l. Totalitarisme. Cristalli di storia: il totalitarismo tra abisso e
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l. Totalitarisme. Cristalli di storia: il totalitarismo tra abisso e
Taula, quaderns de pensament núm.43,2011 Pág 15-28 1. TOTALITARISME CRISTAL·LÍ DI STORIA: IL T O T A L I T A R I S M O T R A ABISSO E R E D E N Z I O N E Olivia G u a r a l d o RESUMEN: En el présenle texto la autora examina la cuestión del totalitarismo dentro de la obra de Arendt Hl texto, además, se centra de manera especial en algunas consideraciones sobre la historia, el antisemitismo o la política. PALABRAS CLAVE: Arendt. totalitarismo, política, historia y antisemitismo ABSTRACT: This paper analyses totalitarianism in Arendt's work. It is examined in relation with some considerations on history, anti-Semilism and polítics. KEY WORDS: Arendt,Totalitarianism, Polítics. History, Anti-Semitism 16 II p a r a d o s s o delia realtà Facendo confronti con gli antichi imperi, scambiando espansione per conquista, trascurando la differenza fra Commonwealth e impero (che gli storici preimperialisti conoscevano bene distinguendo fra stanziamenti e possedimenti. colonie e dipendenze, o. un po' p i LI tardi, colonialismo e imperialismo), ignorando, in altre parole, la differenza fra emigrazione di coloni ed esportazione di capitale. gli storici hanno cercato di far dimenticare il fatto inquietante che. a voler spiegare molti importanti avvenimenti delia sloria moderna nelloro nesso cánsale, secondo i criteri delia storiograíia clàssica, si ha l'impressione che dellc mosche abbiano partorito elefanti (Arendt. 1951a,trad. it. p. 183). N o d o céntrale nella ricostruzione a r e n d t i a n a delle origini del totalitarismo è. c o m e è n o t o . la c o m p r e n s i b i l i t à d e l l ' a c c a d u t o storico. Non si tratta certo di un p r o b l e m a neutrale, s q u i s i t a m c n t e e p i s t e m o l ó g i c o . O m e g l i o , la novità del r e s o c o n t o a r e n d t i a n o sta proprio nel fatto che ¡1 p r o b l e m a e p i s t e m o l ó g i c o non è piü n e u t r a l e . ma d i v i e n e i m m e d i a t a m e n t e p r o b l e m a político. Le categòric politiche e le modalità storiografiche di i n d a g i n e del passato non s o n o piü utili alia c o m p r e n s i o n e del « s e n z a p r e c e d e n t i » . L'inutilità delia tradizione si rende manifesta in \ i riu del fatto che l ' a c c a d u t o storico non vuole essere c o m p r e s o sine ira et studio. Hsso d e v e . i n v e c e , essere «affrontato s p r e g i u d i c a t a m e n t e » . Ritmicamente l'insopportabíle ercdità di quell'accaduto ritorna nel testo sui totalitarismo c o m e haunting presence, buia e irriducibile pcsantezza che non si lascia mai afferraredel tutto. Non si lascia alïerrare nel m o d o astratto delia teoria, ma n e m m e n o in quello consequenziale c causalistico delia storiograíia. Cosi c o m e la realtà del m o n d o delle apparenze. quella che Arendt chiama la realtà vissuta in me/./.o ad altri uomini, non è mai sintetizzabile da un principio parilicatorc. da una sintesi che la riduca a concetto. ma è invece un intreccio la cui complessità è compresa solo dal narratore che la osserva dal di fuori,alio stesso m i x J o il fenómeno reale dello sterminio non può essere ascritlo a una sola causa, a un principio che lo sintetizzi. a un'unica e rintracciabile origine che lo csaurisca in quanto fenómeno storico: deve essere possibile affrontare e comprendere il fatto straordinario che un fenómeno cosi piccolo (e nella política mondiale cosi insignificante) come la questione ebraica e l'antisemitismo sia poluto diventare il catali/.zatore. prima, del movimento nazista, poi di una guerra mondiale. e infine delia crea/.ione delle fabbriche delia morte (ivi, p. 1.11). La realtà è un intreccio c o m p l e s s o la cui r i s o h ibilitè in un principio non è mai possibile ( p e r c h é , c o m e è n o t o . la realtà. in A r e n d t . e plurale e irrapprcsentabile). La realtà è « l ' i n f i n i t a m e n t e i m p r o b a b i l e » , il n u o v o e l ' i m p r e v i s t o a cui d a n n o vila gli uomini c lc d o n n e che v e n g o n o al m o n d o riempiendo la c o r n i c e malcríale dello « s p a z i o terrestre» con discorsi c a z i o n i . T u t t o q u e s t o è ormai p a t r i m o n i o p r e c i o s i s s i m o delia folta «progenie» a r e n d t i a n a . II p r o b l e m a , in q u e s t o c a s o , non è tanto q u e l l o di una c o m p r e n s i o n e delia realtà tout court, òssia delia c o m p r e n s i o n e c o m u n q u e política delia realtà nel suo darsi c o m e a p p a r e n z a , f e n ó m e n o che si mostra e che vuole m o s t r a r s i . ma delia c o m p r e n s i o n e di una realtà inaudita e t a l m e n t e a s s u r d a nella sua novità da s c o n v o l g e r e tutle le categòric intellettuali a d i s p o s i z i o n e delia t r a d i z i o n e . Se la realtà è infinitamente i m p r o b a b i l e . la qualita delia realtà totalitaria sta proprio n e l l ' a v e r rispettato talc «precetto a r e n d t i a n o » oltre ogni i m m a g i n a b i l i t à . II p a r a d o s s o è e v i d e n t e . La realtà c o m e c o n t i n g e n t e concretizzarsi di fatti, c o m e i m p r e v i s t o intrecciarsi di storie di vita, è la realtà delia política intesa da A r e n d t c o m e d i m e n s i o n e g e n u i n a m e n t e TAI'L A 43 17 terrestre e u m a n a , c o n d i v i s a e a u s p i c a b i l e , m o d a l i t à di lettura, per c o n t r a s t o , di una tradizione cultúrale e s s e n z i a l m e n t e s p e c u l a t i v a e « c e l e s t e » . La realtà del t o t a l i t a r i s m o , oltre a essere una realtà c o m p l e s s a . intricata, m o l t e p l i c e o plurale, è s o p r a t t u l t o . per qualilà e d i m e n s i o n i , n u o v a , mai esperita p r i m a . í n s i t o , p e r ò . nel suo p r i m a r i o carattere di novità, vi è, pare superfluo r i c o r d a r l o , I "inaudito m e s s a g g i o di d i s t r u z i o n e . C o m p r e n d e r e talc realtà è c o m p i l o i m m e n s o , g r a v a t o non t a n t o , e non s o l a m e n t e , dalla m a n c a n z a di s t r u m e n t i , ma dalla tenace volontà di « c o m p r e n d e r e senza giustificaré», per m a n t e n e r e vivo e lacerante il p a r a d o s s o . Laconvinzione che tutto quanto avviene sulla ierra debba essere comprensibile all'uomo può condurre a interpretare la storia con luoghi comuni. Comprendere non significa negare l'atroce, dedurre il falto inaudito da precedenti, o spiegare i fenomeni con analogie e affermazioni generali in eui non si avverle piú Turto cic lla realtà e dell'esperienza. Significa piuttosto esaminare e portare coscientemente il fardel lo che il nostro secólo ci ha posto sulle spalle. non negarne 1'csistenza. non sottomeltersi supinamente al suo peso. Comprendere significa insomma affrontare spregiudicatamente, attentamente la realtà. qualunque essa sia (i\ i. p. I.II). II r i t m o a l t r a v e r s o cui tale n o d o percorre tulla l'anàlisi del totalitarismo è s c a n d i t o a s s i e m e dalla q u e s t i o n e e p i s t e m o l ó g i c a e d a l