Report della Visita di studio, Stoccolma 3
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Report della Visita di studio, Stoccolma 3
Progetto PON-FSE “Supporto alla Transnazionalità’” Progetto PON-FSE “ Monitoraggio e valutazione e diffusione delle conoscenze” Report della Visita di studio, Stoccolma 3-4 Ottobre 2013 Politiche attive del lavoro per i giovani: il caso della Svezia Indice Premessa 1. Scheda di contesto 1.1. Il modello di intervento in materia di politiche del lavoro in Svezia 1.2. Lo Youth Guarantee (“Jobbgarantin för ungdomar”) 1.3. L’attività di outreach e il modello di intervento del Progetto Unga In 2. La visita di studio 2.1. Le strategie per l’occupazione giovanile di Arbetsförmedlingen 2.2. Social media e strumenti di comunicazione promossi dai Servizi per l’impiego 2.3. Il progetto “Unga In” 2.4. L’attività diretta di outreach 3. Gli “sportelli” del Progetto Unga In a Stoccolma 3.1 Il Centro Jobbgarage di Tensta, Stoccolma 3.2 Lo sportello giovani Unga In presso la Fondazione Fryshuset di Stoccolma 1 Premessa Il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali – DG PAPL e Italia Lavoro hanno richiesto all’Arbetsförmedlingen, i Servizi pubblici per il lavoro della Svezia, di organizzare un incontro a Stoccolma, per confrontare le rispettive strategie rispetto alla “Youth Guarantee” (Garanzia per i Giovani) e conoscere meglio le politiche, i programmi e gli strumenti per combattere la disoccupazione giovanile nel Paese. L’interesse specifico della delegazione italiana riguardava il progetto “UNGA IN”, con particolare riferimento all’innovativa modalità di approccio e agli strumenti di comunicazione (attività di outreach; comunicazione attraverso i social network; ricorso ai c.d. marketers, un nuovo profilo di operatore dei servizi) scelti dai Servizi per l’impiego di Stoccolma per raggiungere un target di giovani svantaggiati, marginalizzati non solo nel mercato del lavoro – e che normalmente non si relaziona con le istituzioni, a partire dalla scuola, all’amministrazione locale, ai servizi per il lavoro. Il tema è rilevante soprattutto in collegamento con il nuovo Progetto NEET, affidato dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali ad Italia Lavoro -Area Occupazione e Sviluppo Economico-, avente come target i giovani che non lavorano, e non sono impegnati nello studio o nella formazione. Più in generale, il confronto sulle politiche attive a favore dei giovani è finalizzato all’attuazione in Italia della c.d. “Garanzia Giovani”, che dovrebbe essere attivata anche con finanziamenti aggiuntivi europei a partire dal 2014. Il problema dei NEET, che in Europa nel 2012 rappresentavano il 13,2% della popolazione tra 15 e 24 anni (15,5% dei giovani tra 15 e 29 anni)1, è infatti parte del più ampio fenomeno della disoccupazione giovanile, il cui tasso negli ultimi decenni si è mantenuto costantemente più elevato di quello della popolazione adulta, anche a causa della deregolamentazione dei mercati del lavoro, che ha reso più difficoltosa la transizione dallo studio all’occupazione stabile2. In questo gruppo target, nel 2012, rientrava, in Italia, il 21,1% dei giovani tra 15 e 24 anni (23,9% dei giovani tra i 15 ed i 29 anni)3. Nell’attuale contesto di crisi economica globale, la Svezia presenta un mercato del lavoro comunque favorevole rispetto alla media europea. Nel 2012 infatti, il tasso di occupazione della popolazione in età compresa tra 15 e 74 anni è risultato il più elevato rispetto agli altri Paesi dell’Unione, attestandosi al 65,5%. Tuttavia, tale divario è andato diminuendo dal 2001 ad oggi e, con gli effetti prodotti dalla recessione, l’occupazione è scesa dal 66,8% del 2008 al dato attuale. Nonostante ciò, la Svezia ha mostrato segnali di ripresa durante l’ultimo biennio. Aumenta la popolazione attiva dello 0,9%, per un totale di 5.143.000 forze di lavoro, su una popolazione complessiva di circa 9,5 milioni di abitanti, di cui due residenti nella capitale. L’analisi tendenziale relativa al mese di agosto 2013 evidenzia poi un incremento di un punto percentuale degli occupati, pari a 4.766.000 addetti, portando così il tasso di occupazione al 66,6%. Diminuiscono invece i disoccupati, pari a 377 mila unità, con una contrazione rispetto ad agosto 2012 dell’1,1%, Fonte: Fonte: Eurostat - http://epp.eurostat.ec.europa.eu/ Young people not in employment and not in any education and training, by age and sex (NEET rates) Update: 26.06.2013 Code : EDAT_LFSE_20 2 Per ulteriori approfondimenti sul tema della disoccupazione giovanile, sui NEET e sulla Youth Guarantee in Italia ed in Europa: Italia Lavoro (2013) “I giovani e il mercato del lavoro. Le criticità della transizione dall’istruzione al lavoro e il programma Youth Guarantee”, http://bancadati.italialavoro.it/bdds/download?fileName=giovani_mercato_lavoro[05].pdf&uid=285c492d-3793-48b2-bfd1-235313f9856b; Camera dei deputati-Undicesima Commissione (Lavoro pubblico e privato). Audizione di Roberto Cicciomessere, Roma 26 giugno 2013, “Indagine conoscitiva sulle misure per fronteggiare l'emergenza occupazionale, con particolare riguardo alla disoccupazione giovanile”, http://bancadati.italialavoro.it/bdds/ViewScheda.action?product=DOCUMENTA&uid=399429a7-98fb-415c-86ee-b0bead2b1569&title=scheda. Per un confronto internazionale sulle politiche per i NEET implementate dagli Stati membri dell’UE cfr. Eurofound (2012), “NEETs - Young people not in employment, education or training: Characteristics, costs and policy responses in Europe” http://www.eurofound.europa.eu/publications/htmlfiles/ef1254.htm. 3 Secondo Eurostat nel nostro Paese si concentra circa il 17% dei NEET europei, per un totale di 1,27 milioni di persone nella classe di età 15-24 anni, numero più elevato di quello registrato nei principali Paesi europei. 1 2 per un tasso del 7,3%. Con particolare riferimento all’occupazione giovanile in età compresa tra 15 e 24 anni, in Svezia l’incidenza è diminuita dal 45% del 2001 al 40,2% del 2012, mostrando un andamento simile a quello degli altri Paesi scandinavi4. Nel 2012, a fronte di un tasso di disoccupazione globale dell’8%, quello della disoccupazione giovanile (15 24 anni) era pari al 23,7%5. La percentuale di NEET sul totale della popolazione giovanile di età compresa tra 15 e 24 anni risultava pari al 7,8% (97 mila unità, secondo Eurostat 2012)6. La visita di studio si è focalizzata sul funzionamento della Garanzia Giovani, e sul Progetto sperimentale Unga In dedicato a quell’area dei NEET maggiormente problematica e lontana dal mercato del lavoro. Possibili sviluppi degli incontri avuti sono rappresentati dall’approfondimento del profilo professionale dei marketers, figura-chiave delle attività di outreaching, di cui Arbetsförmedlingen ha recentemente mappato le competenze; inoltre, nei primi mesi del 2014 potrà essere realizzata una visita di studio in Italia di una delegazione svedese dei Servizi pubblici per l’impiego interessata alle attività del Progetto AMVA, presentato nel corso della visita a Stoccolma, e più in particolare delle Botteghe di Mestiere. 1. Scheda di contesto 1.1. Il modello di intervento in materia di politiche del lavoro in Svezia Il modello di intervento in materia di politiche del lavoro adottato nel Paese poggia sulla seguente architettura: • • l’organismo che presiede agli interventi di politica del lavoro è Il Ministero del Lavoro, uno dei dipartimenti più grandi del Governo svedese7. Il principale obiettivo è la creazione delle condizioni per uno stato sociale migliore e per un’occupazione in crescita, con un focus di attività concentrato sui singoli individui che sulle imprese. È responsabile per la gestione delle tematiche riguardanti i Servizi per il lavoro, l’implementazione delle politiche per il mercato del lavoro, adattabilità e riabilitazione alla professione, così come altre aree di responsabilità, tra cui disabili e sovvenzioni per lo stato di disoccupazione, in aggiunta a iniziative rientranti nel Fondo sociale europeo. la rete dei servizi pubblici per il lavoro poggia su Arbetsförmedlingen che, riformata nel 2009, ha il compito di gestire l’incrocio domanda-offerta. L’Agenzia, con un organico di 13.055 dipendenti (il 67% dei quali donne)8, ha come compito l’assistenza personalizzata verso i propri clienti durante tutto il percorso di inserimento o reinserimento professionale. Offre anche corsi di formazione, con l’ottica di adeguare le competenze alle esigenze provenienti dalla domanda. Attua, inoltre, specifici programmi diretti ai disoccupati di lunga durata e alle categorie di soggetti più svantaggiate, tra i quali il programma di garanzia per l’occupazione e la crescita professionale e quello a sostegno del lavoro giovanile. La condizione economica generale e la situazione del mercato del lavoro modificano i bisogni di questi programmi, che, dunque, vengono adattati nel tempo. Dai dati contenuti nel rapporto annuale 2011, emerge che, su un totale di 1.074.000 di soggetti in cerca di lavoro registrati presso i Servizi, 563 mila sono stati ricollocati nel corso dell’anno9. “Statistics Sweden, The Labour Force Surveys, 2nd quarter 2013”, August 2013 Fonte: Eurostat Unemployment statistics http://epp.eurostat.ec.europa.eu/statistics_explained/images/8/8b/Youth_unemployment%2C_2012Q4_%28%25%29.png 6 Fonte: Eurostat - Young people not in employment and not in any education and training, by age and sex (NEET rates) Update: 26.06.2013 Code : EDAT_LFSE_20 - http://epp.eurostat.ec.europa.eu/portal/page/portal/product_details/dataset?p_product_code=EDAT_LFSE_20 7 Per approfondimenti, consultare il sito del Ministero: http://www.government.se/sb/d/8281 8 “Arbetsförmedlingen in brief- 2012/2013” 9 “Annual Report of the Swedish Public Employment Service – 2011”, Arbetsförmedlingen, Agosto 2012. 