Copertina 2_08:Copertina 1/08 - Istituto Italiano della Saldatura
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Copertina 2_08:Copertina 1/08 - Istituto Italiano della Saldatura
Istituto Italiano della Saldatura - Lungobisagno Istria, 15 - 16141 Genova (Italia) - Tariffa R.O.C.: "Poste Italiane SpA- Sped. A.P.-D.L.353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n.46) art.1 comma 1, DCB Genova" Tassa Pagata - Taxe Perçue ordinario - Contiene IP Bimestrale Marzo-Aprile 2008 ISSN:0035-6794 60 °a nn 1 9 4 8 od -2 i pu 0 0 60° bb 8 an 194 lica no 8 zio di p 20 ne ub 08 blic azi Organo Ufficiale dell’Istituto Italiano della Saldatura - anno LX - N. 2 * 2008 I n q u e s t o n u m e ro : Numero 2 2008 I l p r o c e s s o S y n c h r o n i ze d Ta n d e m W i r e We l d i n g a p p l i c a t o a l l a s a l d a t u r a d i l a m i e re s t r u t t u ra l i E s p e r i e n ze n e l l ' i s p e z i o n e e n e l l a m a n u t e n z i o n e d i s e r b a t o i d i s t o c c a g g i o d i p ro d o t t i p e t ro l i f e r i A pplicazione industriale p e r l a n a s t ra t u ra a d a l t o re n d i m e n t o con acciai austenitici a d a l t o t e n o re d i m o l i b d e n o Didattica I n t ro d u z i o n e a l l e p r i n c i p a l i s t r u t t u re c r i s t a l l i n e d e i m e t a l l i p u r i Impianti Messer per il taglio degli scafi e dei ponti della nave da crociera Ventura realizzata da Fincantieri SpA nel Cantiere di Monfalcone Mettetevelo in testa M 3M Speedglas™ Tecnologia all’avanguardia, design accattivante, eccezionale comfort, ideale ergonomicità, estrema leggerezza, alta traspirabilità, straordinaria resistenza, assoluta sicurezza, massima semplicità di funzionamento e manutenzione. 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E, forse, anche di più! Che poi, a ben pensarci, non è neppure moltissimo: uno stato di fatto generato dallo sviluppo tecnologico, soprattutto (ma non solo) nei settori della produzione, trasporti, comunicazione, informazione, che produce competizione. La globalizzazione può in parte essere gestita, certo non può essere fermata. Tutto qui! Sulla gestione della globalizzazione sono fiorite e stanno, tuttora, fiorendo numerose teorie. Tutte caratterizzate da più o meno evidenti tassi di colbertismo (da Colbert, il sovraintendente alle finanze di Luigi XIV, che teorizzò e felicemente applicò la protezione dell’industria nazionale mediante tariffe e dazi, ovvero il protezionismo). Da sempre, in buona sostanza e al di là 178 Riv. Ital. Saldatura - n. 2 - Marzo / Aprile 2008 di convinzioni ideologiche troppo marcate, i Governi hanno agito adottando comportamenti più o meno liberisti o protezionisti a seconda degli interessi immediati, dovendo confrontarsi nel breve con poteri economici e/o politici che difendevano posizioni di parte. Non è cambiato nulla. Anche oggi, sotto la spinta di interessi specifici, la teoria si frantuma in aree che afferiscono ad aspetti particolari. E non è quindi possibile affrontare il contesto con una visione d’insieme: bilanciando, ad esempio, le convenienze di produttori e consumatori, di impresa e lavoro, di pubblico e privato, e delle loro possibili combinazioni e aggregazioni. Per restare in un settore noto, non è vero che gli Italiani non vogliono più fare i saldatori. Non vogliono più farlo, con una ragionevole porzione di verità, per il livello di reddito che ne ricavano. In un mercato protetto dal punto di vista del lavoro, la legge della domanda e dell’offerta creerebbe un equilibrio nazionale. Che non si troverà finché saranno disponibili saldatori extracomunitari. Logica vorrebbe che gli imprenditori adottassero un atteggiamento liberista (come in realtà si verifica) e i sindacati un atteggiamento protezionista (come in realtà non si verifica come potrebbe). Ma se invece di lavoro, consideriamo i prodotti, allora gli imprenditori adottano posizioni protezionistiche e i partiti politici, nominalmente più attenti al sociale, posizioni più liberiste. Tutto ciò con buona pace di Adam Smith e di Ludwig Von Mises. E anche di Colbert. Non esistono dunque soluzioni? Esistono le soluzioni tipiche della specie umana. Parziali e di lungo periodo. D’altra parte, la complessità del problema è oggettivamente enorme. E neppure valutata a fondo nei suoi aspetti più ampi: la salvaguardia dell’ambiente, le risorse energetiche del pianeta, la crescita della popolazione umana, le disparità socio-economiche fra paesi industrializzati e quarto mondo, nonché posizioni religiose di non sempre facile integrazione. Tornando alla terra, la storia dell’economia insegna comunque che le tariffe ed i dazi sono sempre stati pagati dai consumatori non soltanto in termini diretti, come ovvio, ma anche in termini sociali. La storia dell’economia insegna anche che le azioni protezionistiche non hanno avvantaggiato, nei tempi lunghi, neppure i produttori che, se non altro, hanno perso capacità competitiva. La gestione della globalizzazione dovrebbe, pertanto, essere affrontata con strumenti indiretti, quali i supporti all’impresa (sgravi fiscali sugli investimenti, finanziamenti delle nuove tecnologie, realizzazione di infrastrutture, semplificazione burocratica e quant’altro di analogo) ed ai cittadini (servizi e salvaguardie sociali, formazione e riqualificazione, ecc.). In questo contesto di efficienza e di efficacia, la competenza in ogni settore acquista significato e la vecchia e mai smentita regola di Adam Smith, per cui sono ricche le Nazioni che hanno aggregato una quantità rilevante di competenza, risulta vincente. Quale volevasi dimostrare! Dott. Ing. Mauro Scasso Segretario Generale IIS ANNO LX Marzo-Aprile 2008 Pubblicazione bimestrale DIRETTORE RESPONSABILE: Ing. Mauro Scasso REDATTORE CAPO: Geom. Sergio Giorgi REDAZIONE: Sig.ra Deborah Testoni, P.I. Maura Rodella PUBBLICITÀ: Sig. Franco Ricciardi Organo Ufficiale dell'Istituto Italiano della Saldatura Abbonamento annuale 2008: Italia: .......................................... € 90,00 Estero: ........................................ € 155,00 Un numero separato: ................ € 20,00 La Rivista viene inviata gratuitamente ai Soci dell’Istituto Italiano della Saldatura. Direzione - Redazione - Pubblicità: Lungobisagno Istria, 15 - 16141 Genova Telefono: 010 8341333 Telefax: 010 8367780 e-mail: [email protected] web: www.iis.it Rivista associata Registrazione al ROC n° 5042 - Tariffa R.O.C.: “Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in Abbonamento Postale D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1 comma 1, DCB Genova” - Fine Stampa Aprile 2008 Aut. Trib. Genova 341 - 20.4.1955 Sommario Articoli 181 Il processo Synchronized Tandem Wire Welding applicato alla saldatura di lamiere strutturali - M. FERSINI, S. MATERA 191 Esperienze nell’ispezione e nella manutenzione di serbatoi di stoccaggio di prodotti petroliferi - F. BRESCIANI, F. PERI 203 Applicazione industriale per la nastratura ad alto rendimento con acciai austenitici ad alto tenore di molibdeno - L. POSSENTI, A. VOLPI, G. GALLAZZI 217 Influenza dei parametri del processo di brasatura sulle caratteristiche microstrutturali di giunti in leghe di rame - M. MERLIN et al. 231 Saldatura EBW di 4 differenti tipologie di contatti a radiofrequenza per il “Large Hadron Collider” (LHC) del CERN - G. BARBIERI, F. COGNINI, M. MONCADA 243 La metallografia ottica nello studio di cricche e tensioni nei giunti saldati P. PICCARDO, R. AMENDOLA 253 261 L’istituto non assume responsabilità per le opinioni espresse dagli Autori. La riproduzione degli articoli pubblicati è permessa purché ne sia citata la fonte, ne sia stata concessa l’autorizzazione da parte della Direzione della Rivista, e sia trascorso un periodo non inferiore a tre mesi dalla data della pubblicazione. La collaborazione è aperta a tutti, Soci e non Soci, in Italia e all’Estero. La Direzione si riserva l’accettazione dei messaggi pubblicitari. Ai sensi dell’art. 10 della Legge 675/96, i dati personali dei destinatari della Rivista saranno oggetto di trattamento nel rispetto della riservatezza, dei diritti della persona e per finalità strettamente connesse e strumentali all’invio della pubblicazione e ad eventuali comunicazioni ad esse correlate. International Institute of Welding (IIW) Notes on power efficiency in welding - SELECT COMMITTEE “ENVIRONMENT” IIS Didattica Introduzione alle principali strutture cristalline dei metalli puri Rubriche 269 Scienza e Tecnica L’importanza dei controlli ispettivi per la qualità e la durata delle superfici pitturate S. BOTTA 273 IIW-EWF Notizie 275 Salute, Sicurezza e Ambiente La normativa sull’esposizione professionale a campi elettromagnetici ed a radiazioni ottiche artificiali - T. VALENTE 277 Dalle Associazioni Costruire con l’Acciaio - I. DONISELLI 281 Dalle Aziende 289 Notiziario Letteratura tecnica Codici e norme Corsi Mostre e convegni 299 Ricerche bibliografiche da IIS-Data Corrosione da H2S 304 Elenco degli Inserzionisti Progetto grafico: Marcs & Associati srl - Rozzano (MI) Fotocomposizione e stampa:ALGRAPHY S.n.c.- Genova Tel 010 8366272, Fax 010 8358069 - www.algraphy.it 2 In copertina Nave da crociera Ventura La più grande nave da crociera realizzata da Fincantieri Spa presso il Cantiere Navale di Monfalcone che festeggia quest’anno i 100 dalla fondazione. Tutti i tagli per la realizzazione dello scafo sono stati realizzati mediante taglio plasma in acqua con potenze da 800 A. Le varie parti sagomate e con cianfrini variabili sono state realizzate con le teste da taglio Bevel tipo SKEW Rotator a rotazione infinita ed inclinazione da +50° a -50° brevettate da Messer. La gestione degli impianti è affidata al controllo numerico di nuova generazione Global Control. I ponti sono stati realizzati con la nuova linea Panel Line mediante saldature a tecnologie Fiber Laser Hybrid ed impianto Messer tipo Sicomat per grinding e asportazione del primer, marcatura inkjet multidirezionale, squadratura e taglio avente dimensioni 24x40 metri, progettato, realizzato e fornito da Messer Cutting & Welding, azienda fondata nel 1898 e che quest’anno festeggia i 110 anni di attività, rappresentata in Italia da Messer Griesheim Saldatura srl con sede in Milano. (Foto by courtesy of Fincantieri SpA) VENEZIA LIDO 21- 22 Maggio 2009 Seventh European Congress on Joining Technology Quinta Edizione delle Giornate Nazionali di Saldatura Il processo Synchronised Tandem Wire Welding applicato alla saldatura di lamiere strutturali (°) M. Fersini * S. Matera * Sommario / Summary Nell’ambito di un progetto di ricerca europeo, parzialmente finanziato dal Fondo di Ricerca per l’Acciaio (RFS-CR-03049), sono stati valutati i possibili benefici derivanti dall’utilizzo della tecnologia Synchronised Tandem Wire Welding (STW) applicata a lamiere strutturali in alternativa alle attuali tecniche ad arco. In particolare sono state investigate due tipologie di giunto saldato: giunti a T e giunti testa a testa di lamiere strutturali di grado S355 con spessori pari a 6 mm e 12 mm. Considerando le variabili caratteristiche del processo, in funzione anche della tipologia di torcia tandem, cioè di configurazione degli elettrodi variabile o fissa, è stata esaminata l’influenza della distanza tra gli elettrodi, dello stick-out, della tipologia d’arco e della velocità di saldatura sulle caratteristiche del processo. I giunti ottenuti sono stati confrontati con quelli prodotti con le tecnologie tradizionali in termini di deformazioni totali del giunto, integrità strutturale, analisi microstrutturale e prestazioni meccaniche (tenacità e resistenza a fatica). I risultati hanno mostrato che il processo STW è una tecnologia efficace per aumentare di circa il 50% sia la velocità di saldatura, a parità di penetrazione, sia la quantità di metallo depositato rispetto alla saldatura GMAW con un apporto termico poco superiore, ma relativamente contenuto (1 kJ/mm). Tali condizioni operative hanno consentito di mantenere un livello di qualità (EN ISO 5817 livello di qualità B) ed integrità strutturale dei giunti, comparabili con quelli dei giunti saldati GMAW e SAW, nonché significative riduzioni delle distorsioni. Inoltre, anche la resistenza a fatica dei giunti realizzati STW è risultata in conformità con la classe di riferimento (giunto testa a testa, FAT 100). (°) Memoria presentata alle Giornate Nazionali di Saldatura 4 - Workshop: “Sviluppi e tendenze dei processi di saldatura tradizionali” - Genova, 25-26 Ottobre 2007. * Centro Sviluppo Materiali S.p.A. - Roma. The objective of the project (RFS-CR-03049), partially supported by Research Fund for Coal and Steel, was to explore and quantify the benefits of Synchronised Tandem Wire Welding (STW) applied to structural steels as alternative technology to established arc welding technologies. T-joints and butt joints of 6 mm and 12 mm steel grade S355 plates have been investigated using two different types of welding gun configuration, i.e. fixed electrodes and variable electrodes configuration. The influence of electrodes distance, stick-out, arc types and welding speed has been examined. The optimised joints have been characterized in terms of structural integrity, microstructure, mechanical performance (impact fracture toughness, fatigue resistance), total deformation and compared to traditional arc welding joints. STW technology allowed to increase of about 50% both welding speed, at the same penetration, and deposited metal compared to GMAW with a not much greater heat input (1 kJ/mm) maintaining the same level of joint quality (EN ISO 5817 quality level B) and structural integrity with a reduction of joint distortion. In addition fatigue resistance of STW joints was in compliance with the requirement (FAT Class 100 MPa). Keywords: Arc welding; butt joints; carbon manganese steels; comparisons; GMA welding; mechanical properties; microstructure; process parameters; research and development; speed; stickout; submerged arc welding; T joints; tandem welding; torches. Riv. Ital. Saldatura - n. 2 - Marzo / Aprile 2008 181 M. Fersini e S. Matera - Il processo Synchronised Tandem Wire Welding applicato alla saldatura di lamiere strutturali Introduzione La crescente richiesta di un processo di saldatura che garantisca un’ottima qualità di giunzione, consentendo contemporaneamente di aumentare la produzione e di ridurre i costi, ha reso il processo Synchronised Tandem Wire Welding (STW) particolarmente competitivo in vari campi di applicazione industriale. Infatti, il processo STW, basato sulla tecnologia di saldatura ad arco per fusione simultanea di due fili elettrodo, è un modo efficace per aumentare la velocità di saldatura, a parità di penetrazione, e la quantità di metallo depositato nella saldatura GMAW con il vantaggio di un apporto termico relativamente contenuto [1]. In generale, nel processo STW, i due fili elettrodo vengono alimentati da due generatori attraverso due punte di contatto separate ed isolate elettricamente (torcia tandem). I due generatori, con capacità di corrente tipicamente compresa tra 400 A e 600 A, sono controllati e regolati separatamente dal proprio microprocessore e lavorano secondo il principio di “master” e “slave” mediante un sistema di controllo ed una unità di sincronizzazione. Attraverso tali dotazioni, il sistema di controllo, oltre a realizzare una sincronizzazione dei due elettrodi, spesso necessaria affinché i due fili vengano fusi nel medesimo bagno di fusione e nella stessa atmosfera di gas protettivo, minimizza gli effetti dell’instabilità derivanti dall’attrazione reciproca dei due archi ravvicinati. Nell’ambito di un progetto di ricerca europeo, parzialmente finanziato dal Fondo di Ricerca per l’Acciaio (RFS-CR-03049) [2], è stata condotta un’indagine esplorativa al fine di ottimizzare le condizioni operative del processo STW per la realizzazione di giunti di lamiere strutturali in acciaio di grado S355. Inoltre è stato effettuato un controllo dell’integrità strutturale e metallurgica dei giunti attraverso una caratterizzazione delle difettosità, una misura delle distorsioni, analisi metallografiche e prove meccaniche per la valutazione della tenacità e del comportamento a fatica. Dall’analisi di confronto con i giunti saldati ad arco (GMAW, SAW), sono stati valutati i possibili benefici in termini di miglioramento qualitativo dei giunti STW ed i vantaggi in termini di produttività derivanti dall’utilizzo del processo in applicazioni strutturali, in alternativa alle attuali tecnologie ad arco. grado S355 con spessori pari a 6 mm e 12 mm. La composizione chimica e le principali proprietà strutturali dell’acciaio sono riportate nella Tabella I. I giunti sono stati realizzati mediante saldatura ad arco convenzionale (GMAW, SAW) e STW utilizzando come elettrodo il filo di diametro 1.2 mm (ESAB Autrod 12.64, Tab. II), mentre come gas di protezione, previa un’opportuna selezione, una miscela Ar+8% CO2. Nella Tabella II sono riportate le specifiche dell’elettrodo di consumo utilizzato. Nel caso della saldatura SAW l’elettrodo di consumo è stato un filo di diametro 3.25 mm (Oerlikon SD3) ed il flusso OP121TT. La saldatura GMAW (singolo filo) è stata realizzata presso l’Istituto Tecnologico NIMR (Delft, NL), utilizzando un generatore digitale Migatronic FLEX 4000 (inverter). La saldatura SAW è stata realizzata da CORUS (Rotherham, UK) utilizzando un generatore ESAB LAD 1400 con sistema di controllo ESAB A6. Il processo STW Una indagine sperimentale preliminare è stata condotta mediante riporto di cordoni su lamiera (bead on plate) con lo scopo di determinare i principali parametri geometrici (Fig. 1) che influenzano il comportamento degli archi elettrici e la stabilità del processo. La torcia tandem per la saldatura MIG/MAG può essere configurata, a seconda della scelta dei parametri geometrici, in diverse modalità come è schematicamente illustrato nella Figura 1. Sperimentazione L’attività sperimentale consiste nella realizzazione di due tipologie di giunto saldato: giunti a T e testa a testa di lamiere strutturali in acciaio C-Mn di TABELLA I - Composizione chimica nominale e proprietà meccaniche delle lamiere in acciaio di grado S355. Acciaio Grado S355 N° ident. Spessore (mm) H4H10 H4H11 Composizione chimica % Proprietà meccaniche C Mn Si S P Ceq YS MPa UTS MPa Al (%) 6 0.14 1.00 0.03 0.009 0.02 0.32 471 595 20 12 0.12 1.37 0.35 0.007 0.02 0.35 499 601 16 TABELLA II - Composizione chimica nominale e proprietà del filo ESAB Autrod 12.64 (φ =1.2 mm). Classificazione Composizione AWS A5.18 ER70S-6 182 Riv. Ital. Saldatura - n. 2 - Marzo / Aprile 2008 tipica C 0.1 Mn 1.7 Si Proprietà meccaniche 1 YS 525 MPa UTS 595 MPa allungamento 26 % Charpy-V 90 J a t = -20°C M. Fersini e S. Matera - Il processo Synchronised Tandem Wire Welding applicato alla saldatura di lamiere strutturali Spaziatura centrale tra gli elettrodi (Z) Lunghezza della punta di contatto (κ) Stick-out (distanza della punta di contatto dal pezzo di lavoro) (s) Inclinazione punta di contatto principale (leading) (α) Inclinazione della punta di contatto posteriore (trailing) (β) Spaziatura delle punte di contatto (δ) Figura 1 - Schema dei parametri geometrici della torcia tandem. A seconda della spaziatura centrale tra gli elettrodi (Z), l’inclinazione delle punte di contatto (α , β), lo stick-out (s) (distanza della punta di contatto dal pezzo di lavoro), la spaziatura delle punte di contatto (δ) possono essere variati. Nella sperimentazione sono state utilizzate torce tandem di differenti for- (a) nitori (CLOOS, ESAB, Fronius) con due differenti geometrie come illustrato nella Figura 2. Nel caso della torcia tandem CLOOS e Fronius la configurazione degli elettrodi è fissa (6 e 7 mm spaziatura delle punte di contatto con valore di stick-out selezionato pari a 20 mm), mentre nel caso della torcia tandem ESAB la spaziatura delle punte di contatto può essere variata (tra 5 e 20 mm con valore di stick-out selezionato pari a 20 mm). Nel secondo caso, dopo alcune prove, è stata selezionata la configurazione geometrica con la più ampia spaziatura delle punte di contatto (20 mm). Le apparecchiature utilizzate per la saldatura STW sono illustrate nella Figura 3. Un esempio di modalità di trasferimento del metallo nel processo tandem è mostrato nella Figura 4. È possibile notare la tendenza di una migrazione del metallo trasferito verso il centro del (b) Figura 2 - Differenti tipologie di torce tandem: (a) CLOOS con configurazione degli elettrodi fissa; (b) ESAB con configurazione degli elettrodi variabile. (a) (b) (c) Figura 3 - Apparecchiature STW utilizzate: (a) Fronius (CORUS, Rotherham UK); (b) ESAB (KIMAB, Stockholm SW); (c) CLOOS (NIMR, Delft NL). Riv. Ital. Saldatura - n. 2 - Marzo / Aprile 2008 183 M. Fersini e S. Matera - Il processo Synchronised Tandem Wire Welding applicato alla saldatura di lamiere strutturali 333.0 ms 333.8 ms 334.2 ms 334.6 ms 335.4 ms 335.6 ms 336.2 ms 337.0 ms Direzione saldatura Figura 4 - Immagine ad alta velocità del processo STW con spaziatura delle punte di contatto corta (5-6 mm) utilizzando arco pulsato. bagno fuso per l’effetto della forza di attrazione tra gli archi. Nella saldatura STW, la spaziatura delle punte di contatto (δ), combinata alla tipologia dell’arco (short, spray, pulsato, pulsato con sincronizzazione) risultano essere importanti sia per la stabilità dell’arco sia per la scelta dei parametri di saldatura. Risulta infatti che, nel caso della configurazione degli elettrodi fissa, con δ=5÷6 mm (Fig. 2a), è raccomandata la saldatura ad arco pulsato per entrambi gli elettrodi. Inoltre, un sensibile miglioramento in termini di stabilità dell’arco e riduzione degli spruzzi può essere realizzato con archi pulsati combinati alla sincronizzazione antifase (Fig. 5a). Nel caso della configurazione ad elettrodi variabile, selezionando una spaziatura delle punte di contatto ampia (δ=20 mm), l’effetto di attrazione risulta molto debole, pertanto tutte le tipologie d’arco, anche in assenza di sincronizzazione, possono essere utilizzate raggiungendo in uguale misura una ottima stabilità dell’arco e del bagno fuso. Inoltre, bilanciando adeguatamente la pressione degli archi, lo stick-out (s), l’inclinazione della punta di contatto principale (α) e la velocità, è possibile ottenere risultati soddisfacenti in termini di penetrazione, distorsioni e qualità del fuso. I principali parametri geometrici ed operativi, ottimizzati nelle condizioni di spaziatura delle punte di contatto ampia (δ> 15 mm) e spaziatura delle punte di contatto corta (δ< 10 mm), sono riassunti nella Tabella III. Lo stick-out (s) deve crescere con l’aumentare di (δ) passando da un valore di 20 mm nel caso di δ<10 mm ad un valore massimo di 30 mm nel caso di δ>15 mm; al di sopra di tale valore problemi d’instabilità possono sorgere nel bagno di fusione. Un parametro operativo rilevante è la corrente massima raggiungibile che, nel caso di δ>15 mm, risulta essere circa 100 A superiore a quella nel caso di δ<10 mm (500 A contro 400 A). Realizzazione dei giunti di lamiere strutturali Per la realizzazione dei giunti di lamiere in acciaio strutturale grado S355 mediante saldatura STW, sono state condotte una serie di prove variando alcune condizioni operative, quali ad esempio la tipologia dell’arco (short, spray, pulsato, pulsato con sincronizzazione) e la velocità di saldatura, al fine di individuare le condizioni ottimali in termini di stabilità TABELLA III - Parametri geometrici ed operativi per le differenti tipologie di torce tandem. Parametri o specifiche Spaziatura delle punte di contatto δ δ > 15 mm δ < 10 mm ≤ 35º ≤ 25º tutte le tipologie d’arco sono applicabili combinazioni applicabili: pulsato + pulsato; spray + spray; spray + pulsato applicabile ma non necessaria necessaria stick-out s ≤ 30 mm ≤ 20 mm corrente I < 500 A ≤ 400 A alta capacità di penetrazione comparabile con MAG convenzionale inclinazione della punta di contatto principale (α) modalità di trasferimento del materiale d’apporto sincronizzazione penetrazione 184 Riv. Ital. Saldatura - n. 2 - Marzo / Aprile 2008 M. Fersini e S. Matera - Il processo Synchronised Tandem Wire Welding applicato alla saldatura di lamiere strutturali (a) (b) Figura 5 - Processo STW con spaziatura delle punte di contatto corta (5-6 mm): andamento della tensione dell’arco pulsato sincronizzato; (a) sincronizzazione antifase (180°); (b) sincronizzazione in fase. di processo, penetrazione, riduzione delle distorsioni e produttività. Le condizioni operative ottimizzate per la saldatura STW e ad arco convenzionale (GMAW, SAW) sono riportate nella Tabella IV. Le lamiere di spessore 6 mm, nella configurazione di giunto a T, sono state saldate nelle condizioni di parziale penetrazione (T fillet) ed a piena penetrazione. Per i giunti testa a testa di spessore 12 mm, la preparazione dei lembi, schematicamente raffigurata nella Tabella IV (cianfrino ad X avente spessore al centro 3 mm e preparazione V a 60° asimmetrica con 3 mm e 6 mm di profondità nei rispettivi lati), consente una minimizzazione della distorsione ed il raggiungimento di un’alta velocità di saldatura. Caratterizzazione e qualifica meccanica dei giunti Sono state condotte una serie d’indagini volte alla caratterizzazione (esami radiografici, metallografia, misure di durezza) ed alla qualifica meccanica (tenacità, resistenza a fatica) dei giunti saldati con la tecnica STW al fine di valutarne l’integrità strutturale e le prestazioni. Come riferimento di confronto sono state inoltre caratterizzati e qualificati i giunti realizzati con le tecniche ad arco convenzionali (GMAW, SAW). Dai giunti sono state prelevate alcune sezioni trasversali. I saggi così campionati sono stati poi sottoposti a preparazione metallografica ed attacco chimico (Nital 3%). Nelle Figure 6 (a) e (b) sono mostrate le macrografie del giunto testa a testa e del giunto a T saldati STW. TABELLA IV - Giunti di lamiere in acciaio strutturale grado S355. Condizioni operative utilizzate per la saldatura ad arco convenzionale (GMAW, SAW) e saldatura a doppio elettrodo (STW). Tipologia di giunto Fillet weld (T joint) 6 mm thick Butt joint 12 mm thick Parametri di saldatura Processo di saldatura Spaziatura delle punte di contatto δ Tipologia d’arco velocità (cm/min) I (A) U (V) GMAW --- pulsato 60 313 26 STW δ >15 mm pulsato+pulsato non sincr. 140 370/372 33/37 STW δ <10 mm pulsato+pulsato sincr. antifase 120 287/289 25/24 SAW --- --- GMAW --- pulsato STW δ >15 mm pulsato+pulsato non sincr. STW δ <10 mm pulsato+pulsato sincr. antifase top 101 750 36 root 101 600 30 top 60 317 29 root 107 317 28 top 140 428/294 -/- root 200 406/243 -/- top 120 332/343 31/30 root 154 339/336 31/30 Riv. Ital. Saldatura - n. 2 - Marzo / Aprile 2008 185 M. Fersini e S. Matera - Il processo Synchronised Tandem Wire Welding applicato alla saldatura di lamiere strutturali (a) (b) (c) (d) Figura 6 - Macrografia in sezione trasversale di giunti di lamiere strutturali in acciaio di grado S355 realizzati mediante saldatura STW: (a) giunto testa a testa spessore 12 mm; (b) giunto a T a piena penetrazione spessore 6 mm + 6 mm; (c) microstruttura ZF; (d) microstruttura ZTA (CGHAZ). La qualità della geometria del cordone di saldatura e il livello delle difettosità (livello di qualità B [3,4]) risultano accettabili per entrambi i giunti. Nelle Figure 6 (c) e 6 (d) sono mostrate le microstrutture osservate in zona fusa (ZF) ed in zona termicamente alterata (ZTA) a grano grossolano (CGHAZ). La ZF (Fig. 6c) mostra la presenza di ferrite aciculare molto fine con ferrite Widmanstätten al bordo dei grani austenitici colonnari. La CGHAZ (Fig. 6d) presenta invece una microstruttura mista composta principalmente da bainite e ferrite aciculare. Tali microstrutture sono simili a quelle osservate nel processo di saldatura GMAW. Nella Tabella V sono riportati i risultati della prova di durezza [5,6] effettuata sui giunti a T. Si nota che, in entrambi i pro- 186 Riv. Ital. Saldatura - n. 2 - Marzo / Aprile 2008 cessi di saldatura GMAW ed STW, la ZF e la ZTA sono in condizione di “overmatching” (valori di durezza superiore in zona fusa rispetto al materiale base) con livelli di durezza in conformità (valore max 245 HV 10 ) con i requisiti previsti dalla normativa [5] (massimo valore di durezza accettabile 380 HV10). Per la valutazione della tenacità dei giunti testa a testa sono state condotte prove di resilienza su provetta Charpy-V a varie temperature [7,8]. Nella Figura 7 sono mostrati gli andamenti dell’energia assorbita dalla ZF e dalla ZTA in funzione della temperatura. Dalla Figura 7 è evidente che non si sono riscontrate significative differenze tra le curve di resilienza dei giunti di tipo GMAW (Fig. 7a) e STW (Fig. 7b). Per la valutazione della resistenza a fatica dei giunti sono state determinate le curve Δσ – N (curva di Wöhler) [9]. Nelle curve Δσ – N mostrate nella Figura 8 è indicato, come valore della resistenza a fatica, l’ampiezza della sollecitazione a 2⋅10 6 con probabilità di rottura al 50%, e la curva di progetto con pendenza K=3 e classe di riferimento FAT 100 MPa(1). In entrambi i casi di saldatura GMAW e STW (Figg. 8a - 8b) le rispettive pendenze (K=4) sono in conformità con la curva di progetto e i valori di resistenza a fatica, rispettivamente 150 MPa e 160 MPa, risultano superiori al valore della classe di riferimento (FAT 100). (1) Giunto di testa trasversale, angolo al piede di saldatura ≤ 30°. M. Fersini e S. Matera - Il processo Synchronised Tandem Wire Welding applicato alla saldatura di lamiere strutturali TABELLA V - Risultati della prova di durezza sui giunti a T di lamiere strutturali in acciaio di grado S355. Misura di durezza Schema indentazioni Giunzione A MB Processo saldatura ZTA ZF Giunzione B Radice ZTA ZF Radice N° HV10 N° HV10 N° HV10 N° HV10 N° HV10 N° HV10 N° HV10 GMAW STW Discussione Nel processo STW, l’utilizzo delle varie tipologie di arco dipende dalla torcia tandem, a seconda della confi- 1 164 1 214 1 226 1 203 1 217 1 222 1 207 2 163 2 202 2 223 2 208 2 203 2 225 2 216 3 163 3 188 3 225 3 202 3 191 3 220 3 198 1 208 1 230 1 247 1 222 1 220 1 240 1 219 2 208 2 222 2 241 2 228 2 213 2 242 2 228 3 210 3 221 3 246 3 219 3 202 3 242 3 227 gurazione ad elettrodi variabile o fissa. Nel primo caso, la spaziatura delle punte di contatto ampia (δ> 15 mm) consente un maggiore flessibilità nell’uso di short arc, spray arc ed arco (a) pulsato anche in assenza di sincronizzazione. Invece, nel secondo caso con una spaziatura delle punte di contatto corta (δ< 10 mm), la tipologia d’arco viene ristretta solamente all’arco (b) GMAW STW ZF ZTA Energia (J) Energia (J) ZF ZTA Temperatura (°C) Temperatura (°C) Figura 7 - Curve di resilienza di giunti testa a testa di lamiere strutturali spessore 12 mm in acciaio di grado S355: (a) saldatura GMAW; (b) saldatura STW. (b) STW Ampiezza di sollecitazione Δσ MPa GMAW Ampiezza di sollecitazione Δσ MPa (a) Cicli a rottura Nt Cicli a rottura Nt Figura 8 - Curva Δσ - N di giunti testa a testa di lamiere strutturali spessore 12 mm in acciaio di grado S355: (a) saldatura GMAW; (b) saldatura STW. Riv. Ital. Saldatura - n. 2 - Marzo / Aprile 2008 187 M. Fersini e S. Matera - Il processo Synchronised Tandem Wire Welding applicato alla saldatura di lamiere strutturali pulsato con l’uso della sincronizzazione, al fine di evitare l’instabilità reciproca degli archi per l’effetto dell’interazione tra i medesimi. La torcia tandem con configurazione ad elettrodi fissa, inoltre, pone dei limiti importanti su alcuni parametri operativi di saldatura. Risulta infatti che l’uso dell’arco pulsato limita la velocità del filo, mentre la spaziatura delle punte di contatto corta limita l’intensità della corrente con effetti sulla capacità di penetrazione. Nella saldatura di giunti a T e giunti testa a testa di lamiere strutturali in acciaio grado S355, di spessore 6 mm e 12 mm rispettivamente, il processo STW, per entrambe le tipologie di torcia, può essere realizzato, a parità di penetrazione, con una velocità di saldatura ed intensità di corrente superiore rispetto ai processi di saldatura convenzionali (GMAW, SAW). L’incremento della velocità, ed in misura similare della corrente, non comporta una variazione efficace dell’apporto termico. Nella Tabella VI, ad esempio, sono riportati i valori dell’apporto termico valutati nei differenti processi di saldatura. Nel caso del processo tandem, l’apporto termico totale è stato calcolato come la somma dei singoli apporti termici dei due fili assumendo un’efficienza termica unitaria per entrambe le sorgenti. Si nota che i valori dell’apporto termico del processo STW, compresi nell’intervallo 0.80 kJ/mm e 1.1 kJ/mm, risultano di poco superiori ai valori del processo GMAW (0.70 kJ/mm e 0.80 kJ/mm). Comunque, tale incremento nell’apporto termico non comporta significative variazioni microstrutturali; risulta infatti, sia in ZF sia in ZTA, una microstruttura mista con ferrite aciculare prevalente (Fig. 6), tipica del processo GMAW. Una comparazione tra la produttività del processo di saldatura ad arco convenzionale (GMAW, SAW) e del processo di saldatura STW nelle due tipologie di torcia tandem (spaziatura delle punte di contatto δ<10 mm e δ>15 mm) è stata condotta mettendo a confronto la velocità di saldatura e la quantità di materiale d’apporto (Fig. 9). La comparazione ha reso evidente una maggiore produttività del processo STW rispetto ai processi ad arco convenzionale. Infatti, la velocità di saldatura del processo STW, 170 cm/min e 140 cm/min rispettivamente per i giunti testa a testa e a T, risulta circa il 50% superiore rispetto al processo GMAW, 83 cm/min e 60 cm/min. Inoltre, considerando la velocità di deposizione del filo, superiore anch’essa di circa il 50%, nel processo STW si può raggiungere un incremento della produttività dal 50% sino al 100% rispetto ai processi ad arco convenzionali. La condizioni operative della saldatura STW, ottimizzate per una maggiore produttività, hanno consentito, comunque, di mantenere un livello di qualità ed integrità strutturale dei giunti, comparabile con quello dei giunti saldati GMAW, SAW. Inoltre, sono state misurate significative riduzioni delle distorsioni associate al processo di giunzione. Infine, la resistenza a fatica dei giunti realizzati STW risulta in conformità con la classe di riferimento (giunto testa a testa, FAT 100). Conclusioni Nel processo di saldatura STW la tipologia di torcia tandem, a seconda della configurazione degli elettrodi variabile o fissa, è risultata importante per l’utilizzo dei vari tipi di arco. Nel primo caso, la spaziatura delle punte di contatto ampia consente un maggiore flessibilità nell’uso di short arc, spray arc ed arco pulsato, anche in assenza di sincronizzazione. Invece, nel secondo caso con spaziatura delle punte di contatto corta, la tipologia d’arco viene ristretta solamente all’arco pulsato con l’uso della sincronizzazione. TABELLA VI - Valutazione dell’apporto termico per i differenti processi di saldatura. Apporto Termico Tipologia di giunto a T ( 6 mm) Processo di saldatura velocità (cm/min) I (A) U (V) Q (kJ/mm) GMAW 60 313 26 0.81 STW δ>15 mm 140 370/372 33/37 1.11 STW δ<10 mm 120 287/289 25/24 0.70 top 101 750 36 1.60 root 101 600 30 1.07 top 60 317 29 0.92 root 107 317 28 0.50 top 120 332/343 31/30 1.03 root 154 339/336 31/30 0.80 SAW testa a testa (12 mm) GMAW STW δ<10 mm 188 Riv. Ital. Saldatura - n. 2 - Marzo / Aprile 2008 Velocità di saldatura (cm/min) (a) (b) 200 SAW GMAW STW δ < 10 mm STW δ > 15 mm 180 160 140 120 100 80 60 40 Giunto a T (6 mm) Giunto testa a testa (12 mm) Velocità di deposizione del filo ( kg/h) M. Fersini e S. Matera - Il processo Synchronised Tandem Wire Welding applicato alla saldatura di lamiere strutturali GMAW STW δ < 10 mm STW δ > 15 mm 15 10 5 0 Giunto a T (6 mm) Giunto testa a testa (12 mm) Figura 9 - Confronto della produttività dei processi di saldatura ad arco utilizzati per la realizzazione di giunti di lamiere in acciaio S355: (a) velocità di saldatura; (b) velocità di deposizione del filo (densità del filo 7800 kg.m-3). I risultati ottenuti nella realizzazione di giunti di lamiere in acciaio strutturale S355, hanno mostrato che il processo STW è una tecnologia efficace per aumentare di circa il 50% sia la velocità di saldatura, a parità di penetrazione, sia la quantità di metallo depositato rispetto alla saldatura GMAW con un apporto termico poco superiore, ma relativamente contenuto (1 kJ/mm). Tali condizioni operative hanno consentito, comunque, di mantenere un livello di qualità (livello B) ed integrità strutturale dei giunti, comparabile con quello dei giunti saldati GMAW, SAW, nonché significative riduzioni delle distorsioni. Inoltre, anche la resistenza a fatica dei giunti realizzati STW risulta in conformità con la classe di riferimento (giunto testa a testa, FAT 100). In generale, i risultati ottenuti hanno confermato che il maggior beneficio derivante dall’utilizzo della tecnica STW è quello dell’incremento della produttività (dal 50% fino al 100%) associato ad una riduzione delle deformazioni, senza produrre peggioramenti nel comportamento meccanico del giunto in confronto ai processi tradizionali. Bibliografia [1] [2] [3] [4] [5] [6] [7] [8] [9] Kreindl J.: «Time Twin, Saldatura GMA ad alta velocità con due fili elettrodo», Workshop “Nuove Tecnologie e Nuovi Processi di Saldatura”, Genova. Thomson A., Fersini M.: «Improving the competitiveness of the european steel fabrication industry using Synchronised Tandem Wire Welding technology - SYNFAB», RFS-CR-03049 Final Report to be published (2006). UNI EN ISO 6520-1 (2001). UNI EN ISO 5817 (2003). UNI EN ISO 15614-1 (2005). UNI EN 1043-1 (1997). UNI EN 10045 (1992). UNI EN 875 (1997). IIW Recommendations on fatigue of welded components, IIW XII/1539/95, XV/845/95 (1995). Maurizio FERSINI, laureato in Fisica - indirizzo Fisica dello Stato Solido presso l’Università degli Studi di Roma “La Sapienza”, dal 1990 lavora presso il Centro Sviluppo Materiali S.p.A. di Roma con l’incarico di Responsabile della Funzione Tecnologia della Giunzione. International Welding Engineer, nel 1998 ha conseguito, presso il Politecnico di Vienna, il diploma di European Laser Engineer. Nel 2002 ha conseguito un Master presso l’ICSIM Istituto per la Cultura e la Storia d’Impresa “Franco Momigliano” - sulle problematiche che caratterizzano il settore della siderurgia (2002). Responsabile di numerosi progetti di ricerca sia nazionali che internazionali ha acquisito esperienze nel campo della saldatura, dei controlli non distruttivi, della metallurgia e delle proprietà meccaniche dei giunti saldati. Susanna MATERA, ha conseguito Laurea in Fisica, indirizzo Struttura della Materia, nel 1989 presso l’Università “La Sapienza” di Roma e lavora come Ricercatore presso il Centro Sviluppo Materiali S.p.A. di Roma dal 1990. La sua esperienza lavorativa è stata nel campo della microscopia elettronica a trasmissione applicata allo studio fondamentale dei materiali metallici e ceramici e della metallurgia fisica degli acciai al carbonio. Attualmente lavora nel campo delle tecnologie e metallurgia della saldatura degli acciai e dei materiali metallici. Riv. Ital. Saldatura - n. 2 - Marzo / Aprile 2008 189 Corso di qualificazione ad International Welding Specialist Genova 2008-2009 L’ISTITUTO ITALIANO DELLA SALDATURA terrà presso la propria sede di Genova, tra il 2008 ed il 2009, un corso completo per International Welding Specialist, con struttura modulare, condensando le lezioni nell’arco di una settimana al mese a tempo pieno. La formula ha riscosso nel recente passato il gradimento del pubblico, poiché consente di limitare temporalmente l’impegno mensile garantendo, al tempo stesso, condizioni ideali all’apprendimento. Requisiti di ingresso Per chi desideri accedere alla qualificazione finale da IWS sono possibili due alternative: - avere un Diploma di scuola Professionale della durata di 3 anni, abbinato ad un’esperienza lavorativa di almeno 2 anni (con età minima di 20 anni) oppure - avere un Diploma di scuola Professionale, con esperienza lavorativa di almeno 3 anni (con età minima di 22). Calendario delle lezioni e sede di svolgimento Il Corso è strutturato su tre Parti consecutive che trattano cinque materie, di cui quattro di carattere teorico ed una di carattere pratico. Le lezioni saranno svolte a tempo pieno, secondo il seguente calendario: - Parte I Parte II Parte III dall’8 al 12 Settembre 2008 dal 6 al 10 Ottobre 2008 dal 3 al 7 Novembre 2008 dal 12 al 16 Gennaio 2009 dal 9 al 13 Febbraio 2009 dal 9 al 13 Marzo 2009 Sede di svolgimento del Corso sarà la Sede dell’IIS di Genova, in Lungobisagno Istria, 15. Orario delle lezioni Il Corso sarà svolto con orario 9:00 ÷ 18:00, ad eccezione delle giornate di Lunedì (orario 14:00 ÷ 18:00) e di Venerdì (orario 9:00 ÷ 13:00), per consentire agli allievi di raggiungere la sede del Corso senza spostamenti festivi. Conseguimento del Diploma Gli esami finali potranno essere tenuti nelle date programmate e tabulate nell’Attività Didattica 2008 con una quota di iscrizione di 425,00 € (+ IVA). Informazioni Per ulteriori informazioni è possibile rivolgersi all’Istituto Italiano della Saldatura - Lungobisagno Istria 15, 16141 Genova - Divisione Formazione (www.formazionesaldatura.it), al numero 010 8341371 (fax 010 8367780), oppure all’indirizzo di posta elettronica [email protected]. Iscrizioni Le iscrizioni dovranno pervenire entro il 29 Agosto 2008. Dato il limitato numero di posti, costituirà criterio preferenziale la data di iscrizione. Quote di iscrizione La quota di partecipazione al Corso, comprensiva del pranzo presso la mensa dell’IIS e della collana completa delle pubblicazioni è pari a 4.225,00 € (+ IVA), da corrispondersi mediante Bonifico bancario sul conto corrente Banca Popolare di Milano (IBAN IT 31 I 05584 01400 000000004500), intestato all’Istituto Italiano della Saldatura. Esperienze nell’ispezione e nella manutenzione di serbatoi di stoccaggio di prodotti petroliferi (°) F. Bresciani * F. Peri * Sommario / Summary La gestione dei parchi serbatoi atmosferici per lo stoccaggio di prodotti petroliferi sta assumendo in questi ultimi anni un notevole interesse sia per una maggiore attenzione posta alle problematiche ambientali, sia per mantenere in efficienza e/o adeguare agli attuali standard di sicurezza dei siti di stoccaggio in esercizio ormai da molti anni. Dal punto di vista puramente tecnico, la gestione delle attività ispettive e manutentive non riveste particolari problematiche. Tuttavia, soprattutto se si interviene su serbatoi di grossa capacità, i costi derivanti dalle opere di bonifica e di smaltimento, nonché quelli derivanti dagli interventi di manutenzione, sono spesso assai elevati proprio per le dimensioni in gioco. Si capisce, quindi, l’importanza di una accurata pianificazione nel tempo degli interventi ispettivi e manutentivi, che coniughi la sicurezza alle necessità operative dei siti di stoccaggio. Allo stesso modo, solo una ispezione “efficace”, condotta da personale adeguatamente preparato e supportata da tecniche strumentali adeguate, consente di definire in modo esaustivo un programma di manutenzione che permetta di conciliare il contenimento dei costi con l’affidabilità futura del componente, riducendo il rischio di “varianti” in corso d’opera che non fanno altro che allungare i tempi di fuori esercizio del serbatoio. In these years storage tank farm management is becoming of (°) Memoria presentata alle Giornate Nazionali di Saldatura 4 - Workshop: “Affidabilità degli impianti” - Genova, 25-26 Ottobre 2007. * Istituto Italiano della Saldatura - Genova. interest taking into account the environment increased sensitiveness and to guarantee a proper efficiency of old sites, according to the actual standards. From a technical point of view, inspection and maintenance management doesn't give particular