ont comunicato 2008

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ont comunicato 2008
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COMUNICATO STAMPA
RAPPORTO DELL’OSSERVATORIO NAZIONALE DEL
TURISMO
Presidenza del Consiglio dei Ministri
Dipartimento per lo sviluppo e la competitività del turismo
Turismo: Italia, molto cercata, non sempre “comprata”
Riva del Garda , 20-21 giugno 2008 - SINTESI PER LA STAMPA
Dalle analisi e dalle statistiche elaborate, in collaborazione con Unioncamere, dall’Osservatorio nazionale del
turismo sull’andamento del settore in questi ultimi anni con un particolare focus sulla stagione turistica 2007 si
evince prima di tutto un dato: continua ad essere assai elevato l’interesse nel mondo, per le attrazioni di tipo
culturale, paesaggistico ed ambientale che è in grado di offrire l’Italia, ma è anche vero che molto spesso
questo interesse, convalidato dall’assunzione di informazioni su viaggi e su possibili itinerari, non si converte in
prenotazioni. Esiste cioè un gap tra il potenziale interesse verso ciò che e’ in grado di offrire il nostro
paese e le conseguenti scelte e decisioni di acquisto. Ed è un gap che, visto l’enorme aumento dei flussi
turistici registrato nel mondo, in questi ultimi anni, tende purtroppo ad aumentare. Il nostro paese, difatti, sta
progressivamente perdendo, per quanto riguarda il turismo internazionale, quote di mercato.
Nel 1980 l’Italia, con l’8,7%, era, per quanto riguarda il flusso turistico, al primo posto in Europa e al secondo
nel mondo a molta distanza dagli Stati Uniti. Ma, nel 2007, la nostra quota di mercato è scesa al 5% finendo
dietro non solo agli Stati Uniti ma anche alla Francia e alla Spagna. Ed ora anche la Cina, fino a qualche anno
fa quasi inesistente sotto il profilo turistico, ha raggiunto una quota di mercato, nei viaggi internazionali, che è
del 4,8%. Del resto, in questo decalage, l’Italia è in buona compagnia perché, negli ultimi due decenni, il
blocco dei paesi europei considerati forti sotto il profilo turistico (Germania, Gran Bretagna, Francia, Spagna e
naturalmente Italia) è sceso da una quota di mercato , nel 2007, del 26% contro il 35% del 1980. E le stime
sono per un notevole incremento, nei prossimi dieci anni, dei flussi turistici verso le destinazioni asiatiche la cui
quota di mercato potrà raggiungere, nel tempo, dal 20 al 26 per cento del totale.
Italia molto desiderata ma poi assai meno comprata
Vale la pena di soffermarsi ancora sul già citato gap tra desideri e loro realizzazione basandosi sull’analisi
effettuata su 529 tour operator internazionali che trattano l’offerta italiana. Da tale analisi risulta, infatti, che in
Italia vorrebbero venire in molti (quasi l’89% delle richieste di informazioni registrate dai tour operator
europei e addirittura il 93% di quelle dei tour operator statunitensi hanno per oggetto destinazioni italiane) ma
poi sono in pochi ad “acquistarla” davvero (36% di venduto dagli operatori europei, 50% da quelli
statunitensi). E il problema che l’Osservatorio pone in evidenza è perché ci sia oggi un così grande divario tra
offerta ed effettiva domanda. Il grafico che qui sotto riportiamo e che è riferito al canale dei Tour operator
illustra chiaramente questa situazione.
