la prima generazione di «robber baron
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la prima generazione di «robber baron
Il mercato finanziario negli Stati Uniti: la prima generazione di «robber baron» (1840-1870) (I parte) di Cinzia Illibato Il diciannovesimo secolo fu un'epoca in cui grandi avvenimenti avvennero negli Stati Uniti d'America. L'otto marzo 1817 fu firmato lo statuto del «New York Stock & Exchange Board» che, solo piuÁ tardi, nel 1863, assunse la denominazione di «New York Stock Exchange» (NYSE) e che, nel 1865, si trasferõÁ nel luogo che, rimodernato, occupa ancora oggi, all'angolo tra Broad Street e Wall Street 1. Il diciannovesimo secolo fu anche l'epoca in cui apparvero i primi grandi magnati e speculatori che Matthew Josephson, un giornalista di New York, nel 1934, definõÁ «robber baron» 2. Nella prima metaÁ dell'Ottocento, si affermoÁ la prima generazione di «robber baron» (Jacob Little, Jay Cooke, Jay Gould); gli ultimi decenni furono, invece, dominati dalla seconda generazione: Daniel Drew, il ``Commodoro'' Cornelius Vanderbilt, John D. Rockefeller, Andrew Carnegie e J.P. Morgan. Grazie a questi personaggi, tra la fine dell'Ottocento e l'inizio del Novecento, sorsero numerose compagnie (AT&T, du Pont, U.S. Steel, General Motors) ancora oggi presenti sul mercato, molte delle quali comprese tra i cosiddetti blue chip, cioeÁ i trenta titoli che concorrono al calcolo dell'indice degli industriali Dow Jones, il Dow Jones Industrial Average. Dal 1830 in poi, furono fondate, negli Stati Uniti, le prime banche d'investimento (investment bank) allo scopo di aiutare gli operatori nella contrattazione di titoli e di fornire capitali alle nuove societaÁ, che usufruirono dei benefici derivanti dall'invenzione del telegrafo e, piuÁ tardi, del telefono, che 1 G. Foglia, La Borsa Valori di New York, Milano, 1949, p. 4; G. Giusti Del Giardino, Wall Street. Il metodo, le leggi e l'organizzazione delle borse che aprono all'America post-industriale, Milano, 1969, p. 16. 2 M. Josephson, The Robber Barons: The Great American Capitalists 1861-1901, New York, 1934, cap. 1. 75 resero piuÁ rapidi e agevoli i contatti tra broker, anche in cittaÁ molto distanti. Nel 1826, Nathaniel Prime fondoÁ la banca privata Prime, Ward & King; contemporaneamente, John Eliot Thayer fondoÁ a Boston la Kidder, Peabody & Company 3. Le banche d'investimento avevano, rispetto alle banche commerciali, alcuni vantaggi: innanzitutto, potevano utilizzare il proprio capitale per le operazioni che finanziavano, inoltre, non avevano bisogno di alcun tipo di autorizzazione (state charter) per operare e non erano tenute a rendere pubblici i loro bilanci. Le banche d'affari private potevano, quindi, accrescere il proprio potere senza essere assoggettate a verifiche esterne, dal momento che erano tenute a rispondere solo nei confronti dei loro clienti 4. La natura delle banche d'affari private, negli Stati Uniti, attrasse molte societaÁ estere desiderose di iniziare la propria attivitaÁ oltreoceano. La leggendaria casa commerciale dei Rothschild affidoÁ ad August Belmont la gestione della August Belmont & Company, con il compito di rappresentare la famiglia tedesca nel nord America. Nel 1851, George Peabody e Junius Spencer Morgan fondarono la George Peabody & Company, con sede a Londra. Quando Peabody si ritiroÁ, Morgan cambioÁ il nome della societaÁ in J.S. Morgan & Company, segnando l'inizio di un'epoca quasi secolare in cui i Morgan avrebbero dominato la scena finanziaria americana. Altri stranieri furono attratti dalle opportunitaÁ offerte dalla natura delle banche d'investimento negli Stati