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Approvato il Bilancio consolidato al 30 settembre 2015 Al 30 settembre 2015 i principali risultati, confrontati con quelli al 30 settembre 2014, sono i seguenti: • Valore della produzione si è incrementato di € 81,1 milioni, passando da € 771,9 a € 853 milioni. In particolare, i ricavi da costruzioni sono aumentati di € 82,4 milioni, passando da € 743,4 a € 825,8 milioni. Si registra un aumento dei ricavi da costruzioni pari a € 53,1 milioni in Italia e € 29,3 milioni all’estero. • EBITDA si registra un incremento di € 18,8 milioni, da € 84,6 a € 103,4 milioni. La redditività è aumentata, facendo registrare un EBITDA margin pari al 12,1% rispetto al 11,0% al 30 settembre 2014. • Utile ante imposte sostanzialmente in linea con quello registrato nei primi nove mesi del 2014. • Nuove acquisizioni si registra un incremento di € 67,8 milioni, passando da € 958,3 milioni dei primi nove mesi del 2014 a € 1.026,1 milioni al 30 settembre 2015, con nuovi importanti contratti in Italia e all’estero. Portafoglio sufficiente per mantenere un rapporto con i ricavi da costruzioni approssimativamente al 3.0x. 01.1.a 01.1 I principali indici economici, finanziari e patrimoniali al 30 settembre 2015, confrontati con quelli al 31 dicembre 2014 sono i seguenti: in primo piano di Mara Cavallari • Portafoglio ordini salito a € 3.245,3 milioni confrontato con € 2.914 milioni al 31 dicembre 2014 e € 3.173,4 al 30 settembre 2014, mantenendo una copertura significativa della produzione per i prossimi due anni. Innovazione e cambiamento per vincere le nuove sfide 01.1.a Dentro la Tbm “Barbara” a Caltanissetta. 01.1.b Il padiglione della Francia ad Expò 2015. Presidente, i primi dati del preconsuntivo 2015 di Cmc confermano le previsioni discusse e approvate all’ultima assemblea dei soci di maggio. In un contesto, nazionale e internazionale, così problematico mi sembra un risultato molto positivo... La crisi si è fatta sentire soprattutto in Italia. sull’occupazione e sulla continuità imprenditoriale di molte imprese private e cooperative. Persiste, infatti, nel nostro settore la crescita al ricorso agli ammortizzatori sociali e in taluni casi a procedure concorsuali (concordati, ristrutturazioni del debito, liquidazioni, ecc). Questa crisi è legata, in particolare, a due questioni di fondo. La prima è una drastica riduzione degli investimenti e delle gare per le realizzazione di infrastrutture e opere pubbliche, determinata in prevalenza dalla mancanza di politiche industriali di settore necessarie a sostenere la priorità degli interventi indirizzati alla fase di crescita. La seconda, è quello di una difficoltà a garantire puntualità nelle scadenze dei pagamenti da parte degli enti pubblici. Un problema che si traduce, inevitabilmente, per tutte le imprese in un ostacolo a gestire un rapporto corretto con i fornitori e i gestori dei servizi. Qualcosa, negli ultimi mesi, sembra muoversi e stiamo registrando un impegno per ricostruire una relazione corretta e responsabile fra pubblica amministrazione e aziende. Ma molto resta da fare. Nonostante qualche timido segnale di ripresa, il perdurare della crisi ha comportato pesanti riflessi Nonostante queste difficoltà Cmc, però, non intende abbandonare il mercato italiano. 01.1.c Da sinistra, il presidente Massimo Matteucci, Marco Travanini e François Hollande, il Premier francese in visita ad Expò. Sì, lo è anche se, come mi piace ricordare sempre, bisogna tenere i piedi per terra e non abbassare mai la guardia. Cmc continua a crescere, in Italia e all’estero, nonostante il settore delle costruzioni sia uno dei più colpiti dalla crisi degli ultimi anni. Il nostro primo obiettivo resta quello di tenere insieme sviluppo e consolidamento dell’impresa, crescita dei volumi d’affari ma anche redditività complessiva. L’analisi puntuale dei risultati economici e finanziari del 2015 dovrà servirci per indicare gli obiettivi per aggiornare e consolidare il nostro Piano industriale per il triennio 2016/2018. • Posizione finanziaria netta rettificata si è incrementata di € 87,4 milioni, dai € 464,2 milioni al 31 dicembre 2014 ai € 551,6 milioni al 30 settembre 2015, dovuta alla stagionalità dei lavori ed all’effetto dell’acquisizione di quote azionarie di un socio di minoranza relative ai progetti in Italia. Il rapporto tra Posizione finanziaria netta rettificata e l’EBITDA si incrementa leggermente da 3,79x al 31 dicembre 2014 a 3,90x al 30 settembre 2015. Il conto economico, lo stato patrimoniale ed il rendiconto finanziario inclusi nel bilancio consolidato al 30 settembre 2015 sono pubblicati sul sito istituzionale di Cmc. Il mercato italiano resta per noi fondamentale e non solo perché qui abbiamo le nostre radici e qui risiedono gran parte dei nostri soci. La verità è che nessuna impresa può pensare di crescere e di essere forte sul mercato estero se non ha una presenza consolidata e radicata nel mercato nazionale. Per questo stiamo monitorando con grande attenzione tutti gli investimenti annunciati dal Governo per le grandi infrastrutture pubbliche, siano essi progetti per l’estensione dell’alta velocità ferroviaria, le metropolitane leggere di città, la grande viabilità ancora incompiuta, lavori portuali e marittimi, impianti di depurazione, attività di recupero e di riordino delle periferie delle città metropolitane e non. segue a p.04 01.1.b 01.1.c 01.1.d 01.1.e segue da p.03 01.1.d Il presidente Massimo E sull’estero, quali sono le prospettive? Matteucci. 01.1.e-g Nel cantiere per la metropolitana di Singapore. Per l’estero riconfermiamo le linee strategiche che ci hanno guidato in questi anni: il presidio dei territori dove già operiamo o che reputiamo interessanti e il consolidamento del nostro know how tecnologico nello scavo meccanizzato con Tbm di qualunque tipo. Nonostante la conclusione di alcune importanti commesse, contiamo di mantenere le attuali dimensioni di fatturato con l’avvio di nuovi progetti e di quelli “dormienti” oramai in fase di definizione e pronti per l’avvio operativo. Anche sul piano della redditività la nostra attività continua a mantenersi a livelli soddisfacenti. Tuttavia, possiamo ancora migliorare ed è per questo che abbiamo scelto di fare nuovi investimenti commerciali in aree strategiche, come i nuovi uffici di Hong Kong, per migliorare ed ampliare la penetrazione in mercati dalle buone potenzialità di sviluppo. Va in questa direzione l’accordo commerciale sottoscritto con la Seli Technologies legato alla specializzazione nell’utilizzo di Tbm che attraverso una gestione qualificata delle risorse umane e dell’innovazione ingegneristica, consenta di essere protagonisti in questo importante segmento di mercato. Lavorare all’estero, però, di questi tempi non è facile. Certo la situazione internazionale non è rassicurante. In molte aree siamo di fronte ad un contesto precario ed incerto di tipo politico, sociale, economico e finanziario. In altre, la concorrenza si fa sempre più competitiva e agguerrita. Per questo noi confermiamo la scelta di una diversificazione geografica, misurata e senza eccessi che ci consenta di compensare le criticità particolari di alcuni paesi in favore di altri. Oggi siamo presenti con nostri cantieri in circa venti paesi di quattro continenti. L’estero per noi resta, 01.1.f dunque, una priorità anche alla luce del perdurare della crisi del mercato nazionale. Come sempre, però, valuteremo ogni nostra iniziativa con grande prudenza e attenzione in relazione ai rischi connessi alla varie aree in cui siamo chiamati ad operare. Si è appena conclusa a Milano l’edizione di Expo 2015 nella quale Cmc ha svolto un ruolo importante. Expo è stata per noi un’esperienza molto positiva e ricca di soddisfazioni. Come previsto contrattualmente, tutti e quattro i cantieri di Cmc sono stati consegnati nel mese di aprile. I padiglioni che abbiamo costruito sono stati visitati da oltre 7 milioni di persone e hanno ottenuto importanti premi e riconoscimenti internazionali. Quello che abbiamo realizzato, grazie alla passione, alla tenacia e alle competenze dei nostro soci e lavoratori, ha dimostrato, una volta di più, l’affidabilità e la serietà della nostra cooperativa che è in grado, anche in tempi ristretti e in condizioni complesse, di fare fronte fino in fondo ai propri impegni contrattuali, con piena soddisfazione dei nostri committenti. Sabato 14 novembre Cmc ha presentato il Rapporto Sociale 2014. Come mai si è scelto di tornare a dare alle stampe questa pubblicazione? In questi anni Cmc è cambiata molto, a tutti i livelli. E questi cambiamenti hanno, per forza di cose, interessato anche la sfera delle dinamiche sociali, del lavoro e dei comportamenti all’interno dell’azienda. Quella che non è cambiata è la scelta di tenere la persona al centro del nostro agire. Essere cooperativa significa, oggi come in tutta la nostra lunga storia, attenzione al lavoratore, alla sua crescita professionale, alla sua sicurezza, 01.1.g alla sua salute e anche ad un welfare aziendale per lui e la sua famiglia. Etica e responsabilità d’impresa continuano per noi ad essere punti di riferimento non negoziabili. Per questo abbiamo pensato che, proprio in un momento di difficoltà delle imprese di costruzione cooperative, fosse giusto, con una pubblicazione ad hoc, far conoscere e rilanciare la nostra filosofia e l’impegno con il quale continuiamo a essere una impresa cooperativa da ben 114 anni. Questo non significa restare ancorati ad un modello aziendale e di governance del passato, e tanto meno vivere di nostalgie. Cmc è sempre riuscita, nella sua lunga storia, a vincere le sfide del momento proprio grazie a questa sua grande capacità di rinnovamento. Oggi siamo di fronte ad un altro passaggio epocale che riguarda, in particolare, la capacità di una grande azienda di diversificare le politiche finanziarie necessarie alla sua crescita. Per questo, nel luglio 2014, Cmc, prima cooperativa al mondo, ha scelto di misurarsi con il mercato di capitali ed ha emesso 300 milioni di euro di obbligazioni quotate alle borse di Milano e di Lussemburgo, supportate dai raiting di Standard & Poor’s e di Moody’s. Nei prossimi anni, dovremo continuare seriamente ad affrontare la sfida di misurarci con il mercato borsistico per acquisire le risorse necessarie allo sviluppo della nostra cooperativa. Dobbiamo farlo senza fughe in avanti, coinvolgendo i nostri soci e discutendo a fondo quali forme societarie adottare, senza sottrarci alla nostra identità, alla nostra storia, consapevoli dei cambiamenti necessari a traguardare nuovi orizzonti di crescita con coraggio e determinazione. È proprio con l’innovazione e i cambiamenti necessari che, ancora una volta, Cmc terrà fede alla sua mission storica: quella di salvaguardare l’impresa e il lavoro di migliaia di persone e lasciare alle generazioni future quello straordinario patrimonio che le generazioni passate hanno lasciato a noi. 01.2.a Bisogna, più di quanto non si è fatto finora, avere il coraggio di riconvertire la spesa improduttiva, ancora assai diffusa in Italia, in investimenti. Anche l’ultimo Speciale Classifiche conferma che le imprese leader sono quelle che hanno una forte presenza sui mercati esteri. È l’estero dunque la chiave per non soccombere? È fondamentale in un periodo di forte contrazione del mercato interno. Se una cooperativa come Cmc da 13 anni riesce consecutivamente ad aumentare il proprio fatturato e a salvaguardare i livelli di occupazione e redditività è proprio perché, a differenza di altre realtà cooperative, ha una presenza articolata all’estero dove raccoglie ormai quasi il 60% del proprio fatturato. La presenza di un’impresa all’estero, però, non si può improvvisare, va sedimentata negli anni, va nutrita con un graduale accumulo di qualifiche e alleanze commerciali. Cmc, ad esempio, ha sviluppato negli anni un’esperienza importante nel settore specialistico del tunnelling che rappresenta un valore aggiunto importante. 