Policy brief per le associazioni di migranti filippini

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Policy brief per le associazioni di migranti filippini
 POLICY BRIEF INDIRIZZATO ALLE ASSOCIAZIONI DI IMMIGRATI FILIPPINI IN ITALIA Negli ultimi anni il rapporto tra migrazioni e sviluppo è divenuto oggetto di una crescente at‐
tenzione a livello internazionale, sia a causa dell’inarrestabile pressione migratoria, sia per la consapevolezza, mai così chiara nella storia, dell’interdipendenza tra le diverse regioni del pianeta e, in particolare, tra quelli che, sia pur impropriamente, sono comunemente definiti il “Nord” e il “Sud” del mondo. L’obiettivo di rendere il governo e la governance della mobilità umana uno degli elementi cardine delle politiche di sostegno allo sviluppo è oggi annoverato tra le priorità delle princi‐
pali agenzie internazionali, dell’Unione Europea e, sempre più spesso, degli Stati d’origine e di destinazione dei flussi migratori. In questo nuovo scenario, l’empowerment delle comunità immigrate e la mobilitazione delle associazioni sono considerati una leva strategica per la va‐
lorizzazione delle rimesse e il lancio di iniziative e progetti in grado di contribuire allo svi‐
luppo economico e sociale delle comunità d’origine. È in questo scenario, ricco di nuove opportunità, che si è collocato il progetto internazio‐
nale Mapid, Migrants’ Associations and Philippine Institutions for Development, realizzato dallo Scalabrini Migration Center di Manila, la Commission on Filipinos Overseas, l’Università di Valencia e la Fondazione ISMU di Milano, nell’ambito del programma comunitario Aeneas. Attraverso un piano triennale di attività di ricerca, formazione e diffusione delle best practices, Mapid ha inteso rafforzare le capacità progettuali delle associazioni filippine in Italia e Spa‐
gna e delle agenzie governative nelle Filippine, ma anche offrire indicazioni operative ai dif‐
ferenti stakeholder coinvolti nella sfida del co‐sviluppo, ed in particolare ai migranti filippini e alle loro associazioni, alle istituzioni di governo dei tre paesi coinvolti nel progetto ed ai di‐
versi attori della società civile. Le note che seguono si rivolgono alle associazioni di migranti filippini (FAOs) e sono state elaborate a partire dall’esperienza del progetto Mapid, in particolare dai risultati emersi da una ricerca sull’immigrazione e sull’associazionismo filippino a Milano e Roma e dalla rifles‐
sione sul corso di formazione rivolto ai leader associativi. 1
ALCUNE OSSERVAZIONI PRELIMINARI La vita associativa della comunità filippina residente in Italia La comunità filippina in Italia, pur vantando un’anzianità di presenza ormai più che trenten‐
nale, altissimi livelli di occupazione e un notevole livello di apprezzamento da parte degli ita‐
liani, risulta poco coinvolta in processi di mobilità sociale e professionale, col risultato che moltissimi filippini continuano a svolgere un lavoro nettamente dequalificato rispetto ai loro capitali formativi. Vale dunque la pena interrogarsi su quale ruolo potrebbero svolgere le FAOs nello svecchiamento del modello d’integrazione dei filippini in Italia. Le associazioni rappresentano infatti, insieme al lavoro, la principale modalità di parteci‐
pazione dei filippini alla sfera pubblica e hanno pertanto ricchissime potenzialità nel richia‐
mare i Filippini all’azione. Tali potenzialità, però, sono state finora funzionali soprattutto alla salvaguardia dell’identità e della cultura d’origine e alla compensazione dello stress causato dalla migrazione. È necessario, ora, impegnarsi affinché le FAOs diventino lo strumento per una più completa integrazione della comunità filippina nella società italiana. Tale esigenza è avvertita con particolare urgenza dalla seconda generazione, che mostra una certa disaffezione nei confronti della vita associativa della comunità, ma che troverebbe in essa un suo spazio se le FAOs diventassero il volano per una più piena partecipazione alla vita culturale, sociale e politica del contesto di residenza. Il ruolo delle FAOs nel processo di sviluppo delle Filippine L’interesse delle FAOs per la promozione di attività capaci di sostenere il processo di svilup‐
