06 - Literary

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06 - Literary
BARDO (pron bardò) in franc.
\ Piangere Flebo Ridere
La rad PLAK placare, pare si sia sviluppata da PLAG piangere per sofferenza cui PLAGA percossa e il lat PLANGERE
(battere) percuotersi il petto, donde il percorso ital Piàngere, Piangènte, Piangèvole, Piangitòre, l’iterativo Piangiucchiàre, e
l’astratto Piànto da PLANCTUS col composto Piantorìso (piangere e ridere), il prefissato Compiàngere cui il Pp Compiànto.
Eppoi, in complanare, la variante Piàgnere con l’iterativo Piagnucolàre, Piagnucolamènto e Piagnucolòso, Piagnistèo o
Piagnistèro dal medv PLANGISTERIUM, Piagnòne cui Piagnòni “seguaci di Girolamo Savonarola (1452-1498), altrimenti
detti Fratèschi o Bigotti”, eppoi Piagnonerìa e Piagnonìsmo, l’ancora variante Piangolàre con Piangolòne e Piangolòso; il
percorso continua in Piàga con Piagàre e Piagòso, la locuzione biblica Le dieci piaghe dell’Egitto, il prefissato Impiagàre (IN
illativo) con Impiagamènto e Impiagatùra, fig dal lat PLAGA percossa (omn di PLAGA plaga) e questo dal gr PLEGE colpo
cui Plèttro, la pennetta per far vibrare le corde musicali, metaf un colpo d’ispirazione artistica, dal lat PLECTRUM già gr
PLEKTRON, Plegìa e i suff PLEGIA-PLEGICO, cui Paraplegìa (pref PARA) con Paraplègico e la composizione
Paraolimpìadi (Paraplegico e Olimpiadi su calco ingl PARALYMPCS) e Cerebroplègico.
Il lat comtempla ancora FLERE piangere, da rad onomatopeica PH L, cui Ploràre e Plòro, i prefissati Deploràre con
Deploràbile, Deploratòria, Deploraziòne e Deplorèvole questo con suff ital di aggettivo verbale attivo EVOLE; Imploràre con
Implorànte, Imploratòre, Imploraziòne.
Il lemma prefissato Esploràre, cui Esploratòre ed Esploraziòne, non può avere nulla in comune con Plorare di piangere;
pseudoetim in questo percorso, deriverebbe invece dal gr PLANAOMAI vado errando cui un pref PLANO di motilità
(connessi con PLANO da PLANUS piano), con pref EX estrattivo e starebbe per osservare attentamente la pianura per
estrarne cognizioni atte ad evitare i pericoli propri di esposizioni all’aperto, successivamente in riferimento ad ogni luogo; il
percorso conta composizioni quali Planoconìdio (dal gr KONIS polvere, snm di Zooconìdio), Planogamète (botanica) questo
dal gr GAMETES accoppiati per la riproduzione.
L’ebr conta MERAGGEL per esploratore o spia, cui l’omologismo Marachèlla svoltosi nel senso di Bricconata; nessuna
connessione con Maràca “sorta di strumento musicale” questo omologismo dallo sp MARACA di genesi tupi.
La rad PH L aveva condotto ancora al gr PHLEPS PHLEBIS vena, in lat FLEBES vene, forse assimilando la fuoriuscita delle
lacrime (lat FLERE piangere) a quella del sangue dalle ferite, cui Flebìte con suff ITE per malattie acute, e il pref FLEBO in
composizioni quali Fleboclìsi con l’ellittico Flèbo, Flebografìa, Flebogràmma, Flebolìto Flebologìa, Fleborragìa (con
Emorragia), Fleboscleròsi o Flebosclèrosi (accento alla gr) col gr SKLEROS duro, Flebotomìa e Flebòtomo (questo sia
termine medico sia insetto dei Ditteri, sorta di zanzara) con suff da rad TEM tagliare, Flebotrombòsi (col gr THROMBOS
grumo di sangue); vrs in relazione alla debolezza riscontrante durante la pedita di sangue dalle vene, sono stati coniati i vari
lemmi Fièvole, questo con suff ital di aggettivo verbale attivo EVOLE, con Fievolèzza e il prefissato Affievolìre con
Affievolimènto, l’esplicito Flèbile.
Il termine Fleboclisi è composto col gr KLYSIS lavaggio cui Clìsma, Clistère; vrs connesso col rad di KHRISMA unzione di
Cresima.
Antitesi di Piangere è Rìdere, questo inv dal lat volg RIDERE, cui Ridacchiàre, Ridanciàno, Ridèvole, Ridènte, Ridìcolo o
Ridìculo da RIDICULUS nome di strumento di RIDERE cui Ridicolàggine, Ridicoleggiàre e Ridicolèzza con Ridicolozzàre,
e, coi pref, Arrìdere, Derìdere con Derisìbile, Derisiòne, Derìso, Derisòre e Dersòrio, Irrìdere con Irridènte, Irrisiòne,
Irrisìvo, Irrìso, Irrisòre con Irrisòrio, Risìbile con Risibilità, Sorrìdere con Sorridènte e Sorrìso, questo sostantivo e aggettivo
poetico. Nome astratto di Ridere è Rìso dal lat RISUS, cui Risàta, un locale mer Risolènte, Risolìno e Risòrio questo da un
tardo lat RISORIUS da RISUS. Il gr conta lo specifico GELAN ridere d’area armena, cui Gelàsimo e il composto Geloscopìa
che sta per “vedere, capire” l’individuo attraverso la sua maniera di ridere.
\ Secondo uno studio, esistono 19 modi di sorridere, di cui però solo uno è considerato di vera gioia, quello che muove il muscolo
orbicolare.\
Il Riso può manifestarsi con un Ghìgno, questo il devb dal franc GUIGNER tradotto in Ghignàre, i quali si tramutano in
Sogghignàre e Sogghìgno col pref SO (SUB), compreso Sghignàre, Sghignazzàre con Sghignazzamènto, Sghignazzàta,
Sghignazzìo e Sghignàzzo col pref S durativo e suff peggiorativo AZZO; dalla versione GRINAN-GRIGNIER l‘ital conta
Digrignàre e Digrignamènto col pref DI conclusivo e possibile connessione con GUIGNER.
Il gr conta BRYKHO io digrigno i denti cui Bruxìsmo “il digrignare durante il sonno”.
Di etim non accertato, l’ital conta Brùzzico “prima luce dell’alba”, ma si potrebbe asserire che sia connesso col
gr BRYKHO poiché al risveglio, si tende ad un a forma istintiva di masticamento.
\ Cetra Chitarra Liuto Gusla Vina
Strumenti musicali a corda, si contano Cetra e Chitarra; termini entrambi dal gr KITHARA cui il lat CITHARA svoltosi
nell’ital Cètra ma nei linguisticamente più fedeli Cìtera, Citarèdo con Citarèdico, Citareggiàre, Citarìsta con Citarìstica e
Citarìstico, Citarodìa; l’omn Cètra “piccolo scudo” è dal lat CAETRA omologato da una voce africana. Direttamente dal gr
KITHARA, l’ital ha ricalcato Chitàrra, cui Chitarràta, Chitarrìna, Chitarrìsta, Chitarròne e Chitarronàta. La chitarra elettrica è
datata 1931. Charango è l’omologismo di genesi sudamericana, d’etim non trovata, attraverso lo sp. e sta per “chitarrina
costituita da una conchiglia”.
Sorta di chitarra russa a forma triangolare detta BALALAIKA si traduce in ital così com’è nell’esot Balalàika o con
l’omologismo Balalàica.
La chitarra hawaiana a quattro corde è indicata con Ukulèle, esot di voce indigena che si traduce in “pulce”.
Liùto, con gli obsoleti Lèuto e Leùto invece, è l’omologismo dall’ar AL UD, attraverso il franc LEUT che ne ha saldato
l’articolo. Da Liuto, l’ital conta Liutàio e Liuterìa.
Sorta di liuto indiano è indicato con Sitar, esot di voce urdu (indiana).
La forma Lèudo o Leùdo vale per una sorta d’imbarcazione, termine attestatosi anche nel terzo snm di Liuto, fig per la forma
del sartiame; l’omn Lèudo è l’omologismo dal ger LEUTE gente e sta per “protetto dal signore (o dal re)”. Alla famiglia dei
liuti appartiene la Tiòrba o Teòrba, d’etim non rintracciato.
Dal serbo-croato GUSLA, l’ital ha adottato l’omologismo Gùsla o Gùzla “strumento a corda russo-slavo”.
Dal sct VINA l’ital conta ancora un Vìna “strumento ind a quattro corde”
SALA SALIRE SCANDALO
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SALA
Sàla è un termine polisemantico (o polisemico). Dal lat volg AXALIS, da AXIS asse, Sàla è l’asse delle ruote,
italianizzato Assàle con la perdita della prima sillaba AS-SALE(A). N’è rintracciabile un’attestazione nell’area
bal-slava AKSI, indoiran e gr AKS e da questo ancora il gr AKSON. Il gr HAM-AKS-A è il carro ad un solo
asse. Sala “erba palustre” (Ved Sale…). Sàla, dal franc SAL è originariamente una costruzione costituita da
un’unica stanza. (ted SAAL), cui Salètta, Salòne, il glb ingl Saloon.
Dal class SOLEA è giunto il percorso di Soleàre, Solèo (dal lat fig da SOLEA pianta del piede), Solètta o
Suolètta, Solettàre e Suòla, in connessiione con il collettivo lat SOLA di SOLUM suolo, cui Suolàre e il
prefissato Assuolàre o Solàre e Assolàre – questi da non equivocare con il percorso di “sole” - Suolatùra o
Solatùra, Suolifìcio tutti sovrapposti al lat SOLUM, cui Suòlo, il composto Soliflùsso “lento fluttuare del
terreno”, Sòglia dal volg SOLJA dal class SOLEA in origine sandalo poi suola cui il fig Sògliola da SOLEAM
con Solèidi “Famiglia di pesci”. Il termine Soglio, invece, è da connettere al verbo SEDERE (Ved Assessore…).
Il termine in omonimia si ritrova nel congiuntivo di Solere (che io) soglia.
Il tutto è connesso col tema indoeur SELO-SOLO insediamento umano. Eppoi il glb Soling “sorta di
imbarcazione a vela” attraverso l’ingl SOLE suola. Il lemma Sòllo “soffice” riferito al terreno è vrs connesso
con SOLUM.
I longobardi chiamavano SALA il palazzo, privilegiandone il significato collettivo (tante sale); donde il
toponomastico Sala per molti comuni: Sala Consilina, Sala Baganza... sorti intorno ad un palazzo.
\ Perché Saletto (di Breda di Piave nel trevigiano)
Sala sarebbe connesso col tema indoeur SELO-SOLO che sta per insediamento umano. Partiamo ora dal capoluogo Breda, il cui toponimo
pare discenda dal long Braida “fondo-proprietà terriera”. Nei latifondi era d’uso, per motivi pratici e anche di difesa, edificarvi una dimora
padronale. Sala, dal franc Sal, identificava la costruzione costituita da un’unica stanza ma i long avrebbero chiamato Sala il palazzo,
adottandone il significato collettivo (tante sale); donde il toponimo Sala per molti comuni italiani sorti intorno al palazzo. Ragionevole
supporre pertanto che Saletto identificasse un “palazzetto” nell’antica proprietà Breda (braida). Da non trascurare però il tema medit SALA
erba palustre, che avrebbe potuto portare a Saletto, un misurato fondo umido a ridosso del Piave, poi bonificato e reso produttivo e abitabile.
La Sala d’oggi è il vano di un’abitazione, ben arredato per essere adibito a “rappresentanza”, pertanto, il termine
è stato esteso includendo gli alberghi, i circoli, gli uffici pubblici; poi il concetto di “ben arredata” è passato a
quello di “arredo specifico”, assorbendo così gli ospedali con Sala operatoria, le biblioteche con Sala di lettura,
le palestre con Sala di scherma, la chiesa con Sala capitolare e finanche le navi con Sala nautica...
Il gr conta lo specifico EDAPHOS suolo, terreno cui il percorso ital Edàfico, Edafìsmo, Edafòbio (col suff BIO
sta per “animale che vive nel terreno”), Edafologìa, Edafon-èdafon “l’insieme degli organismi che vivono nel
terreno” su modello di Plancton.
Tornanado ad AXIS, da questo è pervenuto più esplicito il termine polisemico Asse-àsse cui il relativoAssiàle e
il prefissato Coassiàle (CUM associativo), il dim Assicèlla, Assero-àssero “stanga”, l’aggettivo biologico Assileàssile, Assìto ”pavimento o parete d’assi” e il sostantivo agricolo Asciàle da AXALEM con Ascialòne, l’accr
istologico Assòne o Axòne, meglio Assòni, con l’aggettivo Assònico, utilizzato nella terminologia scientifica
quale “collegamento tra neuroni” cui i snm Cilindràsse e Neurite. Asse è anche tavola così come oggi sopravvive
nella semant oltre all’organo meccanico.
Asse, dal lat ASSEM, è stata una moneta romana di tema med AS moneta cui Decùsse “dieci assi” con i fig
Decussàre e Decussàto. Eppoi Asso-àsso “carta da gioco importante” cui il fig “eccellente” dall’essere l’unità del
seme, con la locuzione Asso nella manica e il risvolto Piantare in asso (da solo) questo però meglio riferito ai
dadi il cui valore dell’uno è il minimo. Abassiàle (pref AB) è un termine botanico. Sommèsso (omn di
Sommesso “sottomesso”) dal lat composto SEMISSEM vale “mezzo asse” (SEMI ASSEM), unità di misura sett
per lunghezze usata dal XV sec.
\ Assometria Assonometria
Assometrìa o Assonometrìa, cui Assomètrico o Assonomètrico, dal gr AKSON AKSONOS asse e METRON misura, vale
misurazione sugli assi ed è il criterio geometrico descrittivo della proiezione parallela per rappresentare un oggetto sopra un
piano; pertanto si ha una sola immagine, ponendo in riferimento sia le sue dimensioni ovvero altezza, larghezza e profondità
sia un sistema di assi cartesiani ortogonali uscenti da una stessa origine. Insomma, è un metodo per dare volumetria agli
oggetti raffigurati, che tiene conto innanzitutto dell’intuizione. L’Assometria cavaliera o dimetrica obliqua mostra un oggetto
frontalmente dove il piano verticale è parallelo all’osservatore e quello orizzontale perpendicolare.
\ Spago Spaghetti
Il lat conta SCAPUS per assicella o rocchetto (del filo), già gr SKAPOS, cui l’attestazione metatetica SPACUM svoltosi
nell’ital Spàgo con il fig glb Spaghètti “sorta di pasta alimentare” plur del dim fig Spaghètto, con lenizione sett della c in g,
cui Spaghettàta, Spaghetterìa e la locuzione Prendersi uno spaghetto “spaventarsi” (dim di Spago) vrs in richiamo alla
locuzione Filo da torcere. Il termine Pìci vale “sorta di spaghetti di pasta fresca” termine dal senese.
\ Sugna Ala Volare
Il termine Sùgna, dal lat AXUNGIA, deriva sorprendentemente da AXIS asse, già gr AKS, composto con UNGUO unto (per
le assi dei carri). UNGUO è dal lat UNGERE variante di UNGUERE da un arcaico ONGWO, cui in complanare Ungereùngere o Ugnere-ùgnere con Ungimènto o Ugnimènto, Ungitòre e Ugnitòre, Ungitùra e Ugnitùra, Unguentàio, Unguentàre
inv dal lat UNGUENTARE, Unguentàrio e Unguentàio, Unguentière, Unguènto questo da UNGUENTUM, il composto
Unguentìfero; eppoi Unto-ùnto da UNCTUM e la variante Onto-ònto d’attestazione senese, Untàre, Untatòre, Untaziòne,
Untìccio, Untòre, Untorèllo, Untòrio, Untosità con l’obsoleto Untositàde, Untòso e Untuòso, Untuàrio, infine Unziòne dal
genitivo di UNCTIO UNCTIONIS con Unzionàrio. Il fenomemo della mutazione della O di ONGWO nella U di UNGUO,
dovuto al gruppo letterale ng, si ripete nell’attestazione di Spugna e di Unghia. Il termine Ungere può essere considerato
connesso con il sct ANAKTI da rad ENG. Il gr conta lo specifico ALEIPHAR ALEIPHATOS unguento, cui l’ital Alifàtico.
Il gr-lat AKS-AXIS, per la proprietà di articolazione, ha procreato il percorso con Asciàle, Ascia-àscia cui Asciàre, Asciàta e
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la variante Ascie-àscie dal lat ASCIA in connessione col ted AXT, Assinomanzìa con Assinomànte e Assinomàntico
(divinazione attraverso il lancio dell’ascia), eppoi Ala-àla con un dim Alùla dal lat ALA legato ad AXIS a sua volta derivante
dal gr A(KS)LA che riappare nel ted ACKSEL ascella, eppoi Ascèlla cui Ascellàre che vale “piccola ala” dal dim lat
AXILLA. Le Ali, infatti, si associano alle Ascelle dei volatili. In botanica è adottato il termine Ascella per indicare la parte
compresa tra il fusto e il picciolo. In percorso rad il lat COXA connesso in area celt, ger, ind, e che per diversi percorsi
semantici, può assumere altri significati di articolazione, cui Còscia con Cosciàle e Còscio con Cosciòtto, il prefissato
Scosciàre (S sottrattivo) cui Scosciàta, Scosciàto, Scosciatùra e Scòscio che nella danza vale Spaccata, Soccòscio col pref lat
SUB sotto riferito a un taglio di carne di suino; altro termine da macelleria, in riferimento a un taglio di carne dalla coscia è
Fèsa, adottato già nel 1869, di voce lombarda ma di etim non accertata.
Il termine Cuscìno (dal XIV sec), dal lat medv COXINUM, è un derivato fig di COXA e vale quindi semant “per appoggiare
le cosce” ovvero “per sedersi” successivamente esteso anche in “appoggiare la testa”, in connessione indoeur col franc
COUSSIN cuscino e COUCHER coricare. Cortacòscia era l’epiteto del normanno Roberto II (1051/1134).
Termine assonante è Cuscìtico cui Lingua cuscitica relativi ai Cusciti del sottogrupoo camitico.
Lo specifico lat è invece PULVINUS cuscino cui Pulvìno e Pulvinàre svoltosi in terminologia architettonica e botanica.
Dallo specifico gr PELEKYS ascia, il lat ha coniato fig PELECANUM “per la forma del becco” cui Pellicàno, la cui vita
media è di 45 anni, e Pelecanifòrmi “l’Ordine”.
Dal long SKINKO femore-coscia l’ital ha tratto l’omologismo Stìnco, rintracciabile nel friulano Stinc, cui Stincàta,
Stincatùra. Il lat conta lo specifico FEMUS FEMORIS femore, cui Fèmore tratto dal genitivo, con il relativo Femoràle.
Derivati da ALA, Alàta e Aleggiàre, Alàto, Aliàre “volare”, Aliànte, i composti Alalònga, Aleriòne “aquilotto” attraverso il
franc ALERION e Aleròne sempre attraverso il franc AILERON da AILE ala, Alìpede “che ha le ali ai piedi”, Aliscàfo,
Alìvolo. Alàre è un lemma straordinario d’inc e di riferimento, oltre ad essere l’aggettivo legato alle Ali, è relativo al lat
LARES, che erano le divinità del focolare, della casa, nipoti del Tevere per essere state procreate dalla figlia Lara; semant, ai
giorni nostri, gli Alàri (snm di Capitoni), appunto dal lat LAREM focolare, sono comodi arnesi di ferro, già di pietra, posti ai
lati (fig “ali”) atti a sostenere lo spiedo o la legna nel camino perché bruci nella migliore maniera. Coesiste ancora un Alàre
(sost Alàggio) dal franc HALER, traslitterato dall’ol ant HALEM tirare, cui Alabàsso. È il termine utilizzato nel lessico
marinaresco e sta per “tirare le funi delle vele per l’approdo”; in ogni caso, per insiemistica d’idee, il percorso semantico
potrebbe aver avuto origine dall’azione del tirare con la forza delle ascelle. Un secondo percorso semantico potrebbe aver
avuto avvio nel dover fissare le funi ai fianchi (ali) dell'imbarcazione.
Fuori percorso ALA, Alabàrda o Labàrda (per aferesi) poiché è l’omologismo dal ted HELMBART ascia da combattimento,
cui Alabardàta e Alabardàto, Alabardière; altri termini alieni Alabàstro dal gr ALABASTRON cui Alabastràio e Alabastrìno,
Aleatòrio e Aleatòre “soggetto alla sorte” direttamente da ALEA gioco di dadi cui Ale-àlea inv dal lat, ed ancora Aleàtico
che indica una varietà d’uva e la qualità di vino che se ne produce derivante dall’emiliano Aliadga “uva lugliatica” (di luglio)
cui il napoletano Agliànico. Eppoi, Alienìa “senza il funzionamento della milza” con Lienàle (aggettivo) dal lat LIEN milza
connesso col gr SPLEN SPLENOS e col sct PLIHA cui Splène (milza), Splenètico con Splènico, Splenìte (suff ITE per
malattia acuta), Splenizzaziòne e il pref SPLENO adattato per composizioni quali Splenectomìa, Splenocontraziòne, eppoi
Asplenìa “mancanza della milza” col pref A privativo (coniato nel XX sec) e un botanico Asplènio (già nel XV sec) col pref
AD allativo che vale “pianta per la cura della milza”; per il lemma Mìlza, l’ital ha preferito rifarsi al long MILZI, cui il
prefissato fig Smìlzo “esile” con S sottrattivo che semant sta “senza milza (pancia)”, vrs connesso in area indoeur con l’ingl
SLIM leggero. In parallelismo a LIEN troviamo REN RENIS e il suo plur RENES cui Rène, Rèni, Rognòne o Arniòne con
Rognonàta dal lat volg RENIONEM da REN RENIS, i prefissati Adrenalìna (snm di Epinefrina) questo dal lat AD REN con
doppio suff ALIS e INA (chimico) cui Adrenolìtico, Sderenàre o Sdirenàre (pref S intensivo), Surrène (pref SUR sopra) con
Surrenàle o Surrenàlico, con Ipersurrenalìsmo e Surrenalìte (suff ITE per “infiammazione”).
\ L’Adrenoleucodistrofìa è la nota grave malattia di Lorenzo Odone, deceduto nel 2008 all’età di 30 anni, che aveva ispirato il film “Olio di
Lorenzo” e successivamente il Progetto Mielina per lo studio di questa rarissima malattia; il tutto merito dei suoi genitori che erano riusciti
ad allungargli la vita grazie ad un empirico trattamento a base di acido erucico.\
Il gr conta lo specifico NEPHROS rene cui Nefrìdio, Nefrìte con Nefrìtico, Nefròide, Nefròma, Nefròne, Nefròsi con
Nefròsico o Nefròtico, il pref NEFRO adattato per composizioni quali Nefralgìa (gr ALGOS dolore), Nefrectomìa (gr
TEMNO taglio), Nefrocalcinòsi (gr CALX calce cui Calcino “fungo parassita” e suff medico OSI), Nefrocarcinòma (gr
KARKINOS cancro e suff medico OMA), Nefrocèle, Nefrogèno con Nefrogènico, Nefrografìa con Nefrogràfico,
Nefrogràmma, Nefrolìsi, Nefrolitìasi con Nefrolìto, Nefrolitotomìa, Nefrologìa con Nefrològico e Nefròlogo, Nefropatìa e
Nefropàtico, Nefròpe (col gr OPS OPOS aspetto,) Nefropèssi o Nefropessìa (gr PEKSIS fissazione cui il suff ital PESSIA o
PESSI) Nefroplegìa(con PLEGIA sofferenza), Nefròpsidi (gr OPS vista), Nefroptòsi (gr PTSOSIS caduta), Nefrorrafìa (gr
RAPTO cucio), Nefrorragìa (gr RHAGIA rottura), Nefroscleròsi o Nefrosclèrosi (accentazione gr), Nefrostomìa (gr STOMA
bocca), Nefrotomìa con Nefròtomo (con TOMIA taglio), Nefrotòssico, Nefrotropìsmo (gr TREPO io volgo) Ancora, il suff
NEFROSI in Idronefròsi, Litonefròsi, Pionefròsi (col pref dal gr PYON pus),
Ancora alieni nel percorso ALA, infine, Alacre-àlacre o il non proprio corretto Alàcre dal lat ALACER cui Alacrità vrs
connesso in senso fig con ACER acre, Alamàro omologismo dall’ar AL AMARA corda attraverso lo sp ALAMAR, Alàno
dal tardo lat ALANUS vrs in riferimento al popolo degli Alani, Aligùsta questo una attestazione ligure dal lat LOCUSTA
così riprodotto in ital Locùsta in complanare con Aragòsta d’identica rad; il gr conta lo specifico ATTAKOS locusta tradotto
nel lat ATTACUS, cui l’ital Attàcidi “Famiglia di farfalle notturne”.
Volàre arriva lungo un percorso a sé, dalla rad G(WOLU) rintracciabile in area ind a conferma dell’origine indoeur, cui il
devb Vòlo e i derivati, anche fig nel senso di “variazione improvvisa” o “evaporazione”, quali Volànda o Volàndola
“cascame” con Volandièro questo attestatosi nella terminologia dei trasporti, Volàno, il glb franc Volant cui il sostantivo ital
Volànte col dim Volantìno, il Ppres aggettivato Volànte, il sostantivo Volantìno dal significato di “foglietto volante” con
Volantinàggio e Volantinàre, eppoi Volàta (anche sportivamente in gergo ciclistico) con Volatòna o Volatòne, Volàtile con
Volatilità, Volatilizzàre o Volatizzàre e Volatilizzaziòne, Volàtica con Volàtico, Volatìvo o Volatìo, Volàto, Volatòre, i glb
la lacuzione franc Vol-au-vent “involucro di pasta sfoglia” fig che “vola al vento” per la leggerezza, il termine sportivo franc
Volée, l’ingl Volleyball “pallavolo” con l’omologismo Volleìsta o Vollìsta e Beach volley “pallavolo sulla spiaggia” ed
ancora i verbi Volicchiàre e il frequentativo Volitàre, Volièra e la locuzione sportiva Volo a vela cui Volovelìsmo,
Volovelìsta e Volovelìstico. Col pref IN illativo-incoativo l’ital ha coniato Involàre, Invòlo nel senso di “decollare”, mentre
con IN illativo-intensivo, l’omn Involàre nel significato originario di “rapire” riferito agli uccelli da preda, termine questo,
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oggi, utilizzato frequentemente nei verbali delle forze dell’ordine quale snm di Rubare. Col pref EX si conta il desueto
Svolàre cui Svolamènto e Svolacchiàre (questo col suff verbale attenuativo ACCHIARE dal suff dim-spregiativo ACCHIO)
nel senso di “volar via”; col pref durativo S e le forme tratte dal suff iterativo AZZO si conta Svolazzàre cui Svolazzamènto,
Svolazzànte, Svolazzatòre, Svolazzìo e Svolàzzo.
L’omn Volàre è dal lat VOLA palma della mano o pianta del piede, su calco di Plantare da Pianta. Se ne deduce che il
termine Volantino può essere una sovrapposizione lemmatica, dato che questo “foglietto svolazzante” è distribuito a mano.
\ Asciatico Ombra
Fuori percorso da Ascia, dunque pseudoetim, il termine Asciàtico dal gr SKIA ombra con il pref A privativo ed il suff
aggettivante TICO che sta ad indicare una derivazione (in questo caso dal sostantivo SKIA ombra), come, ancora un
esempio, in Fanatico da FANUM tempio; eppoi Sciènidi (Famiglia ittica) da SKIAINA pesce ombrina cui Scièna.
Altro termine composto col gr SKIA ombra è Schiascopìa con Schiascòpio (gr OPS occhio) di competenza oculistica.
Il lemma Ombra-òmbra è dal lat UMBRA da un ant ONDH-SRA col significato originale di cieco, tenebra, cui il percorso
Ombràre-Umbràre col prefissato anche fig Adombràre o Adombràre cui Adombràbile e Adombramènto, eppoi i diretti
Ombràtile o Umbratìle dal lat UMBRATILEM, Ombrèlla o Ombrèllo con Ombrellìno, Ombrètto (cosmetica), Ombrìa, il
pesce Ombrìna snm del gr Sciena, Ombròso, i composti Ombrellìfere (botanica) alle quali appartine il Coriàndolo “pianta
erbacea e confetto con seme di questa” considerato afrodisiaco, fig Coriàndoli “minuscoli dischetti cartacei da lanciare”,
termine corrotto da Coriandro dal lat CORIANDRUM già gr KORIANDRON, eppoi Ombrìfero, l’onomastico Ombretta; vrs
dal calo di luce naturale durante i rovesci, il gr ha coniato il termine OMBROS pioggia cui Ombrinàle “bocca di scarico
navale” dal gr OMBRINOS pluviale e il pref OMBRO per composizioni in botanica quali Ombrofilìa “(pianta) che resiste
alle forti piogge” e il suo opposto Ombrofobìa, eppoi Ombrògrafo e Ombròmetro snm di Pluviografo e Pluviometro; lemmi
pseudoetim ed omn, fonte di equivoci, Ombrofilìa “attrazione per ombra” e Ombrofobìa “timore dell’ombra. Attraverso la
variante sp SOMBRA ombra l’ital conta l’omologismo Sombrèro.
In persiano FISIAK è Ombrellino cui l’omologismo Fusciàcco o Fuciàcco o Fuciàcchio “il drappo ad ombrello sui crocefissi
in processione”, donde il fem Fusciàcca o Fuciàcca “fascia attorno alla vita”.
\ Sin dalla preistoria, l’Ombra era considerata la manifestazione dello spirito individuale, ovvero, per dirla in termini cristiani, dell’anima,
pertanto è sopravvissuto il suo significato di presenza ultraterrena, le Ombre, le Malombre; forse la superstizione di non aprire gli ombrelli in
casa n’è un dilatamento.metaforico.\
\ Tifone Tornado Uragano
Tifòne dal cinese T’AI-FUNG da FUNG vento che sta per accezione “vento di Formosa”, transitato dall’ingl TYPHOON vrs
in sovrapposizione al termine lat TYPHOS fumo-vapore poi semant febbre eccitante, cui Tìfo con Tìfico, Tifòide con
Tifoidèo, Tifòsi (suff medico OSI) e Tifòso “affetto da tifo”; eppoi il fig Tìfo (nello sport) cui l’omn-snm Tifòso “che fa il
tifo per…” con Tifoserìa; termini alieni Tifàcee (Famiglia botanica) dal gr TYPHE “sorta di pianta acquatica” alla quale
appartiene la pianta palustre Stiància d’etimo non rintracciato, il demotico Tifernàte relativo al toponimo lat Tifernum oggi
Città di Castello.
Tornàdo è dallo sp TRONADA tuono per svolgersi nel significato torrente attraverso l’ingl TORNADO tempesta.
Uragàno è l’omologismo attraverso lo sp dall’epiteto indigeno Maya HURAKAN del dio delle tempeste.
\ Nel 2005, l’uragano Katrina s’abbattè sulle coste statunitensi provocando 1.800 vittime; nel 2008, tra agosto e settembre, l’uragano Gustav
ha indotto all’evacuazione l’intera città di New Orleans. /
SALIRE
Salìre, con l’obsoleto Sagliìre, è inv dal lat SALIRE saltare, montare, cui Saliènte, con l’obsoleto Sagliènte, dal
Ppres SALIENS SALIENTIS con Saliènza vale “dal basso verso l’alto”, il prefissato Assalìre la cui rad SEL
liberarsi da... alzarsi lo ha sorprendentemente reso parente di Cònsole con la variante Cònsolo da CONSUL di
CONSULERE nel senso di deliberare, Consìglio 1 da CONSILIUM devb di CONSULERE nel senso di
consultare, Esule-èsule da EXSUL, Prèsule da PRAESUL, insomma tramite i pref COM-EX-PRAE; pertanto,
Con-sole “alzato di dignità pari a...”, Con-siglio “suggerimento od organo autoritario” nel senso di “alto”,
E-sule “non libero in patria”, Pre-sule “preminente tra la gente libera”. Resiliènte, poi, con Resiliènza, vale
“saltare indietro” dalla variante RESILIRE di RE SALIRE (pref RE inversione di moto).
In percorso semat e fig, da Console si ha il relativo Consolàre, il verbo Consolàre da CONSOLARI dalla
variante SOLARI nel senso di confortare, eppoi Consolàto, Consolatòre, Consolatòrio, Consolaziòne, il
prefissato Procònsole e un glb franc Console (pron consòl) “sorta di mobile” fig da da CONSOLATEUR “figura
antropomorfa che sorregge una mensola”. Da Consiglio si ha Consigliàbile, il verbo Consigliàre con l’aggettivo
Consigliàre o Consiliàre, Consigliàto, Consigliatòre, Consiglière, Consigliòri attraverso l’italo-americano
Counsellor su modello di voce siciliana, e Consiliatùra . Da Esule si ha il denm Esulàre “andare in esilio”
attestatosi fig in “essere estraneo”.
L’aggettivo Salàce “piccante, pungente, eccitante” è metaf dal lat SALAX, derivato da SALIRE cui Salacità. Il
lemma Assìllo, d’origine etrusca, cui Assillàre e Assillànte, è rimbalzato in ital dal lat AD SALIRE saltare, cui
ASILUS tàfano. Salìva inv dal lat SALIVA, già gr SIALON cui Salivàle, Salivàre e Salivaziòne con i prefissati
Insalivàre e Insalivaziòne (IN illativo), Salivatòrio, eppoi il prefissato Asialìa o Ascialìa (senza saliva, con A
privativo). Saliva è vrs la sintesi della locuzione lat AQUA SALIVA l’acqua che sale (in bocca), ricalcando
Acqua sorgiva che si riduce lemmaticamente a Sorgiva. Gli Sciàli sono le masserie marine, così chiamate lungo
la costa sud del Tavoliere dal fenomeno della salsedine, Acqua salsa, che sale dai muri, giusto come la saliva; il
termine è l’erede di un ant volg Scialìva o Scilìva per Saliva, dal gr SIALON, come Sciàlo (omn di Scialo da
Scialare), Scialorrèa o Sialorrèa snm di Ptialismo, Scialoadenìte o Sialoadenìte, Scialoadènte, Scialografìa, tutti
elencati in campo medico.
Calcando il franc TRESSAILLIR (TRES SAILLIR), l’ital ha coniato Trasalìre, dal lat TRANS SALIRE
sobbalzare per un’improvvisa emozione, cui Trasalimènto. In composizione con altri pref, la forma d’agente
SULTOR di SALIRE diventa Desultòre con Desultòrio “che salta”, Esultànza con Esultàre, Insultàre (saltare
addosso) con Insùlto, Sussultàre, Sussùlto, Sussultòrio o Sussultòria (pref SUB “da sotto”, con Ondulatorio253
Ondulatoria sono sovente in locuzione con “movimento tellurico” o “scossa di terremoto”).
Salamàndra, cui Salamàndridi (la Famiglia) arriva direttamente dal gr SALAMANDRA d’etimo sperduto, ma
per il fatto che l’anfibio frequenta le zone collinose e montane, si potrebbe pensare ad un termine derivato della
composizione della rad SEL di Salire con il primitivo MANUS, che sarebbe divenuto MANIS buono nel senso
di capace (a salire), e il gr DRAMEIN correre.
L’assonante Calamàndra “ sorta di legno color bruno” è la corruzione ital del toponimo ind Coromandel donde è
originario, donde la locuzione più attinente Legno di Coromandel.
Il lat SALIRE diventa SOLERE alzarsi cui il prefissato COM SOLERE attestatosi in CONSULERE deliberare
cui Consulènte e Consulènza, e nell’iterativo CONSULTARE cui Consultàre, il devb Consùlta, Consultatòre,
Consultaziòne, il glb ingl Consulting, Consultìvo, il Pp Consùlto, Consultòre, Consultòrio; diventa SALTARE
quale intensivo di SALIRE, cui Saltàre, Sàlto e Saltuàrio, i composti Saltasàssi “varietà alpina di pecora),
Saltimbànco, il prefissato Assaltàre denm di Assàlto e un Trassaltàrsi (doppio prefisso TRA). Risultàre o
Resultàre con Risultàto, Risultànza, Risaltàre con Risàlto composti con RI intensivo stanno fig per “più che
sporgere, emergere”, oltre naturalmente all’iterativo di Saltare.
Il verbo ital Solère, cui Sòlito, le locuzioni Di solito, Essere solito a…, il prefissato (IN di negazione) Insòlito da
INSOLITUM, Insolènte da INSOLENTEM (gà con valore di “insolito”) con Insolentìre e Insolènza da
INSOLENTIAM è dall’omn lat SOLERE essere uso di etim ignota ma d’origine indoeur; comunque, SOLERE
essere in uso è pur sempre metaf SOLERE alzarsi, ossia essere al di sopra rispetto al quale non si è più
avvezzi”.
I sacerdoti Salii, nell’antica Roma, erano danzatori sacri (coloro che saltavano…) e che a marzo onoravano il dio
con un lauto pranzo, donde il termine Saliàre nella locuzione Pranzo saliare; banchetto a parte, sfilavano in
processione per le strade con una coreografia di danza detta TRIPODIUM ossia ritmicamente in tre tempi, cui
l’ital Tripudio (Ved da Semplice a… Dubbio in Sette…).
Il lat conta comunque SCANDARE, verbo durativo di SCANDERE salire, dal quale sono pervenuti Scàndere,
Scansiòne con Scansionàre e Scansìre: in ingl SCANNING con il glb Scanner cui l’omologismo Scannerizàre
con Scannerizzàbile. Eppoi Scandìre, Scandagliàre con Scandàglio questo nome di strumento da SCANDARE
(suff AGLIO).
\ La notizia è del marzo 2008, la fonte è l’università di Bercheley negli USA; pare che abbiano trovato un sistema tecnologico per
scannerizzare l’attività cerebrale, ossia visualizzare le immagini pensate e sognate.\
Dal lat SCALA già SKANDSLA l’ital conta Scàla, dal tema rad SK-SKAND di SCANDERE salire, ma
nell’originario significato di mettersi in movimento, attestatosi anche nelle aree celt e ind; in area gr, la rad ha
portato a SKANDALON impedimento e, più esteso, in trabocchetto. In percorso, Scalàre “arrampicarsi”,
Scalàbile con Scalabilità, Scalamènto, il gerundio sostantivato Scalàndo, il marinaresco Scalandròne dal gr
SKALANTHRON lungo bastone inc con Scala e vrs connesso con Scalòccio “sorta di remo”, Scalàta, Scalàto,
Scalatòre, Scalèa e Scalèo, il fig geometrico Scalèno dal lat SCALENUS già gr SKALENOS disugualezoppicante cui le locuzioni geometriche Triangolo scaleno, Trapezio scaleno e l’anatomica Muscoli scaleni,
Scalèra, il dim Scalètta con Scalettàre, il composto Scalìgero “che porta una scala” cui Scaligero relativo alla
cognomastica Della Scala, ant signoria di Verona e che pertanto ha assunto il valore di Veronese, il dim Scalìno
con Scalinàre, Scalinàta, Scalinàto, Scalinatùra, il marinaresco Scàlo, il geometrico Scalòide (suff OIDE simile
a…), l’accr Scalòne. Le locuzioni Scala mobile, che oltre a indicare la scala elettro-meccanica esprime fig il
meccanismo d’adeguamento, praticamente parziale, dei salari al costo della vita, Scala a chiocciola, Scala a
libretto.
Lo Scàndio, elemento chimico, è così definito in onore dello scandinavo L. F. Nilson (1840\1899) lo scopritore;
vrs, a ogni modo, la connessione di Scandinàvia e Scandinàvo, uno Scandìnavo non corretto, col tema rad
indoeur SK-SKAND.
Per Scala si intende anche una base di misurazione, di comparazione, di classificazione: Scala Numerica, Scala
Ordinale, Scala d'Intervalli, Scala di Rapporti, Scala a Toni Interi (musicale), Scala Logaritmica.
Scalabrìno non ha nulla della radice, dal lat medv SCANABRINUS, era la persona incaricata di seppellire gli
appestati (il manzoniano Monatto), in allusione a SCARABAEUS scarabeo, per il suo istinto naturale di
sotterrare gli escrementi degli animali. Lo Scalabrino si è metaf trasformato via via nel ladro furbo che sa
nascondere la refurtiva e in persona scaltra.
Gli Scalabriniàni, infine, sono i missionari di S. Carlo, l’istituzione fondata da Giovanni Battista Scalabrini
(1839 \ 1905).
1
In russo Consiglio è tradotto in SOVIET, diffuso dopo la Rivoluzione d’Ottobre del 1917, cui l’istituzione dell’Unione Sovietica, meglio
URSS (Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche) sciolta del 1991; in percorso gli omologismi Soviètico, Sovietizzàre,
Sovietizzaziòne, Sovietologìa e Sovietòlogo. Eppoi il glb Sovchoz ellittico dalla locuzione SOVETSKOE CHOZJAJSTVO azienda (agraria)
sovietica, cui l’omologismo Sovcosiàno.
\ Gamma Camma
In senso fig, Scala è anche un termine musicale che vale Gàmma, questo dalla lettera gr gamma scelta inizialmente da
Pitagora (VI sec aC) per indicare il suono fondamentale Sol, successivamente relativo al Do come elaborato da G. D’Arezzo,
e poi passato ad indicare la scala musicale nella sua intierezza. Gamma sta anche per radiazione, per simbolo d’unità di
misura della massa, per composti chimici, onda elettromagnetica, sfumature di colore, cui Gammacìsmo, Gammàto,
Gammaùt o Gammaùtte (con UT, antica nota corrispondente al Do), i composti Gammaglobulìna, Gammagrafìa,
Gammapatìa o Gammopatìa, Gammaterapìa.
Càmma, invece, è l’omologismo dal franc CAMME già ol KAMM pettine, attestatosi semant in “eccentrico sagomato”, un
pezzo meccanico.
254
Relativi al matematico-filosofo Pitagora, l’ital conta Pitagòrico (anche temperanza di rigore) e Pitagorìsmo e, in locuzione,
Tavola pitagorica e Silenzio pitagorico. I pitagòrici sono così chiamati i tifosi del Crotone, poiché in questa ant città Pitagora
fondò la sua scuola.
\ Note musicali
Le note musicali sono un invenzione di Guido D’Arezzo (992\1050). Do si suppone sia la prina sillaba del cognome di G. B.
Doni (1594/1647) il quale la sostituì al precedente Ut (ancora ricorrente in Francia), che era stato tratto dalla parola iniziale
del primo dei versetti di un inno dedicato a S. Giovanni Battista, da UT QUEANT LAXIS; seguono in ordine le prime sillabe
di testa per ogni versetto in sequenza, quali Re da RESONARE FIBRIS, Mi da MIRA GESTORUM, Fa da FAMULI
TUORUM, Sòl da SOLVE POLLUTIS, La da LABIIS REATUM, infine il Si introdotto da Bartolomeo Ramis de Pareja che
lo trasse dalle prime lettere delle due parole dell’ultimo versetto SANCTE IOHANNE S. Giovanni. Solmisaziòne o
Solmizzaziòne, dalle note Sol Mi, indica un sistema didattico. La composizione Bemòlle o Bimòlle, invece, è un alterazione
di nota e in origine si riferiva al Si che in precedenza era indicato con Be, cui Bemollàre e Bemolizzàre.
\ Giubileo
Quale snm di Esultanza troviamo Giùbilo, dalla serie onomatopeica IU IU grido d’allegria cui il lat IUBILARE e l’ital
Giubilàre, Giubilaziòne. Il termine Giubilèo è dal lat cristiano IUBILAEUM dal gr IOBELAIOS attinto all’ebr YOBEL
capro (sacrificato), ma vrs è da connettere o da sovrapporre all’onomatopeico IU IU. Nel mondo cattolico il Giubileo ricorre
tradizionalmente ogni venticinque anni; nel 2000 c’è stato il Grande Giubileo a salutare il millennio.
SCANDALO
Scàndalo, dal lat eccl SCANDALUM, in percorso semantico SK-SKAND-SKANDSLA-SKANDALON, è il
termine che dal significato originario di salire, movimento, impedimento si è metaforizzato in insidia,
turbamento, discordia, seme d’agitazione pubblica, infrazione al comune senso del pudore e della morale.
L’associazione di Scàndere-Scàndalo ad Impedimento verrebbe dal fatto che le Salite sono dei reali intralci di
percorso. Scalata, dal significato reale di “salita” o di "disposizione graduale (come appunto i gradini)", si è
mutato metaf in quello di “ascesa al potere”.
Scala Mobile è l’espediente politico in regime di dissolvimento, che permette a stipendiati e pensionati di
adeguare, almeno in parte, le proprie competenze all’aumento del costo della vita. Escalation - italianizzato
Escalàre - è l’inglesismo adottato integralmente in ambito internazionale; fu coniato dal gen.Maxwell Taylor per
definire gli sforzi bellici in progressivo aumento. La semant lo ha già tradotto in “incremento graduale di
qualsiasi attività”; ma anche in ascesa carrieristica e sociale, in snm con Scalàta, il quale ultimo è qui preferibile,
per la sua genuinità di casa nostra.
Scaling è invece l'operazione eseguita da un esperto di Statistica, quando sceglie una tra le scale di misurazione.
\ Prefisso Suffisso TTERO PTERO
Branchiati Sauri
Suff di Ali è TTERO dal gr PTERON ala e PTERYKS PTERYGOS alato, cui Afanìtteri “Ordine di piccoli insetti” con il
prefissato APHANES invisibile (A privativo) da PHAINO io appaio, rintracciabile in Afanìte “pietra di paragone”con
Afanìtico; eppoi Ciclottèridi (Famiglia di pesci dei Scorpeniformi, alla quale appartiene il Lòmpo, questo attraverso il
composto ingl LUMPFISH pesce lompo ma di genesi ol), Coleòttero (coll gr KOLEON guaina) meglio Coleòtteri (Ordine
d’insetti) “ali con guaina” come la Coccinella e il Mèloe (questo d’etm non accertato ma vrs dal gr MELOS arto), eppoi
Dìttero o Dìptero “doppie ali” da DIPTEROS cui Dipterocarpàcee “Famiglia botanica” (col gr KARPOS frutto); Dittero o
Diptero è fig il tempio a doppia fila di colonne. Ancora, Emìtteri “mezze ali” (Ordine d’insetti emimetaboli, col gr HEMI
mezzo) o Emitteroidèi snm di Rincoti, Eudipte cui Eudipte ciuffodorato snm di Pinguino, Eteròtteri (col gr HETEROS altro,
Sottordine di Emitteri),Fenicòttero col gr PHOENIKS rosso ma anche Fenicottero rosa, Sauropterìgi o Saurotterìgi col gr
SAUROS rettile.
Nel termine botanico composto Coleòttile o Coleòptile “guaina delle Graminacee”, PTERON ala si trasfigura in PTILLON
penna leggera-piuma.
La forma greca PTERON ala, pur italianizzata TERO, è sovente preferita nei pref, cui Pterosàuri, Pterobrànchi (Gruppo di
fauna marina) questo con il gr BRANKHIA branchia, Pteròmalo questo col gr MALLOS fiocco di lana, eppoi i doppi
prefissati quali Apterigifòrmi (Ordine di uccelli) da APTERYGIFORMES, Apterigòti o Atterigòti (Sottoclasse d’insetti),
Aptero-àptero o Attero-àttero vale “tarpato” con Atterìsmo, tutti con A privativo nel senso di “assenza d’ali”.
In percorso da BRANKHIA l’ital conta Brànchia, Branchiàle, Branchiàti (muniti di branchie) con Dibranchiàti (pref DI DIS
“due”), rintracciabile nel termine Branzìno che vale “branchino”, il pref BRANCHIO adattato per composizioni quali
Branchiòpodi (Sottordine dei crostacei, col gr POUS PODOS piede) al quale appartiene il piccolo crostaceo delle saline
Artemia salina, Branchiosàuro, Branchiòstoma (come l’Anfiosso, col gr STOMA bocca), Branchiùri (col gr URA coda),
eppoi Elasmobrànchi (Superordine di pesci Condritti) col gr ELASMOS piastra, snm di Euselaci.
Dal gr SAUROS rettile-lucertola l’ital conta Sàuri (solo plur) con il pref SAURI cui Saurìschi col gr ISKHION elemento
scheletrico, il suff suff SAURO nei composti quali Brontosàuro col gr BRONTE tuono, il fig Burosàuro con l’ellittico di
Burocrate, Ceratosàuro con un pref tratto da Cera, Dinosàuro col gr DEINOS spaventoso, Mesosàuro col gr MESOS medio,
Ofiosàuro colgr OPHIS OPHEOS serpente, Plesiosàuro col gr PLESION simile, vicino, Stegosàuro col gr STEGOS tetto
(rettile a doppia cresta) eppoi Saìride “sorta di pesce” col suff IDE “simile”; il suo omn Sàuro, al sing, vale “colore giallo del
cavallo” ed è dal prvz SAUR secco fig come un prato arido; Famiglia di Rettili Sauri è indicata con Tèidi, omologismo dallo
sp TEYU (pron teyù) di genesi indigena dell’America meridionale.
Col gr STEGOS tetto, l’ital conta ancora le composizioni Stegòbio (sorta di coleottero, col gr BIOS vita) e qui occorre
precisare che STEGOS diventa dimora dall’originale tetto grazie alla figura retorica della sinèddoche; eppoi Stegocèfali
(Ordine di anfibi, col gr KEPHALE testa), Stegomìa (sorta di zanzara, col gr MYIA mosca).
\ Consiglio Chiesa
Un Consiglio può essere emesso da un Concilio; non è un pleonasmo perché i due termini hanno rispettive origini rad. Da rad
KELA battere (in tal caso nel senso di attrarre l’attenzione-chiamare) il gr EKKALEO io chiamo e il lat CLAMA
CLAMARE, cui Chiamàre con il devb Chiàma, Chiamàta fem sostantivato del Pp Chiamàto, Chiamatòre, il composto
Chiamavettùre, col prefissato reiterativo Richiamàre cui Richiamàbile, Richiamàta, Richiamàto e Richiàmo; il sett conta
255
Ciamàre che vale Chiamare, mentre nel mer si conta Skamare “lamentare” (che con S intensivo sta per “più che chiamare”) e
il gruppo sk è dato per imprimere il suono mer strisciante sc che precede quello duro della k, come in miskino (meschino),
skifo (schifo). Il percorso continua con un Clamàre cui Clamaziòne, Clamòre, Clamorosamènte e Clamoròso, i prefissati
Acclamàre con Acclamatòre e Acclamaziòne, Conclamàre con Conclamàto e Conclamaziòne, Declamàre con Declamàto,
Declamatòre, Declamatòrio e Declamaziòne, Proclamàre con il devb Proclàma, Proclamatòre e Proclamaziòne, Reclamàre
con Reclamàbile, Reclamànte, Reclamaziòne e il devb Reclàmo; attraverso ill franc RECLAME l’ital ha adottato il glb
Rèclame che da un iniziale “richiamo topografico” s’è attestato in “pubblicità” cui gli esot Reclamìstico, Reclamizzàre e
Reclamizzaziòne.
Il percorso conta ancora Clangòre o Clangòr dal lat CLANGERE gridare cui Clàng con Clàngere e Clànghete. L’ital conta
l’omologismo Clàcson cui Clacsonàre dall’ingl CLAXSON, termine connesso in area indoeur con il gr EKKLAEO, il lat
CLARUS e l’ital Clamare-Chiamare.