l ' i s t a n z a etica. II gesto a u d a c e che guida A r e n d t nella ricostruzione d e H ' a c c a d u l o storico nella sua c o m p l e s s i t à e novità è il p o s i z i o n a m e n t o r e s p o n s a b i l e e battagliero nei confronti di una realtà c h e le ha p o s t o una slida. Se la realtà nel s u o snodarsi plurale è i n n a n z i t u t t o política, la sua c o m p r e n s i o n e non può p r e s c i n d e r e da tale pluralità, la q u a l e per essere c o m p r e s a nella sua e s s e n z a plurale richiede una responsabiliza etica che r i m a n g a fedele alia «struttura» delia realtà. Q u e s l a responsabilità si incarna n e l l ' e s i g e n z a a r e n d t i a n a di c o m p r e n d e r e il totalitarismo senza giustificarne le p r e m e s s e , sia storiche che e p i s t e m o l o g i c h e , e questa può a v v e n i r e solo l e g g e n d o la realtà con o c c h i o político. L ' o c c h i o áltenlo alia d i m e n s i o n e plurale e c o n t i n g e n t e della política p e r m e t t e di trattare ogni a c c a d u t o storico con la d i s i n c a n t a t a consapevolez.z.a che e s s o è innanzilutto un fatto reale e c o n c r e t o , la cui necessità o d i m e n s i o n e e p o c a l e è s o l o un p r e g i u d i z i o m e t a l i s i c o . A l i o stesso t e m p o , p e r ò , tale c o n t i n g e n z a non viene esaltata o idealizzata in q u a n t o «al di là del bene e del m a l e » . ma fatta valere c o m e prospettiva che a s s u m e forte valenza etica. N o n è lecito, sostiene A r e n d t , volere a ogni cosió rintracciare c a u s e s o c i o l o g i c h e . p o l i l i c h e . e c o n o m i c h e o lilosoliche c h e a\ r e b b e r o n e c e s s a r i a m e n t e pórtalo al t o t a l i t a r i s m o , quasi per volerne giustilicarc il male e l'assurdità a s s i m i l a n d o l o al p r o c e s s o storico c h e i n e v i t a b i l m e n t e va a v a n t i . II totalitarismo ci ha m o s t r a t o , s e m b r a voler diré A r e n d t n e l T i n t r o d u z i o n e al libro, che il Geist h e g e l i a n o non c o n q u i s t a p r o g r e s s i \ a m e n t é l ' a u t o c o s c i e n z a attuandosi nella storia. ("i s o n o m o m e n t i , interi periodi, in cui le alte 1 1 Concordo perfetlamente con quanto sostiene Cario Galli a proposito della lettura arendtiana della secolarizzazione della modernilà, la quale è per l'aulrice innanzitutto un fatto. L'alienazione dell'individuo moderno, la nascita dell'io nella filosofia cartesiana è espiegata ricorrendo a una costellazione di fatti concreti e contingenti. «La secolarizzazione non descrive un'época in senso forte, per la Arendt. proprio perché "época" implica rottura e suspensiones di un ordine preesistente - colpa, necessità o I i berta che ció signiñchi -: l'analitica esistenziale di Vita activa (la distinzione tra le funzioni del contemplare, del lavorare, del larc e del'agire) vale in\ ece a retrodatare 1 'essen/.a della modernità. a col·locaria come possibiliti) antropológica e a toglierle quindj il carattere sia di cesura sia di necessità» (Galli, iy88a. p. 218). 18 c o n q u i s t e d e l l o Spirito o c c i d e n t a l e s e m b r a n o s v a n i t e , e l ' a u t o c o s c i e n z a pigramente a s s o p i t a . 'I'rovarsi di fronte a un fatto, a un e v e n t o che per la sua specifica natura storica e quindi t e m p o r a l e e un « i n a u d i t t o » un «mai a c c a d u t o p r i m a » (unprecedented) p o n e sia degli interrogativi etici che e p i s t e m o l o g i c i . II fatto è i n a u d i t o quindi i n - c o m p r e n s i b i l e non per ignoto r a g i o n i , e n e m m e n o lo si vuol far r i m a n e r e tale. II fatto è i n a u d i t o p r o p r i o perché incomprensibile, e viceversa. Se la volontà è m o s s a d a una r e s p o n s a b i l e a s s u n z i o n e del p a r a d o s s o d e l l ' i n a u d i t o , la modal i ta d e l l o svolgersi di tale p a r a d o s s o , i I s u o d i v e n i r e « o p e r a t i v o » , nella c o m p r e n s i o n e d e l l ' i n c o m p r e n s i b i l e , è e s s e n z i a l m e n t e política. Tale operatitività, però d i v i e n e efficace solo se non r i m a n e s e m p l i c e intento p o l é m i c o , d i s g r e g a n t e , ma a s s u m e la v a l e n z a di una lolale modifica/.ione dei parametri e p i s t e m o l o g i c i di c o m p r e n s i o n e d e l l ' a c c a d u t o s t o r i c o . Etica e política r i m u o v o n o i pesanti strati di «civiltà» e di tradi/.ione. r e n d o n o vivo il 2 p a r a d o s s o del la realtà i n a u d i t a . Le d u e p r o s p e t t i v e v o g l i o n o s velare L o r r o r e che sta alia base di tale i n a u d i t o , ma alio s t e s s o t e m p o e s s e non ne d e v o n o risolvere il p a r a d o s s o . Se la política è, per A r e n d t . c o m p l e s s a interprete delia realtà. essa è anche i m p r e s c i n d i b i l m e n l c c o n n e s s a a l l ' i s t a n z a etica di salvare d a l l ' o b l i o i fatti inauditi di q u e s t o s e c ó l o r e n d e n d o loro giustizia. D a l l ' i n c r o c i o di tali p r o s p e t t i v e . dagli angoli di visuale prioritari (i quali s o n o in stretta i n t e r d i p e n d e n z a ) d a cui I' autrice o s s e r v a il m o n d o , si e v i n c e una n u o v a storia. Política d e l l ' i r r e a l t à O r a , r i a n n o d a n d o le t r a m e plurali del d i s c o r s o a r e n d t i a n o . r i t o r n a n d o al n o d o mai sciolto del t o t a l i t a r i s m o c o m e f e n ó m e n o a s s o l u t a m e n t e n u o v o , la realtà gioca un ruólo assai a m b i g u o . Realtà totalitaria è a s s i e m e un c o m p l e s s o intrico di fatti e un ¡ndecifrabile a m a l g a m a di e l e m e n t i . ' Q u e s t o s e n z ' a l t r o c o r r i s p o n d e alia petitio principií arendtiana: la realtà è i r r a p p r e s e n t a h i l e . la realtà è r i n í i n i t a m e n t e i m p r o b a b i l e . M a c o m e rapportarsi a una realtà c h e . nella sua infinita i m p r o b a b i l i t à , ci p o n e dinnanzi la q u e s t i o n e del m a l e ? S e , da una p a r t e , la realtà política è a s s o l u t a m e n t e fragüe nel s u o darsí e nel suo disfarsi, la realtà totalitaria è bifronte: fragüe p e r c h é costruita su equilibri contingenti (e q u e s t o c o r r i s p o n d e a l l ' a s s u n z i o n e a r e n d t i a n a c h e la realtà è s e m p r e interrelazione u m a n a , légala alio s p a z i o d e l l ' a p p a r e n z a e al fatto c h e « p u ò a n c h e non a c c a d e r e » ) ma alio stesso l e m p o «II vantaggio virtuale delia nostra situazione dopo ¡1 tramonto dclla metafísica e della filosofía potrebbe essere duplice. Essa ci consenti rebbe di guardare al passato con occhi nuovi. liberi dal fardel lo della coslri/.ione di qualsiasi tradizione, e di dispone perciò di un patrimonio enorme di esperienze ¡mmediate, senza essere vincolati da alcuna prescrizione sul modo di trallare simili lesori: "Nutrí' heritage n'est preceded'aucun testa ment" (Rene Char)» (Arendt. 