Rassegna Stampa - Ordine dei Farmacisti di Salerno
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FEDERAZIONE ORDINI DEI FARMACISTI Rassegna Stampa del 03/06/2015 La proprietà intellettuale degli articoli è delle fonti (quotidiani o altro) specificate all'inizio degli stessi; ogni riproduzione totale o parziale del loro contenuto per fini che esulano da un utilizzo di Rassegna Stampa è compiuta sotto la responsabilità di chi la esegue; MIMESI s.r.l. declina ogni responsabilità derivante da un uso improprio dello strumento o comunque non conforme a quanto specificato nei contratti di adesione al servizio. INDICE IN PRIMO PIANO 03/06/2015 Brand News Today Le gare in corso e i nuovi incarichi 5 SANITÀ NAZIONALE 03/06/2015 La Repubblica - Nazionale "Si apre la strada per terapie innovative" 8 03/06/2015 La Repubblica - Nazionale La lunga vita e i suoi segreti 9 03/06/2015 La Repubblica - Nazionale Marche, terra di longevi ha il record italiano 11 03/06/2015 La Stampa - Nazionale Se la malattia pediatrica è rara l'app spiega sintomi e terapie 12 03/06/2015 Il Messaggero - Nazionale «Mappatura del genoma la medicina sarà personalizzata» 13 03/06/2015 Il Messaggero - Nazionale Riforme, si riparte dall'immigrazione 15 03/06/2015 Il Messaggero - Nazionale Ecografia in 5D salva vita 18 03/06/2015 Il Messaggero - Nazionale Test come la Jolie per il cancro alle ovaie 19 03/06/2015 Il Giornale - Nazionale Il mondo mette a dieta i poliziotti 20 03/06/2015 Il Giornale - Nazionale La fertilità va incentivata 21 03/06/2015 Il Giornale - Nazionale Il colon irritabile può essere legato a manifestazioni di ansia e depressione 22 03/06/2015 Il Fatto Quotidiano " Migranti e sanità, così truccavano le gare di appalto " 23 03/06/2015 Avvenire - Nazionale SALUTE, DIRITTO O PENA? 25 03/06/2015 Avvenire - Nazionale Carcere, dietro le sbarre una popolazione di malati 26 03/06/2015 Avvenire - Nazionale Ricerche sui tumori: via alle terapie sul Dna 27 03/06/2015 Il Manifesto - Nazionale La relazione con il malato è una possibilità di cura in più 28 03/06/2015 Oggi Cefalea Basta una "scossa" per respingere il dolore 30 VITA IN FARMACIA 03/06/2015 La Stampa - Torino Epatite C, il Piemonte verso la gara per ridurre il costo dei farmaci 33 03/06/2015 Il Messaggero - Metropolitana Taglio al costo delle assicurazioni 34 03/06/2015 QN - Il Resto del Carlino - Rimini Il rapinatore con la siringamette a segno un altro colpo 35 03/06/2015 QN - Il Giorno - Lodi Medicine a domicilio per chi non riesce a muoversi da casa 36 03/06/2015 QN - La Nazione - Firenze Sua figlia è morta, condoglianze'. Veramente sta benissimo' 37 03/06/2015 QN - La Nazione - Arezzo Confermaper il paccomamma' 38 03/06/2015 Il Garantista - Catanzaro Campagna d'informazione e prevenzione sulle cefalee 39 PROFESSIONI 03/06/2015 Il Giornale - Nazionale L'artrite reumatoide può guarire con l'impiego dei farmaci biologici PERSONAGGI Il capitolo non contiene articoli 41 IN PRIMO PIANO 1 articolo 03/06/2015 Pag. 1 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato NEWBUSINESS Le gare in corso e i nuovi incarichi Alle pagg. 13 e 14 Le gare in corso e i nuovi incarichi CLIENTE INCARICO AGENZIE Aim (Aziende Industriali Municipali Vicenza) creatività progetti di comunicazione in definizione ALD Automotive creatività in definizione AMT Genova gestione degli spazi pubblicitari in definizione Alto Adige Sudtirol creatività e media in definizione Alto Adige Marketing consulenza strategica e creatività adv in definizione Bmw Motorrad attività digital globale in definizione Betfair media europeo in definizione Campari creatività Calendario 2016 in definizione Camera di Commercio di Caltanissetta campagna per promozione turistica in definizione Città di Palermo campagna tv e web 2015 in definizione Coca Cola nuova campagna mondiale 10 agenzie Comune di Acireale servizi di pr per la promozione del 'Distretto del mare' in definizione Comune di Trapani attività di promo/commercializzazione in definizione Coni Servizi comunicazione Italia Team domande entro il 18 giugno Consorzio Bancomat creatività campagna informativa in definizione Coty media globale in definizione Electronic Arts media paneuropeo in definizione Enel creatività Saatchi,Jwt, FCB, stv DDB, Havas WW Milan Enel media planning Carat, Starcom, Omd, Mindshare Eni media planning e buying Havas Media, MediaCom, Omd, Media Italia, Dentsu, ZenithOptimedia Eni creatività Tbwa, Y&R, McCann, Leo B., Havas W. Milan Epson creatività europea in definizione Epson attività sui social media in definizione Expo progettazione dei contenuti per gli e-walls in definizione Expo produzione e post produzione video per valorizzare regioni italiane in definizione Etihad Airways media globale Starcom, Initiative, MediaCom, Mindshare, OMG Etihad Airways direct marketing in definizione Federazione Ordini Farmacisti Italiani comunicazione istituzionale e ufficio stampa in definizione Fiat adv per il restyling di 500 Leo B., A. Testa, Kube Libre, Independent Ideas Fondazione Ronald McDonald comunicazione in Italia in definizione Gruppo Bauli creatività per i marchi del gruppo McCann, Leo B., Ogilvy, Tbwa, Saatchi Gruppo Calzedonia creatività Intimissimi McCann, Saatchi, GreyUnited, Y&R Ogilvy, OutThere, Droga5, Mensch Gruppo Sanpellegrino creatività di Levissima Lowe Pirella, Publicis, Ogilvy Gal Peloritani 'Terre dei Miti e della bellezza' campagna adv in definizione Gal Alto Casertano promozione turistica e marketing in definizione Heinz creatività europea in definizione Johnson&Johnson media planning e buying in definizione Mediaset creatività adv Mediaset Premium Havas Milan, stv DDB, Saatchi, Y&R, Leo B. Mercedes-Benz Italia comunicazione digitale Alkemy, H2H, InTarget, Proximity BBDO, Roncaglia Ministero del lavoro servizi redazionali del portale ClicLavoro domande entro il 15 giugno Parco dei Monti Picentini attività pubblicitarie in definizione Parmalat creatività per Santal Saatchi&Saatchi e altre sigle continua nella prossima pagina CLIENTE INCARICO AGENZIE Parmalat creatività per Zymil McCann e Saatchi Poste Italiane eventi in definizione Qatar Airways media europeo in definizione Reckitt Benckiser creatività globale Nurofen in definizione Regione Lombardia (Arca) comunicazione ed eventi in definizione Regione Marche comunicazione PSR 2014/2020 domande entro il 30 giugno 2015 Regione Marche comunicazione FESR 2015/18 domande entro il 15 giugno 2015 Regione Sardegna pianificazione e acquisto spazi pubblicitari domande entro il 10 luglio Regione Toscana ufficio stampa e digital pr per Expo 2015 in definizione Roma Capitale marketing strategico turistico in definizione Roma Capitale ideazione prodotti editoriali turistici in definizione SABMiller creatività per il lancio globale di una nuova birra in definizione SMG - Alto Adige Marketing rp e consulenza in comunicazione in definizione Sony media globale in definizione Soprintendenza per i Beni Archeologici comunicazione in definizione di Pompei, Ercolano e Stabia TUI Group creatività paneuropea in definizione Ubi Banca creatività per IW Bank Private Investment Armando Testa, GreyUnited Ubi Banca media per IW Bank Private Investment Starcom, GroupM, Dentsu Aegis, Havas Media, Omd, InMediaTo UniCredit format per la sponsorizzazione della Champions League BBH, Jwt, M&C Saatchi, 180 Amsterdam, Tbwa Unilever media planning e buying globale in definizione Visa media globale in definizione Volkswagen Group media globale in definizione Volvo IN PRIMO PIANO - Rassegna Stampa 03/06/2015 5 03/06/2015 Pag. 1 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato digital in Europa tre agenzie Nuovi incarichi CLIENTE INCARICO AGENZIE Fiat digital di Fiat Motor Village InTarget Group Genialloyd seo e web analitycs Webranking Granarolo creatività di Yomo Serviceplan Gruppo Calvo creatività di Tonno Nostromo Saatchi&Saatchi Henkel adv globale degli additivi per bucato Herezie Mediaset campagna adv di SmartCam di Mediaset Premium Dude William Hill creatività adv in Italia, Spagna e Austria Leagas Delaney Italia IN PRIMO PIANO - Rassegna Stampa 03/06/2015 6 SANITÀ NAZIONALE 17 articoli 03/06/2015 Pag. 33 diffusione:556325 tiratura:710716 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato R2 / L'INTERVISTA "Si apre la strada per terapie innovative" (e. d.) ACCENDERE e spegnere neuroni a piacimento. Creare ricordi falsi, recuperarne di perduti. Fabio Benfenati, neuroscienziato dell'università di Genova e dell'Istituto italiano di tecnologia, spiega come tutto questo oggi sia possibile, grazie alla luce. Qual è il "telecomando" che agisce sul cervello? «Una tecnica che si chiama optogenetica. Esistono alcune proteine, che fanno parte della famiglia delle opsine, che sono sensibili alla luce. Quando ricevono uno stimolo luminoso cambiano lo stato elettrico della cellula in cui si trovano. Se queste cellule sono neuroni, possono essere eccitati o inibiti a seconda delle nostre esigenze». Anche nell'uomo? «No,è una tecnica troppo invasiva per essere usata sull'uomo. Per il momento ci si limita ad alcuni esperimenti di ricerca di base sui topi, come quello pubblicato su Science ». Cosa esclude che anche il nostro cervello possa essere manipolato così? «Le opsine non si trovano naturalmente nei neuroni. Occorre modificare il Dna di queste cellule affinché vi vengano prodotte: un'operazione tutt'altro che banale, che sugli uomini, usata per combattere alcune malattie, è ancora ai primi passi. Per stimolare le opsine nei neuroni, bisogna poi raggiungerli con una fibra ottica che entri nel cervello. Solo così lo stimolo luminoso può essere somministrato alle cellule giuste. L'optogenetica è un metodo molto efficace e preciso. Ma non si può proprio dire che sia pronto per essere usato sulla nostra specie». SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 03/06/2015 8 03/06/2015 Pag. 50 diffusione:556325 tiratura:710716 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Le Guide EXPO LE ITALIE Viviamo sempre di più. Dall'inizio del Novecento abbiamo guadagnato quarant'anni. Ma le ragioni di questo fatto restano in buona parte da decifrare. Un convegno esplora i legami fra esistenza superiore alla media, alimentazione e i nostri comportamenti quotidani La lunga vita e i suoi segreti Bernabei di Italia Longeva dice: «Bisogna guardare agli anziani come una risorsa, potrebbero essere il nostro "petrolio"» Mangiare molti cereali e proteine e fare sport tutti i giorni sono i fattori comuni fra le persone che vivono nelle Zone Blu VALERIA FRASCHETTI Vivere a lungo, vivendo bene. È una delle sfide dei nostri tempi, la longevità. Ce la impone la demografia: dall'inizio del secolo scorso a oggi l'uomo ha guadagnato in media 40 anni di vita. Il Pianeta ha sempre più capelli bianchi e nel 2050 le persone sopra gli 80 anni saranno 379 milioni, cinque volte quelli del 2000. Riflettere quindi sulle complesse relazioni fra alimentazione, stili di vita e invecchiamento non è mai stato così urgente. E un'occasione per farlo la offre Italia Longeva, network dedicato alla promozione di una migliore qualità della vita nell'invecchiamento, che il 10 giugno con la Regione Marche organizza all'Expo di Milano (Auditorium del Padiglione Italia) il forum internazionale Longevity is what we eat and...? . I puntini di sospensione nel titolo dell'evento suggeriscono già qualcosa. La longevità è un elisir non brevettato. Il suo segretoè nel cibo, ma non solo. È anche nei geni, che influenzano per meno del 25% la possibilità di avere una lunga vita. «Ma il meccanismo biologico che sottende alla longevità resta in parte un mistero», ci dice Roberto Bernabei, presidente di Italia Longeva e direttore del dipartimento di Geriatria, Neuroscienze e Ortopedia all'Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma. «Il fenomeno dell'avanzamento dell'aspettativa di vita nell'ultimo secolo è stato molto rapido e dietro a questa velocità la scienza annaspa, resta indietro». Un ritardo si riflette anche nell'impiego di desueti paradigmi nelle cure degli anziani. «Sono portatori di molteplici patologie contemporaneamente», fa notare Bernabei, «ma la ricerca clinica continua a impiegare la logica della monopatologia, gli anziani continuano a prendere una pillola per ogni malattia». Eppure le abitudini di vita dei popoli più longevi al mondo offrono preziose indicazioni