Rassegna Stampa - Ordine dei Farmacisti di Salerno

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Rassegna Stampa - Ordine dei Farmacisti di Salerno
FEDERAZIONE ORDINI DEI
FARMACISTI
Rassegna Stampa del 29/01/2016
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INDICE
IN PRIMO PIANO
29/01/2016 Corriere della Sera - Nazionale
«Subito i comitati per il No» Berlusconi, sfida sul nuovo Senato
7
28/01/2016 IlFarmacistaOnline.it 10:08
Concorso farmacie. I senatori Mandelli e d'Ambrosio Lettieri presentano due
interrogazioni a Lorenzin
9
28/01/2016 QS - QuotidianoSanita.it
Concorso farmacie. I senatori Mandelli e d'Ambrosio Lettieri presentano due
interrogazioni a Lorenzin
10
SANITÀ NAZIONALE
29/01/2016 Corriere della Sera - Nazionale
Zika, 4 milioni a rischio contagio
12
29/01/2016 Il Sole 24 Ore
Chorafarma lancia il medicorner
14
29/01/2016 Il Sole 24 Ore
Clinique a 60 milioni di ricavi scommette su Millennials e over 50
15
29/01/2016 Il Sole 24 Ore
Zika, rischio contagio per quattro milioni
16
29/01/2016 Il Sole 24 Ore
Medici, ok al Ddl sulla responsabilità professionale
18
29/01/2016 La Repubblica - Nazionale
"Virus Zika esplosivo" L'Oms: è allarme contagi attesi 3-4 milioni di casi
19
29/01/2016 La Repubblica - Nazionale
L'Italia alle donne incinte: non partite Niente donazioni di sangue per chi torna
20
28/01/2016 La Repubblica - Album
Scotti: "Ora scelte coraggiose e nuove piante organiche"
22
28/01/2016 La Repubblica - Album
"Un nuovo defibrillatore nascosto sottopelle"
23
28/01/2016 La Repubblica - Album
Coppie, il 20 per cento ha problemi
24
28/01/2016 La Repubblica - Album
Quei segnali del corpo che mandano in tilt gli uomini di mezza età
25
28/01/2016 La Repubblica - Album
"Donne, calo del desiderio sì alla terapia ormonale"
27
28/01/2016 La Repubblica - Album
Piede diabetico stop amputazioni se c'è prevenzione
28
28/01/2016 La Repubblica - Album
Risonanza magnetica e Tac all'avanguardia sempre più malattie scoperte in tempo
utile
29
29/01/2016 L'Espresso
Ma la felicità allunga o no la vita?
30
29/01/2016 L'Espresso
L'ospedale si addice ai cartoon
31
29/01/2016 L'Espresso
World music? Non vuoi dir niente
32
29/01/2016 La Stampa - Nazionale
Il medico e i pazienti inesistenti "Così non posso fare le ricette"
34
29/01/2016 Il Messaggero - Nazionale
Zika, allarme per i contagi «Possibili 4 milioni di casi»
35
29/01/2016 ItaliaOggi
Fisioterapisti e logopedisti obbligati ai dati sanitari
37
29/01/2016 ItaliaOggi
Per i sanitari vale solo la colpa grave
38
29/01/2016 ItaliaOggi
Giù le mani dalle farmacie rurali
39
29/01/2016 Avvenire - Nazionale
L'Oms: è allarme globale «Il virus zika è esplosivo»
40
29/01/2016 Il Giornale - Nazionale
Quiz sbagliati per diventare medici: oltre al «d'anno» la beffa per chi paga
42
29/01/2016 Libero - Nazionale
«Ma la rosolia è più pericolosa»
43
29/01/2016 Libero - Nazionale
Sparata Oms: Zika emergenza mondiale
44
29/01/2016 QN - La Nazione - Nazionale
Il Comune dà il 'Benvenuto' a tutti i nuovi nati Materiale informativo sui servizi per
le neomamme
46
29/01/2016 Corriere della Sera - Sette
«I cervelli non fuggono: vanno dove si crede, e si investe, nella ricerca»
47
29/01/2016 Il Venerdi di Repubblica
NUOVE CURE PER IL TUMORE AL FEGATO
50
29/01/2016 Il Venerdi di Repubblica
QUANDO L'IPNOSI SOSTITUISCE L'ANESTESIA
51
29/01/2016 Cronache del Garantista - Nazionale
Assalta la farmacia... Ma ci lascia il sangue
53
29/01/2016 DailyMedia
brand Zeta Farmaceutici porta Profile su tv e web
54
29/01/2016 Ok - salute e benessere
CALMA il colon irritabile con i batteri buoni
55
29/01/2016 Ok - salute e benessere
Basta coi pregiudizi: anche i farmaci generici sono sicuri ed efficaci
58
29/01/2016 Ok - salute e benessere
RACCOLTA DI MEDICINE PER I BISOGNOSI
59
29/01/2016 Ok - salute e benessere
Una guida fa chiarezza sugli equivalenti
60
29/01/2016 Osservatore Romano
Alla riscoperta della vicinanza
61
29/01/2016 Viver Sani e Belli
L'Italia fa scuola all'estero
63
VITA IN FARMACIA
29/01/2016 La Repubblica - Firenze
Sanità, il referendum non si può fare
65
29/01/2016 La Repubblica - Genova
I magrissimi 35 euro "Farmaci e autobus lusso per i migranti"
66
29/01/2016 La Stampa - Torino
Diecimila torinesi "spariti" per colpa del censimento
68
29/01/2016 La Stampa - Cuneo
Dopo 9 anni si lavora al Movicentro
70
29/01/2016 QN - Il Resto del Carlino - Ascoli
Farmacisti, approvata la graduatoria finale
71
29/01/2016 QN - Il Resto del Carlino - Ascoli
«La farmacia era importante Adesso mancano troppi servizi»
72
29/01/2016 QN - Il Resto del Carlino - Ascoli
Consegna dei medicinali a domicilio
73
29/01/2016 QN - Il Giorno - Brianza
Vedano, rapinatore in farmacia si accontenta di 20 euro
74
29/01/2016 QN - La Nazione - Pistoia Montecatini
Autoambulanza e pulmino per disabili Due nuovi mezzi per la Pubblica Assistenza
75
29/01/2016 QN - La Nazione - Pistoia Montecatini
Tutto pronto per la super festa
76
29/01/2016 QN - La Nazione - Umbria Terni
Accordo tra Comune e farmacie I medicinali arrivano a domicilio
77
PROFESSIONI
29/01/2016 Il Venerdi di Repubblica
LA LIBERTÀ FA BENE ALLA SALUTE? #LIBERALIZZIAMOCI
79
PERSONAGGI
29/01/2016 Il Giornale - Nazionale
Berlusconi fa i nomi dei candidati: Bertolaso a Roma, Parisi a Milano
81
29/01/2016 Libero - Nazionale
Più internet meno soldi suoi Il Cav ripensa Fi
82
29/01/2016 La Gazzetta Del Mezzogiorno - Bari
«Decaro ci dica se le telecamere funzionano»
83
IN PRIMO PIANO
3 articoli
29/01/2016
Pag. 15
diffusione:298071
tiratura:412069
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Il centrodestra
«Subito i comitati per il No» Berlusconi, sfida sul nuovo Senato
E punta su Sgarbi per Bologna, Bertolaso (Roma) e Lettieri (Napoli) Se torniamo al governo avremo tre
politici di FI come ministri: Franco Coppi alla Giustizia, l'ex capo dell'Arma Gallitelli alla Difesa e Brunetta al
Tesoro. Letta sarà ambascia-tore per i rapporti con le imprese
Fabrizio Caccia
ROMA «Bisogna accelerare, organizzare e sostenere da subito, insieme agli altri movimenti del
centrodestra, i comitati per il no al referendum di ottobre sulle riforme costituzionali. Perché dai numeri che
ho io, il sì perde...». Battagliero più che mai, Silvio Berlusconi, che ieri pomeriggio a palazzo Grazioli ha
riunito l'ufficio di presidenza cercando di dare una scossa al partito. «Più di così Renzi non può fare...»,
avrebbe detto l'ex premier citando gli ultimi sondaggi a sua disposizione, che vedrebbero il capo del
governo in calo di consensi.
«E andrà anche peggio - avrebbe aggiunto il leader azzurro - quando gli esponenti della sinistra interna
capiranno che non saranno ricandidati e molleranno la maggioranza...». Nervi tesi, a palazzo Grazioli, il
giorno dopo l'esito assai negativo della sfiducia al governo, bocciata dall'Aula e con ben 8 azzurri assenti a
Palazzo Madama al momento della chiama (Ghedini, Palma, Giro, Fazzone, De Siano, Piccoli, Villari e
Bocca).
Così, Berlusconi ha cercato di riportare entusiasmo: «Mi sento obbligato a restare in campo - l'annuncio -.
Si deve tornare a essere il primo partito italiano. Possiamo e dobbiamo farcela. Dobbiamo passare alla
storia come i veri salvatori della democrazia e della libertà. Voi parlamentari dovrete aiutare il
rinnovamento, io comunque non rottamerò nessuno».
La prima sfida sono ovviamente le Amministrative di primavera e il presidente di Forza Italia comincia a
riempire le caselle dei suoi candidati ideali, città per città: «Vittorio Sgarbi a Bologna - ecco le prime
conferme arrivate ieri -, Guido Bertolaso a Roma, Gianni Lettieri a Napoli...». Per quanto riguarda Milano,
invece, Berlusconi non ha più fatto il nome di Alessandro Sallusti, mentre starebbe ancora riflettendo su
quello di Stefano Parisi, ex city manager a Milano ai tempi del sindaco Albertini e fondatore di Chili, la
piattaforma di video e film on demand . Anche per Torino la candidatura di Osvaldo Napoli resta in piedi, in
attesa però di nuove «illuminazioni». Una cosa è certa: «No al manuale Cencelli. Bisogna aprirsi alla
società civile. Ovunque sosterremo il candidato migliore».
Berlusconi, in verità, avrebbe già in testa un'idea di governo: «Se torniamo a Palazzo Chigi, avremo tre
politici di FI come ministri, Franco Coppi alla Giustizia, Leonardo Gallitelli (ex comandante generale
dell'Arma, ndr ) all'Interno e, naturalmente, Renato Brunetta all'Economia...», mentre Gianni Letta diventerà
«l'ambasciatore di Forza Italia» per i rapporti con le imprese, il senatore Andrea Mandelli (presidente dei
farmacisti italiani, ndr ) dialogherà con gli ordini professionali e Renata Polverini, infine, ex segretario Ugl,
se la vedrà con i sindacati.
E per rilanciare Forza Italia si punterà anche sul web: «Ho preso atto del fatto che Internet è frequentata
ogni giorno per 4 ore da 40 milioni di italiani - ha concluso Berlusconi davanti ai suoi -. Quindi ho assunto la
decisione sacrificale di prendere lezioni di Internet. Interverremo sulla Rete come non abbiamo mai fatto
prima...». Secondo voci di palazzo Grazioli, il tutor informatico prescelto sarebbe Giampaolo Rossi, ex
presidente di Rainet e fidanzato della responsabile comunicazione del partito, Deborah Bergamini .
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Foto: Summit
Il leader di FI Silvio Berlusconi,
IN PRIMO PIANO - Rassegna Stampa 29/01/2016
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29/01/2016
Pag. 15
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tiratura:412069
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79 anni,
ieri
a palazzo Grazioli alla fine dell'ufficio di presidenza. L'ex premier
ha cercato
di ricompattare il partito
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28/01/2016 10:08
Sito Web
IlFarmacistaOnline.it
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Concorso farmacie. I senatori Mandelli e d'Ambrosio Lettieri presentano
due interrogazioni a Lorenzin
La prima riguarda le determinazioni di alcune Regioni che impediscono la titolarità o la contitolarità di due
farmacie ai candidati risultati vincitori in due regioni con diverse compagini associative; con il secondo atto
si chiede un intervento del ministro alla luce della sentenza del Consiglio di Stato sulla maggiorazione del
punteggio per i farmacisti di farmacie rurali. L'obiettivo è evitare l'insorgere di nuovi contenziosi.
28 GEN - Non ha avuto i natali facili, e ancora oggi sul concorso straordinario per l'apertura di nuove
farmacie continuano ad emergere criticità. Le ultime due riguardano l'assegnazione della titolarità di due
farmacie ai candidati risultati vincitori in due regioni con diverse compagini associative e la mancata
maggiorazione del punteggio per i farmacisti con più anziani di servizio nelle farmacie rurali. Allo scopo di
fare chiarezza ed evitare l'insorgere di ulteriori contenziosi, sulle due questioni i senatori Andrea Mandelli
(FI) e Luigi D'Ambrosio Lettieri (CoR) hanno presentato due interrogazioni al ministro della Salute, Beatrice
Lorenzin. Nella prima interrogazione (n. 4-05096), sono state rappresentate al Ministro le criticità in merito
alla partecipazione in forma associata ed all'attribuzione della titolarità agli associati risultati vincitori. In
primo luogo, gli interroganti hanno in evidenziato la circostanza in base alla quale, ai sensi della normativa
introdotta dal D.L. 1/2012, convertito dalla L. 27/2012, e secondo quanto previsto dalla piattaforma creata
dal Ministero per lo svolgimento dei concorsi, alcuni concorrenti hanno partecipato in forma associata in
due regioni e province con una diversa compagine associativa. "Tuttavia - spiegano i senatori in una nota -,
l'interpretazione fornita dal Ministero nella nota del novembre 2012, nonché le determinazioni assunte da
alcune Regioni - e, in particolare, dalla Emilia Romagna e dalla Toscana - finiscono con l'impedire, in caso
di vincita nelle due procedure, la titolarità o la contitolarità di entrambi le farmacie. Infatti, nel caso della
Regione Emilia- Romagna e, a seconda degli orientamenti che seguiranno i Comuni, anche della Toscana,
l'accettazione dell'assegnazione della seconda farmacia comporterebbe la decadenza della prima con
grave pregiudizio per l'altro o gli altri associati che di fatto non conseguirebbero la titolarità". I Senatori
hanno, quindi, chiesto al Ministro della salute quali provvedimenti intenda adottare, "al fine di impedire il
verificarsi di tali ipotesi, nonché l'instaurarsi di numerosi contenziosi che inevitabilmente tali circostanze
potrebbero determinare". Nel secondo atto (n. 4-05095), è stata sottoposta all'attenzione di Lorenzin la
questione relativa alle eventuali ricadute derivanti dall'applicazione anche ai concorsi straordinari del
principio di diritto affermato dal Consiglio di Stato nella sentenza n. 5667 del 14.12.2015 con riferimento alla
maggiorazione del punteggio previsto dall'art. 9 della L. 221/968. In particolare, è stato evidenziato che
"sembrerebbe che la piattaforma per lo svolgimento delle procedure concorsuali, impedendo l'inserimento
di ulteriori titoli una volta raggiunto il punteggio massimo complessivo, non ha permesso ad alcuni
farmacisti che hanno prestato la propria attività in farmacie rurali per almeno cinque anni di godere della
maggiorazione prevista dall'art. 9 della legge 221/1968. In tal modo, dovrebbero presumibilmente essere
stati favoriti i farmacisti con una minore anzianità di servizio nelle farmacie rurali". In considerazione del
fatto che alcune Regioni non hanno ancora pubblicato la graduatoria definitiva, Mandelli e d'Ambrosio
Lettieri chiedono l'intervento del Ministro "affinché ponga in essere ogni utile iniziativa per la soluzione delle
criticità prospettate".
IN PRIMO PIANO - Rassegna Stampa 29/01/2016
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28/01/2016
Sito Web
QS - QuotidianoSanita.it
Concorso farmacie. I senatori Mandelli e d'Ambrosio Lettieri presentano
due interrogazioni a Lorenzin
La prima riguarda le determinazioni di alcune Regioni che impediscono la titolarità o la contitolarità di due
farmacie ai candidati risultati vincitori in due regioni con diverse compagini associative; con il secondo atto
si chiede un intervento del ministro alla luce della sentenza del Consiglio di Stato sulla maggiorazione del
punteggio per i farmacisti di farmacie rurali. L'obiettivo è evitare l'insorgere di nuovi contenziosi.
28 GEN - Non ha avuto i natali facili, e ancora oggi sul concorso straordinario per l'apertura di nuove
farmacie continuano ad emergere criticità. Le ultime due riguardano l'assegnazione della titolarità di due
farmacie ai candidati risultati vincitori in due regioni con diverse compagini associative e la mancata
maggiorazione del punteggio per i farmacisti con più anziani di servizio nelle farmacie rurali. Allo scopo di
fare chiarezza ed evitare l'insorgere di ulteriori contenziosi, sulle due questioni i senatori Andrea Mandelli
(FI) e Luigi D'Ambrosio Lettieri (CoR) hanno presentato due interrogazioni al ministro della Salute, Beatrice
Lorenzin. Nella prima interrogazione (n. 4-05096), sono state rappresentate al Ministro le criticità in merito
alla partecipazione in forma associata ed all'attribuzione della titolarità agli associati risultati vincitori. In
primo luogo, gli interroganti hanno in evidenziato la circostanza in base alla quale, ai sensi della normativa
introdotta dal D.L. 1/2012, convertito dalla L. 27/2012, e secondo quanto previsto dalla piattaforma creata
dal Ministero per lo svolgimento dei concorsi, alcuni concorrenti hanno partecipato in forma associata in
due regioni e province con una diversa compagine associativa. "Tuttavia - spiegano i senatori in una nota -,
l'interpretazione fornita dal Ministero nella nota del novembre 2012, nonché le determinazioni assunte da
alcune Regioni - e, in particolare, dalla Emilia Romagna e dalla Toscana - finiscono con l'impedire, in caso
di vincita nelle due procedure, la titolarità o la contitolarità di entrambi le farmacie. Infatti, nel caso della
Regione Emilia- Romagna e, a seconda degli orientamenti che seguiranno i Comuni, anche della Toscana,
l'accettazione dell'assegnazione della seconda farmacia comporterebbe la decadenza della prima con
grave pregiudizio per l'altro o gli altri associati che di fatto non conseguirebbero la titolarità".
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Governo e Parlamento
SANITÀ NAZIONALE
38 articoli
29/01/2016
Pag. 1
diffusione:298071
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Zika, 4 milioni a rischio contagio
De Bac
L'allarme arriva dall'Organizzazione mondiale della sanità: il virus Zika, trasmesso da un certo tipo di
zanzara, importato dal Pacifico e con effetti devastanti nell'America del Sud «si diffonde in modo esplosivo»
e potrebbe contagiare 4 milioni di persone.
a pagina 19
ROMA Ora lo riconosce anche l'Oms, l'organizzazione mondiale dalla sanità. Zika, il virus trasmesso da un
certo tipo di zanzara, importato dal Pacifico con effetti devastanti nel sud delle Americhe, è una calamità
immane. «Si sta diffondendo in modo esplosivo», ha affermato il direttore generale dalla sede di Ginevra,
Margaret Chan, una donna che si è già trovata al centro delle polemiche lo scorso anno per la discutibile
gestione dell'epidemia di Ebola in Africa. Allora la cinoamericana fu accusata, con i suoi tecnici, di aver
sottovalutato il pericolo quando la febbre emorragica cominciò a propagarsi da un focolaio di contagi
divampato in mezzo a villaggi isolati l'uno dall'altro. Poi migliaia di morti, l'economia di Paesi già molto
claudicanti dell'ovest, come Sierra Leone, messa al tappeto.
È anche per questo precedente, forse, che stavolta Chan non ha tergiversato nel lanciare l'allarme,
sospinta dalle dichiarazioni incalzanti dei presidenti Barak Obama e Wladimir Putin. Zika non si trasmette
da uomo a uomo, sembra accertato, non uccide come Ebola, non si propaga in modo altrettanto fulmineo.
Ma produce danni spaventosi perché colpisce i feti durante la gravidanza e fa nascere bambini malformati,
con un cranio piccolo e menomato dal punto di vista cerebrale. Il Brasile ha contato circa quattromila casi.
In un anno, secondo le stime della massima dirigente internazionale, potrebbero salire fino a tre o quattro
milioni nelle aree di centro e sud America interessate.
Si parla di emergenza globale. L'Italia però ha ottime probabilità di restarne fuori: «L'Oms non poteva
comportarsi diversamente - dice Gianni Rezza, direttore del dipartimento di malattie infettive dell'Istituto
Superiore di Sanità -. Ormai ogni minaccia è globale a causa della facilità degli spostamenti di persone tra i
continenti. L'infezione si manifesta in modo blando, è dannosa solo per le donne in gravidanza. Gli adulti
con buone probabilità sono poco esposti». I pochi casi segnalati da noi finora risalgono al 2015 e sono di
importazione. Viaggiatori tornati dall'estero e che hanno smaltito la malattia in pochi giorni, senza cure
specifiche. I sintomi sono febbre, indolenzimento, eruzione cutanea.
Il nostro ministero della Salute sconsiglia alle donne incinte di partire per le zone indicate come epidemiche.
Già da novembre Zika è entrata a far parte dell'elenco per l'esclusione dei donatori di sangue che si siano
recati nei Paesi segnalati. «Noi siamo sempre i primi a metterci al sicuro. Il sistema italiano è fra i migliori al
mondo», ne esalta la qualità Aldo Ozzino, membro della commissione ministeriale sangue e trasfusioni.
Durante un incontro informativo con gli Stati membri la direttrice dell'Oms ha ripercorso la storia
dell'epidemia. Il virus è stato isolato per la prima volta in Uganda nel 1947 per poi espandersi con i primi
focolai nelle isole del Pacifico. La documentazione ufficiale dell'esistenza di queste concentrazioni di
infezioni in altri quattro Paesi risale al 2013-2014. «Lo scorso anno ha raggiunto le Americhe dove si sta
espandendo in modo esplosivo. Un legame diretto tra Zika e malformazioni e sindromi neurologiche non è
stato stabilito ma il sospetto che esista è forte. Una minaccia lieve ha assunto proporzioni allarmanti».
L'Europa sta vivendo l'emergenza con attenzione, prudentemente al sicuro. Non esistono problemi
imminenti. Il virus per trasmettersi ha innanzitutto bisogno della zanzara Aedes aegipty che in Italia non c'è
e in ogni caso non è l'inverno il periodo in cui è attiva. C'è la sua cugina Aedes albopictus (la cosiddetta
tigre) ma non è dimostrato che sia anch'essa una «navetta». I cittadini devono evitare di farsi contagiare da
psicosi, specie in questo periodo di epidemia influenzale, i cui sintomi potrebbero essere scambiati con
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 29/01/2016
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Il Virus e l'oms
29/01/2016
Pag. 1
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tiratura:412069
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 29/01/2016
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La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
quelli «brasiliani». Rezza tra l'altro chiarisce: «Il legame tra microcefalia dei neonati e infezione deve essere
dimostrato con certezza. Manca la prova regina. Ancora non è stato trovato il virus nella placenta e quindi
c'è ancora molto da scoprire».
Margherita De Bac
[email protected]
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Cosa è
È una malattia virale trasmessa
da una zanzara del genere Aedes Dopo una puntura,
i sintomi
si manifestano al termine di un'incubazione di 3/12 giorni
e possono durare dai
2 ai 7 giorni I sintomi sono febbre, eruzioni cutanee, dolori articolari
e muscolari,
mal di testa
e congiuntivite. Le persone infette possono non sviluppare sintomatologia Si ipotizza una relazione tra la
malattia
e l'insorgenza
di microcefalia nel neonato
se la mamma
si ammala
in gravidanza
La parola
Zika
È il nome di una foresta dell'Uganda dove il virus stato scoperto per caso nel 1947, ma allora infettava
soltanto le scimmie. Poi la zanzara che lo trasmette ha cominciato a pungere anche gli umani e a
diffondere l'infezione. L'arrivo di Zika in Brasile, il Paese più colpito, sarebbe legato al Mondiale di calcio
2104 che ha portato nelle città brasiliane persone da ogni angolo del globo e favorito il passaggio del virus
dalla Polinesia Francese
Foto: Nelle strade Le operazioni di disinfestazione nei vicoli di Recife, in Brasile, il Paese più colpito (Afp)
29/01/2016
Pag. 31
diffusione:150811
tiratura:209613
Chorafarma lancia il medicorner
L.Ben.
Il mercato della eHealth, rivolto allo sviluppo di tecnologie e servizi per una popolazione globale destinata a
invecchiareea vivere sempre piùa lungo, secondo la società di ricerca Grand View Research, supererài 300
miliardi di dollari nel 2020.A questo business in continua ascesa, in grado di attrarre ingenti investimenti da
IBM, Google, Apple,è dedicato ogni anno all'interno del Ces a Las Vegas il Digital Health summit dedicato
alle innovazioni nel campo della genomica, diagnostica e tecnologie indossabili. Una delle attrazioni che ha
riscosso più successo nel 2016 è stato R70i, un complesso esoscheletro che ha permesso alle persone di
sperimentare gli effetti fisici (deficit cognitivi di movimento, vista e udito) dell'invecchiamento. L'armatura
esposta dalla compagnia assicurativa Genworth Financial aveva lo scopo di sensibilizzare il pubblico sugli
acciacchi inevitabili legati all'età. Se al Ces si sono visti molti prototipi e gadget, in Italia ci sono sempre più
imprese ad alto contenuto tecnologico che propongono soluzioni concrete per gli anziani. Una di questeè la
startup Chorafarma, il medicorner di servizi di diagnostica all'interno delle farmacie. A febbraio
Withfounders ha annunciato di aver investito insieme a un pool di business angel 500mila euro. L'idea,
racconta l'ad Francesco Tozzi, ex manager della Unilever con esperienza nel settore della sanità, «è nata
tre anni fa con il progetto di creare presidi sanitari accessibili, confortevoli,a normae con costi concorrenziali
pensati ad hoc per un pubblico senior». In questa fase di lancio la società ha aperto corner in franchising in
cinque farmacie situate in piccoli paesi, dove le strutture sanitarie primarie sono difficili da raggiungere.
«Offriamo diversi servizi: il monitoraggio per ipertesi, diabeticie per pazienti con patologie croniche
attraverso dispositivi medici i cui dati sono rilevati in tempo reale su una piattaforma e refertati da remoto da
specialisti. Abbiamo iniziato anche la sperimentazione della distribuzione di farmaci intelligente a prova di
"nonnino smemorato"» spiega Tozzi, aggiungendo: «Ogni settimana il paziente ritira un vassoio speciale
collegato a una piattaforma che capisce se alle treè stata prelevata la pillola e, se non è stato fatto, attiva
un alert che avvertei familiari. Puntiamo a estendere l'offerta delle prestazioni e di aprire altri 500 punti in tre
anni. Per raggiungere questi traguardi abbiamo un comitato scientifico che valuta le nuove tecnologie
presentate nelle fiere mondiali: le prossime proposte saranno orientate verso la riabilitazione motoria e la
cura dei disturbi del sonno».
