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Il franchising e le strategie di Brand MARISA AMOROSO* Negli ultimi tempi c’è stato un cambiamento totale nella situazione competitiva. La crisi economica, con i conseguenti riflessi sul reddito delle famiglie, la disoccupazione, il precariato, l’aumento del costo della vita, la ricerca di soddisfare i nuovi bisogni a carattere tecnologico (telefoni cellulari, computer, Internet ecc.) hanno ridotto la capacità di spesa della maggior parte delle famiglie italiane. A causa di questo sono mutati i comportamenti di acquisto, non più il negozio di vicinato ma la ricerca del prezzo più equo presso la Grande Distribuzione, acquisti diretti dal produtore per il food, le catene distributive maggiormente convenienti, i gruppi di acquisto consumatori ed Internet per gli altri prodotti. Oggi il consumatore più informato sulle alternative di offerta, palesa aspettative crescenti, è continuamente alla ricerca di varietà ed è sempre meno disponibile a concedere facoltà incondizionata alla marca. La gestione della marca diviene via via più complessa a causa della competitività crescente dovuta al potere della Grande distribuzione e dall’utilizzo sempre più esteso delle marche commerciali, dalla rapidità di diffusione delle tecnologie, dalla globalizzazione dei mercati che moltiplica gli attori all’interno di uno stesso mercato, con una forte pressione sui prezzi e quindi con una riduzione sui margini. Le imprese si vedono perciò costrette a razionalizzare i processi ma soprattutto a riconsiderare gli assortimenti con l’obiettivo di lanciare continuamente nuovi prodotti per stimolare la domanda ed acquisire vantaggi, seppure temporanei, sulla concorrenza. In un mercato caratterizzato dalla progressiva banalizzazione dei prodotti, sempre più simili sotto il profilo tecnologico e funzionale, lo sviluppo della marca diviene il mezzo per contrastare la tendenza alla comodisation, introducendo elementi di differenziazione legati ai valori e all’immaginario della marca (Collesei e Useppon, 2004). Per competere in un mercato così aggressivo come l’attuale è necessario lanciare continuamente nuovi prodotti, riutilizzare e sviluppare i prodotti esistenti. Ciò comporta soventi modifiche alle linee di prodotto con semplificazioni, ampliamenti, completamenti, modernizzazioni in modo da coprire meglio il mercato obiettivo con strategie di trading up e trading down, così da estendere la presenza dell’impresa sul mercato, soddisfacendo segmenti diversi, fornendo alternative al prodotto, stile, prezzo e servizi ai clienti della marca. * Ordinario di Economia e Gestione delle Imprese - Sapienza Università di Roma e-mail: [email protected] sinergie rapporti di ricerca n. 34/11 IL FRANCHISING E LE STRATEGIE DI BRAND 102 In tale contesto, la capacità di gestire lo sviluppo dell’assortimento e della marca o del portafoglio di marche e di coordinare il progressivo ampliamento della gamma con un’adeguata strategia di branding diviene una competenza chiave. In particolare diventa centrale nello sviluppo dell’assortimento, la decisione della strategia di branding da adottare per i nuovi prodotti: la scelta tra il lancio di nuovi brand o subbrand e l’estensione di linea o di marca. Le strategie di estensione di linea o di marca, sfruttando il patrimonio di immagine e di notorietà tramite l’estensione a nuovi prodotti o a nuove categorie sembra risolvere il trade-off fra l’esigenza di innovazione continua e quella interna di contenere gli aumenti di costo. L’estensione di marca può assumere due forme: - Line extension, la marca attuale è associata ad un nuovo prodotto indirizzato ad un nuovo segmento di mercato nell’ambito della stessa categoria di prodotto: es.Armani ed Emporio Armani; - Category extension, la