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Il gap tra “interesse” verso l’Italia ed effettivo acquisto: le evidenze del canale dei Tour Operator
Interesse verso l'Italia ed effettivo acquisto: Tour Operator europei
120,0
100,0
80,0
60,0
40,0
20,0
0,0
2004
2005
2006
2007
2008
Media venduto
39,0
37,6
43,5
33,7
36,1
Richieste
96,3
88,8
80,4
83,5
88,7
Fonte:Unioncamere/Isnart – ONT
Più stranieri, meno italiani, ma il saldo è sempre attivo
Nonostante le tendenze già illustrate è importante sottolineare , infatti, che la bilancia commerciale del settore
turistico è rimasta anche nel 2007 decisamente attiva per l’Italia. In quest’anno la spesa totale effettuata dai
viaggiatori stranieri nel nostro paese è stata di 18,45 miliardi di euro con un incremento, rispetto all’anno
precedente, del 3,7% . E di questi 18,45 miliardi di euro il 68% viene da visitatori provenienti da paesi Ue e , in
primo luogo , Germania (19%) , Regno Unito (11%) e Francia (9%). La quota di visitatori statunitensi è stata,
sempre per il 2007, del 12%. ancora molto limitata, invece, risulta essere la quota di spesa di viaggiatori
provenienti dall’Asia. E, fatto ancora più significativo, è risultata, nel 2007, in forte diminuzione la quota di
spesa dei cinesi mentre sono cresciuti, in modo consistente, dopo anni di contrazione, le spese dei
giapponesi. Da non trascurare, infine, il 3% di spesa effettuata da turisti australiani con un incremento, rispetto
all’anno precedente, dl 16,2%. La spesa degli italiani per vacanze all’estero è stata, invece, complessivamente
pari a 8,5 miliardi di euro. Il che vuol dire, come prima sottolineato, che la nostra bilancia commerciale per il
turismo mantiene un attivo di circa 10 miliardi di euro. Bisogna anche dire però che sta crescendo il numero
degli italiani che si recano all’estero per turismo: tra il 2006 e il 2007 la loro spesa all’estero è aumentata,
difatti, del 6,2%, più di quanto non sia aumentata, nello stesso arco di tempo, la spesa di visitatori esteri in
Italia. La tabella seguente dà un quadro complessivo della situazione.
Commercio internazionale di servizi dell'Italia (milioni di euro)
Anni
2000
2001
2002
2003
2004
2005
2006
2007
Totale
servizi
61.479
64.614
63.760
63.420
68.204
71.897
78.736
81.613
Entrate
di cui:
di cui: viaggi
viaggi
per vacanze
29.920
16.553
28.977
16.448
28.207
16.274
27.621
15.913
28.665
17,207
28.453
16.886
30.368
17.794
31.121
18.454
Totale
servizi
60.312
64.596
66.803
65.781
67.025
72.438
80.008
88.591
Uscite
di cui: di cui: viaggi
viaggi per vacanze
17.026
6.974
16.550
6.995
17.811
7.389
18.236
7.938
16.515
7.131
18.000
7.853
18.399
8.063
19.952
8.562
Totale
servizi
1.167
18
-3.043
-2.361
1.179
-541
-1.272
-6.978
Saldo
di cui: di cui: viaggi
viaggi per vacanze
12.894
9.579
12.427
9.453
10.396
8.885
9.385
7.975
12.150
10.076
10.453
9.033
11.969
9.731
11.169
9.892
Fonte: Banca d'Italia
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E proprio analizzando i dati di questa tabella si può fare una riflessione aggiuntiva non priva di significato:
mentre il saldo commerciale per viaggi di vacanza ha rappresentato, nell’ultimo decennio, più dello 0,5% del
nostro prodotto interno lordo, gli altri tipi di servizi hanno registrato un saldo negativo, sempre in termini di Pil,
dell’1%.
Un’offerta reale non sempre all’altezza del prestigio del marchio
L’indagine dell’Osservatorio evidenzia, infatti, come l’Italia sia ancora ben lontana dallo sfruttare le grandi
potenzialità della sua offerta turistica. Questo problema ha concause assai note quali la carenza di logistica, di
infrastrutture e di servizi di supporto , ma c’è un aspetto particolare che va segnalato: in questi ultimi anni si è
assistito, in Italia, ad una crescita quasi esponenziale della ricettività extra alberghiera che se, in passato, con i
modelli, ad esempio, della Toscana e dell’Umbria,aveva sviluppato un sistema di offerta qualitativamente
apprezzabile, oggi presenza, in alcune aree e territori problemi ancora non risolti. Non sempre , infatti,
l’innumerevole quantità di posti letto offerti da queste strutture possiede uno standard di offerta sufficiente.