IL PRODOTTO Farmaco smart Piattaforma di allert per anziani a sperimentazione della distribuzione di
farmaci intelligente a prova di "nonnino smemorato". Ogni settimana il paziente ritira un vassoio speciale
collegato a una piattaforma che capisce se alle tre è stata prelevata la pillola e, se non è stato fatto, attiva
un alert che avverte i familiari.
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 29/01/2016
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La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
E-health. A febbraio investiti 500mila euro
29/01/2016
Pag. 19
MODA
diffusione:150811
tiratura:209613
Clinique a 60 milioni di ricavi scommette su Millennials e over 50
marta casadei
pag. 20 a «L'Italia si contende con la Francia il primo posto per importanza tra i 24 mercati del cluster Emea
nel bilancio di Clinique. A livello mondiale, invece, è il settimo/ottavo paese. Va da sé che sia una piazza
decisiva, nella quale puntiamo a crescere». Da un anno e mezzo Simona Luraghi ricopre il ruolo di direttore
di Divisione Clinique Italia. Un brand che, secondo il report Kci 2015, è stato utilizzato almeno una volta dal
43% delle consumatrici italiane. Secondo le stime di Npd il fatturato medio annuo dell'azienda, che fa capo
al gruppo Estée Lauder, in Italia supera i 60 milioni di euro. Gli unici dati ufficiali, tuttavia, sono quelli relativi
all'andamento del gruppo americano, che ha sotto di sè più di 25 marchi prestige ma non diffonde dati
segmentati per brand: per Estée Lauder l'anno fiscale 2015 si è chiuso con ricavi a 10,8 miliardi di dollari, in
leggero calo (-2%) rispetto al 2014, mentre l'ultima trimestrale ha evidenziato un incremento delle vendite
dell'8% rispetto al medesimo periodo del 2014. L'obiettivo di Simona Luraghi e del suo team è accelerare la
crescita anche sul mercato italiano, dove pare stia cominciando una lenta ripresa dei consumi di prodotti di
bellezza. Una sfida interessante: «In tema di acquisti beauty le nostre consumatrici sono tra le più
sofisticate e, insieme, le più esigenti - spiega -: quando sviluppiamo un prodotto per il mercato domestico
sappiamo di dover rispondere a bisogni emotivi e insieme tecnici». In Italia l'azienda punta ad accrescere
una brand awareness già elevata e coltivare una clientela trasversale «che va dai bambini di pochi mesi
con i solari ad alta protezione alle over50 che utilizzano i nostri prodotti skin care» stringendo il focus su
una nuova e promettente fetta di mercato: i Millennials. «Sono un target molto appetibile - dice Luraghi - e
noi puntiamo a conquistarli sia con una nuova linea di cosmetici, sia con uno sviluppo digitale del brand».
Clinique è stato lanciato a livello globale nel 1968 come primo marchio di prodotti formulati
dermatologicamente, anti allergici e privi di profumo al 100%, ma se lo zoccolo duro del business continua
a essere la skin care - uno dei prodotti chiave è il Sistema di Cura per la pelle in tre fasi: pulizia,
esfoliazione, idratazione - oggi il marchio presidia anche i segmenti make up e fragranze. «Il rossetto
Clinique Pop Lip Colour, secondo Npd, è stato tra i nostri prodotti più venduti nel 2015. Questa primavera
lanceremo altri prodotti di questa linea più giovane e glamour».Gli sforzi nel segmento skin care,
comunque, non diminuiscono: «La ricerca rappresenta una voce molto importante per Clinique: il 21% del
portfolio dell'azienda è costituito da prodotti di innovazione pura. Abbiamo appena presentato a Milano
Clinique Sculptwear, una linea composta da un siero e da una maschera idratante che agiscono su viso e
collo come un vero e proprio fitness per la pelle». Decisivo il tema distribuzione, soprattutto nell'ottica di
andare a intercettare una clientela sempre più ampia: «Voglio che la distribuzione venga mantenuta in
profumeria- dice la manager - anche se la farmacia è un canale in crescita. La nostra idea, anzi, è quella di
reclutare consumatori di dermocosmetici in farmacia e portarli ad acquistare i nostri prodotti. Per garantire
un servizio che sia il più possibile affidabile abbiamo un esercito "education" in camice bianco che gira per
l'Italia andando a incontrare sia i rivenditori, formandoli, sia i clienti, per tenerli sempre aggiornati sulle
novità di Clinique». Presidiare il territorio è fondamentale: «L'Italia è un mercato molto frammentato e noi
stiamo cercando di arrivarea clienti diversi anche sul piano geografico utilizzando lo stesso linguaggio
attraverso una forza vendite locale, che lavora in sinergia con quella nazionale». Un capitolo importante, in
termini di distribuzione, spetta all'online: «In Italia cresce è cresciuto del 250% anno su anno.
L'omnichannel per noi è il presente, non il futuro».
Foto: Ricerca e tendenze. La nuova linea Sculptwear, un "allenamento" per la pelle del viso (a destra), il
rossetto Pop Lip Colour (sopra) e l'"esercito" di camici bianchi che forma i rivenditori e consigli a la clientela
( a sinistra).
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 29/01/2016
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Beauty + Benessere
29/01/2016
Pag. 22
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Zika, rischio contagio per quattro milioni
Il virus è concentrato nel continente americano Si studia il legame con gravi patologie nei neonati come la
microcefalia fetale
Francesca Cerati
pLe zanzare geneticamente modificate potrebbero essere un potente strumento contro una serie di malattie
diffuse da viruse parassiti, come malaria, dengue, zika, ebolae leishmaniosi viscerale (Kala Azar), «che
rappresentano, insieme a colera, morbillo e meningite, una sempre maggiore minaccia alla salute delle
persone e potrebbero potenzialmente trasformarsi in epidemie nel corso del 2016» come mette in luce
Medici senza frontiere. Un allarme recepito dalla stessa Oms, che ha convocato con urgenza una riunione
dell'International Health Regulations' Emergency Committee per indicazioni sull'epidemia crescente di
Zikae per sollecitare un'azione globale. Il virus zika è già presente in 21 paesi su 55 del continente
americano, ma la zanzara responsabile della trasmissione, l'Aedes Aegypty, la stessa che può trasmettere
la febbre dengue e il chikungunya, è in realtà una specie diffusa in tutto il continente con le sole eccezioni
del Canadae del Cile. I casi confermati di microcefalia in Brasile tra ottobre 2015 e il 23 gennaio 2016 sono
stati 270 e di questi sei sono stati associati al virus Zika, che è comparso anche in Europa (in Italia, Gran
Bretagna, Portogallo, Danimarcae Svizzera,i casi però sono stati tutti d'importazione, cioè di persone che
hanno contratto il virus nel 2015 nei paesi interessati dall'epidemiae che sono guarite, perché il virus crea
effetti gravi se contagia le donne in gravidanza. Gli epidemiologi infatti tranquillizzano, sottolineando che
questo virus nonè naturalmente presente in Europae non vi sono evidenze di trasmissione da uomo a
uomo. Il motivo per cui Zika sta però allarmando le autorità sanitarie, dai Centri statunitensi per la
prevenzionee controllo delle malattie Cdc all'Organizzazione mondiale della sanità, è che sembra colpire in
maniera gravei feti nel grembo di donne infettate: gli esperti indicano infatti un possibile legame del virus
con la comparsa di gravi patologie nei neonati, come la microcefalia fetale che, caratterizzata da uno
sviluppo minore del cranio, può determinare seri ritardi cognitivi e problemi alla vistae all'udito. I Cdc
americani avvertono quindi che «a un mese dalla nascita, se c'è la possibilità che i neonati possano aver
contratto l'infezione, devono ricevere una valutazione ad hoc della vistae dell'udito.Ea sei mesi una visita
per verificare la presenza di anomalie neurologiche». Un studio pubblicato sulla rivista "Lancet" ha riferito
che tre bambini in Brasile con microcefalia e una presunta infezione da virus Zika avevano anche problemi
alla vista a due o tre mesi dalla nascita. Un bimbo presentava una grave degenerazione maculare. «Anche
se il bebè non ha una microcefalia ma è nato da madre in- fettata dal virus Ziga durante la gravidanza, è
fondamentale sottoporlo a test specifici per prevenire ulteriori complicazioni», avverte l'American Academy
of Pediatrics. Questa «epidemia brasiliana» non deve farci dimenticare la lezione di ebola. Da qui parte
l'appello lanciato dalle colonne di "Jama" da due scienziati dell'O'Neill Institute for National and Global
Health Law di Georgetown (Usa), Daniel Lucey- specializzato in malattie infettive-e Lawrence O. Gostin. Gli
esperti richiamano il caso Ebolae spiegano che in quel contesto la mancanza di un intervento deciso
dell'Oms nella fase iniziale della crisi probabilmente è costata migliaia di vite. Una lezione da non
dimenticare perché, avvertono, anche oggi potrebbero verificarsi gravi conseguenze se non si intra- prende
immediatamente un numero maggiore di azioni contro il virus che tormenta Centro e Sud America. A
innalzare la preoccupazione, sottolineano i due scienziati, è l'emergere di un possibile collegamento con la
sindrome di Guillain-Barré e con difetti neurologici alla nascita (microcefalia), osservato in alcuni paesi
colpiti. Recenti modelli sull'andamento della malattia, poi, «prevedono una significativa diffusione
internazionale del virus», sostenuta da «viaggiatori che si spostano dal Brasile verso il resto delle
Americhe, l'Europa, l'Asia», scrivono. Anche il presidente Barack Obama ha chiesto di velocizzare la
ricerca per la prevenzione, la diagnosi e la cura delle infezioni causate da zika. E proprio il governo
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Nuove epidemie. Allarme dell'Organizzazione mondiale della sanità contro il virus trasmesso da una specie
di zanzara
29/01/2016
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statunitense sta avviando la ricer- ca per metterea punto un possibile vaccino. I risultati non sono comunque
attesi nell'immediato, anche se ci sono vaccini in diversi stadi di sviluppo per altri virus della stessa famiglia
come i virus della dengue, West Nilee chikungunya, che offrono un modello per creare qualcosa di simile
contro Zika. L'attesa potrebbe generare più interesse per le nuove tattiche di controllo della zanzara, come
quello in fase di test in Brasile. Pochi giorni fa la città brasiliana di Piracicaba ha detto di voler espandere
l'uso di zanzare geneticamente modificate per combattere la zanzara Aedes aegypti. Le zanzare Ogm sono
state create da Oxitec, una società britannica acquistata di recente da Intrexon, società di biologia sintetica
del Maryland. L'azienda ha rilasciatoi bug in alcune parti del Brasile e nelle Isole Cayman per combattere la
febbre dengue. La modifica genetica fa in modo che la loro progenie muoia rapidamente, causando il crash
della popolazione di insetti.
Foto: Informazione. Un opuscolo del ministero della Sanità cileno
29/01/2016
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Medici, ok al Ddl sulla responsabilità professionale
LE NOVITÀ IN ARRIVO Sulla responsabilità civile invertito l'onere della prova: spetta al paziente
Dimezzamento dei termini di prescrizione
Barbara Gobbi
Il codice penale ritoccato, le norme sulla responsabilità civile di strutturee professionisti ridisegnate, il
tentativo obbligatorio di conciliazione, polizze assicurative per tutte le aziende Ssn, strutture ed enti privati
che operano in regime autonomo o di accreditamento, inclusi i medici di medicina generale.E ancora, la
possibilità per il paziente che si ritenga danneggiato di avviare un'azione diretta nei confronti della
compagnia di assicurazione. Sul pianeta medici&Co arriva la rivoluzione: dopo oltre un decennio di
stand-by, ieri la Camera ha approvato in prima lettura il disegno di legge sulla responsabilità professionale
del personale sanitario. Il via libera è arrivato con un consenso bipartisan: il testo, in 15 articoli,è passato
con 307 voti favorevoli, inclusi quelli di Legae Forza Italia, 84 no- serrata l'opposizione del Movimento5
Stelle, secondo cui con il Ddl «lievitano i costi e diminuiscono le tutele»-e 12 astensioni. L'ok in prima lettura
siè concretizzato con una mini-maratona dell'Aula sui 15 articoli del provvedimento, che in ogni caso su
esplicita condizione posta dalla commissione Bilancio andrà attuato a risorse invariate. Relatore, Federico
Gelli, cheè anche responsabile Sanità del Pd e che insieme alla ministra della Salute Beatrice Lorenzin ha
impresso una forte accelerata al testo. «Questa legge spiega Gelli - ci permette di aumentare garanzie e
tutele per gli operatori delle professioni sanitarie e nello stesso tempo di assicurare ai pazienti la possibilità
di essere risarciti in tempi brevie certi per gli eventuali danni subiti». Mentre per Lorenzin la legge sarà
utilissima «soprattutto per contrastare la piaga della medicina difensiva» - costi stimati sui 13 miliardi - che
porta il medico a prescrivere troppo o al contrario ad omettere atti particolarmente rischiosi, pur di non
incappare nella denuncia di un paziente. Ma cosa cambierà una volta che il Ddl, dopo il passaggio al
Senato atteso entro la fine della primavera, sarà legge? Innanzitutto, la sicurezza delle cure diventa «parte
co- stitutiva del diritto alla salute». Quindi obbligo di massima trasparenza per le aziende, tenute a
pubblicare sul proprio sito internet i dati sui risarcimenti erogati negli ultimi5 anni. Incentivata anche
l'emersione degli errori: il sanitario che denuncerài cosiddetti «eventi sentinella» avrà la garanzia che
verbali e atti non saranno utilizzati nelle aule di tribunale. Ma la nuova legge ribalta soprattutto
l'orientamento giurisprudenziale prevalente negli ultimi anni: il medico non sarà responsabile neanche più
per colpa grave se avrà rispettato le linee guida prodotte da società scientifiche accreditate presso il
ministero della Salute e «bollinate» dall'Istituto superiore di sanità.E solo in caso di doloo di colpa grave,
sarà ammissibile l'eventuale azione di rivalsa della struttura nei confronti del professionista sanitario.
Cambia faccia anche la responsabilità civile: quella in capo alla struttura resterà di natura contrattuale,
mentre diventa extracontrattuale la responsabilità di tutti medici, esclusii liberi professionisti. Ne consegue
l'inversione dell'onere della prova, che spetta al paziente,e il dimezzamento dei termini di prescrizione.
Scatta poi il tentativo obbligatorio di conciliazione, condizione di procedibilità di ogni domanda di
risarcimentoe per cuiè prevista la partecipazione di tutte le parti, incluse le imprese di assicurazione.
Queste ultime, in fuga dal settore sanitario proprio per l'esplodere del contenzioso, dovranno far fronte alla
norma che consente al danneggiato di esperire un'azione diretta di risarcimento e al meccanismo del
Fondo di garanzia, che prevede il risarcimento dei danni per il valore eccedente il massimale di polizza.
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Sanità . Via libera della Camera in prima lettura
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"Virus Zika esplosivo" L'Oms: è allarme contagi attesi 3-4 milioni di casi
Espansione più veloce del previsto nel continente americano La Casa Bianca rassicura gli Usa ma si teme
una pandemia
DANIELE MASTROGIACOMO
ROMA. Il nuovo nemico si chiama Zika. E minaccia il pianeta. L'Oms, l'Organizzazione mondiale della
sanità,lancia un messaggio inequivocabile. «Il virus - afferma il direttore generale Margaret Chan - si sta
diffondendo in maniera esplosiva». All'orizzonte c'è l'incubo di una pandemia. E il futuro inizia a fare paura.
«Il livello di allerta - aggiunge la dirigente - è estremamente alto e prevediamo fino a 3-4 milioni di casi nel
continente americano».
Lunedì ci sarà una riunione di emergenza a Ginevra. «Verranno indicati i consigli per un livello
appropriato» di allerta internazionale, spiega sempre Chan, «e le misure da prendere nei paesi colpiti». Il
portavoce della Casa Bianca, Josh Earnest, afferma che il rischio di diffusione di Zika negli Usa per ora è
basso. Ma allarma l'assenza di un vaccino che non si troverà prima di un paio d'anni. Nel frattempo l'Oms
creerà una task force per studiare le possibili conseguenze di un'epidemia su larga scala.
Bisogna reagire, lanciare programmi di prevenzione, accelerare gli studi. Molto si basa su sospetti che
sono ancora da accertare. Sospetti gravi. Perché coinvolgono le donne incinte: il virus provocherebbe
malformazioni devastanti sui feti.
Il virus si sta diffondendo a macchia d'olio in Brasile dove si sono registrati, dall'ottobre scorso, ben 1
milione e 500 mila contagi con 4.180 casi di microcefalia tra i neonati, 49 dei quali poi sono morti. Le
autorità, all'inizio, hanno sottovalutato il fenomeno. Il paese ha dovuto fare sempre i conti con diverse febbri
tropicali, come la dengue o la chikungunya, entrambe trasmesse dalle zanzare. Ma l'aumento esponenziale
di microcefalie tra i neonati ha messo in allarme il ministero della Sanità brasiliano e si è cominciato a
pensare che tra la Zika e le deformazioni prenatali ci siano dei legami.
Molte delle donne che avevano partorito dei bambini con almeno il 33 per cento della massa cerebrale più
piccola avevano dichiarato gli stessi sintomi: macchie rossastre sul corpo, una forte febbre, dolori acuti alle
ossa e alle articolazioni, nausea costante, spossatezza. Così, sono iniziati gli studi comparativi e i sospetti
sono diventate certezze.
Parziali, non assolute. I laboratori specializzati stanno ancora confrontando i dati raccolti.
Come in una catena contagiosa l'intero continente sudamericano ha preso drastici provvedimenti.
Colombia, Brasile, Suriname, El Salvador, Guyana francese, Honduras, Martinica, Messico, Panama e
Venezuela sono paesi ad alto rischio; Bolivia, Ecuador, Guadalupe, Guatemala, Guyana, Haiti, Portorico,
Paraguay, Saint Martin registrano ancora pochi casi. Ovunque si mobilitano polizia ed esercito.
Passano porta a porta, distribuiscono opuscoli, disinfettano con gas velenosi cimiteri e ogni possibile
recipiente di acqua chiara, piovana, dove possono annidarsi le larve delle zanzare. In laboratorio si sono
generate tipi di zanzare dalla vita breve da mettere in circolazione e modificare la Zika. L'Oms si prepara
alla battaglia. Le compagnie aeree rimborsano i biglietti già acquistati per i paesi colpiti.
www.salute.gov.it www.who.int PER SAPERNE DI PIÙ
Foto: GAS VELENOSI Disinfestazione anti zanzare a Caracas, la capitale del Venezuela
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L'emergenza
29/01/2016
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L'Italia alle donne incinte: non partite Niente donazioni di sangue per chi
torna
MICHELE BOCCI
PER ADESSO le preoccupazioni maggiori riguardano chi rientra dai Paesi dove è in corso l'epidemia e chi
ha intenzione di andarci, in particolare se si tratta di donne incinte.
A loro il ministero sconsiglia di recarsi dove c'è lo Zika virus.
Chi torna dal Sud America invece non può donare il sangue per 28 giorni. A parte questo, l'Italia non ha
paura della nuova malattia infettiva globale. Il vettore che potrebbe trasmetterla da persona a persona, la
zanzara tigre, in questo momento non c'è. E quando le uova si schiuderanno con il caldo si adotteranno
sistemi per arginare la sua presenza. L'ipotesi che l'epidemia arrivi anche qui è remota. COME SI
TRASMETTE Zika fa parte delle malattie provocate da micro organismi che vengono trasportati da
zanzare. Il malato viene punto, l'insetto si infetta e se colpisce un'altra persona gli attacca il virus. «Ci
sarebbero anche stati dei casi di infezione attraverso il sangue - spiega Giovanni Rezza, responsabile delle
malattie infettive dell'Istituto superiore di sanità - Ma più rari. E comunque il problema si presenterebbe
soprattutto nel caso in cui un malato andasse a donare il sangue e il ministero ha messo regole chiare.
Sullo sperma ci sono ancora meno prove ma è probabile che il virus resista poco in quel liquido organico».
INSETTI A CONFRONTO La nostra zanzara tigre, aedes albopictus è la cugina della aedes aegypti, il
vettore che sta contribuendo a diffondere la malattia in Sud e Centro America. Teoricamente può essere
quindi in grado di trasportare anche lei Zika. «È vero, però ad oggi non ci sono prove che sia mai successo
nel nostro continente», spiega Claudio Venturelli, entomologo della Asl della Romagna che ha scritto il libro
intitolato "Questione di culex", dal nome della zanzara tipica italiana. Quello che tranquillizza in questo
momento è l'assenza della zanzara tigre: «La sua stagione inizia tra un po', da marzo al sud e da aprile al
centro nord. Vive prevalentemente in aree urbane e mai sopra i 600 metri di altitudine». Per eliminarla la
cosa più efficace è evitare che si schiudano le uova. «Le depone nei piccoli contenitori di terrazzi e giardini,
e non anche nei fossati come la culex. È quindi importante tenere questi oggetti sempre asciutti. Un lavoro
di pulizia che possono fare anche i singoli cittadini e che permette di bloccare la riproduzione di questo
insetto».
CONTROLLI DOPO LO SBARCO Chi rientra da Paesi dove è in corso l'epidemia è invitato a farsi vedere
da una medico se nelle prime 3 settimane ha sintomi o disturbi particolari. Che poi è la stessa cosa
normalmente consigliata alle persone che hanno viaggiato in zone dove ci sono malattie importanti, come
ad esempio la malaria. Se viene confermato, come avviene già per Dengue o Chikungunya la Asl disinfesta
l'area intorno all'abitazione del malato. Un'operazione che in questo periodo, come si diceva, non è
necessaria visto che non ci sono zanzare tigre. Non sempre queste precauzioni bastano. Nel 2007 in
Romagna c'è stata un'epidemia di Chikungunya, portata in Italia da un viaggiatore e poi diffusa dal vettore a
circa 250 persone. Stesso problema c'è stato in Francia con la Dengue.
SUGGERIMENTI AI VIAGGIATORI Ieri il ministero alla Sanità ha diffuso una circolare a tutte le Regioni, ai
ministeri e alle autorità di frontiera per consigliare, tra l'altro, alle donne in gravidanza e a quelle che la
stanno cercando di «differire viaggi non essenziali verso tali aree».
Stesso suggerimento vale per chi ha malattie del sistema immunitario o problemi cronici importanti. In
generale tutti i viaggiatori vanno informati «sulle misure di prevenzione individuale per prevenire le puntere
di zanzara». È stata realizzato anche un poster per gli aeroporti. I donatori di sangue non devono
presentarsi ai centri trasfusionali nei 28 giorni successivi al rientro. LA MALATTIA Lo Zika generalmente
non si manifesta in modo violento.
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 29/01/2016
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Le misure. Circolare del ministero della Salute con le nuove misure Ecco chi deve evitare le aree a rischio e
le precauzioni da seguire al rientro I timori in vista della stagione calda, quando riapparirà la zanzara tigre
29/01/2016
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SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 29/01/2016
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«Sembra una malattia blanda - spiega Francesco Castelli, ordinario di Malattie infettive e primario agli
Spedali Civili di Brescia - I sintomi si vedono solo in una percentuale modesta dei casi, tra il 20 e il 30%.
Magari uno dei problemi sta proprio nel fatto che molte persone colpite non sanno di esserlo, ma si resta
infettivi per poco, circa una settimana». L'Oms dice che non c'è ancora una prova che provochi microcefalia
nei neonati. «Si, però dove c'è stato un numero importante di casi si è visto anche un aumento di questa
malformazione - dice Castelli - E questo dato epidemiologico che ci dice qualcosa. E poi il virus è stato
trovato nella placenta in 30-40 casi».
La zanzara vettore 0,5 cm circa 1947 Il virsu è stato identifcato per la prima volta in Uganda 1977/78
Pakistan, Malaysia Indonesia 2007 Isola di Yap in Micronesia 2013 Polinesia francese 2014 Brasile, Cile I.
di Pasuqua 2015 Nord-Est del Brasile Ottobre 2015 Il continente Americano ha ripor tato la presenza del
virus Brasile Paraguay Bolivia Ecuador Colombia Panama Venezuela Guyana Suriname Guyana francese
Messico Guatemala El Salvador Honduras Haiti Repubblica Dominicana Por to Rico I casi di Zika in
America L'attuale epidemia è iniziata a maggio 2015 S. Mar tin Guadalupe Mar tinica Barbados Il ciclo
vitale Uovo Larva Pupa Imago (insetto adulto) Aedes aegypti (famiglia dei Culicidae) Potanziale por tatrice
di: Come riconoscerla? Come sconfggerla? disinfestare acque stagnanti usare repellenti Il virus Zika è
difuso dalla Aedes aegypti Stessa famiglia della zanzara tigre ( Aedes albopictus Skuse) in Italia dagli anni
Novanta febbre gialla dengue chikungunya marcatura a forma di lira 1 macchie bianche sulle zampe 2 1 2 Il
viaggio del virus
28/01/2016
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CAMPANIA IN SALUTE
Scotti: "Ora scelte coraggiose e nuove piante organiche"
(giuseppe del bello)
NON si perde d'animo e non le manda a dire. È lui quello che ha inventato il giubbotto "antiviolenza".
Silvestro Scotti, presidente dell'Ordine di Napoli, affronta la questione Ospedale del Mare. Come lo
immagina nel contesto attuale? «Dovrebbe rappresentare l'apice di un progetto in grado di esprimere le
massime potenzialità assistenziali. Sia a supporto dei modelli ospedalieri di minore capacità, sia come
presenza sul territorio metropolitano. E dovrebbe mantenere un elevato ricambio di posti». Chiusura o
riconversione degli ospedali del centro? Come dovrebbe muoversi il neo commissario? «Gli ospedali sul
territorio devono restare le sedi dove, rispetto a modelli di assistenza a minore intensità, si realizzi la vera
integrazione col territorio». Lo sanno tutti: senza medici e infermieri, l'assistenza si riduce e perde qualità...
«Il commissariamento blocca risorse ed è legato al mancato raggiungimento dei "livelli minimi assistenziali".
Sarà impossibile ottenere risultati senza una ristrutturazione delle piante organiche con integrazioni che
rispondano alle esigenze. Ci vogliono scelte coraggiose, utilizzando al meglio l'assistenza territoriale e
investendo su turnover e integrazione. Se questo non accadrà, difficilmente usciremo dal
commissariamento. Soprattutto se ci si illude che le risorse si ricavino da controlli su sprechi o similari».
