Vocabolario settoriale campo SGTI scheda RA

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Vocabolario settoriale campo SGTI scheda RA
Vocabolario settoriale campo SGTI scheda RA
a cura di M.L. Bruto
SCULTURA IN MARMO - BUSTI
La ritrattistica funeraria garantiva ai privati la possibilità di autorappresentarsi; così le tombe potevano essere
decorate liberamente dalle immagini dei defunti.
Il ritratto funerario è sicuramente fra le manifestazioni più interessanti che ci siano pervenute dal mondo antico.
Alcuni caratteri si possono riscontrare particolarmente nei ritratti o nei busti funerari come la mancanza di
definizione nella parte posteriore dove appaiono semplicemente sbozzati e in qualche caso la presenza di un
perno per il fissaggio delle sculture alla parete o in una nicchia interna o esterna alla tomba. La visione frontale
era dunque l'unica concepita in questa tipologia.
Spesso i busti venivano inseriti in un supporto o piedistallo sul quale era inciso il nome del defunto.
Bibliografia:
Busto di uomo anziano: MNR, Le sculture, i ritratti, I,9, 1, pp. 93-94
per i busti funerari in calcare da Palestrina: A. GIULIANO, Busti femminili da Palestrina, in RM 60-61,
1953-54, p. 173 ss.
Lo sguardo di Roma, Catalogo della mostra, Roma 1996 , p. 228
Si prendono in considerazione tutti i ritratti di privati che presentano tratti fisionomici riproducenti le fattezze del
personaggio; di conseguenza vengono esclusi automaticamente i ritratti ideali, cioè di ricostruzione, come
accade per molti ritratti di filosofi ottenuti con fattezze immaginarie ma rispondenti alla tipologia "del filosofo".
Il ritratto fisionomico romano nato con esigenze politiche legate alla volontà di rappresentazione delle grandi
famiglie (le effigi degli antenati si conservavano negli atri delle case e l'importanza della famiglia era legata al
loro numero) mostra caratteristiche direttamente connesse con le correnti artistiche del periodo o conformate al
modello imperiale che veniva largamente imitato dai contemporanei privati.
Oltre ai modelli imperiali altre influenze determinavano la creazione di produzioni dai caratteri omogenei come
ad esempio il tipo iconografico del c. d. filosofo che si sviluppa dall'età adrianea con la ripresa delle scuole
filosofiche, in special modo di Asia Minore e che arriverà ad imporsi anch
III sec. si diffonde tra i privati la ritrattistica legata alle raffigurazioni degli imperatori soldati.
Nella ritrattistica femminile è assai diffusa la tendenza all'imitazione delle immagini delle imperatrici con le loro
elaborate pettinature.
Assai spesso il taglio asimmetrico all'altezza delle clavicole denota l'inserimento del ritratto in un busto.
Bibliografia:
AA. VV., Roma repubblicana dal 270 a. C. all'età augustea, il ritratto romano repubblicano, Roma
1987, pp. 35-48 con bibl. prec.
EAA, II, s.v. busto
EAA, VI, s.v. ritratto
1
per il tipo iconografico del filosofo: A. GIULIANO in RIASA, 1959 p. 189 ss.; EAA, III, p. 682 ss. s.v.
filosofo
per il tipo dell'imperatore soldato: MNR, Le sculture, i ritratti, I,9,2, pp. 392-394
per la ritrattistica di età imperiale: MNR, Le sculture, i ritratti, I.9,1,2, passim
Lo sguardo di Roma, Catalogo delle mostra, Roma 1996, passim
SGTI: ANACREONTE
Poeta lirico (VI-V a. C)
Le copie ricordano stilisticamente le opere della metà del V sec. a. C., epoca del fregio partenonico. Dal
momento che il poeta morì almeno mezzo secolo prima si tratta probabilmente di ritratti di ricostruzione.
Un’erma di A. è al Museo Nuovo dei Conservatori (trovata nel 1844)
Bibl.: G. M. RICHTER, The Portraits of the Greeks, New York 1984, pp. 81-83
SGTI: ANTISTENE
Fondatore della scuola dei Lirici, pupillo di Socrate e maestro di Diogene) (IV-III a. C)
Le copie ripetono assai meccanicamente l'originale greco rappresentando un uomo maturo già in età
con aspetto disordinato.
I tratti ricorrono su tutte le copie come ad esempio le rughe ondulate della fronte, le sopracciglia
fortemente arcuate, gli occhi infossati, non molto grandi, le rughe ravvicinate alla base del naso, il labbro
superiore coperto dai baffi ed ancora la barba, abbastanza lunga.
Di A. esiste un'erma nella Sala delle Muse ai Musei Vaticani rinvenuta nel 1774.
