Kenneth S. Serota, Gary D. Glassman, Elaine McCutcheon, George
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Kenneth S. Serota, Gary D. Glassman, Elaine McCutcheon, George
L’INFORMATORE ENDODONTICO Estratto dal Vol. 1 n° 2, 1997 I microscopi operatori in Endodonzia clinica e chirurgica: un grande passo in avanti RICHARD E. MOUNCE, DDS IL TRIDENTE EDIZIONI ODONTOIATRICHE I microscopi operatori in Endodonzia clinica e chirurgica: un grande passo in avanti L’Informatore Endodontico Richard Mounce, DDS Vol. 1, Nr. 2 I microscopi operatori hanno letteralmente rivoluzionato la specializzazione endodontica. Essi costituiscono un grande passo in avanti, considerate le enormi possibilità che si offrono agli specialisti in endodonzia e ai dentisti in generale, e rappresenta un progresso paragonabile all’introduzione del manipolo ad alta velocità. Denti che in precedenza sarebbe stato impossibile curare per via non chirurgica o curabili solo chirurgicamente ma non senza rischi, possono ora essere trattati con un elevato grado di prevedibilità. I microscopi operatori sono stati utilizzati per molti anni in numerose specialità, quali oftalmologia, neurochirurgia, chirurgia ricostruttiva, terapia della sterilità, otorinolaringoiatria e microchirurgia vascolare. In endodonzia, il microscopio è stato introdotto dal Dott. Gary Carr, endodontista di San Diego, fondatore e direttore della Pacific Endodontic Research Foundation, una Fondazione che con le sue numerose funzioni di istruzione e di ricerca, contribuisce ad insegnare agli specialisti in endodonzia l’uso del microscopio. La terapia endodontica veniva effettuata in precedenza affidandosi alla sensibilità tattile e senza il vantaggio di poter visualizzare l’anatomia interna del canale. Gli specialisti in endodonzia erano alle prese con un lavoro che si svolgeva letteralmente all’interno di un “buco nero”. Il non poter vedere ha fatto sì che diventassero comuni numerosi incidenti procedurali e infortuni. Porre rimedio a questi problemi è stato spesso frustrante e talvolta impossibile senza l’ausilio della chirurgia. Come operatori, abbiamo potuto più volte “percepire” il problema (un canale bloccato, un gradino), ma non capitava spesso di poter risolvere in maniera prevedibile molte di queste angoscianti complicanze. L’interpreta- 1997 zione delle radiografie in endodonzia ha sempre avuto delle limitazioni. Localizzare sulle radiografie i canali calcificati, per esempio, è stato spesso come trovare il classico inafferrabile ago nel pagliaio. Tutto ciò è cambiato. Descrizione del microscopio Il microscopio più diffuso negli Stati Uniti e quello più versatile tra quelli disponibili per l’endodonzia è quello fabbricato dalla Global. Può essere montato a parete, a soffitto o utilizzato su un sostegno che poggia sul pavimento. Il posizionamento adeguato del microscopio rispetto al paziente è essenziale per utilizzarlo in modo ergonomico. Il sistema più comunemente utilizzato è quello a parete ed il microscopio può essere allontanato dalla parete fino ad una distanza di circa 120 cm quando è alla massima estensione. Il microscopio operatorio è provvisto di un braccio a molla che ne permette l’equilibratura con la punta del dito. Consente la visio- Figura 1 La visione binoculare sia per il medico che per l’assistente permette un approccio di equipe alla microchirurgia. 1 Pag. - 29 I microscopi operatori in Endodonzia clinica e chirurgica: un grande passo in avanti. ne binoculare ed è montato in modo da essere privo di vibrazioni. Volendo, sia il medico che l’assistente possono usare ciascuno il proprio binoculare e vedere quindi lo stesso campo operatorio (Fig. 1). L’ingrandimento va da 4x a 26x, a seconda del modello, con quattro o sei possibilità di aumento di ingrandimento, con messa a fuoco di precisione (Figg. 2-4). I binoculari utilizzati in endodonzia sono generalmente inclinati, con una lente da 10x ed una lunghezza focale di 160 mm. In endodonzia si uti- Figura 2 Ingrandimento 4x con il microscopio operatorio. 2 Figura 3 Ingrandimento 8x con il microscopio operatorio. 