RAPPORTO SUL TURISMO 2012

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RAPPORTO SUL TURISMO 2012
RAPPORTO SUL TURISMO 2012
IN FRIULI VENEZIA GIULIA
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INDICE
1.0
IL TURISMO INTERNAZIONALE : LO SCENARIO MONDIALE ED EUROPEO
p. 4
2.0
PRIME VALUTAZIONI SULL’ANDAMENTO DEL TURISMO IN ITALIA
p. 5
3.0
IL TURISMO IN FVG NELL’ANNO
p. 8
3.1
Arrivi e Presenze
p. 8
3.2
Il movimento dei clienti nelle strutture ricettive
p. 9
3.3
Un mercato di prossimità che si va allargando, all’estero
p. 11
3.4
Una mappa disomogenea
p. 12
3.5
L’andamento nei diversi periodi dell’anno
p. 13
3.6
Il posizionamento del FVG nella competizione turistica italiana
p. 13
3.7
L’impatto del turismo nell’economia locale
p. 15
3.8
Le località turistiche “top player”
p. 16
4.0 CHE COSA CI ASPETTA NEL 2013?
p.18
5.0
p. 21
ALLEGATI
3
1.0 IL TURISMO INTERNAZIONALE : LO SCENARIO MONDIALE ED EUROPEO
Il turismo internazionale ha chiuso il 2012 in positivo : secondo i dati UNWTO, gli arrivi sono
cresciuti del 3,8% rispetto al 2011, superando quota 1 miliardo ( 1.035.000). Il settore quindi è
cresciuto, anche se con un ritmo leggermente inferiore a quello dell’anno precedente, quando
l’incremento era stato del 4,6%.
Nella distribuzione mondiale degli arrivi , la destinazione “ vecchia Europa” fa ancora la parte del
leone con il 51% degli arrivi complessivi, seguono Asia e Pacifico ( 23%), le Americhe( 16%), Africa
e Medio Oriente ( ciascuna con 5%).
Europa e Africa sono le regioni mondiali in cui il numero degli arrivi è cresciuto di più (
rispettivamente +6,8% e + 4,9%). Anche le Americhe hanno accelerato i flussi ( +3,7%). Solo il
medio Oriente ha subito un brusco rallentamento (-6%).
All’interno dell’Europa, i maggiori incrementi sono stati registrati nell’area del CentroEst (+6%).
Nell’Europa dell’Ovest il turismo inbound è cresciuto del 3% e nel Sud e Mediterraneo soltanto del
2%. Ma nel Nord Europa l’incremento è stato praticamente nullo.
Le proiezioni per l’anno in corso confidano in un ulteriore incremento dei flussi mondiali, in linea
con quelli degli ultimi anni e sembrano farla da padroni ancora l’ Asia Pacifico e l’Africa. Per
l’Europa si prevede un brusco ridimensionamento che potrebbe condurre a un dimezzamento
degli incrementi registrati del 2012.
PREVISIONI DEGLI ARRIVI TURISTICI NEL 2013
DESTINAZIONI
(incrementi % rispetto al 2012)
EUROPA
tra + 3% e + 4%
ASIA E PACIFICO
tra + 5% e + 6%
AMERICHE
tra + 3% e + 4%
AFRICA
tra + 4% e + 6%
MEDIO ORIENTE
tra
0% e + 5%
FONTE : UNWTO
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2.0
PRIME VALUTAZIONI SULL’ANDAMENTO DEL TURISMO IN ITALIA (*)
Il 2012 è il primo anno in cui gli effetti si manifestano con forza nel campo del turismo, in
particolare nei confronti del mercato domestico, con riflessi negativi per l’andamento generale.
Le famiglie italiane hanno “stretto la cinghia” e speso meno per le vacanze.
Come premessa, tuttavia, è opportuno notare che spesso le statistiche del turismo nascondono
sorprese come prova il fatto relativo all’andamento del movimento turistico nel 2011. Fino ad
inizio dicembre 2012 le stime, accettate ed utilizzate da tutti, davano un calo dei pernottamenti
del -0,5% nel 2012 rispetto al 2011.
A fine dicembre 2012, quando sono stati pubblicati i dati definitivi del 2011, invece della
diminuzione è apparso un aumento di pernottamenti del 3,0%, cioè diversi milioni di presenze in
più. È risultato, sorprendentemente, che il 2011 è stato l’anno record del turismo nazionale, con
386,9 milioni di presenze (pernottamenti). Anche nel valutare il 2012 permane qualche rischio di
errore per i confronti di carattere generale.
È certo, comunque, che l’anno 2012 è indicato da tutti come l’anno ove nel campo del turismo la
crisi si è manifestata con forza, anche se in modo diversificato ed anche in presenza di qualche
tipologia di domanda che ha avuto andamenti positivi; in particolare è stato in crisi il mercato
domestico balneare. Anche alcuni mercati di origine europei di prossimità hanno risentito degli
effetti negativi della crisi, mentre hanno continuato la loro tendenza positive le provenienze
intercontinentali, Paesi BRIC compresi.
