Rassegna Stampa - Ordine dei Farmacisti di Salerno
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Rassegna Stampa - Ordine dei Farmacisti di Salerno
FEDERAZIONE ORDINI DEI FARMACISTI Rassegna Stampa del 29/01/2016 La proprietà intellettuale degli articoli è delle fonti (quotidiani o altro) specificate all'inizio degli stessi; ogni riproduzione totale o parziale del loro contenuto per fini che esulano da un utilizzo di Rassegna Stampa è compiuta sotto la responsabilità di chi la esegue; MIMESI s.r.l. declina ogni responsabilità derivante da un uso improprio dello strumento o comunque non conforme a quanto specificato nei contratti di adesione al servizio. INDICE IN PRIMO PIANO 29/01/2016 Corriere della Sera - Nazionale «Subito i comitati per il No» Berlusconi, sfida sul nuovo Senato 7 28/01/2016 IlFarmacistaOnline.it 10:08 Concorso farmacie. I senatori Mandelli e d'Ambrosio Lettieri presentano due interrogazioni a Lorenzin 9 28/01/2016 QS - QuotidianoSanita.it Concorso farmacie. I senatori Mandelli e d'Ambrosio Lettieri presentano due interrogazioni a Lorenzin 10 SANITÀ NAZIONALE 29/01/2016 Corriere della Sera - Nazionale Zika, 4 milioni a rischio contagio 12 29/01/2016 Il Sole 24 Ore Chorafarma lancia il medicorner 14 29/01/2016 Il Sole 24 Ore Clinique a 60 milioni di ricavi scommette su Millennials e over 50 15 29/01/2016 Il Sole 24 Ore Zika, rischio contagio per quattro milioni 16 29/01/2016 Il Sole 24 Ore Medici, ok al Ddl sulla responsabilità professionale 18 29/01/2016 La Repubblica - Nazionale "Virus Zika esplosivo" L'Oms: è allarme contagi attesi 3-4 milioni di casi 19 29/01/2016 La Repubblica - Nazionale L'Italia alle donne incinte: non partite Niente donazioni di sangue per chi torna 20 28/01/2016 La Repubblica - Album Scotti: "Ora scelte coraggiose e nuove piante organiche" 22 28/01/2016 La Repubblica - Album "Un nuovo defibrillatore nascosto sottopelle" 23 28/01/2016 La Repubblica - Album Coppie, il 20 per cento ha problemi 24 28/01/2016 La Repubblica - Album Quei segnali del corpo che mandano in tilt gli uomini di mezza età 25 28/01/2016 La Repubblica - Album "Donne, calo del desiderio sì alla terapia ormonale" 27 28/01/2016 La Repubblica - Album Piede diabetico stop amputazioni se c'è prevenzione 28 28/01/2016 La Repubblica - Album Risonanza magnetica e Tac all'avanguardia sempre più malattie scoperte in tempo utile 29 29/01/2016 L'Espresso Ma la felicità allunga o no la vita? 30 29/01/2016 L'Espresso L'ospedale si addice ai cartoon 31 29/01/2016 L'Espresso World music? Non vuoi dir niente 32 29/01/2016 La Stampa - Nazionale Il medico e i pazienti inesistenti "Così non posso fare le ricette" 34 29/01/2016 Il Messaggero - Nazionale Zika, allarme per i contagi «Possibili 4 milioni di casi» 35 29/01/2016 ItaliaOggi Fisioterapisti e logopedisti obbligati ai dati sanitari 37 29/01/2016 ItaliaOggi Per i sanitari vale solo la colpa grave 38 29/01/2016 ItaliaOggi Giù le mani dalle farmacie rurali 39 29/01/2016 Avvenire - Nazionale L'Oms: è allarme globale «Il virus zika è esplosivo» 40 29/01/2016 Il Giornale - Nazionale Quiz sbagliati per diventare medici: oltre al «d'anno» la beffa per chi paga 42 29/01/2016 Libero - Nazionale «Ma la rosolia è più pericolosa» 43 29/01/2016 Libero - Nazionale Sparata Oms: Zika emergenza mondiale 44 29/01/2016 QN - La Nazione - Nazionale Il Comune dà il 'Benvenuto' a tutti i nuovi nati Materiale informativo sui servizi per le neomamme 46 29/01/2016 Corriere della Sera - Sette «I cervelli non fuggono: vanno dove si crede, e si investe, nella ricerca» 47 29/01/2016 Il Venerdi di Repubblica NUOVE CURE PER IL TUMORE AL FEGATO 50 29/01/2016 Il Venerdi di Repubblica QUANDO L'IPNOSI SOSTITUISCE L'ANESTESIA 51 29/01/2016 Cronache del Garantista - Nazionale Assalta la farmacia... Ma ci lascia il sangue 53 29/01/2016 DailyMedia brand Zeta Farmaceutici porta Profile su tv e web 54 29/01/2016 Ok - salute e benessere CALMA il colon irritabile con i batteri buoni 55 29/01/2016 Ok - salute e benessere Basta coi pregiudizi: anche i farmaci generici sono sicuri ed efficaci 58 29/01/2016 Ok - salute e benessere RACCOLTA DI MEDICINE PER I BISOGNOSI 59 29/01/2016 Ok - salute e benessere Una guida fa chiarezza sugli equivalenti 60 29/01/2016 Osservatore Romano Alla riscoperta della vicinanza 61 29/01/2016 Viver Sani e Belli L'Italia fa scuola all'estero 63 VITA IN FARMACIA 29/01/2016 La Repubblica - Firenze Sanità, il referendum non si può fare 65 29/01/2016 La Repubblica - Genova I magrissimi 35 euro "Farmaci e autobus lusso per i migranti" 66 29/01/2016 La Stampa - Torino Diecimila torinesi "spariti" per colpa del censimento 68 29/01/2016 La Stampa - Cuneo Dopo 9 anni si lavora al Movicentro 70 29/01/2016 QN - Il Resto del Carlino - Ascoli Farmacisti, approvata la graduatoria finale 71 29/01/2016 QN - Il Resto del Carlino - Ascoli «La farmacia era importante Adesso mancano troppi servizi» 72 29/01/2016 QN - Il Resto del Carlino - Ascoli Consegna dei medicinali a domicilio 73 29/01/2016 QN - Il Giorno - Brianza Vedano, rapinatore in farmacia si accontenta di 20 euro 74 29/01/2016 QN - La Nazione - Pistoia Montecatini Autoambulanza e pulmino per disabili Due nuovi mezzi per la Pubblica Assistenza 75 29/01/2016 QN - La Nazione - Pistoia Montecatini Tutto pronto per la super festa 76 29/01/2016 QN - La Nazione - Umbria Terni Accordo tra Comune e farmacie I medicinali arrivano a domicilio 77 PROFESSIONI 29/01/2016 Il Venerdi di Repubblica LA LIBERTÀ FA BENE ALLA SALUTE? #LIBERALIZZIAMOCI 79 PERSONAGGI 29/01/2016 Il Giornale - Nazionale Berlusconi fa i nomi dei candidati: Bertolaso a Roma, Parisi a Milano 81 29/01/2016 Libero - Nazionale Più internet meno soldi suoi Il Cav ripensa Fi 82 29/01/2016 La Gazzetta Del Mezzogiorno - Bari «Decaro ci dica se le telecamere funzionano» 83 IN PRIMO PIANO 3 articoli 29/01/2016 Pag. 15 diffusione:298071 tiratura:412069 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Il centrodestra «Subito i comitati per il No» Berlusconi, sfida sul nuovo Senato E punta su Sgarbi per Bologna, Bertolaso (Roma) e Lettieri (Napoli) Se torniamo al governo avremo tre politici di FI come ministri: Franco Coppi alla Giustizia, l'ex capo dell'Arma Gallitelli alla Difesa e Brunetta al Tesoro. Letta sarà ambascia-tore per i rapporti con le imprese Fabrizio Caccia ROMA «Bisogna accelerare, organizzare e sostenere da subito, insieme agli altri movimenti del centrodestra, i comitati per il no al referendum di ottobre sulle riforme costituzionali. Perché dai numeri che ho io, il sì perde...». Battagliero più che mai, Silvio Berlusconi, che ieri pomeriggio a palazzo Grazioli ha riunito l'ufficio di presidenza cercando di dare una scossa al partito. «Più di così Renzi non può fare...», avrebbe detto l'ex premier citando gli ultimi sondaggi a sua disposizione, che vedrebbero il capo del governo in calo di consensi. «E andrà anche peggio - avrebbe aggiunto il leader azzurro - quando gli esponenti della sinistra interna capiranno che non saranno ricandidati e molleranno la maggioranza...». Nervi tesi, a palazzo Grazioli, il giorno dopo l'esito assai negativo della sfiducia al governo, bocciata dall'Aula e con ben 8 azzurri assenti a Palazzo Madama al momento della chiama (Ghedini, Palma, Giro, Fazzone, De Siano, Piccoli, Villari e Bocca). Così, Berlusconi ha cercato di riportare entusiasmo: «Mi sento obbligato a restare in campo - l'annuncio -. Si deve tornare a essere il primo partito italiano. Possiamo e dobbiamo farcela. Dobbiamo passare alla storia come i veri salvatori della democrazia e della libertà. Voi parlamentari dovrete aiutare il rinnovamento, io comunque non rottamerò nessuno». La prima sfida sono ovviamente le Amministrative di primavera e il presidente di Forza Italia comincia a riempire le caselle dei suoi candidati ideali, città per città: «Vittorio Sgarbi a Bologna - ecco le prime conferme arrivate ieri -, Guido Bertolaso a Roma, Gianni Lettieri a Napoli...». Per quanto riguarda Milano, invece, Berlusconi non ha più fatto il nome di Alessandro Sallusti, mentre starebbe ancora riflettendo su quello di Stefano Parisi, ex city manager a Milano ai tempi del sindaco Albertini e fondatore di Chili, la piattaforma di video e film on demand . Anche per Torino la candidatura di Osvaldo Napoli resta in piedi, in attesa però di nuove «illuminazioni». Una cosa è certa: «No al manuale Cencelli. Bisogna aprirsi alla società civile. Ovunque sosterremo il candidato migliore». Berlusconi, in verità, avrebbe già in testa un'idea di governo: «Se torniamo a Palazzo Chigi, avremo tre politici di FI come ministri, Franco Coppi alla Giustizia, Leonardo Gallitelli (ex comandante generale dell'Arma, ndr ) all'Interno e, naturalmente, Renato Brunetta all'Economia...», mentre Gianni Letta diventerà «l'ambasciatore di Forza Italia» per i rapporti con le imprese, il senatore Andrea Mandelli (presidente dei farmacisti italiani, ndr ) dialogherà con gli ordini professionali e Renata Polverini, infine, ex segretario Ugl, se la vedrà con i sindacati. E per rilanciare Forza Italia si punterà anche sul web: «Ho preso atto del fatto che Internet è frequentata ogni giorno per 4 ore da 40 milioni di italiani - ha concluso Berlusconi davanti ai suoi -. Quindi ho assunto la decisione sacrificale di prendere lezioni di Internet. Interverremo sulla Rete come non abbiamo mai fatto prima...». Secondo voci di palazzo Grazioli, il tutor informatico prescelto sarebbe Giampaolo Rossi, ex presidente di Rainet e fidanzato della responsabile comunicazione del partito, Deborah Bergamini . © RIPRODUZIONE RISERVATA Foto: Summit Il leader di FI Silvio Berlusconi, IN PRIMO PIANO - Rassegna Stampa 29/01/2016 7 29/01/2016 Pag. 15 diffusione:298071 tiratura:412069 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato 79 anni, ieri a palazzo Grazioli alla fine dell'ufficio di presidenza. L'ex premier ha cercato di ricompattare il partito IN PRIMO PIANO - Rassegna Stampa 29/01/2016 8 28/01/2016 10:08 Sito Web IlFarmacistaOnline.it La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Concorso farmacie. I senatori Mandelli e d'Ambrosio Lettieri presentano due interrogazioni a Lorenzin La prima riguarda le determinazioni di alcune Regioni che impediscono la titolarità o la contitolarità di due farmacie ai candidati risultati vincitori in due regioni con diverse compagini associative; con il secondo atto si chiede un intervento del ministro alla luce della sentenza del Consiglio di Stato sulla maggiorazione del punteggio per i farmacisti di farmacie rurali. L'obiettivo è evitare l'insorgere di nuovi contenziosi. 28 GEN - Non ha avuto i natali facili, e ancora oggi sul concorso straordinario per l'apertura di nuove farmacie continuano ad emergere criticità. Le ultime due riguardano l'assegnazione della titolarità di due farmacie ai candidati risultati vincitori in due regioni con diverse compagini associative e la mancata maggiorazione del punteggio per i farmacisti con più anziani di servizio nelle farmacie rurali. Allo scopo di fare chiarezza ed evitare l'insorgere di ulteriori contenziosi, sulle due questioni i senatori Andrea Mandelli (FI) e Luigi D'Ambrosio Lettieri (CoR) hanno presentato due interrogazioni al ministro della Salute, Beatrice Lorenzin. Nella prima interrogazione (n. 4-05096), sono state rappresentate al Ministro le criticità in merito alla partecipazione in forma associata ed all'attribuzione della titolarità agli associati risultati vincitori. In primo luogo, gli interroganti hanno in evidenziato la circostanza in base alla quale, ai sensi della normativa introdotta dal D.L. 1/2012, convertito dalla L. 27/2012, e secondo quanto previsto dalla piattaforma creata dal Ministero per lo svolgimento dei concorsi, alcuni concorrenti hanno partecipato in forma associata in due regioni e province con una diversa compagine associativa. "Tuttavia - spiegano i senatori in una nota -, l'interpretazione fornita dal Ministero nella nota del novembre 2012, nonché le determinazioni assunte da alcune Regioni - e, in particolare, dalla Emilia Romagna e dalla Toscana - finiscono con l'impedire, in caso di vincita nelle due procedure, la titolarità o la contitolarità di entrambi le farmacie. Infatti, nel caso della Regione Emilia- Romagna e, a seconda degli orientamenti che seguiranno i Comuni, anche della Toscana, l'accettazione dell'assegnazione della seconda farmacia comporterebbe la decadenza della prima con grave pregiudizio per l'altro o gli altri associati che di fatto non conseguirebbero la titolarità". I Senatori hanno, quindi, chiesto al Ministro della salute quali provvedimenti intenda adottare, "al fine di impedire il verificarsi di tali ipotesi, nonché l'instaurarsi di numerosi contenziosi che inevitabilmente tali circostanze potrebbero determinare". Nel secondo atto (n. 4-05095), è stata sottoposta all'attenzione di Lorenzin la questione relativa alle eventuali ricadute derivanti dall'applicazione anche ai concorsi straordinari del principio di diritto affermato dal Consiglio di Stato nella sentenza n. 5667 del 14.12.2015 con riferimento alla maggiorazione del punteggio previsto dall'art. 9 della L. 221/968. In particolare, è stato evidenziato che "sembrerebbe che la piattaforma per lo svolgimento delle procedure concorsuali, impedendo l'inserimento di ulteriori titoli una volta raggiunto il punteggio massimo complessivo, non ha permesso ad alcuni farmacisti che hanno prestato la propria attività in farmacie rurali per almeno cinque anni di godere della maggiorazione prevista dall'art. 9 della legge 221/1968. In tal modo, dovrebbero presumibilmente essere stati favoriti i farmacisti con una minore anzianità di servizio nelle farmacie rurali". In considerazione del fatto che alcune Regioni non hanno ancora pubblicato la graduatoria definitiva, Mandelli e d'Ambrosio Lettieri chiedono l'intervento del Ministro "affinché ponga in essere ogni utile iniziativa per la soluzione delle criticità prospettate". IN PRIMO PIANO - Rassegna Stampa 29/01/2016 9 28/01/2016 Sito Web QS - QuotidianoSanita.it Concorso farmacie. I senatori Mandelli e d'Ambrosio Lettieri presentano due interrogazioni a Lorenzin La prima riguarda le determinazioni di alcune Regioni che impediscono la titolarità o la contitolarità di due farmacie ai candidati risultati vincitori in due regioni con diverse compagini associative; con il secondo atto si chiede un intervento del ministro alla luce della sentenza del Consiglio di Stato sulla maggiorazione del punteggio per i farmacisti di farmacie rurali. L'obiettivo è evitare l'insorgere di nuovi contenziosi. 28 GEN - Non ha avuto i natali facili, e ancora oggi sul concorso straordinario per l'apertura di nuove farmacie continuano ad emergere criticità. Le ultime due riguardano l'assegnazione della titolarità di due farmacie ai candidati risultati vincitori in due regioni con diverse compagini associative e la mancata maggiorazione del punteggio per i farmacisti con più anziani di servizio nelle farmacie rurali. Allo scopo di fare chiarezza ed evitare l'insorgere di ulteriori contenziosi, sulle due questioni i senatori Andrea Mandelli (FI) e Luigi D'Ambrosio Lettieri (CoR) hanno presentato due interrogazioni al ministro della Salute, Beatrice Lorenzin. Nella prima interrogazione (n. 4-05096), sono state rappresentate al Ministro le criticità in merito alla partecipazione in forma associata ed all'attribuzione della titolarità agli associati risultati vincitori. In primo luogo, gli interroganti hanno in evidenziato la circostanza in base alla quale, ai sensi della normativa introdotta dal D.L. 1/2012, convertito dalla L. 27/2012, e secondo quanto previsto dalla piattaforma creata dal Ministero per lo svolgimento dei concorsi, alcuni concorrenti hanno partecipato in forma associata in due regioni e province con una diversa compagine associativa. "Tuttavia - spiegano i senatori in una nota -, l'interpretazione fornita dal Ministero nella nota del novembre 2012, nonché le determinazioni assunte da alcune Regioni - e, in particolare, dalla Emilia Romagna e dalla Toscana - finiscono con l'impedire, in caso di vincita nelle due procedure, la titolarità o la contitolarità di entrambi le farmacie. Infatti, nel caso della Regione Emilia- Romagna e, a seconda degli orientamenti che seguiranno i Comuni, anche della Toscana, l'accettazione dell'assegnazione della seconda farmacia comporterebbe la decadenza della prima con grave pregiudizio per l'altro o gli altri associati che di fatto non conseguirebbero la titolarità". IN PRIMO PIANO - Rassegna Stampa 29/01/2016 10 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Governo e Parlamento SANITÀ NAZIONALE 38 articoli 29/01/2016 Pag. 1 diffusione:298071 tiratura:412069 Zika, 4 milioni a rischio contagio De Bac L'allarme arriva dall'Organizzazione mondiale della sanità: il virus Zika, trasmesso da un certo tipo di zanzara, importato dal Pacifico e con effetti devastanti nell'America del Sud «si diffonde in modo esplosivo» e potrebbe contagiare 4 milioni di persone. a pagina 19 ROMA Ora lo riconosce anche l'Oms, l'organizzazione mondiale dalla sanità. Zika, il virus trasmesso da un certo tipo di zanzara, importato dal Pacifico con effetti devastanti nel sud delle Americhe, è una calamità immane. «Si sta diffondendo in modo esplosivo», ha affermato il direttore generale dalla sede di Ginevra, Margaret Chan, una donna che si è già trovata al centro delle polemiche lo scorso anno per la discutibile gestione dell'epidemia di Ebola in Africa. Allora la cinoamericana fu accusata, con i suoi tecnici, di aver sottovalutato il pericolo quando la febbre emorragica cominciò a propagarsi da un focolaio di contagi divampato in mezzo a villaggi isolati l'uno dall'altro. Poi migliaia di morti, l'economia di Paesi già molto claudicanti dell'ovest, come Sierra Leone, messa al tappeto. È anche per questo precedente, forse, che stavolta Chan non ha tergiversato nel lanciare l'allarme, sospinta dalle dichiarazioni incalzanti dei presidenti Barak Obama e Wladimir Putin. Zika non si trasmette da uomo a uomo, sembra accertato, non uccide come Ebola, non si propaga in modo altrettanto fulmineo. Ma produce danni spaventosi perché colpisce i feti durante la gravidanza e fa nascere bambini malformati, con un cranio piccolo e menomato dal punto di vista cerebrale. Il Brasile ha contato circa quattromila casi. In un anno, secondo le stime della massima dirigente internazionale, potrebbero salire fino a tre o quattro milioni nelle aree di centro e sud America interessate. Si parla di emergenza globale. L'Italia però ha ottime probabilità di restarne fuori: «L'Oms non poteva comportarsi diversamente - dice Gianni Rezza, direttore del dipartimento di malattie infettive dell'Istituto Superiore di Sanità -. Ormai ogni minaccia è globale a causa della facilità degli spostamenti di persone tra i continenti. L'infezione si manifesta in modo blando, è dannosa solo per le donne in gravidanza. Gli adulti con buone probabilità sono poco esposti». I pochi casi segnalati da noi finora risalgono al 2015 e sono di importazione. Viaggiatori tornati dall'estero e che hanno smaltito la malattia in pochi giorni, senza cure specifiche. I sintomi sono febbre, indolenzimento, eruzione cutanea. Il nostro ministero della Salute sconsiglia alle donne incinte di partire per le zone indicate come epidemiche. Già da novembre Zika è entrata a far parte dell'elenco per l'esclusione dei donatori di sangue che si siano recati nei Paesi segnalati. «Noi siamo sempre i primi a metterci al sicuro. Il sistema italiano è fra i migliori al mondo», ne esalta la qualità Aldo Ozzino, membro della commissione ministeriale sangue e trasfusioni. Durante un incontro informativo con gli Stati membri la direttrice dell'Oms ha ripercorso la storia dell'epidemia. Il virus è stato isolato per la prima volta in Uganda nel 1947 per poi espandersi con i primi focolai nelle isole del Pacifico. La documentazione ufficiale dell'esistenza di queste concentrazioni di infezioni in altri quattro Paesi risale al 2013-2014. «Lo scorso anno ha raggiunto le Americhe dove si sta espandendo in modo esplosivo. Un legame diretto tra Zika e malformazioni e sindromi neurologiche non è stato stabilito ma il sospetto che esista è forte. Una minaccia lieve ha assunto proporzioni allarmanti». L'Europa sta vivendo l'emergenza con attenzione, prudentemente al sicuro. Non esistono problemi imminenti. Il virus per trasmettersi ha innanzitutto bisogno della zanzara Aedes aegipty che in Italia non c'è e in ogni caso non è l'inverno il periodo in cui è attiva. C'è la sua cugina Aedes albopictus (la cosiddetta tigre) ma non è dimostrato che sia anch'essa una «navetta». I cittadini devono evitare di farsi contagiare da psicosi, specie in questo periodo di epidemia influenzale, i cui sintomi potrebbero essere scambiati con SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 29/01/2016 12 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Il Virus e l'oms 29/01/2016 Pag. 1 diffusione:298071 tiratura:412069 SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 29/01/2016 13 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato quelli «brasiliani». Rezza tra l'altro chiarisce: «Il legame tra microcefalia dei neonati e infezione deve essere dimostrato con certezza. Manca la prova regina. Ancora non è stato trovato il virus nella placenta e quindi c'è ancora molto da scoprire». Margherita De Bac [email protected] © RIPRODUZIONE RISERVATA Cosa è È una malattia virale trasmessa da una zanzara del genere Aedes Dopo una puntura, i sintomi si manifestano al termine di un'incubazione di 3/12 giorni e possono durare dai 2 ai 7 giorni I sintomi sono febbre, eruzioni cutanee, dolori articolari e muscolari, mal di testa e congiuntivite. Le persone infette possono non sviluppare sintomatologia Si ipotizza una relazione tra la malattia e l'insorgenza di microcefalia nel neonato se la mamma si ammala in gravidanza La parola Zika È il nome di una foresta dell'Uganda dove il virus stato scoperto per caso nel 1947, ma allora infettava soltanto le scimmie. Poi la zanzara che lo trasmette ha cominciato a pungere anche gli umani e a diffondere l'infezione. L'arrivo di Zika in Brasile, il Paese più colpito, sarebbe legato al Mondiale di calcio 2104 che ha portato nelle città brasiliane persone da ogni angolo del globo e favorito il passaggio del virus dalla Polinesia Francese Foto: Nelle strade Le operazioni di disinfestazione nei vicoli di Recife, in Brasile, il Paese più colpito (Afp) 29/01/2016 Pag. 31 diffusione:150811 tiratura:209613 Chorafarma lancia il medicorner L.Ben. Il mercato della eHealth, rivolto allo sviluppo di tecnologie e servizi per una popolazione globale destinata a invecchiareea vivere sempre piùa lungo, secondo la società di ricerca Grand View Research, supererài 300 miliardi di dollari nel 2020.A questo business in continua ascesa, in grado di attrarre ingenti investimenti da IBM, Google, Apple,è dedicato ogni anno all'interno del Ces a Las Vegas il Digital Health summit dedicato alle innovazioni nel campo della genomica, diagnostica e tecnologie indossabili. Una delle attrazioni che ha riscosso più successo nel 2016 è stato R70i, un complesso esoscheletro che ha permesso alle persone di sperimentare gli effetti fisici (deficit cognitivi di movimento, vista e udito) dell'invecchiamento. L'armatura esposta dalla compagnia assicurativa Genworth Financial aveva lo scopo di sensibilizzare il pubblico sugli acciacchi inevitabili legati all'età. Se al Ces si sono visti molti prototipi e gadget, in Italia ci sono sempre più imprese ad alto contenuto tecnologico che propongono soluzioni concrete per gli anziani. Una di questeè la startup Chorafarma, il medicorner di servizi di diagnostica all'interno delle farmacie. A febbraio Withfounders ha annunciato di aver investito insieme a un pool di business angel 500mila euro. L'idea, racconta l'ad Francesco Tozzi, ex manager della Unilever con esperienza nel settore della sanità, «è nata tre anni fa con il progetto di creare presidi sanitari accessibili, confortevoli,a normae con costi concorrenziali pensati ad hoc per un pubblico senior». In questa fase di lancio la società ha aperto corner in franchising in cinque farmacie situate in piccoli paesi, dove le strutture sanitarie primarie sono difficili da raggiungere. «Offriamo diversi servizi: il monitoraggio per ipertesi, diabeticie per pazienti con patologie croniche attraverso dispositivi medici i cui dati sono rilevati in tempo reale su una piattaforma e refertati da remoto da specialisti. Abbiamo iniziato anche la sperimentazione della distribuzione di farmaci intelligente a prova di "nonnino smemorato"» spiega Tozzi, aggiungendo: «Ogni settimana il paziente ritira un vassoio speciale collegato a una piattaforma che capisce se alle treè stata prelevata la pillola e, se non è stato fatto, attiva un alert che avvertei familiari. Puntiamo a estendere l'offerta delle prestazioni e di aprire altri 500 punti in tre anni. Per raggiungere questi traguardi abbiamo un comitato scientifico che valuta le nuove tecnologie presentate nelle fiere mondiali: le prossime proposte saranno orientate verso la riabilitazione motoria e la cura dei disturbi del sonno». IL PRODOTTO Farmaco smart Piattaforma di allert per anziani a sperimentazione della distribuzione di farmaci intelligente a prova di "nonnino smemorato". Ogni settimana il paziente ritira un vassoio speciale collegato a una piattaforma che capisce se alle tre è stata prelevata la pillola e, se non è stato fatto, attiva un alert che avverte i familiari. SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 29/01/2016 14 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato E-health. A febbraio investiti 500mila euro 29/01/2016 Pag. 19 MODA diffusione:150811 tiratura:209613 Clinique a 60 milioni di ricavi scommette su Millennials e over 50 marta casadei pag. 20 a «L'Italia si contende con la Francia il primo posto per importanza tra i 24 mercati del cluster Emea nel bilancio di Clinique. A livello mondiale, invece, è il settimo/ottavo paese. Va da sé che sia una piazza decisiva, nella quale puntiamo a crescere». Da un anno e mezzo Simona Luraghi ricopre il ruolo di direttore di Divisione Clinique Italia. Un brand che, secondo il report Kci 2015, è stato utilizzato almeno una volta dal 43% delle