INDICI DEI PREZZI AL CONSUMO File

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DEFINIZIONE DEL PANIERE
I Numeri Indice normalmente costruiti ed utilizzati in Italia sono NI
sintetici o complessi, in quanto derivano dalla sintesi dei diversi indici
elementari relativi ai singoli beni. Come si è già detto, si hanno
numerosi NI, i più diffusi dei quali sono i:
Numeri indice dei prezzi al consumo
I numeri indici dei prezzi al consumo misurano le variazioni nel
tempo dei prezzi di un paniere di beni e servizi rappresentativi di tutti
quelli destinati al consumo finale delle famiglie presenti sul
territorio economico nazionale, e acquistabili sul mercato attraverso
transazioni monetarie (sono escluse, quindi, le transazioni a titolo
gratuito, gli autoconsumi, i fitti figurativi, ecc.).
Gli indici dei prezzi al consumo sono calcolati con frequenza mensile
utilizzando un N.I. di tipo Laspeyres, in cui sia il paniere sia il sistema
dei pesi vengono aggiornati annualmente. Gli indici mensili vengono
calcolati con riferimento al mese di dicembre dell’anno precedente
(base di calcolo) e sono successivamente concatenati sul periodo
scelto come base di riferimento al fine di poter misurare la dinamica
dei prezzi su un periodo di tempo più lungo di un anno.
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Gli indici dei prezzi calcolati con questo metodo sono tre:
NIC
Indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività
FOI
Indice dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati
IPCA
Indice armonizzato dei prezzi al consumo per i paesi dell’Unione
Europea
I tre indici hanno finalità differenti.
Il NIC è utilizzato come misura dell’inflazione a livello dell’intero
sistema economico; in altre parole considera la collettività nazionale
come se fosse un’unica grande famiglia di consumatori.
Il FOI si riferisce ai consumi dell’insieme delle famiglie che fanno
capo a un lavoratore dipendente. E’ l’indice generalmente usato per
adeguare periodicamente i valori monetari, ad esempio gli affitti.
L’IPCA è stato sviluppato per assicurare una misura dell’inflazione
comparabile a livello europeo. Infatti, viene assunto come indicatore
per verificare la convergenza delle economie dei paesi membri
dell’Unione Europea. Tale indice viene calcolato e pubblicato
dall’Istat e inviato all’Eurostat mensilmente secondo un calendario
prefissato. L’Eurostat, a sua volta, diffonde gli indici armonizzati dei
singoli paesi dell’UE ed elabora e diffonde l’indice sintetico europeo,
calcolato sulla base dei primi.
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I tre indici hanno in comune i seguenti elementi:
●
●
●
●
la rilevazione dei dati riguardanti i prezzi, svolta in prevalenza
dagli Uffici Comunali di Statistica (UCS) e per la restante parte
dall’Istat;
la base territoriale (91 comuni capoluogo di provincia);
la metodologia di calcolo (indici a catena o a base mobile di tipo
Laspeyres);
la classificazione del paniere, articolato in 12 divisioni di
prodotto.
I tre indici differiscono per due aspetti specifici:
●
I sistemi di ponderazione. Questi sono coerenti con
l’aggregato di riferimento. In particolare, NIC e FOI si basano sullo
stesso paniere e si riferiscono ai consumi finali individuali (NIC, delle
famiglie residenti; FOI, delle famiglie facenti capo ad un lavoratore
dipendente extragricolo), indipendentemente se la spesa sia a totale
carico delle famiglie o, in misura parziale o totale, della Pubblica
Amministrazione o delle istituzioni non aventi fini di lucro (ISP). Il
peso attribuito a ogni bene o servizio è diverso nei due indici, a
seconda dell’importanza che i diversi prodotti assumono nei consumi
della popolazione di riferimento. L’IPCA ha in comune con il NIC la
popolazione di riferimento, ma si differenzia dagli altri due indici
poiché si riferisce alla spesa monetaria per consumi finali sostenuta
esclusivamente dalle famiglie; esclude, inoltre, sulla base di
regolamenti comunitari, alcuni prodotti come ad esempio le lotterie, il
lotto e i concorsi pronostici.