4 5 3 • i partner privati. Arbetsförmedlingen collabora con provider privati, sia imprese, associazioni sindacali, e organismi del terzo settore, acquistando servizi diretti all’inserimento nel mercato del lavoro dei soggetti più svantaggiati. Il modello svedese di governance, in estrema sintesi, opera affidando al sistema pubblico dei servizi una funzione primaria di screening dell’utenza e di prima assistenza ai lavoratori disoccupati, inclusa la verifica dei requisiti per il sussidio di disoccupazione10. Quest’ultimo è stato oggetto di un processo di riforma introdotto nel gennaio del 2007 e prevede, come condizione necessaria per poterne beneficiare, che nei 12 mesi antecedenti l’ingresso nella disoccupazione, il lavoratore sia stato impiegato per almeno sei mesi, per almeno 80 ore mensili (oppure abbia lavorato per almeno 480 ore in un periodo di sei mesi consecutivi e comunque con 50 ore lavorate al mese)11. Agli operatori privati specializzati è spesso attribuita la funzione di implementazione delle politiche attive finanziate con risorse pubbliche, riservate alle categorie di disoccupati di lungo periodo, e alle persone maggiormente “distanti dal mercato del lavoro”. Nel modello svedese è tuttavia prevalente la collaborazione tra servizi pubblici: un’importante forma di collaborazione è quella, ad esempio, con Försäkringskassan, l’Istituto di sicurezza sociale, finalizzata al reinserimento lavorativo di persone con gravi problemi di salute. Peraltro, va sottolineato che il Servizio pubblico per il lavoro svolge una funzione di controllo sulle attività dei providers al fine di verificare l’applicazione degli standard di prestazione concordati nell’appalto di affidamento. Per quanto riguarda l’organizzazione funzionale dei Servizi pubblici per il lavoro, Arbetsförmedlingen è strutturata con una sede centrale a Stoccolma, da cui dipendono 320 centri per l’impiego su tutto il territorio, che presidiano il processo di “matching” per 54 aree merceologiche12. L’Agenzia è finanziata dal Governo svedese, che ha stanziato nel 2013 circa 8 miliardi di euro per il suo funzionamento (69,6 miliardi di corone)13. Dati più completi sono quelli relativi al 2010, quando le risorse ammontavano a 9 miliardi di euro (79 miliardi di corone), di cui 6 miliardi destinati a sostegno delle prestazioni di disoccupazione e alle attività di supporto ai partecipanti coinvolti nei programmi del mercato del lavoro. La dotazione rimanente era così allocata: • 912 milioni di euro per l’acquisto di servizi da partner privati e per il sostegno alle misure da essi promosse; • 1,2 miliardi di euro destinati ai programmi per i disabili ed ai relativi incentivi economici; • 684 milioni di euro a copertura dei costi amministrativi e gestionali dell’Agenzia. Le risorse destinate al target giovani, sempre considerando la gestione finanziaria 2010, pur se difficili da quantificare, ammontano ad almeno 319 milioni di euro ed includono il supporto alle attività rientranti nel programma “Youth Guarantee” e relative misure connesse14. Il sistema svedese, in estrema sintesi, risulta perseguire gli obiettivi sanciti, a livello comunitario, dalla strategia Europa 2020: ampia occupazione, maggiore qualità e produttività nel lavoro, coesione sociale e territoriale rafforzata. Nel complesso, l’obiettivo principale delle riforme adottate per contrastare la crisi e ridurre l’esclusione dal mercato del lavoro è quello di rafforzare gli incentivi al lavoro e stimolare l’economia nazionale, combinando insieme misure atte a favorire la creazione di posti di lavoro e ad accrescere le opportunità lavorative soprattutto di coloro che sono fuori (o rischiano di essere espulsi) dallo scenario occupazionale. Il modello di intervento svedese si sostanzia sulla base dei seguenti principi: “Youth Guarantees – Sweden”, Peer country paper Youth Guarantees, Pes to Pes Dialogue, European Commission, Marzo 2011 Ibidem, nota 6 12 Benchmarking sulle Agenzie Tecniche in Europa – Scheda Paese Svezia, Italia Lavoro 2011 13 Parlamento Svedese, spesa per le politiche del lavoro 2013, dati aggiornati a settembre 2013 14 Ibidem, nota 6 10 11 4 • le politiche attive del lavoro si basano sui principi dell’attivazione dell’offerta e dello sviluppo delle competenze professionali: le misure attive hanno priorità su quelle passive. Elemento fondamentale nell’implementazione di questa strategia d’azione, è l’obbligo del disoccupato di rimanere a disposizione per eventuali inserimenti in programmi per l’occupazione; • i programmi di politiche attive del lavoro sono sempre concepiti in modo da non interferire con l’eventuale ricollocazione sul mercato del lavoro. Anche il sussidio alla disoccupazione è sempre relazionato all’obbligo del disoccupato ad accettare un posto di lavoro, o l’inserimento in un programma quando questa eventualità si prospetti; • viene data priorità alla prevenzione e riduzione della disoccupazione a lungo termine, e quindi ai disoccupati di lunga durata e ai target a rischio di diventarlo: giovani, immigrati con poca esperienza lavorativa, disabili o ultracinquantenni con scarsa scolarizzazione. Concentrando l’analisi sul target giovani, a livello nazionale, le politiche giovanili svedesi avevano, fino ad alcuni anni fa, carattere universale, essendo dirette a tutti i giovani. Più di recente, tuttavia, Governo e Parlamento si sono orientati verso iniziative mirate soprattutto ai giovani svantaggiati e, negli ultimi anni, sono aumentati i programmi specifici per i giovani che accedono al mercato del lavoro. In linea generale, alcune valutazioni hanno evidenziato un livello limitato di efficacia dei programmi mirati ai giovani; tuttavia risulta che servizi intensivi personalizzati, come il coaching, aiutino a ridurre la disoccupazione ed aumentare la probabilità che i giovani trovino lavoro15. In Svezia, le politiche giovanili fanno capo al Ministero degli Affari Giovanili che collabora con altri ministeri, in quanto il tema è trasversale rispetto ad altre aree tra le quali welfare e sanità. Tra gli obiettivi principali vi è quello di fornire pari opportunità e migliori condizioni di vita alla popolazione nella fascia di età 13-25 anni, su aspetti quali il tempo libero, l’istruzione, il lavoro, e la salute. Le politiche giovanili in Svezia sono periodicamente monitorate: ogni quattro anni si analizzano gli 80 indicatori delle condizioni di vita dei giovani e annualmente si organizza un incontro nazionale dei soggetti pubblici e privati che si occupano di giovani, al fine di condividere e scambiarsi le migliori prassi sul tema. Una particolarità del sistema svedese è che la responsabilità e la titolarità nell’attivazione delle politiche per i giovani fa capo alle Municipalità, nell’ambito degli obiettivi fissati dal Parlamento e fatti propri dal Governo centrale. L’Amministrazione comunale è responsabile dell'istruzione obbligatoria fino a 16 anni e dell'istruzione secondaria da 16 fino a 19 anni, inoltre gode di un ampio margine di autonomia nell’applicazione degli indirizzi politici nazionali. In base alla legge, ogni Comune è tenuto a seguire i giovani di età compresa tra 16 e 19 anni che non sono iscritti nella scuola secondaria, per verificare se sono al lavoro, in formazione o disoccupati, e a comunicare tali informazioni all'Agenzia nazionale per l'istruzione e ai servizi per l’impiego. Nel corso degli ultimi anni, Arbetsförmedlingen ha intensificato i propri sforzi diretti all’occupazione giovanile, con particolare attenzione verso i soggetti più vulnerabili del mercato del lavoro, tra cui i NEET, anche attraverso il rafforzamento della cooperazione con i Comuni. Oggetto della visita di studio realizzata da Italia Lavoro è stato proprio il progetto finanziato dal FSE, denominato “Unga In”, per i giovani appartenenti ad un’area di disagio sociale, che rappresenta una delle sperimentazioni più innovative per i Servizi Pubblici per l’Impiego, perché consente di interagire con gli altri attori istituzionali che presidiano le politiche sociali, scolastiche e della salute16. Fonte: Eurocities (2011): The active inclusion of young people: Stockholm http://nws.eurocities.eu/MediaShell/GetMediaBytes?mediaReference=69526 16 Per una descrizione più dettagliata del Progetto “Unga In” vedi oltre. 