consumatrici italiane. Secondo le stime di Npd il fatturato medio annuo dell'azienda, che fa capo al gruppo Estée Lauder, in Italia supera i 60 milioni di euro. Gli unici dati ufficiali, tuttavia, sono quelli relativi all'andamento del gruppo americano, che ha sotto di sè più di 25 marchi prestige ma non diffonde dati segmentati per brand: per Estée Lauder l'anno fiscale 2015 si è chiuso con ricavi a 10,8 miliardi di dollari, in leggero calo (-2%) rispetto al 2014, mentre l'ultima trimestrale ha evidenziato un incremento delle vendite dell'8% rispetto al medesimo periodo del 2014. L'obiettivo di Simona Luraghi e del suo team è accelerare la crescita anche sul mercato italiano, dove pare stia cominciando una lenta ripresa dei consumi di prodotti di bellezza. Una sfida interessante: «In tema di acquisti beauty le nostre consumatrici sono tra le più sofisticate e, insieme, le più esigenti - spiega -: quando sviluppiamo un prodotto per il mercato domestico sappiamo di dover rispondere a bisogni emotivi e insieme tecnici». In Italia l'azienda punta ad accrescere una brand awareness già elevata e coltivare una clientela trasversale «che va dai bambini di pochi mesi con i solari ad alta protezione alle over50 che utilizzano i nostri prodotti skin care» stringendo il focus su una nuova e promettente fetta di mercato: i Millennials. «Sono un target molto appetibile - dice Luraghi - e noi puntiamo a conquistarli sia con una nuova linea di cosmetici, sia con uno sviluppo digitale del brand». Clinique è stato lanciato a livello globale nel 1968 come primo marchio di prodotti formulati dermatologicamente, anti allergici e privi di profumo al 100%, ma se lo zoccolo duro del business continua a essere la skin care - uno dei prodotti chiave è il Sistema di Cura per la pelle in tre fasi: pulizia, esfoliazione, idratazione - oggi il marchio presidia anche i segmenti make up e fragranze. «Il rossetto Clinique Pop Lip Colour, secondo Npd, è stato tra i nostri prodotti più venduti nel 2015. Questa primavera lanceremo altri prodotti di questa linea più giovane e glamour».Gli sforzi nel segmento skin care, comunque, non diminuiscono: «La ricerca rappresenta una voce molto importante per Clinique: il 21% del portfolio dell'azienda è costituito da prodotti di innovazione pura. Abbiamo appena presentato a Milano Clinique Sculptwear, una linea composta da un siero e da una maschera idratante che agiscono su viso e collo come un vero e proprio fitness per la pelle». Decisivo il tema distribuzione, soprattutto nell'ottica di andare a intercettare una clientela sempre più ampia: «Voglio che la distribuzione venga mantenuta in profumeria- dice la manager - anche se la farmacia è un canale in crescita. La nostra idea, anzi, è quella di reclutare consumatori di dermocosmetici in farmacia e portarli ad acquistare i nostri prodotti. Per garantire un servizio che sia il più possibile affidabile abbiamo un esercito "education" in camice bianco che gira per l'Italia andando a incontrare sia i rivenditori, formandoli, sia i clienti, per tenerli sempre aggiornati sulle novità di Clinique». Presidiare il territorio è fondamentale: «L'Italia è un mercato molto frammentato e noi stiamo cercando di arrivarea clienti diversi anche sul piano geografico utilizzando lo stesso linguaggio attraverso una forza vendite locale, che lavora in sinergia con quella nazionale». Un capitolo importante, in termini di distribuzione, spetta all'online: «In Italia cresce è cresciuto del 250% anno su anno. L'omnichannel per noi è il presente, non il futuro». Foto: Ricerca e tendenze. La nuova linea Sculptwear, un "allenamento" per la pelle del viso (a destra), il rossetto Pop Lip Colour (sopra) e l'"esercito" di camici bianchi che forma i rivenditori e consigli a la clientela ( a sinistra). SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 29/01/2016 15 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Beauty + Benessere 29/01/2016 Pag. 22 diffusione:150811 tiratura:209613 Zika, rischio contagio per quattro milioni Il virus è concentrato nel continente americano Si studia il legame con gravi patologie nei neonati come la microcefalia fetale Francesca Cerati pLe zanzare geneticamente modificate potrebbero essere un potente strumento contro una serie di malattie diffuse da viruse parassiti, come malaria, dengue, zika, ebolae leishmaniosi viscerale (Kala Azar), «che rappresentano, insieme a colera, morbillo e meningite, una sempre maggiore minaccia alla salute delle persone e potrebbero potenzialmente trasformarsi in epidemie nel corso del 2016» come mette in luce Medici senza frontiere. Un allarme recepito dalla stessa Oms, che ha convocato con urgenza una riunione dell'International Health Regulations' Emergency Committee per indicazioni sull'epidemia crescente di Zikae per sollecitare un'azione globale. Il virus zika è già presente in 21 paesi su 55 del continente americano, ma la zanzara responsabile della trasmissione, l'Aedes Aegypty, la stessa che può trasmettere la febbre dengue e il chikungunya, è in realtà una specie diffusa in tutto il continente con le sole eccezioni del Canadae del Cile. I casi confermati di microcefalia in Brasile tra ottobre 2015 e il 23 gennaio 2016 sono stati 270 e di questi sei sono stati associati al virus Zika, che è comparso anche in Europa (in Italia, Gran Bretagna, Portogallo, Danimarcae Svizzera,i casi però sono stati tutti d'importazione, cioè di persone che hanno contratto il virus nel 2015 nei paesi interessati dall'epidemiae che sono guarite, perché il virus crea effetti gravi se contagia le donne in gravidanza. Gli epidemiologi infatti tranquillizzano, sottolineando che questo virus nonè naturalmente presente in Europae non vi sono evidenze di trasmissione da uomo a uomo. Il motivo per cui Zika sta però allarmando le autorità sanitarie, dai Centri statunitensi per la prevenzionee controllo delle malattie Cdc all'Organizzazione mondiale della sanità, è che sembra colpire in maniera gravei feti nel grembo di donne infettate: gli esperti indicano infatti un possibile legame del virus con la comparsa di gravi patologie nei neonati, come la microcefalia fetale che, caratterizzata da uno sviluppo minore del cranio, può determinare seri ritardi cognitivi e problemi alla vistae all'udito. I Cdc americani avvertono quindi che «a un mese dalla nascita, se c'è la possibilità che i neonati possano aver contratto l'infezione, devono ricevere una valutazione ad hoc della vistae dell'udito.Ea sei mesi una visita per verificare la presenza di anomalie neurologiche». Un studio pubblicato sulla rivista "Lancet" ha riferito che tre bambini in Brasile con microcefalia e una presunta infezione da virus Zika avevano anche problemi alla vista a due o tre mesi dalla nascita. Un bimbo presentava una grave degenerazione maculare. «Anche se il bebè non ha una microcefalia ma è nato da madre in- fettata dal virus Ziga durante la gravidanza, è fondamentale sottoporlo a test specifici per prevenire ulteriori complicazioni», avverte l'American Academy of Pediatrics. Questa «epidemia brasiliana» non deve farci dimenticare la lezione di ebola. Da qui parte l'appello lanciato dalle colonne di "Jama" da due scienziati dell'O'Neill Institute for National and Global Health Law di Georgetown (Usa), Daniel Lucey- specializzato in malattie infettive-e Lawrence O. Gostin. Gli esperti richiamano il caso Ebolae spiegano che in quel contesto la mancanza di un intervento deciso dell'Oms nella fase iniziale della crisi probabilmente è costata migliaia di vite. Una lezione da non dimenticare perché, avvertono, anche oggi potrebbero verificarsi gravi conseguenze se non si intra- prende immediatamente un numero maggiore di azioni contro il virus che tormenta Centro e Sud America. A innalzare la preoccupazione, sottolineano i due scienziati, è l'emergere di un possibile collegamento con la sindrome di Guillain-Barré e con difetti neurologici alla nascita (microcefalia), osservato in alcuni paesi colpiti. Recenti modelli sull'andamento della malattia, poi, «prevedono una significativa diffusione internazionale del virus», sostenuta da «viaggiatori che si spostano dal Brasile verso il resto delle Americhe, l'Europa, l'Asia», scrivono. Anche il presidente Barack Obama ha chiesto di velocizzare la ricerca per la prevenzione, la diagnosi e la cura delle infezioni causate da zika. E proprio il governo SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 29/01/2016 16 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Nuove epidemie. Allarme dell'Organizzazione mondiale della sanità contro il virus trasmesso da una specie di zanzara 29/01/2016 Pag. 22 diffusione:150811 tiratura:209613 SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 29/01/2016 17 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato statunitense sta avviando la ricer- ca per metterea punto un possibile vaccino. I risultati non sono comunque attesi nell'immediato, anche se ci sono vaccini in diversi stadi di sviluppo per altri virus della stessa famiglia come i virus della dengue, West Nilee chikungunya, che offrono un modello per creare qualcosa di simile contro Zika. L'attesa potrebbe generare più interesse per le nuove tattiche di controllo della zanzara, come quello in fase di test in Brasile. Pochi giorni fa la città brasiliana di Piracicaba ha detto di voler espandere l'uso di zanzare geneticamente modificate per combattere la zanzara Aedes aegypti. Le zanzare Ogm sono state create da Oxitec, una società britannica acquistata di recente da Intrexon, società di biologia sintetica del Maryland. L'azienda ha rilasciatoi bug in alcune parti del Brasile e nelle Isole Cayman per combattere la febbre dengue. La modifica genetica fa in modo che la loro progenie muoia rapidamente, causando il crash della popolazione di insetti. Foto: Informazione. Un opuscolo del ministero della Sanità cileno 29/01/2016 Pag. 52 diffusione:150811 tiratura:209613 Medici, ok al Ddl sulla responsabilità professionale LE NOVITÀ IN ARRIVO Sulla responsabilità civile invertito l'onere della prova: spetta al paziente Dimezzamento dei termini di prescrizione Barbara Gobbi Il codice penale ritoccato, le norme sulla responsabilità civile di strutturee professionisti ridisegnate, il tentativo obbligatorio di conciliazione, polizze assicurative per tutte le aziende Ssn, strutture ed enti privati che operano in regime autonomo o di accreditamento, inclusi i medici di medicina generale.E ancora, la possibilità per il paziente che si ritenga danneggiato di avviare un'azione diretta nei confronti della compagnia di assicurazione. Sul pianeta medici&Co arriva la rivoluzione: dopo oltre un decennio di stand-by, ieri la Camera ha approvato in prima lettura il disegno di legge sulla responsabilità professionale del personale sanitario. Il via libera è arrivato con un consenso bipartisan: il testo, in 15 articoli,è passato con 307 voti favorevoli, inclusi quelli di Legae Forza Italia, 84 no- serrata l'opposizione del Movimento5 Stelle, secondo cui con il Ddl «lievitano i costi e diminuiscono le tutele»-e 12 astensioni. L'ok in prima lettura siè concretizzato con una mini-maratona dell'Aula sui 15 articoli del provvedimento, che in ogni caso su esplicita condizione posta dalla commissione Bilancio andrà attuato a risorse invariate. Relatore, Federico Gelli, cheè anche responsabile Sanità del Pd e che insieme alla ministra della Salute Beatrice Lorenzin ha impresso una forte accelerata al testo. «Questa legge spiega Gelli - ci permette di aumentare garanzie e tutele per gli operatori delle professioni sanitarie e nello stesso tempo di assicurare ai pazienti la possibilità di essere risarciti in tempi brevie certi per gli eventuali danni subiti». Mentre per Lorenzin la legge sarà utilissima «soprattutto per contrastare la piaga della medicina difensiva» - costi stimati sui 13 miliardi - che porta il medico a prescrivere troppo o al contrario ad omettere atti particolarmente rischiosi, pur di non incappare nella denuncia di un paziente. Ma cosa cambierà una volta che il Ddl, dopo il passaggio al Senato atteso entro la fine della primavera, sarà legge? Innanzitutto, la sicurezza delle cure diventa «parte co- stitutiva del diritto alla salute». Quindi obbligo di massima trasparenza per le aziende, tenute a pubblicare sul proprio sito internet i dati sui risarcimenti erogati negli ultimi5 anni. Incentivata anche l'emersione degli errori: il sanitario che denuncerài cosiddetti «eventi sentinella» avrà la garanzia che verbali e atti non saranno utilizzati nelle aule di tribunale. Ma la nuova legge ribalta soprattutto l'orientamento giurisprudenziale prevalente negli ultimi anni: il medico non sarà responsabile neanche più per colpa grave se avrà rispettato le linee guida prodotte da società scientifiche accreditate presso il ministero della Salute e «bollinate» dall'Istituto superiore di sanità.E solo in caso di doloo di colpa grave, sarà ammissibile l'eventuale azione di rivalsa della struttura nei confronti del professionista sanitario. Cambia faccia anche la responsabilità civile: quella in capo alla struttura resterà di natura contrattuale, mentre diventa extracontrattuale la responsabilità di tutti medici, esclusii liberi professionisti. Ne consegue l'inversione dell'onere della prova, che spetta al paziente,e il dimezzamento dei termini di prescrizione. Scatta poi il tentativo obbligatorio di conciliazione, condizione di procedibilità di ogni domanda di risarcimentoe per cuiè prevista la partecipazione di tutte le parti, incluse le imprese di assicurazione. Queste ultime, in fuga dal settore sanitario proprio per l'esplodere del contenzioso, dovranno far fronte alla norma che consente al danneggiato di esperire un'azione diretta di risarcimento e al meccanismo del Fondo di garanzia, che prevede il risarcimento dei danni per il valore eccedente il massimale di polizza. SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 29/01/2016 18 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Sanità . Via libera della Camera in prima lettura 29/01/2016 Pag. 21 diffusione:289003 tiratura:424634 "Virus Zika esplosivo" L'Oms: è allarme contagi attesi 3-4 milioni di casi Espansione più veloce del previsto nel continente americano La Casa Bianca rassicura gli Usa ma si teme una pandemia DANIELE MASTROGIACOMO ROMA. Il nuovo nemico si chiama Zika. E minaccia il pianeta. L'Oms, l'Organizzazione mondiale della sanità,lancia un messaggio inequivocabile. «Il virus - afferma il direttore generale Margaret Chan - si sta diffondendo in maniera esplosiva». All'orizzonte c'è l'incubo di una pandemia. E il futuro inizia a fare paura. «Il livello di allerta - aggiunge la dirigente - è estremamente alto e prevediamo fino a 3-4 milioni di casi nel continente americano». Lunedì ci sarà una riunione di emergenza a Ginevra. «Verranno indicati i consigli per un livello appropriato» di allerta internazionale, spiega sempre Chan, «e le misure da prendere nei paesi colpiti». Il portavoce della Casa Bianca, Josh Earnest, afferma che il rischio di diffusione di Zika negli Usa per ora è basso. Ma allarma l'assenza di un vaccino che non si troverà prima di un paio d'anni. Nel frattempo l'Oms creerà una task force per studiare le possibili conseguenze di un'epidemia su larga scala. Bisogna reagire, lanciare programmi di prevenzione, accelerare gli studi. Molto si basa su sospetti che sono ancora da accertare. Sospetti gravi. Perché coinvolgono le donne incinte: il virus provocherebbe malformazioni devastanti sui feti. Il virus si sta diffondendo a macchia d'olio in Brasile dove si sono registrati, dall'ottobre scorso, ben 1 milione e 500 mila contagi con 4.180 casi di microcefalia tra i neonati, 49 dei quali poi sono morti. Le autorità, all'inizio, hanno sottovalutato il fenomeno. Il paese ha dovuto fare sempre i conti con diverse febbri tropicali, come la dengue o la chikungunya, entrambe trasmesse dalle zanzare. Ma l'aumento esponenziale di microcefalie tra i neonati ha messo in allarme il ministero della Sanità brasiliano e si è cominciato a pensare che tra la Zika e le deformazioni prenatali ci siano dei legami. Molte delle donne che avevano partorito dei bambini con almeno il 33 per cento della massa cerebrale più piccola avevano dichiarato gli stessi sintomi: macchie rossastre sul corpo, una forte febbre, dolori acuti alle ossa e alle articolazioni, nausea costante, spossatezza. Così, sono iniziati gli studi comparativi e i sospetti sono diventate certezze. Parziali, non assolute. I laboratori specializzati stanno ancora confrontando i dati raccolti. Come in una catena contagiosa l'intero continente sudamericano ha preso drastici provvedimenti. Colombia, Brasile, Suriname, El Salvador, Guyana francese, Honduras, Martinica, Messico, Panama e Venezuela sono paesi ad alto rischio; Bolivia, Ecuador, Guadalupe, Guatemala, Guyana, Haiti, Portorico, Paraguay, Saint Martin registrano ancora pochi casi. Ovunque si mobilitano polizia ed esercito. Passano porta a porta, distribuiscono opuscoli, disinfettano con gas velenosi cimiteri e ogni possibile recipiente di acqua chiara, piovana, dove possono annidarsi le larve delle zanzare. In laboratorio si sono generate tipi di zanzare dalla vita breve da mettere in circolazione e modificare la Zika. L'Oms si prepara alla battaglia. Le compagnie aeree rimborsano i biglietti già acquistati per i paesi colpiti. www.salute.gov.it www.who.int PER SAPERNE DI PIÙ Foto: GAS VELENOSI Disinfestazione anti zanzare a Caracas, la capitale del Venezuela SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 29/01/2016 19 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato L'emergenza 29/01/2016 Pag. 21 diffusione:289003 tiratura:424634 L'Italia alle donne incinte: non partite Niente donazioni di sangue per chi torna MICHELE BOCCI PER ADESSO le preoccupazioni maggiori riguardano chi rientra dai Paesi dove è in corso l'epidemia e chi ha intenzione di andarci, in particolare se si tratta di donne incinte. A loro il ministero sconsiglia di recarsi dove c'è lo Zika virus. Chi torna dal Sud America invece non può donare il sangue per 28 giorni. A parte questo, l'Italia non ha paura della nuova malattia infettiva globale. Il vettore che potrebbe trasmetterla da persona a persona, la zanzara tigre, in questo momento non c'è. E quando le uova si schiuderanno con il caldo si adotteranno sistemi per arginare la sua presenza. L'ipotesi che l'epidemia arrivi anche qui è remota. COME SI TRASMETTE Zika fa parte delle malattie provocate da micro organismi che vengono trasportati da zanzare. Il malato viene punto, l'insetto si infetta e se colpisce un'altra persona gli attacca il virus. «Ci sarebbero anche stati dei casi di infezione attraverso il sangue - spiega Giovanni Rezza, responsabile delle malattie infettive dell'Istituto superiore di sanità - Ma più rari. E comunque il problema si presenterebbe soprattutto nel caso in cui un malato andasse a donare il sangue e il ministero ha messo regole chiare. Sullo sperma ci sono ancora meno prove ma è probabile che il virus resista poco in quel liquido organico». INSETTI A CONFRONTO La nostra zanzara tigre, aedes albopictus è la cugina della aedes aegypti, il vettore che sta contribuendo a diffondere la malattia in Sud e Centro America. Teoricamente può essere quindi in grado di trasportare anche lei Zika. «È vero, però ad oggi non ci sono prove che sia mai successo nel nostro continente», spiega Claudio Venturelli, entomologo della Asl della Romagna che ha scritto il libro intitolato "Questione di culex", dal nome della zanzara tipica italiana. Quello che tranquillizza in questo momento è l'assenza della zanzara tigre: «La sua stagione inizia tra un po', da marzo al sud e da aprile al centro nord. Vive prevalentemente in aree urbane e mai sopra i 600 metri di altitudine». Per eliminarla la cosa più efficace è evitare che si schiudano le uova. «Le depone nei piccoli contenitori di terrazzi e giardini, e non anche nei fossati come la culex. È quindi importante tenere questi oggetti sempre asciutti. Un lavoro di pulizia che possono fare anche i singoli cittadini e che permette di bloccare la riproduzione di questo insetto». CONTROLLI DOPO LO SBARCO Chi rientra da Paesi dove è in corso l'epidemia è invitato a farsi vedere da una medico se nelle prime 3 settimane ha sintomi o disturbi particolari. Che poi è la stessa cosa normalmente consigliata alle persone che hanno viaggiato in zone dove ci sono malattie importanti, come ad esempio la malaria. Se viene confermato, come avviene già per Dengue o Chikungunya la Asl disinfesta l'area intorno all'abitazione del malato. Un'operazione che in questo periodo, come si diceva, non è necessaria visto che non ci sono zanzare tigre. Non sempre queste precauzioni bastano. Nel 2007 in Romagna c'è stata un'epidemia di Chikungunya, portata in Italia da un viaggiatore e poi diffusa dal vettore a circa 250 persone. Stesso problema c'è stato in Francia con la Dengue. SUGGERIMENTI AI VIAGGIATORI Ieri il ministero alla Sanità ha diffuso una circolare a tutte le Regioni, ai ministeri e alle autorità di frontiera per consigliare, tra l'altro, alle donne in gravidanza e a quelle che la stanno cercando di «differire viaggi non essenziali verso tali aree». Stesso suggerimento vale per chi ha malattie del sistema immunitario o problemi cronici importanti. In generale tutti i viaggiatori vanno informati «sulle misure di prevenzione individuale per prevenire le puntere di zanzara». È stata realizzato anche un poster per gli aeroporti. I donatori di sangue non devono presentarsi ai centri trasfusionali nei 28 giorni successivi al rientro. LA MALATTIA Lo Zika generalmente non si manifesta in modo violento. SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 29/01/2016 20 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Le misure. Circolare del ministero della Salute con le nuove misure Ecco chi deve evitare le aree a rischio e le precauzioni da seguire al rientro I timori in vista della stagione calda, quando riapparirà la zanzara tigre 29/01/2016 Pag. 21 diffusione:289003 tiratura:424634 SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 29/01/2016 21 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato «Sembra una malattia blanda - spiega Francesco Castelli, ordinario di Malattie infettive e primario agli Spedali Civili di Brescia - I sintomi si vedono solo in una percentuale modesta dei casi, tra il 20 e il 30%. Magari uno dei problemi sta proprio nel fatto che molte persone colpite non sanno di esserlo, ma si resta infettivi per poco, circa una settimana». L'Oms dice che non c'è ancora una prova che provochi microcefalia nei neonati. «Si, però dove c'è stato un numero importante di casi si è visto anche un aumento di questa malformazione - dice Castelli - E questo dato epidemiologico che ci dice qualcosa. E poi il virus è stato trovato nella placenta in 30-40 casi». La zanzara vettore 0,5 cm circa 1947 Il virsu è stato identifcato per la prima volta in Uganda 1977/78 Pakistan, Malaysia Indonesia 2007 Isola di Yap in Micronesia 2013 Polinesia francese 2014 Brasile, Cile I. di Pasuqua 2015 Nord-Est del Brasile Ottobre 2015 Il continente Americano ha ripor tato la presenza del virus Brasile Paraguay Bolivia Ecuador Colombia Panama Venezuela Guyana Suriname Guyana francese Messico Guatemala El Salvador Honduras Haiti Repubblica Dominicana Por to Rico I casi di Zika in America L'attuale epidemia è iniziata a maggio 2015 S. Mar tin Guadalupe Mar tinica Barbados Il ciclo vitale Uovo Larva Pupa Imago (insetto adulto) Aedes aegypti (famiglia dei Culicidae) Potanziale por tatrice di: Come riconoscerla? Come sconfggerla? disinfestare acque stagnanti usare repellenti Il virus Zika è difuso dalla Aedes aegypti Stessa famiglia della zanzara tigre ( Aedes albopictus Skuse) in Italia dagli anni Novanta febbre gialla dengue chikungunya marcatura a forma di lira 1 macchie bianche sulle zampe 2 1 2 Il viaggio del virus 28/01/2016 Pag. 3 CAMPANIA IN SALUTE Scotti: "Ora scelte coraggiose e nuove piante organiche" (giuseppe del bello) NON si perde d'animo e non le manda a dire. È lui quello che ha inventato il giubbotto "antiviolenza". Silvestro Scotti, presidente dell'Ordine di Napoli, affronta la questione Ospedale del Mare. Come lo immagina nel contesto attuale? «Dovrebbe rappresentare l'apice di un progetto in grado di esprimere le massime potenzialità assistenziali. Sia a supporto dei modelli ospedalieri di minore capacità, sia come presenza sul territorio metropolitano. E dovrebbe mantenere un elevato ricambio di posti». Chiusura o riconversione degli ospedali del centro? Come dovrebbe muoversi il neo commissario? «Gli ospedali sul territorio devono restare le sedi dove, rispetto a modelli di assistenza a minore intensità, si realizzi la vera integrazione col territorio». Lo sanno tutti: senza medici e infermieri, l'assistenza si riduce e perde qualità... «Il commissariamento blocca risorse ed è legato al mancato raggiungimento dei "livelli minimi assistenziali". Sarà impossibile ottenere risultati senza una ristrutturazione delle piante organiche con integrazioni che rispondano alle esigenze. Ci vogliono scelte coraggiose, utilizzando al meglio l'assistenza territoriale e investendo su turnover e integrazione. Se questo non accadrà, difficilmente usciremo dal commissariamento. Soprattutto se ci si illude che le risorse si ricavino da controlli su sprechi o similari». L'Ordine è ancora in prima linea per garantire la dignità dei camici bianchi? «I medici sono sempre più sottoposti a processi di subordinazione decisionale che non garantiscono la libertà di cura. È opportuno che l'Ordine informi la popolazione su grandi temi come la prevenzione, la tutela ambientale e il miglioramento degli stili di vita». Cardarelli: è la fine del più grande ospedale del sud? «Come gli altri ospedali risente della riduzione di personale e risorse, ma resta il principale punto di riferimento campano. Il Cardarelli ha bisogno di patti con le altre aziende perché possa svolgere le attività assistenziali a maggiore complessità. Senza integrazione il Cardarelli può scoppiare». La formazione è un altro cavallo di battaglia dell'Ordine... «È un impegno fondamentale. L'università ha la responsabilità della formazione sia di base che per la parte ospedaliera. Ma serve anche che la futura