Tenuto conto di queste considerazioni, le tendenze di fondo verificatasi nel 2012 in Italia sono:



gli italiani sono andati meno in vacanza per effetto delle crisi economica in atto;
quelli che sono andati hanno speso, in media, meno dell’anno precedente;
si è verificata una grande crisi delle vacanze balneari, per le quali si valuta una diminuzione
intorno al 6% in termini di presenze (pernottamenti) e superiore al 10% in termini di spesa;
 gli stranieri sono aumentati, anche se in modo più attenuato, continuando il trend degli
ultimi anni, ma il loro aumento è determinato da motivazione d’arte e culturale e dal
mercato intercontinentale con un forte sviluppo dei Paesi Bric;
 se le provenienze intercontinentali risultano positive quelle europee hanno risentito degli
effetti della crisi, mostrando grandi difficoltà.
Di queste difficoltà hanno risentito in particolare il mercato francese, quello spagnolo e
quello austriaco;
 per gli stranieri tengono le vacanze lacuali mentre per la componente balneare mostrano
una diminuzione, anche se più contenuta rispetto alla componente nazionale;
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(*) Con la collaborazione del prof. Emilio Becheri
 la crisi sembra avere riguardato in particolare i due opposti del mercato delle vacanze:
quelle più abbienti e di maggiore ostentazione (i grandi resort di lusso, che finora hanno
avuto un loro mercato autonomo) e quelle più a buon
mercato, il segmento dei marginali che nel 2012 o non le ha fatte o le ha fatte
riducendo il periodo di permanenza;
 anche il turismo balneare è andato incontro a maggiori difficoltà nelle destinazioni più
tradizionali;
 per la prima volta dopo un quarto di secolo di continuo sviluppo è in calo il benessere
termale, mentre il benessere tradizionale continua la sua tendenza di leggera ma continua
diminuzione;
 hanno tenuto le vacanze sportive e di montagna “low cost” e “fai da te”, con costi molto
flessibili favoriti anche dall’on line;
 è da capire perchè tengono le vacanze lacuali, (forse per la forte presenza di stranieri),
mentre quelle balneari mostrano segni di grande crisi;
 per gli effetti dei punti visti ci sono località che comunque hanno visto un andamento
positivo, come le grandi città d’arte e come altre destinazioni da’erte o ambientali
paesaggistico diffuse sul territorio.
L’incrocio di queste tendenze di fondo determina l’andamento delle singole regioni con grandi
difficoltà per quelle che vedono prevalere la componente mare, e con una maggiore tenuta di
quelle senza tale componente o con un ridotto ruolo, come Trentino-Alto Adige e Valle d’Aosta.
Attualmente le stime dell’ONT (Osservatorio Nazionale del Turismo) indicano un diminuzione
intorno a -6% degli arrivi ed al -7% delle presenze. Probabilmente, come sempre accade, queste
stime saranno attenuate di dati a consuntivo, ma bisogna comunque prenderne atto e valutare la
grande novità del 2012, rappresentata dal fatto che nel corso dell’anno la crisi economica, per la
prima volta, ha toccato in modo sostanziale anche il turismo.
Tenuto conto degli aggiustamenti che si potranno verificare in positivo, si stima che la
diminuzione complessiva rilevata nel 2012 possa essere intorno al -3%, determinata dal calo della
componente nazionale e da un aumento del movimento dall’estero intorno al +2,5%.
La diminuzione in termini di apporto economico sarà almeno il doppio in termini percentuali
perchè per mantenere la domanda sono stati abbassati i prezzi concedendo agevolazioni e sconti.
Considerando le prime stime riferite all’intero anno 2012 e le singole regioni il risultato è
determinato dalla composizione dei diversi turismi con la crescita del movimento straniero delle
grandi città d’arte che si contrappone all’andamento negativo del balneare contenendo la
diminuzione complessiva di presenze intorno al -2%, come si verifica in Veneto, e intorno al -3%,
come in Toscana.
Anche all’interno di una stessa regione, comunque, gli andamenti sono differenziati come risultato
dell’andamento delle diverse tipologie di domanda. Così in Veneto, ad esempio, a fronte di una
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diminuzione complessiva di presenze che secondo le stime effettuate è del -1,8%, in linea con
quella del Friuli Venezia Giulia, vi sono province con andamento positivo come quella di Treviso
(+4,0%) e quella di Verona (+1,3%), mentre le altre mostrano tutte segnali negativi.
Analoga situazione si verifica in Toscana ove Firenze e l’area circostante mostrano un andamento
positivo perchè l’aumento della domanda d’arte e culturale degli stranieri è stato maggiore della
diminuzione del turismo domestico.
In Emilia Romagna si risente molto della crisi del balneare con le destinazioni tipiche, come Cervia
e le altre litoranee della provincia Ravenna, per le quali si stima una diminuzione introno al -4,0%
in termini di presenze. Più contenuta è la diminuzione rilevata per il circondario di Rimini, la
capitale del turismo balneare in Italia, intorno al -1,0%.
Nella zona Adriatica sembrano in grande difficoltà le Marche ed anche le altre regioni del
Mezzogiorno, Abruzzo, Puglia e Molise con cali di presenze valutati intorno al -3,0%.