●
Il concetto di prezzo considerato. Il NIC e il FOI considerano
il prezzo pieno di vendita, l’IPCA il prezzo effettivamente pagato dal
consumatore. Per i medicinali ad esempio, gli indici nazionali
considerano il prezzo pieno del prodotto, quello armonizzato la quota
effettivamente a carico delle famiglie. Inoltre, l’IPCA tiene conto
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anche delle riduzioni temporanee di prezzo (saldi, sconti e
promozioni).
Base di riferimento degli indici NIC e FOI
Le serie degli indici nazionali NIC e FOI hanno base di riferimento
2010=100. L’indice IPCA è calcolato e diffuso con base di riferimento
2005=100, in linea con gli altri paesi dell’Unione europea.
Qualità dei prodotti
I prezzi dei prodotti devono essere rilevati a parità di qualità; in caso
contrario le variazioni qualitative verrebbero interpretate come
variazioni di prezzo, e non di quantità, come invece deve essere. Ad
es., se un viaggio Roma-Londra in aereo costa 100 euro in classe
turistica, e 200 euro in prima classe, la seconda opzione equivale a due
volte la prima; in sostanza è come se avessi acquistato due biglietti in
classe turistica. Le differenza qualitative possono riguardare
caratteristiche intrinseche del prodotto (prima/seconda classe), delle
modalità di distribuzione (negozio/supermercato), di localizzazione
(ristorante del centro/di periferia), ecc. Per isolare appunto le
differenze qualitative si considera nella rilevazione un paniere
standard di prodotti, articolato in modo da porre a confronto sempre la
stessa tipologia di bene e servizio elementare.
Classificazione della spesa per consumi, paniere dei prodotti
La classificazione dei prodotti adottata per gli indici dei prezzi al
consumo si basa sulla COICOP (Classification of Individual
Consumption by Purpose), la cui struttura gerarchica prevede i
seguenti tre livelli di disaggregazione:



12 divisioni di prodotto;
43 gruppi di prodotto;
102 classi di prodotto.
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Dal gennaio 2011, gli indici sono calcolati secondo uno schema di
classificazione dei consumi ancora più articolato, che recepisce, con
alcuni adattamenti, la proposta di revisione della COICOP, in
discussione in ambito europeo, caratterizzata da due ulteriori livelli di
disaggregazione inferiore:


233 sottoclassi di prodotto;
324 segmenti di consumo.
I segmenti di consumo rappresentano il massimo dettaglio di insiemi
di prodotti omogenei dal punto di vista del soddisfacimento di
specifici bisogni, e sono costituiti da un insieme definito e limitato di
beni e servizi denominati posizioni rappresentative, scelte sulla base
di una pluralità di fonti e tra le tipologie maggiormente consumate.
Nel 2014 le posizioni rappresentative degli indici NIC e FOI sono
614, quelle degli indici IPCA 619. Di queste, alcune sono di natura
composita, cioè formate da più prodotti (ad esempio, la posizione
rappresentativa Caffetteria al bar fa riferimento al servizio di
consumazione al bar di 6 diverse bevande calde, ecc.). I prodotti
considerati sono 1.447
PROSPETTO 1
STRUTTURA DELLA CLASSIFICAZIONE ADOTTATA PER GLI
INDICI 2014
anno 2014
12 divisioni
43 gruppi di prodotto
101 classi di prodotto
233 sottoclassi di prodotto
324 segmenti di consumo
=========Livello di pubblicazione degli indici ========
614 posizioni rappresentative
1.447 prodotti
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Posizioni rappresentative
L’impossibilità di misurare le variazioni dei prezzi di tutti i singoli
prodotti consumati dalle famiglie rende necessario selezionare un
campione di specifici beni e servizi dei quali misurare mensilmente la
dinamica di prezzo, che deve essere rappresentativa di quella di un più
esteso insieme di prodotti simili. Questo insieme di beni e servizi può
essere visto come un paniere della spesa che contiene i prodotti
prevalentemente acquistati dal complesso delle famiglie. La selezione
campionaria di beni e servizi che entrano nel paniere con riferimento
ai singoli segmenti di consumo dà luogo alle posizioni
rappresentative. Per molti segmenti la cui importanza all’interno della
spesa delle famiglie è particolarmente rilevante (ad esempio, la
benzina o l’energia elettrica) la scelta delle posizioni rappresentative
non pone particolari problemi di selezione. In altri casi, invece, la
selezione campionaria determina una scelta più articolata.