formazione dei medici di famiglia sia preparata all'integrazione tra ospedale e territorio. In tale ottica intravedo la necessità di una componente di retribuzione variabile connessa a obiettivi di salute». Foto: IL PRESIDENTE Silvestro Scotti guida il Consiglio dell'ordine dei Medici di Napoli SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 29/01/2016 22 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato INTERVISTA Il presidente dell'Ordine dei medici 28/01/2016 Pag. 5 CAMPANIA IN SALUTE "Un nuovo defibrillatore nascosto sottopelle" In città il record italiano di impianti dell'apparecchio che non intacca i vasi sanguigni PICCOLO quanto un pacchetto di sigarette, peso minimo di pochi grammi, invisibile perché nascosto sottopelle e tecnicamente realizzato con materiali ultraleggeri. È il defibrillatore sottocutaneo. Il Monaldi, a quota 51, detiene il record in Italia di impianti effettuati nel 2015 da tre diverse équipe. Quella diretta da Antonio D'Onofrio si occupa dei pazienti affetti da cardiopatie dilatative, quella coordinata da Lucio Santangelo dedicata ai soggetti colpiti da cardiomiopatie ipertrofiche e la terza guidata da Berardo Sarubbi. Il suo gruppo ha in carico i pazienti affetti da cardiopatie congenite e da malattie aritmiche ereditarie quali la sindrome di Brugada, il QT lungo congenito e la displasia aritmogena del ventricolo destro. Premette lo specialista: «è rivoluzionario nella prevenzione della morte improvvisa aritmica». Ma ci sono anche altri modelli da anni... «Sì, ma questo dispositivo è l'unico al mondo che viene inserito sottocute senza toccare né il cuore né i vasi sanguigni. Per le sue caratteristiche di "non invasività" (il sistema non necessita dell'inserimento di elettrocateteri nel cuore) il defibrillatore sottocutaneo costituisce una straordinaria alternativa in termini di efficacia e di sicurezza - rispetto ai defibrillatori tradizionali». Come si applica la metodica? «Le sue due componenti, il generatore di impulsi e l'elettrocatetere, vengono posizionati rispettivamente sul lato sinistro della gabbia toracica e nella regione dello sterno. La selezione del paziente avviene a seguito di valutazione di parametri elettrici che garantiscano l'efficacia del sistema. La procedura di impianto utilizza punti di riferimento anatomici senza ricorrere alla fluoroscopia, ovvero ai raggi». Si possono trattare anche i bambini? E in questo caso la tecnologia cambia? «Con questo tipo di defibrillatore, proprio nell'ospedale Monaldi, è stato effettuato il primo impianto in Italia. Il sistema di dimensioni ridotte e, quindi, idoneo all'età pediatrica, lo abbiamo utilizzato in un ragazzino di 13 anni affetto da QT lungo congenito e che aveva già avuto ripetuti arresti cardiaci. In questo modo si dà la possibilità ai pazienti colpiti da patologie cardiache maligne, di essere trattati con una terapia innovativa». Lei dice che è fondamentale per la sopravvivenza, ma che rischi comporta? «Quelli operatori sono molto ridotti perché il dispositivo non ha bisogno di elettrocateteri per essere inserito nei vasi e nel cuore. Quindi, minor rischi da infezione, da estrazione dei cateteri e per incidenti procedurali». Foto: IN AZIONE Il cardiologo Berardo Sarubbi nel corso di un intervento in sala operatoria SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 29/01/2016 23 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Lo specialista Sarubbi 28/01/2016 Pag. 9 CAMPANIA IN SALUTE Coppie, il 20 per cento ha problemi Nei casi in cui la medicina non riesce a individuare il problema, occorre ricorrere alla procreazione assistita Interventi chirurgici, terapia ormonale e fecondazione eterologa per riuscire ad avere figli ANNA LAURA DE ROSA CONCEPIRE un bambino è un desiderio che investe coppie e single di ogni età e sesso. In Italia il 20 per cento delle coppie in età fertile incontra difficoltà nella procreazione. Quali sono gli step da superare per avere un figlio? «Il primo passo è recarsi in un centro specializzato per valutare il potenziale di fertilità dell'uomo e della donna, e affidarsi a un'equipe multidisciplinare» spiega Stefania Iaccarino, specialista in Ostetricia e ginecologia che vanta un'esperienza ventennale nel campo. Individuato il problema, si procede con una terapia medica o chirurgica. «Nel 15 per cento dei casi - prosegue l'esperta - la medicina non riesce a individuare il problema della coppia o l'infertilità non è curabile, occorre quindi ricorrere alla procreazione assistita». Tra le cause più frequenti dell'infertilità femminile ci sono disturbi dell'ovulazione, infezioni, infertilità cervicale o tubarica. Negli uomini si registrano invece fenomeni come la riduzione del numero e della motilità degli spermatozoi, infezioni o varicocele. La terapia medica è a base di integratori o ormoni e può durare alcuni mesi o qualche anno a seconda dei casi, dell'età e del sesso del paziente. «Rispetto agli anni Novanta - dice la Iaccarino - c'è una maggiore consapevolezza nell'utenza e una diffidenza minore verso i trattamenti. Tuttavia permane una grossa reticenza nel sottoporsi alle cure a base di ormoni, sia perché le terapie ormonali hanno alcuni svantaggi, sia perché talvolta vengono strumentalizzate nonostante le statistiche parlino chiaro sui rischi che si corrono». Quando la medicina non da i frutti sperati il paziente deve sottoporsi a interventi chirurgici di routine, ma che possono avere complicazioni. L'ultima spiaggia è la fecondazione assistita. In Italia dal 2014 è consentita la fecondazione eterologa, che consente di ricorrere al seme o all'ovulo di un soggetto esterno alla coppia. «È inoltre possibile - aggiunge la specialista - diagnosticare malattie genetiche sull'embrione e, attraverso tecniche come la Imsi, si può ingrandire lo spermatozoo per effettuare una selezione più efficace». In Italia non si possono assistere le coppie gay o le persone single che desiderano avere un figlio, «è l'ultimo divieto non ancora caduto della legge 40 - precisa la Iaccarino - bisogna andare all'estero anche per l'utero in affitto». Le gravidanze ottenute grazie a una cura medica o chirurgica presentano gli stessi rischi delle altre. Il pericolo aumenta naturalmente con l'avanzare dell'età. Le donne che si rivolgono a centri specializzati pubblici o privati sono comprese per lo più nella fascia d'età che va dai 35 anni ai 45 anni. Tuttavia ci sono anche giovanissime. La legge consiglia un limite massimo di 50 anni per la procreazione. LA GINECOLOGA STEFANIA IACCARINO La specialista in Ostetricia e ginecologia vanta un'esperienza ventennale Foto: LA RICERCA Un tecnico impegnato in labratorio. Sempre più coppie ricorrono alla procreazione assistita, sulla base di analisi mediche condotte da specialisti SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 29/01/2016 24 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Infertilità 28/01/2016 Pag. 10 CAMPANIA IN SALUTE Quei segnali del corpo che mandano in tilt gli uomini di mezza età Ribasso dell'attività sessuale e della libido insicurezza e senso di inadeguatezza preoccupano i maschi over 50 anni Mirone: "Stop ad alcool e fumo, e poi un'alimentazione adeguata e attività fisica" (a. v.) I SEGNI dell'età annunciano l'ingresso in una nuova fase della vita. L'orologio, però, batte il tempo non solo per lei con la menopausa, ma anche per lui. Dopo i 50 anni gli uomini possono soffrire di variazione al ribasso dell'attività sessuale e della libido, erezione raggiunta tardivamente, insicurezza e senso di inadeguatezza fino alla depressione e alla ripresa più lenta da malattie ed eventi stressanti. Sono alcuni sintomi dell'andropausa. Come si può stare, quindi, vicini al proprio partner? E come evitare ricadute sull'intesa di coppia? E, poi, cos'è l'andropausa? «Tra gli addetti ai lavori - spiega Vincenzo Mirone, segretario della Società italiana di urologia - è conosciuta con il nome di Late Onset Hypogonadism (Loh), cioè ipogonadismo a insorgenza tardiva. Si è voluto così codificare una malattia che ha sia sintomi clinici che alterazioni biochimiche, spesso associata all'invecchiamento e caratterizzata da una riduzione dei livelli ormonali maschili». L'andropausa somiglia alla menopausa, ma tra le due sindromi c'è una notevole differenza: la prima non compare necessariamente in tutti gli uomini e non ha sintomi chiari e repentini. La metamorfosi fisiologica, così come la definisce Mirone, è conseguenza del calo di testosterone che si verifica dopo i 30 anni e che fa registrare alla soglia dei 50 una perdita dell'ormone di circa il 30 per cento. Una diminuzione che segue di pari passo le modificazioni che accompagnano tutti gli organi in rapporto all'età. «Il primo obiettivo - continua Mirone - è cambiare o eliminare i comportamenti alla base del calo dei valori di testosterone. Stop al fumo, in primis. Contribuiscono ad anticipare l'insorgenza dei disturbi anche fattori di rischio come l'ipertensione, l'ipercolesterolemia, l'eccessivo consumo di alcool, una dieta inadeguata e la mancanza di attività fisica». Resta acceso il dibattito sulle conseguenze di una terapia ormonale sostitutiva, tra cui l'insorgenza di un tumore. «Il precursore di questa terapia - racconta Mirone - è stato il medico Charles Brown-Sequard. Alla fine dell'Ottocento intuì che il trattamento androgenico poteva contrastare i segni dell'invecchiamento, tanto da indurlo ad autoiniettarsi estratti testicolari animali. Oggi esistono in commercio diversi preparati a base di testosterone. La scelta deve tener conto dei costi, delle preferenze del paziente e delle caratteristiche dei prodotti. Privilegiare, quindi, un trattamento con un farmaco quanto più vicino possibile al testosterone naturale, che non porti a concentrazioni troppo alte o basse rispetto ai livelli normali dell'ormone stesso. Puntare, infine, su formulazioni ad attività non prolungata, così da poter sospendere il trattamento in caso di eventi avversi». Il protocollo va valutato individualmente. Prima di iniziare sono d'obbligo un'esplorazione rettale e gli esami del sangue: emocromo, colesterolo, trigliceridi e Psa, il marcatore della malattia prostatica. «Inoltre - aggiunge Mirone - bisogna tener conto dei possibili effetti indesiderati sul tono dell'umore, delle interazioni con altri farmaci e delle condizioni in cui il paziente non può assumere testosterone poiché affetto da malattie che ne riceverebbero un peggioramento. La terapia non induce la comparsa di un cancro alla prostata ma è assolutamente da evitare per chi quel tumore già ce l'ha». Calo del desiderio, erezioni meno frequenti e riduzione della potenza dell'eiaculazione condizionano molto la vita di coppia: nervosismi, scarsi scambi comunicativi e problemi nel sesso, appunto. Far finta di niente, per la compagna di un uomo in andropausa, non è certamente consigliabile dagli esperti. Significherebbe non affrontare una realtà che di fatto esiste e si manifesta in modo evidente, con il rischio di contribuire ad aggravarla. Se si dovesse reagire all'andropausa del partner in maniera non costruttiva ma collusiva, gli esperti suggeriscono di rivolgersi a uno specialista, uno psicologo-sessuologo, per affrontare la situazione e riconquistare il mantenimento di una buona qualità di vita nella coppia. SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 29/01/2016 25 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Andropausa e menopausa 28/01/2016 Pag. 10 CAMPANIA IN SALUTE La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato L'UROLOGO VINCENZO MIRONE Lo specialista è anche il Segretario della Società italiana di urologia Foto: DISFUNZIONI Foto: Sempre più uomini ricorrono alle cure di uno specialista all'insorge dei primi sintomi dell'andropausa SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 29/01/2016 26 28/01/2016 Pag. 11 CAMPANIA IN SALUTE "Donne, calo del desiderio sì alla terapia ormonale" (alessandro vaccaro) TERAPIA ormonale sostitutiva: sì o no? È la domanda di ogni donna nel punto di svolta della sua vita: la menopausa. «Solo il 3 per cento delle dato allarmante, causato da pregiudizi che creano terrorismo psicologico», spiega Alessandra Graziottin, ginecologa e sessuologa dell'ospedale San Raffaele Resnati di Milano. Com'è la situazione in Campania? «Posso dire, in generale, che al Sud sono ancora di meno le donne che si sottopongono alla terapia. La fa l'86 per cento delle mie pazienti in menopausa. Tra loro, anche un folto gruppo di napoletane e campane. Tutte la farebbero volentieri se fossero ben informate e avessero un medico in grado di "cucirla" su misura». Come un abito? «Esatto. Non esiste "la" terapia ormonale sostitutiva, ma tante opzioni diverse per ogni paziente. Il medico deve valutare la sua storia clinica, i sintomi, quindi scegliere la combinazione di ormoni, le dosi e le vie di somministrazione migliori. Anche uno stile di vita impeccabile è importante. Stop al fumo, innanzitutto. Poi curare il peso, seguendo un'alimentazione povera di grassi saturi e zuccheri semplici, concedersi al massimo un bicchiere di vino al giorno, fare almeno mezz'ora di attività fisica quotidiana, dormire sette ore ogni notte. Far fare, inoltre, ginnastica al cervello, imparando qualcosa tutti i giorni». Quando scatta l'ora X nella donna? «I primi sintomi della menopausa naturale compaiono intorno ai 50 anni. Oggi l'età media delle italiane è 85 anni, quindi come dovrebbero vivere i restanti 35? Depresse, osteoporotiche o invalide, con il cuore anginoso, un ictus o un tumore al colon? Tutti questi rischi sono ridotti dalle terapie ormonali, cure essenziali per allungare l'aspettativa di salute ma controindicate per chi ha già avuto un cancro al seno, una trombosi, un adenocarcinoma dell'ovaio o dell'utero». La letteratura scientifica internazionale sembra confermare la sua tesi... «Il testosterone, in particolare, è la stella nascente sul fronte dell'endocrinologia dopo la menopausa. È il miglior amico biologico nella risposta sessuale della donna, presente nel corpo femminile in quantità superiori agli estrogeni. A 50 anni, però, si perde il 50 per cento di quest'ormone, l'80 per cento se è stata fatta un'asportazione bilaterale delle ovaie. La novità? Da oggi è disponibile un testosterone di derivazione vegetale, preparato dal farmacista dietro prescrizione medica, con un dispenser approvato dalla Food and Drug Administration». Foto: ESPERTA Alessandra Graziottin, ginecologa al San Raffaele Resnati di Milano SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 29/01/2016 27 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato La sessuologa Graziottin 28/01/2016 Pag. 19 CAMPANIA IN SALUTE Piede diabetico stop amputazioni se c'è prevenzione IL MODO migliore per curare il piede diabetico è la prevenzione. Con controlli costanti «si può evitare l'amputazione nell'80 per cento dei casi spiega l'esperto Antonio Di Bonito - in Campania si eseguono 600 interventi ogni anno che comportano un danno biologico, sociale ed economico enorme». Con l'insorgere del diabete il piede va sempre tenuto sotto controllo e non bisogna mai sottovalutare le lacerazioni. «I più colpiti sono i pazienti che si trovano ad uno stadio avanzato della patologia» prosegue Di Bonito. I sintomi non comportano dolore, il campanello d'allarme deve scattare quindi di fronte a deformità del piede, insensibilità, stanchezza ai piedi e callosità diffuse sotto la pianta. Il primo passo è sottoporsi a una visita specializzata. Seguiranno esame baropodometrico, ecocolordoppler ed elettromiografia. «È fondamentale conclude l'esperto - rivolgersi a centri specializzati e a un'equipe adeguatata che possa affrontare a 360 gradi il trattamento del piede diabetico. Il paziente deve sottoporsi a tutte le visite necessarie senza tornare più volte nella struttura». SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 29/01/2016 28 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato L'ESPERTO 28/01/2016 Pag. 22 CAMPANIA IN SALUTE Risonanza magnetica e Tac all'avanguardia sempre più malattie scoperte in tempo utile I più recenti tomografi computerizzati restituiscono immagini molto nitide in 3D GIUSEPPE DEL BELLO CONFINI inimmaginabili, oltre la diagnosi e più della terapia. Oggi la risonanza magnetica riesce a indagare sulle nostre emozioni, a fornirci le mappe funzionali delle diverse aree cerebrali. Mappe che si ottengono, ad esempio, attraverso la stimolazione acustica indotta da varie tipologie di suoni, dal trillo di un campanello a una sinfonia di Beethoven. Ancora. Oggi con tecniche "trattografiche", sempre di Rmn, è possibile ottenere la rappresentazione di fasci nervosi, soprattutto in ambito encefalico e del tronco cerebrale, o nell'individuazione delle fibre nervose coinvolte nell'erezione. E così, a seconda delle indicazioni, sarà utile supporto al neurochirurgo durante la rimozione di un tumore o all'urologo per togliere la prostata, risparmiando i nervi (se il tumore è intracapsulare) deputati alla funzione sessuale. Malattie degenerative del cervello come l'Alzheimer o la sclerosi multipla possono essere studiate attraverso la risonanza magnetica. Oppure, grazie alla Tac, riusciamo a conoscere lo stato di salute delle nostre arterie, se e quanto sono invase da placche aterosclerotiche. I tomografi computerizzati di ultima generazione riescono a restituire le immagini in 3D del tubo digerente, in alcuni casi diventando colonscopia virtuale, in altri sostituendo la coronarografia. Tecnologie d'avanguardia, che lavorano a pieno ritmo in vari centri pubblici come le due università, il Pascale, il Monaldi, il Cardarelli e, in provincia, il Santa Maria delle Grazie di Pozzuoli. Un tumore, ma anche un banale lipoma, un calcolo renale o una malformazione congenita, può essere identificabile grazie a un'ecografia. E oggi gli ecografi rimandano immagini molto nitide in 3D, fondamentali a misurare le lesioni e a interpretarne il contenuto. Accanto ai centri istituzionali, le attività di imaging sono svolte dal settore privato, in accreditamento. Quando il Ssn non ce la fa a dare una risposta alle migliaia di richieste, subentra il privato. Di centri accreditati e che possano contare su apparecchiature di ultima generazione ce sono molti. Quelli a maggior capacità sono l'Igea, l'Actis, l'Sdn, il centro Varelli, la struttura di Casavatore che fa capo alla famiglia Muto già presente a Napoli città, mentre la Clinica del Rosario è attiva a Pompei. Purtroppo in Italia mancano indicatori di qualità. Significa che il paziente dovrebbe sempre informarsi di cosa offre il mercato pubblico. Per decidere dove rivolgersi per sottoporsi all'esame più accurato. «Le linee di ricerca attuale - spiega Alfonso Ragozzino, direttore di Radiologia a Pozzuoli - aggiungono alle informazioni anatomiche quelle funzionali che, soprattutto in campo oncologico, sono fondamentali. In questo settore, ad esempio, si impiegano i nuovissimi farmaci biologici. Ma sono costosi e tossici, e allora è necessario valutarne precocemente la risposta per evitare di sottoporre il paziente a cure costose e tossiche .In questa direzione nuovi orizzonti si aprono con l'imaging metabolico, in grado di riconoscere e quantificare, in maniera non invasiva, cambiamenti metabolici che si registrano in diverse malattie comuni, tra cui il cancro, malattie neurodegenerative, ischemia cardiaca e l'infezione o infiammazione per facilitare la diagnosi e valutare la risposta terapeutica». La parte del leone in questo ambito la fa la TcPet insieme alla risonanza magnetica, e più recentemente la Pet-Rmn è il top. L'unica in Italia è in funzione nell'Sdn nella sede di Gianturco. Foto: ULTIMA GENERAZIONE Un tomografo computerizzato di ultima generazione, in grado di restituire immagini in 3D SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 29/01/2016 29 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Diagnostica per immagini Con le nuove apparecchiature si riesce a identificare tumori e lesioni ad altri organi, ma anche a indagare sulle emozioni 29/01/2016 Pag. 77 N.5 - 4 febbraio 2016 diffusione:181008 tiratura:240347 Maurizio Bifulco* «II riso fa buon sangue»: un vecchio detto che sembra racchiudere il segreto per una vita longeva. E che ora però viene messo in discussione: uno studio pubblicato su "Lancet" rivela infatti che una condizione di infelicità o di stress non accorcia davvero la vita. I risultati sono emersi da una ricerca su un milione di donne di circa 60 anni d'età, sottoposte a un questionario dieci anni fa e di cui oggi sono stati verificati, i tassi di mortalità. Ma come è stata valutata la felicità? Vivere in una condizione non svantaggiata, essere tìsicamente attivi e non dipendenti dal fumo, avere una vita affettiva appagante e un sonno adeguato. I ricercatori hanno dimostrato che presentare questi elementi di felicità non costituiva un vantaggio rispetto alle altre donne: i tassi di mortalità successivi, infatti, sono praticamente sovrapponibili. Questo studio sembra essere in controtendenza rispetto all'opinione comune e cioè che essere felici faccia bene alla salute. Anche la scienza fino a oggi ha sostenuto questo assioma. In particolare uno studio pubblicato sulla rivista scientifica "Pnas" qualche anno fa riportava che il tasso di mortalità diminuisce nei 5 anni successivi alla valutazione dello stato di felicità. Quelle analisi erano, però, secondo i ricercatori del più recente studio, minate da una erronea interpretazione dei dati che avevano condotto a un'alterazione del rapporto causaeffetto, laddove infatti sono i problemi di salute a causare infelicità e non il contrario. Sarebbe cioè la malattia a rendere infelici, ma l'infelicità in sé non fa male; ed è un cattivo stato di salute a essere collegato a un aumentato rischio di morte prematura, non l'infelicità che ne è solo la conseguenza. Questo almeno è quanto riscontrato nelle donne, ma cosa succede negli uomini? Un editoriale sullo stesso numero di "Lancet" fa notare come numerosi studi suggeriscano che gli uomini e le donne definiscono la felicità in modo diverso e che quindi, prendendo in considerazione parametri differenti, è possibile che la felicità e l'infelicità siano invece collegate più fortemente alla morte precoce per gli uomini rispetto alle donne. Ovviamente nuovi studi con una definizione rigorosa dei parametri sono necessari per giungere a conclusioni più convincenti, tuttavia se questi risultati trovassero ulteriori conferme fino a diventare scienficamente validi verrebbero percepiti come una buona o una cattiva notizia? Saremmo cioè più portati a rammaricarci che la felicità non potrà allungarci la vita o al contrario sarà una consolazione pensare che lo stress e il malumore non ce la accorceranno? Se il fumo di sigaretta fa sicuramente più vittime della mancanza di sorriso, resta comunque il fatto che l'infelicità (pur non avendo un effetto diretto sulla longevità) rappresenta un fattore di rischio per una serie di comportamenti associati a loro volta a un aumento di mortalità. Nel dubbio, dunque, armiamoci wdi sorriso che, se non allunga la vita, migliora senza dubbio l'umore e rende più piacevoli le nostre giornate e quelle di chi ci sta accanto. * Presidente Facoltà di Farmacia e Medicina Università di Salerno SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 29/01/2016 30 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Ma la felicità allunga o no la vita? 29/01/2016 Pag. 85 N.5 - 4 febbraio 2016 diffusione:181008 tiratura:240347 L'ospedale si addice ai cartoon Oscar Cosulich BRESCIA. La "terapia del sorriso" è stata avviata nel 1986 da Michael Christensen e Paul Binder, fondatori della "Clown Care Unity", unità di clownterapia che usa la risata come medicina. Una terapia distica tanto efficace da far celebrare nel 1998 l'arte del dottor/clown Hunter Adams, interpretato da Robin Williams nel film "Patch Adams" di Tom Shadyac. A Brescia, l'iniziativa "Cartoni animati in corsia", è andata un passo oltre nell'intento di rendere gli ospedali luoghi più umani, organizzando laboratori di cinema d'animazione per bambini e ragazzi in ospedale. Organizzati dall'Avisco (Associazione per la ricerca sugli audiovisivi), questi laboratori trasformano i piccoli pazienti da spettatori in autori di brevi film e così il doloroso tempo di ricovero e terapia diventa strumento di sperimentazione ed espressione artistica, facendo anche capire quanto lavoro ci sia dietro un cartoon. Utilizzando un piccolo set da ripresa portatile, un computer, cartoncino colorato, plastilina e sabbia, le storie e i personaggi inventati da bambini e ragazzi, insieme a più classici racconti, filastrocche e testi poetici, prendono forma e movimento. L'iniziativa che ha coinvolto più di 300 giovani pazienti, ha generato 13 piccoli film d'animazione che nei giorni scorsi hanno avuto il battesimo del grande schermo al Cinema Nuovo Eden di Brescia e sono stati raccolti in dvd. SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 29/01/2016 31 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Terapia del sorrìso 29/01/2016 Pag. 86 N.5 - 4 febbraio 2016 diffusione:181008 tiratura:240347 Cominciò dal liuto arabo tradizionale. Oggi è un sofisticato musicista contemporaneo. Incontro con un artista che ancora crede nel dialogo culturale tra Oriente e Occidente colloquio con Anouar Brahem di Enrico Arosio SE LA TUNISIA è un Paese piccolo, Anouar Brahem ha una grande anima. Non è uomo di politica attiva, ma la politica lo turba. Ce lo spiega in un francese così elegante e melodioso da sembrare un parigino di terza generazione. Invece il compositore e virtuoso dell'oud, il liuto arabo, nato a Tunisi nel 1957, dopo una parentesi giovanile a Parigi, è ritornato in patria. Grazie all'incontro, tanti anni fa, con il produttore-guru tedesco Manfred Eicher creatore della Ecm, etichetta leader mondiale per il jazz e la musica contemporanea, è diventato un protagonista delle sonorità trasversali di oggi. Un artista - come si dice - di culto. In attesa di poterlo riascoltare in Italia, "l'Espresso" lo ha incontrato a Lugano, quando all'Auditori um Rsi, con il suo quartetto e l'Orchestra della Svizzera Italiana, ha suonato la sua ultima emozionante composizione, "Souvenance" (Ricordo), che incrocia sonorità mediterranee e orientali e incanta per le luminose tessiture, dalla circolarità quasi ipnotica. Dopo