NOTE STORICHE E DESCRITTIVE SUL PIÙ ANTICO PIANOFORTE
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NOTE STORICHE E DESCRITTIVE SUL PIÙ ANTICO PIANOFORTE
NOTE STORICHE E DESCRITTIVE SUL PIÙ ANTICO PIANOFORTE VERTICALE COSTRUITO DA DOMENICO DEL MELA (*) Gli organologi antichi e moderni, pur non potendo precisare la data in cui apparve per la prima volta il clavicembalo verticale, lo reputano alquanto antico e affermano che la sua apparizione, col nome di Claiticiteriù, è documentabile alla fine del XV secolo (1). Ora, se esisteva un clavicembalo verticale, ci sembra logico che si tentasse di dare u g ual forma anche al pianoforte, già inventato e costruito nell'anno 1700 da Bartolomeo Cristofori (2); ma, fino alla fine dell'anno 1897, poco o niente si sapeva sull'origine del pianoforte verticale. La scoperta di questo tipo di strumento, il più antico fino ad oggi trovato, fu (*) Il presente articolo è tratto dal volume in corso di pubblicazione di VINICIO GAI, Gli strumenti musicali della Corte medicea e il Museo del Conservatorio « L. Cherubini » di Firenze - Cenno storico e catalogo descrittivo, disegni di Ciro Calzolari e V. G., presentazione del M o Antonio Veretti, Firenze, Edizioni LICOSA. Musica getutscht,... Basel, 1511, Originalgetreuer Nachdruck nach dem Exemplar der Preussischen Staatsbibliothek Berlin - Mit einem Nachwort neu herausgegeben von L. Schrade, Kassel, Bàrenreiter, 1931, ne dà una immagine; A. KIRCHER, ...Musurgia universalis sive ars magna consoni et dissoni, ...Romae, ex Typographia Haeredum F. Corbelletti - Typis L. Grignani, 1650, torno I, p. 454, iconismus IV et V, 2, oltre a dare l'immagine di un clavicembalo verticale, elo gia il formato per la sua praticità; F. BONANNI, Gabinetto armonico pieno d'istromenti sonori,....Roma, Stamperia di G. Placho, 1722, p. 90, dice di, essere incerto sull'inventore del cimbalo verticale e ripete press'a poco quanto abbiamo ora citato del Kircher; C. PONSICCHI, Il pianoforte - sua origine e sviluppo,... Firenze, Guidi, 1876, p. 21, scrive: « Già il Rigoli di Firenze aveva inventato fin dal 1620 il Cembalo verticale », non abbiamo potuto fino ad oggi certificare che tipo d'invenzione fosse quella del Rigoli, forse un perfezionamento? A proposito del clavicembalo verticale, si veda anche: L. F. TAGLIAVINT, « Il clavicembalo », in Enciclopedia della musica, Milano, Ricordi, vol. I, p. 493. (1) S. VIRDUNG, (2) Per quanto riguarda l'invenzione del pianolorte e Bartoloineo Cristofori, si veda l'eccellente lavoro di. M. FABBRI, « L'alba del pianoforte - Verità storica sulla nascita del primo cembalo a martelli », in Dal clavicembalo al piotroloi h' , i minicro unico] a cura di F. Mompellio, in occasione del « V Festival Pianistico Internazionale "Arturo Benedetti Michelangeli" », Brescia -13ergamo, 1968, 1)1). 34-53 379 Provincia di Lecce - Mediateca - Progetto EDIESSE (Emeroteca Digitale Salentina) a cura di IMAGO - Lecce PRIMO PIANOFORTE VERTICALE, vista prospettica. Questo strumento si trova attualmente presso il Museo del Conservatorio di Musica « L. Cherubini » in Firenze. Provincia di Lecce - Mediateca - Progetto EDIESSE (Emeroteca Digitale Salentina) a cura di MAGO - Lecce fatta da Cesare Ponsicchi, come egli stesso ci racconta in un suo articolo (3). Costruttore e ideatore del così detto primo pianoforte verticale fu Domenico Del Mela, di Galliano nel Mugello (Firenze), del quale, stando al risultato delle