difficulties but, when a big tank is involved, the costs for remediation, dismantling and for maintenance activities become important. This reason justifies the need of a precise planning for inspection and maintenance activities, as balance between safety and operating requirements. An efficient inspection, performed by skill personnel and supported by adequate instrumentation, allow to define an exhaustive maintenance program which permits to balance a cost reduction with the future reliability of the component, reducing the risk of unpredicted out of service. Keywords: API; EEMUA; in service operations; maintenance; non-destructive testing; oil industry; remanent life; risk-based inspection; risk evaluation; standards; storage tanks. Riv. Ital. Saldatura - n. 2 - Marzo / Aprile 2008 191 F. Bresciani e F. Peri - Esperienze nell’ispezione e nella manutenzione di serbatoi di stoccaggio di prodotti petroliferi Panorama normativo Allo stato attuale non esiste alcun regolamento legislativo nazionale che definisca scadenze e modalità esecutive per l’ispezione di serbatoi atmosferici. In quanto parte di attività industriali “a rischio di incidente rilevante”, anche i parchi di stoccaggio sono oggetto di obblighi di prevenzione secondo il D.L. 17/08/99 n. 334, in attuazione della Direttiva 96/82/CE (Seveso II). Conseguentemente, dovendo affrontare problematiche di ispezione e di manutenzione di serbatoi, è necessario riferirsi alla normativa internazionale e, a tal proposito, due sono i documenti più noti ed esaustivi: • API 653 (revisione più recente: 3ª edizione - 2001, con addendum 1-2003 e addendum 2-2005): “Tank Inspection, Repair, Alteration and Reconstruction” • EEMUA Publication n. 159 (revisione più recente: 3ª edizione - 2003): “User’s Guide to the Inspection, Maintenance and Repair of Above Ground Vertical Cylindrical Steel Storage Tanks”. Entrambi gli standards forniscono indicazioni precise in merito ai seguenti argomenti: • pianificazione delle ispezioni; • modalità esecutive delle ispezioni; • valutazione dei risultati delle ispezioni e verifica dell’accettabilità dei danneggiamenti riscontrati; • interventi manutentivi (riparazioni locali, sostituzione di elementi, grandi modifiche, ecc.). Il documento API 653, sicuramente più noto agli utenti del settore, ha un approccio maggiormente prescrittivo, tipico della mentalità americana; in poche pagine viene chiaramente definito quello che si deve fare sia nella fase di ispezione sia nella successiva manutenzione meccanica. Il documento EEMUA 159, di matrice europea ( Engineering Equipment and Materials Users Association), è sicura- 192 Riv. Ital. Saldatura - n. 2 - Marzo / Aprile 2008 mente più corposo in quanto affronta anche argomenti, quali, ad esempio, le tecniche strumentali più adeguate per l’ispezione, la protezione catodica, la verniciatura, la pianificazione delle ispezioni mediante metodologie RBI, per i quali API 653 rimanda ad altri testi sempre facenti parte del pacchetto normativo API (rispettivamente, API RP 575, API RP 651, API RP 652, API STD 2000, API 581). Il documento europeo ha il vantaggio di essere maggiormente descrittivo e didattico sulle varie tematiche, proponendo anche esempi pratici. In assenza di precise disposizioni cogenti, a tali documenti fanno ampio riferimento le procedure interne in uso presso i maggiori gruppi industriali, nazionali ed esteri. Per quanto vi sia ampia concordanza sulle filosofie generali, tra i due testi vi sono alcune differenze nelle prescrizioni, in particolare a riguardo della valutazione dei risultati dell’ispezione e dell’accettabilità di certi danneggiamenti. Pertanto, in generale è consigliabile scegliere uno dei due approcci e seguirlo in tutti i suoi aspetti. La costruzione di nuovi serbatoi è oggi meno frequente; tuttavia, è utile citare i principali riferimenti normativi, in quanto non di rado ci si ritrova ad affrontare rifacimenti completi di serbatoi o, comunque, modifiche molto significative (ad esempio, rifacimenti di fondi, trasformazioni di serbatoi da tetto fisso a tetto galleggiante o viceversa, inserimento di doppi tetti, rifacimenti di mantelli, ecc.). A tal proposito, il documento sicuramente più noto ed utilizzato è lo standard API 650 (edizione più recente: 10ª edizione - 1998, con addendum 1 - 2000 e addendum 2 - 2001): “Welded Steel Tanks Oil”. Per i serbatoi soggetti a leggera sovrapressione, il riferimento è lo Standard API 620 (edizione più recente: 10ª edizione - 2002): “Design and Construction of Large, Welded, Low Pressure Storage Tanks”. È da segnalare che nel Febbraio 2006 è stata pubblicata anche la norma UNI EN 14015 che cita così: “Specifiche per la progettazione e la fabbricazione di serbatoi di acciaio, costruiti in sito, verticali, cilindrici, a fondo piatto, sopra suolo, saldati, per liquidi a temperatura ambiente e superiore”. La norma copre tutti gli aspetti di progettazione, di costruzione e di controllo qualità trattati in API 650. Il documento, sebbene non tradotto in italiano, può rappresentare un importante riferimento nelle prescrizioni tecnico-contrattuali per la costruzione o l’esecuzione di grandi lavori su serbatoi di stoccaggio atmosferici siti in territorio italiano o europeo. Al di là di alcune differenze nelle prescrizioni progettuali, meglio apprezzabili dagli addetti ai lavori, l’impiego di questa norma presenta il non piccolo vantaggio di fare riferimento in tutti gli aspetti alla filiera delle normative europee e, quindi, nazionali (ad esempio, classificazione dei materiali base, qualificazione dei processi di saldatura, qualificazione del personale addetto alla saldatura e al controllo, criteri di accettabilità dei controlli strumentali, ecc.). Ovviamente, né API 650 né UNI EN 14015 trattano l’argomento della gestione dei serbatoi durante il loro esercizio. Tipologie di ispezione Sia API 653 che EEMUA 159 concordano nell’individuare le seguenti differenti tipologie di ispezione da svolgersi nel corso della vita del serbatoio: a) ispezione routinaria b) ispezione visiva da esterno c) ispezione spessimetrica da esterno d) ispezione interna. Le prime tre tipologie di ispezione sono svolte durante l’esercizio del serbatoio, mentre, ovviamente, l’ispezione interna prevede la messa fuori servizio del componente e la possibilità di accesso al suo interno in condizioni di piena sicurezza per il personale. Non vi è sovrapposizione tra queste ispezioni in quanto ognuna ha una sua precisa finalità e prevede un differente grado di dettaglio. L’ispezione routinaria, da prevedersi con cadenza mensile (API 653) o trimestrale (EEMUA) e, comunque, ad intervalli temporali ristretti, è condotta dal personale del sito e ha lo scopo principale di individuare importanti danneggiamenti che potrebbero mettere rapidamente in crisi il serbatoio (ad esempio, trafila- F. Bresciani e F. Peri - Esperienze nell’ispezione e nella manutenzione di serbatoi di stoccaggio di prodotti petroliferi menti di prodotto, importanti deformazioni del mantello, cedimenti rilevanti della fondazione, ecc.), tali da richiedere, comunque, l’intervento di personale esperto per una ispezione più dettagliata. Le verifiche del buon funzionamento di accessori vitali per l’esercizio del serbatoio (ad esempio, la pulizia delle valvole di sfiato, il corretto allineamento del sistema scala basculante binario, l’aderenza della guarnizione di tenuta al mantello, ecc.) sono ulteriori compiti del personale addetto a questa ispezione. L’ispezione visiva da esterno, spesso abbinata per semplicità all’indagine spessimetrica, sempre da esterno, sul mantello e sul tetto del serbatoio, è condotta, con cadenza più ampia (max 5 anni) da personale esperto (a tal proposito, API 653 individua la figura del “Authorized Inspector”, adeguatamente addestrato e qualificato secondo uno schema predefinito). L’indagine deve avere un grado di dettaglio decisamente superiore all’ispezione routinaria, deve coinvolgere tutti i componenti del serbatoio accessibili e deve essere rapportata mediante apposite “check lists”. Unitamente ai risultati dell’indagine spessimetrica, gli esiti dell’esame visivo contribuiranno a definire lo stato di conservazione del serbatoio, individuando una serie di interventi di manutenzione, alcuni dei quali potranno essere svolti con il serbatoio in esercizio, mentre altri necessariamente saranno effettuati a seguito della sua periodica messa fuori servizio. Questi tipi di indagine, che non comportano problemi per l’operatività del serbatoio, servono, quindi, anche a poter programmare con buon anticipo i lavori da effettuarsi per il mantenimento del serbatoio. L’ispezione da interno ha ovviamente lo scopo principale di verificare le condizioni del fondo del serbatoio, con particolare riferimento alla presenza di fenomeni corrosivi in corso. Da non trascurare, però, l’opportunità di valutare lo stato di conservazione generale delle superfici interne dell’involucro (mantello-tetto), delle strutture portanti dei tetti fissi e di tutti gli accessori interni il cui malfunzionamento potrebbe inficiare l’esercizio futuro del serbatoio (ad esempio, drenaggi del fondo, dreno articolato del tetto, consistenza dei puntoni di sostegno dei tetti galleggianti, ecc). Le normative già citate e le procedure interne delle principali Società concordano nel sottolineare l’importanza e la peculiarità di queste differenti forme di ispezione. In nessun documento si cita la possibilità di evitare l’ispezione interna di un serbatoio. Metodologie di indagine non invasive (quali, ad esempio, emissione acustica, prova con gas traccianti, prove a depressione, rilievi spessimetrici sul fondo mediante strumentazioni robotizzate, ecc.) contribuiscono, unitamente alle ispezioni visiva e spessimetrica già citate, a gestire in sicurezza il componente nel corso del suo esercizio, semmai ritardandone la sua apertura nel caso di esito positivo, ma non possono essere considerate sostitutive dell’ispezione da interno che ha un ben superiore grado di dettaglio e coinvolge tutti gli elementi che compongono il serbatoio e lo fanno funzionare. Programmazione delle ispezioni La cadenza con la quale devono essere svolte le ispezioni sui serbatoi di stoccaggio può essere stabilita mediante: a) intervalli “prefissati”, eventualmente differenziati sulla base del tipo di serbatoio in oggetto (tetto fisso o galleggiante), del tipo di prodotto contenuto, più o meno aggressivo, delle condizioni climatiche del sito (climi umidi, temperati, secchi); b) intervalli “flessibili” che possono essere calcolati mediante due differenti approcci: - Approccio di tipo deterministico, ovvero basato sulla vita residua del componente - Approccio probabilistico, basato sulla valutazione del rischio (metodologia RBI). La scelta di ispezionare i serbatoi ad intervalli di tempo “prefissati” viene progressivamente abbandonata in quanto ritenuta eccessivamente conservativa e, comunque, rigida poiché non consente di programmare con gradualità gli interventi ispettivi e, di conseguenza, i relativi investimenti economici, creando spesso, anche problemi di operatività ai siti. L’adozione di metodologie che permettono di definire intervalli “flessibili” premia l’efficacia delle ispezioni svolte e la bontà degli interventi manutentivi messi in atto, consentendo, così, di distribuire con maggiore elasticità le ispezioni nel corso di un determinato periodo di tempo. API 653 adotta un approccio di tipo deterministico, basato sulla valutazione della vita residua del fondo, per la determinazione delle cadenze delle ispezioni da interno, del mantello e per quelle delle ispezioni da esterno, visiva e spessimetrica. Ovvero, utilizzando il rateo di corrosione calcolato sulla base dell’attuale ispezione, si determina il periodo di tempo necessario a raggiungere un valore minimo di spessore che è predefinito nel caso del fondo, mentre è calco- R.B.I. - Risk Based Inspection API 653 API STD 653 TANK INSPECTION, REPAIR, ALTERATION AND RECONSTRUCTION PROCEDURA DETERMINISTICA in cui la programmazione dell’ispezione è valutata con un approccio di VITA RESIDUA ovvero riferendosi ad uno spessore minimo residuo pari a 0.1 in, pertanto la norma non considera le CONSEGUENZE AMBIENTALI. MRT = (Minimum of RTbc or RTip ) - Or (StPr +UPr ) MRT (Minimum remaining thickness) - spessore minimo residuo alla fine dell’intervallo Or RTbc - spessore minimo residuo lato fondazione dopo riparazione RTip - spessore minimo residuo lato prodotto dopo riparazione Or intervallo temporale (anni) per la successiva ispezione - StPr UPr - massimo rateo di corrosione lato prodotto massimo rateo di corrosione lato fondazione Intervallo massimo per la successiva ispezione interna pari a: • 20 anni in caso di conoscenza del grado di danneggiamento; • 10 anni in assenza di dati ispettivi. Il RATEO DI CORROSIONE non è influenzato dal tipo di ispezione condotta. Riv. Ital. Saldatura - n. 2 - Marzo / Aprile 2008 193 F. Bresciani e F. Peri - Esperienze nell’ispezione e nella manutenzione di serbatoi di stoccaggio di prodotti petroliferi lato come il minimo ammissibile ai fini della stabilità al peso del fluido stoccato nel caso del mantello. Nella valutazione si tiene conto degli interventi manutentivi effettuati, individuando lo spessore residuo minimo sulla base delle riparazioni effettuate e/o modificando o azzerando i ratei di corrosione, ad esempio, nel caso di verniciatura o di messa in opera di sistemi di protezione catodica. La metodologia di calcolo è assai semplice ma evidenzia alcuni limiti. In primis, se non si dispone di dati sufficienti per determinare il rateo di corrosione in modo sufficientemente affidabile, la valutazione non è fattibile. Poiché in API 653 non vengono indicati i requisiti per una ispezione visiva e spessimetrica efficace, la scelta è lasciata libera; è ovvio, però, che l’impiego di dati, scarsi o poco affidabili, può portare a risultati sbagliati o troppo conservativi. La valutazione è tanto più affidabile quanto maggiore è la quantità di dati spessimetrici disponibile per determinare i ratei di corrosione, lato prodotto e lato fondazione; l’esecuzione di rilievi spessimetrici fitti, ubicati nella stessa posizione nel corso delle successive ispezioni o, tanto meglio, l’esecuzione di un controllo a flusso magnetico disperso che copre tutta la superficie del fondo, soddisfano tale esigenza. Ad ogni modo, l’approccio deterministico proposto in API 653, per il fatto di limitarsi alla sola determinazione della vita residua di fondo e mantello, non considerando l’efficacia delle ispezioni svolte e trascurando gli altri fattori al contorno, nella maggior parte dei casi non consente di ottimizzare le cadenze degli interventi ispettivi. Implicitamente, la norma riconosce tali limitazioni. Infatti, da un lato, fissa una cadenza massima di 10 anni nel caso in cui non sia conosciuto il rateo di corrosione e, comunque, di 20 anni per l’ispezione da interno; dall’altro, per poter modificare tali cadenze, consente l’applicazione dei più recenti approcci di tipo probabilistico, basati sulla valutazione del rischio (RBI). La procedura più nota e consolidata per un approccio di tipo probabilistico basato sul rischio è quella proposta nella norma API 581 “Risk - Based Inspection 194 Riv. Ital. Saldatura - n. 2 - Marzo / Aprile 2008 - Based Resource Document, Appendix O - Above Ground Storage Tanks (revisione più recente: revisione 6 - 2006). Senza entrare in dettaglio, l’analisi viene condotta mediante la valutazione dei principali fattori che possono influire sulla probabilità di danno, riferito al fondo e al mantello, e sulla entità delle conseguenze che esso potrebbe comportare. Attraverso la conoscenza generale delle problematiche del deposito, la raccolta dei dati storici relativi alle modalità costruttive, ai risultati di precedenti ispezioni ed agli interventi di manutenzione messi in atto (e nel caso questi fossero non sufficienti, anche attraverso una preliminare ispezione visiva esterna dell’intero sito di stoccaggio) si elaborano i dati rilevati e si determinano, per ogni singolo serbatoio, la probabilità di danno e le conseguenze che ne potrebbero derivare. La procedura prevede due differenti metodologie di valutazione. Nella forma “qualitativa”, sicuramente più semplice e rapida, la combinazione dei risultati ottenuti fornisce una matrice di rischio con differenti categorie di rischio; ad ogni serbatoio viene attribuita una categoria e, pertanto, nel caso di più componenti analizzati, è possibile “classificarli” come a maggior o minor rischio. Nella forma “quantitativa (o numerica)”, più complessa ma anche più dettagliata, sia la probabilità di danno che l’entità della conseguenza (costi derivanti dall’impatto ambientale del danno, per il fuori esercizio del serbatoio, per gli interventi di riparazione) vengono determinate mediante formulazioni matematiche. Il serbatoio non viene, quindi, inserito in categorie, come nell’approccio qualitativo, ma gli viene attribuito un numero preciso che rappresenta il rischio, quale prodotto della probabilità di danno per la conseguenza derivante. È ovvio, quindi, che la capacità di discriminare tra diversi componenti viene incrementata. Indipendentemente dall’approccio scelto, l’intervallo per la prossima ispezione viene determinato stabilendo un livello di rischio massimo da non superare; tale limite è proposto nella procedura ma può essere anche modificato sulla base delle decisioni dell’utente del sito. EEMUA 159 propone una sua procedura che può essere definita di tipo “speditivo”, basata sull’utilizzo di questionari predefiniti. L’approccio qualitativo è mirato alla valutazione della vita residua del componente che, però, a differenza di quanto previsto in API 653, viene modificata utilizzando fattori di credito o di debito che tengono conto dell’efficacia delle ispezioni svolte, della qualità ed entità degli interventi manutentivi, della locazione del sito e di altri fattori che possono concorrere ad aumentare o diminuire il rischio di avarie. La metodologia proposta è sicuramente rapida ma meno dettagliata rispetto ad API 581; ha tuttavia il pregio di prendere R.B.I. - Risk Based Inspection API 581 API - RISK BASED INSPECTION METODOLOGIA FORMA NUMERICA: valutazione dell’impatto ambientale e quindi finanziario [$/anno] FORMA QUALITATIVA: definizione del rischio mediante categorie L O F Istituto Italiano della Saldatura ENTE MORALE COF F. Bresciani e F. Peri - Esperienze nell’ispezione e nella manutenzione di serbatoi di stoccaggio di prodotti petroliferi in considerazione, come elementi del serbatoio potenzialmente critici, non solo il fondo e il mantello ma anche il tetto. Indipendentemente dal tipo di approccio, la metodologia dell’ispezione basata sul rischio, proposta nei documenti API BRD 581 e EEMUA 159, può essere considerata un valido strumento per la pianificazione delle attività ispettive e manutentive. Tuttavia, l’applicazione di queste procedure richiede informazioni quanto più dettagliate sulle modalità di costruzione e di esercizio, sui risultati delle ispezioni e sugli interventi manutentivi; inoltre, la pianificazione non può essere statica ma deve essere periodicamente aggiornata per prendere atto degli interventi svolti. Diventa, quindi, di fondamentale importanza l’elaborazione dei dati e una loro corretta archiviazione. Da questo punto di vista anche il personale in sito, addetto alla gestione ispettiva e manutentiva dei serbatoi, deve essere adeguatamente addestrato per poter meglio apprezzare i fattori che concorrono alla pianificazione, ad esempio, scegliendo le tecniche ispettive più adeguate ed efficaci, provvedendo ad una accurata registrazione degli interventi manutentivi effettuati ed elaborando i dati in modo che possano essere poi utilizzati nel corso delle valutazioni. Modalità esecutive delle ispezioni Alcuni, fortunatamente sempre di meno, continuano a ritenere che l’ispezione di un serbatoio atmosferico si debba limitare alla semplice esecuzione di rilievi di spessore e ad un frettoloso sopralluogo mirato ad escludere danneggiamenti macroscopici. Tale preconcetto si scontra decisamente con i dettami delle normative già citate in precedenza ma, soprattutto, con il buon senso tecnico ed economico che, al contrario, invita ad approfittare dei brevi periodi di messa fuori servizio dei serbatoi per approfondire, anche con l’ausilio di adeguate tecniche strumentali, il loro stato di conservazione. Solo in questo modo si potranno mettere in atto i necessari interventi e ridurre così il rischio di futuri malfunziona- R.B.I. - Risk Based Inspection IMPOSTAZIONI DELL’ANALISI RACCOLTA DOCUMENTAZIONE: Disegni di progetto Relazioni di calcolo Verbali di calibrazione Verbali ispezione e manutenzione Rapporti di sicurezza Manuale operativo Definizione dei costi unitari ANALISI RBI SOPRALLUOGO IN CAMPO: Ricostruzione dati mancanti Verifica dei dati raccolti Verifica generale stato di conservazione esterno PROGRAMMA DI ISPEZIONE O PRIORITÀ DI INTERVENTO menti che obblighino ad una nuova fermata del componente. Ad avvalorare tali considerazioni, nell’ambito della pianificazione delle scadenze delle future ispezioni, la norma API 581 suddivide le ispezioni sulla base della loro efficacia; le indagini svolte saranno tanto più efficaci quanto più saranno state in grado di individuare il reale stato di danneggiamento dei singoli elementi del serbatoio. Una ispezione efficace costituisce, quindi, un credito che va ad influire positivamente sul livello di rischio e, quindi, consentirà di prevedere un periodo di esercizio più lungo. Ovviamente, poiché l’efficacia aumenta quanto più le tecniche applicate sono avanzate ed estese, e, pertanto, onerose, sarà necessario stabilire un giusto equilibrio tra costi e benefici. Tuttavia, se si riflette sulla entità dei costi indotti dal fuori servizio, dalle opere di bonifica e di messa in sicurezza e, poi, di manutenzione, soprattutto nel caso di componenti di elevata capacità e quindi di grandi dimensioni, i costi derivanti da una ispezione, quanto meno accurata, sono ben poca cosa. Fortunatamente, i gestori di siti produttivi e di stoccaggio, di maggior rilevanza a livello nazionale ed internazionale, stanno prendendo atto di questa situazione, almeno stando alle prescrizioni riportate nelle loro procedure. Ritornando alle tecniche ispettive, è indubbio che un esame visivo accurato sia fondamentale per stabilire lo stato di conservazione del componente. L’affidabilità dell’indagine è legata principalmente a due fattori: a) l’esperienza e la qualificazione del personale addetto; b) le condizioni di pulizia delle superfici da indagare e di illuminamento all’interno del componente. L’esame visivo deve coinvolgere tutti gli elementi costituenti il serbatoio. È ovvio che grande rilevanza sia data alla valutazione delle condizioni del fondo, del mantello e del tetto per l’importanza che un buono stato di conservazione di questi elementi assume dal punto di vista della affidabilità al servizio dell’involucro. Tuttavia, la verifica di tutti quegli accessori che possono compromettere la futura funzionalità del componente è altrettanto significativa (ad esempio, organi di respirazione, drenaggi del fondo e del tetto, guarnizioni di tenuta, serpentini di riscaldamento, scale basculanti, ecc). Le norme, sia API 653 che EEMUA 159, propongono dettagliate “check lists” che servono a guidare l’ispezione in modo da non trascurare l’esame di nessun elemento. Nel caso di corrosioni accentuate e/o di deformazioni localizzate, l’esame visivo deve essere integrato da rilievi dimensionali di queste anomalie (viene rilevato, ad esempio, il profilo della zona corrosa tramite profilometro e vengono registrate area e profondità massima). Riv. Ital. Saldatura - n. 2 - Marzo / Aprile 2008 195 F. Bresciani e F. Peri - Esperienze nell’ispezione e nella manutenzione di serbatoi di stoccaggio di prodotti petroliferi L’ispezione visiva deve indirizzare anche la scelta e l’estensione dei controlli strumentali. Tutte le tipologie di ispezione (da esterno e da interno) prevedono l’esecuzione di rilievi spessimetrici puntuali dei vari elementi costituenti il serbatoio. Poiché lo scopo principale di tale indagine è quello di stabilire i ratei di corrosione, un fattore fondamentale è la loro ripetitività nel tempo; a tal fine EEMUA 159 propone correttamente degli schemi in cui vengono prefissate le posizioni su cui eseguire i rilievi. Nel caso specifico dei mantelli, l’impiego di “crawler” magnetici consente di indagare, in modo più o meno estensivo, tutte le virole senza dover necessariamente approntare ponteggi, fissi o mobili. Laddove l’indagine visiva abbia evidenziato un danneggiamento corrosivo in atto, l’esecuzione di un controllo spessimetrico in continuo, manuale o automatizzato (ad esempio, con sistema TSCAN) è in grado di fornire una mappatura completa dell’aerea interessata, di grande utilità per la successiva valutazione ingegneristica di accettabilità. Per quanto riguarda il fondo dei serbatoi, l’indagine spessimetrica puntuale, anche se estesa, non è certamente in grado di definire con certezza la presenza di assottigliamenti lato fondazione. In questi casi si deve necessariamente ricorrere all’esecuzione di un controllo con sistemi a flusso magnetico disperso (tipo FloorScanner). Questa tecnica, ormai consolidata da tempo, è stata recentemente implementata con l’ausilio di sistemi computerizzati che consentono di ridurre i tempi di 196 Riv. Ital. Saldatura - n. 2 - Marzo / Aprile 2008 esecuzione del controllo e di fornire una mappatura completa e dettagliata del controllo effettuato, di grande utilità per il confronto con l’esito di future ripetizioni dello stesso tipo di indagine. In generale, comunque, la gamma di tecniche di controllo strumentale dedicate al caso specifico dei serbatoi di stoccaggio è sempre più ampia ed è in continua evoluzione. Senza entrare nei dettagli e, a puro titolo di esempio, se ne elencano le principali. Per l’ispezione su serbatoi in esercizio: • Rilievi spessimetrici puntuali dei mantelli e dei tetti con “crawler” magnetici • Controlli spessimetrici in continuo con sistemi a ultrasuoni automatizzati (TSCAN o similari) • Controllo del trincarino con sistemi tipo LORUS o similari • Rilievi spessimetrici sulle lamiere del fondo con sistemi robotizzati • Verifica dell’integrità del fondo (sistemi ad emissione acustica, prove con gas traccianti, ecc.). Per l’ispezione su serbatoi fuori esercizio: • Rilievi spessimetrici puntuali dei mantelli e dei tetti con “crawler” magnetici • Controlli spessimetrici in continuo con sistemi a ultrasuoni automatizzati (TSCAN o similari) • Controllo delle saldature con sistemi tipo “vacuum-box” • Prova di tenuta con gasolio delle saldature dei cassoni nel caso di serbatoi a tetto galleggiante • Ispezione visiva delle strutture portanti dei tetti fissi con telecamere guidate • Verifica dello stato di conservazione delle verniciature (rilievi di spessore, prove di strappo, “spark-test”) • Verifica dell’integrità delle tubazioni (anelli di riciclo, tubi flottanti, ecc.) con sistemi di controllo ultrasonoro ad onde guidate (tipo Wave-Maker o similari). Tutte queste tecniche sono mirate ad accertare la presenza di assottigliamenti F. Bresciani e F. Peri - Esperienze nell’ispezione e nella manutenzione di serbatoi di stoccaggio di prodotti petroliferi più o meno accentuati (fino al caso di corrosioni passanti) e di rotture nelle saldature di attacco dei vari elementi. Altrettanta importanza assume la verifica nel tempo del mantenimento della corretta geometria iniziale dell’involucro del serbatoio. Si pensi, ad esempio, alle problematiche derivanti dal cedimento locale della fondazione (rotture della saldatura fondo- mantello o delle saldature di unione lamiere del fondo, deformazione delle lamiere del fondo con perdita della corretta pendenza), dalla non adeguata cilindricità e verticalità dell’involucro (impuntamenti del tetto galleggiante, usura della guarnizione di tenuta, sovraccarico locale su parte del serbatoio). Pertanto, l’esecuzione periodica di rilievi dimensionali (verticalità e cilin- dricità del mantello, rilievo piano-altimetrico del fondo) e il confronto dei risultati registrati nel tempo assumono particolare rilevanza. Anche su questo specifico argomento, le norme API 653 ed EEMUA 159 forniscono dettagliate indicazioni sia sulle modalità di esecuzione che sulla successiva valutazione delle misure effettuate. Riv. Ital. Saldatura - n. 2 - Marzo / Aprile 2008 197 F. Bresciani e F. Peri - Esperienze nell’ispezione e nella manutenzione di serbatoi di stoccaggio di prodotti petroliferi Manutenzione Le norme disponibili (API 653, EEMUA 159) forniscono ampie indicazioni sugli interventi di riparazione più comuni (ripristini con saldatura di crateri isolati, applicazione di pezze saldate o di inserti di piccole dimensioni, ecc.) da effettuarsi a seguito dell’ispezione. Non sempre tali interventi sono ammessi dalle norme che pongono precise limitazioni, in termini di ubicazione ed estensione della riparazione, della maggiore o minore contiguità alle saldature principali dell’involucro, ecc.. Pertanto, è fondamentale che i lavori siano progettati e, poi, svolti conformemente a queste prescrizioni. Più complessi e onerosi sono i grandi interventi di sostituzione o di adeguamento che spesso vengono previsti sui serbatoi, quali ad esempio: • il rifacimento di fondazioni, oggetto di cedimenti, con sollevamento del serbatoio; • la sostituzione completa del fondo; • l’inserimento dell’anello periferico del trincarino, laddove inizialmente mancante; • il montaggio di doppio fondo; • la sostituzione, parziale o completa, del mantello e/o del tetto. Anche in questi casi, le norme contengono chiare prescrizioni sia progettuali che esecutive; tuttavia, è evidente come la capacità organizzativa e l’esperienza 198 Riv. Ital. Saldatura - n. 2 - Marzo / Aprile 2008 tecnica del manutentore assuma grande rilevanza, in particolare per quanto riguarda la disponibilità di macchinari e mezzi idonei e la scelta corretta delle sequenze di montaggio. L’affidamento di questi grandi lavori a ditte non specializzate e non dotate di adeguata struttura può comportare problematiche tecniche di difficile soluzione e, quindi, ritardi nella consegna dei lavori. Analoghe considerazioni valgono per le attività di verniciatura. Oggi sono disponibili cicli di pitturazione che garantiscono una elevata efficacia nel tempo sia per la protezione dagli agenti atmosferici delle superfici esterne, sia per la protezione delle superfici interne a contatto con i vari tipi di prodotto stoccato. La scelta di verniciare il fondo di un serbatoio è un metodo ormai consolidato per preservarlo nel tempo; è noto, però, che il danneggiamento locale della protezione, nel corso dell’esercizio del serbatoio, può accelerare il fenomeno corrosivo. Pertanto, anche in considerazione dei costi rilevanti di questi interventi, è assolutamente necessario garantire che tutte le fasi del ciclo di pitturazione siano realizzate in modo consono, nel rispetto delle prescrizioni di dettaglio fornite usualmente dai produttori delle pitture stesse. Utili indicazioni vengono anche dalle norme di settore (EEMUA 159, API 652). Rigorosa attenzione va posta in particolare ai seguenti aspetti, in quanto spesso vanno a rallentare il programma lavori: • il rispetto dei limiti previsti per le condizioni ambientali durante le fasi di applicazione dei vari strati (temperatura, umidità); • la preparazione delle superfici che dovranno garantire un corretto grado di rugosità e di pulizia, prima dell’applicazione del primer (le fasi di sabbiatura e di primerizzazione devono susseguirsi rapidamente in modo da evitare l’ossidazione delle superfici); • il rispetto dei tempi di essiccazione previsti per i vari strati di pittura; • l’esecuzione di adeguati controlli, visivi e strumentali, non solo a lavoro terminato ma anche in corso d’opera. Ormai da anni, per conto di alcune delle principali società italiane di movimentazione e stoccaggio di prodotti petroliferi, l’Istituto Italiano della Saldatura supporta i Tecnici nella scelta degli interventi da effettuarsi nel corso della manutenzione generale e successivamente supervisiona le attività di manutenzione meccanica e di verniciatura. L’attività consente alla Committente non solo di garantirsi circa la qualità dei lavori che vengono effettuati, ma anche di avere un fattivo supporto tecnico che permetta di superare le ricorrenti problematiche tecniche che nascono durante i lavori. F. Bresciani e F. Peri - Esperienze nell’ispezione e nella manutenzione di serbatoi di stoccaggio di prodotti petroliferi Pianificazione e controllo delle attività ispettive e manutentive Tenute presenti le considerazioni formulate nei paragrafi precedenti, ne deriva che, per una corretta gestione di un parco serbatoi, le attività ispettive e manutentive devono tener conto di aspetti tecnici ben definiti e devono svilupparsi in modo coordinato secondo fasi successive. Ciò implica necessariamente un forte impegno da parte del personale della Committente, sicuramente giustificato in termini di economicità degli interventi e di sicurezza del sito. Si pensi, ad esempio, alle attività di registrazione e di archiviazione dei dati ispettivi e manutentivi, fase che apparentemente può risultare di scarsa utilità. Eppure, in assenza di dati precisi in merito ai risultati delle ispezioni svolte e dei lavori di manutenzione effettuati nel tempo, non è possibile programmare in modo corretto i futuri interventi o quanto meno si rischia di effettuare programmi eccessivamente cautelativi e, quindi, antieconomici. L’elaborazione del piano di ispezione deve tener conto della “storia” del serbatoio, dei risultati delle indagini da esterno condotte durante l’esercizio, degli eventuali malfunzionamenti intervenuti nonché delle scelte preventive effettuate dalla Committente. Allo stesso modo, il piano di manutenzione deve essere frutto di attente valutazioni che ovviamente devono tenere in conto i risultati dell’ispezione appena effettuata. La manutenzione generale del serbatoio non è, però, solo l’occasione per porre rimedio ai danneggiamenti ma anche un momento unico per mettere in atto gli adeguamenti agli standards di sicurezza vigenti. pregiudicare l’affidabilità al servizio dei componenti. La normativa disponibile, ampia e ben consolidata a livello inter- nazionale, fornisce tutte le indicazioni necessarie per gestire tutte le attività ispettive e manutentive. Conclusioni Gli esercenti appaiono sempre più sensibili al mantenimento di un parco serbatoi efficiente e sicuro, limitando al massimo le interruzioni del servizio e riducendo considerevolmente i rischi di perdite o incidenti che potrebbero determinare un forte impatto ambientale. A tal fine, una corretta pianificazione degli interventi, basata su valutazioni ingegneristiche, consente di graduare nel tempo gli investimenti economici senza Riv. Ital. Saldatura - n. 2 - Marzo / Aprile 2008 199 F. Bresciani e F. Peri - Esperienze nell’ispezione e nella manutenzione di serbatoi di stoccaggio di prodotti petroliferi Francesco BRESCIANI, laureato in Ingegneria Meccanica presso la Facoltà di Ingegneria dell’Università di Genova nel 1995. Funzionario dell’Istituto Italiano della Saldatura dal 1997, attualmente è in forza alla Divisione DPN (Diagnostica e PND) con la funzione di Vice Responsabile della Divisione e Responsabile dell’Area “PND in campo”. Svolge attività di assistenza tecnica nel campo delle strutture saldate con particolare riguardo alle problematiche di controllo non distruttivo e di ispezione sia su apparecchi a pressione che su strutture di carpenteria. Possiede sia la certificazione di European / International Welding Engineer che quella di European Welding Inspection Engineer. Nel campo dei controlli non distruttivi possiede la certificazione al Livello 3 secondo EN 473 nei metodi UT, MT, PT e VT e la certificazione ASNT Level 3 nel metodo “Ultrasonic”. Possiede la certificazione GUL “level 1” per l’impiego del controllo ad onde guidate tipo Wavemaker. Francesco PERI, laureato in Ingegneria Meccanica presso l’Università di Genova nel 1982. Funzionario dell’Istituto Italiano della Saldatura dal 1985, attualmente Dirigente Responsabile della Divisione DPN (Diagnostica e PND). Esperienza pluriennale nel campo della ispezione in servizio di componenti di impianto (raffinerie, impianti chimici e petrolchimici, importanti strutture di carpenteria) e della valutazione della loro affidabilità al servizio. Possiede sia la certificazione di European / International Welding Engineer che quella di European Welding Inspection Engineer. Nel campo dei controlli non distruttivi possiede la certificazione al Livello 3 secondo EN 473 nei metodi RT, MT, PT e VT. 200 Riv. Ital. Saldatura - n. 2 - Marzo / Aprile 2008 ! • • • "#$ !%%%&"&'!("& )*+&,-./+)01)*+&,-..++ ! ! " # Applicazione industriale per la nastratura ad alto rendimento con acciai austenitici ad alto tenore di molibdeno (°) L. Possenti * A. Volpi * G. Gallazzi ** Sommario / Summary Il riporto di saldatura con materiale inossidabile della superficie interna di recipienti a pressione in acciaio basso legato al Cr-Mo e Cr-Mo-V, risulta una tecnica largamente diffusa per costruire apparecchi che resistono contemporaneamente alle alte sollecitazioni in gioco, al creep (scorrimento viscoso) ed alla corrosione derivante dal fluido di processo. Nell’articolo viene trattata l’esecuzione di un riporto inossidabile Tp.317L, con analisi garantita a 3.2 mm di profondità nello spessore depositato, eseguito con procedimento elettroscoria su materiale 2.25 Cr-1Mo-0.25 V. Più specificatamente viene descritta l’esecuzione di un riporto “bistrato” di cui il primo è eseguito con nastro 90x0.5 mm tipo 24.13L (EQ309L) ed il secondo strato, con nastro delle stesse dimensioni, in 19.13.4L (317L) utilizzando per l’esecuzione di entrambi il flusso ad alta velocità e alta densità di corrente. Tale procedimento, rispetto alle normali applicazioni di riporto a nastro (elettroscoria con flussi tradizionali), permette di abbassare i tempi di realizzazione del riporto di saldatura, garantendo una eccellente qualità volumetrica e metallurgica. Stainless steel weld overlay on internal surface of pressure vessels made with Cr-Mo and Cr-Mo-V low alloy, is a widespread technique to build vessels resistant to high stresses, (°) Memoria presentata alle Giornate Nazionali di Saldatura 4 Workshop: “Materiali base e d’apporto di ultima generazione” Genova, 25-26 Ottobre 2007. * ATB Riva Calzoni S.p.A. - Roncadelle (BS). ** ESAB Saldatura S.p.A. - Mesero (MI). creep and corrosion due to the process fluid. Scope of this paper is to describe the execution of a stainless steel weld overlay Tp. 317L with chemical analysis guaranteed at 3.2 mm depth from the surface of the deposited layer, carried out using the electroslag process on a 2.25 Cr-1 Mo0.25 V base material. Specifically it is described the execution of a double layer weld overlay where the first layer is deposited using a 90 x 0.5 mm strip type 24.13L (EQ309L) and the second layer deposited using a strip of the same dimensions type 19.13.4L (317L). For both layers an high speed flux is used. This process, in comparison with the conventional application of weld overlay (electroslag with conventional flux) allows a reduction of manufacturing lead time with the warranty of an excellent volumetric and metallurgical quality. Keywords: Austenitic stainless steels; corrosion; creep resisting materials; creep strength; electroslag surfacing; low alloy Cr Mo steels; pressure vessels; process parameters; strip electrodes; submerged arc surfacing. Riv. Ital. Saldatura - n. 2 - Marzo / Aprile 2008 203 L. Possenti et al. - Applicazione industriale per la nastratura ad alto rendimento con acciai austenitici ad alto tenore di molibdeno Applicazioni nell’industria petrolchimica L’industria petrolchimica richiede apparecchi a pressione che possano essere eserciti, per realizzare il processo richiesto di raffinazione del greggio, ad alta temperatura, in presenza di elevate pressioni parziali di idrogeno ed in ambienti fortemente corrosivi. In particolare per la tipologia di apparecchi considerati (hydrocracking e hydrodesulfurization) le più specifiche forme di corrosione sono descritte nella Tabella I. L’esercizio ad alta temperatura in presenza di idrogeno comporta invece le problematiche descritte nella Tabella II. In base a queste considerazioni la scelta tecnico-economica si rivolge verso l’utilizzo di apparecchi costruiti in acciaio basso legato al Cr-Mo con riporto di saldatura sul lato interno, processo eseguito con acciaio inossidabile (normalmente austenitico). La parte in Cr-Mo ha la funzione di resistere alle sollecitazioni dovute alla pressione con le problematiche connesse all’esercizio ad alta temperatura ed in presenza di idrogeno mentre il riporto Tasso di deposito in kg/h Figura 1 - Tasso di deposito per i diversi procedimenti di saldatura. inox interno ha la funzione di resistere all’ambiente corrosivo specifico. Evoluzione storica del riporto di saldatura Escludendo procedimenti di saldatura a basso tasso di deposito (processi ad arco tipo SMAW, GTAW, GMAW, FCAW, SAW), che continuano ad essere utilizzati dove l’accessibilità è limitata, l’industria del settore si è rivolta all’utilizzo di riporti di saldatura sulla superficie interna impiegando nastri di diversa larghezza. Le prime applicazioni della nastratura sono state realizzate con nastri di ridotta larghezza (a causa delle limitazioni tecnologiche negli impianti di saldatura) e con l’utilizzo del procedimento ad arco sommerso SAW (scoria non conduttiva). L’evoluzione successiva è stata l’applicazione di procedimenti a elettroscoria ESW (scoria conduttiva) che hanno permesso l’utilizzo di velocità maggiori grazie alla maggiore intensità di corrente possibile sulla medesima sezione d’area (notevole incremento della densità di corrente). Il tasso di deposito per i diversi procedimenti di saldatura è indicato nella Figura 1. In molti casi, inoltre, il processo ESW permette il raggiungimento, grazie alla bassa diluizione ottenibile, delle caratteristiche di analisi chimica richieste al riporto con un solo strato, là dove per gli altri procedimenti risulta necessario utilizzare un primo strato tampone per limitare la diluizione con il materiale base. TABELLA I Causa Caratteristiche della corrosione presenza di zolfo e di una varietà di solfuri organici ed inorganici all’interno del greggio con formazione durante il processo di H2S generalmente uniforme su tutta la superficie esposta all’attacco con la presenza sulla superficie di ruggine solforosa utilizzo di acciai con contenuto di cromo superiore al 5% (percentuale in funzione dei solfuri presenti) Corrosione da acidi naftenici (Naphtenic Acid Corrosion) presenza di acidi organici nel greggio selettiva con continua esposizione al fluido di metallo fresco in aree dove il fluido passa velocemente e dove si ha la concentrazione e condensazione di vapori acidi utilizzo di acciai ad alto contenuto di cromo e con l’aggiunta di molibdeno Corrosione da acidi politionici (Polythionic Acid Stress Corrosion) interazione tra solfuri di ferro presenti sulla superficie, ossigeno ed intergranulare sotto tensione acqua dall’atmosfera durante le fasi (intergranular stress corrosion cracking - PASCC) di spegnimento (shutdown) dell’impianto Tipo di corrosione Corrosione da solfuri (Sulfidic Corrosion) 204 Riv. Ital. Saldatura - n. 2 - Marzo / Aprile 2008 Rimedio chimico / metallurgico utilizzo di acciai poco sensibili alla precipitazione a bordo grano di carburi di cromo (quindi acciai a basso contenuto di carbonio o stabilizzati) L. Possenti et al. - Applicazione industriale per la nastratura ad alto rendimento con acciai austenitici ad alto tenore di molibdeno TABELLA II Problema Causa Rimedio chimico / metallurgico Effetto Scorrimento viscoso (Creep Rupture) diminuzione della resistenza nel riassetto del reticolo cristallino con tempo e quindi vita a termine il tempo e la temperatura dell’acciaio utilizzo di acciai basso legati al Cr-Mo (il molibdeno, e soprattutto il cromo, formano carburi che ostacolano il movimento delle dislocazioni) Attacco da idrogeno (Hydrogen Attack) reazione dell’idrogeno con il carbonio e conseguente formazione rotture e generale infragilimento di metano CH4 soprattutto nelle della struttura microcavità ed ai bordi delle inclusioni utilizzo di acciai con l’aggiunta di cromo (il cromo forma carburi stabili ad alta temperatura che impediscono al carbonio di legarsi con l’idrogeno) Fragilizzazione da rinvenimento (Temper Embrittlment) segregazione a bordo grano di elementi secondari quali P, As, Sb, Sn, Mn in dati range di temperatura / tempo utilizzo di acciai con l’aggiunta di molibdeno (che neutralizza l’effetto del fosforo) e con basso contenuto di impurezze (valutato attraverso i parametri X factor e J factor) generale infragilimento della struttura e rotture intercristalline + Cr , + Ni L’aggiunta di questi elementi migliora le caratteristiche meccaniche e la resistenza all’ossidazione AISI Tp. 309 , 310 , 314 , 330 + Mo L’ulteriore aggiunta di Mo al 316 incrementa ulteriormente la resistenza alla corrosione localizzata AISI Tp. 317 –C + Cr , + Ni , + Mo Permettono un miglioramento della resistenza alla corrosione localizzata AISI Tp. 316 + Nb , + Ta o + Ti L’aggiunta di questi elementi migliora le caratteristiche di resistenza alla corrosione intergranulare AISI Tp. 347 In generale la diminuzione della percentuale di C negli AISI serie 300 produce un aumento della resistenza alla corrosione intergranulare AISI Tp. 309L , 304L , 308L , 316L , 317L + Cr , + Ni Permettono un miglioramento delle caratteristiche di saldabilità AISI Tp. 308 ACCIAIO INOSSIDABILE AISI Tp. 304 + C , + Mn , + N , -Ni Permettono un miglioramento delle caratteristiche meccaniche e un peggioramento della resistenza alla corrosione Figura 2 - Acciai inossidabili in funzione degli elementi di lega. Riv. Ital. Saldatura - n. 2 - Marzo / Aprile 2008 205 L. Possenti et al. - Applicazione industriale per la nastratura ad alto rendimento con acciai austenitici ad alto tenore di molibdeno TABELLA III - Composizione e caratteristiche meccaniche dei principali acciai inox austenitici della serie AISI 300 (da Cigada&Re). C Mn Si P S Cr Ni Mo Altri σR MPa σS MPa A % HRB 304 0.08 2.0 1.0 0.045 0.030 18-20 8-10.5 / / 586 241 55 80 304L 0.03 2.0 1.0 0.045 0.030 18-20 8-12 / / 517 193 55 79 308 0.08 2.0 1.0 0.045 0.030 19-21 10-12 / / 586 241 50 85 308L 0.02 2.0 1.0 0.045 0.030 19-21 10-12 / / 586 241 50 85 309 0.20 2.0 1.0 0.045 0.030 22-24 12-15 / / 620 310 45 85 310 0.25 2.0 1.5 0.045 0.030 24-26 19-22 / / 655 310 45 85 314 0.25 2.0 1.5-3 0.045 0.030 23-26 19-22 / / 690 345 40 85 316 0.08 2.0 1.0 0.045 0.030 16-18 10-14 2-3 / 620 276 50 76 316L 0.03 2.0 1.0 0.045 0.030 16-18 10-14 2-3 / 517 220 50 79 316N 0.08 2.0 1.0 0.045 0.030 16-18 10-14 2-3 N=0.10-0.16 620 331 48 85 317 0.08 2.0 1.0 0.045 0.030 18-20 11-15 3-4 N=0.10-0.16 620 276 45 85 317L 0.03 2.0 1.0 0.045 0.030 18-20 11-15 3-4 N=0.10-0.16 517 220 45 85 321 0.08 2.0 1.0 0.045 0.030 17-19 9-12 / Ti = 5xC 620 241 45 80 347 0.08 2.0 1.0 0.045 0.030 17-19 9-13 / Nb+Ta=10xC 655 276 45 85 AISI Figura 3 - Diagramma di Nelson - API Publication 941 - Fourth Edition, April 1990 - Steels for hydrogen service at elevated temperatures and pressure in petroleum refineries and petrochemical plant. 