Di A. esistono due tipi di ritratti: tipo A e tipo B
Bibl.: B. ANDREAE, in Eikones Festschrift Jucker, 1980, p. 40; G.M. RICHTER, The Portraits of the
Greeks, New York 1984, pp. 86-89; AA. VV., Le collezioni del Museo Nazionale di Napoli, Roma 1989,
n. 86, p. 166 (del tipo B)
SGTI: ARATO
Poeta ed astronomo
Le rappresentazioni di A. mostrano un uomo maturo dalla barba lunga cadente sul petto e drappeggiate con un
mantello che copre il collo.
L'uomo è in età avanzata, non ancora completamente calvo; ha espressione seria.
I ritratti di Arato non erano diffusi tra il grande pubblico ma soltanto presso i circoli letterari.
Erma da Villa Albani
Bibl.: G.M. RICHTER, The Portraits o f the Greeks, New York 1984, pp. 89-92
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SGTI: ARISTOFANE
Il maggior rappresentante della commedia antica (V-IV a. C)
Di A. si conosce assai poco. Esiste un tipo noto da tre copie in doppie erme, in due casi abbinato a
Menandro, una testa in una piccola doppia erma al Kunst Museum di Bonn (sull'altro lato Menadro) e una
testa alla Wilton House (sul lato opposto Menadro). Al Louvre si conserva una erma di M. con Sofocle del III
tipo sul lato opposto, forse proveniente da Villa Adriana,
Bibl.: G. M. RICHTER, The Portraits of the Greeks, New York 1984, pp. 94-95
SGTI: ARISTOTELE
Filosofo e scienziato (IV sec. a. C)
L'identificazione dei ritratti di A. si deve allo Studniczka sulla base di un disegno a matita conservato nel Lapis
Capponianus in cui veniva riprodotto un busto sulla cui base era inciso il nome del filosofo.
Sono state riconosciute almeno 20 copie del ritratto di A., una di esse è al Museo Nazionale Romano
proveniente dalla Collezione Ludovisi. Il tipo di ritratto conservato nelle copie marmoree è evidentemente
derivato da un originale greco.
L'uomo appare in età avanzata, la barba corta e folta, i capelli lisci pettinati a ciocche piuttosto radi sulla fronte
per la calvizie incipiente.Forse la caratteristica più evidente è la prominenza della fronte.
Le indicazioni realistiche, la bocca serrata, lo sguardo dai piccoli occhi critici ne fanno uno dei primi ritratti
individualistici del mondo greco.
Presso i Romani i ritratti di A. erano frequentissimi come apprendiamo dal passo di Giovenale "Nessun
giardino è perfetto se non contiene un ritratto di Aristotele o uno di Pittaco".
Bibl.: F. STUDNICZKA, Das Bildnis des Aristoteles, Leipzig 1908; L. LAURENZI, Ritratti greci, Firenze
1941, p. 107, n. 44; G. M. RICHTER, The Portraits of the Greeks, II, London 1965, pp. 172-174;
Museo Nazionale Romano, Le sculture, I, 5, n. 55 (ritratto dalla Collezione Ludovisi); G. M. RICHTER,
The Portraits of the Greeks, New York 1984; Museo Nazionale Romano, Le Sculture, I, 9,2, pp. 27-28
SGTI: BIANTE
Sapiente e uomo politico vissuto tra il VII e il VI a. C. a Priene.
L'iconografia di B. è sempre collegata al ciclo dei Sette Sapienti che formatosi in età ellenistica si ritrava in
pitture e mosaici romani. Il ritratto di B. è compreso in una serie di erme mormoree (ora nella Sala delle Muse
ai Vaticani) riprodotte dal medesimo ciclo.
I ritratti ci mostrano un uomo con ciocche mosse ma non disordinate, espressione semplice e fronte corrugata,
occhi vividi.
G.M.A. RICHTER, The portraits of the Greek, I-III, London 1965
E.A.A., II, s.v.
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SGTI: BIONE
Filosofo cinico vissuto nella prima metà del III sec. a.C.
Non esistono ritratti sicuramente identificati con il filosofo. Potrebbe appartenere a B. la statua dei Musei
Capitolini forse copia di una statua bronzea realizzata alla metà del III sec. a.C. Il volto è caratterizzato da
ciocche disordinate che cadono sulla fronte e dalla folta barba, l'espressione è corrucciata. Si tratta di
caratteristiche generiche che esprimono il tipo del filosofo cinico.
Bibl.:G.M.A. RICHTER, The Portraits of the Greeks, I-III, London 1965
E.A.A., II, s.v.
SGTI: CARNEADE
Filosofo (III - II a.C.)