Uniti. Molte societaÁ furono fondate da immigrati ebrei d'origine tedesca. Joseph Seligman, ebreo della Baviera arrivato negli Stati Uniti, nel 1837, fondoÁ con i fratelli la J. and W. Seligman & Company che diventoÁ una delle banche piuÁ affermate di New York. Sulla scia dei Seligman, anche i fratelli Lazard di New Orleans, nel 1832, fondarono la Lazard Freres. Nel 1867, Abraham Kuhn e Solomon Loeb fondarono la Kuhn Loeb & Company a New York 5. Le banche fondate da ebrei d'origine tedesca si specializzarono nell'attivitaÁ di collocamento di titoli e aprirono filiali anche in Germania, grazie alle quali riuscirono a vendere titoli ai tedeschi e agli altri europei. In questo modo, mutoÁ l'aspetto dei creditori americani che, per molti anni, erano stati per lo piuÁ britannici. Tra i personaggi che segnarono la storia degli Stati Uniti, nella prima metaÁ del diciannovesimo secolo, ci fu il noto speculatore Jacob Little che aveva fondato la sua societaÁ, la Jacob Little & Company, nel 1835, guadagnando grazie alla pratica delle vendite allo scoperto 6. A Londra, esisteva un attivo mercato 3 4 5 cap. 1. 6 C.R. Geisst, Wall Street. A History, New York, 1997, pp. 37-8. Ibidem, p. 38. S. Birmingham, ``Our Crowd'': The Great Jewish Families of New York, New York, 1967, C.R. Geisst, Wall Street, cit., p. 44. 76 relativo ai titoli americani, in conseguenza dei numerosi investimenti britannici negli Stati Uniti. Tra i molti titoli trattati a Londra, c'erano quelli della Erie Railroad, che Little comincioÁ a vendere allo scoperto; contemporaneamente, un gruppo di rialzisti ``rastrelloÁ'' quelle azioni, dando l'impressione di avere Little in pugno. La maggioranza delle contrattazioni avveniva sulla base del ``tempo di consegna'' e, al momento della liquidazione, sembroÁ che il prezzo dei titoli fosse troppo elevato e che Little sarebbe stato rovinato. Quando il momento della liquidazione giunse, Little consegnoÁ le obbligazioni convertibili della Erie Railroad che aveva acquistato a Londra per coprire la propria posizione, ottenendo un buon profitto netto, anche se il prezzo dei titoli continuoÁ ad essere elevato. Il successo di Little rese furiosi i membri della borsa che introdussero, immediatamente, la limitazione del ``tempo di consegna'' a soli sessanta giorni, ritenendo non piuÁ validi i termini di centottanta o trecentosessanta giorni fino ad allora praticati. Nel 1857, Little fu coinvolto in una grave crisi finanziaria che gli costoÁ la perdita di circa un milione di dollari 7. La crisi del 1857 fu il frutto delle frodi e dei fallimenti avvenuti negli anni precedenti. Intorno al 1830, lo sviluppo delle ferrovie causoÁ un'eccessiva speculazione che sfocioÁ nella crisi del 1837. SeguõÁ un'epoca di alti e bassi e, alla metaÁ del secolo, nuovi anni di prosperitaÁ, in parte dovuti alla scoperta dell'oro in California e in parte alla continua espansione della rete ferroviaria. Le contrattazioni crebbero enormemente con volumi mensili che toccarono il milione di azioni e i titoli nelle mani del pubblico raggiunsero, nel 1854, il valore di oltre un miliardo di dollari, di cui circa un quinto detenuto da stranieri. Furono questi ultimi a provocare, con vendite massicce, la crisi del 1853 cui, dopo un breve periodo di respiro, seguõÁ quella del 1857 8. Nel 1839, i titoli quotati al «New York Stock & Exchange Board» erano centosette. Vent'anni dopo, essi si ridussero di una trentina: quelli ancora quotati erano finanziariamente piuÁ solidi di quanto non fossero stati in passato. Le ragioni di questo strano fenomeno erano da attribuirsi ai tre «spauracchi» di Wall Street: panico, inflazione e frode. Dal 