01.2 01.2.b in primo piano di M. C. Il Parlamento sta discutendo la nuova legge degli appalti. Pensa che dalla nuova normativa possa venire una spinta positiva per il settore? Scenari per le imprese di costruzione 01.2.a Da sinistra il presidente di Cmc, Massimo Matteucci, il professor Aldo Norsa, il direttore generale di Cmc, Roberto Macrì. 01.2.b Il professor Aldo Norsa. Incontro il Professor Aldo Norsa, professore ordinario di Tecnologia dell’Università Iuav di Venezia, collaboratore anche del Sole 24 Ore, nel suo studio di Milano.Con lui, storico curatore dello Speciale Classifiche pubblicato ogni anno da “Edilizia e Territorio”, sulle società italiane di costruzione, produzione e ingegneria/ impiantistica, proviamo a fare il punto sulle prospettive del settore delle costruzioni in Italia. Professor Norsa, da ormai sette anni il settore delle costruzioni italiane vive una profonda crisi di investimenti e di occupati che ha provocato non poche vittime fra le imprese private e cooperative. Esiste uno spazio per immaginare la ripresa di questo fondamentale settore economico? Certo che esiste. A condizione che si sappiano spendere bene i pochi soldi disponibili Attenzione, però, l’internazionalizzazione di un’azienda non può prescindere dal mantenere una forte presenza in Italia, altrimenti si rischia di diventare imprese estere. E qui torniamo alla necessità di fare partire il mercato delle costruzioni nel nostro Paese. e che si riesca a superare il discredito che il settore delle costruzioni ha accumulato negli anni, anche per colpa di norme inefficaci ed opache. L’Italia ha bisogno urgente di ingenti investimenti sulle infrastrutture, le nostre città hanno necessità di essere rilanciate, modernizzate e in alcuni casi recuperate. I nostri porti possono essere un settore fondamentale per la ripresa economica a condizione che su queste infrastrutture vengano investite risorse. Intere parti del paese hanno bisogno di interventi urgenti per la messa in sicurezza del territorio, in particolare rispetto all’assetto idrogeologico. Insomma, bisogna capire che, prima ancora delle imprese, è il sistema Paese ad avere bisogno di fare ripartire il settore delle costruzioni. A Milano il recente esempio di Expò sta a dimostrare che quando si fanno investimenti importanti poi si raccolgono anche risultati importanti. La nuova legge (il codice dei contratti) è importante anche se temo che, prima della fine dell’iter parlamentare, il provvedimento possa essere snaturato dai tanti interessi che sono in campo. Personalmente penso che il settore delle costruzioni possa trarre oggi maggiori vantaggi dal concretizzarsi di impegni importanti quali, ad esempio, quelli annunciati dalla nuova governance di Anas di tagliare l’enorme contenzioso esistente. O dal positivo rilancio dell’attività politico-diplomatica che da alcuni anni il Governo ha intensificato per sostenere le imprese italiane che lavorano nel mondo. L’Italia ha bisogno di recuperare una coesione che permetta al “sistema paese” di superare il gap che ancora la differenzia dai Paesi più dinamici. Andare a lavorare all’estero però per un’impresa italiana è sempre più difficile. Il mondo si è complicato molto. Io penso che in una realtà internazionale più difficile, dove la concorrenza si fa sempre più forte, le imprese italiane risultino avvantaggiate rispetto a quelle di altri Paesi europei. Grazie a quella che chiamiamo ”italianità” le imprese italiane sono, infatti, spesso più flessibili e più adattabili a contesti internazionali diversi e in evoluzione. Dobbiamo solo avere la convinzione che il nostro know how si può esportare. Pensiamo, ad esempio, a un progetto straordinario come quello del Mose di Venezia. Al di là delle polemiche e delle inchieste, quello è un know how tutto italiano che può essere esportato. Però bisogna crederci. Quali sono i punti di debolezza delle imprese di costruzioni italiane? Sono piccole, poco capitalizzate, legate a proprietà familiari o, come nel caso di Cmc, a un modello cooperativo che in Europa, nel settore delle costruzioni, è più unico che raro tra le imprese generali. Imprese piccole fanno più fatica a raccogliere capitali e hanno meno potere contrattuale e di pressione rispetto alla politica industriale del Paese. Per questo bisogna favorire le aggregazioni e la ricerca di nuovi strumenti di finanziamento. Cmc lo scorso anno è entrata nel mercato dei capitali e ha emesso un bond di 300 milioni di euro. Era una scelta obbligata. E penso che, nei prossimi anni, sarà altrettanto obbligata per un’impresa non familiare la strada di affacciarsi, con le formule di governance che si riterranno più consone, al mercato borsistico. L’ingresso nel mercato borsistico insieme al consolidamento del core business che oggi caratterizza Cmc, cioè quello del tunnelling, penso siano i due assi strategici per permettere a un’impresa, con una storia lunga come la vostra, non solo di superare l’attuale crisi ma anche di raggiungere nuovi importanti risultati di crescita e di consolidamento della propria presenza in Italia e nel mondo. p.05 la Betoniera 02.a 02.b rapporto sociale 2014 dire, fare, partecipare c. m. c. 02 cooperativa muratori cementisti ravenna 02.c rapporto sociale di Federica Fusconi Responsabilità e partecipazione per costruire il futuro 02.a Cristina Mazzavillani Muti porta il saluto di Ravenna Festival alla presentazione del Rapporto Sociale di Cmc. 02.b La copertina del Rapporto Sociale 2014. 02.c Federica Fusconi, segretario sociale Cmc. 02.d Il saluto della presidente di Ravennantica, Elsa Signorino. 02.e Il minuto di silenzio in memoria delle vittime dei tragici attentati di Parigi del 13/11 al termine del saluto del sindaco Il Rapporto Sociale 2014 di Cmc segna l’avvio di un nuovo ciclo. L’ultimo bilancio sociale della Cooperativa era stato pubblicato nel 2008, da allora l’azienda scelse di incorporare nel documento di presentazione del Bilancio di esercizio uno spazio dedicato ai temi sociali, al lavoro, all’ambiente e al rapporto con il territorio. La scelta di pubblicare nuovamente il nostro rapporto sociale nasce dalla presa di coscienza che la realtà di un’impresa non è data solo da ciò che è rappresentabile attraverso i dati numerici e l’esposizione documentale di politiche e strategie, ma in misura crescente anche dal come gli altri la vedono e ne interpretano il ruolo sulla base della visibilità della sua organizzazione, dell’evidenza delle finalità del suo agire, così come delle interrelazioni economiche, sociali, civili, ambientali e comunitarie che essa intrattiene e che concorrono di Ravenna, Fabrizio Matteucci. p.06 la Betoniera a determinare la sua reputazione. In questo lavoro siamo partiti dalle persone e dal lavoro. Non è stata nemmeno una vera scelta: esse sono parte della nostra natura e difficilmente avremmo potuto fare altrimenti, consapevoli però che con lavoro si intendono, ormai, realtà ed esperienze fra loro diverse. In questo primo decennio del nuovo secolo Cmc ha affrontato molti cambiamenti a tutti i livelli. Intensi processi di sviluppo, sostenuti da specifiche strategie commerciali, volti a espandere le attività all’estero e la sempre maggiore specializzazione nell’esecuzione di lavori infrastrutturali (in particolare nello scavo meccanizzato con Tbm) hanno consentito alla Cooperativa di acquisire competenze che oggi costituiscono fattori basilari della sua competitività nei mercati globali. La sfida della crescita implica cambiamenti e innovazioni che non possono non interessare anche le dinamiche sociali, del lavoro e dei comportamenti etici. Ecco, capire questi dettagli è il compito che ci siamo proposti con questo documento che si propone quale strumento aziendale di approfondimento per arricchire le informazioni economico-finanziarie del Bilancio di esercizio ma con disamine più mirate alle questioni sociali e ambientali e, inoltre, come mezzo peculiare di comunicazione e di dialogo con il territorio, le comunità locali e gli altri stakeholder della Cooperativa. Il nuovo Rapporto sociale 2014 Dal 2002 - anno del primo Bilancio sociale - ad oggi abbiamo raccontato e interpretato il tema della Responsabilità Sociale di Impresa (RSI) con modalità diverse e differenti livelli di approfondimento: alcune edizioni sono state integrate da monografie dedicate ai soci, al lavoro, alle esperienze all’estero. Immutato è rimasto il metodo, ossia la continuità e la sistematicità (siamo alla 13° edizione) oltre al rigore nell’attività 02.d di ricerca. Si tratta infatti di far emergere i contenuti multidimensionali di una realtà imprenditoriale complessa, della vita di un’organizzazione, che di per sé non può essere fissata nel tempo e nello spazio, bensì è fluida e in perenne rinnovamento. Anche per questo abbiamo scelto di non utilizzare il termine “bilancio” - che solitamente è riferito alla realtà monodimensionale economico-contabile. I contenuti del Rapporto Sociale Cmc 2014 Il Rapporto Sociale Cmc è costruito con rigore nella raccolta di dati e informazioni ma si discosta volutamente dal rigore scientifico dei criteri di RSI, da altri modelli e documenti di Corporate Social Responsability. Il nostro obiettivo è la massima fruibilità dei dati, con l’intento di mostrare il nostro modo di essere cooperativa nel terzo millennio. Con questo documento vogliamo esprime la modernità della cooperazione, il suo saper coniugare la dimensione valoriale, il patrimonio storico e ideale, con le esigenze e i progetti di sviluppo e competitività su cui qualunque impresa che voglia stare proficuamente sul mercato deve fare i conti: l’efficienza, l’innovazione, la performance economica. Il Rapporto è organizzato in 3 macro sezioni: • Identità aziendale Si racconta la storia dell’impresa (alcune tappe significative, perché è una storia che parte da lontano, dal 1901), i nostri valori, la nostra missione, un percorso coerente che lega passato e futuro, una storia di tenacia e competenza. • Performance economica La sezione illustra la ricchezza prodotta da Cmc attraverso lo svolgimento delle varie tipologie di attività e la sua successiva distribuzione alle diverse categorie di stakeholders con cui costantemente si rapporta. Sono illustrati i mercati e i settori di attività, le aree del mondo in cui operiamo, le specializzazioni raggiunte nell’esecuzione di lavori infrastrutturali, quali lo scavo meccanizzato con Tbm, le attività portuali e marittime, l’edilizia industriale e di pregio. • Performance sociale e ambientale Questa sezione è la più ricca di informazioni, quella con la quale mediante una serie di indicatori vengono esplicitati ancor meglio il quanto ma soprattutto il come del nostro lavoro.Una creazione di valore responsabile e sostenibile, rispettosa dell’equilibrio economico, dell’ambiente e delle relazioni umane. Il Rapporto descrive le azioni poste in atto e i risultati raggiunti per rispondere alle esigenze dei vari portatori di interesse: Soci, Lavoratori, Finanziatori, Clienti, Fornitori, Istituzioni, Collettività, Ambiente. Con questo lavoro abbiamo voluto valorizzare e attualizzare i principi identitari della cooperazione. 