qui. - Cmc

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qui. - Cmc
Approvato il Bilancio
consolidato al 30
settembre 2015
Al 30 settembre 2015 i principali risultati,
confrontati con quelli al 30 settembre 2014,
sono i seguenti:
• Valore della produzione si è incrementato
di € 81,1 milioni, passando da € 771,9 a € 853
milioni. In particolare, i ricavi da costruzioni sono
aumentati di € 82,4 milioni, passando da € 743,4
a € 825,8 milioni. Si registra un aumento dei ricavi
da costruzioni pari a € 53,1 milioni in Italia
e € 29,3 milioni all’estero.
• EBITDA si registra un incremento
di € 18,8 milioni, da € 84,6 a € 103,4 milioni.
La redditività è aumentata, facendo registrare
un EBITDA margin pari al 12,1% rispetto
al 11,0% al 30 settembre 2014.
• Utile ante imposte sostanzialmente in linea
con quello registrato nei primi nove mesi del 2014.
• Nuove acquisizioni si registra un incremento
di € 67,8 milioni, passando da € 958,3 milioni
dei primi nove mesi del 2014 a € 1.026,1 milioni
al 30 settembre 2015, con nuovi importanti
contratti in Italia e all’estero. Portafoglio
sufficiente per mantenere un rapporto con
i ricavi da costruzioni approssimativamente al 3.0x.
01.1.a
01.1
I principali indici economici, finanziari
e patrimoniali al 30 settembre 2015, confrontati
con quelli al 31 dicembre 2014 sono i seguenti:
in primo piano
di Mara Cavallari
• Portafoglio ordini salito a € 3.245,3
milioni confrontato con € 2.914 milioni al 31
dicembre 2014 e € 3.173,4 al 30 settembre
2014, mantenendo una copertura significativa
della produzione per i prossimi due anni.
Innovazione e cambiamento
per vincere le nuove sfide
01.1.a Dentro la Tbm
“Barbara” a Caltanissetta.
01.1.b Il padiglione della
Francia ad Expò 2015.
Presidente, i primi dati del preconsuntivo
2015 di Cmc confermano le previsioni discusse
e approvate all’ultima assemblea dei soci
di maggio. In un contesto, nazionale
e internazionale, così problematico mi sembra
un risultato molto positivo...
La crisi si è fatta sentire soprattutto in Italia.
sull’occupazione e sulla continuità imprenditoriale
di molte imprese private e cooperative. Persiste,
infatti, nel nostro settore la crescita al ricorso agli
ammortizzatori sociali e in taluni casi a procedure
concorsuali (concordati, ristrutturazioni del debito,
liquidazioni, ecc). Questa crisi è legata, in particolare,
a due questioni di fondo. La prima è una drastica
riduzione degli investimenti e delle gare
per le realizzazione di infrastrutture e opere
pubbliche, determinata in prevalenza dalla mancanza
di politiche industriali di settore necessarie a sostenere
la priorità degli interventi indirizzati alla fase di crescita.
La seconda, è quello di una difficoltà a garantire
puntualità nelle scadenze dei pagamenti da parte
degli enti pubblici. Un problema che si traduce,
inevitabilmente, per tutte le imprese in un ostacolo
a gestire un rapporto corretto con i fornitori e i gestori
dei servizi. Qualcosa, negli ultimi mesi, sembra muoversi
e stiamo registrando un impegno per ricostruire
una relazione corretta e responsabile fra pubblica
amministrazione e aziende. Ma molto resta da fare.
Nonostante qualche timido segnale di ripresa,
il perdurare della crisi ha comportato pesanti riflessi
Nonostante queste difficoltà Cmc, però,
non intende abbandonare il mercato italiano.
01.1.c Da sinistra, il presidente
Massimo Matteucci,
Marco Travanini e François
Hollande, il Premier francese
in visita ad Expò.
Sì, lo è anche se, come mi piace ricordare sempre,
bisogna tenere i piedi per terra e non abbassare
mai la guardia. Cmc continua a crescere, in Italia
e all’estero, nonostante il settore delle costruzioni
sia uno dei più colpiti dalla crisi degli ultimi anni.
Il nostro primo obiettivo resta quello di tenere
insieme sviluppo e consolidamento dell’impresa,
crescita dei volumi d’affari ma anche redditività
complessiva. L’analisi puntuale dei risultati economici
e finanziari del 2015 dovrà servirci per indicare
gli obiettivi per aggiornare e consolidare il nostro
Piano industriale per il triennio 2016/2018.
• Posizione finanziaria netta rettificata
si è incrementata di € 87,4 milioni, dai € 464,2
milioni al 31 dicembre 2014 ai € 551,6 milioni
al 30 settembre 2015, dovuta alla stagionalità
dei lavori ed all’effetto dell’acquisizione di quote
azionarie di un socio di minoranza relative
ai progetti in Italia. Il rapporto tra Posizione
finanziaria netta rettificata e l’EBITDA
si incrementa leggermente da 3,79x al 31
dicembre 2014 a 3,90x al 30 settembre 2015.
Il conto economico, lo stato patrimoniale
ed il rendiconto finanziario inclusi nel
bilancio consolidato al 30 settembre 2015
sono pubblicati sul sito istituzionale di Cmc.
