IL CIBO DI COLOMBO
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IL CIBO DI COLOMBO
buono a sapersi P IL CIBO DI COLOMBO ensare globale ma non dimenticare il locale. Rovesciamo l'assioma: ``pensare locale ma non dimenticare il globale''. In un mondo dove ormai tutto eÁ globale, anche la globalizzazione della cucina fa parte degli scambi culturali. Anche la cucina eÁ cultura e la facilitaÁ dei viaggi, di piacere o di lavoro, favorisce lo scambio di ricette, cosõÁ come eÁ sempre avvenuto tra le massaie di ogni origine e cultura, ma non deve, peroÁ, favorire l'omologazione dei gusti. Far rivivere la nostra cucina, le nostre ricette tradizionali ± classiche e popolari, fatte di ingredienti poveri (un tempo) ± e le nostre abitudini eÁ giusto, ma dobbiamo anche renderci conto di cioÁ che esiste e si realizza oltre i nostri normali confini psicologici e fisici, che esistono altre cucine e altre ricette che ricorrono a ingredienti anch'essi locali e altrettanto poveri. Gli europei hanno colonizzato tutto il mondo e l'impronta della loro civiltaÁ eÁ rimasta indelebile. La scoperta dell'America e gli sbarchi degli europei nelle isole caraibiche, dapprima, e la loro colonizzazione, generalmente mediante schiavi africani, poi, hanno dato vita a una cultura e a una tradizione culinaria straordinarie. Nel suo secondo viaggio, iniziato il 25 settembre 1493, Colombo, dopo una traversata veloce, sbarca alla Guadalupa il 3 novembre. EÁ approdato a una delle isole piuÁ belle del mare dei Caraibi, quella che gli offre le informazioni e i dati fondamentali per una conoscenza piuÁ profonda e precisa del Nuovo Mondo che ha scoperto. L'esplorazione di queste nuove terre porta alla individuazione di nuovi prodotti rurali, di nuovi animali e, dunque, anche di un nuovo modo di cibarsi. L'ananas (frutto originario della Guadalupa), il peperoncino, i peperoni, il mais, i fagioli e le spezie sono i piuÁ importanti prodotti della terra scoperti da Colombo nei Caraibi, durante il suo secondo viaggio. L'importanza delle spezie usate dalla popolazione locale nella preparazione dei cibi era primaria e l'utilizzo delle medesime risaliva nel tempo percheÂ, oltre ad arricchire il sapore e ravvivare il colore dei cibi, li proteggeLOMBARDIA NORD-OVEST Alla scoperta di cibi e tradizioni d'Oltreoceano sulle tracce di Cristoforo Colombo, che con i suoi viaggi aprõÁ l'era della colonizzazione delle Americhe. Dalle Antille giunsero prodotti e spezie sino ad allora sconosciuti in Europa, come cannella, semi di finocchio, safran, coriandolo, curry, paprika, i quali, finemente triturati, compongono una miscela che prese nome dal nostro grande navigatore. CosõÁ come `colombo' eÁ denominato un piatto di origine singalese introdotto nelle Antille verso la metaÁ dell'Ottocento, ma qui l'illustre genovese non c'entra... Piero Colombo 77 3/2001 Alla pagina precedente: A fronte: Un tipico esempio di pittura popolare dell'area caraibica (Santo Domingo): particolare di un dipinto su tela raffigurante venditrici di frutta e verdura. Caratteristiche spezie provenienti dall'area caraibica: senape, cannella, peperoncini, chiodi di garofano, zafferano, aneto, curry, coriandolo, paprika. va dagli attacchi dei batteri e dei funghi e ne permetteva una conservazione prolungata. Dalla cannella (che si conosceva giaÁ) alla senape, dai chiodi di garofano al safran (simile nel nome e nel colore al nostro zafferano ma non sono pistilli dell'omonimo fiore della famiglia dei crochi), al finocchio greco, al curry, dal coriandolo alla paprika (ottenuta facendo seccare e triturando il peperoncino). Nel contempo i navigatori, che alla partenza dalla Spagna avevano caricato le loro navi con una grande quantitaÁ e varietaÁ di semi e piante di origine europea, come