Filosofo che ebbe una profonda influenza nel pensiero greco-romano. Un busto con iscrizione era fino al 1805
nella collezione Farnese.Dello stesso tipo sopravvivono 5 copie marmoree. I ritratti di Carneade mostrano un
uomo di 50 anni con chitone e mantello, alta fronte e viso segnato, il labbro superiore molto più sporgente di
quello inferiore.
Bibl.: G.M. RICHTER, The portraits of the Greeks, Oxford 1984, pp. 153-55
SGTI: CICERONE
Personaggio politico e grande oratore nato nel 106 a. C.
Tutti i ritratti che ci sono pervenuti derivano da un unico originale.
La testa mostra un'animazione energica, sopracciglia e fronte tese, muscoli e pelle dimostrano l'età avanzata di
C. E' possibile che l'originale risalga agli inizi del consolato di C. ossia al 63 a.C.
Il suo ritratto appartiene alla tradizione tardo-ellenistica con tratti da cui emerge il pathos mentre non sembra
essere considerata l'attività intellettuale e filosofica di C.
Altri ritratti mostrano varianti e trasformazioni dello stesso originale.
Fra le raffigurazioni di C. sono la testa degli Uffizi e quella al Palazzo Ducale di Mantova, quindi la versione dei
Capitolini dall'aspetto pacato e il busto del Vaticano di età augustea.
Alcune copie fra cui quella di Torino risalgono ad età imperiale (I-inizi II sec. d.C.) e sono testimonianza
dell'interesse suscitato da C. ancora in età imperiale, soprattutto per quanto riguarda il suo significato
ideologico e culturale.
Bibl.:
EAA, II, s.v.
G.A. MANSUELLI, Galleria degli Uffizi, Le sculture, II, Roma 1969, p. 44 s.
H. R. GOETTE, Zum Bildnis des "Cicero" in RM, XCII, 1985, pp. 291-304, tavv. CXVI-CXXV con bibl.
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K. FITTSCHEN-P. ZANKER, Katalog der romischen Portrats in den Capitolinischen Museen und den
anderen Kommunalen Sammlungen der Stadt Rom, Mainz am Rheim, III, 1985, nn. 9-10
EAA, II suppl. 1971-1994, II, s.v.
SGTI: CRISIPPO
Filosofo stoico (III a. C)
In tutte le copie la fisionomia di C. è sempre la medesima; egli viene raffigurato in età avanzata con la corta
barba e lo sguardo intelligente.
La fama di C. a Roma fu grande: Cicerone (Accademia II, 24) lo considera il principale sostegno degli Stoici e
Giovenale cita le case dgli ignoranti che erano ornate da calchi di Crisippo.
L'esistenza di statue viene evidenziata da Cicerone e Pausania in diversi luoghi.
L'identificazione del ritratto di C. viene messa in discussione da Giuliano che attribuisce a C. i ritratti di Arato e
viceversa.
Bibl.: G. M. RICHMOND, Catalogue of the Greek Sculpture in the Metropolitan Museum of Arts,
Oxford 1954, p. 97, n. 188; A. GIULIANO in EAA, s. v. Crisippo; G.M. RICHTER, The Portraits of the
Greeks, New York 1984, pp. 103-108
SGTI: DEMOSTENE
Oratore (IV a. C.)
Un tipo di ritratto conosciuto in almeno 50 copie, incluse tre statue, è certamente identificato da un piccolo
bronzo iscritto trovato nel 1753 nella villa dei Papiri ad Ercolano insieme ad altri piccoli busti di Epicuro,
Ermarco e Zenone.
La fisionomia mostra il medesimo tipo pertinente ad un uomo fra i 50 e i 60 anni con faccia ovale appuntita
inferiormente, alta fronte percorsa da tre rughe orizzontali, ondulate, labbra sottili, l'inferiore coperta dai baffi
sottili.
Cicerone (Orat., 110) riferisce di un ritratto bronzeo nella villa di Marco Bruto a Tusculum.
Una testa marmorea a Copenhagen ha la chioma lievemente più mossa del solito; un'erma a Monaco è di più
alta qualita artistica. La replica più vicina all'originale sembra essere quella conservata all'Ashmolean Museum
di Oxford dai caratteri più vicini alla scultura del III sec. a.C.
Bibl.:
P. E. ARIAS, in EAA, s. v. Demostene; per un elenco delle copie cfr. G.M. RICHTER, The Portraits of the
Greeks, II, London 1965, 216-221; G. M. RICHTER, The Portraits of the Greeks, New York 1984, pp.
108-113
SGTI: EPICURO
Filosofo (IV-III a. C.)
I ritratti di Epicuro si sono conservati in almeno una trentina di repliche di età romana, due esemplari recano l'
iscrizione: testa in doppia erma ai Capitolini e ritratto dalla villa dei Pisoni al Museo Nazionale di Napoli.