3 Figura 4 Ingrandimento 16x con il microscopio operatorio. Pag. - 30 4 lizza generalmente un obiettivo da 200 mm. Ciò significa che la lente si trova a 200 mm dal viso del paziente e la maggior parte degli interventi viene effettuata indirettamente per mezzo di specchietti. Le lenti sono rivestite da una superficie antiriflesso per massimizzare la trasmissione della luce in direzione degli occhi dell’utente. I binoculari inclinabili possono essere meglio adattati all’altezza dell’operatore. La maggior parte degli interventi endodontici effettuati con il microscopio viene eseguita utilizzando ingrandimenti inferiori a 16x. Quando l’ingrandimento supera i 16x, la profondità di campo si riduce notevolmente ed il campo visivo si restringe, il che porta ad una limitazione delle applicazioni cliniche. La lente ha una luce incorporata a fibre ottiche coassiale (parallela alla direzione della vista). La sorgente luminosa incorporata nel microscopio è dotata di un doppio sistema di lampade, in modo da avere una immediata sostituzione se la prima luce viene a mancare. La luce a fibre ottiche emana una luce da due a tre volte superiore alla luce di una lampada frontale da chirurgo. Il microscopio operatorio può essere dotato di accessori ed essere collegato ad una telecamera, ad una macchina fotografica da 35 mm, ad una videostampante, ad un computer, allo scopo di ottenere documentazioni per fini legali, per archiviazione di dati, per scopi didattici, assicurativi e per motivare i pazienti. Uso del Microscopio Operatorio in Endodonzia Clinica Per imparare ad usare un microscopio operatorio si deve tener conto che esiste una curva di apprendimento. Nonostante sia facile da usare, ci vorrà del tempo per diventare realmente bravi, come per qualunque nuova specializzazione. PROFILO DELL’AUTORE. Il Dott. Mounce si è laureato in Odontoiatria nel 1985 alla Northwestern Dental School e si è specializzato in Endodonzia presso l’ Oregon Health Sciences University nel 1991. Ha scritto numerosi lavori ed ha tenuto conferenze negli USA ed in Giappone sull’utilizzo del microscopio operatorio. Il Dott. Mounce utilizza il microscopio operatorio dall’autunno 1992. Esercita la professione privata limitatamente all’endodonzia a Portland, Oregon. Utilizzando il microscopio operatorio i tempi alla poltrona si allungano, ma non così tanto. Nei casi non chirurgici il microscopio operatorio può essere utilizzato nelle varie fasi dell’intera terapia endodontica, incluse le seguenti operazioni: preparazione della cavità d’accesso, localizzazione dei canali, valutazione della sagomatura canalare dopo aver eseguito la preparazione, valutazione dell’efficacia dell’irrigazione, otturazione e applicazione del sigillo coronale. La detersione e la sagomatura effettuate utilizzando il microscopio operatorio risultano più efficaci. È molto più facile crearsi una immagine mentale tridimensionale dei canali radicolari in base alla visualizzazione proveniente dal microscopio operatorio. L’operatore può vedere chiaramente le imperfezioni del canale dopo la strumentazione e spesso può visualizzare i canali laterali. L’obiettivo del trattamento endodontico è la detersione, la sagomatura e l’otturazione tridimensionale dell’intero sistema dei canali radicolari. Tutti gli operatori esperti conoscono un numero di ostacoli (problemi di origine naturale o iatrogena) che mettono a rischio il raggiungimento della perfezione in endodonzia. I problemi di origine naturale sono elencati nella tabella I ed i problemi iatrogeni nella tabella II. I metodi precedentemente usati per trattare queste problematiche erano spesso del tutto insufficienti. I tentativi di localizzare un canale calcificato, per esempio, si limitavano di solito all’utilizzo di una fresa rotonda e consistevano nel cercare di indovinare la posizione del canale: la perforazione era una conseguenza comune. I tentativi per rimuovere gli strumenti fratturati consistevano nel bypassare il frammento e il più delle volte non avevano esito favorevole. Il kit di Masserann, i sistemi che utilizzavano cianoacrilato e le tecniche che impegnavano un gran numero di lime attorno allo strumento fratturato erano inattendibili e potevano portare alla rimozione di una quantità eccessiva della struttura del dente e alla perforazione. Prima del microscopio operatorio, i fallimenti endodontici dovuti alla presenza di strumenti rotti richiedevano con ogni probabilità un TA B E L L A I D IFFICOLTÀ NATURALI ESISTENTI NEL SISTEMA DEI CANALI RADICOLARI • Canali calcificati • Calcoli pulpari occludenti • Curvature radicolari non sondabili • Sviluppo apicale incompleto • Riassorbimenti radicolari • Biforcazioni / triforcazioni apicali • Istmi e delta apicali TA B E L L A I I D IFFICOLTÀ IATROGENE ESISTENTI NEL SISTEMA DEI CANALI RADICOLARI • Strumenti fratturati • Cementi insolubili • Gradini • Coni d’argento • Perni • Radici forcali e laterali • Perforazioni Pag. - 31 I microscopi operatori in Endodonzia clinica e chirurgica: un grande passo in avanti. Figura 5 La radice mesiale del molare inferiore mostra il fallimento della terapia endodontica eseguita con coni d’argento e il risultato di una precedente terapia chirurgica. trattamento chirurgico, dato che il ritrattamento ortogrado non dava risultati prevedibili. Il