206 Riv. Ital. Saldatura - n. 2 - Marzo / Aprile 2008 L. Possenti et al. - Applicazione industriale per la nastratura ad alto rendimento con acciai austenitici ad alto tenore di molibdeno Da alcuni anni si sono diffusi sul mercato nuovi flussi caratterizzati da elevata conduttività che hanno permesso l’incremento delle velocità di nastratura dell’ordine del 30-40% con evidenti vantaggi in termini produttivi. Caratteristiche degli acciai inossidabili austenitici con elevato tenore di molibdeno Partendo dalla base degli acciai inossidabili austenitici, l’AISI Tp.304, l’aggiunta di elementi di lega permette di formare altri tipi di acciai inossidabili con particolari proprietà di resistenza meccanica e caratteristiche specifiche di resistenza ai diversi tipi di corrosione. Nel settore petrolchimico, come negli altri settori dell’industria, la scelta del tipo di acciaio inossidabile da utilizzare viene effettuata in base alle caratteristiche di resistenza alla corrosione richiesta. In ambienti dove la richiesta di resistenza alla corrosione non è particolarmente elevata viene normalmente utilizzato acciaio inox Tp.304. Per migliorare la resistenza alla corrosione intergranulare ed alla stress corrosion, soprattutto in ambienti ad alta temperatura, vengono scelti acciai inossidabili stabilizzati ed a basso conte- nuto di carbonio (Tp.321 / Tp.347). Il Tp.304 (come il Tp.308), se portato ad alta temperatura (400°C - 840°C) durante le attività di fabbricazione od esercizio, diviene sensibile alla corrosione intergranulare. Tale corrosione è causata dalla precipitazione di carburi di cromo sui bordi del grano della struttura metallica con conseguente notevole diminuzione del tenore di cromo nelle zone circostanti al bordo del grano. Per evitare questi problemi o si abbassa la percentuale di carbonio nella lega (limitando la precipitazione di carburi di cromo) o si “stabilizza l’acciaio” con aggiunte di titanio (Tp.321) o di niobio (Tp.347). TABELLA IV - Analisi chimica lamiera in acciaio 2 ¼ Cr-1 Mo-¼ V - ASME II PART A (ed. 2004) - SA 542 Tp D Cl 4a. Chemical requirements Composition, % Element Carbon: Heat analysis Product analysis Manganese: Heat analysis Product analysis Phosphorus, max. Heat analysis Product analysis Sulfur, max. Heat analysis Product analysis Silicon, max. Heat analysis Product analysis Chromium: Heat analysis Product analysis Molybdenum: Heat analysis Product analysis Copper, max. Heat analysis Product analysis Nickel, max. Heat analysis Product analysis Vanadium: Heat analysis Product analysis Titanium: Heat analysis Product analysis Boron: Heat analysis Product analysis Columbium: Heat analysis Product analysis D Calcium: Heat analysis Product analysis Type A Type B Type C Type D Type E 0.15 max. A 0.18 max. 0.11-0.15 0.09-0.18 0.10-0.15 0.08-0.18 0.11-0.15 0.09-0.18 0.10-0.15 0.08-018 0.30-0.60 0.25-0.66 B 0.025 … 0.30-0.60 0.25-0.66 B 0.025 0.30-0.60 0.25-0.66 … 0.30-0.60 0.25-0.66 B 0.025 0.30-0.60 0.25-0.66 0.025 … … … B 0.025 B 0.015 … … … … B 0.50 B … … … 2.00-2.50 1.88-2.62 B 0.025 … … 0.50 … … B 0.13 … … 0.015 0.020 … … 0.010 … 0.010 0.015 … … 0.15 … … … 0.10 0.13 2.00-2.50 1.88-2.62 2.75-3.25 2.63-3.37 2.00-2.50 1.08-2.62 2.75-3.25 2.63-3.37 0.90-1.10 0.85-1.15 0.90-1.10 0.85-1.15 0.90-1.10 0.85-1.15 0.90-1.10 0.85-1.15 0.90-1.10 0.85-1.15 0.40 0.43 0.25 0.28 0.25 0.28 0.20 0.23 0.25 0.28 0.40 0.43 0.25 0.28 0.25 0.28 0.25 0.28 0.25 0.28 0.03 max. 0.04 max. 0.02 max. 0.03 max. 0.20-0.30 0.18-0.33 0.25-0.35 0.23-0.37 0.20-0.30 0.18-0.33 … … … … 0.015-0.035 0.005-0.045 0.030 max. 0.035 max. … … … … … … 0.001-0.003 C NA 0.0020 max. C NA … … … … … … … … 0.07 max. 0.08 max. 0.015-0.070 0.010-0.075 … … … … … … 0.015 max. 0.020 max. 0.0005-0.0150 C NA … Riv. Ital. Saldatura - n. 2 - Marzo / Aprile 2008 207 L. Possenti et al. - Applicazione industriale per la nastratura ad alto rendimento con acciai austenitici ad alto tenore di molibdeno TABELLA V - Caratterisitiche meccaniche lamiera in acciaio 2 ¼ Cr-1 Mo-¼ V - ASME II PART A (ed. 2004) - SA 542 Tp D Cl 4a. Tensile requirements Class 1 Class 2 Tensile strength, ksl [MPa] 105-125 [725-860] Yield strength, min, ksl [MPa] 85 [585] Elongation in 2 in. [50mm], A min, % 14 Class 3 Class 4 Class 4a 115-135 [795-930] 100 [690] 95-115 [655-795] 75 [515] 85-110 [586-760] 55 [380] 85-110 [585-760] 60 [415] 13 20 20 18 TABELLA VI - Composizione chimica materiale di saldatura non diluito - ASME II PART C (ed. 2004) - SFA 5.9. Chemical composition requirements for undiluted weld metal Weight percenta, b UNS Classificationc Numberd AWS C Cr Ni Mo E209-XXe E219-XX E240-XX E307-XX E308-XX E308H-XX E308L-XX E308Mo-XX E308MoL-XX E309-XX E309L-XX E309Cb-XX E309Mo-XX E309MoL-XX E310-XX E310H-XX E310Cb-XX E310Mo-XX E312-XX E316-XX E316H-XX E316L-XX E317-XX E317L-XX E318-XX W32210 W32310 W32410 W30710 W30810 W30810 W30813 W30820 W30823 W30910 W30913 W30917 W30920 W30923 W31010 W31015 W31017 W31020 W31310 W31610 W31610 W31613 W31710 W31713 W31910 0.06 0.06 0.06 0.04-0.14 0.08 0.04-0.08 0.04 0.08 0.04 0.15 0.04 0.12 0.12 0.04 0.08-0.20 0.35-0.45 0.12 0.12 0.15 0.08 0.04-0.08 0.04 0.08 0.04 0.08 20.5-24.0 19.0-21.5 17.0-19.0 18.0-21.5 18.0-21.0 18.0-21.0 18.0-21.0 18.0-21.0 18.0-21.0 22.0-25.0 22.0-25.0 22.0-25.0 22.0-25.0 22.0-25.0 25.0-28.0 25.0-28.0 25.0-28.0 25.0-28.0 28.0-32.0 17.0-20.0 17.0-20.0 17.0-20.0 18.0-21.0 18.0-21.0 17.0-20.0 9.5-12.0 5.5-7.0 4.0-6.0 9.0-10.7 9.0-11.0 9.0-11.0 9.0-11.0 9.0-12.0 9.0-12.0 12.0-14.0 12.0-14.0 12.0-14.0 12.0-14.0 12.0-14.0 20.0-22.5 20.0-22.5 20.0-22.0 20.0-22.0 8.0-10.5 11.0-14.0 11.0-14.0 11.0-14.0 12.0-14.0 12.0-14.0 11.0-14.0 1.5-3.0 0.75 0.75 0.5-1.5 0.75 0.75 0.75 2.0-3.0 2.0-3.0 0.75 0.75 0.75 2.0-3.0 2.0-3.0 0.75 0.75 0.75 2.0-3.0 0.75 2.0-3.0 2.0-3.0 2.0-3.0 3.0-4.0 3.0-4.0 2.0-3.0 E320-XX W88021 0.07 19.0-21.0 32.0-36.0 2.0-3.0 La stabilizzazione consiste nella formazione di carburi di titanio o niobio, che sottraggono parte del carbonio alla matrice metallica evitando così che questo elemento possa legarsi al cromo. Il Tp.316 ed il Tp.317 sono acciai inossidabili con un alto tenore di molibdeno. La loro analisi specifica e il loro alto contenuto di Mo gli permettono di avere una generale resistenza alla corrosione migliore dei acciai inossidabili come Tp.304, Tp.309 e Tp.321. In particolare questi acciai hanno una buona resistenza al pitting (corrosione localizzata). Questo si evidenzia chiaramente, considerando l’importanza dell’elemento molibdeno nella formula che definisce l’indice di suscettibilità a questo fenomeno degli acciai inossidabili. PREN = Cr + 3.3 (Mo + 0.5 W) + 16N 208 Riv. Ital. Saldatura - n. 2 - Marzo / Aprile 2008 Cb (Nb) plus Ta – – – – – – – – – – – 0.70-1.00 – – – – 0.70-1.00 – – – – – – – 6 x C, min to 1.00 max 8 x C, min to 1.00 max Mn Si P S N Cu 4.0-7.0 8.0-10.0 10.5-13.5 3.30-4.75 0.5-2.5 0.5-2.5 0.5-2.5 0.5-2.5 0.5-2.5 0.5-2.5 0.5-2.5 0.5-2.5 0.5-2.5 0.5-2.5 1.0-2.5 1.0-2.5 1.0-2.5 1.0-2.5 0.5-2.5 0.5-2.5 0.5-2.5 0.5-2.5 0.5-2.5 0.5-2.5 0.5-2.5 0.90 1.00 1.00 0.90 0.90 0.90 0.90 0.90 0.90 0.90 0.90 0.90 0.90 0.90 0.75 0.75 0.75 0.75 0.90 0.90 0.90 0.90 0.90 0.90 0.90 0.04 0.04 0.04 0.04 0.04 0.04 0.04 0.04 0.04 0.04 0.04 0.04 0.04 0.04 0.03 0.03 0.03 0.03 0.04 0.04 0.04 0.04 0.04 0.04 0.04 0.03 0.03 0.03 0.03 0.03 0.03 0.03 0.03 0.03 0.03 0.03 0.03 0.03 0.03 0.03 0.03 0.03 0.03 0.03 0.03 0.03 0.03 0.03 0.03 0.03 0.10-0.30 0.10-0.30 0.10-0.30 – – – – – – – – – – – – – – – – – – – – – – 0.75 0.75 0.75 0.75 0.75 0.75 0.75 0.75 0.75 0.75 0.75 0.75 0.75 0.75 0.75 0.75 0.75 0.75 0.75 0.75 0.75 0.75 0.75 0.75 0.75 0.5-2.5 0.60 0.04 0.03 – 3.0-4.0 DISBONDING Figura 4 - Concentrazione di H2 in una sezione di parete di un apparecchio a pressione placcato - L. Coudreuse - Proposal for a disbonding test guideline based on the actual severity of in services conditions. L. Possenti et al. - Applicazione industriale per la nastratura ad alto rendimento con acciai austenitici ad alto tenore di molibdeno Temperature (°C) Time (minutes) Temperature (°F) Temperature (°F) Temperature (°C) Isothermal precipitation kinetics of several high-performance stainless steels compared with Type 316 stainless steel8 Isothermal precipitation kinetics of intermediate phases in a 0.05C-17Cr-13Ni-5Mo alloy containing 0.039% nitrogen annealed at 1100 °C (2012 °F)7 Time (minutes) Figura 5 - Cinetica delle precipitazioni di fasi secondarie (tempo - temperatura) - High performance stainless steel - Nickel Development Institute. Richieste tecniche dei committenti (ingegnerie di processo e industrie petrolchimiche) La richiesta di partenza dei committenti su cui si è lavorato è quella di realizzare corpi a pressione con materiale base 2 ¼ Cr-1 Mo-¼ V (o 2 ¼ Cr-1 Mo) con overlay interno in Tp.317L. La scelta del materiale base è stata quella di avere un materiale adatto al servizio idrogeno ad alta temperatura (tra i 400° ed i 455°C) come richiesto da impianti di Hydrocracking e Hydrotreater. La scelta dell’overlay in Tp.317L è stata motivata dalla necessità di avere un materiale con specifica resistenza alla corrosione provocata dagli acidi naftenici. Tali acidi, come accennato, possono provocare una grave corrosione da pitting soprattutto ad alta temperatura (oltre 300°C). È interessante considerare che la scelta di questo tipo di materiale per l’overlay sta diventando sempre più comune in relazione all’utilizzo di greggio di qualità sempre più bassa e quindi ad alto contenuto di zolfo ed acidi naftenici (elevato numero di Total Acid Number - TAN in accordo all’ASTM D664). L’overlay doveva soddisfare i seguenti requisiti: • qualifica in accordo ai requisiti dell’ASME IX • contenuto di ferrite compreso tra 3-8 FN • analisi chimica di ER 317L garantita alla profondità di 3.2 mm in accordo all’ASME II part C SFA 5.9 In aggiunta, l’aderenza del weld overlay doveva essere verificata attraverso prove di disbonding (attualmente secondo ASTM G 146-01). Questa prova ha lo scopo di verificare che non ci sia il rischio di distacchi e Tasso di deposito in kg/h Figura 6 - Tasso di deposito medio per i diversi procedimenti di riporto tramite nastratura. rotture localizzate all’interfaccia tra i due materiali, causati dall’aumento di concentrazione di atomi di idrogeno in questa zona durante la fase di shutdown del reattore. Tale prova può rappresentare una criticità del procedimento elettroscoria ESW rispetto al procedimento ad arco sommerso SAW a causa della minore penetrazione tipica del processo. Tale criticità era in questo caso limitata dalle caratteristiche del materiale base (2 ¼ Cr-1 Mo-¼ V) che grazie al suo contenuto in vanadio permette probabilmente la formazione di carburi di vanadio all’interfaccia che limitano tale problema grazie alla riduzione della permeabilità all’idrogeno. Risulta fondamentale evidenziare come le prove suddette debbano essere realizzate nelle condizioni finali di consegna dell’apparecchio a pressione. In tal senso non si tratta di provare il weld overlay nelle condizioni “as welded” ma dopo il trattamento termico finale subito dall’apparecchio e quindi del weld overlay (705° +/- 10°C x 10 ore per il 2 ¼ Cr-1 Mo-¼ V). Tale trattamento è fondamentale al fine di effettuare la distensione ed il rinvenimento della saldatura. È noto che tale trattamento può rendere suscettibile il materiale inossidabile alla formazione del composto intermetallico conosciuto come “fase sigma”. A maggior ragione in un materiale con una percentuale di elementi ferritizzanti quali il cromo ed il molibdeno che allargano il campo di esistenza di questa fase fragile. Riv. Ital. Saldatura - n. 2 - Marzo / Aprile 2008 209 L. Possenti et al. - Applicazione industriale per la nastratura ad alto rendimento con acciai austenitici ad alto tenore di molibdeno Esecuzione del riporto con nastro utilizzando flusso ad alta velocità ed alta densità di corrente Tipo e caratteristiche del flusso ad alta velocità ed alta densità di corrente È noto che risulta possibile, per alcuni tipi di deposito quali Tp.347, Tp.308L, Tp.316L, effettuare il deposito in elettroscoria con la tecnica monostrato. Questo viene realizzato utilizzando nastro sovralegato 309LNb, 309L, 309LMo che permette di ottenere, dopo deposito (e quindi dopo diluizione), la corretta analisi chimica alla profondità richiesta. Per il deposito di saldatura in Tp.317L non esiste per ora tale possibilità con nastri di tipo laminato. L’alternativa possibile per mantenere la tecnica monostrato sarebbe stata quella di utilizzare flussi additivanti (alloy flux) che permettono di aggiungere elementi di lega nel deposito attraverso l’attiva partecipazione del flusso; ma le specifiche di riferimento dei Commitenti non permettevano l’uso di questa soluzione. La scelta operativa è stata pertanto quella di effettuare la nastratura con procedimento ESW bistrato utilizzando flussi ad alto rendimento. In particolare la nastratura è stata eseguita con le seguenti dimensioni di nastro: • 90 X 0.5 mm per il mantello • 60 X 0.5 mm per i fondi • 30 X 0.5 mm per i bocchelli di grandi dimensioni (passi d’uomo, ecc.) La scelta del nastro da 90 mm è dovuta alla possibilità, per questa dimensione, di ottimizzare i parametri elettrici per l’ottenimento delle massime prestazioni, con i flussi ad alto rendimento, utilizzando impianti di placcatura pre-esistenti. L’uso per il fondo di nastri di larghezza inferiore a quella del mantello (60 mm) è dovuto alla geometria del componente (raggio di curvatura). Il flusso utilizzato per l’esecuzione del riporto è stato l’ OK FLUX 10.14, prodotto dalla ESAB, già ampiamente sperimentato ed utilizzato nella placcatura ESW ad elevata velocità con elevata densità di corrente per i riporti sia in mono strato con nastri austenitici tipo 24-13LNb (309LNb) che in bistrato con nastri austenitici tipo 24-13LNb (309 LNb) + 19-9 LNb (347). La scelta di detto flusso è stata fatta per le sue caratteristiche tecniche tra le quali: • elevata velocità di deposito; • flusso non attivo; • operatività eccellente ad elevate correnti. Le caratteristiche di detto flusso possono essere riassunte come segue: tipo flusso: floruro basico CaF2Al 2 O 3 (CaF 2 70%; Al 2 O 3 20%; MgO 10%) classificazione: n.a. indice di basicità: 4.4 densità: 1.0 kg/dm3 massima corrente: 3200 A (nastro 90x0.5 mm) 2100 A (nastro 60x0.5 mm) L’elemento sostanziale che caratterizza il flusso è l’aggiunta di un elevato contenuto di fluorite (CaF 2 ) nel flusso con aumento dell’indice di basicità e conseguente aumento dell’elettroconduttività della scoria. Tale incremento deve essere comunque bilanciato: • per ottimizzare la viscosità della scoria liquida (in modo da evitare da Scelta della tecnica da adottare Nelle tecniche bistrato una possibile soluzione è quella di realizzare il primo strato con procedimento SAW per avere una buona adesione (penetrazione) con il materiale base seguito da un secondo strato depositato con procedimento ESW per ottenere la tipologia di deposito richiesto. Nell’applicazione descritta, in cui è stato utilizzato per entrambi gli strati il procedimento ESW, si sono cercati i parametri per ottenere un risultato quanto più possibile simile alla condizione sopra descritta. Durante l’esecuzione del primo strato si è utilizzata la massima velocità di avanzamento ottenibile, in modo da avere la massima penetrazione nel materiale base. Per il secondo strato, al contrario, si è diminuita la velocità di avanzamento in modo da depositare un notevole spessore con una bassa diluizione degli elementi di lega. Entrambi gli strati sono stati eseguiti con flusso ad alta velocità ed alta densità di corrente in modo da ottenere una produttività elevata. Tale tipo di flusso permette infatti di avere un’alta densità di corrente (essendo molto conduttore) che unita ad una elevata velocità di avanzamento di saldatura consente di ottenere, rispetto al procedimento ESW con flusso tradizionale, Deposito kg/h di un nastro da 60x0.5 per corrente di saldatura utilizzata 8 3.000 7 Corrente di saldatura in A Electr. conductivity in S/cm una parte la rottura della scoria e dall’altra parte il suo distacco anticipato dal deposito); • per evitare discontinuità nel deposito (es. incisioni). L’allumina (Al 2 O 3 ) viene aggiunta al fine di contrastare l’effetto indesiderato di una scarsa finitura superficiale provocato dalla fluorite. 6 5 4 3 2 1 2.500 2.000 1.500 1.000 500 0 50 60 60 60 60 100 21 CaF2-content in % Figura 7 - Conduttività della scoria fusa a 1700°C in funzione del contenuto di fluorite. 210 Riv. Ital. Saldatura - n. 2 - Marzo / Aprile 2008 43 51 56 Deposito in kg/h Figura 8 - Tasso di deposito in funzione della corrente di saldatura (nastro da 60 mm). L. Possenti et al. - Applicazione industriale per la nastratura ad alto rendimento con acciai austenitici ad alto tenore di molibdeno Velocità di saldatura Figura 9 - Variazione caratteristiche del deposito all’aumentare della velocità. una penetrazione simile, ed anche superiore, a quella ottenibile con l’arco sommerso. Per quanto riguarda la scelta dei materiali da utilizzare per il primo ed il secondo strato, la prima possibilità analizzata è stata quella di effettuare il primo strato con il Tp.309LMo (che permette di cominciare ad aggiungere il molibdeno nel deposito già dal primo strato) seguito da un secondo strato con il Tp.317L. Per motivi economici (costo del Tp.309LMo), per la difficoltà di approvvigionamento e per motivi tecnici è stata invece fatta la scelta di utilizzare per il primo strato il Tp.309L. Il Tp.309L infatti, non contenendo molibdeno, permette di ottenere un primo strato con alta diluizione e basso spessore di deposito con un’analisi chimica meno suscettibile a fenomeni di infragilimento rispetto alla lega con l’aggiunta di molibdeno. Per il secondo strato, che deve avere l’analisi di Tp.317L, dovendo compensare l’assenza di molibdeno del primo strato, è stato necessario ottimizzare i parametri operativi in modo da ottenere lo spessore minimo di deposito che garantisse di ottenere l’analisi chimica richiesta a 3.2 mm dalla superficie. Parametri di processo per l’esecuzione del riporto e loro influenza sulle caratteristiche del deposito L’esecuzione del primo strato non ha evidenziato particolari criticità nei confronti dell’analisi del deposito ma ha richiesto la necessità di mettere a punto i Figura 10 - Valori di ferrite. parametri per l’ottenimento di velocità elevate (fino a 420 mm/min) senza la realizzazione di difetti operativi (es. incisioni marginali). Per il secondo strato le prime prove eseguite sono state realizzate con i seguenti parametri: • Tensione: 26 V • Corrente: 2800 A • Velocità : 380 mm/min L’analisi chimica con questi parametri ha evidenziato una carenza di molibdeno nel deposito (inferiore al limite minimo richiesto del 3.0%). Per limitare la riduzione del molibdeno nel deposito si è pertanto deciso di diminuire la velocità di saldatura mantenendo inalterati gli altri parametri. L’aumento dello spessore del deposito e la diminuzione della penetrazione (e della diluizione) hanno permesso di ottenere il valore del molibdeno richiesto a specifica. Risultati dei test di qualifica eseguiti Le due prove hanno evidenziato le analisi chimiche sul deposito riportate nella Tabella VII, con i valori di Ferrite (misurata attraverso De Long) (Fig. 10) e gli spessori di riporto evidenziati nella Figura 11. Le prove meccaniche (4 pieghe laterali) eseguite sia dopo il minimo che dopo il massimo ciclo di trattamenti termici dopo saldatura, per il trattamento termico (705 °C +/- 10 °C x 10 e 33 ore rispettivamente) hanno dato risultati sempre conformi ad evidenziare che il trattamento in entrambi i casi non ha provocato infragilimento del deposito. La prova di disbonding è stata eseguita su provini di placcatura che avevano subito il massimo ciclo di trattamento (705°C x 33h) ed un trattamento in autoclave con i seguenti parametri: • Temperatura: 454°C • Pressione di H2:190 bar • Durata trattamento: 48h • Velocità di raffreddamento: 300°C/h • Ranking di disbonding ammesso (in accordo all’ASTM G-146-01): 0 Sui provini non è stato riscontrato disbonding. Per quanto riguarda il valore di ferrite in produzione, confrontato prima e dopo il trattamento termico, si osserva una riduzione progressiva: • 7 Fe% (as welded) • 4.5 Fe% (dopo min PWHT) Tale riduzione è dovuta sia alla formazione di fase sigma (cui la tipologia di inox risulta sicuramente suscettibile) ma anche alla formazione di austenite secondaria che influenza anche essa il magnetismo misurato con il ferritoscopio magnetico (ferritoscope Fisher). Applicazione in produzione dei parametri operativi Se durante l’esecuzione dei saggi di prova le alte intensità di corrente e le elevate velocità non producono particolari problemi, la messa in produzione degli stessi parametri ha richiesto un completo adeguamento degli impianti esistenti. Riv. Ital. Saldatura - n. 2 - Marzo / Aprile 2008 211 L. Possenti et al. - Applicazione industriale per la nastratura ad alto rendimento con acciai austenitici ad alto tenore di molibdeno TABELLA VII - Analisi chimiche sul deposito. C% Si% Mn% P% S% Cr% Mo% Ni% Cu% N% FN De Long Required 0.04 max 0.90 max 0.5 min 2.5 max 0.04 max 0.03 max 18 min 21 max 3 min 4 max 12 min 14 max 0.75 max === 3÷8 1ª PROVA 0.030 0.47 1.31 0.020 0.008 18.5 2.67 12.7 0.150 0.050 6.5 2ª PROVA 0.035 0.50 1.33 0.021 0.008 18.5 3.05 12.92 0.160 0.050 6.0 1ª PROVA 2ª PROVA Prima prova con analisi a 3.2 mm di profondità non conforme Seconda prova definitiva con analisi conforme Verifica dello spessore nella macro della prima prova Verifica dello spessore nella macro della seconda prova 410 mm/min ha richiesto l’irrigidimento generale delle teste di saldatura e del loro sistema premi nastro. Ci sono poi dispositivi, come il controllo del campo magnetico, il controllo in continuo dello stick-out, cablaggi elettrici, che, anche se non sono tipici parametri di processo, influenzano tuttavia in modo fondamentale la realizzazione del deposito. Quindi anch’essi sono stati adeguati per la realizzazione di questa applicazione. Nella Figura 12 sono riassunti gli interventi eseguiti per la buona riuscita dell’applicazione. La difficoltà maggiore riscontrata per l’applicazione dei punti sopra descritti è stata la non reperibilità nel mercato di attrezzature specifiche che rispondessero ai requisiti richiesti per l’utilizzo in produzione dei parametri stabiliti. È stato quindi necessario impiegare gli equipaggiamenti disponibili sul mercato e procedere poi direttamente alla loro modifica ed adattamento. Figura 11 - Spessori di riporto. In particolare deve essere considerato che durante una placcatura ad alta velocità si utilizza un amperaggio medio di 2600 A, mentre nell’applicazione in oggetto il valore medio di corrente raggiungeva circa 3000 A. Considerando che 2700 A era un valore già molto vicino al limite degli impianti esistenti, l’incremento del 10% del valore medio ha richiesto interventi sulla parte elettrica e meccanica con particolare riferimento alle teste di saldatura. Sostanzialmente l’aumento dell’intensità di corrente ha richiesto un aumento delle sezioni portata correnti in gioco (contatti massa e testa di saldatura) e un aumento di capacità dei sistemi di raffreddamento; mentre l’aumento della velocità di avanzamento fino a 212 Riv. Ital. Saldatura - n. 2 - Marzo / Aprile 2008 ADEGUAMENTO IMPIANTO PLACCATURA AUMENTO DELLA CORRENTE DI SALDATURA AUMENTO DELLA VELOCITÀ D’AVANZAMENTO Aumento delle sezioni portata corrente Aumento numero cavi massa Ottimizzazione e incremento sistemi Controllo campo magnetico Miglioramento dei sistemi di raffreddamento teste saldatura Aumento rigidità delle teste di saldatura Aumento numero di masse collegate al pezzo Perfezionamento sistemi controllo e mantenimento stick out in continuo Incremento dei generatori utilizzati da n° 2 a n° 3 per ogni testa Figura 12 L. Possenti et al. - Applicazione industriale per la nastratura ad alto rendimento con acciai austenitici ad alto tenore di molibdeno Bibliografia - - Figura 13 - Risultato finale della placcatura nastro 90 mm. Conclusioni (risultati e vantaggi tecnico - economici) Il nuovo flusso ha apportato chiari vantaggi di produttività per le aziende di caldareria. In questa applicazione si sono sfruttate al meglio le possibilità offerte sia dal processo elettroscoria che dalla nuova tipologia di flusso allo scopo di risolvere problematiche specifiche per questa tipologia di riporto: • penetrazione (per ridurre fenomeni di disbonding); • diluizioni (per ottenere l’analisi chimica alla profondità richiesta). In questo esempio pratico di nastratura sono stati utilizzati tutti i vantaggi ottenibili dall’elevata densità di corrente. Per il primo strato si è cercato di ottenere la massima velocità compatibilmente con la necessità di avere un’elevata penetrazione. Nel secondo strato si è cercato di ottenere la massima velocità di avanzamento compatibilmente con la necessità di avere uno spessore di deposito tale da garantire il E317L (ASME II part.C SFA 5.4) alla profondità richiesta, sfruttando quindi la poca penetrazione/diluizione ottenibile con un processo ad elettroscoria. Il risultato di produttività finale è stato un incremento del 35% del tasso di deposito rispetto alle applicazioni precedentemente realizzate. D’altra parte il problema non è stato solo la scelta della tipologia di flusso e la definizione dei parametri operativi, ma anche lo svolgimento delle attività - API - RP 941 - Steels for hydrogen service at elevated temperatures and pressure in petroleum refineries and petrochemical plant (Revision 4). American Society of Mechanical Engineer - ASME II Part A, ASME II Part B, ASME II Part C (ed. 2004 and addenda 2006). ATI Allegheny Ludlum - Stainless Steels - ChromiumNickel-Molibdenum. SET Laboratories Inc. - Naphtenic acid corrosion review. Nickel Development Institute - High performance stainless steel. Antalffy L.P., Chaku P.N.: «Metallurgical, design, fabrication aspects of modern hydroprocessing reactors». Kane R.D., Trillo E., Srinivasan S. (Honeywell Process Solutions): «The state of the art of naphtenic acid and sulfidic corrosion evaluation and prediction». Coudreuse L.:« Proposal for a disbonding test guideline based on the actual severity of in services conditions». Paschold R.: «Electroslag strip cladding for corrosion resistance» (SVETSAREN). necessarie per adeguare nel modo migliore gli impianti e i loro dispositivi critici alla messa in produzione dell’applicazione. In riferimento a quest’ultimo punto il risultato è stato estremamente soddisfacente, dal momento che i fermi macchina per problemi di manutenzione sono stati registrati solo nelle prime settimane di avvio produzione durante la fase messa a punto finale. Luca POSSENTI, laureato in Ingegneria Meccanica presso l’Università degli Studi di Roma “La Sapienza”, dal 1994 lavora presso ATB Riva Calzoni nell’area Qualità e Saldatura. European Welding Engineer dal 2002, attualmente ricopre il ruolo di Responsabile Qualità e Saldatura di ATB Riva Calzoni. Adriano VOLPI, diplomato Perito Metallurgico, dal 1998 al 2003 ha lavorato in GKN FAD nell’area Qualità e Saldatura e dal 2003 al 2005 nell’area Qualità e Saldatura del Gruppo ORMIS. European Welding Technologist dal 2002, attualmente ricopre il ruolo di Welding Engineer di ATB Riva Calzoni. Gabriele GALLAZZI, diplomato Perito Industriale - Costruttore Aeronautico c/o ITIS G. Fauser (NO). Dal 1991 al 1998 è stato Responsabile della Garanzia Qualità, prevenzione, protezione e Responsabile saldatura presso la Società Del Monego S.p.a. - Legnano. Impiegato presso ESAB Saldatura S.p.A. in qualità di Product Manager consumabili per processo FCAW, SAW, placcatura e backing ceramici; incaricato tecnico per le omologazioni dei consumabili con i registri navali. In possesso delle qualifiche IWS, II liv. ASNT -TC1A - RX - LP - MT, ASME auditor Esab. Riv. Ital. Saldatura - n. 2 - Marzo / Aprile 2008 213 Valorizzare il tuo mondo è la nostra missione La prima ed unica associazione culturale composta da tecnici professionisti, delle competizioni motoristiche sportive La rivista ufficiale di Assomotoracing Via del Battirame, 6/3 - 40138 Bologna Tel. 051 948002 - Fax 051 324394 [email protected] www.assomotoracing.it SUPPORTI GRAFICI ASSOCIAZIONE CULTURALE STORIA E TECNICA DEL MOTORISMO DA COMPETIZIONE Influenza dei parametri del processo di brasatura sulle caratteristiche microstrutturali di giunti in leghe di rame (°) M. Merlin * I. Crepaldi * G.L. Garagnani * L. Trebbi ** Sommario / Summary Nel presente studio sono riportati i risultati delle caratterizzazioni microstrutturali condotte su giunti in leghe di rame ottenuti mediante differenti processi di brasatura. In particolare le indagini sono state eseguite su leghe del sistema ternario Cu-Ni-Zn (alpacche), tradizionalmente impiegate nel settore della occhialeria, al fine di evidenziare i pregi ed eventuali difetti sia dal punto di vista metallurgico sia funzionale di campioni ottenuti con due diversi metodi per l’apporto di calore: ad induzione e a raggio laser. Parallelamente ad una analisi metallografica di giunti realizzati con la tecnica tradizionale della brasatura ad induzione, sono stati sottoposti ad indagine dei giunti ottenuti con la tecnica della brasatura laser. In particolare si è valutato come la variazione dei parametri di processo riguardanti sia il raggio laser (potenza e tempo di incidenza) sia le condizioni superficiali del metallo base su cui va ad incidere il fascio (presenza o assenza di ossidi superficiali) possa influire in modo rilevante sulla formazione di macroscopici difetti nelle giunzioni o sulla deformazione dei componenti stessi. Lo scopo principale del lavoro è stato, dunque, quello di cercare di individuare i parametri ottimali di processo nel caso di brasatura con fascio laser in modo tale che i giunti così realizzati presentassero proprietà meccaniche accettabili, mantenendo un gradevole aspetto estetico, un requisito decisamente fondamentale in componenti per occhialeria. In this paper the results of microstructural characterisations (°) Memoria presentata alle Giornate Nazionali di Saldatura 4 - Workshop: “Brasatura” - Genova, 25-26 Ottobre 2007. * Dipartimento di Ingegneria - Università di Ferrara. ** Visottica Industrie S.p.A. - Susegana (TV). on copper alloy welded joints, obtained by different brazing processes, are presented. In particular, analysis have been performed on Cu-Ni-Zn ternary alloys (nickel silver), traditionally used in the glasses branch industry. The two different brazing processes taken into account in this work are induction and laser brazing. In order to emphasize the pros and cons of the foreign techniques, welded samples have been analysed on both metallurgical and functional point of view. In particular, the effect of the process parameters variation, concerning both the laser beam (power and time of impact) and material surface initial conditions (presence or absence of surface oxide layers) have been taken into account. These aspects play a significant role in the presence of macroscopic defects or in the joint deformation. Therefore, the main goal of the paper is to find the optimal process parameters in the case of laser brazing, in order to obtain acceptable mechanical properties. As a matter of fact that a good aesthetic appearance is a very fundamental requirement, in particular in components for glasses. Keywords: Brazeability; brazing fillers; copper alloys; induction brazing; influencing factors; laser brazing; microstructure; process parameters. Riv. Ital. Saldatura - n. 2 - Marzo / Aprile 2008 217 M. Merlin et al. - Influenza dei parametri del processo di brasatura sulle caratteristiche microstrutturali di giunti in leghe di rame 1. Introduzione La necessità di unire componenti di piccole dimensioni in tempi brevi, e contemporaneamente raggiungere alti livelli di qualità ed elevate produttività, ha portato all’ottimizzazione dei processi di brasatura delle leghe ternarie Cu-Ni-Zn (alpacche), tradizionalmente impiegate nel settore della occhialeria. Tale tecnologia consente di ottenere giunti sufficientemente resistenti, evitando i problemi riscontrati con le saldature autogene, nelle quali il metallo base viene portato a fusione. I principali vantaggi di questa tecnica sono i ridotti apporti termici, le limitate deformazioni dei componenti, una zona termicamente alterata di ampiezza limitata e la facile automazione del processo [1]. Per garantire una buona qualità delle giunzioni è necessario considerare alcuni parametri che regolano il contatto tra materiale base e materiale d’apporto allo stato fuso. È infatti necessaria una elevata bagnabilità che, a sua volta, è regolata dalle tensioni superficiali agenti nel punto di contatto solido-liquido e che varia a seconda del tipo di materiale, della rugosità superficiale e in funzione dell’impiego o meno di specifici flussanti. La rugosità superficiale riduce l’effettivo angolo di contatto tra una goccia di liquido e la superficie solida, e allo stesso tempo può favorire fenomeni di capillarità tra il metallo d’apporto e la superficie del metallo base: la diffusione superficiale risulta in tal modo migliorata. Esiste però un valore limite della rugosità superficiale, infatti se la superficie presenta delle cavità troppo profonde può essere sfavorita la buona diffusione del materiale d’apporto [1]. La presenza di ossidi superficiali costituisce uno dei maggiori ostacoli alla esecuzione della brasatura. Per rimuovere questi eventuali strati e promuovere la bagnabilità con il metallo d’apporto vengono correntemente impiegati i cosiddetti flussanti, ovvero agenti chimici che sono anche in grado di proteggere il giunto da eventuali fenomeni di ossidazione durante il ciclo di brasatura. I flussanti, compatibili sia con il metallo d’apporto sia con il substrato, non devono lasciare residui ed essere facilmente rimossi dallo scorrimento della lega brasante allo stato liquido durante il processo [1]. I flussanti non sono, però, in grado di rimuovere grassi, oli e contaminanti superficiali e pertanto i giunti devono essere accuratamente puliti prima della brasatura. L’apporto termico nella brasatura viene fornito tradizionalmente tramite induzione, ovvero si sfrutta l’effetto dell’induzione elettromagnetica per promuovere la formazione del giunto saldato. Una corrente elettrica alternata, a bassa tensione e ad alta frequenza, viene fatta passare in una bobina che avvolge il pezzo da riscaldare e, in tal modo, il campo magnetico prodotto induce nel metallo delle correnti indotte le quali, per effetto Joule, riscaldano il materiale. Il calore così generato deve portare a fusione il materiale d’apporto pre-posizionato. Tale tecnica rappresenta un vantaggio qualora si debbano unire componenti nei quali non siano ammesse alterazioni metallurgiche o quando debbano essere minimizzate o impedite le distorsioni. La brasatura ad induzione viene effettuata quasi sempre in aria. La forma delle bobine limita però l’applicazione di questo processo a geometrie di forma semplice e l’accostamento delle parti da unire deve essere molto accurato. Una interessante alternativa a tale tecnica di apporto termico è costituita dall’utilizzo del laser Nd:YAG, che con la potenza del suo fascio promuove la fusione della lega brasante in tempi molto contenuti. Il laser consente di otte- nere densità di energia elevate, di focalizzare su aree di dimensioni ridotte e di garantire velocità e produttività elevate. Questo tipo di dispositivo funziona efficientemente sia quando la lega brasante è pre-posizionata all’interfaccia delle parti da unire sia quando la lega, in modo continuo ed automatico, viene collocata sulle parti da assemblare. 