per invecchiare in salute. Chi le ha studiate a lungo è il divulgatore Dan Buettner, che sarà presente al forum per raccontare i risultati della sua ricerca sulle Zone Blu del mondo: aree caratterizzate dalla presenza di un elevato numero di ultracentenari, come l'isola greca di Icaria, dove gli abitanti hanno una probabilità di vivere oltre i 90 anni tre volte superiore al resto del mondo occidentale. O come la cittadina californiana di Loma Linda, popolata da una comunità di cristiani avventisti, tendenzialmente vegetariana, che conduce uno stile di vita privo di abitudini malsane come alcool e fumo. Cos'hanno in comune gli arzilli anziani delle Zone Blu? «Anzitutto l'attività fisica quotidiana e un'alimentazione ricca di cereali, frutta e verdure», prosegue Bernabei. «L'adozione di un regime alimentare bilanciato, come per esempio la dieta mediterranea, è associata a una minore incidenza di patologie neoplastiche e cardiovascolari». Il presidente di Italia Longeva ricorda che la dieta di un anziano deve contemplare «l'assunzione di proteine per combattere anche la sarcopenia, la diminuzione della massa muscolare». Sindrome comune nell'invecchiamento che viene rallentata anche con l'esercizio fisico. Che non significa per forza jogging o palestra, ma neanche passeggiare fra i negozi. Gli ultracentenari delle Zone Blu, ad esempio, vivono in luoghi scoscesi e sono impegnati spesso in lavori manuali nell'agricoltura. Se un orto allunga la vita, quindi, allo stesso risultato contribuiscono fattori forse meno noti. La famiglia, la presenza di uno scopo nella vita, persino la religione. Non a caso le popolazioni delle Zone Blu sono caratterizzate da autocoscienza, ricerca del senso della vita, sentimento di appartenenza a una comunità. Come quello presente sull'isola giapponese di Okinawa, dove vive un milione di abitanti (di cui 900 centenari), che hanno formato le "moais", reti di cinque persone che si aiutano fra loro nella vita di tutti i giorni. Con una popolazione sempre più canuta, costruire una società che sia più a misura di anziano è un imperativo che richiede risposte concrete. SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 03/06/2015 9 03/06/2015 Pag. 50 diffusione:556325 tiratura:710716 SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 03/06/2015 10 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato «Da una parte bisogna guardare agli anziani come al nostro petrolio: ormai il 90 per cento della popolazione fino ai 75 anni puòe deve essere vista come una risorsa da utilizzare nel sistema produttivo», sostiene Bernabei. «Allo stesso tempo bisogna ridisegnare i sistemi sanitari e favorire la tecno-assistenza». Una prospettiva attraente anche per aziende, istituzioni, università. Che da alcuniè già stata fatta propria. «In Italia esistono interessanti realtà aziendali che offrono soluzioni tecnologiche per favorire una buona qualità della vita degli anziani», prosegue il professore. «Il nostro Paese nel 2020 avrà quattro milioni di ultraottantenni: può diventare un laboratorio naturale in questo ambito, da cui poi esportare approcci e prodotti nel mondo». Sarebbe un'opportunità anche contro la crisi economica, ammesso che la politica colga la sfida di trasformare un Paese di vecchi in un Paese per vecchi. 379 I milioni di persone nel Pianeta nel 2050 che avranno più di 80 anni, cinque volte quelli del 2000 2020 Fra 5 anni l'Italia avrà quattro milioni di ultraottantenni, una risorsa che può essere utilizzata nella società15 mila Sono i centenari nel nostro Paese. Gli over 65 sono oltre il 21per cento 87 Gli anni di aspettativa di vita più alta del mondo per le donne. Al Giappone il primo posto, seguono Spagna, Svizzera e SIngapore 2098 È l'anno che rappresenta il traguardo di vita media previsto per una femmina che nasce oggi. Un maschio può arrivare al 2093 3Gli anni in più di vita media di una persona che vive a Milano rispetto a una che vive a Napoli CENT'ANNI SENZA SOLITUDINE Accanto, un'anziana abitante dell'isola giapponese di Okinawa; in alto, un ultranovantenne di Loma Linda, in California: Okinawa e Loma Linda sono due delle Zone Blu del mondo, aree ad alta concentrazione di centenari. Sopra, Montegiorgio di Fermo, paese marchigiano oggetto di studi sulla longevità. Il senso di appartenenza a una comunità, insieme ad altri fattori, aiuta a vivere meglio e più a lungo Foto: FONTI OMS STATISTICHE SANITARIE MONDIALI 2014; ISTAT; ITALIA LONGEVA 03/06/2015 Pag. 51 diffusione:556325 tiratura:710716 Marche, terra di longevi ha il record italiano Al Padiglione Italia una mostra con quindici maxischermi compone i cortometraggi di giovani autori che raccontano le tipicità del territorio VALENTINA FERLAZZO Si allena tutti i giorni in palestra, va all'università e aggiorna il suo profilo Facebook. Non è la descrizione della giornata tipo un ventenne, ma di Giuseppe Ottaviani un ex atleta pluripremiato che lo scorso 20 maggio ha compiuto 99 anni. Tommaso Palestini di anni ne ha 83, è un lupo di mare con alle spalle avventure da far invidia ai protagonisti de L'isola del tesoro di Robert Louis Stevenson e ancora oggi racconta quei giorni con un entusiasmo contagioso. Sono tre piccole storie, ma aiutano a capire perché le Marche si prendono la briga di promuovere un convegno sulla longevità. Perché è la regione italiana che ha la speranza di vita più alta e negli ultimi vent'anni ha visto crescere il numero di ultracentenari da 99 a 507. In questa regione non c'è alcun magico gene che consente di raggiungere in salute questi ragguardevoli traguardi (studi rilevano che i fattori genetici incidono solo per il 20-25 per cento). A favorire la formula dell'elisir di lunga vita c'è un condensato di buone pratiche quotidiane e l'alimentazione gioca un ruolo da protagonista. Come dimostrano le trentennali ricerche di Ancel Keys sulla località di Montegiorgio di Fermo. Il biologo statunitense è stato il primoa dimostrare per la prima volta come l'alimentazione dei popoli mediterranei sia la più salutistica e l'unica in grado di ridurre il rischio di mortalità correlata a patologie metaboliche. E forse non è un caso che proprio da questo paesino marchigiano arrivi un'altra storia legata alla tavola: il ristoratore Oscar Conti, nonostante i suoi 91 anni, è ancora pieno di energia e continua ad accogliere tutti i giorni i clienti nel suo locale. Il modello alimentare semplice e all'apparenza povero racchiude, invece, un vero e proprio tesoro di eccellenti qualità nutrizionali. I prodotti della piramide alimentare marchigiana sono gli stessi del passato. Alla base troviamo cereali (fonti di carboidratie fibre)e legumi con abbondanti quantità di verdure, ortaggi, spezie e frutta; inoltre sono presenti anche olio d'oliva e vino rosso quest'ultimo consumato in maniera regolare ma moderata. Il segreto per vivere bene e a lungo non è legato solo alle consuetudini dietetiche, ma anche al contatto con la natura, all'attività fisica e alle particolari condizioni sociali che esaltano la famiglia e la convivialità. Come racconta la mostra Prospettiva di vita (in programma fino all'11 giugno all'interno del Padiglione Italia) curata dallo scenografo Giancarlo Basili, dal sociologo Aldo Bonomi e dal professor Roberto Bernabei. Su quindici maxischermi touchscreen scorrono i cortometraggi realizzati da giovani filmaker che descrivono i prodotti tipici del territorio, la qualità del paesaggio, la coesione sociale e lo stile di vita. La collaborazione con Italia Longeva permette ai visitatori di questo stesso spazio di effettuare un rapido check up medico gratuito per scoprire se si è destinati a vivere a lungo. SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 03/06/2015 11 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Le Guide / Il primato della regione promotrice del convegno 03/06/2015 Pag. 32 diffusione:309253 tiratura:418328 Se la malattia pediatrica è rara l'app spiega sintomi e terapie LORENZA CASTAGNERI Il bambino che arriva al pronto soccorso ha mal di pancia? Se è affetto da una malattia genetica come la sindrome di Williams, potrebbe trattarsi di più di un comune problema pediatrico, ma di diverticolite, un'infiammazione dell'apparato digerente. Lì per lì, nemmeno il pediatra più esperto lo penserebbe. Ora, per aiutare medici d'urgenza e di famiglia a gestire le patologie rare nei piccoli pazienti, la Società italiana malattie genetiche pediatriche e disa- bilità congenite (Simgeped) ha creato una app: «UrgenzeGenMet», questo il nome, raccoglie più di 70 schede dedicate alle malattie genetiche e metaboliche, descrivendo i sintomi, i pericoli, gli esami consigliati e le terapie. «Un bambino su 150 ha una di queste problematiche. Ormai non sono così rare. Volevamo fornire ai medici uno strumento per aiutarli ad affrontarle», spiega Angelo Selicorni, past-president della Simgeped e pediatria dell'ospedale San Gerardo di Monza. L'idea della app gli è venuta confrontandosi con i colleghi, dopo tante giornate al pronto soccorso. C'è chi è colpito, per esempio, dalla sindrome di Cornelia De Lange, che può uccidere per un'occlusione intestinale, ma non riesce a comunicare dove sente dolore, o chi ha la malattia di Crouzon, che causa problemi alla vista e che con un'allergia non ha nulla a che fare. Unico «limite»: il sistema è pensato per baby pazienti con una diagnosi già nota. «Per accertare una patologia servono esami clinici, non ci si può basare solo sull'high tech», aggiunge Selicorni, che presenterà «UrgenzeGenMet» - realizzata con la Società di malattie metaboliche e screening neonatale - al Congresso di Pediatria da domani a sabato a Roma. La app è già disponibile sui principali store online e si scarica gratuitamente. SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 03/06/2015 12 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato MEDICINA/tutto SCIENZE & salute 03/06/2015 Pag. 1 diffusione:210842 tiratura:295190 «Mappatura del genoma la medicina sarà personalizzata» Aaron Ciechanover a pag. 21 «Mappatura del genoma la medicina sarà personalizzata» Pubblichiamo in anteprima l'intervento che Aaron Ciechanover, premio Nobel per la chimica nel 2004, terrà venerdì sera a Cagliari al festival Leggendo Metropolitano Una delle aspirazioni umane che ha attraversato i secoli e le generazioni è quella ad una lunga vita e, insieme, il desiderio di conservare la salute nell'invecchiamento. In parte questo sogno si è avverato - oggi viviamo di più - sfortunatamente però il prolungamento della vita è accompagnato da varie malattie degenerative legate all'età, fra le quali il cancro, le cardiopatie e le patologie del cervello. Fra l'inizio del secolo scorso e i primi anni Duemila, l'aspettativa di vita nei Paesi industrializzati e sviluppati era in media di 50-55 anni: in precedenza le persone morivano di "semplici" malattie infettive - contadini che si ferivano nei campi, donne partorienti o soldati colpiti in battaglia. Oggi gli occidentali possono arrivare a vivere più di 80 anni: in questo senso, il ventesimo secolo è stato "magico". (...) LE DIFFERENZE Con un'aspettativa di vita più lunga, sono venute in superficie sino a diventare, oggi, le principali patologie delle società occidentali sviluppate. In che modo la scienza medica si sta attrezzando per combattere queste "nuove" malattie? La medicina moderna avanza su diversi fronti paralleli: il primo, sul quale ci concentreremo - è lo sviluppo delle medicine "tradizionali". Poi ci sono i dispositivi: organi artificiali, valvole cardiache, articolazioni in leghe metalliche e molti altri. Recentemente ha iniziato a evolversi un altro settore: quello delle cellule staminali e della medicina rigenerativa (...) Quanto alle medicine, si possono distinguere tre fasi nello sviluppo della farmacologia: l'epoca iniziale è stata quella delle scoperte fortuite (dall'inizio del secolo scorso agli anni Quaranta del Novecento), come il primo antibiotico - la penicillina (...) La seconda fase nello sviluppo dei medicinali va dagli anni Quaranta del Novecento ad oggi ed è all'insegna dello screening ad alto rendimento (high throughput screening)(...) Ma allora: perché il metodo dello screening non ci basta? Perché non riesce a fornire - studiando più composti e più patologie - la cura per tutte le nostre malattie? La ragione è che siamo esseri umani, diversi gli uni dagli altri