Roberta Colzani - Il Gabbiano Onlus

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Roberta Colzani - Il Gabbiano Onlus
SCUOLA DI SPECIALIZZAZIONE IN PSICOTERAPIA
COGNITIVA
ELABORATO DI STUDIO E RICERCA
ADDICTION E WEB, SMART DRUGS E I-DOSER: NUOVE
DROGHE O NUOVI SIGNIFICATI?
ROBERTA COLZANI
ANNO 2010/2011
Addiction e web, smart drugs e i-doser: nuove droghe o nuovi significati?
Riassunto
Le sostanze stupefacenti e gli assuntori: sono cambiati nel tempo? Esistono
davvero nuove droghe? Qual è il ruolo di internet nella creazione e diffusione
di droghe? Dall‟eroinomane al cybernauta: nuove immagini e nuovi
significati.
Summary
The drugs and people who take drugs: have changed over time? There are
truly new drugs? What is the role of the Internet in the creation and
distribution of drugs? By a heroin addict to cybernauts: new images and new
meanings.
Parole chiave: droghe furbe, fai da te, rete informatica, significati
Key words: smart-drugs, do it yourself, web, meanings
1.Premessa
Se la musica agisce da fuori, le droghe agiscono da dentro.
Quella sensazione: quando tutti i sentimenti di cui sei capace
Salgono alla pelle, come pesci
Attratti da un movimento in superficie.
Mancassola, M.(2005), p.57
Spesso quando si sentono nominare ecstasy, amfetamine, rave, si parla del fenomeno delle nuove droghe,
dimenticando che invece, queste esistono e vengono consumate da molto tempo: l‟ecstasy, per esempio,
venne scoperta da Fritz Haber nel 1898 e la molecola brevettata dalle industrie Merk nel 1914; l‟ LSD fu
sintetizzata da Hoffman nel 1943 ed erbe e funghi di vario tipo vengono utilizzati dagli sciamani da tempo
immemore. Riccardo Gatti, direttore del Dipartimento delle Dipendenze della Asl Città di Milano, il
13.12.2009 scrive su droga.net : “I nonni dicono: tutte le generazioni hanno avuto le loro droghe”. Forse si
potrebbe dire che l‟uso delle sostanze combacia con la nascita dell‟uomo, ciò che cambia sono in contesti, le
persone, le storie che intessono e i significati attribuiti al consumo. Ho voluto provare a conoscere la
situazione attuale: com‟è l‟uso/consumo nel 2010? quali sostanze? si può parlare di dipendenza? la piazza o
la strada sono ancora centri di spaccio?chi è il consumatore e come si vive?
Tre mi sono sembrate le vie interessanti da seguire, estremamente attuali e riconducibili al macrofenomeno
delle sostanze che filtrano sulla rete: 1. I social network e l‟uso di sostanze. 2. Droghe a poco prezzo nei
supermercati virtuali. 3. La comparsa sul web di onde sonore da “sballo”.
In ordine, l‟ORED (Osservatorio Regionale Lombardia Dipendenze, sotto la direzione scientifica di Riccardo
Gatti) ha rilevato che negli ultimi anni è cresciuto in modo esponenziale il numero di giovani che passa gran
parte della propria giornata connessa a siti di Social Network, come Facebook, Myspace e Youtube,
collegandosi 2-4 volte al giorno per una media di 1-2 ore e mezza. Se ciò, da un lato, permette loro di
ampliare le proprie conoscenze, di relazionarsi con il mondo intero, dall‟altro li espone anche a contenuti
che potrebbero spingerli verso comportamenti a rischio. Su tali siti si trovano foto e video di persone che
consumano sostanze, che vengono visti spesso, votati e commentati, facendo emergere un atteggiamento di
tolleranza, soprattutto nei confronti dell‟alcol. Il rischio è che i giovani leggano il fenomeno in modo
superficiale, come se fosse un gioco accettato socialmente.
Su questa scia, la rete pullula di forum e community sullo sballo, di siti specializzati nella vendita di
sostanze, divenendo così un supermercato virtuale, regno delle doghe sintetiche. Negli scaffali del web, i
giovani trovano tutte le droghe chimiche fai da te e low cost: anfetamine, ecstasy liquida (ghb), mix di viagra
e ecstasy, lsd, mdma, efedrina, solventi industriali.
