mae – regioni italiane

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mae – regioni italiane
MAE – REGIONI ITALIANE
Iniziativa italiana ambiente e sviluppo sostenibile nel Mediterraneo
CONTENUTI PRIORITARI
PER I PARTENARIATI INTERREGIONALI
SULL’AMBIENTE
E LO SVILUPPO SOSTENIBILE
PROPOSTA DI FOLLOW UP
Documento di lavoro
CeSPI
Gennaio 2005
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Indice
1. NOTA METODOLOGICA .................................................................................................................3
2. PRIORITÀ TEMATICHE E CARATTERISTICHE DEL PARTENARIATO NELLE PROPOSTE
DELLE REGIONI ITALIANE, CON RACCOMANDAZIONI PER IL FOLLOW-UP ...............................5
2.1 PROGETTI PROPOSTI PER L’AREA BALCANICA............................................................................5
2.1.1 Attività di cooperazione per la creazione di una rete rurale per lo sviluppo locale tra Italia e Balcani...5
2.1.2 Coste-entroterra: Definizione dei metodi comuni per la pianificazione del territorio ............................6
2.1.3 Gestione integrata delle risorse ittiche nell’area adriatica centrale .....................................................7
2.1.4 Innovazione tecnologica attraverso la progettazione e la messa a rete di parchi scientifici tecnologici .8
2.1.5 Riqualificazione ambientale e urbana di bacini idrografici – e loro zone adiacenti – nel Nord Albania e
Basilicata ...............................................................................................................................................9
2.2 PROGETTI PROPOSTI PER LA RIVA SUD DEL MEDITERRANEO .................................................10
2.2.1 Agenda 21 integrata nel Mediterraneo............................................................................................10
2.2.3 Controllo dell’inquinamento delle acque dell’area industriale di Sahel e individuazione di soluzioni per
la riduzione dell’impatto territoriale sull’area stessa e a valle dell’insediamento ........................................12
2.2.4 Tecniche costruttive tradizionali ...................................................................................................13
2.2.5 Agrimedsys ..................................................................................................................................14
2.2.6 MARIMED – La pesca come fattore di sviluppo del turismo sostenibile .........................................15
2.2.7 Laboratorio euro-mediterraneo sulla Civiltà della Transumanza ......................................................16
2.2.8 Urban Transport Sustainability .....................................................................................................17
2.2.9 Gestione sostenibile delle sugherete produttive, funzionale alla tutela del paesaggio e alla promozione
socio-economica delle comunità rurali nelle aree interne del Mediterraneo ...............................................18
2.3 PROGETTI PROPOSTI PER L’INTERO BACINO DEL MEDITERRANEO (RIVA SUD E BALCANI) .19
2.3.1 Lotta alla desertificazione nel Mediterraneo ..................................................................................19
3. PROPOSTA DEL PIANO DI FOLLOW UP ......................................................................................20
3.1 A livello progettuale: .......................................................................................................................20
3.2 A livello strategico (macro-processuale): ..........................................................................................20
3.3 Appuntamenti del processo di follow up e partenariale sui diversi livelli .............................................21
3.4 Cronogramma ipotetico del follow up nel 2005 .................................................................................22
4. MATRICE SINTETICA DELLE CARATTERISTICHE DELLE IDEE PROGETTUALI
CONSIDERATE ..................................................................................................................................23
5. MATRICE SINTETICA DELLE ALTRE PROPOSTE .......................................................................28
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1. NOTA METODOLOGICA
Per definire i contenuti prioritari nella costruzione di partenariati interregionali siamo partiti della
ricognizione delle proposte progettuali provenienti dalle Regioni. Tali proposte sono confrontate con quelle
che il Documento di lavoro “Verso una strategia delle regioni italiane per l’ambiente e lo sviluppo
sostenibile nel Mediterraneo” definisce aree di priorità per la cooperazione transfrontaliera e con il
concetto di partenariato proposto per le Politiche di Prossimità e Pre-adesione. Si tratta quindi di una lettura
sulla base di due serie di criteri:
a) aree prioritarie per la cooperazione transfrontaliera
- armonizzazione normativa e degli standard sulla tutela dell’ambiente e lo sviluppo sostenibile,
quale pre-condizione per la costruzione di un linguaggio e di comportamenti comuni
- potenziamento degli strumenti amministrativi ed istituzionali per dare efficacia alle norme
ovvero rafforzamento della capacità istituzionale
- diffusione dell’innovazione tecnologica ambientalmente favorevole, formazione delle risorse
umane
- sensibilizzazione e partecipazione dei cittadini alla definizione di politiche di sviluppo
sostenibile a livello locale.
b) caratteristiche del partenariato
− indicazione del partner locale (implicazione del principio della ownership)
− presenza di partner istituzionali
− presenza della società civile locale
− presenza della società civile italiana
− coerenza con l’idea del co-sviluppo nel senso del principio di prossimità sviluppato dalla
Commissione europea.
Da questa duplice lettura emergono i seguenti dati:
−
−
−
−
−
l’area di cooperazione prevalente fra le proposte considerate è quella del potenziamento degli
strumenti amministrativi ed istituzionali (10 progetti su 15, pari al 67 per cento dei casi) seguita dalla
diffusione dell’innovazione tecnologica ambientalmente favorevole e formazione delle risorse
umane (9 progetti, 60%), dall’area della sensibilizzazione e partecipazione dei cittadini (6 progetti,
40%) e infine dall’armonizzazione normativa e degli standard sulla tutela dell’ambiente e lo sviluppo
sostenibile (4 progetti, 27%)1;
gran parte dei progetti si basa su partenariati già definiti (11 progetti, pari al 73% delle proposte),
alcuni dei quali prodotto di rapporti di collaborazione e dialogo che nascono assai prima della
proposta progettuale;
circa la metà delle proposte (7 progetti, 47%) prevede esplicitamente la partecipazione attiva della
società civile locale;
per quel che riguarda la presenza della società civile italiana i progetti che ne rendono conto sono
una netta minoranza (5 progetti, 33%);
infine, il concetto di co-sviluppo è presente in 11 progetti, pari a circa il 73% del totale.
Il documento La tematica dello sviluppo sostenibile nell’ambito del processo di partenariato
euromedterraneo delle Regioni italiane, prodotto dall’UTI nel giugno 2004, suggerisce per le aree indicate
nel punto (a) una serie di sotto-aree tematiche2. La lettura delle proposte progettuali alla luce di queste sotto1
La somma delle percentuali è superiore a cento per il fatto che alcuni progetti rientrano in più di un’area
Non vengono proposte sotto-aree per la Sensibilizzazione e partecipazione dei cittadini alla definizione di politiche di
sviluppo sostenibile a livello locale, quarta area prioritaria non prevista dal documento UTI e proposta dal Documento
strategico prodotto dal CeSPI. I contenuti di quest’area ci sembrano infatti già sufficientemente omogenei, senza
necessità di un ulteriore classificazione al loro interno. Per quel che riguarda gli altri assi abbiamo eliminato misure per
cui non sono state avanzate proposte (p.e. valutazione d’impatto ambientale e politiche di green public procurement), e
ne abbiamo aggiunte altre senza le quali la classificazione dei progetti non sarebbe stata possibile.
2
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aree permette di prefigurare una sorta di articolazione in assi, misure e azioni che richiama i programmi
europei e, presumibilmente, anche i futuri programmi di prossimità e pre-adesione. In sostanza:
- le aree prioritarie per la cooperazione transfrontaliera possono essere interpretate come assi di
intervento;
- le sotto-aree tematiche corrispondono a misure;
- le idee progettuali, infine, definiscono le azioni.
Nel leggere le proposte progettuali in questa chiave, otteniamo le seguenti informazioni3:
-
-
-
per l’asse di intervento Armonizzazione normativa e degli standard sulla tutela dell’ambiente e
lo sviluppo sostenibile (4 progetti) sono state avanzate proposte riconducibili a misure di
Prevenzione e riduzione dell’inquinamento (1), Adozione di strumenti di certificazione (1),
Normative per lo sviluppo urbano (2), Salvaguardia delle risorse naturali (1);
per l’asse di intervento Potenziamento degli strumenti amministrativi ed istituzionali per dare
efficacia alle norme e rafforzamento della capacità istituzionale (10 progetti) sono state
avanzate proposte per misure di Formazione del personale (4), Gemellaggi amministrativi (1),
Razionalizzazione delle strutture istituzionali (9), Creazione di reti internazionali nell’area del
Mediterraneo e dei Balcani (4);
per l’asse di intervento Diffusione dell’innovazione tecnologica ambientalmente favorevole e
formazione delle risorse umane (8 progetti) vi sono proposte per misure riguardanti Adozione di
tecnologie più pulite (4), Formazione e creazione di strutture (4), Tecnologie e pratiche per
contrastare la desertificazione (1)), Tecnologie per il monitoraggio ambientale (1).
Ricordiamo che la presente analisi, così come le raccomandazioni avanzate per ciascun progetto, riguarda
esclusivamente i criteri sopra segnalati, e non tocca in alcun modo i contenuti specifici dei progetti, i
problemi individuati, le strategie scelte e le metodologie proposte. Questi aspetti dovranno essere oggetto di
una valutazione ex ante delle proposte, che esula dal compito assegnato al CeSPI in questa fase.
Va infine segnalato come in occasione del seminario di Matera siano state presentate numerose altre
proposte, oltre a quelle che abbiamo sin qui commentato. Tali proposte sono state elaborate secondo una
scheda assai più sintetica del formato utilizzato per gli altri progetti, e non è quindi possibile allo stato attuale
considerarne punti forti, aspetti ancora deboli e indicazioni per il follow-up. Il loro numero e la varietà delle
idee ivi contenute sono comunque ulteriori indicatori delle grandi potenzialità per un ruolo attivo delle
Regioni italiane nelle politiche di prossimità e di pre-adesione. Di queste 33 idee progettuali, 12 (pari al
36%) rientrano nell’area del Potenziamento degli strumenti amministrativi ed istituzionali e del
rafforzamento istituzionale, 10 (30%) nell’area della Diffusione dell’innovazione tecnologica
ambientalmente favorevole e della formazione delle risorse umane, 10 nell’area dell’Armonizzazione di
norme e standard e 1 (3%) punta all’aumento della sensibilizzazione e partecipazione dei cittadini.
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Anche per questa classificazione la somma dei progetti per misura supera quella dei progetti per asse, dal momento
che un progetto può essere riferito a più misure (ricordiamo che si tratta di un esercizio applicato successivamente alla
consegna delle proposte da parte delle Regioni, alle quali non erano state preventivamente indicate categorie
progettuali, assi o misure cui attenersi).
