L`attività di ricerca e sviluppo nell`organizzazione aziendale

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L`attività di ricerca e sviluppo nell`organizzazione aziendale
CAPITOLO PRIMO
L’attività di ricerca e sviluppo
nell’organizzazione aziendale
SOMMARIO*:
1.
2.
3.
4.
5.
Il ruolo dell’innovazione tecnologica
L’attività di ricerca e sviluppo: contenuti
L’area funzionale della ricerca e sviluppo nel sistema organizzativo aziendale
Il profilo strategico
Gli investimenti in ricerca e sviluppo nelle imprese italiane (2004-2009)
*
Gianfranco Cavazzoni è autore del § 3
Libero Mario Mari è autore dei §§ 1, 2 e 5
Fabio Santini è autore del § 4
1. Il ruolo dell’innovazione tecnologica
L’attività imprenditoriale si configura essenzialmente come una serie di scelte che possono essere compiute nell’ambito di due distinti orientamenti direzionali: il primo, volto a produrre le decisioni necessarie soltanto al momento del verificarsi degli eventi; il secondo, teso ad
anticipare l’evoluzione futura dell’ambiente per evitare di trovarsi impreparati di fronte al manifestarsi di fenomeni che ne possano condizionare la gestione. Evidentemente tale ultimo orientamento consente
alla governance aziendale di compiere atti con un maggior grado di
consapevolezza e con una attenzione precipua verso l’evolversi degli
andamenti di gestione e di ambiente. E proprio in questa direzione, che
l’impresa, sempre più presa dai livelli competitivi e concorrenziali,
produce le innovazioni1.
L’attività di impresa deve puntare alla produzione del fattore “conoscenza” o, quantomeno, alla «acquisizione all’esterno dei risultati della
ricerca scientifica e la loro conseguente applicazione industriale. L’ attivazione di un processo innovativo presuppone quindi che esso sia preceduto da un processo inventivo che ne costituisce il presupposto e si
estrinseca nell’ideazione di nuovi modi di soddisfare i bisogni umani»2.
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1
Cfr. G. HINTERHUBER, Strategie di sviluppo dell’impresa industriale, Isedi, Torino, 1976, pag. 8.
2
Cfr. F. RANALLI, Economia aziendale. Aree funzionali e governo aziendale,
Giappichelli, Torino, 1999, pag. 108. Scrive Giorgetti che «il successo dell’impresa
non andrebbe tanto misurato con riferimento alla sua capacità di realizzare l’ottima
combinazione dei fattori produttivi, quanto a quello di proporne nuove combinazioni
che individuino le direttrici di sviluppo sino a quel momento considerate efficienti».
Cfr. G. GIORGETTI, Integrazione e organizzazione della ricerca, Giuffrè, Milano,
1973, pag. 17.
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Capitolo primo
È stato Schumpeter ad evidenziare la portata e la grande importanza
dell’innovazione nella vita dei sistemi economici3, scindendola nei suoi
due principali elementi:
 l’invenzione, che rappresenta la prima modalità di realizzazione
di una conoscenza scientifica attraverso l’attività di soggetti che operano al di fuori dei processi imprenditoriali;
 l’attuazione, che si concretizza nello sfruttamento economico delle opportunità offerte dalle invenzioni, tradotte in nuovi prodotti o processi4.
Lo schema interpretativo, «che considera l’invenzione come attività
esterna alle imprese, ha subito nel corso degli ultimi decenni una profonda modificazione dovuta soprattutto alle seguenti cause: a) la ricerca
per l’inventore individuale è sempre più difficile, data la difficoltà che
incontra nel reperire i mezzi finanziari, gli strumenti, le conoscenze in
diverse discipline, ecc.; b) le esigenze di pianificazione, programmazione e controllo della gestione delle imprese spingono le medesime ad
operare per ricondurre nell’ambito del loro sistema anche quelle attività
inventive che altrimenti potrebbero organizzarsi al loro esterno. L’influsso combinato delle precedenti cause ha permesso la realizzazione di
un processo innovativo d’impresa»5 (Fig. 1).
