FORESTALE/Cites - Corpo Forestale dello Stato

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FORESTALE/Cites - Corpo Forestale dello Stato
FORESTALE / Cites
DILAGA IL WILDLIFE
WEB CRIME
Nell’era di Internet il commercio on line di specie esotiche è
in netta crescita e così le frodi, come documenta il Rapporto
Cites 2010
di Marco Fiori
o scenario che si è presentato ai giornalisti
convenuti a Roma, nel Parlamentino delle
Foreste dell’Ispettorato generale del Corpo
forestale dello Stato, probabilmente ha
superato le aspettative di chi pensava che questa
frontiera del crimine non fosse rappresentata da
quei volumi, da quei numeri, ma soprattutto da
quelle immagini.
Orsi tibetani, leopardi nebulosi, bufali gaur indiani imbalsamati interi con tutta la loro imponenza
e fissità degli sguardi di vere e proprie “nature
morte”, insieme a balle di pelli di pitone e varano
africani, misture e pozioni orientali contenenti
bile d’orso, ossa di tigre, corno di rinoceronte,
orchidee, piante tibetane, e tanti altri ancora. Poi
cataste di caviale dei rari storioni beluga del
Caspio, avori di pregio ridotti in statue e bracciali. Il commercio illegale dell’oro bianco, come
noto, ha dimezzato la popolazione selvatica di
elefante africano negli ultimi 20 anni. Il Rapporto
Cites annuale del 2010 fornisce uno spaccato dei
soli controlli e dei sequestri effettuati in Italia
dalla Forestale in un anno.
E l’Italia è solo uno dei paesi che costituiscono la
domanda di risorse naturali della ricca Europa,
oltre al Nord America. I controlli effettuati, in
dogana e sul territorio nazionale, sono stati oltre
41 mila. Grazie alla rete di oltre 50 uffici ove staff
specializzati di Forestali quotidianamente si districano con abilità tra una pelle di coccodrillo e
una di pitone, tra un corallo rosso e un “canna
d’organo”, tra un pappagallo cocorita e una cacatua dal proboscide, tra una scimmia cappuccina e
L
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un ayè ayè del Madagascar. Una biodiversità
costituita da oltre 35 mila specie tutelate dalla
Cites.
I numeri presentati dal Servizio Cites di Roma
parlano di 202 reati contestati nel solo 2010 con
sequestri che hanno interessato 1.300 animali vivi
e oltre 2.500 prodotti derivati da animali (avorio,
souvenir con parti di animale, animali imbalsamati, coralli morti, conchiglie, ecc.), cui vanno
aggiunti i 18 mila prodotti di pellame (coccodrillo, pitone, varano, anaconda, cobra, ecc.). Un
patrimonio naturalistico ma soprattutto economico sottratto all’ambiente naturale e alle
comunità locali.
Ogni volta che si sente il colpo di una carabina
che abbatte un elefante in Etiopia o una tigre del
Bengala in India, oppure il sordo tonfo di una
scure che taglia un albero con sopra un orso
Hymalaiano. Ogni volta che vediamo la corsa
dentro la foresta indiana dietro a un morente e
ansimante bufalo gaur, o le cataste di avorio e
pelli illegali in Africa e Sud America.
I nuovi settori di intervento
I settori in cui viene testimoniata la sussistenza di
pratiche illegali, nel vasto ambito del commercio
di specie protette, sono molti e tutti legati ai profitti che il consumo di wildlife procura in un
mercato globale che appare sempre più vasto e
incontrollabile.
Dalle ultime rilevazioni Istat e Dogana si nota un
incremento delle importazioni di legname esotico (ramino e afrormosia) da Asia e Africa.
© D. Lupieri
Il traffico di animali e piante è uno dei grandi crimini
contro la natura ma anche uno dei più redditizi traffici
illeciti al mondo. Si parla di cifre annuali che oscillano
tra i 5 e gli 8 miliardi di dollari.
I porti italiani spesso si trovano sulle rotte di passaggio e destinazione di partite illegali triangolate
nei Paesi che operano un riciclaggio della documentazione Cites.
La pelletteria di rettile, così importante per l’indotto della moda italiana ed europea è un settore che
necessità di continua vigilanza prestandosi a frodi
sulle quantità e natura dei pellami importati. Le
medicine tradizionali orientali, poi, utilizzano specie
protette: il Pygeum o Prunus africana è massicciamente utilizzato, ad esempio nell’Ayurveda, nella
medicina tradizionale cinese e nella cosmesi.
Ma il crimine emergente è sicuramente il Wildlife
Web Crime: le frodi telematiche e l’utilizzo della
rete per trafficare animali e piante, vivi o morti e
parti derivate.
“Questo fenomeno - dichiara Ciro Lungo, dirigente responsabile del servizio Cites di Roma peraltro oggetto di importanti investigazioni in
corso, riguarda gli annunci di vendita di animali
vivi come tartarughe, rettili in genere, avorio,
corni di rinoceronte. A questo proposito, dopo
aver svolto già importanti attività singole come
quella sulle tartarughe in Emilia Romagna nel
2009-2010, o quella sulla vendita di serpenti velenosi a Perugia, che venivano proposti via
Internet, abbiamo in mente di creare una vera e
propria task force che lavorerà solo per il moni-
toraggio di questo fenomeno per fornire rapporti investigativi alla struttura periferica per le
attività repressive di queste nuove forme di traffico. La capacità sarà quella di capire quante di
queste inserzioni corrispondono a condotte illegali e quante siano il frutto del trasferimento sulla
rete del mercato di animali dei negozi della strada”. Inoltre un fenomeno che il Servizio Cites
vuole assolutamente contrastare è quello delle
truffe che hanno come protagonista l’animale
esotico da compagnia.
Persone, spesso anziane, cui vengono proposti
scimpanzé, scimmiette sudamericane o ancora
caimani, cuccioli di leone o tigre, la cui detenzione è vietata in Italia.
“Per questi animali, giustificati da documentazioni false, spesso collage di documenti Cites
africani (soprattutto del Gabon) scansionati grossolanamente, vengono chiesti acconti e
pagamenti postali ai quali sicuramente non seguirà alcuna spedizione di animali. La truffa è
servita. Cifre che vanno dai 300 ai 1.000 euro,
moltiplicate per le migliaia di annunci diffusi in
ogni paese del mondo, guadagnati senza fatica a
spese di gente che, poco informata e accorta, ha
l’unica colpa di avere un amore incondizionato
per gli animali, tanto da ricercarli a ogni costo e
con ogni mezzo”.
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