marca attuale è utilizzata per entrare in una nuova categoria di prodotto: Dior profumi e Dior abbigliamento. Il lancio di una nuova marca diventa sempre più costoso, rischioso e problematico. Esso è giustificato in presenza di motivazioni fondate quali l’incompatibilità di associazione tra due categorie di prodotti o la necessità di estendere la copertura del mercato a segmenti eterogenei, tali da giustificare il considerevole investimento richiesto. Il lancio di una nuova marca può assumere due forme: - Flanker brand che consiste nell’allungamento della linea o nel suo completamento, modernizzazione, caratterizzazione od anche semplificazione per coprire meglio il mercato obiettivo con strategie di trading up (livello più alto) e trading down (livello più basso), così da estendere la presenza dell’impresa sul mercato, soddisfacendo segmenti diversi, fornendo alternative al prodotto, stile, prezzo e servizi ai clienti della marca: Coin ed Oviesse; - Brand Innovation che consiste nel fornire un prodotto nuovo ad un nuovo mercato: es.Tecnocasa (impresa di servizi di intermediazione immobiliare) e Kiron (impresa di servizi finanziari) Le strategie di Brand Molte reti italiane hanno scelto di sfruttare il loro patrimonio di marca tramite strategie di Brand. Ricordiamo che si possono meglio spiegare tali strategie con una matrice che considera due variabili: i brand (attuali o nuovi) e l’ambito competitivo (attuale o nuovo) (Bombardiere, 2003). Tab. 1: Strategie di Brand in funzione dell’ingresso o meno in nuovi business Brand Attuale Brand Nuovo Ambito competitivo attuale Line extension Flanker Brand Fonte: Bombardiere, Il multi-brand ed il franchising, 2003 Ambito competitivo nuovo Category extension Brand innovation MARISA AMOROSO 103 Nel caso in cui si decida di far leva sul potenziale di diffusione della marca o delle marche esistenti si pone in atto una strategia di Line Extension, come nel caso di Armani ed Emporio Armani, mentre la sperimentazione in nuovi ambiti competitivi sempre fondata sulla marca attuale da luogo alla Category Extension come nel caso di Dior profumi e Dior Abbigliamento. Nel caso in cui l’impresa operi nel segmento originario, ma pratichi una politica di prezzi e di qualità differenziata per associare nuovi brand, se questo consente al consumatore di trovare un collegamento tra la brand extension ed il core brand, avremo il Flanker Brand come nel caso di Coin Oviesse1. Le strategie di Brand Innovation, invece, vengono attuate con l’introduzione di nuovi marchi in ambiti competitivi eterogenei rispetto a quelli attuali come nel caso di Tecnocasa e Kiron, entrambi di proprietà dello stesso Gruppo. Anche questa decisione può rivelarsi in qualche modo obbligata qualora l’impresa, pur nella consapevolezza del valore della marca, non abbia ancora pienamente sviluppato il potenziale di diffusività intersettoriale ad essa intrinseco ed intenda entrare in ambiti competitivi altamente eterogenei rispetto a quelli attuali. La vocazione territoriale delle Reti Multi-Brand Anche le reti italiane hanno scelto di sfruttare il loro patrimonio di marca tramite strategie di Brand Extension. Dalla nostra analisi si evince che le reti in franchising che hanno scelto di attuare strategie di Brand Extension sono localizzate per la maggior parte nell’area Nord, in misura minore al Centro ed ancor meno nell’area Sud. Tab. 2: Localizzazione per Macro Aree e Confronto 2008-2009 Macroaree Nord Centro Sud Totale Valore assoluto 2009 61 12 4 77 Valore 2009 % 79,2 15,6 5,2 100,0 Valore assoluto 2008 58 11 6 75 Valore 2008 % 77,3 14,7 8,0 100,0 Differenze Valori assoluti +3 +1 -2 +2 Fonte: elaborazione dati rilevati dall’Osservatorio Permanente sul Franchising 2008-2009 Rileviamo inoltre, un leggero aumento