IL-BELLO-DI-NOI-Un-amore-al-Candle-Cafe
Transcript
IL-BELLO-DI-NOI-Un-amore-al-Candle-Cafe
Copyright 2015 by Daniela Perelli Questo racconto è frutto della fantasia dell'autrice. Ogni riferimento a cose, luoghi o persone, viventi o defunte, è puramente casuale. È vietata la riproduzione in qualsiasi forma, totale e parziale, dell'opera. Dopo IL BELLO DI TE, Jared e Nora ritornano in questa novella. IL BELLO DI NOI Un amore al Candle Cafe JARED Sono qui sdraiato sul letto a guardare il soffitto da più di un’ora e per me star fermo in un punto per tutto questo tempo è un record assoluto. Ma da quando in qua sono così riflessivo? Di solito faccio e dico tutto quello che mi passa per la testa, non sto lì ha pensare cosa sia giusto o sbagliato. Lo faccio e basta! Lo dico e basta! Come poche ore prima.... Ma perché ho questo nodo allo stomaco, allora? Possibile che io provi qualche rimorso o dei sensi di colpa? Non saprei spiegarlo. L’ho vista e non ho capito più nulla. Ma poi, l’ho guardata bene? Non è neanche il mio tipo. Oserei dire: un po’ scialba. Senza un filo di trucco, i capelli raccolti in maniera poco ordinata, non particolarmente alta...Ne avrei di cose da dire! Eppure, quegli occhioni grandi color nocciola, che sorridevano anche con il viso serio e stanco mentre era intenta a lavorare... La osservavo già da un po’, ma non se ne accorse subito e da una parte ne fui felice, perché se mi avesse guardato sarebbe stata la fine. Pensai in quel preciso momento. Invece, ad un certo punto, eccola girarsi verso di me.. Distolsi subito lo sguardo, non avevo altra scelta e poi non mi sembrava carino nei confronti delle gentili signore che mi stavano intorno e pagavano per me. «Ma no!», dico a gran voce, «perché hai posato quegli occhioni su di me, dolce creatura? Non immagini neanche di cosa io sia capace». Non è di certo la solita ragazza; è tutta un’altra cosa. Semplice, pura, genuina; non può essere altrimenti. Non riesco proprio a concentrarmi su altro e a non pensare a quello sguardo..Non è il solito guardare delle donne nei miei confronti: le piaccio, questo è chiaro, poi sento ancora addosso il suo imbarazzo. Aveva le guance rosse come il fuoco; se le avessi anche solo sfiorate mi sarei bruciato... Vorrei chiamare Logan per sapere il più possibile su quella ragazza. So soltanto che è un’amica di Emily e si è trasferita qui da poco, se non sbaglio. Ma sì, dai, quasi quasi lo chiamo. Giusto per avere qualche informazione. «Jared, ma che cazzo ti salta in mente di chiamarmi così presto!». «Buongiorno anche a te. Scusa amico, volevo chiederti una cosa». «Aspetta che vado di là per non svegliare Emily. Dimmi, che c’è? Dal tuo tono di voce non promette nulla di buono». «Volevo avere solo qualche informazione sull’amica di Emily; quella ragazza che si è appena trasferita da lei». Un attimo di imbarazzante silenzio dall’altra parte del telefono. «Logan, ci sei? Non mi sembra di averti chiesto chissà cosa». «Jared, sai com’è! Da che ti conosco è la prima volta che cerchi di estorcermi informazioni su una donna». «Forse perché non ne ho mai avuta una, in verità». «Appunto», mi risponde deciso, «cosa vuoi che ti dica: è una studentessa e si è trasferita a New York per laurearsi. Emily le ha dato una stanza in affitto, tutto qui, non so molto neanche io. Comunque sembra simpatica. Certo, è un tipo particolare. Diversa dalle donne che siamo soliti frequentare. Emily me ne ha parlato bene, dicendomi che è molto intelligente e una buona amica. Non so altro». «Ok, mi basta. Era solo una curiosità». «Stasera siamo a cena al Candle Cafe e viene anche Nora. Perché non chiedi direttamente a lei? Sai che non capisco proprio il perché di tutto questo interesse?». Si chiama Nora. Cazzo! Anche il suo nome mi manda fuori di testa! «Grazie amico e scusa ancora se ti ho svegliato». «Nessun problema, ma adesso mi dici che ti succede?». Non