.975,94 2.975,94 2.969,51 2.937,01 2.933,78 2.932,83 2.932,66 2.931,02 2.930,42 2.930,42 2.930,42 2.929,16 2.927,96 2.927,96 2.927,96 2.927,16 2.926,46 2.923,93 2.923,93 2.923,86 2.923,86 2.923,86 2.923,86 2.916,44 2.916,44 2.916,36 2.912,23 G4022602 ANGELO CONTE ESTRATTO BANDO DI GARA Quest’Azienda ha indetto procedura aperta per l’affidamento del SERVIZIO DI GESTIONE DI SISTEMI DINAMICI ANTIDECUBITO, occorrenti all’Azienda provinciale per i Servizi Sanitari di Trento. Importo annuo a base d’asta: € 1.139.800,00, oltre IVA e oneri per la sicurezza per € 175,00. Durata contrattuale di anni 4, a decorrere dalla data di sottoscrizione del contratto, più ulteriori anni 4 per eventuale rinnovo. L’aggiudicazione avverrà ai sensi dell’art. 83 del DLgs n. 163/2006. Le offerte, corredate della necessaria documentazione e indirizzate all’Ufficio Protocollo dell’APSS, Via Degasperi, 79 – Trento, dovranno pervenire entro le ore 12.00 del 07/04/2014, temine perentorio. La documentazione di gara è liberamente accessibile all’indirizzo Internet www.apss.tn.it sezione “Bandi di gara” Per ulteriori informazioni rivolgersi al Servizio procedure di Gara e Contratti – Tel. 0461.904007 – Pec: [email protected] Bando inviato alla GUUE il 5 febbraio 2014. IL DIRETTORE DEL SERVIZIO PROCEDURE DI GARA E CONTRATTI - dott. Luciano Bocchi - (importo mensile netto in euro) ZIOSI Giorgio TONELLI Paolo KOFLER Alois DENICOLÒ Herbert Georg PALLAORO Dario a BECCARA Antonio BAZZANELLA Gianni CARLI Luca IORI Remo KASERER Robert Franz LORENZI Guido MARZARI Aldo VALENTIN Hugo BINELLI Eugenio CHIODI Wanda FEICHTER Arthur Josef GRANDI Tarcisio PLOTEGHER Piergiorgio TAVERNA Claudio HOLZMANN Giorgio LADURNER-PARTHANES M. KURY Cristina Anna ZENDRON Alessandra DEMETZ Franz POLLINI Mario CIGOLLA Luigi SEGNANA Remo GRIGOLLI Giorgio MATUELLA Sergio PICCOLI Claudia WERTH Rosa ANGELI Pierluigi BETTA Claudio OBERHAUSER Karl PAOLAZZI Franco HOSP Bruno MESSNER Siegfried ANDREOTTI Carlo MALOSSINI Mario PAHL Franz Arthur PINTER Roberto SPÖGLER Franz L’ESPERTO 2.906,40 2.905,03 2.902,75 2.895,02 2.895,02 2.894,77 2.894,77 2.894,77 2.894,77 2.894,77 2.894,77 2.894,77 2.894,77 2.894,69 2.894,69 2.894,69 2.894,69 2.894,69 2.894,69 2.890,59 2.889,35 2.889,30 2.889,08 2.888,94 2.888,51 2.883,58 2.877,30 2.871,48 2.871,48 2.871,48 2.871,48 2.865,67 2.865,67 2.865,67 2.865,67 2.865,62 2.865,62 2.862,58 2.862,58 2.862,58 2.862,28 2.858,59 ACHMÜLLER Erich 2.858,54 MAYR Josef 2.847,91 FRICK Werner 2.847,21 SAURER Otto 2.847,21 ERSCHBAUMER Wilhelm 2.760,76 NEGHERBON Livio 2.760,76 NICOLINI Vigilio 2.760,76 RELLA Alberto 2.760,76 TONON Ferdinando 2.706,21 KIEM Anton 2.703,46 BOLZONELLO Marco 2.584,60 PARIS Armando 2.540,98 BARBIERO Grazia 2.538,42 DI PUPPO Michele 2.500,33 KUSSTATSCHER Josef 2.422,15 AGRIMI Giuseppe 2.412,38 CANESTRINI Alessandro 2.412,38 LEVEGHI Mauro 2.398,14 PETERLINI Oskar 2.358,12 BRUGGER Siegfried 2.131,14 CRAFFONARA Italo 2.119,33 FRUET Achille 2.119,33 BETTA Mauro 2.117,71 GIACOMUZZI Zeno 2.115,82 COSTALBANO Luigi 2.115,16 ALBER Franz 2.025,38 MARCON Gaetano 1.932,44 GRANDI Carla 1.880,86 BAUER Franz 1.844,22 BERGER Franca 1.742,64 COGOLI Giorgio 1.742,64 LEITA Enrico 1.742,64 UNTERPERTINGER Adolf 1.742,64 RIZZI Giovanni 1.741,93 LUNGER Hans 1.637,96 TOMASI Mario 1.637,96 DUCA Cataldo 1.591,91 DORFER Eduard 1.402,74 MARTINELLI Elio 1.319,19 SASSUDELLI Teresa 1.319,19 BRISCA Lidia 1.316,69 TOTALE 348.321,36 ri. Alotti parte dal fatto che, con le riforme che si sono succedute nella previdenza che hanno mostrato regole diverse per andare in pensione, «milioni e milioni di ex lavoratori, e ormai rischiano pure di essere percepiti come dei privilegiati, percepiscono pensioni attorno agli 800/1.000 euro al mese dopo aver pagato oltre il 30% di contributi per 40 anni. A fronte di tutto questo i massimi rappresentanti delle istituzioni, i rappresentanti del popolo, i legislatori delle stesse norme sopraccennate si sono riservati trattamenti e tempi assolutamente diversi. Senza contare il cumulo di diversi trattamenti dovuti sempre a cariche elettive». Per Alotti «il concetto di “diritti acquisiti” è caro al sindacato e a chi tutela i più deboli. Ma non crediamo che in questa fattispecie possano rientrare i vitalizi che, alcuni, percepiscono da oltre 30 anni avendo versato per 5». Per questo Alotti parla di «privilegi inaccettabili che chiediamo di cancellare immediatamente per risparmiare denaro pubblico e soprattutto per ristabilire un minimo di giustizia. È una scelta politica che chiediamo al Consiglio Regionale, dopo che la stessa Corte dei Conti ha affermato che l’intoccabilità di quei trattamenti non è un “dogma” e la Corte Costituzionale già nel 1999 ha riconosciuto che al legislatore “non è inibito emanare norme con efficacia retroattiva” purché “la retroattività trovi adeguata giustificazione sul piano della ragionevolezza”». Per Roberto De Laurentis, presidente degli Artigiani, «quello che fa più paura di tutto è che siamo talmente abituati a queste cifre e a questi meccanismi, che se questi si ripresentano prendono ancora i voti». Dopo aver letto i giornali, «ho ricevuto molte telefonate di protesta da parte degli artigiani, che mi hanno chiesto di esprimermi. Avremmo molte cose da dire, ma ormai l’indignazione va a gettone, si esaurisce con il tempo che ci mette il gettone a fare il suo effetto, e dopo torniamo ad accettare tutto quello che il convento passa. La cosa è sempre stata così, nessuno è immune, è trasversale, basta vedere cosa accade anche a livello nazionale con il M5S, ci sono dentro anche loro. Non abbiamo più il coraggio di scandalizzarci. Viene un senso di frustrazione perché ci si rende quasi conto che sembra impossibile il cambiamento. Secondo me occorre superare un concetto: la politica deve tornare a essere ricca meglio se tornano a farla i ricchi: loro almeno ci rimettono». Tappeiner (Pensplan): troppo generose ma intoccabili «Le regole sono state fatte 25 anni fa» «Fino a prova contraria i politici e gli ex politici sono ancora esseri umani tutelati dalla Costituzione, in Italia dove di tutto si dubita, almeno i principi costituzionali occorre mantenerli come sacri». Gottfried Tappeiner è il presidente di Pensplan, l’organismo per la previdenza integrativa che ha aiutato il precedente Consiglio regionale nell’attuare la riforma. «Sui calcoli di quanto restituire invece - spiega - è stato uno studio veneto a farli. Noi non ce ne siamo interessati. Prima della riforma non erano state calcolate le cifre, anche per evitare che una persona votasse sapendo se gli conveniva o meno. Era però chiaro che sarebbero tornate delle risorse ai consiglieri». Rispetto alle accuse rivolte all’allora presi- dente Rosa Zelger dice «ho l’impressione che qualcuno faccia confusione su chi è responsabile: le regole che determinano l’importo sono state fatte 25 anni fa. Sia il compenso sia il diritto per il pensionamento è stato stabilito per legge seguendo le linee dettate a livello nazionale. Zelger non è colpevole». Poi chiarisce: «Come cittadino dico che queste regole sono state un po’ troppo generose». Chi ha fatto la riforma - dice ha tre meriti: «Aver trovato una maggioranza per abolire le vecchie regole e far sparire una volta per sempre i vitalizi. Secondo: dai diritti acquisiti convincere a rinunciare a 50 milioni passati al pacchetto famiglia. Terzo: si è tolto questo peso per sempre dal bilancio della regione». Gottfried Tappeiner Trento 16 giovedì 27 febbraio 2014 l'Adige 1 «Alloggio per studenti affittasi in nero» Prezzi fuori portata e spesso contratti mancanti. Dura vita per gli studenti di Trento che si trovano a fare i conti con la ricerca di un posto letto. Oggi chi si aggira tra le bacheche universitarie colme di annunci di ogni genere trova di tutto. Appartamenti fatiscenti, situazioni precarie quasi al limite della agibilità o affitti che per riuscire a pagarli servono i salti mortali. A Povo, nelle bacheche della Facoltà di ingegneria, dove gli studenti perdono quasi gli occhi alla ricerca di un posto economico per dormire, ben servito e che non pesi troppo, ovviamente, sul bilancio dei ge- nitori, proprio ieri era appeso un avviso di questo genere: «Stanza singola disponibile a partire da marzo, 10 minuti da piazza Fiera o piazza Venezia. La stanza si trova in un appartamento con due camere, una sala da pranzo, una cucina , un bagno e un ripostiglio». L’annuncio in doppia lingua, inglese - italiano, prosegue dicendo che «il prezzo è abbordabile: 300 euro al mese compreso di spese condominiali, gas, elettricità, acqua ed internet». L’avviso appeso in bacheca sembrerebbe, quindi, una buona occasione fino a quando però non si arriva a leggere l’ultima ri- ga e si capisce dove si trova la «particolarità». Nero su bianco viene infatti scritto che per la stanza singola in questione «non ci sarà alcun contratto». Un affitto in nero, insomma, con tanto di firma e indirizzo e-mail per avere ulteriori informazioni. Sicuramente non è l’unico caso in una città universitaria come Trento e come è già stato dimostrato in passato da numerose verifiche. Oggi però, il «nero», la violazione nell’affittare una stanza senza alcun contratto, a differenza di un tempo non viene nemmeno più tenuto nascosto. G. Fin Sequestrati i beni di 5 associazioni Truffa da 560mila euro sugli aiuti in Africa. Verifiche sui conti correnti Il sequestro dei beni - per 560mila euro - ora c’è: lo ha deciso il tribunale del riesame, presieduto dal giudice Guglielmo Avolio. L’inchiesta vede coinvolte cinque associazioni con sede a Trento che hanno ottenuto fra il 2008 ed il 2013 oltre mezzo milione di contributi complessivi per la realizzazione di progetti in Africa. Progetti che, secondo le contestazioni mosse dalla procura di Trento, non sarebbero mai stati portati a termine. Si tratta di scuole, di centri di accoglienza per ragazzi indigenti, di pozzi d’acqua, di un centro sanitario e pure di un allevamento di polli. Opere che sarebbero servite per aiutare la popolazione locale e che hanno ricevuto per la realizzazione denaro pubblico. Era stato proprio il Servizio emigrazione e solidarietà internazionale della Provincia - che aveva revocato contributi per 640mila euro - a segnalare «gravi irregolarità». Ne è seguita l’inchiesta penale, coordinata dal procurato capo Giuseppe Amato, per presunta truffa sugli aiuti. Il tribunale ha disposto il sequestro preventivo ai fini della confisca per equivalente dei beni riconducibili al profitto di reato, per 560mila euro. Sotto la lente della procura, che ha incaricato dei controlli la guardia di finanza, finiscono eventuali patrimoni delle associazioni ed i conti correnti ad esse intestati. Quattro associazioni sono accusate di truffa aggravata ed una di malversazione; nei guai anche i legali rappresentanti, tutti cittadini di origine africana. Alla Casvi (associazione per la cooperazione e l’aiuto allo svi- luppo ed alla valorizzazione ed integrazione degli immigrati) vengono contestati contributi per 49.806,06 euro, con i quali secondo l’accusa - si sarebbe dovuto realizzare un centro di accoglienza ed assistenza per ragazzi indigenti ed annessa biblioteca in Costa d’Avorio. L’associazione Iabi aveva ricevuto 278.699,43 euro per realizzare un istituto tecnico, una banca di credito cooperativo in Costa d’Avorio. All’Usia (associazione per l’unione alla solidarietà ed agli aiuti umanitari) la Provincia aveva concesso contributi per 17.500,06 euro per un allevamento di polli. Di truffa è accusata anche l’associazione SALUTE Il tribunale del riesame ha disposto il sequestro preventivo dei beni, ai fini della confisca, a carico di cinque associazioni con sede a Trento che hanno ricevuto contributi provinciali per complessivi 560mila euro per progetti da realizzare in Africa. La procura contesta a quattro associazioni la truffa aggravata e a una associazione la malversazione. Nei guai anche i legali rappresentanti Ebe: 155.459,68 euro di contributi per realizzare un pozzo, una scuola, un internet point, un muro. È accusata invece di malversazione l’associazione Un sorriso per la vita: contestati contributi per 58.408,77 euro per l’acquisto di gruppi elettrogeni per l’ospedale, di un serbatoio d’acqua potabile e per la costruzione di un centro sanitario. Secondo la procura i fondi non sarebbero stati integralmente destinati ai progetti dato che i gruppi elettrogeni non sono stati trovati nell’ospedale. Il centro sanitario, inoltre, sarebbe stato realizzato in un luogo diverso da quello inserito nel progetto. La procura, che si era vista respingere l’istanza dal giudice Carlo Ancona (non nel merito ma nella forma), ha dunque ottenuto dal riesame il via libera al sequestro preventivo. Gli avvocati Andrea de Bertolini e Elena Biaggioni, che difendono i legali rappresentanti delle associazioni, e gli avvocati Ivan Alberti e Franco Moser per le associazioni sono pronti a dare battaglia. «Faremo ricorso per Cassazione - spiega l’avvocato de Bertolini - Risulta negli atti che il denaro sia stato mandato in Africa. Non c’è stata alcuna truffa. Chiariremo come i progetti si siano effettivamente realizzati». Ma. Vi. Una media di 320 denunce all’anno. Previsti corsi di formazione Malattie da lavoro: +60% in 5 anni FABIA SARTORI Cancelli dell’ex Italcementi: avvisi sulle sostanze nocive come l’amianto Una sala operatoria: in Trentino aumentano le malattie professionali Il lavoro può fare male. In Trentino aumentano le denunce di malattia professionale. Negli ultimi cinque anni si riscontra un incremento del 60%: tra il 2007 ed il 2012 sono circa 1600 i casi di malattia da lavoro denunciati all’Inail, con una media che si attesta sulle 320 denunce all’anno. In particolare, l’80% delle malattie professionali denunciate riguarda l’apparato scheletrico (il classico mal di schiena). È da sottolineare che la maggior parte delle situazioni di malattia professionale riscontrata appartengono al settore dell’agricoltura (4 denunce su 10), dove i soggetti più colpiti sono i lavoratori autonomi e i coltivatori diretti. Tendenza decisamente inversa, invece, per le denunce di infortunio sul lavoro che calano del 30%: dalle 12.325 del 2007 alle 8.734 del 2012. Tornando alle malattie professionali muscolo scheletriche è necessario precisare che i settori maggiormente interessati da queste ultime sono quelli dell’agricoltura (33%), dell’industria (25%) e dell’artigianato (21%). Rimangono marginali le malattie di tipo tumorale: negli ultimi quindici anni sono 40 i casi riconosciuti dall’Inail. Un dato, questo, che su cui si riflette, visto che non sono pochi i lavoratori impiegati in ambienti a rischio. Non mancano alcuni casi accertati di malattia professionale legata allo stress. Le denuncie per malattia professionale aumentano: basti pensare che nel 2007 si registrava una denuncia di malattia professionale ogni 50 casi di denuncia per infortunio. Nel 2012 tale rapporto si è modificato in un caso di malattia professionale ogni 25 casi d’infortunio. «Diventa davvero importante attuare lungimiranti strategie di prevenzione delle malattie professionali, anche alla luce del fatto che la vita lavorativa è sempre più lunga» asserisce direttore dell’unità operativa prevenzione e sicurezza ambiente di lavoro Graziano Maranelli. Ecco, quindi, che la sinergia di Provincia di Trento, Azienda provinciale per i servizi sanitari (Apss) e Inail promuove una campagna di sensibilizzazione volta alla tutela della salute sul lavoro, nonché tesa a prevenire le malattie professionali. «A partire da lunedì 3 marzo dice la direttrice della sede Inail di Trento Stefania Marconi - per quindici giorni gli autobus della città riporteranno le locandine della campagna». Poi sarà la volta delle pensiline degli autobus, dei mezzi di trasporto extraurbano ed infine delle stazioni degli autobus dell’intero territorio trentino. Non solo: l’assessore alla salute Donata Borgonovo Re sottolinea che la campagna prevede di promuovere percorsi di informazione e formazione rivolti a medici ed associazioni di categoria, rappresentanti dei lavoratori e datori di lavoro. Balza all’occhio come negli ultimi anni la tipologia di malattia professionale denunciata abbia subito un radicale cambiamento: «Fino alla metà degli anni Novanta la patologia più diffusa era l’ipoacusia (sordità o calo dell’udito) da rumore» spiega Maranelli. «Negli ultimi anni - prosegue - sono invece aumentate le malattie legate all’apparato muscolo scheletrico spesso a carico del rachide oppure degli arti superiori». Pare che questo effetto sia parzialmente attribuibile alle modifiche normative e a una maggior sensibilità diagnostica dei medici. «Dobbiamo anche ricordare prosegue - che oggi c’è la consapevolezza che alcune malattie (come il mal di schiena) possano essere attribuibili solo in parte alla professione: ai rischi presenti nei luoghi di lavoro si aggiungono fattori extralavorativi». ROVERETO 24 giovedì 27 febbraio 2014 Il consiglio ha condiviso il progetto presentato dalla giunta, dopo aver capito come diventerà l’intero comparto tra via don Rossaro e via Rebora CITTÀ l'Adige Redazione: 0464 433700 fax 0464 432148 email: [email protected] G Il presidente: «È importante far rinascere quella strada» I lavori potrebbero iniziare a luglio, ammesso che i vincoli del patto di stabilità non li blocchino 1 Lavori in via Paganini, parere positivo Martedì il via libera della Centro. Zenato: «Spero che la via abbia un nuovo sviluppo» CHIARA ZOMER Ci sono volute cinque sedute, tra riunioni e consigli circoscrizionali, perché il rione ha cercato di ampliare la partecipazione quanto più possibile. Ma alla fine la Centro ha dato il suo benestare ai lavori in via Paganini: il cantiere, a meno di scossoni dell’ultimo minuto o di stop dovuti al patto di stabilità sempre incombente, dovrebbe partire a luglio. E dopo 90 giorni dovrebbe restituire una strada rinnovata, al posto dei cubetti di porfido rovinati di oggi. Se, all’arrivo delle prime ruspe, si alzeranno anche le prime voci polemiche, è presto per dirlo. Certo è che ieri, all’indomani del voto in circoscrizione, c’era dell’ottimismo: «Spero che adesso via Paganini possa riprendere in mano le redini del suo futuro - osservava il presidente Giuseppe Zenato - perché da anni è in condizioni difficili». I lavori in una delle vie centrali della città, che in futuro dovrebbe diventare ancora più strategica, a due passi dal restaurato palazzo Balista e poco distante dal comparto dell’ex stazione delle autocorriere, erano in programma da tempo. Ma ostativo sembrava il clima attorno al cantiere. Perché per rinnovare quella strada - contando che si dovrà nell’occasione anche mettere mano ai sottoservizi - serviranno 300 mila euro e 90 giorni di lavori. Quindi a strada chiusa. E questo aveva provocato due reazioni distinte. Da una parte molti resi- In alto via Paganini, con una pavimentazione ormai compromessa e usurata A sinistra il presidente Giuseppe Zenato denti, che pur allarmati dalla questione parcheggi, ma vedevano di buon occhio la possibilità di vedere finalmente sistemata una delle strade peggiori, in termini di condizioni della pavimentazione, del centro città. Dall’altra alcuni commercianti. Che già patiscono l’anno nero della crisi economica e che all’idea di 90 giorni a strada chiusa si preoccupavano sul serio delle ripercussioni sul fronte del lavoro. Senza contare che il La nuova ordinanza PARCHEGGI Sosta breve in via Abetone La fame di parcheggi, nonostante la realizzazione dei recenti nuovi stalli al Follone, rimane un’emergenza in molte zone della città. Ma quel che più interessa, soprattutto in alcune aree, è che i pochi parcheggi che ci sono non vengano «bloccati» dalla sosta lunga, di ore se non di