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In tutti i ritratti è evidente la derivazione da originali greci per i tratti caratteristici ricorrenti in tutti gli esemplari:
la testa lunga, la fronte stretta, gli occhi piuttosto piccoli, il naso prominente, i baffi corti e la barba
dall'andamento ricurvo divisa in due parti.
La copia migliore è quella di età flavia conservata al Metropolitan Museum da un originale della prima metà del
III sec.
Diversità nelle repliche sono certamente opera dei copisti.
Bibl.: A. GIULIANO, in EAA, III, s. v. Epicuro; G.M. RICHTER, The Portraits of the Greeks, New York
1984, pp. 116-11
SGTI: ERMARCO
Filosofo epicureo (IV-III a. C)
Le fonti tacciono su eventuali statue di E., tuttavia i ritratti esistenti, tutti ricollegabili ad un prototipo del sec. III
a.C., indicano la possibilità che vi fosse almeno una statua.
L'identificazione di E. è sicura grazie al bustino bronzeo con iscrizione rinvenuto nella villa dei Papiri ed ora al
Museo Nazionale di Napoli. Di questo ritratto sopravvivono almeno 12 copie.
Di un secondo tipo di ritratto, riconosciuto dall'Adriani e noto da una testa ai Musei Capitolini, esistono 10
repliche. Si tratterebbe di una rielaborazione del ritratto di E. nel tardo Ellenismo.
Bibl.: A. ADRIANI, ASAtene, 1950, pp. 162; G.M. RICHTER, The Portraits of the Greeks, Oxford 1984,
pp. 129-131
SGTI: ERODE ATTICO
Ateniese, console a Roma nel 143, senatore; sofista (101-177 d.C.) maestro di Marco Aurelio e Lucio Vero.
I ritratti di E. presentano un movimento della testa verso destra, il volto è spiritualizzato e colto, la capigliatura
perfettamente curata. Le guance sono solcate da rughe come la fronte, lo sguardo intenso.
Bibl.:
SGTI: ESCHILO
Tragico (VI-V a. C.)
L'identificazione non è sicura dal momento che nessuna iscrizione è sopravvissuta. Ad E. viene attribuito un
certo tipo di testa conosciuto in copie romane come quella in una doppia erma a palazzo Colonna associata ad
una testa di Sofocle. Di questo ritratto esistono parecchie copie.
Bibl.: G.M. RICHTER, The Portraits of the Greeks, New York 1984, pp. 78-80; Kl. FITTSCHEN,
Griechische Portraits, Durmstadt 1988, t. 56
SGTI: ESCHINE
Oratore (IV sec. a. C.)
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Di E. sopravvivono due erme con iscrizione di cui una al Vaticano proveniente dalla villa di Cassio vicino Tivoli
e un'altra nel British Museum.
Bibl.: G. M. RICHTER, The Portraits of the Greeks, New York, 1984, pp. 73-74
SGTI: EURIPIDE
Tragico (V a. C.)
Insieme ad Eschilo e a Sofocle il più famoso tragico dell'antichità. La serie dei ritr
in una primo tipo documentato da 5 repliche espressione di naturalismo accademico attico del IV sec. a. C.;
viene messo in rapporto alla dedica di Licurgo, ed è noto come tipo Rieti.
Il secondo, ripetuto in almeno 25 repliche ha impronta lisippea ed è noto come tipo Farnese da un'erma ora a
Napoli nel Museo Nazionale.
I ritratti mostrano un uomo intorno ai 50 anni con volto ovale, sottile, occhi ravvicinati.
Attualmente l'ipotesi che sembra avere maggior consistenza è quella che vede nel tipo Rieti una produzione
anteriore con caratteristiche fisionomiche simili al soggetto, da mettere in rapporto con il donario licurgheo,
mentre il tipo Farnese sarebbe una creazione posteriore stilisticamente vicina alle creazioni lisippee.
Bibl.: Per l'elenco delle copie cfr. G. M. RICHTER, The Portraits of the Greeks, II, London 1965, pp. 134137;L. GUERRINI in ACl, 1967, pp. 137-141; A. RICCI, in ACl, 1976, pp. 294-296; G. M. RICHTER,
The Portraits of the Greeks, New York 1984, pp. 121-124; Kl. FITTSCHEN, Griechische Portraits,
Durmstadt 1988, t. 73; Museo Nazionale Romano, I, 9, 2, Roma 1988, pp. 17-19; AA. VV., Le collezioni
del Museo Nazionale di Napoli, Roma 1989, n. 213, p. 140, n. 74, p. 164
SGTI: ERODOTO
Storico (V a. C.)
