Notizie - Asso Pensionati

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Notizie - Asso Pensionati
2014/10/23
Notizie
Ansa 22/10/2014
• L.Stabilità. Lettera Ue: 'Italia spieghi come rispetterà il Patto'. - E' giunta a Roma la lettera sulla legge
di stabilità della Commissione europea. "Il Governo italiano risponderà alla richiesta di chiarimento entro
domani". Lo rende noto il Ministero dell'Economia. Sono due i punti che il commissario Ue, Jyrki
Katainen chiede all'Italia di spiegare: ''perchè l'Italia programma di non rispettare il patto di stabilità nel
2015'' e ''come assicurerà un pieno rispetto degli obblighi della politica di bilancio nel 2015''. E' quanto
riporta la lettera inviata dall'Ue sulla legge di Stabilità italiana. ….....
• Il testo della lettera di Bruxelles all'Italia – La strategia di bilancio dell'Italia, che pure s'inserisce nel
contesto delle riforme strutturali, rinvia il raggiungimento degli obiettivi di bilancio di medio termine al
2017, violando così le regole del Patto di stabilità, in particolare quelle sul debito. La Commissione, già in
contatto con l'Italia con cui intende proseguire il dialogo, chiede le ragioni di questa decisione entro
domani. Questo in sintesi il contenuto della lettera a inviata ieri dal commissario Ue agli affari economici
Jyrki Katainen - che nella lettera si firma però con il nuovo incarico di Vice-Presidente della Commissione
- al ministro dell'economia Gian Carlo Padoan relativa alla Legge di stabilità.
Qui di seguito il testo integrale.
"Caro Ministro, prima di tutto vorrei ringraziarla per aver presentato la bozza del piano di bilancio (Draft
budgetary Plan, Dbp) per il 2015, che abbiamo ricevuto il 15 ottobre e le tavole complementari il 16
ottobre. Sono anche grato per la lettera che ha accompagnato il Dbp e che chiaramente indica che la
strategia di bilancio dell'Italia deve essere considerata nell'ambito dell'agenda complessiva per le riforme
strutturali. ''Rispetto al programma di stabilità del 2014, il Dbp dell'Italia rinvia il raggiungimento degli
obiettivi di medio termine (Mto) al 2017 e rallenta la riduzione del rapporto debito/pil negli anni a
venire. Come risultato, la bozza del piano di bilancio prevede di violare i requisiti richiesti all'Italia nel
braccio preventivo del Patto di stabilità e crescita. ''Secondo le nostre analisi preliminari - sulla base del
ricalcolo da parte dei servizi della Commissione usando la metodologia comune concordata - l'Italia
programma una deviazione significativa dalla strada di aggiustamento richiesta verso i suoi obiettivi di
medio termine nel 2015, basata sul cambiamento programmato dell'equilibrio strutturale. Per di più, il
cambiamento programmato nell'equilibrio strutturale per il 2015 farebbe anche venir meno il
cambiamento richiesto per assicurare l'aderenza alle regole transitorie sul debito, dal momento che
questo requisito è ancora più stringente della strada di aggiustamento richiesta verso gli obiettivi di
medio termine". Nel frattempo, scrive Katainen nella lettera a Padoan, "hanno già avuto luogo ulteriori
scambi di informazione tra i suoi servizi e la Commissione" e quindi, in linea con le regole Ue del 2-pack,
"Le scrivo per consultarla sulle ragioni per cui l'Italia programma il non-rispetto del Patto di stabilità nel
2015. Vorrei anche sapere come l'Italia potrebbe assicurare il pieno rispetto dei suoi obblighi di bilancio
sotto il Patto di stabilità per il 2015". "La Commissione - conclude la lettera di una pagina - intende
continuare un dialogo costruttivo con l'Italia con l'intenzione di arrivare a una valutazione finale. Mi
piacerebbe essere messo a parte del suo punto di vista appena possibile e auspicabilmente entro il 24
ottobre. Questo consentirebbe alla Commissione di prendere in considerazione il punto di vista dell'Italia
nel proseguimento della procedura".