vorrei parlargliene, ma come posso nascondere questa improvvisa ossessione al mio migliore amico? «Che vuoi che ti dica: mi piace. Mi fa girare la testa». Ancora un attimo di silenzio dall’altra parte. «Logan?». «Jared, sono senza parole, davvero. Ma che ti succede? Sei ubriaco? Drogato? È carina, però non capisco tutto questo interesse. Non sei di certo il tipo che si perde dietro ad una ragazza e poi, con tutte le donne che ti girano intorno! Non mi sembra di ricordare che tu ti sia mai infatuato di nessuna». «Ma lei è diversa. C’è qualcosa nei suoi occhi...Sento un groviglio allo stomaco solo a parlarne. È strano da spiegare, ma ho bisogno di lei». Logan comincia a ridere di gusto. «Ma, mi stai prendendo in giro? Da quando in qua sei diventato anche romantico? Davvero amico; secondo me hai preso un bella botta in testa. Comunque, stasera vieni anche tu a cena con noi, così la vedi. Toglimi un’altra curiosità: ma le hai già parlato o l’hai solo guardata e ne sei rimasto folgorato?». Logan non può fare a meno di ridere e da una parte lo capisco. Questa situazione è surreale anche per me. «Amico, la smetti di prendermi per il culo? Sono serio, sai? Purtroppo sì; le ho rivolta la parola proprio ieri sera». «Se sei stato un po’ volgare come al solito credo proprio che con lei non avrai fatto centro». «Diciamo che non ha apprezzato la mia vena ironica e, senza scendere nei particolari, mi vergogno davvero per come mi sono comportato. Purtroppo non posso tornare indietro nel tempo, ma almeno cercare di rimediare. So già che non avrò nessuna possibilità con lei, ma voglio comunque scusarmi per come mi sono comportato». «Non è detto dai! Guarda me e Emily». «Sì, ma Emily è diversa e poi sono sicuro che non continuerai con questo lavoro ancora per molto; giusto?». Logan fa un respiro profondo. «Hai ragione, sai? Nonostante lei sia di ampie vedute ho notato che sta iniziando a soffrire in silenzio di questa situazione. Quando abbiamo cominciato a frequentarci era solo uno dei tanti passatempi. Anche se non ti nego che, sin dall’inizio, sapere di avere una donna vicina solo per il piacere di averla e non per dovere, ha fatto scattare in me qualcosa. Non potevo più farne a meno...». «E allora ascolta il mio consiglio: lasciati tutto alle spalle, buttati in quel progetto lavorativo e ricominciate, insieme». «È la prima volta che ti sento parlare così. Forse dovresti pensarci anche tu». «Per me è diverso, lo sai. Tu invece non meriti tutto ciò». «Se è per questo neanche tu Jared. Ti sei convinto del contrario, ma sai benissimo come la penso. Entrambi abbiamo passato un’infanzia da schifo e non ti nego che questo lusso non mi dispiaccia. Il fatto di poter avere tutto quello che voglio mi fa stare bene, ma se dovessi rendermi conto di perdere Emily mollerei tutto. Senza di lei non sarebbe più la stessa cosa. Sono fottuto!». Non posso fare a meno di sorridere. «Certo che siamo diventati proprio melodrammatici. Le donne fanno questo effetto?». «Quando sono speciali sì». «Niente da ridire, sono d’accordo». «Ora vado amico. Emily si è svegliata. Ci vediamo più tardi da Max per il trasloco, ok? Gli ho già detto della cena al Candle Cafe; verrà anche lui». «Ok, a dopo». Parlare con Logan mi ha fatto sentire meglio. Lui è davvero come un fratello. È molto diverso da me; ha sempre avuto il cuore tenero. Io invece mi descriverei semplicemente come una gran testa di cazzo. Decido di andare a correre al parco per schiarirmi un po’ le idee; tutto questo pensare e pensare mi spaventa. Però questa sensazione, questo martellare incessante nel petto, mi da anche sollievo, in un certo senso. “Nora”, continuo a ripetere questo nome nella mia testa e a volte anche a bassa voce... Ma possibile che una donna possa avere tutto questo potere? Sì, insomma! Entrarti dentro, nella testa e nel cuore, per mettere radici e non uscirne più? Non pensavo