L'Ordine è ancora in prima linea per garantire la dignità dei camici bianchi? «I medici sono sempre più
sottoposti a processi di subordinazione decisionale che non garantiscono la libertà di cura. È opportuno che
l'Ordine informi la popolazione su grandi temi come la prevenzione, la tutela ambientale e il miglioramento
degli stili di vita». Cardarelli: è la fine del più grande ospedale del sud? «Come gli altri ospedali risente della
riduzione di personale e risorse, ma resta il principale punto di riferimento campano. Il Cardarelli ha bisogno
di patti con le altre aziende perché possa svolgere le attività assistenziali a maggiore complessità. Senza
integrazione il Cardarelli può scoppiare». La formazione è un altro cavallo di battaglia dell'Ordine... «È un
impegno fondamentale. L'università ha la responsabilità della formazione sia di base che per la parte
ospedaliera. Ma serve anche che la futura formazione dei medici di famiglia sia preparata all'integrazione
tra ospedale e territorio. In tale ottica intravedo la necessità di una componente di retribuzione variabile
connessa a obiettivi di salute».
Foto: IL PRESIDENTE Silvestro Scotti guida il Consiglio dell'ordine dei Medici di Napoli
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 29/01/2016
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INTERVISTA Il presidente dell'Ordine dei medici
28/01/2016
Pag. 5
CAMPANIA IN SALUTE
"Un nuovo defibrillatore nascosto sottopelle"
In città il record italiano di impianti dell'apparecchio che non intacca i vasi sanguigni
PICCOLO quanto un pacchetto di sigarette, peso minimo di pochi grammi, invisibile perché nascosto
sottopelle e tecnicamente realizzato con materiali ultraleggeri. È il defibrillatore sottocutaneo. Il Monaldi, a
quota 51, detiene il record in Italia di impianti effettuati nel 2015 da tre diverse équipe. Quella diretta da
Antonio D'Onofrio si occupa dei pazienti affetti da cardiopatie dilatative, quella coordinata da Lucio
Santangelo dedicata ai soggetti colpiti da cardiomiopatie ipertrofiche e la terza guidata da Berardo Sarubbi.
Il suo gruppo ha in carico i pazienti affetti da cardiopatie congenite e da malattie aritmiche ereditarie quali la
sindrome di Brugada, il QT lungo congenito e la displasia aritmogena del ventricolo destro. Premette lo
specialista: «è rivoluzionario nella prevenzione della morte improvvisa aritmica». Ma ci sono anche altri
modelli da anni... «Sì, ma questo dispositivo è l'unico al mondo che viene inserito sottocute senza toccare
né il cuore né i vasi sanguigni. Per le sue caratteristiche di "non invasività" (il sistema non necessita
dell'inserimento di elettrocateteri nel cuore) il defibrillatore sottocutaneo costituisce una straordinaria
alternativa in termini di efficacia e di sicurezza - rispetto ai defibrillatori tradizionali». Come si applica la
metodica? «Le sue due componenti, il generatore di impulsi e l'elettrocatetere, vengono posizionati
rispettivamente sul lato sinistro della gabbia toracica e nella regione dello sterno. La selezione del paziente
avviene a seguito di valutazione di parametri elettrici che garantiscano l'efficacia del sistema. La procedura
di impianto utilizza punti di riferimento anatomici senza ricorrere alla fluoroscopia, ovvero ai raggi». Si
possono trattare anche i bambini? E in questo caso la tecnologia cambia? «Con questo tipo di defibrillatore,
proprio nell'ospedale Monaldi, è stato effettuato il primo impianto in Italia. Il sistema di dimensioni ridotte e,
quindi, idoneo all'età pediatrica, lo abbiamo utilizzato in un ragazzino di 13 anni affetto da QT lungo
congenito e che aveva già avuto ripetuti arresti cardiaci. In questo modo si dà la possibilità ai pazienti colpiti
da patologie cardiache maligne, di essere trattati con una terapia innovativa». Lei dice che è fondamentale
per la sopravvivenza, ma che rischi comporta? «Quelli operatori sono molto ridotti perché il dispositivo non
ha bisogno di elettrocateteri per essere inserito nei vasi e nel cuore. Quindi, minor rischi da infezione, da
estrazione dei cateteri e per incidenti procedurali».
Foto: IN AZIONE Il cardiologo Berardo Sarubbi nel corso di un intervento in sala operatoria
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 29/01/2016
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Lo specialista Sarubbi
28/01/2016
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CAMPANIA IN SALUTE
Coppie, il 20 per cento ha problemi
Nei casi in cui la medicina non riesce a individuare il problema, occorre ricorrere alla procreazione assistita
Interventi chirurgici, terapia ormonale e fecondazione eterologa per riuscire ad avere figli
ANNA LAURA DE ROSA
CONCEPIRE un bambino è un desiderio che investe coppie e single di ogni età e sesso. In Italia il 20 per
cento delle coppie in età fertile incontra difficoltà nella procreazione. Quali sono gli step da superare per
avere un figlio? «Il primo passo è recarsi in un centro specializzato per valutare il potenziale di fertilità
dell'uomo e della donna, e affidarsi a un'equipe multidisciplinare» spiega Stefania Iaccarino, specialista in
Ostetricia e ginecologia che vanta un'esperienza ventennale nel campo. Individuato il problema, si procede
con una terapia medica o chirurgica. «Nel 15 per cento dei casi - prosegue l'esperta - la medicina non
riesce a individuare il problema della coppia o l'infertilità non è curabile, occorre quindi ricorrere alla
procreazione assistita». Tra le cause più frequenti dell'infertilità femminile ci sono disturbi dell'ovulazione,
infezioni, infertilità cervicale o tubarica. Negli uomini si registrano invece fenomeni come la riduzione del
numero e della motilità degli spermatozoi, infezioni o varicocele. La terapia medica è a base di integratori o
ormoni e può durare alcuni mesi o qualche anno a seconda dei casi, dell'età e del sesso del paziente.
«Rispetto agli anni Novanta - dice la Iaccarino - c'è una maggiore consapevolezza nell'utenza e una
diffidenza minore verso i trattamenti. Tuttavia permane una grossa reticenza nel sottoporsi alle cure a base
di ormoni, sia perché le terapie ormonali hanno alcuni svantaggi, sia perché talvolta vengono
strumentalizzate nonostante le statistiche parlino chiaro sui rischi che si corrono». Quando la medicina non
da i frutti sperati il paziente deve sottoporsi a interventi chirurgici di routine, ma che possono avere
complicazioni. L'ultima spiaggia è la fecondazione assistita. In Italia dal 2014 è consentita la fecondazione
eterologa, che consente di ricorrere al seme o all'ovulo di un soggetto esterno alla coppia. «È inoltre
possibile - aggiunge la specialista - diagnosticare malattie genetiche sull'embrione e, attraverso tecniche
come la Imsi, si può ingrandire lo spermatozoo per effettuare una selezione più efficace». In Italia non si
possono assistere le coppie gay o le persone single che desiderano avere un figlio, «è l'ultimo divieto non
ancora caduto della legge 40 - precisa la Iaccarino - bisogna andare all'estero anche per l'utero in affitto».
Le gravidanze ottenute grazie a una cura medica o chirurgica presentano gli stessi rischi delle altre. Il
pericolo aumenta naturalmente con l'avanzare dell'età. Le donne che si rivolgono a centri specializzati
pubblici o privati sono comprese per lo più nella fascia d'età che va dai 35 anni ai 45 anni. Tuttavia ci sono
anche giovanissime. La legge consiglia un limite massimo di 50 anni per la procreazione.
LA GINECOLOGA STEFANIA IACCARINO La specialista in Ostetricia e ginecologia vanta un'esperienza
ventennale
Foto: LA RICERCA Un tecnico impegnato in labratorio. Sempre più coppie ricorrono alla procreazione
assistita, sulla base di analisi mediche condotte da specialisti
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Infertilità
28/01/2016
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CAMPANIA IN SALUTE
Quei segnali del corpo che mandano in tilt gli uomini di mezza età
Ribasso dell'attività sessuale e della libido insicurezza e senso di inadeguatezza preoccupano i maschi
over 50 anni Mirone: "Stop ad alcool e fumo, e poi un'alimentazione adeguata e attività fisica"
(a. v.)
I SEGNI dell'età annunciano l'ingresso in una nuova fase della vita. L'orologio, però, batte il tempo non solo
per lei con la menopausa, ma anche per lui. Dopo i 50 anni gli uomini possono soffrire di variazione al
ribasso dell'attività sessuale e della libido, erezione raggiunta tardivamente, insicurezza e senso di
inadeguatezza fino alla depressione e alla ripresa più lenta da malattie ed eventi stressanti. Sono alcuni
sintomi dell'andropausa. Come si può stare, quindi, vicini al proprio partner? E come evitare ricadute
sull'intesa di coppia? E, poi, cos'è l'andropausa? «Tra gli addetti ai lavori - spiega Vincenzo Mirone,
segretario della Società italiana di urologia - è conosciuta con il nome di Late Onset Hypogonadism (Loh),
cioè ipogonadismo a insorgenza tardiva. Si è voluto così codificare una malattia che ha sia sintomi clinici
che alterazioni biochimiche, spesso associata all'invecchiamento e caratterizzata da una riduzione dei livelli
ormonali maschili». L'andropausa somiglia alla menopausa, ma tra le due sindromi c'è una notevole
differenza: la prima non compare necessariamente in tutti gli uomini e non ha sintomi chiari e repentini. La
metamorfosi fisiologica, così come la definisce Mirone, è conseguenza del calo di testosterone che si
verifica dopo i 30 anni e che fa registrare alla soglia dei 50 una perdita dell'ormone di circa il 30 per cento.
Una diminuzione che segue di pari passo le modificazioni che accompagnano tutti gli organi in rapporto
all'età. «Il primo obiettivo - continua Mirone - è cambiare o eliminare i comportamenti alla base del calo dei
valori di testosterone. Stop al fumo, in primis. Contribuiscono ad anticipare l'insorgenza dei disturbi anche
fattori di rischio come l'ipertensione, l'ipercolesterolemia, l'eccessivo consumo di alcool, una dieta
inadeguata e la mancanza di attività fisica». Resta acceso il dibattito sulle conseguenze di una terapia
ormonale sostitutiva, tra cui l'insorgenza di un tumore. «Il precursore di questa terapia - racconta Mirone - è
stato il medico Charles Brown-Sequard. Alla fine dell'Ottocento intuì che il trattamento androgenico poteva
contrastare i segni dell'invecchiamento, tanto da indurlo ad autoiniettarsi estratti testicolari animali. Oggi
esistono in commercio diversi preparati a base di testosterone. La scelta deve tener conto dei costi, delle
preferenze del paziente e delle caratteristiche dei prodotti. Privilegiare, quindi, un trattamento con un
farmaco quanto più vicino possibile al testosterone naturale, che non porti a concentrazioni troppo alte o
basse rispetto ai livelli normali dell'ormone stesso. Puntare, infine, su formulazioni ad attività non
prolungata, così da poter sospendere il trattamento in caso di eventi avversi». Il protocollo va valutato
individualmente. Prima di iniziare sono d'obbligo un'esplorazione rettale e gli esami del sangue: emocromo,
colesterolo, trigliceridi e Psa, il marcatore della malattia prostatica. «Inoltre - aggiunge Mirone - bisogna
tener conto dei possibili effetti indesiderati sul tono dell'umore, delle interazioni con altri farmaci e delle
condizioni in cui il paziente non può assumere testosterone poiché affetto da malattie che ne riceverebbero
un peggioramento. La terapia non induce la comparsa di un cancro alla prostata ma è assolutamente da
evitare per chi quel tumore già ce l'ha». Calo del desiderio, erezioni meno frequenti e riduzione della
potenza dell'eiaculazione condizionano molto la vita di coppia: nervosismi, scarsi scambi comunicativi e
problemi nel sesso, appunto. Far finta di niente, per la compagna di un uomo in andropausa, non è
certamente consigliabile dagli esperti. Significherebbe non affrontare una realtà che di fatto esiste e si
manifesta in modo evidente, con il rischio di contribuire ad aggravarla. Se si dovesse reagire all'andropausa
del partner in maniera non costruttiva ma collusiva, gli esperti suggeriscono di rivolgersi a uno specialista,
uno psicologo-sessuologo, per affrontare la situazione e riconquistare il mantenimento di una buona qualità
di vita nella coppia.
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Andropausa e menopausa
28/01/2016
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CAMPANIA IN SALUTE
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L'UROLOGO VINCENZO MIRONE Lo specialista è anche il Segretario della Società italiana di urologia
Foto: DISFUNZIONI
Foto: Sempre più uomini ricorrono alle cure di uno specialista all'insorge dei primi sintomi dell'andropausa
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28/01/2016
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CAMPANIA IN SALUTE
"Donne, calo del desiderio sì alla terapia ormonale"
(alessandro vaccaro)
TERAPIA ormonale sostitutiva: sì o no? È la domanda di ogni donna nel punto di svolta della sua vita: la
menopausa. «Solo il 3 per cento delle dato allarmante, causato da pregiudizi che creano terrorismo
psicologico», spiega Alessandra Graziottin, ginecologa e sessuologa dell'ospedale San Raffaele Resnati di
Milano. Com'è la situazione in Campania? «Posso dire, in generale, che al Sud sono ancora di meno le
donne che si sottopongono alla terapia. La fa l'86 per cento delle mie pazienti in menopausa. Tra loro,
anche un folto gruppo di napoletane e campane. Tutte la farebbero volentieri se fossero ben informate e
avessero un medico in grado di "cucirla" su misura». Come un abito? «Esatto. Non esiste "la" terapia
ormonale sostitutiva, ma tante opzioni diverse per ogni paziente. Il medico deve valutare la sua storia
clinica, i sintomi, quindi scegliere la combinazione di ormoni, le dosi e le vie di somministrazione migliori.
Anche uno stile di vita impeccabile è importante. Stop al fumo, innanzitutto. Poi curare il peso, seguendo
un'alimentazione povera di grassi saturi e zuccheri semplici, concedersi al massimo un bicchiere di vino al
giorno, fare almeno mezz'ora di attività fisica quotidiana, dormire sette ore ogni notte. Far fare, inoltre,
ginnastica al cervello, imparando qualcosa tutti i giorni». Quando scatta l'ora X nella donna? «I primi
sintomi della menopausa naturale compaiono intorno ai 50 anni. Oggi l'età media delle italiane è 85 anni,
quindi come dovrebbero vivere i restanti 35? Depresse, osteoporotiche o invalide, con il cuore anginoso, un
ictus o un tumore al colon? Tutti questi rischi sono ridotti dalle terapie ormonali, cure essenziali per
allungare l'aspettativa di salute ma controindicate per chi ha già avuto un cancro al seno, una trombosi, un
adenocarcinoma dell'ovaio o dell'utero». La letteratura scientifica internazionale sembra confermare la sua
tesi... «Il testosterone, in particolare, è la stella nascente sul fronte dell'endocrinologia dopo la menopausa.
È il miglior amico biologico nella risposta sessuale della donna, presente nel corpo femminile in quantità
superiori agli estrogeni. A 50 anni, però, si perde il 50 per cento di quest'ormone, l'80 per cento se è stata
fatta un'asportazione bilaterale delle ovaie. La novità? Da oggi è disponibile un testosterone di derivazione
vegetale, preparato dal farmacista dietro prescrizione medica, con un dispenser approvato dalla Food and
Drug Administration».
Foto: ESPERTA Alessandra Graziottin, ginecologa al San Raffaele Resnati di Milano
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La sessuologa Graziottin
28/01/2016
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CAMPANIA IN SALUTE
Piede diabetico stop amputazioni se c'è prevenzione
IL MODO migliore per curare il piede diabetico è la prevenzione. Con controlli costanti «si può evitare
l'amputazione nell'80 per cento dei casi spiega l'esperto Antonio Di Bonito - in Campania si eseguono 600
interventi ogni anno che comportano un danno biologico, sociale ed economico enorme». Con l'insorgere
del diabete il piede va sempre tenuto sotto controllo e non bisogna mai sottovalutare le lacerazioni. «I più
colpiti sono i pazienti che si trovano ad uno stadio avanzato della patologia» prosegue Di Bonito. I sintomi
non comportano dolore, il campanello d'allarme deve scattare quindi di fronte a deformità del piede,
insensibilità, stanchezza ai piedi e callosità diffuse sotto la pianta. Il primo passo è sottoporsi a una visita
specializzata. Seguiranno esame baropodometrico, ecocolordoppler ed elettromiografia. «È fondamentale conclude l'esperto - rivolgersi a centri specializzati e a un'equipe adeguatata che possa affrontare a 360
gradi il trattamento del piede diabetico. Il paziente deve sottoporsi a tutte le visite necessarie senza tornare
più volte nella struttura».
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L'ESPERTO
28/01/2016
Pag. 22
CAMPANIA IN SALUTE
Risonanza magnetica e Tac all'avanguardia sempre più malattie scoperte
in tempo utile
I più recenti tomografi computerizzati restituiscono immagini molto nitide in 3D
GIUSEPPE DEL BELLO
CONFINI inimmaginabili, oltre la diagnosi e più della terapia. Oggi la risonanza magnetica riesce a indagare
sulle nostre emozioni, a fornirci le mappe funzionali delle diverse aree cerebrali. Mappe che si ottengono,
ad esempio, attraverso la stimolazione acustica indotta da varie tipologie di suoni, dal trillo di un
campanello a una sinfonia di Beethoven. Ancora. Oggi con tecniche "trattografiche", sempre di Rmn, è
possibile ottenere la rappresentazione di fasci nervosi, soprattutto in ambito encefalico e del tronco
cerebrale, o nell'individuazione delle fibre nervose coinvolte nell'erezione. E così, a seconda delle
indicazioni, sarà utile supporto al neurochirurgo durante la rimozione di un tumore o all'urologo per togliere
la prostata, risparmiando i nervi (se il tumore è intracapsulare) deputati alla funzione sessuale. Malattie
degenerative del cervello come l'Alzheimer o la sclerosi multipla possono essere studiate attraverso la
risonanza magnetica. Oppure, grazie alla Tac, riusciamo a conoscere lo stato di salute delle nostre arterie,
se e quanto sono invase da placche aterosclerotiche. I tomografi computerizzati di ultima generazione
riescono a restituire le immagini in 3D del tubo digerente, in alcuni casi diventando colonscopia virtuale, in
altri sostituendo la coronarografia. Tecnologie d'avanguardia, che lavorano a pieno ritmo in vari centri
pubblici come le due università, il Pascale, il Monaldi, il Cardarelli e, in provincia, il Santa Maria delle Grazie
di Pozzuoli. Un tumore, ma anche un banale lipoma, un calcolo renale o una malformazione congenita, può
essere identificabile grazie a un'ecografia. E oggi gli ecografi rimandano immagini molto nitide in 3D,
fondamentali a misurare le lesioni e a interpretarne il contenuto. Accanto ai centri istituzionali, le attività di
imaging sono svolte dal settore privato, in accreditamento. Quando il Ssn non ce la fa a dare una risposta
alle migliaia di richieste, subentra il privato. Di centri accreditati e che possano contare su apparecchiature
di ultima generazione ce sono molti. Quelli a maggior capacità sono l'Igea, l'Actis, l'Sdn, il centro Varelli, la
struttura di Casavatore che fa capo alla famiglia Muto già presente a Napoli città, mentre la Clinica del
Rosario è attiva a Pompei. Purtroppo in Italia mancano indicatori di qualità. Significa che il paziente
dovrebbe sempre informarsi di cosa offre il mercato pubblico. Per decidere dove rivolgersi per sottoporsi
all'esame più accurato. «Le linee di ricerca attuale - spiega Alfonso Ragozzino, direttore di Radiologia a
Pozzuoli - aggiungono alle informazioni anatomiche quelle funzionali che, soprattutto in campo oncologico,
sono fondamentali. In questo settore, ad esempio, si impiegano i nuovissimi farmaci biologici. Ma sono
costosi e tossici, e allora è necessario valutarne precocemente la risposta per evitare di sottoporre il
paziente a cure costose e tossiche .In questa direzione nuovi orizzonti si aprono con l'imaging metabolico,
in grado di riconoscere e quantificare, in maniera non invasiva, cambiamenti metabolici che si registrano in
diverse malattie comuni, tra cui il cancro, malattie neurodegenerative, ischemia cardiaca e l'infezione o
infiammazione per facilitare la diagnosi e valutare la risposta terapeutica». La parte del leone in questo
ambito la fa la TcPet insieme alla risonanza magnetica, e più recentemente la Pet-Rmn è il top. L'unica in
Italia è in funzione nell'Sdn nella sede di Gianturco.
Foto: ULTIMA GENERAZIONE Un tomografo computerizzato di ultima generazione, in grado di restituire
immagini in 3D
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 29/01/2016
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Diagnostica per immagini Con le nuove apparecchiature si riesce a identificare tumori e lesioni ad altri
organi, ma anche a indagare sulle emozioni
29/01/2016
Pag. 77 N.5 - 4 febbraio 2016
diffusione:181008
tiratura:240347
Maurizio Bifulco*
«II riso fa buon sangue»: un vecchio detto che sembra racchiudere il segreto per una vita longeva. E che
ora però viene messo in discussione: uno studio pubblicato su "Lancet" rivela infatti che una condizione di
infelicità o di stress non accorcia davvero la vita. I risultati sono emersi da una ricerca su un milione di
donne di circa 60 anni d'età, sottoposte a un questionario dieci anni fa e di cui oggi sono stati verificati, i
tassi di mortalità. Ma come è stata valutata la felicità? Vivere in una condizione non svantaggiata, essere
tìsicamente attivi e non dipendenti dal fumo, avere una vita affettiva appagante e un sonno adeguato. I
ricercatori hanno dimostrato che presentare questi elementi di felicità non costituiva un vantaggio rispetto
alle altre donne: i tassi di mortalità successivi, infatti, sono praticamente sovrapponibili. Questo studio
sembra essere in controtendenza rispetto all'opinione comune e cioè che essere felici faccia bene alla
salute. Anche la scienza fino a oggi ha sostenuto questo assioma. In particolare uno studio pubblicato sulla
rivista scientifica "Pnas" qualche anno fa riportava che il tasso di mortalità diminuisce nei 5 anni successivi
alla valutazione dello stato di felicità. Quelle analisi erano, però, secondo i ricercatori del più recente studio,
minate da una erronea interpretazione dei dati che avevano condotto a un'alterazione del rapporto causaeffetto, laddove infatti sono i problemi di salute a causare infelicità e non il contrario. Sarebbe cioè la
malattia a rendere infelici, ma l'infelicità in sé non fa male; ed è un cattivo stato di salute a essere collegato
a un aumentato rischio di morte prematura, non l'infelicità che ne è solo la conseguenza. Questo almeno è
quanto riscontrato nelle donne, ma cosa succede negli uomini? Un editoriale sullo stesso numero di
"Lancet" fa notare come numerosi studi suggeriscano che gli uomini e le donne definiscono la felicità in
modo diverso e che quindi, prendendo in considerazione parametri differenti, è possibile che la felicità e
l'infelicità siano invece collegate più fortemente alla morte precoce per gli uomini rispetto alle donne.
Ovviamente nuovi studi con una definizione rigorosa dei parametri sono necessari per giungere a
conclusioni più convincenti, tuttavia se questi risultati trovassero ulteriori conferme fino a diventare
scienficamente validi verrebbero percepiti come una buona o una cattiva notizia? Saremmo cioè più portati
a rammaricarci che la felicità non potrà allungarci la vita o al contrario sarà una consolazione pensare che
lo stress e il malumore non ce la accorceranno? Se il fumo di sigaretta fa sicuramente più vittime della
mancanza di sorriso, resta comunque il fatto che l'infelicità (pur non avendo un effetto diretto sulla
longevità) rappresenta un fattore di rischio per una serie di comportamenti associati a loro volta a un
aumento di mortalità. Nel dubbio, dunque, armiamoci wdi sorriso che, se non allunga la vita, migliora senza
dubbio l'umore e rende più piacevoli le nostre giornate e quelle di chi ci sta accanto. * Presidente Facoltà di
Farmacia e Medicina Università di Salerno
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 29/01/2016
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Ma la felicità allunga o no la vita?
29/01/2016
Pag. 85 N.5 - 4 febbraio 2016
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L'ospedale si addice ai cartoon
Oscar Cosulich
BRESCIA. La "terapia del sorriso" è stata avviata nel 1986 da Michael Christensen e Paul Binder, fondatori
della "Clown Care Unity", unità di clownterapia che usa la risata come medicina. Una terapia distica tanto
efficace da far celebrare nel 1998 l'arte del dottor/clown Hunter Adams, interpretato da Robin Williams nel
film "Patch Adams" di Tom Shadyac. A Brescia, l'iniziativa "Cartoni animati in corsia", è andata un passo
oltre nell'intento di rendere gli ospedali luoghi più umani, organizzando laboratori di cinema d'animazione
per bambini e ragazzi in ospedale. Organizzati dall'Avisco (Associazione per la ricerca sugli audiovisivi),
questi laboratori trasformano i piccoli pazienti da spettatori in autori di brevi film e così il doloroso tempo di
ricovero e terapia diventa strumento di sperimentazione ed espressione artistica, facendo anche capire
quanto lavoro ci sia dietro un cartoon. Utilizzando un piccolo set da ripresa portatile, un computer,
cartoncino colorato, plastilina e sabbia, le storie e i personaggi inventati da bambini e ragazzi, insieme a più
classici racconti, filastrocche e testi poetici, prendono forma e movimento. L'iniziativa che ha coinvolto più
di 300 giovani pazienti, ha generato 13 piccoli film d'animazione che nei giorni scorsi hanno avuto il
battesimo del grande schermo al Cinema Nuovo Eden di Brescia e sono stati raccolti in dvd.
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 29/01/2016
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Terapia del sorrìso
29/01/2016
Pag. 86 N.5 - 4 febbraio 2016
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Cominciò dal liuto arabo tradizionale. Oggi è un sofisticato musicista contemporaneo. Incontro con un
artista che ancora crede nel dialogo culturale tra Oriente e Occidente
colloquio con Anouar Brahem di Enrico Arosio
SE LA TUNISIA è un Paese piccolo, Anouar Brahem ha una grande anima. Non è uomo di politica attiva,
ma la politica lo turba. Ce lo spiega in un francese così elegante e melodioso da sembrare un parigino di
terza generazione. Invece il compositore e virtuoso dell'oud, il liuto arabo, nato a Tunisi nel 1957, dopo una
parentesi giovanile a Parigi, è ritornato in patria. Grazie all'incontro, tanti anni fa, con il produttore-guru
tedesco Manfred Eicher creatore della Ecm, etichetta leader mondiale per il jazz e la musica
contemporanea, è diventato un protagonista delle sonorità trasversali di oggi. Un artista - come si dice - di
culto. In attesa di poterlo riascoltare in Italia, "l'Espresso" lo ha incontrato a Lugano, quando all'Auditori um
Rsi, con il suo quartetto e l'Orchestra della Svizzera Italiana, ha suonato la sua ultima emozionante
composizione, "Souvenance" (Ricordo), che incrocia sonorità mediterranee e orientali e incanta per le
luminose tessiture, dalla circolarità quasi ipnotica. Dopo la "rivoluzione dei gelsomini" del 2011, con la
nuova Costituzione e le libere elezioni, lei ha vissuto tali scossoni da non riuscire quasi più a far musica. Ci
sono voluti quattro anni per portare a termine "Souvenance". Ce ne può parlare? «Gli eventi in Tunisia e nel
Maghreb sono stati un cataclisma. Il regime poliziesco, poi gli scontri, i morti, la fuga del presidente.