L'esistenza di tre erme iscritte garantisce il ritratto di E. Due di esse sono a Napoli, una terza è a New York.
Quella di Napoli, in particolare, è abbinata al ritratto di Tucidide e probabilmente proviene da una villa presso
Tivoli.
Del tipo sopravvivono altre otto repliche marmoree.
La testa è evidentemente derivata da un originale greco nel quale si riconosce un uomo di mezza età con larga
fronte solcata da tre rughe parallele; le sopracciglia sono aggrottate, naso ricurvo, capelli spartiti sulla fronte
che scendono sino a metà delle orecchie, la barba è lavorata sul davanti con un motivo a spirali contrapposte
secondo un'iconografia che comparirà sulle monete in bronzo di Alicarnasso del III-II d. C.
Cicerone lo definiva il padre della storia e l'esistenza di statue è accertata anche dalle fonti letterarie.
ideale" cioè di ricostruzione, creato quindi molto tempo dopo la sua
morte; dall'analisi del ritratto sembrerebbe di poter individuare la datazione dell'originale nell'ambito del IV sec.
a. C.
Bibl.: per l'elenco completo delle copie cfr. RICHTER, Portraits, I, p. 145 ss.; inoltre: G.M. RICHTER, The
Portraits of the Greeks, Oxford 1984, pp. 131-133; MNR, Le sculture, I ritratti, I,9,1, Roma 1987, pp.910 (erma del Museo Nazionale Romano); AA. VV., Le collezione del Museo Nazionale di Napoli, Roma
1988, n. 85, p. 166 (erma di Napoli)
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SGTI: IPEREIDE
Oratore attico (IV a. C.)
Sebbene non esistano ritratti, F. Poulsen individuò in una testa di doppia erma, abbinata a Frine, una copia di
un ritratto di I.
Di questo tipo esistono 6 repliche, una delle migliori nel Museo Torlonia, proveniente da Ostia. Il tipo è
fortemente individualizzato: la fronte è alta, i capelli corti e lisci, la barba fluente. Il volto è leggermente scavato,
l'espressione pensierosa (ad esempio nel ritratto di Vienna).
Bibl.: EAA, IV, s. v. Ipereide; G.M. RICHTER, The Portraits of the Greeks, Oxford 1984, pp. 150-151
SGTI: IPPOCRATE
Fisico (V-IV a. C.)
Alcune monete di Kos, patria di I., il ma ggior fisico dell'antichità, definito da Plinio (VII, 171) "il principe della
medicina" rendono certa l'esistenza di statue a lui dedicate.
Per molto tempo le monete costituirono l'unica identificazione certa dello scienziato. Un busto di I. fu scoperto
nel 1940 nella necropoli dell'Isola Sacra ad Ostia; di questo ritratto esistono altre 5 copie, quella con la miglior
resa dei dettagli è conservata agli Uffizi. La testa deriva da un originale greco probabilmente prodotto nel III
sec. a.C.
Bibl.: G. CALZA, La necropoli del Porto di Roma nell'Isola Sacra, 1940, p. 373 ss.; G. BECATTI, Il
ritratto di Ippocrate in RendPontAcc, 21, 1945-46, p. 123 ss.; R. Calza, Scavi di Ostia, V, 1964, n. 6; G.
M. RICHTER, The Portraits of the Greeks, Oxford 1984, pp. 136-139
SGTI: ISOCRATE
Oratore (V - IV a.C.)
L'unico ritratto certo di Isocrate e' un piccolo busto a Villa Albani con iscrizione su erma moderna. Non
esistono altre copie e quella Albani si rivela una copia tarda e di povera qualita'.
Bibl.: G.M. RICHTER, The portraits of the Greeks, Oxford 1984, pp. 151-52
SGTI: LISIA
Oratore (V-IV a. C.)
Nessuna statua viene menzionata dalle fonti antiche; un tipo di ritratto è conosciuto in 2 copie marmoree e
identificato dall'iscrizione su una di esse.
Uno dei ritratto di Lisia, oratore ateniese, proveniente dalla Collezione Farnese è al Museo Nazionale di
Napoli.
Il secondo si trova ai Musei Capitolini nella Sala dei Filosofi, proveniente dalla Collezione Albani.
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Il tipo rappresentato è un uomo di mezza età con ampia fronte, occhi piccoli, orizzontali. Lo stile del prototipo
a cui le copie sembrano risalire appartiene al I quarto del IV sec. a. C.. eretto probabilmente alla morte
dell'oratore.
Bibl.: AA.VV., Le collezioni del Museo Nazionale di Napoli , Roma 1989, n. 74, p. 164
SGTI: MENANDRO
Filosofo (IV - III a.C.)