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MF-MILANO FINANZA giovedì 23 ottobre 2014
• Stress test, le big sono al riparo - Per gli analisti della banca Usa Mps supererà l'esame, mentre per
Carige il deficit potrebbe toccare 400 mln di euro. Voci dalla Spagna su 11 gruppi sotto i minimi
richiesti. La Bce: solo speculazioni - Le maggiori banche europee dovrebbero superare senza troppe
difficoltà l'ostacolo di Aqr e stress test, i cui risultati saranno comunicati domenica alle 12. Secondo
JpMorgan, qualche problema potrebbe emergere in alcune banche di seconda fascia, anche se per ora
gli analisti non immaginano deficit di capitale di importi drammatici: merito del rafforzamento già
realizzato nel corso del 2014, che potrebbe bastare in molti casi per annullare gli «shortfall» (carenze)
individuati dalla Bce in base ai dati a fine 2013. «La strada fatta è molto consistente», ha detto ieri il
presidente Abi Antonio Patuelli a Class Cnbc. «Solo quest'anno sono stati fatti 11 miliardi di aumenti di
capitale con risorse esclusivamente private». Secondo Patuelli, «una serie di pessimismi preconcetti per
alcuni Paesi mediterranei come l'Italia dovrebbero essere almeno in parte superati». …..... Ieri intanto la
Bce ha definito «altamente speculative» le indiscrezioni di stampa sui risultati degli stress test, che
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saranno varati in modo definitivo soltanto dopo il Consiglio direttivo Bce del 26 ottobre. Anche i colloqui
con le banche hanno avuto finora carattere solo preliminare e parziale, quindi senza anticipazioni degli
esiti finali. La nota dell'Eurotower è arrivata ieri dopo che un'agenzia di stampa spagnola ha parlato di
bocciature per 11 banche di sei Paesi europei, tra cui tre italiane (Banco Popolare, Mps e Bpm). Tra gli
istituti indicati a rischio ci sarebbero anche tre banche greche, due austriache, una cipriota, una belga e
una portoghese. Ma nulla è stato deciso per il momento. Per Fitch alcune banche italiane rischiano di
non superare gli stress test a causa dei rischi al ribasso legati alle sofferenze, alla redditività e
all'andamento dell'economia nazionale. ….
Domenica sarà il gran giorno di madame Nouy, lo sceriffo delle banche Ue - Da ieri, i capi dei 128
maggiori istituti bancari europei stanno ricevendo da Francoforte, in via del tutto riservata, i verdetti
degli stress test condotti nei mesi scorsi dalla Vigilanza della Bce. Entro domani, sempre in via riservata,
tutte le banche interessate sapranno se hanno superato gli esami. Domenica a mezzogiorno l'elenco dei
promossi e dei bocciati sarà reso di dominio pubblico con una conferenza stampa di Danièle Nouy,
presidente del Single Supervisory Mechanism, che altro non è che la Vigilanza della Bce guidata da Mario
Draghi. Per madame Nouy, manager francese con lunga esperienza nella vigilanza bancaria, due figlie e
una nipotina, da sempre molto riservata (come le impone il ruolo ricoperto), fama di incorruttibile e per
nulla in confidenza con i media, sarà un battesimo del fuoco duplice, personale e istituzionale. …. Ma è
sul piano istituzionale che la conferenza stampa di madame Nouy è destinata a segnare una pietra
miliare nella storia bancaria d'Europa: l'esito degli stress test è infatti preliminare all'entrata in vigore a
pieno titolo della vigilanza Bce, a partire dal 4 novembre prossimo. Da quel giorno, per molte banche,
cesserà di avere effetto la vigilanza della Banca centrale del Paese di appartenenza, che sarà sostituita da
quella guidata da madame Nouy, la sceriffa delle banche, i cui uffici (dove lavorano circa mille funzionari
specializzati in analisi bancarie) si trovano a Francoforte nella Japan Tower, non distante dall'Eurotower.
Dettaglio importante: la Vigilanza guidata dalla Nouy, a garanzia della sua indipendenza, è nettamente
separata dalle banche centrali-azioniste della Bce. Una distinzione fortemente voluta dalla Germania,
Paese in cui la vigilanza sulle banche - a differenza di quanto avviene in Italia - non ha nulla a che fare
con la Bundesbank. Di conseguenza, madame Nouy vigilerà direttamente sui primi 128 gruppi bancari
europei, che raggruppano in totale 1.200 istituti di credito, mentre le altre 3.700 banche restano sotto le
vigilanze nazionali. Sempre in base agli accordi europei, la Bce potrà tuttavia avocare a sé il controllo e la
vigilanza di qualsiasi banca dell'Eurozona in qualunque momento, anche delle banche più piccole, e sarà
tenuta a controllare che le regole di vigilanza siano applicate allo stesso modo per tutti i Paesi. Su
quest'ultimo punto, a ben vedere, è stata la Germania a dover fare un passo indietro. Quando la
Vigilanza europea era ancora in discussione, il ministro tedesco delle Finanze, Wolfgang Schaeuble, fece
di tutto per escludere dai controlli della Bce le Landesbank, le banche regionali gestite dai politici locali.