nell’attuazione di tali strategie al Nord ed al Centro ed una diminuzione sia pur lieve delle stesse al Sud. Volendo eseguire un’analisi più dettagliata, vediamo che la Lombardia, il Veneto, il Piemonte ed il Lazio sono le regioni con un maggior numero di reti multibrand come si evince dalla seguente tabella: 1 Questa scelta è spesso obbligata quando l’impresa intenda adottare, per motivazioni interne (conseguimento di obiettivi di crescita) o di natura competitiva (costituzione di barriere dinamiche fondate sulla copertura di vuoti di offerta) un approccio di marketing differenziato, approfondendo linee di prodotto esistente verso l’alto o verso il basso per raggiungere più segmenti di domanda. IL FRANCHISING E LE STRATEGIE DI BRAND 104 Tab. 3: Localizzazione per Regioni 2009 Regioni Lombardia Veneto Piemonte Lazio Liguria Emilia R. Sicilia Marche Friuli Toscana Sardegna Umbria Totale Valore Assoluto 26 12 10 6 6 5 3 3 2 2 1 1 77 Valore % 33,8 15,5 13,0 7,8 7,8 6,5 3,9 3,9 2,6 2,6 1,3 1,3 100 Frequenze Cumulate 33,8 49,3 62,3 70,1 77,9 84,4 88,3 92,2 94,8 97,4 98,7 100,0 - Fonte: Elaborazione dati rilevati dall’Osservatorio Permanente sul Franchising 2010 Anche in questo caso riteniamo utile il confronto con i dati ottenuti nella precedente rilevazione (2008) per rilevare quanto segue: Tab. 4: Localizzazione per Regioni 2009 e confronto 2008 Regioni Lombardia Veneto Piemonte Lazio Liguria Emilia R. Sicilia Marche Friuli Toscana Sardegna Umbria Campania Totale Valore assoluto 2009 26 12 10 6 6 5 3 3 2 2 1 1 0 77 Valore 2009 % 33,8 15,5 13,0 7,8 7,8 6,5 3,9 3,9 2,6 2,6 1,3 1,3 0,0 100,0 Valore assoluto 2008 24 12 9 8 4 6 4 1 3 1 1 1 1 75 Valore 2008 % 32,0 16,0 12,0 10,7 5,4 8,0 5,4 1,3 4,0 1,3 1,3 1,3 1,3 100,0 Differenze Valori assoluti +2 = +1 -2 +2 -1 -1 +2 -1 +1 = = -1 +2 Fonte: Elaborazione dati rilevati dall’Osservatorio Permanente sul Franchising 2010 Da quanto sopra si evince una limitatissima crescita ottenuta in Lombardia, in Piemonte, Liguria, Marche e Toscana, in tutto otto nuove multibrand contro una lievissima perdita subita da Lazio, Emilia Romagna, Sicilia, Friuli e Campania che nell’insieme hanno portato ad un totale di due nuove multibrand. MARISA AMOROSO 105 Vocazione Settoriale delle Reti Multi - Brand Dall’analisi dei settori si evince come le reti che sono nate da un brand che chiameremo “madre” sono soprattutto quelle che interessano i Servizi, gli Articoli per la persona, l’Altro Commercio specializzato, il Commercio non specializzato e a seguire gli Articoli per la casa, il Commercio Alimentare specializzato e Costruzioni e Manutenzioni. Tab. 5: Vocazione settoriale 2009 Settori Servizi Articoli per la persona Altro Commercio Specializzato. Commercio Non Specializzato Articoli per la Casa Commercio Alimentare Specializzato Costruzioni e Manutenzioni Totale Valore Assoluto 35 19 9 8 4 2 0 77 Valore % 45,4 24,7 11,7 10,4 5,2 Frequenze Cumulate 45,4 70,1 81,8 92,2 97,4 2,6 0 100,0 100 - Fonte: Elaborazione dati rilevati dall’Osservatorio Permanente sul Franchising 2010 Un confronto con la rilevazione precedente segnala quanto segue: Tab. 6: Vocazione settoriale 2009 e confronto 2008 Settori Servizi Articoli per la persona Altro Commercio Specializzato. Commercio Non Specializzato Articoli per la Casa Commercio Alimentare Specializzato Costruzioni e Manutenzioni Totale Valore assoluto 2009 35 19 9 8 4 Valore 2009 % 45,4 24,7 11,7 10,4 5,2 Valore assoluto 2008 36 15 9 10 4 Valore 2008 % 2 2,6 1 1,3 +1 0 77 0 100,0 0 75 0 100,0 = +2 48,0 20,0 12,0 13,4 5,3 Differenz e Valori assoluti -1 +4 = -2 = Fonte: Elaborazione dati rilevati dall’Osservatorio Permanente sul Franchising 2010 Le nuove reti Multi Brand riguardano gli Articoli per la Persona e il Commercio Alimentare Specializzato mentre la diminuzione