confronto tra piano attuale e piano rivisto

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confronto tra piano attuale e piano rivisto
CONFRONTO TRA IL PIANO ATTUALE PRPOSTO DA PROFUMO/VIOLA
E PIANO RIVISTO
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1) La Banca non ha affatto “faticosamente” superato l’esame della Commissione Ue sui
«Monti Bond», tutt’altro: dopo essere stata rimandata a settembre, si è vista infliggere
una sonora bocciatura ovvero l’obbligo di restituire due miliardi e mezzo di Aiuti di
Stato entro il periodo di grazia concesso (fine 2014).
2) La bocciatura è tanto più sonora se si considera che la procedura di Aiuti di Stato è
stata attivata dalla Banca a fronte di due miliardi di aiuti addizionali erogati dal
Tesoro a febbraio 2013, per vedersi oggi ingiungere la restituzione di due miliardi e
mezzo ovvero più degli aiuti di Stato che la Banca ha effettivamente percepito a
febbraio 2013, mettendo in discussione persino gli aiuti che erano stati già
pacificamente approvati nel 2009 (!1,9 miliardi di «Tremonti Bond»).
3) Posto che gli aiuti di Stato sono stati concessi in modo coerente con le direttive
comunitarie onde evitare un grave turbamento dell’economia nel caso in cui la Banca
non fosse stata messa in sicurezza, la Commissione Europea può richiederne la
soppressione o la modifica solo ed esclusivamente in una circostanza ovvero se gli
aiuti di Stato sono stati attuati in modo non corretto dalla Banca (Titolo VII, Sezione
2, Articolo 108 del trattato europeo). La decisone della Commissione di imporre la
restituzione suona come un evidente voto di censura per il modo con cui gli aiuti sono
stati attuati ovvero (a) nella forma di «Monti Bond» piuttosto che emissione di azioni
ed (b) includendo la sostituzione dei vecchi «Tremonti Bond» approvati nel 2009
con altrettanti «Monti Bond».
4) La Fondazione MPS, gli enti nominanti a cominciare dal Città di Siena e gli attuali
azionisti di MPS avrebbero molte ragioni per esprimere dissenso e disappunto posto
che nei quasi due anni dall’avvio della discontinuità gestionale intrapresa a gennaio
2012 i) il valore di borsa di MPS è sceso di circa il 15% contro un aumento delle
principali banche italiane di circa il 50-60%; ii) la banca ha inanellato sei trimestri
consecutivi in perdita con un risultato negativo cumulato poco inferiore a !4 miliardi;
iii) la Consob ha recentemente elevato pesanti sanzioni contro la banca per «condotta
quantomeno gravemente negligente» in merito ad alcuni fatti relativi al 2012; iv) la
banca si è vista respingere l’istanza presentata davanti all’Alta Corte di Giustizia a
Londra per bloccare la causa intentata da Nomura contro MPS; v) è stato presentato
un Piano di Ristrutturazione che prevede 8,000 esuberi e la chiusura di 550 filiali; e
per ultimo vi) la banca ha visto ingiungersi dalla Commissione Europea la
restituzione di !2,5 miliardi di «Monti Bond».
5) La Banca, con una decisione difficile da comprendere sia sotto il profilo finanziario
che etico, non ha ancora chiuso a tutt’oggi le due posizioni sul rischio Italia (tre
miliardi con scadenza 2034, due miliardi con scadenza 2031) che hanno contributo
per due miliardi e settanta milioni al deficit di capitale EBA e che per questo possono
considerarsi a ragione integralmente responsabili per la quota parte del deficit di
capitale EBA ripianato con due miliardi di soldi pubblici. Per quanto paradossale
possa sembrare, la Banca ha oggi in pancia le stesse posizioni sul rischio Italia (2031,
2034) che hanno prodotto il ricorso agli aiuti di Stato. La banca ha più volte
rivendicato la correttezza di questa decisione perché gli spread dell’Italia nel
frattempo sono migliorati, ma non ha mai spiegato cosa succederebbe se gli spread
tornassero ai valori dell’autunno 2011, un fatto che tutti noi ci auguriamo non
succeda ma che nessuno di noi può escludere mettendo a rischio i soldi dei
contribuenti.
6) Resta il fatto che le operazioni di BTP, Swap e Long Term Repo con scadenza 2031 e
2034 sopra menzionate rappresentate come cinque miliardi di Titoli di Stato con
operazioni ancillari di copertura e finanziamento, potrebbero esserei sette miliardi di
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derivati, di cui cinque miliardi di credit default swap e due miliardi di basis swap
come alcuni “indizi” lascerebbero presupporre incluso la presenza delle principali
clausole dei derivati creditizi all’interno dei contratti con cui le operazioni sono state
documentate. Incidentalmente una delle finalità dell’azione legale intentata da
Nomura contro MPS presso l’Alta corte di Giustizia a Londra e che MPS ha invano
cercato di bloccare è proprio quello di accertare l’esatta natura delle operazioni
suddette - Nomura che le ha strutturate ed eseguite sostiene che sarebbero derivati.
