Centrale rischi formato Ue

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Centrale rischi formato Ue
N. 705
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Plus24 - Il Sole 24 Ore
SABATO 19 MARZO 2016
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27
professionisti del risparmio
dati finanziari
Centrale rischi formato Ue
SOLDI
IN TESTA
FOTOLIA
In fase di dibattito
il progetto della Bce
di un data base
a livello comunitario
dei finanziamenti
Alessandro Galimberti
+ Una rivoluzione silenziosa sta
per travolgere la catena della tracciabilità del credito/debito bancario. Il suo nome - Anacredit - è ancora misconosciuto a chi non si occupa professionalmente di segnalazioni, ma tra breve diventerà un
problema per le aziende del credito
e, soprattutto, un’incognita per le
imprese che ricorrono al finanziamento, e in un secondo step anche
per le famiglie e per i singoli consumatori che accendono mutui.
Anacredit sarà in sostanza la
banca dati europea integrata delle
segnalazioni, che potrebbe mandare in pensione le vecchie centrali rischi delle banche centrali
laddove esistono - a cominciare da
quella di Banca d’Italia - visto che
le zone d’ombra, tra l’altro, non riguardano solo gli ultimi arrivati
nell’Europa dei 27, ma per esempio anche Germania e Olanda. La
preview del nuovo scenario del
credito bancario è stata oggetto di
un seminario a Milano, coordinato da Aubay e da Deloitte, che ha
messo a confronto la Direzione
generale Statistics di Bce, Banca
d’Italia (Divisione centrale dei rischi) e un gruppo di dirigenti di
istituti italiani e di esperti di information technology.
L’esigenza di uniformare linguaggi, procedure e “silos” informativi parte dalla Bce e ha ragioni
eminentemente di politica economica e monetaria - non ultima anche la radiografia delle sofferenze
bancarie che stanno minando il sistema -, ma è chiaro che il gigantesco tracciamento delle esposizioni
finirà per impattare in modo molto
sensibile sugli oltre 500 milioni di
abitanti della Ue, quantomeno a
medio termine.
Il “la” al progetto viene da Mario
Draghi, che nell’ottobre del 2014 a
Francoforte indicò «l’alta qualità
dei dati» come base per un’efficace
politica monetaria e per decisioni
«la cui bontà è strettamente legata
a quella delle informazioni su cui si
basano». Da qui la scelta di insistere sulla “granularità” dei dati, che
oltre a quelli basilari (tipo di contratto, durata, interest rate) scenderà fino a includere frequenza dei
pagamenti, strumenti fiduciari,
scopi, eventuali strumenti subordinati e garanzie, per arrivare al
default status e alla segnalazione
trimestrale sulla probabilità di de-
la parola
chiave
Anacredit
Anacredit è il nuovo progetto
della Banca centrale europea per
la costituzione di una base dati
analitica dei crediti e del rischio
di credito a livello europeo.
L’obiettivo della Bce è di
raccogliere dati «granulari» e
comparabili relativi al credito
concesso dalle banche, che
saranno chiamate all’invio delle
informazioni relative alle
esposizioni a partire dalla fine
del 2017. I dati raccolti avranno
sia finalità statistiche sia di
vigilanza e saranno raccolti
attraverso le banche centrali
nazionali. Anacredit è il primo
progetto pensato in accordo a
una strategia europea per il
reporting
fault del debitore.
Nella prima fase del progetto,
che potrebbe partire nella primavera del 2018, la soglia di rilevazione è fissata a 25 mila euro (esposizione totale di un singolo soggetto)
e arriverà a toccare solo le imprese
che hanno acceso finanziamenti
bancari. Ma nel giro di un paio
d’anni la platea dei soggetti potrebbe ampliarsi, sia sul versante
degli intermediari tenuti a segnalare, sia su quello dei debitori, tra i
quali rientrerebbero anche le famiglie titolari di mutuo.
Il debutto del grande progetto di
data base europeo porta con sé, ad
oggi, numerose criticità, tutte ancora oggetto di dibattito (in Italia la
consultazione pubblica su Anacredit dovrebbe partire quest’estate).
C’è un fronte bancario, alle prese
con un armonizzazione di procedure e di linguaggi informatici che sono alla base di Anacredit tutt’altro che semplice, e con la difficile convivenza della Centrale rischi (che rimarrebbe attiva almeno
fino al 2020), ma c’è soprattutto un
versante consumatori tutto da
esplorare. A cominciare dalla riservatezza di dati altamente sensibili, come quelli sull’indebitamento - che domani supererebbero le
già larghe barriere nazionali - e di
accesso alla consultazione e al loro
utilizzo, oltre agli inaggirabili problemi di qualità e di aggiornamento delle singole posizioni. Il tracciamento europeo, inoltre, ricomporrà la frammentazione dei data
base anche nelle situazioni - frequenti - di filiali sparse per il continente e di contratti di finanziamento a “spezzatino”.
