lezione URBINO
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lezione URBINO
Urbino Il palazzo ducale di Urbino è un caso esemplare di manufatto edilizio i cui lavori di trasformazione sono stati capaci di cambiare radicalmente la forma della città cui appartiene e perfino il suo rapporto con il territorio circostante.. Non è certo un unicum ma l’esempio più forte e rappresentativo che sia stato realizzato nella prima età moderna. Il palazzo ha un impianto aperto e si inserisce nell’insediamento sia dal punto di vista planimetrico (in rapporto alla cattedrale e alle case che vengono ad essere inglobate) che orografico (perché sfrutta i dislivelli del terreno). Diverso e dunque assai più forte il suo legame con il contesto che in altre città; diverso anche dall’intervento compiuto a Pienza, perché qui si tratta di un unico complesso che diventa un brano di città. In una data compresa ra il 1447 e il 1455, il duca Federico da Montefeltro dà inizio ad un articolato programma di riorganizzazione generale del suo stato. Accanto alle opere di difesa del territorio, ad interventi di bonifica e di riorganizzazione della viabilità, l’impegno di Federico è volto a qualificare come capitale la città di Urbino, scelta come residenza ducale. Un piccolo stato posto a cuscinetto tra lo Stato pontificio e quello mediceo doveva essere in grado di presentare all’esterno un ritratto di prestigio e di efficienza militare e politica, due aspetti del carattere del Montefeltro da lui coltivati con ostinazione. I lavori al palazzo esistente, con un ribaltamento della facciata principale da est (verso il mare) a ovest (nella direzione di Roma), ne modificano il peso che ora appare centrale rispetto alla città. Ma cambia anche la struttura urbana, perché risultano di fatto incoraggiati gli ampliamenti a occidente, lungo la strada per Roma realizzati con criteri di aderenzo al sito scosceso e alle esigenze del paesaggio. Il palazzo ducale è inserito con estrema sapienza nell’organismo cittadino. Verso monte, scostandosi dal costruito, permette di ricavare la piazza ducale. Verso valle rimodella tutto il profilo fino al Mercatale con un insieme di logge e giardini sospesi. Il grande edificio occupa due file di lotti del tessuto originarioromano e medioevale e il percorso mediano diventa l’asse monumentale che attraversa il cortile di onore. Tutte le opere murarie rispettanoi materiali della tradizione, gli ingombri e le proporzioni del resto della compagine cittadina. Solo le cuspidi dei due torricini emergono.L’altissima qualità dei dettagli presuppone la grande professionalità degli esecutori; una regia siuperiore (di Federico stesso ?) è probabilmente il fattore della coerenza alla scala urbana. La correlazione tra le modifiche del palazzo e la trasformazione dell’intero ambiente urbano è stata del resto subito notata dai contemporanei. Baldassar Castiglione, con la celebre definizione di ‘città in forma di palazzo’, coglie il fatto che la dimensione dell’insediamento di corte è decisamente preponderante rispetto all’edilizia minuta del tessuto urbano originario. L’articolazione dell’edificio ducale in più livelli e la complessa integrazione tra strutture edilizie viabilità, danno luogo a una eccezionale unità dinamica , che lega il complesso ducale all’intera città. Il quadro è però più ampio, per chè l’intervento fa parte di una scelta territoriale. Il rinnovo si concentra sulla sommità di uno dei colli di cui è formata Urbino; non corrisponde al punto più elevato della città, ma a quallo in cui li nuovo palazzo domina le valli sottostanti e può essere visto come punto di coordinamento territoriale da chi si avvicina da Roma o da Firenze. La rotazione del complesso gioca a favore di questa visibilità. Insomma, l’insieme delle modificazioni indotte in città dall’insediamento della corte è frutto di una strategia urbana. La strada proveniente da Rimini viene prolungata fino al Mercatale ; lungo di essa si forma un nuovo quartiere, organizzato secondo una prassi ormai consueta per gli ampliamenti: la strada come spina di supporto alla struttura abitativa. Ma quella strada assolve anche a funzioni più complesse: ponendosi instretta relazione con l’area del Mercatale, di proprietà dei Montefeltro tutta l’iniziativa si viene a saldare anche con l’interesse del duca per la valorizzazione dei terreni. Una concezione che identifica l’interesse dello stato con la crescita del patrimonio di chi lo governa contraddistingue del resto il comportamento di molti signori del ‘400 italiano Urbino romana Urbino medioevale 1palazzo ducale 2 porta Valbona 3 strada Valbona 4 Mercatale 5 Porta di Lavagine Urbino città in forma di palazzo Piero della Francesca Ritratti dei duchi di Montefeltro Piero della Francesca Ritratto di Sigismondo Malatesta Urbino città in forma di palazzo 1 palazzo ducale 2 cattedrale 3 S. Domenico 4 palazzo del duca Antonio La piazza ducale Il palazzo ducale La scala Il giardino pensile Lo studiolo di Federico Lo studiolo di Federico Mantegna la camera degli sposi nel palazzo ducale di Mantova s. Maria presso s. satiro