po nelle Filippine è molto elevato ed è sostenuto anche dall’invidiabile capacità dei migranti filippini di generare reddito e accumulare risparmio. Notevole è anche la propensione dimo‐
strata dalla comunità nel mantenere viva e attiva una fitta rete di legami transnazionali tra paese ospite, paese d’origine e altri paesi di residenza della diaspora filippina. A controbilanciare tali aspetti spiccatamente positivi, vi sono però varie criticità, che ri‐
guardano in particolare la debolezza delle FAOs in termini finanziari, organizzativi e di radi‐
camento nel contesto italiano. Manca inoltre una riflessione sistematica e la conoscenza di quegli strumenti e di quelle iniziative che potrebbero offrire un contributo significativo a un processo di cambiamento con un certo impatto nel medio e lungo periodo. In effetti, l’impegno delle associazioni si è finora manifestato soprattutto attraverso attività filantropiche e interventi di soccorso nelle situazioni d’emergenza. Si tratta solitamente di azioni atte a lenire temporaneamente condizioni di difficoltà e disagio, che rischiano però di riprodursi se manca, da parte degli attori e delle istituzioni dei territori coinvolti, la volontà e la capacità di creare le condizioni per un definitivo sradicamento delle situazioni di bisogno, o per la loro presa in carico da parte delle istituzioni locali. 2
INDICAZIONI PER UN’EVOLUZIONE DEL RUOLO DELLE ASSOCIAZIONI Empowerment individuale Innanzitutto, ai fini del rafforzamento della capacità delle FAOs di diventare agenti di svi‐
luppo nel paese d’origine e di destinazione, è cruciale una migliore integrazione dei migranti filippini in contesto italiano, che favorisca percorsi di mobilità professionale e una maggior partecipazione alla vita della società ospite. Per raggiungere questo scopo è necessario che le FAOs lavorino nella direzione di un empowerment del singolo, agendo in particolare sui se‐
guenti aspetti: a) Il potenziamento delle competenze nella lingua italiana. È fondamentale promuovere la consa‐
pevolezza che non basta possedere limitate abilità linguistiche funzionali a destreggiarsi nel lavoro quotidiano. L’apprendimento della lingua del paese ospite è un passo strategico per una piena partecipazione al contesto di residenza e per l’accesso alle opportunità che esso offre. È importante quindi che le FAOs diffondano una migliore informazione sulla ricca offerta di corsi di italiano esistenti nelle diverse città e accessibili anche online (nota 1). b) La promozione all’interno della comunità di una cultura imprenditoriale e, per coloro che desiderano cimentarsi in un’attività di lavoro autonomo, della conoscenza delle tecniche di incubazione e gestione d’impresa. È infatti diffuso l’interesse verso la possibilità di av‐
viare un’attività in proprio e verso strategie di mobilità professionale seguite oggi da molti immigrati di altre nazionalità; le informazioni e le competenze necessarie per intraprende‐
re una simile svolta in ambito professionale risultano tuttavia scarsamente diffuse. È dun‐
que importante promuovere una migliore informazione sulle opportunità formative pre‐
senti sul territorio accessibili sia agli immigrati di prima generazione sia, a maggior ragio‐
