Musica di numeri e timbri Monografici e integrali

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Musica di numeri e timbri Monografici e integrali
ESZnews
63
febbraio2014
Edizioni Suvini Zerboni - Notiziario quadrimestrale
Musica di numeri e timbri
Cinque prime esecuzioni assolute per Alessandro
Alessandro Solbiati
Solbiati nella primavera 2014. S’inizia l’8 aprile, quando
il Quartetto Diotima presenterà il Terzo Quartetto a Tours
nella Salle Ockeghem dell’Atelier de la Touraine,
committente dell’opera. Racconta l’Autore: «Da molti
anni attendevo l’occasione di tornare a comporre un
quartetto d’archi, l’organico “sacro” della musica
occidentale, dopo il mio Secondo Quartetto (versione
solo strumentale, senza la presenza d’una voce bianca,
di Quartetto con Lied, 1991) e dopo la parentesi dei
Sette pezzi del 1995. L’occasione mi è stata offerta da
Anne Aubert, che mi ha commissionato un lavoro per il
suo Atelier de la Touraine e per il Quartetto Diotima.
Si tratta di un’arcata formale unica di circa 16 minuti,
costituita da quattordici episodi, o, per meglio dire, da
sette coppie di episodi. Il punto di partenza, il materialebase, è una sequenza di altezze con tre note principali,
lab-do-re, presa da un brano recente, Gesang ist
Dasein, per soprano e corno inglese. Essa viene
sviluppata sette volte: in ogni coppia la parte A è in
qualche modo la faccia luminosa, “positiva”, che viene
ogni volta aggredita da una parte B viceversa corrosiva
e “negativa”. Nel settimo caso, per giungere a una sorta
di rovesciamento di climi più consono alla mia tendenza
allo “happy end”, la prima parte è indicata come A7+B7,
mentre la seconda parte è una Coda con profonda
dolcezza. Penso che questo lavoro incarni bene lo
sforzo profondo e intenso per ampliare i miei confini
inventivi e immaginativi, come conviene a quella
straordinaria palestra compositiva che è da sempre il
quartetto d’archi». Il 15 aprile L’absente per dodici voci
miste, pianoforte e percussioni è in cartellone
all’Auditorium du Grand Chalon di Chalon sur Saône,
nell’interpretazione del pianista Wilhem Latchoumia, di
Jean Geoffroy alle percussioni e del Choeur Britten
diretto da Nicole Corti. Solbiati spiega in questi termini
genesi e caratteristiche del nuovo lavoro: «Il Coro Britten
di Lyon ha voluto festeggiare i suoi trent’anni di attività
con un ambizioso progetto che ha coinvolto un ampio
numero di compositori chiamati ad aderire con un
proprio lavoro a uno di tre programmi di concerto basati
ciascuno su un differente organico e su un testo
commissionato per l’occasione. Ho scelto l’organico di
dodici voci miste, pianoforte e percussioni e un testo di
ispirazione vistosamente proustiana della scrittrice
Florence Delay, da cui ho tratto quattro frammenti, che
Monografici e integrali
Due prime esecuzioni cameristiche in programma nei
Ivan Fedele
prossimi mesi per Ivan Fedele. Il 17 marzo Francesco
D’Orazio propone al Politeama Garibaldi di Palermo, per
la rassegna degli Amici della Musica, Elettra nella nuova
versione per violino elettrico a cinque corde e live
electronics. Il 23 maggio spetterà ad Aldo Orvieto e
Alvise Vidolin presentare una novità per due pianoforti e
elettronica all’Auditorium Pollini di Padova. Tre concerti
monografici – a Londra, Budapest e Tel Aviv –
testimoniano, anche in associazione a progetti di
masterclasses, l’affermazione di Ivan Fedele nel
panorama internazionale. Il primo appuntamento,
distribuito su tre giornate, si svolge al Royal College
of Music – in occasione d’una masterclass del
compositore –, dove saranno eseguiti, il 18 febbraio
all’East Parry Room, Due notturni con figura per
pianoforte e live electronics nell’interpretazione di Gwen
Rouger e Michael Oliva, e il 19 febbraio, al Recital Hall,
Levante, nella versione per violoncello, quintetto d’archi
e pianoforte, Magic per quattro saxofoni, Études
boréales per pianoforte, Windex per clarinetto e Donax
per flauto, affidati al violoncello di Jane Lindsay e al
Vasara Quartet. Infine, il 20 febbraio Marco Angius
dirige all’Amaryllis Fleming Concert Hall il clarinettista
Adrian Somogyi e la Royal College of Music Symphony
Orchestra in Syntax 0.1 ([email protected]) per orchestra, Arco
di vento per clarinetto e orchestra e Lexicon per
orchestra. Nel mese di maggio l’Istituto Italiano di
Cultura di Budapest ospiterà un concerto ritratto in cui il
Quartetto Krulik proporrà le Fünfzehn Bagatellen per
pianoforte, violino e violoncello, Accents per pianoforte e
quartetto d’archi, e il Primo Quartetto (“Per accordar”)
Cinque prime si dipartono
da simbologie numeriche e
peculiarità timbriche, spesso
legate a complessi e artisti
committenti
continua a pag. 2
per archi. Un’ulteriore masterclass con concerto
monografico si terrà quello stesso mese a Tel Aviv. Il 2831 maggio Ivan Fedele animerà infatti con Dan
Rappaport e Guy Feder i “Contemporary Encounters 2”
per compositori e direttori d’orchestra, il cui concerto
conclusivo, in programma il 31 maggio al Ran Baron
Hall del Center for New Music, The Israel Conservatory
of Music di Tel Aviv, sotto la direzione di Dan Rapaport,
Guy Feder e Avishay Shalom, prevede l’esecuzione di
Fünfzehn Bagatellen per violino, violoncello e pianoforte,
e di Immagini da Escher per ensemble. Numerose le
occasioni di ascolto di musica di Ivan Fedele nei primi
mesi del 2014. Il 17 gennaio Querida presencia e
¡Hasta siempre! da Paroles Y Palabras per soprano e
violoncello sono stati proposti al Teatro Südpol di
Lucerna, per la rassegna “Forum for New Music” dai
solisti dell’Ensemble Ascolta. Michel Tabachnik dirige la
Brussels Philharmonic il 6 febbraio allo Schouwburg
Hasselt (Belgio) e il 7 febbraio al Bozar di Bruxelles in
Syntax 0.1 ([email protected]). Il 10 febbraio la stagione della
Giovine Orchestra Genovese propone al Teatro Carlo
Felice di Genova Capt-actions per quartetto d’archi,
accordeon e dispositivo elettronico in tempo reale
nell’interpretazione di Claudio Jacomucci e del Quartetto
Prometeo; il concerto è associato a una masterclass che
il compositore terrà al Conservatorio “N. Paganini” di
Genova. L’Istituto Italiano di Cultura di Parigi ospita il 25
febbraio l’esecuzione di tre pagine per flauto solo,
Donax, Apostrofe e Dedica, affidate a Matteo Cesari.
Il Contempoartensemble guidato da Mauro Ceccanti
eseguirà il 6 marzo per il ContempoArteFestival al
Teatro Studio Krypton di Scandicci (Firenze), La chute
continua a pag. 3
Novità cameristiche, tre
ritratti del compositore
associati a masterclasses
internazionali e due
importanti uscite
discografiche, tra cui
l’integrale pianistica
segue da pag. 1 (Solbiati: Musica di numeri e timbri)
Bruno Maderna
L’Orchestra Sinfonica
Nazionale della Rai diretta da
Fabio Maestri propone il 20
febbraio all’Auditorium Rai di
Torino, per la rassegna “Rai
NuovaMusica”, Composizione
n. 1 per orchestra: sarà la
prima esecuzione italiana dopo
la pubblicazione della partitura
nell’edizione critica curata da
Angela Ida De Benedictis.
Roberto Fabbriciani esegue il
25 febbraio al Centro Mexicano
para la Música y Artes Sonoras
di Morelia Cadenza da
Dimensioni III per flauto solo.
Composizione n. 2 per
orchestra è in cartellone il 1°
aprile al Conservatorio Superior
de Música de Aragón di
Zaragoza, nell’interpretazione
di Nacho de Paz alla testa
dell’Orquesta dello stesso
Conservatorio. L’11 e il 13
aprile Marco Angius dirige
l’Orchestra del Teatro La Fenice
al Teatro Malibran di Venezia
nell’Introduzione e passacaglia
“Lauda Sion Salvatorem” per
orchestra, prima esecuzione
moderna di quest’opera
giovanile dalla pubblicazione in
edizione critica e dopo l’unica
esecuzione attestata negli anni
Quaranta. Infine lo Studio 2
dell’Auditorium Parco della
Musica di Roma ospita il 16
maggio Fabio Bagnoli in
Aulodia per Lothar per oboe
d’amore, per la serie di concerti
“In My Life” della rassegna
“Contemporanea”.
2
generano altrettante sezioni molto connesse allo spirito di
quel frammento: a) “Dio crea i fiori per i giardini, i prati, i
profumi” (l’evocazione di spazi e risonanze); b) “i fiori
ritornano. Un attimo, un mese, un anno, venti anni dopo...”
(differenti pulsazioni ritmiche accostate e sovrapposte, lo
scorrere del tempo con differenti metri); c) “nel giardino
d’inverno, abbandonato come un vecchio servitore” (il
vuoto, la desolazione, l’assenza di risonanza, il suonorumore); d) “L’oblio avvelena. In un profumo ritorna
l’assente” (l’eco, il ritorno evocato). Pianoforte e
percussioni sono evidentemente assai utili ad avvolgere le
voci in climi e in significati assai francesi...». Sarà l’Istituto
Italiano di Cultura di Madrid a ospitare il 22 maggio
Ruggero Laganà nella prima esecuzione integrale delle
Undici Variazioni per Ruggero per clavicembalo. Spiega
l’Autore: «Ruggero Laganà è sicuramente il mio “amico
del cuore”, colui con cui ho condiviso infinite esperienze
personali e musicali, dagli studi con Franco Donatoni e
Sandro Gorli in avanti. Ma a volte è proprio con gli amici
più cari che i progetti di collaborazione rimangono a
mezz’aria... Colpito dall’immensa musicalità con cui suona
il clavicembalo, da quasi dieci anni ho in animo di
dedicargli un lavoro ampio per il suo strumento, ma il
progetto, nato nel lontano 2005 e che ha condotto a varie
esecuzioni parziali, è rimasto appunto a metà strada,
giungendo in porto ora, in vista di questo concerto
madrileno. Tutto parte da un gioco di parole: il Ruggiero è
una linea di basso sulla quale fin dal primo Rinascimento
sono state scritte molte serie di variazioni. E allora perché
non giocare sulla parola e anziché fare delle “Variazioni
sul Ruggiero” fare delle “Variazioni per Ruggero”? Una
seconda osservazione: Laganà è nato l’11 giugno: 11-6,
dunque, e il 6 è il numero centrale dell’11. E allora perché
non fare un secondo gioco compositivo, che molto ci colpì
quando lo conoscemmo nel quartetto The Heart’s Eye
composto da Franco Donatoni nel 1977, proprio quando
eravamo suoi allievi? Si tratta di comporre le variazioni
non “da sinistra a destra”, ma di partire dal centro, qui il
numero sei, e aggiungere per cinque + cinque volte una
variazione alternativamente prima e dopo la sesta,
ricavandole l’una dall’altra, giungendo al numero undici,
completando così la dedica e scardinando il rapporto
temporale e percettivo tra antecedente e conseguente.
Un modo per mettere in musica un’amicizia...». Sarà
tenuto a battesimo il 25 maggio all’Auditorium Gruppo 24
Ore di Milano, per la rassegna “Rondò 2014”, No more!
per gruppo di bambini e sette strumenti, commissione del
Divertimento Ensemble e dei Piccoli Musici di
Divertimento Ensemble, che l’interpreteranno sotto la
guida di Sandro Gorli. Questo, nelle parole di Solbiati, il
percorso che ha condotto alla prima: «Da alcuni anni
Sandro Gorli chiede di volta in volta a un compositore di
confrontarsi con una situazione compositiva insolita e
affascinante: coinvolgere in un brano di durata
“importante” per il suo Divertimento Ensemble un nutrito
gruppo di bambini che non abbiano alcuna competenza
musicale pregressa e renderli in qualche modo i “solisti”
del brano. Si tratta evidentemente di una scommessa
difficile. Ho innanzitutto scelto di evitare scappatoie che
percepivo come un po’ “facili”, come il dare in mano ai
bambini oggetti più o meno sonori, chiedere movimenti
scenici “a effetto”, aggiungere un’elettronica “di copertura”
etc. Mi sono concentrato quindi sulla voce dei bambini, in
ogni sua determinazione e potenzialità, ma prima di tutto
volevo dare un significato al brano, condurlo al di là del
gioco. Quando ho incominciato il lavoro, la crisi siriana
sembrava inevitabilmente condurre a una nuova guerra e
l’appello incondizionato del nuovo Papa alla pace mi
aveva molto colpito. Ho scelto così come testo un
semplice motto “No more war! Peace!”, che sentivo
ancora più forte se affidato a bambini. Nella prima parte
del pezzo la semplice dizione del motto viene espansa a
dismisura e ogni sua sillaba, lettera e fonema diviene
occasione di un episodio: si inizia dal grido “No!” articolato
in molti modi, poi la bocca chiusa della “m” di “more”
genera un episodio morbido e sognante, mentre le due “r”
viceversa suscitano, soprattutto nel caso legato alla
parola “war”, sezioni aggressive e sarcastiche
(arrotamenti ridondanti, risate...) e così via. Nella seconda
parte ho voluto creare una sorta di teatro un po’ aleatorio,
per “responsabilizzare” i bimbi: ensemble e gruppo di
bambini devono dialogare-ammiccarsi-litigare, passandosi
a sorpresa, e per una durata tutta da decidere, i materiali
della prima parte, con un evidente omaggio a talune
sezioni maderniane. Nella terza parte, intitolata
“Passacaglia”, i bambini devono anche e finalmente
imparare... a cantare: via via essi devono riprendere e
trattenere vocalmente sette successive note proposte
lentamente dall’ensemble, che si ripetono esattamente
come un pattern di passacaglia, rivelando via via le sillabe
del testo, ora ben riconoscibili». Il cammino di Elia per sei
flauti a becco e sei flauti Paetzold sarà infine presentato il
27 maggio a Berlino dal Prime Recorder Ensemble diretto
da Antonio Politano. Spiega l’Autore: «Da tempo pensavo
di dedicare un mio lavoro all’amico Antonio Politano,
formidabile musicista e vero “profeta” dei flauti a becco, o
flauti dolci, e ancor più dei sorprendenti flauti Paetzold,
sorta di canne d’organo di legno che, nel caso del più
grave, il subcontrabbasso in fa, arriva fino all’ultimo fa del
contrabbasso. Il mio brano, quindi, non è dedicato al
Politano solista e virtuoso, ma al Politano appassionato
mentore del suo impressionante gruppo di 12 giovani
flautisti, il Prime Recorder Ensemble. La dimensione
stessa di questo ensemble mi ha condotto a concepire
un’ampia arcata formale di circa 12’, a conferire un respiro
quasi “sinfonico” al brano e ad avere una spina dorsale
formale, immaginativa e narrativa quasi da poema
sinfonico, tratta da un brano del Vecchio Testamento (I
Libro dei Re, cap.19) che da sempre amo particolarmente
e su cui modellai già circa trent’anni fa il mio oratorio Nel
deserto. Si tratta della fuga nel deserto di un profeta Elia
minacciato, spaventato e propenso alla protesta contro
Dio, dell’apparizione dell’angelo che gli chiede
semplicemente di addentrarsi nel deserto e di
un’emozionante teofania, in cui Dio è assente in poderose
manifestazioni naturali (vento, fuoco, terremoto) ma è
presente in un sottile soffio di vento. Come si vede, si
tratta di una “storia di aria e di soffio” (il deserto,
l’apparizione dell’angelo, il vento, il soffio di brezza) che
può ben incarnarsi, in sette fasi, in un simile ensemble di
insoliti strumenti a fiato». Il 26 marzo l’Indiana University,
a Bloomington, ospiterà la ripresa di Corde per viola sola
nell’esecuzione di Pierre-Henri Xuereb. Sempre nel mese
di marzo Paola Perrucci eseguirà a Milano Vezelay per
arpa sola. Nel mese di maggio uscirà per l’etichetta EMA
Records il Cd realizzato da Les Six Voix Solistes sotto la
direzione di Alain Goudard con la pianista Ancuza Aprodu,
contenente il progetto “Vola alta, parola!” su poesie di
Mario Luzi. Di Alessandro Solbiati il Cd, che sarà
presentato a Firenze e a Bourg-en-Bresse, propone
Durissimo silenzio per sei voci femminili e pianoforte.