1978b, trad. it. p. 94). ' La cosa piú interessante è che il libro in origine doveva avere un altro litólo, il qualc è molió indicativo del dilemma metodológico che Arendl dovette affronlare nel trattare un argomento storico senza precedenli. II litólo doveva essere Elements ofShame: Anlisemilism - Imperialista Racism (Elementi della vergogna: antisemitismo - imperialismo - razzismo). Arendt sostiene, in alcune lettere all'editore. che tra i tre «elementi». I'elemento «amalgamante» doveva essere I'antisemitismo. II termine «elementi» suggerisce proprio la rottura con la narrazione sloriografica che postula una conti imità tra cause ed effetti. I.'uso del termine «amalgama», inoltre. suggerisce una combinazione di elementi la cui unione non è però delerminata in modo caúsale e necessario ma nemmeno in modo del tutlo accidéntale. La scelta di termini come «elementi» e «amalgama» fornisce ad Arendl un «vocabulario della conlingenza». ('Ir. LJ. Disch, 1994. pp. 115-1 16. T A U L A 43 lacerante nella sua o p e r a di d i s t r u z i o n e . Q u e s t a duplicità a p p a r e c o s t a n t e m e n t e nel libro sui totalitarismo. La p r i m a d i m e n s i o n e è s t r e t t a m e n t e c o n n e s s a a l l ' i n d a g i n e storica della c o s i d d e t t e « c a u s e » . L ' a n t i s e m i t i s m o , l ' i m p e r i a l i s m o e il totalitarismo s o n o fenomeni la cui contingen/.a storica è s t e m p e r a t a n e l l 'anàlisi a r e n d t i a n a p r o p r i o per negare a essi 1'elemento o g g e t t i v o , nel s e n s o h e g c l i a n o . di necessità. II s e c o n d o a s p e t t o . il «precipitato» di un tale a m a l g a m a , viene a delinearsi c o m e realtà la cui slrana c o n s i s t e n z a è di essere un p r o d o t t o u m a n o dalle caratteristiche non u m a n e . Se da una parte il c o r s o o g g e t t i v o della storia viene s c o n f e s s a t o nel s u o a s p e t t o inevitabile, d a l l ' a l t r a l'irreversibilità d e l l ' a c c a d u t o , l'effetto, si presenta «a conti fatti» c o m e p u n t o di non ritorno. 4 II «precipitato» totalitario si presenta innanzitutto c o m e realtà. dato di fatto. L·i qualità di tale realtà. però, è caratterizzata dal fatto di essere stata letteralmente «fabbricata» in base a premesse ideologiche che trovano nella contingenzadcgli altri fenomeni storici il terreno fertile per svilupparsi. La realtà dell'accaduto storico si pone innanzitutto c o m e allonlanamento dalla realtà condivisa. L·i realtà del totalitarismo c o m e «progetlo político» si fonda sull'irrcallà. Arendt parla di una «autocostrizione del pensiero ideológico» che «distrugge tutti i legamí con la realtà». 1.a realtà condivisa, quella che leí chiama la «realtà dei cinque sensi». perde. nel m o n d o d o m i n a t o dall'ideologia, la sua oggettività, la sua incontrovertibilità. Prima di conquistare il potere e di creare un mondo conforme alie loro dottrine, i movimenti totalitari evocano un mondo menzognero di coerenza che meglio della realtà risponde ai bisogni della mente amana e in cui, mercé l'immaginazione, le masse sradicate possono sentirsi a proprio agio ed evitare gli incessanti eolpi che la vita e le esperien/.e reali ¡nfliggono agli uomini e alie loro aspettative (ivi, p. 488). 11 ruólo s v o l t o d a l l ' i d e o l o g i a nella m a n i p o l a z i o n e i n d i s c r i m i n a t a della realtà produce un effetto totale c h e d i v i e n e o p e r a t i v o a ogni livello. La c a p a c i t à del totalitarismo di fabbricare in m o d o inllessibile una realtà e di farla valere p l a u s i b i l m e n t c a t t r a v e r s o una lógica inllessibile. típica della p a r a n o i a , vanílica ogni pretesa di c o m p r e n s i o n e o g g e t t i v a . e. a n z i , lo stesso c o n c e l t o di realtà perde ogni signifícalo. «Le m a s s e m o d e r n e non c r e d o n o nella realtà del m o n d o visi hile, della propria e s p e r i e n z a ; non si lidano dei loro occhi e o r e c c h i , ma soltanto della loro i m m a g i n a z i o n e , che può e s s e r e colpita da c i ó c h e è a p p a r e n t e m e n t e universale e in sé c o e r e n t e » (ivi. p . 4 8 5 ) . II s u c c e s s o delle ideològic totalitarie si incontra con l ' a u m e n t o e s p o n e n z i a l e di m a s s e di individui a t o m i z z a t i . la cui principale caratterislica è l ' i s o l a m e n t o e la m a n c a n z a di relazioni sociali. L a d d o v e la realtà in q u a n t o intersoggettività, in q u a n t o «fede percettiva» garantita dalla p r e s e n z a di altri, viene a m a n c a r e perché m a n c a lo s p a z i o c o m u n e che m e t t e in relazione gli esseri u m a n i . può radi c a r s i la fabbricazione i d e o l ó g i c a di una realtà in sé c o e r e n t e . J lili esempio lampante può essere riscontralo quando Arendt affronta l'argomento «sociale» della condizione ebraica in Europa. Se da una parte vi sono numerosi l'attori economici che contraddistinguono la condizione ebraica negli stati nazionali,dall'altra l'attori aparentemente superficiali,come per esempio la noia típicamente borghese delle società europee di fine secólo, svolgono una funzione altrettanto determinante a completare il quadro storico che Arendt ha in mente. Le interessanti divagazioni su Disraeli e su l'roust «complicarlo», per cosí diré, il «quadro ulïiciale». narrando storie di vita sen/.'altro importanti ma del tinto contingenti nel loro svolgersi e sen/.'altro accidenlali nel loro inlluire sui corso poco probabile della Storia. 20 Quel che le masse si rifiutano di riconoscere è la casualità che pervade tutta la realtà. lisse sono predisposte a tutte le ideològic perché spiegano i fatti come semplici esempi di determinate leggi ed eliminano le coinciden/e inventando un'onnipotenza tutto comprendente che suppongono sia alia radice di ogni caso (i\ i. p. 486). La íor/.a poietica d e l l ' i d e o l o g i a si manifesta a p e r t a m e n t e neU'cffetto d e v a s t a n t e che essa ha a v u t o sulle m a s s e : s o d d i s f a c e n d o il loro b i s o g n o di c o e r e n z a ha reso la realtà infinitamente m a n i p o l a b i l e . Essa viene ridotta a c o e r e n z a lógica, i tratti di casualità che le s o n o propri v e n g o n o e l i m i n a t i . p r o p r i o perche viene e l i m í n a l a la pluralita su cui la realtà si fonda: II dominio totale [ ...J é possibile soltanto se ogni persona viene ridotta a un'immutabile identità di reazioni. in modo che ciascuno di questi fasci di reazioni possa essere scambiato con qualsiasi altro. Si tratta di fabbricare qualcosa che non esiste. cioè un tipo umano simile agli animali. la cui única «liberta» consisterebbe nel «preservare la specie» (ivi. p. 599). E l i m i n a n d o l ' u n i c i t à e la c a p a c i t à , a essa c o n n e s s a . di dar \ i la a l l ' i m p r e v i s t o , si elimina la realtà stessa. La realtà totalitaria d u n q u e , la realtà fabbricata che non merita l ' a p p e l l a t i v o di « r e a l t à » . fonda la sua m e n z o g n a , o m e g l i o l'indifferenza verso la distinzione tra realtà e l i n z i o n e . sulla a s s e n z a di uno s p a z i o c o m u n e e c o n d i v i s o . La realtà d e l l ' a p p a r e n z a , cosi c o m e A r e n d t la s v i l u p p e r à in Vita Activa, la realtà dei c i n q u e sensi