02.e p.07 la Betoniera • La mutualità, il rapporto con i nostri soci, che si concretizza nella partecipazione alla governance della società e al rischio di impresa. • La partecipazione che non è semplicemente ascolto, è decisione, corresponsabilità, assunzione dei rischi e dunque consapevolezza. Una consapevolezza che si costruisce attraverso la comunicazione, l’informazione la formazione dei soci e dei lavoratori. • La stabilità e l’intergenerazionalità: il lavoro dei soci, il suo patrimonio sono destinati a rimanere per le nuove generazioni. La cooperativa si distingue, infatti, da altri modelli imprenditoriali per la destinazione degli utili e delle riserve, per la promozione e sviluppo di nuova cooperazione. La qualità, la sicurezza dei lavoratori e la tutela dell’ambiente sono al centro dell’attività di Cmc, è un impegno quotidiano, in ogni parte del mondo. Essere cooperativa oggi, significa per noi, attenzione al lavoratore in termini di crescita e formazione professionale, sicurezza, salute e stabilità. Infine, una sezione speciale è dedicata al welfare aziendale e alla creazione di valore per il territorio e per la comunità. Un’attenzione particolare è da sempre rivolta alla città di Ravenna e al territorio romagnolo, ma sempre di più per Cmc la comunità è globalizzata. Oltre € 600 mila sono stati destinati complessivamente a sostenere la realizzazione di attività culturali, sportive, sociali, azioni umanitarie in favore delle fasce più deboli della popolazione in Italia e nel mondo. Il Rapporto sociale è la rappresentazione di ciò che siamo, ma soprattutto di ciò che abbiamo realizzato e ciò che ci prefiguriamo per il futuro. È uno strumento di lavoro per ragionare sulle politiche sociali dell’impresa, per aggiornarle, rilanciarle. La responsabilità sociale di impresa non è una semplice “dichiarazione”, non si esaurisce in una o più tabelle, ma è un tratto profondo della nostra cultura di impresa e il documento che la rappresenta non è una semplice “fotografia” ma rappresenta un processo, un cantiere sempre aperto, per mantenere vivo il confronto interno ed esterno. Per questo lavoro abbiamo scelto di ridurre la stampa e distribuzione di materiali in forma cartacea e privilegiato la diffusione attraverso gli strumenti on line (siti web, intranet, newsletter, posta elettronica, blog aziendale ecc.) ritenendoli più efficaci per diffondere notizie all’interno e all’esterno dell’azienda. Potete leggere il Rapporto Sociale cliccando sull’elemento QR code riportato a p.06, oppure scaricandolo dal sito web Cmc http://cmcgruppo.com. Il lutto dei cooperatori per la scomparsa di Enrico Liverani Di seguito, il comunicato stampa di Legacoop Romagna a seguito della tragica scomparsa di Enrico Liverani. “I cooperatori di Legacoop Romagna si uniscono al lutto per la tragica e prematura scomparsa dell’Assessore e candidato a Sindaco di Ravenna, Enrico Liverani. Questa gravissima perdita è un duro colpo non solo per Ravenna, ma per tutta la Romagna. Come movimento cooperativo avevamo avuto modo di apprezzare le qualità umane e professionali di Enrico sin dalla più giovane età, in veste di socio di una cooperativa sociale. L’apprezzamento unanime della cooperazione lo aveva accompagnato sempre anche nei suoi successivi importanti incarichi, come sindacalista e come amministratore pubblico. Enrico Liverani ha dedicato tutta la propria vita al bene della comunità e alla promozione dei diritti e del rispetto degli altri. Ne ricordiamo con rispetto e commozione la capacità professionale, l’intelligenza e soprattutto la grandissima umanità, ben nota a tutti coloro che hanno avuto il privilegio di conoscerlo. In questo momento di profondo dolore ci stringiamo ai famigliari e ai tantissimi che ne piangono la scomparsa”. Nella foto, Enrico Liverani alla presentazione del Rapporto Sociale di Cmc. 03.a 03 personale di Leonardo Potenza Approvato il Piano delle Risorse Umane per il 2016 03.a Leonardo Potenza. 03.b Nel cantiere per la metropolitana di Singapore. Nel Consiglio di Amministrazione del 30 ottobre scorso, è stato approvato il Piano delle Risorse Umane per il 2016, documento nel quale sono riassunte le strategie e le politiche che saranno portate avanti nei prossimi anni. le uscite. Questo dimostra che nel corso degli ultimi 10-15 anni sono state adottate politiche di valorizzazione e crescita di giovani, oltre naturalmente al valore personale dei singoli, che ha in parte colmato il “buco” generazionale che si era creato in azienda. Come di consueto, dopo una rapida esposizione sull’andamento numerico delle risorse in forza e sulla ripartizione Italia-Estero, si sono analizzate le previsioni dei prossimi pensionamenti nel gruppo dirigente e le possibilità di rimpiazzo. Con soddisfazione si è rilevato che a fronte di nove dirigenti - su un totale di 50 dirigenti complessivamente nel Gruppo - che andranno in pensione nei prossimi cinque anni, nel gruppo direttivo dei quadri ed impiegati sono presenti, ben ripartite tra le diverse Direzioni e Divisioni aziendali, oltre 50 risorse giovani e di valore, con potenzialità e professionalità adeguate per poter rimpiazzare Se il rimpiazzo nel gruppo dirigente non si ravvede come problematico, si riscontrano tuttavia per il prossimo futuro criticità legate ad altri fattori. Si rileva, innanzitutto, che a fronte di un fatturato che vede aumentare la presenza della Cmc all’estero, complice anche la stagnazione del mercato delle costruzioni italiano, i servizi della Sede sono ancora troppo sbilanciati a supporto delle commesse in Italia. Si dovrà rivedere la “mappa” di distribuzione del personale di Sede tra i vari servizi operanti per l’Italia e per l’Estero, e comunque prevedere una generale riqualificazione del personale per garantire 03.b intercambiabilità all’interno della struttura. È stato poi affrontato il tema della possibile estensione dello strumento della cosiddetta “isopensione” (di fatto, per usare termini non del tutto precisi ma di più facile comprensione, la possibilità di andare in “prepensionamento”) per operai, impiegati e quadri. In un passato Consiglio di Amministrazione era stato deliberato di verificarne la fattibilità tecnica, economica ed organizzativa, ed in effetti la Direzione del Personale ha illustrato al Consiglio la possibilità di accedere a questi strumenti, nel rispetto comunque delle esigenze organizzative e dei vincoli economici. In particolare, si è determinato che, poiché l’aumento dell’età pensionabile ha visto penalizzati principalmente gli operai, si darà precedenza a questa categoria rispetto a quelle degli impiegati e dei quadri. Sul tema del reperimento di personale per le commesse all’estero, si rileva che continua ad essere difficoltoso reclutare personale italiano disposto a lavorare all’estero, per cui bisognerà proseguire nelle politiche di inserimento di giovani da far sviluppare rapidamente e nella valorizzazione del personale di altre nazionalità che opera nelle commesse Cmc da moltissimi anni, e quindi a tutti gli effetti da considerare come risorse aziendali di valore. Sono stati poi analizzati i risultati conseguiti rispetto agli obiettivi che ci eravamo prefissati lo scorso anno, in particolare sul progetto di inserimento dei giovani, sulla valorizzazione del personale straniero e italiano all’estero, sui risultati della formazione in generale ed in particolare sulla Cmc University. Infine, è stato fatto un accenno agli esiti finali delle valutazioni del personale svolte nel 2014. Si è rammentato che nel 2016 si ripeteranno le valutazioni, adottando gli stessi criteri metodologici dello scorso anno. p.08 la Betoniera 04.a poi nel modenese, è nata una esperienza molto interessante, quella di Sicrea, una società a controllo cooperativo che ha assorbito il personale della Cmr e della Orion e di Cdc di Modena. Si sta pensando a qualcosa di analogo per le cooperative in difficoltà insediate tra Bologna e la riviera. La nostra prima preoccupazione è per il lavoro e il reddito di soci e lavoratori. Per questo, oltre ad adoperarci per far sì che gli ammortizzatori sociali vengano attivati, stiamo usando strumenti nuovi, come quelli legati alla formazione, per trovare alternative occupazionali a chi è rimasto senza lavoro. Inoltre, vorremmo che fosse condivisa la preoccupazione per il progressivo venire meno di presidi territoriali nella filiera delle costruzioni. Legacoop Romagna ha cambiato recentemente i propri vertici. Con quali progetti? Intanto vanno ringraziate Ruenza Santandrea e Monica Fantini che, nei ruoli di presidente e direttore dell’associazione, si sono sobbarcate le fatiche non piccole legate all’avvio di questa esperienza. Sono sicuro che sapranno continuare il loro lavoro nell’organizzazione nella dimensione regionale e nazionale, secondo le professionalità che competono loro. Per quanto riguarda i neoeletti presidente e direttore, Guglielmo Russo e Mario Mazzotti, il mandato è quello che hanno ricevuto dagli organismi di Legacoop Romagna: rafforzare l’associazione rendendola più efficiente e utile per le cooperative associate. 