Il 19 maggio il Conservatoire di Tours propone,
nell’ambito delle Journées d’Informatique Musicale di
Bourges 2014, un’esecuzione e una conferenza di
Alessandro Solbiati. Il 20 maggio è invece in programma
al Modern Music Festival di Pechino Mari per cinque
strumenti, affidato all’Ensemble Les Temps Modernes.
Dal 26 al 31 maggio le due orchestre dei Piccoli
Pomeriggi Musicali e dei Pomeriggi Musicali, entrambe
sotto la direzione di Daniele Parziani, saranno impegnate
al Teatro Dal Verme di Milano nelle prove e nella
registrazione di tre brani orchestrali che andranno a
comporre un Cd monografico in uscita nell’autunno per
EMA Records, comprendente Crescendo, otto brevi pezzi
per orchestra di formazione, Ianus per orchestra d’archi e
Raggio per orchestra da camera. Il 31 maggio un’ulteriore
esecuzione di musica di Solbiati è prevista al
Conservatorio di Latina nell’ambito di una masterclass del
compositore all’interno di una settimana dedicata alla
musica d’oggi dal titolo “Le forme del suono”. Infine,
Durissimo silenzio verrà ripreso il 1° giugno a Le Bourgetdu-Lac, per la rassegna Les Voix du Prieuré, dai
medesimi interpreti del Cd EMA Records in uscita in
quelle stesse settimane.
Stefano Gervasoni
Itinerari esistenziali
L’
etichetta Winter & Winter ha pubblicato, in
collaborazione con il WDR di Colonia, il Cd monografico
di Stefano Gervasoni Dir - In dir
(910 208-2), affidato
all’interpretazione degli ensemble
Exaudi e L’Instant Donné. In questi
termini il compositore presenta il
lavoro nelle note di copertina:
«Concepiti entrambi come cicli,
Dir - In dir e descdesesusf [il
pezzo che completa il Cd] sono
unificati dall’idea di forma musicale
come viaggio iniziatico, cioè di
percorso (rito) da compiere per
ritrovare un sé rinnovato: in senso
ascendente nel caso di Dir - In dir,
tendente a un dio possibile o a un oltre-dio,
da concepire però dentro di sé, scendendo
nella propria interiore profondità […]. Alla
base di questo lavoro, i testi poetici di
Angelus Silesius, mistico tedesco del
diciassettesimo secolo, con i suoi distici
tratti dai sei libri del Cherubinischer Wandersmann per
Dir - In dir […]. Qui il rapporto con la parola è
estremamente mediato, ambiguo: non si tratta mai di
cantare un testo o di trasporre un testo in musica. La
parola è disseminata nella musica, vi si perde dentro, la
rende parlante (al contrario della “prassi normale” che
consiste nel non far cantare la parola), fino quasi a
trasformarla in parvenza di significante. In Dir - In dir,
l’intrecciarsi spiraleggiante del ciclo vocale con il ciclo
strumentale a commento, ma in ordine rovesciato, dei
distici cantati, finisce con il costruire un labirinto formale
percettivo e mnemonico nel quale il testo si perde nella
musica (si disperde in suono) e la musica si perde nella
parola (in suono che sembra echeggiare o
preannunciare fonemi e frammenti di parola)». Doppia
presenza di Stefano Gervasoni, con altrettante prime,
nella stagione “Rondò 2014” del Divertimento Ensemble.
Il 5 maggio il Teatro Franco Parenti di Milano ospiterà la
prima esecuzione assoluta di Whisper not - bis, due studi
sintetici per viola e live electronics, nell’interpretazione
della violista Maria Ronchini e con la realizzazione
informatica musicale di Carmine Emanuele Cella. Si
tratta della versione riveduta di Whisper Not, con una
nuova realizzazione informatica della parte elettronica
realizzata da Carmine Emanuele Cella. Il Divertimento
Ensemble, guidato dal direttore selezionato dal X Corso
di Direzione d’Orchestra promosso dalla compagine,
proporrà la prima esecuzione italiana di Froward per
segue da pag. 1 (Fedele: Monografici e integrali)
de la Maison Usher, musica per il film omonimo di Jean
Epsteinper voce femminile e ensemble. Il 9 marzo sarà
possibile ascoltare al Dublin New Music Festival le
Cadenze (IV-IX) per pianoforte nell’interpretazione di
Andrew Zolinsky. I Due notturni con figura sono in
cartellone il 9 maggio allo Studio 2 dell’Auditorium
Parco della Musica per la rassegna Contemporanea, “In
My Life”, affidati al pianista Lucio Perotti. Syntax 0.1
([email protected]) è in programma, per la
terza volta in pochi mesi, il 17 maggio
al Großes Haus del Brandenburger
Theater, nell’interpretazione di Andrea
Pestalozza alla testa dei
Brandenburger Symphoniker. Infine,
Breath and Break per trio di ottoni e
dispositivo elettronico sarà proposto il
27 maggio al Conservatorio di Ginevra
dagli studenti della Haute École de
Musique (HEM) della medesima istituzione. Due le
novità discografiche. È uscito per l’etichetta Cuicatl Harmonia Mundi il cofanetto Musica della luce, seconda
ensemble il 14 giugno al Teatro Comunale di Moncalvo
(Asti) e il 18 giugno all’Auditorium Gruppo 24 Ore di
Milano. La composizione era stata originariamente
commissionata e presentata dal Kunstfest Weimar
nell’agosto 2011 per il Festival “Pèlerinages”. In questi
termini l’aveva presentata l’Autore: «L’etimologia della
parola inglese “froward” associa al movimento controcorrente (“from - ward”, opposto quindi a quello diretto
indicato dalle parole “toward” e “forward”) un ventaglio di
significati di qualità non propriamente positivi come
l’essere avverso, scomodo, refrattario, difficilmente
piacevole, o l’avere una propensione ad andare contro
ciò che è richiesto dalla ragione, dalle regole,
dagli usi, e quindi un’inclinazione all’erranza,
nel duplice senso di sbagliare qualcosa o di
non trovare la giusta via. E “Capo Froward” è
anche un luogo geografico, il punto più
meridionale del continente sudamericano,
scoperto nel 1587 dal navigatore inglese
Thomas Cavendish, che così lo chiamò per il
suo aspetto ostile. Tutto ciò non è senza
riferimento alla motivazione lisztiana inerente
la commissione dei “Pèlerinages - Kunstfest Weimar
2011”. La parabola esistenziale e artistica di Liszt si è
compiuta attraverso la trasgressione e il compiacimento
mondano accompagnati da uno spirito avveniristico
(propri dell’esploratore che scopre nuove terre, varcando
il capo mai prima oltrepassato) in un rapporto vivo,
spesso contraddittorio e conflittuale, fino alla
sublimazione finale, risolutrice e pacificante degli anni
che seguirono il 1862, quando Liszt decise di ritirarsi nel
monastero della Madonna del Rosario di Roma e poi
prese gli ordini minori. “Per i miei fratelli e i miei amici io
dirò: Su te sia pace! Per la casa del Signore nostro Dio,
chiederò per te il bene”: così recita il Salmo 122 (121), il
“Canto delle salite” che nel 1884 Liszt scelse di musicare
per coro misto, organo, due trombe, due tromboni e
timpani, a cui nella mia composizione si fa, non
esplicitamente, allusione». Una selezione dei Libri I e II
dei Prés per pianoforte unitamente alla prima esecuzione
di due nuovi brani dal Libro III, attualmente in progress,
saranno presentati da Emanuele Torquati il 18 febbraio
all’Istituto Italiano di Cultura di Parigi. Il 31 maggio,
infine, il Festival Risuonanze di Trieste ospiterà la prima
esecuzione assoluta di Tre Canzoni Popolari, un trittico
per voce e pianoforte affidato al duo Akiko Kozato e
Adele D’Aronzo e composto da “Çe m’pe ti zog sod” (su
un canto tradizionale arberëshë della Basilicata), “Think
it” (tratto dall’opera Limbus-Limbo) e un nuovo lavoro
(tratto da un canto popolare istriano).
integrale, in 2 Cd, della produzione pianistica di Ivan
Fedele, affidata alla marsigliese Pascale Berthelot. La
registrazione propone, nell’ordine, Études boréales,
Études australes, Toccata, Cadenze e Nachtmusik.
Altrettanto fresco di stampa è il Cd dell’etichetta
Dodicilune, che propone di Ivan Fedele,
nell’interpretazione di Francesco Mangialardo e Sergio
Rizzo, marimbe, e dell’Orchestra Sinfonica “Tito Schipa”
diretta da
Pasquale
Corrado, le
Folkdances per
orchestra
Artéteka e
Txalaparta,
quest’ultima in
una versione per
due marimbe
realizzata
appositamente per questa esecuzione.
Un’importante uscita
discografica e una prima
italiana col Divertimento
Ensemble approfondiscono
il tema del viaggio interiore
Luigi Dallapiccola
Un’esecuzione in forma di
concerto del Prigioniero, un
prologo e un atto da La torture
par l’espérance di Villiers de
l’Isle Adam e La légende
d’Ulenspiegel et Lamme
Goedzak di Charles de Coster,
è in programma nella Sala
Santa Cecilia dell’Auditorium
Parco della Musica di Roma il
27, 28 e 29 aprile per la
stagione dell’Accademia
Nazionale di Santa Cecilia,
nell’interpretazione di Louis
Otey, baritono, Stuart Skelton,
tenore, Veronica Simeoni,
soprano, e dell’Orchestra e del
Coro dell’Accademia Nazionale
di Santa Cecilia, sotto la
direzione di Antonio Pappano.
Ennio Morricone
Riccardo Muti dirige il 6, 7 e 8
febbraio al Symphony Center di
Chicago i Chicago Symphony
Choir and Orchestra in Voci dal
silenzio per voce recitante, coro
misto, voci registrate su nastro
magnetico e orchestra.
Studio per contrabbasso
sarà proposto da Massimo
Ceccarelli il 30 maggio allo
Studio 2 dell’Auditorium Parco
della Musica di Roma per la
serie di concerti “In My Life”
della rassegna
“Contemporanea”.
3
Commissione sinfonica del
Teatro alla Scala, in cartellone
sotto la bacchetta di Pappano
Sándor Veress
Riprese in tutta Europa per le
Quattro danze transilvane per
orchestra d’archi, eseguite dallo
Schülerorchester der
Musikschule Zürich Affoltern
sotto la direzione di Jonathan
Brett-Harrison il 31 gennaio allo
Jugend Musikschule
Knonaueramt im Ennetgraben
Saal di Affoltern am Albis
(Svizzera) e il 1° febbraio nella
Neuen Ref. Kirche di Urdorf
(Svizzera); dall’Orchestre
Régional de Bayonne Côte
Basque diretta da Xavier
Gagnepain il 7 febbraio
all’Église Saint-Vincent di
Hendaye (Francia); da Andrea
Mannucci alla testa del NED
Ensemble il 13 aprile a
Desenzano del Garda (Brescia)
per la Stagione Concertistica
“Città di Desenzano”.
Hommage à Paul Klee, fantasie
per due pianoforti e archi è in
cartellone il 21 e il 22 febbraio
al Cultuurcentrum di Mechelen
(Belgio), affidato ai musicisti
dello Stedelijk Coservatorium.
Infine, Heinz Holliger dirige la
Budapest Festival Orchestra in
Orbis tonorum per orchestra da
camera il 25 aprile al Budapest
Music Center.
4
Riccardo Panfili
L’ambiguità dell’utopia
Commissione del Teatro alla Scala per Riccardo
Panfili: L’Aurora, probabilmente per grande orchestra è
in cartellone il 9, 10 e 11 aprile per la Stagione Sinfonica
della sala del Piermarini, nell’interpretazione di Antonio
Pappano alla testa della Filarmonica della Scala. In
questi termini l’Autore racconta come ha affrontato il
nuovo impegno: «Ho iniziato a
scrivere L’Aurora nel pieno del
lavoro con Hans Werner Henze.
Per il Maestro la figura
dell’assistente era ben altro che
un semplice collaboratore.
Il lavoro in senso stretto si
riduceva al ricopiare al computer i
suoi minuziosi manoscritti, perché
per Henze scegliere al proprio
fianco un giovane compositore
significava avere la possibilità di
trasmettere il proprio sterminato
sapere musicale: guidare l’allievo
all’interno del proprio processo
compositivo, renderlo partecipe
dei suoi segreti di straordinario
artigiano musicale. Insegnare al di
là dei vincoli delle Accademie, come nelle botteghe del
Rinascimento. Con generosità e pazienza rare. Proprio
mentre ero immerso in quella che è stata l’esperienza
musicale più importante della mia vita, ho cominciato a
lavorare con entusiasmo all’Aurora. Con entusiasmo
insolito, perché potevo sperimentare e applicare
suggestioni e insegnamenti che venivo apprendendo a
fianco del Maestro. Parlavamo spesso di politica; di
utopie, quelle “locomotive della storia” che non si
arrendono all’ordine delle cose, che non si rassegnano
al possibile. Chiamano in causa l’impossibile, il “principio
speranza” che riscatta i marginali, che dà nome a
generazioni di uomini senza nome e diritti. Discutendo di
Cuba – dove aveva abitato qualche anno e aveva scritto
la Sesta Sinfonia – Henze mi parlò di “rivoluzione fallita”,
espressione usata da Gramsci per il Risorgimento
italiano. È l’ambiguità statutaria, genetica di tutte le
utopie: grandi motori di speranza e avanzamento
sociale, stelle polari del riscatto per oppressi e marginali
ma, al contempo, slanci votati alla disfatta e all’equivoco.
Cuore di tenebra di tutte le utopie: la disposizione a
tramutarsi in culto cieco, in violenza. In fede: quando
l’ideale diventa credo e si svende alla volontà di verità
(che è sempre “unica” ed appannaggio di qualche
eletto). Sono i sospetti che da ragazzo trovai in Aurora
(Morgenröte) di Nietzsche: un’alba che illumina la notte
dei feticci illusori, delle morali, delle convinzioni e delle
fedi. Demoliti gli idoli, rimane il deserto: “il grande
meriggio”, l’ora in cui “le ombre sono più corte”, “il caos
che danza su piedi leggeri”. Una danza su cui grava
“il più terribile degli enigmi”: se fosse anch’essa frutto
illusorio di una fede, abbaglio di una nuova utopia?
L’Aurora è sempre probabile e impossibile al contempo;
speranza e fallimento; liberazione e violenza. Nei sogni
secolari di una vita migliore l’umanità immagina
incessantemente l’alba di un tempo nuovo: ogni uomo,
da sempre, si ritaglia un piccolo raggio di speranza. È la
luce fioca dell’Aurora. Probabilmente». Il New Made
Ensemble interpreterà la prima esecuzione assoluta di
Vale per mezzosoprano, percussione e trio d’archi su un
testo di tradizione orale nell’ambito del Festival Cinque
Giornate per la Nuova Musica che si terrà a Milano dal
18 al 22 marzo. Così Panfili svela il senso del nuovo
lavoro: «Una meditazione sulla perdita; il discorso
musicale che parte da un respiro si trasforma in lamento,
in un canto che incessantemente si dissolve, ritornando
al respiro e al silenzio. Il testo è ricavato da un canto di
tradizione orale contadina, tratto dal volume La
Valnerina ternana di Valentino Paparelli e Sandro
Portelli. Insieme a L’Umbria cantata rappresenta il lavoro
di una vita intera, frutto di una ricerca incessante che ha
impegnato l’antropologo Valentino Paparelli per un
quarantennio, dagli anni ’70 fino al 2013. Il risultato è il
più grande archivio sonoro dei canti di tradizione orale
dell’Umbria. Il testo scelto per Vale è una
riflessione sulla durezza quotidiana della vita
contadina, intrisa di un cupo fatalismo tale da far
pensare alle brucianti lamentazioni teognidee:
“E da piccolo fanciullo incominciai / de non avé
più bene in vita mia / [...] la concolina dove mi
lavorno / era bucata e l’acqua non teniva / li
fasciatori dove mi fasciorno / erano pieni di
malinconia”». Una terza novità di Riccardo
Panfili è rappresentata da The Last Land per
coro di voci bianche e ensemble su testi di
tradizione orale ruandese, in cartellone il 12
Aprile al KKL di Lucerna nella stagione
pasquale del Festival di Lucerna, ente
committente del lavoro, nell’interpretazione della
Human Rights Orchestra diretta da Alessio
Allegrini. Nato dalla collaborazione con lo stesso
Allegrini, già più volte interprete della musica di
Panfili (come cornista ha creato a Berlino Out… per
corno, percussioni e orchestra d’archi, e come direttore
a Lucerna Letter Found in a Bottle), il progetto rientra
nella settimana di iniziative dedicate dalla Human Rights
Orchestra ai diritti umani violati e incentrata quest’anno
sul Ruanda. The Last Land si articola in tre parti:
“Dance”, “Elegy”, “Hymn”. I testi ruandesi sono cantati in
lingua originale. Nel novembre 2013 il Comitato Direttivo
della Henze-Stiftung (la fondazione nata dopo la morte
di Hans Werner Henze per volontà dello stesso
compositore) composto da Michael Kerstan, Peter
Ruzicka, Johannes Debus e Siegfried Mauser, ha
nominato Riccardo Panfili primo compositore in
residence con borsa di studio biennale della HenzeStiftung a partire dal 2014 con questa motivazione: «Nel
2009, durante l’esecuzione di Danzario da parte
dell’Orchestra dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia
diretta da Sir Antonio Pappano, Hans Werner Henze
ebbe modo di apprezzare il giovane collega. Era
oltremodo entusiasta di quella nuova composizione che
rivelava lo stile fresco, spensierato e spavaldo del
compositore. Nella primavera del 2011 Panfili ha
accettato di diventare l’assistente di Hans Werner Henze
durante la stesura delle sue due ultime composizioni, An
den Wind e Ouverture zu einem Theater. Il Comitato
artistico e il Consiglio direttivo della Fondazione sono
assolutamente convinti che il Maestro sarebbe stato
d’accordo con il conferimento della borsa di studio a
Riccardo Panfili, poiché la scelta di premiare Panfili
significa sostenere un artista che predilige uno stile
personale estraneo a
qualsiasi scuola o
dottrina». Grazie alla
borsa di studio,
Riccardo Panfili intende
realizzare due progetti:
delle Variazioni per
grande orchestra su un
tema di Hans Werner
Henze, e una versione
moderna e attuale
dell’Antigone destinata
all’Ensemble El
Cimarrón. È uscito
infine il Cd Decca
Invenzioni, interpretato da Alessandro Carbonare,
clarinetto, e dall’ensemble di percussioni Tetraktis,
contenente la registrazione di F for Fake.