15 5 In Svezia i giovani possono iscriversi ai Servizi pubblici per il lavoro appena terminato il ciclo di istruzione obbligatoria. Una volta registrati, ed entro 90 giorni, viene predisposto un piano di azione individuale, con il supporto di un operatore del centro per l’impiego (analogamente a quanto avviene con il “personal adviser” di Jobcentre Plus nel Regno Unito). Tale piano descrive i fabbisogni dell’individuo e individua le azioni da adottare nel trimestre. Le attività previste si concentrano principalmente nel servizio di matching; ai giovani viene inoltre offerta consulenza sulla stesura efficace dei curricula e delle lettere di presentazione, al fine di presentarsi nel migliore dei modi negli eventuali colloqui di lavoro, e viene messo a disposizione dei giovani il database delle vacancies e la rete dei rapporti con le imprese. Altra caratteristica di riferimento durante i primi 90 giorni di registrazione al CPI, è la presenza costante dei consulenti della rete EURES. Essi forniscono informazioni sulle possibilità occupazionali e formative all’interno dell’Unione europea, rimborsando al giovane (se in età superiore a 20 anni) le spese di trasporto per lo svolgimento del colloquio di lavoro, sostenute in Svezia e in altri Paesi membri. I Centri per l’impiego si occupano in particolare di fornire supporto personalizzato ai giovani tramite le seguenti azioni17: • misure di attivazione immediata, per i giovani al di sotto dei 25 anni che si registrano come disoccupati presso i CPI; • sostegno al completamento dei percorsi di istruzione obbligatoria o superiore, mediante un’iniziativa sperimentale (prevista concludersi per il 2014), volta ad accrescerne la partecipazione; • riduzione al 50% dei contributi per la sicurezza sociale, a carico del datore di lavoro, per tutti i giovani, anche se non disoccupati, fino a 26 anni; • promozione dei contratti di lavoro a tempo determinato, di durata non superiore a due anni (denominati ALVA), diretti all’inserimento nel mercato del lavoro per tutti quei giovani privi o con poca esperienza professionale; • incentivi alla mobilità professionale, destinati ai giovani in età non superiore a venti anni, disoccupati da almeno 12 mesi. Si traducono in sovvenzioni a copertura delle spese di trasloco, di alloggio e di raggiungimento del luogo di lavoro. 1.2. La Youth Guarantee (“Jobbgarantin för ungdomar”) L’approccio all’occupazione per i giovani fino a 25 anni di età risale al 1984, quando la Svezia introdusse i primi “Youth Guarantee Schemes”, periodicamente aggiornati fino al 2013, con l’attuale programma denominato “Swedish job guarantee for young people”, gestito dall’Arbetsförmedlingen. Esso assicura al giovane una valutazione personalizzata dei propri fabbisogni e un piano di inserimento occupazionale contenente una “garanzia”, che consiste in un offerta di lavoro, o in un’opportunità di studio (accademico o professionale), o in altre misure di attivazione. La Youth Guarantee, avviata nel 200918 nella sua forma attuale, mette in campo misure e attività speciali, per consentire ai partecipanti di trovare un’occupazione o riprendere gli studi nel più breve tempo possibile, riducendo il periodo di inattività dei giovani che hanno completato gli studi o perduto il lavoro. Il programma Youth Guarantee è diretto ai giovani tra i 16 ed i 24 anni, disoccupati da almeno 90 giorni negli ultimi 4 mesi. Una volta trascorso il tempo indicato, il giovane disoccupato 17 “Labour market initiatives for young people”, Government Offices of Sweden, Maggio 2013 Eurofound (2012), Recent policy developments related to those not in employment, education and training (NEETs) http://www.eurofound.europa.eu/emcc/erm/studies/tn1109042s/tn1109042s.htm - Il rapporto rappresenta la sintesi di 28 relazioni nazionali sul tema delle più recenti misure specificamente mirate ai giovani NEET o intese a promuovere la partecipazione generale dei giovani, che possano potenzialmente avere un impatto anche sui NEET. I risultati mostrano che, data la diversità della popolazione appartenente al target NEET, gli Stati membri sono orientati alla adozione di misure strategiche riguardanti vari sottogruppi di NEET , al fine di fornire un supporto più mirato e personalizzato. 18 6 viene inserito nel programma, al quale può partecipare per un massimo di 15 mesi. Per schematizzare il processo, possiamo distinguere due fasi: 1) Durante i primi tre mesi, le attività del Youth Guarantee consistono in: • valutazione approfondita dei bisogni e delle aspirazioni del giovane • orientamento scolastico e professionale • attività di ricerca di lavoro assistita da un coach. 2) Successivamente, e fino ad un massimo di 15 mesi, le attività di ricerca di un lavoro possono essere intensificate e integrate con: • esperienza di lavoro/placement • sostegno all’accesso a istruzione e formazione professionale • accesso a sovvenzioni per l’avvio di una attività in proprio • programma di riabilitazione per la ri-occupabilità. Nel corso della valutazione approfondita di bisogni ed aspirazioni del giovane, si decide se questi può essere assistito meglio dal Servizio per l’impiego oppure da fornitori esterni privati. Sulla base della valutazione effettuata dall’European Monitoring Centre on Change (EMCC) di Eurofound19 con riferimento ai programmi di youth guarantee svedese e finlandese, il programma svedese, che offre ai giovani disoccupati un’analisi personalizzata ed un piano occupazionale, seguito dalla garanzia di una offerta di occupazione o di una opportunità di studio, ha aiutato un ampio numero di giovani. La partecipazione al progetto è cresciuta dai circa 10.000 partecipanti del 2008 a oltre 53.000 nel 2010, con una percentuale di successo stimata intorno al 46%, in linea con i passati programmi di youth guarantee svedesi: nel complesso, fino alla crisi economica, il programma si è dimostrato valido. Con la crisi economica, è diventato più difficile sia ottenere i risultati attesi, che offrire i servizi nei tempi previsti, a causa dell’incremento del lavoro degli SPI. Il documento evidenzia alcuni dei principali punti di forza: • il programma consente ai giovani partecipanti di assumere decisioni più consapevoli rispetto alla loro transizione dallo studio al lavoro, • migliora e velocizza il servizio offerto ai giovani, focalizzando l’impegno degli SPI sulle caratteristiche e le specifiche esigenze del target giovanile • l’azione tempestiva è utile ad evitare le conseguenze di lungo termine di una disoccupazione giovanile protratta nel tempo (scoraggiamento, isolamento, maggior rischio di problemi di salute fisica e mentale) • efficacia in particolare nei confronti dei giovani pronti per il mercato del lavoro. D’altro canto, vengono evidenziati i seguenti punti di debolezza: • scarsa efficacia delle misure, nel caso di disoccupati di lunga durata o comunque di giovani più vulnerabili e lontani dal mercato del lavoro • efficacia di breve termine delle misure, in quanto non vengono risolti i problemi strutturali del target, quali la mancanza di competenze e di qualifiche Eurofound (2012) - Youth Guarantee: Experiences from Finland and Sweden (2012) http://www.eurofound.europa.eu/pubdocs/2012/42/en/1/EF1242EN.pdf Lo studio fa parte di una più ampia valutazione delle politiche introdotte dagli Stati membri per migliorare l'occupabilità dei giovani. Questo documento esamina in particolare i punti di forza e di debolezza dei sistemi di youth guarantee introdotti in Finlandia e Svezia, paesi pionieri per quanto riguarda questo tipo di misure. 19 7 • • l’efficacia di tali misure dipende fortemente dalla situazione del mercato del lavoro nazionale e dalle altre politiche pubbliche in vigore (es: disponibilità di offerta formativa e di tirocini/apprendistati; infrastrutture e competenze degli SPI ecc.) necessità di interventi estremamente tempestivi (i tre mesi di disoccupazione richiesti per l’accesso al programma potrebbero essere eccessivi). 