Un tipo di ritratto fu identificato da Studniczka nel 1918 in 50 copie, tra cui due immagini clipeate. Fra le
migliori copie è il busto di Venezia, trovato ad Atene, e la testa da Tarquinia ora al Dumbartons Oaks
Collection di Washington. Il ritratto appare sempre generico ed idealizzato: il volto sbarbato, leggermente
scavato, capelli a ciocche irregolari; l'atteggiamento è pensoso.
Lo stile delle teste si può collocare tra la fine del IV e gli inizi del III a.C., tutte assimilabili alla statua di Atene,
probabilmente eretta in seguito alla sua morte.
Bibl.: F. STUDNICZKA, Das Bildnis Menander, Neue Jarbucher fur das Klassichen Altertum, 21 (1918)
EAA, IV, p. 1013 s.v. Menandro; G.M. RICHTER, The portraits of the Greeks, II, London 1965, pp.
229-234 (elenco delle copie); Idem, P.O.G., Oxford 1984, pp. 159-64
SGTI: METRODORO
Filosofo, pupillo di Epicuro (IV-III a. C.)
Nessuna fonte ricorda statua erette per M. ma l'esistenza di una di esse può essere probabilmente testimoniata
da un busto iscritto che riproduce un tipo di ritratto della prima metà del III sec.
La popolarità di M. al tempo dei Romani come eminente rappresentante degli Epicurei, è attestata dal gran
numero di ritratti soppravvissuti: doppia erma con iscrizione nella Stanza dei Filosofi ai Capitolini.
Delle sedici copie rimaste la miglior e è sicuramente quella di Atene.
Tutte le teste di M. riproducono lo stesso originale greco. Il tipo somiglia molto ad Epicuro ed entrambi furono
confusi (anche con Ermarco) ma M. si differenzia per un aspetto più giovanile e per la testa meno allungata, la
barba più corta e schematicamente divisa in due parti separate.
Lo stile è inquadrabile nella prima metà del III sec. a. C.
Bibl.: G. M. RICHTER, The Portraits of the Greeks, Oxford 1984, pp. 164-166
SGTI: OMERO
Plinio (XXXV, 2, 9) parlando dei ritratti degli uomini illustri sistemati nelle librerie, aggiunge che " anche vi sono
compresi anche i ritratti immaginari e la nostra bramosia nei loro confronti nasce dalle loro espressioni, che,
come nel caso di Omero, non ci sono state trasmesse".
Una statua acefala di O. fu ritrovata sulla via Ostiense, recava l'iscrizione e tre epigrammi.
I ritratti di O. possono essere suddivisi nei tipi:
- tipo Epimenide
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E' il più antico e quello sicuramente identificabile con O.
Ne esistono 7 copie, le migliori a Monaco, testa su erma moderna, rinvenuta a Roma nel 1892 e testa al
Vaticano, nella Sala delle Muse, di incerta provenienza.
Le 7 teste del tipo risalgono tutte al medesimo prototipo; Omero reca un nastro, ha gli occhi chiusi e
un'espressione simile a quella di chi è in profonda contemplazione.
- tipo Modena
Conosciuto da piccole copie bronzee, la migliore a Modena.
Le divergenze con l'altro tipo sono soprattutto nella capigliatura e particolarmente sulla fronte. Insieme al tipo
Epimenide si rifà al prototipo greco.
- tipo Apollonio di Tyana
Le teste di questo tipo mostrano un vecchio venerabile con lunghi capelli che scendono sulle tempie, gli occhi
grandi hanno un'espressione di benevolenza. La copia migliore di questo tipo, noto da 13 esemplari, è ai
Capitolini. La data dell'originale greco può essere collocata intorno al 300, un po' prima dei ritratti di
Demostene e di Epicuro.
-tipo ellenistico, cieco
Questo ritratto è noto da almeno 22 copie, fra le migliori si possono citare le erme dei Capitolini, nella stanza
dei Filosofi proveniente dall'Esquilino, e del British Museum, rinvenuta a Baia nel 1780.
Le molte teste di questo genere sicuramente derivano da uno stesso esemplare greco; varianti nella posizione
della testa, alzata o qualche volta inclinata.
In tutti i ritratti di questo tipo O. è rappresentato con capelli che scendono sulle tempie a coprire le orecchie,
con la barba lunga e occhi profondamente incassati, l'espressione è astratta, ispirata.
Il ritratto di questo tipo è reso in uno stile sviluppato in età Ellenistica nel II a. C.
Bibl.: G.M. RICHTER, The Portraits of the Greeks, Oxford 1984, pp. 139-150; AA. VV., Le collezioni
del Museo Nazionale di Napoli, Roma 1989, n. 20, p. 156 (tipo ellenistico), n. 81, p. 164 (tipo Apollonio di
Tiana).