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3.0
IL TURISMO IN FVG NELL’ANNO
3.1 L’andamento degli arrivi e delle presenze nel 2012
La rilevazione sul “movimento degli alloggiati nelle strutture ricettive” è un’indagine censuaria
condotta giornalmente da TurismoFVG presso gli alberghi e gli esercizi extralberghieri operanti in
Friuli Venezia Giulia attraverso la raccolta di informazioni circa il numero e la provenienza delle
persone che a vario titolo vi dormono almeno una notte. Tali informazioni vengono raccolte,
secondo procedure individuate e controllate dall’Istat, con modalità on-line ( il 70% delle strutture
sono collegate al portale www.turismo.fvg.it e condividono uno specifico software di trasmissione
dati) o via fax .
Gli arrivi corrispondono al numero di clienti ospitati negli esercizi. Le presenze , invece, al numero
delle notti trascorse dai clienti negli esercizi stessi.
Nel 2012 si sono registrati in FVG 2,1 milioni di arrivi e 8,8 milioni di presenze. Rispetto al 2011 il
numero complessivo di arrivi è lievemente aumentato ( di oltre 6.000 unità pari a +0,3%), mentre
è diminuito quello delle presenze ( di quasi 153.000 notti, pari a -1,7%; Tav. 1).
Nel confronto tra 2012 e 2011 la sostanziale stabilità degli arrivi e il leggero calo delle presenze è
la sintesi di andamenti molto differenti tra la componente italiana e quella straniera della clientela.
Per gli italiani si osserva un calo sia negli arrivi che nelle presenze ( rispettivamente -1,4% e –
3,8%), mentre per gli stranieri crescono sia gli arrivi ( +2,3%) che le presenze (+0,6%).
Il risultato è che aumenta ancora il tasso di internazionalizzazione del nostro turismo ( le
presenze straniere rappresentano ormai il 48,5% del totale mentre nel 2011 erano state pari al
47,4%), collocando il FVG nelle primissime posizioni del ranking delle regioni italiane (4° posto).
La permanenza media dei turisti nel 2012 si riduce ulteriormente ( è passata da 4,29 giorni a 4,21
giorni), sia per gli italiani (da 4,27 giorni a 4,17 giorni) che per gli stranieri (da 4,31 giorni a 4,24
giorni; Tav. 2).
Come è noto la principale motivazione del soggiorno in FVG secondo le statistiche ufficiali è, si
potrebbe dire “nonostante le apparenze”, quella balneare che, in termini di presenze, coinvolge
quasi i due terzi (62%) della clientela; segue la motivazione montana con il 10% e quella delle
“perle d’arte” (3%), mentre il restante 25% delle presenze si distribuisce nei capoluoghi di
provincia ed negli altri Comuni non altrimenti classificati.
Per la componente straniera l’incidenza della motivazione balneare è ancora maggiore,
corrispondendo al 71% del totale delle presenze rilevate.
Da questa composizione scaturisce il risultato dell’anno 2012 che vede una diminuzione della
componente balneare domestica in linea con quella riscontrabile a livello nazionale anche se un
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po’ più contenuta, una diminuzione assai più modesta della componente balneare estera, un
aumento della domanda con motivazione d’arte e culturale ed il mantenimento delle proprie
posizioni per la componente montana associata a quella ambientale.
Complessivamente si può affermare che la crisi c’è stata e si è sentita, ma che in Friuli VG i suoi
effetti sono stati contenuti.
Se pensiamo che nel resto d’Italia sulla base delle anticipazioni prima descritte, l’anno appena
trascorso viene giudicato come un “annus horribilis” per il nostro turismo, non possiamo che
lusingarci della tenuta del settore in FVG, posto che il calo delle presenze è ormai un fenomeno
fisiologico del turismo ( cambio di abitudini consolidate, ridotto potere d’acquisto e per alcuni
Paesi come il nostro, l’acuirsi della crisi economica con disoccupazione crescente), con il quale
devono e dovranno confrontarsi tutti.
3.2 Il movimento dei clienti nelle strutture ricettive
Il sistema ricettivo regionale formatosi negli anni offre complessivamente 141.000 posti letto, di
cui 41.100 alberghieri.
Soprattutto nelle località balneari gli appartamenti in affitto e di proprietà costituiscono una
componente significativa dell’offerta complessiva ma , per ora, difficilmente misurabile in termini
di arrivi e di presenze.
Non esiste al momento alcuna indagine specifica ed esaustiva nella nostra regione in grado di
stimare ragionevolmente la quota di turisti che fa uso di queste strutture ( in particolare “seconde
case”); una quota che genera consumi che pesano nell’economia turistica delle località sia in
termini di acquisti ( dalla ristorazione allo shopping, dalla spiaggia all’intrattenimento) che di
servizi pubblici (dall’energia elettrica al rifiuti urbani).