fosse possibile e invece.. Che fosse successo proprio a me? Sono indeciso; non so se sperare di sbagliarmi ed aver avuto un semplice abbaglio, oppure sperare che veramente questa sensazione, unica e meravigliosa, sia capitata davvero ad uno come me. Dopo un’ora di corsa e di continui pensieri mi fermo e decido di sedermi su una panchina. Sono solo le nove del mattino, ma con questa bella giornata di sole il parco si riempie in fretta. Forse il cosmo cerca di dirmi qualcosa? Questo perché, guardandomi un po’ intorno, noto un’anziana coppia che passeggia tenendosi per mano. Passano proprio di fronte a me e non posso fare a meno di sorridere. Scherzano tra loro in maniera davvero contagiosa; sembrano una coppia fresca e, dai loro sguardi, posso sentire l’amore che provano uscire da tutti i pori. Ma qual’è il segreto? Non so spiegarmelo di certo. Dalla parte opposta, invece, noto una coppia molto giovane con un bambino piccolo; avrà sì e no 3 anni. Ride spensierato in braccio al suo papà che lo tiene tra le mani facendolo volteggiare. Lo guarda come se fosse un dono prezioso. La mamma, che è di fianco a loro seduta sulla panchina, si raccomanda di non farlo volare troppo alto. Penso subito che sia un sentimento comune delle donne in generale preoccuparsi per tutto, anche se sulla mia pelle non ho mai provato questa sensazione d’amore incondizionato. Nonostante questo, però, sul suo viso vedo gioia e non reale preoccupazione. È solo per dire, si capisce! Una reazione normale di tutte le mamme, giusto? Almeno così dovrebbe essere.. Ma, come sarebbe avere un figlio tutto mio? Sarei un buon papà? Lo terrei tra le braccia? Ci giocherei in questo modo? Lo guarderei con quello stesso sguardo? Lo amerei? Amore...ma se non so neppure il significato di questa parola. Come potrei, un giorno, amare un figlio, se non sono neppure capace di amare me stesso? Possibile che io provi un pizzico di invidia? Non può essere così davvero.. Ho visto questa ragazza solo ieri sera e solo perché l’ho trovata dolce e carina sto immaginando me stesso insieme a lei con tanto di figli al seguito; sto impazzendo, non ho altra spiegazione. Tornato a casa mi faccio una doccia, mangio un panino e prendo la macchina per andare al centro. Ho qualche ora libera e poi nel pomeriggio passerò da Max per aiutarlo. Sto pensando anche alla lavata di testa che dovrò fare a Nathan, uno dei ragazzi che ho accolto da poco tempo. Non si sta comportando proprio in maniera esemplare. Non appena arrivo, vado in cucina per vedere a che punto sono con il pranzo. «Ciao Jared, non pensavo venissi oggi», mi dice Benny, uno dei volontari. «Ciao Benny. Ho del tempo libero; vi do una mano. Ho visto che anche fuori c’è molto da fare. Dov’è il ragazzino nuovo? Devo parlarci un attimo». Benny mi guarda con preoccupazione. «Non essere troppo duro con lui, ne ha passate di tutti i colori». Benny ha un cuore d’oro, ma io non sono come lui. Se quel ragazzo vuole rimanere qui dovrà rigare dritto. Anche gli altri ne hanno passate tante, ma sanno comunque come comportarsi. Vado fuori in giardino e lo vedo lavorare svogliato come sempre. «Nathan?». Ho già i nervi a fior di pelle, ma cerco di mantenere la calma. Nathan si gira di scatto guardandomi con aria strafottente. «Che vuoi Jared?». «Ascolta, te lo dico una volta sola e non mi ripeterò: dammi una sola ragione per cui io debba tenerti qui. Non ti impegni in quello che fai, dai fastidio agli altri ragazzi e fai il cretino con le ragazzine. Per di più sei maleducato. Cos’hai da dirmi? Come hai intenzione di giustificarti? Ci sono molti altri giovani che avrebbero bisogno di un posto dove stare e lo meriterebbero più di te, ma purtroppo non posso occuparmi di tutti. Se continui così, però, sappi che ti manderò via e al tuo posto verrà qualcun altro». Sento i miei occhi bruciare dalla rabbia per la stupidità di Nathan che finalmente