la "rivoluzione dei gelsomini" del 2011, con la nuova Costituzione e le libere elezioni, lei ha vissuto tali scossoni da non riuscire quasi più a far musica. Ci sono voluti quattro anni per portare a termine "Souvenance". Ce ne può parlare? «Gli eventi in Tunisia e nel Maghreb sono stati un cataclisma. Il regime poliziesco, poi gli scontri, i morti, la fuga del presidente. L'esplosione delle speranze, con la libertà totale di espressione, e insieme dei timori. Abbiamo attraversato una situazione insurrezionale». Esperienze forti, anche traumatiche. Incluso l'attentato al Museo del Bardo. «Esperienze forti, sì, per tutta la nostra società civile. E nata una Costituzione progressista, votata a maggioranza sotto un governo di coalizione a guida islamista. A lungo mi è stato difficile concentrarmi sul lavoro musicale». Oggi dove vive? «A pochi chilometri daTunisi. A Carta gine. Carthago». La crìtica ritiene "Souvenance" una sintesi di vent'anni di ricerca musicale tra Oriente e Occidente. Un punto d'arrivo? «Non penso. Per me il lavoro è ricerca continua. Ogni nuovo progetto è una sorpresa, amo sorprendermi di me stesso. Come ha scritto uno scrittore francese, avanzo un poco nella nebbia». Com'è nata una composizione orchestrale, rispetto al suo quartetto abituale, con Francois Couturier al pianoforte? «All'inizio pensavo che avrei scritto per il quartetto. Ma nel cominciare a comporre, i primi strumenti sono stati il pianoforte e l'orchestra ad archi, un'orchestra da camera. Ecco la sorpresa: perché io non vengo dalla musica classica. Ma sapevo che non era un capriccio. Era una sfida. La musica tradizionale araba è la sola che ho studiato da giovane. E ne sono uscito nel corso del tempo, in nuove direzioni». L'hanno definita un «contrabbandiere di culture». Ci si riconosce? « Non saprei se è positivo o negativo. Un awenturiero, forse...». Lei ha allargato gli orizzonti musicali. Ma incide solo per la Ecm, l'etichetta di Keith Jarrett, Jan Garbarek, Enrico Rava. E c'è chi la ritiene un jazzista. «Oh no, io non mi definisco un jazzista. Mai studiato jazz. Sono cresciuto nella Tunisia degli anni Settanta. Nutrito di tradizione, di giorno studiavo l'oud con il mio maestro, e la sera magari andavo al cinema per vedere Ingmar Bergman o Fellini. Ero, come molti della mia generazione, curiosissimo. La cultura europea non era poi troppo lontana...». Al di là del Mediterraneo, così antico, ricco di civiltà e diversità. «Diversità, sì. Ma non amo quel che chiamo l'effettoinsalata. Da compositore penso che si debbano saper integrare gli echi di diverse tradizioni dentro la propria creazione autonoma. Io aspiro ad avere la libertà totale, penso che la creazione superi il "genere musicale". E difendo questa prospettiva di libertà». Lei si prende molto tempo tra un lavoro e l'altro. Non si muove "secondo il mercato". L'industria musicale non fa pressioni? «Guardi, ho avuto la fortuna di incontrare la formidabile complicità di Manfred Eicher. Abbiamo prodotto dieci album insieme per Ecm. Ma non so mai cosa farò la volta seguente». Ecm: Editionsof Contemporary Music. Ma molti etichettano Anouar Brahem sotto world music. Come risponde? «Non apprezzo. World music non vuoi dir nulla.Tutto è SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 29/01/2016 32 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato World music? Non vuoi dir niente 29/01/2016 Pag. 86 N.5 - 4 febbraio 2016 diffusione:181008 tiratura:240347 SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 29/01/2016 33 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato world, se vogliamo, da Pierre Boulez a Beethoven, dal pop al folklore. Che senso può avere?». E musica etnica? «Termine troppo ambiguo. Anni fa, quando andai a Parigi e scoprii la scena cosmopolita, jazz, cinema, musica africana, l'industria discografica era molto compartimentata. Ma io volevo incontrare le persone, e i suoni». Il marketing musicale è conformista? «Direi: la musica è conformista. Il cinema lo è meno, perché è molto più giovane. Che cosa sarebbe il "cinema etnico"? Nello stesso festival possiamo incrociare Godard e Kiarostami...». Parliamo dell'oud, strumento arabo antico che ha figliato il liuto rinascimentale. L'oud era forse un destino già scritto, per un artista oltre i confini come lei? «Forse sì. L'oud è uno strumento viaggiatore, che ha conquistato parti di mondo. Le prime fonti iconografiche sono tra l'Iran e l'Iraq, poi è diventato lo strumento principe dell'età aurea della cultura araba. Infine è arrivato in Europa. Ce n'è traccia perfino a Cuba, tra gli strumenti di "Buena Vista Social Club". L'oud negli anni Settanta rischiava di morire, aveva perso centralità nelle orchestre arabe, ridotto a valore simbolico. Io, da appassionato, ho voluto svilupparlo in senso solista. Che bizzarria, dicevano. E invece...». Come compone la sua musica, al piano? « Sì, anche se non mi ritengo un pianista. Compongo per piccoli schizzi, piccoli temi, procedo lentamente». Sta lavorando a un nuovo album? «Sono all'inizio, sì. Per me è un periodo caotico, e avrei bisogno di calma». Lei vive scrivendo e suonando, un privilegio. La sua famiglia di che origine è? «Ceto medio. Sono cresciuto nella Medina di Tunisi, in un quartiere popolare. Mio padre era artigiano, uno stampatore. Da bambino ho imparato la tecnica dei caratteri mobili, mi divertivo, ricordo bene gli odori della sua bottega. Sono il primo musicista in famiglia». Le capita di ri-suonare con musicisti con cui ha lavorato anni fa? Con Jan Garbarek, il grande sassofonista norvegese? «È capitato, sì. Incidere "Madar" con lui fu molto bello. Fu un incontro fortuito, grazie a Eicher, nacque così, esplorando. Sono momenti rari e preziosi. L'incontro studiato a tavolino tra "celebrities" non è cosa per me». E ha ancora voglia di collaborare con musicisti che non conosce ancora? «Sa, io sono di natura molto fedele. Mi è difficile pensare di cambiare il gruppo che ho creato. Il concerto, per me, è l'eccezione, non la norma. Faccio al massimo venti concerti l'anno». Pochissimi. C'è chi ne fa duecento. «Lo so. Ma non sono io che decido. È la musica che decide per me». • A PERSET ECM RECORDS TUtto ebbe inizio a Tunisi Anouar Brahem (limisi, 1957) ha integrato la tradizione dell'oud, il liuto arabo, con elementi jazz, di altre culture mediterranee e orientali. Dal 1989 incide solo per la tedesca Ecm. Tra i lavori più importanti: "Madar" (1994) con Jan Garbarek, "Le Pas du Chat Noir" (2001), "Le Voyage de Sanar" (2006), "Souvenance" (2014). Vive a Cartagine. 29/01/2016 Pag. 17 diffusione:189394 tiratura:278795 Il medico e i pazienti inesistenti "Così non posso fare le ricette" [P. ITA.] TORINO Il dottor Giuseppe Sampieri, medico di famiglia a Torino, pochi giorni fa ha scoperto che undici suoi pazienti erano stati cancellati dal sistema. «Codice 22: irreperibilità censuaria», diceva il file aggiornato dal sistema informatico collegato con il Comune. Il dottor Sampieri ha subito telefonato al primo della lista degli irreperibili: suo nipote. Che ha risposto, come sempre. «La notizia che era stato cancellato - racconta il medico - gliel'ho data io. È andato a chiedere spiegazioni in Comune e gli hanno detto che era stato cancellato perché non aveva risposto al censimento». In effetti, il nipote del dottor Sampieri non aveva inviato i moduli nel 2011. E, in effetti, ha cambiato casa diverse volte in questi anni. Ma non è un caso isolato. «Ecco, questo ad esempio - racconta il medico scorrendo a video la lista dei cancellati - questo è un mio paziente, un immigrato. Eppure l'ho visitato l'ultima volta pochi mesi fa: perché all'anagrafe non risulta?». Sampieri ha fatto un giro di telefonate con i colleghi, per capire la dimensione del problema: «Ho scoperto che in molti stanno vivendo come me questa situazione paradossale: pazienti cancellati ma perfettamente noti al loro medico». Il vero problema è un altro: «Con l'introduzione della ricetta elettronica obbligatoria, il sistema non ci permette di stampare ricette a loro carico, in quanto appunto non risultano "esistenti"». Una via di uscita c'è, prevista per il caso in cui il sistema informatico andasse in tilt: usare le vecchie ricette, quelle rosse. «Ma ho interpellato l'Asl e mi hanno detto che il rischio è di essere indagati per truffa ai danni dello Stato, per prescrizioni a persone inesistenti. Che cosa devo fare?». Il dottor Sampieri sottolinea anche un risvolto economico di questa situazione che potrebbe avere una rilevanza nazionale. I medici percepiscono per ogni loro paziente una piccola quota della cifra che lo Stato stanzia per le Regioni per ciascun cittadino. In Piemonte, questa cifra è di circa 1.500 euro e la quota per i medici di famiglia è attorno ai 75 euro. Che solo in una città come Torino siano state cancellate oltre 10 mila persone comporta dunque una riduzione dei trasferimenti alla Sanità. Q uesto significa che bisogna fare molta attenzione a cancellare soltanto le persone che risultino effettivamente irreperibili. Prima di spedire la lettera raccomandata che avvisa della possibilità di cancellazione e di fare poi l'estremo tentativo mandando la Polizia locale a suonare il campanello dell'ultimo domicilio conosciuto, occorre incrociare molti dati. Perché se un cittadino non risponde al censimento ma qualche mese dopo paga una multa, oppure va a rifare un documento, è evidente che non basta che non risponda al telefono per dire che non esiste. «Quello che mi sembra strano - osserva il dottor Sampieri - è che alcuni dei miei pazienti sconosciuti al fine dell'assistenza sanitaria, risultano noti all'anagrafe per tutte le altre incombenze. Le cartelle esattoriali le ricevono ricevendo regolarmente». Foto: La scoperta Il dottor Giuseppe Sampieri ha scoperto che 11 suoi pazienti sono stati «cancellati» SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 29/01/2016 34 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Il paradosso a Torino 29/01/2016 Pag. 14 diffusione:135752 tiratura:185831 Zika, allarme per i contagi «Possibili 4 milioni di casi» L'Oms: «Il virus si diffonde in modo esplosivo». Paesi americani nel mirino Colpisce le donne in gravidanza causando malformazioni ai bambini R O M A Il primo allarme ad aprile scorso. Migliaia di casi contagiati dal virus Zika in Brasile. Oltre 3500 i bambini nati tra ottobre e dicembre 2015 in Sudamerica colpiti da microcefalia, il danno cerebrale causato dall'infezione veicolata dalle zanzare. Ieri l'annuncio dell'Oms: attendiamo 3-4 milioni di casi nelle Americhe perché la popolazione non è immunizzata. «La malattia - fa sapere il Direttore generale dell'Oms Margaret Chan - si diffonde velocemente, in modo esplosivo». Repentino l'intervento della Casa Bianca: «Il rischio che i virus si espanda negli Stati Uniti è comunque basso. La preoccupazione può crescere con l'innalzamento delle temperature». LA CIRCOLARE Dall'allerta mondiale, all'organizzazione di ogni singolo Paese. E' di ieri, da noi, la decisione del Centro nazionale sangue di evitare le donazioni da parte di chi ha viaggiato in America Latina, Caraibi (Cuba esclusa), Capo Verde, Thailandia, Indonesia, isole del Pacifico nei 28 giorni successivi al rientro in Italia. Il resto delle precauzioni si leggono in una circolare del ministero della Salute del 21 gennaio per chi viaggia nelle zone ad alta concentrazione infettiva. «Dal momento che le zanzare Aedes - si legge tra l'altro nel documento - pungono di giorno, si raccomanda a chi dorme durante il giorno, soprattutto i bambini o malati anziani, di riposare sotto zanzariere trattate con o senza insetticidi». In Italia fino ad ora si contano solo quattro casi di persone che sono state scoperte positive al virus Zika durante la scorsa primavera, al ritorno da un viaggio in Brasile. Gli stessi specialisti dell'Oms se da una parte mostrano preoccupazione per il dilagare della malattia dall'altra parlano di «un'infezione lieve, tranne che per le donne in gravidanza». Negli ultimi mesi, in Brasile, sono stati contati migliaia di casi di microcefalia fetale in bambini nati da madri che sono state infettate. Un danno neurologico irreversibile in grado di compromettere l'aspetto cognitivo ma anche la sopravvivenza del nascituro. La spiegazione scientificamente più accreditata dell'alto numero di bambini con gravi problemi al cervello, secondo l'Organizzazione mondiale della sanità, si riferisce proprio alla presenza del virus nell'organismo delle donne in attesa. «Il virus - è l'analisi degli infettivologi Oms - è stato diagnosticato nel cervello dei neonati morti per microcefalia ed anche nel liquido amniotico. Ci sono forti evidenze di un'associazione tra Zika e il danno fetale». L'unico vero rischio per la popolazione. Una certezza: il virus non rimarrà nelle Americhe. Ma il suo "viaggiare" è legato, a differenza di Ebola, ad un mezzo di trasmissione come è la zanzara Aedes. Ad oggi i casi da virus Zika sono stati identificati in 23 Paesi ma, come ha annunciato l'organizzazione sanitaria mondiale, presto il contagio supererà altri confini. Si teme che Zika vada a sovrapporsi a Dengue (anche in questo caso è la zanzara che fa da trasmettitore del virus). Uno dei Paesi sotto la lente per questo è la Cina. Un'ipotesi per fermare questa sinergia infettiva: «Si sta studiando come modificare le zanzare con un batterio antivirus» annuncia Giuseppe Ippolito Direttore scientifico dell'Istituto per le malattie infettive Spallanzani di Roma. L'APPELLO Il legame tra l'agente virale e l'alto numero dei neonati con danno neurologico ha portato al rimodellamento dell'identikit di Zika. Fino a meno di un anno fa una minaccia lieve, oggi un autentico allarme. Al quale, pur con qualche resistenza, devono "piegarsi" anche i Paesi che ora, proprio ora, non vorrebbero certo veder ostacolato il turismo. La presidente del Brasile, Dilma Rousseff, dopo aver schierato anche l'esercito in strada per combattere il virus (lì si contano 1,5 milioni di casi) ha rivolto un appello ai principali leader religiosi con lo scopo di coinvolgere chiese cattoliche ed evangeliche nella lotta contro le zanzare. Oggi maxi pulizia negli edifici di Brasilia. I dipendenti pubblici avrebbero ricevuto l'ordine di disinfestare tutti gli ambienti da potenziali focolai larvali. Nella regione del Sambodromo, dove andranno in scena le sfilate del Carnevale che inizierà il 5 febbraio, sono state fatte nuove ispezioni. Controlli raddoppiati anche nella Cidade do Samba (dove vengono realizzati i carri allegorici) e nelle varie scuole di samba sparse per la metropoli. Numerose compagnie aeree che operano SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 29/01/2016 35 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato L'EPIDEMIA 29/01/2016 Pag. 14 diffusione:135752 tiratura:185831 SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 29/01/2016 36 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato voli nelle zone più colpite da Zika in America Latina stanno offrendo ai loro passeggeri di annullare o posticipare i loro viaggi. Soprattutto se si tratta di donne in gravidanza. C.Ma. La diffusione Brasile Messico Samoa Ecuador Bolivia Paraguay Colombia Panama Venezuela Salvador Guatemala Honduras Capo Verde Haiti Por to Rico Barbados Mar tinica Guadalupa Saint Mar tin Guyana Suriname Guyana francese Fonte: Centers for Disease Control and Prevention Paesi in cui è attiva la trasmissione del virus Zika Il virus è soltanto nel sangue? È un virus nell'elenco di quelli nuovi? Come avviene la trasmissione dell'infezione? Quanti e quali i sintomi della malattia? Perché l'allarme in particolare per i neonati? Domande e risposte Sono cinque-sei e non gravi i sintomi della malattia: rialzo febbrile non particolarmente alto, la comparsa di puntini rossi sulla pelle, dolori ai muscoli e alle articolazioni, problemi agli occhi (congiuntivite). I segni durano meno di una settimana e il paziente in genere non è ricoverato. No, venne isolato per la prima volta nel 1947 in Uganda. Era in un macaco nella foresta di Zika ("zika" nella lingua, oltre l'inglese, parlata nel Paese significa "coperto di vegetazione") e nel 1952 fu descritto come un virus diverso da quello che causa la febbre gialla. Nel '54 fu scoperto in un paziente in Nigeria. Sono sempre pochi i casi in Africa. Avviene con la puntura di zanzare che appartengono al genere "Aedes", gli stessi insetti che trasmettono la dengue e altri tipi di malattie proprie delle aree tropicali e sub tropicali. Una zanzara punge una persona infetta e quando ne punge un'altra le contagia il virus. A molti bambini nati da donne entrate in contatto con il virus Zika durante la gravidanza è stata diagnosticata la microcefalia, una malformazione neurologica nella quale la circonferenza del cranio è più piccola della media. Non c'è trattamento per questa anomalia. L'Oms ha informato che il virus Zika è stato isolato, oltre che nel sangue, anche nel liquido seminale di un uomo. E' stato descritto un caso, nella Polinesia francese, di possibile trasmissione sessuale da persona a persona. Non ci sono altre segnalazioni. Foto: IN BRASILE SI TEME LA DIFFUSIONE PER IL CARNEVALE DISINFESTAZIONI ANCHE NELLE SCUOLE DI SAMBA Foto: IN ITALIA DIVIETO TEMPORANEO ALLE DONAZIONI DI SANGUE PER CHI HA VIAGGIATO NEI PAESI A RISCHIO Foto: LA DISINFESTAZIONE Vengono spruzzati veleni anche nei cimiteri. Sopra, una delle zanzare killer Foto: LA SICUREZZA Uno degli addetti alla disinfestazione con un potente strumento che serve a "sparare" una sostanza che uccide le zanzare 29/01/2016 Pag. 26 diffusione:41112 tiratura:81689 Fisioterapisti e logopedisti obbligati all'invio dei dati sanitari per il 730 precompilato. La risposta arriva dall'Agenzia delle entrate riferita in commissione fi nanze della camera da Enrico Zanetti, sottosegretario al mineconomia e ieri nominato viceministro. Fisioterapisti, logopedisti e assimilati rientrano nel campo delle strutture per l'erogazione delle prestazioni di assistenza protesica e di assistenza specifi ca. Dal 2015 rientrano nei soggetti obbligati all'invio dei dati sia le strutture e i soggetti che erogano prestazioni di assistenza specifi ca, sia le strutture e i soggetti che erogano prestazioni ausiliarie della professione sanitaria se accreditati per l'erogazione dei servizi sanitari. Dal 2016 rientrano nell'obbligo anche le strutture non accreditate ma autorizzate. SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 29/01/2016 37 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Fisioterapisti e logopedisti obbligati ai dati sanitari 29/01/2016 Pag. 32 diffusione:41112 tiratura:81689 Per i sanitari vale solo la colpa grave Pasquale Quaranta Via libera della Camera al pdl sulla responsabilità professionale. Il testo, modificato rispetto alla formulazione iniziale, ha superato ieri il vaglio dell'Aula di Montecitorio dopo un lungo iter in commissione Affari sociali ed è ora atteso il senato. Spazio, quindi, alla responsabilità penale per l'esercente la professione sanitaria che risponderà dei reati di omicidio colposo e lesioni personali colpose solo in caso di colpa grave. Quest'ultima, inoltre, sarà esclusa quando saranno state rispettate le buone pratiche clinicoassistenziali e le raccomandazioni previste dalle linee guida che, in base a quanto previsto dal pdl, dovranno essere indicate dalle società scientifiche e dagli istituti di ricerca determinati con decreto del ministro della salute. Sul fronte della responsabilità civile è previsto, invece, che le strutture sanitarie, nel caso di condotte dolose o colpose dell'esercente la professione sanitaria, risponderanno dei reati di responsabilità del debitore e responsabilità per fatto degli ausiliari. Tale disposizione si applicherà anche alle prestazioni sanitarie svolte in regime di libera professione intramuraria, nonché attraverso la telemedicina. Invece, il responsabile del processo di risk management, potrà essere sia un medico legale e sia un dipendente della struttura sanitaria a patto che abbia un'adeguata formazione e un'esperienza triennale nel suddetto campo. Sul fronte assicurazioni, invece, con un apposito decreto del Mise si provvederà all'individuazione dei requisiti e delle caratteristiche di garanzie per le polizze assicurative delle strutture sanitarie. Tali requisiti dovranno essere specificati anche per le forme di autoassicurazione e per le altre misure di assunzione diretta del rischio. Il decreto del Ministero terrà conto delle indicazioni dell'Ivass, dell'Ania, della Federazione nazionale degli ordini dei medici chirurghi e degli odontoiatri e delle Federazioni nazionali degli ordini e dei collegi delle professioni sanitarie. Per quanto riguarda l'azione di rivalsa, invece, il soggetto danneggiato avrà diritto di agire direttamente, entro i limiti delle somme per le quali è stato stipulato il contratto, nei confronti dell'impresa di assicurazione che presta la copertura all'azienda. Invece, la società assicurativa, avrà diritto di rivalsa verso l'assicurato nella misura in cui avrebbe avuto contrattualmente diritto di rifiutare o di ridurre la propria prestazione. Inoltre la legge crea due nuovi istituti: un fondo di garanzia, affidato alla Consap, per i soggetti danneggiati da responsabilità sanitaria il cui contributo è stabilito annualmente e un osservatorio. Quest'ultimo dovrà monitorare gli errori sanitari che si verificheranno sul territorio nazionale ed identificare le cause, l'entità del danno, e l'onere finanziario del contenzioso. In ultimo, il pdl, prevede l'obbligatorietà del tentativo di conciliazione. SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 29/01/2016 38 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato VIA LIBERA AL PDL SULLA RESPONSABILITÀ 29/01/2016 Pag. 40 diffusione:41112 tiratura:81689 Un protocollo d'intesa per garantire la salute della popolazione dei piccoli comuni. Particolarmente bisognosa di attenzione visto che, a causa dello spopolamento e della fuga dei giovani verso le grandi città, l'età media degli abitanti dei mini-enti continua a crescere. Per questo Anpci ha raggiunto un accordo con Senior Italia Federanziani, la federazione delle associazioni della terza età e Federfarma Sunifar, il sindacato unitario dei farmacisti rurali, per coordinare programmi e azioni volte alla tutela delle popolazioni dei piccoli comuni. Il timore di chi vive nei piccoli centri è chiaro: si teme che l'accorpamento delle funzioni amministrative possa produrre un generale decadimento dei livelli di erogazione dei servizi ai cittadini più bisognosi, in primis gli anziani. In quest'ottica assume un'importanza cruciale il ruolo delle farmacie rurali che nei piccoli comuni svolgono l'imprescindibile ruolo di assistenza sanitaria di prima necessità visto che spesso gli ospedali più vicini distano decine e decine di chilometri. Il protocollo d'intesa è stato fi rmato nel corso dell'ultimo Forum della salute svoltosi a Rimini. «Con l'intesa siglata si avvia un percorso comune fra le nostre organizzazioni per una tutela omogenea di tutto il territorio», ha osservato il presidente di Senior Italia Federanziani, Roberto Messina. «Siamo pronti a collaborare dando il nostro contributo per promuovere e garantire la qualità della vita dei cittadini dei piccoli comuni». «Siamo lieti di aver suggellato un rapporto di collaborazione tra le nostre sigle», hanno aggiunto Franca Biglio, presidente dell'Anpci, e Alfredo Orlandi, presidente Sunifar. «L'obiettivo di questa intesa è uno solo: il raggiungimento del bene comune, concretizzato nell'attenzione ai bisogni dei cittadini e nell'erogazione dei servizi essenziali per la persona». L'Anpci ritiene le farmacie rurali essenziali per la sopravvivenza dei piccoli comuni che negli anni hanno già visto chiudere uffi ci postali, stazioni dei carabinieri e negozi di generi di prima necessità. A causa della crisi economica, certo, ma anche dell'espansione incontrollata della grande distribuzione. Per questo l'Anpci dice no alla proposta (che è tornata ad aleggiare nel dibattito in commissione al senato sul ddl concorrenza) di consentire la vendita di medicinali con ricetta nei supermercati. Una proposta che secondo l'Associazione non punta a migliorare i servizi offerti ai cittadini, ma solo ad aumentare i profi tti della Grande distribuzione organizzata. «Non vogliamo rimanere privi anche del servizio offerto dalle farmacie rurali», osserva Franca Biglio. «Nei comuni con meno di 5 mila abitanti vivono 15 milioni di persone, per le quali la farmacia è l'unico punto di accesso per ottenere facilmente e rapidamente non solo le medicine di cui hanno bisogno per curarsi, ma anche servizi sanitari di primo intervento e consulenze. Privare di questo servizio essenziale e gratuito i piccoli comuni signifi cherebbe non garantire più il diritto alla salute riconosciuto dalla Costituzione a un quinto della popolazione italiana». SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 29/01/2016 39 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Giù le mani dalle farmacie rurali 29/01/2016 Pag. 22 diffusione:85021 tiratura:120193 Previsti 4 milioni di casi, vertice sull'emergenza La direttrice dell'organizzazione dell'Onu, Chan: «Livello di allerta estremamente elevato». Si prevede «esplosione» del morbo in Brasile «Non sono necessarie le restrizioni ai voli». Primo contagio in Argentina LUCA MIELE Inumeri sono catastrofici. E testimoniano la drammaticità della situazione. Tra i 3 e i 4 milioni di possibili casi di contagio nel continente americano dei quali 1,5 milioni solo in Brasile, il Paese oggi più colpito. E mentre vengono registrati i primi casi in Argentina e Austria (quattro quelli in Italia nei giorni scorsi, 31 negli Stati Uniti), l'Organizzazione mondiale della Sanità - che ha convocato un comitato d'emergenza per lunedì per decidere se proclamare un'emergenza mondiale come accaduto nel caso di Ebola - non vela la gravità dell'emergenza: il virus zika si propaga «in maniera esplosiva», come ha fatto sapere la direttrice dell'organizzazione Onu, Margaret Chan. L'Oms ha dedicato all'epidemia una riunione speciale del Consiglio esecutivo, in corso a Ginevra. «Il livello di allerta è estremamente elevato», ha aggiunto Chan. Al tempo stesso l'Oms chiede che non vengano imposte «restrizioni inappropriate al commercio o ai viaggi». Numerose compagnie