1.3. L’attività di outreach e il modello di intervento del Progetto Unga In Le più recenti ed efficaci misure dirette a migliorare l’occupazione giovanile tendono ad utilizzare una vasta gamma di soluzioni innovative per raggiungere il loro target, tra cui spiccano le attività di outreach, alle quali si fa ampio ricorso in particolar modo al fine di entrare in contatto con le fasce dei giovani disoccupati più difficili da raggiungere 20, perché più lontani dal mercato del lavoro, come ad esempio i NEET. L’outreaching implica non di rado l’interazione tra Servizi pubblici per l’impiego e le principali organizzazioni di volontariato o giovanili, in grado di raggiungere in modo più efficace determinati target, oppure prevede l’offerta di prestazioni proprio nei luoghi più frequentati dai giovani appartenenti al target di riferimento. Altrettanto rilevante è l’utilizzo di personale dotato delle competenze, dell’esperienza e del profilo “giusto”, tale da ispirare fiducia nei soggetti che si vuole coinvolgere nell’offerta di servizi e nella fornitura di supporto, tagliati per lo specifico target. Nel Progetto Unga In21, rivolto ai giovani NEET, l’Arbetsförmedlingen ha adottato una strategia di intervento innovativa per l’Agenzia stessa, basata su attività di outreaching e sulla ricerca di modalità/strumenti di comunicazione efficaci in grado di “agganciare” il target di riferimento (es. social network, marketers, apertura di “sportelli giovani” di progetto in centri -già funzionanti- che costituiscono poli di aggregazione giovanile); su un approccio olistico nell’affrontare le problematiche dell’utente (es. i team di lavoro multidisciplinare assicurano un servizio personalizzato volto ad affrontare contemporaneamente le diverse problematiche del disagio -sociale, abitativo, medico, psicologico, oltre che lavorativoche sono di ostacolo all’inserimento socio-lavorativo; l’adozione nell’ambito dei servizi di orientamento della c.d. pedagogia della conseguenza, focalizzata sulla libertà di scelta e sull’assunzione delle responsabilità che ne derivano; importanza nel rapporto tra l’operatore dei Servizi e il giovane del rispetto e della fiducia reciproca, che risulta essere un aspetto prevalente ai fini del successo del progetto rispetto alle metodologie/pratiche di prestazione del servizio); su partenariati con gli attori, pubblici e privati, che si muovono sulla scena giovanile, prevedendo il rafforzamento della interazione tra organizzazioni ed enti di diversa natura: statali, locali, privati, associazioni di volontariato, creando punti di incontro e procedure operative per sostenere i giovani a rischio di esclusione sociale, e con accordi con imprese per avvicinare i giovani al mondo dell’economia e del lavoro. In generale, il termine “outreach” si applica a molti settori legati, tra l’altro, a servizi forniti nell’ambito di comunità locali ed implica, essenzialmente, la fornitura di servizi al di fuori dei tradizionali contesti istituzionale e normativo. Secondo la definizione di Wikipedia, l’Outreaching consiste nella erogazione di servizi (non richiesti) a favore di utenti che potrebbero altrimenti non avere accesso a tali servizi, da parte di operatori che si recano nei luoghi presso cui si trovano i soggetti appartenenti al target , o comunque si pongono in contatto con loro (ad esempio anche attraverso il web) .Oltre a fornire servizi, l’outreaching ha un ruolo educativo, essendo diretto anche ad aumentare la consapevolezza dei servizi esistenti. L’Outreaching è talora destinato a colmare lacune nella offerta di servizi di carattere pubblico, ed è spesso effettuata da organizzazioni non-profit, o ONG. 21 Cfr. report sulla visita di studio nel successivo paragrafo. 20 8 2. La visita di studio La visita ha offerto l’opportunità di incontrare i seguenti operatori del mercato del lavoro svedese: 1. Arbetsförmedlingen, per la presentazione dei principali programmi di occupazione giovanile e per l’illustrazione dello “Youth Guarantee” – sede centrale di Stoccolma; 2. “Centro per l’impiego” Jobbgarage, dedicato esclusivamente ai giovani, in un’area caratterizzata da un tasso elevato di disoccupazione “under 24” – sede di Tensta, Stoccolma; 3. Fondazione Fryshuset, struttura che propone diversi programmi educativi e progetti sociali, assieme ad un’ampia gamma di servizi per i giovani, sede di Stoccolma. 2.1. Le strategie per l’occupazione giovanile di Arbetsförmedlingen Con un tasso di disoccupazione generale al 7,4%, la Svezia ha saputo riprendersi dagli effetti prodotti sul mercato del lavoro dalla crisi economica e finanziaria del 2008, ritornando nel 2013 al livello pre-crisi con un tasso di occupazione al 75%. Per quanto riguarda i giovani, il valore percentuale di riferimento si attesta al 19% ad agosto 2013 (nel 2012 era del 23,6%), con un arco temporale medio intercorrente tra la perdita e la ricollocazione professionale, pari a 16 settimane. Ciò evidenzia la facilità con cui i giovani possono trovare un nuovo lavoro, rispetto ad altre categorie di persone -over 55 in primo luogo- per i quali la durata media della disoccupazione si attesta a 58 settimane (la media totale per tutte le classi di età è di 31 settimane). Il modo di calcolare la disoccupazione giovanile è cambiato nel 2007: tra i disoccupati vengono considerati anche gli studenti a tempo pieno in cerca di lavoro (circa il 40%), cosa che dà un’immagine distorta della realtà svedese. Riguardo alla condizione occupazionale giovanile, i giovani rappresentano il gruppo con maggiore mobilità, sia per quanto riguarda lo studio che il lavoro, molti studiano e lavorano. Circa il 75% dei giovani può considerarsi inserito nel mercato del lavoro. L’età media di inserimento nel mercato del lavoro è considerata piuttosto elevata: 26 anni. I giovani non costituiscono un gruppo omogeneo, ma hanno tuttavia in comune, nella maggior parte dei casi, il fatto di essere nuovi al mercato del lavoro, di non avere mai lavorato, e di non avere contatti con network del mercato del lavoro. Rappresentano un grande potenziale ed è un gruppo molto richiesto dai datori di lavoro, che spesso preferiscono giovani che non abbiano competenze specifiche, per poi formarli successivamente sulla base della cultura aziendale. Il completamento del ciclo di istruzione secondaria, però, rappresenta una condizione necessaria per l’ingresso nel mercato del lavoro, un criterio di selezione, anche in riferimento alle professioni meno qualificate. Un gruppo di difficile inserimento è pertanto rappresentato dai giovani che non hanno portato a termine gli studi liceali. In Svezia, normalmente, i giovani studiano fino all’età di 19 anni e l’Amministrazione comunale è responsabile per l'istruzione obbligatoria fino a 16 anni e per l'istruzione secondaria da 16 fino a 19 anni. Nel Paese 1 giovane su 4 non porta a termine gli studi superiori e per questo motivo una delle misure principali adottate dal Servizio pubblico per il lavoro è proprio quella di collaborare con le scuole per prendere contatto con i giovani a rischio di abbandono, adottando strumenti mirati tra cui, in particolare, l’orientamento. In base alla legge svedese, inoltre, ogni Comune è tenuto anche a seguire i giovani di età compresa tra 16 e 19 anni che non sono a scuola, per stabilire se sono al lavoro, in formazione oppure disoccupati. A loro volta i Comuni devono riferire queste informazioni all'Agenzia nazionale per l'istruzione. 9 A livello nazionale, le politiche giovanili svedesi avevano, fino ad alcuni anni fa, carattere universale, essendo dirette a tutti i giovani. Più di recente, tuttavia, Governo e Parlamento si sono orientati verso iniziative mirate soprattutto ai giovani svantaggiati e, negli ultimi anni, sono aumentati i programmi specifici per i giovani tra i 16 e i 24 anni (16-29 nel caso di disabilità). L’iscrizione ai servizi per l’impiego è facoltativa. I giovani possono iscriversi appena terminata la scuola. Dopo l’iscrizione ed entro tre mesi, viene predisposto un piano di azione individuale, con l’assistenza di un funzionario del servizio pubblico. Per i primi 90 giorni, l’attività dei CPI si limita generalmente al servizio ordinario di incrocio domanda/offerta. La gran parte dei giovani riceve anche consigli finalizzati al miglioramento del CV e delle lettere di presentazione, ed ha l’opportunità di frequentare incontri diretti alla selezione del personale. Le politiche messe a punto per contrastare la disoccupazione giovanile prevedono inizialmente un’attività di “profiling” da parte del Servizio pubblico per il lavoro, al fine di misurare la distanza effettiva dal mercato del lavoro e per rilevare i punti di debolezza che rallentano l’inserimento occupazionale. Lo strumento per la valutazione delle possibilità di inserimento è tarato su una scala da 1 a 4, dove 4 è la distanza massima, per cui occorrono misure e politiche più incisive. Si tratta di uno strumento difficile da usare con i giovani, in quanto l’età e il tempo di disoccupazione giocano un peso rilevante: nel caso dell’utenza giovanile si è cercato pertanto di considerare nella valutazione del profilo variabili aggiuntive quali il conseguimento o meno del diploma di istruzione secondaria, eventuali esperienze professionali pregresse, situazione sociale, eventuali handicap e problemi di salute, ed eventuali contatti con altri soggetti del