Il mercato italiano resta per noi fondamentale e non
solo perché qui abbiamo le nostre radici e qui risiedono
gran parte dei nostri soci. La verità è che nessuna
impresa può pensare di crescere e di essere forte
sul mercato estero se non ha una presenza consolidata
e radicata nel mercato nazionale. Per questo
stiamo monitorando con grande attenzione tutti
gli investimenti annunciati dal Governo per
le grandi infrastrutture pubbliche, siano essi
progetti per l’estensione dell’alta velocità ferroviaria,
le metropolitane leggere di città, la grande viabilità
ancora incompiuta, lavori portuali e marittimi, impianti
di depurazione, attività di recupero e di riordino
delle periferie delle città metropolitane e non.
segue a p.04
01.1.b
01.1.c
01.1.d
01.1.e
segue da p.03
01.1.d Il presidente Massimo
E sull’estero, quali sono le prospettive?
Matteucci.
01.1.e-g Nel cantiere per
la metropolitana di Singapore.
Per l’estero riconfermiamo le linee strategiche che
ci hanno guidato in questi anni: il presidio dei territori
dove già operiamo o che reputiamo interessanti
e il consolidamento del nostro know how tecnologico
nello scavo meccanizzato con Tbm di qualunque tipo.
Nonostante la conclusione di alcune importanti
commesse, contiamo di mantenere le attuali dimensioni
di fatturato con l’avvio di nuovi progetti e di quelli
“dormienti” oramai in fase di definizione e pronti
per l’avvio operativo. Anche sul piano della redditività
la nostra attività continua a mantenersi a livelli
soddisfacenti. Tuttavia, possiamo ancora migliorare
ed è per questo che abbiamo scelto di fare nuovi
investimenti commerciali in aree strategiche, come
i nuovi uffici di Hong Kong, per migliorare ed ampliare
la penetrazione in mercati dalle buone potenzialità
di sviluppo. Va in questa direzione l’accordo
commerciale sottoscritto con la Seli Technologies
legato alla specializzazione nell’utilizzo di Tbm
che attraverso una gestione qualificata delle
risorse umane e dell’innovazione ingegneristica,
consenta di essere protagonisti in questo importante
segmento di mercato.
Lavorare all’estero, però, di questi tempi
non è facile.
Certo la situazione internazionale non è rassicurante.
In molte aree siamo di fronte ad un contesto precario
ed incerto di tipo politico, sociale, economico
e finanziario. In altre, la concorrenza si fa sempre
più competitiva e agguerrita. Per questo noi
confermiamo la scelta di una diversificazione geografica,
misurata e senza eccessi che ci consenta di compensare
le criticità particolari di alcuni paesi in favore di altri.
Oggi siamo presenti con nostri cantieri in circa venti
paesi di quattro continenti. L’estero per noi resta,
01.1.f
dunque, una priorità anche alla luce del perdurare
della crisi del mercato nazionale. Come sempre,
però, valuteremo ogni nostra iniziativa con grande
prudenza e attenzione in relazione ai rischi connessi
alla varie aree in cui siamo chiamati ad operare.
Si è appena conclusa a Milano l’edizione
di Expo 2015 nella quale Cmc ha svolto
un ruolo importante.
Expo è stata per noi un’esperienza molto
positiva e ricca di soddisfazioni. Come previsto
contrattualmente, tutti e quattro i cantieri
di Cmc sono stati consegnati nel mese di aprile.
I padiglioni che abbiamo costruito sono stati visitati
da oltre 7 milioni di persone e hanno ottenuto
importanti premi e riconoscimenti internazionali.
Quello che abbiamo realizzato, grazie alla passione,
alla tenacia e alle competenze dei nostro soci e
lavoratori, ha dimostrato, una volta di più, l’affidabilità
e la serietà della nostra cooperativa che è in grado,
anche in tempi ristretti e in condizioni complesse,
di fare fronte fino in fondo ai propri impegni contrattuali,
con piena soddisfazione dei nostri committenti.
Sabato 14 novembre Cmc ha presentato
il Rapporto Sociale 2014.
Come mai si è scelto di tornare a dare
alle stampe questa pubblicazione?
In questi anni Cmc è cambiata molto, a tutti i livelli.
E questi cambiamenti hanno, per forza di cose,
interessato anche la sfera delle dinamiche sociali,
del lavoro e dei comportamenti all’interno
dell’azienda. Quella che non è cambiata è la scelta
di tenere la persona al centro del nostro agire.
Essere cooperativa significa, oggi come in tutta
la nostra lunga storia, attenzione al lavoratore,
alla sua crescita professionale, alla sua sicurezza,
01.1.g
alla sua salute e anche ad un welfare aziendale
per lui e la sua famiglia. Etica e responsabilità
d’impresa continuano per noi ad essere punti
di riferimento non negoziabili. Per questo abbiamo
pensato che, proprio in un momento di difficoltà
delle imprese di costruzione cooperative, fosse giusto,
con una pubblicazione ad hoc, far conoscere e rilanciare
la nostra filosofia e l’impegno con il quale continuiamo
a essere una impresa cooperativa da ben 114 anni.
Questo non significa restare ancorati ad un
modello aziendale e di governance del passato,
e tanto meno vivere di nostalgie.