ne, a quelli di seconda generazione. Questi ultimi, in particolare, esprimono chiaramente il desiderio di intraprendere percorsi professionali diversi da quelli dei genitori, ma spesso si ritrovano a battere strade completamente nuove, con pochi esempi da emulare e punti di riferimento cui appoggiarsi (nota 2). c) L’avvio di servizi di accompagnamento nell’iter per il riconoscimento dei titoli di studio maturati prima dell’emigrazione. Nonostante il diffuso malcontento per il processo di dequalificazio‐
ne professionale al quale si è andati incontro con l’emigrazione, pochi migranti filippini hanno tentato di intraprendere tali procedure, scoraggiati dalla scarsa conoscenza della normativa e dalla convinzione che agli immigrati sia comunque precluso l’accesso a un la‐
voro qualificato. d) L’alfabetizzazione finanziaria. Nonostante l’altissima capacità di generare reddito, i migranti filippini non sembrano avere un sufficiente livello di conoscenza della strumentazione fi‐
nanziaria e delle soluzioni d’investimento disponibili in Italia e nelle Filippine. Manca inoltre la consapevolezza del proprio potere contrattuale nei confronti delle istituzioni fi‐
nanziarie, come singoli, e, ancor di più, come gruppi organizzati. La promozione di inter‐
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venti di formazione e alfabetizzazione agevolerebbe le strategie per la stabilizzazione pa‐
trimoniale delle famiglie che decidono di fermarsi in Italia e per l’impiego fruttifero dei ri‐
sparmi da investire in patria (nota 3). e) La migliore conoscenza della normativa che regola l’acquisizione della cittadinanza italiana. Gra‐
zie alle riforme attuate dallo Stato filippino, l’acquisizione della cittadinanza italiana non implica più l’obbligo a rinunciare a quella filippina ed è oggi per molti immigrati filippini in Italia un obiettivo a cui aspirare. Una componente significativa della comunità ha però un livello di conoscenza della normativa del tutto inadeguato, sia per quel che riguarda i requisiti e le procedure per l’acquisizione della cittadinanza italiana, sia per quel che ri‐
guarda la titolarità di una doppia cittadinanza. Le FAOs potrebbero svolgere un ruolo im‐
portante sia nel far circolare in modo più capillare queste informazioni, sia nello stimolare le rappresentanze del governo filippino in Italia ad agire più efficacemente in quest’ambito (nota 4). Azioni in campo culturale Accanto a queste piste d’azione rivolte all’empowerment individuale, ci sembra importante evidenziare alcuni snodi cruciali per una evoluzione del rapporto tra la comunità filippina e la società italiana. In quest’ambito, le associazioni potrebbero avere un importante ruolo di sensibilizzazione dei propri membri. a) La messa a tema della questione dei diritti e dei doveri di cittadinanza. Come già si è accenna‐
to, grazie alla possibilità di avere una doppia cittadinanza, è ipotizzabile una forte crescita, nei prossimi anni, del numero di filippini che si “italianizzeranno”. Tuttavia, la scarsa “qualità” della democrazia nel paese d’origine, così come l’impatto con la società italiana, che si distingue nel contesto europeo per la sua scarsa cultura della legalità e per il debole senso dello Stato, non sono certo premesse ottimali per la maturazione di un senso civico. Proprio per questo, l’educazione civica deve essere una priorità delle azioni rivolte alla co‐
munità filippina, con l’obiettivo di trasmettere l’idea che l’essere cittadino di una società dovrebbe implicare una maggiore sensibilità sia per i propri diritti, a partire da quello di essere trattato da uguale, sia per i propri doveri, tra cui quello di partecipare alla vita so‐
ciale, culturale e politica del paese, fornendo il proprio apporto in termini di idee, capacità e progetti. b) L’enfatizzazione dell’importanza di un impiego regolare che implichi la partecipazione alla pro‐