Partendo dal presupposto che tutto può essere sintetizzato, le droghe del futuro sono a basso costo,
disponibili in grandi quantità e legali, in quanto solventi chimici per uso industriale, sono sostanze che
intossicano ma non sballano e il rischio è che una pubblicità ingannevole aumenti il numero degli
appassionati. Inoltre, queste droghe si ordinano su “bazar virtuali” e ti vengono recapitate direttamente a
casa; a volte, si fondono con la cultura del biologico creando le cosiddette smart drugs (semini ed erbe
allucinogene).
I nuovi consumatori hanno voglia di sperimentare sostanze sconosciute, sono aperti a tutte le esperienze,
sono poli-consumatori. Il problema è che di molte di queste sostanze non si conoscono gli effetti, soprattutto
quelli a lungo termine e nemmeno la soglia oltre la quale la dose diventa letale.
Infine, l‟allarme sulle cyber-droghe, sulle droghe sonore: onde tra i 3 e i 30 Hertz, frequenze che agiscono
sul cervello, innescando diverse reazioni e sollecitando l‟attività cerebrale, in modo simile alle droghe. Dal
web si possono scaricare queste frequenze (dosi) dai nomi delle varie sostanze: eroina, cocaina, alcol,
ecstasy…, la prima è gratuita poi si deve pagare e ascoltandole, sembra che si provino gli stessi effetti come
se si avesse assunto davvero la sostanza. Il fenomeno i-doser ha generato scalpore e un dibattito ancora
aperto.
2.Droghe e concetti in evoluzione
Mentre si spegne l’epoca delle droghe pesanti,quelle che segnano un confine
Tra chi le usa e chi no,la nuova sostanza che invade il mercato è economica,
facile da trovare, pulita e facilmente gestibile. Non mette a rischio lo stile di vita.
Una droga poco più pericolosa di una birra (o almeno percepita tale)
Che diventa velocemente di massa […]
L’ecstasy è una vera rivoluzione emotiva.
Mancassola, M.(2005), p.78
Nell‟ottica di questi ragionamenti, il termine tossicodipendenza appare desueto e non funzionale. Come
scrive il professor Turchi in Psicologia della salute, suddetto termine considera due diversi piani di realtà
(epistemologico ontologico, monista, in quanto tossico si riferisce alla sostanza e gnoseologico, ipotetico o
concettuale, relativamente al costrutto dipendenza) che così associati perdono la valenza scientifica,
attestandosi a livello di senso comune. Da un punto di vista epistemologico concettuale, sarebbe auspicabile,
quindi, parlare di consumatori di sostanze. E‟ necessario un passaggio dal modello medico a quello dialogico
che pone attenzione alle modalità con le quali il consumo di sostanze e i consumatori vengono narrati,
considerando tutto il contesto discorsivo che genera una configurazione di realtà, all‟interno di un contesto
socio-culturale e normativo. E‟ quindi importante porre attenzione alla matrice sociale entro cui il consumo
si inscrive.
Come già sosteneva Lapassade nel 1997 non è quindi nemmeno proponibile un confronto-paragone
tra generazione techno e generazione psichedelica, raves e transe collettive di culture tradizionali, forme di
misticismo collettivo e raduni neo-hippy perché è vero che si possono trovare delle somiglianze ma è anche
vero che prevalgono le differenze storiche, politiche, farmacologiche, contestuali che sono quelle che
costruiscono la narrazione dei fenomeni e l‟attribuzione dei significati.
Mancassola apre il suo libro “Last love parade” con un elenco di luoghi comuni su musica e droga,
spesso usati ma lontani da una comprensione interessata, partecipata e non giudicante di questi due mondi e
soprattutto dei loro abitanti:
 La musica dance è alienante
 La gente si droga per noia o per fuggire ai problemi
 L‟inquietudine giovanile è fine a se stessa
 Tutto è già stato fatto e i giovani zero ideali
Lo scrittore dice invece che la musica dance “descriveva il mondo come lo vedevo: distorto, insonne, denso,
ossessivo e romantico” (Mancasssola, 2005, p.4), quindi nessuna alienazione, niente noia, nessuna
inquietudine personale, semplicemente il far parte di una società, di un mondo che così si rappresenta e così
fa sentire i suoi abitanti. E ancora:”l‟ecstasy non è una droga che serve a fuggire dal mondo, non stai uscendo
dal mondo: ci stai entrando” (Mancassola, 2005, p.95).