1850, ebbero luogo numerose frodi sui certificati azionari. Nel 1852, Robert Schuyler, il presidente della New York & New Haven Railroad, emise due milioni di azioni fraudolente 9. L'idea alla base della truffa era semplice: i proventi della falsa vendita sarebbero finiti nelle mani degli operatori che ne avevano avuto l'intuizione. L'astuto acquisto di quei titoli da parte degli investitori britannici non era, peroÁ, stato preventivato. Molti investitori nazionali 7 8 9 C.R. Geisst, Wall Street, cit., p. 44. G. Giusti Del Giardino, Wall Street, cit., p. 15. C.R. Geisst, Wall Street, cit., pp. 47-8. 77 vendettero i loro titoli della compagnia di Schuyler con il dubbio che fossero fraudolenti. Gli investitori della Gran Bretagna, invece, spinti dai loro consiglieri americani, continuarono ad acquistarli e ottennero un buon profitto 10. Poco dopo, anche un altro scandalo fu scoperto: Alexander Kyle, il presidente della New York & Harlem Railroad aveva emesso tremila certificati falsi della propria societaÁ. Frodi relative ai titoli ferroviari erano tanto piuÁ frequenti in quanto essi erano i preferiti dagli stranieri; inoltre, le grandi distanze tra gli investitori e le societaÁ rappresentavano un'invitante opportunitaÁ per operazioni illegali 11. Gli Stati Uniti stavano diventando schiavi del loro successo. Dal 1857, la grande quantitaÁ di oro estratto in California spinse molte banche ad aumentare la quantitaÁ di biglietti in circolazione, provocando cosõÁ una crescita inflazionistica che creoÁ l'illusione di una maggiore prosperitaÁ. La crisi finanziaria del 1857 si verificoÁ quando, in agosto, la Ohio Insurance & Trust Company fallõÁ. L'effetto si estese oltre Cincinnati, sede della societaÁ, e fu presto avvertito anche dalle compagnie d'assicurazioni di New York. Nell'ottobre di quell'anno, diciotto banche di New York sospesero i pagamenti in moneta e circa ventimila lavoratori furono licenzati. Il ``panico'' che sconvolse New York fu soprannominato «tempesta dell'ovest» a causa delle sue origini occidentali 12. Un altro importante «robber baron» della prima metaÁ dell'Ottocento, coinvolto nella crisi del 1857, fu Jay Cooke. Nato a Sandusky, in Ohio, nel 1821, dopo aver lavorato per un breve periodo a St. Louis, Cooke si recoÁ a Philadelphia dove fu impiegato nella compagnia di trasporti del cognato. Nel 1839, fu assunto presso la E.W. Clark & Company, dove imparoÁ le tecniche di vendita e distribuzione di titoli ai clienti, rivelando un acuto senso degli affari. La E.W. Clark & Co. era tra le piuÁ importanti societaÁ di Philadelphia ed utilizzava particolari tecniche di commercializzazione: essa usava sollecitare le ordinazioni dei titoli che intendeva vendere attraverso la loro pubblicizzazione sui giornali locali. PiuÁ tardi, la Clark & Co., oltre alla vendita di titoli locali, comincioÁ ad occuparsi anche della vendita di azioni ed obbligazioni ferroviarie 13. Uno dei maggiori successi della Clark & Co. fu raggiunto grazie all'aiuto che la societaÁ prestoÁ per il collocamento dei titoli emessi dallo stato del Texas, poco prima dell'inizio della guerra contro il Messico. PiuÁ tardi, la stessa 10 M. Wilkins, A History of Foreign Investment in the United States to 1914, Cambridge (Mass.), 1989, p. 96. 11 C.R. Geisst, Wall Street, cit., p. 48. 12 Ibidem. 13 Ibidem, p. 49. 