si degna, almeno, di guardarmi in faccia mentre gli parlo. «E va bene, cercherò di filare dritto, contento adesso?». «Ascoltami bene stronzetto, tu non devi fare un favore a me. Metti da parte quella ridicola aria da bulletto e comportati bene, cazzo! O forse dovrei ricordarti da che schifo di situazione ti ho tirato fuori! Se vuoi ne parliamo». Vedo il suo viso trasformarsi; i suoi occhi cominciano a diventare lucidi. Se per aiutarlo devo ricordargli tutto l’orrore che gli è capitato be', lo faccio. Anche a costo di vederlo soffrire come un cane bastonato. Nathan abbassa lo sguardo. «Ok, mi dispiace. Cercherò di comportarmi meglio, ma ti prego; non mandarmi via Jared. Ti supplico!». Mi si spezza il cuore, quel cuore che fino a poco tempo fa credevo di non avere. «D’accordo, ti do la possibilità di farmi ricredere, ma non deludermi ancora; sono stato chiaro?». «Grazie, non ti deluderò, te lo giuro Jared». Mi allontano da lui e inizio a sentire i miei occhi riempirsi di lacrime. “Ma che diavolo!”. ****** Sia al centro che da Max i miei pensieri vanno sempre a lei, rendendomi impossibile concentrarmi su quello che sto facendo e rischiando anche di farmi male sul serio solo spostando qualche mobile. La sera torno a casa e mi preparo per andare al Candle Cafe. Mi vesto in maniera casual; voglio darle un’impressione diversa di me, diversa da quella avuta la sera precedente. Ma come diavolo ho potuto dirle una cosa del genere? Forse, in maniera del tutto involontaria, ho voluto allontanarla da me, così, per togliermi subito il problema. Ma allora, perché sto già pensando a come rimediare? Che cosa le dirò? Alla fine, però, già so come andrà a finire: mi divertirò a prenderla un po’ in giro, solo per vedere quelle guance dolci e dall’aspetto vellutato diventare ancora rosse. Quando arrivo, vedo Logan e Max all'ingresso e vicino a loro Ether. Cazzo, non pensavo potesse esserci anche lei! «Ehi, ti sei ripreso?», mi dice Logan con fare divertito. Dall’espressione di Max capisco subito che sa, anche se nel pomeriggio non ha fatto trapelare nulla. Sicuramente Logan gli avrà accennato qualcosa, ma sorvolo. «Ciao ragazzi. Ether, non pensavo ci fossi anche tu». Mi fulmina con lo sguardo. «Ma che diavolo dici Jared?». Adoro la sua finezza! «Non ti ricordi che abbiamo appuntamento proprio qui per quella serata che ci aspetta? Come hai fatto a dimenticarlo? Dobbiamo vederci con quelle persone». Ci penso un attimo; ma come ho potuto dimenticarlo? E poi, perché diavolo ho detto ad Ether di cenare prima insieme al Candle Cafe? Ma quando mai? «Ether ascolta, stasera non mi sento molto in forma. Vai tu se vuoi, non sentirete di certo la mia mancanza». Sia Logan che Max mi guardano come se fossi diventato pazzo. Da che mi conoscono questa è la prima volta che mi vedono tirarmi indietro. Specialmente Max che è completamente estraneo a questo stile di vita, nonostante la nostra amicizia. Ether sembra parecchio scocciata ma a essere sincero non mi importa un granché. Entra e va diretta al nostro tavolo borbottando non so cosa. Ordiniamo un aperitivo mentre aspettiamo Emily e Nora; mi sta scoppiando il cuore! Sento il suono del campanellino sopra la porta a vetri dell’entrata che si apre e subito un senso di gioia, mista a paura, mi travolge. Eccola.. Ancora più bella di come la ricordavo. La sua semplicità è solo accentuata da un trucco leggermente marcato sugli occhi. Quegli occhi: grandi e sinceri che tanto mi hanno colpito. La ragazza della porta accanto; questa è Nora. Una delle tante che puoi incontrare ovunque e in qualsiasi situazione, una di quelle che mai e poi mai avrebbe attirato la mia attenzione, se non per lavoro.. Invece lei....ha una luce abbagliante che le splende tutta intorno. Quella luce che purtroppo non ha niente a che vedere con l’oscurità presente in me. Il buio e la luce, due opposti. Il giorno e la notte... Ma