interessa i Servizi e il Commercio non specializzato. Sono rimasti uguali l’Altro Commercio Specializzato e gli Articoli per la casa. Sia per ciò che concerne la crescita come le perdite, si tratta di fenomeni molto limitati sui quali è impossibile individuare cause o trend. Per quanto riguarda i Servizi, settore che emerge per la maggior frequenza di casi rilevati, evidenziamo la loro disaggregazione come segue: 106 IL FRANCHISING E LE STRATEGIE DI BRAND Tab. 7: Disaggregazione dei Servizi 2009 Servizi Valore Assoluto Alberghi e Ristorazione Servizi Finanziari Servizi per la salute e la bellezza della persona Agenzie Immobiliari Servizi alle persone ed alle imprese Agenzie di Viaggio Formazione Servizi Auto Club Ricreativi Lavanderie Agenzie Matrimoniali Stampa e pubblicità Totale 13 9 5 4 4 0 0 0 0 0 0 0 35 Valore % 37,2 25,7 14,3 11,4 11,4 0 0 0 0 0 0 0 100 Frequenze Cumulate 37,2 62,9 77,2 88,6 100 - Fonte: Elaborazione dati rilevati dall’Osservatorio Permanente sul Franchising 2010 Per meglio comprendere i fenomeni riteniamo giusto confrontare i dati attuali con quelli della precedente rilevazione che mostrano una diminuzione di Multibrand nei sottosettori del comparto Alberghiero Ristorativo, in quello dei Servizi per la salute e la bellezza delle persone, delle Agenzie immobiliari, ed in quelle di Viaggio, della Formazione, e dei servizi Auto compensata però da una crescita abbastanza consistente nei Servizi Finanziari che riduce la perdita di Multibrand del settore ad una sola unità, come evidenzia la tabella seguente: Tab. 8: Disaggregazione dei Servizi 2009 e confronto 2008 Servizi Alberghi e Ristorazione Servizi Finanziari Servizi per la salute e la bellezza della persona Agenzie Immobiliari Servizi alle persone ed alle imprese Agenzie di Viaggio Formazione Servizi Auto Club Ricreativi Lavanderie Agenzie Matrimoniali Stampa e pubblicità Totale Valore assoluto 2009 13 9 5 4 4 0 0 0 0 0 0 0 35 Valore 2009 % 37,2 25,7 14,3 11,4 11,4 0 0 0 0 0 0 0 100 Valore assoluto 2008 14 1 6 8 4 1 1 1 0 0 0 0 36 Valore 2008 % 38,9 2,8 16,6 22,2 11,1 2,8 2,8 2,8 0 0 0 0 100 Differenze Valori assoluti -1 8 -1 -4 = -1 -1 -1 = = = = -1 Fonte: Elaborazione dati rilevati dall’Osservatorio Permanente sul Franchising 2010 Tra le strategie di Brand Extension adottate dalle imprese di servizi la più frequente è la Flanker Brand, la cui criticità è spiegabile con l’aumento della capacità distintiva dell’impresa all’interno del business attuale, favorendo l’ampliamento della posizione competitiva, sia tramite l’estensione del proprio MARISA AMOROSO 107 portafoglio clienti nell’ambito dei segmenti serviti, sia creando nuovi elementi di differenziazione rispetto ai concorrenti. È anche la strategia meno costosa in quanto bastano pochi elementi di differenziazione come un ritocco sui prezzi verso l’alto, se vogliamo raggiungere una clientela più esigente, verso il basso per raggiungere le fasce medie o più basse. Naturalmente una tale strategia comporta un adeguamento della propria produzione o dei propri servizi alla nuova situazione di mercato. È la strategia maggiormente adottata dal sub-settore Alberghi e Ristorazione ed è facilmente comprensibile perché in questo caso, dopo aver lanciato una o due unità pilota di successo, ci si può sbizzarire sia aggiungendo categorie (emblematico è il caso Accor) e nel caso dei ristoranti si può spaziare dall’etnico, all’internazionale, il solo pizza, il vegetariano ecc., tutti con brand diversi ma nello stesso ambito competitivo. È il caso di C.O.R.E s.r.l con Dixieland Cafè, El Tropico Latino, di Gruppo Autogrill s.p.a con A Cafè, Ciao, Spizzico, di Cigierre s.p.a con Arabian Kebab, Old Wild West e Pork Haus e molti altri. Anche le imprese di Servizi di bellezza e di salute della persona hanno