Il “libro verde”, licenziato dalla Commissione Europea nel 1995, riporta che «l’innovazione ha un ruolo molto complesso e, in quanto forza motrice, orienta le imprese verso obiettivi ambiziosi e a lungo termine, induce al rinnovamento delle strutture industriali ed è all’origine di
nuovi settori di attività economica». Essa determina il rinnovo e l’ ampliamento dei prodotti e dei servizi, modificazioni e miglioramenti
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3
Cfr. J.A. SCHUMPETER, Teoria dello sviluppo economico, 1971.
Cfr. L. PUDDU, op. cit., pag. 12. Per un’analisi critica della tesi di Schumpeter,
secondo cui l’innovazione, conseguenza dell’introduzione di nuove combinazioni
produttive, è il fattore essenziale dello sviluppo economico si veda G. GIORGETTI, op.
cit., pag. 96 e ss.
5
Cfr. L. PUDDU, op. cit., pag. 13.
4
5
L’attività di R&S nell’organizzazione aziendale
Fig. 1 – Schema del processo innovativo
R&S
Selezione
progetti
Obiettivi aziendali
Potenziale aziendale
Strategie
Progetti tattici
Pianificazione
Programmi
Budgets
allocazione
risorse
Produzione
FONTE: G. HINTERHUBER, Strategie di sviluppo dell’impresa industriale, pag. 8.
Ciclo esplorativo di previsioni tecnologiche e ambientali
Marketing
Finanziamenti
idee
Ciclo normativo di previsioni di mercato
Previsioni
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Capitolo primo
dei processi, l’introduzione di mutamenti nella gestione, nella organizzazione e nelle condizioni di lavoro6.
È stato rilevato come il termine “innovazione” abbia assunto differenti significati, designando sia il processo che consiste nella «trasformazione di una idea in un prodotto e servizio commercializzabili, un procedimento di fabbricazione o di distribuzione operativa, nuovo o migliorato,
oppure ancora un nuovo metodo di servizio sociale»7, sia il risultato del
processo, ovvero «il prodotto, lo strumento, il servizio nuovo o migliorato che si impone sul mercato»8.
L’oggetto dell’innovazione, quindi, può spaziare dalla amministrazione delle attività svolte nelle diverse aree funzionali, per un costante
miglioramento dell’efficacia e dell’efficienza dell’azione imprenditoriale9, al processo produttivo, con la ricerca di nuove tecnologie e fasi
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6
Cfr. Libro verde sull’innovazione della Commissione Europea del 1995, pag. 4.
Cfr. Libro verde sull’innovazione della Commissione Europea del 1995, dove
viene riportato che «con il termine “processo di innovazione” ci si rivolge al modo in
cui l’innovazione è concepita e prodotta, alla varie tappe che la caratterizzano (creatività, marketing, ricerca e sviluppo, concezione, produzione e distribuzione) e alla loro
articolazione», pag. 8.
8
Cfr. Libro verde sull’innovazione della Commissione Europea del 1995, in base
al quale «l’innovazione come risultato si riferisce al prodotto, procedimento o servizio
nuovo. Si distingue allora tra innovazione radicale o di rottura (come il lancio di un
nuovo vaccino) e innovazione progressiva che modifica, attraverso miglioramenti
successivi, i prodotti, i procedimenti o i servizi», pag. 8. In merito alle innovazioni di
prodotto, Ranalli distingue quelle sostanziali, che conducono alla creazione ed immissione nel mercato di un nuovo prodotto, da quelle secondarie, che invece si concretizzano nella predisposizione di prodotto differenziato, che presenta al loro interno elementi comuni caratteristiche di base e diverse qualità secondarie. Cfr. F. RANALLI, op.
cit., pag. 112.