2. Materiali e metodi di brasatura Correntemente impiegate in componenti per occhialeria, in quanto presentano una buona resistenza alla corrosione, sono facilmente saldabili e lavorabili alle macchine utensili, nel presente lavoro sono state prese in considerazione le leghe CuNi18Zn19Pb1 e CuNi18Zn20, classificate come alpacche [2,3]. Nella Tabella I vengono riportati gli intervalli di composizione degli elementi di lega, espressi come percentuali in peso. I componenti oggetto di indagine sono costituiti da aste e scatole per montatura di occhiali. A partire da una barra trafilata a freddo, le aste sono state prodotte per stampaggio, mentre le scatole sono state prodotte per asportazione di truciolo. Sono state effettuate delle giunzioni accoppiando una scatola realizzata in lega CuNi18Zn20 e un’asta realizzata in CuNi18Zn19Pb1, utilizzando come materiale d’apporto una lega comunemente denominata argentana, costituita al 50% da rame e per il restante 50% da argento e zinco. I giunti, che vengono analizzati e trattati nel presente lavoro, sono stati realizzati mediante le due tecniche di brasatura ad induzione e di brasatura laser, e le loro caratteristiche sono state opportunamente confrontate a livello microstrutturale. I parametri scelti per la realizzazione dei giunti brasati ad induzione sono quelli tradizionalmente impiegati nella produzione industriale, mentre si è proceduto per via sperimentale nella scelta dei parametri della bra- TABELLA I - Composizione nominale (percentuale in peso) delle leghe studiate. Lega Cu Ni Pb Zn Sn Mn Fe P Altri CuNi18Zn19Pb1 59.5-62.5 17-19 0.5-1.5 resto 0.2 max 0.7 max 0.3 max 0 0.2 max CuNi18Zn20 62 17.5-18.5 0.03 max resto 0 0.5 max 0.3 max 0 0.3 max 218 Riv. Ital. Saldatura - n. 2 - Marzo / Aprile 2008 M. Merlin et al. - Influenza dei parametri del processo di brasatura sulle caratteristiche microstrutturali di giunti in leghe di rame satura laser. I campioni più significativi, realizzati mediante brasatura laser e a cui si farà riferimento nel seguito, sono riportati nella Tabella II con indicazione dei parametri di processo. Processo di brasatura ad induzione Per la realizzazione dei giunti brasati ad induzione sono state seguite le tradizionali procedure industriali. In tale tecnologia il calore viene prodotto per effetto Joule da una bobina metallica che avvolge i due componenti che devono essere uniti. Il materiale d’apporto, sotto forma di filo o di lamina, viene pre-posizionato, manualmente o automaticamente con macchine a controllo numerico, tra i due lembi da brasare. In tal modo si ha la giusta quantità di lega brasante già inserita, e ciò rende più veloce l’intero processo (Fig. 1). La saldatura viene effettuata in atmosfera di gas inerte, composto per il 90% da azoto e per il restante 10% da idrogeno, al fine di isolare la zona da saldare dal contatto con l’ossigeno ed evitare ossidazioni che potrebbero compromettere la qualità del giunto. Se si considera la buona conducibilità delle alpacche, che facilita la dispersione del calore prodotto dall’effetto Joule, e dal momento che la temperatura di fusione del materiale d’apporto è di circa 570˚C, ne consegue che è necessaria una quantità di calore molto elevata per provocare il cambiamento di stato della lega brasante, con costi abbastanza elevati. Un difetto che frequentemente si verifica in questo tipo di giunzioni è la formazione di fessure o cavità, provocate dal fatto che il metallo d’apporto spesso non bagna uniformemente la superficie del metallo base, compromettendo quindi la qualità dei giunti. Figura 1 - Schema delle modalità di inserimento del materiale d’apporto tra i due lembi del giunto (asta e scatola di una montatura per occhiali). TABELLA II - Campioni analizzati e relativi parametri di brasatura laser. Campione n° Potenza [W] Tempo [s] Stato superficiale 1 1300 2.5 PRESENZA di ossido superficiale 2 1240 960 3 1 ASSENZA di ossido superficiale 3 1240 960 씮 720 3 1 PRESENZA di ossido superficiale 4 1240 960 씮 720 3 1 ASSENZA di ossido superficiale Per superare il problema e ridurne gli effetti negativi, è necessario bagnare una delle due parti da brasare con un liquido antiossidante, al fine di permettere alla lega fusa di scorrere più facilmente nell’intercapedine tra i due lembi e consentire una migliore giunzione. Si utilizza a tale scopo un composto flussante contenente tetra-borati e fluoro-borati di potassio, che permette di eliminare gli ossidi pre-esistenti sulla superficie dei lembi e preservarli dalla eventuale ulteriore ossidazione durante l’esecuzione della saldatura. Al termine del processo, i giunti vengono lavati accuratamente con appositi detergenti e viene eseguito un decapaggio acido. La presenza di eventuali contaminanti sulla superficie dei lembi contrasta l’azione capillare e impedisce l’adesione del flussante, facilitando la formazione di inclusioni o di vuoti all’interno del giunto brasato. È quindi importante una accurata pulizia prima di eseguire la giunzione, la quale deve essere effettuata entro un breve intervallo di tempo successivo al lavaggio. L’elevata temperatura raggiunta nella zona di giunzione, anche se non determina la fusione dei lembi, provoca in ogni caso una trasformazione microstrutturale della zona circostante con formazione di una ZTA (Zona Termicamente Alterata). Tale zona deve essere il più possibile contenuta per evitare un deterioramento locale delle proprietà meccaniche. Processo di brasatura mediante fascio laser La brasatura laser di componenti per occhialeria in leghe di rame costituisce un processo innovativo e in quanto tale è in fase di sperimentazione e ottimizzazione. Nella brasatura laser, il fascio colpisce il dorso dell’asta e, per conduzione termica, la laminetta di lega brasante viene riscaldata fino a raggiungere la temperatura di fusione. È importante evitare che la superficie esterna dell’asta, investita dal fascio laser, raggiunga la temperatura di fusione e a tal fine occorre un preventivo e accurato calcolo del flusso termico F o e del tempo di irraggiamento T, stabilendo come “condizioni al contorno” quelle corrispondenti alla massima temperatura superficiale che può raggiungere l’asta e alla temperatura di fusione del metallo brasante. Nel momento in cui si procede con la realizzazione del giunto, un pre-requisito fondamentale per la buona riuscita della brasatura laser è la garanzia di avere realizzato un intimo contatto tra le superfici da unire e il materiale brasante, per evitare la formazione di vuoti e altri difetti lungo il cordone brasato. A tale scopo sono stati appositamente progettati in laboratorio degli specifici afferraggi. Per l’individuazione di un set di parametri, che nel caso specifico delle leghe prese in considerazione potessero garantire un giunto brasato di buona qualità, sono state eseguite numerose prove sperimentali, variando opportunamente sia la potenza sia il tempo di emissione del fascio. La scelta della potenza del laser necessaria per promuovere la fusione del metallo d’apporto è stata la fase più critica della messa a punto del processo. È stato infatti verificato che una variazione di più o meno l’1% nel valore prescelto può portare o alla fusione dell’asta Riv. Ital. Saldatura - n. 2 - Marzo / Aprile 2008 219 M. Merlin et al. - Influenza dei parametri del processo di brasatura sulle caratteristiche microstrutturali di giunti in leghe di rame 220 Riv. Ital. Saldatura - n. 2 - Marzo / Aprile 2008 Profilo di temperatura Temperatura (°C) o alla mancata fusione del materiale d’apporto: ne consegue, dunque, l’importanza dell’assoluta precisione della valutazione dei parametri di processo. Per questo motivo sono stati valutati gli effetti provocati da diverse combinazioni di potenza termica e intervalli di tempo, in modo da individuare quali determinano i risultati migliori. È stato riscontrato sperimentalmente che un aumento del flusso termico e un contemporaneo accorciamento dei tempi provoca un riscaldamento eccessivo del dorso dell’asta, che pertanto fonde assorbendo calore; il metallo d’apporto, al contrario, resta solido a causa del tempo di esposizione troppo breve, non sufficiente cioè a far sì che il calore attraversi per conduzione l’intero spessore dell’asta. Se invece si diminuisce eccessivamente la potenza termica aumentando opportunamente il tempo di esposizione, il metallo brasante non raggiunge temperature sufficientemente elevate da effettuare un legame stabile tra asta e scatola e il giunto risulta quindi di scarsa qualità. I giunti di migliore qualità sono stati ottenuti operando con una potenza costante di 1240 W per i primi 3 secondi e continuando ad applicare una potenza minore e decrescente nel tempo, da 960 W a 720 W, nel secondo successivo. In tal modo è stato possibile far mantenere una temperatura elevata alla lega brasante per un intervallo di tempo superiore, evitando nel contempo il surriscaldamento e la fusione della superficie dell’asta. Per questo caso specifico il profilo di temperatura sulla superficie interna dell’asta a contatto con il metallo brasante è riportato nella Figura 2. Si osserva che la superficie dell’asta si riscalda fino a circa 850˚C e, per conduzione, il metallo d’apporto fonde in quanto la sua temperatura raggiunge i 580˚C circa. Il mantenimento alle alte temperature consente di aumentare la fluidità della lega brasante allo stato liquido, che riesce a scorrere e bagnare in maniera ottimale le due superfici. Il successivo raffreddamento avviene in modo lento limitando la formazione di difetti che potrebbero innescare la formazione di cricche e di conseguenza il distacco dei pezzi. Un altro parametro, che è stato preso in considerazione in quanto determinante sulla qualità del giunto, è lo strato di Tempo (s) Figura 2 - Profilo di temperatura sulla superficie del metallo base che si trova a contatto con la lega brasante. ossido presente sulla porzione della superficie dell’asta colpita dal fascio laser, in quanto la sua presenza influenza notevolmente l’assorbimento di calore. Lo strato di ossido superficiale, infatti, possiede un coefficiente di assorbimento termico molto più elevato di quello dell’alpacca; ne consegue che il metallo ossidato assorbe più calore rispetto al metallo non ossidato, comportando un aumento localizzato della temperatura superficiale. Sono state condotte prove sperimentali in cui volutamente non si è provveduto alla eliminazione dell’ossido superficiale e prove sperimentali in cui le brasature sono state eseguite su aste precedentemente pulite tramite levigatura alle carte abrasive con finezza 2000 mesh, in modo da togliere lo strato di ossido superficiale. Tutti i componenti, così realizzati variando i vari parametri di processo, sono stati sottoposti ad una accurata indagine visiva e microstrutturale post-brasatura. I campioni più significativi, che sono trattati nel presente lavoro, sono riportati nella Tabella II. 3. Prove sperimentali e caratterizzazione microstrutturale Le prove sperimentali di brasatura laser sono state condotte presso i laboratori RTM S.p.A. di Vico Canavese (Torino). I giunti ottenuti sia per brasatura ad induzione sia per brasatura laser sono stati caratterizzati e confrontati mediante analisi microstrutturali, condotte con l’ausilio di un microscopio ottico metallografico. Nel caso dei componenti brasati laser, è stata eseguita anche una prima indagine macroscopica con l’ausilio dello stereomicroscopio, al fine di mettere in evidenza eventuali difetti macroscopici in grado di compromettere l’estetica del giunto. I campioni sono stati sezionati, inglobati e accuratamente lucidati prima di eseguire l’attacco chimico [4]; in tal modo è stato possibile valutare non solo la bontà del giunto brasato in termini di estensione reale della superficie di contatto, ma anche le eventuali alterazioni microstrutturali dei metalli base e la morfologia del legante. 3.1 Giunti realizzati mediante brasatura ad induzione Nelle Figure 3 (a) e (b) sono riportate due micrografie di un giunto ottenuto mediante brasatura ad induzione. Come risulta evidente dalle micrografie, l’asta presenta una morfologia a grani fortemente allungati nella direzione di trafilatura, mentre la scatola presenta una struttura a grani ricristallizzati in corrispondenza della saldatura, con cristalli di maggiori dimensioni man mano che ci si allontana dal giunto. Si rileva la presenza all’interno del metallo brasante di una modesta quantità di porosità da gas di dimensioni contenute. Sono visibili difetti di riempimento dovuti ad una non perfetta bagnabilità delle superfici a contatto; il metallo M. Merlin et al. - Influenza dei parametri del processo di brasatura sulle caratteristiche microstrutturali di giunti in leghe di rame (a) 2 2 1 1 (b) Figura 3 - (a) Presenza di piccole porosità all’interno del cordone di brasatura (1: asta; 2: scatola). (b) Difetti di riempimento nel cordone di saldatura (1: asta; 2: scatola). d’apporto allo stato fuso non è fluito omogeneamente e sono rimaste alcune cavità. Le proprietà del giunto in questo caso, però, non risultano essere compromesse, anche se in generale tali tipi di difetti, se particolarmente estesi, possono provocare una diminuzione della resistenza meccanica o zone preferenziali per l’innesco di cricche. A più elevati ingrandimenti risulta evidente sia nella lega CuNi18Zn19Pb1, che costituisce l’asta, sia nella lega CuNi18Zn20, che costituisce la scatola, la presenza di cristalli geminati dovuti al processo di ricristallizzazione della struttura incrudita, indotto dal riscaldamento necessario per effettuare la brasatura. Nella micrografia della Figura 4 (a) è evidente la morfologia dendritica del (a) cordone di brasatura tra la scatola e l’asta e risulta chiaramente visibile come sia avvenuta una buona adesione tra metallo base e metallo d’apporto. Le dendriti sono orientate nella direzione preferenziale di smaltimento del calore. Nella Figura 4 (b) si può notare la presenza di una microcavità di ritiro interdendritico, situata al centro del cordone e caratterizzata da un bordo frastagliato e non lineare. In genere le microcavità di ritiro sono dovute ad una quantità insufficiente di materiale d’apporto e possono causare l’innesco di cricche e la rottura dei pezzi qualora sottoposti ad elevate sollecitazioni durante l’utilizzo. Nel caso dei giunti brasati ad induzione, con i parametri utilizzati e ottimizzati industrial- mente, la presenza di queste microcavità di ritiro è risultata decisamente modesta. Sono state inoltre eseguite prove di microdurezza Vickers HV 0.2 secondo un profilo che permettesse di mettere in evidenza l’effetto dell’interazione del metallo d’apporto fuso con i metalli base di asta e scatola. Nella Figura 5 è riportato uno di tali profili di microdurezza Vickers HV0.2; si nota che la durezza della scatola cala di circa 70 HV0.2 man mano che ci si avvicina alla zona brasata, mentre l’asta risente di un calo di durezza molto inferiore. Pertanto il riscaldamento necessario per promuovere l’unione dei due lembi non ha particolari effetti negativi sulle proprietà meccaniche. (b) Figura 4 - (a) Ingrandimento del cordone di brasatura: struttura dendritica. (b) Ritiro interdendritico nel cordone di brasatura. Riv. Ital. Saldatura - n. 2 - Marzo / Aprile 2008 221 M. Merlin et al. - Influenza dei parametri del processo di brasatura sulle caratteristiche microstrutturali di giunti in leghe di rame Durezza (HV0.2) Profilo di microdurezza Scatola Asta Distanza dalla saldatura (μm) Figura 5 - Profilo di microdurezza Vickers HV0.2 dopo brasatura; il punto 0 corrisponde al cordone di brasatura. 3.2 Giunti realizzati mediante brasatura laser I campioni più significativi, realizzati mediante brasatura laser al variare dei parametri di processo, sono già stati presentati nella Tabella II e sono stati oggetto di una approfondita indagine microstrutturale. (a) (b) Figura 6 - (a), (b) Difetto macroscopico di fusione dell’asta durante una brasatura laser. (a) Figura 7 - (a), (b) Brasature laser eseguite correttamente. 222 Riv. Ital. Saldatura - n. 2 - Marzo / Aprile 2008 (b) Prima di procedere alla realizzazione dei provini metallografici, sono state eseguite delle analisi non distruttive di tipo visivo sulla base di immagini a basso ingrandimento ottenute con lo stereomicroscopio. In tal modo sono stati messi in evidenza i macrodifetti proponendone anche una possibile spiegazione, aspetto che ad elevato ingrandimento non è sempre possibile valutare. Nella fase iniziale di individuazione dei parametri di brasatura laser sono stati realizzati dei campioni che presentavano una superficie dell’asta parzialmente fusa e con metallo d’apporto che non era stato in grado di fondere completamente, a causa di potenze termiche troppo elevate e tempi di esposizione al fascio laser troppo brevi. Nelle Figure 6 (a) e (b) sono riportate due immagini allo ste- M. Merlin et al. - Influenza dei parametri del processo di brasatura sulle caratteristiche microstrutturali di giunti in leghe di rame reomicroscopio di un campione in cui l’interazione con il fascio laser ha generato un’ampia zona di fusione che oltretutto si è immediatamente ossidata; la fusione del metallo ha generato un restringimento della sezione trasversale e un rigonfiamento dell’asta nella zona centrale. Variando i parametri di processo, tra i quali potenza termica, tempi di esposizione e controllo dello stato superficiale di ossidazione, è stato possibile ottenere dei componenti brasati con caratteristiche superficiali decisamente migliori, nei quali è risultata presente solo una leggera ossidazione superficiale dell’asta e la lega brasante è stata in grado di fluire correttamente. Nelle Figure 7 (a) e (b) sono riportate due immagini allo stereomicroscopio di un componente caratterizzato da un accettabile aspetto estetico. (a) 3.2.1 Brasatura laser: campione 1 L’asta e la scatola in questo campione sono stati brasati utilizzando una potenza laser pari a 1300 W con un tempo di esposizione di 2.5 secondi. Il breve tempo di esposizione alla alta temperatura generata dal fascio laser ha impedito la fusione dell’asta, il metallo d’apporto ha superato di poco la temperatura di fusione, ma purtroppo per troppo poco tempo; ciò non ha consentito alla lega brasante di scorrere sufficientemente e di bagnare in modo corretto la superficie a contatto di asta e scatola. Le analisi microstrutturali hanno confermato la scarsa resistenza del legame generatosi tra i due componenti. Nelle micrografie delle Figure 8 (a) e (b) si evidenzia la presenza di un numero molto elevato di porosità da gas e di zone che non sono state bagnate dal materiale brasante, quindi la giunzione non è in grado di garantire la sufficiente resistenza meccanica. Il legame tra materiale brasante e i due lembi, inoltre, si è generato solo nella parte sottostante al raggio laser, zona che è riuscita a raggiungere le temperature più elevate; nelle regioni adiacenti il metallo d’apporto non ha raggiunto la temperatura di fusione ed è rimasto solido. Come si può notare nella Figura 8 (c), la forza del legame è risultata per di più compromessa dalla presenza di uno strato di ossido all’interfaccia tra il metallo brasante e i due lembi. Tale strato dovrebbe essere necessariamente eliminato prima di eseguire la brasatura, per il fatto che altrimenti la giunzione si forma con lo strato di ossido e non con il metallo base. La giunzione risulta dunque critica in quanto lo strato di ossido è in grado di distaccarsi facilmente e non è possibile garantire delle buone doti di resistenza meccanica. (b) (c) Figura 8 - (a), (b) Presenza di difetti nella zona del cordone di brasatura. (c) Cordone di saldatura ad elevato ingrandimento: presenza di strato ossidato. Riv. Ital. Saldatura - n. 2 - Marzo / Aprile 2008 223 M. Merlin et al. - Influenza dei parametri del processo di brasatura sulle caratteristiche microstrutturali di giunti in leghe di rame 3.2.2 Brasatura laser: campione 2 In questo caso, per consentire una maggiore scorrevolezza del metallo d’apporto, la brasatura è stata eseguita con un tempo più prolungato di esposizione al fascio laser e con una potenza di poco inferiore. È stata utilizzata una potenza iniziale di riscaldamento di 1240 W per un tempo di 3 secondi ed una successiva permanenza per un secondo alla potenza di 960 W. La superficie dell’asta investita dal fascio laser non è andata completamente a fusione ma si è creato un difetto macroscopico per effetto del tempo più prolungato di esposizione alle alte temperature. Nelle micrografie della Figura 9 è visibile la microstruttura dell’asta nella zona di incidenza del fascio laser che è stata parzialmente fusa e risolidifi- (a) cata; è possibile riconoscere una zona termicamente alterata adiacente al metallo base inalterato, mentre nella zona che parzialmente si è fusa è presente una struttura dendritica secondo la direzione preferenziale di smaltimento del calore. La scelta di questi parametri ha consentito un raffreddamento più lento e al materiale brasante di fluire in maniera più omogenea tra i due lembi da unire. Nonostante ciò sono stati riscontrati dei difetti di dimensioni rilevanti all’interno del cordone di brasatura, generati anche in parte dalle difficoltà di creare un intimo contatto tra i lembi da unire. Nelle micrografie delle Figure 10 (a) e (b) sono visibili cavità e porosità all’interno del materiale d’apporto, anche se la bagnabilità appare buona dato che a maggiori ingrandimenti si nota la presenza di un sottile strato di materiale brasante ai bordi delle cavità. 3.2.3 Brasatura laser: campione 3 Per la realizzazione di questo campione è stata scelta una potenza del fascio laser di 1240 W per un tempo di esposizione di 3 secondi, a cui ha fatto seguito un mantenimento del riscaldamento per un ulteriore secondo con una potenza che è stata fatta decrescere linearmente da 960 W a 720 W. La scelta di questi parametri ha portato alla formazione di un difetto macroscopico dell’asta a seguito di una fusione estesa nella zona colpita dal fascio laser; il componente si è presentato esteticamente come nella Figura 6. Si è ritenuto che la fusione localizzata dell’asta sia (b) Figura 9 - (a) Zona dell’asta investita dal fascio laser. (b) Particolare della zona fusa e termicamente alterata. (a) (b) Figura 10 - (a), (b) Difetti nel cordone di saldatura: mancati riempimenti e porosità. 224 Riv. Ital. Saldatura - n. 2 - Marzo / Aprile 2008 M. Merlin et al. - Influenza dei parametri del processo di brasatura sulle caratteristiche microstrutturali di giunti in leghe di rame come riportato nella Figura 7, non presenta dei particolari problemi estetici, in quanto l’asta non ha subìto processi di fusione localizzata. Analizzando l’intero cordone sono presenti alcune piccole zone di mancato riempimento che, più che alla incapacità del materiale d’apporto di scorrere e bagnare omogeneamente l’intercapedine di giunzione, sembrano essere dovute ad un non perfetto allineamento e posizio- (a) (b) (c) Figura 11 - (a) Porosità nella zona fusa dell’asta. (b) Struttura dendritica della zona fusa. (c) Particolare della zona termicamente alterata. stata provocata dalla presenza di uno spesso strato di ossido superficiale. Come evidenziato nella Figura 11 (a), nella zona dell’asta che si è fusa sono presenti un numero molto elevato di porosità da gas formatesi a causa dell’assenza di un ambiente protettivo durante l’esecuzione della brasatura. Nelle micrografie delle Figure 11( b) e (c) è evidente la presenza dei cristalli dendritici, generatisi nella rapida risolidificazione del metallo, e la zona termicamente alterata che non è andata a fusione, ma che ha subìto inevitabilmente un trattamento termico. Le micrografie della Figura 12 mostrano, oltre che difetti di mancato riempimento, la presenza di bolle all’interno del cordone di brasatura, generate non dalla scarsa bagnabilità del metallo brasante, ma dalla presenza di gas attivo (aria) che è penetrato durante il processo. 3.2.4 Brasatura laser: campione 4 Il campione 4 è stato realizzato, così come il campione 3, applicando una potenza di 1240 W per un tempo di esposizione di 3 secondi e, per evitare che il giunto si raffreddasse troppo in fretta, si è prolungato il riscaldamento optando per una riduzione lineare della potenza, da 960 W a 720 W, nel secondo successivo. Nei campioni precedenti si era notato l’effetto negativo esercitato dallo strato di ossido presente sulla superficie dell’asta; infatti l’ossido, possedendo un coefficiente di assorbimento termico maggiore del metallo, assorbiva una elevata quantità di calore, provocando il surriscaldamento localizzato dell’asta. In questo caso si è provveduto, quindi, a ripulire dallo strato di ossido la zona investita dal fascio laser, mediante un processo di abrasione meccanica, prima di eseguire la brasatura. Si è ottenuto in questo modo un campione che, namento dei due lembi. Tali problemi sono senz’altro eliminabili progettando dei supporti con tolleranze più strette, utilizzabili per la produzione industriale. Nella Figura 13 (a) è riportata una micrografia del cordone di brasatura in cui si nota come vi sia stata una buona bagnabilità tra lega brasante e metallo base. Se si confronta tale micrografia con quella della Figura 3 (a), si nota che il livello di porosità è inferiore, però è evidente l’effetto sulla microstruttura dell’asta a seguito dell’elevata concentrazione del fascio laser. Nella micrografia della Figura 13 (b) si nota, a basso ingrandimento, come inevitabilmente siano presenti delle cavità da gas e nel particolare della Figura 13 (c), a maggiore ingrandimento, si evidenzia la buona qualità del cordone di saldatura che presenta struttura dendritica. L’aspetto negativo è rappresentato Riv. Ital. Saldatura - n. 2 - Marzo / Aprile 2008 225 M. Merlin et al. - Influenza dei parametri del processo di brasatura sulle caratteristiche microstrutturali di giunti in leghe di rame (a) (b) Figura 12 - (a), (b) Difetti di riempimento e porosità nel cordone di brasatura. dalla presenza dello strato di ossido che separa la lega brasante dal metallo base, influendo negativamente sulle proprietà resistenziali del giunto. Per componenti di occhialeria di piccole dimensioni realizzati in alpacca è stato individuato, come possibile processo alternativo alla tradizionale brasatura ad induzione, la brasatura laser Nd-YAG. Sono state effettuate numerose prove sperimentali, presso i laboratori dell’RTM di Vico Canavese (Torino), allo scopo di confrontare i risultati della brasatura ad induzione con quelli della più innovativa brasatura laser. Le analisi microstrutturali hanno permesso di caratterizzare in modo dettagliato i giunti ottenuti con i due processi. Le analisi condotte sui giunti realizzati con la tecnica della brasatura ad indu- (a) (b) Conclusioni (c) Figura 13 - (a) Effetto del riscaldamento sul metallo base dell’asta. (b) Porosità da gas presente nel cordone di brasatura. (c) Presenza di strati di ossido tra cordone e metallo base. 226 Riv. Ital. Saldatura - n. 2 - Marzo / Aprile 2008 M. Merlin et al. - Influenza dei parametri del processo di brasatura sulle caratteristiche microstrutturali di giunti in leghe di rame zione, applicata con successo nei processi industriali nel settore della occhialeria, hanno confermato il buon livello qualitativo raggiunto, in termini di buona bagnabilità, bassa porosità e difetti di riempimento circoscritti. Nella realizzazione dei giunti mediante brasatura laser è stato valutato l’effetto di parametri quali la potenza, il tempo di esposizione al fascio e lo stato di ossidazione superficiale. L’impiego di potenze elevate del fascio laser, con tempi di esposizione brevi, ha provocato nella maggior parte dei casi una fusione del metallo base e difficoltà di fusione del metallo d’apporto. Tempi di esposizione più lunghi e potenze più basse hanno fornito in genere migliori risultati, anche se l’effetto dello strato di ossido superficiale è risultato cruciale. L’ossido, in virtù del suo maggiore coefficiente di assorbimento termico rispetto al metallo base, crea problemi di surriscaldamento locale. Anche sulle superfici interne dei lembi sarebbe necessario eseguire l’asportazione dell’ossido prima di eseguire la brasatura, per incrementare la resistenza del giunto. In certi casi sono stati riscontrati difetti microstrutturali nel metallo base in prossimità della zona di giunzione, a causa dell’eccessivo riscaldamento generato dal fascio laser. Certamente si tratta di prove sperimentali preliminari, studi successivi ci consentiranno di ottimizzare i parametri di processo anche con l’ausilio di calcoli numerici. Ringraziamenti Si ringraziano l’Ing. M. Cantello e l’Ing. P. Castelli, RTM S.p.A., per la collaborazione nella ricerca e per la disponibilità nella realizzazione sperimentale dei giunti brasati mediante fascio laser. Bibliografia [1] [2] [3] [4] Giles Humpston and David M. Jacobson: «Principles of soldering and brazing», ASM International, 1993. ASM Specialty Handbook, Copper and Copper Alloys, edited by Davis J.R., ASM International, 2001. Günter Joseph: «Copper: its trade, manufacture, use and environmental status», ASM International, 1999. Gorge F. Vander Voort: «Metallography: principles and practice», ASM International, 1999. Mattia MERLIN, si è laureato in Ingegneria dei Materiali (v.o.) nel 2004 presso la Facoltà di Ingegneria dell’Università di Ferrara, discutendo una tesi sperimentale svolta presso il Centro Ricerche Fiat di Orbassano (To). Attualmente è assegnista di ricerca e dottorando in “Scienze dell’Ingegneria”, curriculum “Metallurgia”, presso il Dipartimento di Ingegneria dell’Università di Ferrara. Svolge la propria attività di ricerca su tematiche di interesse metallurgico, ed in particolare sulla caratterizzazione meccanica e microstrutturale di leghe di alluminio da fonderia, di leghe di rame e di leghe a memoria di forma Ni-Ti. Tiene un corso integrativo dal titolo “Fonderia, saldatura ed innovazione tecnologica” nell’insegnamento di “Tecnologie Metallurgiche” del Corso di Laurea Magistrale in Ingegneria dei Materiali. È autore di una serie di pubblicazioni su riviste nazionali ed internazionali. Ilaria CREPALDI, ha conseguito la laurea specialistica in Ingegneria dei Materiali nel 2006 presso la Facoltà di Ingegneria dell’Università di Ferrara, con tesi sperimentale sulla valutazione delle metodologie innovative di giunzione di componenti per occhialeria. Ha lavorato nel periodo Giugno 2006 - Maggio 2007 come assegnista di ricerca presso il laboratorio di Metallurgia del Dipartimento di Ingegneria dell’Università di Ferrara. Durante questo periodo ha svolto una attività di ricerca sull’analisi dei processi di saldatura e brasatura laser di materiali innovativi in lega di rame per occhialeria. Attualmente lavora presso Socotherm S.p.A come Sales Manager Assistent per la vendita di impianti di rivestimento anticorrosivo ed isolante di tubi in acciaio ad aziende estere. Gian Luca GARAGNANI, laureato in Chimica Industriale nel 1979, è stato ricercatore universitario dal 1983 al 1998 presso l’Istituto di Metallurgia dell’Università di Bologna, professore associato (dal 1998 al 2004), poi professore ordinario di “Metallurgia” presso la Facoltà di Ingegneria dell’Università di Ferrara. È stato responsabile scientifico di Unità Operative partecipanti a progetti di ricerca nazionali ed internazionali, membro di comitati scientifici di convegni nazionali ed internazionali ed autore di oltre 100 pubblicazioni scientifiche su riviste italiane e straniere. Svolge attività di ricerca su tematiche di interesse metallurgico, riguardanti essenzialmente la caratterizzazione microstrutturale e lo studio del comportamento meccanico di leghe di alluminio, di compositi a matrice metallica, di leghe di rame, di varie classi di acciai tradizionali ed innovativi. Si occupa inoltre di indagini analitico-strutturali su manufatti metallici di interesse archeologico e storico-artistico. Luca TREBBI, si è laureato in Ingegneria dei Materiali (v.o.) nel 2005 presso la Facoltà di Ingegneria dell’Università di Ferrara discutendo una tesi sperimentale sulla criccabilità a caldo di leghe di rame da fonderia. Attualmente lavora nell’Ufficio Ricerca e Sviluppo Nuovo Prodotto presso la Visottica Industrie S.p.a. di Susegana (TV), azienda di meccanica di precisione specializzata nel settore della minuteria per occhiali. In particolare, è responsabile della gestione del Portafoglio brevetti Visottica, dello sviluppo dei nuovi brevetti e della ricerca brevettuale nel settore dell’occhialeria. Riv. Ital. Saldatura - n. 2 - Marzo / Aprile 2008 227 200.000 volte informati Il sistema di informazione e di marketing messo a punto da Com-Media S.r.l. per lo sviluppo dell’industria idrica e del gas viene utilizzato ogni anno da oltre 200.000 operatori italiani ed esteri Il portale internet www.watergas.it con oltre 200.000 visitatori annui è lo strumento di informazione e lavoro per tutti gli operatori interessati allo sviluppo dell’industria dell’acqua e del gas in Italia; Gli annuari AcquAgenda e GasAgenda con una diffusione di 7500 e 5000 copie rispettivamente, sono la versione stampata che contiene tutti i dati presenti sul portale www.watergas.it per una consultazione rapida e sempre disponibile; Le banche dati dei gestori italiani dell’industria idrica e del gas sono lo strumento per trasformare la visibilità offerta dagli annuari e del portale internet in programmazione dell’attività di marketing e sviluppo dei contatti. 700 aziende che offrono prodotti e servizi per la progettazione, costruzione e gestione delle reti e degli impianti per l’industria dell’acqua e del gas già utilizzano gli strumenti del sistema informativo di Com-Media per mantenere o attivare i contatti con i propri clienti attuali e potenziali. La tua azienda è già presente nell’elenco dei “Prodotti e Fornitori” di www.watergas.it ? Inserire i dati di contatto della tua azienda e abbinarli alle categorie dei prodotti offerti è facile, libero e gratuito. La tua azienda è già presente sugli annuari di Com-Media o ha mai usato i censimenti dei gestori delle reti idriche e gas? Questi e altri strumenti per dare visibilità alla tua azienda e per creare le condizioni favorevoli allo sviluppo della tua attività commerciale sono disponibili a tariffe particolarmente convenienti. watergas.it LA COMUNITA’ ON LI N E D EI T EC N I C I P RO F E SSIO NISTI DEL L’INDUSTR I A I TALI A N A D EL GA S E DE L L’ A CQ UA Com-Media S.r.l. - via Serio, 16 - 20139 Milano (MI) - Tel. 02 56810171- Fax 02 56810131 - [email protected] - www.watergas.it SCRIVERE IN STAMPATELLO PLEASE WRITE IN CAPITAL LETTERS Nome Name Cognome Surname Azienda Company Indirizzo Address Città Town CAP Zip code Meccanica di Precisione, Materiali Innovativi, Engineering & Tecnologie, Elettronica, Componentistica per Macchine Automatiche e Sistemi di Confezionamento Precision Mechanics, Innovative Materials, Engineering & Technologies, Electronics, Technical Components for Packaging Machinery Industry BOLOGNA - ITALY, 5-6 GIUGNO 2008 5-6 JUNE 2008 Quartiere Fieristico - Ingresso Aldo Moro Exhibition Centre - Entrance Aldo Moro Orario di apertura: 5-6 giugno 2008 - 9:00 / 18:00 Opening time: 5-6 june 2008 - 9.00 a.m. / 6.00 p.m. www.mecforpack.it Segreteria organizzativa Piazza Costituzione 6 • 40128 Bologna, Italia • tel. +39 051 282 111 fax +39 051 6374014 • [email protected] Prov. District Nazione Country Tel. Phone Fax Fax E-mail E-mail Attività dell’azienda Activity 01 Costruttori di Macchine per il Packaging (specificare industria/industrie di riferimento ad es. Alimentare, Chimica, Farmaceutica, ecc.): Packaging Machine Manufacturers (specify the reference industry/ industries, e.g. food, chemical, pharmaceutical, etc.): 02 03 04 Studio di Progettazione Design Studio Studio di Consulenza Consultancy Studio Altro (specificare): Other (specify): Settori di interesse Sectors of interest 01 02 03 04 Tecnologie & Engineering Technologies & Engineering Materiali Materials Subfornitura Subcontracting Componentistica Components Dati personali Privacy I dati personali forniti dall’Interessato sono trattati anche con strumenti informatici per le finalità indicate nel presente modulo e per le attività necessarie all’ordinaria gestione della Fiera, della pubblicazione on line e off line, della valutazione della soddisfazione dell’utente, di finalità commerciali e di marketing, di scopi statistici ed altri similari che possono comportare la comunicazione e la diffusione dei dati a terzi, operanti in Italia e/o all’estero. Tali dati, ai fini sopra indicati, possono essere trattati in Italia ed all’estero dai Responsabilie dagli Incaricati appositamente individuati. Il Titolare del trattamento è BolognaFiere S.p.A., con sede in Bologna in Viale della Fiera n°20, in contitolarità con alcune società collegate come notificato al Garante per la protezione dei dati personali. L’Interessato ha il diritto di accedere ai dati che lo riguardano e di esercitare i diritti di integrazione, rettificazione, aggiornamento, ecc., garantiti dall’art. 7 del Decreto Legislativo n°196/2003, al Responsabile per il riscontro all’interessato. Il Responsabile per il riscontro all’Interessato per l’esercizio dei diritti garantiti dall’art. del Decreto Legislativo n°196/2003, reperibile presso BolognaFiere S.p.A., Viale della Fiera n° 20, è il Direttore del Personale, Organizzazione e Servizi di BolognaFiere S.p.A., e-mail [email protected]. Ulteriori informazioni anche riguardanti l’elenco aggiornato dei Responsabili del trattamento possono essere reperite alla pagina Web www.bolognafiere.it/privacy. Il conferimento dei dati ed il consenso al relativo trattamento sono facoltativi ma rappresentano condizioni necessarie al fine dell’espletamento delle attività sopra descritte. L’interessato, presa visione dell’informativa resa ai sensi dell’art. 13 del Decreto Legislativo n° 196/2003 esprime il proprio consenso al trattamento dei dati personali, nei termini sopra descritti, apponendo un contrassegno nel riquadro adiacente. The personal data provided by the Interested party is processed using computerised and other techniques for the purposes stated on this form and for the activities necessary for routine administration of the exhibition, online and offline publishing, evaluation of user satisfaction, commercial and marketing activities, statistics and other similar purposes that may require the data to be communicated and forwarded to third parties operating in Italy and/or abroad. For the purposes stated above, this data may be processed in Italy and abroad by the stated Parties responsible for processing and their Appointees. The Owner of data processing rights is BolognaFiere S.p.A., based in Viale della Fiera n°20, Bologna, together with associated companies as notified to the personal data protection guarantor. Interested parties are entitled to access data regarding them and to exercise their rights for the data to be supplemented, corrected, updated. etc. as guaranteed by art. 7 of Legislative Decree no. 196/2003, and for this purpose should contact the Interested party contact person. The Interested party contact person for the purposes of exercising rights guaranteed by art. 7 of Legislative Decree no. 196/2003, contactable at BolognaFiere S.p.A., Viale della Fiera n°20, is the Director of Personnel, Organization and Systems at BolognaFiere S.p.A. email [email protected]. Further information, including the up-to-date list of Parties responsible for processing, is available on the web page www.bolognafiere.it/privacy. Data and permission for said data to be processed are provided on an optional basis, but are necessary conditions for the activities described above to be performed. The interested party, after reading the notice pursuant to art. 13 of Legislative Decree no. 196/2003 grants his/her permission for his/her personal data to be processed, under the conditions set out above by checking the adjacent box. HIGH TECHNOLOGY FOR THE FUTURE OF PACKAGING VALLEY INVITO INVITATION INVITO INVITATION DA PRESENTARE COMPILATO ALLE BIGLIETTERIE TO BE PRESENTED FILLED IN AT THE TICKET COUNTER Saldatura EBW di 4 differenti tipologie di contatti a radiofrequenza per il “Large Hadron Collider” (LHC) del CERN G. Barbieri * F. Cognini * M. Moncada * Sommario / Summary Il presente lavoro, nato nell’ambito di una collaborazione fra CECOM ed ENEA, descrive le fasi di fabbricazione di 417 contatti a radiofrequenza (RF) realizzati mediante saldatura Electron Beam Welding (EBW) che saranno utilizzati per la realizzazione del Large Hadron Collider. L’LHC, in costruzione nei dintorni di Ginevra, è una macchina progettata per far collidere fasci di protoni ad alta energia, che saranno fatti circolare, prima dell’impatto, su un percorso di 27 km. I contatti RF sono dispositivi utilizzati, in corrispondenza delle sezioni di interconnessione della macchina, per garantire la continuità elettrica alla schermatura del fascio di protoni. La loro realizzazione prevede la saldatura di un collare in rame Oxygen Free (flangia) ad una lamina sagomata in lega rame berillio (Cu-Be), UNS C17410, placcata in argento (fingers). Vista l’elevata conducibilità del rame, gli spessori in gioco ed il tipo di giunzioni, la tecnologia Electron Beam Welding, grazie alla possibilità di focalizzare l’energia con densità di potenza superiore a 107 W/cm2, è l’unica in grado di realizzare la saldatura per fusione delle 4 tipologie di contatti RF per un totale di 417 componenti. Per la messa a punto dei parametri e la stesura delle relative pWPS sono stati utilizzati mock-up dei componenti che riproducevano in modo fedele la geometria dei differenti tipi di giunzione. I range di potenza, velocità e focalizzazione scelti hanno permesso la saldatura dei componenti con velocità lineari comprese fra 1.5 e 2.1 m/min con cordoni estremamente stretti. Le principali problematiche hanno riguardato la definizione dell’angolo di incidenza, delle rampe di salita ed evanescenza della potenza e del punto di focalizzazione ottimale. This work describes the stages of manufacturing a series of radio frequency contacts (RF-contacts) for the Large Hadron * Collider (LHC). The activities were carried out by ENEA Casaccia in collaboration with CECOM. The LHC, under construction near Geneva, is a machine designed for developing high-energy protons beams collision. The protons will be circulated before the impact, on a path of 27 km. The RF-contacts are devices placed at the interconnections along the beam path, in order to guarantee continuity to the electro magnetic shielding. They are designed to minimize electrical contact resistance between a series of sliding contact (fingers) and a fixed part. The fingers are manufactured from a thin, silver-coated copper beryllium sheet and they are supported by an oxygen-free copper flange. The sheet and flange were joined by Electron Beam Welding (EBW). The different thickness of the parts, the high thermal conductivity of copper and the joints configuration determined the choice of EBW as the only possible technology for realizing the device. EBW permits to concentrate energy in a spot with power density greater than 10 7 W/cm 2, so that it can melt a small volume with high speed, useful for welding high conductivity materials. In order to draft the Preliminary Welding Procedure Specification several mock-up components were used to replicate the geometry of the different types of joints. The range of power, speed and focus allowed the welding of the components with a linear speed in a range between 1.5 and 2.1 m/min with extremely tight seams. The main issues addressed in this work have included the definition of the angle of incidence, the rise and evanescence power ramps and the beam pointing. Keywords: Copper; copper alloys; EB welding; flanges; influencing factors; mechanical engineering; precision engineering; process parameters. ENEA Dip. FIM MAT TEC CR CASACCIA - Santa Maria di Galeria (RM). Riv. Ital. Saldatura - n. 2 - Marzo / Aprile 2008 231 G. Barbieri et al. - Saldatura EBW di 4 differenti tipologie di contatti a radiofrequenza per il “Large Hadron Collider” (LHC) del CERN 1. Introduzione L’impiego del fascio elettronico per la fusione di un metallo fu sperimentato per la prima volta nel 1879 mentre la prima applicazione “industriale” fu brevettata dal fisico tedesco Marcello von Pirani nel 1905 [1]. Ancora oggi, la tecnologia di saldatura a fascio elettronico viene impiegata in settori di nicchia dove sono previsti elevati standard di qualità ed una elevata vita attesa per il prodotto; basti pensare al settore degli impianti nucleari, dell’aerospaziale e dell’aeronautica. La saldatura EBW è indispensabile anche nella realizzazione di componenti per acceleratori e in macchine sperimentali per laboratori di ricerca ove l’impiego di materiali speciali (tantalio, molibdeno, zirconio, tungsteno ecc.), saldature fra materiali dissimili e/o la necessità di avere standard di qualità estremamente elevati e ridotte distorsioni, fanno del processo di saldatura a fascio elettronico l’unico applicabile. Lo scopo del lavoro è stato l’assemblaggio, mediante saldatura EBW, di quattro diversi tipi di contatti a radiofrequenza (RF) per il Large Hadron Collider (LHC) del CERN. L’LHC, in costruzione nei dintorni di Ginevra, è una macchina progettata per far collidere fasci di protoni ad alta energia (7 TeV) [2]. I contatti RF sono dispositivi utilizzati, in corrispondenza delle numerose sezioni di interconnessione della macchina, per garantire la continuità elettrica alla schermatura del fascio e assicurare l’immunità dai disturbi elettro-magnetici [3]. Pur trattandosi di componenti secondari, essi sono indispensabili per la funzionalità dell’acceleratore. Infatti, una causa possibile di instabilità dei fasci di protoni è l’interazione elettro-magnetica delle particelle con le strutture metalliche circostanti, in particolare in corrispondenza dei giunti di dilatazione, necessari per compensare i ritiri alla temperatura di lavoro (1.9 K). 