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2. PRIORITÀ TEMATICHE E CARATTERISTICHE DEL PARTENARIATO NELLE PROPOSTE
DELLE REGIONI ITALIANE, CON RACCOMANDAZIONI PER IL FOLLOW-UP
2.1 PROGETTI PROPOSTI PER L’AREA BALCANICA
2.1.1 Attività di cooperazione per la creazione di una rete rurale per lo sviluppo locale tra Italia e
Balcani
Aree di priorità del documento strategico
a)
b)
c)
d)
normative strumenti tecnolo- partecipagie
zione
x
x
x
a)
partner
locale
x
Criteri del partenariato
b)
c) società d) società
partner
civile
civile
istitulocale
italiana
zionale
x
x
e) cosviluppo
x
Il progetto - promosso da una rete di 12 province italiane dell’Adriatico centro-meridionale - intende
perseguire l’obiettivo dello sviluppo sostenibile dell’economia rurale transfrontaliera mediante la sua
modernizzazione e l’innovazione. A tale scopo, si propone di favorire l’interscambio di esperienze,
conoscenze e metodologie fra sei Gruppi d’azione locale (GAL) operanti in 12 province italiane e sette
Agenzie di Sviluppo Economico Locale (LEDA) di altrettante regioni di Croazia, Serbia, Bosnia Erzegovina
e Albania. La collaborazione riguarda le modalità di governo del territorio, le strategie di assistenza ai gruppi
più svantaggiati e la promozione di attività economiche su base territoriale.
Sono coinvolte tre delle quattro aree prioritarie per la cooperazione: il potenziamento degli strumenti
amministrativi e istituzionali (sotto-area Razionalizzazione delle strutture istituzionali, con il rafforzamento
delle Agenzie di sviluppo locale); la diffusione dell’innovazione tecnologica (sotto-area Adozione di
tecnologie più pulite); la partecipazione dei cittadini alla definizione di politiche di sviluppo sostenibile.
La proposta si contraddistingue per una chiara individuazione dei partner italiani e balcanici, rappresentati da
Gruppi di Azione Locale costituiti attraverso il programma comunitario LEADER coordinati attraverso
l’Istituto Nazionale di Economia Agraria (INEA) e da Agenzie di Sviluppo Economico Locale nate con il
contributo dell’agenzia delle Nazioni Unite UNOPS. Il collegamento proposto fra queste due realtà
territoriali risponde alla logica del co-sviluppo, che ha ispirato il disegno del progetto sin dalle sue prime
fasi, durante le quali sono stati messi a confronto i partner dei due versanti adriatici. Scambi, processi di
gemellaggio, stage presso le istituzioni partner, promozione di contratti di cooperazione produttiva, culturale,
istituzionale e tra associazioni sono metodologie ricorrenti nello svolgimento proposto per il progetto.
Non compare nella scheda progettale riferimento alle amministrazioni pubbliche locali, che pure dovrebbero
essere incluse, nella logica dei programmi di prossimità.
Indicazioni per il follow-up
- coinvolgimento di istituzioni di governo sub-nazionale nei paesi interessati.
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2.1.2 Coste-entroterra: Definizione dei metodi comuni per la pianificazione del territorio
Aree di priorità del documento strategico
a)
c)
d)
b)
normative strumenti tecnologie partecipazione
x
a)
partner
locale
x
Criteri del partenariato
b) partner c) società d) società
civile
civile
istituziolocale
italiana
nale
x
e) cosviluppo
x
Il progetto proposto dalla Regione Marche si prefigge di contribuire allo sviluppo armonico delle regioni
dell’Adriatico orientale attraverso la collaborazione tra i diversi paesi dell’area, promovendo il dialogo e
creando laboratori locali transfrontalieri per lo sviluppo sostenibile. I temi che ci si propone di affrontare
sono molteplici e possono essere sintetizzati come sviluppo sostenibile integrato delle coste e dell’entroterra.
Tra le aree prioritarie di cooperazione indicate nel documento di lavoro, il progetto interessa in particolare
quella del potenziamento degli strumenti amministrativi ed istituzionali (sotto-aree Gemellaggi
amministrativi e Creazione di reti internazionali nell’area del Mediterraneo e dei Balcani); .
La proposta è il risultato di un pluriennale rapporto di collaborazione politica e tecnica della Regione Marche
con i paesi dell’Adriatico orientale e si collega alle numerose iniziative in corso sia nell’ambito di Interreg
IIIA sia della Legge 84. Si prospetta il coinvolgimento in qualità di capofila di una Regione Obiettivo 1,
ancora da individuare.
I partner locali sono tutti di natura istituzionale e riguardano la Croazia, l’Albania e il Montenegro. Non sono
indicati partner che rappresentino forme organizzate della società civile, benché sia ricorrente il riferimento
alla necessità della partecipazione comunitaria nell’analisi, nella pianificazione e nella gestione territoriale,
al rafforzamento dell’associazionismo fra le imprese, alla creazione di comitati che comprendano tanto
istituzioni pubbliche quanto rappresentanti della società civile per superare quelli che vengono definiti
“ingorghi istituzionali”.. Si tratta probabilmente di un aspetto di cui tener conto nel corso del
perfezionamento della proposta, in modo di coinvolgere sin dall’inizio nei rapporti di partenariato strutture
rappresentative della società civile dei diversi paesi interessati.
La scheda progettuale mette l’accento sull’idea del mediterraneo come risorsa comune, prevedendo scambi e
momenti di confronto fra le regioni adriatiche e quelle balcaniche, con un riferimento particolare alla
Croazia, probabilmente in ragione delle esperienze consolidatesi in questi anni. Non sono tuttavia indicati
soggetti italiani (società civile, imprese, agenzie territoriali) che prendano attivamente parte al progetto e in
particolare alle attività di interscambio. Considerando l’attenzione che nella proposta viene indicata verso
quella che possiamo definire una prospettiva di co-sviluppo, non dovrebbe essere difficile esplicitare
maggiormente le modalità per un dialogo fra le due sponde adriatiche, coinvolgendo le diverse espressioni
sociali ed economiche dei diversi territori.
Indicazioni per il follow-up
−
−
Inserire e attivare forme organizzate della società civile e delle comunità locali
Coinvolgimento di soggetti italiani non istituzionali.
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2.1.3 Gestione integrata delle risorse ittiche nell’area adriatica centrale
Aree di priorità del documento strategico
a)
b)
c)
d)
normative strumenti tecnolopartecigie
pazione
x
x
Criteri del partenariato
a) partner b) partner c) società d) società
civile
locale
istituziocivile
italiana
nale
locale
x
x
(x)
e) cosviluppo
x
Il progetto è proposto da una rete di 13 province italiane che si affacciano sull’Adriatico centro-meridionale
e consiste nella formazione nel campo della pesca e dell’acquacoltura, al fine di preservare identità ed
esperienze storiche e al tempo stesso costruire un dialogo permanente fra i paesi che si affacciano sulle coste
orientali dell’Adriatico. L’iniziativa punta a rafforzare sia le relazioni fra le due sponde dell’Adriatico sia fra
i paesi dell’Adriatico orientale, area in cui è ancora poco sviluppato l’associazionismo professionale nel
settore della pesca professionale. Quest’ultimo fattore è considerato come una delle cause principali della
debolezza di un settore che peraltro riveste una forte rilevanza nell’ambito dell’economia di molte comunità
costiere e insulari.
Il progetto rientra nella categoria dell’innovazione tecnologica ambientalmente favorevole e della
formazione delle risorse umane (sotto-aree Adozione di tecnologie più pulite e Formazione e creazione di
strutture). L’insistenza posta sulla necessità di coinvolgere e rafforzare le associazioni dei produttori rende
questa proposta coerente anche con la quarta area prioritaria, quella relativa alla sensibilizzazione e alla
partecipazione dei cittadini alla definizione di politiche di sviluppo a livello locale.
La proposta è frutto di un rapporto pluriennale delle province adriatiche con i paesi balcanici, sviluppatosi in
particolare attraverso il progetto Oasis (Interreg IIIA Italia-Adriatico e organismi internazionali quali FAOAdriamed.
I partner locali indicati della scheda di progetto sono tutte istituzioni governative con cui sono già in corso da
tempo rapporti di dialogo e interscambio. Non sono espllicitamente indicate le organizzazioni del settore
peschiero, ma il costante riferimento che ad esse viene fatto nel documento fa ritenere che vi sarà un
coinvolgimento di queste strutture nella maggior parte delle attività. Non compaiono invece richiami al ruolo
delle organizzazioni produttive italiane: le numerose istituzioni italiane coinvolte sono infatti agenzie di
servizi, istituti scientifici e università. È tuttavia evidente che lo scambio tra le comunità locali delle due
sponde dell’Adriatico (elemento centrale nell’impianto concettuale della proposta) non può prescindere
dall’attiva partecipazione di questo tipo di realtà. Un esplicito coinvolgimento dell’associazionismo italiano
del settore peschiero sarebbe pienamente coerente con la proposta e permetterebbe probabilmente di
contribuire con maggiore efficacia allo sviluppo dell’associazionismo tra i produttori balcanici.
Infine, va segnalata la piena assunzione, nella proposta progettuale, dell’idea di co-sviluppo, in un ambiente
il cui delicato equilibrio costituisce una priorità strategica per tutti i paesi che si affacciano sull’Adriatico.
Scambio di conoscenze, ampliamento delle collaborazioni scientifiche, sfruttamento di tutte le possibili
sinergie a livello transfrontaliero costituiscono fattori ricorrenti in tutte le azioni previste.
Indicazioni per il follow-up
-
coinvolgimento di organizzazioni del settore peschiero nei paesi balcanici
coinvolgimento di organizzazioni del settore peschiero italiano.
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2.1.4 Innovazione tecnologica attraverso la progettazione e la messa a rete di parchi scientifici
tecnologici
Aree di priorità del documento strategico
a)
b)
c)
d)
normative strumenti tecnolo- partecipagie
zione
x
x
a)
partner
locale
x
Criteri del partenariato
b) partner c) società d) società
civile
civile
istituziolocale
italiana
nale
e) cosviluppo
x
Con questa proposta la Regione Piemonte e la Regione Sardegna intendono contribuire alla realizzazione di
parchi scientifici tecnologici in Serbia cui il governo sta lavorando, al fine di sostenere la crescita tecnologica
delle piccole e medie imprese. Il progetto inoltre sostiene la costruzione di una rete di parchi scientifici
tecnologici di Serbia, Montenegro, Croazia e Bosnia.. Si tratta quindi di un progetto che rientra appieno
nell’area di cooperazione relativa alla diffusione dell’innovazione tecnologica ambientalmente favorevole e
alla formazione di risorse umane, aspetto quest’ultimo che si concretizza intorno all’obiettivo di formare un
gruppo di giovani “professionisti dell’innovazione” (la sotto-area è pertanto quella della Formazione e
creazione di strutture). Il progetto, inoltre, contiene aspetti che in una certa misura possono essere ricondotti
all’area della sensibilizzazione e partecipazione dei cittadini alla definizione di politiche di sviluppo
sostenibile a livello locale, laddove si prevede, nella fase di studio per la localizzazione dei parchi, il
coinvolgimento di municipi, università, agenzie di sviluppo, condizione considerata necessaria per garantire
il radicamento delle iniziative nel contesto locale.