frumento, fave, lenticchie, viti, ortaggi, aranci, limoni, cedri, arrivavati a La Gomera (porto preferito da Colombo tra quelli esistenti alle Isole Canarie), caricavano piantine di canna da zucchero e otto scrofe. Le otto scrofe saranno le progenitrici di tutti i maiali del Nuovo Mondo e le piantine di canna da zucchero daranno l'avvio alle piantagioni che produrranno zucchero di canna e rhum in quantitaÁ tale da rappresentare per secoli la ricchezza delle isole caraibiche e della Guadalupa in particolare. Non tutti questi vegetali si riveleranno adatti al clima delle Antille, mentre gli animali, cavalli, giumente e maiali, come giaÁ accennato, laÁ trasportati per colonizzare quelle terre con sistemi e criteri europei, troveranno il loro ambiente e prolificheranno. La cucina locale, trovata al momento dello sbarco di Colombo, era a base di iguana (celebre l'iguana al peperoncino), serpi, hutia (roditore simile al coniglio), patate dolci, pane di manioca e di mais, tortillas e tamales farciti e fatti anch'essi con farina di mais. Dopo essere sbarcato alla Guadalupa, Colombo raggiungeraÁ nel corso del quarto viaggio anche la Martinica. Queste due isole verranno trascurate, assieme ad altre, dagli spagnoli che domineranno l'America Centrale. Nel 1635, regnante in Francia Luigi XIV, proprio dalla Guadalupa e dalla Martinica ebbe inizio la colonizzazione francese nel mar dei Caraibi (entrambe sono tuttora dipartimenti d'Oltremare della Repubblica francese e la lingua parlata eÁ naturalmente il francese). Questa considerazione eÁ necessaria perche il cognome Colombo eÁ tradotto in spagnolo come ColoÂn e in francese come Colombo con l'accento sulla o finale, e il successo di un piatto complesso, come quello del quale stiamo parlando, eÁ dovuto anche al suo nome, colomboÁ. L'aver richiamato lo scopritore dell'America, nonche primo europeo sbarcato a Guadalupa, nella denominazione di un piatto basato sull'utilizzo di carni di animali di diversa specie e di una miriade di spezie scelte con molta esperienza (tutto reperibile senza alcuna difficoltaÁ sul mercato locale) incuriosisce senza alcun dubbio e desta qualche perplessitaÁ. Immaginiamo un mercato dei tropici pieno di colori, di nere venditrici prosperose e vocianti: banchi coperti di pezzi di bambuÁ tagliati a metaÁ rivestiti con pezzi di tessuto a colori sgargianti contenenti numerose confezioni, di forma conica, piene di spezie di vari colori; banchi coperti di cappelli di varie fogge prodotti con foglie di palma intrecciate e sfilate di quadri naõÈf dai colori vivaci e rispecchianti la gioia di vivere di queste popolazioni. La droga chiamata colomboÁ eÁ una miscela di spezie: cannella, semi di finocchio, curcuma (safran cosõÁ eÁ chiamato lo zafferano locale), coriandolo, curry e paprika. Il tutto eÁ ridotto in finissima polvere e puoÁ essere usato, oltre che per la preparazione del piatto omonimo, anche per condire altre preparazioni arricchendo raguÁ di carne, arrosti, pesce e grigliate. Grigliate che, dopo tutto, sono originate dalla cucina caraibica dove era chiamato boucan il sistema di cottura delle carni su griglie con il fuoco alimentato da legna verde, anzi, da questo vocabolo eÁ derivato barbecue che designa ormai universalmente il metodo di cottura delle carni, o altro, su griglia. Il colomboÁ non eÁ una ricetta dei tempi di Colombo, e non puoÁ esserlo perche in quell'epoca (fine Quattrocento-inizio Cinquecento) i piatti piuÁ prelibati avevano lo zucchero tra gli ingredienti piuÁ importanti ed erano quindi dolciastri, ben lontani dal gusto del colomboÁ. Come detto, l'aver richiamato lo scopritore dell'Ame- 3/2001 78 LOMBARDIA NORD-OVEST RICETTA (DI ORIGINE POPOLARE) RICETTA DELL'AUBERGE DE LA DISTILLERIE DI TABANON - GUADALUPA Ingredienti (per quattro persone): 1 chilo di carni (pollo, capretto, coniglio, maiale) 2 cipolle 3 spicchi d'aglio 3 cipolline fresche 100 grammi di olio 3 cucchiai di polvere di colomboÁ (cannella, semi di finocchio, curcuma, coriandolo, paprika, curry, il tutto ridotto in finissima polvere) 1 cucchiaio di grani di tamarindo limone, prezzemolo, timo, chiodi di garofano, peperoncino, sale, pepe. Ingredienti (per quattro persone): 1 chilo di spalla o di collo di montone tagliato a pezzi 3 cucchiai da tavola di olio 3 cucchiaini di polvere di colomboÁ (cannella, semi di finocchio, curcuma, coriandolo, paprika, curry, il tutto ridotto in finissima polvere) 2 grosse cipolle 2 spicchi d'aglio schiacciati 1 mazzetto misto (cipolline, prezzemolo, timo) 1 zucchina 1 melanzana 1 christophine (cucurbitacea locale) 2 patate pepe, sale, qualche grano di tamarindo. Pulire la carne, tagliarla a pezzi e metterla a macerare per almeno un'ora con sale, pepe, aglio, cipolle, succo di limone e due cucchiai di polvere di colomboÁ (si puoÁ preparare il giorno precedente la cottura). Mettere a fuoco la pentola facendo rosolare i grani di tamarindo, versare quindi l'olio incorporandovi, sminuzzati, il prezzemolo, il timo, il peperoncino e far rosolare il tutto per qualche secondo. Aggiungere la polvere di colomboÁ rimasta, i chiodi di garofano, i pezzi di carne e l'acqua necessaria. Mescolare e far rosolare a puntino. Si possono aggiungere delle verdure a pezzi (melanzane, patate, cetrioli) e lasciare cuocere per trenta minuti. Se necessario allungare l'intingolo e quindi servire con del riso. LOMBARDIA NORD-OVEST Far saltare i pezzi di montone o capretto nell'olio. Quando sono dorati aggiungere le cipolle affettate e far rosolare. Versare la polvere di colomboÁ con un po' d'acqua, salare, pepare, mescolare bene, e far bollire. Introdurre il mazzetto, i legumi, l'aglio e il pepe secondo il gusto. Coprire e lasciar cuocere a fuoco dolce. Servire caldo con del riso alla creola (riso bollito, bianco, ben sgranato, condito con burro). Il colomboÁ puoÁ essere preparato anche con capretto, pollo, maiale. 79 3/2001 si eÁ verificato giorno dopo giorno, passando attraverso le esperienze piuÁ disparate e utilizzando tutti gli ingredienti che la grande pentola-crogiolo del mediterraneo caraibico-americano, ricco di ogni genere di frutti e di animali (soprattutto dopo l'arrivo degli europei e l'immissione di nuove specie), metteva a disposizione. La scoperta di una nuova pietanza contribuisce alla felicitaÁ del genere umano piuÁ della scoperta di una nuova stella e l'aver richiamato, nella sua denominazione, il nome dello scopritore di quelle terre, denota l'importanza conferitale. L'importanza data localmente al colomboÁ eÁ tale che questo piatto, dalla preparazione impegnativa, eÁ utilizzato come dono per essere regalato a persone verso le quali si deve essere riconoscenti. rica nella denominazione di un piatto, sia pure molto importante, desta qualche perplessitaÁ. Infatti il colomboÁ eÁ un piatto introdotto nelle Antille dai singalesi dell'isola di Ceylon che tra il 1852 e il 1865 emigrarono nelle isole caraibiche per lavorare nelle piantagioni di canna da zucchero; la nostalgia della loro cucina e della loro terra li spinse a battezzare il loro piatto piuÁ importante come `il cibo di Colombo' la capitale della loro isola. Essa era, ed eÁ, chiamata cosõÁ perche eÁ sorta dove veniva coltivato il mango verde, che in lingua singalese si dice, tradotto, `verde-mango', scritto e pronunciato col-amba, che per assonanza eÁ poi degenerato in col-ombo. Ecco quindi il nome della capitale dell'odierno stato dello SrõÅ Lanka. Il cambiamento che daraÁ vita a una cucina americana o, come nel nostro caso, caraibica, 3/2001 80 LOMBARDIA NORD-OVEST