Javier Torres Maldonado
Traslazioni idiomatiche
Il 23 ottobre 2013 sono stati presentati all’Auditorium del
Centro Culturale Ollin Yoliztli di Città del Messico, per la
stagione di concerti della Sala Ollin Yoliztli, Im
Windesweben II per corno solo e Im Windesweben III
per quartetto di fiati (flauto, oboe, clarinetto e fagotto),
commissione congiunta del Quintetto di Fiati di Città del
Messico e del Conservatorio di Perpignan, nell’esecuzione
del complesso committente e del solista Paul Miller. Spiega
l’Autore: «I due brani possono essere eseguiti insieme
secondo diverse possibilità che prevedono l’alternanza dei
diversi movimenti che li conformano oppure
indipendentemente. Uno dei materiali alla base di Im
Windesweben II e Im Windesweben III è costituito dal gesto
dell’ultima battuta che esegue il clarinetto in “Aria (Im
Windesweben)”, quarto e ultimo brano di Segundo Libro del
canto alado, consistente in una semplice figurazione in
staccato-decelerando, eseguita su di un suono eolico
ripetuto. La successione numerica dei titoli di entrambi i cicli
allude a relazioni strutturali che hanno origine nelle
trasformazioni operate dal compositore sul suddetto gesto.
Il titolo Im Windesweben (“Nel mormorio del vento”) è una
citazione del poema di Stefan George utilizzato da Anton
Webern nel secondo Lied dell’op. 3 (Fünf Lieder aus “Der
siebente Ring” ). Nonostante ciò in realtà non c’è alcuna
allusione alla musica di Webern: la relazione è piuttosto
data dall’immagine sonora, dalle sue qualità timbriche.
Poiché negli ultimi anni mi sono interessato alla traslazione
astratta di oggetti sonori provenienti dal mondo reale o a
frammenti di essi, i materiali all’origine di Masih per
quartetto di sassofoni e questi due ultimi cicli nascono, sì,
da un gesto del clarinetto, ma anche da un affascinante
ululato di vento registrato all’interno di una stanza. A partire
da diverse analisi e traslazioni di tale suono ho ottenuto
alcuni elementi musicali poi sottoposti a processi di
trasformazione che hanno dato come risultato diverse
“reazioni chimiche”. Sto attualmente lavorando a un breve
brano per quintetto a fiati che potrebbe essere programmato
a mo’ di conclusione: Im Windesweben IV». Il nuovo lavoro
sarà ripreso dallo stesso Quintetto di Fiati di Città del
Messico durante la masterclass del compositore che si
svolgerà tra il 23 e il 26 aprile presso il Conservatorio di
Perpignan. Una nuova versione del Segundo Libro del canto
alado per clarinetto e quartetto d’archi viene presentata
dall’Ensemble Sillages il 20 febbraio al Petit Théâtre Le
Quartz, Scène Nationale de Brest e il 7 marzo a Parigi,
all’Église de Saint-Merry. All’interno del progetto dei Libros
del canto alado, che prevede un numero indefinito di libri
scritti per differenti strumenti aerofoni nei quali il virtuosismo
è una caratteristica importante, il secondo è destinato al
clarinetto e al quartetto d’archi. Come già il primo, è diviso in
quattro brani contrastanti, ciascuno dei quali ha per titolo
un’immagine onirica o fantastica (I. “Vuelo” II. “Oiseaux
sifflants” III. “Morgenlied” IV. “Aria [Im Windesweben I ]”.
Così come succede nel Primer Libro, esiste una serie di
rimandi ad altre opere del compositore: ognuno “recupera”,
per così dire, materiali rimanenti da processi compositivi di
altri lavori. Nel Segundo Libro approdano in particolare i
materiali non utilizzati in Esferal per orchestra e elettronica
nonché delle reminiscenze provenienti dal Primer Libro
stesso. Puntualizza Torres Maldonado: «La prima versione
del Segundo Libro del canto alado è stata scritta nel 2006,
in occasione della nascita di mia figlia, cui l’opera è
dedicata. Sebbene una prima versione, inedita, fosse stata
eseguita dal clarinettista Luis Humberto Ramos e dal
Cuarteto White in quell’anno, un forte senso autocritico e di
autocensura mi aveva portato a scrivere una seconda
versione, pubblicata alla fine del 2006. Così come è
successo con altri pezzi, per diversi anni ho evitato di farlo
eseguire. È stato grazie all’insistenza di Philippe ArriBlachette e dell’Ensemble Sillages che questa versione
definitiva vede finalmente la luce». Infine, è prevista quello
stesso 20 febbraio e sempre a Brest, al Centre d’Art
Passerelle di Brest per il Festival Electr(o)cution, la prima di
Huayra-Yana (Vento notturno), nella versione per saxofono
baritono e elettronica, nell’interpretazione di Stéphane
Sordet, saxofono. Racconta l’Autore: «È stato grazie allo
studio delle diverse tecniche presenti in Masih, per quartetto
di saxofoni, che mi sono convinto del fatto che una versione
di Huayra Yana, opera originalmente scritta per flauto basso
e elettronica, era non solo fattibile per il saxofono baritono
ma avrebbe apportato aspetti nuovi e felici alle sonorità
estremamente percussive della prima versione. Tuttavia
riscrivere un’opera per un mezzo diverso da quello
concepito in origine richiede uno sforzo di ripensamento che
non può avvenire se non dall’interno della natura del mezzo
stesso; risulta quindi indispensabile operare una traslazione
idiomatica non solo riconsiderando il brano stesso sotto una
lente diversa, ma operando delle trasformazioni vere e
proprie, a volte così radicali da trasformare la struttura
originale di alcuni passaggi o intere sezioni. In questo caso
uno degli aspetti più interessanti si deve alla combinazione
di tecniche strumentali utilizzate (la scrittura percussiva già
citata in precedenza nonché il controllo dell’inspirazione ed
espirazione dell’aria da parte dello strumentista) con
tecniche di amplificazione dello strumento. Oltre a due
microfoni esterni (uno sulla campana del saxofono, l’altro
all’altezza della bocca dell’esecutore) c’è infatti un utilizzo
particolare di due microfoni collocati all’interno del saxofono
che permette di catturare tutte le sottigliezze percussive
richieste, altrimenti impossibili da sentire in molti casi.
L’opera è dedicata al saxofonista Stéphane Sordet». Di
Javier Torres Maldonado è stato possibile ascoltare il 4
novembre 2013 al Grosser Saal della Hochschule für Musik
di Basilea Espira I, II per violino, violoncello, pianoforte e
chitarra, nell’esecuzione di Momoko Kawamoto, violino,
Simon Thompson, violoncello, Sinforosa Petralia, pianoforte
e Vittoria Pagani, chitarra. Il parigino Théâtre Dunois ha
ospitato il 7 dicembre Dominique Clement, solista
dell’Ensemble Aleph, in Desde el instante per clarinetto solo
e lo stesso Ensemble, sotto la direzione di Michel
Ponzmanter, in Hemisferios artificiales per due gruppi
strumentali. Il 12 dicembre la Guggenheim Foundation di
Bilbao ha proposto Masih per quartetto di saxofoni, nella
versione senza elettronica, affidata al Sigma Project
Quartet. Il violinista Ludwig Carrasco ha eseguito Invención
per violino solo il 19 e il 20 dicembre alla Scuola superiore
di musica di Lisbona, al Teatro Joaquim Benite di Setubal e
al Centro Cultural Artes do Sul di Faro. Il 5 febbraio il
Goethe Institut di Città del Messico propone un’esecuzione
di Espira IV per flauto diritto, clarinetto basso, violino e
violoncello, nell’interpretazione dell’Umbratono. L’Autore
stesso alla regia del suono parteciperà all’esecuzione di El
suspiro del angel per tre gruppi strumentali e sistema
interattivo elettroacustico diretta il 3 aprile da José Luis
Estellés al Taller de Música Contemporánea de Salamanca
per il Festival de Primavera de la Usal. Iridiscente per
pianoforte, percussione, sistema elettroacustico interattivo e
video (video di Danio Catanuto) sarà eseguito il 16 maggio
presso l’auditorium del CMMAS (Centro Messicano per la
Musica e le Arti Sonore) di Morelia, e il 18 maggio presso la
Sala Manuel M. Ponce del Palacio Nacional de las Bellas
Artes, a Città del Messico, da Candida Felici (pianoforte) e
da Yi-Ping Yang (percussioni). Al progetto, di cui sono
ideatori Javier Torres Maldonado e l’équipe del GRAME, è
stato assegnato il premio “Rutas Escenicas”
(Messico/Unione Europea). Il 17 maggio Ivano Battiston
interpreterà alla fisarmonica Lacrymosa I a Palazzo Tursi, a
Genova. Il Cuarteto de cuerdas n. 1 per archi è in
cartellone, nell’interpretazione del Quartetto Arditti, il 21
maggio presso il Palacio de las Bellas Artes di Città del
Messico per il Foro de Música Nueva Manuel Enriquez.
Esferal per orchestra e elettronica sarà eseguito in
primavera dall’Orchestra Filarmonica di Città del Messico.
Lo scorso dicembre è stato assegnato a Javier Torres
Maldonado e al coreografo Jaciel Neri il Prestigioso premio
Ibermusicas/Iberescena, attribuito dagli organismi
intergovernativi di Spagna, Portogallo, Messico, Argentina,
Brasile, Cile, Colombia, Costa Rica, Ecuador, Uruguay e
Repubblica Dominicana, destinato a un nuovo lavoro
scenico per ensemble e danzatori, per il progetto Rostros de
humo, che prevede una composizione per 16 strumenti e un
danzatore. La prima esecuzione assoluta è prevista entro il
2014. Javier Torres Maldonado terrà dal 27 febbraio al 1°
marzo un seminario di composizione e orchestrazione
assistita da computer al Conservatorio Superiore di Castilla
e Leon di Salamanca.
Nuovi lavori e versioni
alternative crescono
da lavori preesistenti
Michele Tadini
La terza luce per
percussione, violoncello,
fagotto, live electronics,
video e light performance
è stato proposto il 25
gennaio a Valence,
nell’interpretazione di
Thibaut Weber, percussioni,
Sophie Raynaud, fagotto,
Marie Ythier, violoncello,
Michele Tadini, live
electronics, Françoise
Henry, scenografia e luci, e
Angelo Guiga, ricerca
tecnologica. L’Orchestra
Sinfonica Nazionale della
Rai diretta da Fabio Maestri
propone il 20 febbraio
all’Auditorium Rai di Torino,
per la rassegna “Rai
NuovaMusica”, Je vous en
Prix per orchestra. La prima
esecuzione assoluta di
Cielo, costruendo Babele
per voce, chitarra elettrica,
pianoforte, percussione e
contrabbasso è prevista il
22 marzo a Digione, per
l’ACTEM Musique de
Chambre et Création.
Scenario per chitarra
elettrica e nastro magnetico
sarà proposto da Luca
Nostro il 28 marzo allo
Studio 2 dell’Auditorium
Parco della Musica di Roma
per la serie di concerti “In
My Life” della rassegna
“Contemporanea”.
Argot - gergo per ottetto di
contrabbassi e elettronica è
in programma all’inizio di
maggio a Bologna, affidato
alla classe di Contrabbasso
del CNSMD de Lyon, con
l’Autore al live electronics.
5
Un nuovo lavoro teatrale scritto
per il Conservatorio di Venezia e
due concerti in veste di pianista
Luca Mosca
Eros cinese classico
Prima rappresentazione assoluta per Il gioco del vento e
della luna, opera cinese in un atto su libretto di Pilar
García il 31 maggio nella Sala dei Concerti del
Conservatorio “B. Marcello” di Venezia, con repliche il 1° e
il 3 giugno. Regia, scene e costumi sono di Francesco
Bellotto; l’Ensemble del Conservatorio “B. Marcello” sarà
diretto da Giovanni Mancuso. Spiega Mosca: «Il gioco del
vento e della luna è un’opera in un atto della durata di 70
minuti circa scritta per il Conservatorio “Benedetto
Marcello” di Venezia, il cui libretto è liberamente ispirato
agli episodi iniziali del classico della letteratura cinese
Il tappeto da preghiera di carne. La partitura è scritta per
dodici cantanti solisti, coro femminile di otto voci e un
organico di dieci strumenti: due ottavini, due flauti,
“Il gioco del vento e della luna”: Sinossi
Goffredo Petrassi
Il 16 e 17 marzo l’Auditorium
della Conciliazione in Roma
ospita l’Orchestra Sinfonica
di Roma diretta da Francesco
La Vecchia nel Divertimento
in Do maggiore per
orchestra. L’11 e il 13 aprile
Marco Angius dirige
l’Orchestra del Teatro La
Fenice al Teatro Malibran di
Venezia in Frammento per
orchestra.
La festa per un trentennale
diventa l’occasione per
approfondire la ricerca sul
nesso parola-musica
Il timbro di flauti non
consueti al centro di
due nuovi lavori
6
Il Chierico della Prima Veglia, gentiluomo ricco e
raffinato, particolarmente versato nei giochi erotici,
decide di prender moglie, ma nessuna delle donne che
conosce è in grado di soddisfare le sue aspettative.
Decide quindi di dare a due paraninfe – Mamma Liu e
Mamma Ma – l’incarico di trovare per lui la donna ideale,
che egli non individua però neanche fra le numerose
belle ragazze che vengono portate al suo cospetto.
Dopo aver rifiutato per l’ennesima volta delle candidate
– Perla senza Macchia e Gioiello senza Macchia – le
due mezzane giocano l’ultima carta: una donna
eccezionale, di straordinaria virtù e bellezza ci sarebbe,
dicono al Chierico, ed è Nobile Profumo, ma c’è un
grosso problema: suo padre, il taoista Porta di Ferro,
non consente che sia vista prima che venga portata
all’altare. Dapprima il Chierico rimane perplesso, non si
sente di fare una scelta così azzardata, e solo dopo che
le due paraninfe lo rassicurano sull’eccellenza di Nobile
Profumo si dichiara pronto a correre un tale rischio.
Vengono quindi preparate le nozze in quattr’e
quattr’otto, la cerimonia ha luogo e quando il Chierico
solleva il velo nuziale della sposa dopo il sì, ne rimane
incantato; al colmo della gioia si sente attratto dalla
Luca Antignani
Vita d’un fiore
P
er festeggiare i propri trent’anni d’attività, il Choeur
Britten ha commissionato a Luca Antignani
Pour un bouquet fantôme per dodici voci, pianoforte e
percussioni, su testi di Florence Delay. Il nuovo lavoro
sarà presentato a Lione il 15 aprile, nell’interpretazione
del Choeur Britten, di Wilhem Latchoumia, pianoforte, e di
Jean Geoffroy, percussioni, sotto la direzione di Nicole
Corti. Spiega l’Autore: «Pour un bouquet fantôme nasce
dalla collaborazione con la scrittrice Florence Delay che
ha ideato per l’occasione un trittico sul tema del fiore.
Proseguendo la riflessione sulla scrittura vocale, al centro
Francesco Hoch
Flauti rari
Due prime per Francesco Hoch sul finire di
quest’inverno. All’Auditorio Stelio Molo della RSI di
Lugano è stato eseguito il 31 gennaio, per la rassegna
“Concerti dell’Auditorio”, Ex-antiquo per due flauti di Pan
e orchestra d’archi, affidato ai solisti Michel Tirabosco e
Matthijs Koene e al complesso I Barocchisti diretto da
Diego Fasolis. Per l’occasione Hoch ha collaborato coi
due musicisti, tra i maggiori solisti di flauto di Pan,
sperimentando le notevoli raffinatezze e la ricchezza
timbrica dello strumento, messo in dialogo con le sonorità
dell’esecuzione filologica assicurata dai Barocchisti.