232 Riv. Ital. Saldatura - n. 2 - Marzo / Aprile 2008 Pertanto le connessioni del percorso sono dotate di corone di contatti a lamella (fingers), coassiali con il fascio, che rendono continua la schermatura, compensando altresì disassamenti e ritiri delle singole sezioni (Fig. 1). I contatti RF devono rispondere a particolari speci- Figura 1 - Schema di una connessione a radiofrequenza dell’LHC [3]. fiche riguardanti Cannone Elettronico sfruttando il fenola resistenza elettrica totale, che si meno dell’emissione termoionica dei compone di due parti, una dovuta alle metalli. Un catodo di tungsteno, portato lamelle stesse, l’altra al contatto. alla temperatura di circa 2500 °C, emette Il materiale scelto per le lamelle è una elettroni che sono accelerati in direzione lega rame - berillio (UNS C17410) che dell’anodo dalla differenza di potenziale unisce bassa resistività a buona resiesistente tra i due poli del circuito, diffestenza meccanica e duttilità alla temperenza che a seconda delle applicazioni ratura criogenica. varia da qualche decina a qualche centiLe lamelle sono inoltre placcate in Ag naio di kV. Il fascio di elettroni così geper diminuire la resistenza di contatto nerato, per effetto del campo elettrico evitando l’effetto dell’ossidazione del interno al cannone, converge in un punto rame. (cross-over elettrostatico) situato nei Ciascun gruppo di contatti è ricavato da pressi dell’anodo, oltrepassato il quale un unico lamierino (spessore 0.3 mm) di tende a divergere. Per evitare la diverCu-Be il cui lembo continuo deve essere genza, il fascio viene fatto passare attracollegato ad una flangia in rame Oxygen verso un campo magnetico d’intensità Free (OF) mediante una o due saldature. controllata, generato dalla bobina di foL’unica tecnica di saldatura applicabile, calizzazione, in modo da farlo convervisti gli spessori in gioco, le tolleranze gere in prossimità della superficie del dei componenti ed il tipo di materiale, è pezzo. Usualmente, oltre alla bobina di la tecnica EBW, richiesta espressamente focalizzazione, gli impianti di saldatura dal CERN. EBW sono dotati anche della bobina di Il lavoro è stato svolto su richiesta della deflessione che, se richiesto da particoditta CECOM snc di Guidonia Montecelari esigenze, permette di impartire al lio (RM), ed ha comportato: • prove di fattibilità e messa a punto dei fascio oscillazioni di forma e frequenza parametri; predeterminati. • progettazione di attrezzature accessoNella Figura 2 è mostrato lo schema di rie; funzionamento del cannone Techmeta • saldatura dei componenti, per un CT4, installato presso il CR ENEA della totale di 417 pezzi finiti (789 saldaCasaccia, utilizzato per questo lavoro. ture). La saldatura avviene all’interno di una camera da vuoto che, a seconda delle applicazioni, può avere un grado di vuoto 2. Saldatura a fascio elettronico variabile tra 10-1 e 10-3 mbar. La fusione Electron Beam Welding avviene sfruttando il principio della tra(EBW): principio fisico sformazione dell’energia cinetica degli elettroni in energia termica. In sostanza Nei moderni impianti, il fascio di eletsi tratta di un processo di saldatura per troni viene generato in una camera sotto fusione Keyhole, sotto vuoto, senza mavuoto (10 -5 - 10 -6 mbar) dal cosiddetto teriale d’apporto che, grazie alle eleva- G. Barbieri et al. - Saldatura EBW di 4 differenti tipologie di contatti a radiofrequenza per il “Large Hadron Collider” (LHC) del CERN tissime densità di potenza in gioco (107 ÷ 109 W/cm2) si caratterizza per l’elevato rapporto di forma (profondità/larghezza di saldatura) che raggiunge valori fino a 40. Filamento Catodo Wehnelt Valvola Vuoto -5 10 mbar cannone 3. Descrizione e caratteristiche principali dell’impianto EBW del CR ENEA Casaccia L’impianto utilizzato per l’esecuzione delle saldature è situato nel centro ricerche ENEA - Casaccia di Roma ed è in dotazione all’Unità “Tecnologie e processi di trattamento e rivestimento dei materiali” (FIM MAT TEC) ed è costituito dai seguenti componenti: • Un cannone ad elettroni (Techmeta), modello CT4 con potenza massima di 50 kW e tensione massima d’accelerazione di 80 kV. Il funzionamento è in triodo a riscaldamento indiretto. Il cannone è posto normalmente in posizione verticale, ma per saldature di grossi spessori ha la possibilità di essere posizionato ad asse orizzontale per evitare gli effetti della forza di gravità sul bagno di fusione. Esso è montato su un sistema di movimentazione che consente una traslazione trasversale (sull’asse Y) di 450 mm con velocità regolabili da 0.1 a 4 m/min. Al suo interno si raggiunge un vuoto di 10-5÷10-6 mbar. • Una camera di saldatura di 1.3 m3 (dimensioni interne: lunghezza 1300 mm; larghezza 1000 mm; altezza 1000 mm) contenente il sistema di posizionamento e traslazione trasversale (sull’asse X) dei pezzi da saldare. La corsa utile della tavola porta-pezzi è 580 mm, con la possibilità di regolare la velocità da 0.1 a 4 m/min. Il vuoto nella camera durante la saldatura è di 10-3÷10-4 mbar ed il gruppo di pompaggio permette il suo raggiungimento in circa 3 minuti. • Due bobine di focalizzazione del fascio alimentate e comandate elettronicamente da un generatore a c.c. regolabile da 0 a 5 A. • Una bobina di deflessione che consente di deflettere la traiettoria del fascio nelle direzioni X e Y singole o combinate, con una frequenza massima di 2000 Hz e forme d’onda differenti che permettono di deflet- Illuminazione Focalizzazione bobina primaria Focalizzazione b. secondaria Deflessione X-Y ra di Came tura a d l a s -3 10 mbar Saldatura Allineamento/controllo Figura 2 - Schema del Cannone Elettronico CT4. tere il fascio in modo circonferenziale, quadrangolare ecc. La visualizzazione della deflessione è possibile tramite oscilloscopio dedicato integrato nel sistema di controllo. • Un sistema CNC che permette di controllare oltre ai parametri di saldatura la movimentazione interpolata degli assi X, Y e se necessario del mandrino rotante. Per il processo di messa a punto e ricerca rapida dei parametri di saldatura è possibile utilizzare un sistema di controllo esterno semiautomatico (Joystick). Nella Figura 3 è mostrato l’impianto di saldatura utilizzato per la messa a punto del processo. L’impianto di saldatura è dotato anche di un sistema di acquisizione dati che permette di registrare i principali parametri di processo. Grazie al funzionamento in triodo, per un dato valore della tensione d’accelerazione, la quantità di elettroni emessi dal cannone viene stabilita variando il potenziale, negativo rispetto al catodo, di un terzo elettrodo: il Wehnelt. La corrente del fascio può quindi essere rego- Figura 3 - Vista d’insieme dell’impianto di saldatura e del sistema di controllo. Riv. Ital. Saldatura - n. 2 - Marzo / Aprile 2008 233 G. Barbieri et al. - Saldatura EBW di 4 differenti tipologie di contatti a radiofrequenza per il “Large Hadron Collider” (LHC) del CERN lata indipendentemente dal valore della tensione di accelerazione (V) entro il valore massimo definito dalla curva di saturazione in diodo. In questo modo è possibile modulare la potenza del fascio adattandola alle caratteristiche chimiche e fisiche del materiale da saldare. 4. Influenza dei principali parametri della saldatura a fascio elettronico I parametri fondamentali di saldatura EBW sono i seguenti: 1. Tensione d’accelerazione (V) 2. Corrente del fascio (I) 3. Corrente di focalizzazione (If) 4. Velocità di saldatura (vs) 5. Distanza di tiro (Dt) o distanza di focalizzazione massima 6. Deflessione In modo schematico di seguito si cercherà di dare, ai non addetti ai lavori, una panoramica sull’influenza dei parametri sulla geometria del cordone di saldatura EBW. Una maggiore tensione d’accelerazione induce una minore forza repulsiva reciproca degli elettroni del fascio, ciò facilita la focalizzazione e permette di incrementare il potere penetrante del fascio ed aumentare la distanza di tiro (Dt). La corrente del fascio determina la capacità di penetrazione e la quantità di materiale fuso. Il valore dei mA è scelto tenendo in considerazione la velocità di saldatura, poiché i due parametri sono strettamente collegati alla forma del bagno di fusione. La corrente del fascio insieme alla tensione d’accelerazione determinano la potenza del fascio elettronico (P = V I). Il campo magnetico, generato dalla corrente di focalizzazione che alimenta la bobina, provoca una deviazione della traiettoria del fascio ottenendo la sua convergenza in un punto denominato “fuoco”. A tensione di accelerazione costante, la corrente di focalizzazione determina la D t . Una variazione di V impone in genere una correzione della corrente di focalizzazione per il mantenimento della D t . Non sempre è necessario lavorare alla massima focalizzazione possibile, anzi, come nel caso trattato di spessori sottili, la focalizzazione e la tensione di accelerazione devono essere un buon 234 Riv. Ital. Saldatura - n. 2 - Marzo / Aprile 2008 compromesso per garantire la fusione localizzata senza il rischio del taglio del materiale (eccesso di focalizzazione). Tutti i parametri di saldatura appena menzionati influenzano fortemente il processo di saldatura con modalità peculiari ed effetti combinati. La potenza del fascio, insieme alla posizione di focalizzazione, interessa per lo più le forze che agiscono nel keyhole. I processi dinamici, compresi la solidificazione e il raffreddamento, sono invece influenzati dalla velocità di saldatura. La velocità di saldatura assieme alla potenza del fascio determinano il rapporto di forma (profondità/larghezza) della zona fusa (ZF). Con la bobina di deflessione montata direttamente dopo la bobina di focalizzazione, è possibile deviare il fascio elettronico dalla sua direzione naturale. La completa definizione della deflessione richiede la scelta della funzione d’onda, della frequenza, dell’ampiezza e della fase in due differenti direzioni. Oltre a permettere la pendolazione del fascio su superfici di dimensioni notevoli per operazioni di cladding e remelting, la deflessione circonferenziale ad elevata frequenza è spesso richiesta nella saldatura delle leghe di alluminio, per eliminare le porosità e migliorare l’aspetto superficiale del cordone. 5. Set-up sperimentale L’impianto utilizzato, a differenza degli impianti comuni, è dotato di due bobine di focalizzazione, la bobina alta e la bobina bassa (cui segue quella di deflessione). Modificando la distanza fra le due bobine con l’ausilio di collettori a differente lunghezza (100, 200, 300 e 400 mm) è possibile variare la distanza di lavoro rispetto al piano mobile (asse X) senza superare il range ottimale della distanza di tiro che, per garantire la focalizzazione ottimale del fascio, non dovrebbe superare i 150 mm. Per permettere il posizionamento del mandrino rotante assieme ai componenti da saldare, sia a 10° sia ad 80°, fra la verticale e l’asse del mandrino è necessario utilizzare un distanziale da 100 mm. Questo consente di mantenere Dt a circa 150 mm senza problemi di interferenza fra i componenti da saldare e il cannone (Fig. 4). 6. Materiali Le flange sono realizzate in Cu Oxygen Free che commercialmente è garantito con un contenuto di Cu > 99.9% ed un contenuto di ossigeno < 0.001%. A seconda dello stato di incrudimento la Figura 4 - Schema del set-up interno all’impianto fascio elettronico adottato. G. Barbieri et al. - Saldatura EBW di 4 differenti tipologie di contatti a radiofrequenza per il “Large Hadron Collider” (LHC) del CERN resistenza meccanica varia da circa 200 a 300 MPa con allungamento percentuale compreso fra il 40% ed il 15%. La conducibilità relativa IACS è posta pari al 100%. La lega costituente i fingers è la Cu-Be C17410, placcata di argento, ma solo al di fuori della zona di saldatura. Le leghe Cu-Be in questi ultimi anni, soprattutto in Europa, hanno visto diminuire il loro utilizzo a causa della pericolosità durante la lavorazione (levigatura, trattamenti termici ad alta temperatura, saldatura, fusione e colata). Questo a causa della elevata tossicità del berillio che se inalato sotto forma di gas e fumi è causa di gravi malattie dell’apparato respiratorio (berilliosi cronica/acuta). Le leghe Cu-Be sono classificate fra le high copper alloys e la loro composizione tipica è 0.2 - 2.00 % Be; 0.2 2.7 % Co e rame fino al 100% [4]. All’interno di queste fasce di composizione sono state sviluppate due distinte classi in base alle loro caratteristiche: le High Strength (% Be < 1) le cui prerogative sono le caratteristiche meccaniche; le High Conductivity (% Be > 1) le cui prerogative sono le proprietà elettriche. La lega Cu-Be C17410 ricade tra le High Strength. La composizione chimica e le principali caratteristiche fisiche e mecTABELLA I - Composizione chimica Cu-Be C17410. Componente % in peso Al Max. 0.2 Be 0.15-0.5 Co 0.35-0.6 Cu 99.2 Fe Max. 0.2 Si Max. 0.2 caniche sono riportate nelle Tabelle I e II. La temperatura di fusione della lega C17410 è compresa fra 1025 e 1065 °C prossima a quella del rame puro (1083 °C). L’impiego della saldatura al fascio elettronico, oltre che ottimale da un punto di vista tecnico, è efficiente anche dal punto di vista della sicurezza del saldatore, in quanto l’operazione di saldatura viene effettuata all’interno della camera da vuoto evitando quindi che l’operatore sia esposto ai vapori di saldatura che oltretutto sono in quantità estremamente ridotta rispetto alle tecnologie tradizionali. Inoltre, dato il basso contenuto di berillio nella lega trattata e l’esiguo volume di fuso che interessa la lamina (spessa solo 0.3 mm) i fumi espulsi al camino hanno una concentrazione di berillio ampiamente al di sotto dei limiti fissati per legge [5]. 7. Tipologia dei giunti e problematiche di realizzazione Sono stati realizzati contatti a radiofrequenza di 4 differenti tipologie. Più precisamente: • 348 Collimator Pumping Module RF Contact Ø 80 (Type A) • 10 Collimator Pumping Module RF Contact Ø 80 (Type B) • 14 Collimator Pumping Module RF Contact Ø 63 (Type C) • 45 Septum Pumping Module tube + RF Fingers (Type D) Per i primi tre componenti l’assemblaggio prevede due saldature circonferenziali, una sul lato interno della flangia ed una sull’esterno. Solamente per il componente Type D è sufficiente una singola saldatura dall’esterno. Le saldature interne possono essere assimilate a giunti testa a testa con sostegno al rovescio; la Figura 5 mostra la configurazione di saldatura ottimale, realizzata con l’asse del mandrino posizionato a 80° per consentire di saldare all’interno della flangia senza interferenza del fascio. La linea di saldatura ottimale corrisponde alla generatrice del dentino di battuta fra flangia e fingers. Le uniche problematiche di questa saldatura hanno riguardato la progettazione di apposite attrezzature di clamping dei componenti che devono garantire: gap 0, elevata precisione di riposizionamento e protezione dell’argentatura da parte dei vapori di rame. Il sistema di clamping fra flangia e fingers è stato realizzato con un accoppiamento conico di un anello elastico ed un piastrino. La compressione del piastrino contro l’anello elastico determina una sua espansione e di conseguenza un intimo contatto fra il lamierino dei fingers e la flangia (Fig. 6). TABELLA II - Caratteristiche fisiche e meccaniche. Densità 8.8 g/cm3 Resistività 3.82·10-6 Ω m Conduttività 233 W/m K Rm 725 MPa Ry 620 MPa A% 15% Max E 138 GPa Durezza HRB 95 Figura 5 - Schema del set-up per la saldatura interna flangia-fingers. Riv. Ital. Saldatura - n. 2 - Marzo / Aprile 2008 235 G. Barbieri et al. - Saldatura EBW di 4 differenti tipologie di contatti a radiofrequenza per il “Large Hadron Collider” (LHC) del CERN Figura 6 - Schema del sistema di clamping. Lo stesso sistema modificato è stato utilizzato per la saldatura di sigillatura esterna. La Figura 7 mostra invece il sistema di protezione dei fingers che durante il processo di saldatura con la flangia risultano chiusi all’interno di un tubo in acciaio inox. Tale tubo, inoltre, realizza una battuta fissa per il riposizionamento dei componenti fra una saldatura e l’altra. Le saldature esterne possono essere assimilate a cordoni di sigillatura, tuttavia lo spessore dei fingers di soli 0.3 mm le rende particolarmente critiche. Per ridurre il rischio di collasso del bagno di fusione, queste saldature sono state effettuate con fascio incidente a 10° ri- Figura 7 - Sistema di protezione dei fingers e riposizionamento della flangia per contatti RF Type A e Type B. 236 Riv. Ital. Saldatura - n. 2 - Marzo / Aprile 2008 spetto alla generatrice del mantello dei fingers, in modo da ottenere un incremento virtuale dello spessore del materiale e allo stesso tempo avere minor effetto della forza di gravità (Fig. 8). Uno degli inconvenienti di questa saldatura è il pericolo di tagliare i fingers durante l’operazione stessa; ciò accade se il fascio di elettroni è focalizzato sul punto di interfaccia flangiafingers (Fig. 8 C). Un altro problema invece si riscontra se il punto di focaliz- zazione del fascio elettronico è troppo lontano dall’interfaccia flangia-fingers (Fig. 8 A); in questo caso non si ottiene la giunzione tra i due elementi. Bisogna, quindi, porre molta attenzione nel montaggio dei componenti e verificare, attraverso il sistema di visione del cannone elettronico, la centratura dei campioni e l’esattezza del puntamento (Fig. 8 B), prima di iniziare la saldatura. La Figura 9 mostra il componente “Collimator Pumping Module RF Contact Ø 80 (Type B)” pronto per essere inserito nella camera da vuoto; sull’estremità un O-ring mantiene chiusi i fingers per evitare interferenze con il fascio di elettroni. La saldatura del quarto tipo di contatto a radiofrequenza viene effettuata con mandrino ad asse orizzontale e prevede un’unica saldatura sull’esterno assimilabile ad una giunzione di testa con supporto a rovescio (Fig. 10). In questo caso il sistema di clamping è costituito da un collare suddiviso in 2 parti che, grazie a dimensioni con adeguate tolleranze e due viti di serraggio, permette di garantire un contatto intimo con una distribuzione di pressione uniforme su tutta la circonferenza. Figura 8 - Sistema di protezione dei fingers e riposizionamento della flangia. G. Barbieri et al. - Saldatura EBW di 4 differenti tipologie di contatti a radiofrequenza per il “Large Hadron Collider” (LHC) del CERN Figura 9 - Collimator Pumping Module RF Contact Type B ∅ 80. Anche in questo caso si hanno delle criticità di saldatura dovute alla posizione relativa tra il punto di massima focalizzazione del fascio elettronico e l’interfaccia fingers-flangia. Infatti, data l’elevata conduttività del rame, nel caso in cui lo spot venga posizionato su detta interfaccia o sulla lamina dei fingers (Fig. 10 B) l’energia viene assorbita quasi totalmente da quest’ultima (che ha una massa molto più piccola rispetto a quella della flangia) e fonde, senza saldarsi alla flangia, dando luogo ad un particolare effetto di ritiro del finger stesso. Per evitare questo inconveniente bisogna posizionare lo spot del fascio elettronico sopra la battuta della flangia, come mostra la Figura 10 A), ad una certa distanza dall’interfaccia (~ 50% dello spessore della battuta della flangia). 8. Parametri di saldatura Nella Tabella III sono riportati i principali parametri di saldatura per le 4 tipologie dei contatti RF. I parametri di saldatura sono stati messi a punto su simulacri dello stesso tipo di materiale. La focalizzazione è stata mantenuta in tutti i casi la migliore possibile mentre è stata fissata a 50 kV la tensione Figura 10 - Sistema clamping e allineamento per la saldatura del contatto a radiofrequenza Type D; sotto il particolare del componente saldato. TABELLA III - Principali parametri di saldatura. Contatto RF Tipo di giunto V (kV) I (mA) vw (m/min) Power (W) Q (J/mm) Type A - internal Welding Ø 80 T-T, int., i= 80° 50 30 1.88 1500 47.9 Type A - external Welding Ø 80 angolo, esterno, i=10° 48 17 2.13 816 23 Type B - internal Welding Ø 80 T-T, int., i=80° 50 30 1.88 1500 47.9 Type B - external Welding Ø 80 angolo, esterno, i=10° 48 17 2.13 816 23 Type C - internal Welding Ø 63 T-T, int., i=80° 50 27 1.58 1350 51.3 Type C - external Welding Ø 63 angolo, esterno i=10° 48 17 1.98 816 24.7 Type D – external Welding Ø 64 T-T, ext., i=90° 50 20 1.51 1000 39.7 Riv. Ital. Saldatura - n. 2 - Marzo / Aprile 2008 237 G. Barbieri et al. - Saldatura EBW di 4 differenti tipologie di contatti a radiofrequenza per il “Large Hadron Collider” (LHC) del CERN Figura 11 - Particolari delle tre tipologie di saldature sviluppate: (A) fillet joint; (B) internal butt joint; (C) external butt joint. di accelerazione, per garantire una elevata focalizzazione del fascio di elettroni ed un elevato potere penetrante. Valori maggiori, se da un lato esaltano queste caratteristiche, dall’altro possono indurre problemi di instabilità del generatore, con la formazione di flash (cortocircuiti che portano all’interruzione del fascio). La tensione di accelerazione è stata leggermente ridotta nelle saldature di sigillatura per ridurre l’effetto penetrante del fascio. Le prove di messa a punto sono state realizzate con il sistema semiautomatico (Joystick); una volta trovato il valore della focalizzazione ottimale, è stata ricercata la minima corrente di saldatura che garantiva la piena penetrazione della lamiera del finger con una contenuta rifusione della flangia (questo al fine di minimizzare l’apporto termico e le deformazioni). L’apporto termico specifico è estremamente ridotto, se confrontato con tecnologie di saldatura tradizionali, e risulta di 48-51 J/mm per le saldature testa a testa e 23-25 J/mm per le saldature di sigillatura. Per il 4° contatto RF, l’unica saldatura testa a testa è eseguita a 40 J/mm. Tutte le saldature sono eseguite con una rampa di crescita della potenza di 0.5 s e una rampa di evanescenza di 1 s. Considerando una sovrapposizione di 10 mm il tempo complessivo per singola saldatura varia fra 7.5 e 9 secondi. La saldatura di sigillatura è resa ancora più delicata da alcune lievi imperfezioni dell’argentatura, che in alcuni punti raggiunge la zona fusa, portando a fenomeni di spatter e conseguenti lievi imperfezioni del cordone. Uno studio macrografico ha messo in evidenza la geometria dei cordoni di saldatura testa a testa e di sigillatura. La giunzione di testa presenta una ZF profonda circa 800 μm ed una larghezza di 1.2 mm. Il cordone di sigillatura realizza un completo appiattimento del dentino di spessore 0.5 mm ed un buon raccordo. La larghezza a rovescio è di circa 600 μm. La Figura 12 mostra le macrografie realizzate con immersione in soluzione di HNO 3 , che evidenziano l’ingrossa- mento del grano della flangia Cu (OF) mentre sulla saldatura di sigillatura è evidente un inquinamento del bagno fuso da parte della placcatura d’argento che tuttavia non compromette l’impiego del componente. La Figura 13 mostra il particolare dell’aspetto superficiale tipico dei cordoni suddetti. 10. Conclusioni Lo studio ha dimostrato la fattibilità della saldatura di componenti in rame mediante la tecnologia EBW. Tenendo conto dei ridotti spessori e dei materiali dei giunti da realizzare, tra le 9. Analisi visiva e macrografica Il criterio di accettabilità dei componenti saldati prevedeva una semplice analisi visiva, in quanto l’unico requisito richiesto per i contatti RF è la continuità elettrica. La Figura 11 mostra l’aspetto delle tre tipologie di saldatura messe a punto. 238 Riv. Ital. Saldatura - n. 2 - Marzo / Aprile 2008 Figura 12 - (A) Sezione macrografica di un contatto a radiofrequenza Type A; (B) sezione e vista della saldatura testa a testa; (C) sezione e vista (al rovescio) della saldatura di sigillatura. G. Barbieri et al. - Saldatura EBW di 4 differenti tipologie di contatti a radiofrequenza per il “Large Hadron Collider” (LHC) del CERN Figura 13 - (A) aspetto al dritto della saldatura di sigillatura; (B) aspetto della saldatura testa a testa interna e del rovescio della saldatura di sigillatura. tecnologie di saldatura ad elevata densità di energia, quali laser, micro plasma ed EBW, è stata scelta quest’ultima; infatti il rame ha un bassissimo coefficiente di assorbimento della radiazione laser, mentre il micro plasma (ampiamente utilizzato per la saldatura di lamiere sottili su leghe ferrose) non raggiunge densità di energia sufficienti per un’idonea fusione localizzata delle leghe di rame, inducendo maggiori distorsioni non tollerate dal progetto. La fase più critica di questo lavoro è stata la “progettazione” delle attrezzature per l’assemblaggio delle parti che devono essere saldate. Tali attrezzature, infatti, devono assicurare un gap 0 e ripetitività del montaggio in modo da garantire la stessa focalizzazione ottimale del fascio di elettroni. La costante collaborazione da parte dei tecnici CECOM, sia per le fasi di proget- tazione che di costruzione delle attrezzature di posizionamento ed assemblaggio, ha permesso la realizzazione di attrezzature adeguate. Non sono stati richiesti particolari controlli sui cordoni di saldatura che sono stati ispezionati solo visivamente. Ad eccezione di problemi inerenti la stabilità dell’argentatura e la pulizia/ inquinamento della ZF, le saldature hanno mostrato nel 95% dei casi assenza di difetti visibili, mentre il rimanente 5% ha mostrato lievi porosità affioranti dovute essenzialmente ad accoppiamenti non perfetti. Sull’intero lotto solo 3 campioni sono stati scartati, mentre il 4.2 % ha avuto bisogno di passate di saldatura di riparazione. Bibliografia [1] [2] [3] [4] [5] Schultz H.: «Electron Beam Welding», Abington Publishing, 1993, Cambridge, England. http://lhc.web.cern.ch/lhc/general/acphys.htm Calatroni S. et al.: «Design aspects of the RF contacts for the LHC beam vacuum interconnects», PAC2001, Chicago, 2001. American Society for Metals - A.S.M.: «Properties and selection: nonferrous alloys and pure metals», Metals handbook, 9a edizione, Volume 2. Decreto Ministeriale 12 Luglio 1990: «Linee guida per il contenimento delle emissioni inquinanti degli impianti industriali e la fissazione dei valori minimi di emissione». Giuseppe BARBIERI, laureato in Ingegneria Meccanica all’Università della Calabria nel 1997, nel 2002 consegue il titolo di dottore di ricerca in Ingegneria delle Macchine presso il Politecnico di Bari. Dal 1999 è ricercatore ENEA della sezione “Tecnologie di trattamento e rivestimento dei materiali”. Nel 2005 consegue il diploma di EWE. Attualmente è referente dei laboratori Laser (CR Trisaia) e Fascio Elettronico (CR Casaccia). Francesco COGNINI, laureato in Ingegneria Meccanica presso l’Università degli Studi di Ancona. Dal 1993 svolge attività di ricerca presso l’ENEA. Ha collaborato alla realizzazione del Laboratorio per le Applicazioni dei Laser di Potenza nel Centro Ricerche Trisaia di Rotondella (MT) svolgendo successivamente attività nel campo della saldatura e dei trattamenti superficiali con laser. Attualmente in organico all'unità FIM - MAT TEC, nel CR Casaccia di Roma, si occupa di processi di lavorazione con laser e fascio elettronico, anche in relazione alle problematiche impiantistiche e di controllo di sistemi automatici di lavorazione. Massimo MONCADA, laureato in Ingegneria Meccanica presso l’Università degli Studi “Roma Tre”. Da Giugno 2000 lavora presso il CR ENEA Casaccia nella sezione “Tecnologie e processi di trattamento e rivestimento dei materiali”. La sua attività riguarda lo studio di fattibilità, la messa a punto e la validazione di metodi di giunzione basati sull’impiego di sorgenti ad alta densità di energia (EBW e LBW). Ha partecipato alle attività di numerosi progetti di ricerca (PALES, ALAS, SINAVE, ENVIROALISWATH) finanziati dal MIUR, studiando la possibilità di applicazione delle tecnologie HDE nel settore dei trasporti. Riv. Ital. Saldatura - n. 2 - Marzo / Aprile 2008 239 Pubblicazioni IIS - Novità 2008 Saldatura con arco sommerso A seguito dell’armonizzazione a livello internazionale dei percorsi di qualificazione degli “Ingegneri e dei Tecnologi di Saldatura”, meglio identificati, con la terminologia ufficiale, come International Welding Engineer e International Welding Technologist, l’IIS, organismo nazionale autorizzato (sia dall’European Welding Federation che dall’International Institute of Welding) all’implementazione dei corsi per il conseguimento dei suddetti Diplomi di Qualificazione, ha ritenuto opportuno raccogliere gli argomenti delle lezioni dei corsi in una nuova collana di dispense intitolata “Saldatura: aspetti metallurgici e moderne tecnologie di fabbricazione”. I diversi volumi affrontano il complesso tema della saldatura in tutti i suoi aspetti, dalla metallurgia generale e saldabilità delle leghe ferrose e non ferrose ai più recenti ed avanzati processi di giunzione, dando ampi approfondimenti sulle più innovative tendenze tecnologiche e sul comportamento metallurgico di materiali di ultima generazione. Essi rappresentano, quindi, il mezzo didattico più idoneo per la preparazione multidisciplinare del personale addetto al coordinamento delle attività, spesso complesse, di fabbricazione mediante saldatura, ma sono anche un valido strumento per la diffusione della conoscenza tecnico-scientifica nell’ambito di Università, Organizzazioni di ricerca e di tutte le realtà industriali ove si vogliano approfondire tali problematiche. Questo volume, dedicato alla saldatura con arco sommerso, è stato elaborato dagli ingegneri della Divisione Formazione dell’IIS. Indice ISTITUTO ITALIANO DELLA SALDATURA Divisione PRN Maura Rodella Lungobisagno Istria, 15 16141 GENOVA Tel. 010 8341385 Fax 010 8367780 Email: [email protected] www.weldinglibrary.com www.iis.it 1. GENERALITÀ DEL PROCESSO: Caratteristiche principali; Campo di applicazione del processo. 2. APPARECCHIATURA: Caratteristiche principali;Testa di saldatura; Dispositivo di avanzamento del filo e tubo portacorrente; Generatore di corrente; Generatore a caratteristica statica piana (tensione costante); Generatore a caratteristica statica cadente (corrente costante); Sistemi di innesco dell’arco elettrico. 3. PARAMETRI DI SALDATURA E VARIABILI: Generalità; Corrente di saldatura e modalità di alimentazione dell’arco; Tensione di saldatura;Velocità di saldatura; Stick-out (lunghezza libera del filo) e diametro del filo; Spessore dello strato di flusso. 4. CONSUMABILI: Fili; Fili pieni; Fili animati; Flussi; Flussi prefusi; Flussi agglomerati; Flussi misti; Diagrammi di attività dei flussi; Classificazione; Classificazione europea dei flussi di saldatura; Classificazione europea dei fili e delle combinazioni filo-flusso; Classificazione AWS dei fili e delle combinazioni filo-flusso. 5. APPLICAZIONI DEL PROCESSO: Generalità; Preparazione dei giunti e modalità esecutive; Saldatura a forte penetrazione; Saldatura a passate multiple; Confronto tra le tecniche e difetti tipici; Applicazioni particolari; Saldatura narrow gap; Saldatura con corrente modulata; Saldatura con più elettrodi; Saldatura con più elettrodi per la realizzazione di pannelli (panel-line); Riporti superficiali; Imperfezioni caratteristiche. 2008, 54 pagine, Codice: 101099, Prezzo: € 45,00 Soci IIS - Membri IIS Club, Prezzo: € 36,00 La metallografia ottica nello studio di cricche e tensioni nei giunti saldati P. Piccardo * R. Amendola ** Sommario / Summary La rilevazione di difetti o tensioni residue all'interno di un giunto saldato, così come di un getto, rappresenta un importante aspetto della determinazione della qualità del prodotto. Numerose sono le applicazioni tecnologiche che permettono di individuare i difetti di natura macroscopica tramite prove non distruttive. Con metodi particolarmente sofisticati è possibile individuarne la posizione e identificarne la morfologia nel volume del materiale, ciononostante il metodo più efficace per studiare e fornire informazioni utili ad eliminare tali difettologie dai prodotti resta l'indagine metallografica effettuata su sezioni adeguatamente preparate. Il metodo da utilizzare deve essere efficace, riproducibile e preciso, come per ogni tipologia di analisi, ma anche poco dispendioso (in termini di tempo e denaro) e semplice, al fine di poter divenire un approccio di routine. La metallografia, ottica o elettronica, rappresenta una scienza ben consolidata nel tempo e di semplice applicazione che, a fronte di un prelievo che rappresenta l'unico sacrificio chiesto al materiale, permette di raccogliere un insieme di informazioni fondamentali per lo svolgimento della ricerca. La messa a punto e l'utilizzo di opportuni reattivi metallografici specifici per una tipologia di materiale permette di ottenere, spesso in un'unica soluzione, una visione d'insieme e, al contempo, una dettagliata osservazione delle aree difettose di interesse per l'indagine scientifica. Il caso che si desidera esporre in questo articolo riguarda l'insorgere di cricche a caldo (hot tearing) e la presenza di incrudimenti dovuti a tensioni in fase di contrazione del materiale durante il raffreddamento dopo saldatura in bronzi utilizzati per colate artistiche. L'attacco metallografico messo a punto per la lega utilizzata è una modifica del reattivo di Klemm III che produce una microstruttura a colori sulla superficie, di grande utilità per determinare lo stato della soluzione solida, la presenza di seconde fasi o inclusioni, l'incrudimento e le tensioni residue che possano distorcere, anche solo parzialmente, il grano. To detect defects and residual stresses in a welded joint, is a fundamental aspect to determine the final product quality. Non-destructive tests highlight dimensions and positions of macroscopic defects but the best way to collect helpful data is the investigation of appropriate metallographic section. The selected investigation method to apply must be simple, accurate, reproducible and cheap both in time and money. Well consolidate sciences as optic and electronic metallography, allow, by a “sacrificial sample” to gain a big part of those fundamental information necessary to carry on with the research. To use and to tweak chemical etchings to obtain detailed observation of defective areas complete the aim. The goal of this work is the investigation, by tint metallography, of “hot tearing” and of hardening phenomena due to the residual stresses in artistic tin-bronzes during post-welding cooling processes. The selected chemical etching is a modified Klemm III which, producing a coloured microstructure, allows to recognize second phases or inclusions, hardening phenomena, residual stresses. Keywords: Copper alloys; electron microscopes; GTA welding; hot cracking; measuring instruments; metallography; residual stresses; tin bronzes. * DCCI - Università di Genova. ** Istituto Italiano della Saldatura - Genova. Riv. Ital. Saldatura - n. 2 - Marzo / Aprile 2008 243 P. Piccardo e R. Amendola - La metallografia ottica nello studio di cricche e tensioni nei giunti saldati Generalità Le cricche a caldo, o di solidificazione (“hot tears”), costituiscono uno dei più frequenti difetti riscontrati nei materiali grezzi di colata ed uno dei maggiori limiti alla produttività dei processi (fino al 10%). Si tratta di fenomeni legati essenzialmente alla formazione di cricche macroscopiche all’interno del materiale, che nucleano e crescono con carattere interdendritico e intergranulare in un fuso parzialmente solidificato (liquido residuo <20%) e si producono principalmente in due casi quando il materiale si trova: • nella zona di transizione tra liquido e solido • alcuni gradi sotto la curva del solidus. Nella Figura 1 si riporta il diagramma di stato Cu-Sn cui si è fatto riferimento per le leghe studiate nel corso di una ricerca, iniziata dalla Dott.ssa E. Poggio [1, 2] su leghe da colata e proseguita su leghe d’apporto, di cui si riportano parte dei risultati. Le cricche a caldo vengono osservate nei getti, nei lingotti da colata continua e nelle saldature; il fenomeno si manifesta sia nelle leghe ferrose che in quelle non ferrose. La nascita di una cricca a caldo è imputabile principalmente a due fenomeni che agiscono contemporaneamente in seno al fuso durante i processi di solidificazione [1, 2, 4]. Da una parte la contrazione della lega metallica in corrispondenza del cambiamento di stato liquido-solido crea uno stato di tensioni interne (tensioni di ritiro) alle quali si aggiunge il fatto che zone diverse sono soggette a diverse velocità di raffreddamento e dall’altra, gli elementi di lega e le impurità tendono a segregare, producendo arricchimenti a livello sia microscopico che macroscopico. Quest’ultimo fenomeno rende non omogeneo il comportamento meccanico, fisico (punto di fusione) e chimico (resistenza alla corrosione) della lega, poiché funzione della composizione. Gli ultimi stadi della solidificazione corrispondono alle fasi di contatto e coale- 244 Riv. Ital. Saldatura - n. 2 - Marzo / Aprile 2008 Figura 1 - Diagramma di stato Cu-Sn [3]. scenza con formazione di “ponticelli solidi” tra i rami delle dendriti (Fig. 2). In questo meccanismo, la naturale concentrazione di elementi di lega basso fondenti nelle ultime porzioni di fuso posto nelle zone interdendritiche produce una zona a temperatura di solidificazione ridotta e causa la formazione di una mescolanza delle fasi solida (cristalli primari) - liquida detta mushy zone (zona pastosa). A bordo grano la situazione varia in quanto le dendriti hanno più problemi a coalescere, poiché l’energia è molto maggiore di quella all’interfaccia solidoliquido. Il risultato è che la formazione dei ponti necessita di un ulteriore sottoraffreddamento, per cui il film di liquido interdendritico rimane tale per tempi più lunghi in corrispondenza del bordo grano facilitando la produzione del fenomeno σ Grano Ponte di hot tearing con la formazione di fratture intergranulari [2]. Messa a punto del metodo: hot tearing su lingotti Lo studio della criccabilità a caldo di un materiale è piuttosto complesso, l’idea generale è quella di provocare artificialmente nel fuso condizioni analoghe a quelle che effettivamente sono la causa del problema. In linea generale l’indagine si sviluppa sui seguenti punti fondamentali: • proposta di un modello che descriva il fenomeno e introduca i parametri relativi agli elementi di lega; • sviluppo di test adeguati (stampi da hot tearing); σ Zona a maggiore tenore di Sn Grano Sollecitazione Stiramento del ponte: Incrudimento Figura 2 - Coesistenza di grani primari e fuso ricco di leganti basso fondenti e impurezze (disegno E. Poggio, [1]). Rottura del ponte P. Piccardo e R. Amendola - La metallografia ottica nello studio di cricche e tensioni nei giunti saldati Figura 3 - “a” anello toroidale (foto E. Poggio): (1) giunto caldo, (2) giunto freddo; “b” schema dell’anello colato e della zona di taglio; “c” schema della sezione (le frecce rosse indicano le zone ad elevata criccabilità) [1, 2]. Figura 4 - Immagine SEM dell’interno di una cricca. TABELLA I - Leghe metalliche utilizzate per lo studio ed accorgimenti tecnici per il mantenimento della temperatura ai giunti [2]. Lega Soprafusione [°C] Punto caldo Raffreddamento 150 Linea di speciale grasso isolante lungo una direttrice del cono metallico interno Acqua glicolata (35 l/min, 2 °C in entrata, 50 °C circa in uscita) CuSn6 CuSn6Pb6 • applicazione di un protocollo d’indagine sui provini di test; • interpretazione di difettosità e aspetti microstrutturali legati alla solidificazione. I primi due punti hanno portato alla messa a punto di test [2] in cui si provocano artificialmente tensioni interne impedendo la libera solidificazione del fuso mediante una geometria dello stampo tale da impedire il libero movi- mento in fase di contrazione e la progettazione di una zona opportuna a ciclo di raffreddamento rallentato rispetto al resto del provino. Attualmente le categorie più diffuse di prove sono due: • “dog bone test” • “ring test” o test ad anello. Per questo studio, il modello scelto e messo a punto è del tipo ad anello a geometria toroidale come riportato nella Figura 3. Nell’anello toroidale della Figura 3 (a), la tensione di ritiro è ottenuta imponendo diverse velocità di raffreddamento dal centro (giunto freddo) al bordo esterno (giunto caldo di materiale refrattario). La Tabella I riporta le leghe testate e gli accorgimenti sfruttati per il mantenimento della temperatura ai giunti. Nelle Figure 4 e 5 sono riportate alcune immagini al SEM di una cricca. Figura 5 - Immagini SEM dell’interno di una cricca: (A) dettaglio della superficie interna con grani primari distorti; (B) dettaglio della superficie caratterizzata da linee di scorrimento. Riv. Ital. Saldatura - n. 2 - Marzo / Aprile 2008 245 P. Piccardo e R. Amendola - La metallografia ottica nello studio di cricche e tensioni nei giunti saldati Microscopia ottica Il processo di segregazione degli elementi di lega e degli elementi in traccia, allunga il reale intervallo di solidificazione della lega metallica prolungando quindi la presenza di liquido tra le dendriti. Questo significa che leghe caratterizzate da un diagramma di stato in cui la curva del liquidus abbia una forte pendenza (con eventualmente trasformazioni di tipo eutettico o peritettico che portino alla formazione di fasi stabili basso fondenti) sono particolarmente esposte al problema della criccatura a caldo. Ulteriori aggiunte dell’elemento di lega possono ridurre il problema della criccabilità dato che aumentando il volume di liquido presente tra i canali dendritici si ha la tendenza a colmare o meglio a “sanare” cricche precedentemente formatesi (healed hot tear) [1, 2]. Le immagini successive sono il risultato di un’indagine in microscopia ottica dopo preparazione metallografica dei campioni prelevati dai lingotti ed attaccati metallograficamente con reattivo Klemm III (5 ml soluzione satura di sodio tiosolfato, Na 2 S 2 O 3 .5H 2 O, 20 g sodio disolfito, Na2S2O5, 45 ml di acqua distillata). La Figura 6 evidenzia come la deformazione dovuta al processo di contrazione del fuso abbia portato alla formazione di aree incrudite a bordo grano. Nella zona circoscritta dall’ellisse si intravede una microcricca che rappresenta il massimo danno subìto dal materiale in questa porzione del lingotto. Figura 7 - Sezione metallografica del lingotto ove si osservano i ponti tra i grani primari. 