aeree che operano voli nelle zone più colpite in America Latina stanno già offrendo ai loro passeggeri di annullare o posticipare i loro viaggi, specialmente se si tratta di donne incinte . I primi casi in Sud America sono stati rilevati a maggio del 2015 in Brasile ma solo a ottobre il Paese ha scoperto un aumento dei casi di microcefalia in bambini nati soprattutto nel nordovest. I numeri sono inquietanti: oltre un milione e mezzo i casi di zika e oltre 4.180 casi di microcefalia nel Paese, 30 volte più che in ogni anno dal 2010. «Voglio essere chiara: la relazione fra il virus e le malformazioni non è stata ancora stabilita» ma questa relazione «è altamente sospettata», ha dichiarato Chan. Per il virus, trasmesso dalla zanzara Aedes Aegypti, la stessa che causa il dengue e la febbre gialla, non esistono cura né vaccino. Si stima che circa l'80 per cento delle persone infette non presentino sintomi. Gli scienziati sospettano che la malattia sia collegata al boom di nascite di bimbi microcefali. Per le future mamme il rischio potrebbe essere terribilmente serio. Da qui la preoccupazione dell'Oms e la conseguente allerta. L'organizzazione ha chiesto alle donne di farsi visitare prima e dopo un eventuale viaggio nelle zone endemiche. L'indicazione è stata condivisa anche dal Centro europeo contro le malattie e l'omologo Usa. Proprio dagli Stati Uniti arriva la notizia di due possibili farmaci candidati a diventare vaccino. I test clinici potrebbero iniziare entro la fine del 2016, ma le cure non saranno disponibili prima di qualche anno. Il virus non si trasmette per via aerea. È la puntura di zanzara a diffonderlo e il contatto diretto con il sangue. I ricercatori stanno indagando la possibilità di contagio per via sessuale, anche se non vi sono prove inconfutabili al riguardo. I ricercatori del Butantan Institute di San Paolo in Brasile - lo Stato dove l'epidemia è iniziata e dove c'è stato il maggior numero di contagi - lottano contro il tempo per trovare l'antidoto. Ai latinoamericani è stato raccomandato di proteggersi con creme e repellenti, mentre Rio ha lanciato un piano di emergenza per le Olimpiadi di agosto. Dalle autorità sanitarie del Salvador è arrivato l'allarme più drastico, con la richiesta di rinviare di ben due anni eventuali gravidanze. Stessa cosa in Colombia, dove ci si limita a consigliare di aspettare fino a luglio prima di concepire un figlio. L'unico modo per fronteggiare l'epidemia - la più grave da quando il virus è stato scoperto in Uganda, nel 1947 - è la disinfestazione a tappeto e la bonifica degli acquitrini. L'epidemia rischia di avere effetti devastanti sul turismo, soprattutto in Colombia e Brasile. Quest'ultimo ha visto una raffica di cancellazioni improvvise dei soggiorni per il Carnevale. Gli effetti maggiori, però, rischiano di aversi per le Olimpiadi di Rio, in programma dal 5 al 21 agosto. Il virus zika Il virus zika è trasmesso dalla zanzara Aedes aegypti , presente nelle regioni tropicali. Si tratta della stessa zanzara che trasmette la febbre gialla e la dengué, attiva soprattutto all'alba e al tramonto Trasmissione Non esistono trattamenti antivirali né vaccini. L'unica prevenzione è proteggersi dalle punture di zanzara Trattamento Il virus è stato identificato in Uganda nelle scimmie nel 1947 e successivamente SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 29/01/2016 40 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato L'Oms: è allarme globale «Il virus zika è esplosivo» 29/01/2016 Pag. 22 diffusione:85021 tiratura:120193 SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 29/01/2016 41 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato negli umani nel 1952. È diffuso in Africa, America Latina, Asia e Pacifico Diffusione Sintomi Emicrania Congiuntivite Febbre Eruzioni cutanee Dolori articolari e muscolari Il virus in donne gravide può generare malformazioni al feto, come la microcefalia solitamente durano da 2 a 7 giorni Foto: La corsa contro il tempo Foto: (Reuters) 29/01/2016 Pag. 16 diffusione:83734 tiratura:155835 Gli aspiranti dottori sborsano 300 euro per un esame inutile e pieno di errori SCARICABARILE Il ministero incolpa l'Ordine professionale, che respinge al mittente Michelangelo Bonessa Il ministro dell'Istruzione Stefania Giannini cade sui test di medicina. Il 4 febbraio infatti migliaia di nuovi dottori affronteranno la prova per l'abilitazione alla professione, in Italia se ne laureano ogni anno circa novemila, ma l'esame a quiz è finito al centro delle critiche per gli errori riscontrati dagli stessi aspiranti medici. E non è nemmeno la prima volta, già lo scorso anno qualcuno aveva alzato la voce: domande con errori da matita rossa, ripetitive e a volte pure contraddittorie. Un insulto doppio per i giovani che si apprestano a entrare nel mondo del lavoro: oltre a sei anni, quando va bene, di laurea con costi che non tutti si possono permettere, sono costretti a versare anche 330 euro più una tassa amministrativa per un esame che in molti reputano inutile. E in più i quesiti sono scritti senza rigore. Se non fossimo in Italia sarebbe anche normale la risposta del Ministero: «Non ce ne occupiamo noi, ma l'ordine dei medici». Peccato che dall'ordine dei medici di Milano se la ridano: «Saremmo ben felici se gli errori fossero da imputare a noi - spiega il presidente Roberto Carlo Rossi -. I quiz vengono preparati a Roma che poi li gira al Consorzio Cineca che a sua volta li invia agli atenei». Sono settemila domande, pubblicate sul sito del Miur due mesi prima della prova, tra cui poi ne vengono scelte 180 da sottoporre agli esaminandi. Di per sé sarebbe già un «esame a prova di cretino» dice tra il serio e il faceto Rossi, visto che è sufficiente una memoria allenata per superarlo, poi «mi pare che da quanto abbiamo visto anche la turnazione dei quesiti sia tra il 10-15 per cento, bisognerebbe aumentare sia la quota totale che il ricambio». E il problema non è nemmeno nuovo: già l'anno scorso una lettera aperta aveva chiesto un intervento del Ministero, ma pare senza esito. E allora via a domande con scritto: «Le seguenti condizioni d'anno un'immagine...». «Cellule eucariote» che in rigurgito di insegnamenti religiosi diventano «eucaristiche». E via così di strafalcioni. Per di più in diversi casi gli errori erano stati segnalati già un anno fa, eppure né al Ministero, né al Cineca le hanno corrette. Un comportamento che appare singolare almeno per l'ente bolognese: il consorzio universitario dovrebbe avere un occhio di riguardo visto che, poco più di un anno fa, si dimise il suo presidente proprio per uno scandalo sui test d'ingresso alle scuole di specializzazione. E invece pare proprio di no. Anzi, siamo nella paradossale situazione in cui nemmeno si sa di preciso chi sia a preparare le famose domande. «Ma allora i trecento euro a chi vanno?», si chiedono su internet gli studenti. Non pare certo nemmeno questo aspetto. Così come nessuno pare sapere chi abbia coperto le statue per la visita del presidente iraniano Rohani. E intanto si è persa nei meandri delle promesse e della burocrazia l'idea avanzata da qualcuno della laurea abilitante, cioè un esame unico a fine ciclo di studi che permette di ottenere il titolo e contestualmente l'abilitazione. L'anno scorso secondo alcuni rumors il Miur era intenzionato a procedere in questo senso, poi si è perso tutto nel dimenticatoio. Una soluzione che ha già molti sostenitori. E non solo tra gli studenti: anche parecchi docenti e medici d'esperienza considerano il test dell'abilitazione inutile. Invece ora siamo punto e a capo con test nel mirino delle critiche degli studenti che «d'anno» di matto per superare l'ennesimo, costoso, esame. il caso Strafalcioni ministeriali DELLE DUE L'UNA Nessuno sembra essersi accorto di questa evidente contraddizione MATITA ROSSA Errori così gridano vendetta A ORECCHIO «Aria» e «area» pari non sono SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 29/01/2016 42 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Quiz sbagliati per diventare medici: oltre al «d'anno» la beffa per chi paga 29/01/2016 Pag. 13 «Ma la rosolia è più pericolosa» «Sintomi leggeri», spiegano i medici italiani. E il legame con la microcefalia non è provato MARIANNA BAROLI Per l'Oms (Organizzazione Mondiale della Sanità), il virus Zika «si sta diffondendo in maniera esplosiva». Una vera e propria bomba, arrivata ormai in Italia, e la cui portata di contagio qualcuno paragona all'allarme Ebola. Ma Zika è davvero così pericolosa? Non esattamente. A confessare che «Zika non è un virus su cui accendere così tanta preoccupazione» sono i medici italiani, specializzati in malattie contagiose ed esotiche. E così, mentre in Brasile si pensa di schierare 220mila militari per sensibilizzare le famiglie presenti sulle profilassi d'igiene per ridurre i rischi di contagio, in Italia lo stato di paura creato dagli ultimi allarmi dell'Oms viene attutito dagli esperti che spiegano come «sono comunque pochissimi i casi in cui Zika si è rivelato letale e tutti erano accompagnati da patologie complesse precedenti». A non essere comprovato, nonostante l'inspiegabile crescita nei casi di bambini nati con microcefalia in Brasile, è anche il rapporto tra Zika e questa grave patologia neonatale caratterizzata da una significativa riduzione di volume cerebrale e circonferenza cranica. Tra chi smorza l'allarme Zika, vi è il professor Adriano Lazzarin, primario della Divisione di Malattie Infettive IRCCS San Raffaele che spiega come individuare i sintomi del virus. «I sintomi quando compaiono, si manifestano tra i 2 e i 7 giorni dopo la puntura di una zanzara infetta ma sono generalmente moderati - ha spiegato Lazzarin - e consistono in febbre, dolori muscolari e congiuntivite. Sintomi dunque non così specificie comuni ad altre infezioni» già note in Italia. A tranquillizzare gli italiani è anche il dottor Marino Faccini, responsabile della struttura di profilassi internazionale dell'Asl di Milano che ha ribadito come «il virus ha sintomi leggeri per la maggioranza dei pazienti che vengono contagiati e non desta particolari preoccupazioni». A spegnere definitivamente i riflettori sui rischi per le future mamme è invece Massimo Andreoni, past president della Simit (Società italiana di malattie infettive e tropicali). «I vaccini servono per le malattie gravi, al momento quella del virus Zika non mi sembra una priorità: per le donne incinte è molto più rilevante l'impatto della rosolia rispetto ai casi accertati in Brasile», ha spiegato Andreoni. «Ci dobbiamo abituare - spiega l'esperto - se c'è la globalizzazione delle persone c'è anche quella delle malattie infettive, se un miliardo di persone si muove per il mondo, si porta dietro anche le infezioni». «Il rischio che Zika arrivando in Italia comporti una condizione sanitaria grave non c'è», conclude Andreoni; «questa è una malattia che il più delle volte è asintomatica, e quando è sintomatica può determinare una sindrome infettiva poco grave». Foto: Adriano Lazzarin [web] SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 29/01/2016 43 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Troppo allarmismo 29/01/2016 Pag. 13 Sparata Oms: Zika emergenza mondiale Per l'organizzazione sanitaria, il virus portato dalle zanzare tigre rischia di contagiare 4 milioni di persone MIRKO MOLTENI Il virus Zika, che da alcuni giorni allarma il mondo, potrebbe diffondersi come una vera pandemia nei prossimi anni se non si prenderanno provvedimenti. A sostenerlo, ieri, è stata la direttrice dell'Organizzazione Mondiale della Sanità, Margaret Chan: «sta diventando una minaccia esplosiva, di grandi proporzioni». «Perciò - dice la Chan - abbiamo istituito un comitato di emergenza che si riunirà il 1 febbraio a Ginevra». L'Oms teme che nel corso del 2016 tre o quattro milioni di persone possano contrarre il virus solo nelle due Americhe, partendo dal presupposto che in Brasile i contagiati sono già stimati fra 500.000 e un milione e mezzo. Il germe in sé non è pericoloso per le persone, adulti o bambini che siano, con sintomi simili a quelli influenzali. Ma se ad ammalarsi è una donna incinta, allora sarebbe forte il rischio che il feto sviluppi un cranio malformato, nascendo microcefalo, cioè col cervello troppo piccolo e con deficienze mentali. Il nostro ministero della Salute ha raccomandato alle donne incinte di evitare viaggi in Paesi tropicali, mentre è stata predisposta la sospensione di 28 giorni per i donatori di sangue ed emocomponenti che abbiano soggiornato nelle aree dove si sono registrati casi autoctoni d'infezione. Il virus è un piccolo filamento di Rna che si infiltra nel Dna delle cellule ospiti. Non si trasmette da persona a persona, ma solo per la puntura di una zanzara tigre che abbia in precedenza morsicato una persona infetta. La Chan ha anche spiegato che «la proliferazione di zanzare aumenterà quest'anno per il rafforzarsi del fenomeno climatico di El Nino, con maggior caldo e umidità sulle coste del Sudamerica». Nulla da stupirsi che ieri la presidente brasiliana Dilma Rousseff abbia invocato una «campagna di sterminio delle zanzare», col contributo anche dell'esercito, che dal 13 febbraio collaborerà alla disinfestazione e all'informazione della gente distribuendo volantini. Il tempo stringe, in previsione delle olimpadi di Rio de Janeiro in estate. I dati Oms parlano di 3900 neonati microcefali osservati in Brasile nel 2015, contro una media annuale che prima non superava 160 casi. Nelle ultime ore i ministeri della Sanità di Usa e Francia hanno consigliato le donne gravide di non viaggiare nei Paesi caraibici. I casi in Occidente sono finora limitati a sporadici viaggiatori in rientro dal Sudamerica, per esempio tre negli Stati Uniti, uno in Danimarca, uno in Svezia, cinque in Portogallo e un caso sospetto anche in Italia, una suora missionaria sotto esame. Ma andando verso Sud, a Portorico ecco già 19 casi. In Colombia sarebbero già 13.800 i malati, di cui 890 donne incinte, ma il governo di Bogotà teme che siano destinati a salire a 600.000 durante il 2016, data la contiguità geografica col Brasile. La Russia ha già decretato controlli severi su tutti i voli provenienti dai 27 paesi in cui finora è stato trovato il virus. Del resto il presidente Vladimir Putin già aveva dichiarato, senza troppi giri di parole: «Qualcosa di disgustoso sta arrivando dall'America Latina. Le zanzare non voleranno sull'Oceano, ma persone infette potrebbero ben farlo e lo stanno facendo». In America, sul Journal of American Medical Association, i dottori Daniel Lucey e Lawrence Gostin parlano di «grande potenzialità pandemica» e spronano l'Oms a muoversi in fretta per non ripetere i ritardi a suo tempo patiti nella strategia contro il virus Ebola. Ritengono inoltre che un vaccino contro il virus, attualmente inesistente, potrebbe essere pronto nel giro di due anni, ma passerebbe altro tempo in sperimentazione prima che fosse liberamente disponibile per la gente. E pensare che il virus Zika è stato scoperto fin dal 1947 sulle scimmie in Africa, in Uganda. Il primo caso nell'uomo è stato riscontrato nel 1954 in Nigeria e in seguito il virus si è diffuso fuori dall'Africa, verso Est, seguendo l'arco di terre affacciate sull'Oceano Indiano e arrivando verso il 1978 in Malesia e Indonesia. Nel 2007 era arrivato in Micronesia e nel 2013 nella Polinesia francese, fino a sbarcare sul continente sudamericano dal maggio 2015. Ma le infezioni nell'uomo sono sempre state piuttosto limitate ed è stato lo scorso anno che in Brasile, forse per qualche mutazione, lo Zika ha coinvolto per la prima volta centinaia di migliaia di persone. Fra i primi importanti allarmi c'era stato il 30 novembre SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 29/01/2016 44 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato L'Italia: stop a trasfusioni per chi viaggia in Paesi tropicali 29/01/2016 Pag. 13 SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 29/01/2016 45 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato 2015 quello lanciato dalle autorità locali dello stato brasiliano del Pernambuco, che sostenendo un legame fra la nascita di bimbi microcefali e il virus avevano spinto l'Oms a inviare in Brasile una prima squadra d'indagine. Ma già dopo pochi mesi, la diffusione sembra difficilmente arginabile, almeno nelle nazioni della fascia tropicale, e l'unica vera barriera sembra quella del clima, che può segnare un confine oltre il quale la zanzara tigre non può vivere. Se la Scandinavia, per esempio, è tranquilla sotto tale aspetto, come ricordato dall'epidemiologo svedese Anders Tegnell, non così la maggior parte del territorio italiano, ancora abbastanza caldo per l'insidioso insetto. 29/01/2016 Pag. 15 diffusione:88274 tiratura:127149 Il Comune dà il 'Benvenuto' a tutti i nuovi nati Materiale informativo sui servizi per le neomamme «BENVENUTO bebè», un progetto che sta molto a cuore all'amministrazione di Lastra a Signa. L'iniziativa, promossa in collaborazione con il Consultorio ostetrico ginecologico dell'Asl e le farmacie del territorio, prevede l'invio di un kit informativo a tutti i genitori, al momento della nascita di un figlio. Al progetto hanno aderito le farmacie Burrini di Ginestra, Santi, Guandalini e la comunale Farmapiana. Il kit conterrà una brochure con consigli utili, contatti e numeri di telefono, informazioni sui servizi e sulle attività dedicate ai genitori per il periodo del post parto, una lettera di auguri del sindaco e un buono omaggio che potrà essere ritirato, presentando la lettera direttamente in uno dei negozi che aderiscono al progetto. «Visto il successo e i pareri positivi raccolti in quest'ultimo anno - ha spiegato il sindaco Angela Bagni - abbiamo deciso di riproporre il progetto anche per il 2016. L'obiettivo è presentare ai neogenitori i servizi e le attività disponibili sul territorio per l'accoglienza del neonato fin dai primi giorni dalla nascita, oltre a dare il benvenuto ai nuovi nati e far sentire alle famiglie la vicinanza del Comune». Sempre nel kit si possono trovare informazioni su Consultorio, gruppo di sostegno all'allattamento dell'associazione Mamme Amiche, sull'assistenza pediatrica e sulle vaccinazioni. I nuovi nati a cui è stato inviato il kit informativo nel corso del 2015 sono stati 165. Li. Cia. SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 29/01/2016 46 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato LASTRA A SIGNA LO SCORSO ANNO NE HANNO BENEFICIATO IN 165 29/01/2016 Pag. 36 N.4 - 29 gennaio 2016 «I cervelli non fuggono: vanno dove si crede, e si investe, nella ricerca» «È dal Rinascimento che la patria degli scienziati è il mondo», osserva l'oncologo che ha denunciato il nepotismo nelle università italiane, poi emigrato negli Usa. «Il nostro Paese, per ora, è fermo alle promesse» «Il mio sogno è quello di portare nel Beneventano tutti i risultati del lavoro fatto in America» Non ama la retorica sui cervelli in fuga. E con l'Italia ha un rapporto di autentico odi et amo: spera di rientrare trionfante, ma non vede grandi speranze all'orizzonte. Soprattutto per il Meridione. Antonio Iavarone, oncologo al Columbia University Medical Center, è celebre per aver denunciato il nepotismo scientifico delle università nostrane e per i suoi studi americani: a inizio gennaio 2016, insieme con Anna Lasorella, compagna di vita e di provette, ha pubblicato su Nature una ricerca con cui ha isolato la proteina Id2 che accelera il moltiplicarsi di cellule tumorali maligne nel cervello. Spiega: «Grazie alla possibilità di sequenziare il Dna e le proteine che si trovano in un tumore, possiamo individuarne le alterazioni genetiche e bombardarle con terapie personalizzate». Boom. «In questo modo si possono affrontare anche tumori che fino ad oggi non hanno reagito alle chemioterapie e alle radioterapie». Intervista via Skype. Iavarone è nel suo studio di New York. Il tavolo è sommerso dai documenti. A un certo punto, il medico/scienziato gira il computer portatile e con la telecamerina inquadra i palazzi fuori dalla finestra: «Sono le sedi delle start up, gli incubators. Usano le nostre ricerche per sviluppare farmaci». Nel mondo di Iavarone le cose sembrano molto semplici: la buona ricerca attrae ricercatori talentuosi, è una calamita per finanziamenti e sforna cure efficaci. In questo mondo non c'è spazio per i raccomandati e nemmeno per le amministrazioni chiacchierone che annunciano progetti e poi non combinano nulla. Dice: «Lei non sa quante fregature ho preso in Italia». Quante? «Tante. La più incredibile nel 2009/10. Insieme con il Comune e con la Provincia di Benevento, e con la Regione Campania, cominciai a ragionare sulla possibilità di realizzare un centro di ricerca: il Mediterranean Institute of Biotechnology (Mib)». Un nome altisonante. «Doveva costare non so quanti milioni. Sono stati spesi cinquantamila euro per uno studio di fattibilità e poi... puff. Il progetto è sparito». Si è infranta la sua occasione di tornare in Italia? «No. Si è infranta la possibilità di attrarre ricercatori e fondi, in un territorio che avrebbe bisogno soprattutto delle cure prodotte dalla ricerca. Io sono un disperato che vorrebbe fare qualcosa per il Sud. Lo sa che dopo gli annunci strombazzati sui giornali mi hanno cominciato a chiamare molti studenti per chiedermi di lavorare al Mib? Erano convinti che fosse già operativo. Invece...». Lei ha fatto parte anche di una task force di scienziati messa su dal governo Monti. «Ci fu un bell'incontro con vari ministri. Caduto Monti... si è sgretolata anche la task force. I governi promettono, ma raramente mantengono. Con grande sfacciataggine, dal 2000 a oggi, ho scritto a tutti i premier per suggerire loro di non gettare soldi in strutture universitarie fallimentari e per suggerirgli di indirizzare i finanziamenti verso progetti di respiro internazionale». Che cosa le hanno risposto? «Poco o niente. Quasi tutti propongono piccoli provvedimenti per il rientro dei cosiddetti cervelli in fuga. Finzioni. Prese in giro. Ma veramente pensano che un ricercatore qualificato torni per un contratto da 500 euro al mese? Purtroppo le opportunità in Italia non parlano la lingua del mondo scientifico». Faccia lei da interprete. «Bisognerebbe smettere di parlare di cervelli in fuga. È dal Rinascimento che la patria degli scienziati è il mondo. E l'Italia dovrebbe puntare ad attrarre i migliori cervelli del mondo, non solo il mio o quello di altri italiani. Solo così si può attivare una crescita. L'industria non bussa alla porta di un laboratorio perché dentro c'è il parente di un politico. L'industria cerca opportunità commerciali e queste si trovano dove la ricerca è avanzata. Per attrarre cervelli servono progetti seri e internazionali. Gli stessi che producono cure sperimentali efficaci. Se ci fosse una grande struttura nel Sud Italia che si occupa di tumori al cervello, molti meridionali si risparmierebbero inutili viaggi della speranza in America». Riceve molte lettere con richieste d'aiuto dall'Italia? «Cinque/dieci al giorno. Cerco di spiegare che per studiare le loro malattie ho bisogno di campioni tumorali ben conservati. Ho anche parlato con alcune strutture ospedaliere spiegando che se avessero comprato i macchinari per ibernarli, poi avrei seguito io il trasporto dei campioni SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 29/01/2016 47 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato INTERVISTA Antonio Iavarone / intervistato da Vittorio Zincone 29/01/2016 Pag. 36 N.4 - 29 gennaio 2016 SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 29/01/2016 48 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato negli Stati Uniti. Crede che abbiano fatto qualcosa? No. Mi fa rabbia perché oggi le cure ci sono. Sono lì. Ma non sono cure di routine. C'è bisogno di tanta ricerca». Come si passa dall'individuazione della proteina Id2 alla cura di un paziente malato di cancro al cervello? «Quando ci vengono forniti i campioni da una sala operatoria, noi li purifichiamo, grazie alla presenza della proteina Id2 individuiamo le cellule staminali tumorali e le mettiamo nel cervello di un topo». Gli animalisti saranno contenti di questa notizia. «C'è una regolamentazione ferrea. I topi vivono coccolati come in un hotel a cinque stelle». Fino a quando non iniettate loro un glioblastoma. «Si chiama tumor avatar. È un clone del cancro che ci permette di sperimentare farmaci con il cosiddetto Co-Clinical Trials: invece di dare il farmaco al malato lo si sperimenta prima sul cervello del topo dove abbiamo fatto crescere lo stesso tumore del paziente. In questo modo si arriva a personalizzare le terapie. Il mio sogno è portare tutto questo nel Beneventano». La sua infanzia a Benevento. «Felice. Mio padre era pediatra e immaginava anche per me un futuro da medico cittadino». Lei era adolescente negli Anni 70. «Tempi di grandi ideologie e opposti schieramenti. Frequentavo i movimenti culturali della nuova destra. Leggevamo Alain de Benoist. Tra i leader c'era Marco Tarchi». Università? «Un anno a Napoli e poi a Roma: medicina alla Cattolica del Sacro Cuore. Nel 1991 partii per gli Stati Uniti. Sono rientrato quattro anni dopo per partecipare alla realizzazione di un centro di ricerca dedicato ai tumori infantili al Gemelli, sponsorizzato dalla Banca d'Italia». Nel 2000 è tornato a New York. «Il perché, lo avrà letto sui giornali». Denunciò un caso di nepotismo: il primario vi aveva imposto di far firmare una ricerca anche a suo figlio. «Fosse stata solo una. Ci ripenso con tristezza: io e Anna pensavamo che le istituzioni universitarie avrebbero preso le nostre difese». Invece... «Ricevemmo molta solidarietà privata, ma pubblicamente restarono tutti zitti, in difesa dei feudi universitari. Dicevano: "Ma che vi importa?"». Già. In che modo vi danneggiava far firmare una ricerca anche al figlio del primario? «In che modo? Quell'imbroglio abbatteva la nostra credibilità. Nel mondo scientifico internazionale la credibilità è tutto». Vita da scienziato della medicina: più ore in laboratorio o davanti a un computer nel suo ufficio? «Una giusta media. I momenti più calmi per approfondire la ricerca sono quelli nei weekend. Durante la settimana ci sono anche lezioni, meeting, riunioni per reperire fondi». Lei si occupa di reperire fondi? «L'Università