Piume di senso per flauto dolce contralto viene invece
chitarra, vibrafono, arpa, tastiera elettronica, pianoforte
verticale preparato, pianoforte a coda». Il 16 febbraio
il compositore eseguirà personalmente alla Cappella
Paolina del Quirinale diciotto dei Ventiquattro Preludi per
pianoforte in un recital, trasmesso in diretta radiofonica da
Rai Radio3, in cui interpreterà anche pagine di Schönberg,
Gershwin, Stravinsky, Bartók e Debussy. Luca Mosca
disimpegnerà la parte solistica anche nel proprio Quinto
Concerto - Undici frammenti in un girotondo per pianoforte
e orchestra, in cartellone per la Stagione Sinfonica del
Gran Teatro La Fenice l’11 e il 13 aprile al Teatro
Malibran. L’Orchestra del Teatro La Fenice sarà diretta da
Marco Angius.
bellezza di lei e tutto sembra filare sul verso giusto.
Tuttavia, dopo il tripudio di auguri e buoni auspici di
genitori e parenti durante il banchetto, la prima notte di
nozze si rivela tutt’altro che lieta, poiché Nobile Profumo,
del tutto ignara delle pratiche erotiche, è sconvolta
dall’eccitamento del suo sposo e lo respinge inorridita.
A nulla servono i curiosi consigli della madre, Lucchetto
di Ferro, accorsa a fare rinsavire la sposa. Il Chierico
però non si perde d’animo e intraprende un efficace e
paziente indottrinamento erotico della sposa, la quale
cede quando egli le mostra i fantastici libri d’arte
amorosa illustrati dagli antichi maestri, per aprirsi infine
pienamente alle gioie dell’amore. Lei non è mai sazia di
guardare le fantasiose illustrazioni né di metterle in atto,
per cui chiede al Chierico di procurarsi ancora nuovi libri.
Uscito per andare a cercarli, egli viene fermato per
strada e arruolato come ufficiale dell’esercito di frontiera;
il suo servo dà la ferale notizia a Nobile Profumo che
rimane esterrefatta, affranta dal duro colpo. Eppure la
recente scoperta della propria sensualità metterà le ali
alla fantasia della ragazza e il lutto dei sensi non durerà
poi tanto...
della mia ricerca ormai da diversi anni, la composizione
cerca di cogliere il senso intimo del poema e di riprodurne
allusivamente le tematiche salienti: la messa in scena di
uno sbocciare nevrotico, di un deperimento nostalgico e
di un cadere “intatto” suggeriscono altrettanti percorsi
immaginativi idealmente traducibili in musica.
Parallelamente, la ricerca di assonanze fonetiche mi ha
portato alla creazione di cortocircuiti sonori (e semantici)
che ritengo essere il fulcro di ogni archetipo
comunicativo».
proposto dalla solista Giulia Genini il 4 febbraio al
Conservatorio di Berna, nella rassegna della Fondazione
Kiefer-Hablitzel. Con questi versi il compositore evoca il
significato del nuovo lavoro: «Significati mobili / come
barbe delicate di piume, / – appese / a un precario asse /
nervatura flessibile, / interrotto segmento –, / si
dissolvono e si raggrumano / giocano / s’appuntano,
s’impettiscono, / esuberanti, brillanti / ferrose / rilassate,
tremanti / scivolano in aree / gommose intime / saporose /
appena accennate / lisce, / s’intrecciano / tremule
nervose / lignee severe / ma sempre / come barbe
delicate di piume, / piume di senso».
Nicola Sani
Metamorfosi e migrazioni
Si avvicina la prima esecuzione assoluta, in programma
il 9 maggio all’Auditorium Pollini di Padova, di Chemical
Free (?). Un viaggio nel microcosmo della materia,
complesso concerto multimediale per flauto iperbasso,
pianoforte, contrabbasso, live electronics, motion
capture, regia del suono multicanale e immagini video.
Ne saranno interpreti Roberto Fabbriciani, flauto
iperbasso, Aldo Orvieto, pianoforte, Daniele Roccato,
contrabbasso; David Ryan ha la responsabilità del video,
Alvise Vidolin del live electronics e della regia del suono.
Si tratta d’un progetto del MIUR (Ministero dell’Istruzione
Universitaria e della Ricerca), ideato in collaborazione
con Nicola Bernardini (SaMPL, Padova), prodotto dal
Conservatorio “C. Pollini” di Padova - SaMPL) e dal
Centro d’Arte degli Studenti dell’Università di Padova, e
realizzato in collaborazione con il Dipartimento di
Scienze Chimiche e il CSC-DEI dell’Università di Padova,
con la consulenza scientifica di Giulio Peruzzi. Il progetto
affonda le radici nella ricerca attorno alle nuove
tecnologie digitali per la musica e al rapporto tra suono e
linguaggi delle arti elettroniche e intermediali condotta dal
Conservatorio “C. Pollini” in collaborazione col
Dipartimento di Ingegneria dell’Informazione-DEI-CSC
dell’Università di Padova, collaborazione che ha portato
alla creazione del SaMPL (Sound and Music Processing
Lab), un laboratorio di ricerca scientifica immerso nel
contesto della musica e delle arti contemporanee.
Chemical free (?) è un’esperienza di “teatralizzazione
sonora e intermediale della scienza” legata al mondo
della chimica, che si prefigge di dimostrare come la
stretta collaborazione tra forme artistiche innovative e la
divulgazione scientifica possa generare nuove forme di
spettacolo di forte impatto sul pubblico. Chemical free (?)
utilizza in particolare le più recenti conquiste della
chimica e del computer creando un rapporto diretto tra
queste e le trasposizioni delle formalizzazioni
algoritmiche ad essa legate in ambito sonoro e visivo.
La chimica moderna si avvale infatti anche di
metodologie e di software sofisticati nei quali sono
implementati equazioni ed algoritmi numerici efficaci. Il
computer è così un vero laboratorio moderno dove si
studiano reazioni chimiche di sistemi anche complessi e
si predicono proprietà molecolari con elevata
accuratezza. A partire da queste proprietà Chemical free
(?) esplora, in un’affascinante performance intermediale,
il viaggio e le migrazioni di atomi e frammenti da una
molecola a un’altra, mettendo in evidenza il rapporto tra
la metamorfosi dei suoni e la reattività chimica, cioè la
capacità delle molecole di trasformarsi e combinarsi per
dare vita a nuove molecole. Questa continua
trasformazione e metamorfosi viene “eseguita” e messa
in atto davanti al pubblico, che assiste a un evento dove
arte, scienza e tecnologia sono continuamente collegate
e unite da un’unica sintesi spettacolare. Chemical free (?)
si sviluppa in tre sezioni, della durata di 20 minuti circa
ciascuna: I. “C’è tanto spazio là in fondo” per
contrabbasso e live electronics; II. “No Landscape” per
pianoforte, motion capture e live electronics, III. “More is
different” per flauto iperbasso, supporto digitale a 8
canali, motion capture e live electronics. Ogni sezione è
caratterizzata da uno dei tre strumenti “protagonisti”. I tre
strumenti vengono utilizzati come “generatori di suoni”,
con tecniche esecutive, di elaborazione in tempo reale e
di spazializzazione estremamente suggestive e
innovative. Il live electronics è applicato ai tre strumenti
con sistema di spazializzazione a 8 diffusori con 8 linee
di spazializzazione indipendenti. Le immagini sono
basate su elaborazioni al computer di strutture molecolari
e biomolecolari e consentono uno sguardo su un mondo
che a volte sfugge all’esperimento. Il rapporto tra suono e
immagine determina un’unica forma di drammaturgia
sonora che “racconta” il viaggio delle strutture molecolari,
le metamorfosi e le migrazioni dal mondo dell’endo e del
nano alla nostra macroscopica realtà quotidiana.
Un’ulteriore prima esecuzione assoluta avrà luogo il 15
maggio a Milano, in Palazzina Liberty, dove l’Ensemble
Risognanze diretto da Tito Ceccherini interpreterà per la
stagione degli Amici di Musica/Realtà Seascapes VI per
ensemble strumentale. Nelle parole di Sani, si tratta di
«un nuovo progetto sonoro nel percorso che unisce la
ricerca timbrica dell’Autore alle immagini del grande
artista giapponese Hiroshi Sugimoto. Un percorso che
coinvolge nel suo sviluppo insiemi timbrici sempre
diversi, che a loro volta generano possibilità di
organizzazione sonora. La metamorfosi nei diversi
organici strumentali del concetto di divisione del campo
visivo in due campiture separate e congiunte dalla linea
dell’orizzonte nella scala cromatica dei grigi fino alla
totale oscurità, dà vita a forme sonore continuamente
diverse; forme nelle quali si generano tensioni
continuamente diverse che, lontane dallo spirito
contemplativo, riverberano meditate riflessioni e
migrazioni timbriche in spazi continuamente cangianti».
La serie dei Seascapes proseguirà con la presentazione
di Seascapes VII per quattro arpe con flauto al Festival
“Forfest” di Kromeríz, (Repubblica Ceca, 24 giugno-8
luglio), affidato all’Adria Harp Quartet (Cristiana
Passerini, Cristina Centa, Angelica Ferrari e Nicola
Vendramin). Di Nicola Sani è stato eseguito il 25
gennaio a Hannover Non tutte le isole hanno intorno il
mare - Isola I per viola amplificata e nastro magnetico,
nell’interpretazione di Ulrich von Wrochem. Il 25 febbraio
Roberto Fabbriciani propone I binari del tempo per flauto
e nastro magnetico al Centro Mexicano para la Música y
Artes Sonoras di Morelia (Messico). Sempre Fabbriciani
eseguirà il 18 marzo al Centro La Soffitta del
Dipartimento delle Arti dell’Università di Bologna
Un souffle le soulève, les dunes du temps per flauto
contralto e supporto digitale. Il 6 aprile il Teatro Regio di
Parma ospiterà la ripresa di Lied - You have been lied to
per flauto in Sol con distorsore, percussioni, percussioni
elettroniche, live electronics, supporto digitale e video,
nell’interpretazione del flautista Sandu Nagy e
dell’Ensemble di percussioni dell’Orchestra Regionale
dell’Emilia Romagna “Arturo Toscanini”. Seascapes III Caieta per orchestra sarà proposto il 13 aprile al Teatro
Comunale di Carpi dall’Orchestra di Padova e del Veneto
diretta da Marco Boni. Infine, l’Istituto di Musicologia
dell’Università di Colonia ha in programma il 16 maggio
un concerto ritratto di Nicola Sani con l’intervento del
solista Roberto Fabbriciani, nel corso del quale saranno
eseguiti il Preludio dall’opera Il tempo sospeso del volo
per supporto digitale a 8 canali, I binari del tempo per
flauto e nastro magnetico, Un souffle le soulève, les
dunes du temps per flauto in Sol e supporto digitale, e
Wassererinnerungen per flauto basso e supporto digitale
a 8 canali.
È disponibile on line il nuovo catalogo generale 2014 delle Edizioni Suvini Zerboni.
Tutte le opere da noi pubblicate sono consultabili all’indirizzo www.esz.it.
Un potente, completo e efficace motore di ricerca permetterà di consultare il nostro catalogo
e di fare ricerche per strumento, organici, titolo, autore.
Inoltre si potrà accedere a utili informazioni come le biografie degli autori,
notizie sulle composizioni, prime esecuzioni, novità editoriali.
Il nesso tra musica e scienza
al centro di un innovativo
progetto interdisciplinare
Aldo Clementi
Il “Frammento I (Canoni 1-8)” e
il “Frammento VIII (Canoni 3340)” dagli Otto Frammenti da
una ballade di Charles
d’Orléans sul tema de L’homme
armé viene proposto nella
versione per quartetto d’archi
dal Bozzini Quartet il 1°
febbraio allo Nordurljos Hall di
Reykjavik (Islanda) e il 4 a
Boras (Svezia) per la rassegna
“Ny Musik”. I medesimi
interpreti eseguiranno Momento
per quartetto d’archi il 7 giugno
alla Cité Francophone di
Alberta (Canada) e il prossimo
autunno registreranno a Radio
Bremen l’integrale delle opere
per quartetto d’archi in vista
d’una produzione discografica.
7
Germina da un lavoro sinfonico
la novità per ensemble scritto
per il Festival Play It!
Giovanni Verrando
Miniatura accecante
Il 28 marzo Tonino Battista dirige l’Ensemble
dell’Orchestra della Toscana al Teatro Verdi di Firenze,
nell’ambito del Festival Play It!, nella prima esecuzione
assoluta di Travelling Icon on Rabbit-skin Glue per
ensemble. Spiega l’Autore: «Nella storia dell’iconografia
sacra esiste una tradizione, soprattutto russa, che offriva
al credente la possibilità d’un contatto costante con i
propri protettori spirituali. È la tradizione dell’icona da
viaggio, spesso un dittico o un trittico che contenevano
immagini di santi, angeli, divinità, concepito in modo tale
che il credente potesse non separarsi mai dall’immagine
venerata, verso la quale sviluppava un contatto fisico e
quasi carnale. Caratteristica delle icone da viaggio è
frequentemente la vivacità dei colori, accecanti, forzati,
luminosi: esse sono racchiuse da due valve che ne
proteggono il contenuto, quasi a svelare un mondo al
tempo stesso privato per il rito e iridescente per il
contenuto. Travelling Icon on Rabbit-skin Glue (“Icona
da viaggio su colla di coniglio”) è una miniatura di due
movimenti del mio brano Multiplicity per percussioni e
orchestra, trascritti qui per ensemble da camera, con
l’intenzione appunto di svelarne la parte più rilucente,
accecante, affrescata. In uno spazio più piccolo ho
cambiato la struttura e l’orchestrazione, esplorando da
vicino (in modo corporeo) le caratteristiche timbriche
degli strumenti tradizionali e di quelli aggiunti per
l’occasione, per sostituire la ponderosità della massa
con l’eccezionalità dei singoli suoni». La rivista online
“Artribune” (www.artribune.com) ha incluso il Cd di
Giovanni Verrando Dulle Griet (Aeon AECD 1328) tra le
cinque più pregevoli pubblicazioni discografiche di
musica contemporanea del 2013. A seguire una breve
rassegna stampa sul medesimo Cd.
Rassegna
Rassegna
stampa stampa
Franco Donatoni
Nell’ambito dell’esecuzione
integrale delle opere solistiche
di Franco Donatoni (“Per
Franco Donatoni”), in
programma per la stagione
“Rondò 2014” del Divertimento
Ensemble al Museo del
Novecento di Milano, sono in
cartellone il 19 gennaio Estratto
per pianoforte (solista Maria
Grazia Bellocchio), il 2 febbraio
Algo per chitarra (Elena
Casoli), il 16 febbraio Babai per
clavicembalo, Black and White
n. 2 (Esercizi per le dieci dita)
per strumenti a tastiera,
Doubles per clavicembalo e
Duetto per clavicembalo
(Ruggero Laganà), il 16 marzo
Musette per Lothar per musette
(Luca Avanzi). Algo sarà
proposto anche da Adriano
Rullo il 21 marzo allo Studio 2
dell’Auditorium Parco della
Musica di Roma per la serie di
concerti “In My Life” della
rassegna “Contemporanea”.
Stefan Drees, Neue Zeitschrift für Musik, 4/2013
[…] Il Cd in questione, pendant d’una produzione
discografica uscita nel 2001 per Stradivarius contenente
i pezzi sinfonici di Verrando, mette a tema, attraverso
lavori solistici, da camera e per ensemble degli anni
2001-2010, il lavoro di sintesi effettuato con qualità
sonore di diverse origini. Il compositore mostra
all’ascoltatore processi di sovrascrittura che si
concentrano sul rapporto tra suono strumentale e
rielaborazione sonora digitale. Il risultato è una sonorità
ibrida, artificiale, che sottolinea in diversi modi vicinanza
e distanza dal punto d’origine. Così l’ascoltatore
sperimenta nel pezzo d’apertura, Dulle Griet per
ensemble, stratificazioni di livelli sonori che derivano
dallo straniamento di sonorità strumentali e dai processi
d’ispessimento elettronico ad essi collegati.