ricerche siri qui compiute, non abbiamo alcun dato biografico, tranne quello che, in via di ipotesi, fu asserito da Arnaldo Bonaventura (4). Il De Mela conosceva il Cristofori? Esistevano rapporti fra i due geniali cembalari? E' questo un problema per il quale abbiamo compiuto molte ricerche, destinate purtroppo a rimanere fino ad ora senza esito. A carta 27 dell'Inventario di diverse sorti d'instrumenti musicali in proprio del Serenissimo Sig. Principe Ferdinando di Toscana, redatto nell'anno 1700 (5), si legge: « un cimbalo in piedi o sia ritto (6) [...] alto braccia tre e soldi sedici (7), largo nel davanti braccia uno e soldi nove » di Bartolomeo Cristofori. Ora, sia la denominazione di cembalo ritto, sia la segnalazione inerente alle misure dello strumento ci fanno supporre che si trattasse di un vero e proprio clavicembalo verticale; quindi al Cristofori non dovevano mancare esperienze dirette anche circa la forma verticale da assegnare agli strumenti a tastiera (8). Noi, per la verità, riteniamo verosimile che il Del Mela conoscesse le esperienze del Cristofori. Ciò che ci ha fatto pensare ad una connessione fra le esperienze del Cristofori e quelle del Del Mela, è la lettura di alcuni brani del testamento « rogato il 23 marzo 1729 [stile moderno: 1730] da ser Niccolò Milani », in cui, fra le altre cose, si dice che il Cristofori (3) C. PONSICCHI, « Il primo pianoforte verticale », in La nuova musica - pubblicazione musicale mensile n. 24 - Firenze, dicembre 1897, p. 2. (4) A. BONAVENTURA, « Domenico Del Mela e il primo pianoforte verticale », in Bollettino della Società mugellana di Studi Storici, IV, 1928, n. 1; pp. 1-10 [estratto]. (5) Questo inventario si trova presso l'Archivio di Stato di Firenze, Guardaroba mediceo, n. 1117, anno 1700; esso sarà pubblicato nel volume in corso di stampa di V. Gai. (6) Se questo strumento avesse avuto anche la caratteristica di essere suonato dall'esecutore che stava in piedi (e non seduto) è difficile dire e non possiamo qui dilungarci su tale argomento. Comunque è utile consultare: L. PARIGI, « Del suonare in piedi gli strumenti a corde da tasto », in Collectanea historiae musicae, vol. H Firenze, Olschki, 1957, pp. 345-350. (7) Il braccio come misura fiorentina « equivale a 58 centimetri », il soldo equivale alla « ventesima parte del braccio di misura fiorentina ». Cfr. P. FANFANI, Vocabolario della lingua italiana,... Firenze, Le Monnier, 4 a ed., 1913, [lemmi: Braccio e Soldo]. (8) Contrariamente a quanto asseriva A. BONAVENTURA, nell'articolo citato, p. 8. 3st Provincia di Lecce - Mediateca - Progetto EDIESSE (Emeroteca Digitale Salentina) a cura di IMAGO - Lecce *-5, 4 “44{4e, • 1-4 ,-A;714.3 gi-t /t 14?-4-t--) - ‘e« Ì L__ 91.c4414.4eizt;( ./ e-4 ec-0-404.--ce., 5* 45L. c77.1"ri 44,7L-v „dr) eiSru.00Z4Ja~1~4#-0 2>tryítt, ‘ 4_ , iy,„r4.£,L • t‘.uttliC4~ 'V0,4 497,.£445rt-Oic 41(ktit249!44/fre C4 • ‘..k. t, c (1',É47et-c•-) 1,f424---0 ,(24021 4,444 tallfm) /;`«"A 4.716'ista-) )7-3 (, ".7 7.12, 444:444 "7£4#51~2 riatta., ":071,,,...2)0 -: yè,..444 ‘f4 rg dir4341r ‘ 1044.4.) »ter74-p imir . 4,7 f-itt“-Z-e.> 13 (~srd,/ 4 , 0.;0,47 c.-;'411° y .F2eez4.0_yr., 4 vil4-4 . n-4 # 7,: tet#75«404 f;. "Un. ; c 91; itz4rvs‘zr‘,1,..0-f-o.24"; 4».4 pt p: 90,3 -;%- 11. 