Secondo un panel di banche
consultate dalla Commissione europea i benefici del nuovo sistema
di segnalazioni saranno «elevatissimi». Tutti da valutare, invece i
costi/impatto sui consumatori.
corso di educazione
finanziaria
Gestire «I tuoi soldi»
I tuoi soldi
Corso pratico
di educazione finanziaria
I piccoli passi
in avanti da sottolineare
A
le tappe del progetto
anacredit
ottobre 2014
La raccomandazione del Sistema
europeo delle banche centrali per
l’integrazione degli «statistical and
supervisory data»
agosto 2015
Consultazione della Commissione
europea
dicembre 2015
PubblicazionesulsitoBcedel
RegolamentoAnacredit(versionedraft)
giugno 2016
Avvio della consultazione pubblica
in Italia
marzo 2018
Debutto della trasmissione dati
dalle banche centrali alla Bce
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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Martedì 29 marzo in edicola il
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10 maggio
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17 maggio
14Il risparmio e l’economia
24 maggio
15Il risparmio etico e sostenibile
31 maggio
Marco
lo Conte
Con €cono-mix
studenti lombardi
alla prova dei soldi
+ Oltre duemila studenti lombardi
hanno partecipato alla terza edizione di “€cono-mix, le Giornate
dell'Educazione Finanziaria” che si
concluderà il 22 marzo prossimo.
L’iniziativa sull’uso consapevole
del denaro, legalità e fiscalità ma anche sostenibilità , imprenditorialità
e previdenza, è promossa dalla Fondazione per l'Educazione Finanziaria e al Risparmio, nell'ambito del
protocollo di collaborazione con il
Ministero dell'Istruzione. All'edizione lombarda partecipano: Agenzia delle Entrate, AEEE Italia, Albo
dei promotori finanziari, Anasf,
Banca d'Italia, Popolare di Bergamo, Banco di Brescia, BNL Gruppo
BNP Paribas, Equitalia, Fondazione
Barilla , Forum per la Finanza Sostenibile, Inps, Itinerari Previdenziali,
Junior Achievement Italia, Rete LES,
SIE, RBC Investor & Treasury Services, Spettacoli di Matematica, Aps.
volte, di fronte alle
sfide che la collettività
non riesce a
raccogliere, viene la voglia di
pensare «è tutto inutile»: dalla
lotta alla corruzione, agli
snellimenti burocratici della Pa,
all’incontro di domanda e
offerta nel mondo del lavoro,
all’innalzamento del livello di
alfabetizzazione finanziaria
degli italiani - temi
potenzialmente disruptive (come
si dice oggi) e fondamentali per
imprimere una svolta rispetto
all’arretratezza del BelPaese su
una serie di fronti chiave -, per
anni, spesso per decenni, si
invocano contromisure
adeguate per ridurre il gap
dell’Italia dai paesi leader. Poche
e timide le iniziative campione.
Ma è il caso di registrare i passi
avanti che, seppur piccoli,
insieme a tutti gli altri possono
rappresentare un percorso
compiuto (o quasi) nella
direzione giusta. Proprio
sull’analisi del livello di
educazione finanziaria è da
sottolineare come, per quanto
non ancora accettabile, il livello
di competenza degli italiani stia
migliorando: a luglio 2011 solo il
28% degli italiani intervistati
sapeva rispondere alle domande
chiave su tassi di interesse,
diversificazione, inflazione. A
dicembre 2016, cinque anni
dopo, il tasso di rispondenza
positivo è salito al 37%.
A realizzare il test è stato lo
stesso gruppo di ricercatori
statunitensi guidati da
Annamaria Lusardi. Un delta
positivo incoraggiante, anche se
poteva essere ancora migliore,
visto che è frutto di
un’educazione finanziaria fatta
“sul campo”, indotta cioé dalle
crisi e dall’esperienza, più che da
un programma studiato per
migliorare conoscenze,
competenze e abilità. Com’è
comprensibile, è difficile
pensare di riportare sui banchi
gli adulti consumatori di servizi
finanziari. Per questo è lecito
riporre molte speranze
nell’operazione pubblica «busta
arancione», citata in copertina di
questo numero di Plus24.
Non basterà , ma che sia
urgente è chiaro. D’altronde,
come ha sottolineato il
presidente dell’Inps Tito Boeri
«Solo 4 italiani su 10 sanno
leggere un estratto conto,
calcolare le variazioni del potere
d’acquisto, capire la differenza
di rischio tra azioni e
obbligazioni o l’importanza di
diversificare il loro portafoglio».
.@24previdenza
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