Cmc è sempre riuscita, nella sua lunga storia,
a vincere le sfide del momento proprio grazie
a questa sua grande capacità di rinnovamento.
Oggi siamo di fronte ad un altro passaggio epocale
che riguarda, in particolare, la capacità di una grande
azienda di diversificare le politiche finanziarie necessarie
alla sua crescita. Per questo, nel luglio 2014, Cmc,
prima cooperativa al mondo, ha scelto di misurarsi
con il mercato di capitali ed ha emesso 300 milioni
di euro di obbligazioni quotate alle borse di Milano
e di Lussemburgo, supportate dai raiting di Standard
& Poor’s e di Moody’s.
Nei prossimi anni, dovremo continuare seriamente
ad affrontare la sfida di misurarci con il mercato
borsistico per acquisire le risorse necessarie allo
sviluppo della nostra cooperativa. Dobbiamo farlo senza
fughe in avanti, coinvolgendo i nostri soci e discutendo
a fondo quali forme societarie adottare, senza sottrarci
alla nostra identità, alla nostra storia, consapevoli
dei cambiamenti necessari a traguardare nuovi orizzonti
di crescita con coraggio e determinazione.
È proprio con l’innovazione e i cambiamenti necessari
che, ancora una volta, Cmc terrà fede alla sua mission
storica: quella di salvaguardare l’impresa e il lavoro
di migliaia di persone e lasciare alle generazioni future
quello straordinario patrimonio che le generazioni
passate hanno lasciato a noi.
01.2.a
Bisogna, più di quanto non si è fatto finora,
avere il coraggio di riconvertire la spesa improduttiva,
ancora assai diffusa in Italia, in investimenti.
Anche l’ultimo Speciale Classifiche conferma
che le imprese leader sono quelle che hanno
una forte presenza sui mercati esteri. È l’estero
dunque la chiave per non soccombere?
È fondamentale in un periodo di forte contrazione
del mercato interno. Se una cooperativa
come Cmc da 13 anni riesce consecutivamente
ad aumentare il proprio fatturato e a salvaguardare
i livelli di occupazione e redditività è proprio
perché, a differenza di altre realtà cooperative,
ha una presenza articolata all’estero dove raccoglie
ormai quasi il 60% del proprio fatturato.
La presenza di un’impresa all’estero, però,
non si può improvvisare, va sedimentata negli anni,
va nutrita con un graduale accumulo di qualifiche
e alleanze commerciali. Cmc, ad esempio,
ha sviluppato negli anni un’esperienza importante
nel settore specialistico del tunnelling che rappresenta
un valore aggiunto importante.
01.2
01.2.b
in primo piano
di M. C.
Il Parlamento sta discutendo la nuova legge
degli appalti. Pensa che dalla nuova normativa
possa venire una spinta positiva per il settore?
Scenari per le imprese
di costruzione
01.2.a Da sinistra il presidente
di Cmc, Massimo Matteucci,
il professor Aldo Norsa,
il direttore generale di Cmc,
Roberto Macrì.
01.2.b Il professor Aldo Norsa.
Incontro il Professor Aldo Norsa, professore
ordinario di Tecnologia dell’Università Iuav
di Venezia, collaboratore anche del Sole 24 Ore,
nel suo studio di Milano.Con lui, storico curatore
dello Speciale Classifiche pubblicato ogni anno
da “Edilizia e Territorio”, sulle società italiane
di costruzione, produzione e ingegneria/
impiantistica, proviamo a fare il punto sulle
prospettive del settore delle costruzioni in Italia.
Professor Norsa, da ormai sette anni il settore
delle costruzioni italiane vive una profonda crisi
di investimenti e di occupati che ha provocato non
poche vittime fra le imprese private e cooperative.
Esiste uno spazio per immaginare la ripresa
di questo fondamentale settore economico?
Certo che esiste. A condizione che
si sappiano spendere bene i pochi soldi disponibili
Attenzione, però, l’internazionalizzazione
di un’azienda non può prescindere dal mantenere
una forte presenza in Italia, altrimenti si rischia
di diventare imprese estere. E qui torniamo
alla necessità di fare partire il mercato delle
costruzioni nel nostro Paese.
e che si riesca a superare il discredito che il settore
delle costruzioni ha accumulato negli anni, anche
per colpa di norme inefficaci ed opache. L’Italia
ha bisogno urgente di ingenti investimenti sulle
infrastrutture, le nostre città hanno necessità di essere
rilanciate, modernizzate e in alcuni casi recuperate.
I nostri porti possono essere un settore fondamentale
per la ripresa economica a condizione che su queste
infrastrutture vengano investite risorse. Intere parti
del paese hanno bisogno di interventi urgenti per
la messa in sicurezza del territorio, in particolare
rispetto all’assetto idrogeologico. Insomma, bisogna
capire che, prima ancora delle imprese, è il sistema
Paese ad avere bisogno di fare ripartire il settore
delle costruzioni.
A Milano il recente esempio di Expò sta a dimostrare
che quando si fanno investimenti importanti
poi si raccolgono anche risultati importanti.
La nuova legge (il codice dei contratti) è importante
anche se temo che, prima della fine dell’iter
parlamentare, il provvedimento possa essere
snaturato dai tanti interessi che sono in campo.