04 cooperazione Verso l’Alleanza delle Cooperative Italiane 04.a Il presidente di Legacoop Emilia Romagna, Giovanni Monti. L’economia italiana, seppure debolmente, ha cambiato di segno, da negativo a positivo, ma perdurano le criticità per le imprese, anche quelle cooperative. Qual è la situazione? Com’è ovvio, anche nella crisi ci sono settori che vanno meglio di altri o imprese che hanno saputo interpretare le avvisaglie e innovarsi per tempo. È così anche nella cooperazione aderente a Legacoop della nostra regione, che è vasta, conta circa 3 milioni di soci e 150.000 occupati, e vede imprese che primeggiano a livello nazionale e, a volte, internazionale. Dal 2008 al 2014, gli anni più duri di crisi, le cooperative dell’Emila-Romagna hanno registrato un +5% di occupati; esattamente l’opposto delle altre imprese che hanno segnato il -5%. Complessivamente la cooperazione conferma la sua forza e utilità sociale. Il settore delle costruzioni sta attraversando un momento particolarmente difficile. Nello specifico, come sta andando quello associato a Legacoop? Com’è noto, il settore che è stato più colpito dalla crisi è quello delle costruzioni, in particolare dell’immobiliare e delle opere pubbliche. Sono oltre 800.000 le persone del comparto rimaste senza lavoro e quasi 15.000 le aziende che hanno chiuso i battenti. Legacoop Romagna, rinnovati i vertici: nuovo Presidente Guglielmo Russo, Direttore Mario Mazzotti Eletti all’unanimità, durante l’ultima Direzione e su proposta di Giovanni Monti, presidente di Legacoop Emilia Romagna, il nuovo presidente e il nuovo direttore di Legacoop Romagna. Si tratta rispettivamente di Guglielmo Russo e Mario Mazzotti. Confermati i 3 vicepresidenti: Luca Panzavolta (Commercianti Indipendenti Associati - Conad), Giampiero Boschetti (Cooperativa Braccianti Riminese) e Massimo Matteucci (Cmc). Russo precedentemente era presidente della cooperativa sociale Cad di Forlì e Mazzotti presidente della Dister di Faenza. Russo e Mazzotti vanno a sostituire rispettivamente la Presidente Ruenza Santandrea e il Direttore Monica Fantini. p.09 la Betoniera Le cooperative che non sono riuscite a riposizionarsi, come invece ha fatto Cmc, si sono trovate in gravi difficoltà. Anche quelle che sono state costrette a chiudere hanno resistito anni prima di cedere, erodendo patrimoni accumulati da generazioni pur di tenere aperto. Si sperava che la ripresa arrivasse presto per ripartire, era difficile immaginare una crisi tanto lunga e dagli effetti così profondi sui sistemi economici e produttivi. Per questo abbiamo chiesto - e torneremo a chiedere - al Governo che venga dichiarato lo stato di crisi del settore adottando misure di salvaguardia dell’occupazione e di rilancio. Di quali strumenti dispongono Legacoop Emilia-Romagna e quelle territoriali per affrontare questa situazione? Legacoop e l’insieme del movimento cooperativo sono intervenuti a sostegno delle imprese in difficoltà, sia investendo ingenti risorse e offrendo garanzie, sia esercitando il ruolo di rappresentanza nei confronti del sistema istituzionale e verso il credito. Abbiamo affiancato le cooperative che, attraverso progetti innovativi, puntavano a salvaguardare almeno una quota di base occupazionale, ma raramente queste ipotesi di lavoro si sono concretizzate. Nelle reggiano, estendendosi Quali sono i progetti che Legacoop EmiliaRomagna ritiene che le cooperative debbano fare propri e portare a termine per mantenere un ruolo di primo piano nell’economia regionale e nazionale? Non solo sono importanti i progetti, è importante anche come li si costruisce. Lo scorso anno al nostro congresso regionale e recentemente all’assemblea dei delegati lo abbiamo detto e ribadito: ogni cooperativa dovrebbe avere un proprio progetto che possa decollare se viene messo in relazione con altre cooperative di altri settori. Non solo: anche le imprese private, il mondo del credito e della finanza, le istituzioni possono e debbono essere interlocutori. L’obiettivo è quello di fare crescere, in un’ottica di sostenibilità, il territorio e le comunità. L’esempio che portiamo spesso è quello di Fico, la fabbrica italiana contadina che nascerà a Bologna entro i primi mesi del 2017 e che sarà un po’ il proseguimento dell’Expo di Milano. Nella compagine societaria ci sono cooperative, con Coop in un ruolo di primissimo piano, privati, istituzioni locali, istituzioni finanziarie. Vanno, inoltre, sottolineati i progetti di valenza più interna tra i quali, coordinato dal presidente di Cmc, Massimo Matteucci, spicca quello dedicato ai cambiamenti nelle governance cooperative. Il prossimo appuntamento, importantissimo, è la costruzione dell’Alleanza delle cooperative italiane: a che punto siamo e quali passi debbono essere fatti? Abbiamo fissato l’1 gennaio 2017 come data entro la quale l’Alleanza va costituita a livello nazionale e locale. La volontà politica c’è da parte di tutti i soggetti promotori: Legacoop, Confcooperative, Agci, e sono molto fiducioso sul raggiungimento del risultato. Certo, non è un percorso semplice, anche perché nel corso degli anni ognuno di noi ha adottato modelli organizzativi e di governance diversi che andranno ricondotti a un solo modello. La posta in gioco è importantissima: offrire alle cooperative, ai territori, all’opinione pubblica e alle istituzioni una sola rappresentanza rende tutto il sistema paese più forte, non solo noi. Ne siamo tutti consapevoli ed è un obiettivo che ci avviamo a raggiungere. 05.1 05.1.e lavori in corso di Giovanni Matta Singapore MRT C927... quasi alla prima importante meta Qui nella Città del Leone, dopo poco più di 4 anni, Cmc di Ravenna comincia a vedere i primi chiari risultati di un impegno duro, avvincente, sfidante e professionalmente appagante. 05.1.a In uno dei due contratti, il C927, chiamato anche Bedok Reservoir Station, si stanno completando i lavori strutturali della stazione e ci si avvicina al raggiungimento della Basic Structural Completion (BSC - milestone contrattuale molto importante) dopo avere raggiunta quella nel tunnel lo scorso 2 aprile. In quella data abbiamo, infatti, già consegnato al cliente, con tanto di Certificate of Substancial Completion, i lavori del tunnel, che ricordiamo consistevano in 3 km scavati con due Tbms EPB da 6.7 m della Robbins. Le attività all’interno dei tunnel, da qualche mese, vedono, invece, impegnato un altro contractor, quello per la posa dei binari che ha già completato tutta la sezione riguardante il 927, stazione e tunnel, ed entro l’inizio del mese prossimo procederà nelle tratte di tunnel del 926, prossime anch’esse al loro completamento. 05.1.b All’interno della stazione 927 intanto il lavoro procede frenetico per quello che manca dei calcestruzzi, ma soprattutto per i lavori di finitura architettonica e per le installazioni elettromeccaniche da parte dei SWC (Sytem Wide Contractors). I primi consistono negli intonaci, rasature, pitture e massetti di tutte le zone private e pubbliche che sono state già completate. Seguiranno poi i materiali pregiati: graniti, ceramiche, pannelli in alluminio, vetrate e controsofitti. Allo scopo Cmc ha scelto di avvalersi di artigiani italiani che hanno mostrato capacità e produttività migliori dei loro competitors locali riconfermando il primato qualitativo italiano, e di Cmc, in questo genere di attività che necessitano mestiere, dedizione e profonda passione. I secondi, invece, consistono nelle installazioni elettromeccaniche che vengono eseguite da diversi contractors, locali e no, nei confronti dei quali abbiamo l’obbligo contrattuale di fornire coordinamento tecnico /logistico e supporto operativo. Si tratta in definitiva di chi installerà tutti i sistemi di ventilazione, idrici, elettrici, meccanici e di sicurezza per dare vita al corpo della stazione e renderla così fruibile agli utilizzatori. L’ultima fase sarà, invece, il ripristino esterno che vedrà in prima linea la ricollocazione di un grosso canale di superficie per la raccolta delle acque piovane che è stato temporaneamente deviato consentendo cosi la costruzione del corpo della stazione. Seguirà quindi la costruzione delle entrate A e B alla stazione con le loro particolari finiture architettoniche comprese di arredo urbano e verde pubblico. Manca ancora poco più di un anno alla data di completamento e, anche se ci aspettano ancora alcune importanti sfide tecniche e di coordinamento con tutte le entità coinvolte nel progetto, Cmc riuscirà a soddisfare il proprio impegno con questo importante cliente! Nuova acquisizione in Algeria A fine novembre è stato firmato un contratto tra Cmc e Danieli di Buttrio (UD), leader mondiale nella produzione di impianti siderurgici, nell’ambito della costruzione del complesso siderurgico di Jijel, in Algeria. La località si trova a 400 km ad est di Algeri e a 200 km a nord di Costantine, dove Cmc ha già un cantiere operativo. Nel dettaglio si tratta dell’esecuzione di parte delle opere civili dell’acciaieria (laminatoi) che è stata commissionata a Danieli dalla società mista algero-qatarina AQS (Algerian Qatari Steeel). L’importo dei lavori è di circa 20 milioni di USD ed arriverà ad impiegare un massimo 300 persone. Aggiudicazione in Namibia Cmc si è aggiudicata i lavori di riabilitazione della tratta stradale tra Windhoek e Okahandja in Namibia del valore di circa 1 miliardo di dollari namibiani (circa 72 milioni di euro). Il contratto ha una durata di 36 mesi. Per Cmc sarà la prima esperienza nel paese dell’Africa Australe. 05.1.c Respinto il ricorso contro Cmc per il depuratore di Trento Il Tribunale Regionale di Giustizia Amministrativa di Trento ha respinto il ricorso nei confronti di Cmc, quale mandataria di una associazione di imprese, nella gara di appalto per la progettazione esecutiva e la realizzazione del 1° lotto dell’impianto di depurazione Trento 3-versione Sottomonte e di rettifica della SS12. L’importo complessivo dell’appalto era fissato in 89 milioni di euro circa ed era stato aggiudicato nell’aprile scorso all’ATI Cmc. L’ATI giunta al secondo posto della graduatoria di gara, aveva presentato un ricorso contro questo esito. La sentenza del Tribunale competente, riunito in Camera di Consiglio il giorno 8 ottobre, ha respinto il ricorso e condannato la società ricorrente al pagamento delle spese di giudizio. Nuova aggiudicazione in Marocco La Cmc, in associazione temporanea di imprese con le società Seprob di Casablanca e Slimar di Chioggia (Ve), si è aggiudicata la gara d’appalto indetta dall’Agenzia Nazionale dei Porti del Marocco – Distretto Regionale Atlantico del Nord e Direzione del Porto di Mohammedia, per i lavori di costruzione di una nuova Stazione Gpl nel porto di Mohammedia. L’importo complessivo dei lavori è di circa 30 milioni di Euro. 05.1.d p.10 la Betoniera 05.2.a 05.2.b 05.2 05.2.c 05.1.d 05.2.e lavori in corso di Giuseppina Melidona Expò Milano 2015, 7 milioni di visitatori nei Padiglioni realizzati da Cmc 05.1.a-d Nel cantiere Cmc di Singapore. 05.1.e Giovanni Matta. 05.2.a Il padiglione della Corea. Si è tenuta il 31 ottobre alla presenza del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella la cerimonia di chiusura dell’Esposizione Universale di Milano. Nei 184 giorni di apertura sono stati oltre 20 milioni i visitatori giunti in città da ogni parte del mondo per visitare i 157 Paesi espositori e per riflettere insieme sul tema “Nutrire il Pianeta, energia per la Vita”. 05.2.b Il padigione francese. 05.2.c Giuseppina Melidona. 05.2.d Un momento della premiazione in Francia. 05.2.e Il Premier Matteo Renzi in visita al padiglione francese. 