c della condiv isione delle p e r c e z i o n i . è e l i m i n a ta a favore di una realtà pin vera, c senza d u b b i o m e n o fragüe nella sua c o e r e n z a . II pensiero ideológico diventa indipendente da ogni esperienza: che non puó comunicargli nulla di nuovo neppure se si tratta di un fatto appena accaduto. l'mancipatosi cosi dalla realtà percepita coi cinque sensí. esso insiste su una realtà «píü vera», che è nascosta dietro le cose percettibili. Le ideologie ordinano i fatti in un meccanismo assolutamente lógico, che parte da una premessa aceettata in modo assiomatico, deducendone ogni altra cosa: procedono cosi con una coerenza che non esiste affatto nel regno della realtà (ivi. p. 645). Realtà e A b i s s o II p e n s i e r o che si e m a n c i p a totalmente dalla realtà e che rende prevedibile l'a/.ionc u m a n a r i d u c e n d o l a a c o m p o r t a m e n t o , a fascio di r e a z i o n i . è s t r a n a m e n t e in g r a d o di fabbricare l'intera rete di d o m i n i o totalitario. Q u e s t o è il f e n ó m e n o n u o v o c h e A r e n d t si trova di fronte. L ' i n c o n t r o látale tra ideologia e storia, tra idee e fatti. innesca un p r o c e s s o a s s i e m e p e r i c o l o s o e d u b b i o . S a r e b b e poluto non a c c a d e r e . finiré in un fiasco, c o m e una miccia che non c o n d u c e a l l ' e s p l o s i v o ma a una e s p l o s i o n e m a n c a t a . Di fatto, p e r ò . la miccia e s p l o d e l a s c i a n d o d i e t r o di se un c u m u l o infinito di m a c e r i e . E sla proprio in q u e s t a casualità un p o c o inlrisa di fatalismo ( q u e l l o di chi o s s e r v a le m a c e r i e . c o m e il b e n j a m i n i a n o a n g e l o della s t o r i a . c h e ha le ali bloccale dalla t e m p e s t a ) quel n o d o mai risolto c h e r í t m i c a m e n t e torna nel r e s o c o n t o a r e n d t i a n o . Si tralla di un a b i s s o . c o m e lei slessa lo definisce, un a b i s s o la cui i m m e n s i l à è s t r a n i a n t e . I ' a b i s s o , c h e altrimenti è detto un « g r o t t e s c o div ario fra c a u s a ed effetto», sta a separare «le c o n c e z i o n i facili e brillanti» di alcuni pseudoínlellettuali ra/.zisti. c o m e l ' e u g e n e t a ü o b i n e a u o l'affascinante Disraeli. TAI'LA 43 21 5 c «da bestial i tà a t t i v a » . N e s s u n a s p i e g a z i o n e e in g r a d o di c o l m a r e tale a b i s s o . ed è p r o p r i o in tale a b i s s o che g i a c c i o n o i resti di una realtà violata. E n e l l ' i n c a p a c i t à di c a p i r e , e quindi di g i u d i c a r e , quella realtà « ¡ n a b i s s a t a » , n e U ' i m p o s s i b i l i t à (e, a t t e n z i o n e , qui sta l ' a g g a n c i o tra la q u e s t i o n e m e t o d o l ó g i c a e quella etico-politica) e nel riliuto di c o l m a r e q u e l l ' a b i s s o che si gioca tulta I' anàlisi a r e n d t i a n a . Da una parte la realtà «política» v i e n e , in é p o c a imperialista prima e totalitaria poi, calpestata. La s m a n i a di potcre per il potere e u n ' i l l u s i o n e di o n n i p o t e n z a a l l u c i n a n o l ' u o m o o c c i d e n t a l e . L'affermazione di Cecil R h o d e s («annettereii pianeli se potessi») non a c a s o c scelta da A r e n d t c o m e e s e r g o al c a p i t u l o s u l l ' i m p e r i a l i s m o . L ' e s t r o m i s s i o n e dal m o n d o c o n d i v i s o , dallo s p a z i o terrestre ormai d i v e n u t o t r o p p o a u g u s t o per l ' o n n i p o t e n t e imperialista, il d e s i d e r i o di oltrepassare c o s t a n t e m c n t e dei confini, «la scoperta d e l l ' e s p a n s i o n e non motivata dalla b r a m a di c o n q u i s t a r e uno specifico p a e s e . m a c o n c e p i t a c o m e un p r o c e s s o sen/.a fine in cui ogni paese serviva esclusiv a m e n t é c o m e t r a m p o l i n o per un ulteriore balzo» (¡vi, p. 3 0 0 ) . sta a significare che la totale pervcrsione della c o m u n e perce/.ione u m a n a della realtà è già a v v e n u t a m o l i ó prima della c r e a z i o n e dei campi di c o n c e n t r a m e n t o . ( . ' i m p e r i a l i s m o è già u n ' i d e o l o g i a : e s s o travisa i l'atli sistemandoli nella s e m p l i c e cornice di u n ' i d e a . l ' e s p a n s i o n e fine a se stessa. che da sola giustilica lutto. L ' e l e m e n t o di processualità che nel suo infinito dispiegarsi acquista legittimità è proprio d e l l ' i d e o l o g i a : «Nella loro pretesa di s p i e g a z i o n e totale le ideològic h a n n o la t e n d e n z a a spiegare non quel che è, ma quel che d i v i e n e , che nasce e m u o r e . Esse si o c c u p a n o solo d e H ' e l e m e n t o di m o v i m e n l o c i o c della storia nel s e n s o usuale della parola» (¡vi. p. 6 4 4 ) . L ' e l e m e n t o di m o v i m e n t o Ínsito nella prospettiva imperialista per legittimarsi c o m p l e t a m e n t e non può fare affidamenlo s o l o sulla storia c o m e passato da «interpretare» m a su un futuro da progettare in termini s p a z i a l i , i cui confini t r a s c e n d o n o la sfera terrestre. La l e g i t t i m a z i o n e t o t a l e . l'efficacia ideológica l ' i m p e r i a l i s m o la ottiene p o s t u l a n d o la c o n q u i s t a infinita, p r e v e d e n d o u n ' e s p a n s i o n e c h e prima o poi includerà a n c h e i pianeti, l ' u n i v e r s o intero. La realtà nella sua d i m e n s i o n e c o n c r e t a e imprevista viene s p a z z a t a via: nella prospettiva imperialista nessun o s t a c o l o c o n t i n g e n t e si p u ò Irapporre tra il p r o g e t l o e s p a n s i o n i s t a c la sua a t t u a z i o n e . L q u e s t o vale in ugual misura per il p r o g e t t o razziale del n a z i s m o : il q u a l e basa la sua legittimità sulla diffusione planetaria d e l l ' i d e o l o g i a , o m e g l i o sul d o m i n i o p l a n e t a r i o di una razza sulle altre." II s u c c e s s o d e l l ' i d e o l o g i a c h e trangugia nella sua lógica la realtà d i p e n d e sopratrulto d a l l ' a m p i e z z a d e l p r o g e t t o . Su tale a m p i e z z a , le cui d i m e n s i o n i s l u g g o n o a ogni possibilità di c o n t r o l l o o di m i s u r a u m a n a . ma p o s s o n o essere m a n i p o l a t e d a H ' a s t r a t t e z z a dei concetti g e n e r a l i , l ' i d e o l o g i a c h e a c c o m p a g n a i m o v i m e n t i totalitari fa e n o r m e affidamento. L proprio nella general i tà, nella planetarietà di tali concetti si perde la c o n c r e t e z z a , la limilatezza del reale. legato c o m e d e v e essere alia d i m e n s i o n e finita d e l l ' e s i s t e n z a u m a n a . ' «II razzismo scaturi da esperienze e costellazioni politiche che erano ancora sconosciute c sarebbero apparse veramente strane persino a devoti sostenitori della razza come Gobineau o Disraeli. Fra le conec/.ione l'acili e brillanti di questi semintelleltuali e la bestialilà altiva c e un abisso che nessuna spiegazione è in grado di colmare» (Arendt. 