Il libro di Mancassola mi ha fornito una lente per leggere in chiave evolutiva il fenomeno musica-sostanze,
in modo chiaro, semplice e vissuto in prima persona, permettendomi di creare una cornice di riferimento che
prima non possedevo.
Negli anni ‟70 a New York nasce il fenomeno “club” e con esso il binomio musica e droga. Sempre in quegli
anni nascono i raves, emblema dello sconfinamento dei limiti, party illimitati in aurea di illegalità. Rave
come spazio sociale, come “free-party, pratica di occupazione spazio-temporale (le feste durano giorni) che
occupa un vuoto (luoghi abbandonati) e al tempo stesso lo crea. Il problema non è riempire un posto ma
liberarlo” (Mancassola, 2005, p.112). Mi viene da pensare: posto non solo fisico ma anche mentale. Se in
passato si raccontava di giovani che avevano bisogno di sballare per riempire un vuoto, adesso i giovani
forse sballano per alleggerirsi l‟esistenza, caratterizzata da un‟iperstimolazione a 360° o semplicemente
perché ne hanno voglia, perché provoca piacere.
Il raver viene poi considerato il guerriero dell‟assenza: non si sa dove si svolgono le feste, ci sono poche
foto, poche informazioni. E di sicuro, il rave è uno degli ultimi fenomeni inclusivi. Vi “si ricerca quella che
viene definita coesione sociale, un‟empatia, una condivisione di valori e di idee. Si vuole arrivare a quello
che Hakim Bey ha definito “condiviualità”, ovvero il superamento temporaneo dell‟individualità e dei ruoli
normali” (Cippitelli, 2010, p.99).
Negli anni ‟80, Ibiza, l‟isola del desiderio, padroneggia sul panorama musicale e stupefacente, imitata da
Londra e Jesolo. E‟ nell‟89 che si scopre l‟ecstasy e sempre in quell‟anno, a Berlino, si svolge la prima Love
Parade.
Dalla musica techno si passa al genere gabber, alla velocità al limite (200 bpm = battiti per minuto), allo
speed e al poli-consumo, per poi arrivare alla diffusione della ketamina.
L‟asse giovanile dalla seconda metà del „900 va dagli hippy ai punk ai raver. La voglia è sempre la stessa:
bisogno di appartenenza-relazione-condivisione che si manifesta nei raduni, nelle feste, nei raves (nelle
società occidentali mancano riti collettivi, riti di passaggio) e voglia di stare bene, ballando e a volte
assumendo sostanze che possano amplificare/alterare percezioni, sensazioni e pensieri. Il contenuto è lo
stesso (gruppo-musica-droga), è il processo che è cambiato! Sono i significati attribuiti a queste esperienze
ad essere cambiati, non più voglia di stare bene ma esagerazione, non averne mai abbastanza, volere sempre
di più, oltre il limite, fino alla distruzione, alla mancanza di significati. “L‟originale spirito balearico ha poco
a che fare con le orde di ragazzini che si impasticcano senza ritegno” (Mancassola, 2005, p.79).
Love Parade: da prima grande festa del 1989 a Berlino a ultima, mortale per alcuni, festa del 2010 a
Duisburg. C‟è da riflettere…
3.Stato dell’arte
A 30 anni si ha paura persino dell’aspirina,
a 16 si prende qualsiasi cosa.
Mancassola, M.(2005), p.80
Nel 2008, Riccardo Gatti scriveva sul Corriere della Sera: “I computer e i telefonini ci rendono terminali e,
contemporaneamente hub viventi di una rete telematica. Internet ha cambiato il mondo: è il nuovo media e
ne facciamo parte […] i figli della vecchia buona televisione si trovano in una nuova condizione
comunicativa i cui i filtri, praticamente, non esistono.”
Sempre nello stesso anno, in un‟intervista su Vita, risponde:” Gli scaffali dei supermarket globali si
riempiranno di sostanze e farmaci per tutti i gusti e le età. A portata di portafoglio e di mouse. […] Il boom
del fai da te: l‟autocoltivazione della cannabis. Il ritorno degli inalanti. Il popper è già in rapida ascesa. […] I
costi poi continueranno a calare. Nessuno deve essere costretto a rubare o a prostituirsi per una dose”.