7) E’ poi difficile capire in che modo l’aumento di capitale deliberato dal CdA di MPS
possa contribuire a salvare la Banca. Il cosiddetto “aumento di capitale” è in realtà
una mera operazione di sostituzione di capitale. I quattrini che la Banca intende
raccogliere dal mercato non saranno utilizzati per rafforzare la banca, chiudere i
rischi finanziari in perdita, aumentare il grado di copertura delle sofferenze o
finanziare il piano di ristrutturazione ma andranno direttamente al Tesoro: da questo
punto di vista sarebbe più corretto definirlo un aumento di capitale per il Tesoro
piuttosto che per la Banca. Il vero aumento di capitale per la Banca molto
probabilmente seguirà a ruota appena si concluderà l’asset quality review appena
avviata dalla BCE e che terminerà nel novembre 2014.
8) Lo spauracchio della “nazionalizzazione” costantemente sbandierato dal management
di MPS è motivo di preoccupazione in realtà principalmente per gli attuali vertici
della Banca e (paradossalmente) per il Tesoro. Il primo avrebbe interesse ad evitarla
perché ovviamente questo renderebbe molto più difficile un’eventuale riconferma, il
secondo perché la nazionalizzazione di MPS si tradurrebbe nella necessità di
consolidare i debiti della Banca all’interno del bilancio dello Stato con un pericoloso
aumento del debito/PIL, motivazioni entrambe poco attinenti alla prospettiva degli
azionisti di MPS.
9) Nella liberale Inghilterra – non certo un modello di economia statalista – il Tesoro
inglese ha messo in sicurezza Royal Bank of Scotland e Llyods Bank, facendo
esattamente quello che invece in Italia – non certo un modello di assoluto liberismo oggi è paventato come il male assoluto ovvero il Tesoro è entrato nel capitale delle
banche, ha nominato un management capace di risanarle e poi ha iniziato a ridurre
gradualmente la propria partecipazione non appena avviato il turn around. La
presenza del Tesoro nel capitale di una banca che potrebbe rappresentare un rischio
sistemico per il proprio Paese e che per di più utilizza risorse pubbliche, in un paese
normale (come l’Inghilterra) vuol dire esercitare un ruolo di garanzia a salvaguardia
del denaro dei contribuenti e di tutela nei confronti di tutti gli stakeholders, incluso i
dipendenti della Banca.
10) Occorre poi ricordare che la Fondazione è la principale vittima delle scelte fatte in
passato dalla Banca ed ha visto il proprio patrimonio ridursi da !5,5 miliardi a poco
più di !650 milioni in pochi anni: questo in verità non sembra un motivo valido per
cui la Fondazione deva essere oggi ulteriormente penalizzata. E’ bene poi sempre
ricordare che quella stessa Fondazione MPS a cui oggi si addebita la responsabilità di
aver sostenuto le scelte della gestione Mussari/Vigni, è la stessa Fondazione MPS
(ben diversa da quella attuale) che ha nominato metà del Cda di MPS a tutt’ora in
carica, incluso il suo Presidente ed il suo Amministratore Delegato. Ed in effetti,
guardando i risultati della Banca nel 2012 e nei primi tre trimestri del 2013 ed
osservando il valore della sua capitalizzazione, resta difficile identificare un chiaro
momento di discontinuità tra passato e presente, fermo restando la diversa storia
professionale ed umana dei protagonisti di oggi e di ieri.
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11) La strada per il risanamento della Banca non è certo quella indicata dal management e
lo conferma il valore di borsa di MPS, posto che l’unico vero giudice è il mercato. E’
auspicabile che la Fondazione MPS – oggi unico elemento di discontinuità rispetto al
passato grazie al rinnovo della Deputazione e della nomina del nuovo Presidente
Antonella Mansi - accompagni la Banca in questo difficile percorso senza rinunciare
al suo ruolo di azionista storico anche a costo di scelte drastiche e coraggiose che
competono all’azionista di riferimento. Le soluzioni alternative non mancano come
ad esempio un piano che preveda:
(a) la cancellazione della sostituzione di !1,9 miliardi di «Tremonti Monti» con
altrettanti «Monti Bond» in modo di circoscrivere l’ambito autorizzativo
della Commissione Europea ai soli !2 miliardi di «Monti Bond» sottoscritti
dal Tesoro nel febbraio scorso;
(b) la conversione di una parte dei ! 2 miliardi di «Monti Bond» (ad es. !750
milioni) in azioni facendo entrare il Tesoro nel capitale della Banca;
(c) la destinazione delle risorse raccolte con il futuro aumento di capitale (! 3
miliardi) in parte alla restituzione dei residui !1,25 miliardi di «Monti Bond»
ed in parte (!1,75 miliardi) al rafforzamento patrimoniale della Banca,
chiudendo i rischi finanziari ancora aperti per voltare finalmente pagina;
(d) la strutturazione dell’aumento di capitale in due tranche di cui una tranche di
! 2 miliardi da offrire con diritto di opzione agli attuali azionisti ed una da !1
miliardo senza diritti di opzione quest’ultima da portare sul mercato nella
seconda parte del 2014 (non sia mai che nel frattempo si riesca a chiudere
una trimestrale in utile).
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