Personalmente penso che il settore delle costruzioni
possa trarre oggi maggiori vantaggi dal concretizzarsi
di impegni importanti quali, ad esempio, quelli
annunciati dalla nuova governance di Anas di tagliare
l’enorme contenzioso esistente. O dal positivo rilancio
dell’attività politico-diplomatica che da alcuni anni
il Governo ha intensificato per sostenere le imprese
italiane che lavorano nel mondo. L’Italia ha bisogno
di recuperare una coesione che permetta al “sistema
paese” di superare il gap che ancora la differenzia
dai Paesi più dinamici.
Andare a lavorare all’estero però per
un’impresa italiana è sempre più difficile.
Il mondo si è complicato molto.
Io penso che in una realtà internazionale più difficile,
dove la concorrenza si fa sempre più forte, le imprese
italiane risultino avvantaggiate rispetto a quelle
di altri Paesi europei. Grazie a quella che chiamiamo
”italianità” le imprese italiane sono, infatti, spesso più
flessibili e più adattabili a contesti internazionali diversi
e in evoluzione. Dobbiamo solo avere la convinzione
che il nostro know how si può esportare. Pensiamo,
ad esempio, a un progetto straordinario come
quello del Mose di Venezia. Al di là delle polemiche
e delle inchieste, quello è un know how tutto italiano
che può essere esportato. Però bisogna crederci.
Quali sono i punti di debolezza delle imprese
di costruzioni italiane?
Sono piccole, poco capitalizzate, legate a proprietà
familiari o, come nel caso di Cmc, a un modello
cooperativo che in Europa, nel settore delle costruzioni,
è più unico che raro tra le imprese generali.
Imprese piccole fanno più fatica a raccogliere
capitali e hanno meno potere contrattuale
e di pressione rispetto alla politica industriale
del Paese. Per questo bisogna favorire le aggregazioni
e la ricerca di nuovi strumenti di finanziamento.
Cmc lo scorso anno è entrata nel mercato
dei capitali e ha emesso un bond di 300 milioni
di euro. Era una scelta obbligata.
E penso che, nei prossimi anni, sarà altrettanto
obbligata per un’impresa non familiare la strada
di affacciarsi, con le formule di governance che
si riterranno più consone, al mercato borsistico.
L’ingresso nel mercato borsistico insieme
al consolidamento del core business che oggi
caratterizza Cmc, cioè quello del tunnelling,
penso siano i due assi strategici per permettere
a un’impresa, con una storia lunga come
la vostra, non solo di superare l’attuale crisi
ma anche di raggiungere nuovi importanti risultati
di crescita e di consolidamento della propria
presenza in Italia e nel mondo.
p.05 la Betoniera
02.a
02.b
rapporto
sociale 2014
dire, fare,
partecipare
c. m. c.
02
cooperativa
muratori
cementisti
ravenna
02.c
rapporto sociale
di Federica Fusconi
Responsabilità e partecipazione
per costruire il futuro
02.a Cristina Mazzavillani Muti
porta il saluto di Ravenna
Festival alla presentazione
del Rapporto Sociale di Cmc.
02.b La copertina del Rapporto
Sociale 2014.
02.c Federica Fusconi,
segretario sociale Cmc.
02.d Il saluto della presidente
di Ravennantica, Elsa Signorino.
02.e Il minuto di silenzio in
memoria delle vittime dei tragici
attentati di Parigi del 13/11
al termine del saluto del sindaco
Il Rapporto Sociale 2014 di Cmc segna l’avvio
di un nuovo ciclo. L’ultimo bilancio sociale della
Cooperativa era stato pubblicato nel 2008,
da allora l’azienda scelse di incorporare
nel documento di presentazione del Bilancio
di esercizio uno spazio dedicato ai temi sociali, al
lavoro, all’ambiente e al rapporto con il territorio.
La scelta di pubblicare nuovamente il nostro rapporto
sociale nasce dalla presa di coscienza che la realtà di
un’impresa non è data solo da ciò che è rappresentabile
attraverso i dati numerici e l’esposizione documentale
di politiche e strategie, ma in misura crescente anche
dal come gli altri la vedono e ne interpretano il ruolo
sulla base della visibilità della sua organizzazione,
dell’evidenza delle finalità del suo agire, così come
delle interrelazioni economiche, sociali, civili, ambientali
e comunitarie che essa intrattiene e che concorrono
di Ravenna, Fabrizio Matteucci.
p.06 la Betoniera
a determinare la sua reputazione. In questo lavoro
siamo partiti dalle persone e dal lavoro. Non è stata
nemmeno una vera scelta: esse sono parte della nostra
natura e difficilmente avremmo potuto fare altrimenti,
consapevoli però che con lavoro si intendono, ormai,
realtà ed esperienze fra loro diverse. In questo primo
decennio del nuovo secolo Cmc ha affrontato molti
cambiamenti a tutti i livelli. Intensi processi di sviluppo,
sostenuti da specifiche strategie commerciali, volti
a espandere le attività all’estero e la sempre maggiore
specializzazione nell’esecuzione di lavori infrastrutturali
(in particolare nello scavo meccanizzato con Tbm)
hanno consentito alla Cooperativa di acquisire
competenze che oggi costituiscono fattori basilari
della sua competitività nei mercati globali.
