La Madre Oscura
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La Madre Oscura
Il quarto quarto: la saggezza La Madre Oscura Gennaio prima falce di luna crescente Significato La madre oscura rappresenta l’ultima tappa nel cerchio della vita, ma non la fine. Il cerchio continua con la figlia. Infatti, l’anima, in questa fase si avvicina molto a quella di un bambino piccolo. Si distilla nella propria essenza e si manifesta. La madre oscura è la guardiana della porta della morte. Va verso l’ignoto. Si distacca da cose e persone, si ritira. Diventa cristallina nella sua essenza. Spesso la sua è una fase di solitudine, di letargo (inverno). L’enfasi si sposta dallo stato di veglia, dall’attenzione verso il mondo, allo stato del sonno, dei sogni, all’attenzione verso l’altra dimensione. È come se la donna molto anziana facesse già piccole visite dall’altra parte, per prepararsi al trapasso. È il riposo prima della trasformazione ultima, una fase di transizione prima del cambiamento. Le emozioni nel processo del morire possono essere di tipo estatico. La morte, com’è intesa nel cerchio della vita, contiene già la rinascita in sé; la prima falce di luna l’annuncia, la sua luce tremolante ridiventa chiara nella figlia. La leggenda rappresenta la donna oscura anche come mietitrice, colei che taglia i fili, oppure come donna vecchia degli inferi o di un altro mondo, spesso in stato di gravidanza. Chi discende giù da lei, negli inferi, l’aiuterà nel parto (nel trapasso, come racconta la leggenda di Inanna). Mi ricordo benissimo un sogno che feci verso la fine della mia seconda gravidanza. Avevo sognato più volte la mia nonna anziana, morta pochi anni prima, durante tutta la gravidanza e in quest’ultimo sogno la sognai anziana com’era mentre stava partorendo. Poco dopo sognai di morire e di dover preparare tutti i miei documenti per il mio funerale. Ero leggermente in ansia nel sogno, per non riuscire a preparare tutto per la mia morte. Madre luminosa e madre oscura si davano la mano. La madre oscura però non è solo la donna di fronte alla sua morte, ma è anche colei che assiste altri nelle trasformazioni profonde e nei cambiamenti. In modo similare alla levatrice, accompagna le esperienze di lutto nella vita. Nella mitologia spesso viene identificata con la Madonna nera che, di origine precristiana, è oggetto di grandissima venerazione in tutto il mondo. La morte è un catalizzatore della vita. L’essenza rappresentata dalla madre oscura ha un potere trasformativo enorme e spesso lo stesso processo del morire dura il tempo necessario per compiere le trasformazioni ultime sia personali sia delle persone intorno, con cui la donna ha condiviso parti della sua vita. Nella vita incontriamo l’archetipo della madre oscura quando attraversiamo dei lutti, subiamo delle perdite che ci ingiungono il distacco dalle cose non essenziali. La madre oscura è vicina alla purezza di un bambino neonato, la sua saggezza è distillata e limpida, incute rispetto reverenziale, è vicina al sacro. I vissuti Nell’esperienza del cerchio l’archetipo della madre oscura, opposto alla levatrice attira chi si vive come trasformatore. Benchè la morte incuta timori e per molti rappresenti un tabù, vederla inserita in un ciclo di vita-morte-vita, le restituisce una dinamica che può affascinare. Offre l’opportunità di scambiare esperienze di accompagnamento alla morte e chi le ha vissute parla sempre di un’esperienza profondamente emozionante e affascinante. Molte donne ricordano momenti della propria vita sotto l’influsso della madre oscura: lutti, perdite, momenti di depressione che apparivano senza via d’uscita, la vicinanza di persone sofferenti, incontri con persone sagge, donne anziane della famiglia. Le ostetriche trovano molti paralleli tra la madre oscura e l’accompagnamento in travaglio verso la nascita. Sia in travaglio sia vicino alla morte emerge il tema del dolore, della perdita con le rispettive paure, ma diventa anche palese quanto il morire possa rappresentare un coronamento della vita, un raggiungimento degli sforzi compiuti, un tornare a casa, così come il parto spontaneo rappresenta un coronamento di un percorso. Il tipo di sostegno nell’accompagnare il morente è molto vicino a quello dell’accompagnare la partoriente. Quando le ostetriche poi raccontano degli occhi dei neonati, spesso vi vedono riflesso ancora la madre o il padre oscuro, la consapevolezza di una vita intera, l’essenza pura. Tratto da "Apprendere la maternità" di Verena Schmid, a sua volta tratto da "The Circle of Life, Thirteen Archetypes for every woman"di Elisabeth Davis e Carol Leonard