mi tiene anche perché porto soldi. Io pago il mio stipendio e i miei progetti di ricerca attraverso un finanziamento del National Institute of Health». È un ente pubblico? «Sì. Se io cambio università, i soldi vengono con me. Le Università fanno a gara per accaparrarsi i migliori ricercatori anche perché portano con sé molti finanziamenti». Lei ha figli? «No». Ha sacrificato la paternità sull'altare della medicina? «Diciamo che il mio pensiero è rivolto quasi sempre ai passi scientifici successivi da fare. Le nostre scoperte sono importanti, ma lo sono soprattutto perché conducono a una nuova ricerca, a una nuova frontiera». A cena col nemico? «Con Eugenio Scalfari». Condividerebbe un pasto con Renato Mastrangelo, il primario di Oncologia che lei denunciò per nepotismo? «Non ci sarebbe grande conversazione. Quindi direi di no». Quella vicenda portò a denunce e querele. Che cosa hanno stabilito i tribunali? «Che avevamo ragione io e Anna e che il sistema universitario del Gemelli era infiltrato dal nepotismo». Qual è l'errore più grande che ha fatto? «Non aver anticipato di qualche anno la decisione di trasferirmi all'estero». Che cosa guarda in tv? «L' O'Reilly Factor, trasmissione tosta di uno dei più popolari giornalisti americani». Il libro preferito? «Il Signore degli Anelli di J.R.R. Tolkien e Il Corsaro Nero di Emilio Salgari». Il film? « Novecento. Da bambino anche io suonavo il pianoforte». La canzone? « La canzone dell'amore perduto di Fabrizio De André. Mi fa tornare in mente la tristezza che provo per il mio Paese. Io sono molto legato all'Italia e a Benevento. Quando posso mi guardo anche le partite della squadra campana». Il Benevento gioca in Lega Pro (la vecchia serie C). Meglio un Nobel o il Benevento che vince lo scudetto di serie A? «Lo scudetto. Ma solo se accompagnato dalla costruzione di un centro di ricerca internazionale per la cura dei tumori a Benevento». Conosce i confini della Libia? «Certo. L'Egitto, l'Algeria... Mio nonno viveva a Bengasi». Quando la Libia era una colonia italiana? «Sì. Dirigeva l'ufficio postale cittadino». C onosce l'articolo 9 della Costituzione? «No. Ammetto di no». È quello che dice che la 29/01/2016 Pag. 36 N.4 - 29 gennaio 2016 SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 29/01/2016 49 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Repubblica promuove lo sviluppo della ricerca scientifica. «Eh, che bello se fosse vero!». Foto: Una partita vinta in trasferta Antonio Iavarone è nato a Montesarchio nel 1963. Si è laureato all'Università Cattolica di Roma. Fino al 1999 ha lavorato all'ospedale Gemelli. Attualmente è professore di Patologia e Neurologia al Columbia University Medical Centre di New York. 29/01/2016 Pag. 56 N.1454 - 29 gennaio 2016 diffusione:333114 tiratura:453532 NUOVE CURE PER IL TUMORE AL FEGATO (agnese codignola) Ancora oggi, e nonostante la tendenza a un lieve miglioramento, la sopravvivenza a cinque anni dalla diagnosi di tumore al fegato è attorno al 15-16 per cento, e le terapie farmacologiche, comprese quelle piùnuove.nonsono soddisfacenti. Ma una scoperta fatta dai ricercatori dell'Università di Firenze guidati da Fabio Marra, e pubblicata sulla rivista Gut, lascia intravedere qualche speranza. «Ciò che abbiamo visto nei tessuti dei malati» spiega Marra «è che una proteina chiamata Erk5 è molto più espressa nelle cellule tumorali e in quelle dei tessuti circostanti, cirrotici, che in quelle sane e che, almeno in vitro e negli animali, la sua soppressione. o il blocco della sua normale attività, sono associati a un rallentamento, quando non a un'inibizione, della crescita del tumore, senza effetti collaterali di rilievo». Lo studio, finanziato dall'Associazione italiana per la ricerca sul cancro, è stato fatto in collaborazione con alcuni ricercatori di Harvard, che hanno messo a punto un farmaco, per ora sperimentale, che blocca specificamente Erk5; se le fasi successive della sperimentazione dovessero confermare il suo ruolo e l'efficacia del farmaco, potrebbero aprirsi nuove prospettive di terapia. Nel frattempo, però, ciò su cui Marra, epatologo dell'Ospedale di Careggi di Firenze, insiste, è la prevenzione, perché più di altri, il tumore del fegato è legato allo stile di vita: infezioni virali, fumo, abuso di alcol e, in misura sempre più preponderante, eccesso di peso aumentano molto il rischio. «Gli italiani colpiti dalla malattia sono più di 20mila, e i nuovi casi oltre 12mila ogni anno» spiega Marra. «Di questi, alcuni come quelli legati alle infezioni da epatite A e B o ali'alcol sono in calo, ma quelli associati a una dieta scorretta, causa prima dell'accumulo di grasso nel fegato (la steatosi epatica) sono in aumento - e si teme che lo saranno molto nei prossimi anni, in tutti i paesi occidentali, proprio per lo scadimento della dieta. La steatosi è insidiosa perché non da sintomi, ed è spesso sottovalutata, ma per fortuna è anche evitabile: con un'alimentazione equilibrata, e con uno stile di vita sano». Foto: DOMANI 30 GENNAIO IN 2.500 PIAZZE ITALIANE SARANNO IN VENDITA A 9 EURO LE RETICELLE DI ARANCE DELL'AIRC [WWW.AIRC.IT) PER RACCOGLIERE FONDI A FAVORE DELLA RICERCA E INFORMARE SUI BENEFICI DI UN'ALIMENTAZIONE SANA SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 29/01/2016 50 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato SCIENZE / RICERCA AIRC 29/01/2016 Pag. 58 N.1454 - 29 gennaio 2016 diffusione:333114 tiratura:453532 QUANDO L'IPNOSI SOSTITUISCE L'ANESTESIA La trance profonda agisce sui recettori del dolore come la morfina. Perciò alcuni chirurghi la usano. E quando vanno rimossi certi tipi di tumore è particolarmente utile Giulia Villoresi Il rumore che sente è il motore di una barca che le passa accanto. Il motore della barca fa vibrare la sua canoa...». Siamo in una sala operatoria dell'ospedale universitario di Tours, in Francia. La voce è quella dell'ipnoterapeuta e anestesista Eric Fournier. Si rivolge a un uomo a cui stanno per asportare un glioma di basso grado, cioè un tumore cerebrale non particolarmente maligno che coinvolge il sistema nervoso centrale. Il rumore della barca, in realtà, è il ronzio del craniotomo, piccolo strumento chirurgico che serve ad aprire la volta cranica. Il paziente si lascia cullare dalle vibrazioni della «sua canoa» mentre la voce di Fournier continua a salmodiare istruzioni. Questa inusuale seduta di ipnosi, in parte ripresa dal personale ospedaliere rientra nel primo studio mai realizzato sull'uso dell'ipnosedazione in chinirgia cerebrale, ora pubblicato sulla prestigiosa Neurosurgery: 37 persone sono state operate con successo a un glioma di basso grado, sotto ipnosi e col solo ausilio dell'anestesia locale. Il tipo di tumore non è un dettaglio: si tratta di un intervento in cui è fondamentale, nella fase di resezione, essere coscienti e rispondere alle domande del medico, in modo da evitare danni ad aree del cervello altamente funzionali. Attualmente la soluzione più diffusa è la procedura asleep-awake-asleep (addormentato-sveglio-addormentato): prevede due anestesie generali, una all'inizio una alla fine dell'intervento; nel mezzo il paziente è sveglio, ma diversi fattori psicofisici, come la paura e la confusione post anestesia, possono compromettere l'operazione. L'ipnosedazione si è rivelata una valida alternativa all'anestesia generale: la trance alza significativamente la soglia del dolore (le anestesie locali possono risultare molto dolorose) e lenisce o addirittura elimina la paura (quindi le reazioni neurovegetative da stress), per cui sia il lavoro del chirurgo sia il vissuto del paziente ne traggono beneficio. Ma si pensi, anche, al suo potenziale nel trattamento di pazienti allergici a qualunque farmaco anestesiologico. È il caso di una donna di 42 anni che nel 2013 è stata operata a Padova per un tumore della pelle con l'ipnosi come unica forma di anestesia. A indurre la trance Enrico Facco, ipnoterapeuta, già docente di Anestesiologia e rianimazione all'Università di Padova, che ha pubblicato il caso su Anaesthesia. «La percezione del dolore» spiega «è regolata da specifici recettori del cervello; la morfina, inibendoli, abbatte la percezione del dolore. Ecco: tra morfina e ipnosi cambia solo il modo in cui interveniamo su questi recettori. Esistono infatti aree cerebrali inconsce che, se attivate, consentono di agire su funzioni normalmente non controllabili. Attraverso la corteccia somatosensoriale, ad esempio, si può gestire l'intensità del dolore, mentre con la corteccia cingolata anteriore si può intervenire sui suoi aspetti cognitivo-affettivi, per cui, anche se percepisco dolore e lo riconosco come tale, lo stimolo diventa sopportabile come qualsiasi altro stimolo neutro, cioè non spiacevole. L'ipnosi, in sintesi, è la capacità della mente di attivare aree cerebrali inconsce, quindi di influire sul nostro stato fisico e psichico». Il suo percorso assomiglia a quello della concentrazione, almeno nella fase iniziale: il soggetto fecalizza l'attenzione su qualcosa (un'immagine mentale, una sensazione) finché ne è così assorbito da diventare inaccessibile agli eventi distraenti. A questo punto si trova in uno stato psicofisiologico, la trance, che ha diversi stadi di profondità ed è misurabile con criteri obiettivi (come il riscontro di particolari onde cerebrali, dette onde theta). Come tecnica analgesica l'ipnosi è antica (nell'Ottocento, prima che fossero sviluppati i primi anestetici, era usata da molti chirurghi) e attualmente piuttosto diffusa fuori dall'Italia. In Belgio per esempio, dove dal 1992 il Centro ospedaliere universitario di Liegi ha realizzato più di 8.600 interventi in ipnosedazione (si va dall'estrazione di denti alla rimozione della tiroide). Ma l'ipnosi è sempre più usata anche nel trattamento del dolore cronico (soprattutto cefalea e nevralgie), dei disturbi comportamentali (anoressia, obesità, tabagismo, insonnia) e, naturalmente, in psicoterapia. «Una trance profonda» SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 29/01/2016 51 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato SCIENZE / POTERE DELL'INCONSCIO 29/01/2016 Pag. 58 N.1454 - 29 gennaio 2016 diffusione:333114 tiratura:453532 SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 29/01/2016 52 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato spiegaFacco «permette di aprire una comunicazione diretta con l'inconscio, normalmente inaccessibile alla coscienza. Significa che con l'ipnosi si possono recuperare contenuti della mente che il processo psicoanalitico impiega mesi o anni per disseppellire». Per la sua fenomenologia neurofisiologica, oltre che per la sua proprietà di indurre importanti trasformazioni della coscienza, dell'autoconsapevolezza, della razionalità, l'ipnosi mostra diverse analogie con la meditazione (Facco ha dedicato al tema un saggio: Meditazione e ipnosi, Altravista, pp. 448, euro 29) e con la psichedelia. Nel 1950, durante una trance profonda, lo scrittore Aldous Huxley incontrò un lattante su una vasta spianata di sabbia, lo osservò crescere e accumulare esperienze fino all'età di 23 anni; quindi gli si accostò e lo riconobbe come se stesso, ma sentì che anche il 23enne riconosceva lui, e si domandava: è questo l'aspetto che avrò a 52 anni? La sua esperienza, che insieme ad altre simili influì molto sulla creatività di Huxley, è riportata dallo psichiatra Milton Erickson, oggi considerato il padre dell'ipnosi moderna. Si sarebbe tentati di pensare, a questo punto, che l'ipnosi sia una sorta di rimedio miracoloso, valido per chiunque e a qualunque scopo, terapeutico, clinico, introspettivo. Non è proprio così. La trance media è un risultato accessibile, ma solo il 10 o 15 per cento della popolazione è in grado di sviluppare una trance profonda, mentre il 5 per cento è del tutto refrattario. Si è ritenuto a lungo che la suscettibilità all'ipnosi dipendesse, oltre che da alcuni tratti psicologici (empatia, creatività, capacità di assorbimento), da una particolare variazione genetica che, incidendo sui livelli di dopamina, aumenta le capacità di attenzione. Ma nel 2014 un gruppo di ricerca dell'Università di Pisa ha pubblicato su Frontiers in Human Neuroscience un contributo che smentisce la teoria biochimica: l'ipnotizzabilità dipenderebbe dal cervelietto. Spiega Enrica Santarcangelo, coordinatrice dello studio con Silvano Presciuttini: «Abbiamo scoperto che i soggetti altamente ipnotizzabili controllano meno l'equilibrio a occhi chiusi e hanno scarsa abilità visuo-motoria (quella indispensabile, ad esempio, per centrare un bersaglio con le freccette), tutte attività gestite dal cervelietto. In questi soggetti, in sostanza, il cervelietto funziona un po' meno». I risultati raggiunti dal gruppo pisano pongono una questione significativa: «Qual è il vantaggio evolutivo - o lo svantaggio vista la bassa percentuale di persone molto suscettibili- dell'ipnotizzabilità?». La risposta potrebbe portare lontano, in campi che esulano da quello, in parte ancora misterioso, dell'ipnosi. • BURGER/PHNAIE/PHANIE SARL/CORBIS Foto: SOPRA, ENRICO PACCO: HA SEDATO CON L'IPNOSI UNA PAZIENTE ALLERGICA ALL'ANESTESIA CHE DOVEVA ESSERE OPERATA PER UN TUMORE ALLA PELLE. A DESTRA, IL SUO LIBRO MEDITAZIONE E IPNOSI 29/01/2016 Pag. 15 Cronache del Garantista Assalta la farmacia ... Ma ci lascia il sangue Due banditi in azione pure alle Poste . Nuova recrudescenza criminale in lungo e in largo per tutta la città con numerosi furti in appartamenti l'esercizio. Ad agire, al fine di guadagnare il furtivo ingresso nella farmacia, è stato infatti un solo ladro, che sarebbe stato ripreso piuttosto nitidamente dalle telecamere di videsorveglianza interna visionate durante la mattinata di ieri. Dalle indiscrezioni trapelate potrebbe trattarsi d'un giovane soggetto locale già abbastanza noto negli ambienti investigativi per precedenti specifici e che attualmente sarebbe addirittura sottoposto al regime detentivo degli arresti domiciliari. Fosse così, sarebbe davvero un fatto inquietante. Ma v'è di più. Già, perchè nell'atto di fracassare la vetrata a colpi di mazza, il ladro è sicuramente rimasto ferito in qualche parte del corpo. Sì, perchè sul pavimento esterno e su quello interno alla farmacia prospiciente alla vetrata ha lasciato vistose ed abbondanti chiazze di sangue, provocate certamente dal suo contatto con le punte Una nuova spirale di forte resìcrudescenza criminale sta interessando in lungo e in largo in questi giorni il vasto territorio comunale di Corigliano Calabro. Gli ultimi due episodi - entrambi piuttosto plateali si sono registrati tra la serata e la nottata di mercoledì. Partiamo dal secondo, scoperto all'alba di ieri da parte del magazziniere della farmacia De Florio, ubicata lungo la centralissima Via Nazionale nell'altrettanto centrale e popolosissima frazione dello Scalo cittadino. Giunto intorno alle 5 del mattino sul proprio posto di lavoro, il dip e n d e n t e della farmacia ha dovuto constatare che il punbblico esercizio era stato nuovamente assaltato. È ben la quarta volta, infatti, che la farmacia De Florio viene presa di mira da circa un anno a questa parte. Davanti alle porte a vetro v'erano infatti gli agenti dell'istituto di vigilanza privato cui la farmacia è convenzionata, i quali attendevano l'arrivo di qualcuno dei dipendenti davanti ad una delle vetrate. Infranta, spaccata a colpi di mazza dal ladro che nottetempo aveva assaltato di quei pezzi di vetro entro i quali è dovuto passare per giungere dritto dritto ai quattro registratori di cassa che insistono nella farmacia De Florio. Dalle quali ha arraffato il malloppo, vale a dire i fondocassa lasciati al loro interno da parte dei dipendenti. Un bottino di quattrocento euro. Le indagini del caso sono condotte dai carabinieri della locale Compagnia, a seguito della denuncia sporta immeditamamente da parte del titolare della farmacia. Carabinieri concentrati, pure, nelle indagini del caso occorso durante la serata precedente intorno alle 19 presso l'ufficio postale di Pazza Giacomo Matteotti, sempre allo Scalo. Dove due rapinatori a volto coperto e armati d'una pistola, forse "giocattolo" o forse no, hanno fatto irruzione guadagnandone l'ingresso da una seconda entrata - perchè quella per il pubblico era già chiusa - e terrorizzando la direttrice e i pochi dipendenti rimasti in quegli ultimi minuti di lavoro, si sono fatti consegnare il denaro "disponibile" dal momento che l'incasso della giornata era stato già rinchiuso in cassaforte. Un magro bottino d'alcune centinaia d'euro. E da alcune settimane, nell'intero territorio coriglianese, si stanno registrando, pure, numerosi furti da parte dei classici "topi d'appartamento"... In alto la vetrata fracassata della farmacia De Florio dove il ladro s'è pure ferito A sinistra l'ufficio postale di Piazza Matteotti dove s'è consumata una rapina F ABIO B UONOFIGLIO Potrebbe trattarsi di un giovane pregiudicato del luogo addirittura detenuto ai domiciliari GIÀ IDENTIFICATO? SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 29/01/2016 53 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato CORIGLIANO 29/01/2016 Pag. 3 Zeta Farmaceutici, azienda vicentina presente in oltre 14.000 farmacie italiane e che vanta cinque certificazioni di qualità e sicurezza - tre aziendali e due di prodotto (integratori alimentari e cosmetici) continua anche nel 2016 la campagna televisiva sulle reti Rai con Prolife, linea completa di integratori a base di fermenti lattici e probiotici utili per favorire il fisiologico equilibrio della flora batterica intestinale. La campagna sarà on air da domenica a sabato 13. In particolare, durante la settimana dal 7 al 13 febbraio gli spot Prolife saranno trasmessi durante le serate del Festival di Sanremo su Rai1. In concomitanza con la programmazione tv sarà online anche la campagna web su Rai.it e Rai.tv durante i giorni del Festival. Casa di produzione Isabella Baudo per la regia di Romeo Conte. SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 29/01/2016 54 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato brand Zeta Farmaceutici porta Profile su tv e web 29/01/2016 Pag. 65 N.2 - febbraio 2016 diffusione:63048 tiratura:116345 CALMA il colon irritabile con i batteri buoni Ridurre lo stress e mangiare correttamente sono armi per prevenire le sindromi intestinali. Ma quando gli stili di vita corretti non bastano, possono aiutarti i probiotici - Testo di Miriam Cesta Mal di pancia che arrivano improvvisi e dolorosi, spesso accompagnati da una fastidiosa sensazione di gonfiore addominale o da scariche. Altre volte sono invece prolungati periodi di stipsi a prendere il sopravvento, mentre in altri casi ancora le due forme del disturbo, diarroica e stitica, si alternano. Non è solo una questione di ansia e preoccupazioni né, tantomeno, le persone colpite da questi sintomi sono malate immaginarie: il disturbo di cui soffrono è, anzi, il più frequente in ambito gastrointestinale e può arrivare a interessare fino a una persona su sei. È il cosiddetto colon irritabile, scientificamente conosciuto come sindrome dell'intestino irritabile. LE DONNE SONO PIÙ ESPOSTE Colpisce soprattutto fra i 30 e i 40 anni e a esserne interessate sono principalmente le donne, in misura doppia rispetto agli uomini. Come spiega Vito Annese, direttore della gastroenterologia dell'Azienda ospedaliero-universitaria Careggi di Firenze, «l'intestino irritabile non è una vera e propria patologia ma una sindrome, cioè un insieme di sintomi». Per poter diagnosticare il disturbo con certezza è necessario escludere altre potenziali cause. «La diagnosi deve quindi essere fatta in assenza di altre malattie che possono giustificare questi sintomi», precisa lo specialista. Il disturbo, che in un caso su tre può regredire fino a scomparire del tutto, è cronico e vede alternarsi nel tempo periodi di benessere a fasi di riacutizzazione dei sintomi. Tra i fattori che possono esserne all'origine ci sono episodi di stress o di gastroenteriti, ma può giocare un ruolo importante anche l'uso eccessivo di antibiotici per le modificazioni che l'assunzione di questi farmaci comporta sulla flora intestinale. Inoltre, poiché la sindrome risulta più frequente in alcuni gruppi familiari, gli studiosi segnalano anche un certo ruolo svolto dalla predisposizione genetica. È IMPORTANTE BERE MOLTA ACQUA Condurre uno stile di vita sano è importante per la prevenzione. Ridurre al minimo gli episodi di stress, ad esempio, può essere un valido aiuto per prevenire l'insorgenza della sindrome dell'intestino irritabile. «È infatti possibile che uno stile di vita irregolare con riposi non adeguati, frequenti alterazioni del ritmo sonnoveglia o situazioni, anche solo percepite, di eccessivo stress aumentino il rischio di sviluppo del disturbo», continua Annese. Anche una scorretta alimentazione può fare la differenza. «Un errore ricorrente, soprattutto in chi ha come sintomo principale la stipsi, è quello di non introdurre un'adeguata quantità di liquidi così come reprimere ripetutamente nel tempo lo stimolo all'evacuazione, con la conseguenza di una riduzione della sensibilità all'evacuazione stessa». Farsi visitare e consigliare da uno specialista gastroenterologo è il primo passo per tenere il colon irritabile sotto controllo e decidere i corretti comportamenti da attuare. « Nella sindrome dell'intestino irritabile è infatti frequente l'intolleranza al lattosio o una spiccata sensibilità ad altri alimenti fermentanti, come vari tipi di frutta e verdura, legumi, pasta, pane », prosegue Annese. QUANDO SERVONO I FARMACI Dopo aver messo in atto tutte le modificazioni di stile di vita e di alimentazione volte a ridurre i sintomi, in alcuni casi può essere utile, se il medico lo ritiene opportuno, ricorrere all'uso di farmaci specifici. «Nel caso di predominanza della diarrea, si può ricorrere all'uso di resine come la colestiramina o la diosmectite», spiega il gastroenterologo. «Nel caso di dolori o di distensione addominale fastidiosa possono essere assunti blandi antispastici come mebeverina o trimebutina. Nei casi con prevalente stipsi si possono utilizzare prodotti a base di lattulosio, di derivati della senna e, nei casi più resistenti, macrogol». Senza dimenticare che, in ogni caso, è molto importante che anche i farmaci da banco vengano assunti sotto supervisione medica. UN BENEFICIO PER LE CELLULE Un aiuto ai fastidiosi mal di pancia può arrivare anche dall'assunzione di probiotici. Come spiega Lorenzo Morelli, direttore dell'Istituto di microbiologia dell'Università Cattolica di Piacenza-Cremona, «i probiotici sono dei batteri vivi non patogeni comunemente definiti batteri buoni, come i lattobacilli e i bifidobatteri, che, SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 29/01/2016 55 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato IL TUO CORPO 29/01/2016 Pag. 65 N.2 - febbraio 2016 diffusione:63048 tiratura:116345 SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 29/01/2016 56 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato se somministrati in adeguate quantità, possono interagire e modificare la flora intestinale a beneficio di tutto l'organismo. L'intestino è l'organo del corpo umano che ospita più cellule immunitarie e alcuni batteri buoni sono in grado di comunicare con queste: da qui la capacità di apportare benefici alla salute». I loro effetti si manifestano soprattutto nelle forme di intestino irritabile caratterizzate da diarrea e gonfiore addominale, riducendo gli episodi diarroici, mentre risultano meno efficaci nelle forme caratterizzate da stipsi e nelle forme miste. I probiotici producono effetti benefici nei soggetti affetti dalla sindrome dell'intestino irritabile attraverso diversi meccanismi. «Studi pubblicati su riviste come Nature Medicine e Alimentary Pharmacology and Therapeutics hanno dimostrato che i probiotici svolgono un effetto calmante sugli spasmi che caratterizzano le forme diarroiche dell'intestino irritabile, interferendo positivamente con i recettori del dolore e agendo, quindi, da analgesici», continua Morelli. « E recenti studi hanno messo in evidenza la capacità dei probiotici di dialogare con il sistema immunitario, dando vita a una vera e propria azione antinfiammatoria ». GLI YOGURT NON BASTANO Non tutti i prodotti che contengono microrganismi vivi hanno, però, azione probiotica. «È bene precisare che i batteri buoni contenuti negli yogurt tradizionali non sopravvivono fino all'intestino, e quindi non hanno alcuna azione probiotica», spiega Morelli. Per avere la certezza di consumare prodotti a base di batteri probiotici in grado di sortire effetti benefici è necessario che l'etichetta riporti la dicitura «latte fermentato». Si parla, in quest'ultimo caso, di «yogurt probiotico». Tra i batteri probiotici più diffusi troviamo il Lactobacillus acidophilus, Lactobacillus casei (tra cui il Lactobacillus casei Shirota e il DN-114001), Lactobacillus rhamnosus GG, Lactobacillus johnsonii La1, Bifidobacterium lactis DN-173010. «Gli integratori probiotici che si trovano in farmacia contengono una quantità di batteri elevata e l'assunzione avviene per periodi brevi e in caso di bisogno, ad esempio in seguito a cure con antibiotici o nel caso di un viaggio all'estero», spiega Morelli, «mentre gli yogurt addizionati con probiotici hanno dosi di batteri più basse e sono pensati per un consumo giornaliero e prolungato, come buona abitudine alimentare». Attenzione a frutta e latticini Alcuni pazienti con sindrome dell'intestino irritabile hanno una maggiore sensibilità ai cibi chiamati in gergo specialistico Fodmap, una sigla che sta per Fermentable oligosaccharides, disaccharides, monosaccharides and polyols e viene utilizzata per quegli alimenti e relativi componenti che possono fermentare causando problemi intestinali, ovvero oligosaccaridi, disaccaridi, monosaccaridi fermentabili e polioli. I saccaridi includono fruttosio, lattosio, fruttano e galattano, mentre i polioli sono sorbitolo, mannitolo, xilitolo e maltitolo. Tra i cibi inclusi nel gruppo Fodmap si trovano latte e latticini (compreso il gelato), diversi tipi di vegetali (asparagi, cavolfiore, cipolla, aglio, cicoria, carciofi, funghi), molte tipologie di frutta (mele, pere, anguria, cachi, avocado) e di legumi (fagioli, lenticchie, ceci), pasta e pane. Se si riduce al minimo