Ad esempio:
01
Divisione
Prodotti alimentari e bevande analcoliche
01.1
Gruppo
Prodotti Alimentari
01.1.1
Classe
Pane e cereali
01.1.1.1
Sottoclasse
Riso
……..
01.1.1.4
Sottoclasse
Altri prodotti di panetteria e pasticceria
……..
01.1.1.4.2
Segmento
Prodotti di pasticceria confezionati
01.1.1.4.2.01
Posizione Rappresent. Fette biscottate
01.1.1.4.2.02
Posizione Rappresent. Biscotti frollini
01.1.1.4.2.03
Posizione Rappresent. Biscotti secchi
01.1.1.4.2.04
Posizione Rappresent. Merenda preconfezionata
01.1.1.4.2.05
Posizione Rappresent. Biscotti prima infanzia
……..
Le posizioni rappresentative, selezionate tra le tipologie
maggiormente consumate, devono poter essere agevolmente rilevate
sul territorio. La scelta tiene anche conto del criterio del peso medio:
maggiore è il peso di un segmento di consumo sul totale dei consumi
delle famiglie, maggiore deve essere il numero di posizioni
rappresentative considerate per misurare l’evoluzione dei prezzi.
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Aggiornamento del paniere
Il paniere viene aggiornato annualmente. Le revisioni apportate, di
diversa natura, sono finalizzate a cogliere l’evoluzione dei
comportamenti di spesa dei consumatori, per meglio rappresentare,
nell’ambito dei relativi segmenti di consumo, abitudini di spesa
espresse in precedenza dalle posizioni ora in uscita. Ad es. per l’anno
2013 entra, tra le nuove posizioni rappresentative, la posizione
Pancetta in confezione nel segmento di consumo Salumi in confezione
ed esce la posizione Pancetta dal segmento Salumi al banco. Entra la
posizione rappresentativa Gas metano per autotrazione. Viene
ampliata la gamma di prodotti in cui si articolano le posizioni
Smartphone e Tablet PC, che ora comprendono rispettivamente i
Phablet (che combinano le caratteristiche degli smartphone e dei mini
tablet) e i Tablet trasformabili, utilizzabili anche come notebook.
Nella voce Abbigliamento per bambino (3-13 anni) sono state
introdotte cinque nuove posizioni. Escono dal paniere le posizioni
rappresentative Netbook, prodotto per il quale si è fortemente ridotta
nell’ultimo anno la spesa delle famiglie con una conseguente notevole
riduzione dell’offerta, e la Mediazione civile, a seguito della Sentenza
della Corte costituzionale (24 ottobre 2012) che ne ha cancellato
l’obbligatorietà, inizialmente prevista per alcune materie. Di seguito si
riporta il quadro riassuntivo delle posizioni rappresentative e dei
principali prodotti entrati e usciti, raggruppati per motivazione del loro
inserimento o eliminazione:
ENTRATE
Modifiche dei comportamenti di
spesa
Reintegratore energetico, Gas metano
per autotrazione, “Phablet”, “Tablet
trasformabili”
Sostituzioni
Pancetta in confezione, Filetto di
merluzzo, surgelato, Amaro
Miglioramento della copertura delle
voci di spesa
Giaccone bambina/o, Giubbetto in
tessuto bambina/o, Tuta bambina/o,
Pigiama
bambina/o,
Pullover
bambina/o, Lampada da tavolo,
Lettiera per gatti, “Taxi-corsa per
aeroporto”, Passaporto
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USCITE
Modifiche dei comportamenti di
spesa
Fichi freschi, Netbook, Diario/Agenda,
Sostituzioni
Pancetta, Nasello surgelato, Brandy
Modifiche del quadro normativo
Mediazione civile
La struttura di ponderazione dell’indice NIC per il 2013 vede in
aumento, rispetto a quella utilizzata l’anno precedente, il peso relativo
delle divisioni di spesa Abitazione, acqua, elettricità e combustibili,
Servizi ricettivi e di ristorazione, Mobili, articoli e servizi per la casa,
Ricreazione, spettacoli e cultura, Comunicazioni e Bevande alcoliche
e tabacchi. I cali più rilevanti in termini assoluti riguardano, invece, le
divisioni Servizi sanitari e spese per la salute, Abbigliamento e
calzature e Trasporti.
