MISTERO NUZIALE LA DIFFERENZA SESSUALE COME

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MISTERO NUZIALE LA DIFFERENZA SESSUALE COME
MISTERO NUZIALE
LA DIFFERENZA SESSUALE COME APERTURA ALLA RELAZIONE CON L’ALTRO E
CON L’ALTRO.
Secondo il libro della Genesi, l’uomo e la donna costituiscono un’unità nella comune
umanità.1
E’ un’unità di due: “Dio creò l’uomo a sua immagine; a immagine di Dio lo creò, maschio e
femmina li creò” (Gen 1,27). E’ da sottolineare il fatto che l’uomo non è l’immagine di Dio,
ma ad immagine di Dio, a significare l’abissale distanza ontologica fra il Creatore e la
creatura. L’uomo, pertanto, è ad immagine di Dio in quanto a relazione: come in Dio Trinità
vi è una mutua circolazione d’amore, così l’uomo non può esistere se non in relazione
verticale con Dio e in relazione orizzontale con gli altri.2
La persona esiste in sé esistendo nell’Altro. Perciò l’intimo dell’uomo è così intimo che
persino egli stesso non riesce ad entrarvi pienamente. Ciò significa che l’uomo è così
conosciuto e compreso dall’Altro da non poter conoscere e comprendere se stesso senza
essere aiutato da Lui. Per poter conoscere il proprio essere, l’uomo deve aspettare l’Altro
che, rivelandoglisi, gli rivelerà la verità del suo essere umano. Fino a tal punto l’uomo è
incommunicabilis non solo agli altri uomini, ma anche a se stesso. Il suo essere non si
esaurisce negli atti della conoscenza e dell’amore. Quando cerca se stesso, l’uomo viene
sempre rimandato all’Altro che è intimior intimo del suo essere. Questo legame con l’Altro,
così intimo all’uomo, costituisce il suo essere persona, essere unico e irrepetibile.3
LA DIFFERENZA SESSUALE COME ESPERIENZA DEL LIMITE E DELLA MORTE
La differenza sessuale costituisce altresì un limite dell’uomo, perché sperimenta la
mancanza di qualcosa, tocca con mano la sua incompletezza e la sua contingenza.
L’uomo e la donna sono uno accanto all’altra perché Dio, secondo il linguaggio biblico,
crea la donna dalla costola e la pone accanto all’uomo come un interlocutore che egli da
1
Cfr Mulieris Dignitatem, 6
Cfr ANGELO SCOLA, Il mistero nuziale vol I - PUL MURSIA - pag. 32 e 37.
3
Cfr STANISLAW GRYGIEL, A sua immagine e somiglianza? Il volto dell’uomo alle soglie del 2000 – un approccio
bioetico, ALDO MAZZONI/ed:/ CITTA’ NUOVA - pag. 66 e 67
2
sé non si può dare. Le viene data perché non sia solo, ma lui non la può dominare; può
solo riconoscerla come altro da sé.
Nell’esperienza dell’altro da sé l’uomo è chiamato a riconoscere il suo limite, a ricercare
l’unità, a rivolgersi all’Altro da cui dipende ontologicamente e creaturalmente.4
L’uomo esperimenta il limite, in modo particolare, nel dolore e nella morte, a causa del
peccato di origine. Queste due realtà offuscano e diminuiscono nell’uomo l’immagine e la
somiglianza con Dio.5 Soltanto Cristo ha dato speranza all’uomo con la sua morte e
risurrezione e gli ha dato la forza per superare il suo limite. Gesù ama i suoi amici senza
condizioni. Neppure la morte riesce a tenerlo lontano da questo amore. Questo è il
culmine di ogni amore: amare l’altro fino alla morte. Gesù ci ama fino alla morte, anzi, oltre
la morte. Il vero amore supera la morte. Esso crea una relazione che anche nella morte
non può essere distrutta.
Il filosofo francese Gabriel Marcel scrive: “Non vi è amore umano, degno di tale nome, che
non veda negli occhi di colui che lo pensa un pegno e un seme di immortalità…Chi ama
dice: “Tu, tu non morirai”. E’ questa la convinzione anche di tutti coloro che si amano.
Sono persuasi che nell’eternità si rivedranno, che solo là riusciranno a conoscere il vero
mistero del loro amore.6
Sr. E. B.
4
Cfr ANGELO SCOLA, Il mistero nuziale vol I – PUL MURSIA – pag. 33
Cfr Mulieris Dignitatem, 9-10
6
Cfr ANSELM GRUN, Abitare nella casa dell’amore – QUERINIANA – pag. 46
5