RIFUGI ENERGIA PULITA - Accademia della Montagna

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RIFUGI ENERGIA PULITA - Accademia della Montagna
[
14 venerdì 21 marzo 2014
ALTA QUOTA]
a cura di Fabrizio Torchio
l'Adige
RIFUGI
Energia
pulita
Da quest’anno
una centralina
idroelettrica a minimo
impatto fornisce la
corrente al rifugio della
Sat al Mandron
UGO MERLO
L’
energia elettrica
ottenuta con la forza di
caduta dell’acqua è la
voce più importante tra
le energie rinnovabili,
che comprendono il fotovoltaico,
l’eolico e il geotermico: fornisce
circa il 15% dell’energia prodotta in
Italia. Le montagne del Trentino
sono segnate, nel paesaggio, dalla
presenza di impianti idroelettrici,
Città di Trento «fossil free»
comprendenti bacini di raccolta
dell’acque, condotte forzate e
centrali. Una energia pulita, poiché
non inquina l’atmosfera. Non
possiamo non osservare però, come
il paesaggio di alcune valli abbia
cambiato aspetto, anche in alta
quota, quando sono stati costruiti
dei bacini artificiali.
Ora nuove opere idroelettriche sulle
montagne del Trentino non se ne
progettano più, almeno di grandi
dimensioni. Si sono fermati negli
anni Sessanta del secolo scorso i
lavori per sfruttare le acque della
Presanella (di cui quest’anno ricorre
il 150° della prima salita) ai laghi di
Cornisello, ma sono visibili i resti
della funivia, che venne costruita
per il cantiere e che dalla piana di
Nambino saliva ai laghi. Altro segno
di quei lavori è la strada che gli
alpinisti usano per salire al rifugio
Segantini e alla Presanella da quel
versante. Oggi piccole centraline di
limitato impatto ambientale
possono permettere, con un
investimento che si recupera in
circa 20 anni, di avere dei rifugi
alpini non inquinanti. I rifugi
necessitano di energia elettrica, dati
i molti apparecchi elettrici utilizzati
nel loro esercizio. Un rifugio
moderno necessita di una potenza
che varia dai 10 ai 20 kW e, se
dotato di impianto idroelettrico
dimensionato per queste potenze,
con una piccola centralina, diventa
fossil free. E sarà un rifugio ad
emissioni zero il «Città di Trento» ai
2442 metri del Mandron, nel Gruppo
dell’Adamello, con la messa in
funzione, nella prossima stagione
alpinistica 2014, della nuova
centralina idroelettrica di cui è stata
NON SOLO LIBRI
Salgono
a otto
i rifugi Sat
a «zero
emissioni»
sui monti
del Trentino
Il Centro
studi
«Julius Payer»
nei pressi
del rifugio
Città di Trento
al Mandron
è dedicato
ai ghiacciai
e alle loro
dinamiche
dotata questa struttura della Sat in
alta Val Genova. La nuova centralina
permetterà al gestore di avere
energia elettrica per far funzionare
la cucina e i servizi e di illuminare il
rifugio. Si tratta di un piccolo
gioiello tecnologico che farà
risparmiare in termini di acquisto di
combustibile (gasolio) e di
trasporto in quota dello stesso. La
centralina del «Città di Trento» sarà
alimentata dalle acque deviate dal
lago Scuro. È la prima volta che si
preleva quest’acqua, con il
consenso del Parco Adamello
Brenta. L’iter per la concessione
delle acque era iniziato nel 2000 per
completarsi nel 2009, mentre i
lavori di costruzione della
centralina, che darà al Città di
Trento l’etichetta di «rifugio fossil
free» sono iniziati nel 2011 e si sono
conclusi la scorsa estate. Il «Città di
Trento» al Mandron è stato
costruito dalla Sat nel 1959 al posto
del Lepzigerhütte, il rifugio
costruito nel 1878 dagli alpinisti
della sezione Leipzig del DuOAV.
Passare da un generatore elettrico
mosso da un motore a gasolio ad
uno mosso dall’acqua significa non
immettere in atmosfera anidride
carbonica per circa di 18 mila
chilogrammi in un anno. La
centralina elettrica, che comprese le
opere idrauliche di presa dell’acqua,
i manufatti e l’adeguamento alle
normative dell’impianto elettrico
del rifugio, ha avuto un costo di
poco inferiore ai 400 mila euro,
fornirà allo stesso una potenza
massima di 20 kW, prodotta da un
alternatore trifase 230 - 400 V, 50 Hz.
La quota del prelievo dell’acqua è a
2.666 metri e la centralina si trova a
2.445 metri. Un salto, quindi, di 221
metri con due tubi del diametro di
100 millimetri, lunghi 900 metri, ed
una portata massima di 15 litri al
secondo. La centralina adotta una
tecnica particolare, in modo da
ridurre al minimo indispensabile il
prelievo di acqua dal lago Scuro
regolandolo con un sistema di
controllo elettronico. Il flusso di
acqua alla turbina varia in funzione
delle reali necessità energetiche del
rifugio. La turbina che fa girare
l’alternatore è una Pelton.