Ma madame Nouy, al termine di una trattativa condotta con il solito basso profilo, ma con una durezza a
cui nemmeno i tedeschi erano abituati, riuscì a imporre l'obbligo degli stress test anche per le
Landesbank, sulla cui scarsa trasparenza e solidità circolavano da tempo, e circolano tuttora, voci poco
rassicuranti. Ne ha dato conferma pochi giorni fa il principale quotidiano tedesco, Handelsblatt, che in
base alle indiscrezioni ricevute ha scritto che delle 24 banche tedesche sotto esame, quattro rischiano la
bocciatura. E tre di queste sono regionali: Hsh Nordbank, Ikb e MunchenerHyp. Della quarta banca, il
giornale tedesco non ha fatto il nome. Ma ha precisato che i quattro istituti bocciati «sono sull'orlo del
precipizio», ovvero a rischio di fallimento. …....
Btp Italia collocati senza fuochi d’artificio - La Stampa 23/10/2014
Si è chiuso, ma stavolta senza fuochi d’artificio, il collocamento dei Btp Italia con un importo per 7,506 miliardi di
euro. Il Tesoro ha rialzato leggermente (a paragone delle aspettative del mercato) il tasso minimo cedolare
all’1,25% (mentre era circolata voce du un 1,15% che aveva lasciato freddi i risparmiatori). Comunque l’1,25% è il
rendimento più basso che sia stato offerto finora nelle aste dei Btp Italia. La remunerazione totale
comprenderà, in aggiunta all’1,25%, il tasso d’inflazione, e in più ci sarà il consueto premio del 4 per mille
per chi avrà conservato i titoli fino alla scadenza (sei anni). Essendo però l’inflazione sotto lo zero e non
essendoci una previsione di ripresa dei prezzi, anzi si teme la deflazione, non c’è stata la corsa a
sottoscrivere. Comunque 7 miliardi e mezzo rappresentano una buona risposta: non è che in giro le
obbligazioni offrano opportunità molto più interessanti. Si può dire che quest’asta si sia conclusa senza
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infamia e senza lode.
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Ansa 23/10/2014
• 'Fusioni possibili per chi fallisce esame Bce' - Dagli esami della Bce "è probabile che ci possano essere
situazioni meno favorevoli in conseguenza di cui le aggregazioni sono una delle cose possibili". Così
Giovanni Bazoli, numero uno di Intesa Sanpaolo che ha poi aggiunto di essere fiducioso sull'esito positivo
di Intesa Sanpaolo alle verifiche di Francoforte. Bazoli ha poi spiegato: "aspettiamo due giorni, le
indiscrezioni non hanno alcuna importanza. Questa attenzione riservata al patrimonio delle banche", ha
concluso il numero uno di Intesa San Paolo, è comunque "una provvida decisione verso l'unione
bancaria".
• Studio Ue, Italia quinta per perdite entrate Iva,-46mld - L'Italia è il quinto paese in Europa con il
maggior divario (33%) tra le entrate previste e quelle effettive per l'Iva, che si traduce di fatto in 46
miliardi di euro di mancati introiti per le casse dello stato. Emerge da un rapporto della Commissione Ue,
secondo cui nel 2012 in media il gap Ue tra incassi effettivi e previsti dell'Iva è del 16%, pari a una
perdita complessiva in Europa di 177 miliardi. Il divario dell'Iva rappresenta la differenza tra le entrate Iva
previste e l'Iva poi effettivamente riscossa. Secondo lo studio di Bruxelles il non rispetto delle regole è
all'origine di gran parte del gap, che però non è riconducibile alle sole frodi. Ci sono anche altri fattori,
tra cui fallimenti e insolvenze, errori statistici, pagamenti in ritardo ed elusione. …...