mercato del lavoro che abbiano considerato difficile l’inserimento. A seguito della valutazione del profilo viene predisposto -entro il primo giorno di registrazione al CPI nei casi meno complessi, entro il quinto giorno per tutti gli altri- un piano di azione individuale che deve essere sottoscritto dal giovane. Il piano può eventualmente prevedere degli “early input” ovvero dei primi interventi come jobcoaching, stage in azienda, che possono essere concessi per al massimo di 4 mesi. Nell’ambito dello Youth Job Programme -il programma generale per l’occupazione giovanile- vengono messi a disposizione dell’utenza diversi servizi, dal supporto nell’incrocio domanda-offerta (es: migliorando le modalità di ricerca), all’orientamento e alla formazione, ai tirocini, fino all’incentivazione all’autoimpiego. Ulteriori servizi più mirati sono disponibili per giovani in difficoltà, disabili o che sono rimasti a lungo fuori dal mercato del lavoro per problemi di salute. La ricerca attiva di lavoro da parte del giovane è condizione per la partecipazione al programma. Arbetsförmedlingen organizza fiere e incontri con le imprese al fine di facilitare il contatto tra la domanda e l’offerta di lavoro. Se dopo 90 giorni dall’iscrizione al CPI risulta ancora in cerca di lavoro, il giovane viene inserito –obbligatoriamente- nel Programma Youth Guarantee, con cui i Servizi si impegnano a fare una proposta di lavoro, studio o formazione. Requisiti per l’accesso al programma sono la partecipazione full time allo stesso, l’età (16-24 anni, 29 se disabili) e l’iscrizione ai CPI da almeno 90 giorni. L’obbligo di inserimento nel Programma Youth Guarantee scatta dopo 3 mesi dall’iscrizione al CPI, che possono aumentare fino a 4 mesi nel caso in cui la ricerca di lavoro da parte del giovane sia stata interrotta, ad es. a causa di malattia, o –caso più raro- il giovane abbia ottenuto un lavoro full time durante il periodo intercorso dall’iscrizione al CPI. In questi casi, infatti, cambia la categoria di registrazione al CPI del giovane che, seppur temporaneamente, nel periodo della malattia o dell’impiego, non risulta “disoccupato”. Per quanto riguarda il calcolo esatto dei 90 giorni questo viene fatto dal sistema in base alla data di registrazione al CPI, avvisando il responsabile del giovane con un reminder automatico “rischio youth guarantee”. Youth Guarantee prevede un sostegno rafforzato, con una mappatura più approfondita delle competenze, orientamento e l’inserimento in una politica attiva come tirocini o formazione professionale. Durante i 15 mesi di permanenza nel Programma il giovane può fare pratica per 3 mesi presso uno stesso datore di lavoro e/o può partecipare ad un corso di formazione per 6 mesi. 10 10 11 11 L’inserimento in Youth Guarantee comporta la percezione di un sussidio (Activity benefit, aktivitetsstöd), compreso tra un minimo di 48 corone al giorno nette (5,45 euro), fino a un massimo di 223 corone nette (circa 25 euro), in base all’età e al titolo di studio conseguito. Per coloro al di sotto dei 18 anni, è prevista l’erogazione di un importo pari a 48 corone, analogo a quello che si riceverebbe come sussidio per gli studi. Il percorso di inserimento professionale è costantemente monitorato dal Servizio pubblico per l’impiego che, oltre a rilevare le attitudini lavorative o i settori potenziali di sbocco, verifica presso i datori di lavoro dove sono stati svolti i colloqui, il loro reale andamento. Se in fase di definizione del profilo il giovane risulta avere molte difficoltà di inserimento può essere deciso l’accesso immediato nella Youth Guarantee, senza aspettare i 90 giorni. La partecipazione alla Youth Guarantee dura al massimo 15 mesi. Se dopo questo periodo il giovane è ancora disoccupato, è previsto l’inserimento nel Programma Garanzia, Lavoro e Sviluppo, che è il programma generale e principale di Arbetsförmedlingen, destinato agli adulti disoccupati. A sostegno dell’occupazione giovanile Arbetsförmedlingen realizza linee di intervento e programmi specifici attraverso accordi e speciali rapporti di collaborazione con partner pubblici e privati. Per coloro appartenenti a categorie svantaggiate (es. in povertà, stranieri, con disabilità, dipendenza) viene promossa una collaborazione sinergica con i Comuni, le scuole e l’Istituto di Medicina Sociale, per agevolare l’ingresso nel mercato del lavoro. Presso ogni Centro per l’impiego è presente almeno un operatore specializzato nel gestire i casi di riabilitazione professionale. In favore dei giovani disabili sono previsti inoltre incentivi all’assunzione rivolti ai datori di lavoro o ad es. l’acquisto di strumenti che facilitino il lavoratore disabile (es. computer, sedia a rotelle, allestimento di rampe), mentre per i detenuti in procinto di uscire dagli istituti di pena, è prevista una collaborazione con l’Amministrazione penitenziaria e l’amministrazione comunale, con un programma speciale di orientamento focalizzato sulla pedagogia della conseguenza. Nei confronti dei datori di lavoro, il Servizio pubblico per l’impiego svolge un ruolo di facilitatore riguardo all’inclusione occupazionale dei giovani. Esiste presso Arbetsförmedlingen un apposito reparto, denominato “Clienti Nazionali” per lo sviluppo di accordi con le grandi imprese, che concentra i propri sforzi sui giovani, considerati target prioritario (attualmente circa 30 accordi nazionali, di cui alcuni concentrati solo i giovani). In alcuni casi gli accordi riguardano l’offerta di tirocini per i giovani in cambio di alcuni servizi aggiuntivi forniti da Arbetsförmedlingen, ad es. formazione ad hoc, di breve durata, per l’acquisizione di una specifica competenza (es. guida muletto, conoscenza di un particolare programma IT, ecc.). L’impresa può validare competenze acquisite nella pratica di tirocinio, attraverso “giudizi di competenza professionale”. Nell’ambito dei rapporti con le imprese il Programma New Start Job prevede sovvenzioni all’assunzione di giovani tra i 20 e i 25 anni disoccupati da più di 6 mesi, corrispondenti al doppio degli oneri sociali a carico del datore di lavoro, con un ulteriore raddoppio nel caso di permanenza al lavoro superiore ai 12 mesi. Gli oneri sociali rappresentano circa il 15% della retribuzione di un lavoratore giovane e il 30% di quella di un lavoratore adulto. I dati relativi alla stabilizzazione dopo il tirocinio per giovani in età compresa tra 18 e 25 anni evidenzia, in base al monitoraggio condotto nel 2012, che il 21% dei giovani a conclusione della work experience svolge un lavoro “sovvenzionato” (ad es: disabili), il 6% entra nel Programma “New Start Job”; il 29% passa ad altre misure di PAL; mentre il 21% resta disoccupato. Le sfide su cui Arbetsförmedlingen a livello nazionale si sta concentrando riguardano: il rafforzamento della collaborazione con le scuole, al fine di una maggiore integrazione con il mercato del lavoro, informando, sensibilizzando e orientando gli studenti sui possibili percorsi professionali e di studio, sulle professioni richieste dal mercato e sulle loro caratteristiche. E’ in fase di attuazione un progetto finalizzato a predisporre materiale informativo per le scuole. il sostegno ai giovani fin dal primo giorno di disoccupazione; questo, attraverso servizi di orientamento professionale e scolastico (individuale e di gruppo), anche tramite internet o il supporto clienti telefonico (es. test di interesse). il miglioramento delle relazioni con i datori di lavoro, offrendo maggiori occasioni e luoghi di incontro, migliorando la capacità di matching e di selezione dei candidati. il miglioramento di “programmi di garanzia” come Youth Guarantee (tempestività dell’intervento dei Servizi e impegno di Arbetsförmedlingen a proporre opportunità di lavoro/formazione). il miglioramento della collaborazione con altri operatori (es. i Comuni). Sono considerati interventi di successo promossi da Arbetsförmedlingen nel lavoro con i giovani: 22 l’inserimento nelle Università popolari per i giovani al di sotto dei 25 anni di età, che non hanno terminato gli studi22. In generale questi istituti propongono corsi teorici e pratici con un approccio olistico e una didattica Le “Folkuniversitetet” sono fondazioni universitarie, costituite da dipartimenti esterni degli Atenei di Stoccolma, Uppsala, Göteborg, Lund e Umeå. Il Consiglio per l’Educazione Popolare, formato dalla Federazione nazionale degli adulti delle associazioni educative, l’organizzazione professionale della Scuola popolare superiore e la Federazione dei Consigli di contea, sovraintende a queste università popolari, che possono essere statali o comunali. http://www.folkuniversitetet.se/Om-Folkuniversitetet/In-English/ 12 12 adatta a giovani con esperienza di fallimenti scolastici (es. non ci sono voti, classi poco numerose, ritmi di studio individualizzati); il titolo di studio