microscopio operatorio consente di trattare molte di queste difficoltà naturali e iatrogene dato che consente un’ottima visibilità e fornisce l’ingrandimento necessari per facilitare il trattamento con strumentazione microchirurgica. L’ingrandimento dato dal microscopio operatorio permette di visualizzare tutto il canale, fino in vicinanza del forame e talvolta fino al forame apicale vero e proprio. Nella rimozione degli strumenti frattu- con una pinza da microchirurgia. Se lo strumento non si muove, lo si può spesso distruggere. Si possono rimuovere in questo modo tutti i tipi di strumenti usati per la sagomatura, così come i perni e i coni d’argento (Figg. 5, 6). Quasi tutti gli strumenti rotti nel terzo coronale o nel terzo medio possono essere rimossi, con il rischio di perforazione ridotto al minimo. Qualche volta possono essere rimossi anche gli strumenti rotti nel terzo apicale, nonostante che la curvatura del canale crei spesso dei problemi di accesso. Grazie al microscopio operatorio sarà Figura 6 Ritrattamento eseguito al microscopio e rimozione del cono d’argento senza necessità di chirurgia. Figura 7 Perforazione prossimale provocata dalle calcificazioni della camera pulpare e dalla mancanza di visibilità. 5 7 rati il microscopio operatorio garantisce una chiara visualizzazione del frammento e ne facilita il recupero usando punte da ultrasuoni che possono creare un piccolissimo solco intorno allo strumento rotto. Lo strumento rotto può così essere rimosso grazie alle vibrazioni della punta da ultrasuoni o può essere estratto Pag. - 32 6 possibile localizzare esattamente le perforazioni e si potrà così non solo trattare in modo più efficace questa complicazione, ma sarà più semplice la localizzazione dei gradini, delle biforcazioni o triforcazioni apicali e degli istmi esistenti tra i canali. Dopo aver eseguito la cavità d’accesso, sarà facile rilevare la presenza di infiltrazioni coronali e di carie sotto una corona. Si possono anche visualizzare le fratture radicolari, anche prima che abbiano dato manifestazioni cliniche. Il microscopio operatorio è insostituibile nella localizzazione degli orifizi canalari e nel sondaggio dei canali calcificati. I metodi usati in precedenza per localizzare i canali comportavano, come detto prima, un gran numero di tentativi eseguiti a caso. Le differenze minime esi- L’Informatore Endodontico Vol. 1, Nr. 2 stenti nel colore della dentina e l’osservazione dei solchi naturali presenti nel pavimento della camera pulpare danno all’operatore una idea precisa della localizzazione degli orifizi canalari (Fig. 7) e rendono inoltre molto più facile il trattamento dei sistemi canalari a forma di C. Il quarto canale, o canale mesiopalatino dei molari superiori, è spesso invisibile a occhio nudo, ma con l’illuminazione e con l’aiuto degli ultrasuoni può essere facilmente localizzato. Uso del Microscopio Operatorio in Endodonzia Chirurgica Il microscopio operatorio ha migliorato in modo significativo le possibilità e la precisione dell’endodonzia chirurgica. Il microscopio operatorio rappresenta un miglioramento sensazionale rispetto alle lampade frontali ed alle lenti di ingrandimento usate in precedenza. Insieme ad una tecnica chirurgia più precisa, ad una scelta dei casi accurata, ad un accesso attraverso i tessuti molli e l’osso eccellente, ad un’emostasi profonda e ad un’aspirazione adeguata, la perfetta visibilità è importante per ogni intervento chirurgico, in particolare in endodonzia chirurgica. Il microscopio, usato insieme all’approccio microchirurgico ed alla strumentazione miniaturizzata, facilita il trattamento atraumatico dei tessuti molli, permettendo la completa visualizzazione dell’apice radicolare, la preparazione della cavità retrograda ed il posizionamento del materiale da otturazione in un campo completamente asciutto. L’utilizzo del microscopio operatorio consente anche di superare i precedenti limiti esistenti in chirurgia. La causa più frequente di fallimento in endodonzia chirurgica è rappresentata dal mancato sigillo di tutte le porte di uscita del sistema dei canali radicolari. È stato riportato1 che la percentuale di successo 1997 in endodonzia chirurgica oscilla intorno a valori piuttosto bassi, compresi tra il 40 ed il 60%. Una parte significativa di questi errori era dovuta sicuramente all’impossibilità di visualizzare con chiarezza le strutture importanti all’apice della radice durante gli interventi chirurgici e di valutare la causa degli errori non chirurgici o chirurgici commessi in precedenza. Ora possono essere osservati con chiarezza i vuoti esistenti attorno alla guttaperca scarsamente compattata, le otturazioni retrograde inadeguate, i