Una ricerca condotta da G.Gambassi su “Il turismo italiano negli appartamenti” e realizzata
qualche anno fa da Mercury stimava che le presenze turistiche reali in Italia fossero pari a 3,16
volte quelle ufficiali. Assumendo in prima approssimazione come valido il moltiplicatori di Gabassi
anche per il Friuli Venezia Giulia, le presenze effettive nella nostra regione comprendenti anche il
“turismo che non appare” sarebbero pari complessivamente a 27,8 milioni.
Una terza componente turistica che meriterebbe di essere tenuta in considerazione per l’impatto
economico che genera nel settore ( e, in particolare, sulla ristorazione, sui pubblici esercizi e
sull’apparato commerciale al dettaglio) è quella dei cosiddetti “escursionisti”, cioè quella legata ai
turisti di passaggio, che non dormono nemmeno una notte fuori casa.
Un’indagine svolta dal CST di Firenze insieme alla locale CCIAA, ha proposto di stimare il rapporto
tra turisti ufficiali/non ufficiali ed escursionisti secondo una rapporto di 3 a 1.
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Tenendo per buono tale rapporto in attesa di indispensabili indagini ad hoc anche in FVG, il
numero degli “escursionisti” nella nostra Regione sarebbe pari a 9,3 milioni.
Ripartendo dai dati ufficiali, risulta che l’alloggio di gran lunga preferito dai clienti sia italiani che
stranieri era e resta il sistema alberghiero.
Su 100 arrivi complessivi, infatti, ben 66 fanno capo al ricettivo alberghiero ; un po’ di meno se
prendiamo in considerazione le presenze che contano per il 42%(Grafici A e B). Ma se esaminiamo
l’andamento nel corso del biennio 2011/2012, vediamo che nel comparto degli hotel il numero di
arrivi è stato pressoché stabile (+0,4%; Graf. C).
Appena più significativo è stato l’aumento degli arrivi nella formula degli alberghi diffusi (+0,7%) e
in quella tradizionale degli appartamenti gestiti da imprese turistiche ( + 1,1%). La domanda è
invece stata più “generosa” nei confronti delle formule meno impegnative, come le strutture
ricettive a carattere sociale ( + 5,2%), i rifugi alpini (+ 6,7%) e gli appartamenti gestiti da imprese
turistiche ( + 1,1%).
Ma il primato della crescita spetta per il 2012 ai Bed and Breakfast, tipologia dove oltre agli arrivi
(+ 17,6%) sono aumentate anche le presenze (+ 18,2%).
Anche se va tenuto conto che in termini assoluti questa tipologia ricettiva rappresenta ancora una
quota del tutto marginale rispetto all’ospitalità complessiva, gli incrementi percentuali registrati
rivelano che il comparto sta rispondendo in modo crescente alla aspettative del turista, offrendo
al tempo stesso buoni prezzi ma anche un’ospitalità di tipo “relazionale” che piace sempre di più (
assistenza diretta al cliente per informazioni, racconti e suggerimenti per una buona vacanza).
Meno bene è andato l’anno scorso per alcune tipologie dell’extralberghiero, come i campeggi, i
villaggi turistici, gli agriturismi che hanno perso sia arrivi che presenze e i cui risultati non
possono essere spiegati soltanto con la ridotta disponibilità economica della domanda ma,
probabilmente, anche con qualche carenza strutturale della formula.
Anche le case e gli appartamenti per vacanza gestiti da privati hanno perso arrivi e presenze ( con
il triste primato negativo), ma , come già rilevato, si tratta di un’offerta privatistica di difficile
rilevazione e, quindi, il dato disponibile potrebbe essere in parte sottostimato .
Il tasto dolente è dato dal sensibile ridimensionamento delle presenze che ha toccato tutti i
comparti al di fuori di quello dei B&B, degli affittacamere e dei rifugi alpini. Meno presenze
significa meno ricavi per le imprese.
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3.3 Un mercato di prossimità che si va allargando, all’estero.
Storicamente il turismo del FVG è prevalentemente un mercato di prossimità, soprattutto con
riferimento ai Paesi stranieri.
La vicinanza dei confini, le buone vie di comunicazione stradale, la storia della Regione (per molti
anni “sbocco sul mare” dell’Impero Austro Ungarico) hanno creato un’immagine attraente di
luogo di “vacanza balneare”per il mercato austriaco e della Baviera.
Non è un caso se i turisti dell’Austria e della Germania rappresentano ancora il 53% degli arrivi e il
56% delle presenze turistiche straniere in FVG, e oltre un quarto delle presenze complessive ( piu
di Veneto, Lombardia, Piemonte e Lazio messe insieme) e il doppio quasi dei turisti residenti in
Regione Grafici D e E). E ancora non è un caso se oltre il 52% delle presenze turistiche complessive
è fatto da Austria, Germania, Friuli Venezia Giulia e Veneto (Tav. 3).
Per quanto riguarda la componente nazionale che soggiorna per vacanza nella nostra regione,
Veneto e Lombardia con il 42% degli arrivi e il 40% delle presenze italiane, rappresentano sempre
lo “zoccolo duro” del turismo nostrano (grafici F e G).