La sfida della crescita implica cambiamenti e innovazioni
che non possono non interessare anche le dinamiche
sociali, del lavoro e dei comportamenti etici.
Ecco, capire questi dettagli è il compito che ci siamo
proposti con questo documento che si propone quale
strumento aziendale di approfondimento per arricchire
le informazioni economico-finanziarie del Bilancio
di esercizio ma con disamine più mirate alle questioni
sociali e ambientali e, inoltre, come mezzo peculiare
di comunicazione e di dialogo con il territorio,
le comunità locali e gli altri stakeholder della Cooperativa.
Il nuovo Rapporto sociale 2014
Dal 2002 - anno del primo Bilancio sociale - ad oggi
abbiamo raccontato e interpretato il tema della
Responsabilità Sociale di Impresa (RSI) con modalità
diverse e differenti livelli di approfondimento: alcune
edizioni sono state integrate da monografie dedicate
ai soci, al lavoro, alle esperienze all’estero. Immutato
è rimasto il metodo, ossia la continuità e la sistematicità
(siamo alla 13° edizione) oltre al rigore nell’attività
02.d
di ricerca. Si tratta infatti di far emergere i contenuti
multidimensionali di una realtà imprenditoriale
complessa, della vita di un’organizzazione, che di per
sé non può essere fissata nel tempo e nello spazio,
bensì è fluida e in perenne rinnovamento.
Anche per questo abbiamo scelto di non utilizzare
il termine “bilancio” - che solitamente è riferito alla
realtà monodimensionale economico-contabile.
I contenuti del Rapporto Sociale Cmc 2014
Il Rapporto Sociale Cmc è costruito con rigore nella
raccolta di dati e informazioni ma si discosta volutamente
dal rigore scientifico dei criteri di RSI, da altri modelli
e documenti di Corporate Social Responsability.
Il nostro obiettivo è la massima fruibilità dei dati,
con l’intento di mostrare il nostro modo di essere
cooperativa nel terzo millennio. Con questo documento
vogliamo esprime la modernità della cooperazione,
il suo saper coniugare la dimensione valoriale,
il patrimonio storico e ideale, con le esigenze e i progetti
di sviluppo e competitività su cui qualunque impresa che
voglia stare proficuamente sul mercato deve fare i conti:
l’efficienza, l’innovazione, la performance economica.
Il Rapporto è organizzato in 3 macro sezioni:
• Identità aziendale Si racconta la storia dell’impresa
(alcune tappe significative, perché è una storia che parte
da lontano, dal 1901), i nostri valori, la nostra missione,
un percorso coerente che lega passato e futuro, una
storia di tenacia e competenza.
• Performance economica La sezione illustra la ricchezza
prodotta da Cmc attraverso lo svolgimento delle varie
tipologie di attività e la sua successiva distribuzione alle
diverse categorie di stakeholders con cui costantemente
si rapporta. Sono illustrati i mercati e i settori di attività,
le aree del mondo in cui operiamo, le specializzazioni
raggiunte nell’esecuzione di lavori infrastrutturali, quali
lo scavo meccanizzato con Tbm, le attività portuali
e marittime, l’edilizia industriale e di pregio.
• Performance sociale e ambientale Questa sezione
è la più ricca di informazioni, quella con la quale
mediante una serie di indicatori vengono esplicitati
ancor meglio il quanto ma soprattutto il come del
nostro lavoro.Una creazione di valore responsabile
e sostenibile, rispettosa dell’equilibrio economico,
dell’ambiente e delle relazioni umane.
Il Rapporto descrive le azioni poste in atto e i risultati
raggiunti per rispondere alle esigenze dei vari portatori
di interesse: Soci, Lavoratori, Finanziatori, Clienti,
Fornitori, Istituzioni, Collettività, Ambiente.
Con questo lavoro abbiamo voluto valorizzare
e attualizzare i principi identitari della cooperazione.
02.e
p.07 la Betoniera
• La mutualità, il rapporto con i nostri soci,
che si concretizza nella partecipazione alla
governance della società e al rischio di impresa.
• La partecipazione che non è semplicemente ascolto,
è decisione, corresponsabilità, assunzione dei rischi
e dunque consapevolezza. Una consapevolezza che
si costruisce attraverso la comunicazione, l’informazione
la formazione dei soci e dei lavoratori.
• La stabilità e l’intergenerazionalità: il lavoro
dei soci, il suo patrimonio sono destinati a rimanere
per le nuove generazioni. La cooperativa si distingue,
infatti, da altri modelli imprenditoriali per la destinazione
degli utili e delle riserve, per la promozione e sviluppo
di nuova cooperazione.
La qualità, la sicurezza dei lavoratori e la tutela
dell’ambiente sono al centro dell’attività di Cmc,
è un impegno quotidiano, in ogni parte del mondo.
Essere cooperativa oggi, significa per noi, attenzione
al lavoratore in termini di crescita e formazione
professionale, sicurezza, salute e stabilità.
Infine, una sezione speciale è dedicata al welfare
aziendale e alla creazione di valore per il territorio
e per la comunità. Un’attenzione particolare è da sempre
rivolta alla città di Ravenna e al territorio romagnolo,
ma sempre di più per Cmc la comunità è globalizzata.