giorni. Da qui la scelta dell’amministrazione comunale di cambiare la regolamentazione di alcune aree di sosta. Si comincia con via Abetone dove, dal civico 26 al civico 40, d’ora in poi sarà possibile solo la sosta breve. Si tratta di cinque stalli in tutto, che saranno d’ora in poi regolamentati a disco orario: sarà possibile lasciare lì la macchina per non più di 30 minuti. Questo dovrebbe consentire un turn over più spinto, tale da garantire agli utenti la ragionevole possibilità di trovare posto, almeno nei casi in cui ci si ferma solo per veloci commissioni. progetto, che prevede una pavimentazione in cui il disegno di una tastiera di pianoforte dovrebbe essere evocativo, sulla strada verso teatro Zandonai, sarà anche artisticamente valido, ma non prevede marciapiedi. E quindi in tanti temevano accadesse quel che è successo con via Tartarotti: finiti i lavori, è stata inserita qualche settimana dopo nella ztl. Un timore questo che, su via Paganini, era già stato fugato dalla giunta mesi fa: fino al completamento del comparto di palazzo Balista e dell’ex stazione, non si può nemmeno immaginare una chiusura al traffico. Ma le rassicurazioni parevano non bastare. Martedì sera, infine, si sono rotti gli indugi, dopo la spiegazione di come sarà risistemato l’intero comparto da via don Rossaro a via Rebora. Risultato: 9 i voti favorevoli, 2 astenuti, una non ha partecipato al voto per opportunità, essendo la mamma del progettista. Il progetto ha avuto il via libera. Un via libera necessario, dopo che l’assessore Leone Manfredi aveva annunciato che, in caso di parere contrario non avrebbe optato per prove di forza: niente parere positivo, insomma, niente lavori. E ieri il sì è arrivato. «Si sono astenuti solo coloro che avevano chiesto rassicurazioni sugli stalli a servizio dei negozi, ritenendo di non averne avute abbastanza - spiega il presidente Zenato - ma nel complesso la seduta, pur partecipata, è stata estremamente tranquilla. Noi ci prendiamo questa grande responsabilità, ma crediamo che ci siano le condizioni perché via Paganini esca dall’attuale stato di abbandono». E sul rischio pedonalizzazione il presidente è tranquillo «Certo, nel lungo periodo, vedendo il progetto complessivo dell’area, forse si andrà verso questa soluzione. Ma l’assessore Manfredi l’ha assicurato, ha firmato un documento. Per i prossimi tre, quattro anni non si amplierà la ztl». Le auto d’epoca alla Coppa della Pace Quasi cento i partecipanti Frisinghelli: «Fama e prestigio a costo zero» Potrebbe essere chiamata la carica dei 101, visto che questo è il numero dell’ultima auto iscritta alla 21esima Coppa Città della pace, gara di regolarità che prende il via sabato da Rovereto, ma per tradizione i numeri 13 e 17 non sono immatricolati e così le vetture ammesse sono solo 99. È comunque un record che pone la gara ai vertici delle manifestazioni automobilistiche italiane. Si tratta soprattutto di automobili d’epoca, gran parte delle quali sono autentici gioiellini, ma non mancano neppure delle automobili moderne, «per poter avvicinare sempre più persone a questa passione», spiega Riva, Tenno, Ledro per poi scendere alla pista di Ala e alla base della protezione civile di Marco, passando poi per il Mart. Punto di partenza e arrivo, e base logistica dell’intera manifestazione, l’Hotel Nerocubo. Le gare di regolarità prevedono passaggi obbligati a determinate velocità, e la bravura dei piloti è così evidente che spesso la sfida si combatte sull’ordine dei centesimi di secondo. Buona parte della gara sarà anche su FB. Al primo classificato, oltre ai classici premi, andrà anche il quadro di Andrea Bertolini che ripropone il manifesto della gara in chiave futurista. B.G. Al via sabato l’appassionante competizione di regolarità AUTOMOBILISMO Luca Manera, presidente della scuderia che ha organizzato l’evento. «Ci saranno i migliori piloti d’Italia aggiunge - tra cui alcuni di quelli che hanno vinto la Mille Miglia, e non mancheranno vetture gloriose, dagli anni Trenta in poi, tanto che si può considerare la Coppa un vero museo viaggiante». Della parte più tecnica della competizione se ne occupa invece Remo Trinco, sempre presente a risolvere i tanti problemi che sorgono in competizioni di questo tipo. Molto soddisfatto anche l’assessore allo sport Franco Frisinghelli che ha sottolineato come una manifesta- zione del genere, che porta visibilità e prestigio a livello nazionale, non costi neanche un euro di contributi al Comune. «Deve essere un esempio - ha commentato - per tutte quelle realtà associative che vengono a chiederci aiuto». Manera ha ringraziato Carla Valduga e i volontari dell’ufficio sport: «Ci stanno aiutando moltissimo: non spendere soldi, è come averne di più, e anche questi sono da considerare contributi». Già da domani sera sono attesi gli equipaggi che inizieranno con le prove di verifica. Poi il sabato la gara vera e propria, 183 chilometri per 53 prove, lungo il tracciato che porta a Da sinistra: Frisinghelli, Valduga, Trinco e Manera Sociale | Già calendarizzato un incontro con il Cda L’iniziativa | Sabato dalle 15 le visite al Castello Viabilità | Prorogata l’ordinanza di ottobre Rsa Vannetti e Sacco si aprono alle famiglie: eletti i rappresentanti «Al museo con mamma e papà» alla scoperta della Grande Guerra Via Benacense: il maltempo rallenta i lavori di pavimentazione Era stata annunciata nei giorni scorsi la decisione delle Rsa di via Vannetti e di Borgo Sacco, di ampliare il numero di rappresentanti di ospiti e familiari, per permettere un maggior dialogo tra utenti e struttura. Nei giorni scorsi si sono tenute le elezioi dei rappresentanti delle diverse strutture. Sono stati scelti, per portare le istanze delle famiglie, Maria Pia Bavuso (Rsa Vannetti, primo piano), Carla Aldrighetti (Vannetti, secondo e terzo piano), Mauro Masera (Rsa di Sacco, quarto e quinto piano), Maria Pia Galvagni (Rsa di Sacco, piano terra), Mauro Larcher (Primo piano). Il primo incontro dei rappresentan- Per il ciclo «Al Museo con mamma e papà», sabato prossimo 1 marzo è in programma al Castello di Rovereto una visita guidata attraverso le collezioni del Museo della Guerra. I bambini potranno prendere visione dei materiali d’epoca (oggetti da trincea, uniformi e documenti) e leggere diari e memorie. In questo modo i partecipanti saranno portati a comprendere cosa è stata la Grande Guerra e cosa ha significato per gli abitanti dei paesi coinvolti nel conflitto, mentre osservano i reperti dell’epoca e osservano le testimonianze di allora. La visita si svolgerà dalle 15 alle 16.30. Per parteciparvi è necessario prenotarsi telefonando al museo (tel. 0464 488041) entro le ore 12 di domani. Sabato il ritrovo è al bookshop del Museo della Guerra al castello pochi minuti prima del’inizio della visita. Il biglietto costa 2 euro per i bambini e 5 per gli adulti accompagnatori. La visita sarà condotta dagli operatori del museo. La viabilità di Lizzanella era stata in parte rivoluzionata, mesi fa, per via del cantiere in via Benacense. Ma l’intervento, che a quest’ora si sarebbe dovuto concludere, proseguirà anche nelle prossime settimane. Da qui la necessità di prorogare l’esistente viabilità fino al 31 marzo prossimo. Il problema è la pavimentazione: a fine ottobre 2013 infatti sono iniziati i lavori di sistemazione e riqualificazione di via Benacense, nel tratto di fron- ti dei residenti con la presidente e il vicepresidente dell’Apsp Vannetti è già fissato per il 7 marzo prossimo e gli incontri successivi saranno programmati a cadenza almeno trimestrale. Come previsto dal regolamento per la rappresentanza dei residenti delle Rsa, adottato dal consiglio di amministrazione, i rappresentanti eletti saranno consultati su argomenti rilevanti per la qualità dei servizi e della vita dei residenti e potranno presentare nell’interesse di questi ultimi richieste e proposte, che saranno tenute in attenta considerazione dall’amministrazione e dalla direzione della struttura. te al parco d’Istria. Ma il maltempo non ha aiutato il cantiere: non è stato possibile eseguire le lavorazioni di posa in opera delle pavimentazioni in porfido all’interno del cantiere sul fronte del parco d’Istria di via Benacense. Da qui la necessità di continuare i lavori oltre i termini previsti, da qui come detto, la necessità di prorogare l’ordinanza che modifica la viabilità. Una viabilità a cui per altro, dallo scorso ottobre, i roveretani si sono abituati. Rovereto l'Adige L’INTERVISTA giovedì 27 febbraio 2014 25 1 Allo Smartlab la tequila Cuervo. Ma ai giovani sarà distribuita diluita Questa sera al centro giovani arriva il tour che porta in tutta Italia la promozione della Cuervolucion, la tequila di José Cuervo. Allo Smart lab di viale Trento 46 i giovani, come fanno sapere gli organizzatori si sfideranno per aggiudicarsi il titolo di «Cuervolucionario» del Trentino Alto Adige, il tutto arricchito Anche le opposizioni appoggiano: vogliamo essere come Trento dall’esibizione dei Monaci del Surf. Sono coinvolti i giovani tra i 18 e i 24 anni che misureranno così il proprio talento, in tempi di social network e di digitale. Ma la serata sta già producendo qualche malumore non solo tra i politici. Più di un barista si sta lamentando e non solo per la distribuzione di bevande alcoliche. Ma anche i politici stanno incalzando l’assessore Luisa Filippi, che da tempo va ripetendo che le feste allo Smart lab prevedono la distribuzione di alcolici «annacquati». Ma forse questo ai distributori della tequila Cuervo non è stato fatto sapere, anche perché bere tequila diluita attrae davvero poche persone. 2 «Rovereto fuori dalla Comunità di valle» Miorandi e il Comune votano per stare soli FABRIZIO FRANCHI [email protected] Il Comune di Rovereto rompe gli indugi e dà l’addio alla Comunità di valle della Vallagarina. Non succederà subito, ma lunedì notte il voto in consiglio comunale, che ha visto l’adesione anche di una parte delle opposizioni, sta per mettere in moto un treno che non può più tornare indietro. Il sindaco Andrea Miorandi, che ha promosso una mozione in questo senso, da anni è duro con il ruolo della Comunità di valle, perché la vede come una camicia di forza nei confronti della città della Quercia. Così, approfittando del cambio di giunta provinciale e dell’arrivo dell’assessore Carlo Daldoss che vuole riformare le comunità ha rotto gli indugi, incontrando prima i suoi consiglieri di maggioranza poi i capigruppo e quindi in Aula ha stoppato una analoga mozione di Ciro D’Antuono, emendandola e trasformandola in un documento di tutto il consiglio. Alla fine 25 voti a favore, con sei non votanti e uno astenuto. Hanno lasciato l’aula però alcuni civici e alcuni consiglieri di Progetto trentino, tra gli strali di Piergiorgio Plotegher, che finalmente ha visto concretizzarsi le sue contrarietà alle Comunità. La mozione impegna la giunta a intervenire affinché la Provincia preveda all’interno «dell’architettura istituzionale forme e modalità che consentano di sancire lo status di Comune che eserciti direttamente la potestà amministrativa a livello locale, in analogia al comune di Trento». Punto secondo: «Garantire a Rovereto: un ruolo di interlocutore diretto con il governo provinciale su ambiti di interesse specifico della città, autonomia politica di indirizzo, di programmazione e di gestione nei vari ambiti rinviando al confronto politico istituzionale con il soggetto Comunità della Vallagarina le iniziative e le sinergie per una condivisa pianificazione economica e infrastrutturale sovracomunale e eventualmente con quali modalità organizzative e finanziarie». Ieri per Miorandi è stata poi una giornata difficile perché ha aperto un secondo fronte, all’interno dell’esecutivo del consiglio delle autonomie, rivendicando la potestà anche sui tributi. Quattro ore di riunione che lasciano presagire un lungo confronto con la giunta provinciale su questo punto. Sindaco, dunque Rovereto si chiama fuori? Sì, libero. Fuori da una logica da 17° comune della Vallagarina. È un progetto che porto avanti da quattro anni. Insomma, troppo grandi per la Comunità di valle. Volete essere come Trento? Noi siamo metà della Vallagarina. L’anomalia è che noi siamo troppo grandi. La comunità funziona bene con i comuni vallivi, noi vogliamo essere città nella comunità e per la comunità. Trento, stando da sola ha avuto un potere di contrattazione evidente. C’è una condivisione all’interno La prima volta che dissi questo Dellai mi attaccò, ma oggi non è più lui il presidente della Provincia... Vogliamo che la Provincia lasci a noi i tributi. Che cosa dice il mio partito su queste cose? Nemmeno sa di che cosa parliamo Il sindaco di Rovereto Andrea Miorandi ha deciso di attaccare sulla Comunità di valle della Vallagarina: il Comune deve fare da solo della maggioranza di giunta provinciale? No, ma si deve prendere consapevolezza della situazione roveretana. Ugo Rossi sa della vostra decisione? Sì, anche l’assessore Daldoss. Sono in coerenza con le sue posizioni, anche lui dice che dobbiamo sistemare il caso roveretano. Però ora bisogna passare attraverso una legge provinciale. Quando? O nella finanziaria di aprile o nella riforma a giugno o luglio. Non spetta più a me. Insomma, la Comunità ha una testa gigantesca, ma un corpo piccolo. Ma che cosa avete da guadagnarne? Rovereto ne guadagna la costruzione dei propri servizi, rivendica autonomia. Parliamo di status di città e poi si possono costruire gestioni associate in modo più libero e così rafforziamo anche quello che già abbiamo. Noi siamo già un centro di sistema e già la- voriamo per la comunità. Penso agli impianti sportivi e alla biblioteca. La biblioteca costa due milioni di euro al Comune e serve a tutta la Vallagarina, ma la spesa la pagano i cittadini di Rovereto. Noi eroghiamo servizi per tutta la comunità e vogliamo superare la logica da 17° comune uscendo dalla Comunità, per avere un rapporto diretto con la Provincia e poi costruire servizi con la comunità. Lo dice da anni... Dal 2010. Quando si partì non ci fu la volontà di difendere Rovereto. Nel 2004 c’erano le bozze della Provincia che prevedevano l’autonomia di Rovereto, ma allora c’era Maffei che lasciò passare e nel 2005 Valduga accettò la proposta, quindi la patata bollente me la trovai io. Quando fui eletto nel 2010 mi trovai già gli scatoloni dei servizi sociali pronti per il trasloco perché gli uffici dovevano andare in via Tommaseo, ancora prima delle elezioni della Comunità di valle. Votata l’altra notte in consiglio comunale una mozione per fare pressioni sulla giunta provinciale: vogliamo tornare a essere autonomi La sua opposizione non fece contenti molti nel centrosinistra... Madonna! Dellai me ne disse di tutte. Ma anche i partiti: Pd, Patt e Upt mi criticarono. Poi gli anni passano e si è arrivati all’altra notte. Mica sono il genio della lampada, ma mi sporco le mani, faccio il sindaco e avevo visto subito che le cose non ptoevano andare. Dellai adesso non c’è più e si sono liberati degli spazi... CULTURA No (ride...), dico che allora c’era un diverso contesto politico... La sua volontà di modificare le cose riguarda anche le circoscrizioni. Sì, io voglio chiudere il mio mandato con queste riforme, questa è la volontà. Ha già visto i presidenti di circoscrizione? Abbiamo già aperto un ragionamento, voglio arrivare con una proposta chiara. Insomma, è passato il tempo anche delle circoscrizioni? Non è passato il tempo della rappresentanza dei quartieri, ma è passato il tempo di questo appesantimento. Tutti dicono che così non va. Ma tra l’oggi e la chiusura vogliamo proporre qualche cosa di diverso. Una lista unica elettorale, far leva sulle associazioni, un po’ come negli anni ’80 che nascevano dai comitati di quartiere. Poi lo so che c’è la questione delle indennità, ma la metto in secondo piano. Ma un taglio ci sarà? Sì. Lei ha fatto una riunione della giunta delle autonomie sui tributi. Cosa vuole, autonomia dalla Provincia? Vediamo che succede. Noi diciamo no a una Provincia accentratrice. Vogliamo più autonomia sulle finanze locali. Ma il suo partito, il Pd, è d’accordo? Visto che la partita va in giunta provinciale... Il Pd non sa nemmeno di che cosa stiamo parlando. Mi sembra che ci sia un Pd diviso e silenzioso. A Daldoss, sulla riforma istituzionale, non possiamo solo contestare il metodo. Sui tributi poi c’è la necessità di prendere la competenza dallo Stato e portarla al livello locale. La politica arranca, non capisce. L’anno venturo si vota a Rovereto. Dopo queste mosse, lei vuole fare un’altro mandato? Risponde sorridendo ironico: Perché dopo queste cose che ho detto mi vogliono fare fuori? Certo. Io voglio andare avanti. L’avevo detto: dieci anni. Tre giovani in città per un’iniziativa per curatori Dall’estero per studiare l’arte Joa~o Laia, Marina Noronha, Kim Nguyen e Gaia Tedone Oggi è l’ultimo giorno di permanenza in città per tre giovani stranieri, da mercoledì a Rovereto per una residenza per giovani curatori, grazie alla Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, di Torino. Si tratta di Joa~o Laia (di Lisbona, nata nel 1981), Marina Noronha (Belo Horizonte, 1981) e Kim Nguyen (Winnipeg, 1983). I tre partecipanti sono stati scelti tra una rosa di candidati nominati dalle migliori scuole curatoriali del mondo e da alcune tra le più interessanti istituzioni europee dedicate all’arte contemporanea. I curatori dell’ottava edizione sono stati selezionati da una giuria internazionale composta Beatrix Ruf, direttore del Kunsthaus di Zurigo e Jochen Volz head of Pro- grammes alla Serpentine Gallery di Londra. La Residenza, dedicata a tre giovani curatori stranieri e coordinata da Gaia Tedone della Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, darà ai partecipanti la possibilità di conoscere gli artisti, visitare le gallerie d’arte, i musei e le fiere d’arte, e di incontrare critici e operatori culturali per ottenere una panoramica approfondita della scena artistica italiana contemporanea. Il progetto si concluderà con una mostra, allestita negli spazi di Torino della Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, nella quale esporranno artisti italiani selezionati dai curatori in seguito alle loro ricerche. In questi tre giorni hanno visitato gli studi degli artisti e il Mart. Vallagarina l'Adige MORI - È stato confermato alla guida delle penne nere di Mori Ernesto Manfredi. L’assemblea elettiva, che si è tenuta domenica, ha rinnovato il direttivo e ha fatto il punto dell’attività svolta. Il capogruppo, dopo un pensiero agli alpini andati avanti, a partire da Francesco Silli e Narciso Lorenzini, rispettivamente segretario e vice capogruppo dell’attuale direttivo uscente, «figure insostituibili che hanno dato molto e che credevano negli ideali di questa associazione». Ai familiari di Narciso è stato consegnato un attestato ricevuto dall’associazione dei Kaiserschützen di Innsbruck in segno di ringraziamento per tutto quello che Narciso ha fatto per i lavori di sistemazione del monte Nagià-Grom. Dopo la relazione sulle attività svolte - non poche - il capogruppo ha ricordato il problema della sede: servirebbe un Il furto l’altra notte al Bar Italia di via Nuova. II proprietario Said Seddati: «Hanno distrutto tutto» 1 BARBARA GOIO IN BREVE I NOMI Fare le collane Laboratorio per imparare a costruire collane. Appuntamento dalle 19.30 alle 23 presso la sala consiliare. Said Seddati davanti a una delle slot distrutte: per accedere all’interno del bar, i ladri hanno tranciato la saracinesca.Tanti i danni denunciati e i carabinieri stanno conducendo le indagini a tutto tondo modo con cui i ladri si sono dati da fare. I carabinieri di Ala, sul posto ancora ieri mattina, stanno portando