Analogamente il Cd si chiude con Triptych #2 per
ensemble elettrificato, in cui le componenti sonore
elettroniche acquisiscono qualità gestuali grazie
all’impiego di diversi processi filtranti. Oltre a questi
pezzi ai due estremi del Cd, altri due lavori includono
possibilità di sovrascrittura elettronica: nel pezzo per
flauto First Born Unicorn (Remind Me What We’re
Fighting For) va in scena il contrasto tra il rafforzamento
dei suoni dello strumento a fiato e del canto e le
figurazioni stilizzate che ricordano il canto degli uccelli,
mentre le distorte texture da tremolo che evocano una
chitarra in Mi nel pezzo per violino Third Born Unicorn
collocano il discorso musicale in un terreno di confine
con la prassi esecutiva della musica rock. A questi pezzi
si contrappongono tre composizioni (il Quartetto n. 3 per
archi, il pezzo pianistico Second Born Unicorn e quello
per ensemble Il ruvido dettaglio celebrato da Aby
Warburg) che si basano esclusivamente sulle risorse
delle sonorità strumentali, e tuttavia simulano al
contempo, per via timbrica, delle componenti
elettroniche. Il Quartetto per archi sfrutta in particolare
diverse densità di texture prodotte dalla
contrapposizione tra voci singole e registri, rievocando
attraverso degli strati armonici le sonorità d’un prodotto
Enarmonia Mundi
8
È in fase d’avvio il progetto “Enarmonia Mundi”, che
contempla l’esecuzione in concerto di brani, destinati sia
al cinema sia alle sale da concerto, da parte di
compositori accomunati dall’aver scritto in entrambi i
generi. Un primo programma viene presentato in prima
assoluta alla prestigiosa Accademia “Liszt” di Budapest il
28 febbraio, quando verrà proposta la prima esecuzione
assoluta del Concertino per violino e pianoforte di
Fiorenzo Carpi, brano finora inedito e risalente agli anni
Quaranta, così come trascrizioni per violino, clarinetto e
pianoforte a quattro mani dalle Avventure di Pinocchio,
musicale elettronico. Le texture straordinariamente
mobili del pezzo pianistico danno anch’esse
l’impressione d’uno strumento guidato dal computer,
mentre nel pezzo per ensemble diversi processi di
formazione sonora portano a commistioni sonore
artificiali. Tramite la sequenza, accortamente
selezionata, delle sette composizioni del programma,
il Cd realizza un percorso d’ascolto molto vario, le cui
singole tappe si relazionano a vicenda. Eccellente è
anche la realizzazione musicale, disimpegnata da
membri dell’Mdi Ensemble e dell’Ensemble
RepertoireZero, sotto la direzione di Pierre-André
Valade, il quale si dimostra, per la seconda volta,
specialista esperto della musica di Verrando.
Cesare Fertonani, Amadeus, n. 290, gennaio 2014
Questo Cd comprende sette lavori da camera o per
ensemble di Giovanni Verrando risalenti agli anni 20012010, cioè al periodo che ha visto il passaggio tra quelle
che il compositore stesso definisce le “due fasi” della
sua esperienza creativa. Mentre la prima di queste due
fasi si è estesa fino al 2005, caratterizzandosi per un
sottile lavoro sui campi armonici, la seconda, che ha
preso avvio a partire da quella data, si è concentrata
invece sulla ricerca della parte inarmonica dello spettro
acustico, sullo studio delle proprietà infinitesimali del
suono, sulla saturazione e sul rumore. Questa seconda
fase, che si pone in relazione organica con
un’elaborazione teorica confluita in un volume intitolato
La nuova liuteria: Orchestrazione, grammatica, estetica
(2012), è tuttora in corso, aperta a un immaginario
sonoro utopico e in continua trasformazione, proiettata
verso una continua estensione del linguaggio. A ben
ascoltare, si possono comunque scorgere già in alcuni
dei pezzi precedenti al 2005 – o comunque in certe
sezioni di essi – i prodromi della seconda fase, che
appare perciò lineare e conseguente rispetto alla prima.
[…] Ammirevoli, da ogni punto di vista, le esecuzioni
affidate allo Mdi Ensemble e a Repertorio Zero, con la
limpida direzione di Pierre-André Valade.
sempre di Carpi, e dal Clan dei siciliani di Ennio
Morricone, del quale si esegue anche il Rag in frantumi
per pianoforte solo. Il concerto è interpretato dal New
Made Ensemble: Raffaello Negri, violino, Raffaele
Bertolini, clarinetto, Alessandro Calcagnile e Rossella
Spinosa, pianoforte. Questo primo concerto del progetto
“Enarmonia Mundi”, nato dalla collaborazione tra il
Centro Musica Contemporanea e le Edizioni Suvini
Zerboni, sarà replicato a Milano nell’ambito del Festival
Cinque Giornate per la Nuova Musica che si terrà dal 18
al 22 marzo.
Michele dall’Ongaro
Per soli e orchestra
L’etichetta Stradivarius dedica a Michele dall’Ongaro
il Cd monografico Checkpoint (STR 33964), che
include sei lavori composti tra il 1999 e il 2010,
nell’interpretazione di Aldo Orvieto, pianoforte, Carlo
Lazari, violino, Carlo Teodoro, violoncello, dell’Ex Novo
Ensemble e dell’Orchestra di Padova e del Veneto
diretti da Marco Angius. Il Cd propone un programma
ricco e articolato che l’Autore descrive nei termini che
seguono: «Freddo per violino, violoncello, pianoforte e
orchestra, scritto per l’Ars Trio di Roma come una
specie di preludio al Triplo Concerto di Beethoven, di
cui condivide l’organico, è un piccolo concerto dove
un’introduzione e una coda incorniciano sei sezioni che
si snodano senza soluzione di continuità. Il pezzo si
basa su un’idea semplice: pensare l’orchestra come
una sorta di collezione di plug-in per i solisti. Festschrift
per flauto, oboe, clarinetto, clarinetto basso, corno,
tromba, trombone, vibrafono, pianoforte, due violini,
viola, violoncello e contrabbasso, il cui materiale di
partenza è campionato da Checkpoint per orchestra,
ma qui la vita del pulviscolo frenetico è più estrema e
conosce poi un esito diverso. Con questa parola
tedesca si intende definire una pubblicazione
celebrativa, che io ho dedicato a Enzo Restagno. Mise
en abyme per flauto, clarinetto, violino, violoncello,
percussioni e pianoforte, il cui titolo significa
letteralmente “collocato nell’infinito” o “collocato
nell’abisso” e indica un processo formale grazie al quale
un’immagine contiene una piccola copia di se stessa.
Punto di partenza della partitura è la figura
dell’accompagnamento del celeberrimo Lied
schubertiano Die Forelle: non si sente mai, non si
Luis de Pablo
Quattro quartetti
È in cartellone a Madrid il 10 e il 12 febbraio,
nell’interpretazione del Quartetto Arditti, l’integrale
delle opere per quartetto d’archi di Luis de Pablo.
Il programma della prima serata, che si svolge
all’Auditorio del Museo Nacional Centro de Arte Reina
Sofía e include Fragmento e Voluntad de flores, è
impreziosito dalla prima esecuzione assoluta di
Memoria, quarto quartetto per archi. Racconta il
compositore: «Terminato l’8 marzo 2013, il lavoro è una
commissione del Centro Nacional de Difusion Musical
ed è dedicato ai vecchi e ammirati amici del Quartetto
Arditti. È articolato in tre tempi, di cui gli ultimi due
vanno eseguiti senza soluzione di continuità:
“Conversación”, “Changüí” e “Quedo”. Per chi non lo sa,
dirò che “Changüí” significa “scherzo amichevole” ed è
Aureliano Cattaneo
riconosce (forse), però c’è sin dall’inizio, scarnificata,
ridotta a rumore e sospiro, fremito che
progressivamente si fa suono. Zero per flauto,
clarinetto, violino, violoncello e pianoforte, scritto per il
30° anniversario dell’Ex Novo, è un piccolo
documentario acustico sui nostri amici musicisti.
Ognuno di loro ha un breve ritratto, da solo, in
associazioni multiple: illuminando i dettagli, alternando i
diversi obiettivi della videocamera le figure offrono una
diversa visione dell’insieme. Checkpoint per orchestra
da camera è stato scritto su commissione della St. Paul
Orchestra e di Roberto Abbado. Col titolo volevo
rendere omaggio alla lingua del Paese committente,
riferirmi a un aspetto formale e anche all’inaudita
violenza esercitata nel mondo con la scusa dei controlli.
Si tratta anche di una sorta di concerto per orchestra
che vuole mettere in luce le qualità virtuosistiche del
complesso. La Primavera per pianoforte e orchestra
d’archi, infine, è un pezzo “neoclassico”, nel senso
stretto e tecnico del termine, ovvero un pezzo dove tutti
i parametri procedono sempre secondo un andamento
parallelo. Un divertimento, una primavera allegra,
scanzonata, adolescenziale, sul modello di quella che a
sedici anni aspettavamo per bigiare canto corale la
mattina in Conservatorio e raggiungere in gruppo la
vicina Villa Borghese». Il Maggio Musicale Fiorentino
proporrà in primavera la prima esecuzione assoluta di
un nuovo lavoro per coro e orchestra di Michele
dall’Ongaro, commissione dell’Ente, nell’interpretazione
dell’Orchestra e del Coro del Maggio Musicale
Fiorentino diretti da Juraj ValČuha.
una parola di origine latinoamericana o africana.
In quanto a “Quedo”, parola oggi desueta, significa
“dolce”, “silenzioso”, “a bassa voce”. Con i miei altri tre
quartetti d’archi forma un gruppo di lavori da camera
abbastanza omogeneo, che ben riassume la mia
evoluzione degli ultimi venticinque anni». Nella serata
del 12 febbraio verranno invece eseguiti nella Sala de
Cámara dell’Auditorio Nacional de Música Caligrafía
serena e Flessuoso, col complemento del Quintetto per
clarinetto e quartetto d’archi. Il Quartetto Arditti è
affiancato per l’occasione dal clarinettista José Luis
Estellés. De Pablo è infine presente nel recentissimo
Cd Bakarrizketak/Monólogos (Espacio Sinkro 06),
registrato dal pianista Alfonso Gómez, con la terza
Serie di Retratos y Transcripciones.
Concerto bavarese
Il Klangforum Wien diretto da Beat Furrer dedica a
Aureliano Cattaneo un concerto monografico, in
programma il 7 febbraio alla Muffathalle di Monaco di
Baviera per la rassegna “musica viva Wochenende”.
Verranno eseguiti Sabbia per undici strumenti, e, in
prima esecuzione assoluta, commissione congiunta
“musica viva des Bayerischen Rundfunks” e Klangforum
Wien, la versione per violino e ensemble del
Violinkonzert, con Sophie Schafleithner nella veste di
solista. Spiega l’Autore: «Ho adattato per l’occasione il
Violinkonzert, ovvero il mio primo pezzo per orchestra,
nel quale mi ero posto contemporaneamente il problema
della scrittura per orchestra e della relazione tra solo e
gruppo. La mia risposta era stata, da una parte, un
lavoro che cercava di dialogare con la tradizione della
forma e dell’essenza del concerto e, dall’altra, un
trattamento della compagine orchestrale spesso
trasformata in un “super gruppo” da camera. Questa
tensione solista-musica da camera-musica orchestrale
presentava un nodo problematico nel Violinkonzert.
Questa nuova versione ha voluto, senza sostituire la
precedente, cercare una soluzione a questo problema,
creandone un altro: come trattare un gruppo da camera
con una scrittura orchestrale. In questo gioco di scritture
incrociate la parte del violino è rimasta identica, ma il
mondo costruito attorno a lui ha preso un colore
distinto». Il 23 maggio Seeds per flauto, clarinetto,
pianoforte, violino e violoncello verrà eseguito al
Werkhalle di Rottweil, nel corso della rassegna “ars
nova, 28. Tage für Neue Musik” della Kunststiftung Erich
Hauser, nell’interpretazione dell’Ensemble Aventure, che
lo riproporrà il 24 maggio presso l’Elisabeth Schneider
Stiftung di Freiburg im Breisgau.
Esce per Stradivarius un ricco
programma dedicato in gran
parte a musica concertante
Giunge a quattro titoli la serie dei
quartetti per archi la cui integrale
viene proposta dall’Arditti a Madrid
Nuova versione per ensemble
della prima pagina sinfonica
del compositore
9
Novità concertistica per Rai
NuovaMusica e una nuova
uscita discografica
Marco Momi
Una ripresa di Ludica II per
ensemble e elettronica è in
programma il 21 marzo
all’Espal di Le Mans, L’Espal,
affidata all’Ensemble del
Conservatoire du Mans.
Nuova versione per l’OSN
Rai d’una pagina nata per
la bacchetta di Sinopoli
Valerio Sannicandro
Suono tridimensionale
Il 20 febbraio l’Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai
diretta da Fabio Maestri propone all’Auditorium Rai di
Torino, per la rassegna Rai
NuovaMusica, la prima esecuzione
assoluta di Cori per violino e orchestra.
In questi termini Valerio Sannicandro
presenta il nuovo lavoro: «Una voce
sospesa, che a tratti ondeggia e si
ripiega in veloci arpeggi, produce
attorno a sé una serie di strati, colori,
echi in continuo movimento. Il violino
solista è il vertice di un prisma,
l’orchestra, che accumula con lo
scorrere del tempo una quantità e
qualità sempre variabile di riflessi: i
suoni si intersecano, si sovrappongono,
si affiancano allo strumento solista e ne
trasformano sia il timbro che la sua funzione,
mentre il discorso musicale attraversa in modo
ciclico diversi stati, dalla contemplazione di un
lontano orizzonte a improvvise scosse, segno di
una latente drammaticità. C’è un elemento che
accomuna questo lavoro per violino solista e orchestra
da camera con una composizione vocale (Anteterrae
per 32 voci, composta nel 2005): la ricerca, nell’ambito
d’un semplice profilo melodico, del maggior numero
possibile di nuances timbriche che possano simulare
continui cambi di prospettive e situazioni acustiche.
Ivan Vandor
Esperienza interiore
Il 20 febbraio l’Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai
diretta da Fabio Maestri propone
all’Auditorium Rai di Torino, per la rassegna
Rai NuovaMusica, la prima esecuzione
assoluta di Offrande per orchestra. In questi
termini il compositore presenta il lavoro:
«Questa composizione, scritta nel 1993, fu
eseguita la prima volta quello stesso anno a
Tel Aviv dalla Israel Philharmonic Orchestra
diretta da Giuseppe Sinopoli, che me l’aveva
commissionata e a cui è dedicata. La
versione torinese ne è una recente revisione.
Il titolo, non del tutto traducibile nell’italiano “offerta” e
che abitualmente si riferisce al mondo religioso o
rituale, in questo caso vuole invece indicare
Apollinaire e le dinamiche
della società contemporanea
ispirano due novità
10
Se per le voci quest’idea si realizzava con tecniche
vocali che “filtravano” l’emissione normale, nel caso di
Cori sono soprattutto gli archi (con l’uso di sordine
sia tradizionali che di metallo) e i corni (suoni aperti
e chiusi) a simulare voci simili e dissimili attorno a
un unico fulcro. Idealmente, come spesso avviene
nella mia musica, l’immagine che guida questo tipo
di orchestrazione è ancora una volta una certa idea
di spazio e spazialità. Sebbene l’orchestra sia in
posizione frontale, gli strumenti sono disposti in
modo da amplificare al massimo l’effetto, quasi
caleidoscopico, dei timbri in movimento nonché la
simulazione di sorgenti sonore più o
meno vicine all’ascoltatore “ideale” (come
gli effetti di background o i bariolage,
tremoli degli archi sullo stesso suono) che
suggeriscono complessivamente un’idea
di suono che amo chiamare
“tridimensionale”». Il 10 gennaio
Francesco D’Orazio e Giampaolo Nuti
hanno interpretato, per gli Amici della
Musica di Taranto, Renaissance per
violino e pianoforte. Sonnet X chiude il Cd Death Be
Not Proud (WERGO 20642), recentemente prodotto
presso lo ZKM di Karlsruhe dedicato al repertorio per
tuba ed elettronica. Ne sono interpreti Melvyn Poore
alla tuba e Valerio Sannicandro al live electronics.
Vittorio Montalti
un’esperienza più profondamente spirituale e
introversa, sottolineata anche da una quasi
citazione di un passo della Terza Sinfonia di
Mahler in cui il contralto canta un testo tratto da
Così parlò Zarathustra di Nietzsche. Da un
punto di vista più tecnico-musicale, la
composizione contiene elementi di vario tipo –
tonali, politonali, atonali con totale cromatico –
che privilegiano gli intervalli di seconda
maggiore e minore (di un tono e di mezzo tono)
che ne costituiscono l’ossatura strutturale.
Nell’ultima delle sezioni di cui l’opera è
composta si dispiega un tema che porta la
composizione alla sua naturale conclusione: un
tradizionale bicordo di terza maggiore».