conseguibile è quello di licenza secondaria, necessaria per l’inserimento nel mercato del lavoro. Attraverso Arbetsförmedlingen i giovani possono seguire presso le Università popolari un corso di tre mesi (nel 2013 sono disponibili 8 mila posti), per accrescere la loro motivazione, e al termine del corso viene rilasciato un attestato. I risultati più recenti sono incoraggianti: sul totale dei partecipanti ai corsi motivazionali, il 25% prosegue gli studi e il 20% viene inserito al lavoro, con l’ausilio del Servizio pubblico per il lavoro, che mette a disposizione in ciascuno sportello una figura professionale dedicata ai giovani. la predisposizione di una Guida annuale di orientamento, giunta alla settima edizione, inviata a tutti i giovani che hanno terminato il ciclo di studi, con una tiratura di 130 mila copie. Contiene una serie di informazioni utili per facilitare l’accesso al mercato del lavoro, tra cui le modalità di stesura di un curriculum, come sostenere un’intervista di lavoro in maniera efficace, diritti e doveri del lavoratore, esperienze di giovani che lavorano, ecc. Si prevede la divulgazione via internet, anche in inglese, e prima del termine dell’anno scolastico. il reclutamento di giovani da parte di Arbetsförmedlingen, che offre loro esperienze di lavoro, sia presso la struttura centrale, che presso gli sportelli sul territorio, di durata non superiore alle quattro settimane, con compiti di supporto amministrativo o di affiancamento all’operatore nella fase di accoglienza del cliente. Nel corso del 2012, 911 giovani sono stati coinvolti in questa esperienza lavorativa. l’attivazione di gruppi di intervento sociale in collaborazione con la polizia e l’amministrazione carceraria, finalizzati a allontanare giovani dalla criminalità, attraverso l’inserimento nel mondo del lavoro. 2.2. L’uso dei Social media come strumenti di comunicazione rivolti ai giovani L’importanza di utilizzare i social media, è ritenuta dai Servizi pubblici per il lavoro di interesse strategico, soprattutto nell’ottica di intercettare la platea dei NEET. Per questo motivo, Arbetsförmedlingen ha una specifica area dedicata, nella quale lavorano 20 persone impegnate nel rispondere a social media e blog, assieme a un gruppo dedicato alle strategie sui media (4 persone), che pianifica le modalità di diffusione delle informazioni attraverso le piattaforme informatiche maggiormente utilizzate (es: Youtube, LinkedIn e Facebook). A questi specialisti, si aggiungono 80 operatori dell’area comunicazione, che si occupano della grafica, del marketing e della qualità, e un servizio rapporti con i clienti che gestisce le pratiche di reclami. Attraverso il canale Youtube, ad esempio, sono stati caricati 500 filmati diretti a spiegare le modalità di apprendimento di un mestiere o i percorsi di orientamento necessari per la collocazione professionale, registrando oltre un milione di contatti. Su LinkedIn, la rete web professionale più grande al mondo con oltre 225 milioni di iscritti in più di 200 Paesi, sono pubblicate le vacancies, con almeno 5 mila utenti registrati. Su Instagram è attivo un link che viene utilizzato ad es. nel caso di campagne di informazione. Notified è uno strumento di analisi che analizza la presenza di Arbetsförmedlingen nei social media per monitorare dove e come i Servizi e i programmi vengono citati. Ma è Facebook lo strumento nel quale la presenza del Servizio pubblico per il lavoro è più incisiva, cosa che ne fa uno dei principali canali di marketing (circa il 50% degli svedesi -5 milioni di persone- ha un profilo Facebook e si calcola che il 20% del tempo passato in internet è proprio su Facebook): si registrano 3 milioni di contatti/mese attraverso il social network contro 2 milioni di contatti/mese sull’home page di Arbetsförmedlingen. Il successo di Facebook è determinato dai numeri: il 30% delle posizioni vacanti sono individuate sul network, mentre il 70% dei datori di lavoro cerca personale attraverso questo strumento. La pagina Facebook di Arbetsförmedlingen detiene circa 12 mila “mi 13 13 piace” e contiene foto, immagini e post. Si tratta di uno strumento che viene preferito alla home page istituzionale di Arbetsförmedlingen, in quanto consente un dialogo quasi in tempo reale con l’utenza, che invece l’home page del Servizio pubblico per il lavoro non permette. Twitter rappresenta uno strumento più piccolo ma forse più potente di Facebook, che Arbetsförmedlingen vorrebbe utilizzare di più. Attualmente viene usato solo dall’ufficio stampa per i rapporti con la stampa. E’ uno strumento interessante in quanto attraverso gli hashtag consente di categorizzare i twitt, le discussioni. Tuttavia, attualmente all’interno di Arbetsförmedlingen non c’è una visione comune in merito alla presenza dell’Agenzia nei social network. Per alcuni c’è concorrenza con la home page del sito ufficiale. L’efficacia dello strumento di Internet nel suo complesso risulta evidente in relazione alle politiche a sostegno dei giovani, con particolare riguardo ai NEET. Arbetsförmedlingen svolge infatti una costante attività di monitoraggio circa l’utilizzo del web da parte di questo gruppo obiettivo (rilevando le ore passate quotidianamente su internet, l’età media, il sesso, fascia oraria di presenza in internet, dove vivono, ecc…), per poi studiare modalità di comunicazione efficace per invogliare i giovani a visitare il sito o soprattutto la pagina dedicata presente su Facebook (es. pubblicazione di banner o trailer in pagine Facebook molto visitate; realizzazione di film brevi con testimonial conosciuti dai giovani. Si ritiene che piccoli interventi per lungo tempo siano da preferire a grandi campagne di marketing)23.Questa attività di “outreach” attraverso i social network risulta particolarmente utile in riferimento al progetto Unga In, il quale ha su Facebook una pagina dedicata. 2.3. Il Progetto Unga In Unga In è un progetto sperimentale, con l’obiettivo di promuovere strumenti di inclusione sociale e lavorativa per i NEET, aumentando il loro bagaglio di competenze per poi essere spese nel mercato del lavoro. La platea potenziale di riferimento è costituita da circa 77 mila giovani 16-24 anni in tutto il Paese, ma obiettivo target è di 850 giovani nelle 5 città dove è avviata la sperimentazione (Stoccolma, Malmö, Göteborg, Gävle e Skellefteå). Nella sperimentazione è stata effettuata un’ulteriore segmentazione, infatti Unga In si dirige soprattutto a quella componente di giovani (circa 10 mila) di cui negli ultimi tre anni non si ha alcuna informazione in merito al percorso scolastico o lavorativo. Il 70% dei giovani registrati dal progetto non ha un diploma di scuola secondaria e il 12% di questi non ha concluso la scuola dell’obbligo. Molti hanno avuto problemi di mobbing e di discriminazione a scuola. Alcuni hanno problemi psichiatrici non diagnosticati. Si tratta di ragazzi che, nella maggior parte dei casi –ma non esclusivamente, trattandosi di un fenomeno che si riscontra in tutte le classi sociali- appartengono ai ceti sociali più poveri o provengono da famiglie immigrate, non usano alcuna delle risorse che la società offre loro e hanno un livello di fiducia verso le istituzioni molto basso. Il progetto intende sostenere la collaborazione tra soggetti pubblici e privati (sia a livello nazionale, che locale), rafforzandone l’interazione a sostegno dei giovani a rischio di emarginazione dal contesto occupazionale e sociale. 23 Nell’ambito del progetto Unga In sono stati recentemente realizzati 2 film della durata di un minuto e mezzo ciascuno, rispettivamente su come si contatta Unga In e su cosa succede dopo il primo contatto. Qui di seguito i link dei video promozionali per Unga In. La password per accedere è: erik. Film 1: (giá visto in Svezia) http://vimeo.com/63929061 Film 2: http://vimeo.com/63929062 14 14 Sviluppato su due fasi progettuali, la prima di esse (2009- 2012, ha riguardato solo il Comune di Stoccolma) prevedeva la sperimentazione per almeno il 50% dei partecipanti di brevi esperienze di lavoro e, per almeno il 30% di essi, la partecipazione a programmi di studio. Una volta coinvolti i soggetti appartenenti al target, il progetto ha messo in atto misure per lo più di carattere individuale, a partire da una mappatura ed una valutazione della situazione complessiva del giovane, sulla base delle quali viene predisposto un piano personalizzato e vengono pianificate azioni concrete dirette a facilitare la ricerca di un lavoro, quali mentoring, colloqui di prova, seminari a supporto della motivazione e corsi brevi. La seconda fase (2012-2014), estesa anche alle città sopraindicate, intende replicare quanto già sperimentato, introducendo l’elemento della prevenzione verso i giovani a rischio di emarginazione, sotto forma di una più efficace collaborazione con le scuole, evitando così i fenomeni