avanti le indagini a tutto tondo, ascoltando i diversi testimoni e cercando di ricostruire l’accaduto nei minimi particolari. All’interno del bar si trovava anche una macchina cambiavalute, con all’interno circa duemila euro, che non è stata toccata, e questo solo perché sarebbe stata troppo difficile da smantellare. Con le slot il lavoro è invece stato estremamente rapido: i malviventi hanno approfittato del varco nella saracinesca per entrare, rompere le macchinette, estrarre i soldi, e scappare. «E pensare - aggiunge Seddati - che alle volte per risparmiare i soldi della benzina mi fermo a dormire all’interno nel bar: sarebbe stato interessante se i ladri mi avessero trovato qui dentro. Io avrei difeso le mie cose fino alla morte, sono un guerriero!». locale di 25/30 quadrati da utilizzare come magazzino. In chiusura, il voto sul direttivo. Eletti il capogruppo Ernesto Manfredi e, nel consiglio direttivo, Beniamino Ciaghi, Bruno Bonatti, Valerio Farinati, Luigi Ottoboni, Mariano Mazzucchi, Danilo Tasini, Gianluca Buzzi e Ramon Viesi. Al nuovo Direttivo vanno gli auguri di buon lavoro per le future attività del Gruppo Alpini di Mori. I TRAMBILENO Carnevale Grande festa domenica prossima (in caso di maltempo sarà rimandata alla domenica successiva) per festeggiare il carnevale. Con polenta, pasta d lucanica, crauti, cotechino e... waffle. Dalle ore 12 in poi. «Spaccata» per rubare da sei slot ALA - Hanno proceduto con grande determinazione, tagliando con strumenti artigianali la saracinesca in ferro che proteggeva l’entrata del bar per poi entrare ed appropriarsi dei soldi delle slot machine. Il furto è avvenuto intorno alle due dell’altra notte nel centro di Ala, in via Nuova, e a farne le spese è stato il Bar Italia. Difficile stabilire l’entità del denaro sottratto, ma il danno di sei macchinette andate completamente distrutte, unito alla rovina della griglia e degli infissi, è decisamente ingente. Il proprietario, Said Seddati, da oltre trent’anni al lavoro nel centro della città lagarina, non si dà pace: «Hanno spaccato su tutto, le slot, il biliardo, è un vero disastro. Quello che non capisco è come mai quando accade qualcosa, una musica un po’ più alta o una lite, subito vengono chiamate le forze dell’ordine, mentre in questo caso hanno praticamente distrutto il mio bar e nessuno ha sentito niente». La situazione è critica: «Fino all’anno scorso ero assicurato ma adesso, con la crisi, i margini sono così bassi che non mi posso permettere di pagarla». Gli avventori, molti di loro di una certa età, sono anche spaventati dell’efficienza con cui è stata perpetrata l’effrazione e sono perplessi per il 27 Alpini, Manfredi confermato Il capogruppo uscente resta alla guida delle penne nere di Mori: domenica scorsa l’assemblea, pensando agli amici che non ci sono più ALA giovedì 27 febbraio 2014 I LAVARONE Corso di tedesco Parte domani un corso di nove incontri di tedesco base, dalle ore 20 alle ore 21.45. Iscrizioni in biblioteca entro oggi. Info: 0464 783832. Ala | Il progetto sperimentale sul testo di Giacomo Sartori Domani in scena «Sacrificio» ALA - Il Comune di Ala ha aderito, assieme ad altri 7 Comuni del Trentino e alla Provincia, al progetto di slow theatre «Sacrificio» che ha portato, dopo oltre un anno di lavoro, alla realizzazione dello spettacolo teatrale «Sacrificio», che verrà portato in scena al Sartori domani sera. Tratto dal romanzo omonimo di Giacomo Sartori, scrittore trentino che si è occupato personalmente della trasposizione teatrale dell’opera, lo spettacolo vede coinvolti 7 giovani attori non professionisti, che hanno preso parte, assieme ad altri 9 giovani trentini, ad un percorso teatrale della durata di 6 mesi. Sul palco sono affiancati da due attori professionisti, Valeria Ciangottini e Pietro Biondi, e gui- dati dai registi Elena Galvani e Jacopo Laurino. Il progetto «Sacrificio» ha saputo produrre uno spettacolo capace di affrontare temi urgenti (la storia è una moderna tragedia, che vede la sua genesi tra le nostre montagne), facendo lavorare fianco a fianco professionisti e amatori. Accanto allo spettacolo teatrale, a completamento del progetto, sono state organizzate due serate di approfondimento. Si comincia domani alle 17.30 in biblioteca si svolgerà l’incontro con l’autore Giacomo Sartori che parlerà, avvalendosi di foto, video e della testimonianza di alcuni attori dello spettacolo, della trasposizione di “Sacrificio” dal romanzo al testo teatrale. I ALA Viva la Patagonia Viene presentato domani sera alle 20.30 all’auditorium della Cassa rurale della Bassa Vallagarina il documentario «Hielo Continental Sur». I CALLIANO Mozione sicurezza Vista la situazione, il gruppo consiliare Civica per Calliano chiede al sindaco di organizzare in tempi brevi anche a Calliano un incontro pubblico con la popolazione sul tema della sicurezza e sulla prevenzione dei furti, coinvolgendo le forze dell’ordine. A4022796 RIVA DEL GARDA 28 giovedì 27 febbraio 2014 TURISMO Siglato l’atto formale con il «Villa Principe Leopoldo» di Lugano, nel Canton Ticino l'Adige Redazione: 0464 552236 fax 0464 551580 email: [email protected] G Tutti i pericoli della «rete» Domani rinasce Forza Italia La Comunità di Valle organizza questa mattina, nella sala cinema della sede di Riva, in via Rosmini, un incontro-spettacolo sul tema dell’utilizzo della rete, con particolare riferimento all’abuso degli strumenti che la tecnologia mette oggi a disposizione. La mattinata abbinerà momenti di dibattito e di approfondimento alle due rappresentazioni dello spettacolo “Nella rete” allestito dal Teatro del Buratto, su testo e regia di Renata Coluccini. A Riva rinasce Forza Italia. Domani alle 20.30 a Varone, in via dei Ferrari, 3/b il Coordinatore regionale Enrico Lillo e quello provinciale Paolo Catanzaro saranno presenti alla riunione che servirà a definire il metodo di lavoro del club. L’assemblea è aperta al pubblico. Promotori sono Francesco Campisi (nella foto), Umberto Benaglio, Eliseo Fava, Raffaele Ferroni, Isidoro Gobbi, Benedetto Omezzolli, Ettore Oradini, Mariella Scalmana, Roberto Simonini, Maria Torbol. 1 Il Palace «sposa» l’hotel dell’Avvocato Gemellaggio con il 5 stelle che ospitò Gianni Agnelli PAOLO LISERRE [email protected] «Gemelli di lago», gemelli negli affari. Perché va bene la competizione ma quando le affinità e gli interessi superano di gran lunga i motivi che possono creare concorrenza, unire le forze è la strada migliore. Oggi più che mai, uscendo dal piccolo «orticello di IL REGISTA Da parte del management del Lido c’è stata una grande apertura di vedute Andrea Zambarda (Zafil Consulting) casa» e facendo rete su scala internazionale. È un po’ questo il ragionamento che sta alla base del gemellaggio all’insegna del lusso siglato non più tardi di lunedì tra l’Hotel Lido Palace di Riva (unico 5 stelle lusso del Trentino) e il «Villa Principe Leopoldo» di Lugano, cittadina svizzera del Canton Ticino adagiata, proprio come Riva, sulle sponde di uno splendido lago. Una struttura storica che tra l’originaria VIABILITÀ Villa (già dimora privata del cognato dell’imperatore Guglielmo) e il successivo residence può disporre di una settantina di alloggi tra suites di lusso e confortevoli camere. Tanto esclusiva e di elite da diventare nel tempo e per molto tempo il «rifugio» privilegiato dell’avvocato Gianni Agnelli che vi si faceva portare in elicottero e vi trascorreva buona parte delle sue giornate di riposo. Il contatto, l’accordo e la chiusura dell’atto di gemellaggio, peraltro già lanciato ufficialmente da ieri sui rispettivi siti online delle due strutture, è stato possibile anche grazie all’opera e al lavoro della «Zafil Consulting», società ticinese di consulenza aziendale e alberghiera fondata da Andrea Zambarda che già da tempo opera al fianco dei vertici sia di Lido Palace che dell’Hotel Du Lac et Du Parc di Riva, oltre ovviamente al Villa Principe Leopoldo di Lugano. Zambarda peraltro ha mosso i primi «passi» professionali proprio in Trentino e proprio con una ditta storica di Riva, la El.Ma. Electronic Machining, nel 1994, con un duplice ruolo: progettista di macchine per l’automazione industriale con impiego di robot e sistemi di visione al quale, affianca l’attività di consulente nel campo delle energie alternative, di quello medicale, dell’automazione e di prodotti industriali. «Fare rete consente di incrementare su scala internazionale il proprio prestigio e in questo senso - sottolinea Zambarda - il management di Lido Palace ha dimostrato una grande apertura di vedute, superando steccati che purtroppo molti altri operatori del settore, anche in Trentino, fanno fatica ad abbattere». «Il Villa Principe Leopoldo è sul lago, è un 5 IN BREVE Un «colosso» svizzero a quattro gambe I quattro alberghi Villa Principe Leopoldo,Villa Sassa Hotel, Residence&Spa, Kurhaus Cademario Hotel&Spa e Esplanade Hotel Resort&Spa fanno parte della stessa catena e della stessa proprietà alla quale ora si affianca, ma solo in veste di ente gemellato, il Lido Palace Hotel di Riva, unico 5 stelle lusso del Trentino. stelle, è leader di quella destinazione e ha una clientela molto simile alla nostra - incalza il direttore di Lido Palace Gabriele Galieni - Tra l’altro, e non è aspetto secondario, una buona componente della loro clientela è molto legata al mondo “mountain-bike” e cerca in quella location le stesse cose che possiamo offrire noi. Come si vede sono tanti gli elementi che ci accomunano». Il gemellaggio è stato siglato dopo la visita a Riva e l’apprezzamento espresso dal general-manager del «Villa Principe Leopoldo» Reto Stöckenius. Per il momento si concretizzerà con la visibilità reciproca sui rispettivi siti on-line in modo che il cliente del «Villa Leopoldo» possa conoscere e, si spera, nutrire curiosità e interesse per il Lido Palace. E viceversa, ovviamente. Per il futuro si vedrà e non sono escluse anche collaborazioni più prettamente commerciali. MACCHERONATA AL RIONE DEGASPERI 쐢 Il Comitato Rione Degasperi propone oggi una giornata di festa nel piazzale della chiesa di San Giuseppe. Alle 11.30 maccheronata per i bimbi delle scuole elementari del Rione, a seguire distribuzione gratuita di maccheroni per tutti. SAT, IN MONTAGNA CON LE FAMIGLIE 쐢 Riparte domenica il progetto «In montagna con le famiglie» della Sat di Riva. La gia proposta parte da Valle San Felice, in val di Gresta, per arrivare al colle di Nagià Grom. Info e prenotazioni da: Marco Matteotti (0464.521669, 339.5830064) e Sergio Amistadi (0464.553322). GROSTOLI E FRITTELLE A S. ALESSANDRO 쐢 La Pro S.Alessandro organizza sabato 1° marzo (ore14.30) la festa di Carnevale al centro sportivo di S. Alessandro con distribuzione di grostoli e frittelle alla festa sarà presente un gioco gonfiabile.Tutti sono invitati, possibilmente in maschera. LA MAFIA UCCIDE SOLO D’ESTATE 쐢 Per la rassegna «Il piacere del cinema» si proietta oggi alle 21 nella sala della Comunità in via Rosmini il film di e con Pierfrancesco Diliberto «La mafia uccide solo d’estate», con Cristiana Capotondi. L’ingresso costa 5 euro. Passa all’unanimità la mozione del Patt che chiede impegni e risorse La Comunità per Ponale e tunnel gnana, il sindaco di Ledro Achille Brigà e il consigliere Lucio Beltrami) approvata all’unanimità dall’assemblea, dopo che lo stesso documento era passato con altrettanta «forza» dal consiglio di Ledro (e prossimamente una mozione analoga dovrebbe arrivare all’esame anche di quello di Riva). Nella mozione si sottolinea che «sul tema annoso della viabilità che collega Riva alla Val di Ledro si discute da troppo tempo. Sono risapute le carenze strutturali e di sicurezza del tunnel dell’Agnese che, vuoi per la com- R3102201 Obiettivo primario: mettere in sicurezza la galleria dell’Agnese e l’attuale asse viario che collega la Val di Ledro a Riva del Garda. Ma nel contempo anche sollecitare il rilancio del tracciato ciclo-pedonale che si sviluppa sulla vecchia strada del Ponale e sollecitare il reperimento delle risorse e la progettazione della circonvallazione di Molina di Ledro. Sono questi i passaggi operativi forti che emergono dalla mozione presentata dai tre consiglieri del Patt in Comunità di Valle (l’assessore Carlo Peder- plessità e l’onerosità degli interventi manutentivi che per la mancanza di una chiara volontà politica, non vengono affrontate con la dovuta tempestività. La situazione - sottolineano Pedergnana, Brigà e Beltrami dev’essere affrontata con vigore e risolta nel più breve tempo possibile in modo da garantire agli utenti che quotidianamente transitano nel tunnel i più elevati standard di sicurezza». Da qui la mozione, che ora verrà inviata al presidente della Provincia Ugo Rossi, con la quale si impegna il presidente Va- «Quello che è oggi un sentiero diventi un vero tracciato ciclo-pedonale aperto a tutti e in sicurezza» landro e la giunta della Comunità di Valle a «perseguire a tutti i livelli istituzionali l’obiettivo primario della messa in sicurezza della galleria dell’Agnese». Ma il documento autonomista, condiviso da tutti al momento del voto, va oltre e pren- de in esame anche la situazione della vecchia Ponale: «Bisogna valorizzare, in sinergia con le amministrazioni comunali interessate, il tracciato ciclo-pedonale della vecchia strada del Ponale (ora classificata sentiero montano) aumentandone sia il grado di sicurezza che la fruibilità attraverso un sostanziale e strategico ripensamento dell’attuale politica di gestione». Il che non significa, precisano l’assessore Pedergnana e il presidente Valandro, mettere in discussione l’operato del Comitato «Giacomo Cis». Significa semmai rendere «quella meraviglia ingegneristica e vanto della comunità» un tracciato accessibile a tutti, cicloamatori, persone diversamente abili, famiglie con bambini piccoli e passeggini. E prevedere anche un utilizzo per i mezzi di soccorso in situazioni d’emergenza. Rispetto alla mozione originaria, l’aula ha deciso poi di integrare il documento destinato in Provincia sottolineando come «si ritiene di fondamentale importanza insistere per il reperimento delle risorse e la progettazione della Circonvallazione di Molina di Ledro, un intervento mirato a creare le condizioni per recuperare il rapporto tra Molina e il lago di Ledro e promuovendo un’accessibilità sostenibile». P.L. Il tempo non cancellerà il dolore per un bene perduto, esempio di bontà, onestà e amore IRMA BONORA di anni 82 Lo annunciano con dolore il fratello MIRO, la sorella NOEMI con COSTANTINO, il cognato GIORGIO, i nipoti, i pronipoti, l’affezionata JOLA e parenti tutti. Gavazzo di Tenno, 26 febbraio 2014 Il funerale avrà luogo venerdì 28 febbraio alle 15.00 nella chiesa parrocchiale di Cologna di Tenno. Il Santo Rosario sarà recitato oggi giovedì 27 febbraio alle ore 20.00 nella chiesa parrocchiale di Cologna di Tenno. Non fiori ma eventuali offerte da devolvere al Gruppo Missionario di Cologna. Un sentito ringraziamento a tutto il personale della A.P.S.P. «Città di Riva» per le premurose cure prestate alla nostra cara. Centro Servizi Funebri Basso Sarca e Ledro - Via Monte Baldo, 6 Arco Valli Giudicarie e Rendena l'Adige giovedì 27 febbraio 2014 1 SPIAZZO RENDENA. Area commerciale area residenziale e terreno per l’asilo nido Accordo con i Poli, il piano è adottato L’area ex Ille a Spiazzo Rendena che è oggetto di un accordo con la società Fratelli Poli SPIAZZO RENDENA - Via libera alla prima adozione del nuovo Piano attuativo relativo all’area Ex Ille. Martedì il consiglio comunale ha approvato il nuovo accordo con i proprietari, la F.lli Poli srl, che prevede la riqualificazione di circa 13 mila metri quadrati che, ha puntualizzato il sindaco, Michele Ongari, «non comprende la parte nord del compendio dove, a breve, verrà realizzato un punto vendita da 800 metri quadri». PONTE ARCHE Proprio perché le due aree corrono ora su due binari diversi l’accordo è, come lo ha definito il sindaco «molto più modesto». Si passa da 3 milioni circa ad una cifra attorno agli 800 mila euro. Le aree sono ora tre: una residenziale, una zona commerciale/terziario e un terreno da adibire a funzioni pubbliche. Non subisce mutamenti l’area di edilizia abitativa che mantiene i 4.300 metri quadri previsti. Il Comune disporrà invece di cir- ca 3.500 metri dove potrà realizzare, se i finanziamenti verranno confermati, il nuovo asilo nido. I rimanenti 5 mila potranno ospitare piccole realtà commerciali e uffici: «Noi - ha spiegato Ongari abbiamo chiesto ai proprietari che non vengano utilizzati come aree produttive, ma non sappiamo quali siano le loro idee». Anche su questo punto si è soffermata l’opposizione. Per Barbara Chesi e il suo gruppo il rischio è che si vada a realizzare «un “cen- L’intesa è legata a doppio filo con il Masterplan per la riqualificazione estetica e funzionale del paese Una vertenza lunga mezzo secolo VAL RENDENA oltre a diversi altri appezzamenti nella località turistica giudicariese. L’accordo è legato a doppio filo con il Masterplan per la riqualificazione estetica e funzionale di Ponte Arche: Armando e Rosanna Alberti sono disposti ad abbandonare le cause in corso, al momento già in standby in virtù delle negoziazioni avviate dalle parti, se i progetti per l’area di loro proprietà inseriti nel Masterplan verranno rea- L’area della famiglia Alberti al centro della lunga vertenza lizzati. Su una parte dei terreni Alberti, in particolare l’appezzamento fra il Ponte delle Tre Arche e la confluenza di Sarca e Duina, i progettisti di Quadrostudio hanno pensato di liberare piazza mercato rendendola pedonale e spostando la viabilità proprio in quell’area delle proprietà Alberti, ipotizzandovi anche una struttura alberghiera e delle unità immobiliari residenziali, un parcheggio interrato, una Sul sito di Legambiente la petizione delle associazioni «Salviamo Serodoli - Val Nambino», raccolte più di 800 firme VAL RENDENA - Sono più di 800 le persone che hanno sottoscritto la petizione «Salviamo Serodoli - Val Nambino» lanciata dalle associazioni ambientaliste per difendere splendide aree trentine da ulteriori impianti e piste da sci. Lo annuncia Legambiente che sta curando la raccolta delle firme online, sul proprio sito, per conto di tutte le altre associazioni. La petizione è promossa da Cipra Italia, Fai, Italia Nostra, Legambiente, Lipu, Mountain Wilderness, Pan – eppaa, Wwf. Il sito internet di Legambiente (www.legambientetrento.it)ospita, in accordo con le altre associazioni, la petizione. «I firmatari - ricorda Legambiente - si rivolgono alle Giunte e ai Consigli della Comunità delle Giudicarie, della Provincia autonoma di Trento e del Comune di Pinzolo affinché la Val Nambino a Madonna di Campiglio e la soprastante famosissima zona dei Cinque Laghi rimangano intatte nella loro splen- STORO tro commerciale”, ridimensionando e decentrando notevolmente non solo l’area destinata a nuovi alloggi, ma soprattutto l’area destinata a servizi pubblici». Il piano è stato approvato con i soli voti della maggioranza, l’opposizione si è astenuta. Nonostante i tempi per l’approvazione definitiva si prospettino ancora lunghi, «i proprietari - ha aggiunto Ongari - dovrebbero sistemare il verde e demolire tutti gli edifici entro l’autunno». J. P. IN BREVE Siglato l’accordo Comune-Alberti PONTE ARCHE - Mezzo secolo di ricorsi e contese giudiziare potrebbero concludersi trasformando in realtà il sogno per futuro tracciato dal Masterplan di Ponte Arche. La giunta di Comano Terme ha approvato ieri lo schema di accordo con la famiglia Alberti che potrebbe risolvere l’annoso contenzioso che interessa una vasta area alla confluenza di Sarca e Duina, nel cuore del paese e, 35 dida bellezza. Nel corso del 2013 la Comunità di Valle delle