Clàsse da CLASSEM nome di strumento da un CLADERE, da un precedente CLASSIS chiamata di leva, reclutamento, cui
Classàre (adottato dal 1790) con Classaziòne (dal 1830) attraverso il franc CLASSER, snm di Classificare (dal 1797) e
Classificazione (dal 1799), e Classamènto, Classìsmo e Classistico, Clàssica e Clàssico da CLASSICUM cui Classicheggiàte
e Classicheggiànte, Classicìsmo e Classicità, Classicìsmo con Classicìstica e Classicìstico, Classicizzàre, eppoi Classificàre
con Classìfica, Classificàbile, Classificatòre, Classificatòrio e Classificaziòne, i prefissati Declassàre con Declassamènto,
Declassàto e Declassificàre, Surclassàre.
Classiàrio è dal lat CLASSIARIUS marinaio da CLASSIS reclutamento svoltosi nel significato di flotta. Classènse è il
relativo del toponimo Classe (Ravenna), il porto dove, guarda caso, erano in rada le navi della flotta di Augusto.
Dalla locuzione lat CLASSICUM CORNU segnale di raduno è sorto il lemma Chiàsso, cui Chiassàre, Chiassàta, Chiassòne,
Chiassosità e Chiassòso; svoltosi fig in Chiàsso viuzza-piccolo corso l’ital conta infine Chiassaiòla o Chiassaiuòla attestatosi
in “canale di scolo”. Chiàsso, da “viuzza” si sarebbe attestato localmente nel significato di “quartiere”.
Snm di Chiasso o Schiamazzo è Badanài o Badanàio o Tatanài , omologismo dall’ebr BE-ADONAJ.
Della stessa rad, CALERE-CALARE attivarsi (fig dal suo significato di essere inquieto), ma anche chiamare, cui Calatòre
(annunciatore), Calènde “il primo giorno d’ogni mese latino” e Calendàrio (scadenzario delle calende), Calendimàggio
(calende di maggio), Calèndola (fig il “fiore d’ogni mese” col dim Calenzòla o Calenzuòla e col snm Fiorràncio “fiore
arancio” cui il dim Fiorrancìno); dall’ar AL MANAKH calendario l’ital conta l’omologismo Almanàcco con Almanaccàre,
Almanacchìsta, Almanaccòne. Il percorso prosegue in Celebràre con Celebràbile, Celebràndo, Celebrànte, Celebratìvo,
Celebràto e il precfissato Incelebràto (IN negativo), Celebraziòne e Cèlebre (relativo al chiamare, convocare) ed il superlativo
Celebèrrimo dal lat CELEBERRIBUS, l’eccl Celebrèt, Celebrità, Concìlio (CUM CALERE convocazione) con Conciliàre,
Conciliatòre, Conciliaziòne e Conciliàbolo (suff BOLO dal gr BOLOS di BALLO metto), il prefissato Intercalàre verbo e
aggettivo, con Intercalàto snm di Interpolàto, Intercalaziòne. Dal gr EKKLESIA, da EKKALEO, e dal lat ECCLESIA
assemblea, adunanza, riunione, comunità fu coniato l’ital Chièsa, corrente già nel 1294, cui Ecclesiàle, Ecclesiàste,
Ecclesiasticamènte, Ecclesiasticìsta, Ecclesiàstico, i composti Ecclesiologìa con Ecclesiològico e Ecclesiòlogo,
Ecclesiofobìa che indica avversione per le chiese. In Italia esistono due comuni che, vrs, hanno un identica origine
toponomastica, Jesi nelle Marche e Jesolo nel Veneto; la rad potrebbe essere un’attestazione di un ant volg GIESIA Chiesa,
forse in riferimento a delle comunità quivi sorte. In particolare, il toponimo veneto Jesolo, la cui sonorità dialettale è infatti
giesolo, starebbe per “piccola comunità”, grazie al suff dim lat.
Dal rad KELA chiamare l’ital conta ancora il percorso di Chiàro dal lat CLARUS in grado di chiamare-sonoro (con suono
limpido) e fig luminoso, sereno, con l’onomastica Chiara e Clara cui Clarìssa nell’ordine religioso delle Clarìsse con
l’onomastico Clarissa (il suff ISSA è di genesi lat medv e si ritrova in Badessa e Diaconessa), e di molteplici lemmi,
Chiaràre, Chiaràta, Chiarèa, Chiareggiàre, Chiarèlla, spesso in complanare, quali Chiarètto con Clarètto, Chiarèzza e
Clarèzza, Chiarìa, Chiarificàre o Clarificàre con Chiarificànte, Chiarificatòre e Chiarificaziòne con Clarificaziòne, Chiarìre o
Clarìre e Chiarimènto, Chiarìna con Clarìna, la tecnica pittorica Chiarìsmo con Chiarìsta e Chiarìstico in antitesi a Scurismo,
Scurìsta e Scuristico, il superlativo Chiarìssimo, Chiarità con Chiaritàde e Chiaritàte o Clarità con Claritàde e Claritàte,
Chiarìto, Chiaritòio, Chiaritòre, Chiaritùdine o Claritùdine, Chiaritùra, Chiaròre o Claròre, eppoi Clarìno con Clarinètto e
Claròne dal lat CLARUS sonoro. Il percorso continua con i prefissati Acclaràre (pref AD), Declaratòria e Declaratòrio dal
lat DECLARARE, Dichiaràre con Dichiaramento, Dichiarànte, Dichiaratìvo, Dichiaràto, Dichiaratòre e Dichiaraziòne dal lat
DECLARARE, Preclarità con Preclàro (pref PRAE “superlativo”), Schiàrare da EXCLARARE con Schiarìre, Schiarimènto,
Schiarìta, Schiaritòio, Schiaritùra e, con il doppio pref, Rischiaràre e Rischiarìre (pref RI) eppoi i composti Chiaroscùro con
Chiaroscuràle e Chiaroscuràre, Chiarosonànte.
Termine alino Chiarantàna con le variazioni Chiarentàna, Chiarenzàna, Chiarintàna, Chiarinzàna e Chirinzàna, relativo al
coronimo Carinzia già Chiarentàna.
La stessa rad KELA-K(E)LA intende anche battere (Ved Clava… in Bastonare…), vrs da una primordiale maniera di
scegliere-chiamare-proclamare battendo una canna sulle spalle, un po’ come l’investitura di cavaliere usando la spada. Dalla
rad, infatti, il gr ha tratto KALAME stelo (del grano) e KALAMOS canna cui il lat CALAMUS e il percorso ital Càlamo con
Càlamo “sorta di Palma” questo snm di Penna (per scrivere), pertanto Calamàro e Calamàio e fig Calmàro “sorta di
mollusco” per la sostanza nera come l’inchiostro che secerne cui Calamarètto e l’attrezzo Calamarièra; la locuzione
Calamaro vampiro indica una sorta di mollusco.
Il gr conta lo specifico TEUTHIS calamaro (mollusco) cui il lat volg TOTIDUM svoltosi nell’ital Tòtano o Tòdano cui
Totanàra, omn di un Tòtaro “sorta di uccello” d’etim non rintracciato, probabile associazione fig per la sua livrea scura. Il
percorso continua con Calamìstro (strumento a canna per arricciare i capelli), Calamìta dal gr KALAMITA (ovvero l’ago una piccola canna- della bussola) cui Calamitàre, Calamitàto e Calamìtico, eppoi Calamòbio (sorta di coleottero, con
KALME stelo e BIOS vita), Caramèlla dalla locuzione lat CANNAM MELLIS canna del miele o canna da zucchero cui
l’obsoleto Cannamèle adottato già nel XIV sec, attraverso lo sp CARAMEL cui Caramellàre, Caramellàto, Caramellìsta,
Caramèllo e Caramellòso. Caramèlla è ancora fig snm di Monocolo.
Il glb Clàn, in lingua celt-gaelica CLAN, sta per famiglia, vrs connesso col gr KLADOS ramo e nulla vieta di immaginare
che gli appartenenti (del Clan) venissero radunati - chiamati - con suoni battenti (tamburo) K(E)LA; l’ital ha adottato
l’omologismo Clànico “relativo al clan”.
Altro termine derivato è Calamità (fig abbattimento, danno), dal lat CALAMITAS, cui Calamitòso. Intercalàre, invece, sia
verbo sia aggettivo, del percorso di “chiamare”, ha assunto il valore di “aggiungere-interporre”; pertanto, in risvolto
256
linguistico, l’Intercalare è la parola o locuzione che si interpone in una frase ma spesso meccanicamente pleonastica,
superflua, come lo strausato “Cioè”.
\ Calamo e Carpo, nella mitologia, erano due giovani amanti maschili morti durante una gara di nuoto nel fiume Meandro; il primo si tramutò
in canna ed il secondo in frutto di campo (Ved pref EPI in Mitra…), ad eterna memoria. Non può essere una coincidenza che la rad di
Meandro vale mutazione (Ved Dalla città ai meandri in Trivio…).\
\ Calare Intercalare
L’omn lat tardo CALARE o CHALARE sospendere è d’origine preromana, dal tema med KALA insenatura, cui il gr
KHALAO io allento, mollo (fig dal significato di scaricare in cala), dai quali è pervenuto, attraverso lo sp CALA, Càla col
dim Calètta, Calàre con l’omn-snm fig Càla “locale basso- immersione delle reti-intaglio alla base” ed anche “pasticca
d’ecstasy” in gergo giovalile, il gerundio sostantivato Calànda, il sostantivo Calàta dal Pp Calàto questo snm di Canestro
attraverso il gr KALATHOS canestro, Calasìa dal gr KHALASIS rilassamento col patologico prefissato Acalasìa (pref A
privativo) , Calatòia snm di Ribaltina, il composto Calavivànde o Calaprànzi qui nel senso di “discesa” tramite un apposito
ascensore; eppoi, dalle acque calanti, Calànco con Calànca “erosione argillosa” (appenninica), con il suff ANCA di tema
med, cui Calanchìvo e Decalàggio transitato dal franc DECALAGE scalamento.
Dal franc CALER incuneare, vrs connessione rad col lat CALARE (movimento in giù) l’ital conta Calètta “incavo” (omn del
dim di Cala) con Calettàre e i derivati Calettamènto, Calettatùra.
Con questo percorso è vrs connesso, fig o meno, il gr KALATHOS canestro cui Calàtide (botanica), Calàto “antico canestro”
eppoi Calàstra con Calastrèllo “trave-tavolone-attrezzo navale” attraverso il lat CALASTA; nel senso di “tavolone” è variato
con Catasta quale “impalcatura”. L’ital conta Calòtta attraverso il franc CALOTTE, vrs connesso col gr KALATHOS
canestro.
Nel volg sett si conta Calavèrna o Galavèrna “brina, nebbia” che pare significhi “che cala d’inverno”, in complanare con
Calabròsa o Galabròsa dove Bròsa sta per Brina; comunque, il termine Galaverna vale anche “attrezzo navale” e qui si
smarrisce o si confonde l’etim.
L’omologismo Kalàshnikov “sorta di fucile mitragliatore” prende il nome dal russo M. T. Kala.
\ Caldo Freddo Brivido
L’omn lat CALERE essere caldo, cui inv l’ital Calère “essere caldo” e Càle “è caldo - brucia - scotta...” questo da CALET
terza persona sing, ha generato CALIDUS poi il volg CALDUS cui l’ital Càldo, con Càlda, Caldàia colo veneto Caliera,
Caldàio o Caldàro e Caldaìsta, Caldamènte, Caldàna e Caldàno, Caldaràlla o Calderèlla, Caldarerìa, Caldarìna o Calderìna,
Caldaròne o Calderòne con il veneto Calieron, Caldeggiàre fig “sostenere-mantenere a caldo”, Caldèra con Calderàio o
Calderàro, questo snm di Stagnino e Magnano, Calderòtto, Caldèzza, il fig Caldìna “aiuola rivolta al sud”, Caldùra e
Calidàrio (nelle terme romane) dalla variante Càlido per Caldo, Caldùccio, eppoi l’idronimo Caldoli sul Gargano prodotto da
una sorgente d’acqua calda; la locuzione Caldo patologico indica una situazione meteorologica sfavorevole al benessere di
anziani e bambini, talvolta pericolosa per soggetti predisposti.
Il lat CALERE essere caldo, il franc ha tradotto in CHALOIR con valore di importare donde NONCHALOIR trascurare e il
glb Nonchalant “noncuranza”.
Un percorso forse connesso col veloce strofinìo della canna per ottenere il fuoco, la maniera tradizionale dei Boy Scout
“ragazzo esploratore”, una locuzione denominativa glb ingl dove SCOUT sta per “esploratore-scopritore” cui l’omologismo
Scoutìsmo, Scoutìsta e Scoutìstico, e BOY sta per giovane-ragazzo cui i glb Boyfriend “ragazzo amico (fidanzatino)” dove
FRIEND è amico rintracciabile ancora in Friendly “amichevole”, Girlfriend “ragazza amica (fidanzatina) dove GIRL è
ragazza, con, in locuzione, Family friendly “utile alle aspettative di una famiglia”, User friendly “di agevole uso” (nella
terminologia dei computer); eppoi Cowboy in origine “giovane mandriano”, poi esteso anche in età matura, dove COW
vacca, Playboy “giovane mondano (esteso anche qui in età matura)” da TO PLAY divertirsi, infine, in locuzione, Boy band
“banda musicale costituita da giovani”, Game boy “portatile per videogiochi” in origine studiato per i ragazzi, oggi pare sia
per tutti (marchio registrato), Golden boy “giovane di successo (ricco)” dove GOLDEN vale d’oro in senso fig, Teddy boy
“giovane teppista” diffuso negli anni Cinquanta dove Teddy vale ipocoristico di Edward, in riferimento alla moda in età
edoardiana nel vestire, ossia specifica al tempo di re Edoardo VII d’Inghilterra.
Alcuni incendi boschivi, nei campi di grano secco e simili, scoppierebbero appunto per autocombustione (in verità rarissima
rispetto alla dolosità), ossia per strofinio insistente tra steli o rami, provocato dal vento, con caldo torrido. L’azione
preistorica dello strofinio o di battere velocemente due pietre per procurare le scintille e quindi il fuoco, fa ragionevolmente
supporre che il verbo CALERE essere caldo sia derivato dal rad K(E)LA battere, lo stesso di Clava. Il percorso prosegue con
i prefissati Accaldàrsi (AD allativo), Preriscaldàre (PRE prima) con Preriscaldamènto e Preriscaldatòre, l’iterativo Riscaldàre
con Riscaldamènto, Riscaldàta, Riscaldàto, Riscaldatòre, Riscaldatùra e il sostantivo Riscàldo, Scaldàre (S intensivo) cui
Scaldàta, Scaldìglia, Scaldìno, Scalducciàrsi da Calduccio, i composti Scaldaàcqua o Scaldàcqua, Scaldabàgno, il metaf
Scaldabànchi, Scaldalètto, Scaldamàni o Scaldamàno, Scaldamùscoli, Scaldapiàtti, Scaldapièdi, il militaresco Scaldaràncio,
Scaldasèggiole, Scaldavivànde; termine alieno il letterario Scàldico donde la locuzione Poesia scaldica, snm della gr-lat
Poesia epica, relativo a Scàldo un poeta-guerriero alle corti scandinave, dal nordico SKALD. Eppoi Surriscaldàre (pref SUR
che vale “in eccesso” con Surriscaldamènto, Surriscaldàto e Surriscaldatòre, il tecnologico Teleriscaldàre (pref TELE lontano
sta per “riscaldamento da vapore in eccesso di centrale termoelettrica”) con Teleriscaldamènto, i composti Caldallèssa snm di
Ballotta “castagna lessa”, Caldarròsta “castagna arrostita”con Caldarrostàio o Caldarrostàro, e fedeli al lat CALERE,
Calefaciènte “riscaldante”(col Ppres FACIENS di FACERE fare) con Calefaziòne. Fuori percorso etim Caldàico, relativo alla
regione storica della Caldea situata tra la Babilonia e il Golfo Persico, cui Caldèi.
Il gr conta lo specifico LEBES caldaia, cui Lebète, un ant recipiente di bronzo eppoi di terracotta, che ha dato il nome anche
ad una moneta cretese sostituita dallo Statere; termini alieni in questo percorso Lebìste dal gr LEBIAS “sorta di pesce
d’acqua dolce” e Lèben “latte fermentato” dalla locuzione lat Mycoderma LEBENIS “agente fermentante
Verbo denm da CALIDUS è Scaldàre col pref EX durativo che dà il significato di una progressione di caldo; il processo
linguistico continua con Riscaldàre il cui doppio pref iterativo RI esprime valore intensivo e che raggiunge il massimo col
terzo pref SUR sopra in Surriscaldàre con Surriscaldamènto. Il Surriscaldamento del pianeta è indicato in area glb con la
locuzione ingl Global warming dove WORMING sta per riscaldamento.
Il percorso continua con Calìa (residuo di stagno dopo la lavorazione a caldo) dal lat CADIVA da CADERE cadere inc col
lat medv CALIDA calda, Calòre da CALOREM cui Calorìa Calòrico e Caloròso con Calorosità e Calorosamènte,
Calorizzàre con Calorizzaziòne, Ciàlda questo transitato dal franc CHALDE da CALIDA, il prefissato Accaloràre e i
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composti quali Calefaciènte, Calefaziòne e Calorìfico (da CALEFACERE scaldare con FACERE), Calorìfero attraverso il
franc CALORIFERE ma con il lat FERRE portare, Calorìgeno (col tem lat GEN generare), Calorimetrìa con Calorìmetro e
Calorimètrico. Dall’ingl WAFER cialda, si conta il glb Wàfer italianizzato Vàfer, termine adottato fig in elettronica.
Il gr conta lo specifico THERMOS per caldo, cui la locuzione THERMAI PEGAI calde sorgenti e il lat ne ha tratto la sintesi
THERMAE svoltosi nell’ital Tèrme con Termàle, Termalìsmo e Termalìsta, eppoi donde Tèrmico, Termidòro questo dal
mese rivoluzionario francese THERMIDOR (dal 19 luglio al 17 agosto) col gr DORON dono cui Termidorièno. Il toponimo
romano Termini (del quale prende il nome la stazione ferroviaria) è relativo alle Terme di Diocleaziano, sovente equivocabile
col significato di “termine” dei binari, non essendo una stazione di scorrimento. L’ital adotta il calco gr Tèrmos cui il prefsuff TERMO, il suff TERMIA-TERMICO in una nutrita serie di composizioni da Termoadesiòne a Termovisòre, passando
da Termocautèrio con Termocauterizzaziòne, Termocettòre (con Recettore),
Termocoibènte con Termocibènza,
Termoestesiòmetro, Termofilìa con Termòfilo, Termofobìa, Termòforo (col gr PHERO io porto), Termogènesi con
Termogenètico e Termogènico, Termoiòne con Termoiònia a Termoiònico (con Iòne dal gr ION), Termoosmòsi o
Termosmòsi, Termoretraìbile (con un derivato da Retrarre), il biologico Termotassìa o Termotàssi o ancora Termotattìsmo
(col gr TAKSIS schiera-disposizione), Termovalorizzatòre (trasformatore dei rifiuti in energia); eppoi da Aerotèrmo a
Xerotèrmo (Ved Fame… in Noto…) passando da Echistotèrmo (col gr HEKISTOS infimo), Ectotèrmo (col gr EKTOS fuori),
Endotèrmo (col gr ENDON dentro), Enotèrmo (col gr OINOS vino), Isallotèrmo o Isoallotèrmo (doppio pref gr ISOS uguale
ALLOS altro), Pecilotèrmo (col gr POILIKOS variegato), Stenotèrmo (col gr STENOS stretto). Infine da Alluminotermìa a
Stenotermìa passando da Diatermàno con Adiatermanità e Adiatermàno (A privativo), Diatermìa con Diatèrmico (dal
prefissato gr DIATHERMOS caldo profondo dove il pref DIA appare rafforzativo nel senso di oltre), Dicotermìa (col gr
DIKHA due parti), Ipertermìa, Pecilotermìa con Pecilotèrmico, Normotermìa (pref da Norma).
Col gr POLEIN vendee il lat conta TERMOPOLIUM “vendita di cibi caldi” antesignana della Tavola calda.
Dal 1929 l’ital conta un termine termodinamico Entalpìa tratto dal pref gr ENTHALPO riscaldo (EN illativo) conneso con
THERMOS.
Il gr conta ancora KAUMA calore solare, cui il lat CAUMA e, stante un risvolto fig, l’ital Càlma transitato dal prvz quale
termine marino. Calma non è affatto associato a Calmiere (Ved Canna… in Bastonare…); i suoi derivati semant e fig sono
Calmàre, Calmànte, Càlmo e, col pref S sottrattivo, Scalmàna, Scalmanàrsi, Scalmanàto, Scalmièra. Termine alieno
Calmùcco, questo relativo ai Calmucchi, una popolazione mongolica.
Opposto a Caldo è Frèddo dal lat FRIGUS svoltosi nel volg FRIGDUS da FRIGERE aver freddo dalla serie onomatopeica
BHR G. Curiosità etim del verbo lat FRIGERE friggere (Ved Consonanti Fricative in Metro…), è che s’è svolto in
enantiosmia nel FRIGERE aver freddo dalla sensazione di “pelle d’oca”, cui la voce siciliana Frittedda (minestra di fave,
carciofi e piselli, lasciata raffrreddare prima di consumarla) eppoi il percorso ital con Freddàre, Freddèzza, Freddìccio,
Freddolìna “sorta di pianta invernale” snm di Colchico, Freddolòso, il fig Freddùra con Freddurìsta, i prefissati Infreddolìre
con Infreddolìto, Raffreddàre con Raffreddamènto e Raffreddòre questo in uso dal 1795 soppiantando il snm Còriza o
Còrizza inv dallo specifico gr KORIZA catarro – muco, vrs di rad KER, già in uso dal XIV sec.
Il percorso continua in Soffreddàre con Soffrèddo (pref SO), e quello esplicito dal lat cui Frigidàrio (nelle terme romane), un
Frigidìno, Frigidèzza, Frigidità, Frìgido, Frìgo quale ellissi di Frigorifero, Frigorìa questo su calco di Calorìa, il composto
Frigorìfero con un glb franc Frigidaire, il glb ingl Freezer, il composto Refrigeràre inv dal lat REFRIGERARE denm di
FRIGUS FRIGORIS freddo (pref RE per verbi denominativi) con Refrigeramènto o Refrigeraziòne, Refrigerànte,
Refrigeratìvo, Refrigeràto, Refrigeratòre e Refrigèrio. L’ital conta ancora un pref FRIGO per composizioni quali Frigobàr,
Frigocongelatòre, Frigoconservaziòne, Frigorìfero con Frigorìsta, Frigorìgeno “che genera freddo” e Frigoterapìa.
Frigofobìa è l’avversione del freddo e delle cose fredde.
Fu W. Cullen nel 1748 che scoprì la proprietà refrigerante dell’Etere, poi ci fu O. Evans che progettò una Macchina
refrigerante migliorata nel 1859 da F. Carré. Il frigorifero fu prodotto e installato in serie con l’uso non più pericoloso del
Gas refrigerante il Frèon, questo nome commerciale che racchiude la composizione Clorofluorocarbùri.
Fuori percorso Frìgio, dal lat PHRYGIUS dal gr PHRYGIOS relativo alla regione della Frigia.
Da un secondo suono onomatopeico è nato il rad SRIG svoltosi nel gr RHIGOS-RHIGEO, cui il verbo lat RIGERE donde, in
sovrapposizione (o complanare) con FRIGERE aver freddo, si conta Rìgido con Rigidamènte, Rigidèzza, Rigidità e il
prefissato Irrigidìre con Irrigidimènto ed Irrigidìto, eppoi Rigòre con Rigorìsmo, Rigorìsta e Rigorìstico, Rigoròso con
Rigorosamènte e Rigorosità la locuzione inv dal lat RIGOR MORTIS rigidità cadaverica, la locuzione calcistica Calcio di
rigore e quella militaristica Arresti di rigore.
Dal lat volg BREVA, da identico tema med, ci viene inv Brèva, di rad europea localizzata nell’arco pirenaico-alpino,
d’origine onomatopeica B RR, vale freddo da tremare e, dall’inc col franc BISA “vento di nord est”, l’ital ha coniato
Brividìo, Brìvido, meglio Brìvidi, con Brividòso, il prefissato Rabbrividìre con la variante Abbrividìre (pref RAD o AD). Il
franc BISA deriva da un BISI che sta per grigio, vrs dal fatto che questo vento porta il cielo a coprirsi. Difficile trovare una
certa connessione fig con il volg veneto Bisi piselli, questo vrs sovrapposto a Riso nel piatto della gastronomia locale Risi e
Bisi “riso e piselli”.
\ Le terme
Tra le terme più note (tramandate a memoria) ricordiamo le romane Terme di Diocleziano e Terme di Caracalla fatte
costruire dagli omn imperatori, il primo Caio Aurelio Valerio Diocleziano in carica dal 284 al 305, il secondo Bassiano
Marco Aurelio Severo Antonino dal 211 al 217, cognominato Caracalla dal nome della tunica d’origine celtica che amava
indossare.
L’accesso alle terme era ammesso a tutti, senza distinzione di classe, anche per gli schiavi, utilissime per l’igiene personale,
dato che l’acqua corrente, nonostante la grandiosa opera dell’Acquedotto romano, non era diffusa nelle abitazioni, eccetto le
dimore gentilizie e degli arricchiti. Una grandiosa costruzione con annessi una sorta di supermercato e sala giochi, compreso
il gioco della palla, pertanto, che “nelle terme di Caracalla i romani giocavano a palla” è realistico. Nelle terme, oltre agli
appuntamenti d’affari, si coglieva l’occasione di corteggiamenti e d’incontri pù spinti; le donne infatti, inizialmente le
frequentavano in promiscuità con gli uomini, successivamente furono creati appositi spazi. Le Terme erano essenzialmente
costituite dalla SCHOLA sala d’attesa, termine dal gr SKHOLE riposo, dall’APODYTERIUM lo Spogliatoio, dal
TEPIDARIUMJ il Tepidario ossia l’ambiente di passaggio (usato anche come spogliatoio) tra il FRIGIDARIUM il Frigidario
questo per i bagni freddi e il CALIDARIUM il Calidario per il bagno caldo. Eppoi c’era il Laconico dove ci si sottoponeva a
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bagni di sudore in un ambiente caldissimo; il termine deriva dal gr LAKONIKOS in riferimento alla regione della Laconia in
Grecia, nel senso di “spartano” ossia fig “che resiste alla sofferenza”. Il tutto era completato dalla Palestra ginnica, dalla
NATATIO la Piscina, dove ognuno poteva praticare il nuoto e dalla sale dei Massaggi. L’acqua calda era prodotta nei
sotterranei tramite Forno e Caldaie attivati dagli schiavi e, insieme a quella fredda, convogliate separatamente con un
elaborato meccanismo di pompe e tubazioni. L’ingresso era gratuito per militari, bambini e schiavi. Una struttura
elegantissima rivestita di pregiati marmi, piastrelle e mosaici multicolori, arredata d’opere d’arte, La fine dell’impero con
l’invasione dei barbari comportò non solo il depauperamento dei rivestimenti ed arredi, ma riportò quel mondo civile e
progredito a ripiombare nella sporcizia e nella mancanza d’igiene, che perdurò per secoli, anche con i nuovi padroni nordici
civilizzati.
\ Colore
Termine astratto di CALERE essere caldo, in senso fig è Colòre da COLOR cui il denm Coloràre o Colorìre con Coloràbile,
Coloramènto, Colorànte, Coloràto, Coloratùra, Coloraziòne, Colorerìa, Colorìsmo con Colorìsta e Colorìstico, aggettivo e
sostantivo Colorìto, Coloritòre, Coloritùra, Colorizzàre con Colorizzàto, i composti Colorifìcio, Colorimetrìa con
Colorimètrico e Colorìmetro, i prefissati Decoloràre con Decolorànte, Decoloraziòne (DE di distacco), Discoloràre o
Discolorìre (DIS privativo), l’aggettivo Multicolòre o Molticolòre, Scoloràre o Scolorìre (S sottrattivo) con Scolorimènto,
Scolorìna e Scolorìto, Trascoloràre con Trascoloramènto.
La definizione di Daltonìsmo con Daltònico, omologismo dall’ingl DALTONISM, l’incapacità di percepire alcuni colori o di
vederli alterati, è legata al nome dello studioso J. Dalton (1766 \ 1844).
Il franc conta GRIS per colore inteso di “mescolanza bianco-nero”, pertanto l’ital adotta gli omologismi, cui Grisàglia o
meglio Grisàglie svoltosi da GRISAILLE, Grisatòio da GRESER schiacciare, per cui il termine, dato il colore indicato,
assume la semantica di pietra cui l’onomastico Ingrid attraverso il got GRIES pietra, e il percorso di Grìgio (il colore delle
pietre) cui Grigerògnolo (calco di Azzurrognolo), fig Grìgia (cattiva figura), Grigiàstro (suff ASTRO), Grigiòne (mammifero
dal colore del pelame), l’inv franc Grisette italianizzato Grisètta “grigio”, e le composizioni Grigioazzùrro, Grigiovèrde e
l’esot ingl Grizzly “orso grigio” sovrapposto a GRISLY spaventoso. Il Bigrìgio (grigio sia la cornetta sia il corpo) era un tipo
di telefono in auge prima dell’avvento del digitale. Il percorso del micidiale Grisù dal franc GRISOU (pron grisù) già
GRESOIS greco (dalla locuzione Fuoco greco) è vrs sovrapposto a GRIS per la sua scoperta tra le pietre delle gallerie
minerarie di carbone, cui Grisoumetro (pron grisùmetro) o meglio Grisùmetro e Grisoutòso (pron grisutòso) o meglio
Grisutòso. I termini Grisoumetro e Grisumetro sono omofoni ma non omografi, pur sinonimi.
Il lat conta lo specifico CANUS per Grigio, cui Càno o Canùto con Canutèzza da CANITIES, riferito per accezione al colore
dei capelli, e Canùtola, questo sorta di pianta, snm di Pòlio un suffrutice odoroso dal gr POLON.
D’etim non accertato è Scrèzio “varietà di colori”, fig “dissenso”, cui Screziàre, Screziatùra.
\ Pirenaico
Il termine Pirenàico ha il snm in Pirenèico, relativi alla catena dei Pirenei, forse connesso con il termine gr PYREN nocciolo,
seme ma anche nucleo, parte centrale cui Pirenomicèti (in botanica, con MYKES MYKETOS fungo) e Pirenòforo utilizzato
in Istologìa, cui Istològico e Istòlogo, questo prefissato ISTO cui il percorso Istochìmica, Istocompatibilità, Istogràmma, e
Istogènesi, Istopatologìa, dal gr HISTOS telaio-tela passato fig in tessuto organico cui Istòne.
\ Calendario Calende Calendario universale
Calendario Calende Calendario universale
In principio era Marzo. In realtà, l’antico calendario romano, attribuito a Romolo e che racchiudeva dieci mesi per un totale
di 304 giorni, incominciava da marzo, pertanto Quintile era il quinto mese, Sestile il sesto, Settembre il settimo, Ottobre
l’ottavo, Novembre il nono e Dicembre, l’ultimo, il decimo. Al tempo della monarchia dei sette re, riformatore Numa
Pompilio (700 aC) - cui il relativo Numàno - furono aggiunti Gennaio e Febbraio, per un totale di 355 giorni in riferimento
alle 12 lunazioni di 29 giorni e 12 ore, più un giorno, questo accreditato dalla superstizione popolare di cattivo auspicio,
ancora oggi considerato tale estendendolo a tutto l’anno (bisestile); la corretta successione scivolò di due posti ma furono
mantenuti, e sono rimasti, i nomi dei mesi combacianti con l’ordine primitivo. Giulio Cesare, poi, richiamandosi al moto
apparente del sole, lo portò a 365 giorni cadenzando ogni quattro anni un anno bisestile di 366. Bisestìle, da BIS SEXTUS
due volte sesto poiché in origine era inserito dopo il 24 (il sesto giorno dopo le Calende di marzo) identificato allora con 24
bis; il mese di Sestile, infine, fu ridenominato Agosto da Ottaviano (8 dC) in onore di Augusto. Così sarebbe avvenuto per il
mese di Quintile, diventato Luglio in onore di Giulio Cesare. Il calendario romano contava tre giorni fissi: le Calènde, dal lat
CALARE chiamare corrispondenti ad ogni primo del mese, quando il pontefice convocava il popolo per annunciare
ritualmente le feste religiose che si sarebbero articolate nel mese; le Nòne da NONAE di NOVEM nove (il nono giorno prima
delle Idi), corrispondenti al 5° giorno d’ogni mese ad eccezione di Marzo, Maggio, Luglio ed Ottobre quando ricadevano il
7° giorno. Infine, le Idi-ìdi da IDUS IDUUM da un tema EIDU non connesso con lemmi d’altre lingue, ogni 13 del mese ad
eccezione di Marzo, Maggio, Luglio ed Ottobre che sorrispondevano al 15. Storicamente, Giulio Cesare fu assassinato nelle
Idi di Marzo, ovvero il giorno 15.
Infine, il papa Gregorio XIII (1582), cancellò immediatamente dieci giorni per ovviare alla distorsione dei 12 minuti annui
inglobati nei secoli, spostando il giorno dell’anno bisestile in coda a Febbraio.
Le Calende, il primo giorno d’ogni mese lat, erano quindi contemplate esclusivamente dal calendario latino-romano, pertanto
la locuzione comune Alle calende greche nasconde metaf un’impossibilità.
\ Il “Circolo dei bisestili associa tutti coloro che sono nati il 29 febbraio. \
L’anno 2012 nel calendario d’Era Cristiana (dalla nascita di Gesù) corrisponde a
Era Ebraica 5771/2 ; calendario lunisolare ovvero su base sia lunare sia solare con cicli di 19 anni.
Era Induista 1934/35 Shaka Samvat – 2067/68 Vikram Samvat – 5113/14 KJali Yuga; il calcolo degli anni è originario
dell’epoca vedica basato sulle norme dette Jyautisha studio dei corpi celesti.
Era Buddista 2556, calendario lunisolare che trae origine dal trattato indiano “Surya Siddhanta” (non si dimentichi che il
buddismo nacque in India)
Era Cinese 4708/9; quale calendario lunisolare, include fattori di calcolo sia solare sia lunare, già adottato anticamente
dall'Impero Cinese e da diversi altri popoli dell'Asia
Era Islamica 1433/24 questa cronologicamente dal 622 dC quando Maometto fuggì dalla Mecca per ripararsi alla Medina in
Arabia Saudita, il cui evento è indicato con Egira-ègira dall’ar HIGRA emigrazione; è come se l’era cristiana si calcolasse a
partire dalla fuga di Gesù in Egitto. Medina quale toponimo, con l’omologismo demotico Medinènse, è inv dall’ar MEDINA
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città, cui in metonimia il termine Medìna “centro storico” sovente assimilato a Càsba queso omologismo dall’ar QASBA
fortezza ma anche la parte interna e fortificata di una città, corrispondente a Cittadella.
\ Suffisso ALE
Dito Ditale - Lingua Linguale - Ministero Ministeriale - Porto Portuale - Coro Corale – Porta Portale
Tale suff ALE, dal lat ALEM, si ritrova anche attestato in IALE o UALE per armonizzarlo al lessema. Suff aggettivante per
sostantivi d’origine latina, indica uno stato, una condizione, un’appartenenza, quali Ditale, Linguale e Glottale, Ministeriale,
Portuale, insomma va a sostituire una costruzione con le preposizioni Di Del Della Dello (di mano/manuale, del dito/ditale,
della lingua/linguale, della curia/curiale).
Ditàle è da Dìto dal lat DIGITUM - plur fem Dìta nel loro insieme (le dita di una mano), plur mas Dìti in particolare (i due
diti pollici) o relativi ai guanti, ad una generica quantità di misura - il fedele al lat Dìgita cui Digitàle con la locuzione
Impronta digitale, Digitàre; in percorso Diteggiàre, Diteggiatùra, i fig Ditèlla e Dìtola (sorta di fungi), l’accr Ditòne, il
prefissato Infradìto. Dal gr DAKTYLOS dito, svoltosi nel lat DACTYLUM, l’ital conta invece tutta una serie lemmatica, cui
Dàttero da DACTYLUS (per la sua forma a dito) sia delle palme che di mare (quest’ultimi appartengono alle forme protette);
il Tamarìndo, delle Papilionacee, è l’omologismo dall’ar TAMR HIND Dattero indiano connesso con Tamàrro “cafone”
dall’ar TAMMAR venditore di datteri. Il percorso DACTYLUS continua con Dattilìa, Dattìlico, Dàttilo, il prefissato
Adattilìa (con A privativo vale “privazione delle dita”, i composti dove il pref è DATTILO cui Dattilografìa con
Dattilogràfico, Dattilògrafo e Dattilografàre, Dattilogràmma, Dattilologìa con Dattilològico, il patologico Dattilomegalìa,
Dattilopatàggio, Dattiloscopìa con Dattiloscòpio, Dattiloscrìvere con Dattiloscrìtto, Dattilòttero “sirta di pesce” con il gr
PTERON ala cui Dattilotèrridi (La Famiglia), Dattilozòi o Dattilozòodi “sorta di Polipoidi” (col gr ZOION animale”).
Il Digitìgrado è l’animale che cammina appoggiando le dita, il Plantìgrado, invece, appoggia palmo e dita, ovvero la pianta
del piede, come l’Orso; il secondo membro Gràdo (omn di Grado da GRATUS grato) è dal lat GRADI camminare. Nel volg
mer d’Italia, Lu tigitale, con pron della g quasi c, vale ancora Il ditale. Il bretone conta BIZ dito donde BIZOU anello svoltosi
nel franc BIJOU con BIJOUTERIE, cui l’omologismo Bigiù con Bigiotterìa. Il Dito è segmentato in Falangi. Le dita sono
cinque: della mano s’indicano in Pòllice dal lat POLLEX rad connesso con lo slavo POLICI dito, Indice-ìndice (Ved rad
DEIK-DIK in Vendetta…). Pòllice è ancora una unità di misura di lunghezza già usata in diversi paesi; gli anglosassoni
(INCH pollice al plur INCHES pollici) l’avevano utilizzato insieme al Piede sino al 1995. In Italia, dove vige il sistema
metrico decimale, è adottato nella tecnologia meccanica come per l’ampiezza degli schermi televisivi o da computer;
equivale a 1/12 di Piede pari a 2,54 cm. In terminologia medica, il Duodèno “parte dell’intestino tenue” vale “lungo 12
pollici” dal lat DUODENI dal numerale DUODECIM dodici (12), cui l’aggettivo Duodenàle e Duodenìte (suff medico ITE
infiammazione) con Periduodenìte (suff PERI intorno).
\ Lo stereotipo dell’imperatore romano, con le dita chiuse a pugno e col solo pollice rivolto in basso, a sancire il colpo di grazia allo sconfitto
da parte del vincitore gladiatore o lottatore, è un falco storico, complice un dipinto del francese J. Leone Gerome (1872) che avrebbbe così
fatto cadere in errore la cinematografia; in realtà, il segnale di morte era raffigurato, al contrario, dal pollice verso l’alto e il segnale della vita
dal pugno chiuso attorno al pollice (arma sguainata e arma inguainata). L’artista, o chi per lui, aveva inteso la locuzione latina Pollice verso
come “verso il basso”.\
La distanza tra il pollice e il mignolo, con le dita aperte a ventaglio, è definita Spànna, cui l’aggettivo Spannàle, omologismo
invariato dal long SPANNA adottato dal XIV sec (riversatosi nel ted SPANNE palmo del piede), omn di Spànna questo
adottato nel XIX sec, un vitigno vercellese snm di Nebbiolo.
Mèdio e Mìgnolo (vedi Rad ME… in Lume…), Anulàre dal lat ANULARIS aggettivo di Anèllo, questo dal lat ANELLUS,
svoltosi nel volg ANELUM, dim di ANULUS e questo di ANUS anello anatomico, cui Ano-àno 1 con Anàle ed il percorso
Anellamènto, Anellàre, Anellàto, Anellaziòne, Anulìno; il termine Anèllidi utilizzato nella tassonomia animale identifica
specie come i lombrichi. L’ital conta Radància o Redància “anello di legno o metallo” d’etimo considerato sconosciuto, ma
nulla toglie che si potrebbe considerarlo in connessione rad con il percorso che ha portato all’ingl ROUND giro. Il long conta
BAUGA per anello cui Bòa “galleggiante per ormeggi e “sorta di aerostato” attraverso il genovese Boa cui le locuzioni Boa
aerea e Prezzo alla boa (per un naviglio simile alla locuzione Chiavi in mano) e la composizione sportiva Centrobòa che èil
ruolo di un giocatore di Pallanuoto.
Omn di Bòa “frana” dal franc BOUEE (Bouée pron buè) e di Bòa “sorta di serpente” già dal lat BOA svoltosi da BOVA con
caduta della letta v, cui Bòidi (la Famiglia, una sorta di ipocoristico di Boa con suff IDI) alla quale appartiene anche il Pitòne
(omn di Pitone “arpione”) dal gr-lat PHYTON, nome del drago mitologico ucciso da Apollo, termine adottato dal 1871 cui
Pitonìni (Sottofamiglia). Il lat tardo PHYTON vale anche indovino cui Pitonèssa e Pitònico “profetico” (dal XIV sec).
Linguàle da Lìngua, inv dal lat LINGUA dalla rad DNGWA, cui Linguàccia e Linguacciùto questo con il raro snm
Linguàrdo o la variante Linguàdro (suff ARDO), Linguàggio attraverso il franc ant LANGUAGE, Linguaiòlo o Linguaiòlo,
Linguàle, Linguàta questo, oltre al snm di Leccata” è ancora snm di Passera “pesce”, Linguàto “termine araldico”, Linguàtula
da LINGUATULUS di molta lingua con Linguatùlidi (tassonomia animale), Lingueggiàre, i dim Linguèlla, Linguìna (tipo di
pasta), Lìngula, Lìnguòla (ago di bilancia) e Linguètta con Linguettàre, Lìngula “parte anatomica e fig “sorta di spada
romana”, Linguòso, il composto Linguifòrme, i relativi alla Lingua (Idioma) quali Linguàio “ricercatore linguistico”,
Linguìsta con Linguìstica e Linguìstico; eppoi un Lìgula, termine zoologico e botanico, quale dim del lat LIGULAM
cucchiaio o piccola lingua da LINGUAM con scomparsa della lettera n cui Ligulàto da LIGULATUM.
La locuzione Lingua delle donne indica un dolce tipico marchigiano di Carnevale.
Quale prefissato, il percorso corta Slinguàre con Slinguàta (S intensivo).
Da LINGUA il lat conta il devb LINGERE leccare cui l’erotico Cunnilìngio “stimolazione della vulva con la lingua” dalla
composizione CUNNILINGUS con CUNNUS vulva cui Cunnilìnguo “l’agente”; ancora, i prefissati Monolìngue
(neologismo riferito a una copia redatta, in uso dalla seconda metà del XX sec) il cui plur unico è Monolingui in percorso con
Monolinguìsmo, in serie con Bilìngue aggettivo in uso dal XIV sec con il lat LINGUIS il cui plur unico è Bilingui, in
percorso con Bilinguìsmo e Bilinguità, in serie con Trilìngue aggettivo invariabile adottato dal XVI sec nel senso di parlare e
dal XIX sec in quello di scrivere in percorso con Trilinguìsmo, Quadrilìngue coniato nell XIX sec col plur unico
Quadrilingui, eppoi Mistilìngue e i snm Moltilìngue, Multilìngue, Plurilìngue.
Nella rad DNGWA, il passaggio della consonante iniziale D in L testimonia una emulazione sabina, giusto come è avvenuto
per Lacrima dalla rad DAKRU. Dal gr, altresì, l’ital conta Glòssa, da GLOSSA lingua e GLOTTIS, cui Glossàre, Glossàrio,
Glossatòre, Glossèma “annotazione marginale” e “unità linguistica con valore semantico” cui Glossemàtica con
Glossemàtico e Glossematòre, ancora i composti linguistici quali Glossagràmma, Glossofobìa che indica il panico di parlare
260
in pubblico,Glossografìa con Glossogràfico e Glossògrafo, Glossolàlia (col gr LALIA loquela), Glottologìa con Glottològico
e Glottòlogo, Glottotècnica con Glottotècnico, e i prefissati quali Alloglossìa con Alloglòtto (col gr ALLOS altro), Ioglòsso
(col gr HYO tratto da HYOEIDES che ha la forma della lettera y)
Poliglòtta o Poliglòtto, questo sia sostantivo sia aggettivo, con Poliglòttico e Poliglottìsmo (pref gr POLYS molto).
Eppoi, Glossìna (Genere d’insetti Ditteri), Glossodòride (Genere di Molluschi Gasteropodi), gli anatomici Glossofaringèo,
Glòttide “parte anatomica” da GLOTTIS cui Glottàle o Glottidàle, Glossìte (suff patologico ITE), il patologico Glossodinìa
(col gr ODYNE dolore), Glossoplegìa (PLEGIA “sofferenza”), Epiglòttide con Epiglòttico ed Epiglottìte (suff medico ITE).
L’ital conta Coinè o meglio l’inv Koinè che sta per “lingua comune sovrapposta ai dialetti”, termine tratto dalla locuzione gr
KOINE DIALEKTOS parlata comune cui le rare ital Koine culturale e Koine televisiva, dove KOINE è pertanto da
KOINOS comune. Il suff GLOTTO per il percorso Glottocronologìa con Glottocronològico, Glottodidàttica, Glottogènesi,
Ministeriàle da Ministèro, lat MINISTER servitore da un più ant MINUS piccolo, minore, cui Minestràre e Ministràre dal lat
MINISTRARE quale denm di MINISTER con il devb Minèstra cui Minestrrìna e Minestròne, i prefissati Amministràre (per
accezione, medicine e sacramenti, ironicamente “affibbiare”) con Amministratìvo, Amministratòre e Amministraziòne (pref
AD allativo), Somministràre con Somministrànte, Somministràto, Somministratòre, Somministraziòne (pref SUB sotto); il
Minìstro con un impossibile fem Ministrèssa, quindi, è correttamente il “servitore dello Stato”, con Ministrànte, Ministratòre,
Ministraziòne, Ministrèllo questo riadattato dal franc MENESTREL o ant MENESTRIER in Menestrèllo con gli obsoleti
corrispondenti Ministrière, Minestrière, Ministrièro; altro termine connesso è Mestière o Mestièri o ancora Mestièro,
Mistière, Mistièri e Mistièro attraverso il franc ant MESTIER dal lat MINISTERIUM che vale anche per Ministero, cui
Mestierànte. Quale snm odierno di Ministero (o Congregazione) è Dicastèro dal gr DIKASTERION “tribunale” (da DIKE
giustizia).
Nell’impero ottomano, il VISIR stava per ministro e la voce è dal persiano VIZIR. In ital si hanno gli omologismi Visìrre e
Gran Visir “primo ministro”.
Portuàle - sia aggettivo sia sostantivo - è dal lat PORTUALIS, da PORTUS, connesso con PORTARE, cui Pòrto, che in
origine indicava il passaggio di un fiume, il guado “portare di là” (omn di Porto”disponibilità” e di Porto Pp di Porgere), cui
Portofrànco dalla locuzione Porto franco, Portolàno, Portolàta o Portolàto e Portolàtto, Portuàle con Portualità, Portuàrio,
Portuòso con l’opposto Importuòso “privo di porto” e, inatteso, il termine prefissato fig Opportùno da OPPORTUNUS
prefissato OB PORTUNUS questo aggettivo di PORTUS tratto dalla locuzione VENTUS OPPORTUNUS vento che spinge
verso il porto (che porta al sicuro, giusto come il dio Portunus), con Opportunamènte, Opportunìsmo,Opportunìsta,
Opportunìstico e Opportunità cui Importùno “che disturba” col cambio di prefisso da OB a IN illativo, con Importunàre e
Importunità, eppoi l’opposto doppiamente prefissato (IN negativo) Inopportùno cui Innopportunamènte, Inopportunità; la rad
è PRTU ampliata dalla più antica PER traversare, al di là, connessa con la rad BHER portare e che si ritrova nel ted FURT –
in FRANKFURT (Francoforte) - e nel norvegese FJORD insenatura particolare, cui Fiòrdo. Quale consolidamento murario
nei porti, l’opera è definita Mòlo dal gbz MOLOS connesso al lat MOLEM mole. Dal toponimo ptg Oporto “O PORTO il
porto” è nato, diffondendosi in tutto il mondo, il pregevole vino liquoroso Pòrto.
Il suff ALE si ritrova anche unito ad un sostantivo per formarne un secondo, cui Corale, Portale … Coràle da Còro, lat-gr
CHORUS-KHORUS, che sta per danza con canti, cui Corètto “monofora interna di chiesa”, Còrico, Corìsta, connesso con il
suff CORIA da KHOREO mi sposto e che vale fig “disseminazione”. Nel gr, tuttavia, il termine KHOREIOS vale proprio
del coro, della danza, cui Coràgo o Corègo con Corègia “tributo” (richiesto per allestire un Coro, oggi Sponsorizzazione” e il
relativo Corègico, Corèico, Corèo (snm di Trocheo) col prefissato Dicorèo, Cordàce “sorta di antica danza di un coro
burlesco” dal gr KORDAKS, Corèuta e Corèutica, i composti Coreografìa con Coreogràfico e Coreògrafo, Chorofobìa
“avversione psicologica della danza, del ballo”, eppoi Orchèstico con Orchèstra e Orchestràre questi dal gr
ORKHESTRA spazio per il coro, cui anche Orchèstidi (crostacei detti volg “pulci di mare”), eppoi la locuzione avverbiale
corrente dal lat Coram populo “di fronte al popolo” dove CORAM vale fig “un insieme (in coro) di gente”. Cantato in coro è
l’inno; Inno-ìnno è dal lat HYMNUS già gr HYMNOS, cui Innàrio dal medv HYMNARIUM, il verbo Inneggiàre dal lat
HYMNIZARE cui Inneggiamènto, Inneggiànte e Inneggiatòre, i composti Innodìa e Innòdico questi col gr OIDO canto,
Innologìa con Innològico e Innòlogo, Innografìa con Innogràfico e Innògrafo, il prefissato Efìmnio dal gr EPHYMNION
(pref EPI) “che si canta dopo l’inno”. Altro termine in associazione è Ditiràmbo dal gr DITHYRAMBOS “sorta di lirica
corale”. L’ital conta ancora termini quali Coròbate, Corografìa con Corogràfico e Corògrafo, dal gr KHOROS terreno,
regione, cui ancora Corònimo questo “nome di un territorio, di una regione” snm o estendendosi da Toponimo; si potrebbe
asserire che un Coronimo è il collettivo, ovvero racchiuderebbe più toponimi, pertanto è vrs una connessione con KHOREO
“disseminazione”.
Portàle da Pòrta, dal lat inv PORTA passaggio, da PORTUS, connesso con PORTARE, cui Portèlla, Portellerìa, Portellìno,
Portèllo con Sportèllo e Sportellìno (pref S intensivo), Portellòne, Porterìa, Porticàto, Pòrtico con Porticàle, il prefissato
Sottopòrtico con il snm veneto Sottoportego con ancora una locuzione Portego scuro, Portièra, Portière con Portieràto,
Portinerìa con Portinàio, Portolàta e Portolàto o Portolàtto (termini marinareschi), Portuènse, da identica rad PRTU come
sopra in Portuale, Portinari questo concernente la cognomastica Della Porta (la Beatrice dantesca); eppoi Postièrla o Pustièrla
dalla locuzione lat POSTERULA PORTA porta posteriore. Il gr conta PYLE per porta, cui Pilòne (portale monumentale, per
accezione di tempio egizio, omn di Pilone da Pila), Pilòro (“porta” dello stomaco verso l’intestino, composto col gr HORAO
guardo) con Pilòrico e i composti Pilorectomìa, Piloroplàstica e Pilorospàsmo, eppoi, col pref PRO davanti, PROPILYON
svoltosi nel lat PROPYLAEON davanti alla porta (del tempio) e nell’ital Propilèo. Il lat conta ancora JANUA per Porta, cui
la derivazione di Giano, poiché dio delle porte, guardiano delle case e del tempio, fig la rappresentazione dell’apertura
mentale, delle conoscenze, donde la grande devozione che aveva. Il lemma JANUA pare sia l’origine del toponimo Genua
“porta del mare”cui Genuàto e poi Genova con Genovèse, in concorrenza con Genova dal gr XENA “città degli stranieri” da
XENOS straniero, ed ancora con Genova fig da GENU ginocchio per la particolare configurazione del golfo.