78 societaÁ procedette al collocamento dei titoli emessi dal ministero del Tesoro degli Stati Uniti per il finanziamento della stessa guerra 14. La Clark & Co. guadagnoÁ dall'attivitaÁ di collocamento di titoli per conto del Tesoro, in quanto riuscõÁ a lucrare fino all'otto per cento del valore dei titoli ad essa affidati, sfruttando i lenti tempi di consegna postali per inviare i titoli dalla filiale di St. Louis a quella di New York e viceversa. La E.W. Clark & Co. non sopravvisse alla crisi finanziaria del 1857. I suoi uffici chiusero e Cooke rimase senza lavoro. Con la discreta fortuna accumulata durante gli anni precedenti, nel 1861, Cooke fondoÁ, a Philadelphia, la Jay Cooke & Company, organizzata come banca privata. Nel momento in cui fu istituita la banca, la situazione finanziaria degli Stati Uniti comincioÁ a deteriorarsi. Molti stranieri avevano cominciato a vendere i titoli americani in loro possesso e a trasferire i loro capitali fuori degli Stati Uniti. Il mercato azionario degli Stati Uniti precipitoÁ a minimi mai raggiunti: le esportazioni di cotone crollarono e molte banche degli stati del sud sospesero i pagamenti in moneta. Il ministero del Tesoro, guidato da Salmon Chase, si impegnoÁ in una politica monetaria che restituisse stabilitaÁ alla nazione, ricorrendo all'emissione dei temuti greenback, biglietti senza copertura metallica 15. La svolta per la carriera di Cooke avvenne grazie al legame del fratello con Salmon Chase, il segretario del Tesoro di Abraham Lincoln. Quando la guerra civile americana ebbe inizio, lo stato della Pennsylvania decise di effettuare un'emissione del valore di tre milioni di dollari per garantire la difesa dello stato in caso di attacco da parte della confederazione. L'attivitaÁ di vendita dei titoli era fondamentale. Cooke individuoÁ uno stratagemma per la loro distribuzione: collocoÁ i titoli facendo leva sul patriottismo, oltre che sulla convenienza economica della sottoscrizione, ritenendo che cioÁ avrebbe consentito di ottenere l'intero valore nominale dei titoli piuttosto che la loro vendita sottocosto 16. Lo stato della Pennsylvania designoÁ la societaÁ di Cooke e la Drexel & Co. quali agenti di vendita: l'incarico fu un traguardo per Cooke che aveva da poco iniziato la sua attivitaÁ. La Jay Cooke & Co. aveva, peroÁ, poco capitale circolante netto a disposizione: un serio problema, dal momento che le banche realizzavano profitti proprio dalla quantitaÁ di circolante a disposizione, tenuto sotto forma di depositi dei clienti, da poter impiegare per effettuare prestiti ad altri. Dopo il successo conseguito come agente di vendita per conto dello stato della Pennsylvania ± che, peroÁ, in termini di lucro gli era fruttato poco piuÁ di un centesimo di dollaro per ogni titolo venduto ± Cooke ottenne una gran 14 15 16 Ibidem, p. 50. G. Foglia, La Borsa, cit., p. 7; J.K. Galbraith, Storia dell'Economia, Milano, 1990, p. 166. H.M. Larson, Jay Cooke: Private Banker, Cambridge (Mass.), 1936, p. 106. 79 quantitaÁ di depositi dai clienti e riuscõÁ a convincere lo stato a nominare la propria societaÁ quale sua depositaria ufficiale, risolvendo cosõÁ la questione della mancanza di capitale circolante della propria banca 17. Nel 1864, la stampa definõÁ Jay Cooke il «moderno re Mida». Dopo il reale inizio della guerra civile, nel 1861, Salmon Chase decise di aumentare le emissioni per finanziare la guerra. L'unione aveva perso la battaglia di Bull Run e le finanze del nord avevano bisogno di essere puntellate per sconfiggere i ribelli. La questione che si poneva, nuovamente, riguardava le modalitaÁ di vendita e il prezzo dei titoli emessi. Il Tesoro emise titoli per cinquecento milioni di dollari, definiti «5-20s», che rendevano il sei per cento di interesse (che doveva essere pagato in oro), avevano scadenza ventennale ed erano riscattabili dopo cinque anni 18. Nel 1862, Chase mise in vendita i titoli al loro valore nominale, ma il