La memoria a linea magnetostrittiva
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La memoria a linea magnetostrittiva
La memoria a linea magnetostrittiva La memoria a linea magnetostrittiva è basata sull’impiego di un filo di nichel alle cui estremità sono posizionate due bobine. L’informazione è immessa mandando impulsi elettrici, corrispondenti ai bit da registrare in successione, nella minuscola bobina di scrittura avvolta a una estremità del filo; per effetto magnetostrittivo l’impulso elettrico è trasformato in impulso meccanico che si propaga fino all’altra estremità occupando una piccola porzione del filo, pochi millimetri, in posizioni successive dall’inizio alla fine. Qui l’impulso meccanico è riconvertito in impulso elettrico dalla seconda bobina (di lettura) e l’informazione viene mantenuta reinserendola elettronicamente all’ingresso. Nel progetto della P101, la soluzione adottata per la memoria a linea magnetostrittiva di fatto fu più elaborata rispetto allo schema qui indicato, perché la lunghezza del filo necessaria per contenere la memoria richiesta per il funzionamento della macchina avrebbe provocato un’attenuazione eccessiva dell’impulso meccanico, impedendone la lettura alla bobina ricevente. La soluzione fu trovata utilizzando due tipi diversi di materiale: • la lega di nichel-acciaio per avere la massima efficienza nella trasformazione da impulso elettrico in meccanico e viceversa, utilizzata nelle bandelle che portano le bobine; • un filo di acciaio armonico (una corda da pianoforte per note alte) saldato alle bandelle per propagare l’impulso tra le bobine, così da assicurare la minor attenuazione possibile nella propagazione.