Ma nell’anno appena trascorso i residenti nelle due grandi regioni hanno sentito la crisi forse più
che altrove, riducendo visite e tempi di vacanza in FVG in misura maggiore di quanto abbiano
fatto gli altri connazionali. Soltanto i siciliani hanno aumentato contemporaneamente arrivi e
presenze (Grafici H e I).
Un ragionamento a parte va fatto per i corregionali. Leader nelle presenze ( quasi il 30% del totale
presenze nazionali), passano al terzo posto per gli arrivi che sfiorano le 170.000 unità. Un po’
poche se pensiamo al numero dei residenti ( 1,2 milioni circa) e al fatto che almeno la metà di essi
fa in un anno una qualche giornata di vacanza. Ciò che sorprende è che siano venuti meno nel
corso del 2012 sia gli arrivi che le presenze (addirittura in percentuale maggiore le seconde), a
significare che abbiamo perso, speriamo temporaneamente, i vacanzieri di più lunga durata.
Negli ultimi anni la geografia del turismo in FVG sta cambiando, Si affacciano, in alcuni casi per la
prima volta, turisti provenienti da Paesi diversi. La Repubblica ceca, per esempio con le sue quasi
200.000 presenze, rappresenta ormai il terzo paese per il turismo degli stranieri.
Numerosi paesi, “vecchi” e “nuovi” nello scorso anno hanno aumentato i flussi in direzione FVG :
oltre ad Austria e Germania, nell’ordine Russia, Danimarca, Croazia, Sud America, Medio Oriente e
Africa Mediterranea, Repubblica Ceca, Paesi Bassi, Svizzera e quasi tutti hanno spinto verso l’alto
anche le presenze ( Grafici L e M).
Se da un lato va diminuendo la mobilità del turista dalle altre regioni italiane, dall’altro dall’estero
e dall’Europa dell’Est in particolare i flussi cominciano a crescere, anche a vantaggio della
montagna invernale.
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Insomma da un classico mercato di prossimità il FVG si sta aprendo all’interesse di popoli dove i
ceti medi, ormai “compromessi” nel nostro Paese, stanno emergendo ed esprimendo nuova
domanda di servizi.
Non a caso il Piano Strategico dei Marketing del Friuli Venezia Giulia considera prioritarie le azioni
promo-commerciali nei confronti dei Paesi dell’ex blocco comunista , Russia in primis, che nel loro
insieme già oggi costituiscono l’11% delle presenze complessive e quasi il 25% di quelle straniere.
Senza trascurare i Paesi più tradizionali i Paesi Bassi, la Svizzera, la Danimarca e l’Olanda.
Ancora lontani da costituire una risorsa per il nostro turismo i cosiddetti Paesi BRIC (Russia
esclusa) in quanto Brasile, India e Cina, per ora, rappresentano una componente trascurabile del
nostro turismo straniero ( circa lo 0,3% sia negli arrivi che nelle presenze).
3.4 Una mappa disomogenea del turismo in FVG
Esaminando i dati di flusso con la lente di ingrandimento dei diversi ambiti turistici della Regione, il
quadro appare molto articolato e differenziato.
Il turismo balneare, che con le spiagge di Lignano Sabbiadoro e di Grado (oltre il 44% degli arrivi e
il 62 % delle presenze) connota nel bene e nel male il nostro turismo, ha perso in percentuale sia
negli arrivi che nelle presenze; soltanto Grado si è in parte salvata grazie agli stranieri ( + 1,4% di
arrivi e + 0,5% di presenze; Grafici N e O). E proprio questa perfomance poco brillante del balneare
ha “frenato” con il suo “peso” lo sviluppo turistico della Regione durante il 2012.
Il turismo montano ( 10% di arrivi e presenze), nell’insieme di segno negativo e di impatto
percentuale significativo ( - 1,9 % di arrivi e – 5,2% di presenze), ha tenuto un po’ soltanto nel
Tarvisiano-Sella Nevea, soprattutto grazie agli stranieri ( aumentati sia gli arrivi che le presenze);
stranieri che invece si sono allontanati sia dalla Carnia che soprattutto dall'ambito PiancavalloDolomiti Friulane.
La cosiddetta “zona di mezzo” costituita dal Pordenonese, dall’Udinese e dal Goriziano, sia pure
sopportando un calo degli arrivi ( meno che nell’Udinese dove invece sono aumentati di +4,6%), ha
visto crescere un turismo slow che ha fatto registrare un incremento generalizzato delle presenze (
tranne che per quelle degli italiani nel Goriziano), con valori percentuali compresi tra il +1,9% del
Pordenonese e il + 4,5% del Goriziano.
Trieste, infine, ha “mantenuto le promesse” aumentando sia arrivi che presenze, di più come
stranieri ( sta diventando una meta internazionale ambita) che come italiani, il cui calo delle
presenze ( ma non degli arrivi) lascia intendere che il turismo della città fa soprattutto leva sul
turismo d’affari e congressuale e sugli eventi( ma anche quello legato alla crocieristica sta
crescendo).
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3.5 L’andamento nei diversi mesi dell’anno
Il mese turistico di punta rimane quello di agosto per la Regione nel suo insieme e per tutti gli
ambiti meno quello delle “terre di mezzo” che esprime il suo massimo ( in termini di presenze) nel
mese di luglio.