Giudicarie ha approvato il documento preliminare del Piano territoriale di Comunità. Il documento preliminare prevede, fra altre cose, la possibilità di ampliare le aree sciistiche della valle, in particolare prevedendo la possibilità di realizzare nuove piste da sci anche nella pregiatissima e molto amata zona di Val Nambino - 5 Laghi - Serodoli. Si tratta di ambiti paesaggisticamente e naturalisticamente splendidi, riconosciuti da moltissimi residenti e visitatori come luoghi di grande fascino e bellezza», viene sottolineato. «La Carovana delle Alpi di Legambiente ha attribuito nell’estate del 2013 la Bandiera nera, come indice di una cattiva pratica di governance del territorio alpino, alla Comunità di valle proprio per l’approvazione di tale documento di pianificazione. Anche alcune associazioni e comitati locali si stanno esprimendo contro questa previsione». passerella panoramica sul fiume e una pedociclabile lungo l’argine del Sarca oltre ad un edificio da destinare ad auditorium di pubblica proprietà. Nel complesso, una significativa riqualifica rispetto all’attuale capacità edificatrice dell’area che sembra soddisfare le rivendicazioni dei privati. Il comune otterrebbe dalla sua la chiusura del contenzioso in tribunale – in una delle cause ancora aperte gli Alberti chiedono 11 milioni di danni – e la possibilità di realizzare il tanto richiesto auditorium con uno scambio di appezzamenti, oltre al più generale via libera per proseguire con la riqualificazione urbana di Ponte Arche. Se ieri il comune ha fatto la sua parte, il sindaco di Comano Terme Livio Caldera assicura che ci sarà anche quella dei privati: «In fretta - dichiara - questione di giorni». Il prossimo passo, ora che la giunta ha formalizzato lo schema di accordo con i privati, è una variante puntuale nel Prg per realizzare quanto progettato nel Masterplan, modifica che necessita del passaggio prima in consiglio comunale e poi in giunta provinciale. Sistemato il Prg, ci dovrà essere un piano attuativo da parte dei privati che comprenda i progetti contenuti nel Masterplan, a quel punto l’accordo fra le parti sarà definitivo. Processo non breve, ci vorrà ancora almeno un anno perché l’iter burocratico arrivi a conclusione. D. R. I TIONE «EmergenSing» a teatro «EmergenSing» è lo spettacolo di teatro musicale che viene proposto alle 20.30 di questa sera al Teatro comunale di Tione per raccogliere fondi a favore di Emergency, in particolare per il Centro Salam di cardiochirurgia in Sudan. Protagonisti saranno i laboratori di teatro musicale, orchestra, tecnico audio-luci, il Coro superiori, gli allievi delle classi di pianoforte e di «Voci e strumenti in giro» della Scuola Musicale Giudicarie. Saranno recitate poesie di Gianni Rodari, drammaturgia di Gabriella Ferrari con il Laboratorio di teatro Musicale Smg. L’iniziativa è organizzata in collaborazione con la Biblioteca Comunale di Tione. I VILLA RENDENA Magazzini e pompieri La Giunta comunale ha approvato nel corso dell’ultima riunione, in linea tecnica il progetto esecutivo dei lavori di ampliamento dell’autorimessa e dei magazzini interrati con la riorganizzazione dei locali logistici dei vigili del fuoco di Villa Rendena a firma dell’architeto Massimiliano Zenari. Il costo complessivo dei lavori ammonta a 1.097.476 euro. I PINZOLO Custode forestale Il Consorzio boschivo PinzoloAlta Val Rendena ha indetto un concorso per l’assunzione di un custode forestale a tempo indeterminato. Le domande in carta libera devono essere presentate presso l’ufficio del Servizio di vigilanza boschiva in Municipo entro le 12.30 del 28 marzo prossimo. Da sabato all’8 marzo sfilate di pubblico, festa dei ragazzi e senza alcol Gran Carnevale in 4 appuntamenti GIULIANO BELTRAMI STORO - Uno-otto marzo: quattro manifestazioni in otto giorni. Partenza in pieno Carnevale, arrivo in Quaresima. Festa più, festa meno, il copione del Gran Carnevale di Storo è quello solito: due sfilate del pubblico, una il martedì grasso, l’altra il primo sabato di Quaresima. Prima (domenica 2 marzo) il «Carnevale dei ragazzi» e (magari impopolare ma lodevole) la «Giornata no alcool». Da tradizione anche i principali appuntamenti collaterali, che tanto collaterali non sono visto che richiamano a Storo migliaia di nottambuli in cerca di ballo e... alcuni anche sballo. Prima serata musicale sabato 1° marzo, dalle 22, con «Voglio tornare negli anni ‘90»: vuoi vedere che è finita finalmente l’epoca dei «Favolosi anni ‘60»? Ingresso 5 euro fino a mezzanotte, poi 10. Domenica 2, sfilata pomeridiana del Carnevale dei ragazzi; alle 15,30, al tea- tro-tenda vicino alla caserma dei pompieri giochi e musica. Alla sera (inizio alle 20,30, altri orari rispetto alla musica coi nomi inglesi) liscio. Mattino di martedì grasso, sfilata dei bambini della scuola materna. Ore 13,30 sfilata del pubblico. Sì, perché a Storo non sono più i carri a sfilare, ma il pubblico, che percorre l’anello di via Sette Pievi e dintorni per gustarsi gli spettacoli sui carri, tenuti fermi per questioni di sicurezza: troppa ressa e pericolo che qualcuno finisca sotto le ruote. Seguono polenta carbonera e spiedo e musica. Serata con il «Gran ballo mascherato» (al teatro-tenda in località Piane) con premiazione di carri e gruppi. Assegnazione del trofeo «MatiQuadrati», che per chi non lo sapesse è il gruppo di giovani che ha preso in mano la Pro loco (semi disastrata), rilanciandola. Sabato si replica, con l’aggiunta dei carri che arrivano anche dalle sfilate dei Carnevali di altri paesi della valle e delle val- li vicine. Alla sera, altra replica: assegnazione del trofeo «Gran Carnevale» e del trofeo «Hermann», «per premiare l’originalità, la satira e la trasgressione, elementi che caratterizzavano l’amico Hermann nelle sue opere carnevalesche». A proposito. Chi fosse interessato può pure visitare la mostra (nel palazzo comunale) dedicata a Hermann Zontini, questo artista originale che se n’è andato quando sicuramente aveva ancora molto da mostrare. Tornando alla serata, estrazione della lotteria. Servizi bus navetta da Tione, Bezzecca e Vestone, perché la serata è lunga e non è «no alcool». Quando le prime luci del mattino non saranno troppo lontane calerà il sipario sull’edizione numero 47 del Gran Carnevale. Fin qua il programma. Come sempre decine e decine di volontari stanno lavorando all’allestimento dei carri e dei costumi: ormai siamo agli ultimi ritocchi. E decine di volontari stanno preparando la manifestazione e veglieranno affinché tutto fili liscio. Già c’è da lavorare quando non succede niente; se poi, come l’anno scorso, la neve decide di seppellire la buona volontà sotto una coperta pesante... allora c’è da lavorare anche di notte, per poi dover alzare bandiera bianca e rinviare la sfilata del martedì. È vero che quest’anno il Carnevale arriva quasi un mese dopo rispetto all’anno scorso, ma non si sa mai. Gli organizzatori si aspettano la solita massa di migliaia di persone: i calcoli dicono 10.000 solo per le due sfilate. Perché a Storo, nonostante le cronache parlino della resurrezione del Carnevale di Arco, sostengono che «il Gran Carnevale è il più grande della provincia». Anzi, con Arco è stata avviata una collaborazione: «In un futuro non molto lontano potremmo vedere sfilare anche dei carri arcensi al Gran Carnevale di Storo». Parola dei MatiQuadrati. Un carro della scorsa edizione del Gran Carnevale storese LA SATIRA E arrivano i galli L’auditorium come il Duomo STORO - Satira locale? Nel Gran Carnevale storese quella nazionale non c’è: è lasciata alle sfilate famose. Quella locale, pescando fra le indiscrezioni, comprenderà alcuni temi sentiti in zona. Ci sarà un paragone con il Duomo di Milano: ci vollero secoli per finirlo, e corrisponde all’auditorium di Storo, iniziato negli anni ‘90 e ancora senza arredi. Non dovrebbe mancare il tunnel che collegherà la val Vestino con il Chiese, costo 32,5 milioni, ritenuto da molti inutile, soprattutto perché quei soldi potevano essere spesi per migliorare la viabilità verso Brescia. Infine pare (diciamo pare) che un carro evochi la sempre gagliarda disfida campanilistica fra Storo e Darzo. Un tempo era il mitico cannone, stavolta sembra che ci siano di mezzo i galli. Non quelli di Asterix! Valli di NON e SOLE 36 giovedì 27 febbraio 2014 1 G CLES. Dopo aver raccolto gli interessati ad esporre il proprio logo sul nuovo Doblò Europa spa donerà il pulmino al Gsh Da destra Giusy Gasperetti, Michele Covi, Roberto Meloni, Marcello Dal Pozzo e Omar Palazzani CLES - È iniziata ieri, con l’adesione della prima azienda, la raccolta degli inserzionisti per garantire la donazione di un pulmino dedicato agli utenti della cooperativa sociale Gsh (Gruppo sensibilizzazione handicap). L’iniziativa è stata presentata dal presidente Michele Covi, dall’assessore comunale alle politiche sociali Giusy Gasperetti e dai responsabili della società Europa servizi Spa di Milano Omar Palazzani, Marcello Dal Pozzolo e Rober- to Meloni. «Un’iniziativa significativa, realizzata grazie al Comune di Cles che ci ha messo in contatto con l’azienda lombarda» ha commentato Covi. La Europa Spa, dopo aver raccolto un numero sufficiente di nominativi interessati ad esporre il logo della propria attività commerciale sul Doblò da 5 posti e dotato di pedana elettrica, donerà il mezzo a Gsh. Non solo, provvederà anche al pagamento di assicurazione (casco inclusa), tagliando e cambio gomme. Le aziende del territorio saranno contattate nei prossimi giorni al fine di raccogliere la prenotazione di spazi grafici (l’acquisto è deducibile fiscalmente). Per qualsiasi informazione in merito basta contattare il numero verde 800.236482. «Il nuovo furgone darà la possibilità a operatori e volontari di accompagnare gli utenti nei luoghi dove svolgono attività ludico-ricreative e riabilitative, e favorirà di conseguenza l’integra- zione sociale delle persone con disabilità» ha affermato il presidente della cooperativa sociale. Potranno essere inoltre sviluppate nuove attività, anche sulla base di specifiche esigenze, al fine di garantire momenti di sollievo alle famiglie sia a domicilio sia all’interno di strutture specifiche. «Il mondo degli operatori economici incontrerà dunque, ancora una volta, quello del sociale» sono state le parole di entusiasmo di Gasperetti. An. Bg. Per regolamentarlo esponenti del Comune, operatori economici e amministratori di Sanzeno COREDO Un tavolo per il motocross COREDO - In queste settimane sta scaldando i motori, è il caso di dirlo, un gruppo di lavoro dedicato alla pista di motocross. A breve, infatti, verrà creato un tavolo intercomunale sul crossodromo in fase di realizzazione in località Larghe, a valle dell’abitato. Lo ha annunciato l’altra sera il sindaco Paolo Forno, rispondendo ad un’interrogazione del gruppo Coredo Futura. «È stato approntato un regolamento dettagliato per l’utilizzo dell’impianto sportivo?», ha chiesto la minoranza. «Non ancora – ha dichiarato il primo cittadino – tuttavia regolamentare i periodi, gli orari e le modalità di utilizzo della struttura rimane un’assoluta priorità per l’amministrazione». Allo scopo di individuare le regole d’uso più adeguate, si formerà un gruppo di studio composto da amministratori ed esercenti locali. «Ne faranno parte non solo membri della giunta e del consiglio, ma anche alcuni operatori economici, che intendono contribuire attivamente al progetto. Il crossodromo, infatti, avrà una forte valenza sia sportiva che sociale e turistica». C’è una novità: il gruppo sarà intercomunale. Anche l’amministrazione di Sanzeno, infatti, verrà invitata a partecipare al tavolo di lavoro. «La Comunità di valle ci ha sollecitati a coinvolgere il Comune limitrofo. La pista, infatti, pur essendo interamente sul territorio di Coredo, è molto vicina a Sanzeno», ha affermato Forno. Nelle prossime settimane, dunque, esponenti delle amministrazioni dei due paesi si incontreranno con CLES 2 l'Adige Ufficio: 0463 421213 fax 0463 609175 email: [email protected] - Recapito: via Madruzzo, 2 alcuni operatori turistici della zona per valutare insieme quali possano essere i più opportuni periodi e orari di apertura del crossodromo. «Sulla base delle indicazioni che verranno fornite dal gruppo, l’amministrazione stilerà il regolamento di utilizzo della pista di motocross, a garanzia dei cittadini». La lista Coredo Futura, dichiaratamente contraria al crossodromo, ha comunque apprezzato l’idea del tavolo intercomunale: «È importante coinvolgere e tutelare tutti coloro che vengono toccati dal progetto», ha detto Lorenza Mattedi. La proposta di formare un gruppo di lavoro ha incassato pure l’approvazione del Moto Club Rallo, che ha partecipato alla realizzazione dell’impianto sportivo versando al Comune di Coredo un contributo di 70mila euro. Interrogato sullo stato di avanzamento del cantiere, il sindaco ha risposto: «I lavori sono attualmente sospesi per una variante al progetto, finalizzata a seguire le prescrizioni del Servizio foreste provinciale e le indicazioni della Federazione Motociclistica Italiana. La tempistica è legata anche alle condizioni meteorologiche. Indicativamente, i lavori saranno conclusi non prima di fine primavera». Una volta ultimata, la pista avrà una lunghezza di 1.650 metri e conterrà 14 salti. In attesa del taglio del nastro, c’è chi è già impegnato sul fronte del merchandising. In Internet, infatti, è possibile ordinare felpe, berretti e t-shirt con il logo «Mx Coredo – International Circuit Val di Non». K. R. Una visione aerea della pista di motocross in località Larghe. La realizzazione del crossodromo ha suscitato critiche in valle (Foto Mx Coredo) SANZENO Alla Basilica dei martiri col gruppo Samuele Ritorna sabato la Giornata mondiale di preghiera SANZENO - Sabato prossimo 1° marzo alle ore 20.30 nella Basilica dei Martiri Anauniesi, a Sanzeno, verrà celebrata la Giornata mondiale di preghiera ecumenica delle donne, proposta dal gruppo ecumenico di preghiera «Samuele». che la anima da ormai 22 anni. L’evento si tiene in oltre 170 paesi del mondo e si propone di unire donne di varie etnie, culture e tradizioni in un momento annuale di preghiera comune. Conosciuta come «Giornata mondiale di preghiera delle donne» è comunque rivolta a donne ed uomini perché tesa a coinvolgere tutta l’umanità, al maschile e al femminile. Rimane «delle donne» in quanto a prepararla sono loro, in particola- re ogni anno un gruppo diverso, scelto dentro un paese che, per quest’anno, è l’Egitto. Per raffigurare la risposta alla sete di dignità, giustizia e libertà l’immagine scelta è quella tratta dal profeta Isaia: «Fiumi nel deserto». In questo momento difficile per le donne e gli uomini, la parola di Gesù è un modello per un nuovo Egitto che ha in serbo pace, giustizia e libertà per le sue genti. Il gruppo «Samuele» invita tutti a partecipare a questo incontro molto bello e coinvolgente, per gustare le danze, ascoltare le testimonianze, unendosi alle sorelle del comitato egiziano e pregare con loro affinché «i fiumi del deserto» non si prosciughino e le profezie di Isaia diventino realtà. SMARANO I medici spiegano l’arrampicata sana SMARANO L’arrampicata sportiva viene associata spesso alla progressione in verticale come mezzo per scalare pareti rocciose di estrema difficoltà e quindi non scevra da pericoli e danni fisici (soprattutto tendinei). Recentemente alcuni ricercatori hanno sottolineato invece come possa rappresentare, al pari del cammino, una buona pratica per mantenersi attivi e in salute purché venga svolta però su pareti relativamente facili (rispetto al proprio livello tecnico-atletico) e ad una velocità confortevole. Il dottor Alessandro Rosponi,e il dottor Angelo Rodio, medici specialisti in medicina dello sport, ne discuteranno stasera, nella sala consiliare del comune di Smarano alle ore 20. Cercheranno di dare utili indicazioni anche a coloro che praticano tale attività a livello agonistico e che vogliono «strutturare» in maniera più idonea il proprio allenamento. Nel programma esposto all’assemblea la valorizzazione della filiera corta Slow Food difende la sostenibilità FEDERICA CHINI VALLI DEL NOCE Valorizzazione dell’agricoltura «marginale» di montagna e della produzione a filiera corta per far conoscere le aziende produttive più caratteristiche del territorio locale, collaborazione con le altre sezioni regionali di Slow Food, promozione di una ristorazione di qualità offerta dalle Pro loco nelle manifestazioni locali e campagne di informazione alla cittadinanza. Sono questi i concetti cardine, assieme alla cultura dell’alimentazione ed allo stile di vita «slow», del programma politico per il quadriennio 2014-2018 di Slow Food Terre del Noce, esposto da Giuliano Pezzini nell’assemblea dei soci svoltasi lunedì a Cles. L’associazione locale di Slow Food si impegna in prima linea nella difesa di un agricoltura sostenibile e nel responsabilizzare i consumatori, ossia nel far comprendere loro il significato di determinate scelte alimentari. «Credo sia fondamentale trasmettere questi messaggi ad un pubblico sempre più vasto: solo così possiamo far capire quanto sia importante, per la nostra salute e per il pianeta, utilizzare prodotti genuini e caratteristici di ciascun territorio, qualitativamente superiori rispetto a quelli industriali» ha sottolineato Pezzini. A questo proposito, la coltivazione dell’orto ricopre un ruolo di primo piano, praticata sia a livello famigliare che nei ristoranti aderenti all’associazione. Il presidente uscente della condotta locale, Sergio Valentini, ha messo in evidenza l’ottimo lavoro svolto dal gruppo in occasione di eventi enogastronomici dello scorso anno e la necessità di rafforzare i legami con realtà territoriali come le Pro loco e La Strada della mela e dei sapori. Secondo Valentini, il gruppo di Slow Food Terre del Noce è buono e ben assortito; a suo parere, è proprio dalle piccole sezioni regionali dell’associazione che possono nascere iniziative importanti. «Inoltre, dovremmo impegnarci di più a coinvolgere i giovani, perché con il loro entusiasmo e le loro idee possono portare un contributo positivo» ha aggiunto il presidente. La mortandela della Val di Non e il Casolet hanno ottenuto da tempo il presidio Slow Food: è giunto il momento, secondo il ristoratore Sandro di Nuzzo, di scoprirne di nuovi. La condotta locale sta lavorando molto anche in campo divulgativo: la formatrice Julia Politeo ha annunciato che a breve sarà aperto un sito Web della sezione nonesa e solandra di Slow food, ed è in corso di valutazione una proposta di progetto per presenziare ad uno stand dell’Expo del 2015 a Milano. L’associazione parteciperà all’apertura del castello di Caldes, in programma prossimamente. Unanimità, infine, sul progetto politico dei prossimi quattro anni e le candidature per il comitato esecutivo del circolo locale: si sono proposti Andrea Daprà, Sandro di Nuzzo, Andrea Facci, Giuliano Pezzini e Julia Politeo. Giuliano Pezzini presidente di Slow Food Terre del Noce Passo Mendola | Dalle Roccette al valico rimane il pericolo di valanghe Strada chiusa probabilmente fino a metà marzo PASSO MENDOLA - Rimarrà chiusa probabilmente fino alla metà di marzo la strada statale della Mendola, nel tratto altoatesino dal valico alla zone della Roccette. Ieri, il Bollettino del traffico della Provincia di Bolzano riportava la seguente indicazione: «Dalle Roccette fino al Passo Mendola (km 224,700 - km 220,500) chiusura al traffico per pericolo valanghe (probabilmente fino a metà marzo)». Al Servizio strade della Provincia confermano che i lavori di messa in sicurezza sono iniziati, al momento si reputano necessarie un paio di settimane. La neve è all’altezza dei paravalanghe e in alcuni punti le barriere sono danneggiate, cosicché sarà necessario ripristinarle. Non è certo la prima volta che la strada viene chiusa per pericolo di valanghe; nel 2009, ad esempio, la chiusura si protrasse a lungo: solo all’inizio di aprile, a causa della quantità di neve caduta, pendolari e turisti ripresero a circolare fra Caldaro e la Valle di Non. IL CASO DELLA SETTIMANA » Catechismo, pizza e film: la ricetta di Piedicastello ■ PERETTI A PAG. 23 € 1,20 ANNO 69 (CXXVIII) - N O 49 Poste Italiane SpA - spedizione in abbonamento postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n˚46) art.1, comma 1, Cns BOLZANO GIOVEDÌ 27 FEBBRAIO 2014 QUOTIDIANOFONDATONEL 1945 DIREZIONE REDAZIONE: VIA SANSEVERINO 29 ■ 38122 TRENTO ■ TEL: 0461/885111 ALTO ADIGE [email protected] ■ www.giornaletrentino.it y(7HB5J2*TQQNKM( +&!z!