duzione del benessere collettivo. In particolare, è fondamentale diffondere consapevolezza sul fatto che la qualità “sociale” di un paese dipende dalla sua capacità (intesa ovviamente in riferimento alla sua popolazione) di essere virtuoso, corretto e solidale anche nei rapporti economici e di lavoro tra i cittadini, le imprese e le istituzioni. Occorre che nella comunità filippina si diffonda la consapevolezza che lo Stato siamo noi; affermazione apparente‐
mente banale ma che sottende invece un concetto molto alto e molto nobile: nulla di ciò che singolarmente produciamo rimane e finisce nel nostro ambito, ma ha una rilevanza 4
sulla “societas” costituita dalla comunità nella quale le nostre azioni trovano campo e rap‐
presentazione. Da uno Stato democratico, equo e giusto richiediamo, anzi a volte preten‐
diamo, tutela, garanzia circa la nostra vita, la nostra salute e il nostro futuro, in termini di tranquillità economica e stabilità sociale. Ci siamo mai posti la domanda di quanto costa tutto ciò e chi e con quali risorse debba provvedere al perseguimento di tale risultato? Un’occupazione (sia essa di lavoro dipendente che autonomo o imprenditoriale) che sia svolta in forma regolare, disciplinata da un contratto e che quindi produca reddito non so‐
lo per la persona ma anche per la comunità attraverso una fiscalità giusta ed equamente distribuita, garantisce stabilità socio‐economica al singolo e provviste e risorse continue al‐
lo Stato che può così attendere, attraverso la mutualità, alla funzione primaria di ammini‐
stratore, gestore ed erogatore del bene comune. Ma il lavoro è un’attività produttiva tesa a procurarci i beni essenziali (ma anche quelli superflui!) necessari per la nostra vita che ne impegna però solo una parte; prima e soprattutto dopo il nostro ingresso nel mercato del lavoro, gli stessi bisogni, accompagnati anche ad altri (prima ad esempio quelli legati alla nostra formazione culturale e dopo al crescente, in quanto fisiologico, bisogno di cura e sa‐
lute) troveranno un’adeguata corresponsione solo se ed in quale misura durante la nostra fase di produzione parte del nostro reddito avrà contribuito ad alimentare quegli istituti che la comunità ha da tempo costituito per il perseguimento di tali obiettivi. La fiscalità generale, quella previdenziale e contributiva sono tutte alimentate dal reddito dei cittadini e delle imprese e sappiamo che la parte preponderante di tale ricchezza è prodotta dal la‐
voro purché ufficiale, regolamentato e certificato. Tanto più il lavoro (e quindi il reddito) di un paese emerge dal vortice di un mercato senza regole e senza diritti, tanto più ogni singolo cittadino diventa ricco per sé riuscendo però nel contempo ad accrescere il capitale comune e condiviso. c) Una riflessione sulla gestione delle posizioni pensionistiche. A fronte di una presenza più che trentennale della comunità filippina in territorio italiano, emergono ormai con una certa frequenza i bisogni dei migranti che si avvicinano alla terza età. Da un lato si fa sempre più urgente un’azione a livello politico per la rivendicazione della possibilità di trasferire nel paese d’origine i diritti pensionistici accumulati in emigrazione. Dall’altro, è indispen‐
sabile un accurato lavoro per la promozione, all’interno della comunità filippina, della consapevolezza dell’utilità di contribuire, con i propri versamenti, all’apparato del welfa‐
re. Cruciale è quindi insistere sull’importanza della regolarità dei contratti di lavoro, re‐
quisito fondamentale per garantirsi un adeguato livello di contribuzione. Infatti, per effet‐
to di un tratto culturale cui già si è fatto riferimento, molti migranti filippini tendono ad assegnare in prima istanza ai famigliari l’obbligo di farsi carico dei più anziani, sottovalu‐
tando, di conseguenza, le opportunità offerte da un sistema istituzionalizzato di socializ‐
zazione dei rischi e i doveri fondamentali cui ottemperare per poterne usufruire. Altrettanto necessaria appare l’informazione circa la previdenza complementare, il secon‐