Per il mare, il solo mese di agosto rappresenta il 27% delle presenze annue (nel 2011 il peso era
quasi il 31%; Tav. 4).
Se sommiamo i mesi del trimestre balneare (giugno-agosto) arriviamo al 74% delle presenze annue
e con settembre superiamo l’80%, con buona pace dei progetti di destagionalizzazione in atto
nelle due località balneari.
Nella montagna i mesi della neve ( dicembre-marzo) rappresentano soltanto un terzo delle
presenze complessive e confermano l’impressione che la nostra montagna venga sempre più
percepita come montagna estiva.
Trieste assorbe oltre il 40% delle presenze nel terzo trimestre, il 30% circa in primavera e il
restante 30% quasi equamente distribuito tra I° e IV° trimestre. Rispetto al 2011 ha perso qualche
presenza nell’ultimo trimestre ma le ha incrementate significativamente nel primo.
Le “terre di mezzo”,invece, presentano una distribuzione delle presenze più equilibrata nei vari
periodi dell’anno, senza cambiamenti significativi tra 2012 e 2011.
Se consideriamo soltanto gli stranieri, il mese di punta è luglio, al mare , nelle terre di mezzo e
anche a Trieste, mentre in montagna è febbraio.
E’ di tutta evidenza ,quindi, che la fruizione della vacanza ha ritmi diversi per italiani e stranieri e
anche che i secondi ( anche austriaci e tedeschi, oltre ai numerosi ospiti dell’Est) apprezzano
particolarmente i nostri cinque poli sciistici e i loro impianti.
Il terzo trimestre dell’anno in ogni caso rimane anche nel 2012 per ogni ambito del FVG il periodo
del turismo e della vacanza , con il 57,3% delle presenze complessive ( nel 2011 il peso era stato
pari al 57,4%).
3.6 Il posizionamento del FVG nella competizione turistica italiana
Con i suoi 2,1 milioni di arrivi e 8,8 milioni di presenze turistiche il FVG si colloca nella parte destra
della tabella di classifica delle venti regioni italiane, al quindicesimo posto ( appena sopra la “zona
retrocessione”, usando una metafora calcistica). Se però rapportiamo tali dati alla popolazione
residente ottenendo un indice più confrontabile rispetto alle altre realtà territoriali del Paese,
balziamo al 7° posto ( collocandoci quasi in “Eurolegue”;Tav. 5).
Se anziché i dati dell’anno appena trascorso prendiamo in esame quelli del 2011 ( nessuna
Regione risulta al momento aver diffuso ufficialmente i propri dati circa i flussi turistici nel 2012),
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possiamo meglio renderci conto di dove siamo nel “campionato del turismo” e anche di se e come
potremmo crescere.
Posizione del FVG nella graduatoria delle Regioni italiane
n. arrivi totali 2011
15°
n. presenze totali 2011
14°
n. arrivi stranieri 2011
11°
n. presenze straniere 2011
12°
variaz.% arrivi totali 2011/2010
14°
variaz.% presenze totali 2011/2010
11°
variaz.% arrivi stranieri 2011/2010
8°
variaz.% presenze straniere 2011/2010
7°
variaz.ass. presenze italiane 2011/2010
18°
variaz.ass. presenze straniere 2011/2010
9°
tasso medio annuo arrivi totali 2011/2010
11°
tasso medio annuo arrivi stranieri 2011/2010
9°
tasso medio annuo presenze totali 2011/2010
16°
tasso medio annuo presenze straniere 2011/2010
16°
regioni più visitate (aprile-giugno 2011)
7°
Alcune brevi considerazioni.
Il FVG conferma la sua vocazione di area di “vacanza” soprattutto per gli stranieri. Ma le altre
Regioni non stanno a guardare. Nell’ultimo decennio, infatti, la nostra Regione non ha brillato
come tasso di sviluppo turistico rispetto al resto del territorio nazionale, meritandosi una
posizione di retroguardia ( 15° posto, appunto). Dalla metà del decennio appena trascorso, invece,
ha ripreso la corsa e, almeno per la componente straniera, le prospettive di crescita sono
realistiche.
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3.7 L’impatto del turismo nell’economia locale
Per una lettura del ruolo del turismo nell’economia locale e per comprendere come esso si leghi
strettamente a molte altre attività produttive e ad aspetti di vita quotidiana della popolazione
residente è necessario anzitutto soffermarsi sulle peculiarità di questo comparto di attività.
Quello che viene generalmente, ed impropriamente, indicato come settore del turismo non
produce infatti un bene unico ma piuttosto una pluralità di servizi, non sempre attribuibili al
consumo dei soli turisti, che soddisfano un insieme più ampio e differenziato di bisogni dei
visitatori, per varie ragioni e con diverse modalità, presenti in un luogo diverso da quello di
abituale residenza.