Un anno dopo, sul suo blog droga.net, scrive ancora:”I ragazzi di oggi, i “nativi digitali”. Cresciuti nell‟era di
internet […] La piazza è il social network; l‟appartenenza è a tribù transculturali e transnazionali in continuo
dinamico cambiamento. […] E‟ un mondo nuovo dove la droga = devianza, emarginazione, ribellione,
suicidio è lontana nel tempo, collocata da qualche parte, in un passato remoto o in un presente parallelo che
non li riguarda. Anche la droga “doping della vita quotidiana”, quella che serva sempre e comunque per
fornire prestazioni a comando, per loro, sta diventando anacronistica. […] I “nativi digitali” sono già in una
terza fase concettuale: la droga 3.0. E‟ una droga che, indipendentemente dalla specifica sostanza, non
emargina e non è prestazionale diventando, invece, un mezzo per costruire “isole di piacere”. Da soli o in
compagnia ci si altera anche profondamente e, poi, si torna al quotidiano: narco-benessere.
Una sostanza vale l‟altra per raggiungere lo scopo.”
Quanto riportato sopra, ora, nel 2010, è realtà. Sempre più giovani passano ore on line mentre i genitori sono
assenti, sanno usare il pc, hanno carte di credito prepagate a disposizione e così, oltre a leggere/ diffondere
informazioni che incitano al consumo di droghe, trovano/suggeriscono manuali per fabbricarle in casa,
pubblicano ricette chimiche per modificarle, le acquistano e scrivono o postano video che raccontino la loro
esperienza dopo averle assunte.
Su google groups si possono trovare i modi per cucinare l‟amanita muscaria, fungo velenoso che bollito può
dare effetti allucinogeni, per esempio. Su Erowid.org o Psicoattivo.it, invece, ti spiegano come auto-produrre
le sostanze.
E sui vari social network i giovani narrano così le loro esperienze: Kirit, 20 anni, ha iniziato a fumare canne
a 16 anni, “due anni fa ho provato il primo e unico acido (da rifare). L‟anno scorso ho provato speed,
ketamina e oppio”. Ale, 25 anni “A 18 coca,a 19 paste, speed, keta, mdma, a 20 canne. Quando smetto te lo
dico”. Kcsensation, 20 anni, “A 18 eroina fumata, a 19 e 20, ero e coca fumate e pippate, mdma, speed,
oppio, ketamina, lsd, eroina in vena. Ci sono sempre più sotto, altro che smettere”, ElenaFly, 20 anni “Mi
ubriaco regolarmente ogni sabato sera, ho fumato cocaina da sola nella mia stanza per provare e voglio
riprovare perché sono io a scegliere”.
Non è importante se quello che raccontano è vero o no, se veramente assumono tutte queste sostanze quanto
l‟immagine di queste che si sono creati e che generano in altri coetanei. Sembra che fare la “lista della spesa”
ti dia riconoscenza e chi la stila più lunga e ad un‟età inferiore spicca sugli altri, un‟identità costruita su
questo, sulle sostanze che provo o che dico di provare, tanto è un gioco, tanto nessuno mi vede al pc, posso
mentire e intanto realtà e finzione si mescolano, si creano mondi paralleli, vite alternative. Provare,
sperimentare, riprovare, tutto e di più, subito, in prima persona o attraverso il proprio avatar…è quella parte
di web in cui filtrano le sostanze.
Le sostanze, appunto, che ormai sono le più disparate, arrivano da ogni dove del mondo, spesso non
rintracciabili o legali. Il Mefedrone, per esempio, normalmente viene usato per fare i sali da bagno o il
profumo da forno o il concime per le piante, lavorato e sintetizzato si trasforma in pastiglia che dà
eccitazione, euforia. Il Mefedrone è facilmente acquistabile in internet. Nel 2009 sono stati individuati 24
nuovi tipi di droghe: alcuni esempi, piperazina, usata per preparare il viagra; pregabalin, anti epilettico; Kfen,
allucinogeno micidiale proveniente dalla Cina; khat, pianta euforizzante dell‟Africa; le “spice”, una sorta di
marijuana legale, erbe esiccate, vendute come profumatori per ambienti. Tutte “smart drugs” o droghe furbe,
vendute perché non rientrano nelle tabelle delle droghe proibite.