05.2.f L’ingresso alla fermata della metropolitana all’Expò. 05.2.g Il padiglione Tailandese. In questi sei mesi il sito di Expo Milano 2015 è stato animato da circa 10 mila incontri e dibattiti sulle tematiche legate all’evento e ha ospitato 300 visite istituzionali con la presenza di 60 Capi di Stato o di Governo, oltre ad interventi illustri tra i quali Papa Francesco, Michelle Obama e il segretario generale dell’Onu Ban Ki-Moon. Nel corso della cerimonia conclusiva il Commissario Unico di Expo Milano 2015 Giuseppe Sala ha consegnato le bandiere del BIE Bureau International des Expositions, ad Astana 2017 e a Dubai 2020, le città che ospiteranno le prossime edizioni di Expo. I tre padiglioni costruiti da Cmc quelli di Francia, Corea del Sud e Tailandia, sono stati tra i protagonisti del grande successo di Expo, ed oltre 05.2.f ad essere tra i più apprezzati da parte dei visitatori durante i 6 mesi di apertura i nostri padiglioni sono stati visitati complessivamente da quasi 7 milioni di persone! - hanno ricevuto anche importanti premi e riconoscimenti. Alla vigilia della chiusura del grande evento, la società Expo e il BIE hanno assegnato al Padiglione della Francia una delle tre medaglie d’oro, quella per l’architettura più bella, apprezzata “per l’innovativo concetto di un mercato del cibo coperto e di un paesaggio vivace e aperto”, mentre alla Corea è stata consegnata la medaglia d’argento per l’Exhibition Design, sempre nella categoria dei grandi padiglioni. Il Padiglione francese ha inoltre ricevuto la menzione d’onore da parte della rivista americana di settore Exhibitor Magazine. Un importante riconoscimento del lavoro svolto da Cmc, alla guida del raggruppamento di imprese che ha curato la progettazione, la realizzazione e la manutenzione del Padiglione della Francia, è arrivato direttamente dal Governo d’oltralpe. Su proposta di Stéphane Le Foll, Ministro francese dell’Agricoltura, dell’Agroalimentare e della Foresta e portavoce del Governo, e di Alain 05.2.g p.11 la Betoniera Berger, Commissario Generale della Francia a Expo Milano 2015, i nostri colleghi Marco Travanini, Massimo Gori e Maurizio Montanari hanno ricevuto la nomina al grado di Cavaliere del Merito Agricolo francese a motivo del “servizio eccezionale reso all’agricoltura nell’ambito dell’Esposizione universale - Milano 2015”. L’onorificenza è stata loro conferita nel corso di una cerimonia che si è svolta a Parigi il 3 dicembre 2015. Ad Expo conclusa, secondo quanto previsto dai contratti sottoscritti da Cmc con i rispettivi Clienti, sono iniziati i lavori di smontaggio dei padiglioni. In particolare, i Padiglioni di Corea e Tailandia verranno demoliti e smaltiti. Il Padiglione della Francia sarà invece smontato, imballato e riconsegnato al Cliente che lo conserverà in un deposito, in attesa dell’esito del Concorso lanciato per il riutilizzo della struttura in patria. La destinazione definitiva dell’edificio verrà stabilita entro la fine dell’anno. Nel frattempo, a ricordo di questa esperienza unica, è entrato a far parte della galleria di Cmc il “bufalo tailandese” che durante i sei mesi di Expo ha accolto i visitatori del Padiglione della Tailandia! 05.3.a 05.3 05.3.c 05.3.d lavori in corso di Lamberto Gavelli Inaugurata l’autostrada Maritza in Bulgaria Lo scorso 29 ottobre ha avuto luogo la cerimonia di apertura dell’autostrada A-1 Maritza in Bulgaria, permettendo così il completamento dell’asse viario Sofia (Bulgaria) - Istanbul (Turchia). 05.3.b Si conclude così, dopo 4 anni di lavori, il progetto che Cmc si era aggiudicata nel 2011 e che è stato diretto dal Project Manager ing. Carlo Finotti. Si tratta di un’opera cofinanziata con fondi della Comunità Europea all’interno di un piano di sviluppo europeo dei trasporti che in Bulgaria è denominato “Operational Transport Program”. Il tratto di 31,4 km che va da Orizovo a Dimitrovgrad si sviluppa lungo un territorio tendenzialmente pianeggiante con la sporadica presenza di modesti rilievi collinari che sono stati attraversati in trincea. La strada si sviluppa su due corsie di marcia ed una di emergenza per ogni carreggiata che misura quindi 11 metridi larghezza. Il percorso attraversa un lago artificiale e tre fiumi, il fiume “Stara Reka”, il fiume “Maritza” ed il fiume “Banska”; vi sono inoltre 05.4 05.4.c sovrappassi e sottopassi sia stradali che agricoli. Le facilities sono 22 in totale e di non particolari dimensioni; la più consistente è il ponte sul fiume Maritza che consta di 18 campate di 26 metri ciascuna con una lunghezza totale di 470 metri e per 28 metri di larghezza. Alla cerimonia di inaugurazione erano presenti le autorità bulgare: il Presidente della Repubblica Rosen Plevneliev, il Primo Ministro Boiko Borisov, il Ministro degli Affari Regionali Liliana Pavlova ed il Ministro dei Trasporti Ivailo Moskovski. Era presente anche il Presidente della Road Infrastructure Agency (RIA) Lazar Lazarov. Ha celebrato e benedetto la cerimonia il Pope Arcivescovo di Chirpàn. La durata dei lavori, maggiore di quanto previsto nel progetto iniziale, è da imputarsi principalmente alla presenza di 8 aree di interesse archeologico che hanno bloccato i lavori stradali per lungo tempo. L’ultimo vincolo archeologico è stato risolto alla fine di maggio 2015. Purtroppo, anche alcune lungaggini burocratiche, hanno contribuito allo slittamento dei tempi di realizzazione. 05.4.a lavori in corso di Salvatore Picone La 640 diventa la “strada degli scrittori” 05.3.a-d L’inaugurazione della nuova autostrada A1 Maritza in Bulgaria. La proposta del cambio di denominazione della statale lanciata all’Anas dal sindaco di Agrigento Lillo Firetto. Lo scrittore Andrea Camilleri: “È il giusto merito ai grandi autori nati in questa terra”. 05.4.a La locandina della “Strada degli scrittori”. 05.4.b-c La Ss 640. 05.4.b La nuova strada statale 640 cambia denominazione. La richiesta all’Anas è arrivata dal sindaco di Agrigento Lillo Firetto, annunciata all’Expo, in occasione della cerimonia dedicata ai 90 anni dello scrittore Andrea Camilleri, nel corso di una cerimonia che si è svolta presso lo spazio “Casa Corriere” voluta dal giornalista Felice Cavallaro, promotore, già due anni fa, di iniziative per un progetto turistico-culturale che lega le città e i paesi di scrittori importanti, vissuti lungo la strada che lega le province di Agrigento a Caltanissetta. Andrea Camilleri, papà del celebre Commissario Montalbano, ha dichiarato che è una bellissima iniziativa che dà il giusto merito e riconoscimento a due tra gli autori più ammirati e conosciuti al mondo: Luigi Pirandello e Leonardo Sciascia. “Il presidente nazionale di Anas, Gianni Vittorio Armani, ha dimostrato sin da subito interesse all’iniziativa”, ci ha detto Felice Cavallaro. E anche la Cmc di Ravenna, che per conto dell’Anas sta realizzando i lavori di ammodernamento a quattro corsie della statale, ha subito sposato l’idea, partecipando sin dall’inizio, alle attività legate alla “strada degli scrittori”. Secondo il sindaco di Agrigento, l’obiettivo di questa intitolazione è quello di realizzare un itinerario turistico di straordinario interesse naturalistico e culturale, che invita alla visita dei luoghi della memoria letteraria di grandi autori siciliani. Il turista, l’appassionato, lo studente potrà quindi percorrere la 640 pensando di poter toccare con mano luoghi descritti nelle opere di Pirandello, Sciascia, dello stesso Andrea Camilleri e di altri autori. Visitando la Valle dei Templi e il Giardino della Kolimbetra si potrà continuare il percorso fermandosi a Porto Empedocle, la Vigàta di Montalbano, e la contrada del Kaos, dove nacque il premio Nobel agrigentino Luigi Pirandello, nella stessa campagna che si affaccia al “mare africano” dove riposano le ceneri del grande drammaturgo. Da Agrigento quindi, passando per Favara, la città della Farm Cultural Park legata ad Antonio Russello, poco conosciuto, ma di grande valore letterario, dopo trenta chilometri si arriva a Racalmuto, il paese di Leonardo Sciascia, voce e coscienza critica che ha spronato alla verità, nutrendosi del dubbio. Uno spirito, quello dello scrittore scomparso ventisei anni fa, che fu capace non solo di polemizzare, ma di dialogare con tutti. A Racalmuto ci si può imbattere negli amici e nei colleghi maestri di Sciascia, passando dalla scuola dove ha insegnato o dal Circolo Unione. Ma soprattutto si potranno studiare le carte da lui donate alla Fondazione che porta il suo nome: un importante archivio di lettere e documenti che raccontano cinquant’anni di attività letteraria dell’autore del “Giorno della civetta”. Così da Racalmuto e dalla campagna di contrada Noce, dove lo scrittore ha scritto tutti i suoi libri, in venti minuti si potrà arrivare a Caltanissetta, la città di Rosso di San Secondo, ma anche la “Nissa” dove ha insegnato Vitaliano Brancati. Tappa fondamentale anche Palma di Montechiaro, la città di Tomasi di Lampedusa e dei dolci di mandorla delle Suore Benedettine del Convento della Beata Corbera del Gattopardo. La “strada degli scrittori” è anche un circuito che invita il viaggiatore ad intrattenersi tra le bellezze artistiche, monumentali ed enogastronomiche. Un percorso unico fatto di castelli, chiese di grande valore storico, musei e teatri. E di piatti intensi. Tra i vini già legati alla strada degli scrittori, il “seicentoquaranta” – il Nero d’Avola Doc Sicilia nato da un’idea di Pierfrancesco Paglini – che è anche il vino della solidarietà. Un vino fatto nella strada degli scrittori, aveva detto tempo fa Andrea Camilleri, è sicuramente un vino diverso. E lo è, anche dal punto di vista qualitativo: forte e intenso, che richiama certi vini spagnoli. Sul cambio di denominazione della statale 640 anche il vice presidente della Regione Sicilia, Mariella Lo Bello, ha manifestato il suo apprezzamento e pieno appoggio all’iniziativa. 05.5 05.5.a 05.5.b lavori in corso Scoperta una fattoria di età Romano-Imperiale 05.5.a-d Ritrovamenti archeologici nel cantiere della Ss 121. 05.6.a il nuovo ospedale di Mazara del Vallo. Nei mesi scorsi la Soprintendenza Beni Culturali e Ambientali di Palermo ha effettuato un intervento di scavo archeologico in corrispondenza del cantiere ANAS denominato CV 6, in occasione dei lavori di ammodernamento della SS121-SS189 (tratta Palermo-Lercara Friddi) al centro della cosiddetta “Pianotta di Vicari”. La sorveglianza archeologica - prescritta su tutti i lavori di ammodernamento dell’importante arteria stradale - aveva segnalato nell’area la presenza di strutture murarie e frammenti ceramici antichi, rinvenimenti che hanno indotto gli archeologi della Soprintendenza di Palermo, Unità Operativa 5, Stefano Vassallo e Monica Chiovaro, a disporre la realizzazione di un cantiere archeologico, con la collaborazione di Antonio Di Maggio e Fausto D’angelo, della Cooperativa Archeologia di Firenze e della ditta Bolognetta Scpa. L’indagine ha consentito di mettere in luce parte di un insediamento rurale di età romano -imperiale (I sec. d.C.), utilizzato fino all’età tardo-antica (IV-V sec. d.C.). Purtroppo, la maggior parte della fattoria doveva estendersi al di là dell’area espropriata per l’allestimento del cantiere stradale; tuttavia, l’esplorazione ha consentito il rinvenimento di alcuni vani, anche con materiale ancora “in posto”, come una coppia di anfore da trasporto parzialmente interrate nell’angolo di uno degli ambienti, probabilmente destinato a deposito di derrate alimentari. Nello scavo sono presenti anche alcune istallazioni funzionali a vari tipi di lavorazioni come, per esempio - nell’area a nord dell’insediamento 05.6.a - una vasca quadrangolare impermeabilizzata con un rivestimento in cocciopesto, oltre a un piccolo forno costituito da ciottoli e circondato da uno strato concotto. 