Il lemma indoeur THYRA vale “porta”, da questo l’ital conta il prefissato Pròtiro attraverso il gr PROTHYRON portico
Un omn suff ALE è di competenza chimica, che indica la presenza di un composto aldèidico.
\ La porta del tempio dedicato a Giano era lasciata aperta durante le guerre e chiusa in tempo di pace, una pratica mistica omologata nel
cattolicesimo, dal diverso significato, vedi la Porta Santa del Vaticano aperta durante il Giubileo.
La Porta del Filarete è la porta principale di S. Pietro a Roma; Filarete è il soprannome di Antonio Averulino o Averlino nato a Firenze il
1400 e deceduto a Roma il 1469, scultore e architetto italiano. \
1
Il gr conta un PROKTOS per Ano, Deretano, cui PROCTO per composizioni quali Proctalgìa (col gr ALGOS dolore), Proctìte (suff
261
patologico ITE), Proctocèle (col gr KELE tumefazione), Proctodèo o Prottodèo (con il lat ODAEUM dal gr HODAIOS “sulla via” da
HODOS via), Proctologìa con Proctològico e Proctòlogo, Proctorragìa (col suff da rad REIK rompere, su modello di Emorragia),
Proctoscopìa. Il termine è anche utilizzato in suff, Ved Echinoprocto.
\ Prefisso *ALLO
Il pref ALLO, in Alloglotta, è dal gr ALLOS altro, anche nel senso di straniero cui Allòtrio da ALLOTRIOS estraneo con il
composto Allotriomòrfo adottato in mineralogia, e dispone una teoria di composizioni quali Allobiologìa con Allobiològico,
Allocentrìsmo, Allocorìa (col suff CORIA “disseminazione”), Allocortèccia “corteccia cerebrale” o il semiomologismo
Allocortex (con l’ingl CORTEX corteccia), Allocròico con Allocroìsmo (col gr KHROA colore della pelle connesso con
KHROMA colore), Allocromasìa (col gr KHROMA colore) con Allocromàtico, Allodoxafobìa la paura delle altre opinioni
(col gr DOXA opinione), Allòfono, Allogènico, Allògrafo, Allolalìa (col gr LALIA loquela), il biologico Allometrìa con
Allomètrico, il linguistico Allomòrfo 1, il terapeutico Allopatìa con Allopàtico snm di Enantiopatia, Allopàtria opposto di
Sinpatria con Allopàtrico (termine zoologico), il biochimico Allostèrico (col gr STEREOS solido), il genetico Allotìpo,
Allotrapiànto, Allotropìa con Allotròpico e Allòtropo; Allobrògo è il termine relativo all’ant popolo degli Allobrogi, vrs
connesso col gr ALLOS altri.
1
In linguistica, per Allomorfo s’intende un termine (morfema) che presenta variante al fonema iniziale, ovvero l’inserimento di una fonema
diverso dall’etimologia, sia per motivi eufonici sia per altro, come, ad esempio, la protesi I in Istoria da Storia.
\ Orso
Orso-òrso dal lat URSUS già ant ORCSOS, forse connesso con ORCUS, di rad indoeur RKYO cui vrs il gr ARKTOS orso. Il
percorso lat conta Orsàggine, i dim Orsacchiòtto, Orsètto, l’onomastico Orsola dal dim lat URSULUS con Ursula, il dim Ulla
e con Orsolìna da S. Orsola, eppoi l’aggettivo Orsìno cui Orsini nella cognomastica, il composto Orsifòrmi, gli espliciti
Ursidi-ùrsidi (tassonomia, Famiglia di carnivori snm di Arctoidi) e Ursòni.
Fuori percorso Ursigràmma “notiziario scientifico sulle attività del sole” composto con l’acronimo URSI Unione Radiofonica
Scietifica Internazionale.
In percorso gr da ARKTOS, talvolta in complanare, l’ital conta ancora Arctìidi (Famiglia di Lepidotteri, fig per la peluria
delle larve), Arctoidèi o Arctòidi snm di Orsiformi, il pref ARCTO, talvolta semplificato ARTO, per composizioni quali
Arctocèbo o Artocèbo (con KEBOS scimmia) dalla Famiglia Lorisidi, Arctocèfalo (col gr KEPHALE testa), Arcotoidèi o
Arctoìdi (Superfamiglia di mammiferi), il fig botanico Arctostàfilo (col gr STAPHYLOS grappolo) altrimenti detta Uva
orsina.
\ Allobrogi
Gli Allobrogi, popolo antico che occupava le regioni oggi Delfinato e Savoia, citato storicamente nel memorandum del valico
di Annibale attraverso le Alpi. Nel 121 a.C furono asserviti dai Romani; sotto Augusto furono contenuti nella riserva della
Gallia Narbonese, ma con Diocleziano andarono a costituire la provincia autonoma della Gallia Viennese.
Narbonèse è in relazione al toponimo Narbona nella Francia meridionale.
\ Linguaggio Lingua Lessico Langue
Il Linguaggio, attraverso il franc ant LANGUAGE, è la proprietà dell’uomo d’esprimersi mediante suoni articolati ordinati in
parole; l’intesa in seno ad una collettività ne costruisce la Lingua.
Lingua è struttura contrassegnata da regole fonetiche e morfologiche, sintattiche e lessicali, adottate dagli appartenenti dì una
collettività etnica, politica e sociale, a beneficio di una comunicazione orale e scritta, evolutesi storicamente, rifondate,
riconosciute o modernizzate da autorevoli autori (Dante, Manzoni per l’Italiano). Una lingua unica, in trittico assieme alla
nazione ed al territorio, è irrinunciabile per la definizione di Stato, di là della diffusione di dialetti, di esotismi ed omologismi
(vocaboli stranieri foneticamente italianizzati) questi inalienabile patrimonio culturale e storico di una limitata comunità; il
bilinguismo è un fenomeno straordinario. La lingua peculiare di una nazione è anche chiamata Idioma attraverso il gr IDIOS
particolare.
Lessico, dal gr LEKSIS parola donde LEKSIKON libro delle parole in sinonimia con BIBLION libro, è l’insieme di parole
o locuzioni che costituiscono una Lingua, ovvero n’è il dizionario ed il vocabolario, la cui unità fondamentale è il Lessema.
In altre parole e per diverse definizioni, esso accomuna forme rare o difficili, forme e locuzioni proprie di un autore (lessico
pasoliniano), forme usate in una specifica disciplina o in un ambiente (lessico dell’informatica, lessico marinaresco), oppure
le parole conosciute e usate da un singolo individuo. Il termine è finito per attestarsi quale sinonimo di Dizionario, di
Vocabolario in genere, insomma quale insieme delle parole di una Lingua (lessico italiano).
Si pongano ad esempio due termini: Bastonare e Guardare. Bastonare viene dal latino volgare BASTIUM basto, attinto al gr
BASTAZO io trasporto, da tema med BASTA sostegno per trasporto, il cui lessema relativo alla radice è BAST, ovvero
quel gruppo letterale fisso al quale poi vengono saldati i morfemi (prefissi e suffissi, desinenze), pertanto il termine
appartiene al Lessico della Lingua italiana, puro erede mediterraneo, grecolatino. Si potrebbe continuare all’infinito, ad
esempio, con il lessema TORN, dal lat TORNUS giro già greco TORNOS, che diventa, tra l’altro, Contornare, Contornato,
Contorno, Ritornare, Ritornando, Ritornello, Ritorno, Stornare, Stornello, Storno…
Dal progenitore radicale WEG, cui il francone ant WARDON stare in guardia, l’italiano ha coniato una serie di omologismi,
quali Guardare con Guardingo e Guardiano attraverso il gotico WARDIAN accrescitivo di WARD. Il lessema GUARD è
così un adattamento eufonico in italiano relativo al tema straniero WEG WARD, pertanto il termine, pur partecipe della
lingua italiana non entra nel proprio Lessico originario (med-gr-lat), ma in quello francone e gotico.
Langue, italianizzato Lang, esotismo dal franc LANGUE (pron lag), dal lat LINGUA, è il termine coniato da F. De Saussurre
(1857/1913), omologato in diverse lingue; racchiude la teoria che indica come, in seno ad una collettività, dagli atti linguistici
si possa risalire al sistema (alla storia) lessicale, grammaticale e sintattico della Lingua. La Langue, insomma, è il modello
linguistico storico che riposa nella mente dell’utente e si contrappone a PAROLE parola, questa realizzazione individuale del
parlare nutrita di preferenze moralistiche e stilistiche e che si scosta dalla storia sia essa etimo-semantica. Esempio eclatante è
il termine Belladonna, una pianta erbacea medicinale, la quale, verosimilmente dalla pratica delle donne del passato di
imbellettarsi con un suo estratto, ha guadagnato uno specifico adattamento in metaplasmo assonante dal termine celtico
BLANDONA o BLADONA. Belladonna, pertanto, è una Parola che si contrappone alla propria storia, all’origine Blandona
o Bladona (Langue) la quale, quest’ultima, sosta sì nella nostra mente ma l’importante è non dimenticarla, con tantissime
altre poste a riposo, per sapere chi siamo e come siamo fatti.
GELO GELOSO GELOSIA
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GELO
Gèlo, dal lat GELU, di rad GEL associato alla sensazione d’essere punto, cui l’espressione “freddo pungente”.
Il significato di “pungente” può anche essere metaf “beffardo, mordace”, così come può esserlo un raccontino;
infatti, la più ant raccolta di barzellette è il Philogelos del V sec aC.
Oltre al ted KALT e all’ingl COLD, queste differenze foniche, lo ritroviamo nel lit GELTI e nell’ital Glaciàle
cui, in locuzione, Epoca glaciale, Periodo glaciale ed Epoca Postglaciale (la nostra, snm di Olocene),
Glacialìsmo, Glacialità, Glaciaziòne (inizio Era quaternaria), Glaciologìa con Glaciòlogo... con i glb franc
Glacette e Glasè, tutti dal lat class GLACIES e volg GLACIA, nati dall’inc di ACIES 1 punta con GELIS.
Derivati espliciti dal tema GEL GELU i vari Gelamènto, Gelàre, Gelàta, Gelatìna (o Galantìna dal tardo lat inv
GALANTINA) con Gelatinòso e Gelatinizzaziòne, Gelàto, Gelicìdio (suff lat CIDIUM da CADERE cadere),
Gèlido, Gelificaziòne, Gelìvo, Gèlo, Gelòne, i prefissati Congelàre (CON d’intensificazione) con Congelàbile,
Congelamènto, Congelàto, Congelatòre e Congelaziòne, Disgelàre con Disgèlo (DIS sottrattivo), Surgelàre,
Surgelamènto, Surgelàto, Surgelatòre e Surgelaziòne (SUR sopra-più che), la cui temperatura nelle celle
domestiche dovrebbe essere di almeno 18°C.
Dal tema class-volg GLACIES GLACIA si conta ancora Ghiàccio con un Diàccio (in sovrapposizione con
Addiàccio) cui Ghiaccèsco, Ghiàccia, Ghiacciàia o la variante in Diacciàia, Ghiacciàio, Ghiacciamènto,
Ghiacciàre o Diacciàre col prefissato Sghiacciàre (S sottrattivo), Ghiacciàta, Ghiacciàto o Diacciàto,
Ghiacciatùra o Diacciatùra, Ghiacciòlo o Ghiacciuòlo con Diacciòlo o Diacciuòlo… Gèl è quel prodotto
colloidale in forma semisolida, ellittico di Gelatina, cui Gelaziòne; in forma liquida, invece, è comunemente
chiamto Sòl, questo ellittico di Idrosoluzione, cui Solaziòne il passaggio da Gel a Sol. Dalla pron del franc
GLACE ghiaccio dal lat GLACIES, si ha l’esot fig Glàssa “sciroppo di zucchero che si solidifica, per
rivestimento in pasticceria” col snm Ghiàccia cui Glassàre, Glassàto, Glassatùra e l’opposto Deglassàre “rendere
meno denso”. Il bagaglio comune indoeur appare qui con l’ingl GLASS, il franc GLACE e il ted GLAS tutti con
valore di vetro; dal russo si conta il glb Glasnost che vale “trasparenza”, termine politico introdotto da M.
Gorbaciov, ma, contrariamente a quanto si creda, non ha niente di fig con vetro o ghiaccio, poiché in lingua russa
GLAS sta per voce.
Termini pseudoetim, Gelàda dall’ar QILADA “grossa scimmia”, Gelàsimo “un granchio” dal gr GELASIMOS
“ridicolo d’aspetto”.
\ I ghiacciai si stanno ritirando, quello dell’Adamello pare si sia quasi dimezzato nel tempo di un secolo. Dall’anno 1000 sino al 1400, però,
c’era già stato un arretramento dei ghiacciai superiore ai giorni nostri, segno di un cambiamento climatico, che allora niente e nessuno
avrebbe potuto imputare all’Effetto serra. Successivamente, tra il 1400 ed il 1800 il pianeta aveva subito l’ultima piccola glaciazione, prima
di arrivare alla ritrazione dei ghiacciai d’oggi.\
L’eschimese IGLU casa (con blocchi di ghiaccio) è stato accolto dall’ingl in IGLOO (pron iglù) omologato
nell’ital con un adattamento in Iglò o Iglù. Eschimèse o Esquimèse, popolazione vrs emigrata nell’odierna isola
della Groenlandia dalle attuali terre canadesi circa 4000 anni fa, è l’omologismo dall’algonchino
WIYASKIMOWOK mangiatore di carne cruda cui Eschimo-èschimo “tipico giaccone adottato dai
sessantottini” o l’esot ingl Eskimo che vale anche “riassetto della canoa capovolta” dalla composizione
ESKIMOROLL capovolgimento eschimese; infine, Eschimotàggio attraverso il franc ESQUIMOTAGE questo
composto con CANOTAGE canottaggio. Eschimese è snm di Inuit-ìnuit “gente” abitante delle “terre verdi”,
così chiamata dai Vichinghi la Groenlandia, vrs perché vi approdarono storicamente durante un clima abbastanza
caldo rispetto alla norma attuale. Da sottolineare la connessione indoeur tra i termini GROEN di Groenlandia e
l’ingl GREEN con valore entrambi di verde. Oggi, le acque della Groenlandia risultano essere le più pulite al
mondo, tant’è che per metà pullula di pesci
\ Nel 2008 la Groenlandia, di dipendenza danese, vasta quanto la penisola italiana ma con poco meno di 60mila abitanti, vota pr la propria
autonomia nazionale, la cui lingua ufficiale sarà naturalmente l’Eschimese.\
Semantizzatosi da una precedente forma dal gr KRYOS gelo (ghiaccio), l’ital conta il lemma fig Cristàllo
attraverso il lat CRYSTALLUS già gr KRYSTALLOS, donde il nutrito percorso Cristallàio, Cristallàme,
Cristallàre, Cristallàro, Cristalleggiàre, Cristallerìa, Cristallìno, Cristallizzàre, con Cristallizzatòre e
Cristallizzaziòne, Cristallòide, i composti Cristalloblàstico (col gr BLASTOS germe), Cristallochìmica,
Cristalloclàstico (col gr KLASTOS rotto), Cristallofìsica, Crystallofobìa “avversione per cristalli e vetro,
Cristallografìa con Cristallogràfico e Cristallògrafo, Cristalloterapìa. Dal gr KRYOS gelo sono giunti i termini in
semant originale col pref italianizzato CRIO gelo, quali Criobiologìa, Criocondensaziòne, Crioconservaziòne,
Crioelettrònica, Crioelettrotèrmica, Crioessiccaziòne, Cryofobìa “paura del freddo estremo, ghiaccio o brina”,
Criogenìa con Criogènico e Criògeno, Criolìte “minerale” (col gr LITHOS pietra e suff scientifico ITE),
Criologìa, Crioluminescènza, Criometrìa, Criòmetro, Crionivàle, Criopatìa, Criopatologìa, Crioscopìa con
Crioscòpico e Crioscòpio, Criosfèra, Criosònda, Criòstato (col suff dal gr HISTEMI io sto), Criotècnica,
Crioterapìa questo con Terapìa termine sovente usato in composizione, dal gr THERAPEIA astratto da
THERAPHEUO curo cui Terapèuta, Terapèutico, Teràpico e Terapìsta, il suff TERAPICO come in
Psicoteràpico.
Dal franc SERAC blocco di ghiaccio l’ital ha ricalcato l’omologismo Seraccàta (termine alpinistico) e Seràcco
(anche tipo di formaggio).
Rimanendo in ambito di gelo, andiamo ad analizzare Nève, questo dal lat NIX NIVIS risalente al tema rad SNEIGWH; in ingl, infatti, Neve è SNOW. Nel percorso si contano Nevàio, un raro Nevàle, Nevàto con Innevàto,
Nevicàre, Nevicàta, Nevosità, Nevòso, Nevìschio e i più etim espliciti Nivàle (Nevale), Nivaziòne, Nìveo, i
composti quali Nivologìa, Nivometeorològico e Nivòmetro.
263
L’oronimo asiatico Himalaya, o italianizzato Himalaia, sta in sct per Nevi eterne.
Il gr conta lo specifico CHION CHIONOS neve cui Isochìona (pref ISO uguale) “linea che unisce punti di
eguale spessore nevoso”, Chionofobìa “avversione per la neve”.
Dall’ingl SNOW neve, l’ital conta i glb Snowbike “bicicletta da neve” (con BIKE bicicletta), Snowboard con
BOARD tavoletta che si ritrova in Skateboard “monopattino” con SKATE pattino cui ancora
Skating”pattinaggio” e il tecnologico Antiskating, marchingegno per evitare lo slittamento del braccio sul
giradischi, da non associare al glb ingl Skeet “sorta di tiro a piattello”; eppoi Snowpark “parco innevato”, Snow
shoeing “attività sportiva con racchette da neve” con SHOE scarpa, infine Snow wear “indumenti sportivi da
neve” con WEAR abbigliamento; riprendendo il lemma SHOE scarpa, dal composto ingl SHOESHINE (pron
sciuscian) “lustrata di scarpe” dove SHINE vale semant splendore, è nato l’omologismo postbellico Sciuscià,
relativo ai ragazzi, abbandonato a se stessi, che s’arrabattavano a rimediare qualche moneta, pulendo le scarpe ai
passanti, in genere ai soldati alleati. Da qui, il film neorealista Sciuscià del 1946 di Vittorio De Sica e la storica e
fortunata serie di fumetti “Sciuscià”, ancora oggi ricercata dai collezionisti.
La neve, o meglio, i cristalli di neve cadono a fiocchi; il lemma Fiòcco, col prefissato Infioccàre, è dal lat
FLOCCUS batuffolo di lana, fig passato ad indicare anche di neve, cui Fiòcca (fig “parte superiore di una
vcalzatura-fiocco di neve-gragnola”), Fioccàre con Fioccànte, Fiocchètto con Fiocchettàre, Fiocchettatùra ed il
prefissato Infiocchettàre, Fioccòso, Fioccùto, Flòcculo questo il dim esplicito dal lat FLOCCULUS. L’omn
Fiòcco o Flòcco è l’omologismo dall’ol FOK, una vela di nave, snm del termine glb SPINNAKER che pare sia
derivato dal lat SPHINX Sfinge, dall’omn nome dell’imbarcazione che l’avrebbe utilizzata storicamente.
Batùffolo o Batùfolo, già ricorrente alla fine del XVII sec, sarebbe stato coniato dall’inc di Batacchio con il lat
TUFULUS questo termine evolutosi dal class TUBER tubero-escrescenza; un’origine chiaramente d’area
indoeur se attraverso il long STRUPF batuffolo, l’ital conta l’omologismo Strùffolo o Strùfolo adottato dal XVI
sec con un snm fig in Cicerchiata in uso dal 1956. Gli Struffoli partenopei, tanti batuffoletti di pasta fritta
decorati, sono tipici dolcetti natalizi, altrimenti indicati in Puglia con Denti di S. Giuseppe e, in vernacolo
salentino, Sannacchjutli italianizzati Sannacchiudere questi vrs da Sanna “dente”, con suff dim, attraverso il long
ZANN.
1
L’associazione nel tema indoeur GLACIES-GLACIA-ACIES la ritroviamo nell’ingl ICE cui ICEBERG composto con l’ol BERG
momtagna, cui la locuzione fig “La punta dell’iceberg”.
GELOSO
Gelòso, dal lat medv ZELOSUS, in cui il suono ZE viene lenito nel più fonetico GE. Il lat eccl aveva ZELUS,
donde Gelosìa col prefissato Ingelosìre, dal gr ZELOS emulazione, invidia, cui il lemma composto Zelotipìa
“emulazione, invidia”. L’adattamento in Celosìa vale “sorta di pianta erbacea” delle Amarantacee con valore di
“amaranto”.
La trasformazione di ZELU(S) invidia in GELU freddo è regionevolmente dovuta all’inc come nel caso di
“gelo-che punge” alla gelosia che è “invidia-che punge”. In ital è sopravvissuto Zèlo, ma svoltosi nel significato
di “fervore” cui Zelànte, Zelàre, Zelatòre; Zelòta era l’adepto di un’associazione giudaica al tempo della
dominazione romana”.
GELOSIA
Gelosìa è anche l’omonima chiusura a grata o a stecche inclinate per finestre - o per cori di monasteri - ed è
inoltre una piccola apertura d’una persiana. Tutto lascia suppore che siano state ideate (per gelosia) allo scopo di
non permettere una chiara visione delle donne (delle suore) agli sguardi esterni .
Tra i sentimenti negativi, oltre alla gelosia, esiste dunque l’Invìdia, dal lat IN-VIDERE guardare contro, di
traverso, cui Invidiòso, Invido-ìnvido.
Una scorretta attestazione volg fa chiamare Invidia anche quella gustosa insalata le cui foglie sono o molto
frastagliate o a lamina espansa; semant, questa è l’Indìvia o Endìvia, dal gr ENTYBIL-ON ma d’etimo
sconosciuto.
\ Un leggera sensazione, poco quanto basta, di gelosia o d’invidia, potrebbe essere sana, ovvero di stimolo, la prima all’amore, la seconda a
fare meglio le cose rispetto al prossimo invidiato, che evidentemente è più capace o fortunato.
La locuzione d’amore Essere geloso di…può far sorgere degli equivoci perché non vale riferita alla persona da amare, di conseguenza
occorre correttamente dichiarare, ad esempio, “essere geloso degli amici che frequentano la mia compagna”. Il pronunciare invece “essere
geloso della mia compagna” equivale considerarla una proprietà, alla stregua di un abito, un auto, un libro, … giacché l’espressione
presuppone il “custodire con scrupolosità”.
Un’attestazione vuole però che tale modo di dire equivalga ancora a manifestare il proteggere ciò che ci è caro in astratto, quali l’amicizia
(essere geloso dell’amicizia con…), l’amore (essere geloso del mio amore per…) ed ancora la difesa della patria comune europea, la dignità,
la fede, la laicità, la morale, la salute, l’onore… pertanto, è più corrispondente al lessico non aggiungervi riferimenti a persone, come accade
frequentemente.
La gelosia può raggiungere aspetti di violenza estrema come nel caso dell’Acidificazione, il deturpare cioè il viso della compagna con acidi,
perché non riceva più ammirazione da altri uomini (Oriente, India, Pakistan) \
\ Lenizione Z G o viceversa
La lenizione di Z in G - o viceversa di G in Z - ha cancellato dall’onomastica italiana una moltitudine d’omonimi,
scompigliandone le provenienze. Giorgi e Giorgetto del sud sono Zorzi e Zorzetto al nord. Zennaro del nord è Gennaro al
sud. Giannini e Giannetti del sud diventano Zanini (Zanin) e Zanetti al nord... Una mutazione fonetica attestatasi in loco, per
cui non è mica semplice andare a scoprirne le origini territoriali: il progenitore di Giannini viene dal Nord e quello di Zorzi
dal Sud? È accaduto ancora per cognomi come Mannino, divenuto Manin, Decano diventato Degani, Degan... o viceversa. Ci
ha pensato la lingua ad integrare la nazione, più d’ogni politica o tolleranza, e domani accadrà lo stesso fenomeno per
l’onomastica extracomunitaria, benché un’italianizzazione sia già avvenuta per nomi e cognomi europei e non, quali
Mucciaccito dallo sp, Gherardi e Sighinolfi dal ted, addirittura d’altri continenti, quale Zappalà dall’ar IZZ BI ALLAH,
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l’embrione forse di una grande comunità futura, universale.
GUALCHIERA GUALDRAPPA BALDRACCA
GUALCHIERA
Da Gualcàre “pressare i panni”, con suff IERA d’origine franco-prvz, la Gualchièra è la macchina mossa ad
acqua per comprimere i tessuti tra magli, allo scopo di renderli più consistenti. L’addetto è il Gualchieràio.
Pratica e mestieri oramai in via d’estinzione.
Gualcare, omologismo dal long WALKAN rotolare, italianizzato dall’inc con Gualcìre “spiegazzare, sciupare”
cui Gualcìbile con Gualcibilità, i prefissati Ingualcìbile con Ingualcibilità (IN negativo), Sgualcìre con
Sgualcitùra (S durativo), dal long WALKJAN; evidente la rad comune WAL connessa con il ger WALT
dominatore fig da pressare, cui l’ onomastico Walter composto con HARI esercito e tradotto “capo dell’armata”
italianizzato Gualtiero.
GUALDRAPPA
Sembrerebbe in connessione rad con Gualcare, in verità non risultano relazioni etim attendibili. La Gualdràppa è
il drappo riccamente ostentato, che si mette tra la sella e la groppa del cavallo (e non tra sella e cavaliere) e il
particolare che essa è pressata dalla posizione del cavaliere ci fa tuttavia pensare al Gualcàre della Gualchièra; in
realtà, il termine Gualdrappa, con Gualdrappàto, è l’esito finale di un medv Guardanàppa, cui il prefissato
Ingualdrappàre (IN illativo).
Cavàllo, la cui vita media è di 30 anni, termine d’origine med-balcanica, dal lat volg CABALLUS già gr
KABALLES dal tema KABALLO cavallo, con il prefissato Accavallàre (AD allativo) “sovrapporre” con
Accavallàto, Accavallatòre, Accavallatrìce, Accavallatùra, eppoi Cavalière o Cavalièro (fig la parte sopraelevata
del ramparo di una fortezza) o Cavallière attraverso il prvz CAVALIER cui Cavalièra (nel Medioevo la consorte
del cavaliere), Cavalierèssa, Cavalieràto con l’onorificenza ital Cavaliere di Gran Croce (Ordine al merito della
Repubblica), il fig meccanico Cavalierìno “forcella ad U” omn dell’ancora fig Cavalierìno “baco da seta”, la
locuzione Cavaliere d’Italia “uccello migratore dei Recurvirostridi”, il fem Cavàlla, Cavallàio dal lat
CABALLARIUS, Cavallànte, Cavallàro, Cavallàta, Cavalleggèro o Cavalleggère o ancora Cavalleggièro,
Cavallerèsco con Cavallerescamènte, Cavallerìa, Cavallerìzza con Cavallerìzzo (transitato dallo sp
CABALLERIZO), il fig Cavallètta (“sorta d’insetto”, a causa del suo saltare come il cavallo); lo specifico gr di
Cavalletta è AKRIS col diminutivo AKRIDION, cui l’ital Acrìdio o Acrida mediterranea, Acridoidèi questo
quale Sottordine degli Ortotteri.
La locuzione fig Passare in cavalleria è sorta dal fatto che la Cavalleria quale arma di prestigio faceva proprie
delle provvidenze a scapito della Fanteria.
Il persorso continua con il fig Cavallètto con Cavallètta “attrezzatura” questo anche Mezzanella in terminologia
navale, il dim Cavallìna anche in senso fig e “sterco di cavallo”, il dim Cavallìno con l’aggettivo Cavallìno con,
in locuzione, Mosca cavallina e Tosse cavallina, l’accr Cavallòne anche fig “onda alta”, i dim fig Cavallòtto e
Cavallottìno, la locuzione fisica Cavallo vapore (unità di misura di potenza meccanica, simbolo CV), ancora il
dim Cavallùccio; eppoi Cavalcàre dal lat tardo CABALLICARE cui Cavalcàbile, Cavalcànte, Cavalcàta,
Cavalcatòio, Cavalcatòre, Cavalcatùra, il fig veneziano Cavalchìna “veglione del venerdi grasso alla Fenice” dal
XVIII sec, Cavalciàre attraverso il franc ant CHEVALCIER cui Cavalciòne meglio Cavalciòni esclusivamente
nella locuzione A cavalcioni, il composto Cavalcavìa. Infine, si conta un volg Cavagliòne “ammasso di covoni”.
Eppoi i pref Incavalcàre (IN illativo) “sovrapporre” con Incavalcàto e Incavalcatùra, in complanare con
Incavallàre con Incavallatùra, ancora Travàlca, Travalcàre, questo usato anche come Travalicare.
\ A due secoli dall’espulsione (1798) da Malta, donde difendevano la Cristianità dai Musulmani, i Cavalieri di Malta sono tornati ad occupare
la fortezza di S.Angelo-La Valletta, merito di un accordo tra il Grande Consigliere dell’Ordine, Marullo di Colajanni, ed il Premier maltese
Fenech Adami. \
Dal persiano SIPAHI soldato a cavallo, si conta il glb Sepoy (dal 1933) svoltosi nell’indicare l’indigeno
arruolato nelle truppe inglesi in India.
Il lat class conta invece EQUUS cavallo, di tema indoeur EKWOS connesso col sct ACVAS, cui Equèstre,
Equidi-èquidi (la Famiglia), Equìno dall’aggettivo EQUINUS cui Equinofobìa che indica l’avversione per i
cavalli, il botanico Equisèto snm di Rasperella e della locuzione fig Coda cavallina (dalla forma di un pino in
miniatura) (dalla forma di un pino in miniatura), ed Equiasetàcee in composizione con il lat SAETA crine,
Equitàre “cavalcare” con Equitatòre “cavalcatore”, Equitaziòne, Equite-èquite “guardia a cavallo” e un esot
Chinèa “cavallo” con un Acchinèa, transitati dal franc HAQUENEE ricalcando l’ingl HACKNEY questa una
località rinomata per l’allevamento di cavalli, il cui toponimo è vrs derivato dal percorso tematico ACVASEKWOS-EQUUS.
Una festività romana era detta OCTOBER EQUUS dove si concorreva per il trofeo sacrificale consistente nella
“testa di cavallo” dedicato al dio Marte.
Dal lat volg ECIFERUM già class EQUIFERA “che porta (mostra) le fattezze equine” (suff da FERO da FERRE
portare), l’ital conta l’omologismo Zèbra attraverso il ptg-sp ZEBRA cavalla selvaggia, ma sovrapposta ad una
voce d’etim africano, con i fig Zebràre, Zebràto e Zebratùra; forse in connesione con Zèfiro in riferimento al
mito delle cavalle fecondate dal vento. Il verso della zebra ricorda un letto che cigola. La Zebra di montagna è
una varietà che nel 2012 è considerata in estinzione. Il suo manto è nero ma il pelo è notoriamente a strisce
chiare.
In associazione d’idee, il termine Brìglia, con Imbrigliàre, Imbrigliamènto, Imbrigliàto e Imbrigliatùra, è un
265
omologismo dal franc ant BRIDE già BREGDA, transitato dal sett Brìda, questo dal franc BRIDE di origine ger,
ed attestatosi nella forma corrente tramite il toscano; da considerare inoltre che esiste il tema celt-gallico BRIG
alto, potente cui BRIGA che stava per forza, svoltosi in seguito come prepotenza, tema che vrs può essere
considerato in connessione con BREGDA del valore di “imbrigliare perché più forte”.
Dalla variante triveneta Brana o Brena pare sia derivato il fig Imbranàre, meglio Imbranàrsi, con
Imbranatàggine, Imbranàto e Imbranatùra. Da altro esame, il vocabolo Imbranato dovrebbe essere
l’italianizzazione del tema volg mer (I)‘mprinatu - ‘mpranatu - ‘mbranatu - ‘mbranà “impregnato” con valore
di “impacciato”. Un terzo esame lo considera denm da Brènna brusca, pertano Imbranare sarebbe l’omologismo
- semant e fig - dal franc EMBRENER imbrattarsi (di crusca o escrementi); togliendo il pref si avrebbe così
Branàto “mondato dalla crusca” cui la locuzione Farina branata.
Il gr conta lo specifico LOROS briglia cui il composto Loroglòsso “sorta di pianta delle orchidacee”, col gr
GLOSSA lingua.
Il cavallo galoppa, trotta e caracolla.
Galoppàre è l’omologismo dal franc GALOPER da un ant WOLA LOPAN bene correre, cui il devb Galòppo
eppoi il glb Galop “danza”, Galoppànte, Galoppàta, Galoppatòio, Galoppatòre e il fig Galoppìno da GALOPIN
fattorino.
Trottàre, a sua volta, è l’omologismo dal ted ant TROTTON intensivo di TRETEN cui il ted d’oggi TRETEN
camminare e il percorso ital Trottàta, Trottatòio, Trottatòre, Trottìstico (suff aggettivale ISTICO), Tròtto,
Tròttola, gli iterativi Trottolàre e Trottorellàre, il composto fig Trottapiàno, il glb Trotter con Globe-trotter
attraverso l’ingl; quasi assonanti Trotzkismo e Trotzkista in riferimento a L. Trotzki (1879/1940). Il gr conta lo
specifico STROBILOS per trottola, cui il fig Stròbilo termine sia in sia in zoologia sia in botanica qui snm di
Cono o Pigna cui Strobilaziòne, ma anche per vortice cui Stroboscòpio con Stroboscopìa e Stroboscòpico.Il franc
conta PIROUETTE trottola poi svoltosi in capriola attraverso il gr PEIRAO foro cui Piroètta o Piruètta o ancora
Pirolètta con Piroettàre e Piroettànte questo snm di Pivotànte omologismo dal franc PIVOTANT di PIVOTER
girare “attorno ad un PIVOT perno”.
Caracollàre è il denm di Caracòllo, variante di Caracò, che indica il movimento del cavallo fig a chiocciola, dallo
sp CARACOL chiocciola vrs connesso etim col pref CARIO, cui fig Caracòra “imbarcazione malese” inv dallo
sp; sempre da CARACOL, l’ital conta l’omologismo Caracàlla o Caracò svoltosi in termine botanico. L’omn
Caracàlla sorta di tinica attillata è invece d’origine celt, cui il soprannome del noto imperatore romano. Tutti
omologismi.
\ Sella Staffa
Sèlla è della rad SED sedere con Sellàre e Sellàto, mentre il coprisella Bàrda è l’omologismo dall’ar BARD’A basto
d’origine persiana, cui Bardàglio, Bardamènto, Bardàre con l’opposto Sbardàre, Bardàro, Bardàto, Bardatùra, Bardèlla con
Bardellàre e l’opposto Sbardellàre cui Sbardellàto, e Bardellòne, Bardòtto attraverso il franc BARDOT “bestia fornito di
barda” o fig “giovane di fatica, di bottega”. Bardòsso è una cattiva variante dell’originale Bisdòsso, inc con Barda, con pref
BIS svoltosi “di allontanamento” e che vale “a cavallo senza sella-barda” ma solo in locuzione A bisdosso, A bardosso. Il
prefissato Imbardàre vale “vestire di barda il cavallo”. Imbardàta, invece, termine aeronautico omologato dal franc, da un
EMBARDER cui Imbardàre, è la rotazione del velivolo attorno all’asse verticale, attinto al marinaresco, qui snm di Guinata.
Stàffa, infine è inv dal long STAFFA predellino, cui Staffàle, Staffàre, Staffatàùra, Staffètta questo fig l’uomo che sta sulla
staffa, Staffière col snm Palafrenière, Stàffile (da non equivocare con Stàfile snm di Ugola) questo in origine indicava la
striscia di pelle che reggeva la staffa, Staffettìsta; la locuzione Perdere le staffe è la metaf in riferimento al nervosismo del
fantino che prima o durante la corsa non ritrova le staffe, che ha del tutto sostituito il verbo Staffeggiàre (adottato dal 1483).
Staffa è anche fig l’ossicino dell’orecchio interno associato al muscolo Stapèdio, termine questo composto con il lat
STAPHAM staffa e PEDEM piede .
\ La Staffa, fondamentale per l’equilibrio deii cavalieri in battaglia, già conosciuta dai cinesi e dagli arabi, nel mondo occidentale di
Carlomagno non era stata ancora capita e quindi poco utilizzata.\
In gr esiste il termine STAPHYLE grappolo d’uva cui il composto Stafilodromìa col gr DROMOS che corre che sta per
“gara di corsa col grappolo in mano in onore di Apollo 1”; il termine è adottato fig quale pref scientifico-medico STAFILO
cui Stafileàcee (Famiglia botanica), Stafilìnidi (Famiglia d’insetti) questo da Stafilìno “sorta di coleottero” omn-snm
dell’anatomico Stafilino, Stafilocòcco (Genere di batteri) con Stafilocòccico, Stafilòma (suff medico OMA), pertanto, il
long STAFFA e il gr STAPHYLE pare siano accomunati da un rad che vale penzolante.
Il lat conta un VERBERARE del valore di agire con lo staffile, denm da VERBERA, con variante in VERBENA, un’erba
che il sovrano utlizzava per battere simbolicamente, come una benedizione; in ital si ritrova in Verbèna con Verbenàcee (la
Famiglia) e in Verberàre, questo con il prefissato Riverberàre, cui Riverberamènto, Riverberatòrio, Riverberaziòne,
Rivèrbero, con attestazione di “ricaduta” anche in senso fig di calore, luce, suono, eppoi Transverberaziòne con valore di
“estasi (religiosa)”.
1
Apelle figlio di Apollo è un falso mitologico, indotto da una nota cantilena.
BALDRACCA
In ricordo di un’osteria medv fiorentina, con ambientazione stile Baldach (Bagdad) italianizzato Baldacco, il
lemma Baldràcca (adottato dal XV sec) è dato dall’inc Baldacco-Baracca.
Baldach-Baldacco è ancora l’ispirazione per il termine ital Baldacchìno.
In vrs connessione ci sarebbe l’omologismo Bagàscia “donna da marciapiede (dall’aspetto volgare)” dall’ar
BAGASCH, con Bagasciòne “il cliente”; il termine ar, attraversando il prvz BAGASSA s’è svolto
nell’omologismo fig Bagàssa “residuo di macinazione” (delle canne da zucchero).
Eppoi, nulla vieta di connettervi, almeno fig, il prvz BAGARRO zuffa termine glb Bagarre attraverso il franc.
Il termine Bagascia ha subito una corruzione nel dialetto napoletano in Vaiassa o Vajassa “serva” con lenizione
della B in V cui lo strumento musicale popolare a percussione Scetavajasse che lettaralmente sta per Sveglia266
serve.
Fuori percorso Baldànza, Baldanzòso, Bàldo e Baldòria dal franc BALD audace, cui l’onomastico Baldo col
ricorrente dim Duccio. Il franc BALD, in area comune indour, riappare fig nel toscano Baldoria “falò acceso
(che arde)” e nel ted BALTHA ardito cui l’onomastico Ubaldo “audace nel pensiero” composto con HUGU
pensiero e questo, quale HUG intelligente, nell’onomastico Ugo; un snm di Baldoria è Tafferùglio dall’ar
TAFFARUG, ma attraverso il veneziano TAFARUGIO. Termini assonanti, gli omologismi Tafferìa “piatto per
la polenta” attinto all’ar TAIFURIYYA, Taffetà o Taffettà “sorta di tessuto di seta” e un disusato significato di
“cerotto”, dal persiano TAFTE transitato dal franc TAFFETAS.
Il snm Sgualdrìna (dal XVI sec) con Sgualdrinèlla, ancora un omologismo, è invece l’inc di un Gheldrìna dim di
Ghèldra o Gèldra “assemblea festosa” dal franc GELDE, vrs connessi col gr GELAN ridere e sovrapposti a
Gualcare e Gualcire; Sgualdrina, allora, è colei che rovina sgualcisce una festa, oppure colei che gualca
festosamente; a seconda della morale.
Possibile una connessione con il tirolese Geringel che vale “ridda” cui vrs il veneziano Garanghelo o Garangheo
che sta per “merenda o bevuta in allegra compagnia”; emblematica la tela “Garanghelo” (1892) del triestino
Umberto Veruda (1868/1904) dove ritrae un giovane e due ragazze in serena compagnia intorno a una tavola
imbandita con uva e anguria.
Termini linguistici dunque quali esiti di di corruzioni.
Il franc GELDE “assemblea festosa”, ancora, si sarebbe svolto nel lat medv GELDA o GILDA corporazione, cui
l’ingl associazione di mercanti e artigiani, ma con la semant di “assemblea di ardimentosi” d’altronde con il
conforto del ger GILD valore e del long GILD denaro cui l’omologismo Guidrigìldo “indennizzo per un
assassinio” dove il pref è da WIDRE indietro. In ital, GELDE si sarebbe svolto in Gìlda “corporazione di
mercanti” e in Giàlda attraverso il volg franc JAUDE con significato originale di “festa” ma anche di “lancia”
cui il Gialdonière. L’onomastico Gilda, fem di Gildo, personaggio indimenticabile interpretato da Rita Hayworth
nell’omn film del 1946, pertanto, s’intenderebbe “valorosa” attraverso GILD valore cui ancora Ermenelgildo con
il ger IRMIN grande, questo rintracciabile in Erminio “potente”, con Irma - in concorrenza però con un Erminio
dal lat ERMINIUS “armeno” - e in Ermelinda questo con il ted LINTA scudo-protezione; eppoi, con GILD
valore ancora in Gisella dall’ant ger GISHELD valorosa, in Imelde dal ger HIMILHELD grande eroina (con un
prefisso connesso con IRMIN grande. Se la verginità è un valore, gli onomastici Geltrude d’origine sassone che
sta per “vergine” e Glenda dal celt GLAN pura sono allora connessi col ger GILD valore. Durante l’impero
carlolingio, il Bargèllo dal lat BARIGILDUS era “funzionario di valore” ovvero di grado elevato, termine esteso
nell’indicare il palazzo della sua sede, sopravvissutodal 1841 nella traduzione sarda Barracèllo o Baracèllo
svoltosi in “guardia giurata-privata” attraverso lo sp BARACHEL
Altro snm di Baldracca è Meretrìce (già dal XIII sec), dal lat MERETRIX colei che guadagna denaro (attraverso
rapporti carnali) cui Meretricàre e Meretrìcio questo aggettivo e sostantivo. La rad è MER attrarre, quindi
attrarre verso di sé la propria parte (Meritare). In gr, PORNE sta per Meretrice, cui l’ital Pòrno (dal XX sec),
ma anche il franc PORNO, utilizzato in composizione quale Pornoattòre, Pornocassètta, Pornodìvo e Pornodìva
come l’indimenticata Moana Pozzi deceduta giovanissima per cancro e l’ungherese Ilona Staller eletta deputata
al Parlamento italiano, contemporanee alla fine del XX sec, eppoi Pornofìlm, Pornofumètto, Pornografìa con
Pornogràfico e Pornògrafo, Pornolocàle, Pornorivìsta, Pornosàla, Pornostàmpa, Pornotelèfono, Pornoturìsmo,
Pornovìdeo, i semiesot Pornoshop, Pornoshow, Pornosoft (con l’ingl SOFT leggero nel significato di moderato),
Pornostar.
Eppoi esiste il termine Prostitùta (adottato nel XIV sec), forma fem del Pp lat PROSTITUS di PRO STITUERE
mettere in vendita; il verbo è il denm da STATUS e Prostituìrsi vale per accezione “porsi a favore di ... mettersi in
vendita (il proprio corpo), con Prostitùto, Prostitutòre e Prostituziòne.
Ancora snm è Tròia nel senso fig di “scrofa impregnata”, con Troiàio e Troiàta (dal XIX sec), dalla locuzione lat
PORCUS TROIANUS maiale farcito fig “riempito” come il Cavallo di Troia (nel cui interno erano nascosti i
guerrieri greci), donde il percorso Intrugliàre, attestatosi in metaplasmo volg da un Introiare, con Intrùglio
Intrugliòne, l’aferetico Trùglio e un Intugliare (con afonia della r) “annodare” dal che la pochetta viene infatti
annodata. Troiàta vale ancora “seguito di masnadieri” già ricorrente nel XIV sec.
Infine, il snm Puttàna questo anche Pùtta su modello franc PUTE, è da un ant franc PUTAINE, termine nato da
una metaf e deviato dal lat volg PUTTUS bambino nudo scolpito o dipinto cui Pùtto con la versione fem Pùtta
(non puttana). Il percorso da Puttana conta una serie volg con Puttanàio “casino”, Puttanàta “canagliata”,
Puttaneggiàre, il dim Puttanèlla omn di Puttanèlla nella locuzione mer Uva puttanella di semant non trovata,
Puttanèsco, Puttanèsimo e Puttanière, eppoi il prefissato Sputtanàre (S intensivo) con Sputtanamènto e
Sputtanàta. Da PUTTUS il lat conterebbe un risvolto in PUTIUM piccolo cui il prefissato PRAEPUTIUM
(PRAE anteriore) e l’ital Prepùzio con Prepuziàle.
Si ha, pertanto, da scegliere tra la turco-fiorentina Baldracca, la franc Sgualdrina, le latine Meretrice e Prostituta,
in aggiunta alle fig popolari Troia e Puttana.
Cortigiàna, è un lemma in voga in epoca rinascimentale, ma che, in origine, designava la dama di compagnia dei
principi; dall’ant Grecia risuona ancora il nome della famosa Frine nell’inv termine Frìne quale etèra.
Trasformatasi in prostituta, comunque dotata di bellezza, femminilità e cultura, sorse l’esigenza moralistica di
diversificarla, pertanto fu coniato il termine Dama di corte.
Gli eufemismi, infine, sono tanti e adeguati ad ogni ambiente o epoca e ai paletti educativi, quali Donne di facili
costumi, Donne di malaffare, Donne di strada, Donnine allegre, Ragazze di vita, Ragazze-squillo (automunite, in
267
riferimento al clacson), Belle di notte, Massaggiatrici, Ragazze della gioia (dal franc), Lucciole, Mondane,
Passeggiatrici ...
A Napoli, nel XVII sec, erano chiamate Donne ingabellate, donde l’impropèrio Figlio di donna ingabellata;
l’omologismo Gabèlla, dall’ar QABALA, sta per Cauzione, Dazio, Imposta, cui Gabellòtto, da non equivocare
con Càbala o Càbbala che è invece l’omologismo dall’ebr QABBALAH dottrina tramandata cui Cabalàre,
Cabalètta, Cabalìsta, Cabalìstico, Cabalizzàre, Cabalòne snm di Imbroglione; comunque, una fonte comune non
meraviglierebbe, poiché dottrine e tasse sono tutte inesorabilmente da tramandare. Gabellàre-Ingabellàre vale
quindi “sottoporre a pagamento”, Sgabellàre sta per “sdoganare”. Il motivo ché il verbo Gabellàre sia diventato
fig “(far) accettare per buono”, si consolida vrs dall’idea napoletana della prostituta che, dietro compenso, fa
passare per buono (amore) un vile atto meccanico. Dall’inc di Gabella con Scanno è nato il termine Sgabèllo già
Scabèllo con Sgabellàta, dal lat SCABELLUM, vrs posto (scanno) a pagamento. Scànno è dal lat SCAMNUM
dalla rad SK, cui una corruzione in Scàgno, Scannèllo (cassetta) e vrs Scrànna dal long SKRANNA, Scansìa o
un obsoleto Scancìa, connessa a SKAND salire attestatosi in “mobile a più piani”.
Vrs in questo percorso sarebbe sorta la voce volg Sgabei “frittelle di pane”, nel senso fig di “fatte in casa” e
pertano non a pagamento, insomma sdoganate.
Scansàre, con Scansamènto Scànso, fuori percorso, è invece il derivato fig dal durativo di Cansàre in lat
CAMPSARE girare per mare, deviare, dal gr aoristo KAMPSAI da KAMPT piego, cui i composti
Scansabrìghe, Scansafatìche. Sgabuzzìno, invece, è alieno nel percorso poiché è l’omologismo dall’ol KABUYS
cui il franc CAMBUSE ed il genovese Cambùsa, questo adottato dall’ital, cui Cambusière; a ogni modo, l’incipit
ol KAB di KABUYS coincide con quello ar QAB di QABALA gabella, pertanto si può pensare ad una remota
rad comune donde, dalla Cambusa, i prodotti sarebbero distribuiti a pagamento o come compenso di lavoro.
Cauziòne è nome d’azione del verbo lat CAVERE stare all’erta, salvaguardarsi, da rad KEU, cui Càuto con
Cautèla astratto di CAUTUS Pp di CAVERE, cui Cautelàre, Cautelatìvo e Cautelòso, la locuzione lat CAVE
CANEM attenti al cane ognora ricorrente, i prefissati Incàuto (IN negativo), Precauziòne (da PRAE CAVERE).
Cauzione è quindi “pagare per salvaguardarsi”. La rad KEU ampliata in KEUD battere ha dato l’ital Incùdine
con Ancùde o Ancùdine (inc di Incudine con Anca).
Per un ant eufemismo lat, Lùpa sta(va) per prostituta, ma c’è una ragione leggendaria. Romolo e Remo erano
stati allattati da una lupa, prima che fossero trovati ed allevati da Acca Larenzia, moglie del pastore Faustolo,
ricordata come prostituta col nomignolo appunto di Lupa. La lupa animale non sarebbe allora mai esistita. C’è di
più: la storia dei gemelli e quella della lupa è una FABULA o FAULA (Favola), come dicevano i latini, per cui
anche questo termine sarebbe diventato il nomignolo di Acca Larenzia e metaf di “prostituta”, oggi per buona
sorte archiviato nel rispetto almeno dei bambini. Lupanàre è il derivato che sopravvive timidamenmte a Lupa
quale prostituta, simile a Baccanàle, questo in percorso con Baccàglio e Baccagliàre, Baccàno, Baccànte questo
snm del poetico Evia-èvia dal lat EUHIAS già gr EUIAS, e Bàcchico (snm di Bassarico), Baccheggiàre, tutti dal
dio romano Bacco “il godereccio”; nel percorso di Bacco, si ha ancora Bacchèo o Bàcchio (omn di Bacchio
“bastone”) e Antibacchèo o Antibàcchio (dal 1829) altrimenti detto Palimbàcchio “piedi metrici” (col pref gr
PALIN di nuovo). In complanare al percorso romano di Bacco, poiché il dio era il corripondente del gr Dioniso,
si ha Dionisìaco o Dionìsio (adottati agli inizi del 1700) questo l’ant definizione per Antibaccheo, Dionìsie “feste
greche a lui dedicate”
Postrìbolo, connesso con Prostituta, è dal lat PROSTIBULUM nome di strumento e dissimulato da PRO-STARE
stare davanti (metatesi della consonante r). Il lat conta lo specifico HEUIAS baccante già gr EUIAS, cui l’tal
poetico Evia-èvia.