Il progetto si basa su un solido partenariato con la Camera serba di Commercio e Industria, organismo
quest’ultimo che da anni ha avviato iniziative per la realizzazione di Parchi Scientifici Tecnologici nel
proprio paese. La ownership del progetto da parte del partner locale è quindi molto forte, a garanzia della
coerenza fra l’azione proposta e gli orientamenti degli stakeholder serbi e della sostenibilità delle
innovazioni, una volta terminato l’appoggio esterno. La già citata partecipazione di università e agenzie di
sviluppo è indice di qualche forma di intervento della società civile.
Indicazioni per il follow-up
- Approfondimento delle possibilità di avviare forme di integrazione e interscambio con parchi tecnologici
italiani
8
2.1.5 Riqualificazione ambientale e urbana di bacini idrografici – e loro zone adiacenti – nel Nord
Albania e Basilicata
Aree di priorità del documento strategico
a)
c)
d)
b)
normative strumenti tecnologie partecipazione
x
a)
partner
locale
x
Criteri del partenariato
b) partner c) società d) società
civile
istituziocivile
locale
nale
italiana
x
x
e) cosviluppo
La proposta ha origine da diverse idee progettuali di Basilicata, Emilia-Romagna e Toscana e riguarda la
riqualificazione di due bacini idrografici rispettivamente in Albania (con interessamento anche del versante
montenegrino) e in Basilicata. Per quel che riguarda l’Albania, il progetto punta a risanare dal punto di vista
ambientale e urbanistico le aree del lago di Scutari e della regione di Lezha, sviluppando le capacità locali di
gestione dell’ambiente. Per la Basilicata si propone un intervento di riqualificazione del territorio regionale
centrato sulla realizzazione della rete ecologica regionale come sistema di riferimento per lo sviluppo
sostenibile e di coordinamento per la tutela dei bacini idrici.
Il progetto è riferibile all’area del potenziamento degli strumenti amministrativi e istituzionali (sotto-aree
Razionalizzazione delle strutture istituzionali e Creazione di reti internazionali nell’area del Mediterraneo e
dei Balcani).
Il progetto ha una caratteristica assai peculiare, che lo differenziano da quasi tutte le altre proposte qui
trattate: esso prefigura azioni parallele in un paese partner e in Italia, al punto di poter quasi parlare di due
progetti che procedono simultaneamente su tematiche simili ma con una forte autonomia reciproca. Questo
aspetto, che potenzialmente costituisce la più compiuta realizzazione dell’idea del co-sviluppo, necessita
tuttavia di un approfondimento dal punto di vista metodologico, della coerenza fra le due componenti,
dell’interscambio fra i processi avviati, della collaborazione fra le realtà istituzionali, sociali ed economiche
dei due territori. L’unico riferimento che a questi aspetti compare nel testo (L’interazione tra i soggetti di
entrambi i paesi mira a potenziare le capacità di interscambio e di ricezione di “best practices” per
valorizzare e costruire percorsi futuri improntati sulla coesione sociale e culturale) risponde appieno alla
finalità dei programmi di prossimità, che si prefiggono tra l’altro di promuovere percorsi condivisi di cosviluppo attraverso la cooperazione tra territori e autorità locali (cooperazione translocale).
Occorre tuttavia segnalare che la scheda progettuale appare ancora, nella versione in nostro possesso, come
una sommatoria di iniziative separate, giustapposte fra loro ma non integrate dal punto dei vista delle attività,
delle competenze, delle risorse. Ciò vale sia per le due aree geografiche di intervento (Nord Albania e
Basilicata) sia per i due interventi proposti per l’Albania rispettivamente a Scutari e a Lezhe. Per quel che
riguarda il primo aspetto, è molto importante che, nell’approfondimento della proposta progettuale si
sviluppi in modo coerente ed esaustivo il tema dell’intreccio fra versante italiano e versante albanese,
mettendo in luce i punti di contatto, le similitudini e le differenze, la possibilità di interscambio fra i due
paesi al fine di alimentare reciprocamente i rispettivi percorsi, la definizione di modalità condivise di
assistenza tecnica, la realizzazione di momenti di confronto e analisi dei rispettivi problemi, delle soluzioni
individuate e dei processi avviati. Per quel che riguarda le iniziative da realizzare nelle due regioni albanesi,
sembra necessaria una maggiore verifica della coerenza fra le due azioni e in particolare delle ragioni che
portano a i considerarle parte di una ben definita e coordinata strategia sub-nazionale e non semplicemente
due progetti diversi privi di elementi comuni.
La scheda progettuale indica la partecipazione di numerose entità pubbliche e private albanesi e italiane, tra
le quali sono presenti anche realtà espressione della società civile delle diverse regioni coinvolte.
Indicazioni per il follow-up
-
verifica delle possibilità di integrazione fra le due iniziative di Scutari e di Lezha
verifica della possibilità di integrazione fra la componente albanese e la componente italiana, con
individuazione di azioni di interscambio.
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2.2 PROGETTI PROPOSTI PER LA RIVA SUD DEL MEDITERRANEO
2.2.1 Agenda 21 integrata nel Mediterraneo
Aree di priorità del documento strategico
c)
a)
b)
d)
normative strumenti tecnologie partecipazione
x
x
x
a)
partner
locale
(x)
Criteri del partenariato
d)
b) partner c) società
società
istituziocivile
civile
nale
locale
italiana
(x)
x
e) cosviluppo
x
Il progetto è nasce dall’integrazione di tre diverse idee promosse da Basilicata, Abruzzo e Molise e consiste
nella realizzazione di un Comitato di indirizzo e sviluppo dell’Agenda 21 locale per città del Mediterraneo,
sede di confluenza e coordinamento di Forum che definiscano strategie per uno sviluppo durevole mediante
attività compatibili con la tutela delle risorse del territorio. In questo modo i diversi paesi partecipanti
potranno condividere una metodologia comune, ispirata a modalità riconosciute a livello europeo e allo
stesso tempo adeguata alle diverse realtà dei paesi mediterranei.
Il progetto appartiene a ben tre delle quattro aree definite nel documento strategico: rientra
nell’armonizzazione normativa degli standard sulla tutela dell’ambiente e lo sviluppo sostenibile, dal
momento che si prefigge la costruzione di un linguaggio e di metodologie comuni fra i paesi mediterranei
(sotto.-area Normative per lo sviluppo urbano); contribuisce al potenziamento degli strumenti amministrativi
e istituzionali per dare efficacia alle norme, attraverso la definizione di piani di monitoraggio, la diffusione di
metodologie per la raccolta dei dati, la formazione di funzionari pubblici (sotto-aree Formazione del
personale e Razionalizzazione delle strutture istituzionali); stimola la partecipazione dei cittadini alla
definizione di politiche di sviluppo sostenibile a livello locale, attraverso la creazione dei forum di
discussione e l’avvio di modalità di democrazia partecipata.
I partner locali non sono stati ancora individuati, fatti salvi, nel contesto del Marocco, il Comune di
Casablanca e le società Maroc Interfinance e B2P. Occorre ricordare che la scheda progettuale nasce dalla
confluenza di tre diverse proposte che, benché piuttosto omogenee nell’impostazione strategica e nelle
metodologie proposte, avevano grado diversi di elaborazione e di maturazione. Si tratta ora di integrare le
componenti raggiungendo livelli di maturazione comuni e possibilmente una certa omogeneità
nell’individuazione dei partner istituzionali locali.
Interessante la partecipazione dei territori abruzzesi attraverso il coinvolgimento della rete delle Agende 21
Locali della Regione Abruzzo, nata da un accordo di programma tra la Regione e le amministrazioni
provinciali. Nella proposta non sono indicate strutture analoghe per quel che riguarda Basilicata e Molise.
L’esigenza di una maggiore uniformità nei partenariati, che abbiamo indicato per quel che riguarda i paesi
terzi, si presenta dunque anche sul versante italiano.
L’idea del co-sviluppo è presente nell’approccio stesso dell’Agenda 21. In questo caso viene declinato nei
termini di una progressiva diffusione degli standard europei nel bacino del Mediterraneo: “il reciproco
scambio di esperienze (…) facilita l’integrazione e il coordinamento delle politiche ambientali locali in un
quadro di riferimento internazionale e permette ai paesi che si affacciano sul Mediterraneo, e non sono
ancora adeguati agli standard europei, di partecipare ad azioni comuni, verificare l’utilità di strumenti
internazionali e avere un termine di confronto verso cui indirizzare le proprie politiche ambientali”.
Indicazioni per il follow-up
−
−
−
−
Definizione dei paesi coinvolti
Individuazione dei partner locali e avvio del partenariato
Omogeneizzazione e integrazione delle diverse componenti del progetto
Attivazione di un quadro di partecipazione territoriale fra le diverse regioni italiane
coinvolte.
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2.2.2 DUSAT – Diagnosi delle pressioni dell’uso del suolo sulla qualità delle acque tramite
telerilevamento satellitare
Aree di priorità del documento strategico
a)
d)
b)
c)
normative strumenti tecnologie partecipazione
x
x
a) partner
locale
Criteri del partenariato
b) partner c) società d) società
istituziocivile
civile
nale
locale
italiana
e) cosviluppo
x
Il progetto – che ha la sua origine nel programma AQUALIS presentato nell’ambito di Interreg IIIB
MEDOCC da un consorzio che comprende tra l’altro ARPA Lombardia, la Provincia di Caserta e l’Istituto
per le Regioni Aride della Tunisia, - propone lo sviluppo di strumenti innovativi basati sul telerilevamento
satellitare per il monitoraggio del rischio dell’inquinamento delle acque a causa dell’uso dei suoli per scopi
agricoli, industriali e residenziali.
Il progetto può essere ascritto all’area del potenziamento degli strumenti amministrativi ed istituzionali
(sotto-area Razionalizzazione delle strutture istituzionali) e a quella della diffusione dell’innovazione
tecnologica ambientalmente favorevole e della formazione delle risorse umane (sotto-area Formazione e
creazione di strutture).
La scheda fornita dalla Regione Lombardia indica un piano di attività articolato e accurato dal punto di vista
tecnico. Occorre però segnalare che si tratta sino a questo momento di un’idea progettuale di ARPA
Lombardia, mentre non risultano ancora contattati né l’altro partner italiano, costituito dalla Provincia di
Caserta, né l’Istituto tunisino delle Regioni Aride. Benché la proposta della condivisione di tecnologie di
telerilevamento satellitare fra partner di paesi diversi risponda a una logica di dialogo e integrazione
regionale, l’assenza di rapporti di partenariato non permette di apprezzarne l’effettiva praticabilità.
Indicazioni per il follow-up
−
−
Definizione e avvio del partenariato sul versante italiano
Definizione e avvio del partenariato con la Tunisia.