privilegiato questa strategia per gli stessi motivi: la possibilità di frammentare in molti sub-segmenti il loro business. Vedi Vanity line S.p.a con Beauty Specialist ed Epil Specialist, Improbe s.r.l con Fodras ed Hair &Joy, tanto per citarne alcuni. Subito dopo la strategia di Flanker Brand segue per interesse da parte delle imprese di servizi quella di Brand Innovation, il che significa entrare in nuovi ambiti competitivi con nuovi marchi, in poche parole diversificare. I moderni economisti insistono sul fatto che in un sistema oligopolistico, la crescita dell’impresa non dipende dalla curva di domanda del settore, quanto dalla capacità dell’impresa di spostare la propria curva di domanda, cioè creare nuovi mercati. Si può creare nuova domanda tramite la promozione (strategia intensiva), ricercando circuiti distributivi tra i più idonei all’utilizzo ottimale dalla potenzialità produttiva con una struttura di costi che consenta soddisfacenti risultati di esercizio o accordi con le imprese di approvvigionamento (strategia integrativa) ma ciò che crea “la nuova domanda” è la diversificazione. Infatti, l’impresa sa di non poter (sotto pena di incidere negativamente sulla propria redditività) tentare di conseguire questa maggior crescita solo influenzando la propria curva di domanda con sempre maggior riduzioni di prezzo e crescente impegno promozionale in relazione agli stessi prodotti. Ricorrerà quindi alla diversificazione, perché essa consente per una prima fase almeno, una possibilità di crescita mediante “salti successivi” che collocano l’impresa sempre su mercati nuovi e pertanto nuove famiglie di domanda in fase crescente, cioè in quella fase di “esplosione della curva di domanda” di un nuovo prodotto in cui non si riscontrano ancora costi marginali unitari di vendita crescenti.2 La strategia di Brand Innovation è quella privilegiata dalle imprese di servizi di intermediazione immobiliare le quali al momento della loro maturità, quando hanno accumulato una forte liquidità e coperto territorialmente l’intero mercato (andare oltre comporterebbe costi crescenti di controllo, formazione, assistenza) entrano in 2 Per approfondire queste tematiche vedi anche Amoroso, 1990. 108 IL FRANCHISING E LE STRATEGIE DI BRAND in nuovo ambito competitivo, cioè nel sistema finanziario, erogando facilmente crediti ai loro stessi clienti, vedi Gruppo Tecnocasa con le insegne Kiron, ed Epicas tutte e due imprese di servizi di intermediazione finanziaria, Tempocasa s.p.a con Tempofin, Gruppo Fondo Casa con Mavrefin ed altri. Abbiamo poi alcuni casi di Line Extension come JL s.r.l con Aldo Coppola e Go Coppola entrambi parrucchieri o LaserVideo s.r.l con Laservideo e Laser Video Web entrambi nel sub-settore Servizi alle persone ed alle imprese ed alcuni altri. Poco adottata invece la strategia di Category Extension. Come si evince dalla tabella 4 il secondo settore che emerge per la frequenza dei casi rilevati è quello degli Articoli per la persona, che si presta più di ogni altro, per le sue stesse caratteristiche, ad una sotto segmentazione al suo interno, consentendo l’approccio di quasi tutte le strategie di Brand Anche qui primeggia la Flanker Brand, vedi MiroglioVesteBene S.p.a con le insegne Caractére, Elena Mirò, Motivi, Oltre, Diana Gallesi che opera con diverse reti sempre nello stesso ambito competitivo (abbigliamento) ma rivolgendosi a sottosegmenti diversi sia per quanto riguarda la variabile prezzo ma anche con riguardo a peculiari caratteristiche fisiche dei clienti (taglie forti ecc.), Bata con Athletes Store e molti altri. Nel settore articoli per la persona abbiamo molti casi di Line Extension come Compar S.p.a con Bata City Store, Bata Factory Store, Bata Superstore o Terranova S.p.a con Terranova Kid ed altri. Nel