do pilastro del sistema pensionistico italiano, che si sviluppa parallelamente alla previ‐
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denza obbligatoria. Introdotta in Italia solo di recente, essa offre numerosi vantaggi ed op‐
portunità, di cui molti migranti sembrano ancora all’oscuro (nota 5). Empowerment delle associazioni Per potenziare la propria azione ai fini dell’integrazione in Italia e dello sviluppo nelle Filip‐
pine, le FAOs sono chiamate a intraprendere un processo di evoluzione interna. Le linee gui‐
da su cui impostare questo processo di trasformazione dovrebbero essere le seguenti: a) Un ripensamento degli obiettivi delle FAOs, con un passaggio dall’enfasi sulla funzione aggregativa a una maggiore specializzazione funzionale. Dopo più di trent’anni di presen‐
za in Italia, la comunità rivela bisogni che vanno ben al di là dell’incontrarsi, preservare la cultura d’origine e aiutarsi nelle fasi più difficili della migrazione. Per rispondere ai reali bisogni della comunità nel suo complesso, la pratica associativa deve prefiggersi obiettivi nuovi, specifici e ben determinati, da realizzare attraverso programmi strutturati, a lungo termine, pensati e implementati in sinergia con le altre realtà attive sul territorio. b) Una professionalizzazione delle strutture associative. È cruciale la sensibilizzazione dei membri all’importanza della formazione, per un incremento delle competenze della FAO nel campo della comunicazione, della leadership, dell’organizzazione e della progettazio‐
ne. Perdere poche ore di lavoro retribuito per investire nella formazione è una scelta real‐
mente lungimirante, capace di apportare alle comunità in Italia e nel paese d’origine gran‐
di benefici nel medio e nel lungo periodo. c) L’iscrizione delle FAOs ai registri locali o nazionali delle associazioni, prerequisito fondamentale per la partecipazione ai concorsi pubblici e, molto spesso, anche ai bandi emessi da istitu‐
zioni private e fondazioni. Cogliere tale opportunità significa usufruire di un’importante possibilità di finanziamento, che consentirebbe alle FAOs l’avvio di progetti più organici e lungimiranti (nota 6). d) Un più profondo radicamento nella comunità di residenza. La capacità di stringere collabora‐
zioni sistematiche con le istituzioni locali, pubbliche e private, è un indispensabile passo per consentire alle associazioni di partecipare attivamente e incisivamente ai processi d’integrazione della comunità filippina in Italia e di sviluppo delle comunità d’origine. e) Infine, per quanto riguarda specificatamente il potenziamento del ruolo delle FAOs come agenti di sviluppo delle comunità d’origine, il vero salto di qualità sta nella capacità, da parte della diaspora filippina, di agire da stimolo per innescare un processo d’innovazione isti‐
tuzionale in grado di ampliare e arricchire il sistema di welfare del paese d’origine, nel cui contesto famiglie e società civile giochino un ruolo complementare a quello del settore pubblico, senza però in alcun modo sostituirsi a quest’ultimo (nota 7). 6
NOTE: NOTA 1) Segnaliamo, a questo proposito, il corso online di italiano come lingua seconda promosso dalla Fonda‐
zione ISMU sulla piattaforma Moddle nell’ambito del progetto “Parliamoci Chiaro”: http://parliamocichiaro.ismu.org NOTA 2) Segnaliamo a questo proposito: CESAIM – Centro per lo Sviluppo e l’imprenditoria dei Migranti Offre: ai migranti aspiranti imprenditori sostegno e accompagnamento alla costituzione e gestione di impresa; alle associazioni sostegno nell’iter di registrazione, nella ricerca fondi e nello svolgimento delle attività; ai singoli un servizio di informazione ed orientamento in ambito burocratico, finanziario, sanitario e lavorativo; Sede: via Bolzano, 10 ‐ 20127 Milano, fermata metro Rovereto cell. 389.9816231 Tel. 02.43124711 Orario di apertura sportelli: dal lunedì al venerdì, dalle 9.30 alle 18. Seniores Italia Sostiene a titolo gratuito le organizzazioni del terzo settore, promuovendo le iniziative di nuova imprenditoriali‐