A commerciare queste nuove sostanze sono giovani dai 18-20 anni ai 30-35 anni, che utilizzano skype come
mezzo per comunicare (le intercettazioni in questo modo sono più complicate) e che le vendono nei raves o
nelle discoteche o forniscono i siti di shop virtuali per acquisti on line.
La diffusione di nuove sostanze si può anche associare alla presenza di sempre più consistenti comunità
etniche straniere che portano queste sostanze dai loro Paesi: ice, shaboo, crystal meth, speed.
E‟ sorprendente leggere quanto riportato da Lastampa.it nell‟ottobre 2009:” Sono droghe da metà
pomeriggio. Droghe da ragazzini. Droghe invisibili. I loro nomi non stanno scritti nelle tabelle delle sostanze
psicotrope del Ministero della salute, il loro consumo non è illegale e per procurarsele non c‟è nemmeno
bisogno di un pusher. Basta frugare nel ripostiglio, farsi un giro al supermercato o nel negozio di vernici
sotto casa: colle, smalti per unghie, benzina, bombolette di butano da campeggio, trielina, acqua ragia. Ma
speso i baby-consumatori di “sniffing drugs”, inalano direttamente il Protossido d‟azoto e i gas contenuti
nelle bombolette di panna montata o nei palloncini colorati. […] Ma quanti sono i quindicenni italiani che si
sballano come i loro coetanei delle favelas brasiliane o delle fogne di Bucarest?”.
Probabilmente sarà difficile fare delle statistiche perché questi ragazzini consumano in casa, lo stordimento e
l‟euforia durano qualche minuto e poi tutto torna come prima, difficilmente i genitori se ne accorgeranno,
difficilmente verranno intercettati dagli operatori dei servizi. Sarebbe interessante capire cosa li spinge a
questi comportamenti, cosa cercano… nelle favelas e sotto i tombini, si “collano” per stordirsi per non
sentire la fame, i dolori, il freddo… qui, per mettere a tacere cosa? Qualcuno glielo chiederà mai?!
Infine, I-doser: allarme lanciato dalla Guardia di Finanza che la considera una vera e propria “cyber droga”
mai pareri sulla consistenza del fenomeno e sulla sua pericolosità sono discordi. Che la musica produca degli
effetti sulle persone è vero, tutti noi lo abbiamo sperimentato, ascoltando brani che ci fanno sentire
nostalgici, altri tristi e altri ancora euforici. Su queste basi è anche nata la Musicoterapia ma da qui a credere
che alcune frequenze sonore facciano provare gli stessi effetti delle sostanze stupefacenti…sicuramente è una
trovata commerciale che sfrutta la suggestionabilità e la voglia di sballo a ogni costo di alcuni giovani
cybernauti. Dal mio punto di vista, anche se dovesse generare qualche effetto, sarebbe di gran lunga
preferibile i-doser ad un‟iniezione di eroina, una sniffata di cocaina, una fumata di crack o un‟ubriacatura. Ci
sarebbero conseguenze minori rispetto ai danni alla salute e rispetto allo stile di vita.
4.Nella rete… rischi di restare intrappolato
In definitiva, allora, l’abuso di droga è soltanto un’accelerazione,
un’intensificazione dell’ordinaria esistenza di un uomo.
Non è differente dal tuo stile di vita,
è semplicemente più veloce.
Philip K. Dick
Nell‟era cibernetica e digitale in cui ci troviamo, ho pensato di farmi un giro nel web per sperimentare con
mano cosa si può trovare. Effettivamente c‟è di tutto! Siti facilmente accessibili, senza blocchi o filtri e altri
criptati, o con accesso solo a seguito di registrazione, nei quali non mi sono addentrata per paura di
ritrovarmi la finanza fuori casa. Si può acquistare veramente qualsiasi sostanza a prezzi bassissimi!
Comunque, nel dettaglio, qui di seguito farò una carrellata dei siti da me visitati e del mondo che mi si è
aperto.
A proposito di smart drugs, nel blog “Il serpente di Galeno”, il 30/04/09 ci viene detto che in Italia esistono
150 smart shop e che gli shop virtuali sono 4 milioni. Il 19/04/10 liberonews scrive che sul totale italiano, gli
smart shop sono così distribuiti: Roma (10,26 %), Milano (4,49 %), Torino (3,85 %), Bologna (3.21 %);
Emilia Romagna (17,31 %), Lazio (13,46 %), Lombardia (12,82 %), Piemonte (9,61 %).