Sono state aggiornate le descrizioni di 129 posizioni, al fine di
adeguare la rilevazione ai cambiamenti intercorsi nelle caratteristiche
dei prodotti, e permettere una maggiore comparabilità delle statistiche
sui livelli di prezzo elaborate in Italia con quelle degli altri Paesi
europei.
L’ammontare della spesa delle famiglie destinata al consumo delle
posizioni eliminate dal paniere, anche se poco rilevante, continua ad
essere presente nel peso dell’aggregato relativo all’insieme dei
prodotti di cui quella posizione rappresentativa faceva parte. Inoltre,
l’eliminazione di una o più posizioni rappresentative presuppone il
mantenimento di un’adeguata copertura del segmento di consumo, nel
quale erano contenute, da parte delle posizioni già esistenti o che
entrano a far parte del paniere (ad esempio, le spese effettuate per il
Netbook continuano ad essere presenti nel peso dell’aggregato relativo
al complesso dei Computer portatili, palmari e tablet dove
permangono le posizioni Notebook e Tablet PC).
La revisione annuale del paniere riguarda, oltre che inserimenti di
nuove posizioni ed eliminazioni di posizioni esistenti, anche
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variazioni conseguenti a scomposizioni di posizioni rappresentative e
a integrazioni con nuovi prodotti. Infatti, sempre finalizzati a
migliorare la copertura dell’insieme dei consumi che le posizioni
rappresentano, diversi sono i casi in cui posizioni semplici sono
divenute composite con l’ingresso di nuovi prodotti; tra questi ad es. il
caso della posizione Taxi-corsa urbana, ora affiancata da due nuovi
prodotti, tra cui “Taxi-corsa per l’aeroporto”, nella posizione
composita Taxi; nel segmento di consumo Salse e condimenti, il caso
dell’Aceto ora articolato nei due prodotti “Aceto di vino” e “Aceto
balsamico”; nel segmento Servizi di telefonia mobile, per l’omonima
posizione rappresentativa, la rilevazione, svolta centralmente
dall’Istat, è stata ampliata alle “opzioni” oltre che ai “piani tariffari”
per i diversi gestori e profili di consumo.
Diffusione dei dati
Gli indici NIC vengono diffusi al livello di dettaglio dei 324 segmenti
di consumo; sono inoltre diffusi gli indici per tipologia di prodotto,
con il dettaglio delle diverse tipologie di Beni e Servizi, per Prodotti
regolamentati e non e per Prodotti a diversa frequenza di acquisto.
Per gli indici FOI il livello di dettaglio della diffusione giunge alle 12
divisioni di spesa.
Rilevazione e calcolo degli indici dei prezzi dei prodotti stagionali
A partire dal gennaio 2011, è stata adottata una metodologia di
rilevazione e calcolo degli indici dei prezzi dei prodotti stagionali,
standard a livello europeo, per i prodotti stagionali appartenenti ai
gruppi e classi di prodotti Frutta, Vegetali, Abbigliamento e
Calzature. Si definisce prodotto stagionale il bene o servizio non
acquistabile o acquistato in volumi modesti o irrilevanti dai
consumatori, in alcuni periodi dell’anno (almeno un mese). L’Istat ha
definito un calendario mensile che stabilisce quando ciascuno
specifico prodotto, appartenente ai gruppi o alle classi sopra indicate,
deve essere considerato in stagione oppure fuori stagione. L’adozione
di un calendario della stagionalità comporta l’effettuazione della
rilevazione territoriale dei prezzi al consumo solo nei mesi in cui il
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prodotto in questione è definito in stagione e, di conseguenza, la stima
degli indici dei prezzi dei prodotti fuori stagione sulla base di una
metodologia standard a livello europeo.