Solitamente, in centraline di questo
tipo ad acqua fluente, la portata è
fissa e costante. Con la messa in
funzione nel 2014 della centralina
idroelettrica del «Città di Trento»
salgono a otto i rifugi della Sat
dotati di produzione di energia
elettrica da fonti rinnovabili e
quindi pulita. Considerando la
situazione idrica di altre zone del
Trentino sarebbero possibili altre
Nuova guida di Cristiano Pastorello ed Eugenio Cipriani, 24 settori di arrampicata
«Monte Baldo rock», falesie fra Val d’Adige e il Garda
na folta schiera di
personaggi affolla le pagine
della storia alpinistica
scritta sulle pareti della Val
d’Adige veronese, fra Avio e la
gola di Ceraino, oltre che su quelle
del Baldo meridionale, fra Rivoli
Veronese, e Ferrara di Monte
Baldo. Una storia che continua su
centinaia di vie in decine di falesie
che, introdotte dalle pagine di
storia alpinistica, sono
accuratamente descritte in un
nuovo volume della collana
«Luoghi verticali» delle edizioni
Versante Sud. Parliamo di Monte
Baldo rock. Vie e falesie tra il Lago
di Garda e la Val d’Adige (288
pagine, 29 euro), di Cristiano
Pastorello ed Eugenio Cipriani, nomi
noti dell’arrampicata italiana. Il
U
La copertina del libro
primo, accademico del Cai,
presiede la «Libera associazione
alpinisti chiodatori». Il secondo giornalista e scrittore - ha nel suo
carnet qualcosa come 600 vie
nuove dalle Alpi al Mediterraneo,
oltre ad una cinquantina di
pubblicazioni. Come sulle falesie
del Lago di Garda «Qui si può
scalare praticamente tutto l’anno
sia su monotiri che su vie fino a
trecento metri di sviluppo - viene
ricordato nel libro - dal verde degli
olivi sino alle rocce dolomitiche
delle più alte vette baldensi. In
questo volume vengono descritte
24 falesie e 11 settori multipitch
per un totale di circa quarantamila
metri di arrampicata quasi tutti su
calcari “verdoniani” per solidità e
bellezza.
I climber più forti possono qui
“spellarsi i polpastrelli” su
monotiri e vie di più tiri con
difficoltà fino all’8b (e con
qualcosa di ancora più difficile da
liberare), mentre per gli amanti
del facile e del medio l’unico
problema sarà districarsi nella
scelta della falesia o della via
lunga più consona alle proprie
capacità e ai propri desideri». La
storia alpinistica, ricostruita da
Cipriani, parte dalla gola-palestra
di Ceraino e, attraverso la
«scoperta» delle falesie, si evolve
nelle difficoltà e nello stile, mentre
nelle pagine del volume, tra una
falesia e l’altra i protagonisti
«parlano» di loro stessi, delle loro
realizzazioni, delle loro
preferenze.
Il rifugio Città di Trento e sotto il vicino
centro studi Payer (foto F. Torchio)
e la Vedretta del Mandron nel 1905
realizzazioni di questo genere e con
un risparmio in termini ambientali
notevoli a fronte di investimenti
ammortizzabili in 15-20 anni senza
considerare che questi impianti,
opportunamente manutenzionati,
hanno una vita di 50 anni. I rifugi
della Sat dotati di centralina
idroelettrica sono i seguenti:
Giovanni Segantini in Val d’Amola
alla Presanella; Francesco Denza in
località Stavel alla Presanella; Silvio
Dorigoni in alta Val di Saent; Ottone
Brentari alla cima d’Asta; Torquato
Taramelli nel Gruppo dei Monzoni;
Val di Fumo; Sette Sella in Val del
Laner nel gruppo del Lagorai. In
attesa di concessione idrica il
«Dante Ongari» al Carè Alto.
Si ringrazia per la collaborazione
Paolo Scoz
BREVI DI MONTAGNA
FILMFESTIVAL A TENNA
A Tenna, questa sera, il film del
Trento Film Festival «Sentire il mio
passo sul sentiero» (Italia 2010,
50’), di Carlo Prevosti e Jacopo
Santambrogio viene proiettato alle
ore 20.30, al teatro parrocchiale
(ingresso libero).
POVO: ALESSANDRO BEBER
A Povo, stasera alle ore 20.45 al
Centro Civico, per la rassegna Sat
«Andrea Nichelatti», la guida alpina
Alessandro Beber presenta «Un
mondo da scalare»: avventure e
storie tra rocce e neve attraverso
filmati e un nuovo film presentato a
Cortina in Croda. Ingresso libero.
PERGINE: TOUBKAL
Questa sera alla Sat di Pergine
(via Filzi) proiezione di fotografie
della scalata «Cumbre de Toubkal»
(Alto Atlante, Marocco). Presenta
Germano Cecco, ingresso libero.
STELVIO: IL DIBATTITO
L’Accademia degli Accesi
organizza oggi, alle 5 nella Sala rosa
della Regione, in piazza Dante a
Trento, un incontro-dibattitto sul
tema «Il futuro del Parco Nazionale
dello Stelvio». Dopo i saluti
dell’assessore Michele Dallapiccola e
di Ferruccio Tomasi, relazioni di
Franca Penasa e Franco Pedrotti, poi
dibattito.
RADUNO DELL’ADAMELLO
La Sat Val Genova organizza,
sabato 22 e domenica 23 marzo
2014, il 33° Raduno internazionale
di scialpinismo della Val Rendena Gruppo Adamello (ritrovo a
Caderzone). Informazioni sul sito
www.satvalgenova.it.