e ciascuno di noi risponde a modo proprio alle medicine che riceve. Siamo uomini e donne, alti e bassi, esposti a diete e a condizioni ambientali differenti, ma soprattutto siamo diversissimi a livello genetico. Da questo punto di vista, ci uniamo in modo casuale e incrociamo i nostri geni continuamente (a fin di bene naturalmente). Abbiamo gruppi sanguigni diversi e non possiamo donarci gli organi a vicenda: la compatibilità è di uno a molti e talvolta a molti milioni. Da tutto ciò consegue che le medicine non hanno gli stessi effetti su tutti. Ad alcuni fanno bene farmaci che per altri sono meno o per nulla efficaci o che a certi individui provocano pericolosi effetti collaterali che possono persino ucciderli. Ci sono persone che traggono beneficio da una medicina eppure allo stesso tempo sviluppano effetti collaterali dannosi e sono costretti a interrompere il trattamento. LO SVILUPPO Qui entra in gioco la nuova rivoluzione della Medicina Personalizzata. Grazie allo sviluppo di metodologie per sequenziare il genoma umano (mappato per la prima volta nel 2000), siamo ora in grado di ottenere maggiori informazioni su ciascun paziente direttamente dal suo materiale genetico (DNA, RNA, proteine e piccoli metaboliti) riuscendo a comprendere meglio le cause di una patologia (le mutazioni, per esempio) e potendo così prevedere l'esito del trattamento con un determinato farmaco. Inoltre, ogni volta che sarà scoperta una nuova mutazione avremo la possibilità di creare un'apposita medicina per combattere la relativa malattia. La lente della scienza medica, insomma, si sposterà dalla malattia "in generale" alla stessa malattia nel contesto di un paziente noto, con il proprio specifico patrimonio genetico - da cui il termine "Medicina Personalizzata". Analizzando sempre più a fondo il materiale genetico che ci determina come individui, saremo capaci di prevedere l'insorgere di future malattie (...) La Medicina Personalizzata, quindi, sarà anche Predittiva e Preventiva. Concludendo, vediamo come si prospetta il percorso di questa rivoluzione. Abbiamo già iniziato la corsa e andremo sempre più veloci col passare degli anni. Benché ci siano diversi impedimenti tecnici: uno dei problemi principali è che molte patologie - ad esempio le malattie SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 03/06/2015 13 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Il Nobel 03/06/2015 Pag. 1 diffusione:210842 tiratura:295190 SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 03/06/2015 14 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato psichiatriche, come la depressione - sono multigeniche, causate cioè da diverse o addirittura numerose mutazioni, difficili da scoprire. Occorrerà del tempo, dovremo sequenziare i genomi di molti pazienti prima di identificare i geni predisposti. Tuttavia, l'ostacolo maggiore è il dispiegamento del nostro patrimonio genetico con tutte le informazioni che contiene su patologie presenti e future: solleva numerosi e seri problemi bioetici. Anzitutto: vogliamo conoscere le nostre future malattie? Anche se la risposta fosse no ed evitassimo di sottoporci alle analisi, i nostri partner potrebbero volerlo sapere. Per non parlare delle compagnie assicurative, dei datori di lavoro, del governo: tutti evidentemente interessati a tali informazioni. Questi gli interrogativi all'ordine del giorno: come individui, abbiamo bisogno di poter prendere parte alle decisioni che riguardano il nostro destino (di conseguenza, questa nuova rivoluzione è anche Partecipativa, nel complesso è la rivoluzione delle "4 P" - Personalizzata, Predittiva, Preventiva e Partecipativa). Come società, dobbiamo unirci nell'impegno comune a risolvere questo problema, tenendo a mente che siamo tutti esseri umani con il diritto di tutelare la nostra privacy. Aaron Ciechanover Rappaport Faculty of Medicine and Reserch Institute Technion-Israel Istitute of Tecnology, HaifaIl "Progetto Genoma umano" è iniziato negli Stati Uniti nel 1990 e completato il 22 giugno 2000 Ora si possono cercare i geni che indicano il rischio di ammalarsi di cancro come i geni Brca1 e Brca2 del seno All'università di Milano viene eseguito, con l'analisi del Dna saliva, un test per suscettibilità al glutine Al via al Montreal Heart Institute uno studio su Dna 80mila pazienti per malattie di cuore e diabete Il Regno Unito, a febbraio, ha dato l'ok alla procreazione assistita con il Dna di tre genitori Foto: Nuovi interventi dalla conoscenza del patrimonio genetico 03/06/2015 Pag. 3 diffusione:210842 tiratura:295190 Riforme, si riparte dall'immigrazione Alla Camera giro di vite entro giugno sul conflitto d'interessi Cambia l'agenda del governo: stretta su sicurezza e clandestini PREVISTA LA CHIUSURA DEI CAMPI ROM E L'INASPRIMENTO DELLE PENE PER I «REATI PREDATORI» COME SCIPPO E FURTO IN CASA Alberto Gentili ROMA Si cambia. Dopo l'opaco risultato elettorale del Pd e l'avanzata della Lega di Matteo Salvini spinge Matteo Renzi a prendere di petto il tema dell'immigrazione e della sicurezza. Una partita che il premier intende giocare su più tavoli. Il primo è quello europeo: al Consiglio Ue di fine mese Renzi farà la voce grossa per ottenere un'immediata applicazione del sistema delle quote, finora osteggiato da Francia, Spagna, Regno Unito, Olanda e Paesi Baltici. Il che vuol dire che entro l'anno dovranno essere «ricollocati» almeno 24mila esuli sbarcati sulle nostre coste. Una partita difficile, che però Renzi gioca di sponda con Angela Merkel e il presidente della Commissione, Jean-Claude Juncker. «VIA I CAMPI ROM» L'altro tavolo è quello interno. «Per combattere la percezione di insicurezza dei cittadini», spiega Emanuele Fiano della segreteria Pd, «già questa settimana il governo procederà a varare un decreto per il Giubileo con l'assunzione di mille agenti di polizia, mille carabinieri e cinquecento finanzieri, attingendo alle graduatorie dei concorsi già svolti». In più il ministro della Giustizia, Andrea Orlando, sta lavorando a un provvedimento per aumentare le pene dei "reati predatori", come scippo e furto in appartamento. «E sempre sul fronte-sicurezza», aggiunge Fiano, «abbiamo già stanziato 2 miliardi per investimenti a favore delle forze dell'ordine, sbloccando i tetti salariali e portando il turnover al 55%. Pensate che il governo di Berlusconi e della Lega l'aveva ridotto al 20% e aveva tagliato 3,5 miliardi al comparto-sicurezza». C'è poi il capitolo dedicato ai rom. Il piano del governo, che dovrà interfacciarsi con il lavoro dei sindaci, prevede la chiusura dei campi nomadi, con alloggi per chi ne ha diritto e l'allontanamento degli altri. Più «un'integrazione effettiva», attuando l'obbligo della frequenza scolastica per i bambini rom. Misure che dovrebbero essere inserite nella legge per lo jus soli (la cittadinanza per i figli nati in Italia da coppie immigrate) programmata per fine luglio in Senato. LE NORME SUL CONFLITTO Come annunciato a inizio maggio, Renzi inoltre ha dato il via alla nuova legge sul conflitto d'interessi. Proprio oggi si riunisce il comitato ristretto della commissione Affari costituzionali incaricato di scrivere il testo base. Si parte della bozza di lavoro del relatore Francesco Sanna (Pd), in cui compare una nuova autorità (o commissione) indipendente (eletta sul modello del Csm e della Corte costituzionale), incaricata di valutare «preventivamente» l'esistenza di conflitti d'interessi. Oppure di intervenire successivamente, con sanzioni come la decadenza o il risarcimento del danno, nel caso in cui il membro del governo o il parlamentare, o il componente delle autorità indipendenti (Antitrust, Privacy, ecc.) abbia tenuto nascosto il conflitto. Secondo il testo base «è in conflitto d'interessi chi comanda un gruppo imprenditoriale anche mediante partecipazioni incrociate, possesso di azioni o società fiduciarie - che per svolgere la propria attività necessita di concessioni o autorizzazioni dello Stato di rilevante valore economico». Se il "conflitto" è radicale c'è l'ineleggibilità o l'incompatibilità. Oppure, in alternativa, c'è l'obbligo della vendita forzata o il blind trust: un soggetto terzo cui l'imprenditore, che ambisce ad assumere un incarico di governo, affida la gestione della propria attività e con cui «interloquisce solo ed esclusivamente» attraverso l'Autorità di controllo, «fino a conclusione del proprio mandato». Va da sé che Silvio Berlusconi, «avendo il controllo di fatto e di diritto di Mediaset, non potrebbe più fare il premier», dicono al Nazareno. La scuola Dal governo sì solo a qualche ritocco «Questo è un governo che è nato con un mandato chiaro, cambiare l'Italia. E l'Italia si cambia se miglioriamo la qualità della scuola. Per questo possiamo migliorare il testo, ma non stravolgerlo». Francesca Puglisi, responsabile Scuola del Pd e relatrice della riforma in Senato, non lascia molto spazio alla mediazione invocata dalla minoranza dem. Questa sera il gruppo del Pd di palazzo Madama si riunirà insieme al ministro Stefania Giannini per discutere della riforma. Ma Renzi ha dato SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 03/06/2015 15 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato LO SCENARIO 03/06/2015 Pag. 3 diffusione:210842 tiratura:295190 SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 03/06/2015 16 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato indicazioni precise: «Si cambia poco o nulla». E così sarà. Al massimo verranno approvati quattro emendamenti che riscrivono, togliendo ripetizioni ed errori tecnici, gli articoli 1, 2, 3 e 8. «Ma non si toccheranno le norme sui precari e neppure quelle sull'autonomia dei presidi», annuncia la Puglisi. Le unioni civili La svolta a luglio con i dubbi di Ncd A fine luglio nell'Aula del Senato dovrebbe entrare la legge sulle unioni civili e sulle convivenze, relatrice Monica Cirinà del Pd. L'unione civile, composta da persone dello stesso sesso, si sottoscrive di fronte a un ufficiale di Stato civile e viene iscritta e un registro comunale. Allo coppia vengono riconosciuti i diritti all'assistenza sanitaria, carceraria, unione o separazione dei beni, subentro nel contratto di affitto, reversibilità della pensioni (il Ncd su questo punto non è d'accordo). E' preclusa l'adozione di minori, ma è prevista l'estensione della responsabilità genitoriale sul figlio del partner. Per le coppie eterosessuali si prevede un contratto di convivenza sottoscritto davanti a un notaio e godono di diritti più o meno simili a quelli delle Unioni civili, ma non la reversibilità della pensione. Le intercettazioni Stretta in Cdm e sfida alle toghe Da tempo si parla di una nuova regolamentazione delle intercettazioni, senza privare i magistrati di questo essenziale strumento di indagine. La legge che dovrebbe essere battezzata a giorni dal Cdm nonostante le resistenze delle procure, conterrà un giro di vite sulle intercettazioni «non rilevanti ai fini delle indagini», imponendo il divieto di diffondere e pubblicare le conversazioni di soggetti terzi non coinvolti nelle inchieste, «per impedire l'ormai consueta gogna mediatica cui è sottoposto chi non c'entra nulla». Saranno previste sanzioni per magistrati e avvocati che le diffondono e anche per i giornalisti che le pubblicano. «Ma è da escludere che tra queste sanzioni ci sia il carcere», garantisce un'altra fonte che ha in mano il dossier. Il bicameralismo I 24 voti a rischio sul nuovo Senato La riforma della Costituzione prevede la fine del bicameralismo perfetto (in sostanza il prossimo Senato non avrà il potere di votare la fiducia al governo e voterà solo una piccola parte delle leggi approvate dalla Camera), la riduzione dei poteri delle Regioni oltre a interventi minori come la chiusura del Cnel. Il nuovo Senato avrà 100 seggi rispetto ai 315 attuali. La minoranza Pd ha dato battaglia già nel passaggio del disegno di legge Boschi alla Camera ma è stata battuta. Il governo ha proposto delle aperture durante lo scontro che ha preceduto l'approvazione della legge elettorale. La sinistra non si accontenta e, soprattutto, non si fida dei renziani. La riforma si trova al Senato dove i numeri, per il governo, non sono ampi come alla Camera. 