1951a. trad. it. p. 256). " L ben nota la connessione diabólica che esiste tra il progetto imperialista e le teòric razziali: «E estremamenle probabile che le leorie básate sulla razza sarebbero scomparse a lempo debito insieme con altre opinioni irresponsabili del XIX secólo, se la corsa alia conquista dcll'Africa e lera dell'imperialismo non avessero esposto l'umanita europea a nuove emozionanti esperienze. La política imperialista avrebbe richiesto l'inv en/.ione del razzismo come única «giustilicazione» possibile. come scusa per le sue imprese, anche se nessuna leoria razziale fosse mai vénula alia luce nel mondo civile» (Arendt. 1951a. trad. it. pp. 256-257). 22 In questa g e n e r a l i t à c o n s i s t e l ' a b i s s o « c h e n e s s u n a s p i e g a z i o n e potra mai c o l m a r e » . N e s s u n a s p i e g a z i o n e c h e , c o m e A r e n d t la i n t e n d e , d e v e partiré d a quel reale c o n d i v i s o e a p p r o d a r v i nuen a m e n t é . H p r o p r i o p e r c h é la realtà non è piü in q u e s t i o n e , p e r c h é è riftuto p l a n e t a r i o di cui l ' i d e o l o g i a si s b a r a z z a . lei la vuole r e c u p e r a r e , ne vuole rintracciare le lila l e g g e n d o tra le p i e g h e di q u e l l a storia degli a b i s s i . Rileggere quella storia. però non deve significare giustificaria, e giustificaria significherebbe p r e t e n d e r e di potería s p i e g a r e in uno. c o m e se non si f'osse a p e r t a a l c u n a 7 v o r á g i n e e il c o r s o degli eventi fosse p r o c e d u t o l i n e a r m e n t e . C o m e si d i c e v a p r i m a , a conti fatti. a eventi a c c a d u t i , la p e s a n t e z z a d e l l ' i r r e v e r s i b i l i t à è o p p r i m e n t e . D u n q u e se da una parte la realtà del t o t a l i t a r i s m o c n a s c o s t a , p e r c h é c a l p e s t a t a d a l l ' i d e o l o g i a , dall"altra d e v e e s s e r e r e c u p e r a b i l e . L ' a b i s s o d e v e essere c ó l m a l o . M a ¡1 m o d o in cui tale a b i s s o viene d a A r e n d t c o l m a t o non è a s s o l u t o r i o . L ' a b i s s o r i m a n e a b i s s o , noi «posteri» t e n t i a m o s o l o di stare sulla sua soglia cedev ole e di a v e r e il c o r a g g i o di g u a r d a r l o . Affrontare s p r e g i u d i c a t a m e n t e quella realtà c h e l ' i d e o l o g i a ha n a s c o s t o non significa di necessità c o m p r e n d e r l a , cosi c o m e g u a r d a r e l ' a b i s s o non significa gettarvisi d e n t r o . Se una c o m p r e n s i o n e del f e n ó m e n o vi p u ò e s s e r e . e s s a non p u ò e non d e v e e s s e r e dissolta nella m ó r b i d a a s t r a z i o n e n e u t r a l i z z a n t e della teoria. P r o p r i o p e r c h é la s p e c u l a z i o n e teórica tende si a « c o m p r e n d e r e » , ma le sue m o d a l i t à g n o s e o l o g i c h e s o n o tali da non poter a c c e l t a r e il c a r a t t e r e « i n a u d i t o » di un in relazione al t o t a l i t a r i s m o la c o n o s c e n z a teórica c o n t i e n e un a c c e n t o fatto, fortemente neutral i//.ante, d i r e m m o quasi a p o l o g é t i c o . La f o r m u l a z i o n e di concetti astraenti tende a forniré utili griglie di c o m p r e n s i o n e . strtimenli sintetici, « e c o n ó m i c a m e n t e » efficaci. Le f o r m u l e , le t i p i z z a z i o n i . le c a t e g ò r i c r e n d o n o facile un tipo di c o n o s c e n z a « m a n i p u l a n t e » , atta s o p r a t t u t t o alia m o d i f i c a z i o n e , alia s t r u m e n t a l i z z a z i o n e . K q u a n t o i d e o l ó g i c a m e n t e è stato fatto. E se ¡1 potere tolale d e l l " i d e o l o g i a in q u a n t o s i s t e m a o n n i c o m p r e n s i v o e c o e r e n t e p u ò e s s e r e c o s a del p a s s a t o . è n e c e s s a r i o a n c h e nel p r e s e n t e astenersi d a qualsiasi general i z/.azione a s t r a e n t e . ('iò che i m p o r t a e c o m u n q u e r i c o r d a r c , s t a n d o sulla s o g l i a , c h e essa c p e r i c o l a n l e . c h e la sua v o r á g i n e è p r e s e n t e e con e s s a il pericolo di finiré ¡nghiottiti. E per q u e s t o c h e I' anàlisi del t o t a l i t a r i s m o non d e v e v o l e r c o l m a r e i n t e r a m e n t e tale abisso: c i ó significherebbe d i m e n t i c a r s i della sua p r e s e n z a . G e t t a r e un p o n t e s u M ' a b i s s o . r i a n n o d a r e il p a s s a t o al presente c o m e se A u s c h w i t z non fosse esistito o fosse esistito perché era inevitabile che a c c a d e s s e . significherebbe d i m e n t i c a r e il p e r i c o l o d e l l ' a b i s s o s t e s s o , c h e . c o m u n q u e . nella sua profondità s e m p r e m i n a c c i a . S i g n i f i c h e r e b b e far finta c h e la realtà. nuov á m e n t e , p u ò essere m a s c h e r a t a . travisata. r a m m e n d a t a . A g g i u s t a r e la realtà a l l ' i d e o l o g i a c o m porta a n c h e e s o p r a t t u t t o «giustificare le c o n t r a d d i z i o n i di fatto c o m e stadi di un ú n i c o m o v i m e n t o c o e r e n t e » . " N o n s a r e b b e m o l t ó difficile a g g i u s t a r e a n c h e il t o t a l i t a r i s m o c o m e uno stadio di un ú n i c o m o v i m e n t o c o e r e n t e . Le i d e o l ò g i c c o m u n i s t a e capitalista h a n n o L'angelo della storia di Benjamín esprime la consapevolezza dell'abisso: «Ha il viso rivolto al passato. I.à dove davanti a noi appare una catena di avvenimentí, egli vede un'unica catástrofe» (Benjamín, 1997, tesi IX,p.37). " I.'ideologia è per delini/ione la lógica di un'idea che viene applicata alia storia supponendo che «il movimento della storia e il processo lógico del concetto corrispondano Puno all'altro». E, Arendt afferma, «la lógica dialetlica. col suo procederé dalla tesi all'antitesi | . . . | e poi alia síntesi |...| non è diversa una volta che un'ideologia se ne impadronísca; la prima tcsi diventa la premessa, e il vantaggio del congegno dialeltico per la spiegazione ideológica è che può giustificare le contraddizioni di fatto come stadi di un único movimento coerente» (Arendt. 1951a. trad. it. p. 643). TAULA 43 23 9 tentato di farlo. La t e n t a z i o n e di i m p a d r o n i r s i delia realtà a p r o p r i o v a n t a g g i o è u n ' e r e d i tà totalitaria che i cosiddetti « \ i n c i t o r i » h a n n o a s s i m i l a t o con g r a n d e facilità. L ' A b i s s o e la R e d e n z i o n e II p e n s i e r o di Waller B e n j a m í n , e soprattutlo le suc e l a b o r a / i o n i sui « c o n c e t t o di s t o r i a » , offrono interessanti spunti interpretativi al r i g u a r d o della q u e s t í o n e a r e n d t i a n a della c o m p r e n s i o n e del p a s s a t o . Le rillessioní sugli eventi dei «tempi bui» che p o r t a n o B e n j a m í n a s\ iluppare le ben note tesi, ci d a n n o m o d o di c o m p r e n d e r e q u a n t o la volonta di s a l v e z z a , o m e g l i o la d e b o l e speran/.a di una r e d e n z i o n e dal m a l e . a n i m a s s e la ricerca intellettuale del t e m p o . Al di là di una s e m p l i c e utopia di s a l v e z z a . sia H a n n a h A r e n d t che B e n j a m i n e s p l i c i t a m e n t e manil'eslano la l'erma c o n v i n z i o n e che sia a n c o r a p o s s i b i l e , n o n o s t a n t e il m a l e a c c a d u t o , ritrovare un s e n s o . C i ó c h e r e n d e l ' a c c o s t a m e n t o fruibile, n o n o s t a n t e la d i s t a n z a política e teórica deí d u e a u t o r i , è, a m í o a v v i s o , la straordinaria ricchezzadel pensiero benjaminiano.il q u a l e . n e l l a s u a c o m p l e s s a e sfuggenteconsistenza, è in g r a d o di offrire m o d a l i tà non c o n f o r m i s t e di lectura della realtà. 