Bordèllo è il calco del franc ant BORDEL da BORD casetta (il corrispondente ital Casino), dalla lingua romanza
gallica BORDA capanna, e il percorso semantico era partito da un ant BORT asse, tavola, cui il franc BOURDE
palo e l’omologismo Lambùrda “termine per arboricoltura”, per diventare capanna (casetta) fatta di assi... ed
infine semplicemente capanna, casetta, cui Bòrdo “fatto di assi” attestatosi nel significato corrente della
terminologia navale ed aerea con i composti Babòrdo (lato sinistro), questo omologismo dall’ol BAKBOORD
dietro bordo, e Fuoribòrdo; eppoi Bordàglia “ciurmaglia”, Bordàme, Bordàre “stendere la vela” cui Bòrda,
ancora Bordàta, Bordeggiàre con Bordeggiamènto, Bordeggiàta e Bordèggio, infine i prefissati Abbordàre con
Abbòrdo, Abbordàbile (AD allativo) e Inabbordàbile (doppio pref IN di negazione), Abbordàggio con
Abbordatòre, eppoi Sciabordàre con Sciabordìo (pref SCI).
La locuzione D’alto bordo indica, fig dall’immagine di un’imbarcazione a prua alta, una persona altolocata,.
\ Data la risonanza di Bordello con Prostibolo, non appare decoroso l’avviso pubblico fatto affiggere dal comune di S. Donà del Piave,
durante la Fiera del Rosario del 2010, in cui si avvertono i visitatori che “durante la pausa del pranzo i bordelli rimangono chiusi”, in
riferimento alle baracche fieristiche. \
L’omologismo Bordolèse è dal franc BORDELAIS, che oltre ad indicare “della città di Bordeaux”, nella
Gironda, vale “sorta di fusto di legno” connesso quindi con BORT asse, BORD casetta e BORDA capanna cui
il toponimo francese.
Il percorso continua con Bordòne “bastone-sostegno” (per accezione, quello dei pellegrini) fig dal lat BURDO
asino e, fig o meno, Bordàre “lavorare assiduamente” (omn di Bordare da Bordo) che però pare sia alieno nel
percorso ossia d’etim non accertata, eppoi gli omn Bordòne “canna della cornamusa” (o d’altri strumenti) dal
franc ant BOURDON calabrone di genesi vrs onomatopeica, e Bordòne “penna d’uccello” inc col tema med
BROTO germoglio, Ancora dal franc BORD l’ital conta Bòrdo (orlo-margine) cui Bordàre “munire di orlosagomare” (omn di Bordare dal lat BURDO) con Bordatìno, Bordàto, Bordatòre e Bordatùra, Bordùra...
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ragionevolmente di rad comune dal fatto che ogni capanna (casetta) ha una propria bordatura; eppoi
l’omologismo Borderò dal franc BORDEREAU annotazione marginale, il prefissato Debordàre attraverso il
franc DEBORDER andare oltre i limiti cui il glb Debordant.
Lenòne (protettore) - in volg Magnàccia, da Magnare “mangiare” e fig “guadagnare illecitamente” come certi
politici, cui l’accr Magnaròne - dal lat LENO, è letteralmente il mercante di schiave, fig il ruffiano,
favoreggiatore.
Si potrebbe ardire una diversificazione aggiornata, partendo dalla semant originaria.
Baldracca o Bagascia è la frequentatrice di locali ed alberghetti, portuali e periferici, marciapiede incluso.
Sgualdrina è la professionista, una cortigiana all’inizio del terzo millennio, l’accompagnatrice prezzolata
elegante e seducente. Meretrice è l’occasionale, colei che vende alla bisogna il corpo, meritandosi il prezzo.
Puttana è chi lo fa per vizio, incluse donne-bene. Tutte, in ogni caso, sono Prostitute. Le ragazze mandate sulle
strade, coloro che lo fanno per costrizione, ricattate, sono solamente delle schiavizzate, vittime di una nuova
tratta internazionale, con la perseverante complicità criminale di numerosi maschi occidentali d’ogni ceto e
posizione, purtroppo con una connivenza femminile, delle loro compagne di sventura.
\ Nella Firenze umanistica e rinascimentale, dove il fenomeno della prostituzione vagante era inferiore solamente a Venezia, i Vicini, cioè gli
abitanti della Vicinia (Ved Trivio...), erano invitati a denunciare le donne ed i loro lenoni; le prime venivano allontanate ed i secondi, se
recidivi, condannati addirittura al rogo.\
Nel volg omologato in lingua nazionale, è comune il termine Zòccola “topo di fogna”, dal tema med SURK
svoltosi nel gr HYRAKS HYRAKOS sorcio, nel lat SOREX SORICEM cui Sòrcio o Sòrce o ancora Sòrco
l’aggettivo Sorcìno o Sorcìgno da SORICINUM e il volg Sorca “vulva”. Sempre volg, il termine Zoccola è stato
metaforizzato in prostituta-puttana da bassifondi. Dal gr HYRAKOS l’ital conta Iracoidèi (Ordine di
mammiferi).
Zòccolo, con Zoccolàio, Zoccolàre, Zoccolìo, invece, è dal dim lat SOCCULUS di SOCCUS, cui il volg veneto
Socoler “zoccolaio”, di tema med SOKKO, una calzatura med di taglio basso indossata dai comici,
successivamente passata d’uso comune, in percorso il fig Zoccolatùra e Sòcco questo in connessione col volg
Ciocia-Ciocie o Cioce cui Ciociaro dall’onomatopeico CI CI battere con insistenza per rendere a poltiglia, da
quest’ultimo anche fig Cicisbèo per il suo cadenzato bisbigliare e Cìschero. Zòccolo indica fig l’unghia di alcuni
animali, come il cavallo ed il bue.
Entrambi i termini Zoccola e Zoccolo, si sono attestati nella lenizione popolare in z da s. Esiste un volg toscano
Zocca ad indicare il ciocco dove il macellaio taglie le carni e ne tronca le ossa; Ciòcco, infatti, è l’inc di Ceppo
con SOCCUS. L’omn volg toscano Ciocco è la variante di Chiocco. L’ital conta ancora il fig prefissato
Inciocchìre (IN illativo) che vale “restare inebetito”, da Ciòcco svoltosi in “ceppo da ardere” cui, in locuzione,
Dormire come un ciocco (profondamente) e Restare da ciocco (da ebete),
L’ital conta ancora il fem Ciòcca quale snm di Ciuffo, probabile termine fig dal lat CLOCCA campana, ed un
Cioccàre d’origine onomatopeica che sta per “sgridare” o voce marinaresca in riferimento ai cavi.
LEGA DELEGATO OBBLIGATO
LEGA
Lèga, di rad LEIG legare, sta per Associazione, Patto o Alleanza, ed è il devb da Legàre da lat LIGARE cui
anche Ligàre fedele al lat, donde Leghe Bianche, Lega Araba, Lega Nord e Liga Veneta (Italia).
\ Si evincerebbe che i Veneti, pur reclamando un maggior riconoscimento della loro identità inguistica, rimangono storicamente fedeli a
Roma ed alla sua lingua, adottando la versione LIGA, dal lat LIGARE, per il loro movimento socio-politico.\
Lega è la proprietà coesiva tra alcuni metalli quale il Pèltro (stagno, antimonio e rame o argento, da una
precedente di stagno e piombo ) inv dal tema med PELTRO già PELTRUM di genesi prelatina.
Lega è ancora la misura itineraria dal prvz LEGA, ripreso dal lat LAEGA d’origine gallica (celt), di diverso
valore secondo i Paesi. Derivati per coesione, Allegàre o Alligàre (lat ALLIGARE legare insieme, omn di
Allegare da Legge) con Allegagiòne, Allegamènto, Allegànte, Allegaziòne.
Legacciòlo da Legaccio, Legàme (suff AME per collettivi) da LIGAMEN, Legamènto, questo anche anatomico,
con Legamentòso, Legànte, Legatòre, Legatorìa, Legatùra.
\ Nella struttura del piede umano ci sono più legamenti (107) che muscoli e articolazioni \
Attraverso lo sp LIBAN dal lat LIGAMEN l’ital conta l’omologismo Libàno “corda vegetale” che non ha nulla
di Libanizzàre con Libanizzaziòne questi varianti di Libanesizzàre con Libanesizzaziòne relativi alla situazione
politica in Libano.
Attraverso l’ingl TO BOND legare si contano il glb Bond obbligazione (di credito) cui l’omologismo
Bonderizzaziòne; non è poi inverosimile una connessione rad con il sett Bondiòla “sorta di salame” “quindi
“avvolto-legato” con una variante Boldòne o Baldòne dal lat BOTULUNM e che sta per “sanguinaccio”;
pseudoetim Bòldo “sorta di alberello di origine cilena” attraverso lo sp BOLDO di voce sudamericana, assonante
Boldròne “vello di pecora” di etim non accertato.
Eppoi, il percorso prosegue con Littòre dall’agente LICTOR di un momentaneo LIGERE e vale (ufficiale)
portatore di fasci legati omologato nel Fascismo, cui Littoriàle, Littorìna, questo “automotrice ferroviaria”
ispirata alla locuzione Fascio littorio, omn di Littorina “un mollusco”, Littòrio dal lat LICTORIUS. Il giornale
“Corriere dello sport” prima del 1944 era intitolato “Il littoriale”.
I derivati per associazione, l’ironico Legaiòlo, Leghìsmo, Leghìsta. Attraverso il franc LIEGE già LIGE ma dal
lat medv LETICUS di LETUS suddito (legato al signore in maniera indissolubile) l’ital conta Lìgio.
La rad LEIG, in percorso da LIGERE-LIGARE a Legare, ha ancora prodotto, con i pref, Collegàre cui Collèga,
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Collegatàrio, Collegàto, Collegaziòne e Collegànza, Collègio con il glb ingl College, Collegiàle con Collegialità,
Collegialmènte, Collegiànte o Collegiàte, Collegiàta e Collegiàto, Rilegàre con Rilegatorìa e Rilegatùra, Slegàre
con Slegamènto, Slegàto e Slegatùra. Ancora, dal lat ALLIGARE il franc ha tratto ALLIER allegare insieme cui
Alleànza (col suff ANZA ricalcando il franc ALLIANCE), Alleàre e Alleàto. Dal verbo prefissato
COALESCERE unirsi insieme (CUM associativo e l’incoativo ALESCERE) l’ital conta Coalescènza, eppoi
Coaliziòne attraverso il franc COALITION già lat COALITIO con l’aggettivo Coalizionàle e il verbo
Coalizzàre.
Termine pseudoetim l’omologismo Allèa “viale alberato” dal franc ALLER andare, con la variante aferetica
Lèa.
\ In turco, UIGURI vale “alleati” e identifica un gruppo etnico turcofono stanziatosi nella Mongolia, chiamati TIE-LE dai cinesi. Nel 2009
sono tornati tragicamente alla cronaca per la repressione ai loro danni da parte della Cina. \
Il gr conta DEIN legare (l’assonanza rad con LEIG non è casuale) che col pref DIA attraverso diventa
DIADEIN legare attraverso, cui DIADEMA benda che nello specifico è per recingere la fronte, e da questo
l’inv lat e ital Diadèma nel significato corrente cui Diademàto.
Attraverso l’ar MARBUT questo Pp di RABAT legare, l’ital conta l’omologismo marinaresco Marabòtto vrs
connesso con MARABIT acquartierato in senso fig, cui l’omologismo Marabùtto “santone musulmano” cui, in
estensione, “mausoleo” eppoi il fig Marabù “sorta di uccello” attraverso il franc MARABOUT.
Attraverso il ted BINDEN legare cui il franc BINDA fascia, l’ital conta l’omologismo Bènda con il denm
Bendàre e Bendàggio, Bendàto, Bendatùra, l’accr Bendòne, l’esotico franc Bandeau (pron bandò) “bande di
capelli lisci ricadenti a mo’ di bende”.
\ Suffissi collettivi *AME IME UME ETO
Tegame Padella
Il lemma Legname possiede il suff AME per collettivi, derivato dal lat AMEN col quale terminavano i sostantivi tratti dai
verbi in ARE, quale CERTAMEN contesa da CERTARE gareggiare, poi svoltosi in un suff autonomo di valore collettivo,
quali Ferràme da Ferro (assortimento di pezzi ferrosi, snm di Ferraglia), con la variante IME come in Mangime o UME come
in Pacciume, Lordume o Luridume.
Tegàme è dal mer Tiganu sovrapposto al sett Tigan, tutti dal gr TEGANON con suff collettivo AME. Il snm Padèlla, invece,
col prefissato Spadellàre (S intensivo), è dal dim lat PATELLA di un PATERA piatto snm di PLATTUS, vrs connessi;
PATERA si sarebbe diversificato in PATINA contenitore cui Patèna attraverso il franc PATENE, Pàtera “ant scodella
sacerdotale” con un corrente Pàtera “attaccapanni” attraverso il franc PATERA, successivamente svoltosi nel significato di
rivestimento a velatura cui Pàtina con Patinàre, Patinàta, Patinàto, Patinatòre, Patinatùra e Patinèso; inv dal lat, l’ital conta fig
Patèlla, Patellàre e Patèllidi (Famiglia di molluschi).
Il suff ETO per collettivi è dal lat ETUM, rintracciabile in termini quali Alberèto o Arborèto da Alberi, Ghiaièto da Giàia.
Macerèto da Macerie; lo si ritrova al fem ETA in termini quale Carpinèta da Carpìni (snm di Carpineto) e nei toponimi quali
Castellaneta, Sabbioneta.
Toponimo Zapponeta
Esempio questo di come un toponimo possa evolversi nel tempo celando il proprio nome di battesino.
Zapponeta è un piccolo centro agricolo sulla statale delle saline Manfredonia-Margherita di Savoia a 23 km dalla prima.
Fondata nel 912 nei pressi dell’antica Salapia-Salpi, da marinai manfredoniani dediti in quell’area alla cattura delle seppie, il
nome originale Sapponeta, una corruzione questo di Salpi (col suffisso -eta o -eto per toponomastica), è transitato da
Salponeta, Zapponeto per attestarsi dal 1871 in Zapponeta. L’agglomerato è stato per 170 anni frazione di Manfredonia
(Siponto) e dal 1975 è comune autonomo.
DELEGATO
Delegàto da DE LEGATUS, la “persona conferita di un incarico rappresentativo”, idealmente unita al mandante,
è infatti il Pp prefissato di Legàre “lasciare (unire) in eredità” cui Legàto “ereditario” (omn-snm di Legare e
Legato “unire”) col pref DE conclusivo, dal lat LEGARE durativo di un momentaneo LIGERE cui Delegàre con
Dèlega, Delegatìzio e Delegaziòne, eppoi Condelegàre e Condelegàto “delegare e delegato insieme con altri”
con i due pref COM DE. Sul modello di Delegato, l’ital conta Ablegàto e Ablegaziòne col pref AB privativo.
Collètta cui Collettìvo con Collettivamènte, Collettìvìsmo, Collettività, Collettivìsta, Collettivìstico,
Collettivizzàre con Collettivizzaziòne, Collettàme, Collettàneo, Collettìzio Collètto (omn di Colletto da Collo e
Colletto da Colle), Collettòre, Colleziòne, discendono dal dal Pp COLLECTUS del prefissato CUM LIGERE COLLIGERE cogliere insieme.
Dal percorso semant del lat LEX-LEGIS, connesso con la rad LEIG, l’ital conta Lègge con Legàle (aggettivo e
sostantivo) e Legalità Legalitàrio, Legàre, (omn di Legare “unire”), Legatìzio, Legazìa, Legalizzàto, Legiferàre,
Legislatùra, Legislaziòne, Legisperìto, Legìsta, Legulèio (avvocato cavilloso, ma di scarsa competenza) e tutta la
serie di Legìttimo con Legìttima, Legittimaziòne, Legittimità, il prefissato Illegìttimo con Illegittimità (IN
negativo adattato), la composizione Privilègio (con PRIVUS singolo, sta per “singolo caso di legge”). Legaziòne
è dal lat LEGATIO con i prefissati Allegàre “a scopi legali” (AD allativo, omn di Allegare da Legare) e Illegalità
(pref IN negativo). In ambito comune indoeur, l’ingl conta LAW per Legge con LAWER avvocato, cui il glb
Common law “legge comune” corrispondente alla locuzione ital Legge delle tradizioni.
\ Di Leggi, ce ne sono un’infinità: del passato, contemporanee, statali, divine, scientifiche, comportamentali, straordinarie, marziali, sulla
censura, dei diritti naturali, umane, della giungla, della foresta, letterarie, artistiche, dell’onore, della morale, del cosmo, di gravità, di
conservazione... Leggi che portano il nome di chi le ha fatte istituire, formulate o scoperte, come Legge Debrè (scolastica), Legge Merlin
(Italia, abolizione delle Case Chiuse), Legge d’Ashby (Cibernetica), Legge Emmert (Percezione), Legge Gresham (Economia), Legge Say
(Domanda-Offerta), Legge Mammouth (Scolastica, Olandese), Legge Reale (Italia, Ordine Pubblico), Legge Mendel (Genetica)... e leggi che
portano il nome del luogo ove sono state deliberate, come Legge di Norimberga (nazista, antisemitica)... l’idea dell’Ora legale, ovvero “l’ora
per legge”, utile al risparmio energetico, già frullava nel cervello di Benjamin Franklin, nel 1784; in Italia fu adottata per la prima volta nel
1916, poi, dopo fasi alterne sino al secondo conflitto mondiale, divenne un appuntamento fisso europeo per i mesi primaverili ed estivi.dal
270
1966, detta anche Ora estiva rispetto all’Ora solare. e all’Ora sociale..\
Il lemma Legale, dal lat LEGALIS svoltosi nel franc ant LEIAL, è ritornato nella lingua ital in Leàle, cui
Lealìsmo, Lealìsta, Lealtà, Leànza.
Attraverso il volg romano influenzato dall’ebr PASUL illegittimo, si conta il termine Fasùllo adottato dal 1942.
La rad LEIG ridotta a LEG cogliere-scegliere cui il lat LEGERE, ha prodotto i vari Lèggere “raccogliere o
scegliere (le parole)”, con Lètto e il fem sostantivato Lètta dal Pp LECTUS scelto cui Lectìna attraverso l’ingl
LECTIN (col suff chimico INA), eppoi Leggènda con Leggendàrio dal lat medv LEGENDA da LEGENDUS
quale gerundivo di LEGERE leggere, Leggìo, Legiòne (raccolta o scelta di soldati), Leziòne da LECTIO
LECTIONIS con Lezionàrio, il prefissato Seleziòne con Selezionàre, Selezionàto, Selezionatòre, Selezionatrìce e
Selezionìstico da SELECTUS Pp di SELIGERE (col pref SE a parte), in complanare con Selettòre da
SELECTOR cui Selettìvo, Selettività, Selettivamènte e il prefissato Selettocultùra, il suff LEGIO da LEGIUM
raccolta in termini quali Florilègio “raccolta di fiori”, Sacrilègio “raccolta di cose sacre” con Sacrìlego svoltosi
nel senso di profanazione, Sortilègio “raccolta di sorti” nel senso di presagio, Spicilègio dal lat SPICILEGIUM
“raccolta di spighe” composto con SPICA punta-spiga.
\ La nazione dove più si legge (ricerca 2007) pare sia l’India, a comprovare la grande tradizione culturale, madre dell’indoeuropeità.
I termini Lèttera, Letteràle, Letteratùra, Lettòre, Lettùra, Letturìsta, dal lat LITTERA, sono pseudoetim, ovvero
non sono in connessione con la rad LEG di Leggere, pur se il Pp di questo è Letto, ma derivati dal gr
DIPHTHERA tavoletta, successivamente sovrapposti al senso di “leggere”, cui Traslitteraziòne o
Translitteraziòne attraverso l’ingl TRASLITERATION con Traslitteràre o Translitteràre, per accezione riferito
ad un testo trascritto con alfabeto diverso dall’originale, ad esempio dal tipo cinese al tipo lat-ital.
Il Trilìttero, attraverso il franc TRILITTERE dal lat LITTERA lettera con pref TRI tre è un vocabolo costituito
da tre consonanti, comune nella lingua sumera.
Nella terminologia d’interpretazione dei geroglifici, si contano ancora le locuzioni Segni unilitteri, Segni
monolitteri, Segni bilitteri (monosillabici).
Dalla rad LEG cogliere-scegliere, ci giungono ancora, e sorprendentemente, Aquilèia o Aquilègia (AQUA
LEGIA raccoglitrice d’acqua, cui il toponimo ital sett Aquileia), Lègno (raccolto) cui Lègna con la variante
Lìgno, Legnàme (suff AME per collettivi), Legnàre “raccogliere legna” ma anche fig snm di “bastonare” con
Legnatùra e Legnàta, eppoi Legnàtico snm di Stirpatico, Legnòso con Legnosità, Lìgneo e Lìgnea, Lignificàre,
Lignificàto, Lignificaziòne, Lignìna, Lignìte, il composto Lignocellulòsa; lemma alieno è Legnòlo o Lignòlo dal
lat volg LINJOLUS da LINEUS di lino.
Lègni indica una famiglia di strumenti musicali quale il Clarinetto, Corno di bassetto e Corno inglese, Fagotto
con Controfagotto, Flauto, Oboe, Ottavino Sassofono.
Legno pregiato è il Mògano, omologismo dall’amerindio MOHOGONI.
Dal gr KSYLON legno l’ital conta Xilèma snm di Adroma con Xilemàtico, Xilène (suff ENE per idrocarburo),
Xilofìto (col gr PHYTON pianta), Xilolìte col gr LITHOS pietra che sta per “pavimentazione ad un solo
pezzo”Xilòlo (suff chimico OLO per alcol), Xilòsio (suff chimico OSIO per carboidrato) con Xilitòlo (Xilosio
con suff OLO per alcol), il pref XILO adattato in SILO (non contemplando l’ital la lettera x che pertanto è
desinata a svolgersi in s) per composizioni quindi in complanare quali Xilèma con Xilemàtico e Silèma con
Silemàtico, Xilòfago e Silòfago, Xilòfono e Silòfono, Xilografìa e Silografìa, Xilologìa e Silologìa, Xilotèca e
Silotèca, eppoi pseudoetim il termine Sìlo o Sìlos, questo attraverso lo sp SILO, dal lat SIRUS già gr SEIROS
buca da grano cui Silàggio, Insilàre, Insilàto, Insilatrìce, il composto chimico Glicosilàto.
\ A Foggia, nella località Piano delle fosse (del grano), al margine del centro storico, è possibile visitare un SIRUS, oggi monumento
archeologico. \
Nel percorso di Legno, l’ital conta ancora Falegnàme questo col pref Fa dalla terza persona indicativo pres lat
FAT di Fare “che fa il legname-lo lavora” (lemma da associare per un identico meccanismo di composizione a
Fannullone “fa nulla” con accr ONE), Allignàre questo col pref AD “far legna” dunque “maturare-mettere
radici” e fig “attecchire”. Ancora, Legùme (col pref UME collettivizzante) cui Legumièra, Legumìna
(“proteina”, suff chimico INA) e Leguminòse “Ordine botanico”da tema LEGU raccolto cui il gr LEGEIN
cogliere e l’ital Cògliere con un poetico Còrre e il Pp Còlto (omn di Colto da COLERE) e, coi pref, Accògliere
con Accòlto, Accogliènza, Accoglimènto, Accoglitìccio, Accòlta con una equivocabile variante in Accòlita,
eppoi il doppio prefissato Raccògliere, col poetico Raccòrre, cui Raccoglimènto, Raccoglitìccio, Raccoglitòre,
Raccoglitrìce, Raccòlta e Raccòlto (pref R variante di RAD) questo sia sostantivo sia aggettivo; infatti,
pseudoetim nel tema, si ha Accòlito cui Accolitàto, in relazione ad un ordine religioso minore che assiste il
sacerdote, dal gr AKOLYTHOS compagno di strada, in connessione con l’etim di Lituo-Liturgia.
Col pref RE e la forma LEGERE, è nato il termine Religiòne “atti di culto”, cui Religiòso, Religiosità con i
prefissati Areligiòso (pref A privativo), Irreligiòne, Irreligiosità e Irreligiòso (pref IN negativo).
Ancora da LIGERE, col pref INTER, Intelligènte con Intelligènza già Intelligènzia dal lat INTELLIGENTIA,
Intelligìbile o Intellegìbile con Intelligibilità, Intellètto con Intellettìbile, Intellettòre, Intellettuàle con
Intellettualìsmo, Intellettualìsta, Intellettualìstico, Intellettualità, Intellettualizzàre, Intellettualizzaziòne,
Intellettualòide, Intelleziòne, i glb Intelligence transitato dall’ingl, Intellighenzia dal russo, tutti da
INTELLIGERE; col pref DIS; Dilìgere che vale “amare”, con i derivati Dilètto, Diligènte, Diligènza “zelo” e, in
aggiunta il pref PRAE, Predilìgere, Predilètto, Prediliziòne. Diligènza (carrozza) è dal franc DILIGENCE, questo
sintesi di CARROSSE DE DILIGENCE che vale veicolo d’impegno, ovvero per lo zelo nel lavoro.
Sempre da LEG scegliere, con il pref EX estrattivo, il verbo lat ELIGERE, cui Elegànte, con Elegànza, che, in
271
altre parole, vale “chi sa scegliere”, e l’onomastico Eligio “l’eletto”; snm di Elegante è l’omologismo dal franc
SCHIC cui Scìcche, Scicchèria, Scicchettòso, Sciccòso; altro omologismo dal franc è Soignè (accentazione
corretta soigné) con valore di “elegante-ben curato” da SOIGNER curare di genesi ger.
Scègliere nasce dalla composizione lat EX ELIGERE, dove il pref EX si muta in SCI, donde il devb Scèlta dal
Pp Scèlto, eppoi Sceglitòre, con Sceltamènte e Sceltèzza. Con l’identico pref EX estrattivo diventa ancora
Elèggere “scegliere, fuori di...”. Il lemma Elettuàrio è dal lat ELECTUARIUM già gr EKLEIKHO, col pref lat
EX fuori ridotto in E, in gr EK, vale “medicina che si scioglie in bocca” (ovvero fuori dello stomaco come lo
sciroppo) con la variante aferetica Lattuàrio o Lattovàro, termine che si richiama al lat ELECTUS scelta (in tal
caso, di medicamenti da mescolare insieme) questo Pp astratto di ELIGERE, cui Elètta dal Pp fem lat ELECTA,
Elettìvo, Elètto, Elettòre da ELECTOR ed Eleziòne da ELECTIO ELECTIONIS; dal transito franc, qui ELITE,
Eletta è ritornata in Elite-èlite con Elitàrio, Elitarìsmo, Elitìsta, Elitìstico (suff aggettivale ISTICO).
I Verbi elettivi, in forma passiva, sono quelli che appaiono in concomitanza con il Complemento predicativo (essere eletto,
incoronato…).
Analizzando i termini, scopriamo che tutti presuppongono un’azione di raccolta e di ricerca; pertanto non è
inverosimile un primordiale percorso comune tra il cogliere (LEGERE), le norme di legge (LEGIS), per unirle,
legarle (LIGARE) insieme.
Elegìa “composizione poetica”, cui Elegìaco, Elegìsmo e i composti Elegìàmbo e Giambèlego (entrambi con
Giambo metro poetico classico), Elegiògrafo che vale scrittore di Elegie, invece, non sembrerebbero connesso
alla rad LEG; dal gr ELEGEIA con ELEGOS canto di dolore accompagnato dal suono del flauto, anche questo
termine potrebbe essere stato associato all’azione di raccolta e ricerca di note o di versi tristi. e i composti
Elegiàmbo e (entrambi col gr ELEGOS elegia).
Con il pref EC dal gr EK fuori cui EKLOGE scelta con valore di cogliere fuori, il lat conta ECLOGAM donde l’ital Eclòga
lenito in Eglòga “sorta componimento poetico o musicale” di toni pastorali e idillici.
\ Stero Stereo
Un’unità di misura volumetrica per il legname da ardere è Stèro pari ad 1 m3, dal gr STEREOS (genitivo di STER) fermo,
stabile, solido, rigido, ma anche nel senso di spaziale, tridimensionale, transitato dal franc STERE, cui i termini scientifici
Steròide, Steroidèo, Steròlo con Steròlico, le composizioni Ergosterìna con Ergosterìsmo (col gr ERON), Fitosteròlo (col gr
PHYTON pianta), Sistosteròlo (col gr SITOS grano), Tachisteròlo (col gr TAKHYS veloce), Zoosteròlo, eppoi il pref
STEREO in composizioni quali Stereoagnosìa, Stereoàngolo, questo snm di Angoloide, con Steradiànte ellittico di
Sterangolo radiante (questo unità di misura), eppoi Stereocinèsi, Stereofonìa con Sterefònico, Stereoscopìa, Stereòtipo, eppoi
il composto Cortisòne ellittico di Corticosteròne (con il lat CORTEX corteccia, Sterolo e suff ONE) cui Cortisòlo (suff
chimico OLO) e Cortisònico; in percorso chimico da CORTEX corteccia, l’ital conta Corticìna attraverso il franc
CORTICINE, Corticòide (suff OIDE simile), Corticosteròide, Cortocosurrène con Corticosurrenàle, Corticotròpo (col gr
TREPO io volgo e Corticotropìna (con Atropìna) snm di Adrenocorticòtropo questo attraverso l’ingl
ADRENOCORTICOTROPHIC e composto col pref ADRENO da Adrenalina.
In connessione indoeur col gr STEREOS stabile-solido, l’ingl conta STERLING “unità monetaria in corso”, come già era
accaduto con il lat SOLDUM moneta da SOLIDUS integro-solido, cui l’omologismo Sterlìna (dal 1873), dalla
locuzione POUND STERLING dove POUND vale “libbra” snm di STERLING-Sterlina e STERLING s’è svolto in “di
buona lega” cui il glb Sterling “sorta di vernice” con l’omologismo Sterlingàto. Moneta divisionale della Sterlina è il PENNY
(dal XVIII sec) attraverso il ted ant PFENNING.
OBBLIGATO
Obbligàto, Pp di Obbligàre, dal lat OB-LIGARE, con raddoppio della consonante del pref OB di valore
oppositivo innanzi al verbo LIGARE, per cui legato contro la volontà, costretto. Tra i derivati espliciti, lo
sdrucciolo Obbligo-òbbligo cui Obbligànte, Obbligatàrio, Obbligatòrio con Obbligatorietà, Obbligaziòne (anche
titolo di credito a reddito fisso) con Obbligazionàrio, Obbligazionàto e Obbligazionìsta.
\ Le Scuole dell’obbligo furono istituite nel nascente stato italiano dal 1877. \
\ Fede
Ogni Religione presuppone una fede. Fède è dal lat FIDES questo l’astratto del rad indoeur BHEIDH-BHIDH fidarsi, cui il
lat FIDARE inv nell’ital Fidàre. In percorso, i termini Fedèle o Fidèle con Fedelìssimo e l’opposto Infedèle (pref IN
negativo), Fedelizzàre, Fedeltà o Fidelità con le varianti Fedelità, Fedeltàde o Fedeltàte, Fidelitàde o Fidelitàte, da
FIDELITAS FIDELITATE, l’opposto Infedeltà, la locuzione Alta fedeltà (relativa al suono originale) attraverso l’ingl HIGH
FIDELITY cui la glb Hi-Fi; ancora, Fedìna (dim nel senso di simbolo di Fedeltà), da una convenzione dei primi Ottocento,
quando farsi crescere la barba, chiamata appunto Fedìna, era prova di fedeltà all’Impero Austro-Ungarico. Eppoi, Fìda,
Fidànza cui Fidanzàre con Fidanzàto, Fidatèzza, Fideìsmo con Fideìsta e Fideìstico, Fidelizzàre con Fidelizzaziòne attraverso
il franc FIDELISER, Fidènte, Fìdo da FIDUS, Fidùcia con Fiduciànte, Fiduciàrio e Fiduciòso, il composto Fideiussiòne con
Fideiussòre e Fideiussòrio con FIDES e IUBERE comandare; IUBERE è da rad YEUDH combattere, cui Iussìvo che vale
Imperativo. Eppoi i prefissati Affìdo con Affidamènto, Affidàre, Affidavit questo nella terminologia del diritto inglese e
statunitense, inv dal verbo lat AFFIDAVIT “depose a testimoniare”. Confidàre con Confidamènto, Confidènte (da non
equivocare con Confitente), Confidànza e Confidènza con Confidenziàle e Confidenzialità. Diffidàre con Diffidènte e
Diffidenza. Disfìda con Disfidàre (pref DIS dispersivo), snm di Sfìda e Sfidàre (con aferesi del gruppo letterale DI), valgono
“togliere la fede, provocare”. Pèrfido “contro ogni fede” con Perfìdia, è da PER e FIDUS (il pref PER qui vale “contro”) .
Una forma tematica del rad in BHOIDHO ha condotto al lat FOEDUS patto (di fedeltà), cui Federàle con Federalìsmo,
Federalìsta, Federalìstico, Federàre con Federatìvo, Federàto e Federaziòne, i prefissati Confederàle, Confederaziòne e il
composto Fedìgrafo, questo con FOEDUS e FRANGERE rompere; Fèdo è un lemma dantesco che vale “ripugnante” cui
Fedàre, svoltosi da FOEDUS vrs da un passaggio metaf in riferimento ad un patto col nemico. Dalla locuzione Mia fé s’era
attestato l’obsoleto Gnàffe “in fede mia”.
Snm di Perfidia-Perfido è Cainìsmo e Cainèsco (XX sec) in riferimento al biblico fraticida Caino.
Il termine Fede è anche utilizzato in composizioni quali Fedecommèttere o Fidecommèttere o ancora Fidecommìttere
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“affidare all’altrui lealtà” con Fedecommèsso o Fidecommèsso o ancora Fidecommìsso, Fedecommissàrio o
Fedecommessàrio o ancora Fidecommessàrio o Fidecommissàrio, Fededègno, Fedelàggio (su calco di Vassallaggio),
Fedìfrago vale “chi rompe il patto, la fede” (con il lat FRANGERE spezzare), la locuzione glb ingl Fidelity card. Il ted conta
DRUD per fedele omologato nell’ital Drùdo. Il termine lat è invece rintracciabile nell’ar FIDA’I devoto, comprovante una
remota rad comune, cui FIDA’IN il noto Fedayin votato alla morte.
Termimi pseudoetim nel percorso lat, Fedelini, questo analizzato altrove, Federiciàno questo pertinente a Federico II di
Svevia (XIII sec) o Federico II di Prussia 1 (XVIII sec), Fidenziàno che sta per una manifestazione letteraria ispirata al
soprannome Fidenzio dello scrittore C. Scroffa per la sua opera Amorosa elegia del 1550, Fidìaco questo relativo allo
scultore gr Fidia (V sec aC); Fidìcine “suonatore di strumento a corde” dall’omn lat FIDES corde della lira composto con un
suff da CANERE cantare. Altro alieno è il suff atono FIDO, questo dal lat FINDERE fendere, con il valore di “scisso” in
termini quali Trìfido, eppoi Bipennatìfido da Pennatìfido.
L’ital conta l’omologismo Cafìro dall’ar Kafir infedele (non islamici).
Il glb Fedayn, con la variante Feddayn, cui l’omologismo Fedaìn, è dall’ar FIDA’I “votato alla morte pe fede” è vrs connesso
alle origini con la rad indoeur BHEIDH-BHIDH fidarsi.
\ La Fede è tra le più antiche pratiche dell’uomo da accostare alla ricerca del nutrimento e, come quei cibi che consuma da sempre, questa
non può che arrecargli benefici, ossia l’ottimale equilibrio corpo-spirito; la mancanza di fede, pertanto, produce nell’organismo
manifestazioni negative, addirittura andrebbe a lederne le risposte immunitarie.\
1
In percorso dal coronimo Prussia si ha Prussianèsimo o Prussianìsmo, Prussiàno, Prùssico nella locuzione Acido prussico snm di Acido
cianidrico da una precedente Blu di Prussia.
\ Leghe
L'idea di una Lega, quale strumento di coesione delle intenzioni, per meglio armonizzarle, proteggerle e renderle vittoriose,
non ha mai storicamente funzionato del tutto, ritrovandosi smentita dagli avvenimenti incalzanti della stessa storia, l’unica a
gestire per davvero le cose, al di là, insomma, dei sogni di lega.
448 aC. Contro i Persiani, nacque in Grecia la Lega di Delo, dal nome dell’isola nel cui tempio dedicato ad Apollo era
custodito il finanziamento necessario per l’istituzione di una flotta confederata; flotta che poi era in realtà tutta ateniese,
compreso il comandante Cimone, il quale portò al trattato di non belligeranza con i persiani, ma che grazie ai soldi della
comunità si sarebbe reso strategicamente complice dell’egemonia di Atene sulla regione; oggi, nell’ottica della gente del nord
d’Italia, si direbbe "da Roma a Milano".
431 aC. La gente del Peloponneso non volle ricadere nella metaforica brace e s’inventò la Lega Peloponnesica, questa volta
per resistere alle pretese di Atene. Alla lega si unirono strategicamente Corinto (l’ant Efira cui il demotico Efirèo) e Sparta,
desiderosi, più la seconda, di sostituirsi ad Atene. Il conflitto finì però senza vincitori e vinti.
336 aC. Muore Filippo il Macedone - padre di Alessandro - il regista dell’unificazione dei Greci sotto un’unica bandiera a lui
però vassalla; aveva per questo favorito l’istituzione della Lega di Corinto, una città che si dannava di ricercare ogni
occasione di prevalere su Atene e Sparta.
323 aC. Muore giovanissimo anche Alessandro e con lui il sogno di gloria macedone. La Grecia tenta di riscattare la propria
autodeterminazione e nacquero addirittura due leghe, l’Achea e l’Etolica, la prima nel Peloponneso e la seconda nelle terre
oltre il golfo di Corinto, alle quali sia Atene che Sparta non vollero aderire, orgogliosi delle loro storie a sé.
1167 dC. Per soccorrere Milano nella resistenza contro il Barbarossa, fu giurata a Pontida la Lega Lombarda tra Comuni
lombardi, emiliani, piemontesi e veneti.
1508, Lega di Cambrai,voluta da papa Giulio II - costituita da Francia, Spagna, Austria (Massimiliano I) e Ferrara - contro
Venezia e che segnò la fine dell’espansionismo di questa nell'entroterra.
1512, appena quattro anni dopo, lo stesso papa Giulio II alleò veneziani e spagnoli nella Lega Santa, allo scopo di
sottomettere Ferrara alle intenzioni della Chiesa, che intendeva incamerarsi quei territori . La Lega provocò l’inizio della fine
dell’egemonia franc nella penisola (ascesa degli italiani Sforza a Milano); è vero che la Francia di Francesco I sarebbe
ritornata grazie al soccorso dei veneziani, ma oramai incombeva l’imperialismo spagnolo.
1526, Lega (santa o italiana) stipulata a Cognac. A seguito delle guerre di successione franco-spagnola nella nostra penisola,
pendente a favore della Spagna (Carlo V), la Francia escogitò una lega tra il Papato (Clemente VII), Firenze, Venezia e
Milano (Francesco Sforza) per ricacciare gli spagnoli. La lega non solo fallì, ma si rivelò foriera di una delle più grandi
tragedie nel nostro paese, dal tempo dei barbari: la Francia, patologicamente delusa, ebbe la malsana idea di vendicarsi dei
politici di casa nostra, infierendo sulla popolazione. Sguinzagliò infatti sino a Roma masnade di lanzichenecchi 1, sbrigliati
per ogni sorta di sevizie e depredamenti. L’arma lanzichenecca fu vrs anche la prima “chimica” in assoluto, per l’epidemia di
peste che provocò.
Pare che i francesi avrebbero fatto di più, aizzando la pirateria saracena sulle nostre coste.
1
Lanzichenècco, cui l’ipocoristico Lànzo, meglio Lanzichenècchi, bande di mercenari tedeschi, dal ted LANDSKNECHT, termine composto
con LAND terra e KNECHT servo che sta per al servizio del paese. La famosa Loggia dei Lanzi a Firenze, è così chiamata perchè Cosimo I
la faceva sorvegliare dai Lanzi(chenecchi). Il termine è un omologismo storicamente utilizzato da Machiavelli (1527).
MAGO MAGONE IMAGO
MAGO
Dal lat MAGUS, dal gr MAGOS, e questo dall’ant persiano MAGUSH, al fem Màga, ed un cinquecentesco
Magàlda che sta per “prostituta”.
Un ant lemma contiene antichi derivati: Magìa, Màgico, Màgio... e sempre echeggianti di mistero. Il got conta
DARNS magico cui Indàrno “per magia” attestatosi però nel snm di Invano attraverso una interpretazione in era
cristiana.
Il termine Megèra non appare connesso al percorso di MAGUS-MAGOS, poiché è dal lat MEGAERA
ricopiando il gr MEGAIRA, nome di una delle Erinni.
Poù vicina al termine Megera, invece, è la voce mer Masciara con valore di strega, fattucchiera…
Da Tofana quale cognome di una megera romana del XVII sec si ha il lemma Tofàna cui Intofanàre e la
locuzione Acqua tofana per indicare una sorta di soluzione velenosa.
\ In Oriente MAGUSH Màgio è ricerca, studio, scienza, degnamente rappresentati da Gaspare (dall’iranico GAZBAR portatore di tesori,
Melchiorre (dall’assiro BALATS USUR “Dio lo salvaguardi”) e Baldassarre (Ved Onomastica ebraica in Vano…). Avvicinandosi al nostro
273
mondo, il termine assume invece un significato di stregoneria, sino a scontrarsi con i princìpi del cristianesimo che lo hanno completamente
demonizzato. Una demonizzazione, che ai tempi dell’Inquisizione lo ha trascinato sul rogo. \
L’orientale MAGUSH diventa così, oltre a Fattucchiere, Stregòne, questo l’accr mas di Strèga dal lat STRIGA,
dal gr STRIKS uccello notturno, cui STRIGARE e l’ital Stregàre; il lemma è connesso con Strìge dal lat STRIX
STRIGIS volatile rapace notturno cui Strìgidi (la Famiglia) da STRIGIDAE e Strigifòrmi (l’Ordine) da
STRIGIFORMES eppoi Strìggine (omn di Strigine da Strina) o Strìgine “strega”, Strìgolo (sorta di pianta
erbacea delle Cariofillacee). La locuzione Latte della strega indica tradizionalmente il siero secreto dai capezzoli
di un bambino.
Agli Strigidi appartiene il Gùfo (dal XIV sec), la cui vita media è di 24 anni, dal lat tardo GUFO GUFONIS, cui
Gufàre, Gufèsco, il fig Gufàggine, Gufètto snm di Chiù (dal XIV) e di Assiòlo o il poetico Assiuòlo (già dal XIII
sec) questo dal lat AXIOLUM dim di AXIO AXIONIS; fuori percorso Guffìno, termine questo di memoria
fascista, relativo al GUF l’acronimo di Gruppo Universitario Fascista. Una seconda versione lat di Gufo è
BUBO BUBONIS cui il snm ital Bubòne con il verso Bubolàre o Bubilàre. Dall’inc di BUBO BUBONIS con il
lat volg UPUPULA questo dim di UPUPA, vrs connesso col gr EPOPS, cui l’ital Upupa-ùpupa, l’ital conta
Bùbbola cui il verso Bubbolàre e il devb Bùbbolo svoltosi in “sonaglio” con Bubbolièra e Bubbolìo; Bùbbola è
anche snm di Fandonia, cui ancora un Bubbolàre “ingannare” con Bubbolata; Bubbola, cui Bubbolìna, è infine
un fungo della Agaricacee snm di Mazza di tamburo. Upupa o civetta era indicata dal lat con PARRA d’etim non
accertato, cui Pàrra “sorta d’uccello africano”.
Incerta la connessione o la sovrapposizione di BUBO BUBONIS gufo con l’ital Bubbòne con Bubbònico;
comunque, il lat volg conta ancora un BUBO BUBONIS che sta per tumore ricalcando il gr BUBON
BUBONOS inguine.
Ancora una riflessione sul termine persiano MAGUSH, che pare ricopiato dal sct MANUSH “la creatura nata da
Dio” e che poi è passato semant ad indicare il popolo zingaro.
Il perché di Magiàro MAGYAR per “ungherese” è vrs connesso col tema di Magush; infatti, il popolo magiaro,
o ungherese (la cui lingua non appartiene al patrimonio indoeur) era dilagato dall’Asia guadando il Volga
intorno all’800, donde si sarebbero stanziati nelle terre attuali, tra il Danubio e il Tibisco, alla fine del sec IX.
Sciamàno, invece è dal ted SCHAMANE già mongolo SAMAN, cui Sciamànico, Sciamanìsmo; da non
equivocare con Sciamanno “abito ebraico” dall’aramaico SIMAN segno, vrs in arcaica connessione quale “abito
segno di distinzione”.
L’ant formula magica Abracadàbra è dall’ebr (aramaico) HA BERAKAH DABERAH, successivamnente
omologata nel cristianesimo, reinterpretata quasi come un segno di croce e fatta derivare da AB Padre, BEN
Figlio, RAUCH AKADOSH Spirito Santo.
MAGONE
Nessun rapporto con Magush; ci arriva dal long MAGO e dal ted MAGEN gozzo - stomaco.
Il Magòne è infatti quella sensazione di groviglio allo stomaco, che sale sino ad annodare la gola, a seguito di un
dispiacere subìto o preavvertito. In alcune contrade, è il ventriglio dei polli.
Nella versione fem Magòna “officina-ferramenta-metallurgica”, snm o variante di Maona, ha assunto semant la
definizione di “grand’abbondanza di tutto”, presumibilmente dall’ar MA-UNA società, che lo si ritroverebbe nel
genovese MAONA compagnia (di navigazione).
IMAGO
Immàgine o Imàgine dal lat IMAGO, astratto dell’ant IMARE che sopravvive nell’ital Imitàre-Im(it)are con
Imitàbile, Imitatìvo, Imitatròre e Imitaziòne, eppoi in Mimàre-(M)imare questo transitato dal franc MIMER. Da
Immagine sono discesi esplicitamente Immaginàre o il poetico Imaginàre con Immaginàbile, Immaginàrio o
Imaginàrio, Immaginatìva o Imaginatìva con Immaginatìvo o Imaginatìvo, Immaginatòre, Immaginaziòne o
Imaginaziòne, Immaginìfico o Imaginìfico “creatore di immagini” (termine dannunziano, col suff FICIO dal
verbo FACERE fare), Immaginìsmo (XX sec), Immaginifìcio (termine poetico composto col verbo FACERE,
che sta per “fucina cerebrale delle immagini”), Immaginòso o Imaginòso. La rad è l’indoeur YEM, la quale s’è
attestata nelle aree indoiran, bal, celt in doppio frutto, doppio prodotto, insomma doppia immagine, cui il lat
GEMINUS e il suo dim GEMELLUS, cui Gemèllo, Gemellàre, Gemellàggio, Gemellànza, Gemellàre,
Gemellarità, il plur Gemelli quale segno zodiacale, i composti Gemellìpara con Gemelliparità (suff dal lat
PARERE mostrare nel senso di partorire), Gemellologìa, un Gemellaro nella cognomastica ital, vrs svoltosi in
Gemmellaro a causa di un raddoppiamento della consonante voluta dalla cadenza dialettale siciliana. Eppoi
anche Gèmino con Geminàre, Geminàto, Geminatùra o Geminaziòne, e la sequenza prefissata Bigèmino da
BIGEMINUS (pref BI da BIS due volte), snm di Gemellare, cui Bigeminàto e Bigeminìsmo, Trigèmino da
TRIGEMINUS che vale “tre gemelli” con la variante Tergèmino (con il lat TER tre volte quale suffisso)
attestatosi in “triplice aspetto”, Quadrigèmino da QUADRIGEMINUS (col pref QUADRI) “quattro gemelli”
snm di Quadrigemellàre... Plurigèmino snm di Plurigemmellàre (pref PLURI dal lat PLUS PLURIS più). Dalla
locuzione lat GEMELLA MANUS mano gemella, ovvero mano doppia, l’ital conta Giumèlla che sta per quanto
possa contenere l’incavo delle due mani avvicinate.
I Gemèlli, infatti, sono l’immagine reciproca dell’uno nell’altro. Nella psicanalisi, Imàgo è un concetto di Jung,
idealizzante una figura reale o fantastica. Di Immagine, c'è quella Consecutiva Negativa (Percezione), di Sé
(autocritica spesso non veritiera) e quella Eidètica (l'immagine chiara e particolareggiata di un avvenimento
trascorso).
In aramaico, Gemello è tradotto T’OMA col quale è connesso il gr TOME taglio (un parto tagliato in due o più )
274
donde l’onomastico ricorrente Tommaso.
\ L’Immagine, oggi, è l’aspetto esteriore di un individuo in società; non importa la qualità, l’importante è averla,
quale marchio personale per accedervi e, ove non riesca a crearsela, può ricorrere ai “costruttori d’immagine”, i
tradizionali “truccatori”. Imagìsmo è stata quella fase dello sviluppo della poesia ingl, che nato come movimento
il 1912, portò al Modernismo. Ezra Pound ne fece parte.\
In percorso Gèmma “ciò che sporge-che s’evidenzia” col raddoppio della G per una forma più espressiva, cui
Gemmàre, Gemmàrio, Gemmàto, Gemmaziòne, Gèmmeo, Gemmìfero, il prefissato Ingemmàre con
Ingemmaziòne (IN illativo).
Esiste pertanto l’onomastico Gemma e il cognomastico ital Gemmellaro questo in coesistenza con Gemellaro
(vrs una variante ortografica ) diffusi, salvo alcune eccezioni, praticamente solo in Sicila; cognome che dovrebbe
avere avuto l’abbrivo dalla consonante g omologa della gr GAMMA già semitico GHIMMEL di rad indoeur
KAM curvo, successivamente passato a simbolo del cammello. Gemmellaro, quindi, sarebbe l’omologismo del
termine ar che vale “cammelliere”.
Pseudoetim il termine Agèmina “tecnica per lavorazione dei metalli” dall’ar AGAMI straniero-persiano cui
Ageminàre, Ageminatòre e Ageminatùra; poiché questa tecnica consiste nell’inserimento nei metalli di fili e
lamine di oro o d’altra natura, risulta spontaneo connettere il termine arabo con la rad indoeur YEM doppio
prodotto, cui Geminazione “raddoppiamento”.
1
Il lat aveva BIGNUS che stava per doppio-generato dal lessenma GNO generato-di natura-di specie… rintracciabile in Benigno e Maligno
(Ved Acqua Vino in Obiettivo…)
\ Icona
Snm di Immagine (adottato dal XIV sec) è Icòna (questo apparso nel 1589) d’origine gbz EIKON(A) immagine, fig dal gr
ANKON piegatura, ma nella sua accezione è il dipinto sacro su tavola. La versione Immagine è entrata, dunque, nel
linguaggio percettivo e psicologico, quella di Icona, ha invece una natura tangibile. Suoi derivati, Icònico (suff aggettivante
ICO) relativo ad un’immagine artistica, ma si è imposta anche quella computerizzata, con il contrario Anicònico (pref Alfa
negativo ), Iconoclastìa (dal gr KLAO rompo, da KLASTOS rotto vale “divieto del culto delle immagini” ma oggi è una
patologica opposizione alle convinzioni sociali, Iconolatrìa (culto delle immagini sacre), Iconoscòpio (strumento per le
riprese televisive), Iconostàsi (tramezzo ornato di statue, comunemente nelle chiese tra il presbiterio e la navata). Iconografìa
è la materia artistica, che studia, descrive e classifica le immagini, legata all’Iconologìa, che è relativa ai simbolici e alle
allegorie delle immagini; quest'ultima, in più, è soggetta alle varie trasformazioni del loro significato, col mutare dei tempi e
delle logiche. Sovente, Iconografìa, cui Iconògrafo e Iconògrafo, ed Iconologìa, cui Iconològico, sono associabili a
Ermenèutica, dal gr ERMENEUTIKE interpretatoria, che sta per arte di interpretare testi e documenti dell'antichità. In realtà,
l’Iconografia è una "ermenèutica visiva". In percorso semantico si cita l’Ermenèuta, ossia il cultore di questa branca.