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2.2.3 Controllo dell’inquinamento delle acque dell’area industriale di Sahel e individuazione di
soluzioni per la riduzione dell’impatto territoriale sull’area stessa e a valle dell’insediamento
Aree di priorità del documento strategico
a)
c)
d)
b)
normative strumenti tecnologie partecipazione
x
a)
partner
locale
x
Criteri del partenariato
b) partner c) società d) società
istituziocivile
civile
nale
locale
italiana
e) cosviluppo
La proposta avanzata dalla Regione Piemonte consiste nella realizzazione del bilancio ambientale dell’area
industriale di Sahel, nella regione marocchina di Chaouia Ouardigha allo scopo di ridurre l’impatto delle
attività industriali sul territorio.
Il progetto può rientrare nell’area del potenziamento degli strumenti amministrativi e istituzionali per dare
efficacia alle norme di salvaguardia ambientale (sotto-area Razionalizzazione delle strutture istituzionali).
Il partner istituzionale è indicato nella Regione di Chaouia Ouardigha, con le cui istituzioni è già stato
avviato un dialogo che ha portato all’individuazione di necessità cui la proposta progettuale intende
rispondere. Si indica la possibilità di coinvolgere anche la locale Camera di Commercio.
La scheda progettuale è molto sintetica e non fornisce indicazioni sulla partecipazione di istituzioni
pubbliche o private italiane al di là dell’Environment Park, istituto che insieme alla Regione Piemonte è
responsabile della proposta. È indicata la possibilità di coinvolgere la Regione Basilicata, ma non si
forniscono ulteriori informazioni al riguardo.
Indicazioni per il follow-up
La scheda appare estremamente sintetica e non permette di apprezzare le caratteristiche del progetto riguardo
ai seguenti aspetti, fondamentali nella costruzione di progetti di sviluppo sostenibile nella logica dei
partenariati di prossimità:
−
−
−
Partecipazione e ruolo di istituzioni locali dell’area di Sahel
Eventuale partecipazione della società civile locale
Eventuale inserimento di azioni di intercambio che definiscano una prospettiva di co-sviluppo.
12
2.2.4 Tecniche costruttive tradizionali
Aree di priorità del documento strategico
a)
b)
d)
c) tecnonormative strumenti
partecipaLogie
zione
x
a)
partner
locale
x
Criteri del partenariato
b) partner c) società d) società
civile
istituziocivile
italiana
nale
locale
x
x
e) cosviluppo
x
Il progetto nasce dall’integrazione fra due diverse proposte, avanzate rispettivamente dalla Regione Sardegna
e dalla Regione Abruzzo.
Si tratta di un progetto che punta prima di tutto a valorizzare forme di costruzione tradizionali nell’area
mediterranea, ancora fortemente utilizzata in particolare in Marocco, attraverso esperienze di recupero di
costruzioni in terra cruda che costituiscano una significativa pratica di interscambio: per un lato, la
realizzazione di azioni di restauro in Marocco permetterebbe ai partner europei di attingere conoscenze per
rinnovare le discipline europee in questo campo; dall’altro, ci sarebbe l’occasione per trasferire nel paese
nordafricano le più avanzate tecniche di organizzazione e produzione edilizia e di gestione dei siti storici,:
“la collaborazione tra Enti italiani e del Marocco mira alla realizzazione di percorsi formativi rivolti a
tecnici, maestranze specializzate e professionisti sui vari temi che concorrono alla salvaguardia e alla
conservazione del patrimonio edificato in terra cruda nei centri storici del Mediterraneo”. Vi è inoltre una
seconda componente, promossa della Regione Abruzzo, per la costituzione di una scuola di formazione per
tecnici e maestranze per i mestieri storici in architettura, aperta a paesi dell’area balcanica e delle rive sudorientali del Mediterraneo (Marocco, Israele, Territori autonomi palestinesi, Algeria, Albania, Montenegro,
Croazia).
Il progetto rientra nell’area della diffusione dell’innovazione tecnologica ambientalmente favorevole e della
formazione delle risorse umane (sotto-aree Adozione di tecnologie più pulite e Formazione e creazione di
strutture). In questo caso si tratta evidentemente di un’innovazione che al tempo stesso recupera e
“aggiorna” tecniche costruttive tradizionali, allo scopo di invertire le attuali tendenze verso un degrado
caratterizzato dall’abbandono di un patrimonio culturale di grande valore a favore dell’utilizzo di tecnologie
“moderne” che stravolgono il paesaggio e l’identità storico-culturale.
Il progetto si basa su un partenariato di lungo periodo fra le istituzioni marocchine, la Regione Sardegna e
l’Università di Cagliari,. In particolare l’Università di Cagliari ha definito con i partner del Marocco proposte
progettuali di collaborazione culturale e nella formazione professionale attualmente all’attenzione
dell’Unione europea e della Regione Sardegna. Non sono evidenziate, nella scheda progettuale, le eventuali
relazioni pre-esistenti della Regione Abruzzo con i paesi cui la scuola si rivolge, né sono indicati i partner
locali per questa componente. Si presume pertanto che si tratti di un aspetto da sviluppare nella fase di
costruzione della proposta progettuale definitiva.
Le attività delineate nella scheda progettuale concretizzano quell’idea di co-sviluppo che abbiamo
brevemente descritto nelle righe precedenti, soprattutto attraverso la facilitazione di relazioni di interscambio
con il mercato europeo (fornitura di materiali di pregio per il recupero dell’edilizia tradizionale, invio di
artigiani e operai specializzati per la formazione delle maestranze europee e impiego nei cantieri, relazione
con le università europee per cicli di aggiornamento e formazione scientifica).
Nella scheda progettuale non si fa cenno a forme di coinvolgimento della società civile dei paesi terzi e di
quella italiana (organizzazioni sindacali, associazioni ambientaliste, comitati di quartiere, ecc.). È tuttavia
presumibile che, nella realizzazione delle attività di formazione e interscambio, questo tipo di enti vengano
coinvolti. Si suggerisce di evidenziare questo aspetto nella proposta progettuale.
Indicazioni per il follow-up
-
Approfondire l’integrazione fra le due proposte originarie
Esplicitare il quadro completo dei partenariati attivati o da attivare
Approfondire le modalità di coinvolgimento della società civile nei diversi paesi.
13
2.2.5 Agrimedsys
Aree di priorità del documento strategico
b)
c)
d)
a)
normative strumenti tecnologie partecipazione
x
a)
partner
locale
x
Criteri del partenariato
b) partner
c)
d)
istituziosocietà
società
nale
civile
civile
locale
italiana
x
x
x
e) cosviluppo
x
Il progetto AGRIMEDSYS consiste nella costruzione di una piattaforma euromediterranea dei servizi di
innovazione e sviluppo rurale per la tutela della biodiversità e la valorizzazione della produzione
ecosostenibile di qualità. Rientra pertanto nell’area dell’armonizzazione degli standard sulla tutela
dell’ambiente e lo sviluppo sostenibile, con un particolare accento sull’adozione di marchi di processo e
forme di certificazione che avvicinino il Marocco e la Tunisia alle normative definite in sede di Unione
Europea (ciò permette di ascrivere la proposta alla sott-area Adozione di strumenti di certificazione). La
proposta si innesta in un processo avviato da EUROMEDSYS, un’iniziativa finanziata nell’ambito del
programma INTERREG IIIB. La proposta, inoltre, integra al suo interno altre esperienze e processi di
partenariato sviluppati da diverse regioni italiane (Toscana, Calabria, Molise e Sardegna) e dalla ong
Movimondo. Si tratta dunque di una iniziativa che contribuisce significativamente al coordinamento di attori
italiani coinvolti nelle stesse aree geografiche e in settori coincidenti o complementari.
Il progetto è decisamente ispirato a un’idea di “identità comune della produzione” che può essere ricondotta
all’approccio generale del co-sviluppo, laddove quest’ultimo viene espresso in termini di ricerca di politiche
comuni per lo sviluppo mediterraneo.
Il partner locale è individuato nelle istituzioni sub-statali delle regioni coinvolte. Si tratta di un partenariato
molto forte, già sperimentato nel corso del progetto EUROMEDSYS. I contenuti della proposta progettuale
derivano da una pressante richiesta dei partner marocchini e tunisini per un’iniziativa di collaborazione che
coinvolga i propri territori, condizione non permessa dal programma INTERREG IIIB. Un significativo
coinvolgimento della società civile è previsto soprattutto per l’azione pilota prevista sullo sviluppo del
turismo rurale sostenibile nella regione di Tangeri-Tetouan, dove è coinvolta tra l’altro la ong locale ADEO e
dove Movimondo interviene in collaborazione con il Parco Nazionale della Majella, secondo una logica che
richiama l’idea del co-svluppo. Meno chiaro risulta essere il coinvolgimento di strutture della società civile
per le altre componenti del progetto, si suggerisce pertanto un approfondimento a questo riguardo.
Indicazioni per il follow-up
−
Coinvolgimento di strutture della società civile per le componenti tunisine (Sousse e Sfax).
14
2.2.6 MARIMED – La pesca come fattore di sviluppo del turismo sostenibile
Aree di priorità del documento strategico
a)
c)
b)
d)
normative strumenti tecnologie partecipazione
x
x
Criteri del partenariato
a) partner b) partner c) società
d)
locale
istituzional
civile
società
e
locale
civile
italiana
e) cosviluppo
(x)
Il progetto proposto dalle Regioni Emilia-Romagna, Sardegna e Sicilia si propone di sostenere la
qualificazione dell’offerta turistica di Tunisia e Marocco valorizzando il patrimonio naturale, culturale e
sociale delle marinerie del Mediterraneo e puntando sulla partecipazione di istituzioni pubbliche, imprese
locali, istituzioni educative, associazioni ed enti pubblici nell’innovazione delle piccole e medie imprese nei
settori del turismo e della pesca. Il progetto si propone di applicare anche alle risorse territoriali e culturali
della pesca la strategia della “valorizzazione dei saperi” che ispira la diffusione della certificazione dei
prodotti agricoli e l’utilizzo di riconoscimenti di denominazione di origine controllata.
L’iniziativa può essere ricondotta tanto all’area del potenziamento degli strumenti amministrativi ed
istituzionali (sotto-aree Formazione del personale e Razionalizzazione delle strutture istituzionali), quanto a
quella della sensibilizzazione e partecipazione dei cittadini alle politiche di sviluppo sostenibile a livello
locale.
La scheda progettuale non contiene riferimento alcuno a possibili partner di Tunisia e Marocco, i due paesi
verso cui la proposta si rivolge. Dal testo non è neanche desumibile l’esistenza di esperienze di
collaborazione previe, da cui il progetto prenda origine. Sembra necessario uno sforzo per assicurare sin
nella fase di ideazione del progetto il coinvolgimento dei partner, che per il momento non sembra esservi.
Ciò è indispensabile per garantire la ownership dell’iniziativa da parte dei soggetti locali cui il progetto è
rivolto, condizione fondamentale per la sua sostenibilità nel tempo. Da questo punto di vista sarebbe
opportuno superare una certa logica unidirezionale che traspare in alcuni passaggi del documento
(“predisposizione di un modello europeo di offerta coerente con lo sviluppo del turismo sostenibile nelle
marinerie del Mediterraneo […] orientato alla trasferibilità in diversi contesti locali”), che confligge con
quell’idea del co-sviluppo e della partecipazione che ispira le nuove politiche di vicinato.