1 Nelle tesi " Walter B e n j a m i n e l a b o r a l ' i n t e r e s s a n l e critica alia Stt>ria intesa s e m p r e e c o m u n q u e c o m e storia dei \ incitori. La storia dei vincitori, sostiene B e n j a m i n . è c o n f o r m i s t a . N e l l ' i p o c r i s i a di c o n o s c e r e ¡1 p a s s a t o « c o m e p r o p r i a m e n t e è stato» è n a s c o s t o « l ' a g g i u s t a m e n t o della p r o s p e c t i v a » , il focalizzare su un esito l ' i n t e r p r e t a z i o n e di ció c h e è a c c a d u t o . H tale esito è s e m p r e m i s u r a t o sulla vittoria. La storia dei \ incitori. nel s u o b i s o g n o di c o n f o r m i s m o , è c o n t i n u i s t i c a . Nello s t o r i c i s m o B e n j a m i n individua tre aspetti deleteri: la prospettiva di una storia u n i v e r s a l e . la p r e s e n z a di un e l e m e n t o é p i c o per cui la storia si «lascia racconlare» e 1 " ¡ m m e d e s i m a z i o n e d e l l o storico con il p a s s a t o . La storia, cosí c o m e la c o n c e p i s c e R a n k e , interpreta il p a s s a t o c o m e un t e m p o o m o g e n e o e v u o t o , in costante p r o g r e s s i o n c v e r s o il futuro. A l i o stesso m o d o q u e s t o passato si l a s c e r e b b e r a c c o n t a r c nella sua fattualità, c o m e ò r e a l m e n t e stato. Dillhes fonda la c o m p r e n s i o n e storica sul c o n c e t t o di Erlebnis. Si tralla di una m o d a l i t à di «struttura del vissuto» per la q u a l e la vita psichica si a d e g u a a l l ' e s p e r i e n z a , ossia la c o m p r e n d e in q u a n t o vi è una identita di strultura tra la m o d a l i t à psichica e ¡I darsi d e l l ' e s p e r i e n z a . L ' E r l e b n i s è una sorta di m o d a l i t à pre-riflessiva della c o m p r e n s i o n e c h e . p o s t u l a n d o u n ' i d e n t i t à di struttura tra il v i s s u t o e la sua c o m p r e n s i o n e . tra l'offrirsi d e l l ' e s p e r i e n z a al s o g g e t t o e la sua c o m p r e n s i o n e p s i c h i c a . assicura c o n t i n u i t à nella c o m p r e n s i o n e storica. La storia. infatti, non è altro che un i n s i e m e di vissuti la cui struttura è idéntica, nel s e n s o c h e il s o g g e t t o p u ò c o n o s c e r e il passato dal p u n t o di vista del p r e s e n t e , il s u o presente cultúrale e p s i c h i c o , p r o p r i o perche essi h a n n o la stessa strultura. II m o d o di presentilicazione di tale p a s s a t o è l ' i m m e d e s i m a z i o n e . L o storico ; ' l.'uso che hanno l'alto i sovietici della loro vittoria sul nazismo è esemplare a questo proposito. Basti osservare i vecchi musei ancora conservad nei campi di concentramento tedeschi situad nell'cx (iermania Ksl (per esempio Sachsenhausen. appena lucri Berlino nel Land di Brandeburgo). Non una volta la parola «ehrco» viene nomínala e la propaganda comunista insiste invece esclusivamente sulI" opposizionc tra lascisti e comunisti. H chiaro che anche in questo caso la realtà svolge un ruólo assai margínale. 111 Ció che ormai comuncmcnlc si intende per tesi benjaminiane e il saggio Über den Begriffder Geschi díte. La traduzione italiana a cui si la qui riferimento si attiene al litólo origínale, remtilolando il saggio Sul concetto di storia. La precedente traduzione titolava Tesi di filosofia della sloria. 24 si i m m e d e s i m a con gli eventi: c o m p r e n d e r e è un ritrovare un io nel tu ( G a g n e b i n , 1978. p p . 5 6 - 6 4 ) . A t t r a v e r s o la p o s t u l a z i o n e della « c o m u n a n z a » (Gemeinsamkeit) tra il presente del 1" Erlebnis e il passato che tramite tale p r e c o m p r e n s i o n e s viene d e c o d i l i c a t o , o l ' i m m e d e s i m a z i o n e (Eiiifiihlting) con il p a s s a t o . lo storicista relativizza il s u o punto di vista c o m e p u n t o di vista storico. O s s i a , cosí f a c e n d o , si a d e g u a al c o r s o della storia dei vincitori f a c e n d o l o passaré c o m e suo p u n t o di vista. Tale relativizzazione ha in sé q u a l c o s a di «quietistico» (Beruhigendes). «In ogni é p o c a bisogna tentare di strappare nuo\ a m e n t é la t r a s m i s s i o n e del passato al c o n f o r m i s m o c h e è sui p u n t o di s o g g i o g a r l a » ( B e n j a m í n , 1997. tesi V I T , p. 2 9 ) . Tale c o n f o r m i s m o , nella visione di B e n j a m í n , d e v e essere sconfitto in vista di una r e d e n z i o n e o s a l v e z z a (Rettung) del p a s s a t o . II passato in q u a n t o storia degli oppressi non ha a v u t o mai v o c e . proprio perché la storia nella sua d i m e n s i o n e continuistica è s e m p r e stata dei vincitori: «Quelli c h e di volta in volta d o m i n a n o s o n o p e r ò gli eredi di tutti c o l o r o che h a n n o vïnto s e m p r e . L ' i m m e d e s i m a z i o n e con ¡1 vincitore torna s e m p r e a v a n t a g g i o dei d o m i n a t o r i di turno» (ivi, p. 3 1 ) . II p a s s a t o in q u a n t o storia di o p p r e s s i o n e . storia di m e n z o g n a che ha soslituito la sofferenza e il male con la c o n t i n u i t à dei vincitori deve essere r é d e n l o , portato alia superficie per essere fatto valere nel p r e s e n t e . II p a s s a t o . per B e n j a m í n , vive stratificato sotto la crosta a p p a r e n t e m e n t e tranquilla del presente. E la storia degli oppressi che Benjamín ha in m e n t e non è una storia dalla continuità paral·lela o s o t t e r r a n e a , ma s e m m a i una storia c h e d e v e essere intesa a p o r é t i c a m e n t e c o m e d i s c o n t i n u a ( G a g n e b i n , 1 9 7 8 , p. 8 5 ) . Una storia in cui ¡I lluiré del t e m p o è a r r e s t a t o . è portato a uno «stato di s o s p e n s i o n e » o «stato di i m m o b i l i t à » (Stillstand). E c o m e se certi eventi fossero sospesi d i a c r o n i c a m e n t e e dilalati s i n c r ó n i c a m e n t e , p o l a r i z a n d o l ' a t t e n z i o n e su di sé. Q u e s t o arresto sottrae gli eventi alia loro d i m e n s i o n o di p r e c e d e n t i , di c a u s e n e c e s s a r i e , toglie loro q u c l l ' a s p e l t o di necessità altribuito loro dalla storia intesa c o m e continuum. Gli eventi d o p o tale s o s p e n s i o n e r i p r e n d o n o a « m u o v e r s i » o p p u r e « c o n t i n u a n o a significare» ma in m o d o d i v e r s o rispetto a p r i m a . C o m p i t o del materialista s t o r i c o . dice B e n j a m í n , è «riattizzare nel passato la scintilla della s p e r a n z a » . lar riemergere il p a s s a t o degli oppressi r e d i m e n d o l o in una visione della storia che si o p p o n g a a quella dei vincitori, perché « n e p p u r e i morti s a r a n n o al sicuro dal n e m i c o , se vince. E q u e s t