L'esplosione delle speranze, con la libertà totale di espressione, e insieme dei timori. Abbiamo attraversato
una situazione insurrezionale». Esperienze forti, anche traumatiche. Incluso l'attentato al Museo del Bardo.
«Esperienze forti, sì, per tutta la nostra società civile. E nata una Costituzione progressista, votata a
maggioranza sotto un governo di coalizione a guida islamista. A lungo mi è stato difficile concentrarmi sul
lavoro musicale». Oggi dove vive? «A pochi chilometri daTunisi. A Carta gine. Carthago». La crìtica ritiene
"Souvenance" una sintesi di vent'anni di ricerca musicale tra Oriente e Occidente. Un punto d'arrivo? «Non
penso. Per me il lavoro è ricerca continua. Ogni nuovo progetto è una sorpresa, amo sorprendermi di me
stesso. Come ha scritto uno scrittore francese, avanzo un poco nella nebbia». Com'è nata una
composizione orchestrale, rispetto al suo quartetto abituale, con Francois Couturier al pianoforte? «All'inizio
pensavo che avrei scritto per il quartetto. Ma nel cominciare a comporre, i primi strumenti sono stati il
pianoforte e l'orchestra ad archi, un'orchestra da camera. Ecco la sorpresa: perché io non vengo dalla
musica classica. Ma sapevo che non era un capriccio. Era una sfida. La musica tradizionale araba è la sola
che ho studiato da giovane. E ne sono uscito nel corso del tempo, in nuove direzioni». L'hanno definita un
«contrabbandiere di culture». Ci si riconosce? « Non saprei se è positivo o negativo. Un awenturiero,
forse...». Lei ha allargato gli orizzonti musicali. Ma incide solo per la Ecm, l'etichetta di Keith Jarrett, Jan
Garbarek, Enrico Rava. E c'è chi la ritiene un jazzista. «Oh no, io non mi definisco un jazzista. Mai studiato
jazz. Sono cresciuto nella Tunisia degli anni Settanta. Nutrito di tradizione, di giorno studiavo l'oud con il
mio maestro, e la sera magari andavo al cinema per vedere Ingmar Bergman o Fellini. Ero, come molti
della mia generazione, curiosissimo. La cultura europea non era poi troppo lontana...». Al di là del
Mediterraneo, così antico, ricco di civiltà e diversità. «Diversità, sì. Ma non amo quel che chiamo l'effettoinsalata. Da compositore penso che si debbano saper integrare gli echi di diverse tradizioni dentro la
propria creazione autonoma. Io aspiro ad avere la libertà totale, penso che la creazione superi il "genere
musicale". E difendo questa prospettiva di libertà». Lei si prende molto tempo tra un lavoro e l'altro. Non si
muove "secondo il mercato". L'industria musicale non fa pressioni? «Guardi, ho avuto la fortuna di
incontrare la formidabile complicità di Manfred Eicher. Abbiamo prodotto dieci album insieme per Ecm. Ma
non so mai cosa farò la volta seguente». Ecm: Editionsof Contemporary Music. Ma molti etichettano
Anouar Brahem sotto world music. Come risponde? «Non apprezzo. World music non vuoi dir nulla.Tutto è
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 29/01/2016
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World music? Non vuoi dir niente
29/01/2016
Pag. 86 N.5 - 4 febbraio 2016
diffusione:181008
tiratura:240347
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world, se vogliamo, da Pierre Boulez a Beethoven, dal pop al folklore. Che senso può avere?». E musica
etnica? «Termine troppo ambiguo. Anni fa, quando andai a Parigi e scoprii la scena cosmopolita, jazz,
cinema, musica africana, l'industria discografica era molto compartimentata. Ma io volevo incontrare le
persone, e i suoni». Il marketing musicale è conformista? «Direi: la musica è conformista. Il cinema lo è
meno, perché è molto più giovane. Che cosa sarebbe il "cinema etnico"? Nello stesso festival possiamo
incrociare Godard e Kiarostami...». Parliamo dell'oud, strumento arabo antico che ha figliato il liuto
rinascimentale. L'oud era forse un destino già scritto, per un artista oltre i confini come lei? «Forse sì. L'oud
è uno strumento viaggiatore, che ha conquistato parti di mondo. Le prime fonti iconografiche sono tra l'Iran
e l'Iraq, poi è diventato lo strumento principe dell'età aurea della cultura araba. Infine è arrivato in Europa.
Ce n'è traccia perfino a Cuba, tra gli strumenti di "Buena Vista Social Club". L'oud negli anni Settanta
rischiava di morire, aveva perso centralità nelle orchestre arabe, ridotto a valore simbolico. Io, da
appassionato, ho voluto svilupparlo in senso solista. Che bizzarria, dicevano. E invece...». Come compone
la sua musica, al piano? « Sì, anche se non mi ritengo un pianista. Compongo per piccoli schizzi, piccoli
temi, procedo lentamente». Sta lavorando a un nuovo album? «Sono all'inizio, sì. Per me è un periodo
caotico, e avrei bisogno di calma». Lei vive scrivendo e suonando, un privilegio. La sua famiglia di che
origine è? «Ceto medio. Sono cresciuto nella Medina di Tunisi, in un quartiere popolare. Mio padre era
artigiano, uno stampatore. Da bambino ho imparato la tecnica dei caratteri mobili, mi divertivo, ricordo bene
gli odori della sua bottega. Sono il primo musicista in famiglia». Le capita di ri-suonare con musicisti con cui
ha lavorato anni fa? Con Jan Garbarek, il grande sassofonista norvegese? «È capitato, sì. Incidere "Madar"
con lui fu molto bello. Fu un incontro fortuito, grazie a Eicher, nacque così, esplorando. Sono momenti rari e
preziosi. L'incontro studiato a tavolino tra "celebrities" non è cosa per me». E ha ancora voglia di
collaborare con musicisti che non conosce ancora? «Sa, io sono di natura molto fedele. Mi è difficile
pensare di cambiare il gruppo che ho creato. Il concerto, per me, è l'eccezione, non la norma. Faccio al
massimo venti concerti l'anno». Pochissimi. C'è chi ne fa duecento. «Lo so. Ma non sono io che decido. È
la musica che decide per me». • A PERSET ECM RECORDS
TUtto ebbe inizio a Tunisi Anouar Brahem (limisi, 1957) ha integrato la tradizione dell'oud, il liuto arabo,
con elementi jazz, di altre culture mediterranee e orientali. Dal 1989 incide solo per la tedesca Ecm. Tra i
lavori più importanti: "Madar" (1994) con Jan Garbarek, "Le Pas du Chat Noir" (2001), "Le Voyage de
Sanar" (2006), "Souvenance" (2014). Vive a Cartagine.
29/01/2016
Pag. 17
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tiratura:278795
Il medico e i pazienti inesistenti "Così non posso fare le ricette"
[P. ITA.]
TORINO Il dottor Giuseppe Sampieri, medico di famiglia a Torino, pochi giorni fa ha scoperto che undici
suoi pazienti erano stati cancellati dal sistema. «Codice 22: irreperibilità censuaria», diceva il file aggiornato
dal sistema informatico collegato con il Comune. Il dottor Sampieri ha subito telefonato al primo della lista
degli irreperibili: suo nipote. Che ha risposto, come sempre. «La notizia che era stato cancellato - racconta
il medico - gliel'ho data io. È andato a chiedere spiegazioni in Comune e gli hanno detto che era stato
cancellato perché non aveva risposto al censimento». In effetti, il nipote del dottor Sampieri non aveva
inviato i moduli nel 2011. E, in effetti, ha cambiato casa diverse volte in questi anni. Ma non è un caso
isolato. «Ecco, questo ad esempio - racconta il medico scorrendo a video la lista dei cancellati - questo è
un mio paziente, un immigrato. Eppure l'ho visitato l'ultima volta pochi mesi fa: perché all'anagrafe non
risulta?». Sampieri ha fatto un giro di telefonate con i colleghi, per capire la dimensione del problema: «Ho
scoperto che in molti stanno vivendo come me questa situazione paradossale: pazienti cancellati ma
perfettamente noti al loro medico». Il vero problema è un altro: «Con l'introduzione della ricetta elettronica
obbligatoria, il sistema non ci permette di stampare ricette a loro carico, in quanto appunto non risultano
"esistenti"». Una via di uscita c'è, prevista per il caso in cui il sistema informatico andasse in tilt: usare le
vecchie ricette, quelle rosse. «Ma ho interpellato l'Asl e mi hanno detto che il rischio è di essere indagati
per truffa ai danni dello Stato, per prescrizioni a persone inesistenti. Che cosa devo fare?». Il dottor
Sampieri sottolinea anche un risvolto economico di questa situazione che potrebbe avere una rilevanza
nazionale. I medici percepiscono per ogni loro paziente una piccola quota della cifra che lo Stato stanzia
per le Regioni per ciascun cittadino. In Piemonte, questa cifra è di circa 1.500 euro e la quota per i medici di
famiglia è attorno ai 75 euro. Che solo in una città come Torino siano state cancellate oltre 10 mila persone
comporta dunque una riduzione dei trasferimenti alla Sanità. Q uesto significa che bisogna fare molta
attenzione a cancellare soltanto le persone che risultino effettivamente irreperibili. Prima di spedire la
lettera raccomandata che avvisa della possibilità di cancellazione e di fare poi l'estremo tentativo
mandando la Polizia locale a suonare il campanello dell'ultimo domicilio conosciuto, occorre incrociare molti
dati. Perché se un cittadino non risponde al censimento ma qualche mese dopo paga una multa, oppure va
a rifare un documento, è evidente che non basta che non risponda al telefono per dire che non esiste.
«Quello che mi sembra strano - osserva il dottor Sampieri - è che alcuni dei miei pazienti sconosciuti al fine
dell'assistenza sanitaria, risultano noti all'anagrafe per tutte le altre incombenze. Le cartelle esattoriali le
ricevono ricevendo regolarmente».
Foto: La scoperta Il dottor Giuseppe Sampieri ha scoperto che 11 suoi pazienti sono stati «cancellati»
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 29/01/2016
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Il paradosso a Torino
29/01/2016
Pag. 14
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Zika, allarme per i contagi «Possibili 4 milioni di casi»
L'Oms: «Il virus si diffonde in modo esplosivo». Paesi americani nel mirino Colpisce le donne in gravidanza
causando malformazioni ai bambini
R O M A Il primo allarme ad aprile scorso. Migliaia di casi contagiati dal virus Zika in Brasile. Oltre 3500 i
bambini nati tra ottobre e dicembre 2015 in Sudamerica colpiti da microcefalia, il danno cerebrale causato
dall'infezione veicolata dalle zanzare. Ieri l'annuncio dell'Oms: attendiamo 3-4 milioni di casi nelle Americhe
perché la popolazione non è immunizzata. «La malattia - fa sapere il Direttore generale dell'Oms Margaret
Chan - si diffonde velocemente, in modo esplosivo». Repentino l'intervento della Casa Bianca: «Il rischio
che i virus si espanda negli Stati Uniti è comunque basso. La preoccupazione può crescere con
l'innalzamento delle temperature». LA CIRCOLARE Dall'allerta mondiale, all'organizzazione di ogni singolo
Paese. E' di ieri, da noi, la decisione del Centro nazionale sangue di evitare le donazioni da parte di chi ha
viaggiato in America Latina, Caraibi (Cuba esclusa), Capo Verde, Thailandia, Indonesia, isole del Pacifico
nei 28 giorni successivi al rientro in Italia. Il resto delle precauzioni si leggono in una circolare del ministero
della Salute del 21 gennaio per chi viaggia nelle zone ad alta concentrazione infettiva. «Dal momento che
le zanzare Aedes - si legge tra l'altro nel documento - pungono di giorno, si raccomanda a chi dorme
durante il giorno, soprattutto i bambini o malati anziani, di riposare sotto zanzariere trattate con o senza
insetticidi». In Italia fino ad ora si contano solo quattro casi di persone che sono state scoperte positive al
virus Zika durante la scorsa primavera, al ritorno da un viaggio in Brasile. Gli stessi specialisti dell'Oms se
da una parte mostrano preoccupazione per il dilagare della malattia dall'altra parlano di «un'infezione lieve,
tranne che per le donne in gravidanza». Negli ultimi mesi, in Brasile, sono stati contati migliaia di casi di
microcefalia fetale in bambini nati da madri che sono state infettate. Un danno neurologico irreversibile in
grado di compromettere l'aspetto cognitivo ma anche la sopravvivenza del nascituro. La spiegazione
scientificamente più accreditata dell'alto numero di bambini con gravi problemi al cervello, secondo
l'Organizzazione mondiale della sanità, si riferisce proprio alla presenza del virus nell'organismo delle
donne in attesa. «Il virus - è l'analisi degli infettivologi Oms - è stato diagnosticato nel cervello dei neonati
morti per microcefalia ed anche nel liquido amniotico. Ci sono forti evidenze di un'associazione tra Zika e il
danno fetale». L'unico vero rischio per la popolazione. Una certezza: il virus non rimarrà nelle Americhe.
Ma il suo "viaggiare" è legato, a differenza di Ebola, ad un mezzo di trasmissione come è la zanzara Aedes.
Ad oggi i casi da virus Zika sono stati identificati in 23 Paesi ma, come ha annunciato l'organizzazione
sanitaria mondiale, presto il contagio supererà altri confini. Si teme che Zika vada a sovrapporsi a Dengue
(anche in questo caso è la zanzara che fa da trasmettitore del virus). Uno dei Paesi sotto la lente per
questo è la Cina. Un'ipotesi per fermare questa sinergia infettiva: «Si sta studiando come modificare le
zanzare con un batterio antivirus» annuncia Giuseppe Ippolito Direttore scientifico dell'Istituto per le
malattie infettive Spallanzani di Roma. L'APPELLO Il legame tra l'agente virale e l'alto numero dei neonati
con danno neurologico ha portato al rimodellamento dell'identikit di Zika. Fino a meno di un anno fa una
minaccia lieve, oggi un autentico allarme. Al quale, pur con qualche resistenza, devono "piegarsi" anche i
Paesi che ora, proprio ora, non vorrebbero certo veder ostacolato il turismo. La presidente del Brasile,
Dilma Rousseff, dopo aver schierato anche l'esercito in strada per combattere il virus (lì si contano 1,5
milioni di casi) ha rivolto un appello ai principali leader religiosi con lo scopo di coinvolgere chiese cattoliche
ed evangeliche nella lotta contro le zanzare. Oggi maxi pulizia negli edifici di Brasilia. I dipendenti pubblici
avrebbero ricevuto l'ordine di disinfestare tutti gli ambienti da potenziali focolai larvali. Nella regione del
Sambodromo, dove andranno in scena le sfilate del Carnevale che inizierà il 5 febbraio, sono state fatte
nuove ispezioni. Controlli raddoppiati anche nella Cidade do Samba (dove vengono realizzati i carri
allegorici) e nelle varie scuole di samba sparse per la metropoli. Numerose compagnie aeree che operano
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 29/01/2016
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L'EPIDEMIA
29/01/2016
Pag. 14
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tiratura:185831
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 29/01/2016
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voli nelle zone più colpite da Zika in America Latina stanno offrendo ai loro passeggeri di annullare o
posticipare i loro viaggi. Soprattutto se si tratta di donne in gravidanza. C.Ma.
La diffusione Brasile Messico Samoa Ecuador Bolivia Paraguay Colombia Panama Venezuela Salvador
Guatemala Honduras Capo Verde Haiti Por to Rico Barbados Mar tinica Guadalupa Saint Mar tin Guyana
Suriname Guyana francese Fonte: Centers for Disease Control and Prevention Paesi in cui è attiva la
trasmissione del virus Zika Il virus è soltanto nel sangue? È un virus nell'elenco di quelli nuovi? Come
avviene la trasmissione dell'infezione? Quanti e quali i sintomi della malattia? Perché l'allarme in particolare
per i neonati? Domande e risposte Sono cinque-sei e non gravi i sintomi della malattia: rialzo febbrile non
particolarmente alto, la comparsa di puntini rossi sulla pelle, dolori ai muscoli e alle articolazioni, problemi
agli occhi (congiuntivite). I segni durano meno di una settimana e il paziente in genere non è ricoverato. No,
venne isolato per la prima volta nel 1947 in Uganda. Era in un macaco nella foresta di Zika ("zika" nella
lingua, oltre l'inglese, parlata nel Paese significa "coperto di vegetazione") e nel 1952 fu descritto come un
virus diverso da quello che causa la febbre gialla. Nel '54 fu scoperto in un paziente in Nigeria. Sono
sempre pochi i casi in Africa. Avviene con la puntura di zanzare che appartengono al genere "Aedes", gli
stessi insetti che trasmettono la dengue e altri tipi di malattie proprie delle aree tropicali e sub tropicali. Una
zanzara punge una persona infetta e quando ne punge un'altra le contagia il virus. A molti bambini nati da
donne entrate in contatto con il virus Zika durante la gravidanza è stata diagnosticata la microcefalia, una
malformazione neurologica nella quale la circonferenza del cranio è più piccola della media. Non c'è
trattamento per questa anomalia. L'Oms ha informato che il virus Zika è stato isolato, oltre che nel sangue,
anche nel liquido seminale di un uomo. E' stato descritto un caso, nella Polinesia francese, di possibile
trasmissione sessuale da persona a persona. Non ci sono altre segnalazioni.
Foto: IN BRASILE SI TEME LA DIFFUSIONE PER IL CARNEVALE DISINFESTAZIONI ANCHE NELLE
SCUOLE DI SAMBA
Foto: IN ITALIA DIVIETO TEMPORANEO ALLE DONAZIONI DI SANGUE PER CHI HA VIAGGIATO NEI
PAESI A RISCHIO
Foto: LA DISINFESTAZIONE Vengono spruzzati veleni anche nei cimiteri. Sopra, una delle zanzare killer
Foto: LA SICUREZZA Uno degli addetti alla disinfestazione con un potente strumento che serve a
"sparare" una sostanza che uccide le zanzare
29/01/2016
Pag. 26
diffusione:41112
tiratura:81689
Fisioterapisti e logopedisti obbligati all'invio dei dati sanitari per il 730 precompilato. La risposta arriva
dall'Agenzia delle entrate riferita in commissione fi nanze della camera da Enrico Zanetti, sottosegretario al
mineconomia e ieri nominato viceministro. Fisioterapisti, logopedisti e assimilati rientrano nel campo delle
strutture per l'erogazione delle prestazioni di assistenza protesica e di assistenza specifi ca. Dal 2015
rientrano nei soggetti obbligati all'invio dei dati sia le strutture e i soggetti che erogano prestazioni di
assistenza specifi ca, sia le strutture e i soggetti che erogano prestazioni ausiliarie della professione
sanitaria se accreditati per l'erogazione dei servizi sanitari. Dal 2016 rientrano nell'obbligo anche le strutture
non accreditate ma autorizzate.
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 29/01/2016
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Fisioterapisti e logopedisti obbligati ai dati sanitari
29/01/2016
Pag. 32
diffusione:41112
tiratura:81689
Per i sanitari vale solo la colpa grave
Pasquale Quaranta
Via libera della Camera al pdl sulla responsabilità professionale. Il testo, modificato rispetto alla
formulazione iniziale, ha superato ieri il vaglio dell'Aula di Montecitorio dopo un lungo iter in commissione
Affari sociali ed è ora atteso il senato. Spazio, quindi, alla responsabilità penale per l'esercente la
professione sanitaria che risponderà dei reati di omicidio colposo e lesioni personali colpose solo in caso di
colpa grave. Quest'ultima, inoltre, sarà esclusa quando saranno state rispettate le buone pratiche clinicoassistenziali e le raccomandazioni previste dalle linee guida che, in base a quanto previsto dal pdl,
dovranno essere indicate dalle società scientifiche e dagli istituti di ricerca determinati con decreto del
ministro della salute. Sul fronte della responsabilità civile è previsto, invece, che le strutture sanitarie, nel
caso di condotte dolose o colpose dell'esercente la professione sanitaria, risponderanno dei reati di
responsabilità del debitore e responsabilità per fatto degli ausiliari. Tale disposizione si applicherà anche
alle prestazioni sanitarie svolte in regime di libera professione intramuraria, nonché attraverso la
telemedicina. Invece, il responsabile del processo di risk management, potrà essere sia un medico legale e
sia un dipendente della struttura sanitaria a patto che abbia un'adeguata formazione e un'esperienza
triennale nel suddetto campo. Sul fronte assicurazioni, invece, con un apposito decreto del Mise si
provvederà all'individuazione dei requisiti e delle caratteristiche di garanzie per le polizze assicurative delle
strutture sanitarie. Tali requisiti dovranno essere specificati anche per le forme di autoassicurazione e per le
altre misure di assunzione diretta del rischio. Il decreto del Ministero terrà conto delle indicazioni dell'Ivass,
dell'Ania, della Federazione nazionale degli ordini dei medici chirurghi e degli odontoiatri e delle
Federazioni nazionali degli ordini e dei collegi delle professioni sanitarie. Per quanto riguarda l'azione di
rivalsa, invece, il soggetto danneggiato avrà diritto di agire direttamente, entro i limiti delle somme per le
quali è stato stipulato il contratto, nei confronti dell'impresa di assicurazione che presta la copertura
all'azienda. Invece, la società assicurativa, avrà diritto di rivalsa verso l'assicurato nella misura in cui
avrebbe avuto contrattualmente diritto di rifiutare o di ridurre la propria prestazione. Inoltre la legge crea
due nuovi istituti: un fondo di garanzia, affidato alla Consap, per i soggetti danneggiati da responsabilità
sanitaria il cui contributo è stabilito annualmente e un osservatorio. Quest'ultimo dovrà monitorare gli errori
sanitari che si verificheranno sul territorio nazionale ed identificare le cause, l'entità del danno, e l'onere
finanziario del contenzioso. In ultimo, il pdl, prevede l'obbligatorietà del tentativo di conciliazione.
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 29/01/2016
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VIA LIBERA AL PDL SULLA RESPONSABILITÀ
29/01/2016
Pag. 40
diffusione:41112
tiratura:81689
Un protocollo d'intesa per garantire la salute della popolazione dei piccoli comuni. Particolarmente
bisognosa di attenzione visto che, a causa dello spopolamento e della fuga dei giovani verso le grandi città,
l'età media degli abitanti dei mini-enti continua a crescere. Per questo Anpci ha raggiunto un accordo con
Senior Italia Federanziani, la federazione delle associazioni della terza età e Federfarma Sunifar, il
sindacato unitario dei farmacisti rurali, per coordinare programmi e azioni volte alla tutela delle popolazioni
dei piccoli comuni. Il timore di chi vive nei piccoli centri è chiaro: si teme che l'accorpamento delle funzioni
amministrative possa produrre un generale decadimento dei livelli di erogazione dei servizi ai cittadini più
bisognosi, in primis gli anziani. In quest'ottica assume un'importanza cruciale il ruolo delle farmacie rurali
che nei piccoli comuni svolgono l'imprescindibile ruolo di assistenza sanitaria di prima necessità visto che
spesso gli ospedali più vicini distano decine e decine di chilometri. Il protocollo d'intesa è stato fi rmato nel
corso dell'ultimo Forum della salute svoltosi a Rimini. «Con l'intesa siglata si avvia un percorso comune fra
le nostre organizzazioni per una tutela omogenea di tutto il territorio», ha osservato il presidente di Senior
Italia Federanziani, Roberto Messina. «Siamo pronti a collaborare dando il nostro contributo per
promuovere e garantire la qualità della vita dei cittadini dei piccoli comuni». «Siamo lieti di aver suggellato
un rapporto di collaborazione tra le nostre sigle», hanno aggiunto Franca Biglio, presidente dell'Anpci, e
Alfredo Orlandi, presidente Sunifar. «L'obiettivo di questa intesa è uno solo: il raggiungimento del bene
comune, concretizzato nell'attenzione ai bisogni dei cittadini e nell'erogazione dei servizi essenziali per la
persona». L'Anpci ritiene le farmacie rurali essenziali per la sopravvivenza dei piccoli comuni che negli anni
hanno già visto chiudere uffi ci postali, stazioni dei carabinieri e negozi di generi di prima necessità. A
causa della crisi economica, certo, ma anche dell'espansione incontrollata della grande distribuzione. Per
questo l'Anpci dice no alla proposta (che è tornata ad aleggiare nel dibattito in commissione al senato sul
ddl concorrenza) di consentire la vendita di medicinali con ricetta nei supermercati. Una proposta che
secondo l'Associazione non punta a migliorare i servizi offerti ai cittadini, ma solo ad aumentare i profi tti
della Grande distribuzione organizzata. «Non vogliamo rimanere privi anche del servizio offerto dalle
farmacie rurali», osserva Franca Biglio. «Nei comuni con meno di 5 mila abitanti vivono 15 milioni di
persone, per le quali la farmacia è l'unico punto di accesso per ottenere facilmente e rapidamente non solo
le medicine di cui hanno bisogno per curarsi, ma anche servizi sanitari di primo intervento e consulenze.
Privare di questo servizio essenziale e gratuito i piccoli comuni signifi cherebbe non garantire più il diritto
alla salute riconosciuto dalla Costituzione a un quinto della popolazione italiana».
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 29/01/2016
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Giù le mani dalle farmacie rurali
29/01/2016
Pag. 22
diffusione:85021
tiratura:120193
Previsti 4 milioni di casi, vertice sull'emergenza La direttrice dell'organizzazione dell'Onu, Chan: «Livello di
allerta estremamente elevato». Si prevede «esplosione» del morbo in Brasile «Non sono necessarie le
restrizioni ai voli». Primo contagio in Argentina
LUCA MIELE
Inumeri sono catastrofici. E testimoniano la drammaticità della situazione. Tra i 3 e i 4 milioni di possibili
casi di contagio nel continente americano dei quali 1,5 milioni solo in Brasile, il Paese oggi più colpito. E
mentre vengono registrati i primi casi in Argentina e Austria (quattro quelli in Italia nei giorni scorsi, 31 negli
Stati Uniti), l'Organizzazione mondiale della Sanità - che ha convocato un comitato d'emergenza per lunedì
per decidere se proclamare un'emergenza mondiale come accaduto nel caso di Ebola - non vela la gravità
dell'emergenza: il virus zika si propaga «in maniera esplosiva», come ha fatto sapere la direttrice
dell'organizzazione Onu, Margaret Chan. L'Oms ha dedicato all'epidemia una riunione speciale del
Consiglio esecutivo, in corso a Ginevra. «Il livello di allerta è estremamente elevato», ha aggiunto Chan. Al
tempo stesso l'Oms chiede che non vengano imposte «restrizioni inappropriate al commercio o ai viaggi».