$!?!/ 1 Pensioni d’oro, ora vogliono tagliarle Rossi e Kompatscher: «Nuove norme». Chi spiegherà a Vespa questi 50 milioni?■ ALLE PAG. 20 E 21 di Paolo Mantovan A I governatori Arno Kompatscher e Ugo Rossi MATTEO RENZI E Il NORDEST DA RILANCIARE di Ferdinando Camon È una buona abitudine che però in passato finiva sempre male: un nuovo capo del governo, appena insediato, visita l’Italia cominciando dal Nord-Est. Se si vuole rafforzare la crescita italiana (una volta) o farla ripartire (oggi), il motore è il Nord-Est. A suo tempo venne D’Alema, ieri è venuto Renzi. Vengono a vedere cos’è che va, cos’è che non va, quali sono i bisogni e le aspettative. desso il problema sarà spiegarlo a Bruno Vespa. S’erano stracciate le vesti tanti consiglieri ed ex consiglieri provinciali e regionali, avevano gridato allo scandalo, perché Vespa, a “Porta a porta”, aveva maltrattato non tanto il povero novizio Arno Kompatscher, ma perché aveva infangato il buon nome della nosta autonomia, la nostra santa autonomia, e perché, si lamentavano tanti consiglieri ed ex consiglieri, è così che si affossa lo statuto speciale, è così che si alimenta l’invidia dei prepotenti vicini, è così, giocando sull’ignoranza e sulla faciloneria, con il mettere insieme sacro e profano che si discredita un patrimonio istituzionale e una straordinaria soluzione che ha riscattato dei territori e ha creato le basi di una pacifica convivenza presa a esempio nel mondo. E poi, che diamine, è scattata persino una pagina Facebook, a cui anche qualche consigliere regionale offre contributi (d’idee, s’intende, mica in denari), dal titolo, eloquente: «Bruno Vespa chieda ufficialmente scusa al Trentino-Südtirol». Ecco. E ora chi, di costoro, va a spiegare a Vespa i 50 milioni di bonus? ■ SEGUE A PAGINA 20 Neve, il pericolo del disgelo Meteotrentino: «Probabili nuove grosse valanghe» il forum al trentino ■ MARCO BENEDETTI A PAG.16 NELLE CRONACHE Pd, sfida giovane per il partito: «Con noi si svolta» ■ SEGUEA PAGINA 11 SEICENTOmila euro ■ A PAGINA 22 In coma dopo l’infarto: maxi risarcimento sostituito a carzano I VITALIZI CI LASCIANO SGOMENTI ■ A PAG. 44 Consigliere espulso: assenze ingiustificate di Paolo Castelli L a notizia che la riforma provinciale, dei costi della politica ha generato, come effetto immediato, un credito di circa 90 milioni di euro da parte del ConsiglioRegionaleneiconfronti dei consiglieri che godevano del regime pensionistico ante riforma stessa, lascia sgomenti. Per primo perché una riforma finalizzata a recuperare risorse per il sistema trentino in forte difficoltà non può permettersi di dispiegareisuoieffetti solodal2015. L’aula del consiglio regionale a Trento governo renzi ■ ■ Si avvicinano le primarie del Pd per la scelta del segretario e il “Trentino” ha ospitato per un forum i tre candidati in lizza: Elisa Filippi, Giulia Robol e Vanni Scalfi. Tutti e tre parlano di una svolta per il partito e della necessità di rivedere i costi della politica, ma su lavoro, comunità di valle e alleanze le posizioni divergono. ■ CHIARA BERT ALLE PAG. 16 E 17 ■ SEGUEAPAGINA 11 la battaglia della città 2 Rovereto ripudia la Comunità Mozione unanime del consiglio: «Trattateci come Trento» Che Rovereto nei paletti della Comunità di Valle ci stia stretta, non è una novità. La novità è che ora il consiglio comunale ha votato all’unanimità quello che pensa e che chiede, in vista delle modifiche a cui si sta lavorando. E chiede di vedere riconosciuta, al pari di Trento, la propria autonomia. ■ LUCA MARSILLIAPAGINA 25 LA SALUTE A TAVOLA nuove frontiere di Michele Pizzinini Microbiota e l’interazione con il corpo umano I l professor Mario Cristofolini, quell’arzillo giovanotto di 80 anni, padre della dermatologia trentina e anima della sezione trentina della Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori, non finiràmai di stupirci. ■ SEGUE APAGINA 11 ■ ALLE PAG. 3 E 23 Sottosegretari, in lizza c’è anche Tonini ■ e-mail: [email protected] Economia TRENTINO GIOVEDÌ 27 FEBBRAIO 2014 8 » Le aziende snobbano il Trentino cablato IMPRESE E TECNOLOGIA LA RIVOLUZIONE CHE ARRANCA 1 Grazie agli investimenti, reti al top in Italia. Ma mentre le famiglie usano molto internet, i privati non ne approfittano di Roberto Colletti ◗ TRENTO Il Trentino è tra le regioni italiane più cablate. La disponibilità e l'accesso alla rete è garantita da 1.000 chilometri di scavi, in cui sono stati collocati 9 mila chilometri di cavidotti che trasportano 300 mila chilometri di fibra ottica. Un'infrastruttura che già oggi garantisce il collegamento a banda larga, che sarà completato entro il 2015, tra 400 delle 1.600 sedi della pubblica amministrazione. E' stata realizzata da Trentino Network, società della Provincia, dopo 9 anni di lavoro e 130 milioni di investimenti. La rete è utilizzata dagli uffici pubblici, dagli ospedali, dalle biblioteche, consente l'accesso libero nelle agorà pubbliche e con l'estensione radio WiNet raggiunge i rifugi d'alta montagna. Semplifica i rapporti tra l'amministrazione ed il cittadino ed arricchisce la vita sociale. Dà accesso a catasto e libro fondiari e, da qualche settimana, fornisce anche le ricette del medico di base. Se il Trentino è al vertice nazionale dell'informatizzazione pubblica, l'utilizzo privato, invece, non è all'altezza della possibilità d'accesso alla rete. «E' così. Il privato è ancora diffidente e stenta a trasferire l'attività sul web» conferma Alessandro Zorer, amministratore delegato di Trentino Network «Mi riferisco alle imprese, naturalmente, perché le famiglie trentine, invece, sono in testa alle classifiche con il 63,6%, seconde solamente alle altoatesine con il 68,2%. Un dato positivo come misura dell'alfabetizzazione digitale. Il punto, tuttavia, è un altro: come inserire il web nella catena della produzione di valore, come convertire l'investimento infrastrutturale in valore aggiunto». Le dorsali di fibra ottica raggiungono tutte le valli e la rete Adsl 2+ di Telecom, che assicura una velocità di trasmissione sino a 20 megabit, è un buona NGN, la Provincia esce per rilanciare la banda larga Il Trentino è al vertice nazionale dell’informatizzazione pubblica e nel 2015 verrà completato il collegamento a banda larga. Ma le imprese non ne approfittano ‘‘ ALESSANDRO ZORER/1 Sotto il profilo dell’alfabetizzazione digitale siamo secondi solo agli altoatesini, ma il privato stenta a trasferire l’attività sul web base di partenza anche dopo l'abbandono della Provincia del progetto NGN a causa delle lungaggini di Bruxelles. Nei prossimi anni gli operatori privati – Telecom, Fastweb, McLink, Brennercom... - potranno realizzare la banda larga “totale”, mentre le aree commercialmente meno appetibili, quelle che l'Agenda digitale definisce “a fallimento di mercato”, saranno collegate a spese del pubblico. «Oggi, tuttavia, la situazione è la se- guente: l'offerta di rete è buona, scarseggia la domanda» sintetizza Zorer «facciamo investimenti, raggiungiamo anche le aree periferiche dove sono insediate le industrie , ma il web fatica a riempirsi di contenuti nonostante si stimi che ad ogni 10% di diffusione di banda larga corrisponda una crescita dell'1-1,5% di pil». L'area industriale di Ravina, per esempio, è servita dalla fibra ottica da oltre un anno: ci sono 120 aziende che potrebbero accedervi, ma solamente un terzo lo ha fatto. Altri collegamenti in fibra sono stati realizzati, ma non ancora attivati, nelle aree produttive di Spini di Gardolo, Rovereto e Mori, mentre sono in corso di realizzazione a Pergine, Borgo Valsugana e Cles. C'è da chiedersi se ne valga la pena. «Certamente sì. Ci sono settori che utilizzano il web con grande profitto» dice l'ad. «Il turismo, ‘‘ ALESSANDRO ZORER/2 Raggiungiamo ormai anche le aree periferiche dove sono insediate le industrie Tuttavia la domanda in Trentino scarseggia per esempio: gli alberghi hanno capito che il collegamento con la rete è un'offerta che piace all'ospite, le Apt chiedono punti di wi-fi di libero accesso per i turisti. L'affidabilità dell' infrastruttura è stata verificata in impegnativi stress test, dai mondiali della Val di Fiemme alle recenti Universiadi. Anche l'agricoltura utilizza molto la rete per il controllo delle colture e del territorio. La piccola e media industria, invece, esplora il web con circospezione. Forse non è ancora pronta per l'innovazione aziendale. O forse non si è ancora convinta che affidare le sue 'carte' sensibili ad un data center sia più sicuro che tenerli nel cassetto della scrivania o in cassaforte. Insomma, credo sia urgente un salto culturale che potrebbe essere favorito dalle associazioni di categoria con un' opera di informazione e formazione». Il pubblico è sempre più on line, le famiglie smanettano da casa, gli accessi alla rete mobile si moltiplicano con smartphone e tablet. L'impresa, invece, pare non voler andare oltre la creazione del sito aziendale, non sempre aggiornato, e la posta elettronica. Ha a disposizione mille chilometri di dorsale in fibra, ma la usa poco. Ha sei anni di crisi alle spalle, d'accordo, ma se arriverà la ripresa sarà con il web che riuscirà ad agganciarla. ©RIPRODUZIONE RISERVATA TRENTO. Con due voti di astensione (Rodolfo Borga di Civica Trentina e Maurizio Fugatti della Lega), la Prima commissione del Consiglio provinciale presieduta da Luca Zeni (Pd) ha dato parere favorevole all’uscita della Provincia dalla società Trentino NGN srl per permettere alla Giunta di portare a termine il progetto della banda larga. Come ha spiegato l’assessore Carlo Daldoss, l’esecutivo intende così attuare la scelta di recedere dalla società partecipata anche da Telecom Italia, Mc Link e La Finanziaria Trentina, in cui la Provincia, con il 52,16% delle quote, aveva previsto di investire 50 milioni e 95 mila euro, per sbloccare il progetto fermo da luglio 2012 in attesa del parere della Commissione Europea in merito alla presunta violazione delle regole sulla concorrenza denunciata da alcuni operatori privati delle telecomunicazione. Il capitale sociale versato dalla Provincia a Trentino NGN è stato di 14 milioni e 845 mila euro. L’attesa troppo lunga del parere della Commissione Europea ha spinto l’ente pubblico a cedere la propria quota di compartecipazione. ■ e-mail: [email protected] Trento TRENTINO GIOVEDÌ 27 FEBBRAIO 2014 ■ Indirizzo viaSanseverino,29-Trento ■ Centralino 0461/885111 ■ Fax 0461/235022 16 ■ Abbonamenti 0471/904252 ■ Pubblicità 0461/383711 ■ RadioTaxi 0461/930002 econsms 3409949655 i timori in montagna Neve bagnata: ora il pericolo è il disgelo Trenti (Meteotrentino): «Siamo solo a metà stagione e con il rialzo delle temperature probabili grosse valanghe» di Marco Benedetti ◗ TRENTO I timori sono più che fondati, e chi si trova ad operare più direttamente su terreni spiccatamente di montagna non nasconde la sua preoccupazione. L’allarme, infatti, era stato sollevato nell’intervista pubblicata ieri dal Trentino da Tarcisio Deflorian, presidente della Commissione Sentieri Sat preoccupato per cosa potrà succedere in quota a sentieri e attrezzature gravati dalla grande quantità di neve presente. E pertanto la domanda che abbiamo rivolto ad alcuni esperti è: che cosa succederà sul territorio trentino, per la quasi totalità montuoso, quando tra uno o due mesi arriverà la primavera, con temperature ancor più miti e l’enorme quantità di neve attualmente presente in quota inizierà a sciogliersi nella migliore delle ipotesi, a scivolare verso valle nella prospettiva che più suscita allarme? Già a ridosso di alcune nevicate particolarmente copiose, si è potuto infatti toccare con mano l’effetto altamente distruttivo delle cosiddette valanghe di fondo, di neve umida e molto pesante (fino a 400 kg per metro cubo), che possono abbattere alberi come stuzzicadenti, sfondare edifici, deformare i tracciati di sentieri e strade forestali. «Il problema - spiega Alberto Trenti, direttore di Meteotrentino - è reso più complicato dal fatto che siamo solo a metà della stagione e da diversi anni la maggior parte delle nevicate in quota si registra proprio tra marzo ed aprile. Quindi dobbiamo attenderci che altra neve si depositi al suolo e con i rialzi delle temperature in questa situazione dobbiamo aspettarci cadute di grosse valanghe. Sicuramente i prossimi mesi saranno di monitoraggio costante, in particolare attraverso le nostre Commissioni Valanghe presenti sul territorio provinciale per avere un quadro sempre aggiornato e mettere in atto tutti gli interventi preventivi per mettere Un tunnel per entrare al rifugio Stivo. A sinistra l’Agostini semi-distrutto Tanto lavoro anche per i pompieri per togliere la neve dai tetti Christian Casarotto ‘‘ Alberto Trenti Per il glaciologo Casarotto sarà inevitabile il forte ingrossamento dei fiumi in primavera in sicurezza la popolazione e le infrastrutture eventualmente minacciate. Certo c’è anche la possibilità, assai remota però, che la neve si possa sciogliere gradualmente senza innescare ‘‘ Dalla Sat i timori sono per i sentieri e le attrezzature in quota gravate dalla neve Al rifugio Passo Valles la neve entrava dalle finestre questi fenomeni, però è una condizione ottimale molto improbabile. Per quanto riguarda le conseguenze sulla rete idrografica oggi siamo in grado attraverso dei modelli di poter fa- re delle simulazioni che tengono conto della quantità di neve al suolo e di quanta parte potrà trasformarsi in acqua, contribuendo ad aumentare il livello dei fiumi. Dipenderà molto se avremo perturbazioni importanti». Per Christian Casarotto, glaciologo e geologo del Muse, la condizione attuale delle montagne trentine non è poi così ano- mala. «Si tratta di mettersi d’accordo sul periodo di osservazione che vogliamo considerare. Relativamente agli ultimi vent’anni effettivamente la neve al suolo in quota oggi è rilevante, ma se il nostro intervallo di osservazione include anche gli anni ’70, siamo di fronte ad un quadro assolutamente normale e già osservato. Forse la differenza più rilevante è che siamo in presenza di masse di neve più bagnata e questo può fare la differenza. Quale potrà essere l’evoluzione? Si può ragionare solo su ipotesi, sicuramente il picco nel regime idrico che sarà il principale collettore per la neve in scioglimento durerà più a lungo perché in quota è molta di più. E nel caso di valanghe di fondo, l’impatto potrà essere maggiore proprio per via di un manto più consistente». ©RIPRODUZIONE RISERVATA 1 Le Apt: «Il nostro ruolo resta strategico» Una lettera a firma di 14 direttori è stata inviata agli assessori Dallapiccola, Mellarini e Gilmozzi ◗ TRENTO Bruno Felicetti (Apt Val di Fiemme) «Per quanto migliorabili, come tutte le aziende del resto, le Apt di ambito siano difficilmente sostituibili soprattutto nella funzione di coordinamento dei servizi all’ospite e nella funzione di marketing, sviluppo prodotto e comunicazione mirata». Lo affermano, in una lettera inviata agli assessori Dallapiccola, Mellarini e Gilmozzi oltre che a diverse associazioni di categoria, i direttori di 14 fra Apt e consorzi turistici guidati da Bruno Felicetti della Val di Fiemme. «Riteniamo possibile migliorare le siner- gie su quest’ultima funzione, magari attraverso dei progetti maggiormente condivisi ed in sinergia, evitando sprechi e sovrapposizioni, tuttavia se non riusciremo ad attivare da subito la Card dell’ospite con i servizi primari della località e un maggior coinvolgimento di tutti gli operatori di un ambito, non solo albergatori e impiantisti, il futuro delle Apt di ambito appare alquanto cupo e la loro sopravvivenza fortemente a rischio, con la conseguenza di ridurre le loro attività alla sola funzione di informazione e accoglienza». «Poiché tale funzione era l’unica svolta dalle Apt pubbliche prima della riforma - continua la lettera - dovremmo chiederci che senso ha avuto privatizzarle per poi ritornare a distanza di dieci anni alla loro funzione pubblica iniziale». Anche dal punto di vista contabile - scrivono i direttori - «si capisce che i conti non tornano: infatti, il gettito ipotizzato dalla Card dell’ospite in Trentino è pari a 10 milioni di euro. Abbiamo letto che secondo le associazioni di categoria tali risorse sono facilmente recuperabili da una razionalizzazione o spending review delle apt di ambito. Ma riteniamo la cosa as- sai improbabile». Nel campo del marketing e della comunicazione «i tagli sono sempre abbastanza facili da attuare, ma in un momento di crisi dovremmo avere la forza per insistere negli investimenti in marketing e comunicazione, pur analizzando in dettaglio cosa funziona e cosa no, e non semplicemente tagliare le iniziative tanto per risparmiare». Secondo i direttori «il problema del sistema turistico locale oggi non è risparmiare ma definire con maggior precisione degli obiettivi strategici misurabili e selezionare con maggior atten- zione quelle iniziative che ci permettono nel medio termine di conseguirli». Si auspica «l’adozione di una strategia di destination marketing chiara e condivisa». A questo riguardo, «oltre ad essere l'Apt stessa protagonista delle azioni di sviluppo prodotto e comunicazione, l’organizzazione dovrà soprattutto creare le condizioni affinché gli operatori turistici del territorio trovino efficaci vie di accesso al mercato, mettendo a disposizione competenze, strumenti, canali e interpretando il ruolo di facilitatrice e innovatrice dello sviluppo turistico territoriale. In questo senso crediamo che le Apt e i Consorzi Proloco del futuro possano essere ancora più importanti e strategiche per lo sviluppo e la gestione del turismo in Trentino». Trento GIOVEDÌ 27 FEBBRAIO 2014 TRENTINO 17 «Sicurezza sul lavoro Romani (Arcigay): Anmil, Endrizzi priorità del Trentino» «Cia, odg mostruoso» eletto presidente Rossi alla Lega Nord «Not, tutto corretto» ◗ TRENTO ◗ TRENTO Donata Borgonovo Re ◗ TRENTO «La promozione della salute e della sicurezza sui luoghi di lavoro costituisce per l'amministrazione provinciale una priorità». Lo ha sottolineato l'assessore provinciale trentino alla Salute, Donata Borgonovo Re, durante la presentazione della campagna informativa “Salute sul lavoro, un bene comune”. ◗ TRENTO Dura reazione di Flavio Romani, presidente dell’Arcigay, all’interpellanza presentata dal consigliere Claudio Cia che propone di togliere i figli alle coppie omosessuali per collocarli “in un ambiente che favorisca il suo pieno sviluppo fino a quando si possa prevedere in modo definitivo alla sua protezione”: «Un atto inaudito, che supera in violenza i peggiori regimi totalitari. Una dichiarazione di ignoranza e inciviltà, che manipola la Costituzione e i Trattati a difesa dell'infanzia». Bruno Endrizzi É Bruno Endrizzi, 64 anni di Mezzolombardo, il nuovo presidente dell’Anmil. Lo ha eletto all’unanimità il nuovo consiglio territoriale dell’Associazione nazionale invalidi e mutilati del lavoro. Quale vice presidente, il consiglio ha eletto Enzo Iori, 59 anni, di Bleggio Superiore. Nessuna scorrettezza nella nomina della commissione esaminatrice della gara d'appalto. Nessuna intenzione di dilatare i tempi né di cambiare destinazione al denaro per la costruzione del Not. Questa, in sintesi, la risposta del presidente della Provincia Ugo Rossi, a un'interrogazione della Lega Nord, avanzata dopo che il Tar ha accolto un ricorso e giudicato inammissibile la presenza in commissione del direttore dell'Azienda Luciano Flor, e della dirigente generale Livia Ferrario. 