LA SPERIMENTAZIONE DEL CICLO ESPERIENZIALE DI PFEIFFER
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LA SPERIMENTAZIONE DEL CICLO ESPERIENZIALE DI PFEIFFER
LA SPERIMENTAZIONE DEL CICLO ESPERIENZIALE DI PFEIFFER AND JONES CLASSE COINVOLTA 3S Il progetto finalizzato all’acquisizione delle conoscenze relative alla vita e alle opere di Dante attraverso il ciclo esperienziale di Pfeiffer and Jones costituirà la dissertazione finale di due studentesse di Scienze dell’Educazione di Torino del corso di Pedagogia Sperimentale, relatore prof. Trinchero Parte dalla sfida lanciata agli alunni divisi in gruppi : “Dante è un autore fondamentale della letteratura italiana. Tutti gli studenti lo affrontano. Per aiutare altri allievi a ricordare i concetti fondamentali, raccontate la vita e le opere di Dante attraverso una canzone che potrete inventare ex novo o realizzare modificandone una esistente. I vostri lavori saranno inseriti nel sito della scuola.”. Il progetto prevede la somministrazione di due questionari: un pre-test ad inizio ciclo esperienziale, prima delle lezioni su la vita di Dante Alighieri e la presentazione delle sue opere principali ed uno al termine del laboratorio, per la verifica degli apprendimenti , corredato di un ulteriore foglio con domande aperte riguardanti opinioni e osservazioni sull’esperienza svolta. L’attività sarà monitorata da un’osservazione, effettuata tramite diario di bordo, sia delle lezioni frontali (6 ore) sia del ciclo esperienziale (14 ore). Attraverso il diario di bordo si cercherànno di cogliere: Prove Motivazionali, che dimostrino un aumento od una diminuzione della motivazione allo studio ed un maggiore o minore interesse agli argomenti trattati. Prove Cognitive, che possano evidenziare l’apprendimento di nuove abilità o il miglioramento di quelle già possedute dal soggetto. Prove Emozionali, Attraverso la registrazione delle emozioni poter comprendere quali sono le fasi più delicate e cariche di impatto emotivo nei partecipanti Capacità di Problem Solving, cioè l’insieme delle capacità messe in atto dal gruppo per raggiungere una condizione desiderata a partire da una data. Capacità Collaborativa, cioè la capacità di cooperare con i compagni per raggiungere il risultato desiderato e ottenere un risultato soddisfacente. IL CICLO ESPERIENZIALE DI PFEIFFER AND JONES Il ciclo di apprendimento esperienziale di Pfeiffer e Jones, si basa sull’idea che un’esperienza possa promuovere l’apprendimento e la crescita personale del soggetto che vi partecipa, attraverso un ciclo che prevede una rielaborazione della stessa per poter estrarre i punti a vantaggio e quelli a svantaggio (da non ripetere) da impiegare con più “consapevolezza” in una nuova sfida che la vita propone. Il ciclo di apprendimento esperienziale si sviluppa in cinque fasi a cui si deve aggiungere lo stimolo iniziale (problema/sfida) che darà via all’esperienza : 1. Esperienza: I ragazzi elaboreranno possibili soluzioni utilizzando le risorse e le strutture di cui dispongono per affrontare il problema presentato. 2. Comunicazione: I ragazzi esporranno le loro soluzioni, strategie e il perché di determinate scelte che hanno impiegato per la realizzazione del problema dato. 3. Analisi: Durante questa fase, il docente raccoglie alla lavagna le "buone idee" emerse e quelle "meno buone" (idee discutibili) spiegando il perché. L’insegnante, qualora lo ritenga opportuno, può suggerire altre “buone idee” non emerse dal confronto. 4. Generalizzazione: L’insegnante metterà insieme tutte le buone idee emerse dalle fasi precedenti per costruire una o più soluzioni al problema. Questa lezione, svolta frontalmente, fornirà risorse, strutture e principi generali per affrontare problemi appartenenti alla stessa famiglia del problema di partenza, invitando poi i ragazzi a formulare altri possibili problemi in cui si potrebbero applicare gli stessi principi. 5. Applicazione: Il docente proporrà alla classe un problema simile al primo ma con difficoltà maggiore, che spingerà i ragazzi ad utilizzare le risorse, le strutture e i principi elaborati dalla fase di generalizzazione conclusa precedentemente. In questa parte del ciclo si dà il via ad un nuovo problema. Questa modalità d’intervento non è rigida poiché in ogni situazione intervengono numerosi fattori che possono influenzare la riuscita del percorso: il modello è quindi un canovaccio da cui partire e al quale possono essere inserite delle varianti. È importante che l’attenzione non si ponga sulla soluzione ma sul processo che ha portato alla soluzione e sul perché è stata adottata una strategia piuttosto di un’altra. Essenziale per la riuscita del ciclo è la scelta della situazioni-problema: lavorare con un problema troppo difficile o troppo semplice impedisce ai partecipanti di procedere alle fasi successive e di acquisire nuove conoscenze edificanti.