Numerose compagnie aeree che operano voli nelle zone più colpite in America Latina stanno già offrendo
ai loro passeggeri di annullare o posticipare i loro viaggi, specialmente se si tratta di donne incinte . I primi
casi in Sud America sono stati rilevati a maggio del 2015 in Brasile ma solo a ottobre il Paese ha scoperto
un aumento dei casi di microcefalia in bambini nati soprattutto nel nordovest. I numeri sono inquietanti: oltre
un milione e mezzo i casi di zika e oltre 4.180 casi di microcefalia nel Paese, 30 volte più che in ogni anno
dal 2010. «Voglio essere chiara: la relazione fra il virus e le malformazioni non è stata ancora stabilita» ma
questa relazione «è altamente sospettata», ha dichiarato Chan. Per il virus, trasmesso dalla zanzara Aedes
Aegypti, la stessa che causa il dengue e la febbre gialla, non esistono cura né vaccino. Si stima che circa
l'80 per cento delle persone infette non presentino sintomi. Gli scienziati sospettano che la malattia sia
collegata al boom di nascite di bimbi microcefali. Per le future mamme il rischio potrebbe essere
terribilmente serio. Da qui la preoccupazione dell'Oms e la conseguente allerta. L'organizzazione ha
chiesto alle donne di farsi visitare prima e dopo un eventuale viaggio nelle zone endemiche. L'indicazione è
stata condivisa anche dal Centro europeo contro le malattie e l'omologo Usa. Proprio dagli Stati Uniti arriva
la notizia di due possibili farmaci candidati a diventare vaccino. I test clinici potrebbero iniziare entro la fine
del 2016, ma le cure non saranno disponibili prima di qualche anno. Il virus non si trasmette per via aerea.
È la puntura di zanzara a diffonderlo e il contatto diretto con il sangue. I ricercatori stanno indagando la
possibilità di contagio per via sessuale, anche se non vi sono prove inconfutabili al riguardo. I ricercatori del
Butantan Institute di San Paolo in Brasile - lo Stato dove l'epidemia è iniziata e dove c'è stato il maggior
numero di contagi - lottano contro il tempo per trovare l'antidoto. Ai latinoamericani è stato raccomandato di
proteggersi con creme e repellenti, mentre Rio ha lanciato un piano di emergenza per le Olimpiadi di
agosto. Dalle autorità sanitarie del Salvador è arrivato l'allarme più drastico, con la richiesta di rinviare di
ben due anni eventuali gravidanze. Stessa cosa in Colombia, dove ci si limita a consigliare di aspettare fino
a luglio prima di concepire un figlio. L'unico modo per fronteggiare l'epidemia - la più grave da quando il
virus è stato scoperto in Uganda, nel 1947 - è la disinfestazione a tappeto e la bonifica degli acquitrini.
L'epidemia rischia di avere effetti devastanti sul turismo, soprattutto in Colombia e Brasile. Quest'ultimo ha
visto una raffica di cancellazioni improvvise dei soggiorni per il Carnevale. Gli effetti maggiori, però,
rischiano di aversi per le Olimpiadi di Rio, in programma dal 5 al 21 agosto.
Il virus zika Il virus zika è trasmesso dalla zanzara Aedes aegypti , presente nelle regioni tropicali. Si tratta
della stessa zanzara che trasmette la febbre gialla e la dengué, attiva soprattutto all'alba e al tramonto
Trasmissione Non esistono trattamenti antivirali né vaccini. L'unica prevenzione è proteggersi dalle punture
di zanzara Trattamento Il virus è stato identificato in Uganda nelle scimmie nel 1947 e successivamente
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 29/01/2016
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L'Oms: è allarme globale «Il virus zika è esplosivo»
29/01/2016
Pag. 22
diffusione:85021
tiratura:120193
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 29/01/2016
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negli umani nel 1952. È diffuso in Africa, America Latina, Asia e Pacifico Diffusione Sintomi Emicrania
Congiuntivite Febbre Eruzioni cutanee Dolori articolari e muscolari Il virus in donne gravide può generare
malformazioni al feto, come la microcefalia solitamente durano da 2 a 7 giorni
Foto: La corsa contro il tempo
Foto: (Reuters)
29/01/2016
Pag. 16
diffusione:83734
tiratura:155835
Gli aspiranti dottori sborsano 300 euro per un esame inutile e pieno di errori SCARICABARILE Il ministero
incolpa l'Ordine professionale, che respinge al mittente
Michelangelo Bonessa
Il ministro dell'Istruzione Stefania Giannini cade sui test di medicina. Il 4 febbraio infatti migliaia di nuovi
dottori affronteranno la prova per l'abilitazione alla professione, in Italia se ne laureano ogni anno circa
novemila, ma l'esame a quiz è finito al centro delle critiche per gli errori riscontrati dagli stessi aspiranti
medici. E non è nemmeno la prima volta, già lo scorso anno qualcuno aveva alzato la voce: domande con
errori da matita rossa, ripetitive e a volte pure contraddittorie. Un insulto doppio per i giovani che si
apprestano a entrare nel mondo del lavoro: oltre a sei anni, quando va bene, di laurea con costi che non
tutti si possono permettere, sono costretti a versare anche 330 euro più una tassa amministrativa per un
esame che in molti reputano inutile. E in più i quesiti sono scritti senza rigore. Se non fossimo in Italia
sarebbe anche normale la risposta del Ministero: «Non ce ne occupiamo noi, ma l'ordine dei medici».
Peccato che dall'ordine dei medici di Milano se la ridano: «Saremmo ben felici se gli errori fossero da
imputare a noi - spiega il presidente Roberto Carlo Rossi -. I quiz vengono preparati a Roma che poi li gira
al Consorzio Cineca che a sua volta li invia agli atenei». Sono settemila domande, pubblicate sul sito del
Miur due mesi prima della prova, tra cui poi ne vengono scelte 180 da sottoporre agli esaminandi. Di per sé
sarebbe già un «esame a prova di cretino» dice tra il serio e il faceto Rossi, visto che è sufficiente una
memoria allenata per superarlo, poi «mi pare che da quanto abbiamo visto anche la turnazione dei quesiti
sia tra il 10-15 per cento, bisognerebbe aumentare sia la quota totale che il ricambio». E il problema non è
nemmeno nuovo: già l'anno scorso una lettera aperta aveva chiesto un intervento del Ministero, ma pare
senza esito. E allora via a domande con scritto: «Le seguenti condizioni d'anno un'immagine...». «Cellule
eucariote» che in rigurgito di insegnamenti religiosi diventano «eucaristiche». E via così di strafalcioni. Per
di più in diversi casi gli errori erano stati segnalati già un anno fa, eppure né al Ministero, né al Cineca le
hanno corrette. Un comportamento che appare singolare almeno per l'ente bolognese: il consorzio
universitario dovrebbe avere un occhio di riguardo visto che, poco più di un anno fa, si dimise il suo
presidente proprio per uno scandalo sui test d'ingresso alle scuole di specializzazione. E invece pare
proprio di no. Anzi, siamo nella paradossale situazione in cui nemmeno si sa di preciso chi sia a preparare
le famose domande. «Ma allora i trecento euro a chi vanno?», si chiedono su internet gli studenti. Non pare
certo nemmeno questo aspetto. Così come nessuno pare sapere chi abbia coperto le statue per la visita
del presidente iraniano Rohani. E intanto si è persa nei meandri delle promesse e della burocrazia l'idea
avanzata da qualcuno della laurea abilitante, cioè un esame unico a fine ciclo di studi che permette di
ottenere il titolo e contestualmente l'abilitazione. L'anno scorso secondo alcuni rumors il Miur era
intenzionato a procedere in questo senso, poi si è perso tutto nel dimenticatoio. Una soluzione che ha già
molti sostenitori. E non solo tra gli studenti: anche parecchi docenti e medici d'esperienza considerano il
test dell'abilitazione inutile. Invece ora siamo punto e a capo con test nel mirino delle critiche degli studenti
che «d'anno» di matto per superare l'ennesimo, costoso, esame.
il caso
Strafalcioni ministeriali DELLE DUE L'UNA Nessuno sembra essersi accorto di questa evidente
contraddizione MATITA ROSSA Errori così gridano vendetta A ORECCHIO «Aria» e «area» pari non sono
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 29/01/2016
42
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Quiz sbagliati per diventare medici: oltre al «d'anno» la beffa per chi
paga
29/01/2016
Pag. 13
«Ma la rosolia è più pericolosa»
«Sintomi leggeri», spiegano i medici italiani. E il legame con la microcefalia non è provato
MARIANNA BAROLI
Per l'Oms (Organizzazione Mondiale della Sanità), il virus Zika «si sta diffondendo in maniera esplosiva».
Una vera e propria bomba, arrivata ormai in Italia, e la cui portata di contagio qualcuno paragona all'allarme
Ebola. Ma Zika è davvero così pericolosa? Non esattamente. A confessare che «Zika non è un virus su cui
accendere così tanta preoccupazione» sono i medici italiani, specializzati in malattie contagiose ed
esotiche. E così, mentre in Brasile si pensa di schierare 220mila militari per sensibilizzare le famiglie
presenti sulle profilassi d'igiene per ridurre i rischi di contagio, in Italia lo stato di paura creato dagli ultimi
allarmi dell'Oms viene attutito dagli esperti che spiegano come «sono comunque pochissimi i casi in cui
Zika si è rivelato letale e tutti erano accompagnati da patologie complesse precedenti». A non essere
comprovato, nonostante l'inspiegabile crescita nei casi di bambini nati con microcefalia in Brasile, è anche il
rapporto tra Zika e questa grave patologia neonatale caratterizzata da una significativa riduzione di volume
cerebrale e circonferenza cranica. Tra chi smorza l'allarme Zika, vi è il professor Adriano Lazzarin, primario
della Divisione di Malattie Infettive IRCCS San Raffaele che spiega come individuare i sintomi del virus. «I
sintomi quando compaiono, si manifestano tra i 2 e i 7 giorni dopo la puntura di una zanzara infetta ma
sono generalmente moderati - ha spiegato Lazzarin - e consistono in febbre, dolori muscolari e
congiuntivite. Sintomi dunque non così specificie comuni ad altre infezioni» già note in Italia. A
tranquillizzare gli italiani è anche il dottor Marino Faccini, responsabile della struttura di profilassi
internazionale dell'Asl di Milano che ha ribadito come «il virus ha sintomi leggeri per la maggioranza dei
pazienti che vengono contagiati e non desta particolari preoccupazioni». A spegnere definitivamente i
riflettori sui rischi per le future mamme è invece Massimo Andreoni, past president della Simit (Società
italiana di malattie infettive e tropicali). «I vaccini servono per le malattie gravi, al momento quella del virus
Zika non mi sembra una priorità: per le donne incinte è molto più rilevante l'impatto della rosolia rispetto ai
casi accertati in Brasile», ha spiegato Andreoni. «Ci dobbiamo abituare - spiega l'esperto - se c'è la
globalizzazione delle persone c'è anche quella delle malattie infettive, se un miliardo di persone si muove
per il mondo, si porta dietro anche le infezioni». «Il rischio che Zika arrivando in Italia comporti una
condizione sanitaria grave non c'è», conclude Andreoni; «questa è una malattia che il più delle volte è
asintomatica, e quando è sintomatica può determinare una sindrome infettiva poco grave».
Foto: Adriano Lazzarin [web]
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Troppo allarmismo
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Sparata Oms: Zika emergenza mondiale
Per l'organizzazione sanitaria, il virus portato dalle zanzare tigre rischia di contagiare 4 milioni di persone
MIRKO MOLTENI
Il virus Zika, che da alcuni giorni allarma il mondo, potrebbe diffondersi come una vera pandemia nei
prossimi anni se non si prenderanno provvedimenti. A sostenerlo, ieri, è stata la direttrice
dell'Organizzazione Mondiale della Sanità, Margaret Chan: «sta diventando una minaccia esplosiva, di
grandi proporzioni». «Perciò - dice la Chan - abbiamo istituito un comitato di emergenza che si riunirà il 1
febbraio a Ginevra». L'Oms teme che nel corso del 2016 tre o quattro milioni di persone possano contrarre
il virus solo nelle due Americhe, partendo dal presupposto che in Brasile i contagiati sono già stimati fra
500.000 e un milione e mezzo. Il germe in sé non è pericoloso per le persone, adulti o bambini che siano,
con sintomi simili a quelli influenzali. Ma se ad ammalarsi è una donna incinta, allora sarebbe forte il rischio
che il feto sviluppi un cranio malformato, nascendo microcefalo, cioè col cervello troppo piccolo e con
deficienze mentali. Il nostro ministero della Salute ha raccomandato alle donne incinte di evitare viaggi in
Paesi tropicali, mentre è stata predisposta la sospensione di 28 giorni per i donatori di sangue ed
emocomponenti che abbiano soggiornato nelle aree dove si sono registrati casi autoctoni d'infezione. Il
virus è un piccolo filamento di Rna che si infiltra nel Dna delle cellule ospiti. Non si trasmette da persona a
persona, ma solo per la puntura di una zanzara tigre che abbia in precedenza morsicato una persona
infetta. La Chan ha anche spiegato che «la proliferazione di zanzare aumenterà quest'anno per il rafforzarsi
del fenomeno climatico di El Nino, con maggior caldo e umidità sulle coste del Sudamerica». Nulla da
stupirsi che ieri la presidente brasiliana Dilma Rousseff abbia invocato una «campagna di sterminio delle
zanzare», col contributo anche dell'esercito, che dal 13 febbraio collaborerà alla disinfestazione e
all'informazione della gente distribuendo volantini. Il tempo stringe, in previsione delle olimpadi di Rio de
Janeiro in estate. I dati Oms parlano di 3900 neonati microcefali osservati in Brasile nel 2015, contro una
media annuale che prima non superava 160 casi. Nelle ultime ore i ministeri della Sanità di Usa e Francia
hanno consigliato le donne gravide di non viaggiare nei Paesi caraibici. I casi in Occidente sono finora
limitati a sporadici viaggiatori in rientro dal Sudamerica, per esempio tre negli Stati Uniti, uno in Danimarca,
uno in Svezia, cinque in Portogallo e un caso sospetto anche in Italia, una suora missionaria sotto esame.
Ma andando verso Sud, a Portorico ecco già 19 casi. In Colombia sarebbero già 13.800 i malati, di cui 890
donne incinte, ma il governo di Bogotà teme che siano destinati a salire a 600.000 durante il 2016, data la
contiguità geografica col Brasile. La Russia ha già decretato controlli severi su tutti i voli provenienti dai 27
paesi in cui finora è stato trovato il virus. Del resto il presidente Vladimir Putin già aveva dichiarato, senza
troppi giri di parole: «Qualcosa di disgustoso sta arrivando dall'America Latina. Le zanzare non voleranno
sull'Oceano, ma persone infette potrebbero ben farlo e lo stanno facendo». In America, sul Journal of
American Medical Association, i dottori Daniel Lucey e Lawrence Gostin parlano di «grande potenzialità
pandemica» e spronano l'Oms a muoversi in fretta per non ripetere i ritardi a suo tempo patiti nella strategia
contro il virus Ebola. Ritengono inoltre che un vaccino contro il virus, attualmente inesistente, potrebbe
essere pronto nel giro di due anni, ma passerebbe altro tempo in sperimentazione prima che fosse
liberamente disponibile per la gente. E pensare che il virus Zika è stato scoperto fin dal 1947 sulle scimmie
in Africa, in Uganda. Il primo caso nell'uomo è stato riscontrato nel 1954 in Nigeria e in seguito il virus si è
diffuso fuori dall'Africa, verso Est, seguendo l'arco di terre affacciate sull'Oceano Indiano e arrivando verso
il 1978 in Malesia e Indonesia. Nel 2007 era arrivato in Micronesia e nel 2013 nella Polinesia francese, fino
a sbarcare sul continente sudamericano dal maggio 2015. Ma le infezioni nell'uomo sono sempre state
piuttosto limitate ed è stato lo scorso anno che in Brasile, forse per qualche mutazione, lo Zika ha coinvolto
per la prima volta centinaia di migliaia di persone. Fra i primi importanti allarmi c'era stato il 30 novembre
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L'Italia: stop a trasfusioni per chi viaggia in Paesi tropicali
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2015 quello lanciato dalle autorità locali dello stato brasiliano del Pernambuco, che sostenendo un legame
fra la nascita di bimbi microcefali e il virus avevano spinto l'Oms a inviare in Brasile una prima squadra
d'indagine. Ma già dopo pochi mesi, la diffusione sembra difficilmente arginabile, almeno nelle nazioni della
fascia tropicale, e l'unica vera barriera sembra quella del clima, che può segnare un confine oltre il quale la
zanzara tigre non può vivere. Se la Scandinavia, per esempio, è tranquilla sotto tale aspetto, come
ricordato dall'epidemiologo svedese Anders Tegnell, non così la maggior parte del territorio italiano, ancora
abbastanza caldo per l'insidioso insetto.
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Il Comune dà il 'Benvenuto' a tutti i nuovi nati Materiale informativo sui
servizi per le neomamme
«BENVENUTO bebè», un progetto che sta molto a cuore all'amministrazione di Lastra a Signa. L'iniziativa,
promossa in collaborazione con il Consultorio ostetrico ginecologico dell'Asl e le farmacie del territorio,
prevede l'invio di un kit informativo a tutti i genitori, al momento della nascita di un figlio. Al progetto hanno
aderito le farmacie Burrini di Ginestra, Santi, Guandalini e la comunale Farmapiana. Il kit conterrà una
brochure con consigli utili, contatti e numeri di telefono, informazioni sui servizi e sulle attività dedicate ai
genitori per il periodo del post parto, una lettera di auguri del sindaco e un buono omaggio che potrà essere
ritirato, presentando la lettera direttamente in uno dei negozi che aderiscono al progetto. «Visto il successo
e i pareri positivi raccolti in quest'ultimo anno - ha spiegato il sindaco Angela Bagni - abbiamo deciso di
riproporre il progetto anche per il 2016. L'obiettivo è presentare ai neogenitori i servizi e le attività disponibili
sul territorio per l'accoglienza del neonato fin dai primi giorni dalla nascita, oltre a dare il benvenuto ai nuovi
nati e far sentire alle famiglie la vicinanza del Comune». Sempre nel kit si possono trovare informazioni su
Consultorio, gruppo di sostegno all'allattamento dell'associazione Mamme Amiche, sull'assistenza
pediatrica e sulle vaccinazioni. I nuovi nati a cui è stato inviato il kit informativo nel corso del 2015 sono stati
165. Li. Cia.
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LASTRA A SIGNA LO SCORSO ANNO NE HANNO BENEFICIATO IN 165
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«I cervelli non fuggono: vanno dove si crede, e si investe, nella ricerca»
«È dal Rinascimento che la patria degli scienziati è il mondo», osserva l'oncologo che ha denunciato il
nepotismo nelle università italiane, poi emigrato negli Usa. «Il nostro Paese, per ora, è fermo alle
promesse» «Il mio sogno è quello di portare nel Beneventano tutti i risultati del lavoro fatto in America»
Non ama la retorica sui cervelli in fuga. E con l'Italia ha un rapporto di autentico odi et amo: spera di
rientrare trionfante, ma non vede grandi speranze all'orizzonte. Soprattutto per il Meridione. Antonio
Iavarone, oncologo al Columbia University Medical Center, è celebre per aver denunciato il nepotismo
scientifico delle università nostrane e per i suoi studi americani: a inizio gennaio 2016, insieme con Anna
Lasorella, compagna di vita e di provette, ha pubblicato su Nature una ricerca con cui ha isolato la proteina
Id2 che accelera il moltiplicarsi di cellule tumorali maligne nel cervello. Spiega: «Grazie alla possibilità di
sequenziare il Dna e le proteine che si trovano in un tumore, possiamo individuarne le alterazioni genetiche
e bombardarle con terapie personalizzate». Boom. «In questo modo si possono affrontare anche tumori
che fino ad oggi non hanno reagito alle chemioterapie e alle radioterapie». Intervista via Skype. Iavarone è
nel suo studio di New York. Il tavolo è sommerso dai documenti. A un certo punto, il medico/scienziato gira
il computer portatile e con la telecamerina inquadra i palazzi fuori dalla finestra: «Sono le sedi delle start up,
gli incubators. Usano le nostre ricerche per sviluppare farmaci». Nel mondo di Iavarone le cose sembrano
molto semplici: la buona ricerca attrae ricercatori talentuosi, è una calamita per finanziamenti e sforna cure
efficaci. In questo mondo non c'è spazio per i raccomandati e nemmeno per le amministrazioni
chiacchierone che annunciano progetti e poi non combinano nulla. Dice: «Lei non sa quante fregature ho
preso in Italia». Quante? «Tante. La più incredibile nel 2009/10. Insieme con il Comune e con la Provincia
di Benevento, e con la Regione Campania, cominciai a ragionare sulla possibilità di realizzare un centro di
ricerca: il Mediterranean Institute of Biotechnology (Mib)». Un nome altisonante. «Doveva costare non so
quanti milioni. Sono stati spesi cinquantamila euro per uno studio di fattibilità e poi... puff. Il progetto è
sparito». Si è infranta la sua occasione di tornare in Italia? «No. Si è infranta la possibilità di attrarre
ricercatori e fondi, in un territorio che avrebbe bisogno soprattutto delle cure prodotte dalla ricerca. Io sono
un disperato che vorrebbe fare qualcosa per il Sud. Lo sa che dopo gli annunci strombazzati sui giornali mi
hanno cominciato a chiamare molti studenti per chiedermi di lavorare al Mib? Erano convinti che fosse già
operativo. Invece...». Lei ha fatto parte anche di una task force di scienziati messa su dal governo Monti.
«Ci fu un bell'incontro con vari ministri. Caduto Monti... si è sgretolata anche la task force. I governi
promettono, ma raramente mantengono. Con grande sfacciataggine, dal 2000 a oggi, ho scritto a tutti i
premier per suggerire loro di non gettare soldi in strutture universitarie fallimentari e per suggerirgli di
indirizzare i finanziamenti verso progetti di respiro internazionale». Che cosa le hanno risposto? «Poco o
niente. Quasi tutti propongono piccoli provvedimenti per il rientro dei cosiddetti cervelli in fuga. Finzioni.
Prese in giro. Ma veramente pensano che un ricercatore qualificato torni per un contratto da 500 euro al
mese? Purtroppo le opportunità in Italia non parlano la lingua del mondo scientifico». Faccia lei da
interprete. «Bisognerebbe smettere di parlare di cervelli in fuga. È dal Rinascimento che la patria degli
scienziati è il mondo. E l'Italia dovrebbe puntare ad attrarre i migliori cervelli del mondo, non solo il mio o
quello di altri italiani. Solo così si può attivare una crescita. L'industria non bussa alla porta di un laboratorio
perché dentro c'è il parente di un politico. L'industria cerca opportunità commerciali e queste si trovano
dove la ricerca è avanzata. Per attrarre cervelli servono progetti seri e internazionali. Gli stessi che
producono cure sperimentali efficaci. Se ci fosse una grande struttura nel Sud Italia che si occupa di tumori
al cervello, molti meridionali si risparmierebbero inutili viaggi della speranza in America». Riceve molte
lettere con richieste d'aiuto dall'Italia? «Cinque/dieci al giorno. Cerco di spiegare che per studiare le loro
malattie ho bisogno di campioni tumorali ben conservati. Ho anche parlato con alcune strutture ospedaliere
spiegando che se avessero comprato i macchinari per ibernarli, poi avrei seguito io il trasporto dei campioni
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INTERVISTA Antonio Iavarone / intervistato da Vittorio Zincone
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negli Stati Uniti. Crede che abbiano fatto qualcosa? No. Mi fa rabbia perché oggi le cure ci sono. Sono lì.
Ma non sono cure di routine. C'è bisogno di tanta ricerca». Come si passa dall'individuazione della proteina
Id2 alla cura di un paziente malato di cancro al cervello? «Quando ci vengono forniti i campioni da una sala
operatoria, noi li purifichiamo, grazie alla presenza della proteina Id2 individuiamo le cellule staminali
tumorali e le mettiamo nel cervello di un topo». Gli animalisti saranno contenti di questa notizia. «C'è una
regolamentazione ferrea. I topi vivono coccolati come in un hotel a cinque stelle». Fino a quando non
iniettate loro un glioblastoma. «Si chiama tumor avatar. È un clone del cancro che ci permette di
sperimentare farmaci con il cosiddetto Co-Clinical Trials: invece di dare il farmaco al malato lo si
sperimenta prima sul cervello del topo dove abbiamo fatto crescere lo stesso tumore del paziente. In
questo modo si arriva a personalizzare le terapie. Il mio sogno è portare tutto questo nel Beneventano». La
sua infanzia a Benevento. «Felice. Mio padre era pediatra e immaginava anche per me un futuro da medico
cittadino». Lei era adolescente negli Anni 70. «Tempi di grandi ideologie e opposti schieramenti.
Frequentavo i movimenti culturali della nuova destra. Leggevamo Alain de Benoist. Tra i leader c'era Marco
Tarchi». Università? «Un anno a Napoli e poi a Roma: medicina alla Cattolica del Sacro Cuore. Nel 1991
partii per gli Stati Uniti. Sono rientrato quattro anni dopo per partecipare alla realizzazione di un centro di
ricerca dedicato ai tumori infantili al Gemelli, sponsorizzato dalla Banca d'Italia». Nel 2000 è tornato a New
York. «Il perché, lo avrà letto sui giornali». Denunciò un caso di nepotismo: il primario vi aveva imposto di
far firmare una ricerca anche a suo figlio. «Fosse stata solo una. Ci ripenso con tristezza: io e Anna
pensavamo che le istituzioni universitarie avrebbero preso le nostre difese». Invece... «Ricevemmo molta
solidarietà privata, ma pubblicamente restarono tutti zitti, in difesa dei feudi universitari. Dicevano: "Ma che
vi importa?"». Già. In che modo vi danneggiava far firmare una ricerca anche al figlio del primario? «In che
modo? Quell'imbroglio abbatteva la nostra credibilità. Nel mondo scientifico internazionale la credibilità è
tutto». Vita da scienziato della medicina: più ore in laboratorio o davanti a un computer nel suo ufficio?
«Una giusta media. I momenti più calmi per approfondire la ricerca sono quelli nei weekend. Durante la
settimana ci sono anche lezioni, meeting, riunioni per reperire fondi». Lei si occupa di reperire fondi?