9
Per Puddu «l’innovazione amministrativa appare comune a tutte le varie funzioni
aziendali per razionalizzare la gestione dell’impresa medesima attraverso processi di
ristrutturazione. Sono tali, ad esempio, le innovazioni volte a migliorare l’efficacia e
l’efficienza del sistema informativo con l’utilizzo anche di nuovi strumenti per l’elaborazione dei dati; una rilocalizzazione dei magazzini che consenta di raggiungere livelli ottimali nelle giacenze; l’adozione di forme e tempi di incasso e pagamento che
riducano i rischi e i costi della gestione della liquidità, e così via». Cfr. L. PUDDU, op.
cit., pag. 13. Giorgetti osserva che con l’innovazione amministrativa si «tende ad aumentare il livello di razionalizzazione del processo decisionale, ad innovare le moda7
L’attività di R&S nell’organizzazione aziendale
7
di lavorazione, fino al prodotto o servizio, che può risultare completamente nuovo oppure semplicemente migliorato o adattato10.
L’innovazione è dunque un fattore determinante la competitività delle imprese sotto variegati aspetti. Infatti, se riferita ai processi produttivi, consente «di aumentare la produttività dei fattori incrementando la
produzione e/o diminuendo i costi. Essa consente di giocare sui prezzi e
di aumentare la qualità, l’affidabilità dei prodotti». Se è, invece, inerente a questi ultimi, essa permette «la differenziazione rispetto ai prodotti
concorrenti, attenuando così la sensibilità alla competizione attraverso
costi o prezzi. Migliore qualità, migliore efficienza, miglior servizio,
termini di risposta ridotti, funzionalità ed ergonomia più adeguata, sicurezza ed affidabilità sono altrettanti elementi che l’innovazione consente di potenziare e che sono decisivi per clienti esigenti». Se, infine, riguarda l’organizzazione del lavoro, la stessa conduce alla valorizzazione delle risorse umane, all’anticipazione delle tecniche, all’evoluzione
dei bisogni e dei mercati11.
L’innovazione tecnologica, più specificatamente, riguarda i processi
produttivi ed i prodotti, nonché la combinazione “processi-prodotti”.
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lità di integrazione della variabile “endogena” rendendole funzionali agli obiettivi di
impresa, a rendere omogenee le innovazioni tecnologiche alla capacità complessiva
d’impresa, ad individuare delle linee di controllo delle potenzialità offerte dalla ricerca naturale». Cfr. G. GIORGETTI, op. cit., pag. 112.
10
Per Lazzeretti quando si parla di innovazione tecnologica ci si riferisce alla
«tecnologia produttiva, relativa a quell’insieme di strumenti, processi, conoscenze inerenti l’attuazione dei processi produttivi. Alla tecnologia può essere data anche una
accezione più ampia che coinvolge l’intero sistema aziendale superando i confini dell’area produttiva». Cfr. L. LAZZERETTI, Impresa e tecnologia. Un contributo all’analisi dei comportamenti imprenditoriali, Giappichelli, Torino, 1989, pag. 4.
11
Le frasi virgolettate sono tratte dal Libro verde sull’innovazione della Commissione Europea del 1995, pag. 13. Per Ranalli «l’innovazione amministrativa ed organizzativa si realizza, quasi naturalmente, nelle varie aree in cui può essere scissa la
complessa attività aziendale. Da questo punto di vista, infatti, ciascuna di esse, da un
lato, progetta le modifiche necessarie per migliorare l’efficacia e l’efficienza della
propria azione e, dall’altro, supporta l’alta direzione nella definizione e nell’introduzione delle innovazioni volte a migliorare l’organizzazione ed il funzionamento dell’impresa ed i suoi rapporti con l’ambiente in cui vive ed opera». Cfr. F. RANALLI, op.
cit., pag. 109.
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Capitolo primo
Questa ultima forma, nelle sue molteplici configurazioni, può essere
così rappresentata (Tab. 1):
Tab. 1 – L’innovazione tecnologica nella combinazione “processiprodotti”
Processi
Prodotti
Prodotti nuovi
Prodotti adattati
e migliorati
Prodotti esistenti
1.1
Processi adattati e
migliorati
1.2
2.1
2.2
2.3
3.1
3.2
3.3
Processi nuovi
Processi esistenti
1.3
Tratta da L. PUDDU, La ricerca e sviluppo nel sistema di impresa, pag. 15.