246 Riv. Ital. Saldatura - n. 2 - Marzo / Aprile 2008 Dalla Figura 7 è possibile dedurre che le tensioni, verificatesi quando ancora vi era una minima porzione di liquido che ha formato le giunzioni tra i due grani primari e quelle successive dovute al raffreddamento progressivo, hanno generato solo un minimo incrudimento sul bordo dei grani primari (bronzo α ) ma non hanno portato alla frattura dei ponti. All’interno delle ellissi è evidenziata e riconoscibile la fase α/δ. Questa miscela eutettoidica deriva dalla trasformazione allo stato solido della fase β , solidificatasi dall’ultima porzione di liquido che congiungeva le due dendriti, in eutettoide α /γ e successivamente α/δ. La Figura 8 illustra una situazione in cui nella prima fase di contrazione la lega ancora liquida ha riempito quasi completamente la cricca che si stava generando. Si è così prodotta una zona di “healed crack”. Una volta che tutto il materiale è solidificato, le ulteriori tensioni subite da quella porzione hanno portato alla frattura delle aree sanate composte dalla miscela eutettoidica α/δ, dura e fragile, formatasi, come nel caso Figura 6 - Micrografia di una zona di tensione priva di cricche. precedente, nel corso delle trasformazioni allo stato solido della fase β. Nella Figura 8 le zone di frattura sono evidenziate con ellissi e rappresentano cricche a freddo. Applicazione pratica: saldatura TIG di un bronzo per la produzione di getti artistici Il caso pratico che si desidera esporre in questo articolo riguarda l’insorgere di cricche a caldo unitamente alla presenza di incrudimenti dovuti a tensioni, in fase di contrazione durante il raffreddamento del materiale dopo saldatura in bronzi utilizzati per colate artistiche (Cu 90 wt. %, Sn 8 wt. %, Pb 2 wt. %). Lo studio è stato svolto, in un primo Figura 8 - Sezione metallografica del lingotto ove la fase α/δ ha sanato cricche preesistenti. P. Piccardo e R. Amendola - La metallografia ottica nello studio di cricche e tensioni nei giunti saldati Figura 9 - Schema della saldatura TIG: (1) zona interfaccia metallo base- materiale saldato; (2) zona metallo base; (3) zona di frattura. tempo, come finora illustrato su dei getti, al fine di ottimizzare l’efficacia dell’attacco metallografico, e solo successivamente su giunti saldati TIG. Figura 10 - (A) micrografia dell’interfaccia tra metallo base e ZF (zona (1) della Figura 9); (B) micrografia del metallo base (zona (2) della Figura 9) dopo attacco con reattivo Klemm III. L’insieme dei dati raccolti, sottolinea come l’elevata sensibilità dell’attacco metallografico applicato, incrementi ulteriormente il valore dell’uso del microscopio ottico, capace di fornire, dopo una sola e semplice preparazione, l’insieme delle informazioni necessarie per riflettere e indagare sul campione sottoposto ad analisi. La Figura 9 mostra uno schema della zona saldata TIG, la lettera σ rappresenta la tensione residua, mentre le frecce indicano la direzione in cui essa agisce. Le Figure 10 (A) e (B) rappresentano l’esame al microscopio ottico delle sezioni trasversali di campioni prelevati nelle zone (1) e (2) evidenziate nella Figura 9, preparati metallograficamente ed attaccati chimicamente con reattivo Klemm III. La Figura 11 riporta la micrografia della zona di frattura dopo attacco con reattivo Klemm III ed è anch’essa riconducibile allo schema della Figura 9, precisamente alla zona corrispondente alla posizione (3). Nella Figura 12 si vede il dettaglio della zona (1) indicata dall’ellisse gialla della Figura 11; è possibile osservare molto bene la rottura degli assi dendritici dovuta alle tensioni di contrazione in fase di raffreddamento. Nella Figura 13 è mostrato il dettaglio della zona (2) indicata dall’ellisse gialla della Figura 11 dove, verificatosi il fenomeno di contatto/coalescenza delle dendriti con la conseguente creazione di “ponti”, si ha la rottura degli stessi dovuta alla propagazione della cricca. Nella zona (2) della Figura 11 si evidenziano i fenomeni di cricca sanata e parzialmente sanata, come mostrano in dettaglio gli ingrandimenti riportati nelle Figure 14 e 15. Figura 11 - Micrografia della zona di frattura dopo attacco con reattivo Klemm III. Riv. Ital. Saldatura - n. 2 - Marzo / Aprile 2008 247 P. Piccardo e R. Amendola - La metallografia ottica nello studio di cricche e tensioni nei giunti saldati Figura 12 - Particolare della micrografia della zona di frattura dopo attacco con reattivo Klemm III; l’area segnata mette in evidenza la rottura degli assi dendritici. Figura 13 - Particolare della micrografia della zona di frattura dopo attacco con reattivo Klemm III; l’area segnata mette in evidenza la rottura dei ponti creatisi tra le dendriti. Figura 14 - Particolare della micrografia della zona di frattura dopo attacco con reattivo Klemm III; l’area chiara costituisce la “cricca sanata”. Figura 15 - Particolare della micrografia della zona di frattura dopo attacco con reattivo Klemm III; l’area chiara costituisce la “cricca parzialmente sanata”, sono ben visibili attorno ad essa aree ancora vuote. Conclusioni Il reattivo di Klemm III, noto per la sua particolare sensibilità nel mettere in evidenza le caratteristiche microstrutturali di segregazione primaria e residua e di orientazione dei grani nelle leghe di rame, si è mostrato estremamente efficace anche per rivelare la presenza di incrudimenti e altre difettologie tipiche dei getti. La sua capacità di distinguere in modo estremamente chiaro non solo le variazioni composizionali all’interno di una stessa soluzione solida (bronzo α ) ma anche le diverse fasi che possono coesistere nel materiale metallico (ad 248 Riv. Ital. Saldatura - n. 2 - Marzo / Aprile 2008 esempio la miscela eutettoidica α/δ), lo rende un attacco di particolare pregio per avere da una semplice osservazione metallografica in microscopia ottica un ricco insieme di informazioni. Nel caso della formazione di cricche a caldo o di cricche o distorsioni a freddo, per tensioni successive alla fine del processo di solidificazione, il poter evidenziare con chiarezza tutti i dettagli è un fattore di particolare importanza in quanto, da una sola preparazione metallografica, è possibile avere le informazioni necessarie per il procedere dello studio. Le PND risultano, infatti, efficaci per individuare la presenza di difetti di colata (tanto nei getti quanto nei giunti saldati) ma necessitano di un’osservazione più approfondita nel caso si debba procedere all’interpretazione dei difetti necessaria per impostare i parametri di colata o di saldatura che ne evitino la formazione. Assimilare il processo di solidificazione di un getto a quello di una zona fusa nella realizzazione di una saldatura è un assunto comune con la sola differenza che, nel caso del giunto saldato, la formazione di cricche in un passaggio di saldatura iniziale o intermedio può essere fonte di rotture in fase di produzione, poiché i riscaldamenti e raffreddamenti dovuti alle passate successive di P. Piccardo e R. Amendola - La metallografia ottica nello studio di cricche e tensioni nei giunti saldati saldatura (necessarie per colmare il cianfrino) sollecitano la cricca provocandone l’ampliamento. L’attacco metallografico discusso nel presente articolo permette di evidenziare le aree di hot tearing con distensione o frattura delle aree di “ponte” tra le dendriti e le fratture dovute a tensioni di raffreddamento. Si tratta quindi di un sistema che, associato ad un esame PND necessario per individuare l’area da cui prelevare il campione, diviene uno strumento di grande importanza per fissare l’origine di una macro cricca nella ZF e, di conseguenza, permettere un’adeguata pianificazione dei parametri di saldatura, di preriscaldo e di raffreddamento controllato che limitino al massimo la formazione di tali difetti. Ringraziamenti Gli autori vogliono rigraziare sentitamente la Dottoressa Eleonora Poggio che in collaborazione con Jean-Marie Welter e Jean-Marie Drezet hanno elaborato le prime fasi dello studio sulla criccabilità a caldo dei bronzi presso i laboratori di ricerca della Tréfimétaux di Sérifontaine (F). Si ringrazia inoltre il Prof. Gian Luca Garagnani che ha fornito il giunto saldato su cui si sono svolte le prove di attacco a colori cui si riferiscono le micrografie della seconda parte di questo articolo. Bibliografia [1] [2] [3] [4] Poggio E., Piccardo P.: «Tint metallography of as-cast tin-bronzes for hot tearing investigation», European Microscopy and Analysis, May 2004, pp. 5-7. Piccardo P., Poggio E., Welter J.M., Drezet J.M., Stagno E., Pinasco M.R., Ienco M.G.: «Influenza del tenore di stagno e piombo su alcune proprietà di fonderia di leghe bronzee», XXIX Convegno Nazionale AIM, Modena (Italia), 13-15 Novembre 2002. ASM Specialty Handbook: «Copper and copper alloys», ASM International The Material Information Society, 2001. Merlin M., Garagnani G.L., Venturi Pagani Cesa G.: «Valutazione della resistenza alla criccabilità a caldo di bronzi per applicazioni artistiche», La metallurgia italiana, Luglio-Agosto 2007, pp. 35-44. Paolo PICCARDO, è professore aggregato in metallurgia presso l’Università di Genova. Nel corso delle sue attività di docenza e di ricerca è stato associato come ricercatore al CNR (di cui è attualmente membro) su problematiche inerenti la produzione di energia tramite lo sviluppo di pile a combustibile, è stato ricercatore associato del CNRS presso le unità di ricerca dell’Università della Borgogna (Dijon, F) e successivamente presso i laboratori del Centre de Recherche et Restauration del Musées de France (Musei del Louvres, Paris, F). Per l’attività svolta come ricercatore sulla metallurgia antica è stato Professore Invitato presso l’Università di Bordeaux 3 e, nel campo dei materiali per l’energia, presso l’Ecole Superieure d’Ingenieur de Recherche et des Matériaux di Digione. È attualmente responsabile europeo per gli interconnettori metallici nel progetto FP7 IDEAL CELL, sullo sviluppo di pile a combustibile innovative. Roberta AMENDOLA, laureata in Ingegneria Chimica ad indirizzo Materiali presso l’Università degli studi di Genova, è attualmente iscritta alla stessa al secondo anno del corso di Scienze e Tecnologie dei materiali della Scuola di dottorato in Scienze e Tecnologie della Chimica e dei Materiali XXII ciclo. Dal Gennaio 2008 è funzionaria dell’Istituto Italiano della Saldatura in forza all’Area Ricerca Processi Speciali di Saldatura. Riv. Ital. Saldatura - n. 2 - Marzo / Aprile 2008 249 Pubblicazioni IIS - Novità 2008 Saldatura con elettrodo infusibile sotto protezione di gas inerte (TIG) A seguito dell’armonizzazione a livello internazionale dei percorsi di qualificazione degli “Ingegneri e dei Tecnologi di Saldatura”, meglio identificati, con la terminologia ufficiale, come International Welding Engineer e International Welding Technologist, l’IIS, organismo nazionale autorizzato (sia dall’European Welding Federation che dall’International Institute of Welding) all’implementazione dei corsi per il conseguimento dei suddetti Diplomi di Qualificazione, ha ritenuto opportuno raccogliere gli argomenti delle lezioni dei corsi in una nuova collana di dispense intitolata “Saldatura: aspetti metallurgici e moderne tecnologie di fabbricazione”. I diversi volumi affrontano il complesso tema della saldatura in tutti i suoi aspetti, dalla metallurgia generale e saldabilità delle leghe ferrose e non ferrose ai più recenti ed avanzati processi di giunzione, dando ampi approfondimenti sulle più innovative tendenze tecnologiche e sul comportamento metallurgico di materiali di ultima generazione. Essi rappresentano, quindi, il mezzo didattico più idoneo per la preparazione multidisciplinare del personale addetto al coordinamento delle attività, spesso complesse, di fabbricazione mediante saldatura, ma sono anche un valido strumento per la diffusione della conoscenza tecnico-scientifica nell’ambito di Università, Organizzazioni di ricerca e di tutte le realtà industriali ove si vogliano approfondire tali problematiche. Questo volume, dedicato alla saldatura con elettrodo infusibile sotto protezione di gas inerte (TIG), è stato elaborato dagli ingegneri della Divisione Formazione dell’IIS. Indice ISTITUTO ITALIANO DELLA SALDATURA Divisione PRN Maura Rodella Lungobisagno Istria, 15 16141 GENOVA Tel. 010 8341385 Fax 010 8367780 Email: [email protected] www.weldinglibrary.com www.iis.it 1. GENERALITÀ: Principi fondamentali; Campo d’applicazione. 2. APPARECCHIATURA: Torcia Guaina; Generatore; Dispositivi di accensione d'arco. 3. PARAMETRI E VARIABILI: Modalità di alimentazione dell’arco; Corrente Continua e Polarità Diretta (CCPD); Corrente Continua e Polarità Inversa (CCPI); Alimentazione in corrente alternata (c.a.); Alimentazione in corrente modulata; Parametri elettrici (corrente e tensione); Velocità di avanzamento; Forma dell’elettrodo; Metodi di preparazione dell’elettrodo; Posizionamento dell’elettrodo; Gas di protezione; Gas di protezione al rovescio della saldatura; Protezione aggiuntiva della saldatura (trailer gas); Angolazione della torcia. 4. CONSUMABILI: Elettrodo in tungsteno; Elettrodi di tungsteno (W) puro; Elettrodi tungsteno addizionato con ossido di torio (ThO2); Elettrodi di tungsteno addizionato con ossido di cerio (CeO2); Elettrodi di tungsteno addizionato con ossido di lantanio (La2O 3); Elettrodi di tungsteno addizionato con ossido di zirconio (ZrO2); Altri tipi di elettrodo; Gas di protezione argon, elio; Miscele con idrogeno e azoto; Metallo d’apporto (fili e bacchette); Classificazione gas di protezione fili e bacchette elettrodi. 5. APPLICAZIONI DEL PROCESSO: Saldatura manuale; Preparazione del pezzo; Esecuzione della saldatura; Fine della saldatura; Ripresa della saldatura; Saldatura degli acciai inossidabili; Saldatura delle leghe di alluminio; Saldatura di altri metalli e leghe; Applicazioni di saldatura automatica o completamente automatizzata; Saldatura di tubi-piastra tubiera; Saldatura testa a testa di tubi (orbitale); Applicazioni particolari; TIG a filo caldo (hot wire TIG); TIG multicatodo; TIG Keyhole (hipro TIG); A TIG (TIG con flusso attivante); Imperfezioni caratteristiche; Inclusioni di tungsteno; Inclusioni gassose; Ossidazione del bagno; Parametri tipici. 2008, 58 pagine, Codice: 101095, Prezzo: € 45,00 Soci IIS - Membri IIS Club, Prezzo: € 36,00 International Institute of Welding N o t e s o n p ow e r e f fi c i e n c y i n w e l d i n g ( °) Summary 1. Introduction The evaluation of the environmental impacts generated by welding operations must be considered through various aspects, which may be classified as follows: • direct aspects, producing possible environmental impacts directly in the fabrication site surroundings; • indirect aspects, provoking general pollution on earth, possibly not in the fabrication site surroundings. Particulate, gases, water and ground pollution, noise, ionising radiation are direct aspects, while the energy consumption can be considered an indirect aspect (excluding on site welding with fuel engine welding power sources); it can be however assumed that the environmental impact of this aspect is, in general, small. Power efficiency depends on the welding process and procedure, while the total power efficiency of welding operations must be evaluated taking into consideration the whole management of the welding production activities. Scope of these notes is to give best practice guidance on key factors to be consi(°) Doc. IIW-1840-07 (ex-doc. SC-ENV-62r2-06) recommended for publication by Select Committee “Environment”. Prepared by Select Committee “Environment”. The assessment of environmental impacts of any industrial activity is the result of an analysis taking into account several aspects; energy consumption can be considered as an indirect aspect, leading to general pollution on earth and to natural resources depletion. Scope of these notes is to consider key factors to manage the power efficiency in welding activities, thus to individuate possible actions to be undertaken to reduce the environmental impact due to the use of energy in welding. KEYWORDS: Energy input; environment; power; process conditions; process equipment; process procedures; welding; welding power sources. dered to manage the power efficiency in welding activities, thus to individuate possible actions to reduce environmental impacts correlated to welding. 2. Power efficiency in welding As a general rule, power efficiency can be calculated as the ratio between the end user power and the power consumption from the line. Consequently, the power efficiency in welding η w can be considered as the product of the following terms: ηw = ηu · ηa · ηp where: ηu is the welding power unit efficiency, considering the power losses mainly due to heat generation inside the power sources; ηa is the welding arc efficiency, considering the power not directly transferred to the weld pool, as the formation of gas, UV-Light, etc. demonstrates; for welding processes not using the electric arc, this can be replaced by another term for the heat transmission media. In general this can be referred as power transmission media efficiency; η p is the welding procedure efficiency, taking into account the effective heat losses within the joint, depending on the welding procedure main parameters (joint design, number of passes, deposition rate, etc.). Figure 1 shows all these aspects for shielded metal arc welding process. However, it shall be considered that an accurate analysis of the above considered terms can be considered difficult to be carried on for each available welding process; therefore, for the scope of this Riv. Ital. Saldatura - n. 2 - Marzo / Aprile 2008 253 Select Committee “Environment” - Notes on power efficiency in welding Power unit efficiency ηu Welding arc efficiency ηa Welding procedure efficiency ηp Figure 1 - Welding energy efficiency for SMAW process. on several factors, such as design, preparation and number of passes needed to fill the joint. These parameters are quite often a welding engineering concern, as several operational factors and metallurgical effects are implied by a certain choice. However the welding process and its capabilities of welding strongly affects the welding procedure, mainly by the deposition rate and the maximum penetration depth achievable. Comparison of several welding procedures, processes and joint configuration have been carried out by several authors, all showing that there are several factors affecting the efficiency. However, the following effects shall support a princi- paper a simplified approach can be to consider the two main factors affecting the efficiency: • the welding procedure efficiency, depending on the process, welding parameters, joint configuration, etc.; • the welding power source efficiency, to be evaluated as the ratio between the power transmission media (electric arc, laser beam, electron beam, etc.) and the power consumption from the line. 3. Welding procedure efficiency The total amount of energy needed to perform the whole welding is dependent ple for the evaluation: • the welding procedure efficiency increases as the deposition rate increases for all the welding processes using a filler metal, as the number of passes and the total amount of power needed decrease as the deposition rate increases; • the welding procedure efficiency increases with the weld metal form factor (ratio width to depth) in butt welds, as the depth of penetration is in general the only objective (Figure 2 reports the evaluation of the heat input to be used to perform welds on the basis of the joint width, through simulation of the heat transfer from the weld pool). kJ/mm Heat input 0.8 0.7 0.6 0.5 TIG 0.4 MIG Electron beam 0.3 Laser Plasma TIG Plasma 0.2 Laser 0.1 3 mm EB 0 0 1 2 3 4 5 6 7 8 Bead width, mm Figure 2 - Simulated heat input when weld bead width is varied. 254 Riv. Ital. Saldatura - n. 2 - Marzo / Aprile 2008 9 Select Committee “Environment” - Notes on power efficiency in welding 4. Welding power source efficiency Many types of power sources are used in welding, the choice of which depends at first on the welding process considered. As concerns arc welding, the welding power source is designed to reduce the high input or line voltage (120, 230 240, 400 or 480 V etc.) to a suitable output voltage range (20 ÷ 80 V), even if in some application the welding power is obtained from internal combustion engines. •1.60 •1.40 •1.20 •1.00 kJ/mm Figure 3 shows another example on differences in total energy consumption when welding Al with t = 4 mm with TIG, MIG/ MAG and FSW (Friction Stir Welding). As a conclusion, the heat input can be considered as the key factor, always showing a reduction in the amount of the overall energy used to perform a weld when this is decreased. Pictures in Table 1 show this effect through the macroscopic appearance of butt joints of 12 mm thick carbon steel (EN 10025-1 S 355 J2) welded with different processes. •0.80 •0.60 •0.40 •0.20 •0.00 TIG MIG FSW Figure 3 - Total energy consumption when welding Al with different welding processes. Table 1 - Heat input to weld a 12 mm thick mild steel. Welding procedure Process Total heat input (kJ/mm) Average maximum hardness [HV10] LBW CO2 Continued 0.5 320 (WM) SAW Welded form both sides 4.7 228 (HAZ) FCAW Metal cored 4.0 242 (HAZ) SMAW Basic electrode 10.93 311 (HAZ) The engine Driven Welder has an efficiency of 35%. Macrographic appearance The thyristor rectifier has a 75% electrical efficiency at full load, to be compared with that of the inverter. In this field, high frequency power sources always show low power losses and therefore better efficiency, while internal combustion power generators give rise to high losses, due to the unavoidable heating of the equipment. The open circuit loss values (power needed by the generator when no welding operation is carried out) can be assumed as a key factor to evaluate the overall efficiency of the power source (Figure 4). This value is declared by the manufacturers. For other welding processes not using welding arc, similar evaluations can be made; in this case, the efficiency of the power source is in general a value declared by the manufacturer. The inverter has a 85% electrical efficiency. Figure 4 - Different types of available welding power sources. Riv. Ital. Saldatura - n. 2 - Marzo / Aprile 2008 255 Select Committee “Environment” - Notes on power efficiency in welding 5. Conclusions The power efficiency in the performance of a welded joint depends on the welding procedure and on the equipment used; it can be evaluated considering the following key factors: • heat input, inasmuch as a reduction of which can significantly increase the efficiency; • power source efficiency, evaluated through the values given by the manufacturers or indirectly related to the open circuit losses (for arc power sources only). The two above mentioned factors shall be always considered combined, as the processes having high welding procedure efficiency can provoke overall benefits even if the power source efficiency is low, or vice-versa. As an example, in spite a laser normally has very poor efficiency, laser welding may save the overall cost of energy thanks to the keyhole welding. The identification of an approach to efficiently control all the above mentioned factors is hardly feasible, as too many metallurgical, technological ad operational parameters are involved. 256 Riv. Ital. Saldatura - n. 2 - Marzo / Aprile 2008 In conclusion, the following can be considered as basic possible actions to be undertaken to reduce the environmental impact due to the use of energy in welding: • use of high efficiency power sources; • reduction of heat input, and therefore use of high deposition rate processes, and, if feasible, keyhole processes and design joint in order to minimise the amount of filler metal to be used for a given thickness. It must be moreover considered that a correct management of the welding fabrication process is a key factor for the efficient use of all kinds of resources. References - Weman K.: «Energy efficiency in welding», IIW Doc. XII-1557-98. Weman K., Pekkari B.: «Energy efficiency in welding», IIW Doc. SC ENV 47-04. Costa L.: «Evaluation of power efficiency in welding», IIW Doc. SC ENV 56-05. Sommario Note sul rendimento energetico in saldatura La valutazione dell’impatto sull’ambiente delle attività industriali è il risultato di una analisi che tiene conto di svariati aspetti; il consumo di energia può essere considerato come un aspetto indiretto, causa principale dell’inquinamento del pianeta e dell’impoverimento delle risorse naturali. Scopo di queste note è di considerare i fattori chiave per gestire l’efficienza dell’energia utilizzata nelle attività di saldatura al fine di individuare possibili azioni da intraprendere per ridurne l’impatto sull’ambiente. Seatec_Lat. 44°3'2'' N | Long. 10°2'15'' E MILLENNIUM YACHT DESIGN award a 7 Rassegna Internazionale Tecnologie, Subfornitura e Design per Imbarcazioni, Yacht e Navi 5/6/7 Febbraio 2009 Carrara Italy www.thetis.tv - design: nicola pedrini Q U A L I T E C AW A R D seatec S E A T E C H N O L O G Y & D E S I G N www.sea-tec.it CON IL PATROCINIO DI: GRUPPO BANCA CARIGE N ISTITUTO NAZIONALE PER IL COMMERCIO ESTERO PR O M OZ I ON E PROVINCIA DI MASSA CARRARA UNIMOT ON AZ AU A IC T AS S REGIONE TOSCANA IO NA L E ASSOCIAZIONE PROGETTISTI NAUTICA DIPORTO ASSONAUTICA NAZIONALE Confartigianato CONFAPI TOSCANA PRODUZIONE NAUTICA TOSCANA ORGANIZZATO DA: Viale Galileo Galilei, 133 54033 Marina di Carrara (MS) SPONSOR UNICO BANCARIO SOLE SPONSORING BAN CarraraFiere Business on the Move nautica toscana Cassa di Risparmio di Carrara S.p.A. 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IIS Didattica Introduzione alle principali strutture cristalline dei metalli puri ** Strutture cristalline Caratteristiche chimicofisiche dei metalli I metalli si possono abbastanza facilmente distinguere dagli altri elementi chimici grazie ad alcune loro proprietà caratteristiche: • elevata conducibilità termica; • buona conducibilità elettrica; • aspetto brillante; • resistenza meccanica. È forse meno nota l’origine di tali proprietà: essa va ricercata nella struttura interna dei metalli stessi e, più precisamente, nel legame metallico. In tutti gli elementi, infatti, gli atomi (o le molecole) sono tenuti insieme da elettroni periferici (detti elettroni di valenza) che ne assicurano il legame. Il legame metallico, rispetto agli altri tipi di legami che caratterizzano gli altri elementi, presenta la specificità che gli elettroni di valenza descrivono orbite molto allungate per cui diviene relativamente facile, sotto l’influenza di forze non elevate (come piccole differenze di potenziale elettrico) che essi abbandonino il proprio orbitale per passare ad un altro. Ciò spiega, ad esempio, la buona conducibilità elettrica, ossia il facile passaggio degli elettroni attraverso il metallo (Fig. 1). Per i metalli, infatti, si può assumere quasi che gli elettroni di valenza costituiscano un gas elettronico, distinguendo * Figura 1 - Rappresentazione schematica del legame metallico. nella struttura interna di un metallo due parti distinte: la prima costituita dalla nube elettronica che permea l’intera massa metallica, la seconda dalla posizione reciproca degli ioni positivi costituenti il metallo. Ad esempio, la forza di coesione che determina l’esistenza di un metallo deriva dall’attrazione degli ioni positivi verso gli elettroni di valenza che liberamente si muovono attorno ad essi: pertanto, può essere interessante visualizzare un metallo come un insieme di sfere, che rappresentano gli ioni, la cui coesione è dovuta ad un liquido viscoso cioè alla nube elettronica. Tale teoria (proposta da Drude e Lorentz) spiega agevolmente la conducibilità elettrica intesa come facoltà di trasferire cariche elettriche mentre la buona conduttività termica trova una spiegazione nella facilità con cui gli elettroni di valenza a più elevata temperatura, quindi dotati di maggiore energia cinetica, la trasferiscono per urto a quelli appartenenti alle zone a temperatura minore. I metalli, allo stato solido, sono caratterizzati dalla cristallinità: quando si solidificano i loro atomi, cioè gli ioni citati in precedenza, si dispongono in modo regolare costituendo un reticolo cristallino (Fig. 2). È da notare che tale ordinamento crea legami più stabili di quanto si potrebbe ottenere con una disposizione casuale, come nei materiali amorfi. La presenza del legame metallico crea una situazione di accentramento intorno ad un singolo atomo del numero più grande possibile di atomi (numero di coordinazione) compatibilmente alle loro limitazioni geometriche e, quindi, l’ottenimento di strutture molto compatte. Al termine cristallo è associato il concetto di disposizione regolare e periodica nello spazio formata da unità elementari traslando le quali tridimensionalmente si genera tutto l’edificio cristallino (reticolo): le unità elementari così definite sono indicate con il nome di celle. Figura 2 - Rappresentazione schematica di una struttura cristallina. Redazione a cura della Divisione FOR - Formazione e insegnamento dell’Istituto Italiano della Saldatura - Genova. Riv. Ital. Saldatura - n. 2 - Marzo / Aprile 2008 261 Introduzione alle principali strutture cristalline dei metalli puri La maggior parte dei metalli cristallizza, a seconda della temperatura e della natura degli atomi che lo costituiscono, secondo uno dei seguenti sistemi: • cubico a corpo centrato; • cubico a facce centrate; • esagonale compatto. I primi due derivano dal reticolo cubico semplice. Reticolo cubico semplice Riprendendo il modello delle sfere, i centri di queste sono situati ai vertici di un cubo e la superficie di ogni sfera tocca le altre sfere (Fig. 3). Nello studio delle celle elementari, oltre la lunghezza dello spigolo del cubo (a = b = c), sono utilizzati due parametri per caratterizzare la cella: • il fattore d’impacchettamento; • il numero di coordinazione. Il primo definisce la frazione volumetrica di celle strutturali occupata dagli atomi ed è calcolato - per ogni tipologia di cella - come rapporto tra il volume complessivo delle sfere (o loro frazioni) contenute nella cella ed il volume della cella stessa. Nel caso specifico del reticolo cubico semplice, in base a semplici valutazioni geometriche, il fattore è espresso dalla relazione: 4 / 3π(1 / 2a)3 a3 Per il reticolo cubico semplice tale numero è pari a sei: esso, come è facile intuire, dà la misura della compattezza della struttura. Reticolo cubico a corpo centrato La struttura cubica a corpo centrato (Fig. 4) si ottiene aggiungendo alla precedente un atomo al centro. Detto reticolo è simboleggiato con CCC mentre, nella letteratura anglosassone, con BCC (Body Cubic Centered). Lo spazio risulta occupato in maniera più compatta: infatti, il fattore d’impaccamento vale 0.68; inoltre, il numero di coordinazione risulta pari ad otto. Reticolo cubico a facce centrate Dal reticolo cubico semplice si fa derivare quello cubico a facce centrate (Fig. 5) ottenuto ponendo un atomo al centro delle facce. Tale tipo di reticolo è indicato con CFC mentre, nella letteratura anglosassone, con FCC (Face Cubic Centered). Lo spazio risulta così occupato in maniera ancora più compatta: il fattore d’impaccamento sale a 0.74 ed il numero di coordinazione a dodici. Valutando tale struttura in termini di piani, si nota che i piani che passano per le superfici inferiore e superiore contengono cinque atomi e sono separate da un piano che ne contiene quattro: una struttura che presenta la massima compattezza, anche se il vuoto appare meno distribuito rispetto alla struttura cubica a corpo centrato ed è concentrato soprattutto al centro. Reticolo esagonale compatto Tra i principali tipi di reticolo si può ricordare infine la struttura esagonale compatta (Fig. 6) in cui cristallizzano numerosi metalli. Essa è caratterizzata da un alto grado di compattezza, con un fattore d’impaccamento (0.74) ed un numero di coordinazione (12) uguali a quelli della struttura cubica a facce centrate. Spazi vuoti nelle celle reticolari La determinazione della forma e della percentuale di vuoto delle celle è importante per conoscere quali siano le dimensioni massime degli ioni che possono = π / 6 = 0.524 In questo tipo di reticolo, dunque, quasi il 50% del volume resta vuoto: ciò costituisce il presupposto per l’inserimento di piccoli atomi in questo spazio. L’altro parametro utile allo studio delle microstrutture elementari è il numero di coordinazione, definito come il numero di atomi equidistanti più prossimi ad un dato atomo. Figura 3 - Struttura del reticolo cubico semplice. 262 Riv. Ital. Saldatura - n. 2 - Marzo / Aprile 2008 Figura 4 - La struttura del reticolo cubico a corpo centrato. Figura 5 - Struttura del reticolo cubico a facce centrate. Introduzione alle principali strutture cristalline dei metalli puri TABELLA I - Metalli monomorfi e polimorfi. Figura 6 - Struttura del reticolo esagonale compatto. essere ospitati in una struttura senza alterarla ed appare fondamentale, ad esempio, nella determinazione della concentrazione massima di un altro elemento (il carbonio soprattutto) che ciascuna forma allotropica del ferro può mantenere in soluzione. Metalli monomorfi e polimorfi I metalli che cristallizzano in un solo tipo di reticolo, senza più cambiarlo durante il raffreddamento, si dicono monomorfi (Tab. I); quelli, invece, che cristallizzano in un tipo di reticolo e, durante il raffreddamento, cambiano la loro disposizione per costituire reticoli differenti per tipo e dimensioni si dicono polimorfi. Quando un elemento cristallizza in due o più tipi di reticolo, ciascuno dei quali stabile in un determinato intervallo di temperature, si definiscono allotropiche le sue diverse forme, che vengono indicate utilizzando le lettere dell’alfabeto greco (α, β, γ, ecc.) in ordine progressivo al crescere della temperatura. Il ferro, principale costituente degli acciai, è ad esempio un metallo polimorfo le cui forme allotropiche sono: • il ferro delta (δ): cristallizza nel sistema cubico a corpo centrato ed è stabile da 1538° a 1403°C; • il ferro gamma (γ): alla temperatura di 1403°C, durante il raffreddamento, il ferro cambia la disposizione degli atomi assumendo una struttura cubica a facce centrate; essa risulta stabile da 1403° a 911°C; • il ferro alfa (α): a quest’ultima tem- Tipo di reticolo Metalli monomorfi Metalli polimorfi CFC Cu, Ni, Al, Pb, Ag, Au, Pt Feγ CCC Mo,W, V Feα, Feδ, Crα,Tiβ EC Mg, Zn Crβ,Tiα peratura il ferro cambia ulteriormente disposizione degli atomi e ritorna a cristallizzare nel reticolo cubico a corpo centrato; al di sotto di tale temperatura, il ferro non presenta ulteriori trasformazioni allo stato solido. Imperfezioni e difetti cristallografici Finora si sono presi in esame cristalli geometricamente perfetti o ideali. Esaminando, però, in pratica, i cristalli si può vedere che esistono delle irregolarità strutturali per cui un cristallo ideale rappresenta solo un modello semplificato di un vero cristallo; tali irregolarità possono esercitare un ruolo determinante sul comportamento dei metalli. Si possono, pertanto, definire i seguenti tipi di difetto: • impurezze; • difetti reticolari (posti vacanti; atomi interstiziali; difetti di Shottky; difetti di Frenkel); • dislocazioni. Impurezze Le impurezze sono costituite da particelle distribuite nel reticolo con dimensioni e strutture elettroniche (es. particelle non metalliche) diverse da quelle del cristallo ospitante e, pertanto, possono agire da centri di distorsione del reticolo base che possono a loro volta interagire indirettamente con i meccanismi di deformazione del reticolo. Difetti reticolari Due possibili difetti reticolari sono i posti vacanti e gli atomi interstiziali: i primi sono posti reticolari non occupati (indicati con 1 nella Figura 7) mentre i secondi sono atomi rimossi dalla loro posizione e posti in siti vuoti (indicati con 2 nella Figura 7). Se un atomo abbandona la sua posizione reticolare e migra alla superficie a formare un altro piano reticolare, questo tipo di difettosità prende il nome di difetto di Schottky. Quando, invece, un atomo abbandona la sua posizione per migrare negli interstizi del reticolo, il difetto è chiamato difetto di Frenkel: pertanto un reticolo con tale difetto avrà un dato numero di atomi situati in posizioni interstiziali ed un uguale numero di posizioni atomiche vacanti. Dislocazioni Nei cristalli, lo slittamento di piani è ottenuto da un movimento di tipo incrementale degli atomi: quelli appartenenti ad un piano subiscono cioè uno slittamento relativo rispetto ad un piano adiacente mentre gli atomi della parte rimanente restano fermi. La linea delimitante l’area di tale spostamento è definita linea di dislocazione e il fenomeno si arresta quando questa esce dal cristallo. Pertanto, una dislocazione può essere definita come un difetto lineare costituito da irregolarità o distorsioni di piani reticolari. Si può immaginare di ottenere una dislocazione praticando un taglio nel materiale e successivamente - nel caso di una dislocazione ad elica facendo slittare rigidamente i due lembi del taglio in direzione parallela alla linea terminale del taglio stesso oppure, nel caso di una dislocazione a spigolo, allontanando l’uno rispetto all’altro i due lembi in direzione ortogonale alla linea Figura 7 - Differenti tipologie di difetto reticolare puntuale. Riv. Ital. Saldatura - n. 2 - Marzo / Aprile 2008 263 Introduzione alle principali strutture cristalline dei metalli puri grano, agli atomi interstiziali e alle particelle di altre fasi, dell’aumento di resistenza dei metalli. Bordi grano e dimensioni dei grani Figura 8 - Rappresentazione di una dislocazione. Figura 9 - Un’immagine di una dislocazione ottenuta con microscopia elettronica. di dislocazione ed inserendo nella intercapedine un semipiano dello stesso materiale (Figg. 8-9). Le dislocazioni sono prodotte durante una deformazione plastica e nel corso di essa si muovono intersecandosi tra loro. Esse sono responsabili, assieme ai bordi 264 Riv. Ital. Saldatura - n. 2 - Marzo / Aprile 2008 In un materiale metallico policristallino ciascun cristallo, definito grano, risulta costituito da atomi disposti in un reticolo con una precisa orientazione nello spazio. Pertanto, due grani hanno lo stesso tipo di reticolo ma diversa orientazione: è, quindi, intuibile che la zona di giunzione sia sede di una transizione dell’orientazione. Tale zona, definita bordo del grano, ha notevole influenza su molte proprietà del metallo (Fig. 10). Un metallo sarà definito a grano grosso o a grano fine a seconda della presenza di un numero ristretto di grossi grani oppure, viceversa, di un numero elevato di piccoli grani. Tale numero dipende da vari fattori tra cui la presenza di particelle non metalliche che costituiscono germi di solidificazione e la velocità di raffreddamento all’aumentare della quale aumenta la velocità di nucleazione; al contrario, per basse velocità quest’ultima è molto bassa ed i grani formati tendono a coalescere tra loro. Il bordo grano definisce una zona di transizione del materiale, meno compatta in quanto non appartiene né ad un elemento cristallino né ad un altro; facilmente comprensibile che costituisca un cammino preferenziale per la diffusione, ad esempio del carbonio nel ferro. A temperatura ambiente i bordi del grano manifestano un’influenza sulla deformazione plastica per cui i materiali a grano fine sono più resistenti di quelli a grano grosso. Ad alta temperatura, invece, i bordi dei grani facilitano il fenomeno dello scorrimento: sono, pertanto, più resistenti i materiali a grano grosso. Figura 10 - Una rappresentazione della regione di bordo grano. qGDVHPSUHOHDGHUQHOOHVROX]LRQL SHULOWDJOLRHORVPXVVRGLWXELHODPLHUHD IUHGGR/D1RVWUDJDPPDFRSUHLGLDPHWUL GD´D´SHUWXWWLLWLSLGLWXELLQPHWDO OR ODVFLDQGR XQ RWWLPR JUDGR GL ILQLWXUD /HJJHUH VHPSOLFL IDFLOL GD XWLOL]]DUH OH 1RVWUH PDFFKLQH VRQR XQ VROLGR SDUWQHU VXFXLIDUHRJQLJLRUQRDIILGDPHQWR 9,$$57,*,$1, 725%,$72',$'52%6,7$/< 7(/)$; ZZZJEFLQGXVWULDOWRROVFRPVDOHV#JEFLQGXVWULDOWRROVFRP Pubblicazioni IIS - Novità 2008 Saldatura con processo a filo continuo con e senza protezione di gas A seguito dell’armonizzazione a livello internazionale dei percorsi di qualificazione degli “Ingegneri e dei Tecnologi di Saldatura”, meglio identificati, con la terminologia ufficiale, come International Welding Engineer e International Welding Technologist, l’IIS, organismo nazionale autorizzato (sia dall’European Welding Federation che dall’International Institute of Welding) all’implementazione dei corsi per il conseguimento dei suddetti Diplomi di Qualificazione, ha ritenuto opportuno raccogliere gli argomenti delle lezioni dei corsi in una nuova collana di dispense intitolata “Saldatura: aspetti metallurgici e moderne tecnologie di fabbricazione”. I diversi volumi affrontano il complesso tema della saldatura in tutti i suoi aspetti, dalla metallurgia generale e saldabilità delle leghe ferrose e non ferrose ai più recenti ed avanzati processi di giunzione, dando ampi approfondimenti sulle più innovative tendenze tecnologiche e sul comportamento metallurgico di materiali di ultima generazione. Essi rappresentano, quindi, il mezzo didattico più idoneo per la preparazione multidisciplinare del personale addetto al coordinamento delle attività, spesso complesse, di fabbricazione mediante saldatura, ma sono anche un valido strumento per la diffusione della conoscenza tecnico-scientifica nell’ambito di Università, Organizzazioni di ricerca e di tutte le realtà industriali ove si vogliano approfondire tali problematiche. Questo volume, dedicato alla saldatura con processo a filo continuo con e senza protezione di gas, è stato elaborato dagli ingegneri della Divisione Formazione dell’IIS. Indice ISTITUTO ITALIANO DELLA SALDATURA Divisione PRN Maura Rodella Lungobisagno Istria, 15 16141 GENOVA Tel. 010 8341385 Fax 010 8367780 Email: [email protected] www.weldinglibrary.com www.iis.it 1. GENERALITÀ: Principi fondamentali. 2. APPARECCHIATURA: Schema generale;Torcia; Dispositivo di avanzamento del filo; Generatore di corrente e configurazioni di macchina. 3. PARAMETRI E VARIABILI: Autostabilità del punto di lavoro; Punto di lavoro in seguito a variazione della velocità di avanzamento del filo; Punto di lavoro in seguito a variazione della caratteristica del generatore; Fattori che influenzano l’autostabilità; Modalità di trasferimento del metallo d’apporto;Trasferimento a spruzzo o spray arc;Trasferimento per corto circuito o short arc;Trasferimento globulare; Trasferimento ad arco pulsato; Trasferimento ad arco rotante; Parametri elettrici (corrente, tensione e polarità elettrica); Stick out; Velocità di saldatura; Portata di gas; Angolazione della torcia. 4. CONSUMABILI: Gas di protezione; Argon; Elio e miscele argon-elio; Anidride carbonica (CO2) e relative miscele; Ossigeno e miscele contenenti ossigeno; Altri gas: idrogeno ed azoto; Fili; Fili pieni; Fili animati; Classificazione; Classificazione dei gas di saldatura; Classificazione dei fili. 5. APPLICAZIONI: Saldatura semiautomatica; Preparazione del pezzo; Fine della saldatura e ripresa; Saldatura degli acciai inossidabili; Saldatura delle leghe di alluminio; Saldatura automatica, automatizzata e robotizzata; Ricariche e riporti; Saldatura narrow-gap; Saldatura con più elettrodi; Applicazioni particolari; Difetti tipici nella saldatura a filo continuo; Parametri tipici. 2008, 62 pagine, Codice: 101096, Prezzo: € 45,00 Soci IIS - Membri IIS Club, Prezzo: € 36,00 Scienza e Tecnica L’importanza dei controlli ispettivi per la qualità e la durata delle superfici pitturate Analogamente a quanto avviene per altri processi di fabbricazione (saldatura, lavorazioni meccaniche, ecc.), anche per i processi di pitturazione la qualità dei risultati viene verificata attraverso numerosi esami e controlli. In particolare, tralasciando gli aspetti legati all’efficienza delle attrezzature necessarie all’applicazione delle pitture, si vogliono descrivere brevemente alcune verifiche essenziali: • Verifica della corretta scelta dei prodotti da impiegare; • Verifica della preparazione superficiale del substrato da pitturare; • Verifica della corretta preparazione dei prodotti e della loro corretta applicazione; • Verifica delle idonee condizioni ambientali durante l’applicazione dei cicli di pitturazione; • Verifica del rispetto dei tempi previsti per ogni fase di applicazione; • Controllo dello spessore degli strati di pittura applicati; • Verifica delle caratteristiche di adesione delle pitture. La quantità e l’importanza dei controlli previsti prima e durante l’applicazione delle pitture trova giustificazione nei risultati delle indagini sulle cause di danneggiamento delle protezioni superficiali: è stato infatti stimato che il 70 / 80% delle cause della scarsa efficienza e durata dei cicli di pitturazione applicati siano riconducibili alla non corretta preparazione superficiale del substrato da pitturare, mentre le restanti cause del prematuro deperimento delle pitture siano da ricercarsi quasi esclusivamente nel mancato rispetto delle condizioni, delle modalità e dei tempi previsti per l’applicazione dei prodotti. Confrontando quanto sopra riportato con la realtà riscontrabile in alcuni ambiti industriali, risulta evidente come la verifica della “quantità” complessiva di pittura applicata (il suo spessore finale) e la verifica dell’adesione della pittura stessa siano soltanto due dei controlli essenziali, e di per sé assolutamente insufficienti a garantire la qualità e la durata nel tempo del ciclo di pitturazione adottato. Verifica della corretta scelta dei prodotti da impiegare Non tutte le pitture ed i prodotti di cui è previsto l’impiego (diluenti, sgrassanti, ecc.) sono chimicamente compatibili; pertanto, i prodotti stessi devono essere attentamente controllati onde verificarne la corrispondenza con quanto pre- visto nella specifica di pitturazione. Tutti i prodotti devono essere catalogati per lotti di produzione e contraddistinti da relative codifiche alfanumeriche tipiche di ogni fabbricante (Batch Numbers). Inoltre, per tutti i lotti di produzione devono essere verificate scrupolosamente le date di scadenza riportate sui contenitori o reperibili presso i fornitori. Verifica della preparazione superficiale del substrato da pitturare La preparazione superficiale del substrato da pitturare, come già accennato, riveste un ruolo fondamentale per la durata delle pitture. La verifica della rimozione delle sostanze oleose dalle superfici, del grado di pulizia superficiale, della rugosità del substrato, della presenza di contaminanti chimici (per citarne uno, il cloruro di sodio tipico degli ambienti marini) sono controlli che troppo spesso vengono ignorati o confusi. Per inquadrare il problema si consideri, ad esempio, che la pulizia superficiale mediante sabbiatura (con i suoi gradi Sa 2 ½ , Sa 3, St 2 ½, ecc.), non essendo in grado di eliminare dalle superfici olii, grassi ed eventuali contaminanti chimici, non può essere alternativa allo sgrassaggio e al lavaggio delle superfici. La stessa pulizia mediante sabbiatura restituisce superfici più o meno rugose a seconda del tipo e della dimensione dell’abrasivo impiegato (sabbia Riv. Ital. Saldatura - n. 2 - Marzo / Aprile 2008 269 Scienza e tecnica silicea, graniglia metallica, ecc.), della pressione di sabbiatura, dell’angolo di impatto dell’abrasivo sulle superfici; inoltre, a parità di abrasivo, si possono ottenere rugosità più o meno irregolari a seconda della “forma” dell’abrasivo stesso (Grit, Shot). Poiché in generale ogni pittura può fornire prestazioni ottimali soltanto se applicata su substrati idonei (le caratteristiche di pulizia e rugosità richieste sono indicate, per ogni prodotto, nei rispettivi MDS = Material Data Sheet), si può ben comprendere il ruolo che rivestono le verifiche sopra citate. Verifica della corretta preparazione dei prodotti e della loro corretta applicazione Molte pitture ad alte prestazioni sono del tipo bi-componente e quasi sempre le pitture impiegate devono essere miscelate e diluite in funzione del metodo di applicazione impiegato. In particolare, ogni pittura deve essere abbinata ad un diluente idoneo, indicato nella specifica di pitturazione o nelle schede tecniche di prodotto. Inoltre, non tutte le pitture sono applicabili indistintamente con qualsiasi metodo (pennello, rullo, airless, ecc.). Nell’ambito di una complessa attività di pitturazione, non di rado vengono applicati due, tre, o più cicli differenti (per superfici interne, per superfici esterne, per superfici a temperatura elevata, ecc.) che comportano la presenza simultanea, nei luoghi di lavoro, di una quantità notevole di prodotti differenti: è evidente, pertanto, l’importanza del continuo controllo delle pitture e dei diluenti utilizzati, della loro miscelazione e del loro metodo di applicazione. Verifica delle idonee condizioni ambientali durante l’applicazione dei cicli di pitturazione Come è noto, non sempre le condizioni climatiche sono idonee per l’applicazione delle pitture: si pensi, ad esempio, a giornate con elevate percentuali di umidità o addirittura pioggia. Non sempre, tuttavia, vengono presi in considerazione tutti gli aspetti climatici che influiscono sul buon esito delle operazioni di pitturazione. 