24 senatori Pd potrebbero mettere in difficoltà la maggioranza, soprattutto ora che il Patto del Nazareno è stato archiviato. La P.A. Sulla Forestale maggioranza divisa Il braccio di ferro sul destino del Corpo Forestale dello Stato potrebbe essere uno dei nodi che rischiano di ingarbugliare l'approvazione della legge delega alla Camera sulla riforma della Pubblica amministrazione. Si tratta di un provvedimento monster che introdurrà numerose novità. L'obiettivo del governo è quello di rendere più efficiente, più rapida e meno costosa la macchina burocratica, cancellando tra l'altro molti "duplicati" e redistribuendo poteri e responsabilità fra i dirigenti. Tra i provvedimenti più problematici sui quali la maggioranza potrebbe dividersi c'è l'accorpamento dei corpi di polizia e l'unificazione di Motorizzazione civile e del Pubblico registro automobilistico. Altro punto delicato: nuove norme per l'assunzione dei dirigenti delle Aziende sanitarie. La concorrenza Taglio al costo delle assicurazioni A inizio luglio, dopo che la commissione avrà completato le audizioni e votato gli emendamenti, l'aula della Camera affronterà la legge sulla concorrenza. Relatori: Silvia Fregolent e Andrea Martella. Le principali novità riguardano le farmacie, con la possibilità di estendere la vendita dei farmaci di fascia "C". Importante anche il capitolo per le assicurazioni: i clienti che istalleranno la "scatola nera" godranno di uno sconto. Verranno introdotti il divieto di testimonianza differita (valgono solo quelle prese al momento dell'incidente) e un tariffario per le riparazioni. Inoltre la stipula di contratti di vendita per 03/06/2015 Pag. 3 diffusione:210842 tiratura:295190 SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 03/06/2015 17 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato importo inferiore ai 100mila euro di locali commerciali e box potranno essere stipulati presso un avvocato. Si tratta di circa 80mila atti all'anno che attualmente vengono stipulati dai notai. Gli schieramenti al S enato 321 Gal 15 Scelta Civica 7 Totale Minoranza Dem 24 Sel (Misto) 9 Misto (ex M5s) 17 5 Stelle 37 Lega Nord 15 Autonomie 17 Par tito Democratico 108 Area Popolare (Ncd+Udc) 36 Forza Italia 60 MAGGIORANZA OPPOSIZIONE ALTRI 03/06/2015 Pag. 22 diffusione:210842 tiratura:295190 Ecografia in 5D salva vita C.Ma. La sonda si sposta e si avvicina al cervello. La testa, virtualmente, viene separata dal corpo. Un clic e diventa una serie di sezioni verticali da analizzare, studiare nelle diverse angolazioni, approfondire per escludere la presenza di una possibile anomalia. Un clic e il cuore "esce" dal corpo per essere sezionato, allargato, ristretto e valutato. Cuore e cervello, come altri organi, sono di un bimbo nel grembo materno: è un'ecografia 5d. Il futuro è oggi. L'UNIONE Le nuove frontiere della tecnologia permettono all'immagine della risonanza magnetica e a quella dell'ecografia, virtualmente, di sovrapporsi: così da poter effettuare un superesame che racchiuda in sé il "ritratto" dell'eco con la ricostruzione effettuata dalla risonanza. Una nuova integrazione delle informazioni sia nel campo della patologia ginecologica sia in quella ostetrica. Esami che, insieme alle ecografie 3 e 4D, possono ormai permettere di rilevare, nei mesi della gravidanza, oltre al battito cardiaco, il riempirsi e svuotarsi dello stomaco e della vescica del bambino, le eventuali anomalie ormai anche da affrontare in utero. Come la spina bifida o l'ernia diaframmatica. «In questo caso si utilizzano dei cateteri che si infilano nella trachea del feto per ridurre le complicanze respiratorie dovute alla presenza dell'ernia e al conseguente schiacciamento dei polmoni - spiega Giuseppe Rizzo presidente della Società italiana di ecografia ostetrica e ginecologica che ha guidato con Domenico Arduini direttore del Dipartimento di Ginecologia ed Ostetricia dell'università Tor Vergata di Roma-S. Famiglia, un congresso di specialisti con oltre cento relatori e 1200 partecipanti appena concluso - Un palloncino nella trachea permette al bambino di far maturare e crescere i polmoni regolarmente fino al momento della nascita. Esistono altri interventi che addirittura espongono il feto a cielo aperto rendendo possibile oggi la correzione di alcuni difetti che potrebbero essere fortemente invalidanti come la correzione del meningocele». Una forma di spina bifida, una malformazione congenita causata da un'imperfezione nello sviluppo del midollo spinale e della colonna vertebrale. L'ecografia 5D, dunque, oltre a permettere diagnosi di possibili patologie (dal sistema nervoso centrale alla colonna vertebrale) mette in evidenza anche eventuali malformazioni dei lineamenti (il labbro leporino) le espressioni del volto (dal singhiozzo allo sbadiglio) e movimenti degli arti. SPECIALIZZAZIONE «Gli aggiornamenti sono tanti e importanti - è il professor Arduini a parlare - ma va sempre tenuto presente che persiste un margine fisiologico di errore. Oggi riusciamo a far nascere bambini che in passato non sarebbero mai nati ma questo non vuol dire che si può tutto. A questo punto è importante che la coppia sappia che l'ecografia è ormai un esame entrato nella routine ma che l'evoluzione dello strumento oggi vuole uno specialista fortemente dedicato per l'esecuzione e la lettura. Sia nel caso di seguire una gravidanza sia in presenza di un tumore dell'endometrio e dell'ovaio. Ad esempio studiare l'architettura dei vasi sanguigni allorché assai confusa, dimostra una vascolarizzazione caotica espressione di una crescita impetuosa che non segue uno schema logico e può nascondere una formazione che potrebbe essere anche tumorale». «SI PUÒ OPERARE LA SPINA BIFIDA O FAR MATURARE BENE I POLMONI» Giuseppe Rizzo Sococietà ecografia ostetrica e ginecologica SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 03/06/2015 18 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato L'ultima frontiera della tecnologia: un super esame che in gravidanza permette diagnosi e interventi sul feto LA PREVENZIONE 03/06/2015 Pag. 22 diffusione:210842 tiratura:295190 Test come la Jolie per il cancro alle ovaie Il caso dell'attrice Angelina Jolie ha fatto da "apripista": essendo portatrice di un'anomalia genetica che la predisponeva al cancro ha deciso di farsi asportare in via preventiva mammelle e ovaio. Una decisione che ha fatto discutere. Su questo fronte oncologi Usa e italiani sono d'accordo: le donne con cancro all'ovaio dovrebbero fare il test. Se ne è discusso al congresso della Società americana di Oncologia (Asco) a Chicago. «E' fondamentale spiega Nicoletta Colombo, direttore Ginecologia oncologica dell'Istituto europeo di oncologia di Milano - identificare le donne che hanno la mutazione del gene come la Jolie, perché ciò consente di fare prevenzione». SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 03/06/2015 19 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato La novità 03/06/2015 Pag. 15 diffusione:192677 tiratura:292798 Il mondo mette a dieta i poliziotti L'Inghilterra fa da apripista. Dall'Africa agli Usa si corre ai ripari: per gli agenti più ginnastica e alimentazione mirata SOTTO OSSERVAZIONE Rischia il licenziamento chi non si adeguerà alle regole salutiste BANDIERA BIANCA I sindacati, fino alla fine, hanno cercato di opporsi. Invano Patricia Tagliaferri Sono famosi nel mondo per il loro caratteristico casco nero, recentemente mandato in pensione a favore di un più pratico cappello con visiera, e per il manganello che utilizzano con disinvoltura. Ma non tutti sanno che i bobby inglesi da qualche tempo devono fare i conti con più prosaici problemi di ciccia: se il loro giro vita non scende sotto una certa soglia rischiano di vedere compromessa la propria carriera nelle forze dell'ordine. Senza dieta e ginnastica addio al lavoro. L' aut aut arriva da uno che di forma fisica se ne intende, Sir Bernard HoganHowe, sportivissimo e salutista capo di Scotland Yard. Il numero uno della polizia metropolitana di Londra non è per niente tenero con gli agenti sovrappeso, in un Paese che ha una delle più alte percentuali di adulti obesi al mondo. «Non c'è posto per loro», dice commentando i risultati delle visite mediche alle quali sono stati sottoposti i bobby per verificare le loro condizioni fisiche da quando, qualche anno fa, quello dei poliziotti grassi ha cominciato a diventare un problema cui porre rimedio. In Gran Bretagna e in altri Paesi. I risultati della campagna non sono stati soddisfacenti. Così Scotland Yard è subito corsa ai ripari. E non solo per una questione di immagine, che pure conta. Ma anche e soprattutto perché la gente dai poliziotti si aspetta di essere aiutata e per certe cose ci vuole il physique du rôle . Del resto le norme della polizia londinese sono chiare: dopo tre visite dall'esito negativo sei fuori. «Penso che ognuno abbia dei doveri nei confronti dei colleghi e le persone che chiedono aiuto - sostiene Hogan-Howe vogliono poliziotti in forma, non qualcuno che arranca per la strada, che arriva tardi e che quando arriva non riesce neanche più a respirare. Se questi poliziotti non recuperano la linea, allora non abbiamo un lavoro per loro». I test obbligatori di idoneità fisica introdotti l'anno scorso non sono bastati a contrastare il fenomeno, così il capo di Scotland Yard ha chiesto l'introduzione di standard più elevati. Quello dei poliziotti obesi non è un problema solo inglese. In Messico gli agenti ciccioni li hanno messi direttamente a dieta. Un regime speciale preparato dalle stesse autorità nell'ambito di un programma, volontario, pensato apposta per affrontare il fenomeno dell'obesità tra le forze dell'ordine, dopo che uno studio aveva dimostrato che il 70 per cento dei poliziotti della megalopoli messicana erano troppo grassi. La dieta sarebbe stata un successo e circa 1.600 agenti sarebbero dimagriti tra i 5 e i 12 chili. A dieta anche la polizia del Punjab, in Pakistan. Agli agenti è stato imposto di riportare il loro girovita sotto i 96 centimetri pena la rimozione dagli incarichi sulle strade. I poliziotti vietnamiti hanno ricevuto un vero e proprio ultimatum dal loro capo: sei mesi di tempo per allenarsi e perdere peso, altrimenti addio divisa. In Sud Africa, invece, Paese con un tasso di criminalità elevatissimo dove poliziotti in forma in grado di sostenere un corpo a corpo sono una necessità, hanno puntato tutto sul fitness, obbligando gli agenti ad allenarsi con un mix di boxe, corsa, palestra e aerobica. Tolleranza zero e allontanamento dal corpo per chi non raggiungeva gli obiettivi. E in Italia? Da noi ci ha pensato l'allora ministro della Pubblica amministrazione Renato Brunetta a prendersela con i «poliziotti panzoni». Nulla a che vedere con la ciccia in eccesso, in questo caso, ma un modo per sottolineare la necessità di mandare gli agenti per le strade e dire addio a quelli «burocrati». Foto: IN STRADA Due bobby controllano il traffico, la loro forma è accettabile. Ma meglio non trasgredire SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 03/06/2015 20 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato CICCIONI IN DIVISA Urge snellire il corpo (di polizia) 03/06/2015 Pag. 28 diffusione:192677 tiratura:292798 La fertilità va incentivata Alcol, cattiva alimentazione, obesità, insidiano il sistema riproduttivo Luigi Cucchi In Italia facciamo pochi figli, li facciamo più tardi (quasi 10 anni in più dagli anni '80), gli spermatozoi nei maschi si sono ridotti della metà e una coppia su 5 ha difficoltà a procreare: questi sono i dati che hanno portato alla presentazione a Roma del Piano nazionale per la fertilità. Un Paese che non si sviluppa anche in termini democratici è destinato a ripegarsi su se stesso. Occorrono scelte strategiche che medifichino l'attuale tendenza ed agire su tutti i fattori che ostacolano la procreazione. Fondamentale la prevenzione primaria e secondaria nel campo della fertilità. A Taormina, al congresso degli endocrinologi si è discusso proprio su questi temi e sugli effetti negativi di stili di vita dannosi per la riproduzione, come fumo, alcol, sostanze stupefacenti e cattiva alimentazione, come anche sull'obesità. Ne è convinto Andrea Lenzi, direttore del dipartimento endocrinologia dell'università la Sapienza di Roma, nonché presidente eletto della Società italiana di endocrinologia «Il sistema riproduttivo è regolato dagli ormoni e dunque particolarmente vulnerabile alle interferenze endocrine. In diversi casi l'infertilità è infatti da