Oltre € 600 mila sono stati destinati complessivamente
a sostenere la realizzazione di attività culturali, sportive,
sociali, azioni umanitarie in favore delle fasce più deboli
della popolazione in Italia e nel mondo.
Il Rapporto sociale è la rappresentazione di ciò che siamo,
ma soprattutto di ciò che abbiamo realizzato e ciò che
ci prefiguriamo per il futuro. È uno strumento di lavoro
per ragionare sulle politiche sociali dell’impresa,
per aggiornarle, rilanciarle. La responsabilità sociale
di impresa non è una semplice “dichiarazione”, non
si esaurisce in una o più tabelle, ma è un tratto profondo
della nostra cultura di impresa e il documento
che la rappresenta non è una semplice “fotografia”
ma rappresenta un processo, un cantiere sempre aperto,
per mantenere vivo il confronto interno ed esterno.
Per questo lavoro abbiamo scelto di ridurre la stampa
e distribuzione di materiali in forma cartacea
e privilegiato la diffusione attraverso gli strumenti
on line (siti web, intranet, newsletter, posta elettronica,
blog aziendale ecc.) ritenendoli più efficaci per
diffondere notizie all’interno e all’esterno dell’azienda.
Potete leggere il Rapporto Sociale cliccando
sull’elemento QR code riportato a p.06, oppure
scaricandolo dal sito web Cmc http://cmcgruppo.com.
Il lutto dei cooperatori per
la scomparsa di Enrico Liverani
Di seguito, il comunicato stampa di Legacoop Romagna a seguito della
tragica scomparsa di Enrico Liverani.
“I cooperatori di Legacoop Romagna si uniscono al lutto per la tragica e prematura
scomparsa dell’Assessore e candidato a Sindaco di Ravenna, Enrico Liverani.
Questa gravissima perdita è un duro colpo non solo per Ravenna, ma per tutta
la Romagna. Come movimento cooperativo avevamo avuto modo di apprezzare
le qualità umane e professionali di Enrico sin dalla più giovane età, in veste
di socio di una cooperativa sociale.
L’apprezzamento unanime della cooperazione lo aveva accompagnato sempre
anche nei suoi successivi importanti incarichi, come sindacalista e come
amministratore pubblico. Enrico Liverani ha dedicato tutta la propria vita
al bene della comunità e alla promozione dei diritti e del rispetto degli altri.
Ne ricordiamo con rispetto e commozione la capacità professionale, l’intelligenza
e soprattutto la grandissima umanità, ben nota a tutti coloro che hanno avuto
il privilegio di conoscerlo.
In questo momento di profondo dolore ci stringiamo ai famigliari e ai tantissimi
che ne piangono la scomparsa”.
Nella foto, Enrico Liverani alla presentazione del Rapporto Sociale di Cmc.
03.a
03
personale
di Leonardo Potenza
Approvato il Piano delle
Risorse Umane per il 2016
03.a Leonardo Potenza.
03.b Nel cantiere per
la metropolitana di Singapore.
Nel Consiglio di Amministrazione del 30 ottobre
scorso, è stato approvato il Piano delle Risorse
Umane per il 2016, documento nel quale sono
riassunte le strategie e le politiche che saranno
portate avanti nei prossimi anni.
le uscite. Questo dimostra che nel corso degli
ultimi 10-15 anni sono state adottate politiche
di valorizzazione e crescita di giovani, oltre naturalmente
al valore personale dei singoli, che ha in parte colmato
il “buco” generazionale che si era creato in azienda.
Come di consueto, dopo una rapida esposizione
sull’andamento numerico delle risorse in forza e sulla
ripartizione Italia-Estero, si sono analizzate le previsioni
dei prossimi pensionamenti nel gruppo dirigente e le
possibilità di rimpiazzo. Con soddisfazione si è rilevato
che a fronte di nove dirigenti - su un totale di 50
dirigenti complessivamente nel Gruppo - che andranno
in pensione nei prossimi cinque anni, nel gruppo
direttivo dei quadri ed impiegati sono presenti, ben
ripartite tra le diverse Direzioni e Divisioni aziendali,
oltre 50 risorse giovani e di valore, con potenzialità
e professionalità adeguate per poter rimpiazzare
Se il rimpiazzo nel gruppo dirigente non si ravvede
come problematico, si riscontrano tuttavia
per il prossimo futuro criticità legate ad altri fattori.
Si rileva, innanzitutto, che a fronte di un fatturato
che vede aumentare la presenza della Cmc all’estero,
complice anche la stagnazione del mercato delle
costruzioni italiano, i servizi della Sede sono ancora
troppo sbilanciati a supporto delle commesse in Italia.
Si dovrà rivedere la “mappa” di distribuzione
del personale di Sede tra i vari servizi operanti per
l’Italia e per l’Estero, e comunque prevedere una
generale riqualificazione del personale per garantire
03.b
intercambiabilità all’interno della struttura.
È stato poi affrontato il tema della possibile estensione
dello strumento della cosiddetta “isopensione”
(di fatto, per usare termini non del tutto precisi
ma di più facile comprensione, la possibilità di andare
in “prepensionamento”) per operai, impiegati e quadri.