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Provincia di Lecce - Mediateca - Progetto EDIESSE (Emeroteca Digitale Salentina) a cura di IMAGO - Lecce « Vuole che IuiIo quello che di lui si trova di mobili e masserizie, abiti e biancherie, str►menii di qualunque sorte ed arnesi da fare tali strumenti e tutto quello che vi potesse° essere di P roprio alla sua morte, siano consegnati alle signore Anna e Margherita sorelle Del Mela figlie del quondan Giovanni per remunerazione della continua assistenza prestatagli nelle sue malattie e indisposizioni, e anche a titolo di carità; e inoltre scudi 200 in contanti. Lascia scudi 5 per una volta soltanto a Giovanni Ferrini suo aiuto, per ragioni di legato e per qualche recognizione per la buona servitù prestatagli » (9). Le sorelle Aiina e Margherita Del Mela erano parenti di Domenico Del Mela? Nel caso in cui fosse possibile accertare un grado di parentela, si potrebbe arguire che gli arnesi del Cristofori possano essere finiti nelle mani di Domenico Del Mela? Perché gli arnesi ecc. non furono lasciati a Giovanni Ferrini (10), nel testamento del Cristofori precedente a quello citato? (11). Nonostante tutti i nostri interrogativi, non crediamo che Del Mela abbia copiato dal Cristofori, perché la meccanica di questo primo pianoforte verticale, di cui ci stiamo occupando, non ha niente in comune con le meccaniche, da noi conosciute, costruite da Bartolomeo Cristofori; ammenoché il Cristofori non avesse fatto degli esperimenti, poi abbandonati e successivamente finiti nelle mani di Del Mela: cosa questa alquanto difficile, anche se fosse accertata la parentela fra le eredi degli arnesi e il cembalaro mugellano. Ciò che è da ritenere verosimile (sempre, s'intende, nell'ambito delle ipotesi)è che il Del Mela abbia conosciuto l'opera del Cristofori e di essa si sia servito per costruire il pianoforte verticale; ma sarà meglio attendere ulteriori ricerche per sostituire le ipotesi attuali con dati più sicuri. Il pianoforte di Domenico De Mela si compone di un tavolo portante rettangolare di legno massiccio, il cui pianale è cinto su tre lati da una cornice lavorata a mano, e di una fascia sotto piano. Il predetto pianale è sorretto da quattro gambe di sezione, per così dire, rettangolare, sagomate sul fronte e collegate nei lati corti da una colonnetta tornita e da un bastone rotondo (12). Dal pianale mobile del tavolo si diparte in posizione verticale un fondale. Sul mobile finora descritto si (9) Cfr. L. PULITI, Della vita del Ser.mo Ferdinando dei Medici Granprincipe di Toscana e della origine del pianoforte - Cenni storici - Memoria letta nell'Adunanza del dì 7 Dicembre 1873 », ... in Atti dell'Accademia del R. Istituto Musicale di Firenze, anno duodecimo, Firenze, Stabilimento di G. Civelli, 1874, p. 132. Di questo testamento ne fu pubblicato, ovviamente, dal Puliti soltanto il riassunto, ovvero ne erano state estratte le parti che egli riteneva più interessanti. (10) Aiuto del Cristofori e cembalaro di professione. (11) Cfr. L. PULITI, Op. cit., pp. 132-133. (12) Probabilmente in sostituzione della seconda colonnetta, che deve essersi rotta in tempi alquanto remoti. 384 Provincia di Lecce - Mediateca - Progetto EDIESSE (Emeroteca Digitale Salentina) a cura di IMAGO - Lecce 001. 