• S&P, rischio spirale deflazione in Italia, Spagna e Grecia - La bassa inflazione o la deflazione osservata
in Belgio, Grecia, Spagna e Italia "potrebbe portare a una propensione al risparmio ancora più alta",
portando a un calo di consumi e investimenti che peserebbe sui prezzi "aumentando il rischio di una
viziosa spirale deflazionistica". Lo scrive Standard & Poor's in un report. Uno stimolo della domanda
tedesca aumentando la spesa pubblica "avrebbe un effetto piuttosto limitato" sulle economie di Italia,
Spagna e Francia. Standard & Poor's stima che un +1% di spesa tedesca spingerebbe il Pil dei tre Paesi di
appena lo 0,1 o 0,2%. L'economia dell'Eurozona non è affatto uscita dalla crisi e "potrebbe entrare in
una fase persistente di crescita debole a causa del calo della leva finanziaria e dell'economia globale che
rallenta". Secondo Standard & Poor's "la politica monetaria può aiutare a stabilizzare le economie nel
breve termine, ma può essere controproducente nel lungo termine se porta la politica ad abbassare la
guardia".
• Debito pubblico boom, nel II trimestre sale al 133,8% - Il debito della pubblica amministrazione in Italia
ha raggiunto quota 133,8% nel secondo semestre di quest'anno, pari a 2.168.855 milioni di euro. Lo ha
reso noto Eurostat. Rispetto al trimestre precedente, quando era pari al 130,7% del Pil, il debito pubblico
italiano ha registrato una crescita del 3,1%.
• Bankitalia: pil terzo trimestre in lieve calo. Migliorano consumi, ma giù investimenti e pesa calo export
- "Secondo nostre valutazioni, nel terzo trimestre il Pil avrebbe segnato una nuova, lieve flessione". Lo
scrive Bankitalia, spiegando che ha pesato la caduta degli investimenti e dell'export. Migliorano i
consumi delle famiglie, ma il recupero della fiducia di famiglie e imprese "si è interrotto nell'estate". Le
scelte del governo di rinviare al 2017 il pareggio strutturale di bilancio "data l'eccezionale durata e
profondità della recessione appaiono motivate". Lo scrive Bankitalia, secondo cui un riequilibrio più
graduale "può aiutare a evitare una spirale recessiva della domanda". La spinta delle esportazioni
sull'economia italiana "potrebbe continuare ad affievolirsi", pertanto è essenziale "il recupero della
domanda interna" e il riavvio degli investimenti pubblici e privati". Lo scrive Bankitalia nel bollettino
economico. In Italia "resta elevato il rischio di un periodo prolungato di bassa inflazione", e le previsioni
degli operatori indicano che nei prossimi anni i prezzi accelereranno "solo lentamente". Dopo due anni
di flessione, il numero di occupati in Italia è tornato a crescere nel secondo trimestre, e le informazioni
preliminari relative a luglio e agosto indicano un assestamento sui livelli precedenti. Tuttavia
"nonostante i modesti miglioramenti, le prospettive di ripresa dell'occupazione rimangono incerte".
• Petrolio: in rialzo a Ny a 81,23 dollari - Quotazioni salgono dello 0,88% …..
• Borsa: Wall Street positiva, Dj +0,77% - S&P 500 sale dello 0,75% …....
• Borsa: Milano cauta dopo Wall Street - La Borsa di Milano rimane volatile dopo l'apertura in netto rialzo
delle contrattazioni a Wall Street. L'indice principale Ftse Mib cresce dello 0,11%. Tra i singoli titoli,
sempre positivi Luxottica (+1,7%) e Bpm (+1,7%). Perdono invece Yoox (-4,1%) e Mediaset (-1,4%).
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FTSE MIB : Ultimo prezzo: 19.459,97 +1,01% (17.05)
BANCA POPOLARE DI MILANO : Ultimo prezzo: 0,635 +3,25% (17.05)
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IVA, Italia e Grecia i paesi con più alta evasione Il Messaggero 23/10/2014
(Teleborsa) - Nel 2012 si sono persi circa 177 miliardi di gettito IVA a causa di violazioni delle norme e di mancate
riscossioni, un importo equivalente al 16% delle entrate IVA di 26 Stati membri previste per lo stesso anno.
A evidenziarlo è uno studio sul divario dell'IVA finanziato dalla Commissione Europea nell'ambito delle sue
attività volte a riformare il sistema dell'IVA in Europa e a lottare contro la frode e l'evasione fiscale. Dallo studio
emerge come l'Italia sia tra i paesi con la più alta evasione dell'IVA (33% del gettito atteso), allo stesso livello della
Grecia. ”Il divario dell'IVA è in sostanza un indicatore di quanto siano efficaci o inefficaci le misure di applicazione
ed esecuzione dell'imposta all'interno dell'Unione europea. Così Algirdas Semeta, commissario europeo
responsabile per la Fiscalità, secondo il quale i dati pubblicati oggi “indicano che occorre fare molto di più”. Gli
Stati membri “non possono permettersi perdite di entrate di questa portata e devono rafforzare la propria azione
adottando misure decisive per recuperare il denaro pubblico”.