SGTI: PANIASSI
Poeta epico (V a. C.)
L'identificazione di P. è affidata all'iscrizione sulla parte anteriore di un'erma conservata al Museo Nazionale di
Napoli dalla villa dei Papiri. L'iscrizione è a caratteri irregolari, probabilmente lasciata da qualcuno che
frequentava il circolo epicureo della villa.
L'erma di Napoli risulta copia romana di un ritratto di ricostruzione realizzato nel III-II a. C. Dello stesso
ritratto sopravvivono due copie fra cui un'erma della Collezione Torlonia.
Il tipo rappresenta un vecchio scrittore o pensatore con corta barba e sopracciglia aggrottate. Stilisticamente si
può porre nell'ellenismo avanzato.
Bibl.: I. SGOBBO, RendAccNap, in NSc 46, 1971, p. 115 s.; M.G. PICOZZI, StMisc, 1974, pp. 191-198,
t. 52; AA. VV., Le Collezioni del Museo Nazionale di Napoli, I, 2, Roma 1989, n. 145, p. 124
SGTI: PINDARO
Poeta lirico (VI-V a. C.)
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Esiste un tipo di ritratto conosciuto in 5 repliche di cui la migliore è ai Capitolini nella Stanza dei Filosofi. Una
copia al Biritsh Museum mostra capelli corti, cinti da una tenia, occhi aggrottati e folta barba.
Bibl.: EAA, VI, s. v. Pindaro; G.M. RICHTER, The Portraits of the Greeks, Oxford 1984, pp. 176-180
SGTI: PLATONE
Filosofo (V- IV a. C.)
Il ritratto di Platone è conosciuto da 23 copie probabilmente riprodotte da un unico originale data la forma e la
grandezza unitarie.
Il prototipo può essere datato al 387 a. C. anno di fondazione dell'Accademia in cui era posto il ritratto
(Diogene Laertio, III, 25).
Il volto si presenta largo, generalmente con fattezze realistiche che sottolineano l'età avanzata; due rughe
orizzontali solcano l'ampia fronte, gli occhi sono leggermente infossati. La barba è suddivisa in grosse ciocche
che terminano a punta.
I ritratti di Platone erano assai diffusi nel mondo romano come testimoniano le fonti letterarie.
Bibl.: per un elenco delle copie: RICHTER, Portraits, II, Oxford 1965, p. 165 ss. nn. 1-23, ff. 903-959
SGTI: POSIDONIO
Filosofo stoico (II-I a. C.)
Del filosofo di Apamea esiste un ritratto con il nome iscritto sul petto al Museo Nazionale di Napoli ove il
filosofo porta chitone e himation gettato sulla spalla sinistra, fronte ampia, barba curata come la chioma,
aderente, occhi piccoli entro arcate corrugate.
Bibl.: EAA, VI, s.v. Posidonio; Kl. FITTSCHEN, Griechischen Portraits, Durmstadt 1988, t. 153; AA.
VV., Le collezioni del Museo Nazionale di Napoli , Roma 1989, n. 83, p. 166
SGTI: PSEUDO-SENECA
Il tipo convenzionalmente noto come Pseudo-Seneca rappresenta un uomo in età avanzata con il volto scavato
e la barba rappresentata in grosse ciocche.
La tipologia fu molto diffusa in età romana tanto che ne sono state rinvenute oltre 40 copie di cui la migliore è
quella bronzea al Museo Nazionale di Napoli.
L'identificazione dello Pseudo Seneca è stata a lungo discussa identificandolo erroneamente con Seneca fino a
quando nel 1813 non si scoprì un ritratto di Seneca.
Il tipo sembra risalire alla piena età ellenistica per il forte realismo che lo caratterizza.
Bibl.: R. BIANCHI BANDINELLI, in BullSenStPatria, II, 1931, p. 202; EAA, VI, p. 531 ss, s.v. Pseudo
Seneca; RICHTER, Portraits, I, Oxford 1965, p. 58 n. 1 ss., f. 131 ss.
SGTI: SOCRATE
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Filosofo
L'identificazione di S. si basa su due iscrizioni di cui una a Napoli e una doppia erma con Seneca a Berlino.
Con Platone è presenta in una doppia erma al Vaticano.
I ritratti possono essere suddivisi in tre gruppi:
- tipo A: eretto dalla sua cerchia non molto dopo la sua morte ha fisionomia generalmente silenica, capelli e
barba composti;
- tipo B: riproduce l'originale di Lisippo e fu molto popolare a Roma, ha caratteri individualizzati: fronte alta,
occhi mobili, bocca dischiusa, capelli e barba scomposti; espressione intensa;
tipo C: potrebbe essere una variante del tipo A, anche se con un gusto più barocco acuito dalla fluidità della
barba.