Inoltre , per quanto riguarda questi standard, non si è ancora provveduto a forme di adeguato controllo. ed
anche questo è un problema da affrontare perché, per le sue dimensioni, le nostre strutture extra
alberghiere rappresentano ormai il 45% delle analoghe strutture di tutta l’Europa.
Quota di “other collective accomodation establishments"
sul totale Paesi UE25 - anno 2006
Altri paesi; 14,6
Regno Unito; 18,3
Francia; 4,8
Spagna; 8,1
Germania; 8,4
Italia; 45,8
E l’obbiettivo, bene evidenziato dall’indagine che Unioncamere-Osservatorio nazionale del turismo hanno
condotto, nel periodo luglio-settembre 2007, su un vasto campione di turisti italiani e stranieri , è quello di livelli
offerta che, nel complesso, non riescono ancora a raggiungere un livello di eccellenza sia per le strutture sia
per i servizi e la logistica che fanno loro da supporto.
Inoltre, se il sistema imprenditoriale turistico sembra ottenere il favore della clientela, il giudizio medio sulla
vacanza in Italia che emerge dall’indagine Unioncamere/Isnart-ONT condotta su un vasto campione di turisti
italiani e stranieri, nel periodo luglio-settembre 2007, non raggiunge in tutti i fattori di offerta vette di
eccellenza, in particolar modo “l’organizzazione del territorio”, “il costo dei trasporti locali”, “il traffico”.
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Giudizio medio sulla vacanza in Italia (dove 1 è il minimo e 10 il massimo)
Italiani
8,2
Stranieri
8,2
Totale
8,2
La cortesia/ospitalità della gente
8,0
8,2
8,1
La pulizia dell'alloggio
8,0
8,1
8,1
L'accoglienza nelle strutture di alloggio
7,9
7,9
7,9
L'offerta culturale
7,6
7,8
7,7
La qualità del mangiare e bere
La pulizia del luogo
7,7
7,8
7,7
L'offerta di intrattenimento
7,5
7,7
7,6
Informazioni turistiche
7,4
7,5
7,5
Il rispetto per l'ambiente/ urbanizzazione/ inquinamento
7,4
7,4
7,4
Il costo dell'alloggio
7,4
7,5
7,4
Il costo della ristorazione
7,2
7,4
7,3
L'organizzazione del territorio
7,3
7,3
7,3
Il costo dei trasporti locali
7,0
7,3
7,2
Il traffico
6,9
6,8
6,9
Offerta turistica nel complesso
Fonte:Unioncamere/Isnart - ONT
8,1
8,1
8,1
Anche più severa è la valutazione che le stesse strutture ricettive danno della qualità dei fattori “di contesto”
rilevanti sulla qualità della vacanza in Italia.
Il giudizio complessivo si attesta su valori non molto al di sopra della sufficienza, con una considerazione
relativamente migliore per qualità dell’ambiente e decoro urbano.
Tra i fattori determinanti, per gli italiani che hanno scelto la vacanza all’estero, il prezzo più basso delle
opportunità offerte.
La disaffezione degli italiani verso l’offerta del proprio Paese a vantaggio dell’estero è confermata dai dati Istat
relativi alla distribuzione delle “notti spese fuori casa” dagli italiani, in funzione della destinazione nazionale o
estera. Tra il 2005 e il 2007, le permanenze legate a viaggi in Italia sono diminuite dell’1%, (nell’ultimo
anno sono crollate di oltre l’8%), mentre le permanenze per viaggi all’estero sono aumentate dell’11,6%.
Un secondo aspetto è la perdita di attrattività “comparativa”: in Europa e nel mondo sono rapidamente entrate
nel mercato offerte molto ben strutturate in termini di coerenza tra caratteristiche di prodotto, prezzo, modalità
di comunicazione e posizionamento rispetto alle aspettative del mercato, rendendo così fortemente
competitive le destinazioni emergenti.