la loro assunzione attraverso una dieta personalizzata messa a punto da un gastroenterologo, è possibile ottenere buoni risultati già nel giro di un mese: calano del 40% i giorni di pancia gonfia e della stessa percentuale anche il dolore addominale. In certi pazienti, poi, all'origine dell'intestino irritabile possono esserci delle allergie alimentari: in questo caso la valutazione deve essere fatta dallo specialista allergologo. IN GIOCO ANCHE I PREBIOTICI I benefici del probiotico bifidobacterium breve BR03 e dei prebiotici fruttoligosaccaridi in NeoVaxitiol di Ibsa Bouty . Prezzo: 10 euro. UN SORSO DI SALUTE Fermenti lattici con vitamina B, mirtillo, inulina e Fos nei pratici flaconcini di Biolactine di Sella , per il riequilibrio della flora intestinale. Prezzo: 9,90 euro. IN DIECI CONTRO TUTTI Un integratore con ben dieci ceppi di fermenti lattici vivi scelti col maggior valore probiotico: è questa la proposta di Prolife 10 di Zeta Farmaceutici . Prezzo: 11,60 euro. ALLEATO DELLA NATURA Miele di fiori di campo, barbabietola rossa, ortica, tarassaco, echinacea sono alcuni degli ingredienti naturali di Microflorana F di Named , abbinati a lattobacilli e bifidobatteri. Prezzo: 39,95 euro. GOCCE PER GRANDI E PICCOLI Le mini gocce di Lactoflorene, integratore di Montefarmaco , contengono il bifidobacterium BB-12, microrganismo probiotico. Può essere diluito nel latte. Prezzo: 16 29/01/2016 Pag. 65 N.2 - febbraio 2016 diffusione:63048 tiratura:116345 SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 29/01/2016 57 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato euro.Da 15 anni amici della pancia Iprobiotici sono microrganismi vivi (per esempio, ceppi batterici come lattobacilli e bifidobatteri) che, quando ingeriti, sono in grado di colonizzare la mucosa intestinale ed esercitare effetti benefici sull'ambiente e sulla microflora intestinale che vanno oltre il normale apporto nutritivo. La definizione legale di probiotico risale al 2001 e venne formulata da un gruppo di lavoro congiunto formato da Food and Agriculture Organization e Organizzazione mondiale della sanità. Di conseguenza, prodotti alimentari o farmaceutici che contengono questi particolari microrganismi vengono chiamati comunemente probiotici e vengono utilizzati per mantenere in salute l'intestino, ma anche come supporto nel trattamento di diversi disturbi, tra cui diarrea e allergia. DUE MILIARDI DI SPORE L'efficacia di Neo Fermental Max di Esi sta tutta in 2 miliardi di fermenti lattici per ogni flaconcino, oltre a fruttoligosaccaridi, in difesa dell'intestino. Prezzo: 9,10 euro. 29/01/2016 Pag. 121 N.2 - febbraio 2016 diffusione:63048 tiratura:116345 Basta coi pregiudizi: anche i farmaci generici sono sicuri ed efficaci I prodotti equivalenti rispondono esattamente a tutti gli standard previsti dalla legge per essere commercializzati. Hanno la stessa qualità di quelli di marca, ma soprattutto costano molto meno - A cura di Antonella Franchini - Roberto Gavazzi ALipomo, la farmacia dove lavoro è un punto di riferimento per molte persone, tanto che in parecchi arrivano addirittura da zone lontane per acquistare medicinali, ma anche per chiedere consiglio, chiarire dubbi, confidare preoccupazioni o paure in merito alle terapie o ai disturbi propri o dei familiari. In effetti per me, come per gli altri farmacisti qui a contatto con il pubblico, è all'ordine del giorno dedicare particolare attenzione all'ascolto della persona. La farmacia diventa così un ottimo luogo di osservazione e di presa di consapevolezza delle esigenze, ma anche dei timori dei pazienti. E degli aspetti che meritano un maggior lavoro di divulgazione e di informazione da parte del farmacista per sfatare quei pregiudizi che possono mettere a rischio, a volte, la salute. Tra tutti, in base alla mia esperienza, il più diffuso riguarda i farmaci equivalenti, meglio conosciuti come generici, che, a fronte di un prezzo inferiore, contengono la stessa quantità di principio attivo, presentano la stessa biodisponibilità di quelli di marca e rispettano i tre requisiti fondamentali necessari a ogni medicinale per ottenere l'autorizzazione all'immissione in commercio: qualità, sicurezza ed efficacia. Eppure sono guardati con diffidenza dalla maggior parte delle persone che frequentano la farmacia, perché erroneamente li ritengono meno efficaci o di minore qualità al punto che, se per qualsiasi motivo non è reperibile il medicinale di marca, si rifiutano di sostituirlo con l'equivalente anche se così devono interrompere terapie che è invece necessario seguano con regolarità. E questo a dispetto del parere del medico che non esclude la sostituzione e nonostante l'incertezza di stare male. Mai sospendere la terapia Recente è il caso di un nostro abituale cliente in cura per una forma di depressione importante: il farmaco da lui assunto abitualmente era irreperibile, il medico curante non aveva segnalato alcun tipo di ostacolo a quello equivalente ma, nonostante le mie sollecitazioni, i chiarimenti, gli avvertimenti sui rischi connessi alla sospensione della terapia non c'è stato verso di persuaderlo e se ne è andato a mani vuote. Però, dopo un paio di settimane, si è ripresentato per acquistare il generico perché si sentiva male. Inoltre, poco tempo dopo è tornato per dirmi che stava meglio e che aveva capito che i suoi timori erano infondati. Detto questo, a fronte di un paziente che si ricrede, ne restano ancora moltissimi prevenuti, perciò occorre una stretta collaborazione tra medico e farmacista per diffondere il più possibile le informazioni corrette riguardo a questo tipo di medicinali sicuri ed efficaci quanto gli originali. Foto: ROBERTO GAVAZZI del team della Farmacia Sovarzi di Lipomo (Como). SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 29/01/2016 58 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato IN FARMACIA I consigli 29/01/2016 Pag. 122 N.2 - febbraio 2016 diffusione:63048 tiratura:116345 RACCOLTA DI MEDICINE PER I BISOGNOSI La Fondazione Banco farmaceutico organizza la XVI Giornata nazionale della raccolta dei farmaci sabato 13 febbraio in favore delle persone bisognose che, per colpa della crisi economica, non riescono a far fronte alle spese sanitarie. Nelle farmacie aderenti all'iniziativa, che esporranno la locandina, sarà possibile donare farmaci senza obbligo di ricetta e presidi di automedicazione, che verranno distribuiti dalla Fondazione Banco farmaceutico a oltre 1.500 centri di assistenza in Italia e all'estero. L'edizione di quest'anno ha ottenuto tra l'altro il logo del Giubileo come evento della Misericordia. Info: bancofarmaceutico.org. SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 29/01/2016 59 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato IN FARMACIA News/ SOLIDARIETÀ 29/01/2016 Pag. 122 N.2 - febbraio 2016 diffusione:63048 tiratura:116345 Una guida fa chiarezza sugli equivalenti Efficaci e sicuri come quelli di marca, se pure meno costosi (si spende almeno il 20% in meno), i farmaci equivalenti sono ingiustamente guardati con sospetto dai pazienti. Per fugare i dubbi e agevolarne l'impiego l'Aifa, l'Agenzia Italiana del Farmaco, ha redatto la guida Medicinali equivalenti - Qualità, sicurezza ed efficacia (si può scaricare dal portale istituzionale aifa.it). Rivolta a medici, farmacisti e pazienti, risponde alle domande più frequenti relative a questa categoria di medicinali. Vengono per esempio chiariti sia il processo sia i requisiti necessari per poter autorizzare e mettere in commercio questi prodotti, così come viene sottolineato che l'uso del termine farmaco generico, oltre a essere scorretto, è anche fonte di equivoci, perché spinge a farlo percepire come inferiore rispetto all'originale. Questa definizione, che persiste nel linguaggio comune, deriva dalla traduzione italiana letterale della definizione «generic medicinal product» riportata nella Direttiva 2001/83 e ormai del tutto superata dalla Legge 149 del 26 luglio 2005, che la sostituisce con quella appunto di medicinale equivalente. SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 29/01/2016 60 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato IN FARMACIA News / INIZIATIVA 29/01/2016 Pag. 8 tiratura:60000 Alla riscoperta della vicinanza L'attività del medico e dell'infermiere non è solo una professione, ma prima di tutto un servizio, una "vo cazione". Lo ha sottolineato l'a rc i v e s c o v o Zygmunt Zimowski, presidente del Pontificio Consiglio per gli operatori sanitari, presentando - nella Sala stampa della Santa Sede, giovedì mattina, 28 gennaio - la XXIV Giornata mondiale del malato, che si svolgerà a Nazaret, con una serie di iniziative dal 6 al 13 febbraio. Ricordando il tema del messaggio di Papa Francesco pubblicato nel settembre scorso, «Affidarsi a Gesù misericordioso come Maria: "Qualsiasi cosa vi dica, fatela" ( Gv 2,5)», il presule ha fatto notare l'imp ortanza del luogo della celebrazione cioè la Terra santa. Per questo motivo il Papa ha proposto di meditare il racconto evangelico delle Nozze di Cana ( Gv 2, 1-11), «dove Gesù fece il suo primo miracolo per l'intercessione di sua Madre». La celebrazione principale si svolgerà a Nazaret, dove il Verbo si è incarnato e dove ha dato inizio alla sua missione salvifica. È proprio in Galilea che Gesù ha compiuto tante guarigioni. Nel messaggio, Papa Francesco ha ricordato l'imp ortanza della vicinanza di Gesù ai malati e ai sofferenti. Basti citare un episodio descritto da Matteo sulla chiamata di Cristo al letto di un malato. «Questo è un caso, uno dei tanti. Infatti tutto il Vangelo - ha detto l'arcivescovo - è pieno di simili eventi. Cristo, chiamato con fiducia presso i malati. Cristo, chiamato dagli ammalati. Cristo, al servizio degli uomini sofferenti». Le parole del Vangelo di Marco ricordano i miracoli di guarigione compiuti da Gesù. «Anche noi siamo costantemente chiamati. Tutti in un certo senso - ha aggiunto il presidente - veniamo chiamati, anche se ciascuno in modo diverso». La chiamata si ripete incessantemente. Infatti, ha fatto notare il presule, «l'uomo soffre in diversi luoghi, a volte "soffre terribilmente". E chiama un altro uomo. Ha bisogno del suo aiuto. Ha bisogno della sua presenza». A volte, ha spiegato Zimowski, «ci intimidisce il fatto di non poter "g u a r i re ", di non poter aiutare come Gesù. Cerchiamo di superare questo imbarazzo. L'importante è andare». Infatti, è importante «stare accanto all'uomo che soffre. Egli, forse, più che della guarigione ha bisogno della presenza dell'uomo, del cuore umano pieno di misericordia, dell'umana solidarietà». Si tratta dei medici, degli infermieri, di tutti i rappresentanti degli operatori sanitari, così come delle istituzioni che servono la salute umana: ambulatori medici e dentistici, farmacie, ospedali, cliniche, località climatiche, sanatori, case di cura. In particolare, ha fatto notare l'arcivescovo, «la cura per i minorati fisici e gli anziani, la cura per i malati di mente, questi settori costituiscono, più di ogni altro ambito della vita sociale, il metro della cultura della società e dello stato». Gli ha fatto eco il segretario del Pontificio Consiglio, monsignor Jean-Marie Mate Musivi Mupendawatu, ripercorrendo la storia della Giornata mondiale del malato, che si svolse per la prima volta nel 1993 a Lourdes. Il prelato ha anche sottolineato la differenza tra la Giornata mondiale del malato con la Giornata mondiale della salute, promossa dall'Organizzazione mondiale della salute, in quanto la prima è prettamente pastorale e mette al centro l'uomo malato bisognoso di cure. Il camilliano Augusto Chendi, sottosegretario del dicastero vaticano, ha poi illustrato il programma dal punto di vista teologico-pastorale e ha annunciato gesti di carità concreti, che troveranno particolare espressione in visite a diversi ospedali e strutture di cura e di accoglienza presenti sul territorio. «Costituiranno - ha detto - il segno tangibile di quella che Papa Francesco indica nel suo messaggio come la "t e n e re z z a p re m u ro s a " di Maria a Cana di Galilea, e che si traduce nella disposizione al servizio dei bisognosi, e concretamente dei nostri fratelli e sorelle malati». Il sottosegretario ha anche anticipato che il 9 febbraio si terrà un convegno presso il Pontificio Istituto Notre Dame Center a Gerusalemme. Esso offrirà l'opportunità di verificare i problemi anche di ordine etico e pastorale, che urgono sia a livello clinicoassistenziale sia a livello legislativo. In particolare, «all'insegna del valore inviolabile di ogni vita umana e della singolare dignità di cui è rivestita ogni persona, si affronteranno i problemi attinenti, in specie, al fine vita e all'accoglienza delle persone con diverse patologie, fisicamente o psichicamente invalidanti». Questo sarà anche il punto di partenza per un confronto che «si protrarrà nel tempo», in particolare «con la costituzione SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 29/01/2016 61 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato In Terra santa le celebrazioni della Giornata mondiale del malato 29/01/2016 Pag. 8 tiratura:60000 SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 29/01/2016 62 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato di Comitati etici locali», che sono una realtà nuova per le strutture sanitarie in Terra Santa. L'augurio formulato da padre Chendi è che «possano apportare incremento sia per la formazione e per l'esercizio delle professioni medico-sanitarie e assistenziali», sia per i responsabili amministrativi e politici «in ordine a sollecitare e a dare in sede politica e legislativa adeguate risposte a queste e ad altre delicate questioni bioetiche». È intervenuto anche il dehoniano Pietro Felet, segretario generale dell'assemblea degli ordinari cattolici di Terra santa e referente locale per l'o rg a n i z z a z i o n e della Giornata, che ha presentato il programma. Foto: Josué Sánchez, «Il buon Samaritano» 29/01/2016 Pag. 10 N.5 - 5 febbraio 2016 diffusione:89462 tiratura:153532 L'Italia fa scuola all'estero Contratti "payment by result", cioè che prevedono un rimborso da parte dell'azienda farmaceutica all'Aifa (Agenzia italiana del farmaco), nel caso un medicinale mai usato prima, una volta impiegato, non funzionasse. Questo modo di gestire i costi dei farmaci oncologici ha permesso all'Aifa, nel 2015, di recuperare 200 milioni di euro per trattamenti che si sono poi rivelati inefficaci. L'iniziativa ha suscitato molto interesse in Europa e negli Usa. ulte le informazioni utili per i cittadini in materia di cure e farmaci, dalla produzione all'uso, si trovano sul sito dell'Alfa: WWW. AGENZIAFARMACO.GOV.IT SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 29/01/2016 63 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato LE BUONE NOTIZIE DELLA SALUTE / FARMACI VITA IN FARMACIA 11 articoli 29/01/2016 Pag. 1 Ed. Firenze diffusione:289003 tiratura:424634 Sanità , il referendum non si può fare BOCCI E POLI NIENTE referendum abrogativo sulla riforma della sanità. Il quesito è stato giudicato inammissibile dal collegio di garanzia statutaria che ha inviato il suo parere al governatore Enrico Rossi. I promotori avevano raccolto 55 mila firme e ora minacciano ricorso. Secondo i garanti far cadere a questo punto la riforma sanitaria inserita nella legge regionale 40 «determinerebbe il rischio di crollo per l'intero sistema sanitario». A PAGINA VII «LA consultazione referendaria non può avere luogo». Si conclude così la relazione del Collegio di garanzia statutaria che è stata inviata in questi giorni al governatore Enrico Rossi. L'organo di controllo regionale ha quindi detto no al referendum chiesto con 55 mila firme. La battaglia non è finita, visto che dal comitato promotore promettono di ricorrere contro il nuovo atto, ma la botta per chi voleva annullare la riforma sanitaria toscana è forte. Far cadere a questo punto la riforma sanitaria inserita nella legge regionale 40 «determinerebbe una tale contraddittorietà nell'organizzazione sanitaria regionale da causare il pericolo di arresto del servizio sanitario regionale». Questo si legge al punto 5 del parere, dove si si spiega anche che «ancor più impropria è l'affermazione dei rappresentanti del comitato promotore durante l'audizione del 20 gennaio 2015 secondo cui "il problema tecnico di individuare gli articoli specifici" su cui formulare il quesito referendario non sarebbe rilevante "perché una volta che vengono meno le tre Asl tutte le norme che ne parlano, in base al principio della connessione, non saranno più applicabili", perché si mette in evidenza come l'obiettivo del referendum diventi quello, nella sostanza, di arrestare tutto il sistema sanitario regionale, conseguenza questa inammissibile ed illegittima perché in contrasto con le norme statutarie». Insomma il quesito è giudicato inammissibile perché proporrebbe al corpo elettorale «l'eliminazione di funzioni che siano costituzionalmente necessarie e come tali non possano essere soppresse senza con ciò stesso ledere principi costituzionali». Insorgono tutte le opposizioni che avevano sostenuto il referendum. «La maggioranza in consiglio regionale ha portato a compimento l'omicidio del diritto referendario, attraverso la vergognosa approvazione della pseudo riforma approvata monca, con 56 articoli stralciati. Nel frattempo la Regione aveva dovuto ammettere che le firme raccolte erano in numero più che sufficiente per indire il referendum», dicono Stefano Mugnai (Fi), Giovanni Donzelli (Fdi) e Manuel Vescovi (Lega Nord). «Oggi quelle firme, salvo ricorsi al Tar, sono carta straccia per volontà del Pd che ha cambiato le regole del gioco a partita in corso». «Al collegio di garanzia si chiedeva un atto a difesa del principio statutario e costituzionale della partecipazione popolare che invece è stata repressa», sostengono Sì Toscana a Sinistra e Movimento 5 Stelle. Replica il presidente della commissione Sanità, il Pd Stefano Scaramelli: «L'accusa di aver barato la rispediamo volentieri ai mittenti, a coloro che hanno abbracciato una battaglia referendaria condotta in maniera surrettizia, chiedendo firme contro la privatizzazione della sanità toscana e la chiusura degli ospedali». (mi.bo. e s.p.)LE REAZIONI Tutte le opposizioni in consiglio contestano il Pd per la gestione del caso I PUNTI IL PARERE Il collegio di garanzia ha giudicato il quesito inammissibile LE FIRME Ne erano state raccolte 55 mila per poter indire il referendum VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 29/01/2016 65 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato LA DECISIONE IL COLLEGIO DI GARANZIA 29/01/2016 Pag. 3 Ed. Genova diffusione:289003 tiratura:424634 La cooperatva sociale Agorà segue 300 stranieri "Ma i fondi non bastano, li mettiamo di tasca nostra" "Cerchiamo alloggi da affittare perchè più facili da gestire rispetto ai grandi spazi come Quarto Ma qualcuno ci sostenga" ERICA MANNA ÈUN all inclusive che non fa sconti: e di incluso, spesso, non c'è nemmeno l'indispensabile. Perché il tetto massimo di 35 euro al giorno previsti per ogni profugo dal Ministero dell'Interno costringe le cooperative a «fare le nozze con i fichi secchi - sintetizza Manuel Sericano, direttore generale di Agorà - e quello che manca, siamo costretti a metterlo di tasca nostra». Quello che manca, in realtà, non è il superfluo. «In farmacia, per i migranti paghiamo i medicinali a prezzo pieno - continua Sericano - i servizi sanitari gratuiti sono a macchia di leopardo. Non abbiamo nessuna agevolazione nemmeno per gli abbonamenti dell'autobus: i profughi, anche se sono nullatenenti, pagano il costo intero, quasi cinquanta euro al mese». Il Consorzio sociale Agorà, che quest'anno festeggia il suo ventennale, è tra quelli che a Genova ospita il maggiore numero di migranti: oltre trecento, e trentasette sono minorenni, accolti in parte in via Asilo Garbarino a Sampierdarena, in parte a San Fruttuoso in Salita del Monte. Un gigante del sociale, composto a sua volta da una galassia di dieci cooperative che attingono ad alcuni servizi di base mantenendo un'autonomia nella gestione: eppure, i bisogni continuano a crescere. I profughi premono alle frontiere, la Prefettura ha indetto da poco un nuovo bando - la graduatoria sarà pubblicata a partire dal 9 febbraio - con l'obiettivo di trovare altri duemila posti sul territorio ligure. E alla cooperativa, che gestisce tra le tante strutture quella dell'ex Ospedale psichiatrico di Quarto dove sono ospitate 60 persone e la palazzina ex Q8 davanti alla Fiera del Mare, non resta che appellarsi ai volontari. E cercare di fare leva su donazioni e sponsor privati. «Alla retta della Prefettura aggiungiamo di tasca nostra i fondi per molte altre attività -spiega Sericano - per esempio, abbiamo iscritto un centinaio dei nostri ospiti a calcio e calcetto, e sempre a nostre spese ne abbiamo inseriti altri in corsi professionali, o facciamo frequentare loro lezioni aggiuntive e più avanzate di italiano». Attività superflue, si potrebbe obiettare. «Ecco, questa è un'idea da sfatare - precisa Sericano perché bisogna aumentare la consapevolezza che alla società intera conviene, se una persona è messa nelle condizioni di potersi giocare al meglio le opportunità». È - nonostante tutto - un bilancio in attivo, l'ultimo della cooperativa: il fatturato supera di poco gli 11 milioni di euro, gli operatori occupati sono 571, in leggera crescita rispetto all'anno precedente. In realtà, un calo dell'occupazione c'è stato, precisa la presidente Rosana Cavalli, «solo in parte compensato da un piano di stabilizzazione dei contratti e da un aumento delle percentuali di part time dei lavoratori che ne hanno fatto richiesta». Nelle missioni sociali della cooperativa non c'è solo l'accoglienza dei profughi: ma progetti di inclusione lavorativa per categorie svantaggiate, servizi per anziani e disabili, una "mediazione" nella selezione delle badanti, iniziative dedicate agli ex detenuti. Eppure, è sul fronte della migrazione che ora si concentrerà la vera sfida, e lo sforzo più duro: «L'idea è di reinvestire i ricavi di alcuni settori laddove c'è più necessità - spiega il direttore generale Manuel Sericano - e poi, a fronte della continua ricerca di posti per l'accoglienza, ci stiamo attivando per trovare appartamenti da prendere in affitto. Perché, rispetto alle grandi strutture che ospitano numerosi profughi, ci sembrano più gestibili e adatti a favorire l'integrazione, con un minore impatto nei quartieri». Nella stessa direzione si sta muovendo la Prefettura: che ha bussato persino alle porte dei condomini, sensibilizzando gli amministratori e chiedendo loro di intercedere con i proprietari di appartamenti dalle grosse metrature perché li mettano a disposizione. Sempre dietro il compenso di quei 35 euro. VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 29/01/2016 66 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato I magrissimi 35 euro " Farmaci e autobus lusso per i migranti" 29/01/2016 Pag. 3 Ed. Genova diffusione:289003 tiratura:424634 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato www.genova.repubblica.it www.agoravox.it PER SAPERNE DI PIÙ VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 29/01/2016 67 29/01/2016 Pag. 43 Ed. Torino diffusione:189394 tiratura:278795 Diecimila torinesi "spariti" per colpa del censimento Risultano introvabili dal 2011 e non possono avere tutela sanitaria PAOLA ITALIANO Ci sono almeno 10.224 torinesi fantasma. Cittadini che erano iscritti all'anagrafe, ma che non hanno r i s p o s t o a l c e n s i m e n t o d e l 2011. E hanno continuato a non rispondere e a non essere reper i b i l i i n a l c u n m o d o. Fi n o a quando il Comune non li ha cancellati. Ma alcuni fantasmi stanno tornando. M e gl i o : q u a l c u n o è s t at o c a n ce l l at o b e n c h é v i vo e i n mezzo a noi. Quanti, è al momento difficile stabilirlo. Ma le prime antenne di questo problema sono i medici di famiglia, come dimostra la storia del dottor Giuseppe Sampieri, che ha ricevuto la comunicazione della cancellazione per «irreperibilità censuaria» di alcuni suoi pazienti, tra i quali suo nipote. Così irreperibile c h e l o h a i m m e d i a t a m e n t e chiamato. E hanno poi scoperto che l'anagrafe lo aveva depennato perché non aveva risposto al censimento. Censimento Un piccolo passo indietro. L'ultimo censimento ha scattato la foto degli italiani al 9 ottobre 2011. Ma non tutti gli italiani, nonostante l'azione capillare per consegnare i moduli (compresa, per la prima volta, la possibilità di compilarli on line), sono stati censiti. È uno dei motivi alla base della discrepanza, rilevabile in tutta Italia, tra i dati sulla popolazione forniti dal censimento e quelli risultanti alle anagrafi dei Comuni. Per capire le ragioni della discrepanza, è iniziata, dopo il censimento, la «revisione anagrafica», con operazioni di confronto tra i dati che hanno portato, come estrema conseguenza, alla cancellazione di chi, pur essendo iscritto all'anagrafe, non ha risposto al censimento e ha continuato a essere irreperibile per gli uffici del Comune. A Torino, erano 65 mila torinesi da sottoporre a verifica, per la difformità tra i dati del Comune e i moduli del censimento pervenuti. La prima fase prevedeva un controllo incrociato con i vari dati collegati a quella miriade di azioni che attestano l'esistenza di un cittadino anche se non risponde: il rinnovo di un documento, il pagamento di una multa. Se i controlli non danno esito, si spedisce una raccomandata e poi c'è la visita dei vigili a casa: se anche allora l'interessato non si trova, parte la cancellazione. E di quei 65 mila potenziali spariti torinesi, la scrematura ha portato a cancellarne 10.224. Molti sono stranieri, spesso inafferrabili. Ma molti sono italiani. E il dato - non definitivo, perché le cancellazioni sono ancora in corso - sembra comunque inverosimile a Giovanni Boella, rappresentante Fimmg Torino (Federazione medici di medicina generale): «Ammettiamo pure che molti sfuggano all'amministrazione, ma come è possibile non trovare ben 10 mila persone? Non pagano bollette? Non hanno una casa? Dobbiamo pensare che ci siano 10 mila case vuote a Torino?». Niente servizio sanitario L'incrocio dei dati, evidentemente, non funziona bene.