Non l‟ho cercato su internet perché comunque è una cosa che si sa, per passa parola, che nei numerosissimi
sexy shop si può comprare il popper (nitrito d‟amile).
Andando su www.smart-drugs.it si può scegliere tra una vasta gamma di sostanze, dopo aver letto la scritta
“se hai 18 anni clicca ok, altrimenti Annulla”, scritta inutile, che non impedisce a un minorenne di accedervi.
Una volta scelta la merce, questa ti verrà recapitata nell‟arco di tre giorni con un costo di spedizione di 9
euro.
Su drugs-plaza invece si trovano un‟infinità di informazioni, anche sull‟utilizzo, di marijuana, magic
mushrooms, farmaci a base di erbe, ovviamente distorte e che mostrano solo il lato positivo di queste
sostanze.
Altro supermercato virtuale a basso costo, praticamente un discount è shayana@shop.
Il panorama dei principali social network è, invece, il seguente.
Facebook ha parecchie pagine o gruppi dedicati alle sostanze stupefacenti, alcuni esempi al 13/09/10:
ૐ sostanze stupefacenti: 6420 visitatori, piace a 149 persone
ૐ legalizzazione delle sostanze stupefacenti: piace a 1920 persone
ૐ gruppo: sostanze stupefacenti: categoria = svago-fan club, 79 membri, descrizione: per tutti quelli che
hanno una FAME (o sete) chimica. Questo gruppo è stato chiuso il 14/11/09.
ૐ gruppo: per tutti quelli che faranno uso di sostanze stupefacenti a Capodanno, categoria = svago, 65
membri, descrizione: siete pregati di specificare quali…
ૐ gruppo: avete sostanze stupefacenti?...xk ne vuole un po‟?, categoria = svago, 41 membri, descrizione:
xk sti cani sciolti devono sempre rompere il cazzo?!
N.B. cani sciolti = carabinieri
ૐ gruppo: colpa dei cartoni s siamo diventati fattoni, 2254 membri, descrizione: sigle dei cartoni animati:
“canne” di Sampei, “talco” di Pollon
ૐ gruppo: vogliamo i coffe shop in Italia e in tutto il mondo, 2670 membri, descrizione: più libertà, meno
crimine, più tasse per il comune
ૐ gruppo: ganja, 9523 persone, 500 pagine, descrizione: per quelli che la desiderano…
ૐ MDMA (interesse) piace a 5689 persone
ૐ i-doser (organizzazione) piace a 483 persone
ૐ GHB: criptati
ૐ magic mushrooms: B+ = kit per la coltivazione di funghetti magici cubensis a 35 euro
Su myspace invece ho trovato meno link di questo tipo, almeno in superficie, forse nascosti dietro certe
pagine ci sono mondi paralleli; ho trovato solo sei gruppi con il solo fondatore.
Visitando i-doser.com avrei potuto installare delle dosi di onde sonore, le prime due gratuite, le successive a
pagamento, con la spiegazione di come ascoltarle (al buio, sdraiata, l‟intero brano di circa un‟ora, cuffie non
scadenti,…) ma ho evitato per il motivo sopra.
Infine, youtube: video infiniti sulle sostanze, su ragazzini che le usano, su ragazzini che utilizzano i-doser e
anche delle parodie di questi ultimi. Alcuni ci ridono sopra , altri sembrano suggestionati.
Il web non ha davvero limiti né confini! Forse qualcuno sarebbe da porre o per lo meno, bisognerebbe
spiegare e significare ai giovani, in modo particolare ai minorenni, quello che ci trovano.
5.Conclusioni
Quando la velocità del presente aumenta,
neppure le droghe bastano.
Mancassola, M.(2005), p.136
“La verità è che una vita non ci basta quando quella che viviamo non ci contiene… comprendi alla fine che
siamo il riflesso di un‟illusione”, Valeria P. (Salvini, 2009). Forse i giovani naviganti del web, nonché
consumatori di smart drugs, si ritroverebbero in questa frase. Anche loro, come Valeria, viaggiano su vite
parallele, il bravo ragazzo che studia o lavora e l‟avido consumatore, immagine che sono una il riflesso
dell‟altra, l‟illusione di essere ciò che si vuole, quando si vuole, con chi si vuole.