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Lo Stato distrugge posti di lavoro - Affaritaliani 23/10/2014
C'è un aureo detto inglese che spesso viene citato a proposito della Borsa, ma che vale in molti campi: "You can
lead a horse to water, but you can't make it drink", puoi condurre un cavallo alla fonte ma non puoi obbligarlo a
bere. Per quanto conveniente sia l'occasione, per quanto basso possa essere il prezzo, se la gente non ha voglia di
una cosa, quella cosa non si venderà. Certe cose non si ottengono per rescriptum principis, cioè per via legale, e
neppure perché sono state rese facili, ma soltanto perché chi deve realizzarle le desidera. Ciò vale anche per un
problema che in questo momento fa scorrere fiumi d'inchiostro e di saliva: la vittoria sulla disoccupazione. In
questo campo impera un'illusione perniciosa, e cioè che sia compito dello Stato moltiplicare i posti di lavoro. La
convinzione è così radicata che quando la situazione arriva al dramma, come in questo momento, la richiesta
dell'intervento pubblico diviene insistente e perfino minacciosa. Nell'idea generale il governo deve creare i posti
di lavoro e deve anche impedire, ad ogni costo, che si abbiano dei licenziamenti o si perdano i salari esistenti:
infatti, per alcune categorie di privilegiati c'è la cassa integrazione. L'opinione pubblica fa mostra di prendere la
cosa molto sul serio, ma in realtà fa soltanto un po' di retorica. Gli stessi sindacati si limitano a fare baccano per
quei drammi aziendali che riescono ad entrare nei titoli dei giornali, ma né loro, né lo Stato riescono oggi ad
impedire il degrado economico. In realtà il problema nazionale, soprattutto quello degli innumerevoli
licenziamenti nelle microimprese, non può essere esorcizzato con le promesse, e i numeri parlano di infinite
piccole tragedie. In queste condizioni non è strano che, in linea con i pregiudizi nazionali, alla politica venga
insistentemente ricordato l'ineliminabile dovere di "creare posti di lavoro". Il verbo è impegnativo. Mentre
"fabbricare" significa mettere insieme dei pezzi per realizzare qualcosa, "creare" è ottenere qualcosa con un
semplice atto di volontà. "Ex nihilo" (partendo dal nulla), come ha potuto fare Dio nella Genesi. E in effetti chi
richiede la salvifica azione del Parlamento non indica la cosa da fare, parla soltanto di "interventi", di
"investimenti", di "provvedimenti". Sostanzialmente richiede un miracolo. Lo Stato "crea" posti di lavoro soltanto
quando assume direttamente: cosa necessaria, se si tratta di sostituire dei dipendenti pubblici andati in
pensione, ma cosa scandalosa, se si assumono dipendenti non necessari, per acquisire consenso. In Calabria
dicono ci sia un corpo forestale pletorico, molto largamente al di sopra del fabbisogno. Il cavallo beve se ha sete,
e se sa dov'è la fonte non è neanche necessario condurcelo. Per creare occupazione non sono necessari né
interventi, né investimenti né provvedimenti, basta far sì che i datori di lavoro abbiano interesse ad assumere. Se
viceversa questo interesse non esiste, lo Stato non può farci nulla. Può soltanto incrementare le spese
improduttive, con i suoi "investimenti". L'ambiente lavorativo italiano - tra burocrazia, malagiustizia e
soprattutto tasse - ha reso l'impresa poco produttiva. Pochi operatori lanciano nuove attività e molti di loro
chiudono. Non c'è da meravigliarsene. Qualunque società prospera se fa profitti. Se questi sono grandi, si
arricchisce, si espande, crea filiali, assume nuovo personale; se invece sono piccoli, sopravvive a stento; e se
infine i costi superano i ricavi si arriva alla chiusura o, peggio, al fallimento. In questo secondo caso non solo si
perdono posti di lavoro, ma si rapinano anche tutti coloro che all'impresa hanno fatto credito. Il fallimento è
distruzione di ricchezza. Lo Stato è per sua natura ininfluente nella creazione dei posti di lavoro, ma può essere
molto influente nella loro eliminazione. Dunque non bisognerebbe chiedergli di creare posti di lavoro,
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bisognerebbe chiedergli di non distruggerne. E per questo basterebbe diminuire drasticamente la componente
pubblica dei costi dell'impresa: una folla di imprese marginali rientrerebbe nel mercato e si creerebbe una gran
quantità di posti di lavoro. Forse tutto questo non è neanche possibile. Lo Stato non preleva soldi dalle imprese
per capriccio, ma perché deve sostenere costi enormi. E finché gli enormi costi di una spesa pubblica più
irremovibile della piramide di Cheope rimarranno intangibili, non si potrà concedere nessuna seria diminuzione
della pressione fiscale. Per conseguenza tutti i discorsi sulla creazione di posti di lavoro serviranno soltanto per
gargarizzarsi o, peggio, a prendere i disoccupati per i fondelli.