in fondo, cosa c’è di sbagliato tra l’unione del buio e della luce? Insieme si compensano benissimo, giusto? L’una non esiste senza l’altra... NORA Ed eccomi di nuovo qui mio caro diario. Ho un po’ di tempo per raccontarti di tutte le emozioni che ultimamente mi hanno accompagnata. Da quanto non riesco a scriverti ormai? Parecchi mesi almeno e me ne vergogno tanto. Il piccolo Jacob e Jared stanno schiacciando un pisolino. Mi fanno tanta tenerezza, sai? Vedere il mio piccolo ometto così rannicchiato tra le braccia del suo papà colma il mio cuore di gioia. Sei un po’ rimasto indietro con le novità mio caro amico, vediamo: ah, sì! L’ultima volta che ti ho aggiornato è stato quando ho scoperto di essere incinta. Che serata memorabile! Partendo, però, dal principio, tanto per fare un rapido riassunto, era già un mese che lavoravo in maniera effettiva per il New York Times. Avevo cominciato con uno stage se ben ricordi; te ne avevo parlato. Il mio primo giorno non era stato proprio come lo immaginavo, anzi, ero talmente tesa e imbarazzata, che non sapevo come comportarmi. Abituata com’ero ai giornali studenteschi, mi trovai in difficoltà. Per farti capire: potrei paragonare una giornata al New York Times ad una corsa contro il tempo. Non si è mai abbastanza veloci e organizzati. Gente che sfrecciava a destra e a sinistra ed io imbambolata e totalmente imbranata. Ero davvero un pesce fuor d’acqua! Per fortuna trovai subito colleghi gentili e pazienti che mi accolsero bene sin da subito, facendomi sentire a mio agio. Sono stata fortunata. Mi affiancarono ad una giornalista, Lidia, molto in gamba; eravamo in sintonia e lo siamo ancora adesso. Mi sta insegnando molto, perché una cosa è certa: non si finisce mai di imparare. All’inizio mi occupai, più che altro, di fotocopie e fax, finché un giorno Lidia decise di affidarmi il mio primo articolo. Ero terrorizzata, sai? Per la prima volta non seppi davvero cosa scrivere. L’articolo in questione riguardava l'emancipazione delle donne, dall'Ottocento a oggi. Il mio primo articolo per un giornale così importante! Capisci caro diario? Ero così emozionata. A Lidia piacque molto ed io ne fui lusingata. Era solo l’inizio di tutto, di questa vita meravigliosa. Davanti ai miei occhi ci sono gli uomini più importanti della mia vita; mi sembra tutto un sogno. Se ripenso alla prima volta che vidi Jared; che situazione al limite dell’assurdo! Ora ci rido su, ma in quel momento mi sarei scavata una fossa da sola. Che spiritoso il ragazzo! Certo che è cambiato tantissimo da quel giorno e un po’ anche io. Non sono più così timida e poi ora sono una moglie e una mamma. Ma chi lo avrebbe detto! In così poco tempo la mia vita è cambiata totalmente. Sia io che Jared eravamo molto presi dalle nostre nuove attività, però devo essere sincera: il tempo per noi lo trovavamo sempre ed ora, con l’arrivo del nostro piccolo Jacob, ancora di più. Come ti stavo appunto dicendo, la sera in cui scoprii di essere incinta è stata talmente incredibile ed emozionante che solo a pensarci ho le lacrime agli occhi. Ma non tanto per l’emozione! Mi viene da piangere per le risate e ti spiego subito il perché... Quel giorno, il 10 di giugno (sai che mi piace essere precisa), io e Jared eravamo a cena. Erano giorni che insisteva nel portarmi in questo ristorante esclusivo e romantico. Non andavamo spesso a cena fuori, sai quanto mi piace cucinare, ma quando ci andava di passare una serata diversa frequentavamo sempre il Candle Cafe. Quella sera era davvero teso ed io non capivo il perché. Quando arrivammo a quel ristorante, rimasi a bocca aperta. Non era molto diverso dal mio adorato Candle Cafe. Era in una zona molto bella vicino Manatthan e anche questo locale aveva una deliziosa entrata con a lato una grande candela che fungeva da lampione, illuminando in maniera lieve l’ingresso. Di fianco non mancava una panchina