ricondurre ad endocrinopatie. Si pensi spiega Andea Lenzi - a tutte le patologie endocrine ovariche e extraovariche che possono inficiare l'ovulazione rendendo pertanto la donna infertile o subfertile. Tipici esempi sono la sindrome dell'ovaio policistico, l'amenorrea da stress, l'iperprolattinemia, il diabete, i distiroidismi e l'eccesso di glucocorticoidi. Anche nella controparte maschile, alcune endocrinopatie si associano a disfunzione testicolare. Tra queste la carenza di gonadotropine sia congenita che acquisita per neoplasie o lesioni infiltrative che danneggiano la funzione ipotalamica o ipofisaria. Inoltre, similmente alla donna, anche nell'uomo l'alterazione nei livelli di prolattina e di cortisolo, l'ipertiroidismo e il diabete possono comportare una ridotta funzione riproduttiva». La disciplina endocrina ha dunque posto grande attenzione alla prevenzione primaria e secondaria nel campo della fertilità e si è focalizzata sugli effetti negativi di stili di vita come anche sull'obesità. «Il tessuto adiposo, (il grasso) - illustra lo studioso - contrariamente a quanto si riteneva in passato, oggi è considerato un organo endocrino a tutti gli effetti poiché capace di produrre ormoni e di interagire con altri organi endocrini. L'obesità è dunque uno di quei fattori modificabili capaci di influenzare la fertilità in ambo i sessi. Nella donna, infatti, l'obesità si associa ad alterazioni del ciclo mestruale, ad aumentato rischio di aborti e di complicanze di natura ginecologica, mentre nell'uomo l'obesità e il sovrappeso determinano un innalzamento della temperatura fisiologica dei testicoli, oltre che uno squilibrio degli ormoni sessuali, che comporta conseguenze negative sulla spermatogenesi». Secondo il direttore del dipartimento di endocrinologia dell'università la Sapienza di Roma, la fertilità è influenzata anche da molti fattori ambientali in grado di modificare la funzione riproduttiva e il sistema endocrino alterando specificatamente l'omeostasi degli ormoni sessuali e tiroidei. Tra i fattori ambientali maggiormente chiamati in causa, vi sono gli interferenti endocrini. «Si tratta - spiega Andrea Lenzi di un ampio gruppo di sostanze che agiscono attraverso vari meccanismi. L'azione di tali interferenti endocrini sembra essere associata ad un incremento del rischio di sviluppare malformazioni genitali, alcuni tumori, nell'uomo adulto alterazioni del liquido seminale, sterilità e nella donna alterazioni della pubertà, del ciclo mestruale, dell'ovulazione e della fertilità». Foto: LENZI Il sistema riproduttivo è vulnerabile a numerose interferenze endocrine che possono ostacolare l'ovulazione rendendo la donna non fertile SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 03/06/2015 21 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato TAORMINA I suggerimenti degli endocrinologi 03/06/2015 Pag. 28 diffusione:192677 tiratura:292798 Il colon irritabile può essere legato a manifestazioni di ansia e depressione Gloria Saccani Jotti Un paziente con colon irritabile su dieci soffre di depressione e quattro su dieci sono colpiti da ansia: questi i primi dati di uno studio della Associazione Italiana dei Gastroenterologi ed endoscopisti digestivi ospedalieri (Aigo) su oltre 500 pazienti in cura presso 26 centri . Trattasi di una malattia che ha gravi ripercussioni sulla qualità di vita delle persone affette. Inoltre si è visto come ad ammalarsi siano in prevalenza donne, il 73%, con un'età media di circa 40 anni. Sottolinea Marco Soncini, coordinatore dello studio: «Abbiamo esaminato la situazione sia dei pazienti appena diagnosticati (49,9%), che di quelli in cura da tempo (51,1%). Si dovrebbe presumere che chi è già in terapia abbia una qualità di vita migliore, ma purtroppo non è così: non emergono tra queste due categorie differenze di rilievo circa il modo in cui ogni paziente valuta la sua situazione. Ciò indica che le terapie oggi disponibili non sono soddisfacenti, perchè non riescono a ridurre le difficoltà, controllando i sintomi». Spiega il dottor Balzano, presidente Aigo: «Lo studio, oltre a stabilire quanto la sindrome del colon irritabile pesi sulla qualità della vita delle persone, intende anche verificare se le terapie prescritte siano conformi con quanto raccomandano le linee guida. Ciò per garantire che ai pazienti siano sempre assicurate le cure migliori». Oltre la metà dei pazienti segnala che la sindrome li condiziona obbligandoli a cambiamenti di abitudini sia nella vita privata, che in quella lavorativa e relazionale. Per cercare di misurare l'intensità dei sintomi, i ricercatori hanno chiesto ai pazienti di indicare le difficoltà utilizzando una scala visuale, cioè di indicare graficamente il livello del loro disagio, riempiendo una porzione più o meno ampia di una barra lunga 10 centimetri. L'estremo a sinistra della retta rappresenta l'assenza del sintomo, mentre l'altra estremità indica il massimo livello percepito. In media i pazienti hanno valutato il livello del loro dolore con una intensità pari a circa 5/10 . Gli alimenti in grado di peggiorare la situazione non sono gli stessi per tutti; è quindi necessario che il paziente effettui un lavoro di analisi di cibi per identificare quelli effettivamente causa di reazioni. Foto: [email protected] SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 03/06/2015 22 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Malati & Malattie 03/06/2015 Pag. 1 tiratura:100000 " Migranti e sanità , così truccavano le gare di appalto " Francesca Fagnani Fagnani » pag. 18 " Migranti e sanità, così truccavano le gare di appalto " Mario Monge, 54 anni, di cui 30 dedicati al consorzio di cooperative sociali Sol.co, che ha creato e di cui è presidente. Anzi ex presidente, si è dimesso a gennaio, quando due inchieste lo hanno travolto: una è Mafia Capitale (non è indagato), l ' altra è per traffico illecito di rifiuti ed è indagato. Come Salvatore Buzzi, dominus della cooperazione sociale romana e secondo l ' accusa braccio destro del presunto boss Massimo Carminati, anche Monge si occupa dell ' inserimento lavorativo di disabili ed ex detenuti. Oggi, per la prima volta, Monge ha deciso di raccontare dal di dentro il sistema delle cooperative. In una telefonata, Buzzi le rimproverava di aver partecipato a una gara per la gestione del verde di alcune ville di Roma chiedendole di farsi da parte e lei invece di mandarlo a quel paese sente il bisogno di giustificarsi. Perché? Ho partecipato alla gara non sapendo di essere finito sul lotto destinato alla cooperativa 29 Giugno di Buzzi. Non mi sono ritirato, il mio progetto era stato ritenuto il migliore, ma ho perso. Co m ' è possibile che un lotto sia destinato a una cooperativa prima ancora che ci sia stata la gar a? C ' era un atteggiamento di sudditanza rispetto alle cooperative di Buzzi, eravamo costretti a orientarci su lotti differenti per non dar fastidio. Qualsiasi imprenditore cerca di non entrare in contrasto diretto con chi ha un fatturato più alto e più forza d ' influenza. Buzzi era un soggetto pericoloso, mettermi contro di lui avrebbe significato non lavorare più. E io dovevo agire nell ' interesse delle cooperative associate alla Sol.co e delle persone che ne fanno parte. Quindi le coop fanno " car tello " per lavorare? Mi rendo conto che è un discorso pericoloso, ma se sono un imprenditore e vedo che la mia forza non è sufficiente a vincere da solo, mi devo mettere d ' accordo con altri. La scelta del comune di dividere il territorio in lotti serviva proprio ad aprire il mercato e far lavorare più imprese. Ma sempre le stesse però, il meccanismo non mi sembra così virtuoso ... Il meccanismo si inceppava perché esistevano accordi su quali cooperative far vincere e in quali lotti. Non faccio e non sono una vittima, ma a noi rimanevano le briciole. Per quella gara per la gestione dei giardini (di cui parlava nella telefonata con Buzzi, ndr ), sono finito sul lotto sbagliato, rompendo degli equilibri. Tra le coop si cercavano lotti dove fosse meno difficile vincere. Quello che lei chiama " fare cartello " per noi è un modo per sopravvivere. La forza delle cooperative di Buzzi era anche dire " dove sono io non ci viene nessuno " . Chi aveva come referente non politico Buzzi? La 29 Giugno era la cooperativa di riferimento di Legacoop. Legacoop non vigilava su questa dominanza? Non so. La 29 Giugno era Legacoop. Nel 2010 la Sol.co partecipa a una gara della Regione Lazio per l ' accoglienza di immigrati. Arrivati primi in alcuni distretti e terzi in altri. Quanti immigrati avete gestito dopo questa gara? Zero. Non abbiamo avuto l ' affidamento di nessun immigrato. La commissione ha dato gli affidamenti a chi in graduatoria era arrivato dopo di noi, come la Enriches 29 di Buzzi. Da qui è partita tutta la storia di Buzzi con gli immigrati. La Sol.co quindi ha vinto senza mai ricevere l ' appalto dalla Regione. Avete fatto ricorso? No. Questa sorta di cartello tra imprese c ' è anche tra le imprese che partecipano alle gare per gli appalti nelle Asl e negli ospedali? Ho una visione parziale sulla Sanità. La Sol.co aveva vinto un appalto per il Cup (Centro unico di prenotazione) presso la Asl Roma A. La Regione poi decise di fare un ' unica gara per tutte le Asl di Roma. Da soli non ce l ' avremmo mai fatta e avevo paura di perdere l ' unico appalto che avevo. E quindi a chi si è rivolto? Sono andato da tutti. Dalla cooperativa Capodarco come da altri soggetti per vedere se si poteva organizzare una cordata. Mi hanno detto di no. A quel punto per il lotto Rieti Latina Frosinone mi sono associato con la coop Formula Sociale che fatturava 6 milioni, tantissimo, con l ' accordo che qualora avessi vinto la gara le avrei affidato la mia percentuale di lavoro. Non era ancora chiaro che anche Formula Sociale facesse capo a Buzzi. Oggi Formula Sociale ha un appalto da 431 mila euro per i giardini della Asl Roma A, dove lei continua (in attesa che si sblocchino le gare) a gestire il Cup. Non lo sapevo. Lei è indagato per traffico internazionale di rifiuti perché una delle consorziate Sol.co, New Horizons, non solo non avrebbe sanificato gli indumenti come prevede la legge, falsificando i documenti, ma anche immesso gli abiti in un mercato internazionale di rifiuti SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 03/06/2015 23 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato MAFIA CAPITALE 03/06/2015 Pag. 1 tiratura:100000 SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 03/06/2015 24 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato gestito dalla camorra. Queste sono le accuse, se saranno provate la cooperativa New Horizons è responsabile. Il procedimento di sanificazione è costoso e certificare che gli abiti sono stati igienizzati quando non è vero è un grave illecito, ma la coop gestiva l ' impianto in modo totalmente autonomo. Secondo l ' accusa alcuni impianti sarebbero in mano alla camorra. Non posso affermare né negare, tutti gli impianti da noi utilizzati devono essere iscritti all ' albo nazionale dei gestori ambientali, su cui dovrebbe vigilare il ministero dell ' Ambiente. L ' impianto deve poi ricevere certificazioni dalla Provincia. Per partecipare alla gara abbiamo dovuto indicare gli impianti di sanificazione dove avremmo portato gli abiti usati, ma non abbiamo alcuna possibilità di controllo sulle aziende. La raccolta degli abiti usati, ripartita in vari lotti, è affidata dalla municipalizzata dei rifiuti Ama, fino a qualche anno fa feudo dell ' ex ad Franco Panzironi, in carcere per Mafia Capitale. Anche qui serviva l ' assenso di Buzzi per ripartire il terr i to r i o? L ' appalto è lo stesso del 2008, dove hanno partecipato solo la Sol.co e Bastiani, allora non c ' era un interesse su questo business da parte delle altre coop sociali, non lo ritenevano redditizio. Poi nel 2014 c ' è stato un interessamento di Buzzi per la filiera del trattamento rifiuti. Il progetto era di aprire negozi di abiti usati, ne avevo parlato con vari soggetti di Legacoop tra cui Buzzi. Però le coop che risultano vincenti all ' aper tura delle buste 2013 per la raccolta di indumenti usati sono quelle che hanno rinunciato all ' a p p a l to per la raccolta multimateriale (lattine, vetro, alluminio ... ) che invece è in mano alle coop di Buzzi. È un caso o la contropartita di Buzzi? Le cooperative