tà sociale, in collaborazione con i relativi consorzi e gli enti pubblici o privati che operano a sostegno di tali real‐
tà. Sede nazionale: Via Luigi Montuori, 5 ‐ 00154 Roma Tel.: 06 4819540 Email: [email protected] Coordinatore Lombardia: Nome: Giosuè Ravone, Email: [email protected] Fondazione Risorsa Donna Sostiene l’imprenditorialità femminile attraverso programmi formativi ed altre iniziative. Sede: Viale Aventino, 36 ‐ 00153 Roma Tel: 06 57289655 Segnaliamo, inoltre, le dispense realizzate nell’ambito del progetto MAPID, di cui può essere richiesta copia alla Fondazione ISMU per il loro impiego a scopi formativi. NOTA 3) Segnaliamo, a questo proposito, le dispense realizzate nell’ambito del progetto MAPID, di cui può es‐
sere richiesta copia alla Fondazione ISMU per il loro impiego a scopi formativi. NOTA 4) Consulta i documenti Requisiti per acquisizione della cittadinanza italiana e Documentazione per doppia cit‐
tadinanza sul sito. Per quanto riguarda l’acquisizione della cittadinanza italiana, ci limitiamo in questa sede a segnalare sintetica‐
mente che, ai sensi della legge 5 febbraio 1992, n. 91 e successive modifiche e integrazioni: a) può acquisire la cit‐
tadinanza italiana per beneficio di legge il/la cittadino/a straniero/a che sia nato/a in Italia e vi abbia risieduto le‐
galmente, senza interruzioni, fino alla maggiore età; deve però dichiarare entro il diciannovesimo anno di età di voler acquisire la cittadinanza italiana; può richiedere la cittadinanza italiana il/la cittadino/a straniero/a mag‐
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giorenne, nato/a in Italia, legalmente residente in Italia da almeno 3 anni; può richiedere la cittadinanza italiana il/la cittadino/a straniero/a che risieda legalmente in Italia da almeno 10 anni; può richiedere la cittadinanza ita‐
liana il/la cittadino/a straniero/a coniugato/a con un/una cittadino/a italiano/a dopo 2 anni dalla data del matri‐
monio se risiede in Italia, o dopo 3 anni dalla data del matrimonio se risiede all’estero. Tali termini sono ridotti della metà in presenza di figli nati o adottati dai coniugi. NOTA 5) Per informazioni e consulenze circa queste questioni, si consiglia di rivolgersi ai patronati sindacali. Scrivendo all’indirizzo [email protected] si potrà essere orientati verso i servizi più adeguati rispetto ai bisogni di volta in volta espressi. NOTA 6 Per assistenza nell’iter di registrazione della FAO (fin dalla stesura o traduzione dello statuto e atto costitutivo), consigliamo di rivolgersi ai seguenti servizi di consulenza rivolti ad associazioni: CESAIM ‐ Centro per lo Sviluppo e l’imprenditoria dei Migranti (Vedi sopra.) Ciessevi Offre corsi di formazione e servizio di consulenza alle associazioni di volontariato. Inoltre mette a disposizione delle organizzazioni di volontariato unʹaula di 50 posti da utilizzare per corsi, incontri, eventi ecc. Sede: Piazza Castello 3 ‐ ‐ 20121 Milano (MM1 Cairoli, Cadorna ‐ MM2 Cadorna) Orari: da lunedì a venerdì 9‐13/14‐17 Tel.: 02 4547 5850 ‐ Fax 02 4547 5458 Email: [email protected] CESV ‐ Centro Servizi per il Volontariato Sede: Via Liberiana, 17, 00185 Roma Tel: 06 491340 NOTA 7. Segnaliamo a questo proposito la mappatura realizzata dallo Scalabrini Migration Center nell’ambito del progetto Mapid, che censisce le istituzioni filippine interessate a promuovere lo sviluppo attraverso una fat‐
tiva collaborazione con le FAOs, segnalando i loro principali punti di interesse e d’azione. La mappatura è con‐
sultabile al link: http://www.smc.org.ph/MAPID/mapid.html 8