4) Provincia di Lecce - Mediateca - Progetto EDIESSE (Emeroteca Digitale Salentina) a cura di IMAGO - Lecce 150 310 PRIMO PIANOFORTE VERTICALE, meccanismo, disegno tecnico e prospettico. Provincia di Lecce - Mediateca - Progetto EDIESSE (Emeroteca Digitale Salentina) a cura di IMAGO - Lecce pone il pianoforte propriamente detto, costituito da una cassa armonica nella cui base è inserita la tastiera che si compone di quarantacinque tasti, di cui ventisette, di legno giallo, intagliati sul fronte e diciotto neri. Sui fianchi, due maniglie snodabili permettono di togliere lo strumento dal tavolo portante. Sulla superficie frontale della cassa (che potremmo considerare come tavola armonica) vi sono: una rosetta traforata e intarsiata perimetralmente con una piccola decorazione; le corde e i loro Aironi; un bordo che s'innalza diagonalmente da destra a sinistra verso l'alto dove poggiano le corde (13); una lista orizzontale finemente lavorata che copre il punto in cui vengono percosse le corde. Per quanto riguarda la parte interna, cioè la meccanica, essa fu così descritta dal Ponsicchi (14). [...] « la tastiera e la meccanica » « constano: di un tasto-leva col suo asse a 2/3 della lunghezza, ciò che ha obbligato l'artefice ad alleggerirlo dalla parte davanti, e caricarlo di piombo dietro per la libera azione; un'asta a guisa di saltarello incanalata in due guide, che porta il movimento all'altezza voluta; due leve a rotella, introdotte e imperniate nello stesso incastro del regolo a pettine, costituenti il movimento meccanico. La prima leva è ammagliata coll'asta che chiameremo spingitore, l'altra è libera nella sua azione, inguidata però nella prima con un grosso filo d'ottone ad arco, come usò dopo Erard. La prima leva, oltre alla maglia che la tiene unita all'asta, ha ancora un'altra unione colla medesima, fatta a guisa d'arco che le serve di freno alla spinta. Data la mossa al tasto, l'asta spinge la prima leva mediante le ammagliature, e le fa descrivere una porzione di arco di cerchio, ed arrivata al massimo del movimento voluto, l'asta tocca con l'estremità guarnita di pelle l'arco della rotella e si ferma. La seconda leva funzionante da martello e che era appoggiata alla prima, si trova trasportata dal movimento di questa e si porta direttamente colla sua lunga testa a forma di zoccolo di cavallo fin sulle corde facendole vibrare, ed in forza di una molla che agisce sulla rotella viene respinta e torna a riposarsi sulla prima leva. Giova avvertire che questa prima leva col suo movimento rotatorio, mediante un gancio, ha presa nella briglia che tira a sé lo smorzatore situato sull'angolo del pancone, e che, nel movimento, si è staccato dalla corda per ritornare a posto quando si leva il dito dal tasto. Dal complesso dell'azione si vede che mancano a questo meccanismo due cose essenziali, lo scappamento ed il freno che, già eseguite dal Cristofori, non furono rimesse in azione che alla fine del secolo passato e con molto accorgimento dall'Erard. Inoltre la stranezza di voler colpire le corde per di dietro ha portato la conseguenza di avere l'azione molto lontana e di costringere a dare una forma curiosa al martello che ne rende oscillante l'azione. Nonostante queste mende che si giudicano ora col progresso acquistato dalla meccanica, non si può negare al Del Mela il diritto di inventore per avere applicato l'azione del martello sul clavicembalo a corde verticali ». In una sbarretta di legno posta di fronte alla tastiera è scritto: P. Dominicus del Mela de Gagliano (15) inventor fecit anno MDCCXXXIX. (13) Che viene chiamato ponticello. (14) Articolo citato, p. 3. (15) Galliano. VINICIO GAI 3S7 Provincia di Lecce - Mediateca - Progetto EDIESSE (Emeroteca Digitale Salentina) a cura di IMAGO - Lecce