Solo nell’ipotesi individuata al punto 3.3 si ha l’assenza di innovazione all’interno dell’impresa; le altre individuano situazioni con gradi
differenti di attività innovativa, che è massima al punto 1.1. riguardando contemporaneamente i prodotti e i processi12.
La distinzione compiuta nell’ambito dell’innovazione tecnologica è
importante, non solo per comprendere le strategie che l’impresa vuole
adottare per incrementare la propria competitività sui mercati nazionali
ed internazionali, ma anche perché sono diversi i fattori da ricercare per
la loro effettiva realizzazione. In particolare, per dare vita ad innovazioni di processo necessita avere sia la disponibilità di conoscenze tecnologiche, e al tale fine potrebbe risultare indispensabile strutturare all’interno dell’impresa l’area della ricerca e sviluppo, sia «una capacità produttiva in dimensioni utili a consentire gli investimenti di studio e quelle relative alle dotazioni strumentali del processo», nonché «una struttura d’impresa che consenta di trasformare le conoscenze di nuovi processi in realizzazioni produttive funzionanti». Le innovazioni di prodotto richiedono, oltre ai precedenti fattori, anche adeguate conoscenze di
_______________
12
ss.
Sul punto per ulteriori approfondimenti si rinvia a L. PUDDU, op. cit., pag. 16 e
L’attività di R&S nell’organizzazione aziendale
9
mercato e «la presenza di concreti bisogni il cui soddisfacimento comporti una domanda effettiva di nuovi beni e servizi»13.
L’impresa che produce innovazione presenta caratteristiche proprie,
quali le competenze strategiche, che si concretizzano in una visione di
lungo periodo cui finalizzare la propria attività, in una capacità di identificare e, in alcune circostanze, anticipare le tendenze di mercato, in
una dichiarata volontà di elaborare e integrare l’informazione tecnologica ed economica, e le competenze organizzative, che si sintetizzano
nella capacità di gestire i rischi aziendali, nella cooperazione interna ed
esterna, nel pieno e totale coinvolgimento dei diversi attori14.
Secondo Hinterhuber, in considerazione del livello quantitativo dei
costi sostenuti per migliorare i processi produttivi, dei tempi necessari
per il recupero dei capitali impiegati e della natura dei mercati, è possibile parlare di innovazioni:
a) senza contenuto tecnologico che, non comportando elevati costi
di ricerca e sviluppo o sostanziali modifiche della struttura operativa,
riguardano la ottimizzazione dei processi produttivi, mediante la creazione di una organizzazione del lavoro a misura d’uomo. Gli obiettivi
di fondo di una simile strategia possono essere ricompresi in una maggiore razionalizzazione dei costi, con un miglioramento della efficienza
operativa oppure in un tentativo di generare condizioni di lavoro più
adeguate, che comunque conducono ad un aumento della produttività15;
b) di miglioramento e di mantenimento che determinano, invece,
«un esteso ricorso a tutte le risorse aziendali; il loro contenuto tecnolo_______________
13
Le frasi virgolettate sono tratte da Puddu, il quale scrive che «la congiunta presenza di queste capacità (produttiva e tecnologica) determina e delimita la “forza innovativa” dell’impresa, che riguarda: 1) la possibilità di effettuare ricerche di nuovi
processi; 2) la sperimentazione e la realizzazione dei processi medesimi». Cfr. L.
PUDDU, op. cit., pag. 19.
14
Cfr. Libro verde sull’innovazione della Commissione Europea del 1995, pag. 4.
15
Secondo l’Autore «a causa dell’immobilizzo di capitale relativamente modesto,
il periodo di reintegrazione è dell’ordine di 3-5 anni; il contributo al reddito delle innovazioni in esame è generalmente modesto, dato che esse rappresentano un processo
continuo di miglioramento tecnico in modo irregolare nei diversi settori della tecnica,
caratterizzato però da una sostanziale continuità di progresso». Cfr. G. HINTERHUBER,
op. cit., pag. 12.