Il consumo dei turisti, in sostanza, si traduce nella domanda di un insieme ampio e differenziato di
beni e servizi. Le attività turistiche che soddisfano tale domanda non appartengono ad un unico
settore, ma ad una pluralità di settori che vanno dai servizi, più spiccatamente turistici (alberghi e
altri esercizi ricettivi, agenzie di viaggio), a quelli che si rivolgono anche ad un’utenza locale (bar,
ristoranti, trasporto locale), alle attività legate al tempo libero (locali da ballo, impianti di risalita,
impianti sportivi, servizi alla persona), a quelle ricreative e culturali (musei, cinema e teatri), alle
infrastrutture di trasporto ed ai servizi pubblici.
Per poter stimare l’ammontare complessivo dei consumi turistici è necessario tenere conto di
tutte le possibili componenti della domanda e cioè sia di quella costituita dai turisti che
soggiornano (dormono) almeno una notte in una certa località ( che, come abbiamo già visto, sono
quelli rilevati ufficialmente e quelli stimati) e quelli cosiddetti “escursionisti” che limitano la visita a
una giornata senza alcun pernottamento.
In questa prima analisi, in attesa della costituzione di un vero e proprio Osservatorio Regionale sul
Turismo, si è ritenuto di effettuare delle stime della spesa turistica complessiva, basandosi su
valori medi procapite e prodie di spesa così fissati :
spesa procapite/g.
( euro )
n. turisti
( milioni )
consumi stimati
( euro milioni)
- turisti italiani ufficiali
121,2
4,5
545
- turisti stranieri ufficiali
130,1
4,3
559
- turisti totali non ufficiali
90,2
15,0
1.353
- escursionisti totali :
49,7
9,3
462
Secondo questa ipotesi di lavoro, i consumi turistici
ammonterebbero a 2,9 miliardi di euro.
complessivi per l’anno 2012 in FVG
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Se consideriamo che il settore turistico regionale in senso allargato si basa su 13.000 imprese e
offre 50.000 posti di lavoro, il volume d’affari complessivo quale risulta dalle prime stime
effettuate costituisce un bel contributo all’economia del Friuli Venezia Giulia.
3.7 Le località turistiche “top player”
Fare una classifica delle località turistiche è quasi sempre un azzardo perché le informazioni a
disposizione per dare dei giudizi credibili raramente sono adeguate ed esaustive.
Innanzitutto va detto che secondo il gradimento dei turisti stranieri, il FVG si rivela la Regione che
più di ogni altra soddisfa le aspettative, spesso sorprendendo.
Dai risultati di un’indagine condotta da Pragma srl su incarico della Banca d’Italia e presentata nel
corso del 2012, Il FVG viene considerato la Regione più amata degli stranieri secondo diversi
indicatori che spaziano dalla enogastronomia, alla qualità del ricettivo, al livello dell’accoglienza,
alla simpatia degli operatori, alla bellezza dell’ambiente, all’efficacia dei servizi di informazione al
turista, meritandosi il voto più alto in decimi ( 8,79).
E’ parso interessante valutare l’apporto allo sviluppo turistico nel 2012 fornito dalle varie località
della Regione, rappresentate dai Comuni, elementi di base dell’armatura organizzativa di ogni
sistema turistico.
Si è fatto ricorso a uno dei più usati indicatori denominato “tasso di turisticità” comunale,
rappresentato dal rapporto tra le presenze turistiche in un determinato lasso di tempo e il numero
degli abitanti per comune.
Nella pubblicazione “Regione in cifre 2012” realizzata dall’Assessorato regionale alle finanze,
patrimonio e programmazione, ambiente, energie e politiche per la montagna, i Comuni con il più
alto tasso di turisticità nel 2011 erano le località balneari Lignano Sabbiadoro e Grado, Tarvisio,
Chiusaforte, Forni di Sopra, Ravascletto, Acquileia….
Ma in questa sede è sembrato opportuno cercare di misurare dinamicamente la capacità attrattiva
dei comuni, in termini di performance 2012/2011.
Si è quindi costruito un nuovo indicatore, definito appunto “dinamico” e che presenta la seguente
struttura:
TTD = (TTDA * TTDP)**1/2, dove
TTD = tasso di turisticità dinamico
TTDA = DeltaA*100/residenti ( delta = differenza tra gli Arrivi registrati nel 2012 e quelli registrati
nel 2011)
e
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TTDP = DeltaP*100/residenti ( delta = differenza tra le Presenze registrate nel 2012 e quelle
registrate nel 2011)
Più elevato è il TTD e più efficaci sono state le azioni di sviluppo dell’attrattività turistica del
Comune interessato. Se uno solo degli indicatori (TTDA o TTDP) è negativo, il nuovo indicatore
precipita sotto lo 0.
Per il 2012 i comuni top player del FVG sono risultati i seguenti :
TTD 2012
1) Chiusaforte (UD)
5,25
2) Ravascletto (UD)
3,13
3) Sauris (UD)
2,11
4) Malborghetto Valbruna (UD)
1,62
5) Erto e Casso (PN)
1,22
6) Pradamano (UD)
1,00
7) Forni Avoltri (UD)
0,98
8) Cavazzo Carnico (UD)
0,85
9) Pontebba (UD)
0,71
10) Gradisca d’Isonzo (GO)
0,63
Otto Comuni della Montagna friulana ( per Chiusaforte va ricordato che all’interno del suo
territorio si trova il polo turistico di Sella Nevea) hanno avuto le più brillanti “performance”
turistiche nel corso del 2012, a riprova che il turista moderno mostra di gradire sempre di più la
ricerca di destinazioni meno note ( ma non meno interessanti). Ma il risultato suggerisce anche
che il “maturo” turismo di montagna può avere delle buone chance per evitare il declino e
riprendere la via dello sviluppo.