05.5.c L’insediamento insisteva su un’area che era frequentata già in età preistorica: infatti, nella zona limitrofa alla fattoria è stata rinvenuta ceramica preistorica e tracce di bruciato, risalenti - a un primo esame dei reperti all’età del Bronzo; in seguito il terreno era stato occupato da una necropoli di età ellenistica (III sec. a.C.), come testimonia il ritrovamento di un’incinerazione e di unguentari acromi piriformi, posti negli strati immediatamente al di sotto delle strutture murarie dell’edificio romano. La scoperta assume una particolare rilevanza poiché si tratta di uno dei pochi casi di scavo di un insediamento rurale di età romana nella Sicilia occidentale; il nuovo sito messo in luce contribuisce a chiarire le dinamiche del popolamento di questa parte dell’isola nella prima età imperiale, caratterizzata non solo dalla presenza di ricche città costiere (come, per esempio, Palermo o Termini Imerese), ma anche da un tipo di insediamento diffuso nel retroterra dei grandi centri urbani, nelle aree di sfruttamento agro-pastorale, territori a vocazione prevalentemente cerealicola, fondamentali risorse economiche della Sicilia e fonte privilegiata del rifornimento annonario di Roma. 05.5.d Il rinvenimento conferma ancora una volta l’importanza degli interventi di archeologia all’interno dei Lavori Pubblici che - pur in tempo di crisi economica e tra tante difficoltà logistiche - consentono di recuperare dati archeologici che altrimenti andrebbero perduti e che contribuiscono ad arricchire le conoscenze dei modelli socio-economici della Sicilia antica. 05.6 lavori in corso di S.P. Ospedale costruito in tempi da record Prima dell’estate saranno conclusi i lavori di ristrutturazione dell’ospedale “Ajello” di Mazara del Vallo, in Sicilia. Lavori realizzati da Cmc e da Ceif, tramite il Conscoop, per conto dell’Azienda Sanitaria Provinciale di Trapani. Un progetto ambizioso, cofinanziato dall’Unione Europea nell’ambito del Po-Fers 2007/2013, che prevede la ricostruzione di nuove strutture e la trasformazione di quella esistente. E arrivano i primi complimenti da parte dei cittadini e delle Istituzioni della città. Il sindaco Nicola Cristaldi, lo scorso 23 novembre, pubblicamente ha ringraziato l’impresa che sta eseguendo i lavori: “a breve, avremo una struttura ospedaliera all’avanguardia - ha detto il sindaco nel corso di una trasmissione televisiva e radiofonica regionale - e questo è un grande traguardo. A Mazara il nuovo ospedale è costruito in tempi record”. p.13 la Betoniera “Devo dire che in Sicilia - ha detto il sindaco - dove tutto è sempre a rilento, è un piccolo grande traguardo. In altre epoche, probabilmente, per fare questo tipo di intervento ci sarebbero voluti anche sei-sette anni”. L’intervento dell’impresa, nella struttura ospedaliera della cittadina in provincia di Trapani, prevede la demolizione del vecchio ospedale e la ricostruzione, con ampliamento, del nuovo. Dal cantiere ci dicono che sono stati realizzati circa 35.000 mq coperti su 6 elevazioni fra cui: un bunker in cls baritico con capacità schermante per ricevere l’acceleratore radiante di particelle, utile contro i tumori; un complesso operatorio con tre sale operatorie “chiavi in mano”, circa 12.000 mq di facciate ventilate in hpl miste ad alluminio e impianti vari. Inoltre l’intero appalto ha potuto avvalersi del Protocollo di Legalità fortemente voluto dalla Cmc e siglato in accordo con la Prefettura di Trapani. Uno strumento importante di legalità e di tutela per tutti. Un modello positivo, ormai, di tutti i cantieri della nostra Cooperativa, applicato non solo in Sicilia. 05.7.a • la demolizione di alcuni fabbricati esistenti all’interno dello stabilimento Lucchini ubicati lungo il nuovo tracciato del muro di recinzione dei piazzali portuali e di una porzione di fabbricati ex Lucchini che si attestano sulla banchina lato nord; • l’adeguamento della rete di raccolta (acque meteoriche ed della acque di falda) e della rete di servizi alla nuova configurazione dei piazzali portuali; • la realizzazione di un molo provvisorio a protezione della Darsena Magona dall’ingresso del moto ondoso, costituito da una fila di palancole metalliche tipo PU25 lunghe 13,50 m, ed un setto perpendicolare in palancole a tergo, con funzione di irrigidimento della parete principale; • la modifica e l’ottimizzazione delle modalità di demolizione del pontile Ex- Ilva finalizzato al riutilizzo dei residui di demolizione per la realizzazione di isole ecologiche a mare; • la realizzazione del muro di recinzione in c.a. del piazzale portuale per uno sviluppo lineare complessivo di 488.50 m costituito per 124 m da una struttura in c.a. gettato in opera e per i restanti 364.50 m da una struttura mista con soletta di fondazione di c.a. gettato in opera e una parete verticale prefabbricata in c.a.; 05.7 • la realizzazione degli impianti elettrico, antincendio ed idrico. 05.7.e lavori in corso di Alessandro Cardellini A poco più di due anni di distanza dal primo appalto la stessa ATI, con Cmc mandataria, si è aggiudicata i lavori per gli Interventi infrastrutturali legati al nuovo Piano Regolatore Portuale per il rilancio e la competitività industriale e portuale del Porto di Piombino. Gente di mare... 05.7.a-b Nel cantiere del porto di Piombino. 05.7.c-d Nel cantiere del porto di Ancona. 05.7.e Alessandro Cardellini. Cmc ha avuto da sempre un forte legame con il porto della sua città. Negli anni le esperienze in lavori marittimi si sono estese in tutta Italia e anche all’estero. Grazie a professionalità e mezzi, Cmc ha operato in vari porti, da quello turistico di Marina di Pisa al porto da pesca di El Kala in Algeria. Anche per il futuro, la nostra cooperativa continua a marcare fortemente il mercato delle opere marittime, nonostante la crisi del settore che vede il volume dei lavori decrescere anno dopo anno, partecipando a tutte le gare di appalto anche di piccolo e medio taglio. Al momento si attende l’esito di sei offerte già presentate e che siano bandite, entro il 2016, circa una dozzina di gare nel settore marittimo. Le ultime commesse marittime nelle quali Cmc ha operato e di cui vogliamo parlare in questo numero de la Betoniera sono quelle per i porti di Piombino e di Ancona. Piombino La presenza di Cmc nel porto di Piombino è ormai di lunga data. Cominciata nel 2012 con il cantiere MISE, è proseguita con il lavori di adeguamento del Piano Regolatore portuale e continua oggi con un nuovo affidamento, arrivato attraverso una procedura negoziata, per il prolungamento del Molo Batteria. I lavori del MISE sono stati completati e nelle scorse settimane anche collaudati. L’appalto, affidato il 13 febbraio del 2012, dall’Autorità Portuale di Piombino, all’A.T.I Cmc - Sales riguardava lavori di costruzione delle opere previste nella prima fase di attuazione del P.R.P. del porto per un importo complessivo di 22.299.019 euro. Durante l’appalto sono state sottoscritte 3 Perizie di Variante e Suppletive per un importo dei lavori di 26.203,482 euro ed una durata complessiva dei lavori pari a 690 giorni. Le principali opere previste nell’appalto riguardano: • la realizzazione di accosti funzionali “Banchina ovest della Darsena Piccola e tratto iniziale della banchina sud della Darsena Grande” tramite adeguamento dei piazzali retrostanti e riprofilatura delle linee di banchina; • la riqualificazione delle vasche di decantazione esistenti; p.14 la Betoniera • la ridefinizione dello schema di raccolta delle acque e ricostruzione del sistema fognario e scarico a mare delle acque industriali degli insediamenti esistenti a tergo del bacino portuale (Magona e Lucchini); • il banchinamento del lato interno del moletto a scogliera che delimita la Darsena Magona fino al limite dello scivolo di alaggio esistente; • l’adeguamento del tracciato del muro di recinzione portuale alla nuova configurazione dei piazzali e prolungamento della recinzione all’interno dell’area Lucchini per tutto il tracciato della futura strada di collegamento delle aree industriali con il porto di Piombino; • la modifica del manufatto di stoccaggio temporaneo dei sedimenti pericolosi; Il contratto per la realizzazione dei lavori in oggetto aveva originariamente un importo di 81.865.462 euro e una durata di 360 giorni. A seguito di imprevisti manifestatisi nel corso dei lavori, la Direzione dei lavori ha introdotto una Variante che ha portato l’importo contrattuale a 85.627.515 euro e il termine per dare completate le opere al 31 dicembre 2015. L’intervento consiste nell’adeguamento del porto toscano, finalizzato ad accogliere navi di grandi dimensioni e a smaltire navi militari in disarmo. Al termine dell’appalto la competitività del porto di Piombino sarà notevolmente aumentata grazie alla disponibilità di una delle banchine portuali più profonde d’Italia (-20 m s.l.m.m.) e di ampi piazzali da destinare ad usi industriali e commerciali. L’area di intervento corrisponde allo specchio acqueo a nord dell’attuale bacino portuale, prospiciente la seconda vasca di contenimento dei materiali di risulta dei dragaggi appena completata, immediatamente a sud della foce della Cornia Vecchia. I lavori previsti consistono nelle seguenti opere: • la realizzazione della Diga a Scogliera nord che delimita, lato mare, il piazzale di radice della Darsena Nord e il relativo muro paraonde; • l’opera a scogliera che ha origine in corrispondenza del setto interno alla seconda vasca di contenimento esistente che divide il setto nord da quello centrale 05.7.b e percorrendo il lato corto della darsena si intesta sulla diga a scogliera di cui sopra chiudendo il perimetro del suddetto piazzale, denominato argine sud; 05.7.c • la realizzazione del rilevato del terrapieno di radice della Darsena nord attraverso il riempimento dell’area delimitata dalle opere di cui ai punti precedenti con i materiali di risulta dei dragaggi; • il consolidamento a mezzo di colonne di ghiaia e la pavimentazione della porzione di levante del piazzale adiacente la diga a scogliera nord, per una superficie di circa 76.500 m2, con l’individuazione di due aree specializzate dove concentrare le attività produttive di cui la prima con pavimentazione flessibile e la seconda realizzata in MACADAM; • la realizzazione dei primi 473 m circa del molo nord, che delimita l’omonima darsena e che nei primi 350 m sarà costituito da un’opera a scogliera con banchina interna dimensionata per un fondale di progetto pari a -20 m s.m.m., mentre nei restanti 123 m circa è costituito da cassoni cellulari a 3 file di celle imbasati a quota -12 m s.m.m. su uno scanno in pietrame scapolo; • il prolungamento del molo di sopraflutto del porto (Molo Batteria o Pecoraro) mediante la realizzazione di un’opera di difesa di lunghezza pari a circa 185 m, posta a circa 40 m dall’attuale testata, costituita da cassoni cellulari a 3 file di celle imbasati a quota -14 m s.m.m. su uno scanno in pietrame scapolo; • il dragaggio a quota -20 m s.m.m. dei fondali del canale di accesso, del bacino di evoluzione e dell’area a mare prospiciente la banchina interna del molo nord (denominata Banchina Est) per un volume complessivo d’escavo di 3.000.000 m3. • la bonifica ambientale delle aree ricadenti nelle celle N.80 e N.81 e D.2 per un volume di escavo pari a 25.620 m3; • la realizzazione degli impianti di raccolta e trattamento delle acque meteroriche, dell’impianto antincendio e la posa dei cavidotti a servizio delle future attività produttive. Oggi