di “drop-out”. Con riferimento alla sola seconda fase (2012-2014), il Progetto ha un budget complessivo di 60 milioni di SEK, di cui 25M provenienti dal FSE e 35M da fondi nazionali. Il personale impegnato sul progetto è costituito da 50 operatori/counsellors dei Servizi per l’impiego e da 30 marketers. Ha come obiettivo di raggiungere e registrare almeno 850 NEET nei 5 Comuni in cui il progetto è stato attivato, e di seguire almeno il 75% di questi, portando ai risultati dell’inserimento lavorativo (almeno il 30%) o di reinserimento nella scuola/formazione (almeno il 15%). Con riferimento alla sola area di Stoccolma, al 31 luglio 2013 erano stati raggiunti e registrati presso i SPI 150 giovani NEET. Di questi il 20% ha ottenuto un lavoro, il 29% è tornato a scuola; il 37% ha abbandonato il programma per causa conosciuta (es. ingresso in penitenziario); il 14% ha abbandonato il programma per causa non conosciuta. Sulla base di questi dati, dunque, il tasso di reinserimento scolastico/lavorativo risulta del 49%. I dati riportati testimoniano inoltre della difficoltà del target. Date le premesse, si ritiene che il progetto stia andando molto bene. I fattori di successo: 1. Team di lavoro multidisciplinare, costituito da personale di Arbetsförmedlingen e del Comune (es. psicologi del lavoro, consulenti e assistenti socio-sanitari, orientatori professionali) e, soprattutto, dai c.d.“marketers”, facilitatori del Servizio pubblico per il lavoro che, provenienti da contesti sociali simili a quelli del target a cui il progetto si riferisce, sono in grado di conoscere in profondità le problematiche e le aspettative giovanili. Il team si incontra una volta alla settimana per trattare di ciascun singolo caso. Nell’attività normale di Arbetsförmedlingen non si segue questo approccio multidisciplinare, ma è il cliente/utente che si sposta presso i differenti operatori/servizi di cui richiede le prestazioni. 2. Relazioni continue e durature con le imprese, basate sull’instaurazione di un rapporto fiduciario. Ai giovani viene offerta la possibilità di svolgere un tirocinio in azienda, soprattutto per coloro che hanno abbandonato gli studi. Ad esempio, nelle contee settentrionali del Paese, su 20 “drop-outs”, 16 hanno iniziato tale percorso. 3. Stretta collaborazione tra il Servizio pubblico per il lavoro e i Comuni (es. servizi socio-sanitari, servizi abitativi, trasporti locali) consente di realizzare un approccio olistico alle problematiche di questo target giovanile, sulla base di una scala di bisogni dell’individuo, a partire da quelli più basilari, attraverso un’offerta integrata dei servizi a disposizione (es. i giovani che necessitano di prestazioni mediche vengono letteralmente presi in carico dal personale di Arbetsförmedlingen che li accompagna presso i servizi socio-sanitari, dove con buona probabilità altrimenti non si recherebbero, ottenendo inoltre una riduzione dei tempi e degli oneri burocratici. In uno dei 5 territori in cui è stato attivato Unga In si è data priorità alla prevenzione dell’abbandono scolastico, in collaborazione stretta con le scuole comunali). 15 15 Tra gli obiettivi dichiarati il Progetto ha inoltre quello di realizzare un risultato di sistema in grado di produrre un’influenza strategica sulle metodologie e le modalità operative dei Servizi per l’impiego. Un riscontro positivo in tal senso si ha nelle attività di orientamento per i giovani NEET e nella figura del marketer, focalizzate entrambe sulle capacità relazionali del personale dei Servizi nel rapportarsi ai giovani NEET. 24 L’attività di orientamento deve essere in grado di sfidare il sistema valoriale/normativo del target, che non funziona per il lavoro. Il progetto organizza dei corsi di orientamento, che funzionano come filtro in grado di auto-selezionare i partecipanti, prima dell’avviamento verso un tirocinio/lavoro, in quanto è necessario far emergere l’effettiva motivazione e impegno a proseguire nel percorso di inserimento socio-lavorativo. I corsi sono finalizzati ad “allenare” i giovani a 7 competenze sociali/professionali, che dovranno poi esercitare sul posto di lavoro. Queste competenze sono indicate in 7 parole-chiave: decisione autonoma, rispetto, aiutare se stessi, capacità di accogliere, credibilità, volontà di collaborare, responsabilità. L’orientamento deve mirare ad instaurare un dialogo finalizzato a rendere il giovane consapevole della possibilità e della libertà di scegliere, e delle responsabilità che ne conseguono, qualsiasi sia la scelta individuale che verrà fatta, e che l’orientatore non deve giudicare. Questo approccio (Pedagogia della conseguenza), è simile a quello adottato nel lavoro con i detenuti (Progetto Krame), in cui l’obiettivo è di ottenere un lavoro e mantenerlo. Il marketer è la figura centrale del progetto, con riferimento in particolare all’attività di outreach. Non c’è ancora una valutazione dell’importanza relativa del marketer rispetto alle attività di comunicazione via internet/social network, ma si può senz’altro dire che i marketers riescono a raggiungere la parte più difficile dei NEET, danno maggiore certezza in merito al contatto con il target, e a costi inferiori. Il profilo è stato recentemente mappato con il nome di “customer supporter resource”24.. Arbetsförmedlingen ha investito molto tempo e attenzione nella selezione dei marketers, che hanno con l’Agenzia un contratto di lavoro a tempo determinato, con un costo medio mensile lordo di circa 19.000 SEK (circa 2/3 dello stipendio medio di un counsellor del Servizio pubblico per il lavoro). I marketers sono prevalentemente giovani, cresciuti nello stesso contesto da cui provengono i giovani del target, ma che a differenza di molti loro coetanei, hanno completato gli studi, sono inseriti socialmente, non hanno esperienze di dipendenza da droghe e alcool o di criminalità, o –ancora più interessante- costituiscono esperienze positive di fuoriuscita da dipendenze o criminalità, e di riscatto sociale. Sono degli esempi positivi, di successo, che possono indurre meccanismi di identificazione. Nello svolgimento del proprio lavoro il marketer si relaziona con il team multidisciplinare. Si ritiene che l’introduzione dei marketers abbia sostanzialmente modificato il metodo di lavoro dell’Agenzia, talvolta –si è detto- anche con shock culturali. I compiti dei marketers sono elencati come segue: Attività di outreach rivolta ai giovani che non lavorano, non studiano e non sono occupati in un’attività conosciuta. In collaborazione con gli operatori dei servizi per l’impiego e altri operatori del settore, contribuire all’inserimento dei giovani nel mercato del lavoro o in percorsi di formazione. Agevolare prime attività lavorative (sul posto di lavoro) che possano accelerare l’ingresso dei giovani nel mercato del lavoro o in percorsi di formazione. Il lavoro presuppone di lavorare sia con singole persone alla ricerca di un’occupazione che attività di gruppo. Individuare opportunità di lavoro attraverso la creazione e lo sviluppo di contatti con le imprese. Assistere i datori di lavoro/supervisori sul posto di lavoro. Il lavoro è indipendente e ha obiettivi chiari. Collaborazione e negoziazione tra diverse parti. 16 16 All’interno di Arbetsförmedlingen dopo una discussione sul proseguimento del Progetto Unga In, data la riduzione delle risorse disponibili a causa della crisi economica e di fattori istituzionali (recente cambio del Ministro del Lavoro e del Direttore dell’Agenzia) si è deciso di proseguire nella sperimentazione. 2.2. L’attività diretta di outreach L’attività diretta di outreaching attraverso i marketers avviene presso centri/sportelli del progetto Unga In localizzati in aree periferiche della città, vicino ai luoghi in cui vivono i giovani target del progetto, o presso centri già funzionanti come poli di aggregazione per i giovani. In questi luoghi avviene il primo contatto con i giovani target e si cerca di instaurare un dialogo diretto tra marketer e giovane NEET, preservando la libertà di scelta del giovane di partecipare al programma. I marketers possono lavorare in cooperazione con il Comune, che per legge ha l’obbligo di conoscere la condizione scolastica/lavorativa o di inattività dei giovani in età scolare, sulla base di liste di giovani che hanno abbandonato la scuola. Il modo di lavorare degli operatori presso questi centri è adattato al contesto in cui il centro/sportello giovani è inserito, e richiede grande flessibilità. Per esempio negli orari di lavoro, che si adeguano agli orari di maggiore presenza dei giovani nei centri, quindi piuttosto spostati verso il pomeriggio e la sera. Gli operatori partecipano alle altre iniziative dei centri sociali presso cui è aperto uno sportello di progetto, perché ogni iniziativa può diventare occasione di introdurre le finalità di Unga In, e rimandare poi ad un appuntamento specifico l’attività di vero e proprio accompagnamento al lavoro, alla formazione o al reinserimento nello studio. Il team è composto da esperti non solo di politiche del lavoro, ma da educatori, assistenti sociali, psicologi, e provengono dalle istituzioni partner del progetto o dalle associazioni non governative e organizzazioni che si occupano a vario titolo di giovani nei contesti in cui il progetto viene sperimentato. 