o n e m i c o non ha s m e s s o di v i n c e r e » . II risignificare delle n u o v e cristalli/.za/.ioni s t o r i c h e . degli eventi sospesi dalla d i m e n s i o n e d i a c r ò n i c a , sottrattí al loro fungere s o l o da tramite l e m p o r a l e verso l ' i g n o t o . d e v e poter portare a c o m p i m e n t o le pretese di un passato che non è mai a c c a d u t o . In altre parole I" aporeticità della storia degli o p p r e s s i . la d i s c o n t i n u i t à che ne è alia b a s e , è s t r u m e n t o a s s i e m e m e t o d o l ó g i c o e p o l í t i c o . " tramite ¡1 quale la «tradizione degli l! Secundo Gagnebin, per Benjamín la concezione positivistica della storia. che vede il presente solo come cesura tra passato e futuro, non permette alia rilevanza metodológica de lo storiografo di emergeré, an/.i viene relativizzata. e la sua posizione nel presente non viene mai problematizzata. Per Benjamín invece l'istanza metodológica. I'interesse conoscitivo deve essere parte integrante della narrazione storica, anzi. il suo momento costilutivo. La prospeltiva di interesse. cioc quella di scrivere una storia degli oppressi. quella di redimere il passato. è profundamente légala alia concezione discontinua della temporalità. alia critica della storiograíia dei vincitori, alia ricerca di una nuova modalità di comprensione storica che permetia di collegare il concetto di Erfafirung (esperienza condivisibile) alia storia. I£¡ storia è quindi sempre storia del presente, nella misara in cui il presente si collega al passato che emerge all'improvviso. (Ir. (iagnebin, 1 9 7 8 . p. 1 0 1 . TAULA 43 25 o p p r e s s i » , il residuo delia storia ulïiciale. nella sua d i s c o n t i n u i t à si o p p o n e alia continuità e linearità dei vincitori, r e p r e s e n t a n d o c o n t i n u a m e n t e la sua speran/.a di libcra/.ione. Opporsi alia c o n t i n u i t à storica. q u i n d i . significa opporsi a una visione che appiattisce la reatà e il s u o i m p a t t o a una c a t e n a interminabile di c a u s e ed elfelti. «la s u c c e s s i o n c delle c i r c o s t a n z e c o m e in un rosario» e c h e , alio stesso t e m p o . a p p i a t t e n d o n e T u r t o di o p p r c s s i o n e e sofferenza, si a d e g u a al p u n t o di vista del vincitore. II vincitore è colui c h e ha s o p p r e s s o la realtà. e con essa la sua r a m m e m o r a / . i o n e . a favore di u n ' i d e a . II vincitore è chi si i m p o s s e s s a d e l l ' i d e o l o g i a dei vincitori, l ' i d e o l o g i a v u o t a della Storia c o m e p r o c e s s o , chi si inserisce nel í l u s s o d e i dominatori d i m e n t i c a n d o le vite c a l p e s t a t e . Vincitore è a n c h e chi non si cura della realtà, m a solo della sua proiezione nella d i m e n s i o n e di m o v i m e n t o t e m p o r a l e . di una realtà c h e è letta solo nei termini del s u o « p a s s a r é » , del suo essere m e r o s t r u m e n t o del futuro. Q u e s t a è la prospettiva storicista. M a è a n c h e la prospettiva di c h i u n q u e si accodi al c o r t e o del v i n c i t o r e , c o n t r i b u e n d o a t r a s m e t t e r n e il « p a t r i m o n i o cultúrale» c h e . in q u a n t o p a t r i m o n i o di una tradizione di vittoria, e quindi di o p p r c s s i o n e , «non è mai un d o c u m e n t o della cultura senza essere un d o c u m e n t o della barbarie» ( B e n j a m i n , 1997,-p. 3 I). Al c o n t r a r i o , «il materialista storico non può rinunciare al c o n c e t t o di un presente che non è p a s s a g g i o . ma nel quale il t e m p o è in equilibrio cd è g i u n t o a un a r r e s t o » . Nella prospettiva di Benjamin il p a s s a t o . d u n q u e . vanta pretese sul p r e s e n t e , è un passato che non si è a n c o r a c o n c l u s o ed anzi è c o s t a n t e m e n t e a p e r t o s u l l ' a d e s s o , e g r á v i d o di p r o m e s s e ( G a g n e b i n , 1978, p. 9 4 ) . Tale prospettiva di o n t o l o g i z z a z i o n c del possibile p e r m e t t e di vedere il p a s s a t o greve di o p p r c s s i o n e e di violenza non c o m e un p a s s a t o q u a l u n q u e , m a c o m e un passato a n c o r a p i e n o di desideri da e s a u d i r e , di giustizia da real i/./.arc, di realtà da s v e l a r e . I n s o m m a , per Benjamin si trattadi un t e m p o p r o f o n d a m e n t e m a r c a t o dai suoi a v v e n i m e n t i , non di un t e m p o v u o t o che la storia universale riempie di fatti che si s u s s e g u o n o . II t e m p o è qualitati\ a m e n t é i m p r e g n a t o di speran/.a. è ¡I t e m p o di cui ogni s e c o n d o è «la piccola porta a t t r a v e r s o la quale poteva entrare ¡1 m e s s i a » . Si tratta dunque di una sospensione della continuità c h e . in Benjamin c o m e in Arendt. da una parte si innesta sulla revisione c sulla distruzione della storia intesa c o m e lluiré ininterrotto, c o m e esclusivo «nesso caúsale tra momenti diversi»,dall'altra intende far valere la sospensione stessa c o m e volonta di non ricucire il passato sul presente, c o m e accettaz.ione dell'abisso. Se in B e n j a m i n ¡I gesto distruttore c h e spetta al materialista storico r i c o m p o n e la storia p a r t e n d o dai suoi rifiuti,' o m e g l i o dai frammenti nascosti che la tradizione di c o n t i n u i t à ha i m p r e g n a t o di o p p r c s s i o n e . e ne fa una c i t a z i o n e che ha il p o t e r e , la l o r z a s o v v e r s i v a di s m u o v e r e il lettore dalla c a l m a accettaz.ione del p r e s e n t e , in A r e n d t la c o m p o s i z i o n e di una storia del totalitarismo che non giustifichi il passato ma lo affronti s p r e g i u d i c a t a m e n t c si realizza nei termini di una narrazione d i s c o n t i n u a che d i s g r e g a la c r o n o l o g i a c o m e struttura e sotlolinea la f r a m m e n t a r i e t à e le strade senza uscita della storia ( B e n h a b i b . 1990). In e n t r a m b i i casi la d i s t r u z i o n e della prospettiva t r a d i z i o n a l e . della t r a s m i s s i o n e del p a s s a t o s e c o n d o le modalità da s e m p r e accettate perché calíbrate s u l l ' e s i t o vittorioso, si a s s o c i a in m o d o indissolubile alia volonta di una r i c o m p o s i z i o n e del passato c h e non sia giustilicatrice nc l a n l o m e n o c o n c i l l a n t e . La storia cosí c o m p o s t a non si concilia con il p r e s e n t e , ma s c m m a i ne sovverte la tranquilla fede nella continuità. 2 '-' «Montaggio Icllerario. Non ho milla da diré. Solo da mostrare. Non soltrarrò milla di prezioso e non rni approprierò di alcuna espressione ricca di spirilo. Stracci e riliuti. invece. non per Carne l'invenlario, hensi per rendere loro giustizia nelTunico modo possibile: usandoli» (Benjamin. 1986, p. 595). 26 L ' i n c o n t r o ira p a s s a t o e presente n o n e mai t r a n q u i l l o , l'interesse del presente per il passato non e mai «antiquario» m a s e m m a i s e m p r e e solo rivolu/.ionurio." «Ogni scrittura storica è i m p l í c i t a m e n t e una storia del p r e s e n t e , ed è la particolare c o s t e l l a / J o n c e c r i s t a l l i z z a z i o n e di e l e m e n t i in un tutto fatta nel presente c h e fornisce la g u i d a m e t o d o l ó g i c a al loro signifícate) passato» ( B c n h a b i b . 