Gian Piero Turchi sostiene che la diagnosi di tossicodipendenza è falsa come definizione ma vera in quanto
modifica la biografia di chi se la trova cucita addosso (per esempio, giustifica e legittima 3 anni di
comunità). Mi viene da dire: dipendenza come immodificabilità di stato, al contrario del consumo, vissuto
come scelta consapevole di una persona attiva che si assume la responsabilità delle proprie azioni.
La tossicodipendenza associata alla devianza secondaria, al soggetto che deve riorganizzare e ricostruire la
sua identità psicosociale, il suo Sé in base al ruolo deviante che ormai gli è stato attribuito e in cui, ora, anche
egli si riconosce (De Leo, 1988, p.128). Come provocazione, forse per i giovani d‟oggi usare sostanze non
riconosciute e catalogate come illegali è un vantaggio, in questo modo evitano l‟etichettamento, la
stigmatizzazione e l‟ingresso nel circuito deviante.
In conclusione si può affermare che le sostanze sono più o meno sempre le stesse (eroina, cocaina,
marijuana, alcol, ecstasy, lsd, funghetti) o sono sostanze di uso comune (gas, solventi, colle), anche gli effetti
sono sempre gli stessi, sono cambiate le modalità d‟assunzione (si sniffa, si fuma ma non ci si inietta), le
modalità di reperimento (non si passa più la giornata in giro per strade e piazze in attesa del pusher ma si sta
comodamente seduti a casa davanti al pc), non ci si nasconde più perché si consuma in casa o nei locali,
tanto le sostanze (alcune) non sono illegali, non si deve più rubare o prostituirsi per comprare una dose
perché, pur consumando sostanze,si continua a mantenere un certo stile di vita e quindi un buon stile
economico. Soprattutto è cambiato il significato attribuito al consumo, non è rimasto più niente dei rituali
legati al buco, non c‟è più il sapere “tossico” tramandato (chi ti insegna a riconoscere la roba buona, da chi
comprarla, come farti). Lo stile di vita non viene modificato dalle sostanze, che non intaccano più la salute o
il fisico o i ritmi. Si consuma, anche da soli, anche in casa e si mantiene la propria quotidianità.
Il problema non è legato alla composizione chimica delle sostanze, una vale l‟altra, sono tutte fonte di
alterazione, magari di tipo diverso. “Il consumo di droghe non può essere spiegato solo con le caratteristiche
chimiche delle sostanze psicoattive. Entrano in gioco variabili psicologiche, come le credenze e le aspettative
dei consumatori circa gli effetti delle sostanze e circa la capacità/incapacità di usarle senza che queste
compromettano e interferiscano con la quotidianità; e variabili sociali e ambientali, quali i rituali e le regole
d‟uso. […] Il consumo non può essere compreso al di fori del contesto di vita della persona; né può essere
compreso al di fuori della cultura della droga in cui è immerso. […] Il consumatore non è un organismo
passivo, in balia degli effetti della sostanza che lo spingono inesorabilmente verso la dipendenza. E‟ un
soggetto attivo nel decidere e nel mettere in atto il comportamento di assunzione, proprio come lo è nel
decidere e mettere in atto i molto altri comportamenti che segnano la quotidianità” (Zuffa, 2010, pp.20-21).
Il problema forse è un non problema. Le sostanze sono nate con l‟uomo, lui le ha sempre ricercate e sempre
lo farà,quello che conta è la rappresentazione che il singolo individuo si fa del suo consumo. Se questo, per
lui, non è un problema perché non intacca la sua identità personale e sociale, la sua biografia, le sue
relazioni, non ha senso né significato indagare il perché e il per come consuma, non è corretto etichettarlo
come persona dipendente o problematica. Ciò che conta è il benessere della persona e i giudizi morali su
come lo raggiunge ognuno di noi non portano da nessuna parte.
Compito degli operatori dovrebbe essere quello, piuttosto, di divulgare ai fruitori di sostanze un tipo di
consumo moderato e controllato, come sostiene Grazia Zuffa: così come già avviene per l‟alcol, sul quale
esiste un sapere diffuso, anche per le altre sostanze psicotrope sarebbe auspicabile arrivare
all‟interiorizzazione della prescrizione sociale per cui in alcuni luoghi e in alcuni momenti (ad esempio, al
lavoro) non si deve consumare.