dopo un avvio di corsa, l’avanzamento dei lavori ha raggiunto il 90% e restano da completare solo parte delle opere previste in Variante. Relativamente al nuovo appalto Interventi infrastrutturali legati al nuovo Piano Regolatore Portuale per il rilancio e la competitività industriale e portuale del Porto di Piombino: raccordo e prolungamento del Molo Batteria, è in corso di validazione la progettazione esecutiva. L’importo contrattualizzato è di 16.437.250 euro con una durata di 15 mesi. L’appalto prevede il raddoppio dei cassoni del Molo Batteria realizzati nel nostro precedente appalto e il loro prolungamento. I lavori consistono essenzialmente in: • demolizione e salpamento dell’attuale testata del molo; • costruzione di 16 cassoni cellulari in c.a. di cui 3 saranno di raccordo con il molo, 6 saranno di raddoppio e i restanti 7 saranno di prolungamento al molo che a fine lavori avrà una lunghezza di 450 m; • realizzazione delle sovrastrutture e del muro paraonde sui cassoni; • impianti di raccolta acque meteoriche e cavidotti di servizio. Ancona L’appalto per i Lavori di terza fase delle opere a mare realizzazione del molo Foraneo di Sopraflutto, era stato bandito dall’Autorità Portuale di Ancona ed era stato aggiudicato all’ATI capeggiata da Cmc (mandataria) con un importo lavori di 55.969.850 euro. Le attività sono cominciate nel luglio 2012 e, dopo un avvio a rilento, si sono completamente e rapidamente sviluppate fino al loro completamento avvenuto il 15 settembre 2015. L’opera è una classica diga a gettata costituita da un nucleo in pietrame su scanno di imbasamento rivestito da due strati filtro in massi naturali di I e II categoria. La mantellata lato porto è costituita da massi naturali di IV categoria mentre quella lato mare è realizzata in tetrapodi in cls (12,5 m3/cad). Il quantitativo totale di materiale approvvigionato è di circa 2 milioni di tonnellate di pietrame e massi naturali e la prefabbricazione di oltre 10.400 tetrapodi. L’opera foranea finita ha uno sviluppo lineare di 800 m c.a., una larghezza alla base di 90 m c.a. ed un’altezza di 21 m dal piano di imbasamento. Il materiale utilizzato per la realizzazione dell’opera è stato approvvigionato da cave di prestito site in Croazia ed il trasporto è stato effettuato da tre motonavi da 3.000 ton e una motonave oceanica da 10.000 ton di stazza che hanno compiuto oltre 400 traversate. La posa del pietrame è stata eseguita da motopontoni attrezzati con gru Liebherr 895. La prefabbricazione dei massi artificiali, eseguita direttamente da Cmc, ha avuto inizio a febbraio 2014 e si è completata a luglio 2015 con una produzione di 40 tetrapodi al giorno incrementata poi a 50 elementi/giorno. L’ottimizzazione del processo produttivo e lo sviluppo di un opportuno mix design consentono la scasseratura e la movimentazione degli elementi già a 16 ore. La movimentazione ed il trasporto verso le aree di stoccaggio sono state eseguite rispettivamente da una gru tralicciata Kobelco da 150 ton e un fork-lift Hyster da 50 ton. La posa dei tetrapodi è cominciata a giugno 2014 ed è stata realizzata per la maggior parte dal motopontone Opemar I di proprietà di Cmc. Vista la delicatezza dell’operazione le operazioni iniziali di posa sotto il livello del medio mare sono state supervisionate da squadre di sommozzatori che grazie ad un sistema di comunicazione in tempo reale con l’operatore a bordo della gru, trasmettevano le informazioni circa il corretto orientamento e concatenamento dei tetrapodi. I piani di posa degli elementi prefabbricati della mantellata sono stati redatti dall’Università Politecnica delle Marche, che ne ha individuato e suggerito le corrette metodologie di posizionamento. Tutte le operazioni di posa, sia del materiale lapideo che dei tetrapodi avvengono tramite l’uso di un sistema di posizionamento GPS-RTK che fornisce la georeferenziazione di ogni singolo elemento posato, in modo da garantirne l’esatta ubicazione. L’Ambasciatore in visita alla “nostra” miniera nello Zambia Lo scorso settembre il nostro cantiere della Konkola Copper Mine a Chililabombwe, nello Zambia, ha avuto l’onore di ricevere la visita dell’Ambasciatore italiano nel Paese, Filippo Scammacca. Per un giorno è stato fianco a fianco con minatori, operai e tecnici Cmc, visitando lo scavo e dormendo nel nostro campo. L’Ambasciatore è rimasto entusiasta dell’accoglienza ricevuta e ha promesso di tornare presto! p.15 la Betoniera 05.7.d 06.1.a 06.1 06.1.b formazione di Mauro Forlani Nella Formazione Aziendale si trova una possibile risposta: l’esigenza sempre più forte di personalizzare e contestualizzare gli interventi formativi rispetto ai fabbisogni è il punto di partenza per una formazione “cucita su misura”, mirata e, quindi, partecipata. È necessario individuare temi legati alla quotidianità, alle problematiche vissute sul campo. Perché fare formazione aziendale? 06.1.a La Tbm per il cantiere di Torino. È adeguatamente diffusa la consapevolezza sul significato di ciò che chiamiamo “formazione aziendale”? 06.1.b Mauro Forlani. La cosiddetta “formazione aziendale” è quella attività strutturata attraverso la quale un’azienda si propone di “insegnare” al proprio personale, indistintamente, competenze specifiche. Un’impresa efficace è cosciente che una grossa parte di valore e redditività è legata alle caratteristiche delle persone che ne fanno parte e che esprimono, attraverso competenze ed esperienza, quella motivazione necessaria al raggiungimento degli obiettivi aziendali sia a livello quantitativo (redditività), sia a livello qualitativo... ”il saperlo fare bene”. L’ambito della cosiddetta “formazione aziendale” può sembrare non fornire un qualcosa di tangibile nell’immediato, ma una più accurata analisi ci permette di tradurre questa attività in un valore aggiunto, che investe sulle singole persone per renderle, gradualmente, più autonome, rafforzandone la fiducia nelle capacità di fare, e soprattutto confermandone lo spirito di appartenenza all’organizzazione all’interno della quale si percorre il proprio “cammino professionale”. Una persona formata, e quindi preparata, consapevole del ruolo rivestito, è quanto di meglio una qualsiasi organizzazione possa avere: la ricchezza di professionalità è un capitale per l’azienda. Da questo punto di vista, quindi, l’impegno, anche economico, che la cooperativa annualmente affronta, è parte delle strategie di crescita, di programmazione, per il conseguimento degli obiettivi di miglioramento attesi. Per questo occorre “progettare” una formazione mirata alla produttività e flessibilità delle persone, all’aumento della motivazione, della sensibilizzazione e del coinvolgimento nelle attività quotidiane, alla capacità di lavorare in gruppo (perché anche la formazione, prevalentemente, si fa in gruppo), nonché ad una maggiore responsabilizzazione nel “pensare” e nell’ “agire”. Ma allora, quali devono essere i contenuti di un “piano della formazione” efficace, che riscontri le esigenze e renda perseguibili gli obiettivi attesi e prefissati dalle strategie aziendali? Sicuramente i percorsi formativi “da progettare” p.16 la Betoniera Sia partecipato e recepito in maniera efficace? non devono essere imposizioni solo “cadute dall’alto”, ma devono essere frutto di richieste avanzate dai vari settori-servizi aziendali (in coerenza alle attività proprie), in occasione della definizione dei preventivi di spesa annuali di competenza, nonché attraverso la compilazione delle schede di valutazione del personale (presentate alla Direzione del Personale ogni due anni): il tutto, ovviamente, commisurato all’investimento complessivo previsto per l’attività di formazione. È da collocare sullo stesso podio, a pari merito con la formazione tecnico-giuridico-amministrativa -manageriale, anche tutta la fetta di attività formativa/informativa rientrante nella famiglia degli “adempimenti obbligatori”, ossia tutti quei corsi che la normativa in ambito di tutela della salute e sicurezza dei lavoratori (D.Lgs. 81/2008, Accordi Stato-Regioni del 2011 e 2012, ecc.) ci “obbliga” a frequentare e ad aggiornare periodicamente. Negli ultimi anni è indubbia la crescita della sensibilizzazione nei confronti della cultura della prevenzione e della sicurezza: la formazione obbligatoria non deve essere semplicemente erogata, ma fruibile, per cambiare le abitudini e i comportamenti. Il “saper lavorare bene” deve essere una scelta e non un’imposizione. La sicurezza non è semplicemente una firma su un registro per avere un attestato che permette di “accedere al cantiere” o di svolgere “in regola con la norma” l’attività lavorativa: la sicurezza è anche un valore economico per l’azienda! Un valore riscontrato anche dai tanto importanti Indici di Frequenza e Gravità, calcolati in base agli infortuni: è scontato quanto il valore di questi sia frutto di responsabilizzazione dei lavoratori, i quali proprio partecipando alle attività di formazione e informazione, possono crescere e maturare una forma mentale del lavorare “in sicurezza” con un indiscutibile valore aggiunto per ciò che svolgono e producono. Mantenersi “formati ed informati”, contribuendo ad abbattere le probabilità di infortunio, permette all’azienda di mantenersi sul mercato consolidando sempre di più il ruolo di fiducia acquisito in termini di qualità e sicurezza. Come fare, quindi, affinché ciò che abbiamo posizionato sul podio sia vincente? A questo proposito è in “working progress” un percorso da sviluppare entro la metà del 2016 che fonde insieme aspetti tecnici, gestionali, normativi, ambientali e di sicurezza. Strutturato in più moduli, affronterà il tema dello Scavo Meccanizzato, raccontato attraverso il trasferimento del know how di tecnici del settore (anche di Cmc), con lo scopo di trasmettere le esperienze vissute. È pensato, principalmente, per figure che svolgono attività quali Responsabili del Servizio Prevenzione e Protezione, Addetti al Servizio Prevenzione e Protezione, Addetti Sistema Gestione Ambientale, Direttori Tecnici di Cantiere, Tecnici e comunque impegnati in ambito di sicurezza e ambiente. Saranno soddisfatte le esigenze normative (aggiornamento periodico per RSPP e ASPP) e, nello stesso tempo, la formula del “cucito su misura” sarà una risposta positiva al fabbisogno aziendale: confronto e trasferimento delle esperienze (tecniche, gestionali, ambientali, ecc.) in ambiti (scavo meccanizzato) che possiamo sicuramente considerare tra i più consolidati di Cmc. Attraverso il racconto di esperienze reali verranno illustrate pratiche, strategie e strumenti che consentono di favorire l’evidenza della piena conformità legislativa assicurando, con efficacia, il raggiungimento degli obiettivi di sicurezza e tutela ambientale durante l’esecuzione delle cosiddette “grandi opere”. Un altro tema in programma sarà la comunicazione. Partendo dalla consapevolezza che “saper comunicare e parlare in pubblico” costituisce una capacità utile e sempre più importante nella gestione delle pluralità di rapporti con gli interlocutori interni ed esterni alla propria organizzazione, verranno affrontati i concetti base della comunicazione: si analizzeranno modalità e tecniche in grado di consentire una gestione ottimale dei conflitti e un più efficace raggiungimento degli obiettivi. In conclusione, se paragoniamo la “Formazione aziendale” ad un meccanismo nell’ambito del quale ogni ruota dentata che lo compone rappresenta un’azione/intenzione aziendale, è facile immaginare che tutti gli ingranaggi continuano a girare, ciascuno in funzione dell’altro, in maniera efficace, solo se le parti dentate si incastrano l’un l’altra, solo se “comunicano meccanicamente”, sinergicamente: le attività trasmettono esigenze/richieste di crescita (formazione e informazione), generano le formule del “cucito su misura”, che alimentano, a loro volta il coinvolgimento “sentito” e la condivisione “partecipata” delle esperienze. Il tutto converge “per trasmissione” all’ingranaggio principale, quello dell’applicazione in campo dell’arricchimento acquisito. 