Indicazioni per il follow-up
−
−
−
Individuazione dei partner locali e avvio del partenariato
Progettazione congiunta con i partner locali
Disegno di azioni e di modalità che rimandino ai principi del co-sviluppo
15
2.2.7 Laboratorio euro-mediterraneo sulla Civiltà della Transumanza
Aree di priorità del documento strategico
a)
d)
b)
c)
normative strumenti tecnologie partecipazione
x
x
a)
partner
locale
Criteri del partenariato
b) partner c) società d) società
istituziocivile
civile
nale
locale
italiana
e) cosviluppo
x
Il progetto propone il recupero della cultura della transumanza come elemento caratteristico di diverse
regioni che si affacciano sul Mediterraneo e che si sta perdendo, con il diffondersi di tecniche di
pascolamento intensivo ad alto impatto sulle risorse naturali. In particolare è stata individuata, per la
realizzazione di esperienze innovative di gestione del territorio e di valorizzazione turistica delle reti di
transumanza, la regione dell’Alto Atlante centrale del Marocco, un’area in cui la plurisecolare pratica della
transumanza ha garantito un delicato equilibrio di ecosistemi tra i più ricchi di biodiversità del Mediterraneo
e che oggi è soggetta a un processo di degrado dovuto tra l’altro all’introduzione di pratiche di sovrappascolo
e all’emigrazione. Il progetto propone un’azione congiunta tra la Regione Molise (che ha già esperienza di
lavoro comune su questi temi con altre regioni dell’Unione Europea) e il Ministero dell’Agricoltura e dello
Sviluppo Rurale del Marocco.
Il progetto può essere ricondotto all’area del potenziamento degli strumenti amministrativi e istituzionali
(sotto-area Razionalizzazione delle strutture istituzionali) al fine di mantenere e adeguare le attività
tradizionali della transumanza alle esigenze di conservazione della biodiversità. La prevista creazione di un
“museo diffuso della transumanza”, l’organizzazione di un centro studi, di un archivio storico, di un sito
web, sono tutte azioni che permenttono di far rientrare la proposta anche nell’area della diffusione
dell'innovazione tecnologica e della formazione delle risorse umane (sotto-area Formazione e creazione di
strutture), laddove vengano considerati come strumenti tecnici innovativi anche strutture culturali volte alla
conservazione degli ecosistemi.
Non emerge dalla scheda progettuale l’esistenza di un processo di conoscenza fra le istituzioni molisane e
quelle marocchine. Sembra anzi di capire che al momento la proposta è interamente iniziativa della Regione
Molise, intenzionata a proporsi come partner esperto nelle problematiche della transumanza a partire da
significative esperienze già realizzate in sede comunitaria con partner di Spagna, Portogallo, Romania e
Grecia. La regione del Marocco è stata identificata per l’esistenza in quel territorio di un programma del
Ministero dell’Agricoltura e dello sviluppo rurale, con il contributo dello UNDP e della Banca Mondiale, per
la Conservazione della biodiversità attraverso la transumanza nel versante sud dell’Alto Atlante, il cui
obiettivo di conservare la diversità biologica degli ecosistemi attraverso il rilancio della transumanza e lo
sviluppo locale partecipativo hanno una forte corrispondenza con l’approccio che su queste tematiche
caratterizza la regione Molise. È evidente che nella prospettiva di una più puntuale definizione delle
caratteristiche del progetto sarà necessario approfondire i rapporti con in partner marocchino, condizione
indispensabile perché l’intervento acquisti un carattere di vero e proprio partenariato fra territori. Si
suggerisce inoltre di approfondire il tema dell’interscambio fra i territori, coinvolgendo istituzioni,
associazioni e operatori rurali in una logica di co-sviluppo.
Indicazioni per il follow-up
−
Avvio di rapporti di partenariato con le istituzioni marocchine e loro coinvolgimento nel disegno del
progetto
16
2.2.8 Urban Transport Sustainability
Aree di priorità del documento strategico
d)
a)
b) struc)
normative
menti
tecnolo- partecipazione
gie
x
x
x
a)
partner
locale
x
Criteri del partenariato
b) partner c) società d) società
civile
civile
istituziolocale
italiana
nale
x
e) cosviluppo
x
Il progetto proposto dal COPPEM (Comitato Permanente per il Partenariato euromediterraneo dei Poteri
Locali e Regionali) mira a migliorare la mobilità urbana nella città di Rabat, in Marocco, e nel
Governatorato di Kairouan, in Tunisia attraverso la progettazione di piani di trasformazione della mobilità
urbana e di valutazioni dei suoi effetti.
Si tratta di un progetto che copre tre delle quattro aree di priorità definite nel documento strategico: viene
infatti perseguita l’armonizzazione normativa e degli standard sulla tutela dell’ambiente in ambiente urbano,
attraverso lo studio di esperienze di successo a livello europeo e il collegamento con istituzioni internazionali
specializzate quali la Fondazione Europea per il miglioramento delle condizioni di vita e di lavoro e
l’Agenzia Europea per l’Ambiente, oltre che con le istituzioni comunitarie, il Consiglio d’Europa, il
Consiglio dei Comuni e delle regioni d’Europa (le sotto-aree coinvolte sono dunque Prevenzione e riduzione
dell’inquinamento e Normative per lo sviluppo urbano); il progetto inoltre favorisce il potenziamento degli
strumenti amministrativi e istituzionali per dare efficacia alle norme, attraverso la formazione dei funzionari
delle amministrazioni locali e regionali (sotto-aree Formazione del personale, Razionalizzazione delle
strutture istituzionali e Creazione di reti internazionali nell’area del Mediterraneo e dei Balcani); è infine
prevista l’acquisizione di tecnologie avanzate per il monitoraggio dell’inquinamento acustico e atmosferico,
componente che permette di ascrivere il progetto anche all’area della diffusione dell’innovazione tecnologica
ambientalmente favorevole (sotto-area Formazione e creazione di strutture).
Il progetto nasce nell’ambito del confronto e della collaborazione sviluppata all’interno del Comitato
Permanente per il Partenariato euromediterraneo dei Poteri Locali e regionali (COPPEM), che riunisce 205
amministrazioni e ha posto fra le sue priorità il tema dei trasporti. La scheda indica il coinvolgimento della
Regione Siciliana e del Comune di Palermo, sebbene non vengano indicate i campi di intervento e le
modalità attraverso cui questa collaborazione potrà realizzarsi. Si considera utile approfondire questo
aspetto, soprattutto per l’importanza delle tematiche legate al traffico urbano e peri-urbano acquisisce nella
dimensione del co-sviluppo della regione mediterranea.
Indicazioni per il follow-up
- Chiarire le modalità di coinvolgimento di Regione Siciliana e Comune di Palermo.
17
2.2.9 Gestione sostenibile delle sugherete produttive, funzionale alla tutela del paesaggio e alla
promozione socio-economica delle comunità rurali nelle aree interne del Mediterraneo
Aree di priorità del documento strategico
a)
b)
c)
d)
norma- strumenti tecnolo- partecipative
gie
zione
x
x
x
x
a)
partner
locale
x
Criteri del partenariato
b) partner c) società d) società
istituziocivile
civile
nale
locale
italiana
x
x
x
e) cosviluppo
x
Il progetto promosso dalla Regione Sardegna si prefigge una migliore gestione delle sugherete nel bacino del
Mediterraneo, nel quadro di uno sviluppo sostenibile dei territori interessati e di un maggiore equilibrio fra lo
sfruttamento agro-zootecnico e quello agro-forestale dei suoli. La proposta punta a salvaguardare una
tipologia di paesaggio caratteristica, diffusa in larga parte del Mediterraneo (oltre alla Sardegna il progetto
interessa il Marocco, la Tunisia, l’Algeria, il Portogallo, la Spagna e la Francia) ma che si sta degradando e
rischia la scomparsa a causa dello sfruttamento intensivo, dell’eccessivo pascolamento, di pratiche
insostenibili. Come si legge nella proposta, il progetto “intende dimostrare come sia possibile mediante la
gestione sostenibile ed ecocompatibile di un sistema produttivo sostenere economicamente le popolazioni
locali e nel contempo tutelare la biodiversità e il paesaggio”.
Per le sue caratteristiche, il progetto presenta una forte rispondenza a tutte le aree prioritarie di cooperazione
indicate dal Documento strategico. Nel puntare all’applicazione di standard internazionalmente riconosciuti
per la gestione sostenibile delle sugherete nei paesi nordafricani coinvolti, il progetto contribuisce
all’armonizzazione normativa degli standard sulla tutela dell’ambiente e lo sviluppo sostenibile (sotto-area
Salvaguardia delle risorse naturali); sono inoltre previste attività formative e di aggiornamento rivolte tra gli
altri agli operatori pubblici coinvolti nella pianificazione e gestione forestale, e ciò permette di includere il
progetto anche nell’area del potenziamento degli strumenti amministrativi e istituzionali per dare efficacia
alle norme (sotto-area Formazione del personale); le numerose attività volte a introdurre interventi di lotta
biologica e tecniche di sfruttamento sostenibile rendono il progetto coerente con l’area dell’innovazione
tecnologica ambientalmente favorevole (sotto-area Adozione di tecnologie più pulite); costante è infine
l’accento posto sul coinvolgimento dei produttori sia attraverso la formazione sia attraverso la creazione di
un gruppo di lavoro che integri gli standard internazionali nelle situazioni locali e sviluppi linee guida
specifiche per le differenti realtà nazionali.
I partner sono chiaramente individuati e, per quel che riguarda i paesi della sponda sud del Mediterraneo,
sono tutti di natura istituzionale. Non sono indicate per questi paesi strutture private, ma è probabile che un
loro coinvolgimento sia implicito nel tipo di attività formative che si intende promuovere. La proposta
sembra definire un partenariato a rete del tutto nuovo, non essendo indicati progetti preesistenti o processi di
collaborazione che provengano da esperienze anteriori.
Molto interessante l’idea della costituzione di una rete di progetti pilota di gestione agro-silvo-pastorale,
volta a creare modelli di sviluppo rurale gestiti dalle comunità locali e ispirati a una strategia coordinata di
conservazione nella ecoregione mediterranea del paesaggio a sughera. Al di là dell’importante ruolo assunto
dal WWF Italia, non emergono dalla proposta modalità di partecipazione della società civile italiana né
azioni che diffondano e mettano in pratica l’idea del co-sviluppo. Tuttavia, vista la natura del progetto e le
ragioni che lo animano, non dovrebbe essere difficile inserire, tra le attività, forme di interscambio fra
produttori e operatori italiani e dei paesi partner.
Indicazioni per il follow-up
-
Approfondimento delle modalità di interscambio fra le diverse componenti territoriali del progetto
Coinvolgimento di strutture della società civile italiana e dei paesi partner.