Anno 2010: non più il tossico con una sua immagine, una sua identità, una carriera scritta sulla pelle e una
sfilza di profezie che si auto avverano. Ma il giovane che vuole sballare a tutti i costi perché gli piace,
perché così sta bene e intanto si crea un‟altra identità su facebook, comunica con il mondo intero non
sentendosi solo, va a scuola e prende buoni voti, torna a casa e con un clic acquista il fai da te per i magic
mushroom; il sabato, attraverso un passa parola, va con gli amici a raccogliere funghi nel bosco, ritorna a
casa e li elabora per farli diventare allucinogeni, ne mangia un pezzetto e viaggia… e tutto questo accade nei
boschi nei dintorni di Brescia. E alla fine: ”Lo impari, il party migliore è quello più intimo” (Mancassola,
2005, p.15).
Riferimenti bibliografici
De Leo, G. (1998), La devianza minorile, Carocci Editore, Roma.
Gatti, R. (2008), Il mercato della droga e i messaggi dei nuovi media, in Il Corriere della Sera del 27.03.08.
Lapassade, G. (1997), Dallo sciamano al raver. Saggio sulla transe, Urra –Apogeo s.r.l., Milano.
Mancassola, M. (2005), Last Love Parade. Storia della cultura dance, della musica elettronica e dei miei anni, Arnoldo
Mondadori Editore, Milano.
Morgan, E.M., Snelson C. e Elison-Bowers P. (2010), Image and video disclosure of substance use on social media
websites, Computers in Human behavior, In press.
Salvini, A. (2009), Vite parallele e identità multiple: il caso di Valeria P., in Scienze dell’interazione. Rivista di
psicologia clinica e psicoterapia,vol. 1, n. 1.
Turchi, G.P. e Della Torre,C. (2007), Psicologia della salute. Dal modello bio-psico-sociale al modello dialogico,
Armando Editore, Roma.
Zuffa, G. , a cura di, (2010), Cocaina. Il consumo controllato, Edizioni Gruppo Abele, Torino.
Link
L’ipermercato delle sostanze a portata di mouse, www.vita.it del 11/01/08.
Sul web ora ci si “droga” con onde sonore. L’allarme della Finanza. Facilissimo trovare guide e “dosi” che
riproducono ecstasy,cocaina, marijuana, alcol, www.ilcorriere.it del 2/07/08.
Cyber Droghe, www.teenchallenge.beeplog.it del 2/07/08.
Ho provato la droga sonora, www.lastampa.it del 13/07/08.
Cyberdroga: i dubbi degli esperti sull’allarme GdF, www.repubblica.it del 14/07/08.
Dopo iDoser, cocaina, ecstasy e MDMA si trovano sul web, www.cronacaeatualita.blogsfere.it del 8/09/2008.
Droga. Quando il pericolo corre sul filo del web, www.ilsussidiario.net del 18/03/09.
L’erba sintetica spopola in rete, www.finanzainchiaro.it del 2/10/09.
Colle, smalti e gas. Gli stupefacenti da pomeriggio, www.lastampa.it del 16/10/09.
Arrivano le droghe del sabato sera. Ice, meeth e speed: consumi raddoppiati, www.milano.corriere.it del 27/11/09
Droga 3.0, www.droga.net del 13/12/09.
Alcol e marijuana nei giovani, i social network potrebbero influenzarne l’uso, [email protected] del
27/05/10.
Le nuove droghe “furbe”: incensi, erbe e pasticche che viaggiano su internet. Il consumatore non è più solo il
ragazzino in cerca dello sballo ma anche l’adulto attratto dal “viagra naturale”, www.ilcorriere.it del 23/07/10.
www.drugs-plaza.it consultato nell‟ottobre 2010.
www.facebook.it consultato nell‟ottobre 2010.
www.i-doser.com consultato nell‟ottobre 2010.
www.liberonews.it consultato nell‟ottobre 2010.
www.myspace.it consultato nell‟ottobre 2010.
www.ored-lombardia.org consultato nell‟ottobre 2010.
[email protected] consultato nell‟ottobre 2010.
www.smart-drugs.it consultato nell‟ottobre 2010.
www.youtube.it consultato nell‟ottobre 2010.