Esistono ancora quei termini coll gr IKHNOS traccia, in connessione con EIKON immagine, quali Icnografìa cui Icnogràfico
e Icnògrafo, Icneumòne “che segue le tracce” (sorta di mammifero) e Icneumòidi (Famiglia di insetti), infine Icnologìa.
\ Ermetismo
Semant, il termine Ermètico, con Ermeticità ed Ermeticamènte, invece, si fa derivare dal lat medv HERMETICUS, relativo al
dio Hermes (Ermète) nella sua qualità di inventore dell’alchimia, e che quindi chiudeva le ampolle di vetro mediante la
fusione dello stesso “ermeticamente”. Derivati dall’eponimo sono Erma-èrma, questo in origine il busto scultoreo su pilastro
dedicato al dio Ermafrodito, figlio di Ermete con Afrodite (Venere), cui il termine Eramafrodìta o Ermafrodìto “effeminato,
bisessuale” con Ermafrodìsmo o Ermafroditìsmo snm di Androginia; altro nome di Venere è il gr AINA cui Enea dal gr
AINEIAS figlio della dea.
Ermes aveva il suo omologo lat in Mercurio l’annunciatore connesso col gr EIRO annunciare cui l’ancora ricorrente
onomastico Ermes o Ermete “che annuncia”. Da non equivocare con Hermione, questo il figlio di Elena di Troia avuto da
Menelao.
L’Ermetìsmo era, in Grecia, la dottrina filisofico-religiosa di alcuni scritti mistici del II - III sec, che ci sono pervenuti a firma
di Ermète Trismegìsto o Trimesgìsto. Il termine è stato ricopiato da Francesco Flora per quei poeti contemporanei che
ostentano un linguaggio volutamente oscuro e intenso; lo scopo è di allontanare i versi dai valori comunicativi a beneficio
degli elementi espressivi ed evocativi. Poeti ermetici italiani, assoluti o parziali: G.Ungaretti, E. Montale, Quasimodo, M.
Luzi, C. Betochi, C. Bo e A. Zanzotto, quest'ultimo il poeta di connessione post-ermetismo. L'Ermetismo raggiunge
l’esasperazione degli spazi bianchi e l'impossibilità d’un diretto confronto con la realtà (autocensura o censura politica).
\ Alchimia Chimica Chemio Chimo
Alchimìa oAlchìmia cui Alchimiàre è dall’ar AL KIMIYA pietra filosofale, svoltosi nel lat CHIMIA, cui CHIMICUS e i
due percorsi ital Alchèmico, Alchìmico, Alchemìlla o Alchimìlla (la rugiada raccolta dagli alchimisti, poi fig “pianta
erbacea” snm di Ventaglina), Alchimìsta, Alchimìstico, Alcimizzàre, eppoi Chimichièra (nave), Chìmico con Chìmica,
Chimìsmo.
Attrraverso l’ingl CHEMICAL l’ital ha adottato il pref CHEMIO o CHEMI e CHEMO per composizioni quali Chemigrafìa,
Chemiluminescènza, Chemioautòtrofo con Chenioeteròtrofo, Chemiocettòre o Chemiorecettòre con Chemocettòre o
Chemorecettòre, Chemioelettricità, Chemiogènesi, Chemiolitòtrofo, Chemioprevenziòne, Chemiosìntesi o Chemosìntesi,
Chemiotàssi o Chemiotassìa con Chemiotàttico e Chemiotattìsmo, Chemioterapìa cui l’ellittico Chèmio e con
Chemioteràpico, Chemiotropìsmo o Chemotropìsmo, Chemosfèra,
Da contare ancora Chìmo “massa viscosa” dal lat CHYMUS gr KYMOS fluido cui Chimàsi “enzima”, Chimòsi o
Chimificaziòne, Chimosìna, i composti Ecchìmosi o Ecchimòsi “versamento di fluido (sangue)” dal gr EKKHIMOSIS (pref
EK fuori), Chimotripsìna questo con Tripsìna “enzima” da gr TRIPSIS triturazione cui Trìptico, i composti Tripsinògeno,
Triptofàno “amminoacido” (col gr PHAINO appaio).
Termine alieno Chemòsi “sorta di edema” termine fiug dal gr KHEME conchiglia.
\ Censura Questura
Dalla rad KENS dichiarare il lat class conta CENSERE dichiarare solennemente cui l’ital Censìre, ma anche Recensìre, con
Recensiòne e Recensòre, che col pref RE sta per “valutare” dal lat RECENSEO analizzare attraverso il ted REZENSIEREN;
nel percorso, l’ital conta ancora Cènso dal lat CENSUM elenco dei cittadini e dei loro averi che è l’astratto di CENSERE,
275
con Censuàle, Censuàrio, Censuaziòne. Dal significato originale di Censìre “dichiarare” (allo scopo di permettere una
valutazione), si è semant giunti a “valutazione negativa” delle dichiarazioni (di uno scritto, di un pronunciamento, di un'opera
artistica...), insomma a Censùra dal lat inv CENSURA relativo a CENSOR censore cui Censuràre, Censuratòre, Censoràto,
Censòre, Censòrio o Censoriàle. Censura appare sovente snm di Cesura relativamente all’azione del tagliare, stroncare…, se
non sovrapposti nell’etim. Snm di Censore è Catòne, a ricordo del censore romano Marco Porcio Catone (234/149 aC) cui
Catoneggiàre, Catoniàno e Catonìsmo (XIX sec). Censura può significare, metaf o meno, silenzio, cui la locuzione Silenzio
stampa. imposto da altri o voluto dagli autori, cui ancora Autocensùra, termine adottato in Psicologia.
\ La Censura (psicologia), quando riguarda un proprio desiderio o una propria pulsione, può verificarsi in dimensione inconscia
(Autocensùra) e provocare così una sintomatologia anche grave.\
Simile alla relazione CENSURA CENSOR l’ital conta Questùra con Questorìno da QUAESTURA e Questòre con Questòrio
da QUAESTOR, questo nome d’agente del lat QUAERERE cercare cui Chièdere con un obsoleto Acchièdere, ancora o
Chèrere o Chièrere, con Chièsto dal Pp regolare QUAESTUS in forma originale desiderativa, e, con i pref, Inchièdere (IN
illativo) con Inchièsta cui il neologismo giornalistico Inchiestàre (1963) con Inchiestìsta, Richièdere con Richièsta e un
obsoleto Richèrere da RE QUAERERE; termine alieno l’omologismo Cherimòlia o Cerimòlia “sorta di alberello” delle
Anonacee di genesi maya attraverso lo sp CHIRIMOYA. Il poercorso lat continua con Quesìto e Requisìto da un Pp
QUAESITUS ed ancora QUERI lamentarsi donde il termine Querelàre, Quèrulo con Querulòso. Infine il nome d’azione
QUAESTIO da QUESTUARE cui Quèstua, Questuàre “cercare” (specie denaro) con Questuànte, eppoi Questiòne con
Questionamènto, Questionànte, Questionàre, Questionàrio, Questionatòre e Questioneggiàre con le variante in complanare
Quistiòne cui Quistionàre e Quistionatòre, la loc glb ingl Question time “tempo fissato per il dibattito”. L’estensione semant
da Questuare “chiedere, ricercare” ai compiti del Questore, nasce dal fatto che tale figura (magistrato amministratore
dell’erario nella Roma Antica) era stata istituita per “domandare, interrogare”, allo scopo di poter sorvegliare l’uso della cosa
pubblica; oggi è il funzionario di polizia e il parlamentare addetto al mantenimento dell’ordine in aula. In connessione il
verbo lat QUIRITARE chiedere aiuto cui Gridàre) con Grìda questo fig anche “ordine dell’autorità” con Gridàrio “raccolta”,
eppoi Gridàta, Gridàto, Gridìo, il prefissato Sgridàre (S intensivo) con Sgridàta, la locuzione Ultimo grido “alla moda”.
Col pref allativo AD si ha Acquirènte da ADQUAERERE svoltosi in ADQUIRERE, questo con normale passaggio del
dittongo ae in i, la cui variante volg ACQUISITARE ha dato Acquistàre con Acquistàbile, Acquistàto e Acquìsto, con
l’iterativo Riacquistàre cui Riacquìsto. Col pref CUM inv dal lat volg si ha CONQUISTARE cui Conquistàre e Conquìsta,
forma iterativa di CONQUIRERE cui Conquìdere, inc con Chiedere, e il Pp Conquìso col Pr Conquìsi, questo svoltosi nel
significato di “sconfiggere-avvincere-sedurre”; con altri pref, l’ital conta Acquisìre dal Pp ADQUISITUS di ADQUIRERE
(AD allativo) cui Acquisitìvo, Acquisìto, Acquisitòre, Acquisiziòne e Acquirènte questo dal Pp ADQUIRENS con l’iterativo
Riacquisìre, Disquisìre da DISQUIRERE investigare (pref DIS di dispersione) snm di Discettare o Dissertare, cui
Disquisiziòne, Inquìrere da INQUIRERE indagare (pref IN illativo) cui Inquirènte dal Ppres INQUIRENS eppoi Inquisìre
dal Pp INQUISITUS cui Inquisìbile, Inquisitìvo, Inquisìto, Inquisitòre con Inquisitoriàle, Inquisitòrio e Inquisiziòne con il
famigerato Tribunale dell’Inquisizione, Perquisìre da PERQUIRERE cercare con impegno cui Perquisìto, Perquisitòre e
Perquisiziòne in lat PERQUISITIO (con PER rafforzativo), Requisìre dal Pp REQUISITUM di REQUIRERE esigere cui
Requisìto, Requisitòria e Requisiziòne eppoi Derequisìre e Derequisiziòne (doppio pref DE, adottato agli inizi del
Novecento). Dal gerundio lat volg QUAERIENDO dal class QUAERENDO di QUAERERE cercare, l’ital ha tradotto un
poetico Caèndo o Caièdo “cercando”. Dal composto EXQUISITUS Pp di EXQUIRERE ricercare (col pref EX vale “da
cercare”), l’ital conta Squisìto, Squisitèzza, che stanno per “ricercato e ricercatezza”, termini quindi non relativi al gusto.
\ Cadavere squisito è una sorta di gioco ideato dai Surrealisti; consisteva nello scrivere a turno delle frasi senza leggere i testi altrui. Ne
sortiva una narrazione No sense. Una tecnica che poi avrebbero adottato nella pittura.\
\ Suffisso ALDO
Suff sostantivante ALDO italianizzato dal franc-ted-long AUD-AUT-ALD cui gli omologismi Aràldo dal franc ant HIRAUT
già HARIWALD burocrate militare dove HARI vale esercito, questo vrs connesso col gr dorico KARYX araldo, eppoi
Ribàldo o Rubàldo dal franc ant RIBAUD da RIBER essere dissoluto cui HRIBA prostituta e il ted RIBAN essere in calore,
attraverso il lat medv RIBALDUS, connesso con Ribòtta “convegno conviviale” dal franc RIBOTE introdotto da Carducci, in
cui oltre ad abbuffarsi si declama; Spavàldo dal lat PAVOR paura con pref S sottrattivo da PAVERE avere paura cui
Spavalderìa. Infine, Castàldo, e Castaldiòne, dal long GAST ALD amministratore dei beni del sovrano, cui Castàlda (la
signora), Castaldàto “territorio”, Castalderìa (fattoria) o Castaldìa, vrs connesso con Casta. Di Castaldia restano alcuni
toponimi come una località nel veneziano. Da HARI esercito, l’ital contava l’omologismo Arimànno “uomo libero alle armi”
con Arimannìa o Arimànnia “terra concessa a beneficio di un singolo o dei più purché assoggettati alle armi”.
Il gr dorico conta dunque lo specifico KARYX araldo cui KARYKEION verga simbolica degli araldi svoltosi nel lat
CADUCEUM, nell’ital Caducèo o Cadùceo con Caduceàto e il composto Caducìfero questo epiteto del dio Mercurio, già gr
Hermes (Ermète), inventore dell’alchimia e per questo il Caduceo è il logo dell’Ordine dei medici (verga alata sulla sommità
con due serpenti attorcigliati).
AMICIZIA AMORE AMENO
AMICIZIA
Amicìzia, dal lat AMICITIA, connesso con il gr HAMA insieme, cui Amìco da AMICUS (adottati dal XII sec),
appartiene alla famiglia con capostipite med AM-A amore. Dal tema, ricorrono Amicàle, Amicàre (da non
equivocare con Ammiccare), Amichèvole, questo con suff ital di aggettivo verbale attivo EVOLE, e, col pref IN
negativo, Inimicàre, Inimicìzia e Inimìco o gli aferetici Nemicìzia o Nimicìzia e Nemìco (con valore di “non
amico”) con Nemicàre o Nimicàre, Nemichèvole, Nimistà questo aferetico dal lat INIMICITAS passato dal prvz
ENEMISTAT.
Tra le due rive di S. Donà di Piave e di Musile di Piave, divise dal ponte, fu stipulato il Patto d’Amistà, un
accordo d’amicizia socio-politico-religioso di origine medv, che viene rievocato in manifestazione folcloristica;
Amistà, infatti, sta per Amicizia attraverso il prvz AMISTANSA da AMISTAT amicizia dal lat volg
AMICITATEM e AMICITIAM (adottato nel XIII sec) con le varianti ital Amistàde, Amistàte, Mistà e un
Amistànza con valore di “familiarità”.
La locuzione Amico immaginario indica quell’invisibile interlocutore tanto amato dai bambini; Steven Spielberg
276
avrebbe fatto del suo immaginario amico extraterrestre un film di successo, E. T. nel 1982.
La locuzione Amicizia di cappello indica una rispettosa conoscenza che si manifesta generalmente con i saluti,
poiché nella tradizione è uso levarsi il cappello quale ossequio.
Il gr conta AETIOS col valore di amico, svoltosi nel lat AETIUS (nome gentilizio) e nell’onomastico ital Ezio.
È interessante sapere che in aree africane, il lemma Amico derivi da una rad che lo definisce come colui che non
può essere mangiato; due vocaboli, i cui percorsi semantici a ritroso ci riconducono all’estrema diversità
d’origine di due civiltà.
Il coronimo americano Texas deriva da un termine in lingua locale precolombiana che sta per “amici”.
\ L’amico (il compagno, il fratello) è colui che ti accetta per quello che sei, che ama e difende la tua diversità; altrimenti è un tuo nemico.
SA\
AMORE
Per via di logica, dal lat AMOR, Amòre non è altro che l’astratto di Amàre con l’identico rad AM-A di
Amicizia, tema legato anche al significato di puntura; non può essere coincidentale la comune sensazione
originaria per Gelosìa (GEL che punge - Ved Gelo…) e per Amore (AM che punge). Sono entrambi sentimenti
che l’uomo aveva immediatamente classificato pungenti, l’uno indissolubile dall'altro, Qualcuno vorrebbe che il
lemma Amore sia connesso con AMITH, una divinità etrusca; può essere vero, il tema, però, risale al sct KAMA
amore cui l’omologismo ind Kamasùtra, composto con SUTRA trattato.
\ Nella Bibbia, la parola Amore appare 184 volte contro le 425 di Peccato e 495 di Giustizia \
Il gr conta lo specifico AGAPE amore, inv in lat, cui l’ital Agape-àgape o Agàpe semantizzatosi in “Banchetto
fraterno”.
Dall’onomastico fem gr Amaryllis, vrs connesso in questo percorso, ricorrente nella poesia pastorale, l’ital conta
Amarìllide o Amarìlli “sorta di pianta erbacea” cui Amarillidàcee (la Famiglia).
Ancora, vrs una connessione con il toponimo locale Amatrice cui il relativo Amatriciàno con l’aferetico
Matriciàno e la locuzione (ricetta) Spaghetti all’amatriciana o, meglio, Bucatini all’amatriciana, erroneamente
attestasi in “alla matriciana”, grazie all’aferesi già dai primi del ‘900; da sottolineare che storicamente Amatrice
apparteneva all’Abruzzo, pertanto, tale piatto apparterrebbe al ricettario di questa regione.
La connessione del sct KAMA amore con il giapponese KAMI divino, nella visione primigenia di un linguaggio
umano universale, non appare così coincidentale, cui il glb Kamikàze questo composto con KAZE vento.
\ Così si esprime il re poeta (indiano) Ukaf Uddaul quando celebra le bellezze della regina di Ahmehnagara: \…\ le sue sopracciglia d’ebano
hanno la forma e la potenza dell’arco di KAMA, il Dio dell’amore \...\ Jules Verne \
In ambito indoeur, lo si ritrova nel ger HAMO-HAIM patria- casa (l’entità da amare) rintracciabile
nell’onomastica in Aimo con Aimone e in Amerigo questo con RICK potente che, in ambito comune indoeur, è
in connessione con l’ital Ricco e questo con il long RIHHI. L’onomastico Amilcare, invece, non ha nulla di
questo percorso, poiché è dal fenicio MELK KARTH re della città la cui italianizzazione ha imposto la protesi
della vocale A, storicamente associato ad Annibale questo da HANAN BAAL salutare signore (che dispensa
grazia – grazia del dio Baal), vrs connesso con l’ebr HANNAH aggraziata cui l’onomastico Anna e Anita.
Attraverso lo slavo l’tal conta l’onomastico Liuba “amore”, stessa rad del toponimo Lubiana, in sloveno
Ljubljana, la città rifondata sull’antica Emona, in origine illirica, occupata poi dai Taurisci; oggi è la capitale,
dopo la scissione della Iugoslavia, della repubblica di Slovenia.
\ Il termine AMISH identifica una comunità cristiana protestante, in ted AMISCHEN, oggi presente negli USA e nel Canada, è una
diramazione della setta svizzera Anabattista dei Mennoniti. Sorta nel XVII sec durante la Controriforma, fondata da Jacob Amman, agli
adepti, oltre al rifiuto “tecnologico” del telefono e dell’automobile, la fede impone la rinuncia alla guerra, alla violenza. Non accettano il
battesimo da bambini ed ogni assistenza governativa. Si esprimono con un dialetto misto ingl-ted chiamato Pennsylvania Dutch. L’esistenza
di questa collettività è entrata tragicamente nella cronaca mondiale nei primi giorni del mese di ottobre 2006, quando il camionista Charles
Carl Roberts s’è introdotto nella scuola del loro villaggio di Nichel Mines ad un centinaio di chilometri da Filadelfia, massacrando tre alunne
e ferendone gravemente tante altre con arma da fuoco. \
In altro spazio e tempo, però, gli egiziani adoravano AMON, il dio prìncipe demiurgo solare AMON-RA,
divinità dinastica dei faraoni. I latini assunsero a divinità le AMADRIADI (ninfe degli alberi), AMORE (Eros o
Cupido) nato dall’accopiamento della dea Povertà col dio Espediente, tutti pregni di sentimenti positivi. È
interessante l’avventura d’andare a cercare quante di queste denominazioni siano derivate dal tema med AM-A
amicizia, amore, amico o quale l’abbia provocato.
Dal tema Amare-Amore, sono derivati Amàbile con Amabilità, l’onomastico Amando dal gerundio lat
AMANDUS, Amànza dal prvz AMANSA (donna) amata con l’aferetico Mànza, l’onomastico Amedeo dal lat
AMADEUS (che ama Dio), Amàbile, Amoreggiàre con Amoreggiamènto, Amorevolèzza, Amoròso, il Pp
aggettivato e sostantivato Amànte omn di Amante “correggia”, Amatòre o Amadòre, Amàsio (amante in senso
cattivo) e l’esot Amateur (dilettante); da non equivocare con i termini Amorale, Amoralismo e Amoralità questi
relativi a Morale con A privativo.
L’ingl conta LOVE amore cui la locuzione glb Latin lover “amante latino”.
Il percorso prosegue con i prefissati Disamoramènto con Disamoràre e Disamòre, Innamoramènto e Innamoràre,
un dimenticato ma poetico Redamàre inv dal lat REDAMARE col pref RED reiterativo che vale “amare ed
essere ricambiato”. Amàro dovrebbe essere pervenuto dall’identica rad AM-A cui il tema med AMA, poiché i
nostri padri, oltre al pungere, avevano aggiunto amarezza al sentimento d’amore e avevano compreso l’amarezza
delle delusioni d’amore e della nostalgia di una persona amata lontana. La connessione tra Amaro ed Amare si
potrebbe meglio seguirla ricordando il termine Avaro (avido) in connessione con Avere; quindi Amaro dovrebbe
essere partito da Amore transitato da un Amere.
Nel percorso di Amaro l’ital conta Amareggiàre con Amareggiàto e Amareggiamènto, Amarèzza e Amaricàre
277
cui Amaricànte dal lat volg AMARICARE rendere amaro donde il prefissato Rammaricàre con Rammàrico, le
varianti Rammarcàre con Rammàrco, cui Rammaricaziòne, Rammarichèvole e Rammarichìo; eppoi
Amaritùdine, Amarògnolo (vedi Azzurrognolo), Amaròre dal lat AMAROR questo nome d’agente, Amarulènto,
Amarùme (suff UME collettivo-peggiorativo). Ancora, Amaràsca e Amaràsco con suff med ASCA rintracciabile
nel ligure cui Maràsco e Maràsca “sorta di ciliegio-ciliegia” snm di Visciolina, e Maraschìno “l’estratto
liquoroso” con aferesi della A; Amaràco, questo vrs variante di Maggioràna, già Maioràna, dal gr AMARAKON
“erba aromatica” che la credenza popolare ritiene capace di allontanare le malattie. Infine, Amarèna o Marèna,
Marèno, Amàro quale digestivo alcolico a base di erbe amare e Amarètto cui la locuzione Amaretti di Saronno.
Certamente pseudoetim è Amarànto dal gr MARANTOS dal MARAINO appassisco col pref A privativo e vale
“che non appassisce”, cui Amarantàcee, Amarantìno.
Il gr conta lo specifico PIKROS amaro cui Pìcrico e Picrìdio.
\ Odio
Avverso all’Amore è stato adottato l’Odio. Odio-òdio è dal lat ODIUM astratto di ODI io odio da rad OD (omn di OD
odorare) questa rintracciabile in area arm e in quella osco-umbra, addirittura celt e ger, in KOD; in percorso, il denm Odiàre,
l’aggettivo Odiòso. La rad OD è troppo forte per il suo sottintendere “desiderare la morte” 1; va meglio con il gr MISOS
assimilato a odio, ma che non sottintende in maniera assoluta il desiderio di morte, cui il pref MISO per composizioni quali
Misogàllo “avverso ai Galli” (nome celtico per Francesi), Misogamìa “avverso al matrimonio” (col gr GAMEO sposo),
Misoginìa o Misoginìsmo con Misògino “avverso alle donne” (col gr GYNE donna), Misologìa “avverso al discorsivo” (col
gr LOGOS discorso) Misoneìsmo con Misoneìsta e Misoneìstico“contrario alle innovazioni” (col gr NEOS nuovo). Da non
equivocare con i composti dal gr MYSOS sporcizia, cui Misofobìa e Misòfobo “paura morbosa della sporcizia” snm di
Rupofobìa con Automysofobìa “paura di essere sporco” e Autodysomofobìa “paura di emanare cattivo odore”;
altro termine alieno è il sostantivo Mìso “pasta fermentata a base di soia”, omologismo di genesi giapponese.
In una attestazione non più di sentimento negativo, ma di sensazione, dal lat volg IN ODIARE avere in uggia, il prvz ha
tratto ENOJAR con ENOJA cui l’ital Noiàre con Nòia, Noiamènto, e Noiòso con Noiosità, il prefissato in complanare
Annoiàre con Annoiàto.
Esiste il rad DWEI-S cui un arcaico DWEISOS svoltosi nel sct DVESTI odia, nel gr DEDEI teme, nel lat DIRUS e, infine,
nell’ital Dìro che vale “di cattivo augurio” col quale è forse connesso, ma non accertato, il suff del composto Dirofilària (con
FILUM filo), un parassita.
Il rad OD, cui il lat ODISSE, oltre a Odiare avrebbe quindi generato Uggia-ùggia (noia oziosa), Uggiolìna, Uggiòso con
Uggiosità e Uggìre (da non equivocare col percorso di Uggiolare) cui il prefissato Aduggiàre con Aduggiamènto, con le
varianti diversamente semantizzate Uzza-ùzza (brezza fresca) e Uzzolo-ùzzolo cui Inuzzolìre col pref IN illativo;
l’associazione è vrs, in quanto il non far niente induce a godere il fresco della brezza. Resta l’antichissima connessione etim
di Odorare con Odiare; probabilmente dalla sperduta proprietà olfattiva per cui, come i cani, gli animali in generale, si riesce
a discriminare l’amico o il nemico. Il Pp lat di ODISSE è OSUS, per cui è pervenuto l’aggettivo Esòso da EXOSUS odioso
con pref EX intensivo. L’omn Esòso o Esòsio, termine chimico, è la composizione di ESA dal gr HEKS sei col suff OSIO
“carboidrato” tratto da Glucosio attraverso il franc GLYCOISE, così come la molecola monosaccaride Pentòsio o Pentòso col
gr PENTE cinque.
1
Odiare è un termine “forte”, da usare con prudenza nella quotidianità, anzi meglio per niente, per il suo sottinteso “desiderare la morte
altrui”. Il verbo, guarda caso, s’è diffuso a livello popolare, al posto di Nutrire rancore, risentimento, dalle aree dove esiste il problema
storico della malavita organizzata; qui in compagnia col termine Onore, questo ancora in olezzo di morte, poiché una falsa logica di
salvaguardia, cui la locuzione Salvare l’onore, spinge l’ingiuriato, reale o sedicente che sia, ad uccidere.
\ *Odissea Iliade
Il mitologico poema omerico Odissea, che può essere equivocato in connessione con il gr OIDE da AIDO canto cui il lat-ital
ODE-Ode, o con il gr HODOS strada (fig viaggio) è invece legato al rad OD di ODISSE donde l’eponimo ODYSSEUS
svoltosi nel lat ULIXES l’adirato-colui che odia. Il significato “di morte” della rad OD odiare appare in tutta la sua
chiarezza nell’episodio della strage dei Proci. C’è dell’altro: si potrebbe affermare che il costume di uccidere il rivale in
amore, o in altro, si sia avviato da quel tragico libro dell’Odissea, in realtà era una tradizione, una norma già acquisita dagli
uomini.
Secondo altre analisi etim, piuttosto, Ulisse sarebbe la composizione lat di OULOS crespo-ferita (pelle crespa) e ISCHEA
coscia, dall’episodio dell’eroe ferito ad una coscia dalle zanne di un cinghiale durante una caccia, di cui sarebbe rimasta la
famosa cicatrice perenne che lo avrebbe fatto riconoscere dalla nutrice, malgrado avesse voluto mantenere l’anonimato prima
della vendetta contro i Proci. Il termine lat ISCHEA è dal gr ISCHION anca cui il percorso ital Ischia-ìschia (da non
equivocare con Ischia “isoletta” da un arcaico dim di INSULA isola) o Eschia-èschia, Ischio-ìschio, Ischiàtica con Ischiàtico
e il composto Ischialgìa con Ischiàlgico; non connesso con Ischemìa, Ischèmico e Ischemizzàre, tutti derivati dal gr ISCHEIN
trattenere cui fig ISCHAIMOS emostatico, attraverso il lat ISCHAEMONEM.
L’ital conta il termine fig Odissèa “viaggio avventuroso” in riferimento alle peregrinazioni di Ulisse e da questo Ulìsside o
Ulissìde “viaggiatore avventuroso”, il noto film “2001 Odissea nello spazio” tra i più riusciti di fantascienza, ispirato al
racconto “La sentinella” di Arthur C. Clarke (1917/2008). L’onomastico del supposto ma famoso autore dell’Odissea e
dell’Iliade (questo il poema che narra la guerra di Ilio ovvero di Troia, cui l’agg Ilìaco, omn di Iliaco da Ileo-ìleo), è Omero
questo dal gr OMEROS ostaggio, erroneamente tradotto dalla locuzione gr O ME ORON non vedente; in percorso, Omèrico
e Omerìsta. L’onomastica ital conta Omero e Ulisse.
I fatti cantati nei due poemi, Iliade e Odissea, si sarebbero svolti storicamente intorno al 1200 aC, il primo sarebbe stato
composto nel 730 aC e il secondo nel 680 aC, con un divario di cinquanta anni, troppi per avere avuto un unico autore. Le
iconografie vascolari delle rispettive gesta, appaiono infatti a mezzo secolo le une dalle altre. Ci sarebbe poi la seconda
riflessione che confermerebbe una distinzione fra gli autori; mentre il primo poema, l’Iliade, è composto nella tradizionale,
ordinata cronologia storica, il secondo, l’Odissea, s’articola con una peculiarità originale, attraverso le interruzioni dei
flashback, da allora sempre attuale nella narrativa. Omero, quindi, padre e figlio come i Dumas, o semplicemente il
cantastorie che ne avrebbe raccolto le narrazioni tramandate per divulgarle qua e là per la Grecia.
Da recenti ricerche, sembra veritiera l’ecclisse di sole riportata nel 20° libro dell’Odissea, esattamente il 16 aprile del 1178
aC; l’accertamento di questa data comporta una più corretta cronologia relativa alla caduta di Troia. Nel contesto allegorico
278
dell’Odissea, l’ecclisse rappresenterebbe lo scenario della discesa nel Regno dei morti dei Proci massacrati.
\ Erotismo
Dalla divinità gr dell’amore EROS, l’ital ha tratto il percorso di Erògeno, l’inv Eros-èros (in psicanalisi), Eroticità, Eròtico,
Erotìsmo, Erotizzàre, l’onomastico sempre ricorrente Eros… il pref EROTO in composizioni quali Erotofobìa “avversione
per gli atti sessuali o nel trattarne le questioni”, Erotògeno, Erotòlogo, Erotòmane con Erotomanìa.
Da non equivocare con il percorso dal gr HEROS, cui Eròe, Eroicità, Eròico, Eroicòmico (parodia), Eroìna (eroe al fem) dal
lat HEROINE, Eròo quale ellissi della locuzione gr HEROION METRON metro eroico, ovvero esametro in poesia; eppoi
l’omn fig Eroìna (da Eroe col suff chimico INA) per la sua azione euforizzante, una droga alcaloide da morfina, cui
Eroinòmane e Eroinomanìa.
\ Nostalgia
Nostalgìa è dal gr NOSTOS ritorno, cui Nostàlgico e Nostalgìsmo, col suff ALGIA dal gr ALGOS ALGESIS dolore, cui
Algìa, rintracciabile in molteplici lemmi di pertinenza medica come Coxalgia (con il lat COXA coscia-anca), Nevralgìa con
Nevràlgico dal gr NEURON nervo. ALGOS lo ritroviamo ancora in termini derivati o in composizione come pref ALGO,
addattato in ital, quali Algesìa con Analgesìa e Analgèsico (pref gr AN negativo), Algesimetrìa o Algometrìa con Algòmetro,
Algofobìa “paura del dolore”, Algògeno, Algolagnìa questo col gr LAGNEIA libidine che non è l’etim di Lagnare, eppoi
Algofilìa, Algofobìa, Algologìa questo snm di Algologia da Alga con i propri derivati Algològico e Algòlogo, eppoi
Algomenorrèa con Algomenorròica.
Il verbo Algere-àlgere deriva dal lat ALGERE aver freddo, ma pare che sia avvenuta un’assimilazione con aver dolore,
comunque entrambi i percorsi dovrebbero avere l’identico rad; questo percorso conta Algènte dal Ppres ALGENS o Algidoàlgido da ALGIDUS e Algòre dal ALGOR.
Il lemma composto Algorìtmo o Algorìsmo, con Algorìtmico è fuori percorso, termine occidentalizato (omologismo)
derivato dal nome del matematico ar al-Khuwarizmi (IX sec), cui il glb ingl Algol-àlgol tratto dalla locuzione
ALGORITHMIC LANGUAGE “linguaggio algoritmico”.
AMENO
Dal lat AMOENUS, Amèno (adottato dal VI sec) è legato ad AMARE con un processo semantico particolare:
ciò che è ameno è “da preferire-da amare”; rintracciabile, in locuzione, nei luoghi comuni quali Luogo ameno,
Lettura amena, Persona amena e simili. Il sostantivo è Amenità.
SETTE SETTA ASETTICO
SETTE 7
Il cardinale Sètte è dal lat SEPTEM, attestatosi nelle aree celt, indoiran, armena, già gr HEPTA, di tema indoeur
SEPTM e che riappare nelle aree baltica, slava, alb, itt, ger (ted. SIEBEN).
Dal tema gr HEPTA l’ital conta il pref EPTA adattao ETTA per composizioni quali Epatcòrdo o Ettacòrdo col gr
KHORDE corda, Eptaèdro con Eptaèdrico o Ettaèdro e Ettaèdrico col gr HEDRA base, Eptafonìa con
Eptafònico o Eptatònico, Eptagonàle o Ettagonàle col gr GONON angolo, Eptàno, Eptasìllabo snm di Settenario,
il chimico Eptavalènte con Eptavalènza, Eptodo-èptodo o Ettodo-èttodo in composizione ellittica con Elettrodo
“sette elettrodi; infine Eptemìmera “sette mezze parti”, o Eftemìmera o Eftemìmere, composto con EPTA ma in
metaplasmo EFTA, con HEMI semi-metà e MEROS parte.
Dal tema lat-ital SEPTEM-Sette, l’tal conta derivati e composti col pref in adattamento fonetico SETTE-SETTI
con un raro ZEPTO questo con valore di “moltiplicare per 10-21”; Settenàrio snm di Eptasillabo, Settennàle,
Settennàto, Settènne e Settènnio sono composti con un suff tratto da Anno, Settemviràto o Settenviràto (potere di
sette uomini) con Settemviro o Settènviro, Settilùstre (sette lustri, che valgono 35 anni), Settimanìle da
SEPTIMANILIS quotidiano, Settimìno, l’ordinale Sèttimo da SEPTIMUS, Settimònzio (collettivo dal lat
SEPTIMONTIUM vale sette monti), Setterème che è l’antica e grossa nave, greca e romana, a sette ordini di
remi, Setticlàvio è un termine del lessico musicale. Sette Sorelle era la locuzione preferita da Enrico Mattei, un
po’ sul ricalco di “fratellanza”, per intendere il grande potere che possedevano le sette compagnie petrolifere
mondiali. Settebèllo è una particolare carta nel gioco della scopa e Sette e mezzo un gioco di carte.
Settimàna, dal lat SEPTIMANA “che raggiunge il numero di sette (giorni)”, cui Settimanàle con Settimalizzàre e
Settimanalmènte, ha indotto il termine Settimanalìsta (chi partecipa ad un incontro di studi religiosi o laici che
durino appunto una settimana) e, in locuzione, Settimana Bianca (vacanza sciistica) e Settimana Rosa (vacanza
sessuale). In complanare con il corrente lat Settimana e Settimanale, l’ital conta Ebdòmada “settimana” con
Ebdomadàrio o Eddomadàrio “settimanale” dal gr-lat HEBDOMAS numero sette connesso con HEPTA, cui
Edima-èdima o l’aferetico Dìma con valore di Settimana cui la locuzione Mezz’edima “a metà settimana” e
quindi Mercoledì.
Settentriòne, cui Settentrionàle, dal lat SEPTENTRIO questo reso sing dall’originale plur SEPTENTRIONES
sette buoi, ossia l’ant nome dell’Orsa Maggiore in direzione Nord; il particolare suff TRIO, infatti, sta quale
derivato dal verbo TERERE battere-sfregare che in forma fig assume il significato di vangare, arare e quindi
estesosi in bue.
In complanare Artico-àrtico dal gr ARKTIKOS “appartenente all’emisfero dell’Orsa” ovvero settentrionale e
Antàrtico dal gr ANTARKTIKOS, lat ANTARTICUS (pref ANTI opposto) “opposto all’emisfero dell’Orsa (al
settentrione)”, cui i continenti Artide-àrtide e Antàrtide.
Settentrionalismo è quel settore della politica in ambito ital che tende a favorire il progresso industriale ed
economico al Nord. Con l’annessione del Sud, da parte dei Savoia e di tutti gli unionisti, la politica
settentrionalistica è stata oltremodo vincente, tant'è che al Sud è nato il Meridionalismo, allo scopo di
riequilibrare il paese.
Settèmbre, dal lat (MENSIS) SEPTEM-BER, era il settimo mese del calendario romano arcaico; nel moderno è
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il nono, ma gli è stato mantenuto l’antico ordinale. Derivato da SEPT(UMOM)ENS-RI che appartiene al settimo
mese. Oltre all’aggetivo Settembrìno, l’ital conta un raro Settembrìa. Dopo Settembre, c’è ancora Ottòbre
(OCTO-BER) cui Ottobràta e Ottobrìno, Novèmbre (NOVEM-BER) con Novembrìno e Dicèmbre (DECEMBER) con Dicembrìno in complanare con Decèmbre, Decembrìno e Decembriàta, a rammentarci la loro antica
posizione nel calendario.
Settembre Nero è storicamente l’ala clandestina terroristica dell’organizzazione paramilitare palestinese araba Al
Fatah.
In riferimento al numero cardinale Settànta, dal lat SEPTUAGINTA, l’ital ha ricalcato Settuagenàrio e
Settuagèsimo.
\ Sette è un numero ricorrente nella storia dell’uomo; oltre ai colori dell’arcobaleno (arancio, azzurro, giallo, indaco, rosso, verde, violetto),
alle lettere dei numeri romani (C D I L M V X), alle meraviglie del mondo, alle note musicali, ai peccati capitali, ai sacramenti (Battesimo,
Cresima, Eucaristia, Ordine, Matrimonio, Penitenza, Unzione), ai puntini delle coccinelle e tante altre cose, Sette sono le regioni italiane che
s’affacciano sull’Adriatico (Friuli, Veneto, Romagna, Marche, Abruzzo, Molise, Puglia), sette sono i mari (Antartico, Artico, Atlantico
settentrionale e meridionale, Indiano, Pacifico settentrionale e meridionale).\
\ da Semplice a Decuplo e Dubbio
Nel ricalco di Semplice, e in sequenza, l’ital conta Dùplice da DUPLEX due volte col denm DUPLICARE con PLICARE
piegare cui Duplicàre con Duplicatùra e Duplicaziòne, eppoi Reduplicàre con Reduplicatìvo e Reduplicaziòne (pref RE
ripetitivo).
Dòppio dal lat DUPLUS cui Dùplo con il denm DUPLARE cui Doppiàre con Doppiàggio, Raddoppiàre (doppio pref RAD)
con Raddoppiamènto, Raddoppiàto, Raddoppiatùra e Raddòppio, Doppiètta (per accezione, arma) e Sdoppiàre. DUPLUS è
dal gr DIPLOOS foglio piegato in due cui i derivati Diplòma, Diplomazìa, Diplomàtico cui la locuzione Corpo diplomatico
che ha la sua targa automobilistica in CD per gli addetti all’ambasciata.
Il prefissato Anadiplòsi (pref gr ANA di nuovo), una figura retorica che vuole una o più parole di un primo enunciato (verso)
in ripetizione all’inizio del successivo, in concorrenza con Epanadiplòsi (doppio pref EPI sopra) che indica l’iniziare ed il
terminare un verso con l’identica parola.
Eppoi il composto Duplolìsta e il pref DIPLO in termini quali Diplofobìa “paura di vedere doppio”, Diplopìa col gr OPS
OPOS occhio, Diplopòree con il gr POROS cavità-passaggio cui Pòro con Poraziòne, Poròso cui Porosità e i composti
Polìporo (Genere di funghi, col pref POLYS molti) cui Poliporàcee (la Famiglia), il botanico Poricìda, Porìferi (sorta di
invertebrati) e Poròforo (entrambi con il lat FERE portare), eppoi il plur Nullipore (con il lat NULLUS e POROS) “sorta di
alga rossa fossile cui Nullipòrico”.
Attraverso il genovese Dùglia “doppia” in terminologia marinaresca, l’ital conta Dugliàre col prefissato Addugliàre (AD
allativo).
Nel percorso di Duplice, troviamo Dùbbio da DUBIUS da DUO due, devb dal lat DUBARE, cui Dottàre, Dottànza e Dottòso
attraverso il prvz DOPTAR, eppoi Dubbiòso, Dubitàre dal lat medv DUBITARE cui Dubitànza e Dubitatìvo, composto di
DU due e da un suff di ricostruzione come in Doppio e Duplo... il percorso dal provz DOPTAR conta ancora una serie
lemmatica desueta da Dòtta “timore-dubbio” (omn di Dotta da DUCERE e Dotta “tempo”) cui Dottàre questo attraverso il lat
DUBITARE con Dottàbile, Dottàggio, Dottànza e Dottèvole.
La locuzione Tempesta del dubbio indica nella storiografia una crisi relativa al Risorgimento che aveva colto Giuseppe
Mazzini.
Trìplice da TRIPLEX tre volte cui Triplicàre. Nel percorso di Triplice, troviamo Tripùdio, donde il denm Tripudiàre, termini
che non solo hanno in comune il pref TRI che vale Tre dal gr TREIS tre, ma sono correlati reciprocamente dal fatto che il
Tripudio si svolgeva attorno al Tripode. Il Tripudio era una danza ritmica a tre tempi, prerogativa dei sacerdoti Salii
dell’antica Roma.
Quadrùplice da QUADRUPLEX cui Quadruplicàre, Quadruplicatàre, Quadruplicaziòne e Quàdruplo, da non equivocare con
Quadripòlo o Quadrupòlo, termini per elettronica, composti con Polo, cui Quadripolàre o Quadrupolàre; eppoi i correlativi
Quintùplice con Quìntuplo e Quintuplicàre, Sestùplice con Sèstuplo, Settèmplice con Sèttuplo dal lat SEPTUPLUS,
Ottùplice con Ottuplo-òttuplo e Ottuplicàre con Ottuplicàto , Nònuplo, Dècuplo con Decuplicàre e Decuplicàto, Centùplice
con Cèntuplo, Centuplicàre e Centuplicàto col rispettivo valore di svolgere-svolto cinque, sei, sette, otto, nove dieci, cento
volte. Ancora, Moltèplice o Moltìplice e Multìplice con Mùltiplo, infine Ultrasèmplice.
\ da Basso a Violino
Setticlavio indica un insieme delle sette chiavi in estensione vocale: Basso, Baritono, Tenore, Contralto, Mezzosoprano,
Soprano, Violino. Basso (Ved Prefisso AD in Apparire…). Barìtono deriva dalla composizione gr BARY-TONOS, di cui
BARYS grave, e sta quindi per tono intermedio tra tenore e basso. Tenòre è dal lat TENOR, dal verbo TENERE ed indica chi
tiene la melodia principale. Sopràno, con Sopranìle e il composto Mezzosopràno, lemma di genere mas, anche se riferito
esclusivamente alle cantanti, deriva dal lat volg SUPERANUS ed indica la voce più acuta, alta; Sopranìsta, o Controtenòre,
indica invece un uomo dalla voce di soprano, in auge ai tempi quando alle donne era vietato porre piede sulle scene.
In onore di N. Melba, un noto soprano australiano (1861/1931), è stato coniato il lemma Mèlba ”sorta di uccello dei
Ploceidi” ed anche “sciroppo” cui un raro aggettivo in locuzione quale Pesche melba.
Il termine Sopràno è semant l’opposto di Sottano che sta sotto. Violìno è il dim del prvz VIOLA “strumento musicale” cui
Viòla con un desueto Vivuòla, Violoncèllo e Violòne, Violinìsta, che nulla avrebbe etim del fiore (Ved Garofano… Viola in
Rosa…), a meno che non ci sia una correlazione fig-poetica; sorta di Viola è la Ribèca o Ribèba o ancora Ribèca (dal XIV
sec), omologismo dall’ar RABAB attraverso il prvz REBEC.
\ Le Sette Meraviglie
La notizia che alcuni archeologi avrebbero ritrovato nel 1995 i resti del Faro di Alessandria, una delle Sette Meraviglie del
mondo (Antico) distrutto nel 1300 da un rovinoso sisma, ha incuriosito a conoscere quali fossero: il Colosso di Rodi, il Faro
di Alessandria, i Giardini Pensili di Babilonia, il Mausoleo di Alicarnasso, le Piramidi d’Egitto (Giza) questa l’unica
superstite tra le meraviglie, la Statua di Zeus ad Olimpia (città madre dei giochi) scolpita da Fidia, il Tempio di Diana ad
Efeso.
Il lemma Fàro deriva giusto dall’isolotto di Faro dove era situato il faro di Alessandria d’Egitto. Poi, dall’inc gr di PHAROS
faro con PHANOS lanterna connesso con gr PHAUSIS splendore, fu coniato il termine Falò con Falòtico, questo con
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suffisso su modello di Zotico; la mutazione di n in l s’è attestata per preferenze locali (pisana).
In versione volg mer si ha Fanoje direttamente derivato dal gr PHANOS, che vale Falò quale proseguo dei riti pagani,
attizzato nelle vigilie delle feste cristiane.
\ S’ironizza definendo “ottava meraviglia” qualcosa che si vuole sia considerata immeritatamente geniale. In verità, non è certo facile, nel
mondo contemporaneo, così intriso di propriocentrismo, tentare un ritocco d’aggiornamento alla classifica; ogni nazione, ogni comunità, ne
vanterebbe una. Si potrebbe cominciare a proporre (sempre in ordine alfabetico) l’Armata Cinese di terracotta, l’Isola di Pasqua, la
Muraglia Cinese, la Spelonca dell’Arcangelo Michele sul Gargano, la Statua della Libertà questa definita per intero Statua della libertà che
illumina il mondo, Torre di Pisa, Venezia... naturalmente includendo la superstite (Piramidi egiziane) tra le tradizionali. Il quotidiano Usa
today aggiungerebbe le Barriere Corallifere, le Gole sul Fiume Azzurro, il Quartiere Medioevale del Cairo e Macao, quest’ultima, colonia
fondata dai portoghesi nel 1557, è tornata alla Cina (Pechino) con il nuovo millennio, il 20 dicembre del 1999. L’inglese Rough Guides del
2007 incorporerebbe ancora il complesso dei templi di Angkor Wat in Cambogia, la Cappella Sistina di San Pietro in Roma, le Cascate
Victoria tra lo Zambia e Zimbawe in Africa, il Gran Canyon in Arizona (USA), il ghiacciaio Perito Moreno in Patagonia (Argentina), la
Sagrada Familia di Gaudì a Barcellona, il Taj Mahal a Jaipur (India). Occorre però decidersi ad accettare la distinzione tra le meraviglie
quali opra della natura, vedi le Cascate Victoria, e le meraviglie opra dell’uomo, queste rispecchianti l’antica tradizione.\
SETTA
Sètta, dal lat SECTA devb da SECTARI, che è l’intensivo di SEQUI seguire. SEQUI, con lenizione sett in
SEGUI, deriva dalla rad indoeur SEK(W) seguire mentalmente successivamente concretatosi in seguire
visivamente. Derivati: Settàrio, Settarìsmo, i cui membri Settàri (snm letterario Settatòri) sono coloro che ne
seguono gli ordini. A differenza del più palese ubbidire, seguire gli ordini di una setta implicita semant in gran
segreto. Il termine Setta, per la sua indole particolaristica è situabile in opposizione ad una chiesa onnipresente
ed universale.
Nel percorso semantico di SEQUI l’ital conta gli espliciti Sequèla con un glb ingl Sequel, Sequènte ancora dal
Ppres SEQUENS di SEQUI ma attraverso l’ingl SEQUENT, poi Sequènza già Seguènza, questo termine per
accezione “canto liturgico” cui Sequenziàle, eppoi l’omn-sinm Sequènza “serie ordinata” attraverso il franc
SEQUENCE cui Sequenziàle Sequenziàre, Sequenziàle e Sequenzialità, Sequenziamènto, Sequenziatòre e
Sequenziaziòne, col pref EX durativo ridotto foneticamente in E conta Esèquie (difettivo di singolare) questo per
accezione “il seguire un funerale per accompagnamento” cui Esequiàle; fuori percorso Sequòia, questo dal nome
proprio di persona Sequoiah (1760-1843), il “civilizzatore” dei pellerossa Cherokee.
Il percorso prosegue ancora di massima mutando la q in c, come già in lat nella loc ancora corrente
CONSECUTIO TEMPORUM correlazione dei tempi, quali Consecutìvo dal lat medv CONSECUTIVUS con
Consecutivamènte, Consecutivìsta, Consecuziòne da CONSECUTIO CONSECUTIONIS da CONSEQUI,
Consequènte, Consequènza, Consequènzia e Consequenziàrio, Consecuziòne (pref CUM SEQUI) eppoi
Sussecutìvo da SUB SECTUS questo Pp di SEQUI. Esecutàre con Esecutìvo e Esecutività, Esecutòre,
Esecutòrio con Esecutorietà ed Esecuziòne (pref EX SEQUI). Prosecuziòne (da Pro SEQUI); la locuzione
Esecuzione sommaria è snm di Linciàggio questo, con Linciàre, termine ispirato a W. Linch (1742 \ 1820) che
fece approvare in Virginia la legge che autorizzava a farne uso.
Estrìnseco con Intrìnseco (pref EX e IN) sono i prefissati con l’avverbio SECUS altrimenti questo nel senso
“che segue (in altro modo)”, come ancora Sequèstro dal lat SEQUESTRUM deposito verso terzi di un oggetto
conteso da SEQUESTER depositario coniato nel XVI sec dall’avverbio SECUS cui il denm Sequestràre con
Sequestràbile, Sequestrabilità, Sequestrànte, Sequestratàrio, Sequestràto e Sequestratòre con il prefissato
Dissequèstro cui Dissequestràre.
Da SEQUI deriva inoltre l’ordinale Secòndo, cui il Secòndo temporale dalla locuzione Minuto secondo, da
SECUNDUS, questo da un suo Ppres, sia aggettivo sia preposizione, cui Assecondàre, Secondàre, Secondàrio e
in composizione come Secondogènito; l’onomastica conta Secondo dal lat SECUNDUS nel senso “il secondo
dei figli nati (secondogenito)” in sequenza onomastica con Primo da PRIMUS, Quinto da QUINTUS, Ottavio da
OCTAVUS... Sìsto, invece, che non appartiene al numero progressivo delle nascite, è dal ger SIGIST vittorioso
(guerriero) da SIGU vittoria.
Il gr conta DEUTEROS che vale l’ordinale Secondo cui Deutèrio che, come il lat Secondo, appare in
onomastica, il pref DEUTERO secondo cui Deuteragonìsta “secondo attore” in correlazione con Protagonista e
Antagonista, i biblici Deuterocanònico e Deuteronòmio questo “seconda legge”, utilizzato anche in composizioni
per terminologia scientifica quali Deutorolichèni (Classe di licheni), Deuteromicèti (Classe di funghi),
Deuteropatìa, Deuteròstomi (Raggruppamento di invertebrati, col gr STOMA bocca), eppoi fig il chimico
Deutèrio (isotopo) con Deuteràre, Deuteràto, Deuteraziòne, Deutòne (con Elettrone).
Nel percorso semantico di SEQUI lenito in SEGUI, l’ital conta Seguàce da SEQUAX SEQUACIS, Seguidìlla
inv dallo sp questo dal lenito SEGUIR con le varianti Seguidìglia o Seghidìgli e Seghedìglia, eppoi Seguìre con
Seguènte, Seguènza, Seguimènto, Segùgio dal già lenito SEGUSIUM con probabile sovrapposizione di un
termine celt, Seguitòre eppoi Sèguito con Seguitamènte, Seguitàre, Segutàbile, Seguitamènto e Seguitatòre e,
con i vari pref, Conseguìre con Conseguènte, Conseguènza, e Conseguenziàrio, Eseguìre con Eseguìbile,
Eseguibilità e Eseguimènto, Inseguìre con Inseguimènto e Inseguitòre, Perseguìre con Perseguìbile e
Perseguimènto, Perseguitàre con Perseguitàto e Perseguitatòre, Proseguìre con Proseguimènto e Prosèguo,
Susseguìre con Susseguènte, questo con la variante Sussequènte, e Susseguentemènte. La mutazione non
assoluta della q iniziale di SEQUI in c e in g, ha pertanto condotto a termini con attestatazioni variagate e
sovente fonte di perplessità nel parlare e nello scrivere.