Commercio Despecializzato la strategia più adottata dalle reti pare essere ancora la Flanker Brand vedi: Gruppo Coin Spa con Oviesse, Pam Franchising S.p.a con Meta, Gruppo Rinascente con Cityper (ipermercati) e Sma (Supermercati), Gruppo Lombardini Holding S.p.a con LD Market (Discount) e Pellicano (Supermercati) ma anche casi di Brand Innovation come Upim s.r.l (Grandi magazzini) con Blu Kid’s (abbigliamento per bambini). L’Altro Commercio Specializzato privilegia le strategie di Flanker Brand, vedi infatti Città del Sole s.r.l con una linea di prodotti per la natura con l’insegna Natura è… ed un’altra di giocattoli con l’insegna Città del Sole, il Gruppo Mondadori con Libreria Mondadori e Mondo Libri ed altri. Un’altra strategia adottata è la Brand Innovation come nel caso di I-Trade s.r.l con Regalandia (articoli da regalo ) e Gelandia (gelaterie e pasticcerie). Nel settore Articoli per la casa troviamo soprattutto strategie di Flanker Brand come Vincenzo Zucchi S.p.a con le insegne Bassetti e Zucchi, o F.lli Fontana con Kasanova e l’Outlet del Casalingo o Sidea s.r.l con le insegne Brico Italia e Domea o E.P. Forniture con le insegne Come una volta e Zio Charlie. Ultimo nella nostra classifica è il Commercio Alimentare Specializzato con un solo caso di strategia e precisamente di Flanker Brand, cioè RCE Group sas di Fabio Colombo & C con le insegne Caldo Forno e Focacceria Ligure e non solo. Concludendo la crescita della rete di punti vendita può avvenire ormai anche tramite una struttura di punti vendita multi unit3 anche se purtroppo molti franchisor 3 Il franchising sviluppato con la formula multi unit corrisponde ad un accordo secondo il MARISA AMOROSO 109 tendono a ricercare meccanismi di dipendenza unilaterale nei confronti dei franchisee. In pratica molte reti di franchising vengono gestite con accordi nei quali un franchisee è autorizzato ad aprire un solo punto vendita. Fortunatamente nel tempo questo fenomeno di “egoismo imprenditoriale” sta diminuendo ed in molti casi l’affiliato può gestire più punti vendita nell’ambito della stessa insegna, ma anche punti vendita relativi a più brand facenti capo allo stesso affiliante, generalmente in maniera sequenziale4. Ciò significa che un franchisee nel tempo viene autorizzato ad aprire più punti vendita, senza che questo diritto sia garantito fin dall’inizio della relazione; tutto questo per permettere al franchisor di conoscere meglio l’affidabilità dei suoi franchisee. Con un multi unit sequenziale si costruisce incrementalmente una rete orizzontale (senza ipotecare il futuro in anticipo), caratterizzata da forti legami (proprietari) e scambi informativi tra i punti di vendita dell’affiliato: tale piccolo gruppo di negozi costituisce una sorta di sub-rete, in grado di acquisire un’identità imprenditoriale, di dialogare unitariamente con il franchisor e con analoghe sub-reti, di maturare valide competenze manageriali. Come ben immaginabile, questo meccanismo amplifica le possibilità di sviluppo della rete quando all’interno della multi-unit coesistono varie tipologie di brand. Queste reti hanno migliore performance, crescono in modo più stabile, non diminuiscono sostanzialmente il controllo del franchisor sulle politiche commerciali dell’affiliato rispetto a quanto avveniva in presenza di accordi di single-unit, migliorano l’orientamento complessivo al mercato dell’impresa grazie al miglior flusso informativo sia a livello verticale (franchisor-franchesee), che a livello orizzontale (tra punti di vendita)5. 4 5 quale un affiliato gestisce più punti vendita nell’ambito della stessa insegna. Infatti si parla di multi-unit sequenziale. Per una ulteriore disamina di queste tematiche vedi Lorenzoni e Manaresi, 2001. 110 IL FRANCHISING E LE STRATEGIE DI BRAND