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4.0 CHE COSA CI ASPETTA NEL 2013?
I segnali del turismo in FVG quali risultano dalle prime rilevazioni fatte a gennaio, fanno intendere
che il 2013 sarà ancora un anno difficile per i nostri operatori.
A fronte di dati incoraggianti per alcune aree di montagna e per quelle delle “terre di mezzo”,
troviamo situazioni di stagnazione se non di piccolo regresso soprattutto per alcune aree costiere.
Anche se è presto per trarre da tali dati previsioni (dati per il resto ancora parziali e, quindi, non
rappresentativi) per la rimanente parte dell’anno, sarà bene tenere conto di questa situazione per
accentuare l’impegno di tutti a far sì che il 2013 rappresenti un punto di svolta (positivo) per il
turismo del FVG.
Per il mare la prossima stagione sarà un vero e proprio banco di prova per le nuove scelte
strategiche che le due località leader (Lignano Sabbiadoro e Grado) hanno deciso di fare e che
dovrebbero loro consentire un certo rilancio turistico ( soprattutto per Lignano Sabbiadoro dove
pubblico e privato hanno realizzato una confortante alleanza e varato un progetto di
riposizionamento complessivo della località), per uscire dal ciclo di vita di “maturità” in cui si
trovano (insieme a gran parte del resto delle coste italiane). In verità anche la montagna friulana si
sta preparando per evitare il rischio del declino e puntare su nuovi progetti e prodotti turistici.
Il restante turismo, quello che si “consuma” in tanti modi diversi nel restante territorio del Friuli
Venezia Giulia, quello che abbiamo più volte definito sinteticamente “terre di mezzo” ( dai siti
culturali dell’Unesco, alle perle d’arte, al Collio, alla Trieste mitteleuropea, alla Udine del Tiepolo ,
alla pianura e alle colline friulane, a Pordenone e alla sua provincia) dovrebbe poter sorprendere
ancora e sviluppare nuovi flussi di interesse turistico.
Del resto il 2013 si presenta anche quest’anno con importanti eventi, capaci di attrarre non solo
ospiti nuovi ma anche l’attenzione di chi, rimanendo a casa, ne sentirà parlare o li osserverà alla
TV: eventi sportivi , vecchi e nuovi ( a partire dal Giro d’Italia che sosterà sui nostri territori per ben
tre giorni, offrendo “ghiotte” occasioni di visibilità e di promozione sia sul mercato nazionale che
su quello internazionale), eventi culturali ( con le tante mostre ancora in essere e quelle nuove che
si inaugureranno durante l’anno, ma anche con i grandi appuntamenti dei festival culturali e
cinematografici), eventi musicali con grandi concerti di interesse internazionale.
Inoltre stanno prendendo corpo varie iniziative propedeutiche al Centenario della Grande Guerra
(2014-2018) che, con varie manifestazioni, anche fieristiche, stimoleranno l’arrivo di nuovi
visitatori interessati a queste tematiche storiche.
Infine consideriamo anche che il sistema collettivo di promozione turistica costituito da
TurismoFVG e dai Consorzi turistici sta mettendo in campo nuove strategie e impegnando nuove
risorse umane per avviare una ormai indispensabile azione di promo commercializzazione, con
l’obiettivo di “attaccare” i mercati, soprattutto stranieri, con maggior efficienza e soprattutto con
maggior compattezza.
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A tutto ciò, al dinamismo di una Regione LIVE quale è il Friuli Venezia Giulia,va aggiunto anche il
fatto che sta prendendo piede qua e là nei territori un nuovo modo di approcciare il turismo, teso
alla valorizzazione delle risorse reali e delle caratteristiche intrinseche del territorio attraverso un
rinnovato legame alla relazioni umane con un rapporto immediato e diretto tra chi offre il servizio
e che ne gode. E’ questo il cosiddetto “turismo relazionale” che fa , appunto, della componente
relazionale una parte sempre più importante del prodotto turistico, in grado di differenziarlo dagli
altri, in forza della storia, della cultura , della sensibilità della gente e degli operatori del settore.
Su questi presupposti, naturalmente tutti da verificare durante il corso dell’anno, e tenuto anche
conto delle difficoltà che incontrerà la nostra economia ancora per quest’anno ( si stima un nuovo
calo del PIL pari all’1%), è possibile immaginare i seguenti andamenti del turismo nella nostra
Regione :
PREVISIONE DEGLI ARRIVI TURISTICI IN FVG
( incrementi percentuali rispetto al 2012)
ARRIVI DOMESTICI ( FVG e altre Regioni)
tra - 0,5% e + 0,5%
ARRIVI STRANIERI
tra +2,5% e + 3,5%
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