«L'Università mi tiene anche perché porto soldi. Io pago il mio stipendio e i miei progetti di ricerca
attraverso un finanziamento del National Institute of Health». È un ente pubblico? «Sì. Se io cambio
università, i soldi vengono con me. Le Università fanno a gara per accaparrarsi i migliori ricercatori anche
perché portano con sé molti finanziamenti». Lei ha figli? «No». Ha sacrificato la paternità sull'altare della
medicina? «Diciamo che il mio pensiero è rivolto quasi sempre ai passi scientifici successivi da fare. Le
nostre scoperte sono importanti, ma lo sono soprattutto perché conducono a una nuova ricerca, a una
nuova frontiera». A cena col nemico? «Con Eugenio Scalfari». Condividerebbe un pasto con Renato
Mastrangelo, il primario di Oncologia che lei denunciò per nepotismo? «Non ci sarebbe grande
conversazione. Quindi direi di no». Quella vicenda portò a denunce e querele. Che cosa hanno stabilito i
tribunali? «Che avevamo ragione io e Anna e che il sistema universitario del Gemelli era infiltrato dal
nepotismo». Qual è l'errore più grande che ha fatto? «Non aver anticipato di qualche anno la decisione di
trasferirmi all'estero». Che cosa guarda in tv? «L' O'Reilly Factor, trasmissione tosta di uno dei più popolari
giornalisti americani». Il libro preferito? «Il Signore degli Anelli di J.R.R. Tolkien e Il Corsaro Nero di Emilio
Salgari». Il film? « Novecento. Da bambino anche io suonavo il pianoforte». La canzone? « La canzone
dell'amore perduto di Fabrizio De André. Mi fa tornare in mente la tristezza che provo per il mio Paese. Io
sono molto legato all'Italia e a Benevento. Quando posso mi guardo anche le partite della squadra
campana». Il Benevento gioca in Lega Pro (la vecchia serie C). Meglio un Nobel o il Benevento che vince lo
scudetto di serie A? «Lo scudetto. Ma solo se accompagnato dalla costruzione di un centro di ricerca
internazionale per la cura dei tumori a Benevento». Conosce i confini della Libia? «Certo. L'Egitto,
l'Algeria... Mio nonno viveva a Bengasi». Quando la Libia era una colonia italiana? «Sì. Dirigeva l'ufficio
postale cittadino». C onosce l'articolo 9 della Costituzione? «No. Ammetto di no». È quello che dice che la
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Repubblica promuove lo sviluppo della ricerca scientifica. «Eh, che bello se fosse vero!».
Foto: Una partita vinta in trasferta Antonio Iavarone è nato a Montesarchio nel 1963. Si è laureato
all'Università Cattolica di Roma. Fino al 1999 ha lavorato all'ospedale Gemelli. Attualmente è professore di
Patologia e Neurologia al Columbia University Medical Centre di New York.
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NUOVE CURE PER IL TUMORE AL FEGATO
(agnese codignola)
Ancora oggi, e nonostante la tendenza a un lieve miglioramento, la sopravvivenza a cinque anni dalla
diagnosi di tumore al fegato è attorno al 15-16 per cento, e le terapie farmacologiche, comprese quelle
piùnuove.nonsono soddisfacenti. Ma una scoperta fatta dai ricercatori dell'Università di Firenze guidati da
Fabio Marra, e pubblicata sulla rivista Gut, lascia intravedere qualche speranza. «Ciò che abbiamo visto nei
tessuti dei malati» spiega Marra «è che una proteina chiamata Erk5 è molto più espressa nelle cellule
tumorali e in quelle dei tessuti circostanti, cirrotici, che in quelle sane e che, almeno in vitro e negli animali,
la sua soppressione. o il blocco della sua normale attività, sono associati a un rallentamento, quando non a
un'inibizione, della crescita del tumore, senza effetti collaterali di rilievo». Lo studio, finanziato
dall'Associazione italiana per la ricerca sul cancro, è stato fatto in collaborazione con alcuni ricercatori di
Harvard, che hanno messo a punto un farmaco, per ora sperimentale, che blocca specificamente Erk5; se
le fasi successive della sperimentazione dovessero confermare il suo ruolo e l'efficacia del farmaco,
potrebbero aprirsi nuove prospettive di terapia. Nel frattempo, però, ciò su cui Marra, epatologo
dell'Ospedale di Careggi di Firenze, insiste, è la prevenzione, perché più di altri, il tumore del fegato è
legato allo stile di vita: infezioni virali, fumo, abuso di alcol e, in misura sempre più preponderante, eccesso
di peso aumentano molto il rischio. «Gli italiani colpiti dalla malattia sono più di 20mila, e i nuovi casi oltre
12mila ogni anno» spiega Marra. «Di questi, alcuni come quelli legati alle infezioni da epatite A e B o
ali'alcol sono in calo, ma quelli associati a una dieta scorretta, causa prima dell'accumulo di grasso nel
fegato (la steatosi epatica) sono in aumento - e si teme che lo saranno molto nei prossimi anni, in tutti i
paesi occidentali, proprio per lo scadimento della dieta. La steatosi è insidiosa perché non da sintomi, ed è
spesso sottovalutata, ma per fortuna è anche evitabile: con un'alimentazione equilibrata, e con uno stile di
vita sano».
Foto: DOMANI 30 GENNAIO IN 2.500 PIAZZE ITALIANE SARANNO IN VENDITA A 9 EURO LE
RETICELLE DI ARANCE DELL'AIRC [WWW.AIRC.IT) PER RACCOGLIERE FONDI A FAVORE DELLA
RICERCA E INFORMARE SUI BENEFICI DI UN'ALIMENTAZIONE SANA
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 29/01/2016
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SCIENZE / RICERCA AIRC
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QUANDO L'IPNOSI SOSTITUISCE L'ANESTESIA
La trance profonda agisce sui recettori del dolore come la morfina. Perciò alcuni chirurghi la usano. E
quando vanno rimossi certi tipi di tumore è particolarmente utile
Giulia Villoresi
Il rumore che sente è il motore di una barca che le passa accanto. Il motore della barca fa vibrare la sua
canoa...». Siamo in una sala operatoria dell'ospedale universitario di Tours, in Francia. La voce è quella
dell'ipnoterapeuta e anestesista Eric Fournier. Si rivolge a un uomo a cui stanno per asportare un glioma di
basso grado, cioè un tumore cerebrale non particolarmente maligno che coinvolge il sistema nervoso
centrale. Il rumore della barca, in realtà, è il ronzio del craniotomo, piccolo strumento chirurgico che serve
ad aprire la volta cranica. Il paziente si lascia cullare dalle vibrazioni della «sua canoa» mentre la voce di
Fournier continua a salmodiare istruzioni. Questa inusuale seduta di ipnosi, in parte ripresa dal personale
ospedaliere rientra nel primo studio mai realizzato sull'uso dell'ipnosedazione in chinirgia cerebrale, ora
pubblicato sulla prestigiosa Neurosurgery: 37 persone sono state operate con successo a un glioma di
basso grado, sotto ipnosi e col solo ausilio dell'anestesia locale. Il tipo di tumore non è un dettaglio: si tratta
di un intervento in cui è fondamentale, nella fase di resezione, essere coscienti e rispondere alle domande
del medico, in modo da evitare danni ad aree del cervello altamente funzionali. Attualmente la soluzione più
diffusa è la procedura asleep-awake-asleep (addormentato-sveglio-addormentato): prevede due anestesie
generali, una all'inizio una alla fine dell'intervento; nel mezzo il paziente è sveglio, ma diversi fattori
psicofisici, come la paura e la confusione post anestesia, possono compromettere l'operazione.
L'ipnosedazione si è rivelata una valida alternativa all'anestesia generale: la trance alza significativamente
la soglia del dolore (le anestesie locali possono risultare molto dolorose) e lenisce o addirittura elimina la
paura (quindi le reazioni neurovegetative da stress), per cui sia il lavoro del chirurgo sia il vissuto del
paziente ne traggono beneficio. Ma si pensi, anche, al suo potenziale nel trattamento di pazienti allergici a
qualunque farmaco anestesiologico. È il caso di una donna di 42 anni che nel 2013 è stata operata a
Padova per un tumore della pelle con l'ipnosi come unica forma di anestesia. A indurre la trance Enrico
Facco, ipnoterapeuta, già docente di Anestesiologia e rianimazione all'Università di Padova, che ha
pubblicato il caso su Anaesthesia. «La percezione del dolore» spiega «è regolata da specifici recettori del
cervello; la morfina, inibendoli, abbatte la percezione del dolore. Ecco: tra morfina e ipnosi cambia solo il
modo in cui interveniamo su questi recettori. Esistono infatti aree cerebrali inconsce che, se attivate,
consentono di agire su funzioni normalmente non controllabili. Attraverso la corteccia somatosensoriale, ad
esempio, si può gestire l'intensità del dolore, mentre con la corteccia cingolata anteriore si può intervenire
sui suoi aspetti cognitivo-affettivi, per cui, anche se percepisco dolore e lo riconosco come tale, lo stimolo
diventa sopportabile come qualsiasi altro stimolo neutro, cioè non spiacevole. L'ipnosi, in sintesi, è la
capacità della mente di attivare aree cerebrali inconsce, quindi di influire sul nostro stato fisico e psichico».
Il suo percorso assomiglia a quello della concentrazione, almeno nella fase iniziale: il soggetto fecalizza
l'attenzione su qualcosa (un'immagine mentale, una sensazione) finché ne è così assorbito da diventare
inaccessibile agli eventi distraenti. A questo punto si trova in uno stato psicofisiologico, la trance, che ha
diversi stadi di profondità ed è misurabile con criteri obiettivi (come il riscontro di particolari onde cerebrali,
dette onde theta). Come tecnica analgesica l'ipnosi è antica (nell'Ottocento, prima che fossero sviluppati i
primi anestetici, era usata da molti chirurghi) e attualmente piuttosto diffusa fuori dall'Italia. In Belgio per
esempio, dove dal 1992 il Centro ospedaliere universitario di Liegi ha realizzato più di 8.600 interventi in
ipnosedazione (si va dall'estrazione di denti alla rimozione della tiroide). Ma l'ipnosi è sempre più usata
anche nel trattamento del dolore cronico (soprattutto cefalea e nevralgie), dei disturbi comportamentali
(anoressia, obesità, tabagismo, insonnia) e, naturalmente, in psicoterapia. «Una trance profonda»
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 29/01/2016
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SCIENZE / POTERE DELL'INCONSCIO
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spiegaFacco «permette di aprire una comunicazione diretta con l'inconscio, normalmente inaccessibile alla
coscienza. Significa che con l'ipnosi si possono recuperare contenuti della mente che il processo
psicoanalitico impiega mesi o anni per disseppellire». Per la sua fenomenologia neurofisiologica, oltre che
per la sua proprietà di indurre importanti trasformazioni della coscienza, dell'autoconsapevolezza, della
razionalità, l'ipnosi mostra diverse analogie con la meditazione (Facco ha dedicato al tema un saggio:
Meditazione e ipnosi, Altravista, pp. 448, euro 29) e con la psichedelia. Nel 1950, durante una trance
profonda, lo scrittore Aldous Huxley incontrò un lattante su una vasta spianata di sabbia, lo osservò
crescere e accumulare esperienze fino all'età di 23 anni; quindi gli si accostò e lo riconobbe come se
stesso, ma sentì che anche il 23enne riconosceva lui, e si domandava: è questo l'aspetto che avrò a 52
anni? La sua esperienza, che insieme ad altre simili influì molto sulla creatività di Huxley, è riportata dallo
psichiatra Milton Erickson, oggi considerato il padre dell'ipnosi moderna. Si sarebbe tentati di pensare, a
questo punto, che l'ipnosi sia una sorta di rimedio miracoloso, valido per chiunque e a qualunque scopo,
terapeutico, clinico, introspettivo. Non è proprio così. La trance media è un risultato accessibile, ma solo il
10 o 15 per cento della popolazione è in grado di sviluppare una trance profonda, mentre il 5 per cento è
del tutto refrattario. Si è ritenuto a lungo che la suscettibilità all'ipnosi dipendesse, oltre che da alcuni tratti
psicologici (empatia, creatività, capacità di assorbimento), da una particolare variazione genetica che,
incidendo sui livelli di dopamina, aumenta le capacità di attenzione. Ma nel 2014 un gruppo di ricerca
dell'Università di Pisa ha pubblicato su Frontiers in Human Neuroscience un contributo che smentisce la
teoria biochimica: l'ipnotizzabilità dipenderebbe dal cervelietto. Spiega Enrica Santarcangelo, coordinatrice
dello studio con Silvano Presciuttini: «Abbiamo scoperto che i soggetti altamente ipnotizzabili controllano
meno l'equilibrio a occhi chiusi e hanno scarsa abilità visuo-motoria (quella indispensabile, ad esempio, per
centrare un bersaglio con le freccette), tutte attività gestite dal cervelietto. In questi soggetti, in sostanza, il
cervelietto funziona un po' meno». I risultati raggiunti dal gruppo pisano pongono una questione
significativa: «Qual è il vantaggio evolutivo - o lo svantaggio vista la bassa percentuale di persone molto
suscettibili- dell'ipnotizzabilità?». La risposta potrebbe portare lontano, in campi che esulano da quello, in
parte ancora misterioso, dell'ipnosi. • BURGER/PHNAIE/PHANIE SARL/CORBIS
Foto: SOPRA, ENRICO PACCO: HA SEDATO CON L'IPNOSI UNA PAZIENTE ALLERGICA
ALL'ANESTESIA CHE DOVEVA ESSERE OPERATA PER UN TUMORE ALLA PELLE. A DESTRA, IL
SUO LIBRO MEDITAZIONE E IPNOSI
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Cronache del Garantista
Assalta la farmacia ... Ma ci lascia il sangue
Due banditi in azione pure alle Poste . Nuova recrudescenza criminale in lungo e in largo per tutta la città
con numerosi furti in appartamenti
l'esercizio. Ad agire, al fine di guadagnare il furtivo ingresso nella farmacia, è stato infatti un solo ladro, che
sarebbe stato ripreso piuttosto nitidamente dalle telecamere di videsorveglianza interna visionate durante la
mattinata di ieri. Dalle indiscrezioni trapelate potrebbe trattarsi d'un giovane soggetto locale già abbastanza
noto negli ambienti investigativi per precedenti specifici e che attualmente sarebbe addirittura sottoposto al
regime detentivo degli arresti domiciliari. Fosse così, sarebbe davvero un fatto inquietante. Ma v'è di più.
Già, perchè nell'atto di fracassare la vetrata a colpi di mazza, il ladro è sicuramente rimasto ferito in
qualche parte del corpo. Sì, perchè sul pavimento esterno e su quello interno alla farmacia prospiciente alla
vetrata ha lasciato vistose ed abbondanti chiazze di sangue, provocate certamente dal suo contatto con le
punte Una nuova spirale di forte resìcrudescenza criminale sta interessando in lungo e in largo in questi
giorni il vasto territorio comunale di Corigliano Calabro. Gli ultimi due episodi - entrambi piuttosto plateali si sono registrati tra la serata e la nottata di mercoledì. Partiamo dal secondo, scoperto all'alba di ieri da
parte del magazziniere della farmacia De Florio, ubicata lungo la centralissima Via Nazionale nell'altrettanto
centrale e popolosissima frazione dello Scalo cittadino. Giunto intorno alle 5 del mattino sul proprio posto di
lavoro, il dip e n d e n t e della farmacia ha dovuto constatare che il punbblico esercizio era stato
nuovamente assaltato. È ben la quarta volta, infatti, che la farmacia De Florio viene presa di mira da circa
un anno a questa parte. Davanti alle porte a vetro v'erano infatti gli agenti dell'istituto di vigilanza privato cui
la farmacia è convenzionata, i quali attendevano l'arrivo di qualcuno dei dipendenti davanti ad una delle
vetrate. Infranta, spaccata a colpi di mazza dal ladro che nottetempo aveva assaltato di quei pezzi di vetro
entro i quali è dovuto passare per giungere dritto dritto ai quattro registratori di cassa che insistono nella
farmacia De Florio. Dalle quali ha arraffato il malloppo, vale a dire i fondocassa lasciati al loro interno da
parte dei dipendenti. Un bottino di quattrocento euro. Le indagini del caso sono condotte dai carabinieri
della locale Compagnia, a seguito della denuncia sporta immeditamamente da parte del titolare della
farmacia. Carabinieri concentrati, pure, nelle indagini del caso occorso durante la serata precedente intorno alle 19 presso l'ufficio postale di Pazza Giacomo Matteotti, sempre allo Scalo. Dove due rapinatori a
volto coperto e armati d'una pistola, forse "giocattolo" o forse no, hanno fatto irruzione guadagnandone
l'ingresso da una seconda entrata - perchè quella per il pubblico era già chiusa - e terrorizzando la direttrice
e i pochi dipendenti rimasti in quegli ultimi minuti di lavoro, si sono fatti consegnare il denaro "disponibile"
dal momento che l'incasso della giornata era stato già rinchiuso in cassaforte. Un magro bottino d'alcune
centinaia d'euro. E da alcune settimane, nell'intero territorio coriglianese, si stanno registrando, pure,
numerosi furti da parte dei classici "topi d'appartamento"... In alto la vetrata fracassata della farmacia De
Florio dove il ladro s'è pure ferito A sinistra l'ufficio postale di Piazza Matteotti dove s'è consumata una
rapina F ABIO B UONOFIGLIO Potrebbe trattarsi di un giovane pregiudicato del luogo addirittura detenuto
ai domiciliari GIÀ IDENTIFICATO?
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 29/01/2016
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CORIGLIANO
29/01/2016
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Zeta Farmaceutici, azienda vicentina presente in oltre 14.000 farmacie italiane e che vanta cinque
certificazioni di qualità e sicurezza - tre aziendali e due di prodotto (integratori alimentari e cosmetici) continua anche nel 2016 la campagna televisiva sulle reti Rai con Prolife, linea completa di integratori a
base di fermenti lattici e probiotici utili per favorire il fisiologico equilibrio della flora batterica intestinale. La
campagna sarà on air da domenica a sabato 13. In particolare, durante la settimana dal 7 al 13 febbraio gli
spot Prolife saranno trasmessi durante le serate del Festival di Sanremo su Rai1. In concomitanza con la
programmazione tv sarà online anche la campagna web su Rai.it e Rai.tv durante i giorni del Festival. Casa
di produzione Isabella Baudo per la regia di Romeo Conte.
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 29/01/2016
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brand Zeta Farmaceutici porta Profile su tv e web
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CALMA il colon irritabile con i batteri buoni
Ridurre lo stress e mangiare correttamente sono armi per prevenire le sindromi intestinali. Ma quando gli
stili di vita corretti non bastano, possono aiutarti i probiotici
- Testo di Miriam Cesta Mal di pancia che arrivano improvvisi e dolorosi, spesso accompagnati da una fastidiosa sensazione di
gonfiore addominale o da scariche. Altre volte sono invece prolungati periodi di stipsi a prendere il
sopravvento, mentre in altri casi ancora le due forme del disturbo, diarroica e stitica, si alternano. Non è
solo una questione di ansia e preoccupazioni né, tantomeno, le persone colpite da questi sintomi sono
malate immaginarie: il disturbo di cui soffrono è, anzi, il più frequente in ambito gastrointestinale e può
arrivare a interessare fino a una persona su sei. È il cosiddetto colon irritabile, scientificamente conosciuto
come sindrome dell'intestino irritabile. LE DONNE SONO PIÙ ESPOSTE Colpisce soprattutto fra i 30 e i 40
anni e a esserne interessate sono principalmente le donne, in misura doppia rispetto agli uomini. Come
spiega Vito Annese, direttore della gastroenterologia dell'Azienda ospedaliero-universitaria Careggi di
Firenze, «l'intestino irritabile non è una vera e propria patologia ma una sindrome, cioè un insieme di
sintomi». Per poter diagnosticare il disturbo con certezza è necessario escludere altre potenziali cause. «La
diagnosi deve quindi essere fatta in assenza di altre malattie che possono giustificare questi sintomi»,
precisa lo specialista. Il disturbo, che in un caso su tre può regredire fino a scomparire del tutto, è cronico e
vede alternarsi nel tempo periodi di benessere a fasi di riacutizzazione dei sintomi. Tra i fattori che possono
esserne all'origine ci sono episodi di stress o di gastroenteriti, ma può giocare un ruolo importante anche
l'uso eccessivo di antibiotici per le modificazioni che l'assunzione di questi farmaci comporta sulla flora
intestinale. Inoltre, poiché la sindrome risulta più frequente in alcuni gruppi familiari, gli studiosi segnalano
anche un certo ruolo svolto dalla predisposizione genetica. È IMPORTANTE BERE MOLTA ACQUA
Condurre uno stile di vita sano è importante per la prevenzione. Ridurre al minimo gli episodi di stress, ad
esempio, può essere un valido aiuto per prevenire l'insorgenza della sindrome dell'intestino irritabile. «È
infatti possibile che uno stile di vita irregolare con riposi non adeguati, frequenti alterazioni del ritmo sonnoveglia o situazioni, anche solo percepite, di eccessivo stress aumentino il rischio di sviluppo del disturbo»,
continua Annese. Anche una scorretta alimentazione può fare la differenza. «Un errore ricorrente,
soprattutto in chi ha come sintomo principale la stipsi, è quello di non introdurre un'adeguata quantità di
liquidi così come reprimere ripetutamente nel tempo lo stimolo all'evacuazione, con la conseguenza di una
riduzione della sensibilità all'evacuazione stessa». Farsi visitare e consigliare da uno specialista
gastroenterologo è il primo passo per tenere il colon irritabile sotto controllo e decidere i corretti
comportamenti da attuare. « Nella sindrome dell'intestino irritabile è infatti frequente l'intolleranza al lattosio
o una spiccata sensibilità ad altri alimenti fermentanti, come vari tipi di frutta e verdura, legumi, pasta, pane
», prosegue Annese. QUANDO SERVONO I FARMACI Dopo aver messo in atto tutte le modificazioni di
stile di vita e di alimentazione volte a ridurre i sintomi, in alcuni casi può essere utile, se il medico lo ritiene
opportuno, ricorrere all'uso di farmaci specifici. «Nel caso di predominanza della diarrea, si può ricorrere
all'uso di resine come la colestiramina o la diosmectite», spiega il gastroenterologo. «Nel caso di dolori o di
distensione addominale fastidiosa possono essere assunti blandi antispastici come mebeverina o
trimebutina. Nei casi con prevalente stipsi si possono utilizzare prodotti a base di lattulosio, di derivati della
senna e, nei casi più resistenti, macrogol». Senza dimenticare che, in ogni caso, è molto importante che
anche i farmaci da banco vengano assunti sotto supervisione medica. UN BENEFICIO PER LE CELLULE
Un aiuto ai fastidiosi mal di pancia può arrivare anche dall'assunzione di probiotici. Come spiega Lorenzo
Morelli, direttore dell'Istituto di microbiologia dell'Università Cattolica di Piacenza-Cremona, «i probiotici
sono dei batteri vivi non patogeni comunemente definiti batteri buoni, come i lattobacilli e i bifidobatteri, che,
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IL TUO CORPO
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se somministrati in adeguate quantità, possono interagire e modificare la flora intestinale a beneficio di tutto
l'organismo. L'intestino è l'organo del corpo umano che ospita più cellule immunitarie e alcuni batteri buoni
sono in grado di comunicare con queste: da qui la capacità di apportare benefici alla salute». I loro effetti si
manifestano soprattutto nelle forme di intestino irritabile caratterizzate da diarrea e gonfiore addominale,
riducendo gli episodi diarroici, mentre risultano meno efficaci nelle forme caratterizzate da stipsi e nelle
forme miste. I probiotici producono effetti benefici nei soggetti affetti dalla sindrome dell'intestino irritabile
attraverso diversi meccanismi. «Studi pubblicati su riviste come Nature Medicine e Alimentary
Pharmacology and Therapeutics hanno dimostrato che i probiotici svolgono un effetto calmante sugli
spasmi che caratterizzano le forme diarroiche dell'intestino irritabile, interferendo positivamente con i
recettori del dolore e agendo, quindi, da analgesici», continua Morelli. « E recenti studi hanno messo in
evidenza la capacità dei probiotici di dialogare con il sistema immunitario, dando vita a una vera e propria
azione antinfiammatoria ». GLI YOGURT NON BASTANO Non tutti i prodotti che contengono
microrganismi vivi hanno, però, azione probiotica. «È bene precisare che i batteri buoni contenuti negli
yogurt tradizionali non sopravvivono fino all'intestino, e quindi non hanno alcuna azione probiotica», spiega
Morelli. Per avere la certezza di consumare prodotti a base di batteri probiotici in grado di sortire effetti
benefici è necessario che l'etichetta riporti la dicitura «latte fermentato». Si parla, in quest'ultimo caso, di
«yogurt probiotico». Tra i batteri probiotici più diffusi troviamo il Lactobacillus acidophilus, Lactobacillus
casei (tra cui il Lactobacillus casei Shirota e il DN-114001), Lactobacillus rhamnosus GG, Lactobacillus
johnsonii La1, Bifidobacterium lactis DN-173010. «Gli integratori probiotici che si trovano in farmacia
contengono una quantità di batteri elevata e l'assunzione avviene per periodi brevi e in caso di bisogno, ad
esempio in seguito a cure con antibiotici o nel caso di un viaggio all'estero», spiega Morelli, «mentre gli
yogurt addizionati con probiotici hanno dosi di batteri più basse e sono pensati per un consumo giornaliero
e prolungato, come buona abitudine alimentare».
Attenzione a frutta e latticini Alcuni pazienti con sindrome dell'intestino irritabile hanno una maggiore
sensibilità ai cibi chiamati in gergo specialistico Fodmap, una sigla che sta per Fermentable
oligosaccharides, disaccharides, monosaccharides and polyols e viene utilizzata per quegli alimenti e
relativi componenti che possono fermentare causando problemi intestinali, ovvero oligosaccaridi,
disaccaridi, monosaccaridi fermentabili e polioli. I saccaridi includono fruttosio, lattosio, fruttano e galattano,
mentre i polioli sono sorbitolo, mannitolo, xilitolo e maltitolo. Tra i cibi inclusi nel gruppo Fodmap si trovano
latte e latticini (compreso il gelato), diversi tipi di vegetali (asparagi, cavolfiore, cipolla, aglio, cicoria,
carciofi, funghi), molte tipologie di frutta (mele, pere, anguria, cachi, avocado) e di legumi (fagioli, lenticchie,
ceci), pasta e pane. Se si riduce al minimo la loro assunzione attraverso una dieta personalizzata messa a
punto da un gastroenterologo, è possibile ottenere buoni risultati già nel giro di un mese: calano del 40% i
giorni di pancia gonfia e della stessa percentuale anche il dolore addominale. In certi pazienti, poi,
all'origine dell'intestino irritabile possono esserci delle allergie alimentari: in questo caso la valutazione deve
essere fatta dallo specialista allergologo.