In un passato Consiglio di Amministrazione era stato
deliberato di verificarne la fattibilità tecnica, economica
ed organizzativa, ed in effetti la Direzione del Personale
ha illustrato al Consiglio la possibilità di accedere
a questi strumenti, nel rispetto comunque delle esigenze
organizzative e dei vincoli economici. In particolare,
si è determinato che, poiché l’aumento dell’età
pensionabile ha visto penalizzati principalmente
gli operai, si darà precedenza a questa categoria
rispetto a quelle degli impiegati e dei quadri.
Sul tema del reperimento di personale per le commesse
all’estero, si rileva che continua ad essere difficoltoso
reclutare personale italiano disposto a lavorare
all’estero, per cui bisognerà proseguire nelle politiche
di inserimento di giovani da far sviluppare
rapidamente e nella valorizzazione del personale
di altre nazionalità che opera nelle commesse
Cmc da moltissimi anni, e quindi a tutti gli effetti
da considerare come risorse aziendali di valore.
Sono stati poi analizzati i risultati conseguiti rispetto
agli obiettivi che ci eravamo prefissati lo scorso anno,
in particolare sul progetto di inserimento dei giovani,
sulla valorizzazione del personale straniero e italiano
all’estero, sui risultati della formazione in generale
ed in particolare sulla Cmc University.
Infine, è stato fatto un accenno agli esiti finali
delle valutazioni del personale svolte nel 2014.
Si è rammentato che nel 2016 si ripeteranno
le valutazioni, adottando gli stessi criteri
metodologici dello scorso anno.
p.08 la Betoniera
04.a
poi nel modenese, è nata una esperienza molto
interessante, quella di Sicrea, una società
a controllo cooperativo che ha assorbito il personale
della Cmr e della Orion e di Cdc di Modena.
Si sta pensando a qualcosa di analogo per
le cooperative in difficoltà insediate tra Bologna
e la riviera. La nostra prima preoccupazione è per
il lavoro e il reddito di soci e lavoratori. Per questo,
oltre ad adoperarci per far sì che gli ammortizzatori
sociali vengano attivati, stiamo usando strumenti
nuovi, come quelli legati alla formazione, per trovare
alternative occupazionali a chi è rimasto senza lavoro.
Inoltre, vorremmo che fosse condivisa
la preoccupazione per il progressivo venire meno
di presidi territoriali nella filiera delle costruzioni.
Legacoop Romagna ha cambiato recentemente
i propri vertici. Con quali progetti? Intanto vanno
ringraziate Ruenza Santandrea e Monica Fantini che,
nei ruoli di presidente e direttore dell’associazione,
si sono sobbarcate le fatiche non piccole legate
all’avvio di questa esperienza. Sono sicuro che
sapranno continuare il loro lavoro nell’organizzazione
nella dimensione regionale e nazionale, secondo
le professionalità che competono loro. Per quanto
riguarda i neoeletti presidente e direttore, Guglielmo
Russo e Mario Mazzotti, il mandato è quello che
hanno ricevuto dagli organismi di Legacoop Romagna:
rafforzare l’associazione rendendola più efficiente
e utile per le cooperative associate.
04
cooperazione
Verso l’Alleanza delle
Cooperative Italiane
04.a Il presidente di
Legacoop Emilia Romagna,
Giovanni Monti.
L’economia italiana, seppure debolmente,
ha cambiato di segno, da negativo a positivo,
ma perdurano le criticità per le imprese, anche
quelle cooperative. Qual è la situazione?
Com’è ovvio, anche nella crisi ci sono settori
che vanno meglio di altri o imprese che hanno
saputo interpretare le avvisaglie e innovarsi per tempo.
È così anche nella cooperazione aderente a Legacoop
della nostra regione, che è vasta, conta circa 3 milioni
di soci e 150.000 occupati, e vede imprese che
primeggiano a livello nazionale e, a volte,
internazionale. Dal 2008 al 2014, gli anni più duri
di crisi, le cooperative dell’Emila-Romagna hanno
registrato un +5% di occupati; esattamente
l’opposto delle altre imprese che hanno segnato
il -5%. Complessivamente la cooperazione conferma
la sua forza e utilità sociale.
Il settore delle costruzioni sta attraversando
un momento particolarmente difficile. Nello
specifico, come sta andando quello associato
a Legacoop? Com’è noto, il settore che è stato più
colpito dalla crisi è quello delle costruzioni, in particolare
dell’immobiliare e delle opere pubbliche. Sono oltre
800.000 le persone del comparto rimaste senza lavoro
e quasi 15.000 le aziende che hanno chiuso i battenti.
Legacoop Romagna, rinnovati
i vertici: nuovo Presidente Guglielmo
Russo, Direttore Mario Mazzotti
Eletti all’unanimità, durante l’ultima Direzione e su proposta di Giovanni Monti,
presidente di Legacoop Emilia Romagna, il nuovo presidente e il nuovo direttore
di Legacoop Romagna. Si tratta rispettivamente di Guglielmo Russo e Mario
Mazzotti. Confermati i 3 vicepresidenti: Luca Panzavolta (Commercianti
Indipendenti Associati - Conad), Giampiero Boschetti (Cooperativa Braccianti
Riminese) e Massimo Matteucci (Cmc).
Russo precedentemente era presidente della cooperativa sociale Cad di Forlì
e Mazzotti presidente della Dister di Faenza.
