Scheda opera - Fondazione Giulio e Anna Paolini

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Scheda opera - Fondazione Giulio e Anna Paolini
Reportage, 2000
Ingrandimento fotografico incorniciato, collage su vetro, su cornice rovesciata e su parete, matita e
matita rossa su carta e su parete
Due cornici 100 x 100 cm ciascuna, misure complessive su ciascuna parete ca. 305 x 305 cm
Proprietà dell’artista
Le due parti del lavoro, allestite vis-à-vis su due pareti contrapposte e designate qui come A e B, riferiscono
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due situazioni fra loro complementari. Nel lato A il disegno incorniciato nasconde la parte superiore
di una figura seduta, delineata sulla parete in grandezza al vero e orientata verso lo spettatore. Il profilo
del personaggio è parzialmente proseguito nei frammenti cartacei applicati sul vetro della cornice: alcuni
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elementi ripresi da un ritratto disegnato dell’artista riproducono una mano e parte del volto . L’occhio della
figura è situato in corrispondenza del punto di fuga della prospettiva ed è attraversato dall’incrocio di due
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diagonali a matita rossa . Tutt’intorno sulla parete è disegnata una trama regolare di riquadri, delle stesse
dimensioni dell’elemento incorniciato.
Nel lato B la cornice centrale è rovesciata e reca l’iscrizione autografa “Reportage / Giulio Paolini / 2000”.
Il disegno sulla parete propone la medesima trama di “quadri”, ma in questo caso sullo sfondo della
prospettiva che nel lato A è situata all’interno della cornice. Nella metà superiore del disegno, una “raggiera”
di linee a matita rossa evoca il campo visivo della figura seduta. Sulla cornice e sulla parete sono sparsi
alcuni frammenti del ritratto utilizzato nel lato A.
Il titolo sigla il nesso tra le due parti dell’opera: il lato B “riporta” – da qui il termine “reportage” – il punto
di vista della figura seduta, rappresentata nel lato A. Da un “quadro” all’altro, il campo visivo del personaggio
diventa anche il nostro: il soggetto del “reportage” non è la visione di un quadro (per quanto attestato da titolo,
firma e data), bensì l’atto visivo medesimo.
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L’ingrandimento fotografico riproduce un pavimento o palcoscenico inteso come spazio virtuale della rappresentazione.
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Nel ritratto originale, l’immagine del volto è delineata in sovrapposizione ad alcuni fogli bianchi trattenuti da una puntina da disegno,
in modo che quest’ultima coincida con l’occhio sinistro dell’artista. Il disegno è stato utilizzato per la prima volta nel 1989 in una serie
di opere su carta intitolate Ni le soleil ni la mort.
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Le diagonali rosse evocano quelle di Disegno geometrico (1960) e, come in numerose altre opere, contraddistinguono le linee che
delimitano il cono visuale.
Esposizioni
2000*
Zurigo, Galerie Annemarie Verna, Giulio Paolini. Reportage, 26 maggio - 15 luglio.
© Maddalena Disch