IN GIOCO ANCHE I PREBIOTICI I benefici del probiotico bifidobacterium breve BR03 e dei prebiotici
fruttoligosaccaridi in NeoVaxitiol di Ibsa Bouty . Prezzo: 10 euro.
UN SORSO DI SALUTE Fermenti lattici con vitamina B, mirtillo, inulina e Fos nei pratici flaconcini di
Biolactine di Sella , per il riequilibrio della flora intestinale. Prezzo: 9,90 euro.
IN DIECI CONTRO TUTTI Un integratore con ben dieci ceppi di fermenti lattici vivi scelti col maggior valore
probiotico: è questa la proposta di Prolife 10 di Zeta Farmaceutici . Prezzo: 11,60 euro.
ALLEATO DELLA NATURA Miele di fiori di campo, barbabietola rossa, ortica, tarassaco, echinacea sono
alcuni degli ingredienti naturali di Microflorana F di Named , abbinati a lattobacilli e bifidobatteri. Prezzo:
39,95 euro. GOCCE PER GRANDI E PICCOLI Le mini gocce di Lactoflorene, integratore di Montefarmaco ,
contengono il bifidobacterium BB-12, microrganismo probiotico. Può essere diluito nel latte. Prezzo: 16
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Pag. 65 N.2 - febbraio 2016
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euro.Da 15 anni amici della pancia Iprobiotici sono microrganismi vivi (per esempio, ceppi batterici come
lattobacilli e bifidobatteri) che, quando ingeriti, sono in grado di colonizzare la mucosa intestinale ed
esercitare effetti benefici sull'ambiente e sulla microflora intestinale che vanno oltre il normale apporto
nutritivo. La definizione legale di probiotico risale al 2001 e venne formulata da un gruppo di lavoro
congiunto formato da Food and Agriculture Organization e Organizzazione mondiale della sanità. Di
conseguenza, prodotti alimentari o farmaceutici che contengono questi particolari microrganismi vengono
chiamati comunemente probiotici e vengono utilizzati per mantenere in salute l'intestino, ma anche come
supporto nel trattamento di diversi disturbi, tra cui diarrea e allergia.
DUE MILIARDI DI SPORE L'efficacia di Neo Fermental Max di Esi sta tutta in 2 miliardi di fermenti lattici
per ogni flaconcino, oltre a fruttoligosaccaridi, in difesa dell'intestino. Prezzo: 9,10 euro.
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Pag. 121 N.2 - febbraio 2016
diffusione:63048
tiratura:116345
Basta coi pregiudizi: anche i farmaci generici sono sicuri ed efficaci
I prodotti equivalenti rispondono esattamente a tutti gli standard previsti dalla legge per essere
commercializzati. Hanno la stessa qualità di quelli di marca, ma soprattutto costano molto meno
- A cura di Antonella Franchini - Roberto Gavazzi
ALipomo, la farmacia dove lavoro è un punto di riferimento per molte persone, tanto che in parecchi
arrivano addirittura da zone lontane per acquistare medicinali, ma anche per chiedere consiglio, chiarire
dubbi, confidare preoccupazioni o paure in merito alle terapie o ai disturbi propri o dei familiari. In effetti per
me, come per gli altri farmacisti qui a contatto con il pubblico, è all'ordine del giorno dedicare particolare
attenzione all'ascolto della persona. La farmacia diventa così un ottimo luogo di osservazione e di presa di
consapevolezza delle esigenze, ma anche dei timori dei pazienti. E degli aspetti che meritano un maggior
lavoro di divulgazione e di informazione da parte del farmacista per sfatare quei pregiudizi che possono
mettere a rischio, a volte, la salute. Tra tutti, in base alla mia esperienza, il più diffuso riguarda i farmaci
equivalenti, meglio conosciuti come generici, che, a fronte di un prezzo inferiore, contengono la stessa
quantità di principio attivo, presentano la stessa biodisponibilità di quelli di marca e rispettano i tre requisiti
fondamentali necessari a ogni medicinale per ottenere l'autorizzazione all'immissione in commercio: qualità,
sicurezza ed efficacia. Eppure sono guardati con diffidenza dalla maggior parte delle persone che
frequentano la farmacia, perché erroneamente li ritengono meno efficaci o di minore qualità al punto che,
se per qualsiasi motivo non è reperibile il medicinale di marca, si rifiutano di sostituirlo con l'equivalente
anche se così devono interrompere terapie che è invece necessario seguano con regolarità. E questo a
dispetto del parere del medico che non esclude la sostituzione e nonostante l'incertezza di stare male. Mai
sospendere la terapia Recente è il caso di un nostro abituale cliente in cura per una forma di depressione
importante: il farmaco da lui assunto abitualmente era irreperibile, il medico curante non aveva segnalato
alcun tipo di ostacolo a quello equivalente ma, nonostante le mie sollecitazioni, i chiarimenti, gli
avvertimenti sui rischi connessi alla sospensione della terapia non c'è stato verso di persuaderlo e se ne è
andato a mani vuote. Però, dopo un paio di settimane, si è ripresentato per acquistare il generico perché si
sentiva male. Inoltre, poco tempo dopo è tornato per dirmi che stava meglio e che aveva capito che i suoi
timori erano infondati. Detto questo, a fronte di un paziente che si ricrede, ne restano ancora moltissimi
prevenuti, perciò occorre una stretta collaborazione tra medico e farmacista per diffondere il più possibile le
informazioni corrette riguardo a questo tipo di medicinali sicuri ed efficaci quanto gli originali.
Foto: ROBERTO GAVAZZI del team della Farmacia Sovarzi di Lipomo (Como).
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IN FARMACIA I consigli
29/01/2016
Pag. 122 N.2 - febbraio 2016
diffusione:63048
tiratura:116345
RACCOLTA DI MEDICINE PER I BISOGNOSI
La Fondazione Banco farmaceutico organizza la XVI Giornata nazionale della raccolta dei farmaci sabato
13 febbraio in favore delle persone bisognose che, per colpa della crisi economica, non riescono a far
fronte alle spese sanitarie. Nelle farmacie aderenti all'iniziativa, che esporranno la locandina, sarà possibile
donare farmaci senza obbligo di ricetta e presidi di automedicazione, che verranno distribuiti dalla
Fondazione Banco farmaceutico a oltre 1.500 centri di assistenza in Italia e all'estero. L'edizione di
quest'anno ha ottenuto tra l'altro il logo del Giubileo come evento della Misericordia. Info:
bancofarmaceutico.org.
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 29/01/2016
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IN FARMACIA News/ SOLIDARIETÀ
29/01/2016
Pag. 122 N.2 - febbraio 2016
diffusione:63048
tiratura:116345
Una guida fa chiarezza sugli equivalenti
Efficaci e sicuri come quelli di marca, se pure meno costosi (si spende almeno il 20% in meno), i farmaci
equivalenti sono ingiustamente guardati con sospetto dai pazienti. Per fugare i dubbi e agevolarne l'impiego
l'Aifa, l'Agenzia Italiana del Farmaco, ha redatto la guida Medicinali equivalenti - Qualità, sicurezza ed
efficacia (si può scaricare dal portale istituzionale aifa.it). Rivolta a medici, farmacisti e pazienti, risponde
alle domande più frequenti relative a questa categoria di medicinali. Vengono per esempio chiariti sia il
processo sia i requisiti necessari per poter autorizzare e mettere in commercio questi prodotti, così come
viene sottolineato che l'uso del termine farmaco generico, oltre a essere scorretto, è anche fonte di
equivoci, perché spinge a farlo percepire come inferiore rispetto all'originale. Questa definizione, che
persiste nel linguaggio comune, deriva dalla traduzione italiana letterale della definizione «generic
medicinal product» riportata nella Direttiva 2001/83 e ormai del tutto superata dalla Legge 149 del 26 luglio
2005, che la sostituisce con quella appunto di medicinale equivalente.
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 29/01/2016
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IN FARMACIA News / INIZIATIVA
29/01/2016
Pag. 8
tiratura:60000
Alla riscoperta della vicinanza
L'attività del medico e dell'infermiere non è solo una professione, ma prima di tutto un servizio, una "vo
cazione". Lo ha sottolineato l'a rc i v e s c o v o Zygmunt Zimowski, presidente del Pontificio Consiglio per
gli operatori sanitari, presentando - nella Sala stampa della Santa Sede, giovedì mattina, 28 gennaio - la
XXIV Giornata mondiale del malato, che si svolgerà a Nazaret, con una serie di iniziative dal 6 al 13
febbraio. Ricordando il tema del messaggio di Papa Francesco pubblicato nel settembre scorso, «Affidarsi
a Gesù misericordioso come Maria: "Qualsiasi cosa vi dica, fatela" ( Gv 2,5)», il presule ha fatto notare
l'imp ortanza del luogo della celebrazione cioè la Terra santa. Per questo motivo il Papa ha proposto di
meditare il racconto evangelico delle Nozze di Cana ( Gv 2, 1-11), «dove Gesù fece il suo primo miracolo
per l'intercessione di sua Madre». La celebrazione principale si svolgerà a Nazaret, dove il Verbo si è
incarnato e dove ha dato inizio alla sua missione salvifica. È proprio in Galilea che Gesù ha compiuto tante
guarigioni. Nel messaggio, Papa Francesco ha ricordato l'imp ortanza della vicinanza di Gesù ai malati e ai
sofferenti. Basti citare un episodio descritto da Matteo sulla chiamata di Cristo al letto di un malato.
«Questo è un caso, uno dei tanti. Infatti tutto il Vangelo - ha detto l'arcivescovo - è pieno di simili eventi.
Cristo, chiamato con fiducia presso i malati. Cristo, chiamato dagli ammalati. Cristo, al servizio degli uomini
sofferenti». Le parole del Vangelo di Marco ricordano i miracoli di guarigione compiuti da Gesù. «Anche noi
siamo costantemente chiamati. Tutti in un certo senso - ha aggiunto il presidente - veniamo chiamati, anche
se ciascuno in modo diverso». La chiamata si ripete incessantemente. Infatti, ha fatto notare il presule,
«l'uomo soffre in diversi luoghi, a volte "soffre terribilmente". E chiama un altro uomo. Ha bisogno del suo
aiuto. Ha bisogno della sua presenza». A volte, ha spiegato Zimowski, «ci intimidisce il fatto di non poter "g
u a r i re ", di non poter aiutare come Gesù. Cerchiamo di superare questo imbarazzo. L'importante è
andare». Infatti, è importante «stare accanto all'uomo che soffre. Egli, forse, più che della guarigione ha
bisogno della presenza dell'uomo, del cuore umano pieno di misericordia, dell'umana solidarietà». Si tratta
dei medici, degli infermieri, di tutti i rappresentanti degli operatori sanitari, così come delle istituzioni che
servono la salute umana: ambulatori medici e dentistici, farmacie, ospedali, cliniche, località climatiche,
sanatori, case di cura. In particolare, ha fatto notare l'arcivescovo, «la cura per i minorati fisici e gli anziani,
la cura per i malati di mente, questi settori costituiscono, più di ogni altro ambito della vita sociale, il metro
della cultura della società e dello stato». Gli ha fatto eco il segretario del Pontificio Consiglio, monsignor
Jean-Marie Mate Musivi Mupendawatu, ripercorrendo la storia della Giornata mondiale del malato, che si
svolse per la prima volta nel 1993 a Lourdes. Il prelato ha anche sottolineato la differenza tra la Giornata
mondiale del malato con la Giornata mondiale della salute, promossa dall'Organizzazione mondiale della
salute, in quanto la prima è prettamente pastorale e mette al centro l'uomo malato bisognoso di cure. Il
camilliano Augusto Chendi, sottosegretario del dicastero vaticano, ha poi illustrato il programma dal punto
di vista teologico-pastorale e ha annunciato gesti di carità concreti, che troveranno particolare espressione
in visite a diversi ospedali e strutture di cura e di accoglienza presenti sul territorio. «Costituiranno - ha
detto - il segno tangibile di quella che Papa Francesco indica nel suo messaggio come la "t e n e re z z a p
re m u ro s a " di Maria a Cana di Galilea, e che si traduce nella disposizione al servizio dei bisognosi, e
concretamente dei nostri fratelli e sorelle malati». Il sottosegretario ha anche anticipato che il 9 febbraio si
terrà un convegno presso il Pontificio Istituto Notre Dame Center a Gerusalemme. Esso offrirà l'opportunità
di verificare i problemi anche di ordine etico e pastorale, che urgono sia a livello clinicoassistenziale sia a
livello legislativo. In particolare, «all'insegna del valore inviolabile di ogni vita umana e della singolare
dignità di cui è rivestita ogni persona, si affronteranno i problemi attinenti, in specie, al fine vita e
all'accoglienza delle persone con diverse patologie, fisicamente o psichicamente invalidanti». Questo sarà
anche il punto di partenza per un confronto che «si protrarrà nel tempo», in particolare «con la costituzione
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 29/01/2016
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In Terra santa le celebrazioni della Giornata mondiale del malato
29/01/2016
Pag. 8
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SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 29/01/2016
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di Comitati etici locali», che sono una realtà nuova per le strutture sanitarie in Terra Santa. L'augurio
formulato da padre Chendi è che «possano apportare incremento sia per la formazione e per l'esercizio
delle professioni medico-sanitarie e assistenziali», sia per i responsabili amministrativi e politici «in ordine a
sollecitare e a dare in sede politica e legislativa adeguate risposte a queste e ad altre delicate questioni
bioetiche». È intervenuto anche il dehoniano Pietro Felet, segretario generale dell'assemblea degli ordinari
cattolici di Terra santa e referente locale per l'o rg a n i z z a z i o n e della Giornata, che ha presentato il
programma.
Foto: Josué Sánchez, «Il buon Samaritano»
29/01/2016
Pag. 10 N.5 - 5 febbraio 2016
diffusione:89462
tiratura:153532
L'Italia fa scuola all'estero
Contratti "payment by result", cioè che prevedono un rimborso da parte dell'azienda farmaceutica all'Aifa
(Agenzia italiana del farmaco), nel caso un medicinale mai usato prima, una volta impiegato, non
funzionasse. Questo modo di gestire i costi dei farmaci oncologici ha permesso all'Aifa, nel 2015, di
recuperare 200 milioni di euro per trattamenti che si sono poi rivelati inefficaci. L'iniziativa ha suscitato
molto interesse in Europa e negli Usa. ulte le informazioni utili per i cittadini in materia di cure e farmaci,
dalla produzione all'uso, si trovano sul sito dell'Alfa: WWW. AGENZIAFARMACO.GOV.IT
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 29/01/2016
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LE BUONE NOTIZIE DELLA SALUTE / FARMACI
VITA IN FARMACIA
11 articoli
29/01/2016
Pag. 1 Ed. Firenze
diffusione:289003
tiratura:424634
Sanità , il referendum non si può fare
BOCCI E POLI
NIENTE referendum abrogativo sulla riforma della sanità. Il quesito è stato giudicato inammissibile dal
collegio di garanzia statutaria che ha inviato il suo parere al governatore Enrico Rossi. I promotori avevano
raccolto 55 mila firme e ora minacciano ricorso. Secondo i garanti far cadere a questo punto la riforma
sanitaria inserita nella legge regionale 40 «determinerebbe il rischio di crollo per l'intero sistema sanitario».
A PAGINA VII «LA consultazione referendaria non può avere luogo». Si conclude così la relazione del
Collegio di garanzia statutaria che è stata inviata in questi giorni al governatore Enrico Rossi. L'organo di
controllo regionale ha quindi detto no al referendum chiesto con 55 mila firme. La battaglia non è finita,
visto che dal comitato promotore promettono di ricorrere contro il nuovo atto, ma la botta per chi voleva
annullare la riforma sanitaria toscana è forte. Far cadere a questo punto la riforma sanitaria inserita nella
legge regionale 40 «determinerebbe una tale contraddittorietà nell'organizzazione sanitaria regionale da
causare il pericolo di arresto del servizio sanitario regionale».
Questo si legge al punto 5 del parere, dove si si spiega anche che «ancor più impropria è l'affermazione
dei rappresentanti del comitato promotore durante l'audizione del 20 gennaio 2015 secondo cui "il problema
tecnico di individuare gli articoli specifici" su cui formulare il quesito referendario non sarebbe rilevante
"perché una volta che vengono meno le tre Asl tutte le norme che ne parlano, in base al principio della
connessione, non saranno più applicabili", perché si mette in evidenza come l'obiettivo del referendum
diventi quello, nella sostanza, di arrestare tutto il sistema sanitario regionale, conseguenza questa
inammissibile ed illegittima perché in contrasto con le norme statutarie». Insomma il quesito è giudicato
inammissibile perché proporrebbe al corpo elettorale «l'eliminazione di funzioni che siano
costituzionalmente necessarie e come tali non possano essere soppresse senza con ciò stesso ledere
principi costituzionali».
Insorgono tutte le opposizioni che avevano sostenuto il referendum. «La maggioranza in consiglio
regionale ha portato a compimento l'omicidio del diritto referendario, attraverso la vergognosa
approvazione della pseudo riforma approvata monca, con 56 articoli stralciati. Nel frattempo la Regione
aveva dovuto ammettere che le firme raccolte erano in numero più che sufficiente per indire il referendum»,
dicono Stefano Mugnai (Fi), Giovanni Donzelli (Fdi) e Manuel Vescovi (Lega Nord). «Oggi quelle firme,
salvo ricorsi al Tar, sono carta straccia per volontà del Pd che ha cambiato le regole del gioco a partita in
corso».
«Al collegio di garanzia si chiedeva un atto a difesa del principio statutario e costituzionale della
partecipazione popolare che invece è stata repressa», sostengono Sì Toscana a Sinistra e Movimento 5
Stelle.
Replica il presidente della commissione Sanità, il Pd Stefano Scaramelli: «L'accusa di aver barato la
rispediamo volentieri ai mittenti, a coloro che hanno abbracciato una battaglia referendaria condotta in
maniera surrettizia, chiedendo firme contro la privatizzazione della sanità toscana e la chiusura degli
ospedali». (mi.bo. e s.p.)LE REAZIONI Tutte le opposizioni in consiglio contestano il Pd per la gestione del
caso I PUNTI IL PARERE Il collegio di garanzia ha giudicato il quesito inammissibile LE FIRME Ne erano
state raccolte 55 mila per poter indire il referendum
VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 29/01/2016
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LA DECISIONE IL COLLEGIO DI GARANZIA
29/01/2016
Pag. 3 Ed. Genova
diffusione:289003
tiratura:424634
La cooperatva sociale Agorà segue 300 stranieri "Ma i fondi non bastano, li mettiamo di tasca nostra"
"Cerchiamo alloggi da affittare perchè più facili da gestire rispetto ai grandi spazi come Quarto Ma qualcuno
ci sostenga"
ERICA MANNA
ÈUN all inclusive che non fa sconti: e di incluso, spesso, non c'è nemmeno l'indispensabile. Perché il tetto
massimo di 35 euro al giorno previsti per ogni profugo dal Ministero dell'Interno costringe le cooperative a
«fare le nozze con i fichi secchi - sintetizza Manuel Sericano, direttore generale di Agorà - e quello che
manca, siamo costretti a metterlo di tasca nostra».
Quello che manca, in realtà, non è il superfluo. «In farmacia, per i migranti paghiamo i medicinali a prezzo
pieno - continua Sericano - i servizi sanitari gratuiti sono a macchia di leopardo. Non abbiamo nessuna
agevolazione nemmeno per gli abbonamenti dell'autobus: i profughi, anche se sono nullatenenti, pagano il
costo intero, quasi cinquanta euro al mese».
Il Consorzio sociale Agorà, che quest'anno festeggia il suo ventennale, è tra quelli che a Genova ospita il
maggiore numero di migranti: oltre trecento, e trentasette sono minorenni, accolti in parte in via Asilo
Garbarino a Sampierdarena, in parte a San Fruttuoso in Salita del Monte. Un gigante del sociale, composto
a sua volta da una galassia di dieci cooperative che attingono ad alcuni servizi di base mantenendo
un'autonomia nella gestione: eppure, i bisogni continuano a crescere. I profughi premono alle frontiere, la
Prefettura ha indetto da poco un nuovo bando - la graduatoria sarà pubblicata a partire dal 9 febbraio - con
l'obiettivo di trovare altri duemila posti sul territorio ligure. E alla cooperativa, che gestisce tra le tante
strutture quella dell'ex Ospedale psichiatrico di Quarto dove sono ospitate 60 persone e la palazzina ex Q8
davanti alla Fiera del Mare, non resta che appellarsi ai volontari. E cercare di fare leva su donazioni e
sponsor privati.
«Alla retta della Prefettura aggiungiamo di tasca nostra i fondi per molte altre attività -spiega Sericano - per
esempio, abbiamo iscritto un centinaio dei nostri ospiti a calcio e calcetto, e sempre a nostre spese ne
abbiamo inseriti altri in corsi professionali, o facciamo frequentare loro lezioni aggiuntive e più avanzate di
italiano». Attività superflue, si potrebbe obiettare. «Ecco, questa è un'idea da sfatare - precisa Sericano perché bisogna aumentare la consapevolezza che alla società intera conviene, se una persona è messa
nelle condizioni di potersi giocare al meglio le opportunità».
È - nonostante tutto - un bilancio in attivo, l'ultimo della cooperativa: il fatturato supera di poco gli 11 milioni
di euro, gli operatori occupati sono 571, in leggera crescita rispetto all'anno precedente. In realtà, un calo
dell'occupazione c'è stato, precisa la presidente Rosana Cavalli, «solo in parte compensato da un piano di
stabilizzazione dei contratti e da un aumento delle percentuali di part time dei lavoratori che ne hanno fatto
richiesta». Nelle missioni sociali della cooperativa non c'è solo l'accoglienza dei profughi: ma progetti di
inclusione lavorativa per categorie svantaggiate, servizi per anziani e disabili, una "mediazione" nella
selezione delle badanti, iniziative dedicate agli ex detenuti. Eppure, è sul fronte della migrazione che ora si
concentrerà la vera sfida, e lo sforzo più duro: «L'idea è di reinvestire i ricavi di alcuni settori laddove c'è più
necessità - spiega il direttore generale Manuel Sericano - e poi, a fronte della continua ricerca di posti per
l'accoglienza, ci stiamo attivando per trovare appartamenti da prendere in affitto. Perché, rispetto alle
grandi strutture che ospitano numerosi profughi, ci sembrano più gestibili e adatti a favorire l'integrazione,
con un minore impatto nei quartieri». Nella stessa direzione si sta muovendo la Prefettura: che ha bussato
persino alle porte dei condomini, sensibilizzando gli amministratori e chiedendo loro di intercedere con i
proprietari di appartamenti dalle grosse metrature perché li mettano a disposizione. Sempre dietro il
compenso di quei 35 euro.
VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 29/01/2016
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I magrissimi 35 euro " Farmaci e autobus lusso per i migranti"
29/01/2016
Pag. 3 Ed. Genova
diffusione:289003
tiratura:424634
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VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 29/01/2016
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29/01/2016
Pag. 43 Ed. Torino
diffusione:189394
tiratura:278795
Diecimila torinesi "spariti" per colpa del censimento
Risultano introvabili dal 2011 e non possono avere tutela sanitaria
PAOLA ITALIANO
Ci sono almeno 10.224 torinesi fantasma. Cittadini che erano iscritti all'anagrafe, ma che non hanno r i s p
o s t o a l c e n s i m e n t o d e l 2011. E hanno continuato a non rispondere e a non essere reper i b i l i i n
a l c u n m o d o. Fi n o a quando il Comune non li ha cancellati. Ma alcuni fantasmi stanno tornando. M e gl
i o : q u a l c u n o è s t at o c a n ce l l at o b e n c h é v i vo e i n mezzo a noi. Quanti, è al momento difficile
stabilirlo. Ma le prime antenne di questo problema sono i medici di famiglia, come dimostra la storia del
dottor Giuseppe Sampieri, che ha ricevuto la comunicazione della cancellazione per «irreperibilità
censuaria» di alcuni suoi pazienti, tra i quali suo nipote. Così irreperibile c h e l o h a i m m e d i a t a m e n t
e chiamato. E hanno poi scoperto che l'anagrafe lo aveva depennato perché non aveva risposto al
censimento. Censimento Un piccolo passo indietro. L'ultimo censimento ha scattato la foto degli italiani al 9
ottobre 2011. Ma non tutti gli italiani, nonostante l'azione capillare per consegnare i moduli (compresa, per
la prima volta, la possibilità di compilarli on line), sono stati censiti. È uno dei motivi alla base della
discrepanza, rilevabile in tutta Italia, tra i dati sulla popolazione forniti dal censimento e quelli risultanti alle
anagrafi dei Comuni. Per capire le ragioni della discrepanza, è iniziata, dopo il censimento, la «revisione
anagrafica», con operazioni di confronto tra i dati che hanno portato, come estrema conseguenza, alla
cancellazione di chi, pur essendo iscritto all'anagrafe, non ha risposto al censimento e ha continuato a
essere irreperibile per gli uffici del Comune. A Torino, erano 65 mila torinesi da sottoporre a verifica, per la
difformità tra i dati del Comune e i moduli del censimento pervenuti. La prima fase prevedeva un controllo
incrociato con i vari dati collegati a quella miriade di azioni che attestano l'esistenza di un cittadino anche
se non risponde: il rinnovo di un documento, il pagamento di una multa. Se i controlli non danno esito, si
spedisce una raccomandata e poi c'è la visita dei vigili a casa: se anche allora l'interessato non si trova,
parte la cancellazione. E di quei 65 mila potenziali spariti torinesi, la scrematura ha portato a cancellarne
10.224. Molti sono stranieri, spesso inafferrabili. Ma molti sono italiani. E il dato - non definitivo, perché le
cancellazioni sono ancora in corso - sembra comunque inverosimile a Giovanni Boella, rappresentante
Fimmg Torino (Federazione medici di medicina generale): «Ammettiamo pure che molti sfuggano
all'amministrazione, ma come è possibile non trovare ben 10 mila persone? Non pagano bollette? Non
hanno una casa? Dobbiamo pensare che ci siano 10 mila case vuote a Torino?». Niente servizio sanitario
L'incrocio dei dati, evidentemente, non funziona bene.«Basterebbe una verifica con i dati dell'Asl perché il
Comune possa stanare almeno alcuni dei cittadini irreperibili, perché il sistema informatizzato tiene traccia
di visite, ricette, ricoveri». La prima ripercussione pratica della cancellazione è l'eliminazione dalle liste del
servizio sanitario. Questo non solo non permette al medico di stampare la ricetta elettronica (per il sistema
il paziente è inesistente), ma priva anche il dottore della quota (di circa 75 euro l'anno per ogni paziente).