con tutto intorno bellissimi boccioli di rosa che emanavano un piacevole profumo. Il cameriere di fronte alla porta d’entrata e vestito con una divisa impeccabile, ci invitava ad entrare accompagnandoci con un elegante gesto della mano e un lieve inchino. Una volta dentro rimasi letteralmente basita. «Ma Jared, non capisco...Questo ristorante è molto simile al Candle Cafe». Jared mi guardò divertito. «Dici bimba? Non ci avevo fatto caso, sai?», mi rispose con un tono di chi invece la sapeva lunga. Lo guardai corrucciata. «Dai vieni, diamo un’occhiata, mia piccola principessa curiosa». Lo seguii emozionata e curiosa di capire questa bizzarra situazione. Non potei non notare che nessuno stava cenando. Nessun cliente, ma solo bellissime rose dappertutto. Simile per molti aspetti al mio adorato Candle Cafe, ma più raffinato ed elegante. All’improvviso percepii un tonfo, mi girai nella direzione da cui proveniva e vidi due porte che si aprirono e il signor Donovan, il proprietario del Candle Cafe, uscire in maniera goffa, come sempre, a causa della sua mole. «Ben arrivati!», ci disse con molta enfasi. «Signor Donovan, non capisco», mi rivolsi a lui stringendogli forte la mano, prendendolo in contropiede prima che fosse lui a stritolarla. «Mia carissima Nora come puoi vedere mi sono ampliato. Ho deciso di aprire questo ristorante esclusivo. Visto che gli affari vanno a gonfie vele mi è sembrato giusto buttarmi. Mio fratello, essendo più giovane e inesperto, si occuperà del ristorante sulla 5° strada ed io di questo». Ero davvero felice per lui. «Ci siamo solo noi?», chiesi, girandomi verso Jared. «Piccola ho prenotato tutto il locale solo per noi stasera. Volevo farti una sorpresa e credo di esserci riuscito. Ero senza parole. Jared, soprattutto dopo la nascita di Jacob, riusciva a stupirmi in continuazione. Ricordo che lo abbracciai fortissimo saltandogli al collo e schioccandogli un sonoro bacio sulle labbra. Il signor Donovan ci guardava sorridente. Quando riuscii a staccarmi da lui cominciai a guardarmi intorno con più attenzione; era tutto davvero bello e romantico! Durante la cena osservavo Jared che mi sembrava piuttosto teso nonostante cercasse di non farlo notare, sfoggiando come sempre il suo bellissimo sorriso. Non diedi troppo peso alla cosa, pensai che fosse solo un po’ stanco per via del lavoro. Ad un certo punto, per essere precisa nell’istante in cui il cameriere adagiò con grazia la portata di fronte a me, una strana sensazione di malessere si fece sentire. Cominciai ad avere nausea e sudori freddi e Jared se ne accorse subito. «Che succede piccola? Ti senti male?». Si alzò dalla sedia e si avvicinò prontamente. Io continuavo a fissare il piatto contenente una deliziosa orata al forno con tanto di gustosi pomodorini, come sempre mi era piaciuta. Invece, in quel preciso momento, l’odore mi diede il voltastomaco. Mi alzai di scatto senza pensare ad altro che correre in bagno, mentre sentivo Jared venirmi dietro senza esitare neanche per un secondo. Grazie al cielo trovai subito la toilette, aprii la porta ringraziando mentalmente che ci fossimo solo noi nel ristorante per evitare la coda (si sa com’è quando si va al bagno delle donne, caro diario), mi inginocchiai alla linda tavoletta del water e vomitai l’anima. Tutto questo avvenne in pochi secondi, nonostante tutti gli innumerevoli pensieri che prepotenti mi scorrevano in testa. Non so spiegare bene ancora adesso il motivo della mia reazione post-nausea, ma non appena mi sentii un po’ meglio cominciai a piangere a dirotto. Forse farmi vedere da Jared in quelle condizioni mi imbarazzò molto, anche perché volevo essere sempre bella ai suoi occhi. Ancora adesso (nonostante mi senta uno zombie a causa delle notti in bianco con Jacob) mi dice che la mattina sono la creatura più dolce, bella e vera che abbia mai ammirato.... Non ci volle molte per capire