Primo trimestre 2008: come sono andati gli affari in Italia, Francia e Spagna
Dopo una chiusura del 2007 che vede in dicembre una media di camere occupate nelle strutture ricettive
italiane del 39,6%, il primo trimestre del 2008 si attesta su una media di camere vendute pari al 37,3% in
gennaio, al 37,9% in febbraio, ed al 37,4% in marzo, con una punta di occupazione massima nel week-end
di Pasqua, pari al 51% della disponibilità. Rispetto allo stesso trimestre del 2007, gli operatori indicano una
certa solidità dei mercati internazionali (stabili nel 72,9% delle imprese) mentre una maggiore incertezza per il
mercato italiano, in diminuzione nel 27,3% delle strutture ricettive (in media del -28,5%).
Nello stesso periodo si registra in Francia un’occupazione alberghiera pari al 51,6% a gennaio, al 55,2% a
febbraio e al 58,1% a marzo, con una evidente minore sofferenza della stagionalità dei flussi rispetto
all’Italia. Più in linea con il nostro Paese la Spagna, che ha registrato a gennaio il 40,3% di occupazione
alberghiera, il 46,9 a febbraio e del 50,8% a marzo. Negli hotel italiani, infatti, i tassi di occupazione si
attestano al 44,3% di gennaio, 45,4% a febbraio, 46,6% a marzo con una punta del 57,3% a Pasqua.
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Prodotti: bene Roma, Venezia e Firenze, in positivo la montagna, stazionarie le
destinazioni balneari.
In questi ultimi anni Roma, Venezia e Firenze hanno dato un forte contributo all’incremento del mercato
turistico italiano.
Tra il 2000 ed il 2007, si registra una crescita complessiva delle grandi città d’arte del 22,2 %. Il “boom” è
dovuto fondamentalmente a queste tre città, mentre le altre destinazioni crescono del 7,2%. Nel 2007, rispetto
all’anno precedente, l’incremento delle grandi città d’arte è continuato, con un +5,7 % degli arrivi e un +3,3%
delle presenze.
Il turismo balneare rappresenta per l’Italia il segmento più importante in termini di presenze nelle strutture
ricettive: 32% del totale contro 25% delle città d’arte. Bassa però la variazione delle presenze ufficiali nel
periodo. Tra il 2000 e il 2006, mentre il numero totale delle notti in Italia è cresciuto a un tasso medio annuo
dell’1,3%, quello del segmento balneare è aumentato solo di un quinto, mentre quello delle città d’arte del
doppio. Contenuto poi l’indice di internazionalità del prodotto mare Italia: gli stranieri rappresentano
solamente il 32,4% delle presenze del segmento. Nell’arco degli ultimi anni il livello di internazionalizzazione
è diminuito, segnale di un indubbio calo dell’appeal di alcune nostre località costiere sul mercato straniero,
soggette ad una forte concorrenza internazionale. L’andamento degli arrivi e delle presenze ha portato ad un
calo della permanenza media, passata da 6 a 5,6 notti per gli italiani, da 5,6 a 5,4 per gli stranieri.
Nel 2007, le località montane italiane hanno registrato oltre 9 milioni di arrivi e più di 47 milioni di
presenze, pari a circa il 13% del movimento turistico complessivo registrato in Italia, ed una permanenza
media intorno ai 5 giorni. Oltre il 60% del movimento turistico è concentrato nelle province di Bolzano e di
Trento, con la prima che raccoglie circa il 40% del mercato complessivo. In terza posizione, nettamente
distanziato, il Veneto, con 900 mila arrivi e 5,3 milioni di presenze, che ospita circa il 10% della domanda
turistica montana. Dal 1995 al 2000 la crescita del prodotto è stata vigorosa (+44% e 37% in complesso),
mentre più cauta (17% e 10%) dal 2000 al 2006, tanto da identificare un trend tipico delle destinazioni mature.
Nel corso degli anni, come si è detto, si è modificata la permanenza media in maniera abbastanza
generalizzata, ma è cambiata anche la composizione della domanda, con un aumento della componente
straniera, che nel 1995 rappresentava il 28% degli arrivi, nel 2000 il 34,9% e nel 2006 il 35,7%.
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