Il senso e la macchina
Due prime esecuzioni assolute per Vittorio Montalti ad
apertura del 2014. Il 2 gennaio l’Istituto
Italiano di Cultura ha ospitato il duo
Ljuba Bergamelli e Franco Venturini in
Bestiaire Remix per voce femminile e
pianoforte. L’esecuzione è avvenuta
nell’ambito della residenza del
compositore nel mese di dicembre
presso l’ente culturale, allo scopo di
elaborare un progetto che sarà
realizzato fra un anno. Spiega Montalti:
«Bestiaire Remix è un piccolo ciclo di
quattro pezzi per voce e pianoforte,
quattro trascrizioni di alcuni brani che compongono il
mio Bestiaire per voce e percussioni. Partendo da due
poesie di Apollinaire (Ibis e L’écrevisse), ho lavorato
sulla frammentazione del testo, isolandone i passaggi
che mi sono parsi particolarmente significativi sul piano
semantico e fonetico». Commissione della Fondazione
Teatro La Fenice, Unnamed Machineries per orchestra
viene proposto in prima esecuzione assoluta il 7 e l’8
febbraio al Teatro Malibran di Venezia da John
Axelrod alla testa dell’Orchestra del Teatro La
Fenice. Afferma Montalti: «Diverse immagini si
rivelano ai nostri occhi senza spiegazioni apparenti,
come in un sogno. Non ne cogliamo le logiche né la
geometria; ne intravediamo il senso solo a un livello
più alto, quello della macchina che gestisce il
susseguirsi di queste figure musicali. Il brano è una
sorta di metafora kafkiana della società in cui
l’individuo è sovrastato da una fredda macchina,
enorme e invisibile, che si muove inesorabilmente e
lentamente lo schiaccia, costringendolo a una lotta
continua contro un organismo senza corpo. Per dirla
con Kundera “La burocrazia è diventata onnipresente e
in nessun luogo le sfuggiremo”». Il pianista Franco
Venturini ha eseguito Don’t Shoot the Piano Players per
pianoforte il 1° dicembre alla Sala Piatti di Bergamo,
per il Festival Armonie della Sera, e il 29 dicembre alle
Torri dell’Acqua di Budrio.
Malika Kishino
Coesistenze e opposizioni
Due prime assolute e una italiana per Malika Kishino.
Lamento per due violini, scritto in memoria del
terremoto e dello tsunami di Tÿhoku su una canzone
popolare di Fukushima, è in programma il
12 marzo nell’interpretazione del Duo
Retorica al Centro culturale cittadino
Koriyama di Fushima, nel quadro del
Fukushima Music Bond Project. Così
l’Autrice presenta il nuovo lavoro: «La
composizione è stata scritta per il Cd
Symbiosis prodotto da Future Trust e
interpretato dal Duo Retorica. Il Giappone
è stato da sempre benedetto da una
natura meravigliosa ma ha anche dovuto
convivere con minacce naturali come tifoni, terremoti e
vulcani attivi. Questo pensiero mi ha ispirato il concetto
di simbiosi e ho composto il mio pezzo basandomi sul
concetto di coesistenza tra natura e uomo. L’impulso
della natura è rappresentato dal pizzicato dei violini.
Il flusso dell’energia è realizzato dall’impiego dei violini
col legno. Per contrasto, per rappresentare l’umanità ho
citato una canzone popolare di Fukushima, Sohma
Nagareyama. Il testo esprime il desiderio della patria e
lo scorrere del tempo. Questa canzone rappresenta
nelle mie intenzioni il paesaggio del cuore. Il motivo
viene suonato dagli armonici dei violini, che ho
visualizzato come un flusso di color seppia. Lavorando
al pezzo mi è venuto in mente un ulteriore elemento,
con cui l’uomo non può mai coesistere pacificamente:
l’energia nucleare. Dagli anni Cinquanta noi giapponesi
abbiamo fatto sempre più affidamento sull’energia
nucleare come fonte d’energia. Ci siamo concentrati sui
suoi vantaggi, evitando di considerarne i rischi finché
non è accaduto l’incidente. Il prezzo che abbiamo
pagato è stato troppo alto e troppo doloroso. Dedico
Lamento a tutti coloro che hanno sofferto e continuano
a soffrire per queste tragedie». Lamento viene
registrato dal Duo Retorica per il Cd benefico
Symbiosis il 2 febbraio all’Angelo Studio di Londra.
Il 19 marzo Dialogue invisible per nove voci femminili a
cappella è in cartellone al Théâtre Laurent Terzieff
de l’Ensatt, nel quadro della rassegna Biennale
Musiques en Scène di Lione, nell’interpretazione
del Choeur Britten diretto da Nicole Corti. Il nuovo
lavoro celebra il trentennale del Choeur Britten,
committente della composizione. Malika Kishino
ha scelto, all’interno del testo poetico scritto da
Florence Delay appositamente per l’occasione, il
dialogo tra una ragazza e un fantasma. Spiega la
compositrice: «Ho cercato di impiegare diversi
parametri musicali, come l’impiego delle parole
(composte e scomposte), timbri (respiri e voce
naturale), dinamiche (p, fff), così come l’impiego dello
spazio. Ad esempio, il ritornello del fantasma è
caratterizzato da tre parametri che muovono dalla voce
muta alla voce normale e di nuovo al mutismo; da
frammenti di parole scomposte; dal movimento del
suono nello spazio. I cantanti sono divisi in quattro
gruppi e disposti in ciascun angolo della sala da
concerto. Il soprano dà invece voce alle repliche della
ragazza, ed è posto al centro del palco. La voce inizia
timidamente, da sola, ma si fonde gradualmente nel
gruppo di voci fantasma e cresce sempre più. Ho
cercato di creare una drammaturgia tramite il contrasto
tra opposizione e fusione». Prima italiana invece per
Zur Tiefe per orchestra, che l’Orchestra Sinfonica
Nazionale della Rai esegue, sotto la bacchetta di Pietro
Mianiti, il 24 febbraio all’Auditorium Rai di Torino, per la
rassegna Rai NuovaMusica. Infine, Vague de Passion
per due percussionisti è proposto in prima esecuzione
giapponese il 22 marzo al Kenmin Kyosai Mirai Hall di
Yokohama, nel quadro della “Percussion Ensemble
Festa 2014”, affidato a Kari Tozaki, marimba, e Masaya
Takagi, vibrafono.
Carmine Emanuele Cella
Prospettive sulla realtà
Tre diverse prime per Carmine Emanuele Cella questa
primavera. Il 26 marzo Fabio Maestri dirige l’Orchestra
della Toscana al Teatro Verdi di Firenze, nell’ambito
del Festival Play It!, nella prima esecuzione italiana
The Manhattan Distance per orchestra. Spiega l’Autore:
«Il pezzo s’ispira alla geometria. Nel mondo
reale pensiamo che sia una soltanto la
strada più breve tra due punti. Nella
geometria avanzata questo si è dimostrato
falso: seguendo alcune regole è possibile
definire più d’una strada. Tali strade si
chiamano “distanze” e un’importante misura
di distanza è la cosiddetta “distanza di
Manhattan”. Utilizzando questo tipo di
distanza, si trovano sempre almeno due
strade per collegare due punti. Questo pezzo cerca di
creare un equivalente musicale della geometria di
Manhattan: anche qui c’è sempre la possibilità di
raggiungere la meta attraverso due strade, vi sono cioè
due soluzioni per lo stesso problema. Sul piano formale
il pezzo è organizzato in due sezioni che rappresentano
le strade che collegano i due punti: ciascuna sezione
costituisce lo sviluppo musicale di queste idee. Non vi è
un unico modo di guardare alla realtà: questo pezzo
tenta di esprimere l’idea che è sempre possibile trovare
almeno due prospettive diverse sulle cose». Il 5
maggio la rassegna “Rondò” propone al Teatro Franco
Parenti di Milano la prima esecuzione assoluta di
Improvviso statico II per saxofono e live electronics,
nell’interpretazione di Mario Marzi, solista del
Divertimento Ensemble. Con queste parole Cella
descrive il nuovo lavoro: «Questo Improvviso è il
secondo pezzo di un ciclo per strumento solista e
elettronica live (Improvviso statico I era stato creato a
Roma da Enzo Filippetti nel 2012) in cui l’idea
principale è costruire un mondo sonoro ibrido e
contaminato in cui non esiste più lo strumento solista o
l’elettronica ma la fusione dei due. L’intera elettronica si
basa sul concetto di “resistività”, in cui la reazione
del computer agli eventi strumentali non è
istantanea bensì “fisica” e dunque portatrice di una
certa resistenza; lo stesso principio era stato
applicato al lavoro Reflets de l’ombre per grande
orchestra e elettronica del 2013». Il 10 maggio
Daniel Kawka interpreterà, alla testa dell’Ensemble
Orchestral Contemporain all’Auditorium Marcel
Landowski del Conservatoire à Rayonnement
Régional de Paris Mémoire de l’eau per nove
strumenti, con replica il 19 maggio all’Auditorio del
Centro de Arte Reina Sofía di Madrid. Il pezzo è tratto
da un lavoro in corso di composizione: un’opera da
camera con elettronica legata alla residenza di Cella
presso l’Académie de France à Madrid - Casa de
Velazquez, che racconta una storia partigiana accaduta
durante la seconda guerra mondiale. Spiega l’Autore:
«Mémoire de l’eau è un episodio strumentale concepito
per una delle scene culminanti e più toccanti dell’opera.
Il titolo è ispirato dal fatto che tale scena si svolge in
riva al mare, presso a un ceppo: i tre principali
protagonisti, tre partigiani catturati dalle forze fasciste,
vengono fucilati dopo essere stati obbligati a spogliarsi
nudi e dopo aver scavato le proprie fosse. L’acqua
diventa perciò testimone e memoria dell’accaduto. La
forma del brano sperimenta una sorta di “rarefazione
continua”, nella quale l’idea musicale viene diluita
sempre di più, come una goccia di sangue nell’acqua».
Una tragedia del Giappone
moderno e l’anniversario
d’attività d’un coro francese
ispirano due novità
Carlos Roqué Alsina
Voie avec voix per quartetto
d’archi sarà eseguito il 12
marzo a Buenos Aires dal
Quartetto d’archi dell’Università
Nazionale Tres de Febrero.
La geometria, l’elettronica
e la guerra ispirano
altrettanti nuovi lavori
Francisco Guerrero
L’Ensemble Sillages esegue il
Concierto de camara per flauto,
clarinetto, basso e quartetto
d’archi il 20 febbraio al Théâtre
Le Quartz, Scène Nationale de
Brest, e il 7 marzo all’Église de
Saint-Merry di Parigi.
11
Ispirate alla poetessa
americana Sylvia Plath le due
novità di questa primavera
Daniela Terranova
A Sylvia
Prima esecuzione assoluta per Daniela Terranova al
Festival Play It: Stasis in Darkness. Then the Blue per
orchestra verrà interpretato il 26 marzo al Teatro Verdi
di Firenze da Fabio Maestri alla testa dell’Ensemble
dell’Orchestra della Toscana, ente committente del
nuovo lavoro. In questi termini lo presenta la
compositrice: «Il titolo del componimento richiama i
primi versi della poesia Ariel, uno dei testi più
controversi di Sylvia Plath (grande voce poetica del
Novecento anglofono, vincitrice postuma del Pulitzer
Prize 1982, nata a Boston, ma naturalizzata inglese,
morta suicida a soli trent’anni nel 1963), per ricchezza
di significati e difficoltà interpretative. Vi si racconta una
folle corsa a cavallo: metafora della vita stessa, della
corsa che ha come meta la morte. “Stasis in Darkness”:
un respiro, seguito da una strappata lacerante degli
archi che apre uno squarcio sull’immobilità della notte,
dalla quale ci si stacca lentamente, per costruire un
ultimo grande slancio verso la luce». Un’ulteriore prima
verrà proposta il 5 maggio al Teatro Franco Parenti di
Milano, nell’ambito della stagione Rondò, dal
Divertimento Ensemble diretto da Sandro Gorli, con la
coreografia di Ariella Vidach: Lying Down on the
Horizon, per flauto (anche flauto in Sol), clarinetto
(anche clarinetto basso), violino, viola, violoncello,
Novità per ensemble ispirata
alle riflessioni e alla pittura
del manierista Pontormo
Federico Gardella
Ut pictura musica
Prima esecuzione assoluta per Federico Gardella al
Festival Play It!: Ossessioni di Pontormo per due gruppi
strumentali e percussioni verrà interpretato il 26 marzo
al Teatro Verdi di Firenze da Fabio Maestri alla testa
dell’Ensemble dell’Orchestra della Toscana, ente
committente del nuovo lavoro. In questi termini ne
chiarisce le implicazioni il compositore: «Tra il 1554 e
il 1556 Jacopo Carucci, detto il Pontormo, tenne un
diario. Non si tratta di un diario inteso in senso
letterario, quanto piuttosto di un resoconto,
minuziosamente dettagliato, delle sue ossessioni:
in queste pagine accurate descrizioni delle abitudini
alimentari (annotate in relazione a considerazioni di
carattere medico) trovano posto al fianco degli studi per
gli affreschi del Coro della Basilica di San Lorenzo a
Firenze, capolavoro a cui Pontormo stava lavorando
in quegli anni e che non riuscì a portare a termine.
La pittura di Pontormo è un’arte abitata dalle proprie
ossessioni ed è in questo che risiede la sua modernità.
Ho iniziato a comporre queste Ossessioni di Pontormo,
per due gruppi strumentali e percussioni, con in mente
queste riflessioni: come immaginare una musica
Novità incentrata sulla
spazializzazione sonora
alla Biennale di Lione
12
pianoforte e due danzatori – commissione del
Divertimento Ensemble col supporto della Ernst von
Siemens Music Foundation –, nelle parole dell’Autrice
«è stato concepito fin dall’inizio con l’intento di operare
una convergenza tra musica e danza, rifiutando la
dipendenza nella collaborazione tra i due diversi
linguaggi espressivi. Il punto d’incontro è stato
raggiunto grazie alla condivisione dell’idea astratta alla
base della composizione, suggeritami dalla poesia
visionaria di Sylvia Plath. La dimensione naturale
dell’uomo sembrerebbe essere verticale – “I’m vertical”,
recita in apertura di un suo famoso componimento la
scrittrice – ma talvolta la vita ci spinge a desiderare un
abbandono, una resa, il raggiungimento di una
dimensione orizzontale che è quella del sonno/sogno e
infine della morte. Il riferimento al testo è metaforico,
trascende le vicende propriamente biografiche per
cogliere la dimensione universale dell’esperienza.
I corpi dei ballerini sembrano dare forma a un rito,
muovendosi nel groviglio di una texture inizialmente
secca, arida, “legnosa”, che a poco a poco acquista
risonanza e profondità». La composizione verrà ripresa
nel mese di luglio, sempre dal Divertimento Ensemble,
in Finlandia, nel contesto del Festival “Time of Music” di
Viitasaari.
Jean-Luc Hervé
Come un’eco
Prima esecuzione assoluta per Jean-Luc Hervé alla
Biennale Musique en Scène: De près per cinque
strumenti e elettronica verrà interpretato il
29 marzo al Temple du Change di Lione
dall’Ensemble Les Temps Modernes. In
questi termini il compositore presenta il
nuovo lavoro: «La disposizione spaziale del
pezzo è costituita da un ensemble di
cinque musicisti sulla scena e da un
sistema di diffusione sonora con degli
altoparlanti disposti tra il pubblico. La
musica suonata dai musicisti è trattata in
tempo reale attraverso altoparlanti più
vicini. Il pezzo fa dialogare così due situazioni d’ascolto
opposte: un ascolto abituale, da concerto, cioè quello
capace di riverberare quelle ossessioni? Come rendere
invisibili le “figure” dando corpo ai loro sguardi? Ho
pensato, allora, di dividere l’ensemble in due gruppi
strumentali, senza però arrivare a definirli attraverso
una dialettica delle parti; al contrario, i due gruppi
“dicono” quasi la stessa musica, si conformano quasi
attraverso gli stessi “gesti”, ma è proprio in questa
sottile alterità che prende forma il carattere ossessivo
di una musica pensata in analogia con la pittura di
Pontormo». Nel mese di febbraio si offrono due
occasioni per ascoltare la musica di Federico Gardella.
Voice of Wind per voce femminile (Utai) e flauto basso
è in programma il 23 febbraio al Daniel Recital Hall
della California State University a Long Beach
(California), nell’interpretazione del duo Ryoko Aoki e
John Barcellona. Il 24 febbraio l’Orchestra Sinfonica
Nazionale della Rai diretta da Pietro Mianiti propone
all’Auditorium Rai di Torino, per la rassegna Rai
NuovaMusica, la prima esecuzione italiana di Mano
d’erba per orchestra, dopo la registrazione in studio
realizzata sempre dall’OSN Rai a Torino lo scorso
ottobre (cfr. ESZ News n. 62).
degli strumenti sulla scena di fronte al pubblico, e uno
vicino, quello dei suoni diffusi dagli altoparlanti che si
trovano presso il pubblico. Diffusi a basso volume,
i suoni che provengono dagli altoparlanti
risuonano come un’eco degli strumenti, bisbigliati
all’orecchio degli spettatori». De près sarà ripreso
il 21 settembre dall’Ensemble Recherche a
Royaumont, nel quadro d’un concerto
monografico che comprenderà anche la prima
esecuzione assoluta di un nuovo brano per
organo e elettronica. En mouvement per sette
strumenti è invece in programma il 16 febbraio
allo Studio 106 di Radio France, a Parigi, nel
quadro del Festival Présences, affidato all’Ensemble
Mosaïk diretto da Enno Poppe.