1 Gianni Bort indagato per corruzione dalla Procura di Roma AL LICEO SCHOLL Rossi in visita: «Lo studio delle lingue è strategico» ◗ TRENTO Il presidente dell’Unione commercio coinvolto nell’inchiesta che ha portato ai domiciliari l’ex comandante dei vigili urbani ◗ TRENTO E’ finito nei guai e ha anche rischiato l’arresto Gianni Bort, presidente dell’Unione Commercio di Trento nonché vicepresidente della Confcommercio nazionale. La Procura di Roma aveva chiesto per lui gli arresti domiciliari e lo indaga per corruzione nell’ambito dell’inchiesta che ha portato ai domiciliari l’ex comandante dei vigili urbani di Roma Angelo Giuliani per una mazzetta da 30 mila euro. Ovviamente sono accuse tutte da dimostrare, visto che siamo ancora in sede di indagini preliminari. Tutto sarebbe legato a un appalto vinto dalla «Sicurezza e Ambiente», di cui Bort è presidente del cda, per il ripristino del manto stradale dopo gli incidenti stradali nella capitale. Al centro di tutto ci sarebbe una mazzetta da trentamila euro, sottoforma di sponsorizzazione. È questa la cifra, secondo la Procura di Ro- Gianni Bort ma, che l'ex comandante dei vigili urbani Giuliani avrebbe ottenuto in cambio del suo intervento per far ottenere alla società presieduta dal trentino Bort il servizio di ripristino dopo gli incidenti stradali. La cifra è citata nell'ordinanza di custodia cautelare firmata dal gip Nicola Di Grazia. La tangente sarebbe stata pagata nel marzo 2011 come «finanziamenti sotto forma di sponsoriz- zazioni per il circolo della polizia municipale giustificati in modo fittizio mediante un contratto». Per questo episodio si ipotizza il reato di corruzione per Giuliani, Bort, Angelo Cacciotti, consigliere Cda della Sea ed amministratore di fatto, Giovanni Scognamiglio, amministratore delegato Sea e Iano Santoro, dirigente Sea. Anche queste ultime tre persone sono finite agli arresti. La Procura aveva chiesto i domiciliari anche per Bort, ma il gip ha respinto la richiesta ritenendo più defilata la sua posizione. Nelle carte dell’inchiesta c’è anche il nome dell’ex direttore generale della Rai Alfredo Meocci che avrebbe dato parere favorevole alla società Sicurezza e Ambiente nella veste di consigliere dell'Autorità per la vigilanza sui contratti pubblici. In cambio di quel parere - sempre secondo l'accusa - avrebbe ricevuto denaro e l’assunzione di una persona. Bort è nei guai per l’appalto per il ripristino dopo gli incidenti a Roma «Aumentare le competenze linguistiche della popolazione trentina è un obiettivo strategico». Lo ha detto al liceo linguistico Scholl di Trento il presidente della Provincia Ugo Rossi. Accompagnato dalla dirigente generale del Dipartimento della conoscenza Livia Ferrario, Rossi ha incontrato il dirigente scolastico Mario Turri e il collegio docenti. Al presidente Rossi è stato presentato il Liceo linguistico di Trento, una realtà complessa, nata dalle esperienze portate avanti dal Liceo scientifico Leonardo Da Vinci e dall'Istituto Rosmini e articolata soprattutto nell'offerta formativa delle lingue. Fra le richieste avanzate dal corpo docenti, quella di supportare maggiormente la mobilità studentesca verso l'estero e la necessità di strutturare maggiormente l'esperienza dei Clil. «Lo studio delle lingue - ha commentato Rossi - è una delle leve che vogliamo utilizzare per migliorare il nostro sistema scolastico, dobbiamo aumentare le competenze linguistiche della popolazione trentina, è un obiettivo strategico di questa amministrazione». 20 Trento TRENTINO GIOVEDÌ 27 FEBBRAIO 2014 i costi della politica » RIMBORSI DORATI 1 di Luca Petermaier ◗ TRENTO «Che effetto mi ha fatto leggere sul giornale quelle cifre? Beh, non un bell’effetto. Una certa sensazione di disagio c’è, inutile negarlo». Di ritorno da un incontro in val di Fassa al Comun General, il presidente della Provincia Ugo Rossi non si sottrae ad un commento sulla pubblicazione dei rimborsi previdenziali e dei vitalizi dei consiglieri provinciali e degli ex. Dopo aver concordato la linea ieri mattina con il collega altoatesino Arno Kompatscher, ieri Rossi ha annunciato che questa mattina in occasione dell’insediamento della nuova giunta regionale (di cui sarà presidente) proporrà la revisione della legge del 2012 che ha riformato i vitalizi: «E’ necessario - spiega il presidente affrontare fino in fondo la questione e verificare se è tecnicamente possibile ridurre la parte di versamento previdenziale che riguarda il passato». Rossi non nega che la riforma del 2012 - a regime - produrrà dei risparmi per il futuro. Il problema, però, sono le cifre del passato: «Sono cifre enormi che ci obbligano a un intervento». Il punto è: come incidere su quelli che sono (piaccia o no) diritti acquisiti? Un’idea Rossi già ce l’ha e non si tratta del solito contributo di solidarietà da applicare sulle maxi pensioni. No, l’idea di Rossi è quella di utilizzare direttamente lo strumento normativo, con una nuova legge o modificando quella del 2012 che ha eliminato i vitalizi ma ha attribuito ai consiglieri dei rimborsi da capogiro. «Come tutte le altre pensioni - spiega Rossi - anche quelle dei politici debbono essere legate a quanto si è versato. Purtroppo, per i vecchi consiglieri, questo non succede ed è proprio questo meccanismo a determinare molte di quelle cifre spropositate. La mia idea sarebbe di intervenire per eliminare quegli effetti moltiplicativi dei versamenti previdenziali, anche andando a toccare le somme già attribuite ai singoli consiglieri». Possibile farlo? La questione è delicata, ma a quanto pare l’unico modo per incidere sui vitalizi o sui rimborsi già maturati potrebbe essere quello di “bloccarne” una parte di quanto versato nel “fondo family”, il fondo istituito dalla Regione nel quale sono confluiti una parte (consistente) dei rimborsi previdenziali e dal quale i legittimi titolari non potranno prelevare un solo eu- «Vitalizi, che disagio Norme da cambiare» Rossi (che oggi diventerà presidente della Regione) annuncia: «Cifre che fanno effetto. Interverremo con legge per diminuire le pensioni passate» Fraccaro: «Legge incostituzionale La impugneremo» I VITALIZI DI ALCUNI POLITICI TRENTINI Beneficiari Importo lordo Importo netto Beneficiari Importo lordo Importo netto ANDREOTTI Carlo 4127,72 2862,58 MALOSSINI Mario 4127,72 2862,58 4127,72 2975,94 BETTA Claudio 4127,72 2865,67 MORANDINI Pino CHIODI Wanda 4127,72 2894,69 MOSCONI Flavio 4127,72 2926,46 COGO Margherita 4127,72 2979,37 MURARO Sergio 4127,72 2969,51 4127,72 2976,04 PINTER Roberto 4127,72 2862,28 DELLADIO Mauro TRENTO - «Il M5S apre la scatola di tonno anche in Trentino Alto Adige». Lo scrive in una nota il deputato Riccardo Fraccaro (nella foto). «Per la prima volta, grazie ad un’interrogazione presentata dal portavoce a 5 stelle Paul Köllensperger, i cittadini scoprono la verità sui vitalizi dei consiglieri di Trento e Bolzano. Si tratta di assegni d’oro che i politici si sono auto-intestati per sistemarsi vita natural durante e farsi beffe della crisi che attanaglia i cittadini. È bastata una legge ad hoc per partecipare in massa ad un gioco a premi dove si vince sempre, l’importante è partecipare: ecco a voi “Chi vuol essere milionario?”, la politica secondo la partitocrazia. Ma quella legge è incostituzionale dice Fraccaro - e noi la impugneremo». ro fino al 2018. In attesa di capire meglio come si muoveranno Rossi e Kompatcher, c’è da registrare l’assordate silenzio istituzionale che ieri ha accolto la pubblicazione dei vitalizi. Mentre i DOMINICI Caterina 4127,72 2982,69 ROMANO Francesco 4127,72 2927,16 FRONZA Bruno 8928,91 5141,69 TAVERNA Claudio 4127,72 2894,69 GRIGOLLI Giorgio 4127,72 2871,48 TONELLI Paolo 4127,72 2905,03 LEVEGHI Mauro 4127,72 2398,14 TRETTER Franco 10400,76 6393,84 MAGNANI Mario 4127,72 2979,37 VALDUGA GugIielmo 4127,72 2927,96 La Cgil: «Per noi andare dai lavoratori a chiedere sacrifici oggi è normale Dovrebbe essere normale anche per i politici rinunciare a una parte della pensione» Elisa Filippi: «Chi ha di più deve dare di più. Sulla base di questo principio facciamo un appello per introdurre un prelievo di solidarietà sul tfr dei consiglieri» Giulia Robol: «Mi impegnerò per rivedere l'attuale legge e chiederò ai consiglieri provinciali del Pd che destinino parte della loro indennità ad un fondo per l'emergenza sociale». cittadini protestavano furenti (basta leggere i commenti alla notizia sul nostro sito www. giornaletrentino.it) quasi nessuno tra le forze politiche ha preso posizione in merito. Gli unici commenti arrivati senza “sollecitazione” giornalistica sono stati quelli delle due candidate alla segreteria del Pd Elisa Filippi e Giulia Robol. Elisa Filippi spiega che «i dati resi noti rischiano di rendere plastica la distanza tra il mon- do della politica e quello della vita reale in cui vivono i cittadini. Sono convinta che dobbiamo dare un segnale: chi ha di più deve dare di più. Sulla base di questo principio facciamo un appello per introdurre un prelievo di solidarietà rispetto a tutti coloro che beneficiano del trattamento di fine mandato. Molto duro anche il commento di Giulia Robol: «Mi impegnerò per rivedere l'attuale legge eliminando i privilegi e mily” oltre ai 267 mila euro di bonus risponde: «Embè?». Embé??? E poi il presidente del consiglio provinciale di Trento, Bruno Dorigatti, che fa i distinguo (certo, gli attuali consiglieri avranno “solo” una integrazione pensionistica che oscillerà dagli 800 ai 2800 euro) e aggiunge: «Più di così non si poteva fare». Più di così non si poteva? Per i nuovi consiglieri ok, ma per gli ex non si poteva davvero fare di più, Dorigatti? L’avevamo scritto su questo giornale. Ne abbiamo fatto una campagna. Abbiamo insistito per mesi. Di più si poteva fare, molto di più. La crisi s’affacciava e questo giornale, con il direttore Alberto Faustini e con tutti i giornalisti, aveva chiesto ai consiglieri di ridurre una buona percentuale delle loro indennità. Per non perdere definitivamente il rapporto con i cittadini. Per non mangiarsi totalmente la credibilità. E adesso, aggiungiamo, per non mettere a repentaglio ulteriormente l’autonomia. Non tanto i principi dell’autonomia (quelli sono saldi), quanto le risorse dell’autonomia. All’epoca, meno di due anni fa, sulla pressione del nostro giornale arrivarono a fare dei ritocchini. Dei piccoli tagli. Indolori. Indolori per loro, s’è scoperto poi. E Vespa? A proposito. Raccolgo già da oggi scommesse su un “plastico dell’Autonomia”in un prossimo numero di «Porta a porta». INDIGNATI PER L’ATTACCO DI «PORTA A PORTA», MA SI PORTANO A CASA IL BONUS CONSIGLIERI, CHI LO SPIEGA ORA A VESPA? di Paolo Mantovan ◗ SEGUE DALLAPRIMAPAGINA Chi va a spiegare a Vespa che in questi giorni sono partiti 22 milioni di euro di “una tantum” e altri 31 sono pronti in cassa a favore di alcuni consiglieri in carica e di altri ex consiglieri? Chi glielo spiega che oltre ai contributi per la badante o ai danni da orso, in Trentino Alto Adige piovono milioni sui poveri ex consiglieri? Forse, prima che parta la seconda più pesante tranche di attacchi mediatici (certo, è sempre colpa dei giornalisti, stampa o tv, figuriamoci, sono loro che disegnano Jessica Rabbit, sono loro che fanno le caricature), è il caso che qualcuno spieghi a Vespa (e agli altri cattivoni) con dovizia di particolari il perché e il come si è arrivati qui, con centinaia di migliaia di euro (quando non un milioncino) nelle tasche di alcuni consiglieri in carica e di molti ex. è il caso di spiegarlo molto bene e, forse, è anche il caso di “chiedere scusa ufficialmente a Bruno Vespa”. Perché se c’è qualcosa su cui l’autonomia può affondare è proprio questo straordinario spot di “deviazione” delle risorse dell’autonomia. In un’epoca e in un’Italia in cui spuntano forconi, dove Grillo dice che con quel premier lì lui non è democratico, dove si attacca Renzi perché sarebbe un venditore di sogni, dove ogni giorno contiamo i posti di lavoro in meno, dove già ci definiscono “privilegiati per statuto”, ecco, proprio ora oltretutto, piovono dalle casse regionali questi milioni di euro. E c’è chi, come Mauro Delladio, dice: «Queste cifre fanno impressione anche a me. Ma tutti erano d’accordo con questa riforma». Tutti chi? O Mauro Minniti che al suo milione di quote sul “Fondo Fa- @paolomantovan ©RIPRODUZIONERISERVATA Trento GIOVEDÌ 27 FEBBRAIO 2014 TRENTINO Lorenzo Dellai, 572 mila euro Sergio Divina, 355 mila euro Roberto Bombarda, 167 mila euro Iva Berasi, 183 mila euro Nerio Giovanazzi, 836 mila euro Mauro Gilmozzi, 198 mila euro Franco Panizza, 576 mila euro Marco Benedetti, 685 mila euro Carlo Andreotti, 785 mila euro Wanda Chiodi, 565 mila euro Mario Malossini, 831 mila euro Roberto Pinter, 837 mila euro 21 1 Con quei soldi sparirebbe la tassa sulla prima casa La somma di 50 milioni destinata a vitalizi e pensioni dei consiglieri basterebbe anche per realizzare la funivia per collegare Trento al Bondone di Luca Marognoli ◗ TRENTO ,andando oltre, chiederò ai consiglieri provinciali del mio partito che destinino parte della loro indennità ad un fondo per l'emergenza sociale». Un appello all’etica dei politici giunge infine dai lavoratori chimici e tessili della Cgil: «Per il sindacato chiedere sacrifici ai lavoratori è scontato. Perché in una fase di difficoltà economica come questa anche i politici non dovrebbero sacrificarsi. Rinuncino agli arretrati». Togliere l’aliquota all’1 per mille sulla prima casa, costruire la biblioteca universitaria disegnata da Botta e poi spostata alle Albere per carenza di fondi, trasferire l’Iti Buonarroti e l’Itg Pozzo all’ex Italcementi. Oppure trasformare da materia da libro dei sogni in realtà la favoleggiata funivia del Bondone. I 50 milioni tra vitalizi e pensioni d’oro destinati ai consiglieri regionali basterebbero per realizzare interventi che, probabilmente, non vedremo mai a causa della stretta finanziaria imposta alle amministrazioni dal patto di stabilità o per evitare sacrifici in arrivo come nuovi prelievi fiscali sugli immobili. Sembrerà un inutile esercizio di stile, ma chiedersi cosa fare di quella somma che invece finirà sui conti correnti di 123 rappresentanti dei cittadini, aiuta a capire quanto valga effettivamente il tesoro che la “casta” si è autodestinato (prima di tagliarlo, ma solo per chi sarebbe venuto dopo, naturalmente). La biblioteca di piazzale Sanseverino, dalla spettacolare forma di un libro aperto e in grado di ospitare 500 mila volumi, sarebbe costata proprio quella somma, circa 50 É di 48 milioni di euro il gettito stimato per la tassa sulla prima casa milioni. Di poco inferiore (48 milioni) il gettito stimato per la tassa sulla prima abitazione e il costo del nuovo polo scolastico scientifico a Piedicastello (45 milioni). Di 30 milioni di spesa si parlava per la funivia che porte- rebbe trentini e turisti sul Bondone. Qui avanzerebbero pure alcuni milioni da utilizzare, magari, per fare qualche marciapiede in più. Oppure per pagare un numero maggiore di uscite notturne dei vigili urbani per preve- nire i raid ladreschi negli appartamenti (di cui si farà carico, a quanto pare, la Provincia). Il malloppo che porteranno a casa i consiglieri permetterebbe anche di evitare i tagli al bilancio provinciale annunciati da Ugo Rossi: 52 milioni di euro, pari all’1,1% della disponibilità finanziaria complessiva. Lorenzo Pomini, segretario generale della Cisl, avrebbe chiaro come investire risorse per far ripartire la crescita. «Rafforzerei per quanto possibile l'economia locale, richiamando imprenditori da fuori, che era una delle mission dell'Agenzia dello sviluppo rimasta incompiuta; in secondo luogo, farei un piano sociale di riqualificazione della nostra manodopera. Ne viene fatta già tanta di formazione, si intenda, ma metterei questo punto come ulteriore incentivo nei tagli Irap. Vorrei anche che l’attività dei nostri centri di ricerca si traducesse in applicazioni pratiche». Quanto a vitalizi e pensioni, il giudizio di Pomini è secco: «In nessun sistema pensionistico si restituiscono i contributi versati. Se io muoio, i miei vengono usati per le pensioni di altri. I politici fanno le riforme delle pensioni per i cittadini, ma a se stessi riservano regole particolari. Un’enorme contraddizione». 