In ambito aeroportuale la locuzione glb ingl Follow me vale “Seguimi (segui me)” ed è ben visibile nel retro di
una apposito mezzo che i velivoli seguono per dirigersi al parcheggio; il termine si rintraccia ancora nella
locuzione glb Follow up col valore di “assistenza” in campo didattico, commerciale e medico, dove con la
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preposizione UP sopra può essere tradotta in “supervisione”.
L’ital adotta un esot polisemantico Suite “seguito-composizione strumentale-appartamento d’albergo-un
insiemistica di programmi per computer” dal franc SUITE Pp di SUIVRE seguire.
Fuori persorso Segusìno che è il demotico relativo a Susa (Torino) già toponimo lat medv Segusiam dal class
Segusium.
Proseguire ha il suo snm in Continuàre, questo inv dal lat CONTINUARE denm da CONTINUUS, cui Contìnuo
in percorso con Continuànza, Continuatìvo, Continuaziòne, Continuità.
\ Cognomastica etichettata
Esiste una cognomastica con una sequenza cardinale, quali Trentatrè e Quaranta, cronologicamente imposta dalle fondazioni
di accoglienza per i trovatelli, in complanare con Abbandonato o Venturìni (lasciato alla ventura), Adulterini, Bastardi,
Colombo o Colombini (dal logo dello Spirito Santo), D’Altrui, Dell’Amore, De Angelis, Della Pietà o Dalla Pietà, Di Dio,
Diolosà, Diotaiuti, Diotallevi, Esposito o Esposto e Degli Esposti e qui, la particella normalmente patronimica De(gli)
identifica l’uno tra i tanti ospiti della casa d’accoglienza; eppoi Gettatelli e Proietti questo nel senso di “gettato”, Incògnito o
D’Ignoto o ancora Ignoto e Parentignoti, Incerti e Incertopadre, Innocente e Degli Innocenti, Salvadeo e Sperandeo “Dio ti
salvi e Spera in Dio”, Spuri, Trovato con Trovatelli e Trovò, Vacondìo; eppoi in riferimento all’istituto d’accoglienza,
Casagrande, Dalla Pia Casa, Pio Loco, Casadei (casa posta alla misericordia di Dio).
Una cognomastica etichettata, insomma, che dovrebbe essere cancellata per intervento legale, pur se gli anni ne hanno
disperso l’atavica origine.
\ Terzo Trino
La sequenza, oltre a Primo (Ved Campo…) e Secondo (Ved Sette…), continua con Tèrzo dal lat TERTIUS da un ant TRITIYO, in sct TRI, svoltosi nel ted DRITTER; nel percorso si conta, oltre ai termini esaminati nelle terzine di competenza,
Tèrza (classe scolastica), Terzàna con Terzanèlla e la locuzione Febbre terzana, Terzaròla (moneta genovese), Terzaròlo o
Terzaruòlo, Terzeròlo e Terzeruòlo “vela latina” snm di Gabbia cui Terzarolàre, Terzaruòla (munizioni), Terzàvo o
Terzàvolo (o Trisavolo), Terzèra snm di Arcareccio, Terzerìa o Terzarìa con Terzàdrica e Terzàdro (in agricoltura), Terzètta
“ant pistola” con Terzettàta, il musicale Terzètto, l’agrario Terzàre o Terziàre con Terziatùra, il religioso Terziàrio cui la
locuzione Ordine terziario e termine adottato nel mondo del lavoro cui la locuzione Settore terziario o Terziàrio con
Terziarizzàre e Terziarizzaziòne, in geologia cui Era terziaria o ancora Terziàrio, e in chimica; il giuridico Terzietà,
l’araldico Terzìglia “militare o sportivo” modellandolo su Squadriglia, Terzìglio “gioco do carte” questo dallo sp
TRESILLO, il poetico Terzìna “strofa di tre versi” con Terzinàre, Terzìno, l’aggettivo tipografico Terziruòlo, il lavoratore
Terzìsta, Terzòlo o Terzuòlo “maschio dei falchi” dal lat TERTIOLUS attraverso il prvz TERSOL (poiché il maschio è più
piccolo, fig un terzo), eppoi Terzòlo o Terzuòlo questo nel senso di “taglio” quale terza parte, per accezione, relativa al fieno,
Terzòne. I composti Terzifòglia modellandolo dal franc TIERCEFEUILLE, Terzogènito (il terzo nato (generato) o
Terzonàto, la locuzione Terzo mondo con Terzomondìsmo, Terzomondìsta con Terzomondìstico, Terzùltimo o in locuzione
Terz’ultimo (in sequenza con Penultimo e Quartultimo), il prefissato Interzàre (IN illativo) con Interzàto, Interzinàre. La rad
TRI, talvolta svoltasi nel cardinale TRE dal gr TREIS tre, cui il lat TER tre volte questo successivo a BIS, la ritroviamo,
oltre che nel numero Trè (corretta accentazione tré) (3), quale pref in numerosi termini indicanti il valore di tre, cui Treàlberi
“nave”, Tressètte (un gioco a carte), Trìade 1 dal lat TRIAS TRIADIS già gr TRIAS TRIADOS, Triàrio “milite romano della
terza schiera”, Trìas, Tricìpite questo in linea con Bicipite, Tricolòre, Tricòrde, Tricòrno, Tricùspide, Tridènte, Trièdro tre
basi in linea con Tetraedro, Triennàle, Triènne, Trifàse, Trifàuce, Trifòglio, Trìfora, Triforcàto, Trìga (in correlaione con
Biga e Quadriglia), Trìgamo e Trigamìa in linea con Bìgamo e Bigamìa già Dìgamo e Digamìa (dal gr DIS doppio) dal gr
GAMOS nozze valgono rispettivamente sposato tre-due volte, Trìgèsimo col suff lat ordinale TIMUS in lina con Intimo e
svoltosi in SIMUS come in Vigèsimo che vale Ventesimo, Trilàtero con Trilateràle, Triliòne, Trilobàto che vale “tre lobi”
questo dal gr LOBOS rotondeggiante, Trilogìa, Trilùstre che vale “tre lustri”, Trimèmbre o Trimèmbro, Trimèstre (con il lat
MENSIS mese) cui Trimestralìsta, Trimestralizzàre e Trimestralizzaziòne, Trìmetro cui Trimètrico, Trimorfìsmo, Trìno dal
lat TRINUS di tre da TRINI a tre a tre, già gr TRINA, Trinàia, Trinàto “trino” anche il relativo di Trìna “merletto” (fig da
Trino) cui Trinàre, un fig Trinaricciùto “tre narici” (suff aggettivante UTO dal lat UTUM utilizzato anche per la formazione
dei verbi in Pp), in connessione con Tèrna, Ternàrio, Ternàto dal lat TERNI a tre a tre, Tèrno da TERNUS, Trinchètto “vela”
dim da una forma volg TRINICUS triangolare, Trìnita e Trinità il primo in forma di nominativo che sopravvive nella
toponomastica fiorentina e il secondo per triplice cui Trinatàrio; Trìquetra dal lat TRIQUETRAM triangolare, già Trìquetro,
il cui pref TRI è legato a un tema di connessione ger ma d’etim non accertato, indica per accezione il simbolo della Sicilia
(Trinacria).
Trìplo da TRIPLUS maggiore tre volte con Triplètta su calco di Doppietta, Trirègno, Trirème o Trerème o ancora Trièra e
Trière dal lat TRIEREM già gr TRIERES, in linea con Birème e Quadrirème vale rispettivamente a tre, due e quattro remi,
Tris, Trisàgio che sta per tre volte santo dal gr HAGIOS santo, Trisàvolo o Terzàvolo, Triseziòne, Trisìllabo con Trisillàbico
e Trisillabìsmo (legge linguistica gr-lat), Trìttico (col gr PTYKHE piega vale “piegato tre volte”), Trittòngo tre suoni in linea
con Dittongo prefissati dal gr PHTHONGOS suono. Altri termini in percorso, Tritòlo, che non è affatto connesso con
Tritare, bensì ipocoristico del composto chimico Tri(nitro)tol(uene), e Tritòne nucleo d’atomo di Trìtio composto da un
protone e due neutroni. L’omn Tritone, gr-lat TRITON, figura mitologica, potrebbe essere in connessione dal fatto che è
rappresentato col tridente, cui anche Tritùro “Genere di anfibi” sovrapposto al gr URA coda.
Tridentìno vale Trentìno dal lat TRIDENTUM cui il toponimo regionale Trentino, in origine imposto dai romani a Trento,
oggi integrato con Alto Adige dall’idronimo del fiume che lo attraversa, in ted SUD TIROL imposto dalla dominazione
austriaca sino al 1918.
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Dal lat TRIAS “triade”, la geologia conta l’inv Trìas o Triàssico e Triàsico (adottato dal 1885) che identifica un terreno di tre strati, quale il
Triassico alpino, la cui parte inferiore è definita Scìtico, questo vrs da Scindere..
Da non equivocare con Triassònidi questo Classe di Poriferi, dal gr AKSON asse prefissato TRI tre, e snm di Ialospongie.
\ Dittongo Trittongo Quadrittongo Iato
Dittòngo o Diftòngo, cui Dittongamènto, Dittongàre e Dittongaziòne, lat DIPHTHONGUS già gr DIPHTHONGOS da
PHTHONGOS suono, indica l’unione di due vocali, di cui una sillabica e l’altra vocale propria o semiconsonante, che pur
conservando ciascuna il proprio suono, si pronunciano in una sola sillaba e con un unico accento, come Squittìre dove la i è
sillabica (Squit-ti-re).
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La norma impone che le vocali A E O combinate insieme, come in Aereo, non formino dittongo; è evidente che lo formano
con le vocali rimaneti I U come in Piuma; ma se queste vocali I U sono accentate, allora non è più Dittongo, come in Vìa,
Reùccio.
Dittongo discendente si ha quando l’accento cade sulla prima vocale, come in Làuro. Dittongo ascendente si ha quando
l’accento cade sulla seconda vocale, come in Menziòne.
Dittongo mobile si ha nei gruppi UO ed IE derivanti da una sola vocale latina, come Nuotare dal class NATARE e volg
NOTARE, Lieve da LEVEM.
Trittongo è il gruppo di tre vocali di cui due dovranno essere I O U e privi d’accento, che costituscono cioè un’unica sillaba
insieme, per esempio Quieto; i plur pronominali quali Miei, Suoi, Tuoi sono comunque considerati Trittonghi. Altri
Trittonghi quali Giuoco e Tovagliuolo sono da considerare ormai trasformati nel Dittongo I O, ossia Gioco e Tovagliolo.
Segue il Quadrittòngo, termine prefissato QUADRI quattro, il quale racchiude quattro vocali a costituire tradizionalmente
un’unica sillaba, vedi il verbo al passato Ossequiai, l’omologismo Sequoia, ma che in poesia può essere metricamente diviso.
Al contrario, Iato indica il contatto di vocali che non possono essere contratte o elise; Oceano, E ora vado via, Sono nato a
Orbetello. Iàto è dal lat HIATUS apertura da HISCERE incoativo di HIARE aprire bocca, da rad GHIYA, cui DEHISCERE
spalancarsi col pref DE conclusivo ed il termine ital Deiscènte dal Ppres DEISCENS DEISCENTIS e Indeiscènte col pref IN
negativo. Iato sta anche per “apertura, interruzione” cui Iatàle associato ad Ernia relativo al termine inv HIATUS adottato in
anatomia.
\ Radicale PEL-D
Dall’antica rad PEL, l’ampliamento in PEL-D sta per battere-inseguire, cui il lat PELLERE battere-cacciare, spingere,
dirigersi, donde Pòlso dal lat PULSUS cui Polsìno.
Pseodoetim Polsonètto questo omologismo dal franc ant PONSONET recipiente.
Eppoi Pulsàre dal lat PULSARE quale intensivo di PELLERE, cui Pulsànte con Pulsantièra, il glb ing Pulsar tratto dalla
locuzione PULSATING RADIO SOURCE radiosorgente pulsante, Pulsàtile con Pulsatilità, il fig botanico Pulsatìlla “sorta
d’erba velenosa” dal lat PULSATUS, il tecnologico Pulsatòre, Pulsaziòne, Pulsiòne con Pulsionàle, i composti Pulsìmetro,
Pulsogètto attraverso la locuzione l’ingl PULSE JET col snm Pulsoreattòre, Pulsòmetro attraverso l’ingl PULSOMETER, il
prefissato Appùlso da APPULSUM spinta; e, con i pref, Appellàre, cui il prefissato iterativo Rappellàre, Appèllo,
Appellatìvo ed Appellaziòne dal lat APPELLARE chiamare verbo intensivo-durativo di APPELLERE.
I Verbi appellativi sono quelli che, in forma passiva, appaiono in concomitanza con il Complemento predicativo (essere
apostrofato, chiamato, denominato, detto...).
Il percorso prefissato prosegue con Compulsàre con Compulsatòre, Compùlso, Compulsòre e Compulsìvo, Espèllere con
Espulsìvo, Espùlso, Espulsòre, Espulsòrio ed Espulsiòne, Impèllere ed Impellènte, Impulsàre con Impulsàto, Impulsatòre,
Impulsiòne, Impulsìvo con Impulsività, Impùlso, Interpellàre con Interpellànte, Interpellànza, Interpellàto e Interpèllo,
Propèllere con Propellènte, Propulsàre con Propulsatòre, Propulsiòne, Propulsìvo, Propulsòre e Propulsòrio, Repèllere con
Repellènte, Repellènza e Repulsiòne o Ripulsiòne con Repùlsa o Ripùlsa, Repulsìvo e Repulsòre, Repulìsti o Ripulìsti dalla
sintesi dal verso salmodico lat QUARE ME REPULISTI? Perché mi hai respinto? Dal gr SPHYKSIS polso, ci è pervenuto
Asfissìa con Asfissiàre, Asfissiànte e Asfìttico, che vale senza polso, ovvero senza pulsazioni.
Difficile credere ad una connessione rad di PEL battere con Pùlpito, pur figurando le battute del predicatore; il termine
considerato d’etimo ignoto è ricalcato sul lat PULPITUM che indicava la piattaforma destinata al magistrato romano.
In connessione rad indoeur con PEL, l’ingl conta TO PULL tirare, cui il glb Pull quale termine in informatica, l’omn Pull
quale ellissi di Pullòver questo l’omologismo tratto dalla locuzione PULL OVER tira sopra; dall’ol POELEN tirare fuori,
inoltre, si conta il glb Pòlder che indica una pianura sottostante la linea di Alta marea, ma protetta da diga, pertanto
prosciugata e fertilizzata; in Italia esiste il Polder di Siponto, nel foggiano.
ASETTICO
Dal gr SEPTIKOS, derivato da SEPSIS putrefazione, che è il sostantivo d'azione di SEPO marcisco, cui Sèpsi
con i derivati Setticemìa infezione già Septicemìa, Sèttico.
Asèttico, quindi, col pref A privativo, s'intenda non putrefatto, più comunemente sterilizzato.
\ Armeni
La popolazione indoeur degli Armèni, è originaria dell’Asia Minore; oggi, oltre ad occupare la madreterra, sono sparsi per il
mondo, dal Vicino Oriente agli Stati Uniti, mantenendo le loro Chiese, la Monofisita (che non accetta Gesù nella sua natura
di uomo) e la Cattolica di rito Armèno, questo relativo all’Armenia, anche demotico. Monofisìta, termine questo composto
dal gr MONOS uno solo e PHYSIS natura-condizione oppure PHYTON pianta in stretta connessione.
Armènia è il toponimo coniato dai persiani già dal V sec aC, poiché gli armeni si chiamno HAYK’ e la loro terra
HAYASTAN.
\ Fitologia Fisiologia
\ Prefisso Suffisso FITO Prefissi FISIO FISO
Il Monòfito (opposto a Polifito), con suff FITO dal gr PHYTON pianta, è la coltivazione costituita da una sola specie
vegetale, ricalcando Monolito, costituito da unico blocco di pietra; l’Epìfita con Epìfito (pref gr EPI sopra) è la pianta che si
sviluppa su di un’altra servendone come sostegno cui Epifitìa “anomalia botanica”. Altri composti col suff FITO, Aeròfito o
Aeròfita “pianta che vive al disopra del terreno” (col gr AER AEROS aria), Antropòfito o Antropòfita “pianta introdotta
dall’uomo in regioni diverse” (col gr ANTHROPOS uomo), Dermòfito (col gr DERMA pelle), Gametòfito (col gr
GAMETES accoppiati per la riproduzione), Igròfito (col gr HYGROS umido), Polìfito (opposto a Monòfito), Sporòfito (col
gr SPORE seme), Tricòfito o Tricòfita “genere di funghi” (col gr THRIKS pelo), Xilòfito (col gre KSYLON legno).
Altri termini composti con FITO, questa volta in qualità di pref, Fitònimo (nome di pianta), Fitofàrmaco, Fitormòne,
Fitònimo, Fitosanitàrio. Da PHYSIS natura, squisitamente connesso con PHYTON pianta, invece, l’ital conta Fìsica con le
composizioni Fisicochìmica, Fisicomatemàtico, Fisicomeccànica, eppoi Fisicalìsmo, il termine da gergo universitario
Fisichètta (esame con sperimentazione fisica), Fisicìsmo e Fisicìsta, Fìsico, Fisicità,; il termine cattolico Diofisìsmo col pref
DYO due vale due nature (divina e umana).
Il pref FISIO dal gr PHYSIO vale pertanto “natura” cui Fisiochinesiterapìa o Fisiocinèsiterapia o Fisiokinesiterapìa con
Fisiochineterapìsta o Fisocine terapìsta, dal gr KINESIS movimento, Fisiocrazìa con Fisiòcrate e Fisiocràtico col gr
KRATOS forza, Fisogènesi con Fisiogenètia e Fisiògeno, Fisiognosìa col gr GNOSIS conoscenza, Fisiologìa e Fisiològico in
283
antitesi a Patologia e Patologico, Fisiomanzìa con Fisiomànte e Fisiomàntico in complanare con Fisionomanzìa,
Fisionomànte e Fisionomàntico, e Fisico, Fisiopatologìa con Fisiopatològico, Fisioterapìa con Fisioteràpico e Fisioterapìsta,
Fisiopsìchico, Fisicopsicologìa.
Da non equivocare col pref FISO dal gr PHYSA bolla cui Fisoclìsto “sorta di pesce” col gr KLEISTOS chiuso, Fisòfora col
gr PHEREIN portare “sorta di celenterato acquatico” Fisomètra (col gr METRA utero), Fisostòmo “sorta di pesce” col gr
STOMA bocca. Physalia physalis è il nome scientifico di una medusa velenosa, altrimenti detta Caravella portoghese.
\ Baltiche
Le lingue indoeur Baltiche appartengono ai popoli rivieraschi del Mar Baltico, il Lituano e il Lettone (o Lèttone). In aggiunta,
questi popoli comprendono l’Estone, una lingua del gruppo Ugrofinnico, ovvero il gruppo del finlandese, dell’ungherese, del
lappone... tutte lingue identificate come agglutinanti, perchè utilizzano una notevole varietà di Affìssi (Prefisso-InfissoSuffisso) con funzioni grammaticali, da saldare ai temi fissi delle parole (lessemi).
\ Prefissi *PARA *PER PERI
PARA
Dal gr PARA sta per “accanto, presso, somiglianza” e può raggiungere il significato di “oltre, giù, alterazione” sino
addirittura di “contrapposizione” cui Paradòsso (omn di Paradosso “trave”) dal gr PARADOKSON, adottato quale figura
retorica, che, composto col gr DOKSA opinione, vale “contrario alla comune credenza, dottrina, ragione o opinione-strano”
cui Paradossàle, Paradossalità, Paradossàre, il composto Paradossografìa con Paradossogràfico e Paradossògrafo, il
linguistico Paralogìsmo con Paralogìstico e Paralogizzàre; da non equivocare con l’eludibile Paradosso variante di Paradorso.
\ La Rana paradossale, che vive in Sudamerica, è così indicata per la peculiarità del girino più grande dell’adulto.\
In connessione, invece, il lemma Paradossùro “Genere di mammiferi” col gr URA coda e vale “dalla coda paradossale” cui il
Musànga questo omologismo di voce indomalese. Ancora in percorso, il termine Palafrèno con Palafrenière o Palafrenièro,
snm di Staffiere) dal composto lat PARAVEREDUM con VEREDUS cavallo da posta, questo vrs connesso con il lat
VERREM, e sovrapposto a Freno, con il pref PARA che ha subito un metaplasmo in PALA.
La voce Paranatèllon è direttamente dal gr PARANATELLO sorgo presso… e sta ad indicare in astrologia un astro o una
costellazione esterna allo zodiaco ma che nasce in contemporanea a un segno.
\ Uno dei Paradossi più straordinari viene dal seguente ragionamento: la logica vuole che una parte di un qualcosa non può mai essere uguale
al tutto di quel qualcosa. È una logica terrena, che vale solo nelle cose finite. Nell’infinito, una parte è uguale al tutto: i numeri sono infiniti,
quindi una parte può rappresentarli tutti; infatti, da Zero ad Uno esiste una numerazione pari all’infinità della stessa numerazione e così da
Zero a Zero-uno, da Zero a Zero-zero-uno e via all’infinito… il cervello umano, terreno, è finito.\
Queste pagine usano talvolta la definizione di Parasinònimo nel significato di termine “quasi sinonimo” di un secondo
termine citato.
Nel percorso prefissato, l’ital conta Parabancàrio, Parabiòsi (con il gr BIOSIS modo di vita), Paracèntesi o Paracentèsi (col gr
KENTESIS puntura), Paracetamòlo (Acetil-Ammino-Fenolo), Paracinesìa, Paracistìte con la variante Pericistìte, Paraclàsi
(col gr KLASIS frattura), l’epiteto divino Paraclèto o o Paraclìto “Sprito Santo” (col gr PARAKLETOS invocato presso),
Paraconsistènte attraverso l’ingl PARACONSISTENT, Paracromatopsìa (Cromato e col gr OPSIS vista), Paracusìa (col gr
AKUSIS audizione), Paradenìte (con Adenite dal gr ADEN ghiandola e suff ITE per malatta acuta), Paradentìte con
Paradentòsi o Paradontòsi e Paradènzio (con il lat DENS DENTIS dente), Parafàrmaco con Parafarmacèutico e Parafarmacìa,
Paràfrasi o Paràfrase (con il gr PHRAZEIN) “esporre quasi come l’originale, ma con circonlocuzione esplicativa” con
Parafrasàre, Parafràste “chi parafrasa”, Parafrasticamènte e Parafrèstico, Parafrasìa (termine adottato in patologia),
Parafernàle (col gr PHERNE dote), Parafilìa (termine psicologico, con Filìa), Parafimòsi, Parafiscàle con Parafiscalità,
Parafonìa con Parafònico, Parafrasìa che è il disturbo psichico nell’esprimersi, Parafrenìa (col gr PHREN mente), Parageusìa
(col gr GEUSIS gusto) “alterazione del gusto”.
Paragòge con Paragògico (col gr AGOGE da AGO conduco di AGEIN spingere) nelle figure retoriche vale l’aggiunta di un
fonema, di una sillaba, al termine della parola, quali Caritate per Carità, Bontade per Bontà, snm di Epitesi e opposto di
Protesi.
Paragonàre con Paragòne, Paragonàbile (fig col gr AKONAO affilo), Paràgrafo con la variante Paràfa o Paràffa con Parafàre
o Paraffàre attraverso il franc PARAPHE già lat volg PARAFFUS quale ipocoristico di PARAGRAPHUS con Paragrafìa e
Paragrafàre, Parainfluenzàle, Paraldèide, Paralegàle, Paralèssi (col gr LEIPO lascio, in retorica sta per “ fingere di lasciare”)
con Paralipòmeni dal gr PARALEIPOMENA cose tralasciate, Paralessìa (col gr LEKSIS discorso vale invece “disturbo
della parola”), Paraletteràto con Paraletteratùra, Paralinguàggio con Paralinguìstica e Paralinguìstico, Paramàno attraverso il
franc PAREMENT paramento ossia “vicino al polso” e fig “mattone ornamentale”, Paramècio “oblungo” col gr MEKOS
lunghezza. Eppoi Parallàsse, con Parallàttico, dal gr PARALLAKSIS mutamento di direzione cui Pàrsec “unità di misura
astronomica ellittico della locuzione ingl PARALLAX SECOND. Parallèlo da PARALLELUS già gr PARALLELOS
composto con ALLELOS l’un l’altro ed infatti le Rette parallele sono l’una accanto all’altra, così come i Paralleli terrestri,
ideali circoli della sfera terrestre che, allontanandosi da quello massimo corrispondente all’equatore, vanno a concludersi al
polo nord ed al polo sud; in percorso Parallèla, Parallelamènte, Parallelìsmo e i composti Parallelogràmma o
Parallelogràmmo col gr GRAMME linea “grafica”, Parallelepìpedo dal gr PARALLELEPIPEDON con EPIPEDON
superficie piana, Parallelinèrvio con il lat NERVUM nervo, Parallelizzàre.
Il percorso prefissato PARA continua con Paralogìsmo, Paralogìstico e Paralogizzàre col gr LOGISMOS ragionamento,
Paràlogo attraverso l’ingl PARALOGOUS questo un ellittico del prefissato PARAHOMOLOGOUS ovvero “paraomòlogo”,
Paramagnètico e Paramagetìsmo, Paramèdico, Paràmetro attraverso il franc PARAMETRE con Parametràre, Parametraziòne,
Paramètrico, Parametrizzàre e Parametrizzaziòne, Parametrìa (col gr METRIA utero) con Parametrìte (suff ITE
infiammazione), Paramezzàle dal gr-bz PARAMESOS vicino al mezzo, Paramilitàre, Paramixovìrus (Genere di virus),
Paramnesìa (con MENSIA), Paramorfìsmo,
Paranasàle, Paranèfrio con Paranefrìte (col gr NEPHROS rene),
Paraneoplàstico, Paranìnfo (col gr NYMPHE sposa), Paranormàle con Paranormalità riferito a fenomeni che vanno oltre la
normalità, Parapòdio (col gr PODOS piede), Parapsìchico con Parapsicologìa, Parapsicològico e Parapsicologo,
Parasanitàrio, Parascènio (suff dal gr SKENE scena), Parascientìfico, Parascolàstico, Paraselènio o Paraselène (col gr
SELENE luna, indica un fenomeno ottico), Parasìnteto cui Parasintètico (con il gr SYNTHETOS composto da SINTAGMA
composizione) che in linguistica identifica i nomi composti simultaneamente da prefisso e suffisso, come Inalberare (IN pref
illativo - ALBER lessema - ARE suff verbale, desinenza), Parastàto con Parastatàle, Parasubordinàto, Paratèsto, Paratìfo,
Paratiròide, Parauniversitàrio.
284
Il pref PARA si ritrova adattato in termini quali il glb dall’ingl Parboiled che sta per operazione “vicino alla bollitura”
relativo al riso, Parèlio “zona luminosa a lato del sole per effetto di rifrazione” dal gr PARELION composto con HELIOS
sole, Parencèfalo “cervelletto”, Parènesi “esortazione” con AINEIN approvare cui AINOS racconto cui Parenètica “genere
letterario” e Parenètico, Paraetimologìa o Paretimologìa “etimologia non corretta” e Paraetimològico o Paretimològico.
Ancora, Paremìa col gr OIMOS sentiero vale Proverbio, cui Paremiografìa “raccolta di proverbi” e Paremiògrafo,
Paremiologìa “studio dei proverbi” e Paremiòlogo; ll gr OIMOS sentiero-strada si è svolto in “melodia”, vrs da
un’attestazione fig, pertanto, dalla composizione PRO OIMOS, si ha Proemiàle, Proemiàre e Proèmio.
Da contare i sostantivi Paràggio attraverso lo sp PARAJE che vale “in prossimità” in connessione con Paràggio “parentelanobiltà” (nel senso gr di “somiglianza, accanto…”) attraverso il franc PARAGE, Paragonìte “minerale simile al talco”
attraverso il gr PARAGON questo connesso con AGO conduco e quindi nel senso di sviare ossia equivocare, Parèsi, dal gr
PARIENAI col secondo membro dal gr ESI azione-mandare e sta per “mandare giù-rilassare-allentare” (i muscoli) cui
Paraprèsi, Paràsta “termine architettonico” dal gr PARASTAS di PARISTEMI colloco vicino, Parazòne cintura col gr ZONE
traducibile in “vicino (intorno) alla vita” cui PARAZONION tradotto nell’ital Parazònio “spada corta vicino alla cintura”.
Fuori percorso Paràbasi “intermezzo teatrale” dal gr PARABASIS dal verbo PARABAINO io avanzo e correlativo di
Epirrema, Pàrang “arma bianca” omologismo di genesi malese, Parasànga “unità di misura” attraverso il gr PARASANGES
di genesi persiana. Esiste un secondo pref PARA, derivato dal lat-ital PARARE, cui Paraarticolàre, inv dal lat Parabèllum
(plur Parabèlla) “sorta di pistola” dalla locuzione lat SI VIS PACEM PARA BELLUM se vuoi la pace preparati alla guerra,
Parabòrdo, Barabrèzza attraverso il franc PARABRISE, Paracadùte col denm Paracadutàre, Paracadutìsmo, Paracadutìsta,
Paracadutìstico e con i glb ingl Paraflying questo con PARACHUTE paracadute e TO FLY volare cui la locuzione glb No fly
zone “spazio aereo inderdetto ai voli”, Parasailing questo con SAILING navigazione, Paracàlli, Paracamìno, Paracàrro,
Paracèra, Paracièlo, Paracòda, Paracòlpi, Paràcqua, il volg Paracùlo o Paracùla o ancora il lenito Paragùlo o Paragùla con
Paraculàggine, Paradènti, Paradòrso con l’eludibile variante Paradòsso, Parafàngo, Parafiàmma, Parafòndi (adottato dal
1984) snm di Bùrga (dal 1847), Parafrèni, Parafùlmine, Parafùmo, Parafuòco, Paragarrètti, Paragòcce, Paralùme, Paramìne,
Paramòsche, Paranève, Paraòcchi e Paraòcchio, Paraòlio, Paraònde, Paraorècchie, Parapàlle, Parapètto con Parapettàre,
Parapìglia (questo, un’originale composizione con gli imperativi Para! e Piglia!), Parapiòggia, Parasalìte, Parasartìe,
Paraschègge, Paraschìzzi, Parascintìlle, Parasòle, Paraspàlle, Paraspìgolo, Parasprùzzi, Parastìnchi, Parastràppi, Paratàsca,
Paraùrti, Paravalànghe, Paravènto (anche fig “furbo connivente”).
I due pref sono talvolta assimilabili come nel caso di Parapetto, che oltre a riparare il petto, è alla sua altezza, quindi accanto.
Il sostantivo Pàra vale quale omologismo dal brasiliano, indica una sorta di gomma originaria dello stato del Parà.
PER
Dal lat PER, indica quantità o caratteristica di massimo grado, superlativa, cui Percepìre dal lat PER-CAPERE afferrare nel
valore di “sentire ciò che altri non sentono”, cui Percepìbile con Percepibilità, Percettìbile con Percettibilità da
PERCEPTIBILIS dal Pp PERCEPTUS cui ancora Percètto, Percettìvo con Percettività attraverso il franc PERCEPTIF,
Percettòre, Perceziòne con Percezionìsmo e il prefissato pedagogico-filosofico Apperceziòne con Appercettìvo attraverso il
franc APPERCEPTION col pref AD, eppoi Percipièndo questo l’aggettivato dal gerundio PERCIPIENDUS cui la locuzione
giuridica Frutti percipiendi “che dovevano esere raccolti (ma sottratti)”, il composto Percettologìa. In chimica il suff chimico
PER vale un composto ossigenato al più alto grado d’ossidazione, quale Perclòrico (con Cloro e suff chimico ICO) cui
Percloràto; oppure vale “due atomi di ossigeno” o “più atomi” in opposizione a IPO cui Peròssido, Peràcido, Perboràto.
In chimica, il pref PER vale quale rafforzativo indicante un elemento a più valenze.
PER può ancora indicare “attraversamento o al di là, oltre”, addirittura fig “contro, in opposizione”, cui Percòrrere (lat PER
CURRERE) che sta per “attraversare” con Percorrènza, Percorrìbile e Percorribilità, eppoi Peregrinàre che sta per “andare
oltre il proprio territorio” questo da PEREGRINUS straniero coniato dall’avverbio lat PEREGRE fuori città (dal lat
AGRUM campagna prefissato PER) mutatosi in PELEGRINUS nell’epoca medv, cui Peregrìno con Peregrinàre, in
complanare con Peregrinaziòne e Peregrinità, Pellegrìno con il fig Pellegrina “sorta di mantellina” (indossata
tradizionalmente dal pellegrino), Pellegrinàre, Pellegrinàggio e Pellegrinaziòne.
Eppoi Perpendicolare che sta per “filo a piombo” dunque contro ogni pendenza”.
Nel percorso PER l’ital conta Perànco, questo ipocoristico del lat PER HANC HORAM donde Anche-ànche o il volg Ancoànco e il composto Neànche o Neànco con il Né negativo cui il snm Tampòco questo inv dallo sp TAMPOCO, Ancòra da
HANC HORAM quest’ora, ma attraverso il franc ant ENCORE, con Ancorquàndo o Ancorchè (corretta accentazione
ancorchè), il composto Perànche o Perànco e Ancòi questo inc con HODIE vale anche oggi, diffuso nel veneto pur con delle
varianti. Il percorso prosegue con *Perbène, Percentuàle dal lat PER CENTUM, Perènne dal lat PER ANNUS attraverso
tutto l’anno, *Perchè (corretta accentazione Perché), *Perciò da ECCE HOC ecco questo con Perciocché… il lat Quàre inv
dal lat QUARE vale perché? - per quale cosa? Snm di Anche – e di Altresì e Perfino (Persino) - è Eziandìo, una desueta
congiunzione (dal XIII sec), una composizione dal lat ETIAM ancora e DIU a lungo; altri testi identificano il suff in Dio con
valore complessivo come “ancora se Dio lo vuole”.
Perequàre con Perequatòre e Perequaziòne dal lat AEQUUS uguale prefissato PER, cui il doppio prefissato Sperequaziòne (S
sottrattivo).
PERI
L’origine di PER è comunque PERI, dal gr PERI che a sua volta deriva da una ant rad PER, per cui è un esempio
straordinario di ciclo lemmatico che si chiude all’origine. PERI vale intorno, cui il botanico Periànzio col gr ANTHOS fiore
che vale “involucro del fiore” snm di Perigònio col gr GONOS generazione, Periàstro (con Astro, termine astronomico),
Perìbolo “recinto” dal gr PERIBALLO getto intorno (il cui pref BOLO dal gr BOLOS è appunto del verbo BALLO getto,
metto), Pericàrpio o Pericàrpo col gr KARPOS frutto, Perìcope “brano” col gr KOPTEIN tagliare e quindi con valore di
“stralcio”, Perièco “che abita intorno” col gr OIKOS casa, Periegèsi “descrizione topografica” dal gr PERIEGEOMAI guido
attorno (con HEGESIS giro), Perièlio col gr HELIOS sole cui Perielìaco, Periferìa col gr PHEREIN portare e sta per
“quartieri portati intorno alla città, fuori del centro” cui il fem sostantivato Perifèrica dall’aggettivo Perifèrico, Perigèo col
gr GE terra vale “intorno alla terrra” e indica il punto più vicino alla terra di un orbita descritta. L’anatomico Perigàstrico con
il patologico Perigrastrìte. Perimetrìa col gr METRON misura sta per “misura dell’intorno” cui Perimetràle, Perimètrico,
Perìmetro. Perìoca, col gr ECHEIN avere sta per “sommario o riassunto” di un’opera datati nell’antichità classica. Perinatàle
su calco di Prenatale vale “il periodo immediatamente prima e dopo il parto” cui Perinatalità e Perinatologìa. Pèriplo col gr
PLOUS navigazione sta per “navigare intorno” il cui snm è Circumnavigazione con Circumnavigare, Perìptero o Perìttero col
285
gr PTERION ala (costruzione o tempio completamente circondati da colonne - diventa Dìptero o Dìttero, col pref DIS due
volte, se il colonnato è a doppia fila), Perissologìa col gr LOGIA vale “espressione eccessiva” per enunciare un concetto,
Peristàltico col gr STELLEIN porre cui Peristàlsi con i doppi prefissati Antiperistàlsi e Antiperistàltico “movimenti
intestinali” (pref ANTI d’opposizione ), Peristèdio “corazza” col gr STETHOS petto, Peristìlio col gr STILOS colonna vale
“cortile circondato da portico a colonne”, Peristòma col gr STOMA bocca, Peritècio col gr TEKHE cassa, Periungueàle (con
il lat UNGUIS unghia, adottato dal 1958) snm di Paronichìa (pref Para e gr ONIKYS unghia, già dal XVI sec), Periviscerìte
(suff ITE per “infiammazione”), Perizòma col gr ZONNYMI cingo.
Il pref PERI è altamente utilizzato nella terminologia medica-anatomica quali Perianàle, Periarterìte, Periartrìte, Pericàrdio
con Pericardìte, Pericòndrio col gr KHONDROS cartilagine cui il patologico Pericondrìte, Peridèrma (botanica), Peridìdimo
(col gr DIDYMOS gemello ma con valore di testicolo), Perinèo con Perineàle dal gr PERINEOS “tessuti molli” del bacino,
Perioculàre, Peridentàle (con l’ital Dentale da Dente) snm di Periodontàle da Periodònto o Periodònzio (col gr ODONTUS
dente) e Peridentàrio cui i patologici Periodontìte, Periodontopatìa e Periodontòsi; eppoi Perioftàlmo, Perispèrma, Peritonèo
con Peritoneàle e Peritonìte col gr TEINO tendo.
Termine alieno Peridòto omologismo dall’ar FARIDA “pietra preziosa” attraverso l’adattamento franc PERIDOT cui
Peridotìte (suff mineralogico ITE), questa una pietra che ha la proprietà di assorbire e calcificare l’Anidride carbonica e il cui
utilizzo pare apra la soluzione per contenere l’Effetto serra.
\ Eguale Equo
Dal lat AEQUUS uguale, l’ital conta, con lenizione del gruppo qu in gu, Eguàle o Uguàle (assimilazione della prima vocale
atona u alla seconda u), cui i prefissati Ineguàle e Inuguàle (IN negativo), o ancora Equàle, Aguàle e Iguàle da AEQUALEM
e con le diverse attestazioni quali Adeguàre già Adequàre dal lat prefissato AD AEQUARE “pareggiare” cui Adeguàbile,
Adeguamènto, Adequatèzza già Adequatèzza, Adeguaziòne già Adequaziòne, Eguagliàre con Eguagliatòre, Egualità o
Ugualità o Equalità, Egualitàrio o Ugualitàrio, Egualitarìsmo o Ugualitarìsmo, Ugualizzàre o Equalizzàre o Uguagliàre con
Uguagliànza e Uguagliatòre, Diseguàle o Disuguàle con Diseguagliàre e Diseguagliànza o Disuguagliàre e Disuguagliànza o
ancora il letterario Disagguagliàre con Disagguagliànza; dalla sopvapposizione di Uguagliare con Confrontare è nato
Conguagliàre con Conguàglio. Il percorso da AEQUALEM continua, strettamente fedele al lat e quindi senza assimilazione e
lenizione, in Equàbile con Equabilità, Equalizzatòre, Equànime già Equànimo con Equanimità già Equanimitàde o
Equanimitàte, Equànte, Equàre o Eguàre, Equatòre con Equatoriàle, Equaziòne con Equazionàle, Equo-èquo, Equità, Iniquità
e Inìquo col pref IN negativo. Infine, l’ital conta, il pref EQUI o EQUO per una nutrita serie di composizione quali
Equiàngolo, Equicrùre (col lat CRUS CRURIS gamba vale “isoscele”), Equidiàle (col lat DIES giorno vale “equinozio”),
Equidistàre, Equilàtero (col lat LATUS lato), Equilìbrio con Equilibràre ed Equilibrìsta (col lat LIBRA bilancia), Equiparàre
o Equiperàre e Equiparaziòne (col lat PARERE mostrare), Equipollènte con Equipollènza (col lat POLLERE essere forte),
Equiponderàre con Equiponderànza (col lat PONDUS PONDERIS peso), Equipotènte ed Equipotenziàle, Equiprobàbile,
Equipùnto, Equisonànza con Equìsono, Equivalère con Equivalènte ed Equivalènza, Equivelòce con Equivelocità,
Equivocàle con Equivocamènto, Equìvoco con Equivocità ed Equivocòso (col lat VOX VOCIS voce), a Equocanonìsta (da
Equo canone): curioso termine è Equòreo che etim vale “superficie uguale, piana”, ma s’è attestato semant nel poetico
“mare”.
Altra storia etim per il complanare Nequìzia, dal lat NEQUITIAM sostantivato da l’aggettivo NEQUAM fannullone ma
svoltosi in tristo- malvagio, coniato con pref di negazione NE con la congiunzione QUAM, pertanto del valore originale di
un da nulla. I termini Iniquità-Nequizia vanno ad assimilarsi in Nequità o Niquità, Nequitànza o Niquitànza, Nequitòso o
Niquitòso, tutti oramai obsoleti.
OTTO OTTONE OTTENUTO
OTTO 8
Il cardinale Otto-òtto è dal lat OCTO, sct e got OKTOU, gr OKTO, ted ACHT. Derivati e composti col pref
foneticamente adattato OTTO da OKTO, l’ital conta Ottaèdro (composto col gr HEDRA base), Ottàno con
Ottànico e Ottìle (Idrocarburo che ha otto atomi di carbonio), cui Isottàno o Isoottàno (col pref gr ISOS uguale),
Ottànte (simile al Sestante), Ottàstilo (sette colonne, composto col gr STYLOS colonna), il sostantivo Ottàva,
Ottavàrio, Ottavìna “componimento poetico e colpo nel gioco del biliardo”, Ottavìno “strumento musicale della
famiglia dei Legni, l’ordinale Ottàvo da OCTAVUS (già indoeur OGDOWO), Ottènne (otto anni), Ottènnio
(calco di Biennio…), Ottètto (otto strumenti musicali, anche utilizzato in informatica relativo al sistema binario),
Ottocìfre (strumento dell’orologiaio), Ottonàrio, Ottùplice, l’onomastico Ottavio dal lat OCTAVIUS ottavo
(svoltosi per accezione riferito ai figli in ordine di nascita) elevato agli onori della gens romana con Ottaviano da
OCTAVIANUS “figlio di Ottavio”. Nel percorso il patologico Octofobìa (paura superstiziosa per il numero
otto).
L’Ottòtipo è la tavola su cui sono riportati i caratteri ad otto grandezze diverse, che serve per la misurazione
della vista ed è lo strumento esclusivamente usato dall’ottico; è chiamato anche Optòtipo, un esempio
d’assimilazione fonetica, semant d’etim diverse. Ottàgono è dal gr OKTA-GONOS, dal lat tardo OCTA-GONS.
In riferimento al numero cardinale Ottànta, cui Ottantènne, dal lat class OCTOGINTA, l’ital ha ricalcato
Ottuagenàrio.
Sorge una riflessione sul fatto che il tema di OKTO cui Otto possa essere connesso con il rad OKW di Occhio,
semplicemente perché il segno grafico del numero (8) appare come due occhielli.
Più fedele all’origine OKTOU i composti Octocoràlli o Ottocoràlli, “Sottoclasse di Celenterati” snm di
Alcionari, Octodòntidi o Ottodòntidi col gr ODUS ODONTOS dente “Famiglia di roditori”, Octofobìa, la
repulsione per le forme a otto, Octòpodi o Ottòpodi col gr PUS POIDOS piede.
\ L’Ottagono, con le facce e gli angoli che guardano dapertutto, idealizza l’immagine dello scibile umano, la cui inclinazione era stata alitata
dal Creatore. Castel del Monte, nella Puglia sveva, è un imponente maniero ottagonale.
L’idealizzazione dell’uomo comune è invece comparata al Quadrato, ovvero, semplicemente quadrangolare: nascita, esistenza, lavoro, morte.
Alcuni monumenti, difatti, s’innalzano da una base quadrata per riassumere contorni ottagonali prima di concludersi a cupola, il cerchio,
l’immaginario del cielo e dell’Onniveggenza. La metaf è spontanea: l’uomo godrà della beatitudine celestiale attraverso il buon uso delle
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conoscenze. La piramide si eleva dalla base, restringendosi in quadrati più piccoli, cioè l’umanità con le sue classi sempre più contenute ma
via via più nobiliari, sino al vertice, l’unità faraonica, tangente la divinità celeste.\
\ Ottomano Divano Dogana Sofa Ottentotto
Ottomàno, con le varianti Otmàno, Osmàno e Osmànli, cui Ottomanìsmo e Neoottomanìsmo, possiede una propria origine:
dal nome del capostipite della dinastia turco-musulmana OTMAN, l’omologismo indica comunemente un divano-letto a
spalliera, il preferito dagli Ottomani. Divàno sembrerebbe coniato in origine dalla composizione DI (DIS) due e Vano quindi
varrebbe “mobile a due posti”; in realtà è l’omologismo dal persiano DIWAN registro svoltosi nel turco DIVAN sedile
(allungato) nel senso di ufficio, in percorso con l’omologismo Dogàna con Doganàle e Doganière, il prefissato Sdoganàre (S
sottrattivo, vale “liberare dalle operazioni di dogana” ) cui Sdoganamènto e Sdoganatòre.
Il Divano letto fu ideato da Bernardo Castro nel 1945 in America, reinventando il letto francese del XVII sec che poteva
essere richiuso al mattino.
Sofà, invece, è lomologimo dall’ar SUFFA cuscino transitato dal franc SOFA.
Ottentòtto, infine, è l’omologismo dall’ol HOTTENTOT, coniato nel XIX sec, e vuole indicare in senso onomatopeico e
dispregiativo la lingua incomprensibile degli africani mer, così come i romani chiamavano Barbari gli stranieri, perché alle
loro orecchie sembrava che balbettassero; due termini che comprovano un’arroganza epocale di popoli conquistatori.
OTTONE
Dall’ar LATUM rame, sovrapposto a latta, n’è scaturito l’omologismo LOTTONE cui Ottòne per aferesi,
precisamente per eliminazione della L considerata erroneamente articolo, con Ottonàio, Ottonàme (suff AME per
collettivi), Ottonàre, Ottonatùra, Ottòni questi una famiglia di strumenti musicali quali Corno, Tromba,
Trombone e Tuba.
L’onomastico Ottone con l’ipocoristico Otto, il dim Otello e le varianti Odetta, Oddone, non appartengono al
percorso, bensì dal sassone ATHAD possidente cui il lat OTHO con l’accusativo OTHONEM.
Làtta è inv dal lat volg LATTA assicella e, quale origine med dal tema LATTA lamina, sta ad indicare una
superficie appiattita cui Làtta cosa piatta, eppoi Lattonerìa e Lattonière con, in metonimia, il dim Lattìna
“recipiente”.
OTTENUTO
Ottenùto è il Pp del verbo Ottenère, questo, dal lat OBTINERE tenere fermo malgrado col pref OB e il verbo
TINERE da TENERE, corre in complanare con “conquistare, impossessare, acquisire, ricavare, conseguire,
prendere ...” mai sperdendo però il valore del pref; infatti, niente è ottenibile senza una pur blanda opposizione,
uno sforzo, un sacrificio. L’abuso di ottenere nel senso semplicistico di avere è una scorrettezza etim che la
semant comune non vuole cogliere. In percorso, Ottenìbile, Ottenimènto, Ottenitòre.
GENE GENTILE GENIALE
GENE
Gène è tratto dal ted GEN, ma già rad del gr GENESIS questo nome d’azione del verbo GIGNOMAI nasco, cui
gr GHENOS stirpe, riflesso nel lat GIGNERE svoltosi nel volg GENERARE cui Generàre con Generàbile,
Generàto, Generaziòne con l’iterativo Rigeneraziòne (snm di Anagenesi) e Generazionàle dal lat GENERATIO
GENERATIONIS da GENUS GENERIS nascita, cui il percorso prefissato IN negativo con Ingeneràre,
Ingeneràbile, Ingeneràto e Ingeneraziòne; eppoi Generatòre e Generatrìce, Generatìvo con Generativìsmo e
Generativìsta, Gènesi con Genètica e Genètico, Genetìsta, la locuzione Organismo Geneticamente Modificato
cui l’acronimo OGM, Gènico, Genòma (col suff biologico OMA) con Genòmica e Genòmico; il lemma Genètta
(un mammifero) è alieno nel percorso, poiché è dallo sp JINETA di origine ar. Nel percorso GEN, l’ital conta
ancora i composti Genotìpo con Genotìpico (suff TYPUS impronta), Genotòssico, i prefissati Antìgene con
Antigènico (questo da non equivocare con Antigienico), Congeneràre con Congeneràto, o meglio Congènito, e
Congènere, Degeneràre (DE sottrattivo) con Degeneraziòne e Degènere questo su calco del gr AGENES (pref A
privativo), Ingeneràre con Ingeneràto e Ingeneraziòne (pref IN illativo), Singènesi cui Singenètico (col pref SYN
insieme vale “origine simultanea”), Transgène con Transgènico. La rad, è il caso di dire, ha “generàto”
un’infinità di derivati e composti, da Genealogìa con Genealògico (snm di Dinastia e Dinastico) a Primigènio
questo con valore di “generato per primo”, ovvero Primogènito con i sostantivi Primogenitòre e Primogenitùra,
includendo Genitìvo “generare, di proprietà di…” sia aggettivo sia sostantivo e nella declinazione è dalla
locuzione lat GENITIVUS CASUS, eppoi Gènito “generato” dal Pp GENITUS di GIGNERE generare con
Ingènito (IN illativo) dal lat GENITUS, eppoi Genitàle con Genitalità, relativo al generare, cui il composto
Genitourinàrio (apparato genitale-urinario), eppoi Genitòre con Genitorialità, Genitrìce e Genitùra, infine
Genetlìaco dal gr GENETLIAKOS da GENETLIOS natalizio snm di Compleanno. Eppoi Omogèneo (della
medesima natura) ed Eterogèneo (di diversa natura) rispettivamente composti dal gr HOMOS uguale e
HETEROS altro con GENOS svoltosi nel lat GENUS nascita-stirpe. Indìgeno (IN-GENA) vale “generato in
loco”. Generòso è dal lat GENEROSUS uomo di stirpe da GENUS, cui Generosità, i prefissati opposti con IN
negativo Ingeneròso e Ingenerosità, gli onomastici Generoso e Genoveffa questo, in una comune area indoeur,
attraverso il celt GENO stirpe e WIFA donna, che si rintraccia nell’ingl WIFE moglie.
Aborìgeno o Aborìgene è un termine che spetterebbe esclusivamente agli italiani del centropeninsulare. Gli
ABORIGINES originari (lat AB ORIGINE) furono, infatti, i primi abitatori del centro d’Italia, coloro che
avrebbero contribuito alla fondazione e alla grandezza di Roma: oggi è comunemente assegnata ai nativi d’etnia
australiana, spesso nell’erroneo snm di “primitivo”, così come accade per Indigeno, e talvolta viene assimilato,
ancor più erroneamente, a Boscìmano questo dall’ol BOSCHJEMAN uomo della boscaglia, l’indigeno
dell’Africa sud-occidentale che vive(va) nelle boscaglie, forse dall’allitterazione lat-ital ARBOR-albero.