Quota che fa parte di quei 1500 euro circa che la Regione percepisce dallo Stato per ogni cittadino per il
servizio sanitario: «Tolgono la quota al medico dice Boella - ma non la restituiscono allo Stato. Ma una
legge prevede che siano messi in un fondo per i progetti dei medici d i m e d i c i n a ge n e ra l e. D ove
vanno, invece?». c
2011
anno L'ultimo censimento ha scattato la foto degli italiani al 9 ottobre 2011
65
mila torinesi da sottoporre a verifica, per la difformità tra i dati del Comune e i moduli del censimento
pervenuti
VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 29/01/2016
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il caso I cittadini sfuggiti ai controlli incrociati del Comune
29/01/2016
Pag. 43 Ed. Torino
diffusione:189394
tiratura:278795
VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 29/01/2016
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euro è la quota annuale che ogni medico di base riceve per ciascun suo paziente
Che cosa fare
Chi è stato cancellato per errore deve tornare a iscriversi all'anagrafe n «I medici devono dire ai pazienti
cancellati, ma esistenti, di andare subito in Comune a iscriversi nuovamente alle liste anagrafiche». Il
segretario regionale dei medici di base Roberto Venesia è ben consapevole del problema dei pazienti
cancellati, ma esistenti, segnalato dal dottor Giuseppe Sampieri (foto). Non c'è altro da fare, per chi scopre
di essere stato cancellato perché irreperibile, pur continuando a vivere e lavorare in città : andare
all'anagrafe e pagare la reiscrizione. «Il problema - spiega Venesia - emerge ora perché stanno procedendo
con le cancellazioni dopo le verifiche seguite al censimento. Non abbiamo ancora numeri per dire quanti
siano stati depennati per errore».
Foto: Discrepanza Tra i dati del censimento del 2011 e quelli degli uffici anagrafici di Torino c'era una
discrepanza di 65 mila persone Sono quindi iniziati i controlli incrociati che hanno portato alla cancellazione
degli «irreperibili»
29/01/2016
Pag. 40 Ed. Cuneo
diffusione:189394
tiratura:278795
Dopo 9 anni si lavora al Movicentro
lorenzo boratto
Qualcosa si muove al Movicentro di Cuneo. In questi giorni sono entrati in azione alcuni addetti per
sistemare il locale più vicino ai binari, sotto la tettoia di piazzale della Libertà. Ieri mattina c'è stato anche un
sopralluogo di tecnici comunali e di Gianpiero Conte, amministratore unico della società «Farmacie
comunali srl». Perché entro il 17 marzo al Movicentro aprirà la quinta farmacia comunale del capoluogo (la
numero 4, inaugurata a fine 2015, nella galleria commerciale di Auchan, è aperta 7 giorni su 7, solo di
giorno). Settantamila euro
Per questa operazione e per sistemare tutta l'area sotto la tettoia il Comune, che ha in comodato la
struttura per 30 anni, ha stanziato 70 mila euro. I locali vennero terminati 9 anni fa, e da allora mai utilizzati:
due ascensori nuovi mai messi in funzione (uno dal Belvedere dove si parcheggiano le bici, l'altro all'angolo
con corso Monviso), una scalinata che porta dalla tettoia ai binari, mai aperta al pubblico.
Intanto nella zona è stato costruito un posteggio multipiano, accanto alla rotonda di via Coppino, e c'è un
parcheggio dei bus di linea. In tutti questi anni anche Trenitalia ha completamente ristrutturato la stazione,
di fatto dimenticando l'obiettivo primario del Movicentro: essere un nodo di interscambio tra mezzi pubblici,
treno, bus e taxi.
Ma adesso la situazione cambierà. A fine febbraio arriveranno gli arredi e la farmacia aprirà entro un mese
e mezzo, malgrado un ricorso pendente, presentato contro il Comune dall'associazione titolari di farmacia:
si sostiene che non siano rispettati i parametri di legge nelle due ultime aperture della società pubblica. Ci
sono anche altri locali accanto alla nuova farmacia: il Comune è in trattativa da tempo con diversi privati per
cercare negozianti (ma anche gestori di bar, ristorante ed edicola) che possano occupare quegli spazi.
E la comunale numero cinque non sarà la sola nuova farmacia nella zona. Perché il 7 gennaio ha
inaugurato in corso Galileo Ferraris 13, dalla parte opposta rispetto all'ospedale Santa Croce, la «Farmacia
Galileo». I titolari sono Luisa De Cesare e Marco Conti, 42 e 40 anni. Dopo 13 anni da dipendenti in una
farmacia del Napoletano, sono arrivati primi assoluti su oltre 2 mila partecipanti all'ultimo mega-bando
regionale, che risale al 2012. Dice De Cesare: «Potevamo scegliere qualsiasi sede vacante in Piemonte:
nel Torinese ad esempio c'erano Chieri, Collegno o Grugliasco. Abbiamo optato per Cuneo soprattutto per
la qualità della vita. Conoscevamo questa provincia per averci fatto le vacanze». BY NC ND ALCUNI
DIRITTI RISERVATI
VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 29/01/2016
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La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
cuneo, l'edificio completato nel 2007 non è mai stato aperto
29/01/2016
Pag. 7 Ed. Ascoli
diffusione:113338
tiratura:156629
Farmacisti , approvata la graduatoria finale
APPROVATI i verbali della commissione esaminatrice e quindi la graduatoria finalizzata ad assunzioni a
tempo determinato con rapporto di lavoro a tempo pieno o parziale per commessi di farmacia, da destinare
alla farmacie comunali. La determinazione dirigenziale ha ricordato i passaggi della procedura, con i
candidati che non sono stati ammessi alla prova orale per il mancato superamento di quella scritta e
l'approvazione della graduatoria finale dei sette candidati che quindi sono stati dichiarati idonei.
VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 29/01/2016
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DALL'ARENGO
29/01/2016
Pag. 20 Ed. Ascoli
diffusione:113338
tiratura:156629
- FOLIGNANO - «LA FARMACIA svolgeva una funzione fondamentale in paese ed è davvero un peccato
che sia chiusa ormai da un mese». Continua a tenere banco, nella frazione folignanese di Piane di Morro,
la vicenda relativa alla chiusura della farmacia, che era stata ceduta a dicembre dal Comune al dottor
D'Isidoro ma che non è ancora tornata in funzione a distanza di quasi quaranta giorni. Ad alzare la voce,
ieri, sono stati i cittadini. «Soprattutto per gli anziani la farmacia era un punto di riferimento importante - ha
spiegato ad esempio Ivan Micucci -. Inoltre, all'interno di tale esercizio venivano resi agli abitanti di Piane di
Morro tanti altri servizi, come la ricarica delle tessere per la mensa scolastica, del quale usufruivo
settimanalmente». «Ogni volta che abbiamo bisogno di un farmaco siamo costretti ad andare a Folignano
oppure a Maltignano e non tutti sono in grado di spostarsi in auto - ha proseguito invece Elena Ryzhenkova
-. Il disservizio è grave e speriamo che il Comune possa attivarsi per ripristinarlo entro pochi giorni». Dello
stesso parere anche Giovanni Maravalli. «Purtroppo in tanti stanno cogliendo l'occasione per farne una
battaglia politica - ha spiegato - quando invece il problema principale riguarda l'assenza di servizi per noi
cittadini». «Il nostro paese è stato lasciato completamente all'abbandono da parte degli enti e delle
istituzioni - ha continuato Romeo Renzi -. Tanto per fare qualche esempio, non abbiamo uno sportello per il
Bancomat né un ambulatorio medico. E' assurdo che in una frazione di oltre duemila abitanti non vengano
garantiti questi servizi che invece sono essenziali. Ed ora, come se ciò non bastasse, non abbiamo più
neanche la farmacia». Polemici anche Filippo De Luca e Giovanni Spinozzi. «Per fortuna non ho mai avuto
bisogno della farmacia - ha detto il primo - ma è evidente che chiudendola è venuto a mancare un esercizio
fondamentale per il paese. Averla a portata di mano era una comodità per tutti». «Per gli anziani il disagio è
notevole - ha proseguito Spinozzi - ma la chiusura di tale attività è il risultato dello scarso attaccamento
che, secondo me, i cittadini di Piane di Morro hanno per il proprio paese. I tanti esercizi commerciali del
posto sono in crisi ed è normale che quando si verificano delle perdite importante, come avvenuto nel caso
della stessa farmacia, si preferisce chiudere i battenti». Delusi anche Giovanni Gaspari e Dino Puccianti.
«E' normale che quando chiude una farmacia ci siano dei disagi per la popolazione - hanno commentato i
due intervistati -. Speriamo che ogni problema venga presto risolto per rimettere il servizio a disposizione
della gente». «La cosa brutta è che tutto si sta riducendo ad una questione politica - hanno concluso infine
Manuela Zerbini e Piera Romandini -. Nessuno però si sta preoccupando del fatto che a Piane di Morro
ormai non ci sono più servizi». Matteo Porfiri
VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 29/01/2016
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La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
«La farmacia era importante Adesso mancano troppi servizi»
29/01/2016
Pag. 20 Ed. Ascoli
diffusione:113338
tiratura:156629
Consegna dei medicinali a domicilio
«LA VENDITA della farmacia è stata necessaria, anche perché non avevamo le risorse per portarla avanti.
Comunque si tratta di un 'evento' straordinario ed eccezionale, e l'attività riaprirà il prima possibile. Al
massimo fra una decina di giorni». A replicare alle polemiche sollevate dalla minoranza nei giorni scorsi è
stato il sindaco Angelo Flaiani, il quale ha anche sottolineato come «l'acquisto della farmacia da parte del
dottor D'Isidoro rappresenti una bellissima notizia per tutto il territorio, perché non capita tutti i giorni di
avere qualcuno che decida di investire nel nostro paese». Intanto, il Comune e la Protezione Civile hanno
attivato un servizio gratuito di consegna farmaci a domicilio per i cittadini.
VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 29/01/2016
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LA NOVITÀ
29/01/2016
Pag. 6 Ed. Brianza
diffusione:48518
tiratura:74334
- VEDANO AL LAMBRO - DOVEVA ESSERE un bandito alle prime armi il soggetto che mercoledì sera ha
commesso una rapina alla Farmacia del Parco di via Cesare Battisti a Vedano al Lambro. Alle 19 circa il
bandito è entrato col volto coperto da un casco integrale e ha rapinato la prima cliente a cui si è trovato
davanti, una donna di circa sessant'anni, da cui si è fatto consegnare il portafogli. Dentro, sembra che ci
fossero appena una ventina di euro. A quel punto il rapinatore, che stringeva fra le mani un oggetto,
probabilmente una pistola, ma non di sa se vera o soltanto giocattolo, ha deciso di andarsene in tutta fretta.
Disinteressandosi della cassa, in cui certo erano contenuti più quattrini. Una rapina quantomeno atipica,
pertanto. Non è chiaro se ad attenderlo all'esterno della farmacia di fosse un complice, in sella a una
motocicletta, oppure se il bandito abbia agito da solo. Certamente, il caso ricorda una rapina analoga
avvenuta qualche giorno da in un supermercatino di via Giotto a Monza. Anche in quel caso, il bandito
indossava un casco integrale. Anche in quel caso, aveva agito dimostrando una certa imperizia e
nervosismo: aveva schiaffeggiato la cassiera che tardava troppo da aprire il registratore di cassa e aveva
lasciato cadere a terra parte del bottino. In quel caso, un complice lo attendeva in sella a uno scooter.
Sul'ultimo caso, la rapina di Vedano al Lambro, indagano i carabinieri della Compagnia di Monza. Da.Cr.
VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 29/01/2016
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Vedano, rapinatore in farmacia si accontenta di 20 euro
29/01/2016
Pag. 21 Ed. Pistoia Montecatini
diffusione:88274
tiratura:127149
Autoambulanza e pulmino per disabili Due nuovi mezzi per la Pubblica
Assistenza
DOMENICA 31 gennaio la sezione di Vaiano della Pubblica Assistenza «L'Avvenire» presenterà alla
popolazione due nuovi mezzi destinati ad arricchire la flotta di automezzi a servizio della Vallata. Di
particolare rilievo l'acquisto di una autoambulanza dotata di tutti i più aggiornati strumenti per rianimazione
e stabilizzazione clinica dei pazienti. Le ridotte dimensioni esterne insieme alla trazione a 4 ruote motrici la
rendono particolarmente adatta a prestare servizio nei luoghi più remoti e dall'accesso problematico, con
qualunque condizione atmosferica. L'altro mezzo è una pulmino attrezzato per trasporto di disabili da
adibire a servizi sociali a disposizione della comunità. LA POSSIBILITÀ degli acquisti è stata resa possibile
grazie alla sensibilità e la collaborazione con la Cooperativa di consumo Bisenzio Ombrone e la Farmacia
Cooperativa di Vaiano a dimostrazione dell'attenzione che questi Enti pongono ai Territori. La cerimonia
avrà luogo a Vaiano: il taglio del nastro e la benedizione alle 9,30 in piazza del Comune, il rinfresco presso
la Villa Comunale del Mulinaccio dalle 11.30.
VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 29/01/2016
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VAIANO DOMENICA FESTA E BENEDIZIONE
29/01/2016
Pag. 24 Ed. Pistoia Montecatini
diffusione:88274
tiratura:127149
Tutto pronto per la super festa
DOMENICA 31 il Carnevale aglianese porta colori, musica e allegria nella frazione di Spedalino, dove alle
14 partirà la seconda sfilata dell'edizione 2016. E' la trentottesima edizione nella storia della
manifestazione, partita inizialmente solo nella frazione di S.Michele, dove ha sede l'associazione degli
instancabili volontari, che con l'ampliarsi dei corsi mascherati anche alle frazioni di Spedalino, S.Piero e S.
Niccolò, ha assunto il nome di «Associazione Carnevale aglianese dei ragazzi». La sfilata dei cinque
bellissimi carri, a Spedalino sarà accompagnata dalla banda aglianese «I tigrotti», che il 14 febbraio tornerà
con le sue note a fare da cornice alla sfilata che partirà dalla farmacia di S.Niccolò per arrivare fino alle
piazze IV Novembre e Gramsci di S. Piero. Il 7 febbraio il corso mascherato torna a S.Michele,
accompagnato dalla filarmonica «Giuseppe Verdi» di Luicciana. I cinque carri allegorici, tra favola e realtà,
frutto di mesi di lavoro e della creatività dei volontari, sono: «Alla corte di re Carnevale», «Il teatro delle
maschere», «La maestra e la scuola», «Lo scorrere del tempo», «Il bruco e la farfalla». Tutte le sfilate sono
a ingresso gratuito e iniziano alle 14. Si ricorda che è vietato l'uso di bombole schiumogene. In caso di
pioggia, la sfilata è rinviata e recuperata nella terza o quarta domenica di febbraio. Collaborano con
l'associazione «Carnevale», «L'agorà», parrocchia di San Michele, «Lenza aglianese», circolo ricreativo
Scintilla, Packy bar di Spedalino, Misericordia di Agliana, Servizio volontario protezione civile di Agliana,
Unicoop-sezione soci Agliana. Sponsor ufficiale Lanificio Paultex, altri sponsor: Tipografia Mariotti, Bcc di
Vignole e Montagna pistoiese, Banca di Pistoia, Bcc di Masiano. Piera Salvi
VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 29/01/2016
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CARNEVALE DOMENICA SFILATA AD AGLIANA
29/01/2016
Pag. 9 Ed. Umbria Terni
diffusione:88274
tiratura:127149
- CITTA' DELLA PIEVE - È STATO approvato il protocollo d'intesa per lo svolgimento del servizio di
trasporto a domicilio dei farmaci sul territorio di Città della Pieve. Il Comune ha messo nero su bianco gli
elementi che regolano l'accordo con farmacie, associazioni di volontariato e medici di medicina generale
per la consegna domiciliare dei prodotti. Tra i soggetti che hanno offerto la propria disponibilità a
collaborare ci sono otto associazioni impegnate sul territorio, tre medici di famiglia e due farmacie del
posto. L'IDEA NASCE dalla necessità di andare incontro alle esigenze di quei cittadini che, per ragioni
diverse, hanno difficoltà a spostarsi e a provvedere ai normali bisogni quotidiani come l'acquisto di un
medicinale. Il servizio si rivolge agli utenti del centro di salute di Città della Pieve ma anche a persone
invalide o con disabilità, ultrassessantacinquenni non autosufficienti ed economicamente svantaggiati,
cittadini che versano in condizioni disagiate e senza familiari in grado di aiutarli. Il trasporto delle medicine,
completamente gratuito, dovrà essere richiesto dal paziente entro le 12 attraverso i volontari delle
associazioni aderenti all'iniziativa. L'operatore, munito di apposito tesserino di riconoscimento, effettuerà la
consegna a domicilio nel pomeriggio. Fondamentale il ruolo del farmacista che dovrà occuparsi della
spedizione della ricetta e del confezionamento dei farmaci relativi alla prescrizione medica, prima di
consegnarli (in busta chiusa e nel rispetto delle norme sulla privacy) al volontario incaricato del trasporto. Il
protocollo prevede la costituzione di un apposito registro presso le farmacie del territorio comunale, per
attestare l'avvenuto recapito al volontario. C.S.
VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 29/01/2016
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Accordo tra Comune e farmacie I medicinali arrivano a domicilio
PROFESSIONI
1 articolo
29/01/2016
Pag. 24 N.1454 - 29 gennaio 2016
diffusione:333114
tiratura:453532
LA LIBERTÀ FA BENE ALLA SALUTE? #LIBERALIZZIAMOCI
Una delle leggi fondamentali del mercato è la libera concorrenza. Eppure i farmaci di fascia C, quelli non
mutuabili ma con l'obbligo di prescrizione non sono ancora vendibili nelle parafarmacie. Noi di Conad,
assieme alla Federazione Nazionale Parafarmacie Italiane e Altroconsumo, come milioni di nostri
concittadini ci siamo chiesti '"perché?" Perché sull'acquisto di farmaci primari quali antinfiammatori,
analgesici, antidepressivi e anticoncezionali devono rimetterci i cittadini? Perché, mentre noi ci sforziamo
ogni giorno di individuare per il cittadino delle aree di risparmio, si sottostima il ruolo della parafarmacia nel
calmierare i prezzi? Perché l'aver contribuito, con le parafarmacie, a ridurre di oltre il 20% il prezzo dei
farmaci è stato considerato un dato trascurabile? Perché ritenere che i farmacisti delle parafarmacie, iscritti
all'albo, siano diversi da quelli delle farmacie? Fino a qual punto un cittadino, quando non può garantirsi il
massimo della salute con il minimo della spesa, può continuare a dirsi veramente libero? Firma anche tu la
petizione a favore della liberalizzazione di questi farmaci. Fai del bene, a te e alla libertà di mercato.
FIRMA ANCHE TU Per la liberalizzazione dei farmaci di fascia C, Conad, insieme alla Federazione
Nazionale Parafarmacie Italiane e ad Altroconsumo, ti invita a firmare su liberalizziamoci.it o nelle
Parafarmacie e nei Conad abilitati. ederazione azionale arafarmacie taliane liberalizziamo
CONAD
Persone oltre le cose www.liberalizziamoci.i
#ALTROCONSUMO IL tuo punto di forza Liberalizziamoci
PROFESSIONI - Rassegna Stampa 29/01/2016
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Informazione pubblicitaria
PERSONAGGI
3 articoli
29/01/2016
Pag. 1
diffusione:83734
tiratura:155835
Berlusconi fa i nomi dei candidati: Bertolaso a Roma, Parisi a Milano
Francesco Cramer
a pagina 8 Roma Berlusconi dà la linea a Forza Italia e ipotizza alcune candidature per le prossime
amministrative. Niente di deciso visto che ogni pedina dovrà essere concordata assieme agli alleati. Infatti
annuncia: «Sabato e domenica ne parleremo». Ma ecco alcuni nomi fatti durante l'ufficio di presidenza
tenutosi nel pomeriggio a Palazzo Grazioli: Guido Bertolaso per Roma, Stefano Parisi per Milano, Vittorio
Sgarbi per Bologna, Osvaldo Napoli per Torino. Il metodo è chiaro: «Sosterremo ovunque il candidato
migliore - dice l'ex premier No, dunque, al "manuale Cencelli"». Le seguenti ipotesi erano già state fatte e le
indiscrezioni erano già uscite sui giornali. La quadra con gli alleati, però, ancora non c'è. Alla Lega, per
esempio, non piace Parisi a Milano; e per altro il diretto interessato s'era detto indisponibile. Stesso
discorso su Roma dove il Carroccio non è convinto di Guido Bertolaso. Pare invece tramontata l'ipotesi
Alfio Marchini per la Capitale su cui resta il veto di Giorgia Meloni. Dubbi anche a Bologna dove Salvini, fino
ad ora, pare non voglia rinunciare alla «sua» Lucia Borgonzoni. Il Cavaliere ammette: «Ma non c'è solo il
sudoku delle candidature alle amministrative». Il Cavaliere sa che il partito è in fibrillazione e così cerca di
rassicurare tutti: «Non voglio rottamare nessuno di voi». Quindi annuncia alcune novità interne a Forza
Italia: «Gianni Letta sarà l'ambasciatore del partito nel mondo delle imprese; Renata Polverini terrà i
rapporti con i sindacati mentre Andrea Mandelli farà da cinghia di trasmissione con le professioni». Quindi
attacca Renzi e i Cinque Stelle: «2.018 miliardi è il debito pubblico oggi dell'Italia. Più 300 miliardi rispetto a
come lo abbiamo lasciato noi. I Cinque Stelle pensano di sanarlo con successive patrimoniali, anche sui
piccoli redditi. Una follia». La strategia per tornare a battere la sinistra? Lavoro, lavoro, lavoro. E
«operazione web»: «Sono ancora in campo - dice Ho preso atto del fatto che internet è frequentata ogni
giorno per 7 ore da 40 milioni di italiani. Quindi ho assunto decisione sacrificale di prendere lezioni di
internet. Interverremo su internet come non abbiamo mai fatto prima». Berlusconi scuote i suoi: «Dobbiamo
passare alla storia come i salvatori della democrazia e della libertà portando il centrodestra alla vittoria al
primo turno». E pensa già al prossimo governo con «Gallitelli agli Interni, Coppi alla Giustizia, Brunetta
all'Economia». L'affondo al premier arriva soprattutto sulla politica estera: «Adesso speriamo che non si
proceda con i bombardamenti anche in Libia. I bombardamenti sono un errore. L'unica soluzione per
estirpare l'Isis è quella proposta da Putin all'Onu: una coalizione comune che intervenga sul campo». Ed
ecco i suoi timori: «Sulla politica estera non si può più sbagliare dal momento che diversi Paesi europei
hanno chiuso o si apprestano a chiudere le loro frontiere. Se il governo di sinistra non cambierà la sua
posizione, l'Italia rischia di rimanere fuori dal sistema Schengen con conseguenze nefaste. Deve essere
infatti chiaro ai cittadini italiani che, con la chiusura delle frontiere, tutti i migranti già presenti o in arrivo nel
territorio italiano sarebbero destinati a rimanervi per un tempo indefinito». Un disastro. «Serve - conclude
Berlusconi - identificare, anche attraverso l'utilizzo delle impronte digitali, chi cerca di entrare illegalmente
nel nostro Paese».
L'attacco
A RENZI E GRILLINI
Il debito pubblico oggi è 300 miliardi più alto di come l'abbiamo lasciato E i Cinque stelle vogliono sanarlo
con le patrimoniali È una follia
Foto: PALAZZO GRAZIOLI Silvio Berlusconi all'ufficio di presidenza di Fi
PERSONAGGI - Rassegna Stampa 29/01/2016
81
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VERSO LE AMMINISTRATIVE
29/01/2016
Pag. 9
Più internet meno soldi suoi Il Cav ripensa Fi
Silvio Berlusconi riorganizza Forza Italia: Gianni Letta sarà ambasciatore presso le imprese, il senatore
Andrea Mandelli curerà il rapporto con le professioni, mentre Renata Polverini si occuperà dei sindacati.
Come futuri ministri in caso di vittoria elettorale, invece, il Cav punta su Franco Coppi alla Giustizia, il
generale dei Carabinieri Leonardo Gallitelli all'Interno e Renato Brunetta all'Economia. Berlusconi ha riunito
il comitato di presidenza del partito. Alle Amministrative «FI sarà in campo nell'ambito del centrodestra
unito». Per la campagna elettorale, si «interverrà su Internet come non mai» e lui stesso «prenderà lezioni»
di web. Per finanziare FI, di cui ha azzerato gli affidi bancari (44 milioni di euro), si punterà sullo «strumento
del 2x1000».
PERSONAGGI - Rassegna Stampa 29/01/2016
82
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VERSO LE ELEZIONI
29/01/2016
Pag. 39 Ed. Bari
diffusione:24843
tiratura:35894
«Decaro ci dica se le telecamere funzionano»
l La riforma della legge regionale sui Consorzi Asi e, nelle more, la gestione straordinaria del Consorzio Asi
di Bari-Modugno sono le proposte avanzate da tempo dagli esponenti di centrodestra del Cor (Conservatori
e riformisti). Lo ha sottolineato in una nota il senatore Luigi d'Ambrosio Lettieri , che ha dichiarato: «La
strada tracciata dal presidente di Confindustria Bari e Bat, Domenico de Bartolomeo non è solo
condivisibile, ma è esattamente quella che indichiamo da tempo, rimanendo a lungo desolatamente
inascoltati. La zona industriale è una specie di pentagono della desolazione, dell'ab bandono e del
degrado, un cimitero di elefanti a rischio desertificazione, con un bollettino di guerra che in questi anni ha
fatto morti e feriti, in un labirinto intricato di cassintegrati, licenziati, lavoratori in mobilità e aziende
volatilizzate. Auspico discontinuità, nel metodo e nel merito, con le prassi che sino ad oggi, invece di
costruire l'attrattività dell'area, ne hanno rappresentato l'affossamento. Costi energetici, logistica,
funzionamento dei servizi, sicurezza, infrastrutture sono solo alcuni dei nodi da sciogliere. Gli imprenditori
hanno ragione: il distretto industriale tra Bari, Modugno, Bitonto, Molfetta e Giovinazzo è terra di nessuno,
senza servizi, alla mercé di bande di ladri, con trasporti e segnaletica insufficienti, burocrazia opprimente e
costi alti: una fotografia che somiglia più ad un labirinto in cui è facile perdersi che ad una zona votata allo
sviluppo e alla produzione. Intanto, il sindaco Decaro fornisca risposte immediate sul funzionamento della
centrale, collegata alle forze di polizia, per il controllo delle telecamere installate nella zona industriale. I
Conservatori e Riformisti sono pronti ad incontrare gli imprenditori per approfondire i problemi evidenziati e
avviare una interlocuzione produttiva».
PERSONAGGI - Rassegna Stampa 29/01/2016
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TUONA L'OPPOSIZIONE IL SEN. D'AMBROSIO LETTIERI (COR): GLI IMPRENDITORI HANNO
RAGIONE, SULL'ASI ORA SI CAMBI