quel che era successo in quel bagno...Solo un abbraccio...le sue braccia forti che mi stringevano e la sua voce carezzevole e intensa che non la smetteva più di dire «Ti amo». Tirò fuori una scatoletta dalla tasca della giacca e, questa volta, fu lui a farmi la proposta. Mai situazione mi è sembrata più romantica, nonostante il mio aspetto in quel momento non fosse certo dei migliori. :-) Ed eccoci qui, con il nostro cucciolo che dorme beato, la realizzazione del più grande sogno, caro diario... JARED Come si suol dire: Il giorno tanto atteso è arrivato... Il fatto è che questa è semplicemente una banale affermazione, perché per quanto mi riguarda ogni giorno passato accanto all'amore della propria vita, è un giorno tanto atteso. Mi guardo allo specchio cercando di sistemare alla bell' e meglio la cravatta ma mi tremano le mani. Sono cambiato, cambiato davvero...Da quando Nora è nella mia vita non solo mi sento una persona migliore (anche questa sarebbe un'affermazione troppo banale), è come se la mia anima fosse tornata al suo posto, dove dovrebbe essere sempre stata. Le ho chiesto di sposarmi, nonostante fosse stata lei a farmi per prima le proposta quella sera, davanti al Candle Cafe... Ora stiamo coronando il nostro sogno e, come se già non bastasse tanta felicità, aspettiamo il nostro bambino, il frutto del nostro amore e questa non è assolutamente una frase banale: è la pura e semplice verità. NORA Mi sudano le mani, ho anche un po' di nausea per via della gravidanza, sono pallida nonostante il trucco e il bellissimo vestito da sposa che indosso strizza le mi forme morbide da neo mamma. Potrei scoppiarci in questo vestito! Ma come diavolo ho fatto a prendere tre chili in due giorni? Semplice: mangio dolcetti continuamente! Se continuo così sembrerò una balena arenata! Emy è qui con me e mi consola, perché non si può essere brutte il giorno delle nozze. Qualsiasi sposa sembra una principessa, cavolo! Comunque, devo mantenere la calma. Mi metto le scarpe e ovviamente i miei piedi sembrano delle salsicce, ma pazienza...in fondo questo è un giorno speciale. «Sei bellissima Nora», mi dice la mia migliore amica. Le sorrido per tanta gentilezza e poi mi giro di nuovo di fronte allo specchio, accarezzo la mia enorme pancia nonostante sia solo di 4 mesi e, all'improvviso, ogni incertezza scompare...Sono davvero bellissima, sono davvero una principessa, ma, soprattutto, sono davvero felice. L'amore che proviamo io e Jared, l'uno per l'altra, è davvero forte e ci ha permesso di superare ogni ostacolo e ogni pregiudizio, perché l'amore, quello vero, non conosce limiti... Mi incammino verso l'altare, mio padre mi accompagna e commosso mi lascia andare...È tutto vero, non si tratta di un sogno. Siamo qui, gli amici e la famiglia ci guardano, Logan e Emy sono i nostri testimoni. Ci teniamo le mani e le stringiamo forte, una nell'altra. Solo uno sguardo e tutti i ricordi si riversano nella mia mente e mi fanno capire quando davvero ci meritiamo di essere felici, quanto davvero Jared sia l'uomo migliore che potessi incontrare. JARED Non sto sognando.Llei è davvero qui con me, è parte di me. Tutti i momenti bui della mia vita sono scomparsi nel momento in cui posai per la prima volta gli occhi su di lei. Tutte le incertezze e le basi per nulla solide che mi ero costruito, credendo fossero il meglio per me, si sono dissolte facendomi sprofondare..Ma Nora era lì e non ha permesso che io sprofondassi, mi ha teso la mano e io ho fatto l'unica scelta giusta nella mia discutibile vita: l'ho accolta. Ora siamo qui a scambiarci gli anelli e a prometterci amore eterno, ma lei non sa che il mio amore eterno già le era stato promesso nel momento in cui vidi per la prima volta i suoi bellissimi occhi color nocciola... Jared e Nora, dopo IL BELLO DI TE, una breve novella per voi lettrici che tanto mi avete sostenuta...Grazie di cuore...