Giorgio Colombo Taccani
Ostinatamente vitale
Due prime esecuzioni per Colombo Taccani nei
prossimi mesi. Il 23 febbraio, presso lo Spazio Aref
di Brescia, Piercarlo Sacco, dedicatario del brano,
presenterà in prima assoluta Piazzaforte per violino
solo. Dice il compositore: «Composta su invito
dell’Associazione Culturale Aref e di Mauro Montalbetti,
Piazzaforte vede la luce collegandosi esplicitamente al
quarantennale della strage di Piazza della Loggia a
Brescia. Le ragioni strettamente musicali e compositive si
fondono, più che in altre occasioni, con la testimonianza
etica e morale, con il desiderio di opporre con forza un
argine alla barbarie e alla sopraffazione. Il canto
antifascista Siam del popolo gli arditi, in alcuni suoi
frammenti e comunque mai citato direttamente, diviene
quindi base dell’intero lavoro, non solo come sorgente di
elementi strutturali, di proporzioni e di spunti costruttivi,
ma anche come spinta ideale verso la conservazione
della memoria e un orizzonte di giustizia. “Con immutata
convinzione” è l’indicazione con cui si apre la partitura, e
questa, più di verbose descrizioni puntuali, è certo la
sintesi più opportuna per identificare l’intera traiettoria
del lavoro, sempre affermativa e ostinatamente vitale».
Il 18 marzo sarà invece Roberto Fabbriciani a eseguire
per la prima volta Eyeless Dark per flauto basso solo
presso il Dipartimento delle Arti dell’Università di
Bologna. Spiega Colombo Taccani: «Eyeless Dark segue
a distanza di un anno circa Restless White per flauto,
scritto sempre per Roberto Fabbriciani, e con questo
precedente lavoro crea relazioni di simmetria e di
Andrea Manzoli
complementarità. All’immediato contrasto fornito dal
timbro profondo del flauto basso si aggiunge un clima
tendenzialmente statico e risonante, assai lontano dalla
mobilità inquieta del brano gemello. Pochi suoni si
alternano, appena increspati da piccole fluttuazioni e solo
raramente incisi da brevissimi momenti di isolata
tensione. Solo nel finale il percorso trova un episodio di
violenta assertività, caratterizzato dalla conquista del
registro acuto dello strumento da parte di un gesto
ripetuto con maniacale energia. Si tratta tuttavia di una
parentesi presto richiusa, terminando il brano, nelle
poche battute successive, con un rapido e definitivo
ritorno alla fissità iniziale». Alcuni lavori di Colombo
Taccani verranno ripresi in questo periodo: Restless
White verrà eseguito il 25 febbraio da Roberto
Fabbriciani al Centro Mexicano para la Música y Artes
Sonoras di Morelia (Messico) e l’11 marzo da Paola Fre
al Teatro Grande di Brescia nell’ambito di un concerto
dell’ensemble Sentieri Selvaggi. R’lyeh per chitarra
elettrica sarà riproposto da Sergio Sorrentino il 16 marzo
a Torino per la stagione “I Cinque Concerti”
dell’Associazione Sviluppo, Arte e Musica. Il 30 marzo
Akiko Kozato e Adele D’Aronzo eseguiranno Zaul per
voce e pianoforte presso la Nanko Sunset Hall di Osaka.
Ancora Akiko Kozato e Misato Suzuki interpreteranno
Diana, Luna il 1° aprile al La Forte Hall di Tokyo. Il 20
maggio il pianista Moritz Ernst proporrà I muri bianchi di
Endenich al BKA di Berlino.
Immagini musicali
I
l 28 marzo Tonino Battista dirige l’Ensemble
dell’Orchestra della Toscana al Teatro Verdi di Firenze,
nell’ambito del Festival Play It!, nella prima esecuzione
assoluta di Blooming per nove strumenti. Spiega l’Autore:
«Una delle tecniche musicali di proliferazione materica
che più mi hanno interessato fin dai primi studi di
composizione è la variazione (intesa come elemento
nuovo e rigeneratore piuttosto che come artificio
virtuosistico/decorativo). In Blooming, attraverso il
concetto di variazione cerco di riappropriarmi, di rileggere
e di riscrivere un’idea musicale lievemente appuntata
diverso tempo fa, ma mai formalizzata. L’idea centrale del
brano è quella di raccogliere all’interno di un’unica arcata
narrativa diverse immagini musicali tutte riconducibili ad
una successione accordale rappresentante il materiale
“primordiale”. Momenti sincronici (accordi “armonici” e
“inarmonici” secondo l’accezione spettralista) e momenti
diacronici (linee e profili melodici) vengono messi in
continua relazione dialettica attraverso i parametri
dell’eterofonia (ritmica ed armonica) e della risonanza
(integrale o selettiva)». La musica di Andrea Manzoli ha
partecipato all’International Film Festival Rotterdam come
colonna sonora del lungometraggio Mancanza – Inferno
Christophe Bertrand
di Stefano Odoardi, proiettato per la prima volta il 28
gennaio. Per il film Manzoli ha composto Dieci elegie per
un microcosmo per soprano e accompagnamento di
percussioni, affidate all’interpretazione di Valentina
Coladonato. Con queste parole il compositore racconta la
sua esperienza: «Era da tempo che conoscevo
personalmente il regista Stefano Odoardi ma non avevo
mai avuto modo di collaborare con lui. Meno di un anno
fa mi chiese di scrivere le musiche per il film Mancanza –
Inferno, e proprio in quella proposta trovai degli stimoli
interessanti e a dir poco inconsueti rispetto al “classico”
lavoro di commento sonoro. Come riferimento testuale
non ho avuto una sceneggiatura ma alcuni estratti dalle
Elegie Duinesi di Rainer Maria Rilke, scelti da Stefano e
che rappresentano la mera base drammaturgica, senza
alcun vincolo legato al sincrono con l’immagine.
Insomma, un lavoro che pone sullo stesso piano regista e
compositore e che svincola il pensiero artistico dalle
ferree logiche percettive dell’ascoltatore. Dieci elegie per
un microcosmo sono state scritte autonomamente,
avendo come “vincolo” un testo che funge da perno
generatore dell’intero film».
Omaggio a un autore amico
Hommage à Christophe Bertrand è il titolo d’una
produzione che Radio France ha dedicato alla memoria
del compositore scomparso nel 2010. Il 18, 19 e 25
gennaio si sono svolte le sessioni di registrazione di un
Cd monografico in uscita la prossima primavera per
l’etichetta Motus, mentre il 20 gennaio lo Studio 105 della
Maison de Radio France ha ospitato un concerto ritratto,
interpretato dagli ensemble Court-circuit e In Extremis
(quest’ultimo partner di Bertrand) sotto la direzione di
Jean Deroyer, trasmesso in diretta sulla rete France
Musique nel corso della trasmissione “Le Concert
Contemporain”. Il programma, tanto del Cd quanto del
concerto, ha proposto Sanh per clarinetto basso,
violoncello e pianoforte, Arashi per viola sola, Skiai per
flauto, clarinetto, violino, violoncello e pianoforte, Treis
per violino, violoncello e pianoforte, Ektra per flauto solo,
e Satka per flauto, clarinetto, violino, violoncello,
percussione e pianoforte.
Due pagine per strumento
solo commemorano la Strage
della Loggia e arricchiscono
il catalogo per flauto
Henri Pousseur
Roberto Fabbriciani esegue il
25 febbraio al Centro Mexicano
para la Música y Artes Sonoras
di Morelia Zeus joueur de flûtes
per flauto e nastro magnetico.
Lavori di ricerca in sala
da concerto e al cinema
Radio France dedica un
concerto, una trasmissione e
un Cd alla musica per ensemble
13
Due Cd monografici offrono uno
sguardo ad ampio spettro sul
mondo creativo del compositore
Giorgio Gaslini
Ritratti d’autore
L a pianista Alessandra Garosi ha ideato e realizzato per
l’etichetta EMA Records un articolato progetto
discografico dal titolo Chansons et Carillons.
Concepito come un omaggio monografico a
Giorgio Gaslini, l’album comprende Les
carillons fou per flauto e pianoforte, Suite
elisabettiana per traversiere, voce e
pianoforte, Moto velocetto perpetuo per
flauto e pianoforte, Myanmar Suite per
quartetto di flauti, Trittico popolare per voce
femminile e pianoforte su canti popolari
italiani e la chanson Il drago tratta dal
Songbook. Completano il Cd due lavori della stessa
Garosi, tra cui Le carillon perdu, dedicato allo stesso
Gaslini. Interpretano il programma Francesca Breschi,
voce, Stefano Parrino, flauto, Paolo Corsi, percussioni,
e Alessandra Garosi al pianoforte. Il Cd verrà presentato
il 15 febbraio alla trasmissione “Piazza Verdi” di Rai
Radio3, nel corso della quale saranno suonati in diretta
alcuni brani dalla Suite elisabettiana e dal Trittico
popolare, oltre alla chanson Il drago. Al progetto è
Tre prime costellano
altrettanti festival
questa primavera
Gilberto Bosco
Incontri sonori
Il Festival Play It! ha in cartellone il 29 marzo al Teatro
Verdi di Firenze la prima esecuzione assoluta di Dal
deserto per otto strumenti, nell’interpretazione
dell’Ensemble dell’Orchestra della Toscana diretto da
Francesco Lanzillotta. Spiega Gilberto Bosco: «Alcuni
frammenti, quasi dei “paesaggi musicali”, si susseguono
senza soluzione di continuità. La lontananza temporale
dal viaggio qui forse ripercorso e la suggestione di una
serie di opere pittoriche e di immagini fotografiche
sovrapposte ai ricordi collegano astrazione e realtà,
esperienza vissuta e finzione». Essercizio per due flauti è
il titolo d’una seconda novità di Gilberto Bosco, in
programma in aprile al Festival “Suoni inauditi” di
Livorno. Chiarisce l’Autore: «Il titolo ovviamente rimanda
a Domenico Scarlatti, qui presente e insieme forse anche
assente. Una serie di emissioni diverse, di combinazioni
ottotoniche, di incontri contrappuntistici, di “melodie” rese
Novità per elettronica frutto
d’una commissione parigina
14
Maurilio Cacciatore
Timbri artificiali
Commissione della Fondazione “Cœur du Cinq” con il
sostegno della città di Parigi, Hörspiel n. 6 per elettronica
a sei canali sarà proposto in prima esecuzione assoluta il
24 maggio all’Auditorium du Collège de Bernardins di
Parigi, affidato all’assistenza informatica di Marco Liuni.
Spiega Cacciatore: «Questo pezzo per sola elettronica
continua la serie di radio racconti che ha avuto inizio con
il mio precedente lavoro per orchestra. Il progetto è frutto
della collaborazione nata con la Fondazione committente
del brano sull’inclusione di persone socialmente deboli
nella città di Parigi in una creazione artistica. Allora ho
pensato di potere usare un testo poetico di chi coltivasse
la scrittura e, tra le varie proposte avute, ho scelto la
poesia Je me suis fait la belle di Samuel Samuel,
clochard dall’adolescenza. Questo brano ha due versioni:
una da concerto, per impianto stereo a sei canali (tre per
lato), e una versione radiofonica in cui la posizione degli
altoparlanti sarà simulata con opportuni filtraggi. Nella
versione da concerto la posizione non convenzionale
degli altoparlanti del formato stereo (non tutti gli
altoparlanti sono uguali tra loro e non tutti si rivolgono
verso il pubblico) permette di ottenere una ricca varietà di
timbri e una sensazione di visione frontale “allargata”: il
perfezionamento di queste tecniche è tra i miei principali
interessi nelle mie nuove vesti di ricercatore tra gli studi
di Musica Elettronica di Basilea e l’Università Cattolica di
collegata anche una piccola tournée concertistica: il 18
marzo alla Stagione della Fondazione Busoni di Empoli
verrà proposto un programma che comprende Les
carillons fou, Suite elisabettiana, Trittico popolare
e Il drago; il 25 aprile la Garosi interpreterà Piano
Felix alla Villa Seidlar di Monaco di Baviera. Nel
mese di maggio una selezione dalla Suite
elisabettiana verrà interpretata dalla voce di Maria
Calabretta e dal pianoforte di Vanessa Cangemi
all’interno della rassegna “I Suoni del Fiume” di
Loro Ciuffenna. Un secondo Cd dell’etichetta
Tactus (TC 920701) propone invece l’integrale
delle opere per flauto di Giorgio Gaslini interpretate da
Roberto Fabbriciani. Buona parte del programma è
composta da lavori recentissimi: risalgono infatti al 201112 Aria con figure e Les carillons fou per flauto e
pianoforte, Traiettorie per tre flauti e Concerto per flauto,
archi, arpa e percussioni. Fabbriciani è coadiuvato da
Massimiliano Damerini al pianoforte e dall’Orchestra
Filarmonica di Roma sotto la direzione di Ezio Monti.
poco o tanto esplicite, di ricordi e nostalgie, percorrono il
lavoro. Un omaggio (forse più per assenza che per
presenza!) a un lavoro di Goffredo Petrassi». Una terza
manifestazione – il Festival Risuonanze di Trieste –
propone un’ulteriore prima di Gilberto Bosco: Ritorno per
voce e pianoforte sarà eseguito il 31 maggio dal duo
Akiko Kozato e Adele D’Aronzo. Si chiede il compositore:
«Come si può scrivere un lied “romantico”? Ritorno si
pone (presuntuosamente) questa domanda e ne
costituisce una assai parziale e lacunosa risposta. Il testo
d’amore da un lato rimanda a Schumann, dall’altro
provoca madrigalismi e immagini riflesse. Per chi non
ama i ricordi: un solo incontro verticale, in tutto il brano, è
consonante, la nota perno, ossessivamente echeggiante
(sarà forse l’immagine di cui parla il poeta?) non è in
alcun modo una “tonica”».
Porto. L’attenzione al formato radiofonico rimane tra i
miei interessi principali attuali: la radio richiede una cura
particolare nel saper tenere viva l’attenzione
dell’ascoltatore e presenta dinamiche proprie, che si
riflettono sia nella forma sia nei contenuti della musica.
Hörspiel cerca di mantenere un contatto con la tradizione
tedesca dei radiodrammi, ma allo stesso tempo prende le
distanze da un “classicismo” che non mi riguarda.
D’altronde, come in tanti miei lavori vocali, l’uso del testo
va più nel senso dell’articolazione dell’aria che della
trasmissione effettiva del senso del testo stesso. Anche
qui la sua comprensione sarà ardua: l’ascoltatore
potrebbe considerare la comprensione delle parole, più
che un invito a seguire la musica, una conquista per
rivendicare il senso convenzionale del linguaggio.
Quando poi sarà chiaro il mondo sonoro attorno a questo
testo combattuto, l’ascoltatore forse deciderà se
continuare lo sforzo di comprensione, oppure sublimarlo
nella sua replica fatta tramite i miei timbri artificiali».
Refrain in extenso per violino, viola, violoncello e
pianoforte – il brano vincitore del 14° Premio Trio di
Trieste, Concorso Internazionale di Musica da camera
(Sezione Quartetto) –, verrà ripreso per la prima volta il
26 marzo all’Auditorium Limen Music & Arts di Milano
nell’interpretazione dell’Ensemble Taras.
Pasquale Corrado
Iniziazione adolescenziale
Va in scena il 2 e 3 maggio in prima rappresentazione
assoluta ai Cantieri Koreja di Lecce Alice Special Guest,
opera lirica per tre voci, tre attori e orchestra su libretto di
Ugo Giacomazzi, Julio Garcia e Luigi Di Gangi da Lewis
Carroll, scene e regia di Ugo Giacomazzi e Luigi Di
Gangi, costumi di Giulia Giannino. L’Orchestra Sinfonica
“Tito Schipa” di Lecce sarà diretta dall’Autore. Spiega
Corrado: «In questo viaggio nell’inconscio adolescenziale
verso una metaforica “festa”, luogo dell’affrancamento di
Alice dal mondo dell’infanzia cui ancora si sente relegata,
tutte le figure che incontra (personaggi inventati ma che
conservano molte qualità degli archetipi di Carroll)
offrono alla protagonista un’esperienza che direttamente
o indirettamente riguarda il raggiungimento di questo
obiettivo, dapprima inconsapevole ma via via sempre più
Carlo Ciceri
chiaro. È un viaggio quindi attraverso i conflitti, i desideri,
le angosce dell’iniziazione adolescenziale: l’alcol, le
droghe, l’apparenza dell’estetica, il divertimento da
sballo, l’amore, sono temi trattati nel tentativo di entrare
in empatia con questo mondo e con i suoi reali ostacoli
che consentono ad Alice di uscirne più matura, o per lo
meno con una visione, sebbene onirica, più articolata e
complessa». Il 24 febbraio l’Orchestra Sinfonica
Nazionale della Rai diretta da Pietro Mianiti propone
all’Auditorium Rai di Torino, per la rassegna Rai
NuovaMusica, la prima esecuzione italiana di Sfera per
orchestra, dopo la registrazione in studio realizzata
sempre dall’OSN Rai a Torino lo scorso ottobre (cfr. ESZ
News n. 62).