2 Tarolli: «Inaccettabile, Dorigatti si dimetta» L’ex segretario dell’Udc scandalizzato: «Non lamentiamoci se dicono che usiamo male l’autonomia» ◗ TRENTO L’ex consigliere Ivo Tarolli Non ritiene accettabili somme come quelle percepite dai consiglieri regionali Ivo Tarolli, che domenica ha partecipato al varo del movimento Italia Unica promosso da Corrado Passera. L’ex segretario dell’Udc arriva a chiedere le dimissioni del presidente Bruno Dorigatti e di quanti hanno avallato questo sistema di privilegi. Tarolli, lei non figura negli elenchi: ha già riscosso i vitalizi... Qualche mese dopo la mia uscita dal consiglio, nel novem- bre 1993, ho rinunciato al possibile vitalizio e mi sono fatto rimborsare l’anticipazione su quel fondo. Più volte mi hanno chiesto di entrare a far parte dell'associazione degli ex consiglieri ma non ho accettato perché non ci ho mai creduto, mentre invece faccio parte dell’associazione degli ex parlamentari. Quanto aveva percepito all’epoca? Non ricordo, saranno stati 40 – 50 milioni di lire per una legislatura non completa. Ma sono stato liquidato solo di quanto avevo versato. Vitalizi e pensioni d'oro per 50 milioni: difficile non parlare di privilegi. Sono sorpreso non tanto dal vitalizio, che fra l’altro adesso è stato tolto, ma dal quantum. Nel quale io, francamente, non mi riconosco. Stamattina mi telefona un amico romano, in ferie nella nostra regione, sorpreso e incredulo. Non dobbiamo lamentarci se vanno a Roma e dicono: hanno l'autonomia e la usano così. C'è poi il serafico Dorigatti, secondo cui non si poteva fare di più. Nella passata legislatura, durante un incontro di maggioranza, io chiesi di parlare di questo problema e solle- citai più coraggio: bisognava dare un segnale forte. Mi fu detto che avevano ottenuto un risparmio notevole. Ma se questo è il risultato, con tutta la stima che ho per Dorigatti, non è granché quello che hanno fatto. C'è chi riceve più di un milione di euro. Cifre impressionanti, non crede? Non invidio il presidente della Regione Moltrer, perché ho letto nelle sue parole trasparenza ma anche tanto imbarazzo. Ci vuole un po’ di sobrietà, niente di più. Non pauperismo: i meritevoli vanno premiati, ma senza esagerare. Con tutte le buone intenzioni è difficile scorgere in questo sistema qualcosa di equilibrato e tanto meno di virtuoso. Ci sono situazioni analoghe fuori dalla nostra regione? Non ho mai sentito che si sia fatta una riforma, cercando di regolamentare il futuro ma liquidando il passato in questo modo. Come si può spiegare questo sistema a un cittadino che guadagna 1.500 euro al mese o è disoccupato? Non è che si debba spiegare, bisogna disapprovare. É stata una decisione politica concordata. Dorigatti, come tutti coloro che hanno concorso a stendere il testo, dovrebbero dare le dimissioni dal ruolo che rivestono. O ci dicono che non sapevano quali sarebbero stati gli effetti, oppure quelle decisioni così sagge non lo erano. (l.m.) ■ e-mail: [email protected] Rovereto TRENTINO GIOVEDÌ 27 FEBBRAIO 2014 ■ Indirizzo BorgoS.Caterina,9-Rovereto ■ Centralino 0464/421515 ■ Fax 0464/434020 25 ■ Abbonamenti 0471/904252 ■ Pubblicità 0464/432499 ■ RadioTaxi 0464/480066 » Rovereto «ripudia» la Comunità di Valle AMMINISTRAZIONE LA CITTÀ ALZA LA TESTA 1 Mozione unanime del consiglio: la legge va riformata garantendo al comune autonomia di scelta e gestione dei servizi ◗ ROVERETO Che Rovereto nei paletti della Comunità di Valle come disegnata dalla riforma attuata tre anni fa ci stia stretta, non è una novità. La novità è che ora il consiglio comunale ha messo nero su bianco quello che pensa e che chiede, in vista della riforma istituzionale a cui si sta lavorando. E brutalizzando il concetto, chiede di vedere riconosciuta, al pari di Trento, la propria autonomia. Anche come motore e propulsore a vantaggio degli altri comuni lagarini, ma prima di tutto in considerazione di una differenza che è sostanziale e concreta: per popolazione, peso economico e culturale, organizzazione consolidata e tradizione, Rovereto non può che essere considerata diversamente dai comuni limitrofi. E non può essere subordinata ad un ruolo gestionale della Comunità di Valle che la mortifica, visto che il suo peso in quell’organismo è pari a quello di qualsiasi altro dei 17 comuni che ne fanno parte. La mozione originaria era stata presentata da Ciro D’Antuono. Prima della trattazione in aula, è stata fatta propria in seguito ad emendamenti non sostanziali dal sindaco stesso. E nella stesura che si deve a Miorandi è arrivata in aula. Le premesse partono dalla legge provinciale del 2006, che definendo gli ambiti amministrativi delle Comunità di Valle ne ha fatto anche «bacini ottimali» per l’erogazione di servizi. Demandando quindi alla Comunità di Valle il compito di erogare servizi a cittadini ed imprese per tutta l’area di propria competenza. Una approssimazione che applicata ai casi concreti pecca a volte per eccesso e a volte per difetto. Nel caso della gestione di ciclo idrico e rifiuti, per esempio, l’ambito che consente delle economie di scala secondo Rovereto è quello che unisce Rovereto e Trento, con la possibilità di estendere la gestione anche agli altri comu- ni lagarini e non. Inoltre Rovereto esercita storicamente un ruolo di «centro» per la Vallagarina, come elaboratore di strategie economiche, sociali, culturali e come fornitore di servizi (in campo economico, formativo e dell’istruzione, dello sport, della sanità e assistenza) a vantaggio di tutta la comunità lagarina. E’ un dato di fatto, come innegabile è che per la sua natura di comune-città, Rovereto abbia esigenze diverse rispetto ai comuni che la circondano. Per questo la direzione in cui la riforma istituzionale va orientata è quella di riconoscere a Rovereto questa peculiarità e necessità di autonomia. Garantendogli la «diretta potestà amministrativa a livello locale» e un ruolo da pari nel confronto con la Comunità di Valle nell’impostazione condivisa della pianificazione economica ed infrastrutturale a livello sovracomunale. (l.m) ©RIPRODUZIONE RISERVATA ‘‘ IL sindaco miorandi Abbiamo la metà della popolazione della Vallagarina e da sempre forniamo servizi a tutta la comunità. Non si può non tenerne conto La sede della Comunità di Valle: Rovereto non accetta di essere trattato come un Comune qualsiasi (F. Festi) l’attacco jus soli Tomazzoni: «Un bilancio privo di idee e di speranza» «Minigiunta strumentalizzata» ◗ ROVERETO «Un bilancio privo di idee, ri riferimenti al futuro. Senza una visione, una idea, un aprospettiva. E quindi senza alcuna speranza». Maurizio Tomazzoni boccia il quarto bilancio dell’amministrazione Miorandi come «il più deludente dei quattro già deludenti finora uditi». Il sindaco che in aula si è diffuso in cifre a rivendicare con orgoglio i tagli alla spesa corrente - dice Tomazzoni senza per questo aver ridotto i servizi nè aumentato le tariffe. Come se questo potesse essere elemento qualificante del bilancio di una città e più ancora di una città che vuole affronta- re la crisi. Per Tomazzoni non una parola è stata spesa per Manifattura Domani, di cui non si sa che stia facendo, nè per il polo della Meccatronica, che rivoluzionerà Sacco e San Giorgio ma in previsione del quale non si prevedono infrastruttore. Ma nemmeno si è spesa una parola per la cultura, sulla quale Rovereto ha speso moltissimo in risorse e in credibilità. Nè per Mart e Museo della Guerra, eccellenze a livello nazionale che rimangono isolate rispetto alla città. Solo cifre vuote, lamenta Tomazzoni, e nulla di quello che si chiama politica. Come se amministrare fosse solo fare attensione alla cassa. Di buono c’è che chiede «borse, scarpe, cinture, indumenti e biancheria» in buono stato. Fuor di metafora, abiti vecchi che il cittadino medio sarebbe al contrario costretto a portare a proprie spese fino al Crm. Ma è l’unica parte positiva di una iniziativa sulla cui trasparenza si sono spesso sollevati grossi dubbi, mai fugati. Oggi gli incaricati del PdP (Partito dei Poveri, non Paperon dei Paperoni) passeranno in città a raccogliere, appunto, quello che i roveretani vorranno donare alla «causa». Causa sulla quale i volantini appesi sugli ingressi nei giorni scorsi sono rimasti molto criptici. Il consigliere Francesco Volani ha chiesto all’assessore Daicampi se l’iniziativa sia legittima e autorizzata, se si conosca la filiera dell’operazione, se nel caso finiscano per rimanere sacchi di abiti/rifiuti in giro si integra il reato di abbandono di rifiuto. Daicampi risponde che le iniziative del «Partito dei Poveri» sono già state oggetto in molte parti d’Italia dell’attenzione dei carabinieri. Non se ne sa molto, ma comunque i vigili urbani sono avvertiti e vigileranno oggi compiendo tutti i dovuti accertamenti. ◗ ROVERETO L’intervento del Minisindaco Sopravviva la sua immagine nella memoria di quanti l'ebbero cara. L’occhio dei vigili urbani oggi sul «Partito dei Poveri» ◗ ROVERETO Plotegher e Angeli chiedono di non portare la politica a scuola Si è spenta serenamente GIOVANNA SEMENZIN in BERTI di anni 93 Ne danno il doloroso annuncio il marito Giovanni Battista, figli Antonio e Corrado, le nuore Francesca e Margherita, il nipote Andrea, i fratelli Angelo, Annamaria, Lina e Luisa, le cognate, i nipoti e parenti tutti. ROVERETO, 25 febbraio 2014 I funerali avranno luogo giovedì 27 febbraio alle ore 14.00 partendo dalla Chiesa del Suffragio per il cimitero di S. Maria. Un sentito ringraziamento al Personale tutto della Casa di Soggiorno di Via VannettieallecaresignorePaola,MarcelaeOrnellaperlapremurosaassistenza. Due posizioni opposte, figlie di culture diverse. Non hanno gradito, Plotegher e Angeli, l’entrata a piedi uniti della Minigiunta del Carnevale su un tema così delicato e politico come la cittadinanza ai figli degli immigrati. Ma dire che il loro è un no politico farebbe torto alla serietà del loro ragionamento. Che va oltre lo specifico tema per porre un problema diverso: un bambino che parla di interculturalità, jus soli, integrazione, sa di cosa parla o legge quello che gli hanno detto di scrivere? In altre parole, non c’è il rischio di una strumen- talizzazione o addirittura del plagio nel porre temi politici di questa rilevanza nelle scuole prima e nel carnevale poi? Si possono affrontare temi politici a otto anni in modo consapevole? La loro risposta è no, e quindi chiedono che i bambini siano lasciati bambini e non strumentalizzati. Per il sindaco, che ha risposto alle loro domande di attualità, al contrario i bambini colgono con semplicità e concretezza i temi della nostra vita. E che li pongano è una ricchezza. Come una ricchezza da tutelare è comunque da sempre la totale autonomia totale del Carnevale di Rovereto e di chi lo organizza. Nessuno muore sulla terra finché vive nel cuore di chi resta. Dopo lunga malattia è mancato all'affetto dei suoi cari FRANCESCO FUCARINO di anni 69 Addolorati lo annunciano la moglie Mara, i figli Giangaspare e Sara con Ivan, gli adorati nipoti Ginevra e Filippo, la mamma Sara, il fratello,le sorelle e i parenti tutti. Marco, 25 febbraio 2014 I funerali avranno luogo venerdì 28 febbraio alle ore 14.00 nella chiesa parrocchiale di Marco per il cimitero omonimo. Il Santo Rosario sarà recitato giovedì 27 febbraio alle ore 19.30 nella chiesa parrocchiale di Marco. La camera ardente è allestita presso il cimitero di Santa Maria. Un sentito ringraziamento al personale medico e paramedico dei reparti di Radioterapia e Oncologia dell'ospedale Santa Chiara di Trento per le amorevoli cure prestate. Non fiori ma opere di bene. La presente serve di partecipazione e ringraziamento. LA PRESENTE SERVE QUALE PARTECIPAZIONE DIRETTA E RINGRAZIAMENTO Numero Verde 800.700.800 ACCETTAZIONE TELEFONICA NECROLOGIE ALTO ADIGE ATTIVO TUTTI I GIORNI DALLE 10 ALLE 20 PAGAMENTO TRAMITE CARTA DI CREDITO: VISA, MASTERCARD, CARTA SÌ 26 Rovereto TRENTINO GIOVEDÌ 27 FEBBRAIO 2014 Cena solidale e concerto per Kamenge ◗ ROVERETO Il gruppo dei Risentiti che suonerà a sostegno dell’associazione Spagnolli Mentre in Italia eravamo alle prese con l'ennesima crisi di governo, in Burundi c'è stata una gravissima alluvione, che ha causato 89 morti. Quasi nulla è stato riportato sulla stampa nazionale, la sciagura ha però coinvolto anche il centro giovani di Kamenge, che per cinque anni ha ospitato alcuni ragazzi di Rovereto, partecipanti al corso "Giovani solidali". E sono proprio loro ad organizzare, venerdì sera, la cena solidale in sala Cristina, e un concerto sabato in Filarmonica. I due appuntamenti, promossi in collaborazione con l'associazione Spagnolli Bazzoni, serviranno a raccogliere fondi da destinare alla popolazione del paese africano, per far fronte all'emergenza. Oltre agli 89 morti (molti bambini) ci sono migliaia di famiglie rimaste senza casa. É proprio il caso di dire che "piove sul bagnato", frase che è stata ripresa per intitolare il ciclo di appuntamenti solidali proposti per aiutare la popolazione africana. Nel cuore del quartiere di Kamenge c'è il centro giovani, dove hanno operato per cinque anni, per un periodo di tre settimane, i giovani roveretani partecipanti al progetto Giovani solidali. Alcuni di loro (Laura, Myriam, Simone, Veronica) si recheranno, ad inizio marzo, in Burundi. Servono però fondi per aiutare. Si può contribuire partecipando alla cena di venerdì; cucina lo chef di tanti Kanga Dei, Guerrino, il quale ha in serbo un menù speciale ed a tema. Si può prenotare scrivendo a gigliola.barocco@ gmail.com o chiamandola allo 0464 409051. Sabato 1 marzo tocca alla musica; in questo caso a proporre l'evento è la sezione Aism, si esibiranno in sala Filarmonica gli Aironi (Franco Marisa, Franco Cortesi, Enrico Barozzi, assieme a Valeria Mattei, Enrico Giuliani, Carlo Berti) ed i Risentiti (Oscar Cordioli, Max Cavalieri, Vito Zandonati, Claudio Zucchelli). Il concerto avrà inizio alle 20.30. (m.s..) 1 Niente Ztl: l’assessore si impegna e firma Sì della circoscrizione ai lavori in via Paganini , ma con un impegno scritto per evitare un nuovo “caso” via Tartarotti di Paolo Trentini ◗ ROVERETO Leone Manfredi garantisce il passaggio delle automobili e la Centro approva il progetto di rifacimento di via Paganini. La possibilità concreta di una zona a traffico limitato sulla via una volta terminati i lavori di palazzo Balista aveva messo in allarme i consiglieri della circoscrizione Centro. Al momento della presentazione del progetto avvenuta nell'ultimo consiglio, la gran parte dei consiglieri pur apprezzando il disegno elaborato dai tecnici comunali aveva manifestato tutta la propria preoccupazione circa l'eventuale chiusura della strada. Alla base delle proteste dei consiglieri il rischio per le attività di soffrire ulteriormente la morsa della crisi una volta chiusa la strada e da qua la possibilità concreta di un loro trasferimento altrove se non di una chiusura. Anche per di evitare una nuova "via Tartarotti", a seguito di una richiesta scritta da parte del presidente Giuseppe Zenato l'assessore ai lavori pubblici Manfredi ha inviato una dichiarazione firmata dove afferma che via Paganini rimarrà aperta al traffico fin quando l'attuale amministrazione rimarrà in carica. Una nota di poche righe che ha avuto l'effetto di rassicurare quasi Manfredi: «Fino a quando questa giunta rimarrà in carica le auto potranno passare» ROVERETO. La zona a traffico limitato in via Paganini non è prevista dall'amministrazione. Parola di Leone Manfredi che ci mette la faccia firmando la lettera di impegni e rassicura: «La Ztl non è prevista mentre invece rimarranno le funzionalità per i servizi economici. Nell'ultimo incontro il presidente Zenato aveva richiesto una risposta scritta in merito alla viabilità della via e come da accordi ho firmato una dichiarazione in tal senso e fin quando questa giunta rimarrà in carica la strada rimarrà regolarmente aperta. Per quanto riguarda gli arredi e i posti auto, una volta terminati i lavori affronteremo il problema e si deciderà dove piazzare gli stalli per il carico e scarico delle merci, durata e posizione degli altri parcheggi. Forse alcuni spariranno se si deciderà spostare l'entrata dell'asilo, ma anche in quel caso tutto è rimandato al termine del cantiere per valutare in maniera migliore la collocazione più idonea». (pa.t.) Il rendering della “nuova” via Paganini: anche dopo i lavori la strada non sarà chiusa al traffico tutti i consiglieri. Al momento della votazione tutti hanno espresso parere favorevole, eccetto i consiglieri Guidi e Pellini (Pdl) i quali non sono rimasti convinti delle parole dell'assessore in tema di parcheggi e si sono astenuti. Amministrazione e circoscri- zione sono concordi sul non trasformare la via in un parcheggio, ma di consentire la sosta ai mezzi a servizio delle attività commerciali per il carico e scarico delle merci e soltanto una breve fermata per chi ha necessità di fare acquisti. Gli stalli di colore azzurro o arancio in ogni modo saranno decisi di comune accordo una volta terminati i lavori nell' obiettivo di trovare una soluzione condivisa. Alcuni potranno sparire se si decidesse di trasferire l'entrata dell'asilo da corso Rosmini a via Paganini. Allo stesso modo tutti gli arre- di e gli abbellimenti del caso saranno installati una volta terminati i lavori. Rimangono invece intatti gli alberelli piazzati lungo la strada con lo scopo di rallentare la velocità e incanalare le macchine in un percorso che possa essere più sicuro per i pedoni. In tema di si- curezza saranno eliminati i marciapiedi alla stregua di quanto avvenuto in via Tartarotti, per la gioia dei residenti costretti a prestare molta attenzione al momento di entrare o uscire con le auto dalle loro abitazioni. ©RIPRODUZIONERISERVATA 32 Rovereto ❖ Vallagarina TRENTINO GIOVEDÌ 27 FEBBRAIO 2014 1 Martinelli Trasporti e quelle buste paga con il “segno meno” La denuncia dei Cobas: «L’ennesimo schiaffo dell’azienda ai lavoratori. Ora chiediamo che qualcuno intervenga» di Paolo Tagliente ◗ ROVERETO Della battaglia che i lavoratori della Martinelli Trasporti stanno portando avanti da molti mesi per riuscire finalmente ad avere gli stipendi del periodo compreso tra luglio e settembre dello scorso anno non si parla quasi più. La situazione, infatti, appare congelata. Ma è soltanto un’apparenza e ora i Cobas denunciano quello che ritengono l’ennesimo sopruso compiuto dall’azienda nei confronti dei dipendenti. «Le buste paga arrivate ad un nutrito numero di camionisti e relative alla mensilità di gennaio – spiegano Antonio Mura e Giovanni La Spada della confederazione Cobas – hanno dell’incredibile. Calcolate senza alcun criterio logico, in alcuni casi riportano il segno meno. Secondo l’azienda, insomma, è il lavoratore ad essere in debito». Va ricordato che, grazie al denaro anticipato da Confidi, è stato possibile pa- IL CONCORDATO PREVENTIVO Mistero fitto sulla decisione del giudice ALA. Oltre alle buste paga “anomale” a fare arrabbiare lavoratori e Cobas c’è il silenzio più impenetrabile seguito al 16 gennaio, giorno in cui il giudice avrebbe dovuto pronunciarsi sulla richiesta di concordato preventivo, Condizionale obbligatorio perché su quella decisione, a quaranta giorni di distanza, non si sa ancora nulla. «L’azienda tace – attaccano i Cobas - la Provincia non sa, in tribunale non dicono. I lavoratori e le loro famiglie vogliono sapere cosa accade. Hanno diritto di saperlo» gare la cassa integrazione ai camionisti. «Ma l’azienda – proseguono – continua con il suo atteggiamento sprezzante, in spregio a qualsiasi regola e irridendo a istituzioni come la Provincia, che sembra non aver alcun potere». Ma per spiegare cosa è accaduto Mura e La Spada mostrano alcuni dei cedolini arrivati ai lavoratoi. Ad uno, ad esempio, su 22 giorni lavorativi , vengono attribuite 16 giornate di “assenza non retribuita”, cinque di sciopero, anche se in una dichiarazione lo stesso autista dichiara di averne fatti due, e una serie di trattenute varie per la bella somma complessiva di 1895 euro, che sottratti ai 1793 euro di stipendio base portano il lavoratore a un segno negativo di 102 euro. «Come abbiano calcolato l’assenza non retribuita e i giorni di sciopero resta davvero un mistero. Una cosa è certa: tutto questo è semplicemente vergognoso». Ma ci sono buste ancora più “strane”. Ce n’è una, ad I lavoratori della Martinelli e i Cobas: adesso l’azienda manda anche buste paga con il segno negativo esempio, in cui al lavoratore viene riconosciuta una retribuzione per otto giorni di lavoro pari a 663 euro, ma nella voce successiva si parla di “assenza non retribuita” di otto giorni per una cifra complessiva di 663 euro. La seconda somma, quindi, azzera la prima. «Ancora più assurdi – rivelano – sono i 342 euro lordi versati al dipendente per un solo giorno di malattia. In primis perché i giorni di malattia reali erano quattro, in secondo luogo perché quei 342 euro, che rappresentano il 50 per cento del versamento Inps, sono fuori misura e non trovano giustificazione alcuna. Alla fine, la paga mensile è di 312: cifra errata di cui l’Inps prima o dopo chiederà conto al lavoratore, non certo all’azienda». A chiedere che sia fatta luce sui criteri con cui vengono preparate le buste paga, invece, sono i Cobas. «Siamo saliti a Trento e abbiamo denunciato questa cosa al Servizio lavoro, che ha avviato un’indagine e oltre 40 "Driver A" a contendersi il successo finale. Su tutti Giuliano Canè su Lancia Ardea, Andrea Vesco il quale avrà l'onore del numero 1 sulle fiancate in quanto a bordo della vettura più anziana: la Fiat Siata 514M del 1930. Potranno dire la loro anche Giordano Mozzi, Fortin, Salviato, Fontana e molti altri. Si potranno osservare alcune delle vetture storiche più affascinanti dal 1930 in poi come le Fiat 508 Sport, la Siata 514M, la Lancia Aprilia, la Austin Healley e le più moderne Giulietta Sprint, Lancia Fulvia, Porche 911 e 356. Le macchine si potranno osservare già domani sera dalle 20 alle 22 quando si svolgeranno le verifiche. La prima autovettura partirà invece sabato alle 10 dall'hotel Nerocubo con la prima sfida di precisione. Il regolamento di questo tipo di gare prevede che le autovetture transitino ai punti di controllo il più vicino possibile (si parla di centesimi di secondo) all'orario stabilito in precedenza. Dall'albergo i concorrenti si muoveranno lungo le strade che portano al Soardi Center di Loppio, in località Mala a Nago e quindi arriveranno all'hotel Lido di Ledro dopo essere passate per Tenno. Dopo il pranzo la carovana prenderà la via del ritorno e affronterà alcune prove divertenti come quelle al kartodromo di Ala, quelle negli spazi della protezione