Scheda film - Cineteatro Baretti
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Scheda film - Cineteatro Baretti
IL CINEMA INVISIBILE AL BARETTI PORTOFRANCO PORTOFRANCO IL CINEMA INVISIBILE AL BARETTI Prossimi appuntamen : 9 aprile 2013 16.04.2013 COSA PIOVE DAL CIELO di Sebas án Borensztein [2011] 23.04.2013 IL TERRORISTA di Gianfranco Di Bosio [1963] avrai diri o a due ingressi rido per il film programmato il 13 e 14 aprile, in qualsiasi orario: QUARTET di Dus n Hoffman [Regno Unito, 98’, 2012] Sabato 13/4: ore 21.00 Domenica 14/4: ore 18.00 e 21.00 teatroBaretti 8-12 aprile, ore 10.30 13 e 14 aprile, ore 15.30 KITCHEN CIRCUS Una commis one tra teatro d’ombra e prosa, con un inedito ritmato e divertente in grado di accompagnare ragazzi e adul in un viaggio fantas co a raverso l’arte culinaria. Ingresso unico 3€ PORTOFRANCO è realizzato: Con il contributo di: Unicredit Group - Cineforum Circolo Torino In collaborazione con: Goethe Institut di Torino | Associazione culturale Russkij Mir | Wic.it - Web Image Communica ons | Libreria Therese Profumi per la mente | Archivio Nazionale Cinematografico della Resistenza | Rossorubino Con: Portofranco rispetta l'ambiente e sceglie la carta riciclata cineBaretti Consegnando questo depliant alla cassa HUNGER di Steve McQueen Michael Fassbender, Liam Cunningham, Stuart Graham, Brian Milligan, Liam McMahon Durata: 96 minu Genere: Dramma co Nazionalità: Regno Unito/Irlanda, 2008 Sceneggiatura: Enda Walsh e Steve McQueen Fotografia: Sean Bobbi Montaggio: Joe Walker Musiche: David Holmes e Leo Abrahams Premi: European Film Awards 2008: Prix Fassbinder | FesƟval di Cannes 2008: Caméra d’or | BriƟsh Independent Film Awards 2008: Premio Douglas Hickox per il miglior regista esordiente, miglior aƩore (Michael Fassbender), miglior contributo tecnico (Sean BobbiƩ) Via Baretti 4 - 10125 Torino - Tel./Fax 011 655187 www.cineteatrobaretti.it - [email protected] Sulla carta, quello di Hunger poteva rappresentare un debu o insolito per un personaggio proveniente dal mondo della video arte come Steve McQueen. Il film, infa , racconta della rivolta a uata nel carcere nordirlandese di Maze all’alba degli anni O anta, quando i detenu dell’IRA, per costringere il governo inglese a dargli lo status di prigionieri poli ci, diedero prima il via ad uno sciopero dell’igiene e successivamente, per inizia va di Bobby Sands Sands,, ad uno sciopero della fame che portò alla morte dello stesso Sands e di altri nove detenu . Ma, a dispe o del tema e a conferma del talento di chi siede dietro la macchina da presa , quello di McQueen non è un film “poli co” nel senso tradizionale del termine: perché, oltre che soffermarsi con estrema crudezza sulla crudeltà del personale carcerario britannico e sulla sofferenza fisica dei detenu , mira forse sopra ogni altra cosa al racconto di vicende umanissime e profondamente in me, quasi spirituali. Su tu e quella del Bobby Sands interpretato da Michael Fassbender, che, con una scelta narra va insolita e decisamente encomiabile, emerge come vero protagonista solo a film inoltrato. Una scelta che rappresenta solo uno dei mol spiazzamen messi in campo da McQueen, che per raccontare le sue storie di inquietan mor ficazioni fisiche e corporali si affida ad una forma cura ssima e raffinata ma assolutamente mai pa nata. McQueen sceglie coraggiosamente di introdurre il protagonista solo dopo ven cinque minu di film, nei quali si è concentrato su altri due detenu , quasi a voler so olineare quanto questa non sia solo la storia o la tragedia personale di Bobby Sands, ma di tan altri ragazzi come lui. Il regista sceglie un’obbie vità, un rigore clinico che risulta molto efficace nel calare lo spe atore nell’inferno del carcere e nelle vite di queste persone disposte a tu o, anche a morire, pur di raggiungere un ideale. Hunger è un film che a un realismo spietato e crudele, gelido eppure violen ssimo, riesce ad associare momen di eleva ssima astrazione visiva e cinematografica, culminando in un finale bellissimo e struggente che conferma la coerenza di un proge o negandone in apparenza quelli che erano state le sue colonne portan . Un finale nel quale al dolore tu o carnale, palpabile, di un Sands che muore di fame si affiancano le sue visioni astra e, in me e mai retoriche. Nel quale al deperimento del corpo si associa il viaggio metafisico dentro sé stessi, dalla spiritualità profonda e perversamente asce ca. Fassbender è eccezionale nel ruolo di Sands, e si capisce facilmente come mai sia esploso dopo questo film. Nel suo sguardo c’è una fermezza lucida, il suo corpo è un fascio di nervi e la dieta con cui è dimagrito per filmare la parte conclusiva del film farebbe invidia al miglior Chris an Bale. Sands diventa quasi un Cristo, ferito, avvolto in un lenzuolo e gracile come una piuma. Ma il pia o forte è un piano sequenza di diciasse e minu , in cui Sands parla con un prete (Liam Cunningham) e gli illustra il suo punto di vista, spiegando perché ha deciso per lo sciopero della fame. La scena è girata con la macchina da presa fissa, e per gli a ori è stata una bella sfida: Fassbender e Cunningham hanno addiri ura vissuto insieme per un periodo, nel quale la provavano dalle dodici alle quindici volte al giorno. Il risultato è una sequenza ipno ca e for ssima, biglie o da visita eloquente di un grande film. Al di là dei meri degli interpre e del regista che li dirige, questo momento inconsulto che spezza Hunger, nei suoi contenu e nel suo semplice essere, non fa altro che confermare la consapevolezza profonda di un autore e la coerenza di un film che trova nelle ambiguità e nelle contraddizioni le chiavi della sua innegabile potenza. Prossimo appuntamento: 16 aprile 2013 COSA PIOVE DAL CIELO Regia di Sebas án Borensztein [ Argen na, Spagna • 2011 • 93’ ]