traguardo di vendita auspicato dal Tesoro non fu raggiunto. Poiche non si poteva sperare nel supporto degli investitori europei, Chase si rivolse a Cooke che si gettoÁ con fervore nell'affare. Il banchiere reclutoÁ i migliori agenti dei principali stati del nord; dal suo ufficio di Washington coordinoÁ l'attivitaÁ di vendita in tutto il paese tramite il telegrafo. Questa pratica rese la Jay Cooke & Co. la prima «wire house», cioe la prima societaÁ di vendita di titoli che utilizzoÁ le linee telegrafiche per confermare gli ordini di acquisto e di vendita 19. Per reclamizzare i titoli, oltre alla stampa, Cooke impiegoÁ cartelloni pubblicitari che esaltavano la convenienza dell'acquisto sia per le vedove che per gli orfani. Il risultato fu un enorme successo. Il trionfo di Cooke fu importante poicheÂ, anche se realizzato fuori da Wall Street, dimostroÁ che i nuovi mezzi di comunicazione potevano essere impiegati per la vendita di titoli a coloro che, fino a quel momento, erano considerati ``irraggiungibili''. Ciononostante, Cooke non guadagnoÁ molto, come agente, dalla vendita delle «5-20s»: la commissione di duecentomila dollari fu piuttosto bassa rispetto all'ammontare di trecentosessanta milioni di dollari conseguito dal Tesoro per i titoli complessivamente venduti. Nonostante i buoni rapporti tra Chase e Cooke, il successivo collocamento di titoli emessi dal Tesoro non fu affidato a Cooke e, infatti, non diede i risultati sperati. Riconoscendo il proprio errore, Chase chiese a Cooke di intervenire per la vendita delle «7-30s», cambiali con scadenza triennale che rendevano il 7,30 per cento di interesse. Chase offrõÁ a Cooke un'adeguata commissione rispetto a quella da lui ricevuta per la vendita delle «5-20s», ma stabilõÁ che nessuna cambiale sarebbe stata consegnata fino a quando il pagamento non fosse avvenuto e che il contratto d'agenzia della Jay Cooke & Co. 17 18 19 C.R. Geisst, Wall Street, cit., pp. 52-3. Ibidem, p. 54. Ibidem, p. 55. 80 poteva essere rescisso in qualunque momento 20. Le tecniche di Cooke per la vendita delle «7-30s» furono simili a quelle precedentemente impiegate; inoltre, Cooke aprõÁ, in tutto il paese, le «banche di risparmio per lavoratori» (working men's savings bank), cioe uffici di vendita serali, dove i lavoratori potevano recarsi per acquistare titoli dopo l'orario di lavoro. Gli indirizzi delle banche si trovavano sui giornali. Gli agenti avevano anche il compito di vendere ai militari nel giorno in cui percepivano lo stipendio. La guerra civile americana si concluse nel 1865, ma la necessitaÁ di denaro era piuÁ forte che mai. Cooke, grazie al collocamento dell'emissione di cinquecento milioni di dollari, ne fece guadagnare ottocento al Tesoro 21. Durante l'operazione, alcuni agenti applicarono uno sconto ai clienti: tale pratica fece infuriare sia Cooke che Chase. Il banchiere chiese il permesso di organizzare un fondo di stabilizzazione per mezzo del quale avrebbe acquistato in blocco i titoli venduti con lo sconto, restituendo cosõÁ stabilitaÁ all'offerta. Cooke e i suoi soci furono accusati di essersi indebitamente arricchiti durante la guerra. Dopo quattro anni dall'operazione, la Jay Cooke & Co. aveva ottenuto profitti per 1,1 milioni di dollari, due terzi dei quali andarono a Cooke e un terzo al socio, William Moorhead 22. Da quel momento, Cooke si dedicoÁ alla ricerca di nuove possibilitaÁ d'investimento che individuoÁ nel settore delle ferrovie. Divenne l'agente di vendita esclusivo della Northern Pacific Railroad; assunse anche l'incarico di agente finanziario della compagnia, posizione che gli conferõÁ l'autoritaÁ per intervenire