«Basterebbe una verifica con i dati dell'Asl perché il Comune possa stanare almeno alcuni dei cittadini irreperibili, perché il sistema informatizzato tiene traccia di visite, ricette, ricoveri». La prima ripercussione pratica della cancellazione è l'eliminazione dalle liste del servizio sanitario. Questo non solo non permette al medico di stampare la ricetta elettronica (per il sistema il paziente è inesistente), ma priva anche il dottore della quota (di circa 75 euro l'anno per ogni paziente). Quota che fa parte di quei 1500 euro circa che la Regione percepisce dallo Stato per ogni cittadino per il servizio sanitario: «Tolgono la quota al medico dice Boella - ma non la restituiscono allo Stato. Ma una legge prevede che siano messi in un fondo per i progetti dei medici d i m e d i c i n a ge n e ra l e. D ove vanno, invece?». c 2011 anno L'ultimo censimento ha scattato la foto degli italiani al 9 ottobre 2011 65 mila torinesi da sottoporre a verifica, per la difformità tra i dati del Comune e i moduli del censimento pervenuti VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 29/01/2016 68 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato il caso I cittadini sfuggiti ai controlli incrociati del Comune 29/01/2016 Pag. 43 Ed. Torino diffusione:189394 tiratura:278795 VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 29/01/2016 69 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato 75 euro è la quota annuale che ogni medico di base riceve per ciascun suo paziente Che cosa fare Chi è stato cancellato per errore deve tornare a iscriversi all'anagrafe n «I medici devono dire ai pazienti cancellati, ma esistenti, di andare subito in Comune a iscriversi nuovamente alle liste anagrafiche». Il segretario regionale dei medici di base Roberto Venesia è ben consapevole del problema dei pazienti cancellati, ma esistenti, segnalato dal dottor Giuseppe Sampieri (foto). Non c'è altro da fare, per chi scopre di essere stato cancellato perché irreperibile, pur continuando a vivere e lavorare in città : andare all'anagrafe e pagare la reiscrizione. «Il problema - spiega Venesia - emerge ora perché stanno procedendo con le cancellazioni dopo le verifiche seguite al censimento. Non abbiamo ancora numeri per dire quanti siano stati depennati per errore». Foto: Discrepanza Tra i dati del censimento del 2011 e quelli degli uffici anagrafici di Torino c'era una discrepanza di 65 mila persone Sono quindi iniziati i controlli incrociati che hanno portato alla cancellazione degli «irreperibili» 29/01/2016 Pag. 40 Ed. Cuneo diffusione:189394 tiratura:278795 Dopo 9 anni si lavora al Movicentro lorenzo boratto Qualcosa si muove al Movicentro di Cuneo. In questi giorni sono entrati in azione alcuni addetti per sistemare il locale più vicino ai binari, sotto la tettoia di piazzale della Libertà. Ieri mattina c'è stato anche un sopralluogo di tecnici comunali e di Gianpiero Conte, amministratore unico della società «Farmacie comunali srl». Perché entro il 17 marzo al Movicentro aprirà la quinta farmacia comunale del capoluogo (la numero 4, inaugurata a fine 2015, nella galleria commerciale di Auchan, è aperta 7 giorni su 7, solo di giorno). Settantamila euro Per questa operazione e per sistemare tutta l'area sotto la tettoia il Comune, che ha in comodato la struttura per 30 anni, ha stanziato 70 mila euro. I locali vennero terminati 9 anni fa, e da allora mai utilizzati: due ascensori nuovi mai messi in funzione (uno dal Belvedere dove si parcheggiano le bici, l'altro all'angolo con corso Monviso), una scalinata che porta dalla tettoia ai binari, mai aperta al pubblico. Intanto nella zona è stato costruito un posteggio multipiano, accanto alla rotonda di via Coppino, e c'è un parcheggio dei bus di linea. In tutti questi anni anche Trenitalia ha completamente ristrutturato la stazione, di fatto dimenticando l'obiettivo primario del Movicentro: essere un nodo di interscambio tra mezzi pubblici, treno, bus e taxi. Ma adesso la situazione cambierà. A fine febbraio arriveranno gli arredi e la farmacia aprirà entro un mese e mezzo, malgrado un ricorso pendente, presentato contro il Comune dall'associazione titolari di farmacia: si sostiene che non siano rispettati i parametri di legge nelle due ultime aperture della società pubblica. Ci sono anche altri locali accanto alla nuova farmacia: il Comune è in trattativa da tempo con diversi privati per cercare negozianti (ma anche gestori di bar, ristorante ed edicola) che possano occupare quegli spazi. E la comunale numero cinque non sarà la sola nuova farmacia nella zona. Perché il 7 gennaio ha inaugurato in corso Galileo Ferraris 13, dalla parte opposta rispetto all'ospedale Santa Croce, la «Farmacia Galileo». I titolari sono Luisa De Cesare e Marco Conti, 42 e 40 anni. Dopo 13 anni da dipendenti in una farmacia del Napoletano, sono arrivati primi assoluti su oltre 2 mila partecipanti all'ultimo mega-bando regionale, che risale al 2012. Dice De Cesare: «Potevamo scegliere qualsiasi sede vacante in Piemonte: nel Torinese ad esempio c'erano Chieri, Collegno o Grugliasco. Abbiamo optato per Cuneo soprattutto per la qualità della vita. Conoscevamo questa provincia per averci fatto le vacanze». BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 29/01/2016 70 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato cuneo, l'edificio completato nel 2007 non è mai stato aperto 29/01/2016 Pag. 7 Ed. Ascoli diffusione:113338 tiratura:156629 Farmacisti , approvata la graduatoria finale APPROVATI i verbali della commissione esaminatrice e quindi la graduatoria finalizzata ad assunzioni a tempo determinato con rapporto di lavoro a tempo pieno o parziale per commessi di farmacia, da destinare alla farmacie comunali. La determinazione dirigenziale ha ricordato i passaggi della procedura, con i candidati che non sono stati ammessi alla prova orale per il mancato superamento di quella scritta e l'approvazione della graduatoria finale dei sette candidati che quindi sono stati dichiarati idonei. VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 29/01/2016 71 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato DALL'ARENGO 29/01/2016 Pag. 20 Ed. Ascoli diffusione:113338 tiratura:156629 - FOLIGNANO - «LA FARMACIA svolgeva una funzione fondamentale in paese ed è davvero un peccato che sia chiusa ormai da un mese». Continua a tenere banco, nella frazione folignanese di Piane di Morro, la vicenda relativa alla chiusura della farmacia, che era stata ceduta a dicembre dal Comune al dottor D'Isidoro ma che non è ancora tornata in funzione a distanza di quasi quaranta giorni. Ad alzare la voce, ieri, sono stati i cittadini. «Soprattutto per gli anziani la farmacia era un punto di riferimento importante - ha spiegato ad esempio Ivan Micucci -. Inoltre, all'interno di tale esercizio venivano resi agli abitanti di Piane di Morro tanti altri servizi, come la ricarica delle tessere per la mensa scolastica, del quale usufruivo settimanalmente». «Ogni volta che abbiamo bisogno di un farmaco siamo costretti ad andare a Folignano oppure a Maltignano e non tutti sono in grado di spostarsi in auto - ha proseguito invece Elena Ryzhenkova -. Il disservizio è grave e speriamo che il Comune possa attivarsi per ripristinarlo entro pochi giorni». Dello stesso parere anche Giovanni Maravalli. «Purtroppo in tanti stanno cogliendo l'occasione per farne una battaglia politica - ha spiegato - quando invece il problema principale riguarda l'assenza di servizi per noi cittadini». «Il nostro paese è stato lasciato completamente all'abbandono da parte degli enti e delle istituzioni - ha continuato Romeo Renzi -. Tanto per fare qualche esempio, non abbiamo uno sportello per il Bancomat né un ambulatorio medico. E' assurdo che in una frazione di oltre duemila abitanti non vengano garantiti questi servizi che invece sono essenziali. Ed ora, come se ciò non bastasse, non abbiamo più neanche la farmacia». Polemici anche Filippo De Luca e Giovanni Spinozzi. «Per fortuna non ho mai avuto bisogno della farmacia - ha detto il primo - ma è evidente che chiudendola è venuto a mancare un esercizio fondamentale per il paese. Averla a portata di mano era una comodità per tutti». «Per gli anziani il disagio è notevole - ha proseguito Spinozzi - ma la chiusura di tale attività è il risultato dello scarso attaccamento che, secondo me, i cittadini di Piane di Morro hanno per il proprio paese. I tanti esercizi commerciali del posto sono in crisi ed è normale che quando si verificano delle perdite importante, come avvenuto nel caso della stessa farmacia, si preferisce chiudere i battenti». Delusi anche Giovanni Gaspari e Dino Puccianti. «E' normale che quando chiude una farmacia ci siano dei disagi per la popolazione - hanno commentato i due intervistati -. Speriamo che ogni problema venga presto risolto per rimettere il servizio a disposizione della gente». «La cosa brutta è che tutto si sta riducendo ad una questione politica - hanno concluso infine Manuela Zerbini e Piera Romandini -. Nessuno però si sta preoccupando del fatto che a Piane di Morro ormai non ci sono più servizi». Matteo Porfiri VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 29/01/2016 72 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato «La farmacia era importante Adesso mancano troppi servizi» 29/01/2016 Pag. 20 Ed. Ascoli diffusione:113338 tiratura:156629 Consegna dei medicinali a domicilio «LA VENDITA della farmacia è stata necessaria, anche perché non avevamo le risorse per portarla avanti. Comunque si tratta di un 'evento' straordinario ed eccezionale, e l'attività riaprirà il prima possibile. Al massimo fra una decina di giorni». A replicare alle polemiche sollevate dalla minoranza nei giorni scorsi è stato il sindaco Angelo Flaiani, il quale ha anche sottolineato come «l'acquisto della farmacia da parte del dottor D'Isidoro rappresenti una bellissima notizia per tutto il territorio, perché non capita tutti i giorni di avere qualcuno che decida di investire nel nostro paese». Intanto, il Comune e la Protezione Civile hanno attivato un servizio gratuito di consegna farmaci a domicilio per i cittadini. VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 29/01/2016 73 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato LA NOVITÀ 29/01/2016 Pag. 6 Ed. Brianza diffusione:48518 tiratura:74334 - VEDANO AL LAMBRO - DOVEVA ESSERE un bandito alle prime armi il soggetto che mercoledì sera ha commesso una rapina alla Farmacia del Parco di via Cesare Battisti a Vedano al Lambro. Alle 19 circa il bandito è entrato col volto coperto da un casco integrale e ha rapinato la prima cliente a cui si è trovato davanti, una donna di circa sessant'anni, da cui si è fatto consegnare il portafogli. Dentro, sembra che ci fossero appena una ventina di euro. A quel punto il rapinatore, che stringeva fra le mani un oggetto, probabilmente una pistola, ma non di sa se vera o soltanto giocattolo, ha deciso di andarsene in tutta fretta. Disinteressandosi della cassa, in cui certo erano contenuti più quattrini. Una rapina quantomeno atipica, pertanto. Non è chiaro se ad attenderlo all'esterno della farmacia di fosse un complice, in sella a una motocicletta, oppure se il bandito abbia agito da solo. Certamente, il caso ricorda una rapina analoga avvenuta qualche giorno da in un supermercatino di via Giotto a Monza. Anche in quel caso, il bandito indossava un casco integrale. Anche in quel caso, aveva agito dimostrando una certa imperizia e nervosismo: aveva schiaffeggiato la cassiera che tardava troppo da aprire il registratore di cassa e aveva lasciato cadere a terra parte del bottino. In quel caso, un complice lo attendeva in sella a uno scooter. Sul'ultimo caso, la rapina di Vedano al Lambro, indagano i carabinieri della Compagnia di Monza. Da.Cr. VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 29/01/2016 74 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Vedano, rapinatore in farmacia si accontenta di 20 euro 29/01/2016 Pag. 21 Ed. Pistoia Montecatini diffusione:88274 tiratura:127149 Autoambulanza e pulmino per disabili Due nuovi mezzi per la Pubblica Assistenza DOMENICA 31 gennaio la sezione di Vaiano della Pubblica Assistenza «L'Avvenire» presenterà alla popolazione due nuovi mezzi destinati ad arricchire la flotta di automezzi a servizio della Vallata. Di particolare rilievo l'acquisto di una autoambulanza dotata di tutti i più aggiornati strumenti per rianimazione e stabilizzazione clinica dei pazienti. Le ridotte dimensioni esterne insieme alla trazione a 4 ruote motrici la rendono particolarmente adatta a prestare servizio nei luoghi più remoti e dall'accesso problematico, con qualunque condizione atmosferica. L'altro mezzo è una pulmino attrezzato per trasporto di disabili da adibire a servizi sociali a disposizione della comunità. LA POSSIBILITÀ degli acquisti è stata resa possibile grazie alla sensibilità e la collaborazione con la Cooperativa di consumo Bisenzio Ombrone e la Farmacia Cooperativa di Vaiano a dimostrazione dell'attenzione che questi Enti pongono ai Territori. La cerimonia avrà luogo a Vaiano: il taglio del nastro e la benedizione alle 9,30 in piazza del Comune, il rinfresco presso la Villa Comunale del Mulinaccio dalle 11.30. VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 29/01/2016 75 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato VAIANO DOMENICA FESTA E BENEDIZIONE 29/01/2016 Pag. 24 Ed. Pistoia Montecatini diffusione:88274 tiratura:127149 Tutto pronto per la super festa DOMENICA 31 il Carnevale aglianese porta colori, musica e allegria nella frazione di Spedalino, dove alle 14 partirà la seconda sfilata dell'edizione 2016. E' la trentottesima edizione nella storia della manifestazione, partita inizialmente solo nella frazione di S.Michele, dove ha sede l'associazione degli instancabili volontari, che con l'ampliarsi dei corsi mascherati anche alle frazioni di Spedalino, S.Piero e S. Niccolò, ha assunto il nome di «Associazione Carnevale aglianese dei ragazzi». La sfilata dei cinque bellissimi carri, a Spedalino sarà accompagnata dalla banda aglianese «I tigrotti», che il 14 febbraio tornerà con le sue note a fare da cornice alla sfilata che partirà dalla farmacia di S.Niccolò per arrivare fino alle piazze IV Novembre e Gramsci di S. Piero. Il 7 febbraio il corso mascherato torna a S.Michele, accompagnato dalla filarmonica «Giuseppe Verdi» di Luicciana. I cinque carri allegorici, tra favola e realtà, frutto di mesi di lavoro e della creatività dei volontari, sono: «Alla corte di re Carnevale», «Il teatro delle maschere», «La maestra e la scuola», «Lo scorrere del tempo», «Il bruco e la farfalla». Tutte le sfilate sono a ingresso gratuito e iniziano alle 14. Si ricorda che è vietato l'uso di bombole schiumogene. In caso di pioggia, la sfilata è rinviata e recuperata nella terza o quarta domenica di febbraio. Collaborano con l'associazione «Carnevale», «L'agorà», parrocchia di San Michele, «Lenza aglianese», circolo ricreativo Scintilla, Packy bar di Spedalino, Misericordia di Agliana, Servizio volontario protezione civile di Agliana, Unicoop-sezione soci Agliana. Sponsor ufficiale Lanificio Paultex, altri sponsor: Tipografia Mariotti, Bcc di Vignole e Montagna pistoiese, Banca di Pistoia, Bcc di Masiano. Piera Salvi VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 29/01/2016 76 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato CARNEVALE DOMENICA SFILATA AD AGLIANA 29/01/2016 Pag. 9 Ed. Umbria Terni diffusione:88274 tiratura:127149 - CITTA' DELLA PIEVE - È STATO approvato il protocollo d'intesa per lo svolgimento del servizio di trasporto a domicilio dei farmaci sul territorio di Città della Pieve. Il Comune ha messo nero su bianco gli elementi che regolano l'accordo con farmacie, associazioni di volontariato e medici di medicina generale per la consegna domiciliare dei prodotti. Tra i soggetti che hanno offerto la propria disponibilità a collaborare ci sono otto associazioni impegnate sul territorio, tre medici di famiglia e due farmacie del posto. L'IDEA NASCE dalla necessità di andare incontro alle esigenze di quei cittadini che, per ragioni diverse, hanno difficoltà a spostarsi e a provvedere ai normali bisogni quotidiani come l'acquisto di un medicinale. Il servizio si rivolge agli utenti del centro di salute di Città della Pieve ma anche a persone invalide o con disabilità, ultrassessantacinquenni non autosufficienti ed economicamente svantaggiati, cittadini che versano in condizioni disagiate e senza familiari in grado di aiutarli. Il trasporto delle medicine, completamente gratuito, dovrà essere richiesto dal paziente entro le 12 attraverso i volontari delle associazioni aderenti all'iniziativa. L'operatore, munito di apposito tesserino di riconoscimento, effettuerà la consegna a domicilio nel pomeriggio. Fondamentale il ruolo del farmacista che dovrà occuparsi della spedizione della ricetta e del confezionamento dei farmaci relativi alla prescrizione medica, prima di consegnarli (in busta chiusa e nel rispetto delle norme sulla privacy) al volontario incaricato del trasporto. Il protocollo prevede la costituzione di un apposito registro presso le farmacie del territorio comunale, per attestare l'avvenuto recapito al volontario. C.S. VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 29/01/2016 77 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Accordo tra Comune e farmacie I medicinali arrivano a domicilio PROFESSIONI 1 articolo 29/01/2016 Pag. 24 N.1454 - 29 gennaio 2016 diffusione:333114 tiratura:453532 LA LIBERTÀ FA BENE ALLA SALUTE? #LIBERALIZZIAMOCI Una delle leggi fondamentali del mercato è la libera concorrenza. Eppure i farmaci di fascia C, quelli non mutuabili ma con l'obbligo di prescrizione non sono ancora vendibili nelle parafarmacie. Noi di Conad, assieme alla Federazione Nazionale Parafarmacie Italiane e Altroconsumo, come milioni di nostri concittadini ci siamo chiesti '"perché?" Perché sull'acquisto di farmaci primari quali antinfiammatori, analgesici, antidepressivi e anticoncezionali devono rimetterci i cittadini? Perché, mentre noi ci sforziamo ogni giorno di individuare per il cittadino delle aree di risparmio, si sottostima il ruolo della parafarmacia nel calmierare i prezzi? Perché l'aver contribuito, con le parafarmacie, a ridurre di oltre il 20% il prezzo dei farmaci è stato considerato un dato trascurabile? Perché ritenere che i farmacisti delle parafarmacie, iscritti all'albo, siano diversi da quelli delle farmacie? Fino a qual punto un cittadino, quando non può garantirsi il massimo della salute con il minimo della spesa, può continuare a dirsi veramente libero? Firma anche tu la petizione a favore della liberalizzazione di questi farmaci. Fai del bene, a te e alla libertà di mercato. FIRMA ANCHE TU Per la liberalizzazione dei farmaci di fascia C, Conad, insieme alla Federazione Nazionale Parafarmacie Italiane e ad Altroconsumo, ti invita a firmare su liberalizziamoci.it o nelle Parafarmacie e nei Conad abilitati. ederazione azionale arafarmacie taliane liberalizziamo CONAD Persone oltre le cose www.liberalizziamoci.i #ALTROCONSUMO IL tuo punto di forza Liberalizziamoci PROFESSIONI - Rassegna Stampa 29/01/2016 79 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Informazione pubblicitaria PERSONAGGI 3 articoli 29/01/2016 Pag. 1 diffusione:83734 tiratura:155835 Berlusconi fa i nomi dei candidati: Bertolaso a Roma, Parisi a Milano Francesco Cramer a pagina 8 Roma Berlusconi dà la linea a Forza Italia e ipotizza alcune candidature per le prossime amministrative. Niente di deciso visto che ogni pedina dovrà essere concordata assieme agli alleati. Infatti annuncia: «Sabato e domenica ne parleremo». Ma ecco alcuni nomi fatti durante l'ufficio di presidenza tenutosi nel pomeriggio a Palazzo Grazioli: Guido Bertolaso per Roma, Stefano Parisi per Milano, Vittorio Sgarbi per Bologna, Osvaldo Napoli per Torino. Il metodo è chiaro: «Sosterremo ovunque il candidato migliore - dice l'ex premier No, dunque, al "manuale Cencelli"». Le seguenti ipotesi erano già state fatte e le indiscrezioni erano già uscite sui giornali. La quadra con gli alleati, però, ancora non c'è. Alla Lega, per esempio, non piace Parisi a Milano; e per altro il diretto interessato s'era detto indisponibile. Stesso discorso su Roma dove il Carroccio non è convinto di Guido Bertolaso. Pare invece tramontata l'ipotesi Alfio Marchini per la Capitale su cui resta il veto di Giorgia Meloni. Dubbi anche a Bologna dove Salvini, fino ad ora, pare non voglia rinunciare alla «sua» Lucia Borgonzoni. Il Cavaliere ammette: «Ma non c'è solo il sudoku delle candidature alle amministrative». Il Cavaliere sa che il partito è in fibrillazione e così cerca di rassicurare tutti: «Non voglio rottamare nessuno di voi». Quindi annuncia alcune novità interne a Forza Italia: «Gianni Letta sarà l'ambasciatore del partito nel mondo delle imprese; Renata Polverini terrà i rapporti con i sindacati mentre Andrea Mandelli farà da cinghia di trasmissione con le professioni». Quindi attacca Renzi e i Cinque Stelle: «2.018 miliardi è il debito pubblico oggi dell'Italia. Più 300 miliardi rispetto a come lo abbiamo lasciato noi. I Cinque Stelle pensano di sanarlo con successive patrimoniali, anche sui piccoli redditi. Una follia». La strategia per tornare a battere la sinistra? Lavoro, lavoro, lavoro. E «operazione web»: «Sono ancora in campo - dice Ho preso atto del fatto che internet è frequentata ogni giorno per 7 ore da 40 milioni di italiani. Quindi ho assunto decisione sacrificale di prendere lezioni di internet. Interverremo su internet come non abbiamo mai fatto prima». Berlusconi scuote i suoi: «Dobbiamo passare alla storia come i salvatori della democrazia e della libertà portando il centrodestra alla vittoria al primo turno». E pensa già al prossimo governo con «Gallitelli agli Interni, Coppi alla Giustizia, Brunetta all'Economia». L'affondo al premier arriva soprattutto sulla politica estera: «Adesso speriamo che non si proceda con i bombardamenti anche in Libia. I bombardamenti sono un errore. L'unica soluzione per estirpare l'Isis è quella proposta da Putin all'Onu: una coalizione comune che intervenga sul campo». Ed ecco i suoi timori: «Sulla politica estera non si può più sbagliare dal momento che diversi Paesi europei hanno chiuso o si apprestano a chiudere le loro frontiere. Se il governo di sinistra non cambierà la sua posizione, l'Italia rischia di rimanere fuori dal sistema Schengen con conseguenze nefaste. Deve essere infatti chiaro ai cittadini italiani che, con la chiusura delle frontiere, tutti i migranti già presenti o in arrivo nel territorio italiano sarebbero destinati a rimanervi per un tempo indefinito». Un disastro. «Serve - conclude Berlusconi - identificare, anche attraverso l'utilizzo delle impronte digitali, chi cerca di entrare illegalmente nel nostro Paese». L'attacco A RENZI E GRILLINI Il debito pubblico oggi è 300 miliardi più alto di come l'abbiamo lasciato E i Cinque stelle vogliono sanarlo con le patrimoniali È una follia Foto: PALAZZO GRAZIOLI Silvio Berlusconi all'ufficio di presidenza di Fi PERSONAGGI - Rassegna Stampa 29/01/2016 81 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato VERSO LE AMMINISTRATIVE 29/01/2016 Pag. 9 Più internet meno soldi suoi Il Cav ripensa Fi Silvio Berlusconi riorganizza Forza Italia: Gianni Letta sarà ambasciatore presso le imprese, il senatore Andrea Mandelli curerà il rapporto con le professioni, mentre Renata Polverini si occuperà dei sindacati. Come futuri ministri in caso di vittoria elettorale, invece, il Cav punta su Franco Coppi alla Giustizia, il generale dei Carabinieri Leonardo Gallitelli all'Interno e Renato Brunetta all'Economia. Berlusconi ha riunito il comitato di presidenza del partito. Alle Amministrative «FI sarà in campo nell'ambito del centrodestra unito». Per la campagna elettorale, si «interverrà su Internet come non mai» e lui stesso «prenderà lezioni» di web. Per finanziare FI, di cui ha azzerato gli affidi bancari (44 milioni di euro), si punterà sullo «strumento del 2x1000». PERSONAGGI - Rassegna Stampa 29/01/2016 82 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato VERSO LE ELEZIONI 29/01/2016 Pag. 39 Ed. Bari diffusione:24843 tiratura:35894 «Decaro ci dica se le telecamere funzionano» l La riforma della legge regionale sui Consorzi Asi e, nelle more, la gestione straordinaria del Consorzio Asi di Bari-Modugno sono le proposte avanzate da tempo dagli esponenti di centrodestra del Cor (Conservatori e riformisti). Lo ha sottolineato in una nota il senatore Luigi d'Ambrosio Lettieri , che ha dichiarato: «La strada tracciata dal presidente di Confindustria Bari e Bat, Domenico de Bartolomeo non è solo condivisibile, ma è esattamente quella che indichiamo da tempo, rimanendo a lungo desolatamente inascoltati. La zona industriale è una specie di pentagono della desolazione, dell'ab bandono e del degrado, un cimitero di elefanti a rischio desertificazione, con un bollettino di guerra che in questi anni ha fatto morti e feriti, in un labirinto intricato di cassintegrati, licenziati, lavoratori in mobilità e aziende volatilizzate. Auspico discontinuità, nel metodo e nel merito, con le prassi che sino ad oggi, invece di costruire l'attrattività dell'area, ne hanno rappresentato l'affossamento. Costi energetici, logistica, funzionamento dei servizi, sicurezza, infrastrutture sono solo alcuni dei nodi da sciogliere. Gli imprenditori hanno ragione: il distretto industriale tra Bari, Modugno, Bitonto, Molfetta e Giovinazzo è terra di nessuno, senza servizi, alla mercé di bande di ladri, con trasporti e segnaletica insufficienti, burocrazia opprimente e costi alti: una fotografia che somiglia più ad un labirinto in cui è facile perdersi che ad una zona votata allo sviluppo e alla produzione. Intanto, il sindaco Decaro fornisca risposte immediate sul funzionamento della centrale, collegata alle forze di polizia, per il controllo delle telecamere installate nella zona industriale. I Conservatori e Riformisti sono pronti ad incontrare gli imprenditori per approfondire i problemi evidenziati e avviare una interlocuzione produttiva». PERSONAGGI - Rassegna Stampa 29/01/2016 83 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato TUONA L'OPPOSIZIONE IL SEN. D'AMBROSIO LETTIERI (COR): GLI IMPRENDITORI HANNO RAGIONE, SULL'ASI ORA SI CAMBI