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Una nuova norma per le aranciate. Ma vale solo per bibite italiane - Affaritaliani 22/10/2014
Le aranciate dovranno contenere il 20% minimo di arancia per poter ricevere l’etichetta, appunto, di “aranciata”.
Ma la norma vale solo per i prodotti italiani. Il che significa che qualsiasi bibita d’importazione può non rispettare
i limiti imposti dalla legge e utilizzare una percentuale inferiore di succo d’arancia …....
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Boko Haram rapisce altre 60 ragazze in NigeriaLa Stampa 23/10/2014
Secondo l’agenzia Misna, almeno 60 ragazze sarebbero state rapite in Nigeria, nella regione di Adamawa nel nord
est del paese dal gruppo islamico jihadista Boko Haram: 40 sono di Waga Mangoro e altre 20 di Grata. Un
centinaio di uomini, stando a quanto riporta Misna, sarebbe entrato nel villaggio di Waga sparando e dando alle
fiamme alcune abitazioni. Due uomini sono stati uccisi dai terroristi. Fonti locali hanno confermato che l’area era
da circa due mesi sotto il controllo dei ribelli. Nessuna notizia, invece, delle 219 liceali rapite sei mesi fa nella loro
scuola di Chibok e per le quali si era parlato recentemente di una possibile liberazione, ora sempre più difficile. Si
alimentano, così, i dubbi sulla tregua tra l’esercito e il gruppo terroristico annunciata venerdì scorso dal governo.
Dubbi che si erano insinuati già lo scorso 19 ottobre, quando 25 miliziani del gruppo jihadista sono rimasti uccisi
nei combattimenti con i militari nigeriani nel nord-est del Paese africano. La cessazione delle ostilità che secondo
l’esecutivo di Abuja sarebbe stata negoziata in Ciad non sembra quindi trovare riscontro nella realtà. Nel
weekend si sono registrati almeno altri sei attacchi da parte di Boko Haram che hanno causato diverse decine di
morti.
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L'attentatore convertito che ha sconvolto il Canada. Come l'uomo che ha falciato due soldati a Montreal, il
terrorista che ha sparato a Ottawa è un neofita dell'Islam che avrebbe agito senza complici Panorama 23/10/2014 - Il premier canadese, Stephen Harper, ha assicurato che il suo Paese "non si farà
intimidire" dall'attentato al Parlamento di Ottawa in cui è rimasto ucciso un soldato di origini italiane. Nel
frattempo la polizia ha confermato che l'attacco è stato compiuto da un solo attentatore, un canadese 32enne
convertito all'Islam, e che sono state interrotte le ricerche di eventuali complici, anche se le indagini sono ancora
in corso. ….. Il Paese è stato sconvolto dal secondo attacco a militari canadesi nel giro di pochi giorni che coincide
con l'annuncio della partecipazione di sei caccia canadesi alla campagna di bombardamenti contro gli jihadisti
dell'Isis in Siria e Iraq. Lunedì un altro convertito all'Islam, il 25enne Martin Couture-Rouleau, aveva falciato due
soldati, uccidendone uno, vicino Montreal. Couture-Rouleau era nella stessa lista nera degli elementi a rischio
terrorismo di Michael Zehaf-Bibeau. Il premier, Matteo Renzi, ha assicurato in un comunicato che "il vile attacco"
non fa vacillare "i valori comuni". Intanto, emergono dettagli sul terrorista: Michael Zehaf-Bibeau era un
musulmano convertito con un passato di furti e reati legati alla droga. Abitava in Quebec, vicino Montreal, ed era
considerato un sospettato "ad alto rischio" e il passaporto gli era stato confiscato per impedirgli di unirsi a gruppi
jihadisti all'estero.
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