civile di Marco e quindi il primo passaggio in corso Bettini di fronte al Mart tra le 16.20 e le 19.15. Terminata anche questa fase le auto torneranno al kartodromo non prima di aver fatto tappa alla cantina di Vivallis di Brancolino e termineranno la loro corsa all'hotel Nerocubo intorno alle 18.30, Due ore più tardi si svolgeranno le premiazioni. (pa.t.) chiesto la documentazione all’azienda. A quaranta giorni dalla nostra segnalazione, però, il problema non è stato risolto. Ma non è finita qui. Noi chiediamo che qualcuno intervenga sull’azienda e controlli cosa fare e, nel frattempo, stiamo valutando anche se inoltrare una segnalazione all’ordine dei commercialisti per stigmatizzare il comportamento dello studio che prepara le buste per Martinelli». ©RIPRODUZIONERISERVATA kermesse a quattro ruote Cento rombanti signore sfilano per la Vallagarina ◗ ROVERETO La presentazione della 21ª coppa Città della Pace (foto Matteo Festi) Cento auto storiche tra cui alcuni pezzo da museo in "parata" a Rovereto e in Vallagarina. Sono le vetture partecipanti alla 21esima edizione della coppa Città della pace, gara di regolarità per auto storiche e moderne valevole come prima prova del Campionato Italiano 2014. La manifestazione è organizzata dall'Adige Sport ed è considerata uno tra gli appuntamenti più importanti in Italia, tanto che in gara ci saranno 25 tra i migliori piloti italiani e L’INCONTRO Incidenti infantili: come prevenirli ROVERETO. È una lezione su un tema particolarmente molto interessante quello n programma stasera, a partire dalle 20.30, all’Urban Center di Corso Rosmini. Nell’ambito degli appuntamenti con la Family School, il dottor Ermanno Baldo e la dottoressa Valentina Fiorito parleranno de «La prevenzione degli incidenti in età pediatrica». Questo tipo di infortunio, infatti, sono la causa principale di morbilità e mortalità dopo il primo anno di vita. I due medici daranno consigli su come prevenirli, si discuteranno dati e conoscenze disponibili. I genitori potranno approfondire e porre questiti agli esperti. Val di Non ❖ Val di Sole GIOVEDÌ 27 FEBBRAIO 2014 TRENTINO Orgoi Nones, la presentazione a Casez ◗ CASEZ Caterina Dominici, presidente dell’associazione Orgoi Nones Domani, ore 20.30, all'Hotel Casez, presentazione dell'associazione “Orgoi Nones” con tesseramento 2014 e confronto e dibattito sulle problematiche attuali e di prospettiva della valle di Non. «Abbiamo deciso di fare questo convegno l'ultimo giorno di febbraio, quindi nella notte che introduce a l “trato marzo”, data evocativa ed emblematica per la chiamata a raccolta del popolo noneso», afferma la ex consigliera provinciale Caterina Dominici, che di Orgoi Nones è la nuova presidente. A contorno della serata anche un ricco rinfresco, che di questi tempi non guasta. Il “trato marzo” è una tradizione che - come scrive l'antropologo Cesare Poppi - un tempo era diffusa in tutto il Trentino e presente con varianti significative in tutto l'arco alpino. Tale rito si ricollega alle feste celebrate nell'antica Roma alle calende di marzo, mese che apriva l'anno romano. Le prime tre sere di marzo, o le ultime due sere di febbraio e la prima di marzo, i ragazzi si riunivano nelle alture sovrastanti i paesi e lanciavano epiteti relativi ad accoppiamenti tra gli abitanti del paese che possono inverosimili, possibili o presunti. Tradizionalmente i protagonisti sono i coscritti dell'anno, i giovani giunti alla maggiore età, per i quali il "Trato marzo" si configura come una 47 sorta di rito di passaggio nell'età adulta. Seppur vietato nei secoli passati dal Principa vescovo di Trento per il suo carattere irriverente e scanzonato verso il potere costituito, il “trato marzo” è sopravvissuto in particolare nei borghi più defilati delle valli trentine. Nel 2012 il “trato marzo” è stato riproposto dal coro Maddalene di Revò con un brano armonizzato (1989) dal maestro A. Franceschini e ora la ex preside Dominici lo vuole rilanciare come occasione per rivendicare verso l'autorità centrale (la Provincia, che non ne sente ragione) il riconoscimento di ladinità per i nonesi. (g.e.) 1 La libreria di Marianna sfida la crisi Coredo, la nuova attività aperta in centro: «Io controcorrente e alternativa ai grandi magazzini, la carta non è morta» di Paolo Forno ◗ COREDO Ogni tanto capita di sfatare qualche luogo comune. Meno spesso accade di smentirne tre in un colpo, raccontando la storia di un grande sogno che si realizza. Viviamo in un’epoca in cui i giovani non riescono a lavorare, l’imprenditorialità femminile è ancora poco diffusa e il libro in formato cartaceo è ormai soppiantato dagli e-book? Incontrando Marianna Frasnelli sembrerebbe di no. Nonesa, classe ’87, un sorriso contagioso e carattere da vendere. Dopo essersi imbattuta in tutti i problemi che un giovane incontra nel mondo del lavoro precario, ha deciso di reagire e dare vita ad un progetto tutto suo. E così è nato “Il Sognalibro”, una libreria aperta da poco nel centro storico di Coredo. Varcando la soglia del piccolo negozio si ha l’impressione di fare un passo indietro nel tempo e riscoprire quella magica atmosfera che i moderni centri commerciali non riescono certo a trasmettere. «Il rapporto diretto che si instaura con i clienti – esordisce la giovane Marianna, residente nella frazione di Mollaro del limitrofo comune di Taio - è una delle caratteristiche che ho voluto dare a questa attività. Chi ama il mondo dei libri, quasi sempre, ha voglia di prendersi il tempo di fare due chiacchere e confrontarsi con chi gestisce l’attività. Un approccio assolutamente diverso rispetto alla freddezza dei grandi magazzini o addirittura degli anonimi acquisti online». Ma come nasce questo progetto? «Inutile nascondere che sono sempre Marianna Frasnelli (sotto e nella foto sopra con due clienti), in basso l’ingresso di Sognalibro stata una grande lettrice, ma il mio percorso di studi non ha seguito certo questa mia passione. Sono perito agroindustriale e dopo il diploma ho studiato erboristeria per un paio d’anni. La necessità di la- vorare mi ha però portata a fare l’impiegata per quattro anni, ma la precarietà del mondo del lavoro mi ha lasciata a piedi e l’esperienza successiva non è certo andata meglio. Chiaccherando con un’amica mi sono detta: inutile piangersi addosso, se il lavoro non c’è bisogna crearselo!». E così l’idea di aprire un negozio di libri nel quale si trova un po’ di tutto, dai romanzi alle ricette di cucina, dai libri marketing solidale Gli imprenditori sponsorizzano il mezzo per Gsh ◗ CLES Un segnale di vicinanza e di compartecipazione dell'impresa al mondo del disagio sociale per sottolineare l'interdipendenza che lega la socialità all' economia e alla solidarietà. Questo il significato, secondo l'assessore comunale di Cles alle Politiche sociali Giusy Gasperetti, del progetto “Mobilità gratuita” della società “Europa Servizi Spa di Milano che, con il patrocinato dal Comune di Cles, mette a disposizione di Gsh Cooperativa Sociale Onlus un mezzo attrezzato per i trasporti “sociali”. A pagare il servizio, con le sponsorizzazioni raccolte in valle dalla società milanese, saranno gli operatori economici della borgata che aderendo all'iniziativa legheranno il logo della loro attività ad una servizio sociale, il tutto con ampia visibilità. Ieri a Cles, nella sede di Gsh, la presentazione dell'iniziativa con intervento dei rappresentanti di Europa Servizi Spa, del presidente di Gsh, Michele Covi, e dell'assessore Gasperetti. Il mezzo che verrà messo a disposizione della cooperativa sociale è un Fiat Doblò, con caratteristiche tecniche che lo rendono idoneo a trasportare 4 passeggeri oltre all’autista (passo lungo e tetto alto), completamente attrezzato per questa tipologia di trasporti, con elevatore omologato a norma di legge per il trasporto di sedia a rotelle. Il finanziamento del progetto, con la conseguente attivazione del servizio, sarà possibile come detto grazie agli spazi di pubblicità sulla carrozzeria del Doblò che gli imprenditori di Cles potranno affittare per la promozione del marchio aziendale. «Non è un'operazione di pura solidarietà ma di marketing comunque solidale perché lega il mondo dell'impresa ad una servizio sociale altamente utile per tante persone che hanno problemi di mobilità», ha sottolineato Covi. L'iniziativa presuppone l'adesione di aziende «sensibili» in un numero sufficiente, altrimenti il progetto non si farà. «Ma siamo partiti con il piede giusto, già all'annuncio un' azienda della borgata si è subito fatta avanti ed ha sottoscritto la sponsorizzazione, adesso ne aspettiamo altre», ha detto Omar Palazzani, funzionario di Europa Servizi Spa. La società – ha spiegato - ha già in essere, a livello italiano oltre 250 contratti di questo tipo ed una mezza dozzina anche in Trentino. Per le aziende interessate ad acquistare questi spazi di solidarietà mobilie è a disposizione il numero verde 800236482. (g.e.) per bambini ai prodotti dell’associazione Libera. «L’idea iniziale era quella di dar vita a un’erboristeria –rivela Marianna- ma l’investimento era troppo oneroso e il rischio troppo alto. Quindi ho dato retta al mio cuore che mi suggeriva questa strada e in tempi relativamente brevi ho aperto questa attività cercando di soddisfare le richieste di tutti i tipi di lettore». “Il Sognalibro” in centro storico è aperto da meno di un mese, ma già nell’agosto del 2013 Marianna aveva avviato l’attività in una struttura più defilata. «Inizialmente avevo optato per un posto più periferico, ma nonostante il successo iniziale dettato anche dalla presenza di turisti a Coredo nel periodo estivo, ho capito subito che avrei dovuto trovare una posizione più centrale per lavorare meglio. Non volevo comunque abbandonare Coredo, un paese che ho sempre amato». La domanda sorge spontanea: ma è davvero così forte la crisi della carta stampata? «In realtà –afferma Marianna- il libro rimane ancora uno dei principali articoli da regalo, e questa è già una buona base. Poi c’è da dire che gli amanti del cartaceo non sono affatto spariti, soprattutto tra le persone di età avanzata. Certo non è il momento più roseo per avviare un’attività, ma questo vale per molti altri settori». Domandona finale: sei felice di aver fatto questa scelta? «Si –risponde sicura Marianna- nonostante ci siano anche dei momenti difficili ho dimostrato anzitutto a me stessa di potercela fare e questo è il traguardo più grande». ©RIPRODUZIONE RISERVATA IN BREVE CLES Candidati del Pd a confronto ■■ Questa sera alle 20 e 30 presso la Sala ex Filanda, in via delle scuole a Cles, confronto pubblico tra i candidati alla segreteria provinciale del Pd Elisa Filippi, Giulia Robol e Vanni Scalfi. TUENNO Infiammazioni e rimedi naturali ■■ Domani alle 20 e 30 presso la biblioteca comunale (Casa Grandi) “Le Patologie Infiammatorie”, rimedi naturali, alimentari e controindicazioni con associazioni a farmaci di sintesi. Relazione Margherita Decarli, professionista Phytoitalia e fitoterapista. Partecipazione libera e gratuita. Organizza il Comune con la biblioteca. (g.e.) COREDO Giovedì grasso in piazza ■■ Oggi per giovedì grasso pranzo tipico in piazza con gnocchi in piazza della chiesa a cura del Comune con i Vigili del Fuoco e Donne Rurali. E alle 17 ( in replica domenica sempre ad ore 17) presso la palestra delle ex scuole elementari, “C'era una favola … il lupo e i 7 capretti” che ha come attori il personale e i genitori dei bambini della scuola parrocchiale dell'infanzia. Ingresso libero. (g.e.) Valli Giudicarie ❖ Val Rendena GIOVEDÌ 27 FEBBRAIO 2014 TRENTINO di Ettore Zini ◗ SPIAZZORENDENA Il Poli arriverà a Spiazzo pagando un “pegno” minore, di quanto avrebbe voluto l’amministrazione comunale. Mentre la Cooperazione rendenese che ha fatto di tutto per mettere i bastoni tra le ruote a un concorrente come il colosso trentino dell’alimentazione, proprietario di 64 punti vendita, avrà di che lambiccarsi per contrastare - questa volta sul campo e non più nelle aule dei tribunali - il gruppo Poli, che già entro l’anno aprirà un punto vendita in val Rendena di 800 metri quadrati. I permessi ci sono e i progetti sono già passati al vaglio della commissione edilizia. Quindi entro pochi mesi il supermercato Poli sbarcherà nel cuore della Rendena, sparigliando i progetti della locale Famiglia Cooperativa, già in fibrillazione per la temibile presenza sul mercato con l’apertura del Supermercato Despar, a Tione. Prende un risvolto completamente diverso la vicenda, iniziata vent’anni fa con l’acquisto, da parte del Poli di Trento, dei capannoni dell’ex Ille: un’area industriale dismessa di 20 mila metri quadrati, dove il gruppo alimentare avrebbe voluto, già allora, aprire un proprio punto vendita, osteggiato dalla Cooperativa di Pinzolo. Solo il 24 maggio scorso il Tar di Trento aveva “stoppato” le velleità della ditta Poli, annullando i progetti di variante per l’insediamento di una superficie di 1.250 metri quadrati, e mandando in fumo progetti di riqualificazione dell’area, per cui tra l’altro il 1 Ex Ille, sì al negozio Poli ma con spazi inferiori Spiazzo Rendena, passa in aula il progetto dell’area, dopo la bocciatura del Tar Il supermercato sarà di 800 metri quadrati (sui previsti 1.250), l’asilo su 3.400 Il consiglio comunale di Spiazzo ha dato il via libera al primo passo per l’area ex Ille, con un progetto ridimensionato comune avrebbe beneficiato per un valore di circa 2.800.000/3.000.000 di euro grazie agli accordi sottoscritti con i proprietari dell’area, il Poli. A luglio però, una delibera provinciale che permette di insediare in aree produttive dismesse zone commerciali fino a 800 metri quadrati, ha nuova- mente scompigliato i piani. I dettagli di questa complicata storia li ha ripercorsi puntigliosamente il sindaco Michele Ongari in sede di approvazione della prima adozione di variante puntuale al Prg, riguardante appunto il piano attuativo n. 4 dell’area ex Ille. Una variazione al Prg che inte- ressa i 15.000 metri di quell’area dove, oltre a 5.000 metri di residenziale, dovrebbe trovare posto anche l’asilo nido per cui la proprietà dell’area si è impegnata a dare al comune un lotto di 3.400 metri. «In pratica – ha spiegato il primo cittadino di Spiazzo – abbiamo dovuto rinegoziare al ribasso gli accordi precedenti, tenendo conto che l’obiettivo principale è la riqualificazione dell’area, compresa la passerella sul Sarca e che collegherà Fisto a Spiazzo, a carico della ditta Poli». L’alternativa poteva essere un ricorso al Consiglio di Stato. Ma l’amministrazione ha preferito non correre ulteriori rischi concordando con i proprietari dell’area una serie di benefici a proprio favore stimati in circa 800 mila euro. Una decisione da cui la minoranza composta dai consiglieri Barbara Chesi, Matteo Martini, Luifino Masè, Sara e Thomas Terzi, si è chiamata fuori. In quanto – hanno detto – «non siamo mai stati resi partecipi delle scelte di questa amministrazione». Ora l’iter della variante per la riqualificazione di parte dell’area avrà un suo percorso autonomo. Nei progetti immediati ci sono comunque le demolizioni dei capannoni fatiscenti e la messa a verde della superficie. Mentre nel capannone più a nord al termine dei lavori di ristrutturazione, troverà posto il nuovo supermercato Poli. Al posto del Bim polizia, forestale e Enaip Storo, l’ente si trasferirà a Palazzo Belli, mentre al Conventino arriverà una sezione dell’Ecomuseo ◗ VALLE DELCHIESE Il Conventino di Lodrone 49 Il palazzo del Conventino di Lodrone diventerà la prossima sede dell’Ecomuseo della Valle del Chiese, come già ipotizzato una decina di anni fa, quando fu acquistato dal Bim in occasione dei Patti Territoriali? No. A dirlo è lo stesso Bim, attraverso un comunicato stampa, da cui si evince che il palazzo, la cui ristrutturazione avverrà a partire dai prossimi mesi, è destinato a diventare un importante nodo dell’Ecomuseo della Valle del Chiese, la cui sede è e resterà però a Condino. A Condino sì, ma comunque trasferendosi di poche decine di metri, dato che lascerà l’attuale palazzo occupato assieme al Bim del Chiese per approdare al ristrutturato Palazzo Belli, dove finirà anche il Bim stesso e altri soggetti deputati allo sviluppo del territorio. Il comunicato evidenzia inoltre come, nell’edificio attualmente occupato dal Bim, saranno invece ospitati con ogni probabilità sia la caserma della Polizia Locale della Valle del Chiese, per la quale si era in passato pensato ad una sede in quel di Storo, sia la succursale di Condino dell’Enaip di Tione (con le lezioni d’aula del Corso di Carpenteria del Legno), sia la stazione forestale, attualmente ospitata in spa- zi ritenuti non . Niente Storo – quindi – per la sede dell’Ecomuseo benché l’acquisto di dieci anni fa dell’edificio fosse avvenuto pensando di localizzare lì in futuro questo ente. Avere tuttavia sparsi sul territorio gli enti che fra loro abitualmente collaborano risulta poco funzionale e pratico in chiave soprattutto operativa: da qui l’idea di mantenerli a Condino e di far diventare il palazzo del Conventino di Lodrone un nuovo nodo ecomuseale, andando così ad arricchire e potenziare da un punto di vista storico, culturale ma anche turistico la già vasta offerta del territorio. Il Consorzio dei Comuni del Bim del Chiese, che è proprietario dell’immobile e cui l’Ecomuseo fa riferimento, ha deciso di promuovere la ristrutturazione e la valorizzazione di questo importante complesso architettonico. Più precisamente l’edificio verrà ristrutturato e dato in gestione gratuita per trent’anni al Comune di Storo affinché quest’ultimo lo valorizzi in ambito culturale grazie anche alla realizzazione di sinergie tra pubblico e privato. La gestione del Conventino sarà quindi compito del Comune di Storo che, come per altro ipotizzato dallo stesso Bim del Chiese, potrebbe decidere di collocare qui anche il museo delle miniere di Darzo. Il 13 aprile fissato il referendum per le fusioni Il dado è tratto: i referendum consultivi per l'unificazione comunale si terranno domenica 13 aprile 2014, tra le ore 8 e le 21. Lo ha deciso ieri la Giunta regionale che ha indetto tre distinti referendum, come previsto dalla normativa regionale, per altrettanti processi di fusione avviati dalle 10 amministrazioni comunali interessate. Per le Giudicarie due i referendum. Gli elettori di San Lorenzo in Banale e Dorsino sono chiamati ad esprimersi sull’unificazione dei due municipi, che nel caso di esito favorevole della consultazione, daranno vita al comune chiamato di San Lorenzo Dorsino. Gli elettori dei comuni di Bersone, Daone e Praso si esprimeranno invece sulla nascita del comune di Valdaone. Perché il referendum sia valido occorre che in ogni comune partecipi la maggioranza degli aventi diritto al voto e le fusioni saranno possibili se in ogni comune i voti favorevoli saranno la maggioranza. Il nome da dare al nuovo comune è una delle novità, ma la scelta non sempre è stata facile: nel caso dell'Alto Banale quattro le proposte (Ambiez, Ponte sull'Ambiez, Ambiez delle Dolomiti, Alto Banale), si è scelto infine il nome derivato dalla sommatoria dei due comuni. (g.ri.) in breve LODRONE Scuola materna, festa di giovedì grasso ■■ Oggi a Lodrone il via al Carnevale, alla scuola materna, con intrattenimento per gli oltre cinquanta bambini, personale docente e non che fanno parte di Coesi, di cui è presidente l’avvocato Luca Turinelli. Previste tavole di dolci. (a.p.) TIONE Scuola musicale, serata per Emergency ■■ Serata di beneficenza per Ermergency oggi, alle 20.30, al cinema di Tione. La Scuola musicale Giudicarie, con la Biblioteca, si esibirà in EmergenSing, teatro musicale ispirato alle poesie di Gianni Rodari. L’ingresso ad offerta libera. (f.s.)