che hanno vinto sono sempre Sol.co e Bastiani perché il progetto dal 2008 resta il migliore. Lei mi chiede se il discorso di Buzzi è stato " voi continuate a fare questo, io quello " ? Per la raccolta multimateriale a Roma la Sol.co non aveva né i titoli né le certificazioni. Non era nostro interesse e non avevamo nemmeno i camion. Lei ha dedicato trent ' anni a una realtà meritoria come la Sol.co che si è occupata degli ultimi e oggi entra in due inchieste molto pesanti. Cosa si r i m p rove ra? Di non essere stato in grado di controllare il sistema cooperativo di Sol.co, ma il mio più grosso sbaglio è stato avvicinarmi troppo al sistema 29 Giugno, pur riconoscendomi le attenuanti della grave crisi aziendale che mi ha imposto di fare scelte a volte azzardate per salvare l ' azienda. Avendo perso metà del fatturato, ho dovuto avvicinarmi a un sistema che sapevo forte, vincente e accreditato presso la Pubblica amministrazione. Che ci fosse un sistema bloccato e prepotente era sicuro, ma che ci fosse un collegamento stretto con attività criminali era impensabile. AFFARE IMMIGRATI Protesta degli abitanti e sindaci a Mineo davanti al Residence degli aranci dove sono ospitati i migranti. Sotto, Mario Monge del consorzio Sol.Co. La Presse 03/06/2015 Pag. 2 diffusione:105812 tiratura:151233 SALUTE, DIRITTO O PENA? Danilo Paolini Felice il Paese che non ha bisogno di carceri: lì tutti sono onesti, non ci sono errori giudiziari e nessuno è detenuto per la propria fede religiosa o per le proprie idee politiche. Ma purtroppo quel Paese non esiste, perciò sarebbe già abbastanza poter dire: encomiabile il Paese nelle cui carceri sono rispettati i diritti delle persone. Per esempio la salute che, parlando della nostra Repubblica da ieri entrata nel suo settantesimo anno di storia, è definita dalla Costituzione (articolo 32) «fondamentale diritto dell'individuo e interesse della collettività», tanto da essere garantite «cure gratuite agli indigenti». Non è scritto, invece, che tale diritto è negato a chi è detenuto, indigente o meno che sia (e non di rado lo è). Anzi, basta andare indietro di qualche articolo, al 27, per (ri)scoprire che «le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e devono tendere alla rieducazione del condannato». Ma, ci chiediamo, quale umanità e quale rieducazione, se due terzi dei reclusi risultano affetti da almeno una malattia? Patologie gravi, non raffreddori. Quasi la metà soffre di malattie infettive, seguono i disturbi psichiatrici e via via tutti gli altri. Se si contano soltanto i 53.500 in cella secondo le ultime statistiche del ministero della Giustizia, stiamo già parlando di oltre 35mila persone. Ma in realtà il dato, diffuso dalla Società italiana di medicina e sanità penitenziaria che da oggi a venerdì terrà a Cagliari il suo congresso, riguarda il flusso di ingressi nelle carceri durante un anno, quindi oltre 60mila su circa 100mila. Perché una delle poche certezze, in prigione, è che chi entra deve essere sottoposto agli accertamenti clinici di rito. E poi? Poi chi esce, spesso, torna a trascurarsi. Mentre chi resta dentro, ancora più spesso, si chiude in se stesso, non chiede l'assistenza né i farmaci che pure potrebbe avere. Del resto, è ancora la Costituzione a dircelo, nessuno può essere curato contro la sua volontà «se non per disposizione di legge». Allora forse sarebbe il caso di rendere effettive le visite periodiche per queste persone: la malattia, infatti, non è tra le pene accessorie previste dal codice. Potremo anche svuotarle quasi del tutto, le celle, ma non potremo mai dire di aver risolto la questione carceraria se, dietro le sbarre, la malattia grave diventa normalità. SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 03/06/2015 25 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato MALATI DUE TERZI DEI DETENUTI 03/06/2015 Pag. 14 diffusione:105812 tiratura:151233 Carcere, dietro le sbarre una popolazione di malati I medici: due su tre sviluppano patologie Don Balducchi: «Povertà e fragilità favoriscono le malattie» PAOLO FERRARIO Una città di malati i cui abitanti sono costretti in spazi ristretti, condizione che favorisce la diffusione delle patologie. È la fotografia del sistema carcerario italiano, dal punto di vista della salute dei detenuti, scattata dalla Società di medicina e sanità penitenziaria (Simspe), che da oggi a venerdì terrà a Cagliari il XVI congresso nazionale. «Due detenuti su tre sono malati e il 48% è affetto da malattie infettive: uno su tre ha l'epatite, mentre sono in calo i sieropositivi», spiega il presidente della Simpse, Sergio Babudieri, che ricorda come la popolazione carceraria superi le 60mila persone, mentre sono oltre 100mila quelle che transitano annualmente nel sistema penitenziario. «Una popolazione simile a quella di una media città - continua Babudieri - che ha una serie di forti esigenze in tema di salute». Secondo l'indagine dei medici penitenziari almeno una patologia è presente nel 60-80% dei casi. Le malattie infettive sono quelle più diffuse: a seguire i disturbi psichiatrici (32%), le malattie osteoarticolari (17%), quelle cardiovascolari (16%), problemi metabolici (11%) e dermatologici (10%). «In carcere - conclude Babudieri - si concentrano persone che hanno comportamenti di vita che sono a rischio dell'acquisizione di una serie di malattie non solo infettive, ma anche di tipo metabolico, come ad esempio obesità, fumo, alcolismo. Da ciò si evince evidentemente che il carcere è un ambito in cui la sanità pubblica può più facilmente intercettare persone che, una volta invece diluite nella popolazione generale, è più difficile incontrare». Sempre l'indagine della Simspe evidenzia che il tasso di trasmissione stimato dalle persone Hiv+ consapevoli si aggira tra l'1,7% e il 2,4%. Molto più alto quello stimato dalle persone Hiv+ inconsapevoli, che raggiunge anche il 10%. «Il carcere non è certamente il posto migliore per essere curati - commenta don Virgilio Balducchi, ispettore generale dei cappellani carcerari anche se, dopo il passaggio della medicina penitenziaria dal ministero della Giustizia al servizio sanitario nazionale, l'attenzione per i detenuti malati è aumentata». Soprattutto negli ultimi anni, osserva don Balducchi, l'innalzamento delle malattie dietro le sbarre è andato di pari passo all'aumento delle situazioni di povertà e precarietà dei detenuti. «Chi entra in carcere - aggiunge il sacerdote - nella maggior parte dei casi sta già vivendo una situazione di marginalità e fragilità che favorisce la comparsa e la diffusione di malattie, sia fisiche ma anche psichiatriche. Pensiamo, per esempio, a tutta la fetta di popolazione detenuta costituita dagli immigrati irregolari. La concentrazione di queste persone in uno spazio ristretto, dove la possibilità di movimento è ridotta, porta inevitabilmente al fatto che un buon numero si ammali e trasmetta ad altri la patologia». Non a caso, quindi, l'infermeria, osserva don Balducchi, «è uno dei luoghi più frequentati dai detenuti», che al personale medico e infermieristico chiedono, con sempre maggior frequenza, di «essere curati». Non soltanto nel corpo. SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 03/06/2015 26 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Allarme dei medici 03/06/2015 Pag. 16 diffusione:105812 tiratura:151233 Ricerche sui tumori: via alle terapie sul Dna Washington. Rivoluzione nella ricerca di nuove terapie per combattere il cancro: l'Istituto nazionale per i tumori Usa (Nci) sta per far partire una trentina di sperimentazioni su nuovi possibili farmaci, basate non più sull'organo colpito della neoplasia bensì sulle mutazioni genetiche identificate nelle cellule cancerose dei malati. Si lavorerà, dunque, su terapie mirate alle variazioni al Dna in comune a diversi tipi di neoplasie. SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 03/06/2015 27 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato STATI UNITI 03/06/2015 Pag. 15 diffusione:24728 tiratura:83923 La relazione con il malato è una possibilità di cura in più Ivan Cavicchi questo ripreso in un vistoso paginone di Repubblica il giorno successivo (p. 37). Comunque su molte altre azioni in questa direzione non possiamo soffermarci ulteriormente. Insomma, si moltiplicano e si qualificano i focolai di opposizione alle politiche proibizioniste: cioè al coro di denunce dei disastri della guerra alla droga, si aggiungono strada facendo, nella marcia verso UNGASS 2016, gli specifici interventi che insistono sui danni alla ricerca scientifica, a importanti aree della terapia, all'esercizio dei diritti come le scelte ricreazionali. E quanto ai rischi, ricorda Johansen: «Ogni cosa comporta un rischio: se passeggiate in una foresta, un albero può cadervi in testa; ma questo non significa che non dovreste mai entrare in un bosco».. In questi ultimi anni, attraverso i media, il cancro è stato abbastanza sdrammatizzato e per certi versi banalizzato. Sembrava bastasse mangiare più verdure e evitare le carni rosse per essere onco-protetti e che i nuovi far maci avessero la meglio sull'indomita malattia. Ma il cancro resta il cancro ...e continua vistosamente a crescere: aumentano gli italiani che 'vivono' con il cancro,(+17% in cinque anni), cinque anni fa i malati di cancro erano 2 milioni e mezzo, oggi sono più di 3 e 1 malato su 4 è completamente guarito.(7° rapporto Favo) Siccome il cancro continua ad aumentare e la sua guaribilità per quanto in crescita resta bassa, acquista importanza strategica la curabilità perché è da questa che dipende il grado di sopravvivenza. Per "grado di sopravvivenza" si intende una valutazione clinica qualitativa giustificata con il tempo di vita. Oggi il trattamento dei tumori si avvale di molti approcci e di diversi mezzi ma il principale, resta quello farmacologico (chemioterapia). Alle terapie in genere si accompagnano problemi e tantissimi sono i fattori che ne abbassano il grado di efficacia ottimale. Fin qui i presupposti del nostro lavoro. E ora le domande: siamo sicuri che il grado di sopravvivenza oggi consentito dai mezzi di cui disponiamo e dagli approcci impersonali delle terapie sia quello massimo sia in termini di qualità che di quantità? E che la sopravvivenza non possa variare con la qualità personale del trattamento e con i modi attraverso i quali esso viene effettuato? Siamo sicuri che il trattamento sia concettualmente riducibile solo all'impiego di mezzi terapeutici? Siamo sicuri che il modo corrente di intendere la terapia sia quello più efficace? Se la sopravvivenza dipende dalla cura e se questa non dipende solo dai mezzi di cui dispone ma anche dai modi come viene fatta...allora.. quale sopravvivenza sarebbe possibile se i modi della cura fossero più adeguati alle complessità del malato di cancro? Il nostro studio ritiene possibile accrescere, a fronte delle terapie disponibili, il grado di sopravvivenza attraverso un ripensamento del modo di intendere la terapia. Considerando la complessità del malato di cancro non un problema una risorsa da usare, parlando di cura e non solo di terapia. E' necessario rammentare che la medicina oncologica, come del resto tutta la medicina di matrice positivista, è soprattutto impersonale cioè orientata all'oggettività biologica della malattia. Il libro vuole risolvere il problema dell'impersonalità, aprendo la strada ad una specie più avanzata di clinica nella quale alla conoscenza oncologica della malattia si aggiungono quelle del malato quindi conoscenze ontologiche, relazionali, linguistiche, situazionali, cognitive, logiche. Quella che nel libro è definita "onto-oncologia". Gianni Bonadonna il vero grande maitre a pensér dell'oncologia italiana, è autore del trattato di oncologia più studiato, ma è anche colui che, quale malato, ha scritto libri con i quali dimostra che il suo trattato, nei confronti della complessità del malato, resta inadeguato...ma senza mai come malato ripensare l'oncologo e senza mai come oncologo ripensare il malato. Non è vero che la conoscenza in medicina dev'essere per forza impersonale, al contrario essa per essere davvero tale deve diventare conoscenza bio-onto-biografica. Per un oncologo questo è possibile accettando di misurarsi con un livello più alto di complessità : il tumore non è solo una complicazione biologica di un qualche organo del corpo, ma è anche il malato nella sua interezza e l'oncologo che lo cura. Questa complessità nonostante gli sforzi compiuti dall'oncologia nella cura del cancro non c'è, nel senso che non è prevista, in nessun protocollo terapeutico, e meno che mai nella formazione di un oncologo o di un infermiere...perché sino ad ora è stata vista come non scienza, mentre a saperla usare SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 03/06/2015 28 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato FILOSOFIA E ONCOLOGIA 03/06/2015 Pag. 15 diffusione:24728 tiratura:83923 SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 03/06/2015 29 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato essa può addirittura migliorare gli esiti dei trattamenti disponibili fino a migliorare il grado di sopravvivenza del malato. Se si va oltre i tanti luoghi comuni sull'umanizzazione e oltre lo standard view dell'idea di terapia la parola chiave è: relazione di cura . Non si tratta di un problema di amabilità, di buone maniere, di rispetto. E' un altro modo di conoscere la malattia, cioè è un altro genere di clinica. La relazione tra persone è complessità e se la complessità cura allora la relazione è una possibilità di cura in più. Quindi un possibile grado maggiore di sopravvivenza. Ecco perché un filosofo e un oncologo hanno deciso di scrivere questo libro. 