Il Ritorno del Cratere di Eufronio

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Il Ritorno del Cratere di Eufronio
COMUNEDICERVETERI
Provincia di Roma
Piazza Risorgimento, 1 – 00052 Cerveteri – Tel: 06 896301 – Fax: 06 9943008
Il Ritorno del Cratere di Eufronio
18 dicembre 2014
CONFERENZA STAMPA
Dopo 40 anni il Cratere di Eufronio torna a Cerveteri
Simbolo della lotta al traffico illecito di opere d’arte, il cratere di Eufronio torna a Cerveteri
per una mostra temporanea ben 43 anni dopo essere stato trafugato da scavatori
clandestini detti tombaroli.
Il vaso proviene dal saccheggio di una tomba della necropoli etrusca di Greppe
Sant’Angelo, nella zona Monte Sant’Antonio a Cerveteri (RM), avvenuto nel 1971. Dopo
lunghe vicissitudini giudiziarie e complessi negoziati internazionali, nel 2006 la proprietà
dell’eccezionale reperto è restituita all’Italia, dove il vaso è definitivamente ritornato nel
gennaio 2008 ed esposto presso il Museo Nazionale etrusco di Villa Giulia.
Il 18 dicembre 2014, grazie alla stretta collaborazione del Comune di Cerveteri con il
Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, la Soprintendenza per l'Etruria
Meridionale e la Regione Lazio, in occasione del Decimo Anniversario dall'iscrizione della
Necropoli della Banditaccia nella World Heritage List, l'elenco dei Beni Mondiali
dell'Umanità tutelati dall'UNESCO, il Cratere torna per la prima volta nel luogo del suo
ritrovamento, ed esposto nel Museo Archeologico Cerite.
Risultato eccellente di un'indagine internazionale
Nel 1973 veniva esposto presso il Museo Metropolitan di New York un cratere attico a figure
rosse attribuito al maestro greco Euphronios. La provenienza italiana del reperto era ispirata
dal fatto che, in certi ambienti, aveva cominciato a diffondersi la voce di un'eccezionale
scoperta avvenuta a Cerveteri e mantenuta segreta.
Fu il Nucleo Carabinieri Tutela Patrimonio Artistico di Roma (ora Comando Carabinieri Tutela
Patrimonio Culturale) ad attivare le indagini scoprendo che, intorno all’estate del 1971, tre
agricoltori iniziarono i lavori di sbancamento per violare una tomba etrusca e prelevarne il
prezioso contenuto di oggetti in ceramica, oro e bronzo. Con l'aiuto di altri quattro complici i
tombaroli rinvennero oggetti di eccezionale manifattura che, per il tramite di un noto
trafficante internazionale italiano, furono acquistati per 125 milioni di lire (il Cratere fu valutato
53 milioni) da un importante commerciante americano, Emanuel Robert Hecht, e passando
per la Svizzera furono esportati clandestinamente negli Stati Uniti.
Sorsero però dei problemi nella spartizione del ricavo: uno dei tombaroli venne a sapere
dalla stampa della cifra esorbitante di 1 milione di dollari sborsati dal Metropolitan Museum di
New York per l'acquisto del Cratere, e ritenne di essere stato truffato dai complici. Gli
investigatori lo convinsero a confessare e proseguirono le indagini, coinvolgendo anche
alcuni insigni professori universitari che studiarono e compararono alcuni frammenti rinvenuti
a Cerveteri, attribuendoli senza dubbio al ceramografo e ceramista greco Euphronios.
Le vicende processuali ebbero fasi alterne. Il Giudice di Civitavecchia stabilì di non doversi
procedere per insufficienze di prove, giacché non era stato possibile un esame diretto del
Cratere esposto nel Metropolitan Museum. I fatti e le evidenze erano però ormai sotto gli
occhi di tutti e gli elementi raccolti dai Carabinieri, insieme all'eco della stampa
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internazionale, fecero breccia nell'opinione pubblica e nel mondo accademico, favorendo una
risoluzione extra giudiziale della vicenda.
La sinergia tra i Carabinieri del TPC e la Soprintendenza per i Beni Archeologici dell'Etruria
Meridionale ottenne di giungere ad un accordo tra il Ministero per i Beni e le Attività Culturali
e il Metropolitan Museum di New York per riportare definitivamente il prezioso vaso in Italia,
dove viene esposto nel Museo Etrusco di Villa Giulia, a Roma.
Eufronio racconta la Guerra di Troia
Il Cratere, datato intorno al 515 a.C., rappresenta una delle pietre miliari della ceramica attica
a figure rosse. Sul lato principale è raffigurata la morte di Sarpedone (o Sarpedonte), eroe
figlio di Zeus e Laodamia (o Europa, secondo altri autori antichi) che viene privato dagli
Achei dell’armatura e sollevato dai gemelli Hypnos (Sonno) e Thanathos (Morte) che, su
ordine di Zeus, dovranno condurlo nella terra dei Lici per seppellito, non prima che Apollo
abbia provveduto a lavarlo nelle acque di un fiume, unto di ambrosia e rivestito di vesti
divine. Alle spalle dei personaggi compare Hermes, nella sua funzione di conduttore delle
anime, anziché Apollo come vuole la narrazione omerica.
Le firme del ceramografo, Euphronios, e del ceramista, Euxitheos, sono associate e poste
rispettivamente alle spalle di Hypnos ed Hermes. Oltre alle firme degli autori, il Cratere
presenta anche l’iscrizione “Leagros è bello”, in riferimento ad un giovane ateniese di
particolare bellezza. Questa caratteristica, oltre a contribuire a datare con precisione il
reperto, ne suggerisce l'uso in ambito squisitamente simposiaco.
I Capolavori di Eufronio a Cerveteri: il Cratere e la Kylix
Per la prima volta a Cerveteri dal suo trafugamento, dove è previsto che resterà fino al 20
gennaio 2015, il Cratere andrà ad accostarsi ad un'altra opera di Euphronios e del suo
allievo Onesimos, la Kylix o Coppa, anch'essa con una storia travagliata che l'ha tenuta
lontana da Cerveteri per quarant’anni.
Dall'8 maggio 2014 il Museo Nazionale Cerite ha ottenuto, prima temporaneamente e poi
stabilmente, la preziosa Coppa, esponendola in una teca speciale all'interno di una nuova
sezione dedicata alla Necropoli di Greppe Sant'Angelo, luogo di eccezionali rinvenimenti
(come la Sfinge alata, anch'essa esposta dal 2014 nel Museo).
Dipinta con scene della Guerra di Troia a figure nere e rosse, e datata tra il 500 e il 490 a.C.,
la Kylix è un altro dei reperti improvvisamente apparsi Oltreoceano nei primi anni '70, presso
il Getty Museum di Malibù. Dopo indagini e lunghe trattative, nel 1999 il Getty Museum è
costretto a restituire l'opera all’Italia, consegnandola al Museo Etrusco di Villa Giulia, dove
resterà esposta fino al suo ritorno a Cerveteri.
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