1990. p. 172). La storia è altuale nel m o m e n t o in cui e s s a sorge d a l l ' i n c o n t r o tra p a s s a t o e presente. «Attuale» nella d o p p i a significazione di «attivo» e « p r e s e n t e » vale, nella prospetti p r o s p e c t i v a b e n j a m i n i a n a . c o m e definizione di un « m o n t a g g i o storico» c h e , nella v o l o n t à di salvare i f e n o m e n i . d i p e n d e da un agiré nel p r e s e n t e . L ' a d e s s o , o Jetztzeií, e l'intensità di un presente i m p e g n a t o nel ritrovamento f r a m m e n t a t o dei fenomeni passati il q u a l e , proprio nel s u o intento di r e d e n z i o n e degli stessi. si attualizza in a z i o n e . II f o n d a m e n t o di talc azione storica sta tutto nella distan/.a c h e esiste ira la storia intesa c o m e s v i l u p p o , c o m e p r o g r e s s o , e la storia intesa c o m e salvezza o r e d e n z i o n e . H la distanza si m i s u r a p r o p r i o sulla capacità política, quindi attiva, della storia ( G a g n e b i n , 1978, p. 102). E c c o perche la gestualità Ínsita nella s o s p e n s i o n e della c o n t i n u i t à , gestualità c h e è c o m u n e a Benjamín e A r e n d t , e prima di tutto i n c i t a m e n t o a l l ' a z i o n e . i m p e g n o etico e político nei confronti di una realtà c h e c h i e d e giustizia. II gesto di s o s p e n s i o n e e la costru/.ione di costellazioni storiche c h e ne d e r i v a , la costru/.ione c h e si o p p o n e alia c o n t i n u i t à tradi/.ionale e alia plausíbilità continuistica dei vincitori, e innan/.ítutto «citaz.ione». È cita/.ione perché è gesto c h e si aflicJa alie cila/.ioni del passato da r e d i m e r e . Tale passato e infatti « r e d i m i b i l e » solo nei termini della s u a c i t a b i l i t à . ossia della rinuncia volontaria alia sua c o m p r e n s i o n e nei termini di u n a c o n t i n u i t à non f r a m m e n t a t a . H n e U ' e s s e r e cita/.ione c h e strania il leltore, proprio perché lo strappa dalla c ó m o d a visione del continuum s t o r i c o , tale visione del passato è a n c h e incita-jone a l l ' a z i o n e nel presente. D u n q u e la s a l v e z z a dei f e n o m e n i , il render loro giustizia p u ò a v v e n i r e s o l o p r e n d e n d o nel presente posi/.ione política rispetto a e s s i . T a l e p o s i z i o n e política c o m i n c i a dalla loro c o m p r e n s i o n e . M L'indiscutibile afílalo etico-político c h e a n i m a l ' i n t e n t o a r e n d t i a n o nella ric o s t r u z i o n e del f e n ó m e n o totalitario si cristalli/./.a nella ricerca affannosa di u n a m o d a l i t à di c o m p r e n s i o n e s c h e a m m e t t a I' a b i s s o . ossia a s s u m a la rottura della tradizione c o m e ¡ m p r e s c i n d i b i l c . ma c h e alio stesso t e m p o . e p r o p r i o in virlü di tale a b i s s o . pretenda di s a h a r e il passato i n a b i s s a l o c i t á n d o l o . H nella cita/.ione, nella c o m p o s i / i o n e arbitraria degli elementi del p a s s a t o . arbitraria per chi si a c c o d a al c o r t e o dei vincitori, trovi la s p e r a n z a di una c o m p r e n s i o n e attiva, u n a c o m p r e n s i o n e c h e strappi il leltore o z i o s o dalla sua c ó m o d a posi/.ione di s p e t t a t o r e . ' «Per il pensatore rívoluzionario la peculiare chance rivoluzionaria trae conforma dal potere delle chiavi che un animo possiede su di una ben detenninata stanza del passato. lino ad al lora chiusa. L'ingresso in questa stanza coincide del tinto con l'azione política» (Benjamín, 1997. lesi XVIIa.p. 55). «II passalo ha autorilá se fissalo come tradizione; l'aulorità. in quanto si presenta storicamenle. di\ enla tradizione. Walter Benjamín sapeva che rottura della tradizione e perdita di aulorità erano irrcparabiIi. e per questo decise di cercare nuove slrade per confrontarsi con il passalo. In queslo confronto divenne maestro quando scopri che al posto della tradibilita del passato era sunentrata la sua citabilità, al posto della sua aulorità la lorza spettrale di stabilirsi a poco a poco nel presente e rubargli la falsa pace della spensierata autosoddisfazione. "Le mié citazioni sono come predoni armati che halzano fuori d'improvviso e slrappano l'assenso al leltore ozioso."» (Arendl. 1968b, Irad. il. p. 156). 27 TAI I I . A 4 3 Se la realtà. q u a l u n q u e essa sia. d e v e essere aff ron tata s p r e g i u d i c a t a m e n t e , e se la realtà è l'«infinitamente ¡ m p r o b a b i l e » , la c r i s t a l l i z z a z i o n e storica che A r e n d t p r o d u c e nella sua anàlisi sul totalitarismo ha il pregio di riuscire a m a n t e n e r e vivo tale « p r e c c t t o político» a n c h e in riferimento al p a s s a t o . II passato degli oppressi d e v ' essere risarcito dal presente dei v i n c i t o r i , e q u e s t o può a v v e n i r e solo se tale p a s s a t o non viene e s a u r i t o in un r a c c o n t o storico che lo n e u t r a l i z z i , che dica « c o m e r e a l m e n t e è s t a t o » . I.a r e d e n z i o n e del p a s s a t o . la c o m p r e n s i o n e d e l l o stesso c h e non sia t i r a n n i c a , può a v v e n i r e s o l o r e c u p e r á n d o l o sotto forma di f r a m m e n t o , r i c o m p o n e n d o l o in costruzioni storiche che bal/.ino i m p r o w ¡sámente nel p r e s e n t e , i n g a g g i a n d o con e s s o una slida. II passato da salvare di B e n j a m i n non è altro c h e una s c o m o d a lettura dei suoi eventi alia luce del loro e s s e r e infinitamente i m p r o b a b i l i . del loro non essere assimilabili all"cscmplilicahilc. L'infinitamente i m p r o b a b i l e è s u c c e s s o . ma v e r s o di c s s o d o b b i a m o m a n t e n e r e una m e r a v i g l i a . un orrore c o s c i e n l e che è possibile ricreare solo con l ' a s s e m b l a g g i o a u d a c e dei f r a m m e n t i . II f r a m m e n t o è útil i/./.ahile con liberta p r o p r i o perche la realtà si è s p e z z a t a , I' a b i s s o si è p r o d o t t o . A r e n d t . c o m e B e n j a m i n . ne è c o s c i e n t e . Forse la r e d e n z i o n e non sarà mai c o m p l e t a , forse la « c o n v e r s i o n e m a r i n a » che d o v r e b b e trasformare il p a s s a t o o r m a i d i s g r e g a t o «in qual c o s a di ricco e s t u p e n d o » ( A r e n d t . 1 9 7 8 b . trad. it. p. 307) non è piu p o s s i b i l e . S e n / . ' a l t r o , p e r ò , d e v e essere possibile tentare una r e d e n z i o n e , tentare una a/.ione política c h e s m u o v a gli strati pesanti della storia ncutrale dei vincitori e faceia e m e r g e r é la realtà, c o m p l e s s a e i r r a p p r e s e n t a b i l e , dei s o m m e r s i e dei salvati. í ARENDT, H., 1951 a, The Origins qf Totalitarianism N u e v a York. Hartcourt. Brace and C o . . 195 I, trad.it. Le origini del totalitarismo, Edizioni C o m u n i t à . M i l a n o 1967. — 1968b «Walter B e n j a m i n » in Merknr. X X I I . trad. it. 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