03/06/2015 Pag. 110 N.24 - 10 giugno 2015 diffusione:559282 tiratura:748139 Cefalea Basta una "scossa" per respingere il dolore C'È UNA NUOVA ARMA CONTRO IL MAL DI TESTA: UN APPARECCHIO CHE STIMOLA ELETTRICAMENTE UN NERVO DEL COLLO. E I RISULTATI SUI PAZIENTI SONO NOTEVOLI Edoardo Rosati Milano, giugno Valeria vive a Binasco, alle porte di Milano. E per lei la primavera è arrivata soltanto quest'anno. Tutto merito di un neurologo dell'Università di Pavia. Lei è un'emicranica cronica, con la vita scandita dagli attacchi di mal di testa, che l'hanno sempre costretta a privarsi anche delle più piccole gioie quotidiane (come una spensierata cena con gli amici) e lui, Fabio Antonaci , è il professore che ha deciso di af rontare il tormento della donna con un innovativo trattamento a base di microstimoli elettrici. «Non so quanti farmaci avrò preso e cambiato», racconta a Oggi Valeria. «Soprattutto quelli che si acquistano in farmacia senza ricetta. All'inizio un po' funzionavano, ma poi... basta. Anzi, il dolore sembrava peggiorare». OCCHIO ALL'ABUSO DI FARMACI Già, questo è uno di quei perfi di paradossi che possono complicare la vita di parecchi emicranici. Il punto, infatti, è questo: gli studi disponibili (e sono tanti) dimostrano che esiste una "relazione pericolosa" tra uso esorbitante di analgesici e trasformazione di una cefalea da episodica in cronica. Insomma, l'abuso farmacologico è uno dei fattori più critici e frequenti che rischiano di peggiorare il mal di testa. «Si tratta di un drammatico ef etto boomerang: il farmaco stesso fi nisce per alimentare il dolore», spiega Antonaci. Da qui la scelta drastica: insistere nell'assortimento di pillole non sarebbe servito a nulla (anzi, avrebbe inasprito il circolo vizioso). Bisognava scavalcare il trattamento a base di medicine. La soluzione adottata dal professor Antonaci? La nVNS : acronimo delle parole inglesi non-invasive Vagal Nerve Stimulation , la stimolazione non invasiva del nervo vago. Non invasiva, per l'appunto: perché non stiamo parlando di pacemaker impiantati chirurgicamente sotto la cute, ma di un erogatore esterno di stimoli elettrici. Il dispositivo manuale (si chiama gammaCore ) va piazzato sul nervo vago, ossia ben a contatto con la pelle del collo (preferibilmente a destra e dopo aver applicato un particolare gel), parallelo alla trachea, subito al di sotto della mandibola. Come se fosse un rasoio elettrico. Si accende, si appoggia, s'imposta l'esatta intensità di stimolazione ruotando gradualmente una rotellina (che genererà un lieve tremore muscolare) e si tiene l'apparecchio in posizione per i 90 secondi di durata del trattamento. GUADAGNA TERRENO «Questo strumento portatile», interviene Antonaci, «si è dimostrato doppiamente utile: sia nel trattamento degli attacchi, sia nella prevenzione dell'emicrania. Usato alle prime avvisaglie di una crisi, infatti, può scongiurarla facilmente». Come sa bene Valeria, che oggi è un emicranica che ha imparato a gestire e a respingere fi nalmente il suo... "rompicapo" resistente alle comuni medicine. Novità recente: l'elettrostimolatore è indicato pure nella famigerata cefalea a grappolo , la cui caratteristica è l'estrema gravità del dolore, così devastante da meritarsi un appellativo atroce che non ha bisogno di commenti: "cefalea da suicidio". Il gammaCore è uno strumento terapeutico che guadagna terreno in Italia: oltre che a Pavia, lusinghieri risultati si stanno registrando in un numero sempre maggiore di pazienti, dall'Istituto neurologico «Carlo Besta» di Milano (con la dottoressa Licia Grassi) all'Istituto Scientifi co San Raf aele Pisana di Roma (da parte dell'équipe del professor Piero Barbanti). «L'importante», rimarca il neurologo, «è addestrare bene i pazienti. Solo così si evitano gli errori legati all'impiego scorretto e si aumentano notevolmente le chance di successo». ? I NUMERI DELL'EMICRANIA 12% della popolazione mondiale è af itta dall'emicrania 6 milioni sono gli emicranici in Italia, con punte che sfi orano il 25% nelle donne in età fertile 12 milioni si calcola che siano in Italia le giornate lavorative perse ogni anno a causa dell'emicrania, con un calo della produttività valutabile attorno ai 3 miliardi di euro SI USA COME SE FOSSE UN RASOIO ELETTRICO A destra, il gammaCore, il dispositivo che contrasta gli attacchi di emicrania. L'apparecchio, una specie di rasoio elettrico, ha dimensioni simili a quelle di un telefono cellulare: viene appoggiato sul lato destro del collo (nella foto a sinistra) ed emette dei lievi impulsi elettrici trasmessi al nervo vago attraverso la pelle. SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 03/06/2015 30 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato BENESSERE 03/06/2015 Pag. 110 N.24 - 10 giugno 2015 diffusione:559282 tiratura:748139 SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 03/06/2015 31 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato LE SETTE NOTE DA RICORDARE 1Non esiste attualmente una terapia farmacologica standard per l'emicrania, e il trattamento va adattato al singolo paziente usando dif erenti cocktail di farmaci. 2Tenete sempre traccia del comportamento del dolore: bisogna attrezzarsi, cioè, con un diario della cefalea in cui segnare frequenza, intensità e durata degli attacchi. È sbagliato considerare banale e noiosa la sua compilazione: questo strumento sa fornire preziose dritte a chi si occupa di cefalee. 3Non rassegnatevi al dolore: è il più grave errore che si possa commettere, visto che oggi si può contare su 20 farmaci per l'attacco acuto e su 20-30 rimedi preventivi. 4Quando ci si af da a un camice bianco per gestire il mal di testa, assicuratevi che sia una fi gura professionale non "digiuna" di trattamenti delle cefalee , sia esso il medico di famiglia o un neurologo. 5Non si rinunci a praticare attività fi sica per il timore che sopraggiunga un attacco di emicrania: lo sport aerobico (camminata, corsa, Pilates, acquagym, jogging) aiuta a prevenire il mal di testa. 6Esiste ormai una notevole mole di evidenze scientifi che: l'agopuntura costituisce un'arma ef cace per addomesticare il dolore emicranico durante la gravidanza. 7Non si sciupi tempo prezioso nel fai-da-te casalingo. Il trattamento tempestivo, oltre a risolvere le crisi o quantomeno a ridurre l'intensità e la frequenza degli attacchi, evita che la cefalea diventi una cronica spina nel fi anco. Foto: ? Per consultare i Centri per la cura delle cefalee: www.anircef.it (Associazione neurologica italiana per la ricerca sulle cefalee) Foto: LEI SI CURA DI PIÙ Un'indagine tramite 9.100 questionari distribuiti dalle farmacie piemontesi ha rivelato che le donne emicraniche si curano di più e meglio. Sono il 7% in più rispetto ai maschi. IL NEUROLOGO Fabio Antonaci Centro cefalee, «Fondazione Mondino», Pavia ? La salute cardiovascolare vi aspetta in farmacia con la campagna «Amo il mio cuore». Per info: www.amoilmiocuore.it VITA IN FARMACIA 7 articoli 03/06/2015 Pag. 46 Ed. Torino diffusione:309253 tiratura:418328 Epatite C, il Piemonte verso la gara per ridurre il costo dei farmaci Al momento se ne parla in sordina, come dell'estrema ratio: la strada da imboccare, per sparigliare le carte, se le altre portassero ad un punto morto. Ma da qualche giorno nemmeno in Piemonte si esclude il ricorso ad una gara unica per mettere in concorrenza le case farmaceutiche, spuntare prezzi accettabili, e di conseguenza aumentare il numero dei pazienti da sottoporre al trattamento. Parliamo delle nuove terapie per la cura dell'Epatite C, rese possibili dalla disponibilità di prodotti all'avanguardia che però stanno arrivando sul mercato in ordine sparso. E a prezzi proibitivi. Quelli ufficiali, almeno, dato che i prezzi reali risultano secretati a seguito di accordi commerciali tra le case farmaceutiche e l'Aifa, l'Agenzia nazionale del farmaco. Da qui le proteste delle Regioni, impossibilitate a sostenere costi che oscillano dai 37 mila ai 27 mila euro a paziente, dei pazienti medesimi, che giustamente rivendicano l'accesso al trattamento, e l'inchiesta avviata dalla Procura torinese per vederci chiaro: le morti sospette, al vaglio dell'autorità giudiziaria, sono salite a 75. In questo quadro ha fatto notizia l'iniziativa della Toscana, che ha deciso di non restare a guardare. «La Regione Toscana, con la propria procedura negoziata, ha fissato la base d'asta massima a 3.300 euro per i farmaci contro l'Epatite C - fanno presente i Cinque Stelle, rilanciando a livello piemontese -. Se le case farmaceutiche rispondessero positivamente a questa procedura negoziata si aprirebbero spazi per il trattamento ad un numero di pazienti decisamente superiore a quello odierno». Per la cronaca, in Piemonte sono circa 2 mila i malati che, in base ai criteri Aifa, hanno diritto ad usufruire gratuitamente della terapia. Iniziativa, quella avviata dalla Toscana e perorata dai Cinque Stelle, che, a sorpresa, non viene rispedita al mittente da Sergio Chiamparino e dall'assessore alla Sanità Antonio Saitta: non a priori. Quanto basta per rendere la misura dell'esasperazione, anche in Piemonte. «Restiamo convinti che le soluzioni siano altre, cominciando dal ruolo del Governo e dell'Aifa - spiega Chiamparino -. Sta al Ministero della Salute definire i criteri di accesso per permettere alle Regioni di utilizzare il fondo destinato ai farmaci innovativi, e all'Agenzia il compito di fissare prezzi accettabili a livello nazionale. Certo è che, in assenza di risposte su questi fronti, risposte tempestive e concrete, siamo disposti a ragionare anche sull'ipotesi della gara». Posizione condivisa da Saitta. E questo, nonostante le incognite: dal delinearsi di un quadro frammentato, nel quale ogni Regione bandisce una gara per proprio conto, al parere dei clinici, cioè dei medici. I quali hanno sempre e comunque la potestà di stabilire qual'è il prodotto più indicato per ogni paziente. Anche così: a mali estremi, estremi rimedi. Probabile che la questione sia all'ordine del giorno nella prossima Conferenza delle Regioni, destinata a riunirsi non appena i governatori neo-eletti si saranno insediati. [ALE.MON.] VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 03/06/2015 33 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato I costi della salute 03/06/2015 Pag. 3 Ed. Metropolitana diffusione:210842 tiratura:295190 A inizio luglio, dopo che la commissione avrà completato le audizioni e votato gli emendamenti, l'aula della Camera affronterà la legge sulla concorrenza. Relatori: Silvia Fregolent e Andrea Martella. Le principali novità riguardano le farmacie, con la possibilità di estendere la vendita dei farmaci di fascia "C". Importante anche il capitolo per le assicurazioni: i clienti che istalleranno la "scatola nera" godranno di uno sconto. Verranno introdotti il divieto di testimonianza differita (valgono solo quelle prese al momento dell'incidente) e un tariffario per le riparazioni. Inoltre la stipula di contratti di vendita per importo inferiore