18
2.3 PROGETTI PROPOSTI PER L’INTERO BACINO DEL MEDITERRANEO (RIVA SUD E
BALCANI)
2.3.1 Lotta alla desertificazione nel Mediterraneo
Aree di priorità del documento strategico
a)
d)
b)
c)
normative strumenti tecnologie partecipazione
x
a)
partner
locale
x
Criteri del partenariato
b) partner c) società
d)
istituzionale
civile
società
locale
civile
italiana
x
e) cosviluppo
x
Il progetto integra diverse proposte provenienti da quattro regioni italiane (Sardegna, Abruzzo, Lombardia e
Basilicata), che si sono accordate per un’iniziativa comune articolata intorno a due obiettivi specifici: la
creazione di un osservatorio interregionale come nodo centrale di una rete di osservatorî locali, e il
contenimento di processi di desertificazione in Palestina attraverso un intervento-pilota di recupero della
produttività di aree marginali. La finalità è il coinvolgimento di tutti i paesi dell’area mediterranea in
strategie comuni di lotta alla diversificazione.
Le caratteristiche del progetto (che punta a valorizzare e mettere in rete strumenti e competenze di regioni
italiane, integrandole in un sistema di monitoraggio e di condivisione di metodi ed esperienze a livello del
bacino del Mediterraneo) permettono di ricondurlo sia all’area del potenziamento degli strumenti
amministrativi ed istituzionali (sotto-aree Razionalizzazione delle strutture istituzionali e Creazione di reti
internazionali nell’area del Mediterraneo e dei Balcani) sia a quella della diffusione dell’innovazione
tecnologica ambientalmente favorevole e della formazione delle risorse umane (sotto-area Tecnologie e
pratiche per contrastare la desertificazione). Anche la componente sperimentale-applicativa, che prevede
azioni nei territori palestinesi, è coerente con l’impostazione complessiva dell’intervento ed è riconducibile a
queste aree.
Sono ancora da costruire i rapporti di partenariato con istituzioni dei paesi potenzialmente interessati (che, lo
ricordiamo, sono tutti i paesi extra-comunitari che si affacciano sul Mediterraneo. Il documento segnala
come i potenziali partner siano stati già individuati: è tuttavia del tutto evidente come un progetto come
quello proposto, che mira a introdurre criteri e metodi di controllo sviluppati altrove, debba poter contare su
partenariati forti e davvero motivati, tema sul quale occorre sin d’ora procedere al fine di garantire una solida
ownership da parte delle istituzioni locali. Si raccomanda inoltre di promuovere anche la partecipazione della
società civile locale al fine di coinvolgere le popolazioni nel monitoraggio dei fenomeni di desertificazione e,
se possibile, farle partecipare in attività che contrarrestino l’avanzamento dell’erosione e dei deserti. Da
valutare inoltre la possibilità di coinvolgere anche strutture della società civile italiana per lo scambio di
esperienze nella lotta alla desertificazione.
L’idea di un osservatorio regionale della desertificazione e la condivisione di strumenti per il monitoraggio e
di metodi per l’assunzione di decisioni, riflette un approccio centrato sullo sviluppo comune dei paesi
mediterranei.
Indicazioni per il follow-up
-
scelta dei paesi in cui realizzare l’intervento
individuazione dei partner e avvio del partenariato
coinvolgimento della società civile locale
coinvolgimento della società civile italiana.
19
3. PROPOSTA DEL PIANO DI FOLLOW UP
Sulla base delle attività realizzate nel corso dell’iniziativa italiana tematica su ambiente e sviluppo
sostenibile nel Mediterraneo, e con particolare riferimento al documento “Verso una strategia delle regioni
italiane per l’ambiente e lo sviluppo sostenibile nel mediterraneo” e ai lavori del seminario internazionale
svoltosi a Matera il 14 e 15 Dicembre, organizzato dalla Regione Basilicata, si presenta di seguito una
proposta di piano di follow up.
Si ricorda che l’iniziativa MAE-Regioni per il partenariato mediterraneo ha l’obiettivo di avviare un
percorso per la definizione di strategie e progetti di partenariato territoriale in modo da contribuire alla
attuazione della politica europea di integrazione dello spazio Mediterraneo. In particolare l’iniziativa su
ambiente e sviluppo ha promosso la partecipazione e aggregazione delle regioni su formulazioni progettuali
da presentare nei programmi di prossimità e nell’ambito del programma di cooperazione regionale sostenuto
con risorse CIPE. Realizzando questo obiettivo si sono aperte nuove opportunità di ampliare e rafforzare i
partenariati territoriali.
In questo percorso il piano di follow up ha un duplice scopo, da un lato garantire la continuità
dell’iniziativa a livello progettuale, ma non solo, dall’altro costruire l’espansione e l’approfondimento del
processo partenariale a livello politico e strategico sul medio-lungo periodo nel quadro della politica di
prossimità e pre-adesione dell’Unione europea. Per creare reali partenariati infatti, vi è la necessità di
definire un quadro politico strategico complessivo, e quindi rafforzare il dialogo politico tra regioni del
Mediterraneo, assumendo impegni e responsabilità pluriennali nei piani regionali di sviluppo, nei programmi
di prossimità, in accordo con i piani nazionali (e in particolare con i Piani di Azione stabiliti dalla
Commissione con i Paesi partner).
Il piano di follow up si articola quindi su due livelli: un livello progettuale e un livello strategico (macroprocessuale).
3.1 A livello progettuale:
È necessario proseguire nella finalizzazione dei progetti secondo gli orientamenti indicati nel
capitolo 2 e riassunti nella matrice relativa, in modo da dare corpo alle idee e alle aspettative createsi
nei partner e quindi acquisire la credibilità necessaria per sostenere i processi partenariali. La
finalizzazione dei progetti richiede attività di missioni e scambi di informazione per coinvolgere
nuovi partner e/o rafforzare i partenariati già esistenti, realizzare valutazioni ex ante delle proposte,
procedere nella formulazione secondo le diverse opportunità di cofinanziamento. Per questo potrà
essere utile attivare l’assistenza tecnica del PON ATAS sull’internazionalizzazione delle regioni
ob.1.
Le regioni impegnate nella finalizzazione dei progetti potrebbero inoltre costituire i Gruppi di
formulazione e monitoraggio previsti nel programma di cooperazione regionale sostenuto con
risorse CIPE in modo da presentare le loro proposte al cofinanziamento.
Le regioni potrebbero impegnarsi nell’integrare e rendere coerenti i progetti ai Complementi di
Programma dei nuovi programmi di prossimità. Anche in questo caso potrebbe essere utile attivare
l’assistenza tecnica del PON ATAS sull’internazionalizzazione delle regioni ob.1 per promuovere e
sostenere la creazione delle strutture previste (Comitati congiunti di sorveglianza e pilotaggio) e la
formulazione di Complementi di Programma congruenti. In quest’ultimo senso si passa
necessariamente al livello più strategico: la formulazione di questi Complementi comporta infatti
l’attivazione di un dialogo politico partenariale.
3.2 A livello strategico (macro-processuale):
Come rilevato a Matera è necessario sviluppare i partenariati non solo a livello progettuale ma
anche, e soprattutto, a monte, a livello politico strategico, maturando attraverso il dialogo e lo
scambio con i partner una ownership condivisa di politiche comuni di sviluppo sostenibile. Questo
20
richiede che la finalizzazione dei progetti rappresenti un’occasione per scambiare informazioni più
in generale sulle programmazioni di sviluppo sostenibile a livello territoriale locale e trans-locale,
sui bisogni e sulle opportunità di cooperazione, sulla condivisione dei nuovi Complementi di
programma di prossimità;e quindi nutrire rapporti (anche con appuntamenti di incontro politico) più
densi diretti a:
Creare e rafforzare partenariati con le regioni/autonomie locali dei Paesi mediterranei in
preadesione e vicini. Ciò è particolarmente impegnativo su aree vaste, richiedendo uno sforzo
relazionale molteplice, che potrebbe essere sostenuto con programmi adeguati, con forme di
assistenza tecnica e di coordinamento (come quello delle regioni Medocc e altri);
Rafforzare i partenariati con altre regioni/autonomie locali di Paesi UE mediterranei (Spagna,
Francia, …) in modo da negoziare approcci e progetti comuni nel quadro dei nuovi programmi
di prossimità; anche in questo caso le forme di coordinamento potrebbero rappresentare utili
strumenti per confrontarsi con i partner;
Ampliare la partecipazione della società civile e del settore privato anche sul piano della
programmazione e non solo della progettazione, come richiesto dalla metodologia della Agenda
21 e dai programmi di prossimità. Questo comporta attività di sensibilizzazione e
comunicazione, l’apertura di momenti di confronto e di individuazione di priorità e azioni
comuni. Da questo punto di vista ogni regione si dovrebbe assumere il compito di promuovere la
partecipazione del proprio territorio, definendo un programma ad hoc.
Il piano strategico deve rientrare nella governance multilivello, e in particolare nel processo
ascendente del rapporto con i governi centrali e con la Commissione europea. La
programmazione dei partenariati territoriali e i Complementi di Programmazione dovranno allora
essere negoziati e per quanto possibile influire ed essere integrati nei Piani d’Azione e Piani
Nazionali dei paesi partner. A tal fine è necessario definire un programma di incontri, concordato
con il Ministero Affari Esteri e con le regioni/autonomie locali mediterranee, con gli interlocutori dei
governi centrali dei paesi partner e con la Commissione europea, per sensibilizzare e integrare le
programmazioni e progettazioni nei piani nazionali.
Tutto ciò abbisogna, come emerso a Matera, della formazione di un linguaggio comune e di una
strumentazione adeguata (realizzazione di banche dati, disegno di mappe di ecoregioni - ad
esempio come quelle realizzate dal WWF -, rafforzamento della capacità istituzionale, definizione di
indicatori di valutazione). Tutto ciò nel quadro di uno scambio attivo di informazioni tra i diversi
partner mediterranei. Per questo potrebbe essere utile la realizzazione di un progetto speciale di
analisi e proposta per la definizione di programmazioni partenariali sullo sviluppo sostenibile.
Questo progetto potrebbe essere sostenuto dal PON ATAS sull’internazionalizzazione delle regioni
ob.1 o dalle risorse CIPE dedicate al rafforzamento delle capacità istituzionali.
Infine, come evidenziato a Matera, le tematiche ambientali devono essere integrate in modo
trasversale nei diversi drivers dello sviluppo (produzione industriale, agricola, energetica, trasporti
e turismo, commercio e investimenti – con particolare riferimento alla creazione dell’area di libero
scambio nel 2010). Questo significa che le iniziative tematiche che seguiranno Matera dovranno
tenere conto, per una evidente esigenza di coerenza, dei principi sullo sviluppo sostenibile. Per
questo potrebbe essere utile prevedere nei lavori delle prossime iniziative tematiche una metodologia
di confronto e valutazione delle proposte progettuali e di piani strategici rispetto ai principi dello
sviluppo sostenibile.