17 17 3. Gli “sportelli” del Progetto Unga In a Stoccolma 3.1 Il Centro Jobbgarage di Tensta, Stoccolma Il Centro Jobbgarage di Tensta serve un’area ad elevato disagio sociale, con tassi di disoccupazione giovanile superiori alla media. La zona è collocata a nordovest di Stoccolma, con un bacino di circa 38 mila abitanti. Il quartiere è stato edificato negli anni Sessanta, nell’ambito del programma governativo di edilizia sociale ed ha assistito ad un costante e progressivo incremento della popolazione. Tensta ha un'elevata concentrazione di immigrati, alto tasso di disoccupazione e di persone che vivono grazie all'assistenza sociale. Al 2010, il 56% della popolazione residente è nata in un altro Paese o appartiene a nuclei familiari di immigrati, con un’incidenza più elevata rispetto al dato medio di riferimento della città di Stoccolma, pari al 29%. I dati più recenti (riferiti al 2009) evidenziano come solo il 62,5% della popolazione in età lavorativa risulti occupata, mentre il 10% riceve sussidi sociali. In termini di andamento demografico, una delle sfide principali è quella di creare maggiori opportunità per i giovani in quest’area ad elevata esclusione sociale; in particolare, un obiettivo è di invertire l’andamento crescente dell’abbandono scolastico, che determina elevati tassi di marginalità e di disoccupazione. All’interno del quartiere esiste un centro dedicato all’esclusiva implementazione del programma Unga In (distinto dal locale centro per l’impiego) ed è collocato in una struttura temporanea di proprietà del Comune (con contratto di affitto di durata biennale). Il locale è pensato come uno spazio totalmente per i giovani, autogestito. Alla ristrutturazione tuttora in corso partecipano gli stessi giovani di Tensta, assieme agli operatori del Servizio pubblico per il lavoro. Il Centro è stato aperto da alcuni mesi ed ha un carattere sperimentale. E’ aperto tutto il giorno, e svolge inoltre funzioni di aggregazione sociale la sera. Si tratta di un insieme di spazi aperti, dove i giovani possono ritrovarsi, discutere, fare sport e musica; ci sono aule dove è possibile tenere corsi (es. corsi di ballo, di autodifesa, ma anche corsi finalizzati alla ricerca di lavoro, ecc.), talvolta divise per genere, con ingressi separati, in quanto la maggior parte delle ragazze ha manifestato questa libera scelta per evitare forme di “machismo”; alcuni spazi dove si possono organizzare incontri con le imprese. La struttura, di circa 700 metri quadrati su un unico livello, è pensata per ridurre al minimo i requisiti di accesso da parte dei giovani del quartiere (che spesso hanno problemi con le autorità) e che decidono liberamente se entrare o meno nel centro, dove vengono comunque registrate tutte le presenze giornaliere. Ed è in questo momento che entra il gioco la figura del marketer. Il suo ruolo è quello di “intercettare” i giovani attraverso un percorso progressivo che, dopo la diffidenza iniziale del ragazzo, si traduce quasi sempre in un primo colloquio diretto a conoscerne le aspettative e le potenzialità. L’intento è di instaurare un rapporto di fiducia basato sul rispetto di diritti e di regole (ad esempio: la puntualità, il rispetto di impegni presi), sostenendo un percorso di rafforzamento dell’autostima, per poi prendere in carico la persona, ai fini della ricerca di uno sbocco professionale o scolastico. L’intero processo è controllato dagli operatori di Arbetsförmedlingen e gestito dai marketers. Attualmente nel Centro di Tensta sono registrati circa 50 ragazzi; se il primo contatto avviene di norma negli spazi comuni, i successivi si svolgono nelle stanze dedicate, ad esempio agli incontri con i datori di lavoro o dove si insegna a predisporre un curriculum. Il valore aggiunto è dato proprio dai marketers che avvicinano i giovani per la prima volta e che, grazie alla loro “prossimità” con i giovani disagiati e le loro famiglie, e alla formazione specifica ricevuta possiedono un’adeguata competenza per costruire un “ponte” di fiducia tra i ragazzi e le istituzioni. I giovani si fidano di loro perché li conoscono e quindi lo stesso approccio con gli operatori del Servizio pubblico per il lavoro risulta facilitato. Nel Centro di Tensta la metodologia di lavoro si basa sulla preparazione iniziale di corsi di orientamento, propedeutici ad esperienze di tirocinio, basati soprattutto sul rafforzamento dell’autostima, della responsabilità, dell’autonomia individuale e del rispetto verso il prossimo. La forma mentis degli operatori del centro è proprio quella di “non giudicare, né punire”, ma piuttosto di far capire ai giovani le conseguenze potenziali che il loro stile di vita attuale può determinare. Un ruolo importante in questo processo è quello svolto dalle famiglie, spesso presenti nei circoli e nelle associazioni di quartiere, con cui il centro di Tensta collabora quotidianamente. 3.2 Lo sportello Unga In presso la Fondazione Fryshuset di Stoccolma La Fondazione Fryshuset è stata costituita nel 1984 come centro di aggregazione per i giovani, dove è possibile condividere interessi comuni, praticare sport, promuovere iniziative a carattere culturale, sociale ed educativo. La mission è basata sul convincimento che l’incoraggiamento, la fiducia e la responsabilità sono elementi necessari per assicurare ai ragazzi lo sviluppo delle proprie capacità personali, per trovare la propria strada all’interno della società. Situata dapprima in un vecchio magazzino (da qui il nome della Fondazione, letteralmente “magazzino del freddo”), per poi trasferirsi in un edificio più grande (24 mila metri quadrati), inizialmente promuoveva momenti di aggregazione 18 18 riferiti solo a sport e musica, a cui poi si sono aggiunte nel tempo tematiche sociali, come riflesso delle aspettative e dei bisogni dei giovani25. La Fondazione attualmente promuove, quindi, anche percorsi di istruzione, grazie a una scuola per i giovani che non hanno terminato l’obbligo scolastico, di formazione professionale (attraverso un’Università popolare), assieme alla realizzazione di progetti a carattere sociale, tra cui Unga In. Formalmente Fryshuset è una fondazione gestita dallo YMCA di Stoccolma26, le cui attività sono finanziate per il 5% da risorse pubbliche, mentre la restante quota proviene da donazioni, sovvenzioni e oneri di partecipazione ai programmi educativi e sociali, questi ultimi non a carico dei ragazzi, ma dei partner istituzionali pubblici e privati (ad esempio: Procter & Gamble, Hertz, Università di Stoccolma e di Uppsala, Mc Donald’s, MTV). Attualmente impiega circa 500 persone e riceve 40 mila visitatori al mese. Riguardo al coinvolgimento di Fryshuset nel progetto Unga In (che distacca presso la Fondazione 13 operatori), viene messa a disposizione gratuitamente per tre giorni alla settimana la palestra dove i giovani possono svolgere attività sportive, così come l’accesso alla mensa interna, senza alcun costo da sostenere. Lo scopo iniziale di “intercettare” 200 giovani (in particolare donne) da inserire nel programma, è già stato superato, con la partecipazione di 278 ragazzi. Le iniziative messe in atto nell’ambito di Unga In prevedono inizialmente la messa a disposizione di stanze dedicate e dotate di computer, dove i giovani possono navigare in internet liberamente; successivamente entrano in gioco i marketers che hanno competenze e responsabilità analoghe a quelle delle altre strutture dove essi lavorano con i soggetti a rischio di marginalità. Essi pertanto avviano azioni di sostegno socio-sanitario per chi ha problemi di salute, e contemporaneamente promuovono misure di orientamento, in collaborazione con i datori di lavoro privati (ad esempio una banca locale che “allena” i giovani su come affrontare i colloqui di lavoro) e con il Servizio pubblico per il lavoro, per agevolare lo sbocco occupazionale o il reinserimento scolastico. 19 19 25 Per maggiori informazioni sulla Fondazione Fryshuset, è possibile visitare l’home page in inglese al seguente indirizzo: http://fryshuset.se/inenglish/ 26 YMCA – “Young Men's Christian Association” (Associazione Giovanile Maschile Cristiana), è una organizzazione cristiana ecumenica che mira a fornire supporto ai giovani, sia uomini che donne, e alle loro attività. È stata tra i pionieri del concetto di scuola serale, fornendo opportunità di istruzione alle persone con un lavoro a tempo pieno, ma anche a coloro privi di occupazione.