ai 100mila euro di locali commerciali e box potranno essere stipulati presso un avvocato. Si tratta di circa 80mila atti all'anno che attualmente vengono stipulati dai notai. VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 03/06/2015 34 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Taglio al costo delle assicurazioni 03/06/2015 Pag. 8 Ed. Rimini diffusione:165207 tiratura:206221 Il giovane ha fatto irruzione in una parafarmacia di Bellariva IL BANDITO seriale con la siringa colpisce ancora. L'ultimo colpo l'ha messo a segno ieri pomeriggio, in una parafarmacia di viale Regina Elena, dove è fuggito con bottino di poco più di 100 euro. ERANO da poco passate le 18, quando l'uomo ha fatto irruzione all'interno della parafarmacia. In quel momento non c'erano clienti, ma soltanto le due dipendenti che si sono trovate di fronte a una sconosciuto dall'aria decisamente alterata che puntava loro addosso una siringa. Ha ordinato alle farmaciste di consegnargli l'incasso, e loro non hanno potuto fare altro che eseguire l'ordine del rapinatore che continuava a ripetere «fate in fretta, fate in fretta». Afferrati i soldi, circa 100 euro, ha infilato la porta come un fulmine ed è sparito dalla vista. Le due donne hanno subito allertato il 113, e in pochi minuti è arrivata sul posto una Volante della Polizia che dopo avere preso la descrizione del bandito, ha diramato le ricerche del fuggitivo. Nessun testimone ha visto però se l'uomo è scappato a piedi o su uno scooter, e per quanto abbiano cercato, di lui non si è trovata traccia. POLIZIA e carabinieri gli stanno dando la caccia da tre giorni. Perchè non ci sono dubbi sul fatto che si tratta della stessa persona che ha agito anche domenica scorsa. Il primo assalto l'aveva fatto in una farmacia di viale Regina Elena, verso le 19,30, quando era entrato brandendo sempre una siringa. L'aveva spianata in faccia al titolare, ma questo invece di farsi intimidire ed eseguire l'ordine di svuotare la cassa, aveva tirato fuori da sotto in bancone una mazza da baseball, e gli aveva fatto capire senza tanti complimenti che non era il caso di insistere. Trovandosi di fronte a un'arma decisamente più grande della sua, il rapinatore aveva girato i tacchi alla velocità della luce ed era scappato in strada. Il fallimento della rapina però l'aveva spinto a cercare subito un altro obiettivo, e non erano nemmeno passati venti minuti che alle forze dell'ordine era arrivato un secondo allarme. Un'altra parafarmacia, questa volta in viale Regina Elena. Stessa scena della precedente: anche qui aveva minacciato le dipendenti con la siringa e si era portato via tutti i soldi dell'incasso. Finiti quelli, ieri è tornato di nuovo al lavoro'. Le vittime lo descrivono come un italiano sui 30 anni, non molto alto e con i capelli ricci e scuri. VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 03/06/2015 35 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Il rapinatore con la siringamette a segno un altro colpo 03/06/2015 Pag. 7 Ed. Lodi diffusione:69063 tiratura:107480 SECUGNAGO MEDICINE a domicilio per tutte le persone impossibilitate a recarsi personalmente in farmacia e che non possono contare sull'aiuto di parenti o amici: in paese, da oggi, viene avviato un progetto a beneficio di quanti non riescono a muoversi dalla loro abitazione. Il progetto «Farmaci a domicilio» è frutto di una attenta riflessione sviluppata tra l'amministrazione comunale e il dottor Tronconi titolare della omonima farmacia. I primi passi sono stati mossi dall'assessore alle politiche sociali Paolo Sozzi ovviamente con la più totale condivisione del sindaco Mauro Salvalaglio. Le persone interessate dovranno contattare telefonicamente la farmacia del dottor Tronconi entro le 16,30 al numero di telefono 0377/807426. L'orario è tassativo. Non appena richiesti i prodotti urgenti un volontario incaricato dal comune provvederà in tempo utile alla consegna al domicilio dei richiedenti. Il servizio nella fase di avvio viene effettuato nelle giornate del lunedì, martedì, mercoledì e venerdì e solo nella mattinata del giovedì. P.T. VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 03/06/2015 36 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Medicine a domicilio per chi non riesce a muoversi da casa 03/06/2015 Pag. 13 Ed. Firenze diffusione:136993 tiratura:176177 Sua figlia è morta, condoglianze'. Veramente sta benissimo' SE NON si fosse trattato di una situazione grottesca e per certi aspetti preoccupante, sarebbe stato un ottimo canovaccio per una scenetta alla Totò e Peppino. E' la disavventura di una giovane madre di origini siciliane che, da tempo abitante a Firenze e dunque iscritta nelle liste Asl di Firenze come pure la figlia di 5 anni Beatrice, va dal pediatra per un normale controllo. E qui comincia il problema. Il pediatra prima di incontrare la signora apre la scheda paziente della piccola Beatrice e scopre che la bambina risulta deceduta'. Lo specialista affranto comunica alla mamma che sua figlia risulta deceduta da neanche un mese, «accingendosi a fare le sue più sentite condoglianze, anche per non averne saputo nulla. E dire che stava tanto bene. Mah!». La notizia della morte era stata dal pediatra estrapolata lì per lì dalle schede telematiche asl, cui ogni medico è collegato in tempo reale. Se non fosse che la piccola godeva e gode di ottima salute e che la mamma di un ottima situazione familiare e vive sia col marito che con la piccola figlia, che pertanto aveva visto sino a poche ore prima, la notizia avrebbe potuto provocarle un terribile crollo. L'unica malata vera e propria, una paziente quasi comatosa, questa volta sembra essere la rete telematica sanitaria toscana. Lo studio legale Nistri & Nistri di Firenze, alla quale la giovane madre si è immediatamente rivolta scegliendolo per la specializzazione in responsabilità medica professionale, sta provvedendo alla dovute censure, intimando all'Asl di provvedere all'immediato reinserimento della piccola nelle liste di assistenza sanitaria, denunciando pertanto la negazione di assistenza sanitaria obbligatoria da parte dell'Asl per la piccola. Vero infatti è che essendo deceduta da un mese' la piccola non può essere assistita dai medici del sistema sanitario nazionale, potendo così rivolgersi solo e in via privata a qualche buon medico pediatra che, gridato il miracolo e constatata l'esistenza in vita della piccola, provveda alle dovute cure. am ag VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 03/06/2015 37 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato SANITA' BACO NELLA RETE TELEMATICA: AL PEDIATRA LA BIMBA RISULTA DECEDUTA 03/06/2015 Pag. 14 Ed. Arezzo diffusione:136993 tiratura:176177 Confermaper il paccomamma' E' CONTINUATO anche per questo 2015, l'impegno del Comune di Monte San Savino a sostegno dei familiari dei nuovi nati. Infatti, è stata confermata l'iniziativa del «pacco mamma», dono che è in distribuzione su iniziativa dell'assessore alle pari opportunità Erica Rampini in collaborazione con Monteservizi e con la farmacia comunale posta in località Borghetto. Sono in distribuzione una serie di prodotti per neonati, utili per i primi mesi di vita dei bambini. Assieme ai prodotti viene donato un opuscolo con il testo della Costituzione Italiana a sottolineare il ruolo di cittadini attivi che i nuovi nati un giorno saranno chiamati a ricoprire. L'amministrazione comunale invita tutte le famiglie savinesi che hanno festeggiato la nascita di un figlio nel 2014, qualora per un qualsiasi disguido non avessero ricevuto la lettera che li informava dell'iniziativa sul Pacco Mamma, a prendere contatto con l'Ufficio preposto chiamando il numero 0575-8177232. G.P. VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 03/06/2015 38 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato M. SAN SAVINO 03/06/2015 Pag. 15 Ed. Catanzaro Il Garantista Campagna d'informazione e prevenzione sulle cefalee Otto farmacisti domenica 24 maggio a piazza san Giorgio al Corso per gli stand della Fedarazione nazionale Agifar hanno fornito notizie e opuscoli informatici Domenica 24 Maggio Piazza San Giorgio al Corso ha ospitato l'AGiFar Reggio Calabria (Associazione Giovani Farmacisti), presente con uno stand, per una campagna di prevenzione sanitaria dedicata alle cefalee . L'associazione della provincia reggina ha accolto e supportato l'iniziativa promossa dalla Federazione Nazionale (Fenagifar), che ha visto coinvolte molte altre sedi (Brindisi, Caserta, Cosenza, Liguria, Napoli, Reggio Calabria e Umbria), e patrocinata dalla Sisc, Societa italiana per lo studio sulle cefalee. Nel corso della mattinata otto farmacisti soci dell'Agifar hanno animato lo stand sensibilizzando e informando la cittadinanza sulla patologia, distribuendo opuscoli informativi e sottoponendo i passanti affetti da cefalea ad un questionario di screening sulla patologia. «Siamo molto felici dei risultati ottenuti - afferma il presidente dell'Associazione A. Daniela Musolino. - La cittadinanza ha risposto con piacere e stupore alla nostra presenza in piazza dimostrando interesse per l'iniziativa e disponibilita a collaborare. Quello del Farmacista e un ruolo importante e delicato: ogni giorno si mette al servizio del paziente la propria preparazione, il proprio supporto e la propria umanita . La nostra professione ci permette di entrare in contatto con le realta piu disparate, diventando punto di riferimento per molti. Occasioni come questa, che vanno colte al volo, permettono una percezione della nostra professione con un taglio piu giovane e rispecchiano perfettamente quello che e il sistema farmaceutico italiano, al servizio del cittadino, in qualunque posto ci si trovi». La campagna di prevenzione, che portera ad uno studio epidemiologico condotto a livello nazionale dall'Universita di Perugia con la Sisc, rientra a pieno nella "farmacia dei servizi", punto di riferimento e primo presidio assistenziale sul territorio, sempre piu vicina al cittadino. I farmacisti di Agifar a piazza S. Giorgio al Corso «La città ha risposto con piacere e stupore alla nostra presenza» BILANCIO VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 03/06/2015 39 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato L'INIZIATIVA PROFESSIONI 1 articolo 03/06/2015 Pag. 28 diffusione:192677 tiratura:292798 L'artrite reumatoide può guarire con l'impiego dei farmaci biologici DE PAULIS Allo studio un farmaco innovativo per l'orticaria cronica LC Si è aperto a Ischia l'ottava edizione del congresso Biological therapies in medicine. Oltre 200 gli specialisti partecipanti a questo incontro presieduto dal professor Amato de Paulis, docente di medicina interna del dipartimento di scienze mediche di Napoli. Si è discusso sull'azione dei farmaci biologici di cui si è riconosciuta l'efficacia: nell'artrite reumatoide si ottiene la remissione completa della malattia nel 60% dei casi, per questo un italiano su dieci colpito da questa patologia li utilizza. Altri temi affrontati: le intolleranze alimentari nello sport, la psoriasi, la celiachia e il doping. Trattati anche temi relativi ai percorsi diagnosticoterapeutici delle principali patologie allergiche quali asma grave, rinite, angioedema, dermatite atopica e psoriasi, affrontandone gli aspetti salienti e specificandone le nuove terapie. «Quelle biologiche sono terapie innovative che permettono di ottenere ottimi risultati», spiega il professor Amato De Paulis, precisando che tramite meccanismi immunologici è possibile affrontare diverse patologie umane come l'angioedema ereditario, per il quale esiste un farmaco apposito, o l'orticaria cronica, il cui farmaco sarà presto sul mercato. A Ischia si è parlato anche delle diverse possibilità di somministrazione, nonché degli alti costi delle terapie e dell'importanza dei nuovi presidi terapeutici per contrastare la fibrosi polmonare, malattia molto grave. Come nelle precedenti edizioni ampio spazio è stato dato ai temi del doping e della medicalizzazione dei calciatori, con la presenza di esponenti della Federazione Gioco Calcio. Fondamentale la fase dello screening del paziente , perché il soggetto potrebbe avere una tubercolosi latente che può aggravare il suo quadro clinico. PROFESSIONI - Rassegna Stampa 03/06/2015 41 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato A ISCHIA REUMATOLOGI A CONGRESSO