Casera Malins da Pradibosco

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Casera Malins da Pradibosco
Casera Malins da Pradibosco
Alpi Carniche
Difficoltà:
Attrezzatura:
Tempi:
Dislivello:
Cartografia:
Sentieri:
Punto di partenza:
E
Abbigliamento da montagna
ore 4,45 comprese soste
700 m compresi vari saliscendi
cartina nr. 1 Casa Ed.Tabacco
204A
pista di sci loc. Pradibosco / Val
Pesarina( mt 1150)
Escursione facile, su carrareccia forestale. Terreno ideale per escursione invernale con racchette da neve.
Panorami sulle Dolomiti Pesarine.
Percorrendo gran parte della Val Pesarina fino alla Località di Pradibosco, si lascia l’auto in un comodo
parcheggio in corrispondenza della breve pista di sci.
Da qui ha inizio il nostro itinerario seguendo il segnavia CAI 204A per Casera Malins (ore 2.20). Si segue la
strada carrareccia che dopo una curva a sinistra con leggera pendenza affianca il torrente Ongara che
attraversiamo con un facile guado o, in alternativa, tramite un comodo ponticello di legno. Il paesaggio si
presenta in veste tipicamente invernale anche se lo strato innevato è poco, e complice il freddo pungente il
ghiaccio sotto la neve ci avvisa che è meglio stare attenti a dove si mettono i piedi.
Continuamo a scendere ancora per un pò nello stupendo bosco di abeti fino a toccare il punto più basso
dell’escursione (mt. 1060) dove con una curva a destra si raggiunge un primo incrocio dove gireremo a
destra (lasciare sulla sinistra le indicazioni per casera Vinadiuta). Da qui in poi si comincia dolcemente a
salire sulla pista forestale che costeggia il Rio Malins che guadiamo la prima volta a quota 1175 in
corrispondenza di una briglia costruita per contenere le piene del rio. Il ghiaccio formatosi con il freddo
ricopre ogni cosa disegnando cristalli sulle pietre e sui rami mentre sulla strada resiste ancora un leggero
strato di neve che piacevolmente accompagna i nostri passi. Dietro di noi le montagne della Val Pesarina dal
Creton di Clap Grande alla cima di Rio Bianco alle Vette Nere e più a destra il Siera e la Creta Forata con la
omonima forcella. In lontananza si può scorgere il rifugio de Gasperi e sopra la Forca dell’Alpino.
Costeggiamo ancora il rio Malins fino ad un secondo guado coperto di ghiaccio che ci costringe a saltare tra
le pietre con un po di attenzione per poi abbandonarlo in corrispondenza del torrente Rioda che seguiamo
sempre su comoda pista coperta di neve. Alla nostra destra, salendo, possiamo notare i fianchi della Costa
di Rioda tormentati dall’erosione e dalle continue frane che si riversano sul greto. L’itinerario fin qui comodo
comincia ora a salire a tornanti abbandonando il torrente e tagliando le pendici del soprastante monte Malins
sempre su strada forestale fino ad aggirarlo completamente.
La pista risulta comoda anche se innevata e in alcuni tratti protetta da palizzate in legno. Fortunatamente la
neve non è molta e quindi l’attraversamento è privo di difficoltà. In corrispondenza di una ancona votiva
dedicata a Don Bosco la stradina cala quasi completamente la sua pendenza e dopo aver attraversato per
l’ultima volta il rio Malins ormai ridotto a piccolo torrente, tra le schiarite del bosco, si intravedono i pascoli di
casera Malins ormai prossima. Superato il torrente, con una brevissima salita si esce dal bosco che ci ha
accompagnato per quasi tutto il percorso e attraversando gli spazi aperti dei pascoli coperti a tratti da una
leggera coltre di neve con alcuni brevi tornanti si arriva al complesso di alpeggio di casera Malins (mt 1672).
La casera ci appare subito ottimamente ristrutturata, con le stalle dall’aspetto piacevolmente moderno pur
ben inserite nel contesto naturale dell’ambiente circostante. La casera è chiusa ma presenta un locale al
piano superiore accessibile e con alcuni posti letto e un altro locale aperto al piano terra a fianco del locale
principale. Non è possibile accendere un fuoco pertanto la breve sosta la facciamo sotto il pergolato con
tavolo e panche, però al freddo.
Comincia a scendere qualche leggero fiocco di neve che assieme all’immenso e spettacolare panorama
sulla Val Pesarina ci rapisce per alcuni istanti e ci fa per un momento dimenticare il freddo. Davanti a noi il
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Passo Elbel e il Passo Enghe, il campanile di Mimoias, tutta la catena delle dolomiti Pesarine, dietro il
Pieltinis, i pascoli spruzzati di neve che spaziano fino a Casera Rioda. Nel silenzio assoluto ammiriamo il
panoramacercando di immaginare lo stesso paesaggio come se fosse ricoperto completamente dalla neve.
Dopo alcuni scatti fotografici decidiamo per il ritorno per il medesimo itinerario.
COMMENTO : L’escursione si snoda in sostanza su pista forestale pertanto molto adatto ad escursioni
invernali, principalmente in stupendo bosco di abete rosso, con gratificante panorama finale dai pascoli della
casera. Vari attraversamento di greti dei torrenti. Non presenta alcuna difficoltà
Itinerari in zona
Dalla casera è possibile proseguire per il sentiero 204 che risale le pendici del monte Malins e completare un percorso ad anello
toccando casera Festons con i laghetti Morgenleit, e il sentiero 205 casera Rioda per scendere di nuovo a valle attraverso il ripido
sentiero che porta a casera Tamarut. Poco oltre l’albergo Pradibosco presso l’osteria Lavadin partono altri interessanti itinerari verso il
Campanile di Mimoias e il rifugio de Gasperi.
Notizie Utili
La Val Pesarina (Cjanâl Pedarç) è una delle sette valli della Carnia, si sviluppa per circa 20 km in direzione ovest-est. E'è attraversata
dal torrente Pesarina da cui prende il nome. È relativamente stretta e col greto ridotto al minimo: il versante nord è dominato dalle cime
dolomitiche dei monti Pleros (2314 m), Siera (2448 m), Clap Grant (2487 m) e Clap Pizzul (2463 m), che contrastano con le morbide e
arrotondate cime dei monti Forchia (1901 m), Pieltinis, Novarza a sud. La val Pesarina come tutte le valli della Carnia è ricca di
tradizioni culturali e folkloristiche ma è famosissima nel mondo per l’artiginato in particolare per la scuola dei maestri orologiai.
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