Base territoriale, grado di copertura dell’indagine
Nel 2014 la base territoriale della rilevazione è costituita da 91
comuni: 80 comuni (19 capoluoghi di regione e 61 capoluoghi di
provincia) concorrono al calcolo degli indici per tutte le posizioni
rappresentative incluse nel paniere; 11 altri comuni capoluogo di
provincia partecipano al calcolo degli indici per un sottoinsieme di
prodotti riferito alle tariffe locali (fornitura acqua, raccolta rifiuti,
raccolta acque reflue, gas, trasporti urbani, taxi, trasferimento
proprietà auto, mense scolastiche, nido d’infanzia comunale, ecc.) e ad
alcuni servizi locali (operaio edile, partite di calcio, cinema, spettacoli
teatrali, istruzione secondaria superiore, mense universitarie, ecc.). La
copertura dell’indice, misurata in termini di popolazione residente
nelle province i cui capoluoghi partecipano alla rilevazione, è pari al
91,5%: l’83,3% è rappresentato dagli 80 comuni che concorrono al
calcolo degli indici per tutte le posizioni rappresentative incluse nel
paniere; l’ 8,2% è rappresentato dagli altri 11 comuni capoluogo di
provincia che partecipano al calcolo degli indici per un sottoinsieme di
prodotti riferito alle tariffe locali. I prezzi dei prodotti componenti il
paniere vengono rilevati presso più di 41.000 unità di rilevazione (tra
punti vendita, imprese e istituzioni), alle quali si aggiungono quasi
8.000 abitazioni per la rilevazione dei canoni d’affitto, per un numero
medio complessivo di 595.600 quotazioni mensili, di cui 500.600
raccolte sul territorio e 95.000 rilevate centralmente dall’Istat.
Organizzazione della rilevazione
La rilevazione territoriale dei prezzi al consumo viene effettuata nei
primi 15 giorni lavorativi del mese al quale i dati si riferiscono; la
rilevazione centralizzata, nel periodo compreso fra i giorni 1 e 21 del
mese.
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Rilevazione territoriale
Ogni anno l’Istat invia agli Uffici comunali di statistica l’elenco dei
prodotti da rilevare; ogni bene e servizio è accompagnato da una
descrizione che lo specifica (ad esempio, in termini di peso e
confezione). Per ciascun prodotto, viene raccolto in ogni capoluogo un
numero di quotazioni di prezzo che varia in funzione del numero di
varietà presenti localmente, dell’importanza relativa del prodotto,
dell’ampiezza demografica del comune e della relativa estensione
territoriale, delle caratteristiche della rete distributiva e delle abitudini
di spesa dei consumatori.
Il piano di campionamento dei punti vendita, e la loro individuazione
effettuata all’inizio del ciclo annuale di rilevazione, sono realizzati in
maniera tale da rappresentare tutta la gamma degli esercizi esistenti. A
questo scopo, annualmente il comune sottopone a verifica e aggiorna
il piano di campionamento alla luce dei cambiamenti che possono
essere intervenuti sia nelle abitudini di consumo che nella struttura
commerciale del territorio. Le unità di rilevazione selezionate non
devono essere cambiate nel corso dell’anno, se non per sostituzione
forzata (chiusura di un negozio o eliminazione dei prodotti tenuti in
osservazione).
L’individuazione del prodotto in ogni punto di rilevazione avviene
selezionando, tra tutti i prodotti che rispondono alle caratteristiche
definite dall’Istat, quello più venduto (referenza). Il prezzo di quello
stesso prodotto viene monitorato, mese dopo mese, per un anno intero.
Per ciascun prodotto, si richiede che le quotazioni da rilevare
periodicamente in ogni comune siano almeno sette per i beni
alimentari e almeno cinque per i beni non alimentari e i servizi, salvo
logiche eccezioni (come, ad esempio, il prezzo del biglietto d’ingresso
nei musei o il costo dell’abbonamento ai trasporti urbani).