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Variante di Boscimano è Boscìmane, versione equivocabile col suff MANE di Mania per cui il termine potrebbe
essere letto “maniaco dei boschi”.
\ Gli aborigeni dell’ovest, i Miriwung, dopo secoli d’occupazione e sottomissione ai bianchi, sono riusciti alfine ad ottenere dalla Corte di
Perth, alla vigilia del terzo millennio, il riconoscimento dei diritti sulla regione di Kimberley, pari a 7.600 Kmq. Una sentenza
importantissima per la civiltà, poiché riconosce l’inalienabilità dei diritti tradizionali, oltre a quelli naturali.\
Gèrme o Gèrmine dal lat GERMEN già GENMEN con mutazione della prima n in r, quindi della stessa rad di
GEN, è il termine che ha prodotto i vari Germàno”stesso seme-stessi genitori” da GERMANUS, Germìle o
Germinàle, Germinàbile con Germinabilità, Germinàle (questo anche il settimo mese del calendario
napoleonico) o Germinatìvo, Germinàre dal class GERMINARE cui Germinànte, Germinatòio, Germinatòre e
Germinaziòne, con Germogliàre dal volg GERMINIARE cui Germòglio, Germogliàbile, Germogliamènto e
Germogliaziòne, il composto Germicìda. Germoglio (adottato dal XIII sec) ha i snm in Pollone (dal XIV sec) e
Paràfisi (dal 1828) questo dal gr PARAPHYSIS (dal gr PHYSIS natura e pref PARA)
Germània significherebbe allora una nazione moltiplicatasi di Germani, ossia dello stesso seme-germe, da un
comune capostipite, cui Germànico, l’elemento chimico Germànio (simbolo Ge) estratto in quelle regioni,
Germanìsmo, Germanìsta, Germanìstica, Germanizzàre, Germanizzaziòne, il pref GERMANO per composizioni
quali Germanofiliìa con Germanòfilo, Germanofobìa con Germanòfobo e Germanòfono. Sotto quest’aspetto di
“stesso seme”, tutti i popoli discendenti da un unico progenitore sono germani, tutta l’umanità è germana,
discendente da Adamo. Da questa analisi, l’onomastico Germano “nato dal germe del genitore”concorre con
Germàno “tedesco”. Germàno “sorta di uccello”, con un snm in Alzavola, ha il nome in onore di San Germano, a
febbraio, periodo del loro passaggio. cui Germano reale.
Snm di Germanico è Tedèsco dal lat medv THEODISCUS ma di genesi locale THEODISK da THEOD popolovolgo con valore di “volgare” in riferimento alla lingua. Altro snm letterario e Alemànno o Alamànno, in
riferimento agli ant Alamanni, una popolazione di stirpe ted stanziatasi nella regione dell’Elba, il cui dialetto
sopravvive nella Germania mer e nella Svizzera ted; termine dal lat ALAMANNUS e gr ALAMANNOI di
genesi got ALAMANS che sta genericamente per “uomini”. Il terzo snm di Germanico è Teutònico relativo ad
una ant stirpe dei Teutoni, passato poi nel linguaggio letterario ad identificarsi col primo, cui in locuzione,
Ordine teutonico, Cavalieri teutonici, Disciplina teutonica. Infine, l’ital conta ancora, in forma spregiativa volg,
Tùdero che sta per Tedesco da voce piemontese Tuder e lombarda Toder; da non equivocare con Tuderlìno snm
di Todìno, demotico di Todi.
Teutofobìa snm di Dutchfobìa (qui ricorrendo alla specifica voce in lingua tedesca) è l’avversione per il popolo
germanico; un’atavica paura indotta storicamente nel nostro popolo da frequenti e tragiche invasioni di quei
popoli.
Tutto ciò che è prodotto dall’azione del Generare è lungo il percorso GENASCI-GENATUS-GENATALIS che
include, con aferesi del gruppo GE, i termini quali Natàle questo con Natalità questo contrario di Mortalità,
Natalìzio; Nàscere è dal verbo lat class incoativo NASCI riversatosi nel volg NASCERE cui Nascimènto,
Nàscita e Nascitùro, col Pp NATUS cui Nàto, Natìo, Natìvo con Nativìsmo, Natività, Nativìstico, il composto
Bennàto dalla locuzione Ben nato ovvero Nato sotto buona stella, la composizione Nativo-americano in
riferimento ai discendenti degli insediati prima degli europei; eppoi il prefissato Innàto questo con i termini
filosofici Innatìsmo e Innatìsta con la locuzione Innatismo virtuale, Inneità; semant, Nato sarebbe quindi il
“conosciuto” in forma amplificata.
\ In una dimensione di controllo delle nascite, o meglio, di programmazione delle nascite, il termine PLUSNATO indicherebbe l’eccedenza
di nascite rispetto ai dati preconsiderati (“Quella notte fatta di sogni e di mistero” SA, Ed Rebellato 1989).\
Termini d’eredita del diritto romano, sono giunti i prefissati Agnatìvo, Agnàto meglio Agnàti, con Agnatìzio
questo variante di Agnativo, e Agnaziòne, dal lat AD NASCI nascere accanto “maschi nati dai discendenti del
padre” ovvvero parentela in linea maschile sottoposta alla podestà e tutela di uno stesso capofamiglia, insomma
un ulteriore articolo maschilista, per cui solo i maschi, pur semplicemente parenti, usufruivano dei benefici quali
appartenenti alla stessa famiglia.
Il percorso conta ancora Naziòne questo da NATIO NATIONIS nascita che una nutrita sequenza di derivati
quali Nazionalìsmo, Nazionalìsta, Nazionalìstico, Nazionalità attraverso il franc NATIONALITE (pron
nazionalitè) cui Nazionalitàrio, eppoi Nazionalizzàre con Nazionalizzaziòne, le composizioni da Nazionàlalleàto a Nazionalsocialìsmo con Nazionalsocialìstico passando da Nazionalpopulìsta attraverso l’ingl
POPULIST dal lat POPULUS popolo.
\ La più piccola nazione al mondo sarebbe la Repubblica di Molossia, 5mila mq, nel Nevada in USA, costituita da 6 (sei) cittadini in aggiunta
alla famiglia del presidente; ma lo stato non è riconosciuto. /
Il percorso conta infine i prefissati Prenàscere (PRAE prima) con Prenatàle, il fig Rinàscere da RENASCI (RE
iterativo), Rinascènte, Rinascènza, Rinascimènto con Rinascimentàle, Rinàscita, Rinàto dal Pp RENATUS cui
l’onomastico Renato nel senso cristiano “rinato attraverso il battesimo”; lemma alieno il sardo Nàsco “tipo di
vino” d’etim ignoto. L’onomastica, con l’avvento del cristianesimo, conta Natale, Natalia, Natalino e Natascia in
versione russa, tutti dalla locuzione DIES NATALIS giorno della nascita (di Gesù).
\ Genitivo sassone
Il Genitivo sassone o meglio Genitivo di possesso utilizzato dagli inglesi si costruisce separando il possessore mediante un
apostrofo immediatamente seguito dalla s e da ciò che possiede, esempio LOVE’S DREAM sogno d’amore. La lingua
tedesca lo utilizza saldando direttamente il nome del possessore con la s e con ciò che è posseduto, quale LIEBESTRAUM
sogno d’amore.
\ Blastula Derma
Dal gr BLASTOS germe (e fig germoglio), cui Blastèma, Blàstico, Blastizzaziòne, Blastoidèi e Blastòidi, Blastòma con
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Blastomatòso, Blàstula, l’ital ha tratto il pref-suff BLASTO, cui Blastocèle (gr KELE tumefazione, ernia), Blasticìsti (gr
KYSTIS vescica), Blastocìto (gr KYTOS cavità, cellula), Blastodèrma (gr DERMA pelle), Blastòfaga (gr PHAGEIN
mangiare), Blastogènesi, Blastòmero (gr MEROS parte), Blastomicète (gr MYKETES fungo), Blastòporo (gr POROS
passaggio); eppoi Angioblàsto (gr ANGELON vaso-vaso sanguigno), Brachiblàsto (gr BRAKHYS breve), Cnidoblàsto col
gr KNIDE ortica cui Cnidàri snm di Celenterati, Cnidofobìa; pseudetim Cnìdio demotico dell’ant toponimo gr Cnido cui
Venere cnidia qui venerata.
Il percorso suffissato prosegue con Diblastèrio “ (col pref DI dal gr DIS due volte) che vale Metazoo inferiore una cui parete
è formata da due Epiteli, l’Ectoderma e l’Endodèrm, Ectoblàsto (gr EKTOS fuori-esterno), Ematoblàsto e Emoblàsto (gr
HAIMA sangue), Endoblàsto (gr ENDON dentro-interno), Epiblàsto (gr EPI sopra), Eritroblàsto (gr ERYTHROS rosso),
Fibroblàsto (lat FIBRA elemento cellulare), Idioblàsto (gr IDIOS proprio-distinto), Ipoblàsto (gr HYPO sotto), Leucoblàsto
(gr LEUKOS bianco), Linfoblàsto (fig dal gr LYMPHA linfa), Macroblàsto (gr MAKROS lungo-esteso), Melanoblàsto (gr
MELAS nero), Mesoblàsto (gr MESOS medio), Mieloblàsto (gr MYELOS midollo), Neuroblàsto (gr NEURON nervo),
Odontoblàsto (gr ODUS dente), Oloblàsto (gr HOLOS tutto), Ooblàsto (gr OION uovo), Trofoblàsto (gr TREPHEIN
nutrire).
Dal gr DERMA pelle derivano i vari Dèrma, Dermatìte o Dermìte, Dermatòsi, Dèrmico, Dermòide, i prefissati Endèrmico
(col gr EN in), Endica-èndica con Endicaiuòlo, Endicàre col gr TITHENAI porre, Epidèrmide (col pref EPI vale
tessuto superficiale del corpo) con Epidèrmico. Epidermicità. Epidermìte (suff medico ITE) e Epidermòide (suff OIDE
somiglianza), i pref DERMA DERMATO DERMO e il suff DERMO DERMIA, cui i composti quali Dermatosiofobìa o
Dermatofobìa o Dermatopathofobìa “paura di contrarre malattie cutanee”, Dermalgìa (gr ALGOS dolore),
Dermaschèletro, Dermàtteri (gr PTRON ala), Dermatofìta (gr PHYTON pianta), Dermatofobìa “paura delle lesioni
cutanee, Dermatògeno suff GENO che genera), Dermatoglìfo (gr GLYPHE scanalatura), Dermatologìa con Dermatolègico
e Dermatòlogo, Dermàtomo (gr TOME taglio), Dermatomicòsi (gr MYKES fungo), Dermatoplàstico, Dermatòtomo,
Dermatozòo, Dermèstidi (vale Tarme), Dermocèltico (con celtico 1), Dermochèlide “testuggine carnivora” (gr KHELYS
tartaruga), Dermocuòio, Dermoesfoliaziòne (dal lat EXFOLIARE strappare le foglie vale fig “caduta superficiale
dell’epidermide”), Dermografìsmo, Dermopatìa con Dermopàtico, Dermoprotettìvo, Dermosifilòpata con Dermosifilopatìa e
Dermosifilopàtico con Sifilide e PATIA), Dermòtteri (Ordine di mammiferi Euteri); Cheratodermìa (gr KERAS corno vale
“ispessimento corneo”), Ematodermìa (gr HAIMA sangue), Eritrodermìa (gr ERYTHROS rosso), Eudermìa (pref EU bene)
con Eudèrmico, Leucodèrmo con Leucodermìa (gr LEUKOS bianco), Linfodermìa (fig dal gr LYMPHA linfa), Ortodermìa
(gr ORTHOS dritto,corretto), Pachidèrma con Pachidèrmico e Pachidermìa (gr PAKHYS spesso, vale “ispessimento”),
Tassidermìa (gr TAKSIS disposizione vale “tecnica di conservazione”), Xerodermìa (gr KSEROS secco).
Il pref ital PACHI dal gr PAKHYS spesso-grosso compone termini quali Pachimenìnge con Pachimemingìte (con Meninge
“dura madre”), Pachipleurìte (gr PLEUMON polmone e suff medico ITE), Pachitène (biologia, col gr TAINIA nastro vale
“ispessimento”); dal gr TAINIA è derivato il fig Tènia “verme intestinale” dal lat TAENIA cui Tenìasi “infermità dovuta al
parassita”questo col suff patologico IASI dal gr IASIS.
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Sifìlide dal lat SYPHILIS, dal nome del protagonista Syphilus dell’omn poema Syphilis di F. Fracastoro (1530), altrimenti detto Morbo
gallico, Mal francese, Morbo celtico, snm di Lùe dal lat LUES pestilenza cui Luifobìa “paura della sifilide”.
\ Cacchio Borchia
Snm di Germoglio non fruttifero (germoglio inutile) è Càcchio, dal lat vol CACLUS, termine questo svolto da CATULUS
cucciolo di cane, cui Catèllo “cagnolino”; in ambito agricolo si conta il prefissato Scacchiàre con Scacchiatùra con le
locuzioni Scacchiare la vite e Scacchiare il pomodoro.
Il termine Cacchio, con Incacchiàrsi e Incacchiatùra, è abusato sostituendolo in eufemismo all’ital volg Càzzo cui il percorso
fig e non Cazzàta “grave errore” cui Scazzàre, Cazzeggiàre “ammazzare il tempo” con Cazzeggiatòre e Cazzèggio, Cazziàre
con Cazziàta e Cazziatòne “successione di rimproveri”, l’interiezione Càzzica! snm attenuato di Cazzo, l’accr Cazzòne che
vale “stupido”, Cazzùto “furbo” e i prefissati Incazzàrsi “arrabbiarsi” con Incazzàto, Incazzatùra, Incazzòso e l’intensivo
Scazzàta cui Scàzzo; attraverso un passaggio fig da Cazzo si ha Cazzòtto con Cazzottàre, Cazzottàta, Cazzottatòre, il
prefissato Scazzottàre con Scazzottàta e Scazzottatùra (pref S intensivo); il marinaresco Incazzottàre con Incazzottàta, fig da
Cazzotto, vale “arrotolare una bandiera” cui l’omn Scazzottàre “slegarla”.
Nell’area Abruzzo-Molise un varietà di gnocchetti è indicata con Cazzarelli, la cui etim è a largo respiro.
Il film del 2011 ‘Cose dell’altro mondo’ di Francesco Patierno ha divulgato, tramite il protagonista Diego Abatantuono, il
termine composto ed ellittico Fancazzìsta che sta per Non fa un cazzo (Scansafatiche).
Bròccolo, altro snm del valore fig di “germoglio”, è il dim dal lat BROCCUS dai denti sporgenti cui il fig Broccàto “sorta di
tessuto o di marmo”, Bròccia “sorta di utensile a denti” cui Brocciatrìce e Brocciatùra, Bròcciolo “ghiozzo d’acqua dolce”
(fig per la sua forma allungata che ricorda un dente), Bròcco “cavallo sfiatato” (pertanto mostra i denti) cui Brocchèsco e, in
versione fem, Bròcca, per la sua caratteristica d’aver il beccuccio sporgente per versare agevolmente il contenuto, cui il dim
Brocchìno questo omn di un Brocchìno “sorta di stivaletto” omologismo dal franc BRODEQUIN. Nel franc è apparso il
termine BROCHE punta sporgente-spilla, cui BROCHER cucire con BROCHURE cucito insieme e il calco ital Brossùra.
Ancora, Bròccio “fuso” attraverso il franc BROCHE dal lat BROCCUS con l’omn Bròccio attraverso il corso BROCCIU dal
franc BROUSSER mescolare, battere, cui.
Dal dim lat BROCCULA cosa puntuta, l’ital ha coniato Bòrchia cui Borchiàio, il denm Borchiàre, Borchiàto, il dim
Borchiètta con Borchiettàto, che col tempo, a parte le capocchie metalliche lavorate, hanno smarrito, in evoluzione
enantiosemica, la forma rad di puntuta, quali le guarnizioni e il coprimozzo; Bùccola, attraverso il franc BOUCLE, è dal dim
lat BUCCULA piccola borchia, connesso con BUCCA bocca.
Fuori percorso, Broccàrdo questo un principio giuridico dal nome del vescovo Burcardo di Worms (965-1025) e Brocchière o
Brocchièro dal lat volg BUCCULARIUS traslato dal valore di “bocca” a “guancia dello scudo”.
Dal got THIKJAN essere florido cui GATHEIHAN germogliare-svilupparsi, in connessione indoeur con il long THIKKI
grosso e col ted GEDEIHEN, l’ital ha coniato l’omologismo Attecchìre col pref incoativo AD cui Atticchimènto, eppoi
Atticciàto “tarchiato”.
\ Genetica
Genetica è il termine coniato da William Bateson nel 1906 ed indica la scienza dell’eredità biologica, in altre parole la
proprietà a generare un proprio simile.
289
Genoma è il corredo genetico di un individuo in tutto o in quanto caratteristico; in esso, il Survivin è la proteina che controlla
la vita delle cellule sane, inducendo all’autodistruzione quelle anomale. Tale proteina, quando non funziona, la cellula
impazzita continua indisturbata a riprodursi, dando origine al tumore (P. Carlo Marchisio e Dario Altieri, dicembre 1998). Il
Genotipo è la costituzione genetica di un organismo deducibile dall’ascendenza e dalle prestazioni riproduttive; il termine è
in opposizione a Fenotipo, che è l’insieme dei caratteri visibili esaudendo quelli ereditari. Insomma, ciò che rimane della vita
di un uomo è il Genotipo e ciò che rimane del suo ricordo è il Fenotipo. La Genetica di Popolazioni analizza le variazioni
genetiche ed il cambiamento delle popolazioni, fondamentale per lo studio dell’Evoluzione. Tale scienza è passata ancora alla
comprensione degli esperimenti d’inc animale e vegetale, attestandosi in Mutazione, che è la variazione in un Gene, nella
struttura, nel numero di cromosomi. Il termine Mutante, patrimonio linguistico della letteratura fantascientifica in snm con
Alieno, è entrato prepotentemente nella realtà scientifica in stretta connessione con la neolocuzione Manipolazione Genetica.
GENTILE
Dal fatto che originariamente fosse legato a GENS (gruppo di famiglie da un solo capostipite) di rad GENE, cui
Gènte dal lat GENTEM e Gènte dal prvz GENT cortese, nobile, connesso in ambito indoeur con l’irlandese ant
KIND razza e con il ted e ingl KIND bambino.
Gentìle è storicamente snm di “puro-nobile di nascita-sentimenti elevati”; la semant l’ha riqualificato “di buone
maniere-di modi garbati-aggraziato-fine d'aspetto”, cancellandogli però il blasone.
In ambito giudaico-cristiano Gentìle vale quale sing di Pagani (non israeliti o non cristiani).
Derivati e composti da Gente, il quale ha smarrito l’origine nobiliare, l’ital conta Gentàglia, Gentàme e Gentèse;
da Gentile si ha Gentilèsco, Gentildònna e Gentiluòmo (esotico ingl Gentleman) con un forzato derivato
Gentilomèsco, Gentilèzza, Gentilìzio, Gentilòtto. Gentilèsimo era l’insieme dei membri della religione pagana
dei Gentìli. Gentililiàno è il pensiero filosofico di Giovanni Gentile (1875-1944).
Dal giapponese JU gentilezza composto con DO arte, si conta il glb Judo (pron giudò con i derivati) cui Judogi
“il costume datto”, Judoka che vale l’omologismo Judoìsta cui Judoìstico. In percorso il glb Jujitsu o Jujutsu
“tecnica della gentilezza” con JUTSU tecnica, cui Aikìdo “una sua varietà tecnica”
In area celt KEVIN vale gentile derivato da un CAOMH bello cui l’onomastico Kevin.
Ingènuo, con il sostantivo Ingènua, Ingenuamènte, Ingenuità, vale “schietto” nel senso di “nato in seno alla stirpe
GENS”, oggi semant mutato in “semplice” peggio “frescone” da un’attestazione metaf.
Gendàrme, con un snm in Carabiniere, cui Gerdarmerìa, è l’esot dal franc GENDARME gente d’armi.
Con valore di “molto grande”, l’ital conta Ingènte dal lat INGENTEM considerato d’etimo ignoto; ma nel
supporre il pref IN illativo nel lemma GENS, il significato corrente del termine si sarebbe evoluto semant da una
definizione originaria di “ancora più grande poiché è nato tra una famiglia di nobile stirpe”.
In botanica, Gentisìna, con Gentisìnico, è la variante di Genziàna, cui Genzianàcee (la Famiglia) e Genzianèlla,
indirettamente nel percorso, dal lat GENTIANA termine ispirato al re illirico Gentius vrs di derivazione lat da
GENS; alle Genzianàcee appartiene l’Ascleplìade “pianta erbacea con fiori azzurri” dal nome del dio Asclepio
cui la sostanza chimica Asclepliadìna. Ancora in botanica, si conta la Famiglia delle Asclepiadàcee dell’Ordine
delle Contòrte.
Infine, in poetica class è indicata con Asclepiadèo una sorta di verso da dodici sillabe Asclepiadèo minore a
sedici sillabe Asclepiadeo maggiore, dal nome del poeta Asclepiade (IV/III sec aC); da aggiungere che una strofa
class in Sistema asclepiadèo alterna versi cui il Gliconèo o Glicònio - di otto sillabe - questo dal nome del
poeta Glikon (dal gr GLYKYS dolce), e il Ferecratèo o Ferecràzio - di sette sillabe – dal nome del poeta
Ferecrate (V sec aC) cui il relativo Ferecràtico.
Gentamicìna col suff da MYKES MYKETOS fungo rintracciabile in termini quale Streptomicina, contiene il
pref GENTA d’etimo ignoto, che potrebbe essere, analisi etim in alternativa, connesso con il lessema di Ingente
e di Genziàna .
Indigènte, che pare in questo percorso, è in realtà è il Ppres del lat EGERE aver bisogno, con pref IN illativo
reso eufonico, cui Indìgere e Indigènza.
Dall’ar MISKIN indigente, l’ital conta l’omologismo Meschìno con Meschinità voltosi fig in “miseria mentale,
scarsa immoralità”.
Il gr conta TAPEINOS meschino ma con valore di “infelice indigenza” cui il lat TAPINUS e l’ital Tapìno con
Tapinàre e un desueto Attapinàrsi.
Solo in assonanza, Tapìro dal lat TAPIRUS attraverso il ptg TAPIR di genesi guaranì, cui Tapìridi (Famiglia di
mammiferi Perissodattili); in Thailandia lo si credeva generato con pezzi avanzati d’altri animali. Il Tapiro dalla
gualdrappa è una varietà che nel 2012 è considerata in estinzione.
Eppoi il lemma Tapiòca, che è l’omologismo inv dal ptg TAPIOCA “sorta di alimento” di etim brasiliano in
correlazione con Maniòca “sorta d’arbusto” dal tupi MANIHOC attraverso il franc MANIOC, dal quale si ricava
la fecola per produrre la prima.
\ Garbo Galanteria
Snm di Gentilezza è Garbo e Galanterìa. Gàrbo è l’omologismo dal got GARWI cui Garbàre, Garbàto, Garbatèzza e
Garbatùra con gli opposti (S privativo) Sgarbatàggine, Sgarbàto, Sgarbatèzza, Sgarberìa e Sgàrbo.
Termini omonimi Gàrbo “agro di sapore (frutta)” e Gàrbo “navicella”, termine ancora alieno è Garbùglio con Garbugliòne,
Garbugliàre, Garbugliòne e i prefissati Ingarbugliàre, Ingarbugliòne, tutti d’origine non accertata, ma di presumibile
connessione con Garbìno “vento da W-SW”, attestatosi lungo il litorale adriatico, dunque un omologismo dall’ar GHARBI
occidentale.
Galànte è l’omologismo dal franc GALANT da GALER divertirsi, da un più ant GALE ornamento già WALA bene,
rintracciabile nell’ingl WELL bene, nello sp GALA “ornamento femminile” e forse connesso con l’ar GALLABIYYA tunica
maschile cui Galabìa; nel percorso ital, si contano Gàla, Galà, Galàno “fiocco”, Galanterìa, Galantomerìa con Galantuòmo o
290
Galantòmo e Galantuomìsmo, Galatèo “libro de’ costumi”, oggi scalzato dal glb franc Bon ton, opera di Galeazzo Florimonte
(1503\1556) detto appunto Galateo. Pseudoetim, infine, Galànga questo omologismo dall’ar KHALANGAN condimento
aromatico, Gal quale l’unità di accelerazione, ispirato a G. Galilei (1564-1642), coniato nel 1942, donde ancora l’aggettivo
Galileiàno.
\ Frasi sconvenienti
In ubbidienza al Galateo moderno, ecco alcune locuzioni abitudinarie da evitare poiché considerate sconvenienti.
Salute! (dopo uno starnuto dell’interlocutore)
Che (cosa) mi racconti di bello!
Cin cin (con risuono dei bicchieri)
Vieni quando vuoi.
Faccia come (se fosse) a casa sua.
Non dovevi disturbarti. (nel ricevere un regalo o qualcosa di simile a un favore)
Con decenza parlando (poiché o sta per essere o è stata già proferita una parola sconcia).
Cento di questi giorni!
Lei non sa chi sono io!
GENIALE
È un qualificativo di prestigio, direttamente discendente dal lat GENIUS Pro-genitore divinizzato, poi
trasfigurato nel mistico personaggio delle leggende, il Gènio, e semant nel Gènio umano cui Geniàccio,
Genialàta, Geniàle con Genialità, Genialmènte e Genialòide, il prefissato Congeniàle con Congenialità.
Si abusa del qualificativo Geniale ove tale considerazione sgorga da una semplice dimostrazione di simpatia.
L’essere geniale è il possedere un ingegno non comune, di grado superiore al Talento, questo limitato in un solo
campo, vuoi professionale, sportivo, artistico… vuoi altro. La definizione Geniografìa, proposta dal franc
George Polti, starebbe per “indagine sulla comparsa d’uomini di genio in ogni tempo al mondo”.
Il genio femminile è indicato con Sìlfide attraverso il franc SYLPHIDE dal gr SILPHION “sorta di pianta”, cui
Sìlfo dallo stesso significato, fig Sìlfidi (Famiglia d’insetti) e un omn Sìlfo “essere demoniaco” transitato nella
mitologia germanica quale ellittico attraverso il lat SILVESTER silvestre.
L’omn Gènio “struttura tecnica militare” cui Genière, vale “ ingegneria ” attraverso il franc GENIE cui
INGENEUR ingegnere.
Il percorso di GEN conta ancora il prefissato Ingègno (IN illativo) da INGENIUM indole (intellettiva, infusa dai
progenitori divinizzati) cui Ingegnàre, meglio Ingenàrsi, Ingegnàccio, eppoi dall’estensione semat di Ingegno
“meccanismo” (creato dall’indole umana) si ha Ingegnère, Ingegnerìa con un glb ingl Engineering,
Ingegnerìstico, Ingegnerizzàre, Ingegnerizzàto, Ingegnerizzaziòne, Ingegnòso com Ingegnosamènte e
Ingegnosità; eppoi Congegnàre “disporre insieme diversi elemnti”, questo considerato l’inc di Ingegnare con
Combinare, oppure il derivato da Ingegnare con cambio di pref (CUM associativo), cui Congegnamènto,
Congenatòre, Congegnatùra, Congègno “meccanismo complesso”.
Il lat GENIUM è anche lo spirito che accompagna l’individuo, una sorta di angelo custode ante litteram. Il
GENIUS LOCI era per i latini il nume protettore di un luogo; metaf, oggi, l’ancora ricorrente locuzione Genius
loci potrebbe indicare il responsabile custode delle tradizioni di un posto, quali un politico, un amministratore
comunale, un presidente di Pro Loco, un animatore di iniziative… il genius loci della “Padania” sarebbe, quindi,
Umberto Bossi.
Fotogènico (con i suoi ricalchi), relativo alla figura umana, è il composto di Fotografia-GEN “fotografia che ne
riconosce i migliori tratti fisici” ed è la stessa traduzione che si potrebbe avere col termine Genero. Gènero,
infatti, con Congènero, è un derivato particolare: dal lat GENER, la rad GEN avrebbe subito forti interferenze
dal gr GAMBROS e dal sct JAMATA, pertanto sarebbe giunto semant non nel senso di generazione, bensì quale
conoscente; in realtà, il Genero non appartiene alla generazione della famiglia, ma è semplicemente colui che è
riconosciuto membro della famiglia.
Nel percorso di GEN, l’ital conta Gènere dal genitivo GENERIS di GENUS ad indicare in generale l’insieme di
più Specie, l’insieme dei caratteri essenziali eppoi quale snm di Simile cui la locuzione Genere umano; in
Zoologia e Botanica indica un gruppo superiore alla Specie e inferiore alla Famiglia, in filosofia accomuna
proprietà essenziali, in arte esprime canoni tradizionali cui Genere epico, Genere drammatico e la locuzione Di
genere “a carattere anedottico”, nella linguistica sta ad indicare la categoria grammaticale cui Genere maschile,
nella cultura e nel sociale un modello cui Studio di genere e il glb ingl Gender “appartenenza al genere maschile
o femminile ma in relazione alla cultura ossia non biologico, ed infine quale snm di Merce, Prodotto, Tipo. Il
percorso prosegue con l’ironico accr Generòne, eppoi Generàbile, Generabilità, Generàle da GENERALIS
“relativo ad un intero ordine” cui Generalità, Generalìsta, Generalizzàre, Generalizzàto e Generalizzaziòne, la
locuzione glb ingl General manager “direttore generale”, Generalìzio, Genèrico, Genericamènte, Genericìsmo e
Genericità; Generàle “grado militare” dalla locuzione Capitano generale cui Generalàto, Generalèsco, Generàla
con Generalèssa, Generalìssimo, Generalìzio, la locuzione In genere o In generale o ancora Generalmènte.
In prefissato si ha Degeneràre (DE di allontanamento) o Digeneràre, Degenerativo, Degeneràto, Degeneraziòne,
Degènere.
In giapponese, ma di genesi cinese, SHOGUN vale Generale ma con attestazioni quali “governatore” o
“personaggio autoritario” cui l’omologismo Shogunàto (pron sciogunàto) che sta per “carica-potere” o per una
specifica “epoca storica”.
Anche Cugìno, con Cuginànza, potrebbe far pensare ad una derivazione diretta da GEN; il termine, invece, è un
ricalco del franc COSIN, a sua volta ridotto dalla composizione lat CONSOBRINUS figlio di due sorelle,
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ovvero, di sorella della madre, da COM con SOROR sorella e BINI due. Successivamente c’è stata la lenizione
della s in g e la mutazione da CONSINUS-CONGINUS-CONGINO a Cugìno. Volg, in alcune contrade, cui il
pugliese, sopravvive il termine Corsopino-Cursupino per cugino, foneticamente corrotto appena dal lat
CONSOBRINO con il sopravvissuto, ma disusato, Consobrìno o Consubrìno in ital (già in uso alla fine del
‘200).
In una società fallocratica, per i cugini figli di fratelli è adoperato il termine Cugini germani, così come i Fratelli
germani dello stesso padre, anche se di madre diversa, nel senso “dello stesso germe” (seme). Per i figli di una
stessa madre e padri diversi, è invece utilizzato il limitativo Uterìni, poeticamente Adèlfi “co-uterini”. Adèlfo è
da rad GWELBI vulva.
Insomma, in detta società, i Fratelli germani risultano doc rispetto ai Fratelli uterini o Adèlfi e la definizione di
Fratelli germani può comprendere il nascere sia dalla stessa madre sia da madre diversa, senza per questo
modificarne lo status sociale e giuridico; l’importante è che abbiano il seme del loro padre naturale comune.
\ Geni viventi
2011. La classifica inglese Hit Parade dei cento geni viventi, compilata da sei esperti, anche in relazione ad un sondaggio
popolare nel Regno Unito, conta, tra i primi sette, Albert Hofmann scopritore del LSD (Lysergic Acid Diethylamide
Dietilammide dell’acido lisergico), Timoty Berners-Lee inventore della rete World Wide Web, Giorgio Soros politico della
Finanza, Matt Groening ideatore dei Simpson e di Futurama, Nelson Mandela presidente del Sudafrica, ex aequo con
Frederick Sanger studioso della sequenza del DNA (DeoxyriboNucleic Acid Acido desossiribonucleico cui la locuzione Test
del DNA), infine, l’italiano Dario Fo già Premio Nobel.
\ La pittrice Odile Speed (1920/2007) coniuge dello scienziato Francis Crick, questo tra gli scopritori del DNA, disegnò per la prima volta in
assoluto lo schema strutturale del DNA, ancora d’attualità nel 2011.
Stando a diversi autorevoli studi, pare scientificamente provato che dall’esame del DNA si possa prevedere nell’individuo, come esempi,
una predisposizione all’infedeltà in amore, a preferire il caffè, a fumare, ad amare la musica, a vivere con ottimismo, ad essere spendaccione,
a seguire uno sport \
\ Prefissi *PRO PROD
Vece Vice
PRO PROD
Pref e termine che meritano particolare attenzione. Dal gr PRO e dal lat PRO(DE), davanti ai verbi e derivati sta per “fuori,
davanti-consecuzione- estensione”; davanti a nomi sta per “anteriorità o referenza”.
Prorogàre (con il lat ROGARE “chiedere”) cui il devb Pròroga, Prorogàbile, Prorogabilità e Prorogaziòne, Prostràre con
Prostràto eppoi Prostèrnere-Prosternàre (rad STER stendere), Probòscide (dal gr BOSKO io nutro vale “sporgenza per il
nutrimento”), Proditòre, questo nel significato di traditore, ovvero “dare prima”, Prolegòmeni “esposizione preliminare” dal
gr TA- PROLEGOMENA cose dette avanti.
Pròssimo, superlativo lat di PROPE vicino già PROQUE cui la preposizione dantesca Pròpe “vicino” e l’avverbio Pròvo
(omn di Provo “provocatore”) o Pruòvo “vicino” attraverso il franc PRUEF meglio solo nella locuzione A provo, eppoi come
Màssimo da MAXIMUS superlativo di MAGNUS; nel percorso di Pròssimo si ha Prossimàre, Prossimàno, Prossimàre,
Prossimità e, col pref AD, Approssimàre, Approssimatìvo, Approssimaziòne, e nel percorso di Massimo col fem Màssima, il
sostantivo Màssima “sentenza” dalla locuzione lat MAXIMA SENTENTIA sentenza la più importante, Massimàle,
Massimalìsmo, Massimalìsta, Massimalìstico, Massimamènte, Massimàre, Massimàrio, l’avverbio Màssime quale forma
irrigidita, Massimizzàre con Massimizzaziòne, i composti il matematico Massimìnimo o Massimomìnimo, le locuioni
sportive Peso massimo e Peso massimoleggero, l’onomastico Massimo da MAXIMUS con Massimiliano da
MAXIMILIANUS figlio di Massimo … da non equivocare con termini in percorso da Massa (Ved Massa…). L’ital conta
ancora Propìnquo da PROPINQUUS, su modello di Longinquo al quale è in opposizione, con Appropinquàre, Approcciàre
questo transitato dal franc APPROCHER col devb Appròccio, comunque tutti dal lat medv APPROPIARE (pref AD) da
PROPE vicino, prossimo.
Il percorso prefissato continua con Prolèssi o Prolèpsi “anticipazione” cui Prolèptico col gr LEPSIS presa adottato tra le
figure retoriche per indicare ciò che sintatticamente viene anticipato per meglio evidenziarlo, Progènie dal gr GHENOS
stirpe cui Progenerare dal lat PROGIGNERE relativo alla stirpe e Progenitòre, Prolàsso allentato snm di Procidenza con
Prolassàto, dal lat LAXUS cui Làsco con Lascàre e Allascàre (AD allativo), Pròle dal lat ALERE allevare con Prolìfico e
Proletàrio, Pròlogo col gr LOGOS in correlazione con Epilogo.
Procrastinàre è composto con l’aggettivo lat CRASTINUS, cui Cràstino “del domani”, derivato da CRAS domani cui un Crài
ancora perdurante nel nostro volg mer con Crai o Crei col significato di Domani, e l’ant suff TINUS attestato anche in sct;
Procrastinare vale dunque “rimandare al domani” cui Procrastinàbile, Procrastinamènto, Procrastinatòre e Procrastinaziòne,
con un opposto Improcrastinàre (doppio pref IN negativo) cui il più usato Improcrastinàbile; in percorso volg CRAS si conta
ancora un Piscrai o Piscrei che vale Posdomani o Dopodomani.
Davanti a nomi di parentela vale “ascendente” cui Prozìo, vale “discendente” cui Pronipòte. Davanti a termini di funzioni o
di cariche, vale “fa le veci di” cui Prosìndaco.
Pro, con la o aperta, è il termine derivato dalla preposizione lat PRO e sta per “a favore di...” , cui Pro forma, Pro Loco.
Il termine Propinàre deriva direttamente dal gr PROPINO bere a favore di... un termine che corrisponde al Brìndisi;
Propinare però è un termine d’enantiosemìa poiché svoltosi in negativo cui Propinatòre; il sostantivo Propìna, invece,
permane semant positivo nel senso di “mancia-regalo”.
Brìndisi è dal ted BRIG DIR‘S io porto a te! giuntoci tramite i famigerati Lanzichenecchi, cui Brindàre; il matador pronuncia
BRINDIS quale saluto alle autorità prima della sfida col toro; il corrispondente Brindisi tra i serbocroati è ZDRAVICA cui
l’omologismo Stravìzzo, attraverso il veneziano, adottato quale “convito” dagli accademici della Crusca snm di Beccaficata
Altro termine pseudoetim è Proteifòrme, questo ispirato a Proteo, la divinità greca che, a suo piacimento, assumeva diversi
aspetti.
Il brindisi lat era con la locuzione RATA FIAT l’accordo (anche quale amicizia) sia reso operativo cui il nome del liquore
Ratafià.
\ La trasfigurazione del dei è d’antica credenza, omologata sino al cristianesimo con la Trasfigurazione di Gesù, ricordata il 6 agosto.\
Da PRO in forma ampliata PROD, quale amputazione (Apocope) di PRODE, in ital si conta l’inv Pròde “valoroso” con
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Prodèzza, il cui pref sta per “utilità” donde la locuzione Buon pro. Da Prode è stato coniato un raro Approdàre nel significato
di “giovare”, omn del nautico Approdare.
Col pref ampliato PROD, l’ital conta Prodigàre con Prodigalità, Prodigalizzàr, Prodigalmènte e Pròdigo dal lat PRODIGERE
sperperare, Prodìgio e Prodigiòso con Prodigiosità con il lat AGIUM di rad AG che vale parlare, cui la locuzione della
parabola cristiana Il figliuol prodigo.
VECE VICE
Vèce, più usato al plur Fare le veci, cui il prefissato Invèce (IN illativo), deriva dall’accusativo lat VICEM, mentre Vìce è
l’ablativo VICE, entrambi discendenti dal tema VIX-WEIK, rintracciabile nel ted WECHSEL cambio. Nel percorso troviamo
Vicènda, Vicendèvole questo con suff ital di aggettivo verbale attivo EVOLE e Vicendevolèzza, Vicarìa o il desueto
Vicherìa, con Vicàrio e Vicària, Vicariàle, Vicariànte, Vicariàre con Vicariànza, Vicariàto, il composto Vicevèrsa “vicenda
voltata”, Vicissitùdine, sovente al plur, sta per “l’una vicenda fa le veci dell’altra”, insomma alternanza di accadimenti. Il
pref VICE in una sequenza che va da Viceammiràglio a Vicesìndaco.
Da ricordare che Invece quale congiunzione avversativa è snm di Mentre e pertanto non vanno appaiate, come Ma e Però.
\ Fagiolo
Non è azzardato credere in una connessione di PHASIS apparisco con il gr PHASELOS fagiolo, riversatosi nel lat
PHASELUS cui il dim PHASEOLUM in ital Fagiòlo o Fagiuòlo, con un fig Sfagiolàre (S intensivo) “essere gradito” cui la
locuziuone Mi sfagiola o più correntemente Non mi sfagiola, eppoi il Fasèlo o Fasèllo “imbarcazione”; in connessione fig il
mollusco detto Fasolàro.
In percorso, Fagiolàio, Fagiolàta o Fagiuolàta, Fagiolìno, meglio Fagiolìni i quali mantengono la stessa quantità di Vitamina
C sia freschi sia surgelati.
Occorre ricordare che il Fagiolo mediterraneo PHASELOS, delle Papilionacee, detto Fagiolo dall’occhio nero, è di origine
afro-asiatica, già coltivato in Italia prima dell’arrivo del Fagiòlo americano, cui il Fagiolòne. L’antica connessione sembra
giustificata dal fatto che questo legume appare, appunto, con l’occhio.
L’omologismo Felàfel o Falàfel, crocchetta di fagioli (o ceci), è dall’egiziano FALAFIL già ar class FULFUL pepe.
\ Il Fagiolo ha assunto la qualità popolare d’essere considerato un talismano.
Gli studenti universitari al secondo anno sono tradizionalmente indicati quali Fagioli \
APPARIRE PARERE COMPARIRE
APPARIRE
Apparìre, col l’iterativo Riapparire e Rapparìre, è dal lat APPARERE, già gr PHASIS apparizione che assume
la sinonimia “il parlare” da PHAINOMAI mi mostro composto dal pref allativo AD e PARERE mostrare, cui,
semant o fig, Pàrte con Partiziòne, questo dal lat PARS PARTIS, l’aggettivo Parziàle da PARTIALIS con
Parzialmènte, Partecipàre o Participàre (con il lat CAPERE prendere vale “prendere parte”) con Partecipàbile,
Partecipànte, Partecipatìvo, Partecipàto, Partecipatòre, Partecipaziòne o Partecipànza con Partecipazionìsmo,
Partècipe, il dim Particèlla con Particellàre. In fisica, oltre a Elettrone, Fotone e Mesone (suff scientifico ONE),
si conta la particella Bosòne, in onore del fisico indiano S. N. Bose (1894/1974), ossia l’ipotetica Particella di
Higgs, a Spin zero, altrimenti detta Particella di Dio poiché da questa dipenderebbe la massa delle altre
particelle, eppoi la particella Fermiòne, in onore di E. Fermi (1901/1954), a Spin semintero; altra unità di misura
in onore di E. Fermi è Fèrmi (fm), sottomultiplo di metro (10-13 cm) quale misura di lunghezza nelle scienze
nucleari.
In fisica si contano le locuzione Particella elementare, Particelle alfa, Particelle beta… mentre nel diritto
Particella catastale.
\ Apparire è concettualmente l’opposto di Essere. \
Il percorso PARS prosegue con Particìpio (forma che si mostra quale verbo e nome) dal lat PARTICIPIUM con
Participiàle, Partìcola o Partìcula dal lat PARTICULAREM con Particolareggiàre e Particolareggiàto,
Particolarìsmo e Particolarìsta con Particolarìstico, Parcicolarità, Particolarizzàre con Particolarizzaziòne,
Particolàto “particella inquinante” e Antiparticolàto, Particolàre o Particulàre, Parteggiàre “spartire” attraverso il
franc PARTAGER con l’omn Parteggiàre “prendere parte” con Parteggiamènto, Parteggiatòre, Partigiàno
(seguire una parte) con Partigianerìa e Partigianèsco, Partigiàna (dal XV sec) “arma da punta e taglio” dalla
locuzione Arma di partigiano snm di Mezzapicca (dal 1893), Partimènto questo sia “partenza” sia “divisione”,
Partìre “mettersi o mettere da parte” ossia “andar via” con il sostantivo Partìta con Partitèlla, Partitamènte,
Partitàrio, Partitìvo, Partìto (sostantivo e aggettivo e talvolta usato come suff del valore di “spartito”) anche
“associazione politica” cui Partitànte, Partìtico, Partitìno, Partitìsmo e Partitìsttico, Partitocrazìa e Partitòcrate, il
termine musicale Partitùra, il glb ingl Partner “che partecipa alla coppia” con Partnership “comunanza
d’interessi” (con SHIP nave che fig vale “compartecipazione”) e l’omologismo Partenariàto eppoi i prefissati
Compartecipàre, Compartecipànza, Compartècipe e Compartecipaziòne (pref COM associativo), Dispàrte (DIS
privativo), Impartìre (IN rafforzativo) “assegnare parte di…” con Impartìbile, Spartìre (S durativo) “dividere”
con Spartìbile, Spartìto (Pp e sostantivo adottato in termini musicali), Spartitòre, Spartitòrio, Spartitùra e
Spartiziòne con i composti Spartiàcque, Spartifiàmma, Spartifuòco, Spartigràno, Spartinève, Spartisèmi,
Spartitràffico e Spartivalànghe; eppoi Porziòne da PORTIO PORTIONIS (pron porzionis) questo connesso con
PARS in maniera macchinosa cui Proporzionàle e Proporziòne col pref PRO; ancora, Sparère da DIS PARERE,
Sparìre con Sparìto e Spariziòne col pref S estrattivo, Sparùto (poca consistenza, quasi sparito) dal Pp di Sparere
cui Sparutèzza, Sproporziòne e Sproporzionàto. Parvènte è coniato con un originale Ppres estratto dal passato
remoto Pàrvi, cui Parvènza; Parcèlla è dal dim lat PARTICELLA transitato dal franc PARCELLE, cui
Parcellàre. Appariscènte, infine, è dal lat volg APPARESCENTIS che appare (in senso intensivo).
Dal Pp di PARERE, fornito di pref iterativo, è nato REPERIRE procurarsi-trovare cui Reperìre con Reperìbile,
Reperibilità ed il prefissato Irreperìbile con Irriperibilità; eppoi Reperimènto, con il Pp REPERTUM tornato (a
293
mostrarsi) alla luce cui Repèrto con la locuzione Reperto archeologico, Repertàre, Repertàto e Repertòrio (che si
mostra, catalogo) con Repertioràre.
Fuori tema è il lemma Pàrvolo con passaggio in Pàrgolo, dal lat PARVUS piccolo già PAULUS da rad PAU cui
l’onomastico Paolo, Pòco da PAUCUS (col suff CO per “difetto fisico” vedi Cieco, Monco…) con Paucàle,
Paucisintomàtico (pochi sintomi), Pauperàre con Pauperìsmo (questo anche ideale di povertà in particolari
comunità cristiane) e Depauperàre questo col pref DE conclusivo, connessi con Pòvero dal lat PAUPER già gr
PAUROS poco rintracciabile nell’ingl POOR, Povertà da PAUPERTATEM, Poveràccia e Poveràccio,
Poveràglia, Poverèllo, Poverètto, Poverìno, Poverìsmo e Poverìsta, Poveròmo o Poveruòmo dalla locuzione
Povero uomo; c’è chi, in ogni caso, fa discendere Parvolo-Pargolo da PARERE nel significato “che si mostra”
per le prime volte. Il gr ha lo specifico PENIA per Povertà, cui il suff ital PENIA per composti relativi a
patologie del sangue quali Citopènia (col gr KYTOS cavità nel valore di “cellula”), Leucopènia (col gr
LEUKOS bianco), Linfopènia (con Linfa), Neutropènia (ipocoristico di Neutrofilo e Penia), Sideropènia
(diminuzione della Sideremia) con Sideropènico.
In persiano, DARVIS vale Povero, cui l’omologismo Dervìscio o Dèrvis e Dervis, utilizzabile generalmente al pl
Dervìsci. Oggi, in Turchia, indica i membri di una confraternita musulmana sufica, i quali seguono il rito mistico
dei Dervisci rotanti”, sorta di danza che rappresenta il movimento circolare dell’universo e di tutte le cose in
esso comprese, quindi la tropologia dell’unione con Dio. Sùfica è il relativo di Sùfi o Sufìsmo, pratica religiosa,
omologismo dall’ar SUF derivato di SUFI lana, con la quale si tesseva la veste storico dei mistici.
\ La Povertà è una scelta, vedi Il poverello d’Assisi, la Miseria invece è uno stato di costrizione sociale.
Opposto a Povero, l’ital conta Rìcco, questo un omologismo dal long RIHHI, cui Riccamènte, Ricchèzza, l’accr
Riccòne, i prefissati Arricchìre con Arricchimènto e Arricchìto, Trasricchìre o Transricchìre “più che arricchire”,
il composto Riccòmetro; termine italico è il lat DIVES DIVITIS ricco cui DIVITIAE ricchezza svoltosi nel
percorso ital Dovìzia, Doviziosamènte, Doviziòso. In ant turco Ricco vale BAI cui il russo BOJAR e
l’omologismo ital Boiàrdo o Boiàro con Boiardèsco.
Nel ger, Ricco lo si ritrova in RIKS e in RICK esteso fig nel senso di padrone (implicitamente ricco) cui
l’onomastico Enrico “ricco in patria” (con HAIM patria), Erica “unica padrona” da EIN RICK e Federico
“signore della pace” con FRID pace il quale si ritrova semplicemente in Frida ed ancora in Goffredo che con
GOT Dio vale “pace divina”, in Manfredi “uomo di pace” col termine comune indoeur MAN uomo, Sigfrido
“pace vittoriosa” con SIGU vittoria; eppoi, EAD che vale patrimonio, capitale cui gli onomastici Edgardo con
GART lancia e Edmondo (con MUND protezione) entrambi col valore di “difensore del capitale”, Edoardo
“custode del capitale” col got WARD guardia che riappare in Werther dal ger ant WERTHERI tradotto
“custode dell’esercito”.
Edda è l’onomastico fuori percorso, attraverso il danese HEDDA quale ipocoristico del ger HEDWIC
italianizzato Edvige “sacra battaglia”, il cui termine HILD battaglia lo si rintraccia in Ida “donna guerriera” dal
ger ITHA con la variante Elda.
Nel percorso di PARS, cui il lat COMPARTIRI prefissato di PARTIRI dividere e con i pref, l’ital conta
Appartàre (pref AD allativo) con Appartamènto attraverso lo sp APARTAMIENTO e Apparàto.
In ambito lessicale indoeur l’ol conta APART separato dal franc PART A PART cui l’odioso termine glb
Apartheid del Sudafrica, legge discriminatoria dei bianchi colonizzatori contro i nativi, abolita nel 1991.
Compartìre cui Compartimènto, Compartimentàle e Compartimentaziòne, Compartitòre, Compartitùra,
Compartiziòne e Compàrto.
Dipartìre, questo sia nel valore di “dividere” sia di “allontanamento”, cui Dipartènza, Dipartimentàle attraverso il
franc DEPARTEMENTAL, Dipartimènto “partenza” e Dipartimènto “circoscrizione” attraverso il franc
DEPARTEMENT, Dipartìta.
Ripartìre (col pref RI iterativo “partire di nuovo”), Ripartìre (col pref RI intensivo e “dividere”) con Ripartìbile,
Ripartimènto con Ripartimentàle, Ripartiziòne e Ripàrto questo col corrente Repàrto cui l’acronimo ROS dalla
locuzione, tra le tante, Reparto Operativo Speciale di competenza dell’Arma dei Carabinieri.
Scompartìre (doppio pref S intensivo) con Scompartimènto e Scompàrto.
Trasparìre o Trasparère (pref TRANS, attraverso) con Trasparènte e Trasparènza. Il rad è l’indoeur PER
produrre, che ritroviamo nel lit PERIU io covo e nel gr EPORON ho procurato.
Il verbo ha il suo durativo PARARE dal lat immutato cui Paràre “addobbare, porgere, mettere al riparo, scansare,
apparecchiare” e quindi “mostrare” donde Paramènto connesso col franc PAREMENT cui il polisemantico
Sparàre (S sottrattivo, “spogliarsi del paramento”), Pàrto con Partorìre già Parturìre “mostrato al mondo,
prodotto”, Partorimènto, il Pp Partoriènte anche aggettivato con un desueto Partoritrìce, Parto,i prefissati
Preparàre con Preparamènto, Preparatìvo, Preparàto, Preparatòre, Preparatòrio e Preparaziòne (pref PRAE) in
connessione con il gr PARASKEUE preparazione cui Parascève di tradizione giudaica, e il polisemantico
Sparàre (S sottrattivo) attestatosi in “sventrare, squartare, squarciare”; eppoi il glb ingl Preppy “studente” che
vale quale ellittico relativo alla locuzione PREPARATORY SCHOOL.