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Capitolo primo
gico ed organizzativo può essere difeso per mezzo di brevetti e del
know-how e contribuisce in misura rilevante alla capacità del reddito di
impresa»16;
c) di struttura che rappresentano la forma più avanzata e, sicuramente, più impegnativa, sia in termini di oneri da sostenere, sia in termini di tempi di conseguimento dei risultati in grado di rigenerare i capitali investiti, e si concretizzano nella realizzazione di nuovi prodotti,
non ancora conosciuti dal mercato17.
Nel 2008 sono stati diffusi dall’Istat i dati sull’innovazione delle imprese italiane relativi al triennio 2004-2006, inerenti principalmente agli input ed agli output dei processi di innovazione delle imprese dell’industria e dei servizi con almeno 10 addetti18.
Dal rapporto risulta che circa il 27% delle imprese italiane, fra il
2004 ed il 2006, ha introdotto nel mercato prodotti innovativi e ha elaborato ed implementato processi nuovi da un punto di vista tecnologico.
Un peso maggiore, come è prevedibile in considerazione della importanza quantitativa degli investimenti da compiere in tale direzione,
hanno avuto le imprese di grandi dimensioni. Infatti, la diffusione dell’innovazione ha interessato circa il 55% delle aziende con più di 250
addetti, per scendere al 24,9% nelle realtà più piccole (fino a 50 addetti).
Le innovazioni hanno riguardato: a) soltanto i prodotti e i servizi, rispettivamente, nella misura del 14,3%; b) soltanto i processi, nella misura del 50,5%; c) entrambe le tipologie, nella misura del 35,2%.
Le scelte ed i comportamenti innovativi sono decisamente influenzati dalle caratteristiche strutturali delle aziende; in effetti, «nelle imprese
_______________
16
Cfr. G. HINTERHUBER, op. cit., pag. 12.
Per Hinterhuber «a causa degli elevati costi di sviluppo e di penetrazione sul
mercato, il periodo di reintegrazione è dell’ordine di 15-20 anni. I successi in termini
economici sono rari: la complessità dei progetti aumenta in ragione della natura ed
entità della cooperazione che l’impresa, per ridurre i rischi ed i costi, deve avviare con
altre imprese oppure con enti pubblici». Cfr. G. HINTERHUBER, op. cit., pag. 13.
18
Cfr. ISTAT, L’innovazione delle imprese italiane. Anni 2004-2006, Statistiche in
breve, novembre 2008.
17
L’attività di R&S nell’organizzazione aziendale
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di piccole dimensioni e in quelle operanti nei settori delle costruzioni e
dei servizi, l’attenzione è rivolta principalmente all’innovazione di processo disgiunta da quella di prodotto, mentre nelle grandi imprese e nei
settori industriali l’innovazione tecnologica continua a configurarsi
prevalentemente come attività di intervento svolta congiuntamente sui
prodotti e sui processi di produzione»19.
In merito alla spesa sostenuta dalle imprese italiane, risulta che nel
2006 ha raggiunto i 29 miliardi di euro (nel 2000 era stata pari a 20 miliardi di euro), di cui oltre il 60% concentrato nell’industria in senso
stretto, con un’incidenza media per addetto di 3.400 euro20. Anche in
questo caso, la spesa maggiore viene sostenuta dalle aziende di grandi
dimensioni, dove l’incidenza media per addetto raggiunge 5.100 euro
con riferimento a tutte le imprese e sale a 7.700 euro considerando esclusivamente le realtà innovatrici.
2. L’attività di ricerca e sviluppo: contenuti
La globalizzazione dei mercati, l’allargamento delle dimensioni aziendali, la diffusione delle alleanze strategiche, i nuovi paesi concorrenti, la maggiore internazionalizzazione delle aziende, la compenetrazione tra scienze e tecnologie, l’aumento dei costi della ricerca, l’ aumento dell’importanza di fattori sociali come l’ambiente «sono altrettanti fenomeni che hanno sconvolto sia le condizioni di produzione e di
diffusione delle innovazioni che le motivazioni soggiacenti all’intervento dei poteri pubblici in questo campo. In tale nuovo contesto, la capacità delle istituzioni e delle imprese di investire nella ricerca e nello
_______________
19
20
Cfr. ISTAT, op. cit., pag. 2.
Cfr. ISTAT, op. cit., pag. 2.