270 Riv. Ital. Saldatura - n. 2 - Marzo / Aprile 2008 Ad esempio, affinché non si formi condensa sulle superfici, oltre alla percentuale di umidità relativa devono essere costantemente verificati e rapportati tra loro sia la temperatura superficiale del substrato da pitturare sia il punto di rugiada (Dew Point). D’altra parte, alcune pitture che induriscono proprio grazie alla presenza di acqua, richiedono una percentuale di umidità relativa sufficientemente elevata per completare il loro processo di essiccazione. Il costante controllo delle condizioni ambientali, peraltro reso molto agevole dalla disponibilità di attrezzature elettroniche sofisticate (psicrometri, termometri, anemometri) che combinano ed elaborano le informazioni rilevate, rappresenta quindi un elemento imprescindibile per la garanzia delle prestazioni e della durata delle pitture. Verifica del rispetto dei tempi previsti per ogni fase di applicazione delle pitture Quasi tutte le fasi che compongono un processo di pitturazione sono scandite da tempi tecnici che devono essere indicati nella specifica di pitturazione e, per ogni prodotto, nei rispettivi MDS. Solo per citarne alcuni: il tempo massimo che può intercorrere tra il termine delle operazioni di sabbiatura e l’inizio dell’applicazione delle pitture; il tempo massimo di vita di una pittura pluri-componente dal momento della miscelazione dei suoi elementi costituenti (Pot Life); il tempo minimo di sovraverniciatura di ogni singolo strato di un ciclo; il tempo minimo di essiccazione di una pittura (asciutta al tatto, asciutta in profondità, ecc.). Come si può immaginare considerando le trasformazioni chimico-fisiche cui sono soggette le pitture durante la loro applicazione ed essiccazione, il rispetto di tutti questi intervalli temporali, variabili in funzione delle condizioni climatiche attuali, è di assoluta importanza ai fini della qualità finale dei cicli di pitturazione applicati. Controllo dello spessore degli strati di pittura applicati Solitamente i comuni cicli di pittura- zione sono costituiti da diversi strati (due, tre o più) di prodotti chimicamente anche molto differenti, che svolgono ciascuno una funzione ben precisa e che devono necessariamente essere applicati rispettando adeguati spessori per ciascuno di essi (esistono, solo per citarne alcuni tipi, pitture che svolgono funzione di protezione catodica, pitture “barriera”, pitture strutturali, pitture con funzioni solo estetiche o in grado anche di filtrare i raggi solari dannosi per le pitture sottostanti, ecc.). A tale scopo, evidentemente, le ispezioni devono essere pianificate sulla base dei tempi di pitturazione previsti. Inoltre, si devono concordare a priori le modalità di verifica degli spessori di pittura (normativa di riferimento, tipi di strumento da impiegare, numero di punti da rilevare, zone da esaminare, ecc.), le modalità di registrazione dei dati rilevati, le eventuali misure correttive da adottare in caso di non conformità dei risultati ottenuti. Verifica delle caratteristiche di adesione delle pitture Per ogni ciclo di pitturazione, le caratteristiche di adesione richieste devono essere espressamente indicate nella relativa specifica tecnica. Tali caratteristiche possono essere valutate con metodi qualitativi (Quadrettatura, Cross-Cut, ecc.) o con metodi quantitativi (Pull-Off). Ci si limita a sottolineare il carattere distruttivo delle prove di adesione delle pitture, che comporta la tempestiva esecuzione di ritocchi (Touch-Up) delle zone soggette ad esame. Previo accordo tra le Parti interessate, per evitare tali riparazioni talvolta anche complesse, è possibile eseguire le prove di adesione non direttamente sugli elementi da pitturare, ma su campioni opportunamente preparati (in sostanza si tratta di campioni di materiale simile a quello da pitturare, che vengono sottoposti, in parallelo, a tutte le fasi di pitturazione previste per gli elementi originali). Dott. Ing. Stefano Botta (IIS) Organizzata da: In collaborazione con: precious water IX Mostra delle tecnologie per il trattamento e la distribuzione dell’acqua potabile e il trattamento delle acque reflue Salone del trasporto e della distribuzione di gas Ferrara, Quartiere Fieristico 21-23 maggio 2008 Per ottenere in fiera il biglietto d'ingresso gratuito preregistrarsi su: International Institute of European Welding Federation Notizie 61st Annual Assembly 2008 of International Institute of Welding Graz, Austria - July 6 - 11 International Conference - July 10 -11 2008 “Safety and Reliability of Welded Components in Energy and Processing Industry” Welding and the behaviour of welded materials play a key role in the safety and reliability of components in energy and process industry. These items represent in many cases the limiting factors for the design, fabrication, construction, service life, economy, reliability and safety of the entire project.This conference will give a professional insight about the state of the art in the following topics: • Design of Components • Standards and Qualification of Personnel • Welding Processes • Base Materials and Welding • Testing • Service Behaviour (Toughness, Fatigue, Creep, Corrosion, ...) • In Service Inspection, Maintenance and Repair • Failure Cases • Safety Concepts • Economic Aspects • Life Cycle Analysis and their impact on welded components for power generation by using • Thermal, • Nuclear, • Hydro-Power, • Hydrogen and Alternative (Solar, Wind, Bio, ...) Energy Processes as well as for welded components in oil and gas industry for • Transport, • Storing and Processing and their influence on safety and reliability of the investments. Leading experts will supply an overview about the present and future developments in power generation and processing industry in the world. On Thursday Evening a Reception will take place for the participants of the Conference. For more details please visit our website: www.iiw2008.at Riv. Ital. Saldatura - n. 2 - Marzo / Aprile 2008 273 Azienda certificata ISO 9001 da 50 anni produciamo le soluzioni per i vostri problemi Un programma completo per la saldatura CAPILLA S.r.l. materiali per saldatura CAPILLA GmbH schweissmaterialien Via per Telgate sn Loc. Campagna 24064 Grumello del Monte (BG) Tel. +39.035.4491354 Fax. +39.035.4426747 e-mail: [email protected] sito: www.capilla.it Lubberbrede 11 33719 Bielefeld (D) Tel. +49.521.926150 Fax +49.521.9261525 e-mail: [email protected] sito: www.capilla-bielefeld.de Salute, Sicurezza e Ambiente La normativa sull’esposizione professionale a campi elettromagnetici ed a radiazioni ottiche artificiali Nel numero 4 del 2007 (pag. 573) di questa Rivista ci siamo dati appuntamento per parlare di campi elettromagnetici e di radiazioni ottiche artificiali, dicendo che erano in corso di emanazione in Italia le leggi inerenti i rischi per la salute dei lavoratori esposti a questi agenti. Il decreto legislativo 19/11/2007, n. 257 (Attuazione della direttiva 2004/40/CE sulle prescrizioni minime di sicurezza e di salute relative all’esposizione dei lavoratori ai rischi derivanti dagli agenti fisici (campi elettromagnetici) G.U. n. 9 del 1 Gennaio 2008) ha affrontato il primo di questi due temi, mentre il Consiglio dei Ministri del 3 Marzo 2008 ha approvato un decreto legislativo con le misure di prevenzione e protezione per i lavoratori esposti a radiazioni ottiche artificiali durante la loro attività professionale. Entrambi i testi sono presenti nelle bozze attualmente in circolazione del futuro Testo Unico sull’Igiene e la Sicurezza sul Lavoro, del quale ci ritroveremo a parlare tra breve. Entrambi gli argomenti meritano un approfondimento certamente più ampio, ma in attesa delle previste linee guida, vediamo di esaminare gli aspetti più importanti. Il campo di applicazione del decreto 257/2007 dichiara che la norma si riferisce a campi magnetici statici e campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici variabili nel tempo di frequenza inferiore o pari a 300 GHz. Come per tutti gli altri agenti di rischio il datore di lavoro valuta e, se necessario, misura o calcola i livelli dei campi elettromagne- tici ai quali sono esposti i lavoratori. Questa valutazione, che deve essere eseguita da personale competente nell'ambito del servizio di prevenzione e protezione, può non essere effettuata in luoghi di lavoro in cui si sia già proceduto ad una valutazione in conformità alle disposizioni legislative e alle raccomandazioni comunitarie sulla protezione della popolazione a questi campi. Deve essere inoltre programmata ed effettuata la ripetizione della valutazione con cadenza almeno quinquennale; i dati ottenuti costituiscono parte integrante del documento di valutazione del rischio. Come per altri agenti fisici, la norma prevede valori limite di esposizione e di azione, ma il datore di lavoro deve in ogni caso informare e formare i lavoratori su tali rischi (se presenti) e sul programma (da indicare nel documento di valutazione) di misure di prevenzione e protezione che ha adottato nel caso di superamento dei valori di azione se possono aver luogo esposizioni superiori al VL di esposizione. La complicazione nasce proprio dai valori limite e soprattutto dalla loro frammentazione nello spettro delle frequenze: per i valori di azione abbiamo che lo spettro 0 Hz 300 GHz è suddiviso in ben 13 intervalli di frequenza, con la necessità di verificare il rispetto del valore indicato per un numero di parametri variabile da 3 a 6 in funzione dell’intervallo di frequenza. La frase precedente è per sé complicata, ci possiamo immaginare quanto lo sia l’applicazione pratica! I valori limite di esposizione sono più semplici (7 inter- valli con 1-4 parametri) ma con parametri differenti e, comunque, sarebbe utile poter dimostrare che è rispettato il valore di azione. Si ritiene quindi che se non usciranno linee guida semplificative, l’attività di monitoraggio sarà articolata e richiederà strumenti specifici e professionalità elevate. In ogni caso il datore di lavoro dovrà dare corso alla valutazione dei rischi entro il 30 Aprile 2008. La parte relativa alla protezione dei lavoratori dai rischi di esposizione a radiazioni ottiche artificiali appare ugualmente complessa. Essa interessa particolarmente gli effetti nocivi sugli occhi e la cute nell’esposizione a radiazioni elettromagnetiche di lunghezza d’onda compresa tra 100 μ m e 1 mm, comprese le radiazioni laser. Ancorché questo intervallo sia piccolissimo rispetto a quello trattato in precedenza, i valori limite sono ancor più frammentati e di complessa valutazione. Anche in questo caso si auspicano linee guida e la scadenza per la valutazione dovrebbe essere procrastinata di qualche mese, ma non si può giungere impreparati. Venendo al campo della saldatura e delle tecniche collegate, è ben noto che questi fattori di rischio sono o possono essere presenti in queste lavorazioni e quindi si rende necessaria la valutazione e la predisposizione di programmi o presidi di sicurezza. Dovremo necessariamente approfondire questi argomenti. Prof. Teresio Valente DIMEL - Sez. Medicina del Lavoro Università di Genova Riv. Ital. Saldatura - n. 2 - Marzo / Aprile 2008 275 SUPPORTI GRAFICI Mostra convegno prodotti, tecnologie e servizi per il motorismo da competizione ModenaFiere 16 - 17 Ottobre 2008 www.motorsportexpotech.it solo professionalità alta specializzazione niente spettacolo promosso da: www.assomotoracing.it organizzato da: ingresso riservato ai soli operatori Modena Esposizioni S.r.l. viale Virgilio, 58/B 41100 Modena tel. 059 848380 fax 059 848790 www.modenafiere.it [email protected] Dalle Associazioni Il Comitato “costruire con l’Acciaio” nasce nel 2007, è coordinato dal Geom. Giancarlo Coracina. Presidente: Sig. Adriano Fracasso. Costruire con l’Acciaio Nella consapevolezza che la fase delicata in cui si dibatte il settore delle costruzioni metalliche esige un programma di interventi “correttivi” di ampio respiro, ACAI ha concepito “clA, Costruire con l’Acciaio”, un progetto di rilancio della cultura del costruire con il materiale acciaio. L’obiettivo è andare a incidere nel profondo del problema ricreando le giuste connessioni tra il sapere teorico e l’esperienza pratica, tra la maestria che nasce dalla lunga militanza sul campo e la capacità di comprendere le nuove esigenze e di sapere innovare. È un vero e proprio programma di rinnovamento culturale che vuole coinvolgere l’intera filiera delle costruzioni metalliche. L’iniziativa consiste in una serie molto ampia ed articolata di azioni e di inter- venti a vari livelli, destinati a diversi interlocutori e, quindi, calibrati su esigenze diversificate, ma tutti finalizzati a implementare la diffusione della cultura dell’acciaio come materiale da costruzione. L’intera filiera delle costruzioni, infatti, ha la necessità, forte ed evidente, di un’attività non tanto di “marketing puro”, quanto di convincimento, di formazione, di promozione, di acculturazione affidata ad addetti ai lavori che possano presentare soluzioni concrete, analizzare reali problematiche, fornire delucidazioni e confrontare le proprie esperienze sul campo, mettendo le conclusioni a disposizione della crescita culturale dell’intero settore. Il progetto chiama quindi a raccolta committenti (pubblici e privati), progettisti, direttori lavori, produttori di acciaio, commercianti, distributori, costruttori: tutti sono coinvolti e tutti sono invitati a portare il proprio contributo. Due sono le linee di intervento prioritariamente attivate da clA. Innanzitutto la promozione, rivolta a chi ben poco conosce del costruire con l’acciaio, attraverso la rivista Costruzioni Metalliche, canale privilegiato per raggiungere anche e soprattutto i centri di progettazione individuali e collettivi che non conoscono l’acciaio, ma che possono trovarsi coinvolti nelle scelte relative ai materiali da utilizzare per determinate realizzazioni. E mediante la rivista è proposto il coinvolgimento in incontri informativi mirati, nel corso dei quali sarà illustrato l’iter dello sviluppo del costruire con l’acciaio attraverso la presentazione di esempi pratici. La seconda linea di intervento si rivolge ai centri di progettazione che operano già con l’acciaio, ma che hanno avuto difficoltà, nel corso degli anni, a mantenere il passo con l’evoluzione tecnica e normativa e si sono scontrati con una serie di problematiche che li ha demotivati e allontanati dalla scelta delle soluzioni in acciaio. L’obiettivo è motivarli nella scelta di tornare a considerare l’acciaio come valida soluzione costruttiva al pari degli altri materiali. È auspicato anche un loro diretto coinvolgimento in incontri e confronti ai quali sono invitati a partecipare in forma attiva, portando testimonianza della propria esperienza e delle problematiche incontrate. Grande attenzione è dedicata al mondo della scuola e dell’Università. Il progetto prevede una serie di incontri tecnici con la partecipazione di rappresentanti delle aziende che sappiano trasmettere ai giovani, al di là dei contenuti teorici e scientifici, anche informazioni ed esempi concreti delle soluzioni fornite dal materiale acciaio, nonché delle molteplici possibilità che oggi l’industria offre; certamente saranno preziose per i giovani anche le esperienze di “vita vissuta” che solo chi opera ed ha operato concretamente sul campo è in grado di trasmettere. Riv. Ital. Saldatura - n. 2 - Marzo / Aprile 2008 277 Dalle Associazioni “Costruire con l’Acciaio” non trascurerà le modalità di promozione culturale più tradizionali, quali i convegni e le conferenze rivolti ad un ampio ventaglio di destinatari ed organizzati di concerto e in collaborazione con altri enti culturali e di promozione. I convegni avranno la più classica e collaudata delle formule, imperniata su una durata di 5–6 ore, suddivisa in due sessioni, con la partecipazione di esperti e di relatori autorevoli e di elevato prestigio. Le tematiche che si intendono sviluppare riguardano in particolare, oltre alle possibilità espressive delle moderne soluzioni architettoniche, anche le migliori soluzioni realizzative che l’acciaio consente per le sue spiccate potenzialità prestazionali alla luce delle nuove norme tecniche settoriali da poco emanate. In proposito, è in fase di svolgimento una serie di tre convegni, su temi legati all’entrata in vigore della nuova normativa tecnica. Iniziato con grande successo a Catania, il ciclo avrà i prossimi appuntamenti a Roma il 18 Aprile e a Milano il 6 Giugno ed è organizzato in collaborazione con AIZ, Associazione Italiana Zincatura. Infatti, la filosofia di fondo che guida tutte le iniziative di “Costruire con l’Acciaio” è la più completa disponibilità ed apertura ad ogni occasione di sinergia con altre realtà del mondo delle costruzioni metalliche: associazioni, enti, organizzazioni professionali o imprenditoriali che condivi- dano le medesime finalità. In questa prospettiva, è già allo studio, in collaborazione con il C.T.A., una serie di iniziative, tra cui corsi di carattere informativo, di aggiornamento tecnico e normativo e corsi di approfondimento su specifiche tematiche del costruire in acciaio. L’auspicio, infatti, è che si possa pervenire a realizzare una forte e coesa azione corale tra tutti i protagonisti, a diversi livelli, della costruzione in acciaio, nella convinzione che solo un ben coordinato gioco di squadra consentirà di raggiungere risultati positivi per il rilancio dell’intero settore. Isabella Doniselli (clA) Tariffe Pubblicitarie 2008 TIPO DI INSERZIONE - Pagina a colori: - Pagina B + N: - 1/2 pagina B + N: - 1/4 pagina B + N: - Ogni colore in più: - Copertina: - 2a di Copertina: - 3a di Copertina: - 4a di Copertina: - Risguardo 2a e 3a Cop.: - Risguardo al Sommario: - Inserto cucito o volante: - Inserto di diverso formato: - Inserto di diverso peso: - Posizione destra o fissa: - ABBONAMENTO: - ABB.TO ESTERO: - COPIA SINGOLA: - COPIA SING. ESTERO: Euro 1100,00 700,00 450,00 350,00 220,00 2500,00 1400,00 1400,00 1900,00 1150,00 1150,00 1400,00 1500,00 1500,00 + 20% 90,00 155,00 20,00 30,00 * Gli inserti (formato A4, già stampati fronte / retro) dovranno essere forniti alla Redazione in 3500 copie ad uscita; * Per gli inserti di più pagine il prezzo sarà concordato caso per caso; * Sulle tariffe indicate si applica lo sconto del 10% per le Società associate all’Istituto Italiano della Saldatura; * Sono previsti sconti per quantità (minimo 12 pagine annuali). Per informazioni e prenotazioni: Franco Ricciardi / Silvia Terrarossa Tel. 010 8341.389/392 - fax 010 8341.399 - E-mail: [email protected] 278 Riv. Ital. Saldatura - n. 2 - Marzo / Aprile 2008 Dalle Aziende FALCON : nuova macchina ESAB per il taglio automatico plasma e ossigas FALCON è una macchina robusta e affidabile che può essere utilizzata per il taglio plasma, ossitaglio oppure con entrambi i procedimenti. Per questo motivo la FALCON è una macchina estremamente versatile, adatta alle attuali necessità produttive della piccola e media industria ma pronta anche a soddisfare eventuali esigenze future. Le caratteristiche di versatilità, unite ad un prezzo competitivo, assicurano alla FALCON un ottimo rapporto costi-benefici nella sua categoria. La macchina si basa su di una robusta struttura a portale, con una trave trasversale dotata di grande rigidità. La rotaia esterna è posta a un livello inferiore rispetto al piano di taglio, per consentire il carico e lo scarico delle lamiere senza il rischio di collisioni con la rotaia o con parti della macchina. La larghezza del portale è di 3 metri, mentre la larghezza di taglio utile è di 2 metri. La macchina si muove mediante un azionamento AC di precisione a pignone e cremagliera, privo di giochi e con elevate caratteristiche di velocità e accelerazione sia in taglio che in posizionamento. Anche l’azionamento AC dei carrelli porta-torcia assicura movimenti rapidi e della massima precisione. I due carrelli porta-torcia sono guidati da un nastro in acciaio che, diversamente dai cavi di acciaio convenzionali, non è soggetto a depositi di scorie e spruzzi. L’accoppiamento rapido dei carrelli al nastro facilita il posizionamento manuale dei carrelli porta-torcia. L’accuratezza del progetto e l’elevata qualità dei materiali e dei componenti riducono i costi di manutenzione ed assicurano una lunga vita operativa. Taglio plasma Sono disponibili vari sistemi ESAB per il taglio plasma di acciaio al carbonio, acciaio inossidabile e alluminio. Un sistema automatico regola con precisione l’altezza della torcia dal pezzo, per mezzo di un sensore. La distanza della torcia viene poi regolata continua- mente durante il processo di taglio mediante il controllo della lunghezza dell’arco elettrico. Questo assicura un’alta qualità di taglio in ogni condizione. Il sistema di protezione anti-collisione arresta immediatamente il processo di taglio in caso di urti della torcia. Taglio ossigas La macchina FALCON può essere dotata di due cannelli ossigas, per tagliare lamiere dello spessore massimo di 150 mm. Ogni cannello è dotato di un dispositivo di accensione e di valvole per la foratura automatica. La distanza del cannello dal pezzo viene continuamente controllata da un anello capacitivo, che mantiene sempre la distanza ottimale per assicurare la massima qualità di taglio. Sistemi di controllo numerico Tutti i procedimenti di taglio della FALCON sono gestiti da un sistema a controllo numerico. Funzioni di controllo complete, interfacce e data-base integrato con 65 programmi offrono un elevato livello di qualità e riproducibilità di taglio. I sistemi di controllo numerico ESAB sono facili da usare e consentono di ottenere rapidamente un’elevata produttività. ESAB Saldatura S.p.A. Via Mattei, 24 - 20010 Mesero (MI) Tel. 02 979681 - Fax 02 97289300 e-mail: [email protected] www.esab.it Riv. Ital. Saldatura - n. 2 - Marzo / Aprile 2008 281 Dalle Aziende Un programma sempre più qualificato di convegni a BIAS 2008 Il programma dei convegni della prossima edizione di BIAS, la Biennale Internazionale dell’Automazione, Strumentazione, Microelettronica e ICT per l’Industria, che si svolgerà dal 27 al 30 Maggio 2008 a fieramilano (Rho), si fa sempre più interessante. Il calendario si arricchisce infatti di nuove opportunità di aggiornamento professionale, che si vanno ad aggiungere a quelle già proposte da GISI, AIS/Isa Italy Section, PCB Magazine, Tecnoimprese e a quelle in via di definizione da parte di FAST (Federazione delle Associazioni Scientifiche e Tecniche), ANIPLA (Associazione Nazionale Italiana per l’Automazione), Edizioni Fiera Milano e altri enti qualificati. Nel pomeriggio della prima giornata sarà ANIPLA, l’Associazione Nazionale Italiana Per L’Automazione, a portare l’attenzione su un tema che tocca più settori applicativi: “Motion Control Esperienze nell’uso di sistemi per il controllo di movimento”. Nella realizzazione dei sistemi per produrre, l’attuazione e il controllo del movimento assumono oggi una rilevanza primaria sul piano tecnico ed economico. Tramite l’esposizione di alcune esperienze d’uso di utilizzatori finali, l’incontro si propone di mettere a fuoco le opportunità di avanzamento tecnologico e i possibili ritorni economici che una scelta consapevole dei sistemi di motion control può consentire. L’evento è coordinato dal Professor Paolo Rocco del Politecnico di Milano. Al problema del flusso e della valorizzazione dei dati nelle imprese industriali è dedicato il convegno “Dal campo al computer: la raccolta dei dati di produzione tramite fieldbus e reti industriali”, promosso dalla rivista Fieldbus & Networks. L’incontro punta a fornire, attraverso l’intervento di relatori provenienti da importanti aziende del settore dell’automazione industriale, una serie di suggerimenti concreti su un tema oggi fondamentale: la raccolta e il trasferimento dei dati di produzione ai sistemi gestionali, affinché possano essere trasformati in informazioni utili alla vita dell’impresa. La “spina dorsale” di questo trasferimento è rappresentato dai fieldbus e 282 Riv. Ital. Saldatura - n. 2 - Marzo / Aprile 2008 dalle reti industriali, che permettono di connettere tutti i dispositivi in campo con i livelli superiori dell’architettura IT. Sempre l’interfaccia tra automazione e informatica è il tema del convegno “Controllo real time PC-based: Linux vs Windows” promosso dalla rivista Automazione e Strumentazione, che intende esaminare le strategie di controllo real time confrontando soluzioni e applicazioni realizzate a partire dai sistemi operativi Linux e Windows. Sono chiamati a discuterne aziende specializzate nello sviluppo di questi sistemi e altre particolarmente attive nella realizzazione di applicazioni real time. Il rapporto tra produzione industriale e ambiente sarà al centro del convegno “EuP ovvero Energy Using Product: dalle normative alla progettazione Ecocompatibile”, curato dall’associazione Ecoqual’It, che approfondirà i vari aspetti della produzione elettronica in riferimento alle eco-direttive e in considerazione dell’intero ciclo di vita dei prodotti: dall’eco-design, alla produzione, fino allo smaltimento. Le problematiche ambientali e il risparmio energetico sono uno dei temi centrali che si sono sviluppati intorno al protocollo di Kyoto e la Comunità Europea si appresta a emettere normative che coinvolgono, in una prima fase, almeno 14 categorie di prodotti che utilizzano energia elettrica. L’Electronic Community, da sempre sensibile alle problematiche ambientali, si è attivata in questa campagna alla ricerca dell’efficienza partendo da due grossi settori: l’elettronica di potenza (ad esempio, alimentatori, attuatori) e l’illuminotecnica, dove i LED high power stanno per sostituire molti dei sistemi di illuminazione tradizionali grazie a un’efficienza più elevata. Gli interventi al convegno, quindi, a partire dall’analisi delle normative pubblicate o in via di rilascio, svilupperanno le due tematiche principali dell’elettronica di potenza e dell’applicazione delle nuove sorgenti luminose a LED. F&M Fiere & Mostre Srl Via Caldera, 21/C - 20153 Milano Tel. 02 40922426 - Fax 02 40922450 e-mail: [email protected] www.fieremostre.it Protezione e Sicurezza sempre in testa! La nuova gamma di maschere optoelettroniche Chameleon 3F, 3V, 3V+ La nuova gamma di maschere optoelettroniche Chameleon 3V; 3V+; 3F, ad alta performance, sono state realizzate con un nuovo design esclusivo. Il nuovissimo casco di colore Silver, più innovativo e più accattivante ha una forma più avvolgente per un maggior comfort e una massima protezione. WELDLINE propone una gamma completa di maschere optoelettroniche consigliate per la protezione degli occhi e del viso dell’operatore nei processi di saldatura ad arco con elettrodo, MIG e TIG. Il materiale composito con cui è stata realizzata (Nylon 66) abbina leggerezza e ottima resistenza alle temperature elevate. La maschera Chameleon 3 è conforme alle disposizioni della direttiva 89/686/CEE e alle norme EN 175, EN 379. L’affidabilità dei filtri optoelettronici è garantita dal marchio Weldline: protezione e sicurezza sempre in testa! WELDINE offre una vasta gamma di strumenti e accessori per le applicazioni di saldatura (cavi, morsetti, torce, spazzole e martelline, spray) e materiale di protezione individuale per i saldatori (guanti, abbigliamento, occhiali di protezione) e il loro ambiente (nastri, tende......). I prodotti WELDLINE sono commercializzati attraverso le reti del Gruppo Air Liquide Welding (Oerlikon, SAF-FRO o Cemont). La ricerca continua dei migliori prodotti, la disponibilità costante, l’alta qualità dei prodotti ad un prezzo corretto, in conformità con gli standard europei più rigorosi, sono gli elementi Dalle Aziende principali che caratterizzano l’offerta WELDLINE con un principale obiettivo: la soddisfazione del cliente. Air Liquide Welding Italy Via Torricelli, 15/A - 37135 Verona Tel. 045 8291557 - Fax 045 8291634 e-mail: [email protected] www.airliquidewelding.com ACCADUEO 2008: l’evento “tutto esaurito” del settore idrico ACCADUEO, Mostra internazionale dedicata alle tecnologie per il trattamento e la distribuzione dell’acqua potabile e il trattamento delle acque reflue. Edizione da "tutto esaurito" per la nona edizione di ACCADUEO, che il quartiere fieristico di Ferrara ospiterà dal 21 al 23 Maggio prossimi. ACCADUEO si conferma il più importante appuntamento - unico nel suo genere - per il settore delle tecnologie per il trattamento e la distribuzione dell’acqua potabile e il trattamento delle acque reflue. ACCADUEO ha tradizionalmente nel momento espositivo il proprio punto di forza, grazie alla presenza delle principali aziende produttrici di componenti e apparecchiature. Nelle ultime edizioni è andata sempre aumentando anche la capacità di attrazione del programma convegnistico che oggi costituisce un vero e proprio fiore all’occhiello per la manifestazione organizzata da BolognaFiere, in collaborazione con Ferrara Fiere Congressi. Uno sguardo ai temi dei Seminari e Convegni programmati Estremamente significativo il contributo di Federutility, la più importante associazione del settore, nell’organizzazione dei momenti di confronto. Federutility coordina il convegno inaugurale, durante il quale verranno trattati i temi centrali: problematiche relative al quadro normativo e industrializzazione dei servizi idrici. IWA Italia, emanazione nazionale dell’Associazione mondiale dell’acqua, sta predisponendo per ACCADUEO 2008 un evento di livello internazionale con la presenza dei maggiori esperti mondiali. Nel corso della giornata di lavoro verranno presentati alcuni dei più innovativi progetti di ricerca europei e si dibatterà dei nuovi approcci sulla gestione dei servizi idrici (tecnologie e contratti innovativi). La Regione Emilia Romagna, particolarmente attiva nella sperimentazione di metodiche nel risparmio idrico, con ricadute di rilievo nella riduzione dei consumi energetici, nelle perdite di rete, nella gestione del ciclo integrato e di una gestione innovativa delle tariffe sociali, organizzerà altri importanti appuntamenti. Da ricordare, inoltre, la presenza di Confservizi Emilia-Romagna che porterà l’esperienza imprenditoriale dei gestori di servizi pubblici, rapportandola alle attività di pianificazione regionale. Il programma dei convegni comprenderà inoltre i contributi di centri studi come il Cssa e il Csdu che fanno riferimento a importanti facoltà di ingegneria (Ferrara, Bologna, Trento e il Politecnico di Milano), Unioncamere, ARPA Emilia Romagna, Urber, associazioni di categoria, aziende produttrici. Da segnalare, infine, alcune occasioni di confronto dedicate a tematiche più "culturali" - ma comunque con forti ricadute operative - che verranno affrontate nei tre giorni di manifestazione: qualità, certificazione, comunicazione, sostenibilità ambientale, buone pratiche, progetti di solidarietà, innovazione e brevetti. Per la Rassegna CH4, si svolgerà un importante seminario dal titolo “La digestione anaerobica per la produzione di biogas: come coniugare ambiente ed energia”, organizzato in collaborazione con ENEA. Gli operatori esteri Tra i punti di forza della manifestazione l’importante programma di promozione delle missioni commerciali straniere, realizzato in collaborazione con il Ministero del Commercio Internazionale e l’Istituto Nazionale per il Commercio Estero. L’iniziativa intende favorire il confronto delle aziende espositrici con rappresentanti governativi e realtà commerciali di Libia, Libano, Tunisia, Algeria, Marocco, Egitto, Turchia, Siria, Giordania ed Emirati Arabi Uniti. I risultati dell’apposita ricerca commissionata da ACCADUEO sulle opportunità di business in questi paesi, verranno presentati nel corso di un convegno che si terrà nella giornata inaugurale; i risultati della suddetta ricerca saranno forniti agli espositori con una pubblicazione specifica. BOLOGNA FIERE S.p.A. Segreteria ACCADUEO Piazza Costituzione, 6 - 40128 Bologna Tel. 051 282261 - Fax 051 282328 e-mail: [email protected] www.accadueo.com La saldatura CMT compie tre anni. L’innovazione del processo di giunzione - Uno sguardo al passato e le prospettive per il futuro Fin dalla sua introduzione sul mercato nel 2005, il processo CMT (Cold Metal Transfer) ha rivoluzionato la pratica delle giunzioni termiche. Il terzo anniversario rappresenta l’occasione giusta per stilare un bilancio, che non può che essere positivo. Numerosi sono gli utenti che, nell’industria metallurgica, fanno ricorso al processo "a freddo" per gli importanti vantaggi che presenta: riempimento ottimizzato delle fessure, distorsione termica ridotta e risultati praticamente privi di spruzzi lo differenziano dal processo tradizionale. Molto più di una semplice integrazione della saldatura MSG finora in uso: il processo CMT offre nuovi spunti per risolvere i problemi tecnici legati alla saldatura e alla brasatura. I risultati delle ottimizzazioni realizzate dal 2005 ad oggi si sono dimostrati convincenti: una regolazione ancora più precisa con combinazione del movimento a inversione del filo fino a 90 Hz migliora ulteriormente il passaggio di materiale e il riempimento delle fessure. Ne consegue una velocità di lavoro superiore e un controllo ancora più preciso della penetrazione del materiale e del calore. Non si rendono quindi necessari costosi interventi di rifinitura meccanica sui pezzi praticamente senza spruzzi. Si evitano così il trattamento intermedio, altrimenti necessario, e l’esecuzione di un doppio controllo di qualità. Fin dall’inizio la saldatura perfetta consente un flusso di lavoro ottimizzato, suppor- Riv. Ital. Saldatura - n. 2 - Marzo / Aprile 2008 283 Dalle Aziende tando quindi gli sforzi verso una produzione più sicura. L’utente può inoltre sfruttare al meglio le altre due caratteristiche fondamentali del processo CMT, ossia la ridotta penetrazione del calore e l’elevato riempimento delle fessure. A seconda dei casi, l’utente può inoltre combinare queste caratteristiche per far fronte a requisiti specifici. L’innovativo processo si presta in modo particolare nei casi in cui è richiesta grande precisione. Una volta interrotto elettronicamente l’arco voltaico, il pezzo rimane più freddo e completamente protetto contro l’apporto di calore. L’aspetto dell’elevato riempimento delle fessure diventa interessante, ad esempio, quando si tratta di gestire oscillazioni delle fessure sul lato del pezzo. In particolari casi, le fessure non uniformi da 0 a 3 mm possono essere unite. Con il processo CMT è pertanto possibile unire anche giunzioni sottili e spesse, nonché materiali altamente legati "difficili". Il merito di questi vantaggi spetta agli sviluppatori Fronius che hanno percorso nuove strade, passando successivamente alla digitalizzazione. Le principali differenze del processo CMT rispetto ai processi short arc digitali convenzionali sono rappresentate dal movimento del filo integrato nella regolazione del processo, dall’aumento e dalla riduzione dell’arco voltaico e dal distacco della goccia mirato e senza spruzzi. La complessa sintonia tra il controllo dell’arco voltaico e il movimento del filo di saldatura è garantita da un controllo elettronico. 284 Riv. Ital. Saldatura - n. 2 - Marzo / Aprile 2008 FRONIUS Via Monte Pasubio, 137 - 36010 Zanè (VI) Tel. 0445 804444 - Fax 0445 804400 e-mail: [email protected] www.fronius.com MCM 2008 A Verona il Congresso Nazionale AIMAN. Il mondo della Manutenzione si dà appuntamento ad MCM Dopo gli importanti riscontri ottenuti lo scorso anno da MCM - la Mostra Convegno Internazionale della Manutenzione Industriale - che ha visto la presenza di 59 aziende partecipanti (da 7 Paesi) e oltre 5500 operatori in visita, la manifestazione torna a Veronafiere dal 21 al 23 Ottobre 2008, e si presenta come l’appuntamento fondamentale in Italia per gli operatori del mondo della manutenzione industriale. MCM è un appuntamento innovativo, che ha convinto gli operatori anche grazie al nuovo format, che unisce una parte espositiva ad una forte componente formativa in fiera. Gli operatori, infatti, sono sempre più interessati alla formazione; per questo, ad MCM, la congressistica assume un ruolo primario, con gli espositori che hanno la possibilità di effettuare workshop/presentazioni in aule attrezzate. Nel 2007, il panorama formativo allestito da associazioni partner ed aziende partecipanti è risultato veramente imponente; e nel 2008, al programma consolidato si va ad aggiungere un ulteriore importante tassello, il Congresso Ufficiale di AIMAN, Associazione Italiana Manutenzione. La seconda edizione di MCM ospita infatti ufficialmente i lavori del XXIII Congresso Nazionale AIMAN, evento chiave e imprescindibile per i responsabili della manutenzione, i tecnici, gli asset manager delle imprese italiane. Il Congresso, che sarà coordinato dal neo-eletto Vicepresidente AIMAN Franco Santini e vedrà come chairman personalità quali lo stesso Santini, Francesco Cangialosi, Luciano Furlanetto e Maurizio Cattaneo, si svolgerà in quattro sessioni e verterà sui temi “Manutenzione e Competitività”, “Manutenzione e Sicurezza - Ambiente”, “Strumenti dell’Ingegneria di Manutenzione” e “Manutenzione nell’Ambiente Costruito”. Il Congresso AIMAN (che per tradizione si svolge all’interno della manifestazione di riferimento per la manutenzione) sarà organizzato a partire dal 2008 a Verona, un ulteriore riconoscimento, questo, alle peculiarità dell’evento-MCM e al gradimento decretato da aziende e visitatori per la manifestazione; e risulterà senz’altro di stimolo per fornire sempre nuovi e più importanti strumenti e contenuti agli operatori della manutenzione. MCM si svolge in concomitanza con altre manifestazioni internazionali, quali CREA (Condizionamento, Riscaldamento, Energia, Ambiente) e Home and Building (Domotica, Building Technologies). Molto importante, tra queste, risulterà la concomitanza con SAVE - Mostra Convegno Internazionale delle Soluzioni e Applicazioni Verticali di Automazione, Strumentazione e Sensori, data la sinergia dei contenuti e delle proposte e il target assolutamente qualificato e sinergico, cui la manifestazione si rivolge. Appuntamento, quindi, a Veronafiere dal 21 al 23 Ottobre 2008; tutte le informazioni sono disponibili sul sito www.mcmonline.it EIOM - Ente Italiano Organizzazione Mostre Viale Premuda, 2 - 20129 Milano Tel. 02 55181842 - Fax 02 55184161 e-mail: [email protected] www.eiomfiere.it Dalle Aziende DuPont decide un ritocco (+3%) del prezzo della fibra protettiva NOMEX® in Europa Vicinissima al braccio del robot DuPont ha annunciato un aumento del 3% in Europa del prezzo della fibra a marchio DuPont™ NOMEX®, utilizzata per la confezione di indumenti protettivi dalle fiamme, destinati a prevenire i rischi di ustione in un’ampia gamma di applicazioni nel settore industriale, militare e del pronto intervento. A partire dal 1° Gennaio 2008, l’aumento del prezzo riflette la volontà di DuPont di finanziare gli ingenti piani di investimento previsti per l’ammodernamento dell’impianto di produzione di fibre aramidiche DuPont™ NOMEX ®, nelle Asturie, così come per l’estensione già annunciata, per un ammontare di $500 milioni, dell’impianto di produzione della fibra DuPont™ KEVLAR ®, una fibra pararamidica sintetica utilizzata in associazione come agente di rinforzo in molti materiali protettivi confezionati con NOMEX®. Nonostante gli incrementi record registrati nei costi delle materie prime e dell’energia dal 2005, DuPont ha mantenuto stabili i propri prezzi negli ultimi 18 mesi in Europa: “La nostra principale preoccupazione è garantire la salute finanziaria e la redditività delle nostre attività, perché possano rinnovarsi continuamente e sviluppare nuovi prodotti, in grado di aiutare i nostri clienti a differenziarsi sul mercato,” afferma Alfons Held, Direttore Vendite di DuPont Personal Protection Europe. “Tuttavia, i continui aumenti dei costi delle materie prime e della logistica ci costringono ad adottare queste misure di aumento dei prezzi, per continuare a soddisfare le esigenze dei nostri clienti, oggi e in futuro”. Novità: Sistema per la guida dei cavi compatto “Triflex RS” Tubi flessibili in materiale plastico applicati su robot possono piegarsi e rompersi. Inoltre non sono in grado di resistere alla torsione. Per questo gli esperti di catene portacavi della Igus di Colonia hanno sviluppato il sistema mobile e multidimensionale per catene portacavi “Triflex R” con una libertà di movimento definita sugli assi X, Y e Z. Soprattutto per applicazioni in spazi ridotti c’è adesso - una novità - un modulo universale denominato “Triflex RS”, per portare i cavi parallelamente al braccio del robot facendo risparmiare spazio ed evitando la formazione di anse. La catena portacavi “Triflex R”, già pluripremiata con riconoscimenti per il design industriale, è una famiglia di prodotti per utilizzatori e costruttori di robot che comprende ormai oltre un centinaio di componenti. Grazie a questo sistema modulare, la Igus assicura la realizzazione di ogni tipo di applicazione, dal grande robot saldatore al piccolo robot manipolatore. “Triflex R” funziona in base al principio sfera/calotta (“principio trailer”). La calotta e la sfera vengono a formare dopo l’incastro un’unità estremamente mobile che abbina la possibilità di eseguire movimenti su tutti gli assi a un forte serraggio garantendo così un’elevata resistenza alla trazione. È possibile una torsione fino a +/- 380° per metro nell’asse longitudinale. Sia nel movimento radiale che di torsione, questa catena portacavi consente un raggio di curvatura minimo con effetto protettivo nei confronti dei cavi. Infine, l’elevata mobilità del sistema Triflex RS consente di velocizzare la fase di teaching del robot. SECI Ufficio Stampa Dupont Personal Protection Foro Bonaparte, 54 - 20121 Milano Tel. 02 72001513 - Fax 02 72020171 e-mail: [email protected] www.seci1981.it Montaggio diretto Il nuovo modulo universale “Triflex RS” è adatto soprattutto ad applicazioni con uno spazio costruttivo molto ridotto. “Triflex RS” può essere montata direttamente su tutti i punti di fissaggio pre- senti sul robot. Non è richiesto alcun preventivo lavoro di progettazione: la catena portacavi, nella lunghezza richiesta, viene applicata alla parte anteriore del robot e con l’apposito attacco fissata al sesto asse. Date le dimensioni costruttive ridotte, il sistema può essere impiegato anche se sul terzo asse si trova per esempio un’unità di valvole o una cassetta di distribuzione. Nessuna formazione di anse La catena portacavi esente da lubrificazione “Triflex R” dispone di una molla di ritrazione incorporata. Impiegando fibre elastiche, che vengono innestate nei moduli appositi, viene realizzata automaticamente una messa in tensione mirata. Questo meccanismo di ritrazione funziona in modo analogo a quello di una canna da pesca. In questo modo la catena, anche se si effettuano dei movimenti complessi, viene fatta scorrere sempre molto vicino al braccio del robot senza che si possano formare delle anse né si possa venire a creare un carico eccessivo sui cavi sulla testa del robot. Il programma di fornitura completo, filmati e altre informazioni, sono reperibili sul sito www.triflex-r.eu. IGUS® S.r.l. Via delle Rovedine, 4 - 23899 Robbiate (LC) Tel. 039 59 061 - Fax 039 59 06222 e-mail: [email protected] www.igus.it Riv. Ital. Saldatura - n. 2 - Marzo / Aprile 2008 285 ASPIRMIG Welding&Safety Web: www.aspirmig.com E-mail: [email protected] ......la saldatura senza fumo ASPIRMIG srl Notiziario Letteratura Tecnica Welding Handbook - Volume 3: Welding Processes Part 2 9th Edition Miami (FL-USA) 2007, 205x260 mm, 670 pagine, ISBN 0-978-87171-053-6, $ 192.00 (€ 122.61) L’American Welding Society pubblica, ormai da decenni, un’opera in più volumi dal titolo “Welding Handbook”, riguardante la saldatura e le tecniche affini e connesse. L’AWS ha intrapreso, recentemente, la stampa della nona edizione di questa collana, indubbiamente la più autorevole nel campo della letteratura tecnica mondiale. La nuova serie, completa, comprenderà 5 volumi di cui il primo, dal titolo “Welding Science and Technology”, è stato pubblicato nel 2001, il secondo sui processi tradizionali nel 2004 e il terzo, pubblicato nel 2007, che qui presentiamo, descrive i processi di saldatura speciali, mentre il quarto ed il quinto illustreranno la saldabilità metallurgica dei diversi materiali e le loro applicazioni. Tutti e cinque i testi rispecchieranno, soprattutto, lo stato attuale delle conoscenze e l’evoluzione tecnica e scientifica, ottenuta negli ultimi anni in questo particolare settore. In questa nuova edizione, ampiamente aggiornata ed ampliata, sono presentati sostanzialmente i principi e le applicazioni dei processi di saldatura a resistenza, in fase solida, a fascio concentrato ed altri processi di saldatura speciali, le giunzioni con adesivi e il taglio termico. Nel volume vengono descritti, per ogni tipo di processo, i principi base, rimasti sostanzialmente inalterati rispetto all’edizione precedente e vengono soprattutto messi in evidenza l’evoluzione e lo stato di avanzamento di sofisticate metodologie per il controllo, la scelta e l’ottimizzazione dei parametri; inoltre sono illustrati i nuovi materiali di consumo e le loro proprietà di impiego. In particolare, il testo dedica ampio spazio agli attuali sistemi digitali ed informatici per la regolazione dei parametri e alla loro influenza positiva sul livello qualitativo dei giunti saldati. Gli argomenti trattati in questo terzo volume, divisi in 15 capitoli, riguardano: la saldatura a resistenza a punti, a rulli, a rilievi ed a scintillio; le apparecchiature per la saldatura a resistenza; la saldatura ad alta frequenza; la saldatura ad attrito e la “friction stir welding”; la saldatura ad ultrasuoni; la saldatura ad esplosione; la giunzione con adesivi; la spruzzatura termica; la saldatura e la brasatura a diffusione; la saldatura laser ed a fascio elettronico; il taglio laser ed altri processi di taglio termico. Numerose illustrazioni e tabelle corredano il volume, contribuendo ad una maggiore assimilazione dei concetti esposti nel testo. Per facilitare l’individuazione degli argomenti specifici desiderati, ciascun capitolo all’inizio raccoglie un indice dei contenuti esposti; completa la trattazione un utile ed interessante indice analitico. American Welding Society, 550 N.W. LeJeune Road, Miami, FL 33126 (USA). Telefax +1 303 397 2740 http://www.aws.org Distributore in Europa: IHS Global Engineering Documents http://global.ihs.com/ Codici e Norme Norme nazionali Italia UNI EN 1124-2 - Tubi e raccordi di acciaio inossidabile con saldatura longitudinale con giunto a bicchiere per sistemi di acque reflue - Parte 2: Sistema S - Dimensioni (2008). UNI EN ISO 6520-1 - Saldatura e procedimenti connessi - Classificazione delle imperfezioni geometriche nei materiali metallici - Parte 1: Saldatura per fusione (2008). Riv. Ital. Saldatura - n. 2 - Marzo / Aprile 2008 289 Notiziario UNI EN 10028-1 - Prodotti piani di acciai per recipienti a pressione - Parte 1: Requisiti generali (2008). UNI EN 10028-7 - Prodotti piani di acciai per recipienti a pressione - Parte 7: Acciai inossidabili (2008). UNI EN 10213 - Getti di acciaio per impieghi a pressione (2008). UNI EN 10253-2 - Raccordi per tubazioni da saldare di testa - Parte 2: Acciai non legati e acciai ferritici legati con requisiti specifici di controllo (2008). UNI EN 10272 - Barre di acciaio inossidabile per impieghi a pressione (2008). UNI EN ISO 10447 - Saldatura a resistenza - Prove di sbottonamento mediante scalpello e di pelatura su saldature a resistenza a punti e a rilievi (2008). UNI 10565 - Saldatrici da cantiere ad elementi termici per contatto impiegate per l'esecuzione di giunzioni testa/testa di tubi e/o raccordi in polietilene (PE), per il trasporto di gas combustibile, di acqua e di altri fluidi in pressione - Caratteristiche funzionali, di collaudo e di documentazione (2008). UNI EN 14197-2 - Recipienti criogenici - Recipienti fissi isolati non sotto vuoto Parte 2: Progettazione, fabbricazione, controlli e prove (2008). UNI EN ISO 14373 - Saldatura a resistenza - Procedura per la saldatura a punti di acciai a basso tenore di carbonio rivestiti e non rivestiti (2008). UNI EN 15495 - Prove non distruttive Emissione acustica - Ispezione di attrezzature a pressione metalliche durante la prova di accettazione - Localizzazione a zona delle sorgenti di EA (2008). UNI EN ISO 15614-7 - Specificazione e qualificazione delle procedure di saldatura per materiali metallici - Prove di qualificazione della procedura di saldatura - Parte 7: Riporto mediante saldatura (2008). 