Del tipo A sopravvivono almeno 9 copie tutte prive di iscrizione la migliore delle quali è a Napoli dalla
Collezione Farnese. L'originale greco può essere assegnato fra la fine del V sec. e la metà del IV a. C.
Il tipo B è noto da 28 copie fra cui una testa al Museo Nazionale Romano.
Bibl.:
per l'elenco delle copie RICHTER, Portraits, I, Oxford 1965, p. 112 ss. nn. 1-27, ff. 483-531
EAA, VII, s.v. Socrate
RICHTER, Portraits, Oxford 1984, pp. 198-204
MNR, I, 9,1, pp. 21 -22
SGTI: SOFOCLE
Tragico (V a. C.)
Gli antichi scrittori non ricordano particolari caratteristiche fisiche di Sofocle.
Esistono tre ritratti con iscrizioni ai quali vengono collegate le altre rappresentazioni.
In base a ciò è possibile identificare Sofocle in due tipi differenti:
- tipo Farnese così chiamato da un'erma nella Collezione omonima di cui esiste un certo numero di esemplari.
Il tipo Farnese ripete la fisionomia del Medaglione di Ursinus e del piccolo busto del Vaticano dove appare
con barba fluente, riccioluta, con espressione grave. Questa tipologia si ripete generalmente anche in
rappresentazioni più giovanili come quelle del tipo Laterano sia pure con diversa resa dei dettagli.
La migliore copia si trova nel British Museum e fu rinvenuta ad Albano nel 1770
- tipo Laterano: il tipo è identificato da un secondo busto iscritto del Vaticano del quale sopravvivono 7 copie
e una statua intera rinvenuta a Terracina nel 1839.
Il tipo Laterano in contrasto con il tipo Farnese è giovanile, l'espressione è seria e contemplativa.
Questo tipo può essere facilmente riconosciuto non soltanto per l'aspetto giovanile ma perchè è diversa la resa
dei dettagli e dell'espressione.
Per quanto riguarda la cronologia il tipo Laterano è considerato il più antico
Bibl.:
Per l'elenco delle copie cfr.
Tipo Farnese:
POG, 125-128
Tipo Laterano:
POG, 128-130
EAA, VII, s. v. Sofocle
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G.M. RICHTER, The Portraits of the Greeks, Oxford 1984, pp. 205-209
SGTI: TALETE
In un’erma doppia ai Musei Vaticani viene raffigurato il filosofo abbinato a Biante.
SGTI: TEOFRASTO
Filosofo (IV-III a. C.)
Un tipo di ritratto è conosciuto in 4 copie sicuramente identificato da un'erma iscritta da Villa Albani; rinvenuta
nella villa di Cassio presso Tivoli.
Le copie derivano da uno stesso originale greco nel quale Teofrasto è rappresentato come un cinquantenne, il
lcata da rughe dritte, due profonde rughe compaiono alla radice del naso,
la barba è folta.
La data dell'originale può essere riferita la 290-80 a. C.; le copie romane però risalgono alla statua eretta dopo
la sua morte dove è rappresentato in età più giovanile.
Per l'elenco delle copie:
Bibl.:
POG, 177-178
G. M. RICHTER, The Portraits....., pp. 211-213
SGTI: TUCIDIDE
Storico (V a. C)
Un tipo di ritratto è conosciuto in 6 copie, sicuramente identificato da una doppia erma iscritta insieme ad
Erodoto nel Museo di Napoli.
I ritratti marmorei di T. riproducono uno stesso originale greco di un uomo di ca. 50 anni con alta fronte e tre
rughe orizzontali, occhi stretti e corta barba.
Per le altre copie:
POG, 148-149
G. M. RICHTER, The portraits....., pp. 213-215
SGTI: ZENONE
Filosofo (IV a. C.)
Fondatore della scuola stoica.
Un tipo di ritratto è conosciuto da almeno 10 copie ed è sicuramente identificabile in base ad un busto al
Museo Nazionale di Napoli con iscrizione sulla base e dal bronzo ercolanese.
Le copie derivano tutte da un originale greco raffigurando un uomo con la faccia allungata e la barba
squadrata, la bocca piccola, naso tioi semitico, gli occhi assai ravvicinati; l'intonazione generale del volto è
grave. La data dell'originale greco può essere attribuita al II quarto del III sec. a. C.
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Bibl.:
Per le altre copie:
POG, 188-189
G.M. RICHTER, The Portraits...., 218-220
Kl. FITTSCHEN, Griechische Portraits, Durmstadt 1988, t. 126
AA. VV., Le collezioni del Museo Nazionale di Napoli , Roma 1989, n. 72, p. 164
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