cementi riassorbiti e gli spazi canalari non strumentati (Fig. 8). Figura 8 Sigillo inadeguato della precedente otturazione retrograda (notare lo spazio non deterso e non otturato all’apice della radice). La microendodonzia chirurgica richiede un set di strumenti appositamente progettati, che includono mini-sonde, specchietti, pinzette, otturatori, bisturi, scollaperiostio e strumenti da ultrasuoni per la preparazione della cavità retrograda. Trattare i tessuti molli utilizzando il microscopio operatorio minimizza i traumi fisici e conserva l’epitelio sulculare mentre al tempo stesso accelera la guarigione delle ferite. Con l’aiuto del microscopio, è possibile eseguire un’incisione rapida e decisa ed il sollevaPag. - 33 I microscopi operatori in Endodonzia clinica e chirurgica: un grande passo in avanti. Figura 9 Terapia chirurgica con preparazione mediante ultrasuoni dell’apice radicolare (notare l’otturazione retrograda in asse con il canale radicolare per una profondità di 3 mm). Figura 10 Preparazione mediante ultrasuoni dell’apice della radice palatina con accesso vestibolare. Figura 11 Preparazione retrograda di un istmo esistente tra due canali. Figura 12 Immagine microchirurgica di una preparazione di cavità retrograda. 10 9 mento atraumatico del lembo, il che porta ad un’eccellente guarigione della ferita ed alla rimozione precoce delle suture entro 24-48 ore. La resezione della radice veniva generalmente effettuata ad angolo obliquo, il che ha portato spesso al rischio di perforazione e alla mancanza di sigillo apicale. La preparazione della cavità retrograda all’apice della radice veniva portata a termine con manipoli convenzionali ad alta velocità e frese rotonde. Con l’aiuto del microscopio, la resezione della radice viene effettuata perpendicolarmente all’asse longitudinale della radice. Le punte da ultrasuoni per la preparazione dell’apice radicolare sono progettate per creare, in qualunque sede della bocca, una preparazione retrograda della lunghezza di 3 mm perfettamente in asse con il canale radicolare (Figg. 9-13). Gli istmi non puliti tra due canali, se Pag. - 34 11 12 Il Dott. Mounce desidera ringraziare il Dott. Gary Carr della Pacific Endodontic Research Foundation e Bill Luciano della Global Surgical Corporation per il loro aiuto e le fotografie. Questo articolo è dedicato al Dott. Gary Carr per il suo coraggio, la sua perseveranza e la sua dedizione al raggiungimento dell’eccellenza in Endodonzia. L’Informatore Endodontico Vol. 1, Nr. 2 presenti in una radice resecata, possono ora essere preparati con facilità (Fig. 14). Il microscopio operatorio consente di valutare in modo chiaro se la preparazione della cavità e l’otturazione retrograda sono state eseguite in maniera adeguata (Fig. 15). Con l’ingrandimento, la sutura può essere portata a termine con suture 6.0 e 8.0, il che permette un accostamento di maggiore precisione dei tessuti ed una guarigione della ferita sempre per prima intenzione. Utilizzazioni non-endodontiche Le utilizzazioni cliniche del microscopio operatorio in tutte le branche dell’odontoiatria hanno il loro limite solo nella fantasia, perché virtualmente ogni intervento clinico odontoiatrico può essere fatto con maggiore accuratezza e precisione. Al di fuori degli obiettivi dell’endodonzia, per esempio, il microscopio operatorio può essere utilizzato per migliorare l’osservazione e la diagnosi delle lesioni dei tessuti molli della gengiva, del palato e della mucosa. Trova applicazione anche nell’esaminare precedenti interventi odontoiatrici (restauri e loro rapporti con i tessuti circostanti), in implantologia, nella chirurgia parodontale, nella programmazione dei piani di trattamento e per un preciso controllo della chirurgia con il laser per prevenire lesioni alla radice o alle superfici degli impianti. Il futuro Il microscopio operatorio possiede in odontoiatria un potenziale incredibile, che supera di gran lunga gli obiettivi della terapia endodontica. È probabile, a lungo termine, che nella pratica specialistica endodontica e in generale nell’odontoiatria, il microscopio operatorio diventi uno strumento di uso routinario. 1997 Figura 13 Immagine al microscopio elettronico a scansione di una cavità retrograda. 13 Figura 14 Immagine radiografica di un’otturazione retrograda con istmo preparato e otturato. 14 Figura 15 Immagine microchirurgica di un’otturazione retrograda. 15 Traduzione dell’articolo originale Surgical Operating Microscopes in Endodontics: The Quantum Leap Dentistry Today, 12, 10,: 88-91, 1993 BIBLIOGRAFIA 1) - Frank, A., Glick, D., et al: Long-term evaluation of surgically placed amalgam fillings. J. Endodon, 1992; 18:391-98. Pag. - 35