Tensioni e trasformazioni
Tre esecuzioni consecutive per una novità di Carlo
Ciceri: Criteria insorge per trio d’archi viene proposto in
prima esecuzione assoluta dal Mondrian Ensemble di
Basilea, committente del lavoro, il 20 febbraio allo
Schlössli Wartegg di Lucerna con riprese il 21 febbraio
alla Gare du Nord di Basilea e il 23 febbraio al
Kunstraum di Zurigo. Spiega l’Autore: «Criteria Insorge è
la personalizzazione di una figura che tenta l’eccesso e
l’estremo come chiavi per tendersi verso il controllo,
l’impossessamento, verso una scrittura desiderata e al
contempo madre stessa di forze instabili dalla velocità
cruda e dalle funzionalità imprevedibili. I tre archi sono il
luogo su cui impiantare, trapiantare, incrociare materiali
che si trasformano, generando distanze e reazioni fisiche
tali da obbligare i corpi a riprodursi in gesti dalla
Maurizio Ferrari
spersonalizzazione meccanica, ad accettare l’alterazione
da sforzo adattativo, a riplasmarsi sullo strumento». Il 22
marzo RepertorioZero eseguirà al Festival di Archipel di
Ginevra Cruda per trio d’archi elettrici e elettronica, nel
quadro del progetto “Ubiquity”. Nel mese di novembre
2013 è stato proiettato per la prima volta il progetto di
video-danza Trajet Laryngo-claviculaire, realizzato con
compagnia LaBrèche, presso il festival Exp. Edition 01,
Biennale de Danse en Lorraine, Arsenal - Metz en
Scènes. Per questo progetto Ciceri ha composto una
traccia audio sulla quale Aurélie Gandit ha realizzato la
coreografia. Il video sarà riproposto il 3 Marzo al Trois
C-L - Banannefabrik di Lussemburgo per il Festival 3 du
Trois.
Da un campo armonico
Quartetto d’archi con voce, novità di Maurizio Ferrari su
testi di Salvatore Quasimodo, è stato proposto in prima
esecuzione assoluta il 23 gennaio alla Palazzina Liberty
di Milano dal soprano Matilde Bondioli e dal Quartetto di
Musica/Realtà, per la rassegna di quest’ultima
Associazione. Così presenta l’Autore questa fatica
recente: «Introduzione strumentale: da un suono si
genera un campo armonico, i cui elementi costruttivi
percorrono tutta la composizione determinandone il
“colore” armonico e il divenire formale. Segue un
momento contrappuntistico, nel quale le parti strumentali
Ottorino Respighi
Antiche danze
L e ESZ pubblicano in revisione critica due pagine
cameristiche inedite di Ottorino Respighi destinate
all’organico di violino e pianoforte al quale il
compositore dedicò un’importante Sonata.
Dei due pezzi – una Giga in Si minore e un
Allegretto vivace in Do maggiore – non è
nota la data di composizione, benché si
presuma debbano rientrare nella produzione
del compositore giovane. Vi è già evidente –
e destinato a decisivi sviluppi futuri – l’intento
di rifarsi alle forme preromantiche dell’antica tradizione
italiana per rifondare la musica strumentale d’un Paese
che per un secolo si era concentrato quasi
s’intrecciano creando un amalgama sonoro denso e
compatto, dal quale emergono frammenti melodici; al
fondo persiste lo “spettro” del campo armonico iniziale.
Segue la parte centrale con la voce, formalmente divisa
in tre parti: “Introduzione”, “Passacaglia” – costruita sui
primi suoni uditi all’inizio del brano – e “Finale” per voce
sola. La composizione termina con una parte per soli
archi (tutti con sordina): un breve Adagio malinconico,
che confluisce nel finale sugli stessi suoni che avevano
dato avvio al quartetto, ma “lontani”, inudibili».
esclusivamente sul teatro d’opera. In queste pagine
estroverse e brillanti il trattamento dei due strumenti è
paritario e la condotta delle parti sempre
sorvegliata. Il manoscritto, custodito presso il
Museo Internazionale e Biblioteca della Musica di
Bologna, è stato rivisto per la stampa da Emy
Bernecoli e Massimo Giuseppe Bianchi. I due
musicisti ne hanno già realizzato una registrazione
all’interno del Cd Naxos (8.573129) di recente
uscita che rappresenta il primo volume d’una serie
dedicata all’integrale della produzione per violino e
pianoforte di Ottorino Respighi.
Il mito di Alice rivive
aggiornato in un nuovo
lavoro di teatro musicale
Novità per trio d’archi proposta
in tre capoluoghi svizzeri
Novità cameristica
ispirata a una lirica di
Salvatore Quasimodo
Le ESZ rendono disponibili
due pagine inedite per violino
e pianoforte
15
Prime
esecuzioni
Prime
esecuzioni
as
Prime esecuzioni
assoluteassolute
FEBBRAIO
Francesco Hoch
PIUME DI SENSO
per flauto dolce contralto
Berna, Stiftung Kiefer-Hablitzel, Konservatorium,
4 febbraio
Giulia Genini, flauto dolce
Aureliano Cattaneo
VIOLINKONZERT
Versione per violino e ensemble
(Commissione musica viva des Bayerischen
Rundfunks e Klangforum Wien)
München, musica viva Wochenende, Muffathalle,
7 febbraio
Sophie Schafleithner, violino
Klangforum Wien
dir.: Beat Furrer
Vittorio Montalti
UNNAMED MACHINERIES
per orchestra
(Commissione Fondazione Teatro La Fenice)
Venezia, Teatro Malibran, 7 febbraio
Orchestra del Teatro La Fenice
dir.: John Axelrod
Luis de Pablo
MEMORIA
Quarto quartetto per archi
Madrid, Auditorio del Museo Nacional Centro de
Arte Reina Sofía, 10 febbraio
Arditti Quartet
Stefano Gervasoni
PRÉS
per pianoforte
(Prima esecuzione assoluta di due “Prés” Libro III)
Parigi, Istituto Italiano di Cultura, 18 febbraio
Emanuele Torquati, pianoforte
Javier Torres Maldonado
SEGUNDO LIBRO DEL CANTO ALADO
per clarinetto e quartetto d’archi
Brest, Petit Théâtre Le Quartz, Scène Nationale
de Brest, 20 febbraio
Ensemble Sillages
Valerio Sannicandro
CORI
per violino e orchestra
Torino, Rai NuovaMusica, Auditorium Rai,
20 febbraio
Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai
dir.: Fabio Maestri
Ivan Vandor
OFFRANDE
(Prima esecuzione della versione riveduta)
Torino, Rai NuovaMusica, Auditorium Rai,
20 febbraio
Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai
dir.: Fabio Maestri
Javier Torres Maldonado
HUAYRA-YANA (Vento notturno)
Versione per saxofono baritono e elettronica
Brest, Festival Electr(o)cution, Centre d’Art
Passerelle, 20 febbraio
Stéphane Sordet, saxofono
Carlo Ciceri
CRITERIA INSORGE
per trio d’archi
Luzern, Schlössli Wartegg, 20 febbraio
Mondrian Ensemble
Giorgio Colombo Taccani
PIAZZAFORTE
per violino solo
Brescia, Spazio Aref, 23 febbraio
Piercarlo Sacco, violino
MARZO
Malika Kishino
LAMENTO
Based on a folk song from Fukushima
per due violini
Fukushima, Music Bond Project, Koriyama Civil
Cultural Center, 12 marzo
Violin Duo Retorica
Ivan Fedele
ELETTRA
Versione per violino elettrico a cinque corde
Palermo, Amici della Musica, Politeama Garibaldi
17 marzo
Francesco D’Orazio, violino
Giorgio Colombo Taccani
EYELESS DARK
per flauto basso solo
Bologna, Dipartimento delle Arti dell’Università di
Bologna, Centro La Soffitta, 18 marzo
Roberto Fabbriciani, flauto basso
Riccardo Panfili
VALE
per mezzosoprano, percussione e trio d’archi
su un testo di tradizione orale
Milano, Festival Cinque Giornate per la Nuova
Musica, 18-22 marzo
New Made Ensemble
Malika Kishino
DIALOGUE INVISIBLE
per coro femminile
Lyon, Biennale Musique en Scène, Théâtre
Laurent Terzieff, 19 marzo
Chœur Britten
dir.: Nicole Corti
Michele Tadini
CIELO, COSTRUENDO BABELE
per voce, chitarra elettrica, pianoforte,
percussione e contrabbasso
Dijon, ACTEM Musique de Chambre et Création,
22 marzo
Federico Gardella
OSSESSIONI DI PONTORMO
per due gruppi strumentali e percussioni
(Commissione Orchestra della Toscana)
Firenze Festival Play It!, Teatro Verdi, 26 marzo
Ensemble dell’ORT
dir.: Fabio Maestri
Daniela Terranova
STASIS IN DARKNESS. THEN THE BLUE
per orchestra
(Commissione Orchestra della Toscana)
Firenze Festival Play It!, Teatro Verdi, 26 marzo
Orchestra della Toscana
dir.: Fabio Maestri
Giovanni Verrando
TRAVELLING ICON ON RABBIT-SKIN GLUE
per ensemble
(Commissione Orchestra della Toscana)
Firenze Festival Play It!, Teatro Verdi, 28 marzo
Ensemble dell’ORT
dir.: Tonino Battista
Andrea Manzoli
BLOOMING
per nove strumenti
(Commissione Orchestra della Toscana)
Firenze Festival Play It!, Teatro Verdi, 28 marzo
Ensemble dell’ORT
dir.: Tonino Battista
Gilberto Bosco
DAL DESERTO
per otto strumenti
Firenze Festival Play It!, Teatro Verdi, 29 marzo
Ensemble dell’ORT
dir.: Francesco Lanzillotta
Jean-Luc Hervé
DE PRÈS
per cinque strumenti e elettronica
Lyon, Biennale Musique en Scène, Temple du
Change, 29 marzo
Ensemble Les Temps Modernes
APRILE
Alessandro Solbiati
TERZO QUARTETTO
per archi
(Commissione dell’Atelier de la Touraine)
Tours, Atelier de la Touraine, Salle Ockeghem,
8 aprile
Quatuor Diotima
Riccardo Panfili
L’AURORA, PROBABILMENTE
per grande orchestra
(Commissione del Teatro alla Scala)
Milano, Teatro alla Scala, Stagione Sinfonica,
9 aprile
Filarmonica della Scala
dir.: Antonio Pappano
Riccardo Panfili
THE LAST LAND
per coro di voci bianche e ensemble
su testi di tradizione orale ruandese
Luzern, KKL, 12 aprile
Human Rights Orchestra
dir.: Alessio Allegrini
Alessandro Solbiati
L’ABSENTE
per dodici voci miste, pianoforte e
percussioni
Chalon sur Saône, Auditorium du Grand Chalon,
15 aprile
Choeur Britten
Wilhem Latchoumia, pianoforte
Jean Geoffroy, percussioni
dir.: Nicole Corti
Luca Antignani
POUR UN BOUQUET FANTÔME
per dodici voci, pianoforte e percussioni
Chalon sur Saône, Auditorium du Grand Chalon,
15 aprile
Choeur Britten
Wilhem Latchoumia, pianoforte
Jean Geoffroy, percussioni
dir.: Nicole Corti
Gilberto Bosco
ESSERCIZIO
per due flauti
Livorno, Festival Suoni Inauditi, aprile [data da
definire]
MAGGIO
Pasquale Corrado
ALICE SPECIAL GUEST
Opera lirica per tre voci, tre attori e orchestra
Libretto di Ugo Giacomazzi, Julio Garcia e
Luigi Di Gangi da Lewis Carroll
Scene e Regia: Ugo Giacomazzi, Luigi Di Gangi
Costumi: Giulia Giannino
Orchestra Sinfonica “Tito Schipa” di Lecce
dir.: Pasquale Corrado
Daniela Terranova
LYING DOWN ON THE HORIZON
per ensemble, danzatori e elettronica,
(Commissione Divertimento Ensemble)
Milano, Rondò, Teatro Franco Parenti, 5 maggio
Divertimento Ensemble
dir.: Sandro Gorli
Ariella Vidach, coreografia
ESZ
Carmine Emanuele Cella
IMPROVVISO STATICO II
per saxofono e live electronics
Milano, Rondò, Teatro Franco Parenti, 5 maggio
Solista del Divertimento Ensemble:
Mario Marzi, saxofono
Stefano Gervasoni
WHISPER NOT - bis
Due studi sintetici per viola e live electronics
Milano, Rondò, Teatro Franco Parenti, 5 maggio
Solista del Divertimento Ensemble:
Maria Ronchini, viola
Realizzazione informatica musicale: Carmine
Emanuele Cella
Nicola Sani
CHEMICAL FREE (?)
Un viaggio nel microcosmo della materia
Opera multimediale
I: “C’è tanto spazio là in fondo” per
contrabbasso e live electronics
II: “No Landscape” per pianoforte, motion
capture e live electronics
III: “More is different” per flauto iperbasso,
supporto digitale a 8 canali, motion capture e
live electronics
Padova, Auditorium Pollini, 9 maggio
Roberto Fabbriciani, flauto iperbasso
Aldo Orvieto, pianoforte
Daniele Roccato, contrabbasso
David Ryan, video
Alvise Vidolin, live electronics e regia del suono
Carmine Emanuele Cella
MÉMOIRE DE L’EAU
per ensemble
Paris, Conservatoire à Rayonnement Régional de
Paris, Auditorium Marcel Landowski, 10 maggio
Ensemble Orchestral Contemporain
dir.: Daniel Kawka
Nicola Sani
SEASCAPES VI
per ensemble
Milano, Amici di Musica/Realtà, Palazzina Liberty,
15 maggio
Ensemble Risognanze
dir.: Tito Ceccherini
Alessandro Solbiati
UNDICI VARIAZIONI PER RUGGERO
per clavicembalo
(Prima esecuzione integrale)
Madrid, Istituto Italiano di Cultura, 22 maggio
Ruggero Laganà, clavicembalo
Ivan Fedele
NOVITA’
per due pianoforti e live electronics
Padova, Auditorio Pollini, 23 maggio
Aldo Orvieto, pianoforte
Alvise Vidolin, regia del suono
news EDIZIONI SUVINI ZERBONI
Maurilio Cacciatore
HÖRSPIEL N. 6
per elettronica a sei canali
Paris, Auditorium du Collège de Bernardins,
24 maggio
Marco Liuni, assistente informatico
Alessandro Solbiati
NO MORE!
per gruppo di bambini e sette strumenti
(Commissione Divertimento Ensemble)
Milano, Rondò, Auditorium Gruppo 24 Ore,
25 maggio
Divertimento Ensemble
I Piccoli Musici di Divertimento Ensemble
dir.: Sandro Gorli
Alessandro Solbiati
IL CAMMINO DI ELIA
per sei flauti a becco e sei flauti Paetzold
Berlino, 27 maggio
Prime Recorder Ensemble
dir.: Antonio Politano
Luca Mosca
IL GIOCO DEL VENTO E DELLA LUNA
Opera cinese in un atto
Libretto di Pilar García
Venezia, Sala dei Concerti del Conservatorio
“B. Marcello”, 31 maggio
Ensemble del Conservatorio “B. Marcello” di
Venezia
dir. Giovanni Mancuso
Regia, scene e costumi: Francesco Bellotto
Gilberto Bosco
RITORNO
per voce e pianoforte
Trieste, Festival Risuonanze, 31 maggio
Akiko Kozato, voce
Adele D’Aronzo, pianoforte
Stefano Gervasoni
TRE CANZONI POPOLARI
per voce e pianoforte
Trieste, Festival Risuonanze, 31 maggio
Akiko Kozato, voce
Adele D’Aronzo, pianoforte
Michele dall’Ongaro
NOVITA’
per coro e orchestra
(Commissione del Maggio Musicale Fiorentino)
Firenze, Teatro del Maggio Musicale Fiorentino,
[data da definire]
Orchestra e Coro del Maggio Musicale Fiorentino
dir.: Juraj Valãuha
Il calendario completo delle esecuzioni, costantemente
aggiornato, può essere consultato all’indirizzo internet:
www.esz.it
Editore: Sugarmusic S.p.A. Galleria del Corso, 4 - 20122 Milano Tel. 02 - 770701 - E-mail: [email protected] - www.esz.it
Direttore responsabile: Maria Novella Viganò - Responsabile del Settore Classica: Alessandro Savasta
Redazione: Raffaele Mellace - Coordinamento di redazione: Gabriele Bonomo - Progetto e realizzazione grafica: Paolo Lungo - Traduzioni: Mike Webb
Aut. del Tribunale di Milano n. 718 del 25-10-1991