Dalla composizione gr LOKHOS parto, fig da LECHETAI giacere, con ARISTOS ottimo-il migliore il gr ha
coniato ARISTOLOKHIA “pianta medica contro le infezioni da parto” donde l’ital Aristolòchia con la
corruzione volg Stallòggi e Aristolochiacee alla cui Famiglia appartiene l’Asaro-àsaro dal gr ASARON, lat
ASARUM; da non equivocare con termini relati ad ARISTA ovino.
Nel percorso di LOKHOS, l’ital conta Lòchi e Lochiaziòne da non equivocare con Lochiàno e Lochìsmo, questi
meglio Lockiàno e Lockìsmo poiché sono termini ispirati al filosofo J. Locke (1632-1704); il composto
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Lockiofobìa indica il panico per il parto. Il gr conta ancora lo specifico TOKOS parto cui il prefissato Distocìa
con Distòcico (pref DIS male), i composti Tocografìa, Tocologìa e Tocoferòlo (con FERO apportatore e suff
chimico OLO) questo snm di Vitamina E, questa rintracciabile nei vegetali verdi, nell’olio d’oliva e di semi,
fegato e tuorlo d’uovo.
Nel percorso del durativo PARARE, si contano ancora il prefissato Apparàre (AD allativo) cui Apparàto
(organico, burocratico, meccanico...), Apparècchio, Apparènza (astratta), Appariziòne (visibile) e Appariscènza
(più che visibile).
\ Apparat è il termine che designava il complesso di funzionari a tempo pieno nel partito comunista sovietico, già riconosciuto da Lenin, che
si distingueva dalla Nomenclatura, questa composta di funzionari che contavano, decidevano le sorti nello Stato, anche quali membri di un
organo del partito o del Governo.\
Ancora, Separàre (pref SE “a parte”) con Separàbile e Separabilità e con il doppio prefissato Inseparàbile (IN
negativo) cui Inseparabilità, e Inseparàto, eppoi Separatìvo, Separàto con Separatamènte e Separatèzza,
Separatòre, Separaziòne o Separamènto e Separatìsmo con Separtìsta e Separatìstico, il glb sostantivo franc
Separè (é), una forma letteraria Diseparàre o Disseparàre (doppio pref DIS) e le locuzioni matrimoniali
Separazione legale e Separazione di fatto.
\ Stando alle statistiche, nel 2007 in Italia le Separazioni legali sono aumentate dell’1,2% pari a 81.359. \
Il percorso prosegue con il doppio prefissato Sceveràre già Sciaveràre (EX SE PARARE con la mutazione del
pref in SCI), e il sostantivo Sciavèro, con la lenizione di p in v. Paràta, con Paràtico, è tornato dallo sp PARADA
rivista-sfilata e quindi dimostrazione, con la locuzione glb ingl Hit parade (con HIT successo).
Il fin troppo noto DESAPARECIDO argentino vale tragicamente il nostro Sparito, Scomparso.
L’inc lemmatico di PARARE con VITIUM vezzo, ha dato origine a Vitupèrio, Vituperàre, Vituperaziòne…
Il lat PARARE, cui Paràre, c’è giunto immutato anche nel senso di “difendere”, concretamente o idealmente
“apparecchiare la difesa” (la parata del portiere-parare un colpo) con Paràta, Paràto e il prefissato Sparàto (S
sottrattivo, omn di Sparato di Sparare), i prefissati Imparàbile (questo con IN negativo, omn di Imparabile da
Imparare con IN illativo), Riparàre dal lat REPARARE con un Riparàre “procurarsi” cui Riparàta, Riparàto,
Riparatòre, Riparaziòne, Riparèlla o Raperèlla (omn di Riparella da Ripa), Ripàro ed ancora un Riparàre del
valore di “rimpatriare, rifugiarsi in patria, in casa…” attraverso il provz REPAIRAR questo sovrapposto al lat
REPATRIARE rimpatriare. Riparàre vale ancora fig “aggiustare” un cui snm è Rabberciàre d’etimo non
accertato, cui Rabberciamènto e Rabberciatùra; si potrebbe ipotizzare una connessione prefissata con il termine
Berciare emettere suoni sgradevoli nel senso fig di “aggiustare in maniera sgradevole”.
Il termine polisemantico Sparàre, qui mediante un’arma, ha il valore di “sottrarre all’ordine costituito (o
preparato)” esteso in Sparare “proiettare” mediante un apposito apparecchio, pertanto è relativo all’azione e non
allo strumento usato; il suo Pp Sparàto ha l’omonino nello Sparato “aperto” opposto a Parato “coperto-difeso”.
In percorso, l’iterativo Sparacchiàre, Sparàta anche fig, Sparatòre e Sparatòria, i composti Sparachiòdi,
Sparanève, Sparapùnti, Spararàzzi,
Parènte è dal Ppres lat PARENS di PARERE, ma è connesso più alla semant di PARARE nel significato
originario indoeur di procreare, il lat PARIO generare e il valore primitivo di Parente “Genitore”, connesso con
il gr EPORON “procurare” e con il lit PERIÙ “covare”.
Lemma attestatosi nella versione corrente con Parentàdo o Parentàto dal volg PARENTATUM, Parentàle da
PARENTALIS, Parentàli o Parentàlie da PARENTALIA; i Parentalia era una ricorrenza annuale che i romani
dedicavano ai defunti con nove giorni di riti, omologata poi nel nostro 2 novembre.
Eppoi Parentèla dal volg PARENTELA, il composto Alloparènte con Alloparentàle (pref gr ALLOS altro) che
indica una persona non essenzialmente parente che assume il ruolo di genitore; da non equivocare con
Parenteràle, fuori percorso poiché è dal gr ENTERON intestini col pref PARA “accanto-presso, oltre”.
Evento straordinario, è la lingua ingl e non l’ital che mantiene il lemma PARENT nel significato di “Genitore”
(dove Parente è tradotto invece in RELATIVE).
Parènte, quindi, come succitato, nel lat class vale “genitore” ed esistono termini composti (naturalmente solo al
fem) quali Primìpara, che sta per “chi partorisce per la prima volta” e Puèrpera “chi ha appena partorito” (un
bambino), questo in composizione con il lat PUER fanciullo, da un ant sct PUTRA da rad PEU figlio, cui
Puerìle, Puerilìsmo, Puerìzia, il composto Puericultùra con Puericultòre, l’epiteto di Federico II di Svevia Puer
Apuliae “Figlio della Puglia”.
Imparàre, cui Imparàbile (omn di Imparabile da Parare con IN negativo), è la composizione del pref IN illativo
con PARARE procurare, ovvero nel procurare di... con un Imparacchiàre e Imparatìccio.
Il termine composto Apparentamènto s’è attestato nel senso di “coalizione elettorale”. Il prefissato Sparentàre (S
sottrattivo) vale “lasciare il parentado” e fig “morire”.
Impèro ha la base di partenza nel tema del rad PER produrre - e quindi come Parto e Parente - ed è l’agente
prefissato IMPER del durativo-intensivo IMPERARE, connesso con PARARE, cui Imperàre con Imperànte,
Imperatìvo con Imperativàle e Imperatività, Imperatòre e Imperatrìce e gli ant Imperadòre e Imperadrìce,
Imperatòrio, Imperiàle, Imperialèsco, Imperialìsmo, con Imperialìsta e Imperialìstico, Impèrio con Imperiosità e
Imperiòso, il composto Imperialrègio; nel percorso si conta il toponimo Imperia col relativo Imperièse, ma non
Poggio Imperiale che, diversamente dall’evidenza, questo toponimo è associato alla cognomastica di Placido
Imperiale (una connessione dunque indiretta), nobile feudatario del territorio che comprendeva il lago di Lesina
sul Gargano.
Vìpera, con Viperàio, Viperàto, Vipèreo, Vipèridi (la Famiglia), Viperìno, Viperòtto, implicitamente, deriva da
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PARERE (il mostrare nel senso di Parto), e sta per “partorisce figli vivi”, in connessione con l’altro derivato
Vivìparo.
Fenòmeno, infine, sta per “ciò che appare” ed è il diretto discendente dal gr PHAINOMENON, Ppres di
PHAINESTHAI apparire, sembrare, col quale è in connessione rad il lat PARERE mostrare. Il percorso,
attraverso PHANEROS manifesto-visibile, conta ancora il composto Fanerògame snm di Spermatòfite, cui
Fanerogàmico con Fanerògamo e Faneroglòssi Raggruppamento di anfibi, col gr GLOSSA lingua.
Dal rad PER produrre, l’ital ha coniato i suff PARO “che produce” e PARA “che partorisce” dal lat PARUS di
PARERE, cui Cirìparo (con il lat CIRA variante di CERA cera,), Deìpara (epiteto divino per “genitrice di un
dio; nel cristianesimo è attibuito a Maria), Fissìparo (con il lat FISSUS spaccato) o Scissìparo (col pref dal lat
SCINDERES scindere) termini della zoologia e valgono “riproduzione asessuale per scissione”, Gemmìparo
(con Gemma, vale “che si riproduce per gemmazione”), Multìpara (col pref MULTI vale “che ha partorito più
volte) col snm Plurìpara (col pref PLURI vale “che ha partorito almeno due volte”) e Nullìpara (con il lat
NULLUS vale “che non ha mai partorito” non essenzialmente sterile) cui Nulliparità, Ovìparo (con il lat OVUM
uovo vale “che depone uova”), Ovovivìparo con Ovoviviparità (composto con Oviparo e Viviparo, termine per
animali quali la vipera), Sudorìparo (con il lat SUDOR vale “che secerne sudore”), Unìparo (col pref UNI uno,
in botanica e in zoologia vale rispettivamente “costituito da un solo ramo” e “che partorisce un solo figlio per
volta”.
Particella di Dio
La Particella di Dio si sarebbe sviluppata a seguito delle immani collisioni prodotte 14miliardi d’anni fa dal Big Bang; la collisione
primordiale è riprodotta in laboratorio a Ginevra dal 10 settembre 2008 mediante un grandioso Acceleratore di particelle (Lhc), con
l’auspicio che alfine venga provata l’esistenza di questa particella divina.
Fu Peter Higgs, scienziato scozzese, che negli anni Sessanta espose la teoria sull'esistenza di questa particella. La teoria è stata poi integrata
nel Modello Standard delle particelle elementari quali mattoni base della materia, insomma i Quark, gli Elettroni e i tre tipi di Neutrini.
Complessivamente dodici mattoni di materia, ai quali sono da aggiungere i Bosoni, i quali tengono unita la materia. Nel 1983, Carlo Rubbia
ha scoperto quei bosoni assegnando loro le letteree W e Z, per i quali gli sarebbe stato assegnato il Nobel. L’architettura dei mattoni
fondamentali si sta completando, manca quello decisivo, la Particella di Dio, utile a comprendere il cosmo, la sua nascita, e la stessa
struttura umana.
Tra gli enigmi che astronomi, astrofisici e simili dovranno sbrogliare è l’incoerenza tra il calcolo della presunta cosmogonia (nascita
dell’universo) quantificato in 14 miliardi di anni e la distanza che hanno raggiunto le galassie allontanandosi dall’attimo del Bing Bang,
ossia coprendo il tempo di 20 miliardi di anni.
La locuzione glb ingl Big Bang sta per “Grande esplosione (cosmogonia)” dove BIG vale Grosso o Grande e BANG è l’onomatopeico
traducibile in Esplosione; termine associabile a Big Crunch che sta per “Collasso finale (dell’universo)”, dove CRUNCH è l’onomatopeico
che si traduce in Scricchiolio. Secondo recenti studi, un Big Crunch sarebbe già avvenuto, precedente al Big Bang.
Il termine ingl BIG si ritrova ancora in locuzione glb Big band. “Grande banda (jazz)”, Big blue che sta fig nel linguaggio giornalistico in
“Societa IBM”, dal colore del marchio, eppoi Big Board “Grande tabellone (tavola)”
\ Rimpatrio dei reperti archeologici
\...\ La spoliata Puglia ha dovuto attendere la fine del secolo XX peché la Francia restituisse parte del bottino: è del 2
dicembre 1999 la rimessa ufficiale di 267 reperti archeologici maltolti ad Apulia, Egnazia o Gnazia (dal gr Gnathia) e
Daunia. La cermonia diplomatica si è svolta a Roma nel museo di Palazzo Massimo /…/ (da “La pulzella delle specchie”
SA).
Il 30 gennaio 2008 è rimpatriato il Cratere di Eufronio, sottratto a Cerveteri e in esposizione al Metropolitan Museum di
New York che l’aveva acquistato nel 1972 per un milione di dollari da un trafficante, questi posto sotto processo. Non solo,
alcuni musei americani hanno restituito più o meno sessanta reperti greco-romani, quali la Statua di Vibio Sabina (la
consorte dell’imperatore Adriano), altri crateri, altre statue, un bacile apulo, eppoi coppe, bronzi etruschi e sculture; nel 2010
farà ritorno a casa, in Sicilia, la Venere Morgantina. Tra le circa 250 opere ancora illegalmente trattenute negli USA c’è
l’Atleta di Fano (tratto da “Qui Touring” marzo 2008).
\ Fase
Dal gr PHASIS apparizione, l’ital conta Fàse con una nutrita semantica astronomica, temporale, tecnologica, chimica e
fisica, cui Fasatùra e i composti Anafàse (col gr ANA sopra), la serie Monofàse, Bifàse, Trifàse con Trifàsico, Tetrafàse (gr
TETRA quattro) e Multifàse con Polifàse (gr POLYS molto), eppoi Cercafàse, Controfàse, Interfàse, Mesofàse (gr MESOS
medio), Metafàse (gr META con-dopo), Profàse (gr PRO davanti), Telofàse (gr TELOS fine).
\ Fenolo
Dal gr PHAINOMAI appaio l’ital conta Fenòlo con i derivati Fenacetìna (con Acetico), Fenachitoscòpio, dal gr
PHENAKISTES ingannatore vale apparecchio ottico per la sintesi dei movimenti (strumento ant), Fenantrène (Antracene),
Fenàto, Fenìle con Fenìlico, Fènico con Fenicàto, Fenòide, il pref FENIL per composizioni quali Enossimòne (ellittico di
Fenil-Ossi(geno)-Imidazolo), Fenilalanìna (Alanìna dal franc ALANINE da ALDEHYDE, in ital Aldèide cui Aldèidico),
Fenilammìna (Ammina), Fenilchetonùria o Fenilchetonurìa (Chetone e Uria), Fenilpirùvico (con Piruvico),
Fenilisopropilammìna (con Isopropile, questo idrocarburo da “Propano”, e Ammina), Fenolàto, Fenòlico ed ha tratto il perf
FENO per composizioni quali Fenocristàllo, Fenolftaleìna (Ftaleìna, composto chimico connesso etim a Nafta) ), Fenologìa,
Fenoplàsto (con PLASTOS formato), Fenòssido con Fenossìdico (Ossido), Fenotiazìna (con Tiazina e suff INA), Fenotìpo
con Fenotìpico (TYPOS impronta), il prefissato Polifenòlo con Polifenòlico.
Il termine Amfetamìna (chimica) è la multicomposizione di Alfa-Metile-Fenil-Ammina cui Amfetamìnico, in complanare
con Anfetamìna e Anfetamìnico per il fenomeno della sostituzione per ragioni fonetiche della n in m innanzi a f o v, eppoi
Metanfetamìna.
Il termine Fen non è in questo percorso poiché è l’esot cinese che indica una moneta.
\ Potare Contare
La rad PEU ha un risvolto in tagliare (vrs dalla riflessione che un figlio è tagliato dal genitore), cui il lat PUTARE già
PUERE tagliare e le attestazioni in ital Potàre, con Potaiòlo o Potatòio, Potatùra, e fig Putàre “ritenere” (tagliare
dall’autenticità), cui Putatìvo “presunto”, questo nelle locuzioni Padre putativo (come S. Giuseppe) e Reato putativo (un
reato pensato, ideato ma mai commesso).
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\ Giusto dall’epiteto in iscrizione P.P. “padre putativo” riferito a S. Giuseppe che sarebbe sorta la tradizione popolare di Peppe e Beppe,
ipocoristico di Giuseppe. L’imperatore austro-ungarico Francesco Giuseppe era chiamato nella Grande Guerra dalle truppe italiane Cecco
Peppe (Francesco Giuseppe). \
Con i pref, Amputàre con Amputaziòne e Amputàto (tagliare col pref AMBI attorno). Computàre, con Computàto,
Computìsta e Computaziòne, (tagliare per conteggio) dal prefissato lat inv COMPUTARE contare da CUM PUTARE
attestatosi in Compitàre con lo sdrucciolo Còmpito (corretta accentazione cómpito); in area glb si conta Spelling attraverso
l’ingl e Pinyin attraverso il cinese, entrambi con valore di “computare”, eppoi *Computer con l’omologismo Computerizzàre
(attraverso l’ingl).
L’invenzione storica del computer moderno è da assegnare a V. Bush negli anni trenta del XX sec, con i decisivi progressi
effettuati da A. Mathison Turing, che avrebbero portato a cotruire il Computer colossus. La Macchina di Turing è un
calcolatore particolare costruito nel 1936, che porta il nome del suo inventore; a causa della sua semplicità, i programmi si
rivelarono troppo lunghi, pertanto ne fu ridimensionata l'adozione. Ancora d’attualità invece è il Test di Turing per saggiare
l’intelligenza del computer.
\ La tastiera del computer è un brevetto del 1866, integrata nelle macchine per scrivere.
Oggi, nel 2012, il numero dei computer e dei cellulari (telefonini) supera quello della popolazione mondiale ed è in continua crescita rispetto
al secondo \
Il percorso prosegue con l’ellittico Contàre di Com\pu\tare-Com\pu\to cui Cònta e Cònto da COMPUTUS con Contatòre
Contàbile e Contabilità, Contabilizzàre con Contabilizzaziòne, Contànte, Contàta, Contàto, Contatòre e Contatorìsta,
Contèggiàre con il devb Contèggio o Conteggiamènto, una serie di composizioni quali Contabàlle, Contachilòmetri o
Contakilòmetri e Contamètri, Contacòlpi, Contacòpie, Contafìli, Contafògli, Contafotogràmmi, Contafròttole, Contagettòni,
Contagìri, Contagòcce, Contamètri, Contaminùti, Contamonète, Contaòre, Contapàssi, Contarìghe, Contascàtti,
Contasecòndi, Contastòrie.
Nella tradizione popolare è diventato “dire-narrare”, con Contàre e Cònto snm di Raccontàre e Raccònto (pref R-AD), con
Contànza, i composti Contabàlle, Contafròttole, Contastòrie, Contafòle attestatosi nel Veneto, Lu cuntu e Li cunti nel mer; ma
non si dimentichi l’origine lat COMPUTARE la cui rad PEU tagliare, in questa versione fa assumere il significato di
“ritagliare e ritagliato dall’avvenimento”.
Eppoi Deputàre (tagliare per diverso ufficio) con Deputàto e Deputaziòne già Diputàre e Diputàto, Disputàre (tagliare un
argomento per trattarlo) cui il devb Dìsputa o Dispùta con Disputàbile, Disputabilità, Disputamènto, Disputànte, Disputatìvo,
Disputàto, Disputatòre, un raro Disputaziòne, con gli opposti Indisputàbile e Indisputàto (pref IN negativo); il franc conta
BARALHAR disputare, cui l’omologismo Sbaragliàre (pref S intensivo) con Sbaragliamènto, Sbaraglìno (un gioco) e il devb
Sbaràglio, in connessione col prvz BARATA già scandinavo BARATTA battaglia cui l’omologismo Baràtta con Sbarattàre
(S intensivo) snm di Sbaragliare.
I prefissati nel percorso di PUERE, questo tradotto in un ant Putàre “supporre” sopravvissuto nell’aggettivo Putativo
“supposto” con la locuzione Padre putativo, in Putacàso dalla locuzione avverbiale imperativa Puta caso “supponi il caso
(che)”, proseguono con Imputàre (IN illativo, dal XIII sec), Imputàbile e Imputabilità, Imputàto e Imputaziòne (tagliare per
tenere in conto). Reputàre (sempre dal XIII sec, pref RI iterativo-denominativo) o Riputàre, Reputàto o Riputàto e
Reputaziòne o Riputazione (ritagliare per considerare).
L’ingl contiene To TELL raccontare donde il glb Storytelling racconto orale coniato in USA nel 1970 quale teatro
d’avanguardia, cui Storyteller narratore orale. La riflessione che l’ingl TO TELL raccontare sia connesso, in ambito indoeur,
con il gr TELE lontano-a distanza, non è da buttar via, poiché il raccontare vale riferire di cose lontane-distanti.
\ *Pari Dispari Parecchio
Il tema PAR è d’origine etrusca; questo popolo, infatti, aveva il PARCHIS magistrato, forse dal ruolo di risolvere la
controversia fra due o più. Pàri da PAR uguaglianza ipocoristico di PARCHIS magistrato, verosmilmente per un concetto di
giustizia uguale o per l’uguale autorità dei magistrati, pertanto, oltre all’aggettivo, esiste anche il titolo europeo di Pàri donde
il ceto Parìa. Dal neutro plur PARIA di PAR, l’ital ha derivato il plur Pàia (due paia vale due coppie) svolgendolo al sing in
Pàio (una coppia) cui Appaiàre e Appaiamènto, Disappaiàre (DIS “separazione”), Dispaiàre (da Appaiare col cambio di pref)
o Spaiàre (S sottrattivo) con Spaiàto; eppoi un Paiòla o Paiuòla con Paiolàto “insieme (paia) di fili d’ordito avvolti a spirale
sul bindolo”, da non equivocare con Paiolàta o Paiuolàta, Paiolìna con Paiolìno, questi da Paiòlo o Paiuòlo “recipinte
famigliare”, lat volg PARIOLUM d’origine celtica, cui i dim Paiolìna e Paiolìno, la locuzione Compagnia del paiuolo questa
un’associazione conviviale poetica fiorentina.
Nel percorso PAR, l’ital conta ancora Pareggiàre, questo denm da Pari, col devb Parèggio, Pareggiàbile, Pareggiamènto,
Pareggiàto, Pareggiatòre, Pareggiatùra e i prefissati Impareggiàbile con Impareggiàto (IN negativo) e Spareggiàre con
Sparèggio (S sottrattivo), Parìglia cui la locuzione Rendere la pariglia (in senso fig riferito a una coppia di cavalli da tiro), il
prefissato Sparìglia e Sparìglio (con S sottrattivo) con Sparigliàre e un composto Salsaparìglia snm di Smilace, eppoi
Parimènte o Parimènti, Parità, Paritàrio, un Parlàto “doppio” (termine marinaresco) omn di Parlato da Parlare, e, con i pref,
Comparàre (CUM associativo) cui Comparatìvo, Comparatòre e Comparaziòne, Disparàre cui Disparatèzza e Disparàto
entrambi prefissati dal lat PARARE pareggiare questo denm da PAR.
In opposizione, Dìspari, Disparità, eppoi Impari-ìmpari (IN negativo) cui i composti Imparidigitàto (zoologico),
Imparipennàto (botanico), Imparisìllabo (linguistica),. In composizione, l’ital conta Paricòllo (per indumenti), Paridigitàto
(zoologia), Parificàre con Parìfica, Parificamènto, Parificàto e Parificaziòne, Paripennàto, Parisìllabo, Paritètico. In gr,
Dispari è PERISSOS questo connesso col pref PERI, cui Perissodàttili (Ordine di mammiferi erbivori, con DAKTYLOS
dito), Perissologìa dove il termine “dispari” assume fig il significato di “inutile” (come può esserlo il tredicesimo in una
dozzina).
Parècchio è il derivato dal dim lat di PAR pari-due uguali poi attestatosi nell’indicare “più di due, molti”.
Dalla locuzione lat PAR CONDICIO CREDITORUM parità di condizione per ogni creditore (di un unico debitore) l’ital,
nella terminologia politica, ha adottato la locuzione Par condicio, per accezione “parità di condizioni (spazio
propagandistico) per i rappresentanti d’ogni partito”.
Eppoi, dall’ar KAFF palma della mano connesso a QAFA rovescio di una cosa, di una faccia, svoltosi nella destrezza di
“cambiare velocemente una moneta tra le dita” cui l’ital conta l’omologismo Càffo che vale “dispari”; l’ital conta ancora
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l’omologismo Accaffàre che sta per ghermire.
Fuori percorso l’omologismo invariabile Pària dal tamil PARAIYAN tamburini da PARAI tamburo attraverso l’ingl
PARIAH che in India vale “individuo privo di casta o appartenente a quella infima” e che nel mondo occidentale è
omologato in “persona di infimo ceto sociale” cui la locuzione Paria della società. La traslazione fig da “tamburini” si spiega
poiché negli eserciti esisteva il ruolo di suonatore di tamburo assegnato a un fuori grado.
\ Parrucca Parroco
Parrùcca e Parrucchière sembrerebbero derivati impliciti di apparecchiare, in verità, questi termini non hanno un etimo
accertato. Sarebbero considerati il prodotto di un inc sett di Pelo con Zucca, ma in Francia esistono i corrispondenti
PERRUQUE e PERRUQUIER. Tornando al tema lat PARERE mostrare che avrebbe condotto a Parrucca, (e la parrucca è
una ostentazione), non è escluso che il percorso si sia defilato oltralpe, per rientrare nel significato attuale. In memoria delle
parrucche indossate anche dagli uomini nel XVII e nel XVIII sec, il termine, meglio Parruccòne, si è metaforizzato in
“individuo antiquato, reazionario”. La moda della Parrucca sarebbe sorta nel Seicento grazie a Luigi XIII che la indossava
per celare la calvizie.
Pèlo ci viene dal lat PILUM etim oscuro, a meno che non sia derivato dalla rad PI-PE(UKOS) di Pino, l’albero, in richiamo
alla sua chioma. In percorso, Pelàme, Pelamènto, Pelànda “pelatoio” (omn di Pelanda sopravveste), Pelàre dal lat PILARE
con Pelàta anche “calvizie”, Pelatìna termine in Veterinaria,, Pelàto, Pelatòio e Pelatrìce, Pelatùra, Pelòne “grosso panno
peloso” (col suff accr ONE), Pelòso o Pilòso cui Pelosità e Pelosìna (riferito ai bachi da seta), il glb ingl Pile, Pilerìa
attraverso il franc PILERIE da PILER pelare, Pelùria, il composto Pelìfero o Pilìfero, i prefissati Soppèlo( SUB sotto) vale
“specifico taglio da macellaio”, Spelàre (S sottrattivo) e Spelàto cui l’iterativo Spelacchiàre con Spelacchiàto e il sostantivo
botanico Spelàia in percorso con Spelatrìce, Spelatùra e il composto Spelafìli, eppoi Piluccàre dal lat volg PILUCCARE
iterativo di PILARE con Piluccòne e il prefissato Spiluccàre (S intensivo), il glb franc Peluche; ed ancora Pilòrcio o Spilòrcio
(con S durativo) questo inc tra Piluccare e Sorcio nel senso “che conta pure i peli” cui Spilorcerìa, l’omn fig Spilòrcio o
Spilòrcia “fune sottile per strascicare la rete da pesca”. Dallo specifico lat GLABRUM pelato-liscio, l’ital conta “roccia
eruttiva” con Gàbbrico con la dissimulazione della serie gl…br in g…br; termine alieno Gàbri, omologismo dall’iranico
GABR colui che dà.
Il termine Pelare è utilizzato nelle composizioni con PELA quali il fig Pelagàtti e Pelapatàte.
Termine alieno è Peloritàno questo demotico del promontorio siciliano dal toponimo Peloro, snm del demotico Messinèse da
Messina. Pelànda o Pellànda (omn di Pelanda da Pelo) appare alieno nel percorso, dal franc HOUPPELANDE già ingl ant
HOPPADA sopravveste, cui l’omologismo Palàndra con Palandràna varianti di Pelanda, vrs sovrapposti a Pelanda nel
significato di “peloso” quale tessuto; infine, l’omologismo omn Palàndra di genesi ol BIJLANDER (BYLANDER) o
Balàndra atraverso il franc BALANDRE che sta per una sorta d’imbarcazione.
Il verbo Pelare, snm di Depilare o Spelare in enantiosemia dal “mettere i peli”, s’è attestato da un’espressione gergale
indicante l’operazione che segue la mattazione di una bestia o che precede la concia. Pelare vale quindi spennare, rapare,
togliere le foglie, escoriarsi, perdere i capelli, sbucciare e infine, fig, ghiacciare, scottare.
L’altro snm di Pelare è Rapàre, questo fig un verbo denm da Ràpa “pianta erbacea delle Crocifere” inv dal lat RAPA, da un
arcaico RAPUM rintracciabile nel ted RUBE, cui Rapaccìni; da Rapa derivano i termini leniti (la p in v) quali Ravizzòne
“sorta di pianta erbacea”, il dim fig Raviòlo con Raviolatòre e Raviolatrìce, un glb cinese Wonton “raviolo”.
Da Rapa, il percorso conta Rapàio, “terreno coltivato a rape”, Rapaiòla “sorta di farfalla”, i fig Raperìno e Raperùgiolo questi
snm di Verzellino, Rapastròne è il fig Raperònzolo o Rapònzolo “delle Campanulacee”.
Da Rapa, come si potrebbe credere, non deriva affatto il dim Ravanèllo, ma questo è una variante lenita di Rafanèllo o
Rapanèllo dim di Ràfano dal lat RAPHANUS già gr RAPHANOS, cui ancora Ravastrèllo dim dal lat RAPISTRUM, con
perdita della h del gruppo gr PH.
Fuori percorso Rapazzòla o Rapazzuòla “sorta di giaciglio rustico” vrs dalla rad mediterranea RAVA “massa di detriti” in
senso fig al variegato materiale usato per il riempimento.
Zùcca, metaf “testa rapata”, cui la corruzione volg mer Ciucca (snm di Ciucca da “inghiottire” con il dim Ciucchetella
(questo anche con valore di “teschio”) a sua volta, dal lat CUCUTIA, connesso con il tema med KUKKA punta, cui Cocùzza
o volg Cucùzza questo anche in cognomastica Cucuzza; l’origine rad del significato di “punta” emerge in Cocùzzo o
Cucùzzo con Cucùzzolo o Cocùzzolo. Attraverso un processo di metatesi da Cocuzza in Cozucca, il termine s’è
semplificato successivamente in Zucca con aferesi di Co, pare già nel lat volg in TUCCA, Zuccàia, Zuccàio, Zuccaiòla,
Zuccàta (fig anche un bel colpo alla testa), Zucchètta, Zucchètto (fig una sorta di copricapo) questo indicato con Solidèo
indossato dal pontefice, termine che è l’ipocoristico sostantivato della locuzione “(da togliere) solo al cospetto divino” a
riaffermare così il ruolo di Vicario. Il percorso conta ancora Zucchìna o Zucchìno, il fig Zuccòne con Zucconàggine, il fig
Zuccòne, Zucconàre e Zuccòtto, questo snm di Zucchetto ed ancora “dolce semifreddo” che fig lo ricorda, un prefissato
Assuccàre (AD allativo) in gergo marinaresco dal ligure, attraverso una locuzione fig A zucca, eppoi la locuzione Sale in
zucca da una ant pratica di utilizzare una zucca svuotata e secca a mo’ di contenitore per il sale, appunto. Il lat conta la
variante scientifica CUCURBITA per Zucca, cui Cucùrbita e Cucurbitàcee (la Famiglia cui cetrioli, cocomero, melone…).
La locuzione lat CUCURBITAE CAPUT valeva per l’attuale Zuccone.
Tra le varietà di zucca, a seconda della forma, si contano Zucca trombetta, Zucca violina e Zucca Barucca (nel veneziano,
con il volg Barucca che vale Verruca).
\ Negli USA, la zucca addattata a lanterna nelle notti di Halloween è chiamata Jack-o’-lantern; il termine Halloween è l’ipocoristico di ALL
HALLOW EVEN Vigilia di Ognissanti \
Con l’apposizione del pref TRA “attraverso”, s’è ottenuto il verbo denm da Pelo, Trapelàre “vedere attraverso i capelli lunghi
(facendo finta di non vedere)”, riversatosi nel significato di oggi. Utilizzato in composizione, ricalcando il gr ORTHO TRIKS
ed il lat HORRI PILUS, è nato Orripilànte “da far rizzare i peli” da Orripilàre cui Orripilaziòne; il primo membro è dal lat
HORRERE aver orrore, da rad GHERS eccitarsi, cui Orrèndo con Orrendèzza, un desueto Orrere-òrrere, Orrìbile con
Orribilità, Orrido-òrrido con Orridèzza, Orridità, Orrìfico, Orrìre, Orròre con Orroròso e il glb ingl Horror, il prefissato
Aborrìre o Abborrìre (AB HORRERE) con Aborrèvole o Abborrèvole con suff ital di aggettivo verbale attivo EVOLE,
Aborrimènto o Abborrimènto, Aborritòre o Abborritòre, il cui fenomeno d’attestazione dialettale della doppia b
richiamerebbe Obiettàre o Obbiettàre; termine pseudoetim è Borìre o Borrìre con Borìta o Borrìta è l’omologismo dal long
BURRJAN con valore di “far volare la selvaggina per abbatterla”. Ancora, il prefissato Inorridìre (IN illativo) con Inorridìto.
Fuori percorso ancora Orrettìzio e Orreziòne, questi un adattamento da Obrettìzio e Obreziòne che, col pref OB contro,
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valgono “contro ciò che è retto”, ossia “atto fraudolento”, vrs in connessione metaf con Rèttile nel significato di “essere
infido”, questo dal lat REPTILIS derivato di REPTUM supino del verbo lat REPERE strisciare donde REPTARE, cui gli
espliciti Reptàte, Reptànti (Gruppo di crostacei), Reptatòrio e Reptaziòne; eppoi un Rèttile “organo strisciante” adottato in
botanica, Rettilàrio, Rèttili (la Classe), l’aggettivo Rettilàno.
Col pref OB si ha OBREPERE “strisciare-penetrare furtivamente” cui OBREPTICIUS e in ital Orretìzio o Obrettìzio.
Tra i rettili, il pù grosso oggi vivente è il Varano di Komodo dal lat VARANUS questo omologismo dall’ar WARAN cui
Varànidi la Famiglia dell’Ordine dei Sauri. Gèco, altrimenti detto Stellione o fig Tarantola, è l’omologismo dal malese
GEKOQ, attraverso l’ingl GECKO, cui Gecònidi (la Famiglia dei Rettili Sauri); l’origine etim pare sia onomatopeica dal
verso dell’animale
Da REPERE, si conta il percorso Surrettìzio o Sorrettìzio “reticenza intenzionale – in difformità all’esattezza e/o alla
coerenza di un concetto” - con Surrettiziamènte e Surreziòne (SUB REPERE); per l’esot franc Reps “tessuto per abiti” è vrs
la connessione fig con il lat REPERE. Da non equivocare includendo in questo percorso il termine Insurrezione questo da IN
SURGERE.
In gr, Pelo è dunque THRIKS TRIKHOS, cui Istrice-ìstrice (composto col gr HYS porco per la somoglianza del pelo) con
Istrìcidi (Famiglia di roditori), Istricifòrmi, Istricomòrfi.
\ Contrariamente a quanto indica un luogo comune, l’Istrice non lancia i suoi aculei verso il nemico ma ha la proprietà di poterli sbatterli,
emettendo suoni che spaventano l’assalitore, La credenza è nata vrs dal fatto che qualche aculeo si stacchi e rimanga sul terreno.\
I percorso prosegue con Trichèco “che ho il pelo” snm al plur di Odobènidi, Trichìasi (suff patologico IASI dal gr IASIS),
Trichìna, Trichinòsi, Tricolòma (genere di funghi, col gr LOMA lembo), Trichomònas (col gr MONAS mònade), il prefissato
Polìtrico “sorta di Musco” con Politricàcee (Famigliua di Muschi), Polìtropo “di versalità” (col gr TROPOS da TREPO io
volgo), ancora sia il franc TRICOT sia il neerlandese TRIQUE, che stanno per maglia; l’associazione fili di lana con fili di
capelli è, infatti, chiara. Il percorso conta ancora il pref e suff TRICO per composizioni quali Tricocèfalo, Tricòfilo,
Tricofobìa, Tricògeno, Trigoglòsso (lingua con spicola), Tricologìa con Tricològico e Tricòlogo, Tricolòma (genere di fungo,
col gr LOMA bordo), Tricòma (suff medico OMA per infiammazione) Tricomonìasi (col gr MONAS mònade), Tricoptilòsi
(malattia dei capelli provocati da un PTILON insetto), Tricòsi (patologia, col suff medico OSI utilizzato in composizioni),
Tricotomìa (rasatura medica dei peli), Tricòtteri (Ordine di insetti, col gr PTERON ala), eppoi Anfìtrico (organismo
biologico, col gr AMPHI da ambo le parti) in connessione con l’onomastico letterario Anfitrione cui il termine Anfitriòne
“padrone di casa” vrs nel senso di “piacere reciproco (da ambo le parti) nel ricevere”, Polìtrico (col gr POLYS molto),
Ulòtrico che col gr OULOS crespo vale “capelli ricci”, Cimòtrico che col gr KYMA onda vale “capelli ondulati”, Leiòtrico o
Lissòtrico che col gr LEIOS-LISSOS liscio vale “capelli lisci”.
In connessione fig col gr TRIKHOS, il percorso conta il glb franc Tricot “tessuto a maglia” da TRICOTER lavorare a
maglia.
Dal gr TRIKHIA corda connesso a TRIKHOS pelo,capello, il lat conta TRICHIA fune cui Trèccia, Intrecciàre, Intrèccio
\ La locuzione Treccia della lattaia indica una sorta di acconciatura che nel passato era utile alle donne mungitrici, perché i capelli non
cadessero nel secchio del latte \
Il lat conta ASSERERE con valore di intrecciare cui il risvolto da fig in semant con Asserìre, Asserimènto, Assertìvo e
Asserziòne.
Il percorso col gr TRIKHIA conta ancora il prefissato Atrichìa “assenza di capelli” con A privativo, il composto morfologico
ondulato Cimotrichìa col gr KYMA onda… TRICAE imbroglio, cui Trècca e Treccàre “imbrogliare”, ma anche fig una
rivendugliola di frutta, verdure e legumi, e si potrebbe ragionevolmente pensare ad una connessione con la rad STREI di
Strìa già Strìgia, Striàre, Striàto, Strigàre o Estrigàre o Stricàre (pref EX con un denm da TRICAE), Strìngere inv dal lat
STRINGERE con Strìnga, questo devb da STRINGERE, Stringimènto e il Pp Strètto da STRECTUS, Striziòne con Strittìvo
dal lat STRICTIO STRICTIONIS stringimento, i prefissati Astrìngere (AD allativo) con Astringènte, Costrìngere (CUM
associativo) con Costrettìvo o Costrittìvo e Costrittìva, Costrètto o Constrètto, Costringimènto o Constringimènto,
Costrittòre, Costriziòne o Constriziòne o ancora un desueto Costrinziòne; eppoi Districàre da EX TRICARE (il cui pref EX
fuori è stato sostituito da DI privativo) o il desueto Distrigàre con Districamènto, Distrìngere da DIS STRINGERE (DIS
d’opposizione) già Distrìgnere, Estricàre ancora da EX TRICARE (dove il pref EX fuori muta nell’ital S) o Stricàre o ancora
Strigàre con Estricamènto, Intricàre (IN illativo) o il lenito sett Intrigàre col devb Intrìco o Intrìgo, Intrigànte, Intricamènto e
Intrigàto, Prestìgio da PRAE STIGIAE (PRAE prima) cui il denm Prestigiàre da PRAE STRINGERE nel senso di “avvincere
(con l’inganno)” con Prestigiatòre e Prestigiòso cui ancora il composto Prestidigitatòre “che agisce presto (stretto) con le
dita” sovrapposto a DIGITUS dito, Restrìngere da RE STRINGERE (RE d’azione) con Restringènte, Restringimènto,
Restringitìvo, Restrittìvo o Ristrettìvo dal Pp RESTRICTUS cui l’aggettivo Ristrètto e ancora Restrittivamènte, Restriziòne e
Ristrettèza, eppoi Ristrìngere da RI STRINGERE (RI reiterativo) talvolta intercambiabile con Restringere cui
Ristringimènto, Ristringitùra; dal franc l’ital conta il glb Escamotage “gioco di prestigio”.
Dall’estensione della rad STREI in STREIG è pervenuto il lemma Strìgile, cui Strigilatùàra, dal lat STRIGILEM già gr
STLENGIS raschiatoio, in percorso con Strìglia o il toscano Strègghia o Strèglia dal lat volg STRIGILA attraverso il franc
ESTRILLE , Strigliàre o Stregghiàre, Strigliàta, Strigliatòre, Strigliatùra.
Dal volg STRICTIARE da STRINGERE, l’ital conta il fig Strìzza snm di Fifa e Paura, Strizzàre, Strizzàta, Strizzatòio,
Strizzatùra, Strizzòne. Strizzacervèlli è lo psichiatra e simili in forma popolare.
Dal sct JUTA o JATA treccia di capelli, l’ital conta l’omologismo Iùta già Jùta cui Iutièro attraverso l’ingl JUTE che a sua
volta aveva attinto al bengalese JHUTO o JHOTO.
Il lat conta ARTARE stringere da ARTUS già ARCTUS stretto (Ved Deserto…) cui Arctaziòne, Artàre, Artàto questo omn
di Artàto “fatto (furbescamente) ad arte”, i prefissati Coartàre, Coartàto, Coartaziòne; da non equivocare col pref ARTO
semplificato da ARCTO in gr ARKTOS orso.
Viepiù, dal tema med GRAMA intreccio, l’ital ha ricavato Gràmola, Gramolàre, Gramolàta, Gramolatùra; fuori percorso
dovrebbe esserci Gràmo dal long GRAM affanno-sofferenza cui Gramàre e Gramèzza, l’esot Gramàglia “veste da luttosofferenza” attraverso lo sp GRAMALLA veste da magistrato (vrs per le sentenze di condanna), e il composto Menagramo
(Ved Mina in Lume…); tuttavia, nulla toglie di riflettere che fig GRAM soffrire vale GRAMA contorcersi, perché dunque
non alludere ad una connessione etim. Ancora fuori percorso, stavolta inequivocabile, Gramicidìna (antibiotico) dallo
scopritore dott. H. CH. J Gram.
Pàrroco, Parròcchia e Parrocchiàni sono allitterati con PARERE-Apparecchiàre, tali da farli credere in connessione. Parroco è
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dal lat PAROCHUS somministratore, dal gr PAROCHOS provveditore. Dal rad PER produrre, svoltosi in covare e in
procurare, si sarebbe dunque diramato un ulteriore percorso semantico, quello di somministrare e provvedere; pseudoetim
nel percorso, si avrebbe Parrocchètto o Parochètto o Perrocchètto, attraverso il franc PERROQUET “sorta di pappagallo” e
fig “attrezzatura navale” poiché questa ricorda il trespolo per il volatile. Il Parrocchetto notturno è una varietà di pappagallo
che nel 2012 è considerata in estinzione.
Per assonanza, è definibile Parrocchetta la parrocchiana che nel passato ripeteva le messe in latino senza conoscere la lingua;
per estensione è il cantante che si esibisce in lingua straniera senza conoscerla.
Omn di Piviere (sorta di uccello), l’ital conta Pivière da Piève questo termine cristinizzato dal lat PLEBEM plebe con la
variante Piòve e vale “parrocchia minore” (sparse nelle campagne), cui ancora rimangono i toponimi quale Pieve di Soligo e
Piove di Sacco nel Veneto; in percorso, Piviàle già Pieviàle, Pievàno con Pievanìa e, in complanare, Piovàno (omn di
Piovano da Piova “pioggia”) con Piovanìa e Piovanàto.
\ Connettere
Intrecciare è tra i snm di Connèttere, dal lat COM NECTER congiungere, in percorso con Connessiòne, Connèsso,
Connessùra, Connettìvo con Connettivàle e Connettività, Connettòre, da rad NEGH collegare, cui Nèsso 1 e, col pref AD,
Annessiòne, Annèsso, Annèttere… Dal gr ARTAO connetto, il gr ha tratto ARTERIA svoltosi inv in lat e nell’ital Artèria
con Arteriòso, il patologico Arterìte e la composizione Arterioscleròsi o Arteriosclèrosi (accentazione gr) col gr SKLEROS
duro.
I greci ant consideravano la Trachea un arteria particolare, dato che al tatto risultava aspra, pertanto era identificata con
TRAKHEIA ARTERIA arteria aspra, da TRAKHYS aspro cui Tracòma e Tracomatòso “patologia degli occhi”; così
l’organo ha assunto quale nome un suo attributo cui Trachèa con Tracheàle, Trachèide (botanica), Tracheìte, Trachèlio dal gr
TRAKHELOS svoltosi in estensione per collo, e il pref TRACHEO per composizioni quali Tracheobronchìte,
Tracheoscopìa, Tracheotomìa con Tracheotomizzàre. Nel percorso, il composto Trachimedùse e Trachìnidi (tassonomia per
Famiglia di pesci Perciformi) cui Trachina o Tràcina (parasnm di Dracèna) e Trachìno con la locuzione lat TRACHINUS
DRACO tradotta Trachino Dragone, eppoi Trachìte (minerale) con Trachìtico Trachittèridi (col gr PTERON ala, Famiglia di
pesci).
Il termine assonante Tràcico, invece, è dal lat THRACICUM già gr THREIKEKOS, relativo al coronimo Tracia dal gr
THRACIA.
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In linguistica, per Nèsso s’intende un guppo letterale, vocalico (arancia) o consonantico (stranezza), ovvero una successione di diversi
suoni vocalici o consonantici contenuti in un lemma, quasi a costituire un unico suono (risultante sonora), eclatante nel nesso gn considerato
una sola consonante palatale.
\ Sparadrappo Cera Testa Teste
Attraverso il franc SPARADRAP \ DRAP stoffa di genesi celt-gallica con il lat tardo DRAPPUS drappo, il glb franc Drap \ è
tornato nel volg Sparadràppo “cerotto”, attraverso il lat medv SPARADRAP(P)UM che starebbe per “stoffa o fazzoletto
(drappo) che ripara” (dalle impurità esterne) con un pref S di valore intensivo; altra ricerca lo comporrebbe con un pref da
Sparare (S sottrattivo) nel senso di “squarciato” e quindi “drappo per lo squarcio (della carne)”.
Particolare il vocabolo Ceròtto, o il desueto Ceròttolo, snm di Sparadràppo, con il prefissato Incerottàre cui Incerottatùra (IN
illativo); Cerotto contiene l’identica rad di Cera, infatti, era stato coniato come “unguento di cera” per chiudere le ferite, col
suff alterativo OTTO di valore dim simile al suff ETTO cui Ragazzòtto e Ragazzètto. Ragàzzo è l’omologismo dall’ar
RAQQAS messagero, transitato dal lat medv RAGATIUS cui il neologismo nel linguaggio giovanile Ràga per Ragazza; il
ragazzo di bottega è un Garzòne, questo un esot dal franc GARCON valletto cui il medv Garzonàto. Il volg conta uno
Sfitìnzia “ragazza” d’etimo non accertato, vrs attraverso il gr PHYTON pianta in senso fig con pref S intensivo o sottrattivo
dall’immagine di una pianta che emerge (cresciuta) o che è tolta dal vivaio (giardino).
Tornando al lemma Cèra, occorre fare una distinzione: il derivato dalle api ha origine etim arcana inv dal lat CERA cui
Ceràio, Ceraiòlo o Ceraiuòlo, il composto Ceralàcca (in composizione con Lacca), Ceràre con Ceràto (sostantivo e aggettivo,
omn di CERATO corneo) e Ceratùra, i fig l’aggettivo Cèreo, il sostantivo fig Cèreo “Genere di piante delle Cactacee”,
Cererìa, i dim Cerètta e Cerìno (questo nel senso di “fiammifero di cera” è in uso dal ‘900 anno della sua invenzione), l’accr
Ceròne con Inceronàre, Ceròma dal gr KEROMA “unguento” ma anche Ceròma (suff patogico OMA), Ceròso, Ceròtico,
Cerùme, eppoi i prefissati Deceràre (pref DE privativo) con Deceràto, Inceràre (pref IN illativo) con Inceràta, Inceratìno
Inceràto e Inceratùra, il pref CERO per composizioni quali Cerìfero (col pref FERO “che porta-produce”), Ceroferàrio “che
posrta il candelabro”con il lat FERRE portare), Cerografìa, Ceroplàsta e Ceroplàstica (col verbo gr PLASSEIN plasmare cui
PLASTIKOS); ed ancora i fig Ceràmica dal gr KERAMIKE lavorata come cera con Ceràmico, Ceramìsta, Ceramografìa, e
Ceramògrafo, Ceramologìa e Ceramòlogo. Sorta di ceramica rinomata è indicata con Faènza dall’omn toponimo cui Faentìna,
da non equivocare con Faesìte “impasto di fibre” relativo al toponimo Faè dove ebbe avvio la lavorazione,
Fuori percorso Cerfòglio o Cerfùglio dal lat CAEREFOLIUM già gr KHAIREPHYLLON “sorta d’erba aromatica delle
Ombrellifere” composto col gr PHYLLON foglia e con un termine in pref d’etim non rintracciuata.
Il percorso continua con il volg Ciriòla “sorta di panino-tagliatella” fig “persona inaffidabile” ancora “piccola anguilla” cui
Ciriolàre, dal lat CEREA a forma di candela; eppoi Ceràsa “ciliegia” è dal gr KERASION vrs per quel suo aspetto lucido,
appunto come una ceramica, cui il dim Cerasèlla, Cerasèto, Ceràso e Cerasòlo o Cerasuòlo, il composto Cameceràso “sorta di
pianta con bacche simili alle Ciliegie, altrimenti detto Ciliegio di montagna (col gr KHAMAI in basso).
Il gr KERASION si era attestato nel lat CERASUM e nel volg CERESJA, frutto del genere Prunus importato appunto nel 73
aC dalla regione di Cerasus in Turchia, oggi Giresun; Cerasunte è nella toponomastica che s’affaccia nel Mar Caspi.
Eppoi foneticamente e graficamente dal XII sec nell’ital Ciliègia (plur in ge o gie) o Ciriègia, e Ciliègio o Ciriègio con
Ciliegiàio, Ciliegiàta, il dim Ciliegìna con Ciliegìno, Ciliegiòlo o Ciliegiuòlo o ancora Ciriegiòlo.
\ Da un’ant credenza, la Ciliegia è il portafortuna degli amanti, da qui il folclore di utilizzare una coppia di ciliegie a mo’ di orecchino \
L’ingl conta CHERRY ciliegia cui la locuzione Cherry brandy con il glb Cherry. \ La ciliegia contiene le stesse proprietà
antidolorifiche dell’aspirina\ Dal gr KEROS cera, l’ital conta Cherosène o Kerosène (suff chimico ENE per Idrocarburi), eppoi
Kerogène questo materiale organico ceroso che precede la formazione del Petrolio.
L’omn Cèra “espressione del viso” cui il prefissato Accerìto (AD allativo) fig “acceso in volto”, deriva invece dal gr KERAS
KERATOS testa-corno, rad KER sporgere (Ved Rad KER in Metro…), transitando dal franc ant CHIERE questo dal lat
medv CARA volto già gr KARA testa.
Il termine Tèsta, cui Testàtico (ant imposizione fiscale), Testièra, i prefissati Attestàre (omn di Attestare da Testa), Intestàbile
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