Il ciclo mensile della rilevazione prevede che, in uno specifico periodo
del mese di riferimento dei dati, i rilevatori degli Uffici di statistica
dei comuni coinvolti effettuino il monitoraggio dei prezzi elementari
dei prodotti a rilevazione locale inclusi nel paniere, secondo le
procedure definite dall’Istat. Le operazioni di rilevazione territoriale
sono completamente informatizzate, ovvero sono svolte integralmente
mediante l’utilizzo di Tablet PC distribuiti ai rilevatori coinvolti
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nell’indagine. La rilevazione è interamente basata su un sistema web
oriented di tipo client–server e organizzata mediante i giri di
rilevazione, che rappresentano l’organizzazione dei carichi di lavoro
per i rilevatori nei 15 giorni lavorativi previsti mensilmente per la
raccolta dei dati. Ciò permette un monitoraggio, on-line ed in tempo
reale, della qualità della rilevazione e dei dati raccolti mediante
l’articolazione di un sistema integrato di indicatori che consente di
misurare con continuità lo stato delle attività dell’indagine.
Rilevazione centralizzata
La rilevazione dei prezzi al consumo effettuata direttamente dall’Istat
riguarda principalmente i beni e servizi caratterizzati da prezzi
uniformi su tutto il territorio nazionale oppure da criteri di
determinazione dei prezzi vincolati a normative nazionali o regionali
(per esempio, i tabacchi, i servizi telefonici, i medicinali con obbligo
di prescrizione, i periodici, alcuni servizi di trasporto). Riguarda,
inoltre, i prodotti che, per la tecnica di rilevazione adottata o per le
caratteristiche peculiari dell’offerta o della domanda, si prestano ad
essere meglio gestiti in modo centralizzato; esempi tipici sono i
prodotti caratterizzati da continui cambiamenti tecnologici (i prodotti
elettronici come i computer, telefoni cellulari, ecc.) e i servizi il cui
godimento non riguarda soltanto la popolazione del comune
interessato (i servizi legati alla filiera turistica come i pacchetti
vacanza, i campeggi, gli stabilimenti balneari e gli agriturismi).
Struttura di ponderazione
Nel prospetto 1 è riportata la struttura dei pesi per divisione utilizzata
per il calcolo dei tre indici dei prezzi al consumo (NIC, IPCA e FOI).
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PROSPETTO 1
PESI UTILIZZATI PER IL CALCOLO DEGLI INDICI NAZIONALI
DEI PREZZI AL CONSUMO
Anno 2014, valori percentuali
Divisioni
NIC
IPCA
Prodotti alimentari e bevande analcoliche
16,372
17,336
Bevande alcoliche e tabacchi
3,169
3,359
Abbigliamento e calzature
7,973
9,140
Abitazione, acqua, elettricità e combustibili
10,882
11,554
Mobili, articoli e servizi per la casa
7,921
8,431
Servizi sanitari e spese per la salute
7,699
3,544
Trasporti
14,167
15,022
Comunicazioni
2,299
2,441
Ricreazione, spettacoli e cultura
8,018
6,338
Istruzione
1,148
1,219
Servizi ricettivi e di ristorazione
11,403
12,095
Altri beni e servizi
8,949
9,521
Indice generale
100,0000 100,0000
FOI
15,836
3,520
8,618
10,903
7,357
6,490
15,859
2,484
8,689
1,286
10,590
8,368
100,0000
Nel prospetto 2 sono riportati, a titolo di esempio, i pesi delle regioni
sulla spesa complessiva utilizzati per la stima della ponderazione del
solo indice NIC.
PROSPETTO 2
PESI REGIONALI PER IL CALCOLO DELL’INDICE NIC
Anno 2014 , valori percentuali
Regioni
Pesi
Regioni
Pesi
Piemonte
8,227
Valle d’Aosta
0,284
Lombardia
19,213 Trentino-A.Adige
2,228
Veneto
9,013
Friuli-V. Giulia
2,340
Liguria
3,001
Emilia-Romagna
8,726
Toscana
6,967
Umbria
1,362
Marche
2,532
Lazio
9,836
Abruzzo
1,888
Molise
0,425
Campania
6,955
Puglia
5,010
Basilicata
0,678
Calabria
2,552
Sicilia
6,482
Sardegna
2,281