3.3 Appuntamenti del processo di follow up e partenariale sui diversi livelli
Durante i lavori dell’iniziativa sulla tematica ambiente e sviluppo sostenibile, e in particolare a Matera, sono
emerse proposte di appuntamenti seminariali e convegnistici che potrebbero rappresentare delle tappe
particolarmente utili per fare il punto su e rafforzare il processo partenariale.
E’ stata proposta la realizzazione di un seminario internazionale in Sardegna che potrebbe rappresentare il
momento di finalizzazione di alcuni progetti e di confronto strategico con alcuni Governi centrali
mediterranei e con la Commissione europea, e/o di confronto con i partner dei Paesi UE.
21
L’iniziativa prevede la realizzazione di una Conferenza internazionale MAE/Regioni sul partenariato
Mediterraneo dove verranno portate le risultanze delle diverse iniziative tematiche e quindi rilanciata
l’iniziativa con i partner.
E’ stata proposta la realizzazione di un seminario internazionale sui partenariati territoriali nella
Regione marocchina di Chaouia Ouardiga, che potrebbe rappresentare un segnale di grande importanza di
attenzione e promozione della ownership dei partner mediterranei, dove avanzare tanto sul versante di nuovi
progetti quanto soprattutto a livello strategico nella diffusione di un linguaggio e di programmazioni comuni.
Barcellona +10: l’Unione europea ha dedicato il 2005 al Mediterraneo e prevede una serie di iniziative di
bilancio e rilancio del partenariato, tra cui la realizzazione di una Conferenza sul decimo anniversario del
processo di Barcellona, che si terrà a novembre nella medesima città. Questo evento potrebbe rappresentare
un momento di grande rilevanza per dare visibilità all’iniziativa nel quadro della nuova politica di
prossimità.
3.4 Cronogramma ipotetico del follow up nel 2005
Attività /mesi
Finalizzazione progetti con assistenza tecnica
Programma di sviluppo dei rapporti
partenariali, delle strutture e dei Complementi
dei programmi di prossimità, con assistenza
tecnica e attraverso forme di coordinamento
Programmi regionali di promozione della
partecipazione del territorio
Programma di incontri, concordato con il
Ministero Affari Esteri e con le
regioni/autonomie locali mediterranee, con gli
interlocutori dei governi centrali dei paesi
partner e con la Commissione europea
Progetto speciale di analisi e proposta per la
definizione di programmazioni partenariali
sullo sviluppo sostenibile
Seminario internazionale Sardegna
Conferenza MAE Regioni sul Mediterraneo
Barcellona +10
Seminario internazionale Chaouia Ouardiga
Feb
Mar
Apr
Mag Giu
Lug
Set
Ott
Nov Dic
22
4. MATRICE SINTETICA DELLE CARATTERISTICHE DELLE IDEE PROGETTUALI
CONSIDERATE
23
PROGETTO
1 - Agenda 21 Integrata nel
Mediterraneo
Proponente
Basilicata,
Abruzzo,
Molise
Paesi
Marocco e altri da
definire
Caratteristiche del
partenariato
● Indicazione del partner
● Armonizzazione normativa e
locale (parziale)
degli standard sulla tutela
● Presenza di partner
dell'ambiente e lo sviluppo
sostenibile, quale precondizione per istituzionali (parziale)
la costruzione di un linguaggio e di ● Partecipazione della
società civile locale
comportamenti comuni
● Potenziamento degli strumenti ● Co-sviluppo
amministrativi ed istituzionali per
dare efficacia alle norme
● Sensibilizzazione e
partecipazione dei cittadini alla
definizione di politiche di sviluppo
sostenibile a livello locale
● Potenziamento degli strumenti ● Co-sviluppo
amministrativi ed istituzionali per
dare efficacia alle norme
● Diffusione dell'innovazione
tecnologica ambientalmente
favorevole e formazione delle
risorse umane
Aree prioritarie di cooperazione
2 - DUSAT - Diagnosi delle pressioni Lombardia
dell'uso del suolo sulla qualità delle
acque tramite telerilevamento
satellitare
Tunisia
3- Controllo dell’inquinamento delle Piemonte
acque dell’area industriale di Sahel e
individuazione di soluzioni per la
riduzione dell’impatto territoriale
sull’area stessa e a valle
dell’insediamento
Marocco
● Potenziamento degli strumenti
amministrativi ed istituzionali per
dare efficacia alle norme
● Indicazione del partner
locale (parziale)
4 - Attività di cooperazione per la
creazione di una rete rurale per lo
sviluppo locale tra Italia e Balcani
Croazia, Serbia,
Bosnia Erzegovina,
Albania
● Diffusione dell'innovazione
tecnologica ambientalmente
favorevole e formazione delle
risorse umane
● Potenziamento degli strumenti
amministrativi ed istituzionali per
dare efficacia alle norme
● Sensibilizzazione e
partecipazione dei cittadini alla
definizione di politiche di sviluppo
sostenibile a livello locale
● Indicazione del partner
locale
● Partecipazione della
società civile locale
● Partecipazione della
società civile italiana
● Co-sviluppo
Province
adriatiche
Indicazioni per il follow-up
● Definizione dei paesi coinvolti
● Individuazione dei partner locali
per tutti i paesi e avvio del
partenariato
● Definizione e avvio del
partenariato sul versante italiano
● Definizione e avvio del
partenariato con la Tunisia
● Partecipazione e ruolo di
istituzioni locali dell'area di Sahel
● Partecipazione della società
civile locale
● Inserimento di azioni
interscambio che definiscano una
prospettiva di co-sviluppo
● Coinvolgimento di istituzioni di
governo sub-nazionale nei paesi
interessati
24
PROGETTO
Proponente
Paesi
Aree prioritarie di cooperazione
Caratteristiche del
partenariato
● Indicazione del partner
locale
● Presenza di partner
istituzionali
● Partecipazione della
società civile locale
● Co-sviluppo
5 - Tecniche costruttive tradizionali
Sardegna,
Abruzzo
Marocco, Israele,
Territori palestinesi,
Algeria, Albania,
Montenegro, Croazia
● Diffusione dell'innovazione
tecnologica ambientalmente
favorevole e formazione delle
risorse umane
6 - Agrimedsys
Toscana,
Calabria,
Molise,
Sardegna
Marocco, Tunisia
7 - Coste-entroterra: Definizione dei
metodi comuni per la pianificazione
del territorio
Marche
Croazia, Albania,
Montenegro
8 - MARIMED - La pesca come
fattore di sviluppo del turismo
sostenibile
EmiliaRomagna,
Sardegna,
Sicilia
Marocco, Tunisia
● Armonizzazione normativa e
● Indicazione del partner
degli standard sulla tutela
locale
dell'ambiente e lo sviluppo
● Presenza di partner
sostenibile, quale precondizione per istituzionali
la costruzione di un linguaggio e di ● Partecipazione della
comportamenti comuni
società civile locale
● Partecipazione della
società civile italiana
● Co-sviluppo
● Potenziamento degli strumenti ● Indicazione del partner
amministrativi ed istituzionali per locale
dare efficacia alle norme
● Presenza di partner
istituzionali
● Partecipazione della
società civile locale
● Co-sviluppo
● Potenziamento degli strumenti ● Co-sviluppo (parziale)
amministrativi ed istituzionali per
dare efficacia alle norme
● Sensibilizzazione e
partecipazione dei cittadini alla
definizione di politiche di sviluppo
sostenibile a livello locale
Indicazioni per il follow-up
● Approfondire l'integrazione fra le
due proposte originarie
● Esplicitare il quadro completo
dei partenariati attivati o da attivare
● Approfondire le modalità di
coinvolgimento della società civile
nei diversi paesi
● Coinvolgimento di strutture
della società civile per le
componenti tunisine (Sousse e
Sfax)
● Inserire e attivare forme
organizzate della società civile e
delle comunità locali
● Coinvolgimento di soggetti
italiani non istituzionali
● Individuazione dei partner locali
e avvio del partenariato
● Progettazione congiunta con i
partner locali
● Disegno di azioni e modalità che
rimandino ai principi del cosviluppo
25
PROGETTO
Proponente
Paesi
Aree prioritarie di cooperazione
Caratteristiche del
partenariato
● Co-sviluppo
9 - Laboratorio euro-mediterraneo
sulla Civiltà della Transumanza
Molise
Marocco
● Potenziamento degli strumenti
amministrativi ed istituzionali per
dare efficacia alle norme
10 - Urban Transport Sustainability
COPPEM
Marocco, Tunisia
● Indicazione del partner
● Armonizzazione normativa e
locale
degli standard sulla tutela
● Presenza di partner
dell'ambiente e lo sviluppo
sostenibile, quale precondizione per istituzionali
la costruzione di un linguaggio e di ● Co-sviluppo
comportamenti comuni
● Potenziamento degli strumenti
amministrativi ed istituzionali per
dare efficacia alle norme
● Diffusione dell'innovazione
tecnologica ambientalmente
favorevole e formazione delle
risorse umane
11 - Lotta alla desertificazione nel
Mediterraneo
Sardegna,
Abruzzo,
Lombardia,
Basilicata
da definire
● Potenziamento degli strumenti ● Partecipazione della
amministrativi ed istituzionali per società civile italiana
dare efficacia alle norme
● Co-sviluppo
12 – Gestione integrata delle risorse
ittiche nell’area adriatica centrale
Province
adriatiche
Croazia, Bosnia
● Potenziamento degli strumenti
Erzegovina, Serbia
amministrativi ed istituzionali per
Montenegro, Albania dare efficacia alle norme
● Diffusione dell'innovazione
tecnologica ambientalmente
favorevole e formazione delle
risorse umane
● Sensibilizzazione e
partecipazione dei cittadini alla
definizione di politiche di sviluppo
sostenibile a livello locale
● Indicazione del partner
locale (parziale)
● Presenza di partner
istituzionali
● Partecipazione della
società civile locale
● Co-sviluppo
Indicazioni per il follow-up
● Avvio di rapporti di partenariato
con le istituzioni marocchine e loro
coinvolgimento nel disegno del
progetto
● Chiarire le modalità di
coinvolgimento della Regione
Siciliana e del Comune di Palermo
● Scelta dei paesi in cui realizzare
l'intervento
● individuazione dei partner e
avvio del partenariato
● coinvolgimento della società
civile locale
● coinvolgimento della società
civile italiana
● Coinvolgimento di
organizzazioni del settore peschiero
nei paesi balcanici
● coinvolgimento di organizzazioni
del settore peschiero italiano
26
PROGETTO
Proponente
Paesi
13 -Innovazione tecnologica
Piemonte,
attraverso la progettazione e la messa Sardegna
a rete di parchi scientifici tecnologici
Serbia Montenegro,
Croazia, Bosnia
Erzegovina
14 - Riqualificazione ambientale e
urbana di bacini idrografici – e loro