06.2 06.2.a formazione di Valentina Crociani Formazione vuol dire qualità 06.2.a Giuseppe Bellizzi. 06.2.b Dentro una Tbm. Giuseppe Bellizzi ha 40 anni, ha studiato Ingegneria Civile ad indirizzo Strutture all’Università della Calabria - UNICAL a Cosenza, e dal 2014 è direttore operativo presso il cantiere di Letimbro a Savona. In Cmc dal 2003, è stato responsabile dei servizi tecnici in Rodano fino al 2009, ha lavorato nel coordinamento di progettazione di Eurolink dal 2009 al 2012, ed infine in sede presso l’ufficio metodi costruttivi, dal 2012 al 2014. Da quanto frequenti Cmc University e quale è stato il tuo approccio con questa realtà? Ho frequentato Cmc University dal 2012 al 2014, come allievo, mentre adesso sto facendo il tutor, cioè seguo il percorso di studio e lavoro di altri colleghi. Avevo sentito parlare di Cmc University da altri che avevano frequentato prima di me i corsi e avevo letto qualcosa nei media aziendali: ero rimasto molto affascinato da questa possibilità che la società offre ai giovani soci e dipendenti. Pertanto, quando mi hanno comunicato che avrei potuto partecipare all’attività formativa sono stato molto soddisfatto e mi sono approcciato a questa nuova esperienza con entusiasmo e grande impegno, seguendo tutte le lezioni e studiando costantemente per la preparazione degli esami. 06.2.b Come descriveresti questo progetto a chi non ne fa parte o a chi non lavora in questa azienda? È un progetto molto importante ed indispensabile per un’azienda come la nostra, che deve quotidianamente confrontarsi con le migliori società di costruzione - sia in campo nazionale che internazionale - e abitualmente si trova a dover operare su commesse di notevole complessità tecnica e gestionale, fianco a fianco alle più importanti aziende del settore. In un simile contesto, per stare al passo con i tempi e mantenere alto il livello qualitativo dei servizi, in modo da soddisfare le aspettative di un mercato sempre più esigente, la Cmc deve necessariamente puntare sulla formazione dei giovani, perché siano degli ottimi tecnici, ma abbiano anche tutte le competenze per una corretta conduzione delle commesse dal punto di vista gestionale, per affrontare tutte le tematiche che tale gestione implica (gestione contrattuale, contenziosi, interfaccia con fornitori, subappaltatori e Clienti, ecc.). Quali punti di forza e criticità hai evidenziato? Fra i punti di forza, sicuramente la “interdisciplinarità”, intesa come possibilità di fornire agli allievi un piano di studi ampio e ben strutturato che consente di acquisire competenze anche in materie non contemplate dal proprio percorso di studi universitario, ma che, comunque, diventano il “pane quotidiano” per svolgere al meglio le mansioni alle quali ognuno giornalmente è dedicato nel proprio lavoro. Mi riferisco, per esempio, alle nozioni che vengono impartite relativamente alla gestione contrattuale (riserve, contenziosi, cenni di ingegneria forense), ma anche a tutto il lavoro svolto in merito al controllo di gestione, come costi, budget, ecc. Un punto critico riguarda, invece, il trovare un migliore equilibrio tra l’impegno richiesto per il completamento del piano di studi e gli impegni di lavoro. Per esempio, per gli esami dei vari insegnamenti si potrebbero utilizzare test a risposta multipla, che consentono di abbreviare i tempi di preparazione. Cosa ne pensi degli incarichi e degli obiettivi professionali assegnati e del metodo di valutazione adottato? Penso che gli incarichi e gli obiettivi professionali assegnati siano abbastanza adeguati e ben distribuiti sulla base di quello che è il ruolo di ciascuno all’interno dell’azienda. Il metodo di valutazione mi sembra ben strutturato ed aiuta i tutor nella compilazione e nella formulazione di un giudizio che sia il più possibile “calzante” con l’allievo, ma è anche un ottimo metodo per seguire i progressi dei partecipanti ai corsi. D’altra parte, da una grande mano ai ragazzi nel capire i propri punti di forza e gli aspetti della propria professionalità e del carattere che, invece, meritano di essere curati con più attenzione. Rispetto al tuo corso di studi, ritieni ci sia qualche argomento che può essere implementato? Se sì, quale e perché? Come ho detto prima, in base alla mia personale esperienza credo che il piano di studi sia molto ben calibrato, quindi mi è difficile trovare un aspetto che deve essere migliorato. In ogni caso, in generale, per gli ingegneri che come me provengono da un percorso universitario con una formazione esclusivamente tecnica, forse è meglio incrementare le ore di lezione relative alle materie che hanno a che vedere con la gestione della commessa (il punto di vista contrattuale, il budget, i contenziosi, le riserve, ecc.) perché sono aspetti importantissimi nella pratica quotidiana. Visto il contesto socio-economico mondiale, quali sfide ritieni che oggi un’azienda sia chiamata a compiere in termini di formazione? La formazione è essenziale per un’azienda moderna: credo che rivesta più o meno la stessa importanza che la scuola ha nella società civile. Formazione vuol dire qualità del servizio che si offre e, in un’epoca come quella in cui viviamo, caratterizzata da un’offerta che forse supera la domanda e da una crisi che ha paralizzato molti settori, il modo migliore per rimanere a galla è proprio quello di offrire un prodotto di qualità, che soddisfa i Clienti e fornisce all’azienda un riscontro positivo, sotto tutti gli aspetti. p.17 la Betoniera 07.1 07.1.a attività sociali 4 dicembre: si festeggia Santa Barbara! Il 4 dicembre è un giorno speciale e di festa in molti dei nostri cantieri. Dall’India allo Zambia, dalla Cina alla Francia, dall’Italia al Cile si festeggia infatti Santa Barbara, patrona dei minatori, degli addetti alla preparazione e custodia degli esplosivi, degli armaioli, protettrice contro i fulmini e, più in generale, di chiunque rischi di morire di morte violenta e improvvisa. Molto invocata dai militari, è anche la protettrice della Marina Militare, del Corpo nazionale dei vigili del fuoco, delle armi di Artiglieria e Genio. È anche la protettrice dei geologi, dei montanari, dei lavoratori nelle attività minerarie e petrolifere, degli architetti, degli stradini, dei cantonieri, degli artisti sommersi e dei campanari, nonché di torri e fortezze. 07.1.b È invocata contro la morte improvvisa per fuoco, perciò gli esplosivi ed i luoghi dove vengono conservati sono spesso chiamati “santabarbara”. Non possiamo dimenticare poi la nostra Tbm nel cantiere di Empedocle 2 a Caltanissetta che si chiama Barbara in suo onore. La triste vita di Santa Barbara si svolse a Nicomedia, in Bitinia e Ponto, provincia asiatica dell’impero romano (oggi zmit, in Turchia), nel 273-306 circa. La leggenda vuole che suo padre Dioscoro, accortosi che la figlia si era convertita al cristianesimo, la denunciò al magistrato romano che, in quei tempi di persecuzione, la condannò alla decapitazione, prescrivendo che la sentenza venisse eseguita proprio dal genitore, dopo due giorni di feroci torture. Queste iniziarono con una flagellazione con verghe, che secondo la leggenda si tramutarono in piume di pavone (e per questo motivo spesso nella sua iconografia la santa è raffigurata tenendo in mano delle lunghe piume), quindi venne torturata col fuoco, ebbe le mammelle tagliate e fu quindi decapitata. Era il 4 dicembre dell’anno 306. Secondo la leggenda, Dioscoro procedette all’esecuzione, ma subito dopo venne ucciso da un fulmine, interpretato come punizione divina per il suo gesto. Nel culto popolare è uso rivolgersi a Santa Barbara recitando la seguente preghiera: “Santa Barbara Benedetta, liberaci dal tuono e dalla saetta”. 07.1.c 07.1.a-b Santa Barbara 07.2.a 07.2 nel cantiere dell’Empedocle 2. attività sociali 07.1.c Santa Barbara nel cantiere di Chiomonte. 07.2.a Il professor Emanuele Bassetti. 07.2.b Foto di gruppo dei ragazzi premiati lo scorso anno. Studiare all’estero? p.18 la Betoniera Opportunità, sfide, luoghi comuni e insidie di una modalità di studio oggi sempre più amata dai giovani. programmare un periodo di studi all’estero, approfondendo le più frequenti opportunità associate al proprio percorso scolastico o universitario. In occasione del consueto incontro annuale di consegna degli incentivi allo studio per i figli di dipendenti e soci della cooperativa, che si terrà Domenica 24 gennaio, alle ore 10, presso la sede di Cmc (via Trieste 76 - Ravenna), il Prof. Emanuele Bassetti (sociologo ed esperto di comunicazione Università di Bologna) terrà, come ogni anno, un intervento sul tema “Studiare all’estero?”. Nell’appuntamento di quest’anno si prenderà in esame, in maniera semplice e diretta, cosa comporti oggi Quali sono le tipiche complessità burocratiche da affrontare? Come è meglio prepararsi? Ma soprattutto cosa è lecito attendersi? Passando attraverso una rassegna dei principali aspetti legati a questo tema, l’incontro si configurerà come una prezioso momento di confronto utile sia ai genitori che agli studenti per comprendere se simili esperienze siano una moda passeggera o invece consentano davvero l’acquisizione di importanti competenze difficilmente conseguibili in Italia. 07.3 attività sociali Appuntamenti di Natale 07.3.a-b Alcuni momenti del concerto dello scorso anno. Il mito americano Martedì 22 dicembre 2015 - ore 20,45 - Galleria Cmc, via Trieste 76 07.3.c Le mega bolle di sapone protagoniste della befana Cmc 2016. Alti & Bassi e Orchestra Città di Ravenna presentano “Il mito Americano, omaggio alla musica americana”. Dall’inizio del XX secolo la musica americana, riflesso delle molteplicità di etnie che compongono la popolazione del Paese, ha iniziato a diffondersi in tutto il mondo in una sorta di “globalizzazione musicale” o di “contaminazione virtuosa”. Questo concerto è un viaggio nell’”altro ‘900” 07.3.b della musica americana, quello inscindibilmente legato al gospel, al jazz, allo swing e al grande cinema, il tutto attraverso originali e molto divertenti elaborazioni per “sole voci” scritte appositamente per gli Alti & Bassi. Spettacolo della Befana Mercoledì 6 gennaio 2016 - ore 10 - Galleria Cmc, via Trieste 76 Ravenna Torna la befana per le bambine ed i bambini Cmc con lo spettacolo di “Bolle giganti” di Antonio Pastore. 07.3.c 07.3.d p.19 la Betoniera 07.3.a