nella nomina degli altri membri. L'idea di Cooke, di vendere titoli ad investitori nazionali ed esteri, incontroÁ opposizioni su entrambi i fronti: gli investitori nazionali non erano entusiasmati dall'acquisto di titoli delle ferrovie e anche gli stranieri mostrarono poco interesse 23. Coloro che avevano effettuato depositi presso la Jay Cooke & Co. li ritirarono, temendo che la situazione personale del banchiere potesse compromettere le loro disponibilitaÁ. La Jay Cooke & Co. si trovoÁ, nuovamente, a corto di capitale circolante netto e chiuse, definitivamente, il 18 settembre 1873 24. Nello stesso periodo in cui Jay Cooke entrava nel settore bancario, un giovane studente di un'accademia privata, nello stato di New York, cominciava ad accarezzare sogni di ricchezza. Jason ``Jay'' Gould nacque, nel 1836, da una famiglia di allevatori d'origine inglese e scozzese. Fu appassionato di letteratura prima di appassionarsi alla finanza. Alla fine dei suoi studi, trovoÁ lavoro come topografo nella contea dell'Ulster: guadagnoÁ cinquecento dollari che 20 21 22 23 24 H.M. Larson, Jay Cooke, cit., p. 165. C.R. Geisst, Wall Street, cit., p. 56. H.M. Larson, Jay Cooke, cit., p. 177. C.R. Geisst, Wall Street, cit., pp. 61-2. Ibidem, p. 62. 81 incrementoÁ grazie alla vendita delle mappe della zona. Poco dopo, insieme a Zadoc Pratt, aprõÁ una conceria a Stroudsburg, in Pennsylvania, che divenne una delle piuÁ importanti del paese. La conceria ebbe un tale successo che Pratt ribattezzoÁ la cittadina in cui era ubicata, Gouldsboro. Ben presto, peroÁ, la situazione cambioÁ. Pratt scoprõÁ Gould intento a falsificare la contabilitaÁ della conceria per destinare denaro a scopi a lui ignoti. Pratt, furioso, non intentoÁ causa nei confronti di Gould, ma lo costrinse a rilevare la sua quota della conceria per un ammontare pari ad una volta e mezzo quanto originariamente investito. Gould reperõÁ il denaro presso una fonte di New York dove aveva iniziato a ``giocare'' sul mercato a termine delle pelli 25. Nella «grande mela», Gould persuase Charles Leupp, un importante commerciante di pelli, a diventare suo socio e ad investire nella conceria. Leupp acconsentõÁ con entusiasmo senza, peroÁ, essere a conoscenza del fatto che Gould avesse istituito, a Stroudsburg, una piccola banca di cui si era servito per stornare fondi all'insaputa del precedente socio Pratt. Dopo la crisi finanziaria del 1857, Gould perse tutto. Alla notizia del tracollo finanziario, turbato dalle meschine macchinazioni del socio, Leupp si suicidoÁ nella sua casa di New York 26. Nel 1869, Gould si rese protagonista di un altro celebre evento. Egli concepõÁ un piano grandioso per l'epoca, definito addirittura ``napoleonico'' nell'intento: decise di conquistare il mercato dell'oro degli Stati Uniti. Confidando sulla politica del governo di non vendere oro, Gould comincioÁ a rastrellare sul mercato grandi quantitaÁ di metallo prezioso comprando, al tempo stesso, un numero enorme di contratti per consegna a termine. I venditori di tali contratti, per garantirsi, furono costretti ad acquistare oro da Gould e il prezzo del metallo salõÁ del sessanta per cento. Dietro pressione di molti, il governo mutoÁ atteggiamento e comincioÁ ad offrire oro sul mercato, provocando il tracollo dei corsi del trenta per cento. Il crollo del mercato dell'oro si verificoÁ il 24 settembre 1869, divenuto famoso come il «venerdõÁ nero» 27. 25 Gould fu soprannominato ``Mefistofele'' dal giornalista Matthew Josephson. In M. Josephson, The Robber Barons, cit., cap. 9. 26 C.R. Geisst, Wall Street, cit., p. 60. 27 G. Giusti Del Giardino, Wall Street, cit., p. 16. 82