290 Riv. Ital. Saldatura - n. 2 - Marzo / Aprile 2008 UNI EN ISO 16432 - Saldatura a resistenza - Procedura per la saldatura a rilievi, ottenuti per imbutitura, di acciai a basso tenore di carbonio rivestiti e non rivestiti (2008). UNI EN ISO 16433 - Saldatura a resistenza - Procedura per la saldatura a rulli di acciai a basso tenore di carbonio rivestiti e non rivestiti (2008). UNI EN ISO 17657-1 - Saldatura a resistenza - Misurazione della corrente di saldatura per la saldatura a resistenza Parte 1: Linee guida per la misurazione (2008). UNI EN ISO 17657-2 - Saldatura a resistenza - Misurazione della corrente di saldatura per la saldatura a resistenza Parte 2: Misuratore di corrente di saldatura con bobina di misurazione della corrente (2008). UNI EN ISO 17657-3 - Saldatura a resistenza - Misurazione della corrente di saldatura per la saldatura a resistenza Parte 3: Bobina di misurazione della corrente (2008). UNI EN ISO 17657-4 - Saldatura a resistenza - Misurazione della corrente di saldatura per la saldatura a resistenza Parte 4: Sistema di taratura (2008). UNI EN ISO 17657-5 - Saldatura a resistenza - Misurazione della corrente di saldatura per la saldatura a resistenza Parte 5: Verifica del sistema di misurazione della corrente di saldatura (2008). UNI EN ISO 18595 - Saldatura a resistenza - Saldatura a punti dell'alluminio e delle sue leghe - Saldabilità, saldatura e prove (2008). USA API Spec 4F - Specification for drilling and well servicing structures, eighth edition (2008). API Std 620 - Design and construction of large, welded, low-pressure storage tanks (2008). ASME B16.9 - Edition: factory-made wrought buttwelding fittings (2008). ASTM A 426/A 426M - Standard specification for centrifugally cast ferritic alloy steelpipe for high-temperature service (2008). ASTM F 1083 - Standard specification for pipe, steel, hot-dipped zinc-coated (galvanized) welded, for fence structures (2008). AWS A5.23/A5.23M - Specification for low-alloy steel electrodes and fluxes for submerged arc welding (2007). AWS D10.18M/D10.18 - Guide for welding ferritic/austenitic duplex stainless steel piping and tubing (2008). Norme europee EN EN 877:1999/A1 - Cast iron pipes and fittings, their joints and accessories for the evacuation of water from buildings Requirements, test methods and quality assurance (2008). EN ISO 14175 - Welding consumables Gases and gas mixtures for fusion welding and allied processes (ISO 14175:2008) (2008). Norme internazionali ISO ISO 10675-1 - Non-destructive testing of welds - Acceptance levels for radiographic testing - Part 1: Steel, nickel, titanium and their alloys (2008). ISO 14175 - Welding consumables Gases and gas mixtures for fusion welding and allied processes (2008). ISO 15614-3 - Specification and qualification of welding procedures for metallic materials - Welding procedure test Part 3: Fusion welding of non-alloyed and low-alloyed cast irons (2008). ISO 24373 - Welding consumables Solid wires and rods for fusion welding of copper and copper alloys - Classification (2008). Notiziario Corsi IIS Luogo Genova Data 19-21/5/2008 Titolo Ore Corso di qualificazione e certificazione nella saldatura in elettronica approvato dall’ESA per Ispettore per tecnologia a “foro passante” in accordo alla Specifica ECSS-Q-70-08 24 Legnano (MI) 19-22/5/2008 Corso teorico-pratico di saldatura di tubi e/o raccordi di PE per il convogliamento di gas, acqua ed altri fluidi (UNI 9737) -- Roma 19-22/5/2008 Corso teorico-pratico di saldatura di tubi e/o raccordi di PE per il convogliamento di gas, acqua ed altri fluidi (UNI 9737) -- Genova 19-23/5/2008 18-20/6/2008 Corso per International Welding Engineer - Parte III Metallurgia e saldabilità 72 Genova 19-23/5/2008 Corso per International Welding Technologist - Parte III Metallurgia e saldabilità 43 Genova 19-23/5/2008 Corso di qualificazione e certificazione nella saldatura in elettronica approvato dall’ESA per Operatore per tecnologia a “foro passante” in accordo alla Specifica ECSS-Q-70-08 40 Corso di ricertificazione approvato dall’ESA per Operatore/Ispettore per tecnologia a “foro passante” in accordo alla Specifica ECSS-Q-70-08 16 Corso di qualificazione e certificazione nella saldatura in elettronica approvato dall’ESA per Operatore per tecnologia SMT in accordo alla Specifica ECSS-Q-70-38 36 (*) Corso di qualificazione e certificazione nella saldatura in elettronica approvato dall’ESA per Ispettore per tecnologia SMT in accordo alla Specifica ECSS-Q-70-38 36 (*) Genova Genova Genova 20-21/5/2008 26-30/5/2008 26-30/5/2008 Mogliano Veneto (TV) 26-30/5/2008 Corso celere in saldatura Genova 27-28/5/2008 Corso di ricertificazione approvato dall’ESA per Operatore/Ispettore per tecnologia SMT in accordo alla Specifica ECSS-Q-70-38 16 Organizzatore Istituto Italiano della Saldatura - Divisione FOR Lungobisagno Istria, 15 - 16141 Genova Tel. 010 8341371 - Fax 010 8367780 - [email protected] 32 Messina 2-5/6/2008 Corso teorico-pratico di saldatura di tubi e/o raccordi di PE per il convogliamento di gas, acqua ed altri fluidi (UNI 9737) -- Genova 5-6 e 11-13/6/2008 Corso teorico-pratico per operatori sull’incollaggio (European Adhesive Bonder) 40 Genova 9-12/6/2008 Corso teorico-pratico di saldatura di tubi e/o raccordi di PE per il convogliamento di gas, acqua ed altri fluidi (UNI 9737) -- Genova 16-17/6/2008 Corso teorico-pratico di incollaggio di tubi e/o raccordi di PVCC, PVC-U o di ABS per la qualificazione UNI 11242 16 Genova 30/6-4/7/2008 Corso celere in saldatura 32 Genova 3-4 e 9-11/7/2008 Corso teorico di specializzazione sull’incollaggio (adhesive bonding) 40 (*) Si tratta del totale delle ore per coloro che non abbiano già frequentato il corso da Operatore e/o Ispettore per tecnologia a foro passante. Per coloro in possesso di tale certificato il corso può essere ridotto fino alla durata di 24 ore. Riv. Ital. Saldatura - n. 2 - Marzo / Aprile 2008 291 Notiziario Corsi IIS (segue) Luogo Data Titolo Ore Mogliano Veneto (TV) 7-10/7/2008 Corso teorico-pratico di saldatura di tubi e/o raccordi di PE per il convogliamento di gas, acqua ed altri fluidi (UNI 9737) -- Legnano (MI) 7-10/7/2008 Corso teorico-pratico di saldatura di tubi e/o raccordi di PE per il convogliamento di gas, acqua ed altri fluidi (UNI 9737) -- Genova 7-11/7/2008 Corso modulare per la qualificazione ad International Welding Inspector - Basic - Ispezione di giunti saldati 42 Genova 7-18/7/2008 Corso di qualificazione e certificazione nella saldatura in elettronica per Istruttore / Esaminatore in accordo alla Specifica ESA PSS-01-748 64 Genova 14-17/7/2008 Corso teorico-pratico di saldatura di tubi e/o raccordi di PE per il convogliamento di gas, acqua ed altri fluidi (UNI 9737) -- Genova 14-18 e 21-23/7/2008 Corso per International Welding Engineer - Parte III - Tecnologia della saldatura 58 Genova 14-18/7/2008 Corso per International Welding Technologist - Parte III - Tecnologia della saldatura 43 Genova 15-16/7/2008 Sicurezza e prevenzione degli infortuni in saldatura - Corso avanzato per responsabili della sicurezza 16 Genova 19-20/7/2008 Corso sull’applicazione dei sistemi di gestione del processo speciale saldatura EN ISO 3834 16 Messina 28-31/7/2008 Corso teorico-pratico di saldatura di tubi e/o raccordi di PE per il convogliamento di gas, acqua ed altri fluidi (UNI 9737) -- Corsi di qualificazione per personale addetto alle PND di livello 1, 2 e 3 Esame visivo (VT) Mogliano Veneto (TV) 3-4/6/2008 Modulo Specifico corrosione e verniciatura per livello 2 UNI EN 473/ISO 9712 12 Legnano (MI) 12-13/6/2008 Modulo Specifico corrosione e verniciatura per livello 2 UNI EN 473/ISO 9712 12 Genova 18-19/6/2008 Modulo di Base per livello 2 UNI EN 473/ISO 9712 16 Genova 20/6/2008 Modulo di Metodo per livello 2 UNI EN 473/ISO 9712 8 Genova 25-26/6/2008 Modulo Specifico saldatura per livello 2 UNI EN 473/ISO 9712 12 Esame radiografico (RT) Legnano (MI) 20-23/5/2008 Modulo Specifico operatore tecniche convenzionali per livello 2 UNI EN 473/ISO 9712 32 Genova 17-20/6/2008 Modulo Specifico operatore tecniche convenzionali per livello 2 UNI EN 473/ISO 9712 32 Genova 18-19/6/2008 Modulo di Base per livello 2 UNI EN 473/ISO 9712 16 Esame ultrasonoro (UT) Legnano (MI) 27-30/5/2008 Modulo Specifico operatore tecniche convenzionali per livello 2 UNI EN 473/ISO 9712 32 Genova 18-19/6/2008 Modulo di Base per livello 2 UNI EN 473/ISO 9712 16 292 Riv. Ital. Saldatura - n. 2 - Marzo / Aprile 2008 Organizzatore Notiziario Corsi di qualificazione, ecc. (segue) Esame con particelle magnetiche (MT) Priolo (SR) 20-21/5/2008 Modulo di Metodo per livello 2 UNI EN 473/ISO 9712 16 Mogliano Veneto (TV) 5-6/6/2008 Modulo di Metodo per livello 2 UNI EN 473/ISO 9712 16 Modulo di Base per livello 2 UNI EN 473/ISO 9712 16 Genova 18-19/6/2008 Esame con liquidi penetranti (PT) Priolo (SR) 22-23/5/2008 Modulo di Metodo per livello 2 UNI EN 473/ISO 9712 16 Legnano (MI) 10-11/6/2008 Modulo di Metodo per livello 2 UNI EN 473/ISO 9712 16 Genova 18-19/6/2008 Modulo di Base per livello 2 UNI EN 473/ISO 9712 16 Corsi di altre Società Luogo Data Napoli 15-17/5/2008 Milano Titolo Organizzatore I sistemi di gestione ambientale: le norme UNI EN ISO 14000 AICQ-M (Napoli) Tel. 081 2396503; fax 081 6174615 [email protected] 20/5/2008 Valutazione globale di conformità alla Direttiva 97/23/CE - Il punto di vista del fabbricante, dell'ente terzo, dell'utilizzatore Centro Formazione UNI (Milano) Tel. 02 70024464; fax 02 70024474 [email protected] Milano 21/5/2008 24/6/2008 Applicazione del Decreto ministeriale 1° dicembre 2004 n. 329 - Criteri generali per la gestione degli impianti industriali Centro Formazione UNI (Milano) Tel. 02 70024464; fax 02 70024474 [email protected] Roma 21-22/5/2008 Sicurezza nella manutenzione (D.Lgs 626/94 e s.m.i, Decreto 16 Gennaio 1997) Centro Formazione UNI (Roma) Tel. 06 69923074; fax 06 6991604 [email protected] Napoli 21-22/5/2008 Trattamenti superficiali dei metalli, prove di laboratorio e di accettazione AICQ-M (Napoli) Tel. 081 2396503; fax 081 6174615 [email protected] Roma Torino 21-22/5/2008 27-28/5/2008 Le apparecchiature di misura: la gestione e la stima dell'incertezza di misura CERMET - Servizio Formazione (Roma) Tel. 06 7626001; fax 06 76968124 [email protected] Modena Milano Roma 22/5/2008 12/6/2008 17/7/2008 Calcolo dell’incertezza di misura nelle prove chimiche ANGQ (Roma) Tel. 06 5915028; fax 06 5914834 [email protected] Roma Milano 23/5/2008 6/6/2008 Qualità nella manutenzione Centro Formazione UNI (Roma) Tel. 06 69923074; fax 06 6991604 [email protected] Centro Formazione UNI (Milano) Tel. 02 70024464; fax 02 70024474 [email protected] Catania Milano Roma 3/6/2008 11/6/2008 16/7/2008 Validazione dei metodi di prova e delle procedure di taratura ANGQ (Roma) Tel. 06 5915028; fax 06 5914834 [email protected] Milano 9-13/6/2008 Programma di addestramento raccomandato per l’esame con particelle magnetiche di 2° livello secondo EN 473 CND Studio Sas di Gino FABBRI & C. (Milano) Tel. 02 341649; fax 02 341205 [email protected] Roma 10/6/2008 Le novità introdotte dalla nuova direttiva sulla Sicurezza delle Macchine 2006/42/CE del 17 Maggio 2006 CERMET - Servizio Formazione (Roma) Tel. 06 7626001; fax 06 76968124 [email protected] Riv. Ital. Saldatura - n. 2 - Marzo / Aprile 2008 293 Notiziario Corsi di altre Società (segue) Luogo Data Roma 11/6/2008 Milano Napoli Titolo Organizzatore L'impatto della nuova direttiva 2006/42/CE sulla progettazione meccanica: analisi ed approfondimenti CERMET - Servizio Formazione (Roma) Tel. 06 7626001; fax 06 76968124 [email protected] 16-27/6/2008 Programma di addestramento raccomandato per l’esame di radiografia di 2° livello secondo EN 473 CND Studio Sas di Gino FABBRI & C. (Milano) Tel. 02 341649; fax 02 341205 [email protected] 19-21/6/2008 Corso base per la conduzione delle verifiche ispettive interne per la Qualità secondo le norme ISO 9001:2000 ed ISO 19011:2002 AICQ-M (Napoli) Tel. 081 2396503; fax 081 6174615 [email protected] Mostre e Convegni Luogo Data Bologna 15/5/2008 S. Paulo (Brasile) Titolo Organizzatore La qualificazione di specifiche di procedura di saldatura (WPS): guida all’applicazione della normativa EN ISO e del Codice ASME BPV SECTION IX Istituto Italiano della Saldatura (Genova) Tel. 010 8341373; fax 010 8367780 [email protected] 18-21/5/2008 IIW International Congress - 2nd Latin American Welding Congress ABS - Associação Brasileira de Soldagem (S. Paulo - BR) Tel. +55 11 304550540; fax +55 11 30458578 [email protected] Awaji Island - Kobe (Giappone) 20-22/5/2008 7th International Friction Stir Welding Symposium TWI (Cambridge - UK) Tel. +44 (0) 1223 899000; fax +44 (0) 1223 892588 [email protected] Ferrara 21-23/5/2008 ACCADUEO - Mostra internazionale delle tecnologie per il trattamento e la distribuzione dell’acqua potabile e il trattamento delle acque reflue BolognaFiere (Bologna) Tel. 051 282111; fax 051 6374028 [email protected] Genova 22/5/2008 Ritiri e tensioni residue nei giunti saldati Istituto Italiano della Saldatura (Genova) Tel. 010 8341373; fax 010 8367780 [email protected] Rho (MI) 27-30/5/2008 BIAS - Biennale internazionale dell’automazione, strumentazione, microelettronica e ICT per l’industria Fiere & Mostre (Milano) Tel. 02 40922426; fax 02 40922450 [email protected] Rho (MI) 27-30/5/2008 BI.MAN - Biennale della manutenzione industriale Fiere & Mostre (Milano) Tel. 02 40922426; fax 02 40922450 [email protected] Mosca (Russia) 27-30/5/2008 SCHWEISSEN & SCHNEIDEN RUSSIA 2008 International Trade Fair Joining Cutting Surfacing MESSE ESSEN GmbH (Essen - D) Tel. +49 (0) 201 72440; fax +49 (0) 201 7244248 [email protected] Gold Reef City (Sudafrica) 28-29/5/2008 The Southern African Institute of Welding - 60th Anniversary Conference Southern African Institute of Welding (Johannesburg South Africa) Tel. +27 (0) 11 8364121; fax +27 (0) 11 8364132 [email protected] Guangzhou (Cina) 28-30/5/2008 Aluminium China 2008 Reed Exhibitions (Beijing - China) Tel. +86 10 85189070; fax +86 10 8518 9060 [email protected] Hannover (Germania) 3-5/6/2008 O and S 2008 - International trade fair for surface treatments and coatings Landesmesse Stuttgart GmbH (Stuttgart - D) Tel. +49 (0) 711 25890; +49 (0) 711 2589440 [email protected] 294 Riv. Ital. Saldatura - n. 2 - Marzo / Aprile 2008 Notiziario Mostre e Convegni (segue) Luogo Guimarães (Portogallo) Data 4-6/6/2008 Titolo Organizzatore 7th International Conference on steel bridges CMM - Portuguese Steelwork Association (Coimbra - P) Tel. +351 239 797219; fax +351 239 405722 [email protected] Il CREEP nei giunti saldati Istituto Italiano della Saldatura (Genova) Tel. 010 8341373; fax 010 8367780 [email protected] Genova 5/6/2008 Bologna 5-6/6/2008 MECFORPACK - Meccanica di precisione, materiali innovativi, engineering e tecnologie, elettronica, componentistica per macchine automatiche e sistemi di confezionamento BolognaFiere (Bologna) Tel. 051 282111; fax 051 6374014 [email protected] Chongqing (Cina) 8-11/6/2008 13th World Aluminium Conference CRU Events (London - UK) Tel. +44 20 79032410; fax +44 20 79032432 [email protected] Timişoara (Romania) 12-13/6/2008 ISIM International Conference “Innovative technologies for joining advanced materials” ISIM (Timişoara - R) Tel. +40 (0) 256 491828; fax +40 (0) 256 492797 [email protected] Biarritz (Francia) 22-25/6/2008 TransAl 2008 - International Congress on “Aluminium and sustainable development”. Inasmet Tecnalia (Donostia - E) Tel. +34 943 003678; fax +34 943 003800 [email protected] Provaglio d’Iseo (BS) 26/6/2008 Evoluzione e nuove tendenze applicative dei procedimenti di saldatura ad arco, a resistenza, allo stato solido AQM Srl (Provaglio d’Iseo - BS) Tel. 030 9291782; fax 030 9291777 [email protected] Provaglio d’Iseo (BS) 26/6/2008 Le nuove frontiere della saldatura: procedimenti Laser, Electron Beam e Friction Stir Welding AQM Srl (Provaglio d’Iseo - BS) Tel. 030 9291782; fax 030 9291777 [email protected] Monaco di Baviera (Germania) 3/7/2008 The Metal Industry´s 1st Technical Conference on Magnetic Pulse Welding and Forming Pulsar Ltd. (Yavne - Israel) Tel. +972 (8) 9427750; fax +972 (8) 9427746 [email protected] Graz (Austria) 6-11/7/2008 61st Annual Assembly of the International Institute of Welding Graz University of Technology (Graz - A) Tel. +43 316 8737182; fax +43 316 8737187 [email protected] www.iiw2008.at Graz (Austria) 10-11/7/2008 International IIW Conference “Safety and reliability of welded components in energy and processing industry” Graz University of Technology (Graz - A) Tel. +43 316 8737182; fax +43 316 8737187 [email protected] www.iiw2008.at Riv. Ital. Saldatura - n. 2 - Marzo / Aprile 2008 295 www.compotec.it COMPO+ TEC CarraraFiere, Marina di Carrara - Italy 29/30/31 OTTOBRE OCTOBER 2008 RASSEGNA DELLA PRODUZIONE IN MATERIALE COMPOSITO E TECNOLOGIE CORRELATE EXHIBITION FOR COMPOSITE TECHNOLOGIES, PRODUCTION AND PROCESSING ORGANIZZATO DA/ORGANIZED BY: Business on the Move In partnership con/ In partnership with: In collaborazione con/ In co-operation with: Sponsor unico bancario/ Sole sponsoring bank: REGIONE TOSCANA Ministero dello Sviluppo Economico PROVINCIA DI MASSA CARRARA GRUPPO BANCA CARIGE PR O M OZ I ON E PR O M OZ I ON E Cassa di Risparmio di Carrara S.p.A. Ricerche Bibliografiche Dati IIS-Data Corrosione da H2S (2000-2007) Corrosion of API 5L B and X52 in crude oil/water/gas mixtures di PERDOMO J.J. et al. «MP», Febbraio 2000, pp. 76-79, F. 2, T. 4, B. 21. Acciai microlegati; CO 2 ; condotte; corrosione; corrosione per vaiolatura; industria petrolifera; solfuri. Carbon dioxide and hydrogen sulfide corrosion of API 5L grades B and X52 steels di PERDOMO J.J. et al. «MP», Marzo 2002, pp. 54-58. Acciai microlegati; API; CO 2 ; corrosione; idrogeno; infragilimento da idrogeno; solfuri. Cathodic protection of UNS C71500 heat exchanger tubes in sulphide polluted Arabian Gulf sea water di CAREW J.A. «Br. Corr. J.», Aprile-Giugno 2000, pp. 115-119. Ambiente marino; corrosione; corrosione da acqua di mare; monel; prove di corrosione; scambiatori di calore; solfuri; tubi. Hydrogen cracks in welded steel pipes - Part 1: Formation and parameters di ADAMIEC P. e DZIUBINSKI J. «Weld. Cutting», Luglio-Agosto 2002, pp. 206-209. Acciai basso-legati; alto; condotte; corrosione; criccabilità a freddo; giunti saldati; infragilimento da idrogeno; resistenza meccanica; saldature elicoidali; solfuri. Relationship between chemical structure of imidazoline inhibitors and their effectiveness against hydrogen sulphide corrosion of steels di SZYPROWSKI A. J. «Br. Corr. J.», AprileGiugno 2000, pp. 155-160. Acciai al C; acciai inossidabili austenitici; composizione chimica; corrosione; industria petrolifera; microstruttura; prove di corrosione; solfuri. Impedance study of imidazoline inhibitors against hydrogen sulphide corrosion in steel di SZYPROWSKI A.J. «Br. Corr. J.», Aprile-Giugno 2002, pp. 141-146. Acciai al C; acciai inossidabili austenitici; corrosione; idrogeno; industria petrolifera; solfuri. Experimental evaluation of Fe-Al claddings in high-temperature sulfidizing environments di BANOVIC S.W. et al. «Wdg. J.», Marzo 2001, pp. 63s-70s. Alta temperatura; caldaie; condizioni ambientali; corrosione; ferro; leghe d'alluminio; placcatura; saldabilità; saldatura con filo fusibile in gas protettivo; saldatura TIG; solfuri. Prediction tools for sulfidic corrosion di BAKER K.C. «MP», Maggio 2001, pp. 62-63. Acidi; alta temperatura; corrosione; solfuri; zolfo. Effect of modifying microadditions on the corrosion resistance of welded joints in oil and gas pipelines di MAKARENKO V.D. et al. «Weld. Int.», Settembre 2001, pp. 723-728. Acciai da costruzione; aggiunte di elementi di lega; condotte; corrosione; giunti saldati; solfuri; terre rare; zirconio. Effect of welding parameters and H2S partial pressure on the susceptibility of welded HSLA steels to sulfide stress cracking di OMWEG G.M. et al. «Wdg. J.», Giugno 2003, pp. 136s-144s. Acciai al C; acciai basso-legati; alto; corrosione; durezza; microscopio; parametri di processo; pressione; resistenza meccanica; saldatura con filo fusibile in gas protettivo; saldature elicoidali; solfuri; tensocorrosione; tubi; ZTA. Testing of superduplex stainless steel for sour service di WOOLLIN P. e MALIGAS M. «Stainless World», Giugno 2003, pp. 17-23. Acciai inossidabili austeno-ferritici; alogenuri; corrosione; corrosione per vaiolatura; gas acidi; industria petrolifera; microstruttura; prove di corrosione; solfuri; tensocorrosione. Liquid H2S scavenger performance at hydrodynamic gas conditions di RAMIREZ M. et al. «MP», Giugno 2003, pp. 50-54. Condotte; corrosione; industria chimica; industria petrolifera; solfuri. Riv. Ital. Saldatura - n. 2 - Marzo / Aprile 2008 299 Ricerche Bibliografiche Effect of H 2 S on corrosion in polluted waters: a review di WIENER M.S. et al. «Corrosion Engineering Science and Technology», Luglio-Settembre 2006, pp. 221-227. Acqua; acqua di mare; apparecchiature per uso domestico; corrosione; corrosione da acqua di mare; corrosione galvanica; solfuri. Simulation tests on the effects of mechanical damage or acid cleaning on corrosion resistant alloys used for oil/gas production well tubulars di MCMAHON A. e MARTIN W. «Stainless World», Settembre 2004, pp. 21-27. Acciai inossidabili austeno-ferritici; acciai inossidabili martensitici; acidi; condotte; corrosione; industria chimica; industria petrolifera; preparazione superficiale; prove di corrosione; simulazione; solfuri; tubi. Stress corrosion testing of welded supermartensitic stainless steels for oil and gas pipelines di TURNBULL A. e NIMMO B. «Corrosion Engineering Science and Technology», AprileGiugno 2005, pp. 103-109. Acciai inossidabili martensitici; condotte; corrosione; effetti del Mis-Match; industria petrolifera; microstruttura; operazione dopo saldatura; proprietà meccaniche; prove di corrosione; saldatura TIG; solfuri; tensocorrosione; trattamento termico; ZTA. Properties and sulfide stress cracking resistance of coarsegrained heat-affected zones in V-microalloyed X60 steel pipe di RAMIREZ J.E. et al. «Wdg. J.», Luglio 2005, pp. 113s-123s. Acciai al C; acciai microlegati; condotte; corrosione; durezza; microstruttura; operazione dopo saldatura; proprietà meccaniche; solfuri; tensocorrosione; trattamento termico; velocità di raffreddamento; ZTA a grano ingrossato. Cracking susceptibility of duplex stainless steel at an intermediate temperature in the presence of H 2S containing environments di MALDONADO J.G. et al. «Stainless World», Dicembre 2004, pp. 16-21. Acciai inossidabili austeno-ferritici; alta temperatura; corrosione; criccabilità; industria petrolifera; operazioni in servizio; proprietà meccaniche; prove di corrosione; saldabilità; solfuri; tensocorrosione; tubi. 300 Riv. Ital. Saldatura - n. 2 - Marzo / Aprile 2008 Corrosion product analysis in oil and gas pipelines di SMITH S.N. «MP», Agosto 2003, pp. 44-47. Condotte; corrosione; industria petrolifera; solfuri. A study of acid-gas pipeline corrosion using electrochemical impedance spectroscopy di NESHATI J. e FARDI M. «MP», 12CD 2006, pp. 42-46. Acciai per condotte; acidi; CO 2 ; condotte; corrosione; gas; industria petrolifera; laboratori; proprietà chimiche; proprietà elettriche; simulazione; solfuri; spettroscopia. Modeling of hydrogen sulfide corrosion by coupling of phase and polarization behavior di HOFFMEISTER H. «Corrosion», Dicembre 2006, pp. 1092-1099. Acciai inossidabili; acciai inossidabili austeno-ferritici; corrosione; corrosione per vaiolatura; criccabilità; effetti locali; proprietà chimiche; proprietà elettriche; prove di corrosione; reazioni chimiche; simulazione; solfuri; tensocorrosione. Cathodic kinetics of API X70 pipeline steel corrosion in H 2 S containing solutions under turbulent flow conditions di ARZOLA-PERALTA S. et al. «Corrosion Engineering Science and Technology», Ottobre-Dicembre 2006, pp. 321-327. Acciai per condotte; cinetica delle reazioni; condotte; corrosione; prove di corrosione; solfuri. Reliability of electrochemical techniques for determining corrosion rates on carbon steel in sulfide media di HILBERT L.R. et al. «Corrosion», Aprile 2007, pp. 346-358. Acciai al C; affidabilità; corrosione; proprietà chimiche; proprietà elettriche; sistemi di controllo; solfuri. Effect of molybdenum and chromium additino on the susceptibility to sulfide stress cracking of high-strength, low-alloy steels di KOH S.U. et al. «Corrosion», Marzo 2007, pp. 221-230. Acciai ad alta resistenza; acciai basso-legati; acciai per condotte; aggiunte di Cr; aggiunte di elementi di lega; aggiunte di molibdeno; condotte; corrosione; criccabilità; fattori di influenza; idrogeno diffusibile; microstruttura; proprietà meccaniche; solfuri; tensocorrosione; trattamento termo-meccanico. Fonti dei riferimenti bibliografici Riviste italiane e straniere analizzate per la Banca Dati IIS-Data Titolo Acciaio Advanced Materials Processes Alluminio e Leghe Alluminio Magazine Ambiente e Sicurezza sul Lavoro Analysis Europa Anticorrosione ASTM Standardization News ATA Ingegneria Automobilistica Australasian Welding Journal Australian Welding Research Automatic Welding Automazione Energia Informazione Avtomaticheskaya Svarka Befa - Mitteilungen BID-ISIM Biuletyn ISG Boletin Tecnico Conarco Bollettino Tecnico Finsider Bollettino Tecnico RTM Brazing and Soldering Bridge Design & Engineering British Corrosion Journal China Welding Chromium Review Constructia De Masini Costruzioni Metalliche Czechoslovak Heavy Industry De Qualitate Deformazione Der Praktiker Elettronica Oggi Elin Zeitschrift Energia Ambiente Innovazione Energia e Calore Energia e Materie Prime EPE International Esa Bulletin Eurotest Technical Bulletin Fogli d’Informazione Ispesl Fonderia FWP Journal GEP Giornale del Genio Civile Heron Hightech Hitsaustekniikka Hybrid Circuits Iabse Periodica Il Filo Metallico Il Giornale delle Prove non Distruttive Il Giornale delle Scienze Applicate Il Perito Industriale Il Saldatore Castolin Ilva Quaderni Industrial Laser Rewiew Ingegneria Ambientale Ingegneria Ferroviaria Inossidabile Insight International Construction Interplastics IPE International ISO Bulletin J. of Offshore and Polar Engineering Joining & Materials Joining of Materials Joining Sciences Journal of Bridge Engineering Journal of the Japan Welding Society Kunststoffe L’Acciaio Inossidabile Abbreviaz. Acciaio Mat. Processes AL Alluminio Sicurezza Lav. Analysis Anticorrosione ASTM Std. ATA Austr. Wdg. J. Austr. Wdg. Res. Aut. Weld. AEI Aut. Svarka Befa Mitt. BID-ISIM Biuletyn Conarco Finsider RTM Braz. Sold. Bridge Br. Corr. J. China Weld. Chomium Constr. Masini Costr. Met. Czech. Heavy Qualitate Deformazione Praktiker Elettronica Elin Enea E.A.I. Energia Energia EPE Esa Bulletin Eurotest ISPESL Fonderia FWP J. GEP Giornale G.C. Heron Hightech Hitsaust. Hybrid IABSE Filo Metallico Giornale PND Scienze Applic. Perito Ind. Castolin Ilva Ind. Laser I.A. Ing. Ferr. Inossidabile Insight Int. Const. Interplastics IPE ISO Offshore Joining JOM Join. Sciences Jour. Bridge Journal JWS Kunststoffe Acc. Inoss. Titolo Abbreviaz. L’Allestimento Allestimento L’Elettrotecnica Elettr. L’Industria Meccanica Ind. Mecc. L’Installatore Tecnico Installatore La Meccanica Italiana Mecc. Ital. La Metallurgia Italiana Met. Ital. La Termotecnica Termotecnica Lamiera Lamiera Laser Laser Lastechniek Lastech. Lavoro Sicuro Lav. Sic. Lo Stagno ed i suoi Impieghi Stagno Macchine & Giornale dell’Officina Officina Macplas Macplas Manutenzione: Tecnica e Management Manutenzione Materialprüfung Materialprüf. Material and Corrosion Mat. Cor. Materials Evaluation Mat. Eval. Materials Performance MP Meccanica & Automazione Mec. & Aut. Meccanica & Macchine di Qualità Mecc. & Macchine Meccanica Moderna Mecc. Moderna Meccanica Oggi Meccanica Mechanical Engineering Mech. Eng. Metal Construction Met. Con. Metalli Metalli Metallurgical and Materials Transactions Met. Trans. Metallurgical B Metallurgical B Metallurgical Reports CRM Met. Rep. Metallurgical Transactions Metallurgical T Metalurgia & Materiais Met. Materiais Metalurgia International Metalurgia Modern Plastics International Plastics Int. Modern Steel Construction Steel Constr. NDT & E International NDT & E Int. NDT & E International UK NDT & E Int. NDT International NDT Int. Notagil S.I. Notagil Notiziario dell’ENEA Energia e Innovazione ENEA E.I. Notiziario dell’ENEA Sic. e Prot. ENEA-DISP. Notiziario Tecnico AMMA AMMA NRIM Research Activities NRIM Research NT Tecnica e Tecnologia AMMA NT AMMA Oerlikon Schweissmitteilungen Oerlikon PCB Magazine PCB Perito Industriale Perito Ind. Petrolieri d’Italia Petrolieri I. Pianeta Inossidabili Inox Plastic Pipes Fittings Plastics Prevenzione Oggi Prevenzione Produttronica Produttronica Protective Coatings Europe PCE Przeglad Spawalnictwa Pr. Spawal. Quaderni Pignone Pignone Qualificazione Industriale Qualificazione Qualità Qualità Rame e Leghe CU Rame Notizie Rame Research in Nondestructive Evaluation Research NDE Revista de Los Trat. Ter. y de Superficie Tratersup Revista de Metalurgia Rev. Met. Revista de Soldadura Rev. Soldadura Revue de la Soudure Rev. Soud. Revue de Metallurgie CIT Revue Met. CIT Revue de Metallurgie MES Revue Met. MES Ricerca e Innovazione Ric. Inn. Riv. Infortuni e Malattie Professionali Riv. Inf. Rivista di Meccanica Riv. Mecc. Rivista di Meccanica Oggi Riv. Mecc. Oggi Rivista di Meccanica International Riv. Mecc. Inter. Rivista Finsider Riv. Finsider Rivista Italiana della Saldatura Riv. Sald. Titolo Schweissen & Pruftechnik Schweissen und Schneiden Schweisstechnik Schweisstechnik Science and Technology of W and J Seleplast Sicurezza e Prevenzione Skoda Review Soldadura e Construcao Metalica Soldadura y Tecnologias de Union Soldagem & Inspecao Soldagem & Materiais Soldering & Surface Mount Technology Soudage et Techniques Connexes Souder Stahlbau Stainless Steel Europe Stainless Steel World Stainless Today Steel Research Structural Engineering International Sudura Surface Engineering Svarochnoe Proizvodstvo Sveiseteknikk Svetsaren Svetsen Technica/Soudure Technical Diagnostics and NDT Testing Technical Review Technische Uberwachung Tecnologia Qualidade Tecnologie e Trasporti per il Mare Tecnologie per il Mare Teknos The Brithis Journal of NDT The European Journal of NDT The International Journal of PVP The Journal of S. and E. Corrosion The Paton Welding Journal The TWI Journal The Welding Innovation Quarterly Tin and Its Uses Transactions of JWRI Transactions of JWS Transactions of NRIM Ultrasonics Unificazione e Certificazione Università Ricerca Unsider Notizie di Normazione Varilna Tehnika Westnik Maschinostroeniya Welding & Joining Welding & Joining Europe Welding and Metal Fabrication Welding Design and Fabrication Welding in the World Welding International Welding Journal Welding Production Welding Review International WRC Bulletin WRI Journal Zavarivac Zavarivanje Zavarivanje I Zincatura a caldo Zis Mitteilungen Zis Report Zvaracske Spravy Zváranie Abbreviaz. Sch. Pruf. Schw. Schn. Schweisst. Sch. Tec. Weld. Join. Seleplast Sicurezza Skoda Soldadura Sold. Tec. Inspecao Soldagem Soldering Soud. Tecn. Con. Souder Stahlhau Stainless Eu. Stainless World Stainless Steel Engineering Sudura Surface Svar. Proiz. Sveiseteknikk Svetsaren Svetsen Tech. Soud. NDT Testing Tech. Rev. Techn. Uberw. Qualidade Tec. Tra. Mare Tec. Mare Teknos Br. Nondestr. European NDT Journal PVP Corrosion Paton Weld. J. TWI Journal Weld. Innovation TIN Trans. JWRI Trans. JWS Trans. NRIM Ultrasonics Unificazione Università Unsider Var. Teh. – Weld. Joining Weld. J. Europe Welding Weld. Des. Weld. World Weld. Int. Wdg. J. Weld. Prod. Weld. Rev. WRC Bulletin WRI J. Zavarivac Zavarivanje Zavariv. Zincatura ZIS Zis Zvaracske Zváranie Riv. Ital. Saldatura - n. 2 - Marzo / Aprile 2008 301 Per ulteriori informazioni, rivolgersi a: Istituto Italiano della Saldatura - Divisione PRN / Uff. Abbonamenti Lungobisagno Istria, 15 - 16141 Genova GE Tel. (+39) 010 8341.392; Fax (+39) 010 8367780 e-mail: [email protected] Web: www.iis.it Elenco degli Inserzionisti 161 175-176 --241 164 287 216 165 274 -162 169 -214-215 228 159 -168 -250 -251 4a cop 160 -272 -173 -266 -296 -177 -286 229 -276 -257 170 ---267 --265 163 201 279 --230 271 288 171 280 202 -167 --260 --259 -297 3a cop ----302 2a cop -166+240+298 174 -172 --258 3 M ITALIA AEC TECHNOLOGY AIPND ANASTA ANCCP ASG Superconductors ASPIRMIG ASSOMOTORACING BÖHLER WELDING GROUP ITALIA CAPILLA CARPANETO - SATI CEA CEBORA COFILI CGM TECHNOLOGY COM-MEDIA COMMERSALD DRAHTZUG STEIN DVC - DELVIGO COMMERCIALE EDIBIT EDIMET Edizioni PEI ETC OERLIKON ESAB SALDATURA ESARC EVEREST VIT FIERA ACCADUEO FIERA ALUMOTIVE FIERA BIAS FIERA BIMEC FIERA BI-MU FIERA BIMU-MED FIERA COMPOTEC FIERA EXPOLASER FIERA LAMIERA FIERA MAQUITEC FIERA MCM FIERA MECFORPACK FIERA METEF FIERA MOTORSPORT EXPOTECH FIERA SAMUMETAL FIERA SEATEC FIERA SICURTECH FIERA SUBFORNITURA FIERA TECHFLUID FRONIUS G.B.C. INDUSTRIAL TOOLS G.E.INSPECTION TECHNOLOGIES G. FISCHER GILARDONI HYPERTHERM Europe B.V. IGUS INE IPM ITALARGON ITW LANSEC ITALIA LASTEK LINCOLN ELECTRIC ITALIA MEDIAPOINT & COMMUNICATIONS NDT ITALIANA OGET ORBITALUM TOOLS OXYTURBO PARODI SALDATURA RIVISTA BELTEL RIVISTA MECCANICA & AUTOMAZIONE RIVISTA U & C RIVOIRA RTM SACIT SAF - FRO SALTECO SANDVIK ITALIA SELCO SEMAT CARPENTERIA SEMAT ITALIA SIAD SOGES SOL WELDING TEC Eurolab TECNEDIT TECNOELETTRA TELWIN THERMIT ITALIANA TRAFILERIE DI CITTADELLA Via San Bovio, 3 - Località San Felice - 20090 SEGRATE (MI) Via Leonardo Da Vinci, 17 - 26013 CAMPAGNOLA CREMASCA (CR) Via A. Foresti, 5 - 25127 BRESCIA Via G. Tarra, 5 - 20125 MILANO Via Rombon, 11 - 20134 MILANO Corso F.M. Perrone, 73r - 16152 GENOVA Via Podi, 10 - 10060 VIRLE PIEMONTE (TO) Via del Battirame, 6/3 - 40138 BOLOGNA Via Palizzi, 90 - 20157 MILANO Via per Telgate - Loc. Campagna - 24064 GRUMELLO DEL MONTE (BG) Via Ferrero, 10 - 10090 RIVOLI/CASCINE VICA (TO) Corso E. Filiberto, 27 - 23900 LECCO Via A. Costa, 24 - 40057 CADRIANO DI GRANAROLO (BO) Via Friuli, 5 - 20046 BIASSONO (MI) Via Adda, 21 - 20090 OPERA (MI) Via Serio, 16 - 20139 MILANO Via Bottego, 245 - 41010 COGNENTO (MO) Talstraße 2 - 67317 ALTLEININGENl (Germania) Località Cerri - 19020 CEPARANA DI FOLLO (SP) Via Cà dell’Orbo, 60 - 40055 CASTENASO (BO) Via Brescia, 117 - 25018 MONTICHIARI (BS) Strada Naviglio Alto, 46/1 - 43100 PARMA Via Vo’ di Placca, 56 - 35020 DUE CARRARE (PD) Via Mattei, 24 - 20010 MESERO (MI) Via Cadibona, 15 - 20137 MILANO Via Paracelso, 16 - 20041 AGRATE BRIANZA (MI) c/o BOLOGNAFIERE - Piazza Costituzione, 6 - 40128 BOLOGNA c/o ADExpo - Viale della Mercanzia, 142 Centergross - 40050 FUNO DI ARGELATO (BO) c/o F & M - Fiere e Mostre - Via Caldera, 21/C - 20153 MILANO c/o UCIMU - Viale Fulvio Testi, 128 - 20092 CINISELLO BALSAMO (MI) c/o UCIMU - Viale Fulvio Testi, 128 - 20092 CINISELLO BALSAMO (MI) c/o UCIMU - Viale Fulvio Testi, 128 - 20092 CINISELLO BALSAMO (MI) c/o CARRARAFIERE - Viale Galileo Galilei, 133 - 54033 MARINA DI CARRARA (MS) c/o PIACENZA EXPO - S.S. 10 Frazione Le Mose - 29100 PIACENZA c/o UCIMU - Viale Fulvio Testi, 128 - 20092 CINISELLO BALSAMO (MI) c/o EXPO CONSULTING - Via Brugnoli, 8 - 40122 BOLOGNA c/o EIOM - Viale Premuda, 2 - 20129 MILANO c/o BOLOGNAFIERE - Piazza Costituzione, 6 - 40128 BOLOGNA c/o EDIMET - Via Brescia, 117 - 25018 MONTICHIARI (BS) c/o MODENA ESPOSIZIONI - Viale Virgilio, 58/B - 41100 MODENA c/o PORDENONE FIERE - Viale Treviso, 1 - 33170 PORDENONE c/o CARRARAFIERE - Viale Galileo Galilei, 133 - 54033 MARINA DI CARRARA (MS) c/o FIERA MILANO TECH - Via Gattamelata, 34 - 20149 MILANO c/o SENAF - Via Eritrea, 21/A - 20157 MILANO c/o EDIMET - Via Brescia, 117 - 25018 MONTICHIARI (BS) Via Monte Pasubio, 137 - 36010 ZANE’ (VI) Via Artigiani, 17 - 25030 TORBIATO DI ADRO (BS) Via Grosio, 10/4 - 20151 MILANO Via Sondrio, 1 - 20063 CERNUSCO SUL NAVIGLIO (MI) Via A. Gilardoni, 1 - 23826 MANDELLO DEL LARIO (LC) Vaartveld, 9 - 4704 SE ROOSENDAAL (Olanda) Via delle Rovedine, 4 - 23899 ROBBIATE (LC) Via Facca, 10 - 35013 CITTADELLA (PD) Via A. Tadino, 19/A - 20124 MILANO Via S. Bernardino, 92 - 24126 BERGAMO Via Privata Iseo, 6/E - 20098 S. GIULIANO MILANESE (MI) Via Bizet, 36/N - 20092 CINISELLO BALSAMO (MI) Viale dello Sport, 22 - 21026 GAVIRATE (VA) Via Fratelli Canepa, 8 - 16010 SERRA RICCO’ (GE) Corso Buenos Aires, 8 - Corte Lambruschini - 16129 GENOVA Via del Lavoro, 28 - 20049 CONCOREZZO (MI) Via Torino, 216 - 10040 LEINI’ (TO) Freibühlstrasse, 19 - 78224 SINGEN (D) Via Serio, 4/6 - 25015 DESENZANO DEL GARDA (BS) Via delle Industrie, 228/A - 17012 ALBISSOLA MARINA (SV) c/o the C’ Comunicazione - Via Orti, 14 - 20122 MILANO Via Rosellini, 12 - 20124 MILANO c/o the C’ Comunicazione - Via Orti, 14 - 20122 MILANO Via C. Massaia, 75/L - 10147 TORINO Via Circonvallazione, 7 - 10080 VICO CANAVESE (TO) Via Lomellina, 16/B - 20090 BUCCINASCO (MI) Via Torricelli, 15/A - 37135 VERONA S.P. Rivoltana, 35/b - 20090 LIMITO DI PIOLTELLO (MI) Via Varesina, 184 - 20156 MILANO Via Palladio, 19 - 35010 ONARA DI TOMBOLO (PD) Via Fornaci, 45/47 - 25040 ARTOGNE (BS) Via Monte Bianco, 30/3 - 20043 ARCORE (MI) Via S. Bernardino, 92 - 24126 BERGAMO Via Rivarolo, 61 - 16161 GENOVA Via Meucci, 26 - 36030 COSTABISSARA (VI) Viale Europa, 40 - 41011 CAMPOGALLIANO (MO) Via delle Foppette, 6 - 20144 MILANO Via Nazionale, 50a - 70 - 23885 CALCO (LC) Via della Tecnica, 3 - 36030 VILLAVERLA (VI) Piazzale Santorre di Santarosa, 9 - 20156 MILANO Via Mazzini, 69 - 35013 CITTADELLA (PD)