zone adiacenti – nel Nord Albania e
Basilicata
Albania, Basilicata
Basilicata,
EmiliaRomagna,
Toscana
15 - Gestione sostenibile delle
Sardegna
sugherete produttive, funzionale alla
tutela del paesaggio e alla promozione
socio-economica delle comunità rurali
nelle aree interne del Mediterraneo
Marocco, Tunisia,
Algeria
Aree prioritarie di cooperazione
Caratteristiche del
partenariato
● Indicazione del partner
locale
● Presenza di partner
istituzionali
● Diffusione dell'innovazione
tecnologica ambientalmente
favorevole e formazione delle
risorse umane
● Sensibilizzazione e
partecipazione dei cittadini alla
definizione di politiche di sviluppo
sostenibile a livello locale
● Potenziamento degli strumenti ● Indicazione del partner
amministrativi ed istituzionali per locale
dare efficacia alle norme
● Presenza di partner
istituzionali
● Partecipazione della
società civile italiana
● Indicazione del partner
● Armonizzazione normativa e
locale
degli standard sulla tutela
● Presenza di partner
dell'ambiente e lo sviluppo
sostenibile, quale precondizione per istituzionali
la costruzione di un linguaggio e di ● Partecipazione della
società civile locale
comportamenti comuni
● Potenziamento degli strumenti ● Partecipazione della
amministrativi ed istituzionali per società civile italiana
● Co-sviluppo
dare efficacia alle norme
● Diffusione dell'innovazione
tecnologica ambientalmente
favorevole e formazione delle
risorse umane
● Sensibilizzazione e
partecipazione dei cittadini alla
definizione di politiche di sviluppo
sostenibile a livello locale
Indicazioni per il follow-up
● Approfondimento delle
possibilità di avviare forme di
integrazione e interscambio con
parchi tecnologici italiani
● Verifica delle possibilità di
integrazione fra le due iniziativi di
Scutari e di Lezha
● verifica delle possibilità di
integrazione fra la componente
albanese e la componente italiana,
con individuazione di azioni di
interscambio
● Approfondimento delle modalità
di interscambio fra le diverse
componenti territoriali del progetto
● Coinvolgimento di strutture della
società civile italiana e dei paesi
partner
27
5. MATRICE SINTETICA DELLE ALTRE PROPOSTE
28
PROPONENTE
PROGETTO
PAESI TERZI
Comune di Pescara
Studio per cogenerazione diffusa e
cunicolo intelligente
Bosnia Erzegovina,
Croazia
Comune di Pescara
TRAILS Transport Integrated Local
System
Bosnia Erzegovina,
Croazia
Riqualificazione della Pineta
Dannunziana – riserva naturale (legge
Comune di Pescara
regionale 96/2000) in pieno contesto
urbano antropizzato
Riqualification and control of
pollution of the last strech of Pescara
Comune di Pescara River and implementation of a
monitoring system of pollution
RiMoRiPE
AREA PRIORITARIA
Diffusione dell’innovazione
tecnologica ambientalmente
favorevole, formazione delle
risorse umane
Armonizzazione normativa e degli
standard sulla tutela dell’ambiente
e lo sviluppo sostenibile
Bosnia Erzegovina,
Croazia
Armonizzazione normativa e degli
standard sulla tutela dell’ambiente
e lo sviluppo sostenibile
Bosnia Erzegovina,
Croazia
Diffusione dell’innovazione
tecnologica ambientalmente
favorevole, formazione delle
risorse umane
Energia intelligente per
Comune di Pescara
l'illuminazione urbana
Bosnia Erzegovina,
Croazia
Ministero
dell'Ambiente
Wild Beauty in Montenegro
Montenegro
OICS
Agenzia del Buon Governo
Territoriale nel Mediterraneo
da individuare
Regione Basilicata
BIO.FOR.MED (Biotech For
Mediterraneo)
Mediterraneo (da
definire)
Armonizzazione internazionale e
raffrozamento dell'attività di controllo
Mediterraneo (da
Regione Basilicata e di prevenzione delle infezioni da
definire)
virus dell atristezza degli agrumi (ctv)
nell'area del Mediterraneo
Diffusione dell’innovazione
tecnologica ambientalmente
favorevole, formazione delle
risorse umane
Diffusione dell’innovazione
tecnologica ambientalmente
favorevole, formazione delle
risorse umane
Potenziamento degli strumenti
amministrativi ed istituzionali per
dare efficacia alle norme ovvero
rafforzamento della capacità
istituzionale
Diffusione dell’innovazione
tecnologica ambientalmente
favorevole, formazione delle
risorse umane
Armonizzazione normativa e degli
standard sulla tutela dell’ambiente
e lo sviluppo sostenibile
Diffusione dell’innovazione
tecnologica ambientalmente
favorevole, formazione delle
risorse umane
Potenziamento degli strumenti
Tecniche integrate di osservazioni
Turchia, Libano, Egitto, amministrativi ed istituzionali per
Regione Basilicata della terra per la mitigazione di rischi Marocco, Tunisia,
dare efficacia alle norme ovvero
naturali ed antropici
Algeria, Libia
rafforzamento della capacità
istituzionale
Potenziamento degli strumenti
Romania, Turchia,
amministrativi ed istituzionali per
Pianificazione energetico –
Egitto, Albania,
dare efficacia alle norme ovvero
Regione Basilicata
ambientale in ipotesi di sostenibilità
Ucraina
rafforzamento della capacità
istituzionale
Armonizzazione normativa e degli
Regione Basilicata Banca della conoscenza
da individuare
standard sulla tutela dell’ambiente
e lo sviluppo sostenibile
Soluzioni integrate per la lotta alla
Regione Basilicata
desertificazione
Mediterraneo (da
definire)
29
PROPONENTE
Regione Basilicata
PROGETTO
Tecnologie in agricoltura per un
ambiente più sano
Tecnologia e Biotecnologia delle
Regione Campania produzioni agrarie in suoli esposti a
salinizzazione
PAESI TERZI
Marocco, Tunisia
da individuare
Regione EmiliaRomagna
CLICORDIS – Impatto dei
cambiamenti climatici sull’erosione
Balcani (da definire)
costiera e rischio inondazioni–
Strategie di valutazione e prevenzione
Regione EmiliaRomagna
Sistema integrato per la sicurezza
territoriale (SISTER)
da individuare
Regione Lombardia
Strumenti di supporto allo sviluppo
locale (medina)
Turchia, Egitto,
Tunisia, Marocco
Regione Lombardia
BLUe - Building river Landscape
across United Europe
da individuare
Regione Molise
BIOMED-Biodiversità nel
Mediterraneo
Albania, Croazia
Regione Molise
Turismo Sostenibile nel Mediterraneo Croazia
Regione Molise
Gestione integrata di aree di elevato
valore naturalistico
Albania, Bosnia
Erzegovina, Serbia
Montenegro, Croazia
Regione Molise
Governance e reporting ambientale
GO.RE
da individuare
Trasferimento di know-how a
Regione Piemonte supporto dello sviluppo delle PMI nel Bosnia Erzegovina
Cantone di Zenica Doboj
Progettazione di un sistema di
sostegno all’innovazione tecnologica
Serbia Montenegro
Regione Piemonte
attraverso la progettazione e la messa
a rete di parchi scientifici tecnologici
progettazione di un sistema
ecoefficiente di gestione dell’acqua
del parco industriale di Ain Johra e
Marocco
Regione Piemonte
formazione di quadri marocchini per
la gestione ambientale dell’area e del
centro di formazione
Studio di fattibilità per lo sfruttamento
ad uso irriguo in agricoltura e in
Marocco
Regione Piemonte
floricoltura delle acque reflue trattate
della città di Kouribga
AREA PRIORITARIA
Diffusione dell’innovazione
tecnologica ambientalmente
favorevole, formazione delle
risorse umane
Armonizzazione normativa e degli
standard sulla tutela dell’ambiente
e lo sviluppo sostenibile
Potenziamento degli strumenti
amministrativi ed istituzionali per
dare efficacia alle norme ovvero
rafforzamento della capacità
istituzionale
Armonizzazione normativa e degli
standard sulla tutela dell’ambiente
e lo sviluppo sostenibile
Sensibilizzazione e partecipazione
dei cittadini alla definizione di
politiche di sviluppo sostenibile a
livello locale.
Diffusione dell’innovazione
tecnologica ambientalmente
favorevole, formazione delle
risorse umane
Diffusione dell’innovazione
tecnologica ambientalmente
favorevole, formazione delle
risorse umane
Armonizzazione normativa e degli
standard sulla tutela dell’ambiente
e lo sviluppo sostenibile
Armonizzazione normativa e degli
standard sulla tutela dell’ambiente
e lo sviluppo sostenibile
Potenziamento degli strumenti
amministrativi ed istituzionali per
dare efficacia alle norme ovvero
rafforzamento della capacità
istituzionale
Potenziamento degli strumenti
amministrativi ed istituzionali per
dare efficacia alle norme ovvero
rafforzamento della capacità
istituzionale
Potenziamento degli strumenti
amministrativi ed istituzionali per
dare efficacia alle norme ovvero
rafforzamento della capacità
istituzionale
Potenziamento degli strumenti
amministrativi ed istituzionali per
dare efficacia alle norme ovvero
rafforzamento della capacità
istituzionale
Diffusione dell’innovazione
tecnologica ambientalmente
favorevole, formazione delle
risorse umane
30
PROPONENTE
Regione Piemonte
PROGETTO
Gestione ambientale delle aree e
villaggi turistici marocchini
NITROUT - Riduzione dei nitrati
Regione Sardegna nelle tecniche di coltivazione in
agricoltura
PAESI TERZI
Marocco
Tunisia
Istanze del territorio - nuovi strumenti
Regione Basilicata di analisi, governo e gestione del
da definire
territorio
AREA PRIORITARIA
Armonizzazione normativa e degli
standard sulla tutela dell’ambiente
e lo sviluppo sostenibile
Diffusione dell’innovazione
tecnologica ambientalmente
favorevole, formazione delle
risorse umane
Potenziamento degli strumenti
amministrativi ed istituzionali per
dare efficacia alle norme ovvero
rafforzamento della capacità
istituzionale
Consolidamento e allargamento alla
riva sud di una rete euromediterranea
Tunisia,
di governi locali a sostegno
Algeria,Marocco,
della’implementazione del Master di
Egitto, Turchia, Israele
Studi Euromediterranei realizzato con
il progetto INTERREG IIIB MAEM
Diffusione dell’innovazione
tecnologica ambientalmente
favorevole, formazione delle
risorse umane
Regione Toscana
Valorizzazione dell'offerta turistica
dell'Erzegovina
Potenziamento degli strumenti
amministrativi ed istituzionali per
dare efficacia alle norme ovvero
rafforzamento della capacità
istituzionale
Università Sulcis
Iglesiente
MODIS data for a agromorphoclimatic zonation on saharan,
Tunisia
arid & semi- regions in Tunisia for a
transect along the Atlas
Regione Toscana
Bosnia Erzegovina
Armonizzazione normativa e degli
standard sulla tutela dell’ambiente
e lo sviluppo sostenibile
31