Russo e Mazzotti vanno a sostituire rispettivamente la Presidente
Ruenza Santandrea e il Direttore Monica Fantini.
p.09 la Betoniera
Le cooperative che non sono riuscite a riposizionarsi,
come invece ha fatto Cmc, si sono trovate in gravi
difficoltà. Anche quelle che sono state costrette
a chiudere hanno resistito anni prima di cedere,
erodendo patrimoni accumulati da generazioni pur
di tenere aperto. Si sperava che la ripresa arrivasse
presto per ripartire, era difficile immaginare una crisi
tanto lunga e dagli effetti così profondi sui sistemi
economici e produttivi. Per questo abbiamo chiesto
- e torneremo a chiedere - al Governo che venga
dichiarato lo stato di crisi del settore adottando
misure di salvaguardia dell’occupazione e di rilancio.
Di quali strumenti dispongono Legacoop
Emilia-Romagna e quelle territoriali per
affrontare questa situazione? Legacoop
e l’insieme del movimento cooperativo sono
intervenuti a sostegno delle imprese in difficoltà,
sia investendo ingenti risorse e offrendo garanzie,
sia esercitando il ruolo di rappresentanza nei
confronti del sistema istituzionale e verso il credito.
Abbiamo affiancato le cooperative che, attraverso
progetti innovativi, puntavano a salvaguardare
almeno una quota di base occupazionale,
ma raramente queste ipotesi di lavoro si sono
concretizzate. Nelle reggiano, estendendosi
Quali sono i progetti che Legacoop EmiliaRomagna ritiene che le cooperative debbano
fare propri e portare a termine per mantenere
un ruolo di primo piano nell’economia regionale
e nazionale? Non solo sono importanti i progetti,
è importante anche come li si costruisce. Lo scorso
anno al nostro congresso regionale e recentemente
all’assemblea dei delegati lo abbiamo detto e ribadito:
ogni cooperativa dovrebbe avere un proprio progetto
che possa decollare se viene messo in relazione
con altre cooperative di altri settori. Non solo: anche
le imprese private, il mondo del credito e della finanza,
le istituzioni possono e debbono essere interlocutori.
L’obiettivo è quello di fare crescere, in un’ottica
di sostenibilità, il territorio e le comunità. L’esempio
che portiamo spesso è quello di Fico, la fabbrica italiana
contadina che nascerà a Bologna entro i primi mesi del
2017 e che sarà un po’ il proseguimento dell’Expo di
Milano. Nella compagine societaria ci sono cooperative,
con Coop in un ruolo di primissimo piano, privati,
istituzioni locali, istituzioni finanziarie. Vanno, inoltre,
sottolineati i progetti di valenza più interna
tra i quali, coordinato dal presidente di Cmc, Massimo
Matteucci, spicca quello dedicato ai cambiamenti
nelle governance cooperative.
Il prossimo appuntamento, importantissimo,
è la costruzione dell’Alleanza delle cooperative
italiane: a che punto siamo e quali passi debbono
essere fatti? Abbiamo fissato l’1 gennaio 2017
come data entro la quale l’Alleanza va costituita
a livello nazionale e locale. La volontà politica
c’è da parte di tutti i soggetti promotori: Legacoop,
Confcooperative, Agci, e sono molto fiducioso
sul raggiungimento del risultato.
Certo, non è un percorso semplice, anche perché
nel corso degli anni ognuno di noi ha adottato
modelli organizzativi e di governance diversi
che andranno ricondotti a un solo modello.
La posta in gioco è importantissima: offrire
alle cooperative, ai territori, all’opinione pubblica
e alle istituzioni una sola rappresentanza rende
tutto il sistema paese più forte, non solo noi.
Ne siamo tutti consapevoli ed è un obiettivo
che ci avviamo a raggiungere.
05.1
05.1.e
lavori in corso
di Giovanni Matta
Singapore MRT C927... quasi
alla prima importante meta
Qui nella Città del Leone, dopo poco più di 4 anni,
Cmc di Ravenna comincia a vedere i primi chiari
risultati di un impegno duro, avvincente, sfidante
e professionalmente appagante.
05.1.a
In uno dei due contratti, il C927, chiamato anche
Bedok Reservoir Station, si stanno completando
i lavori strutturali della stazione e ci si avvicina
al raggiungimento della Basic Structural Completion
(BSC - milestone contrattuale molto importante) dopo
avere raggiunta quella nel tunnel lo scorso 2 aprile.
In quella data abbiamo, infatti, già consegnato al cliente,
con tanto di Certificate of Substancial Completion,
i lavori del tunnel, che ricordiamo consistevano in 3 km
scavati con due Tbms EPB da 6.7 m della Robbins.
Le attività all’interno dei tunnel, da qualche mese,
vedono, invece, impegnato un altro contractor, quello
per la posa dei binari che ha già completato tutta la
sezione riguardante il 927, stazione e tunnel, ed entro
l’inizio del mese prossimo procederà nelle tratte di tunnel
del 926, prossime anch’esse al loro completamento.
05.1.b
All’interno della stazione 927 intanto il lavoro procede
frenetico per quello che manca dei calcestruzzi,
ma soprattutto per i lavori di finitura architettonica
e per le installazioni elettromeccaniche da parte dei
SWC (Sytem Wide Contractors). I primi consistono negli
intonaci, rasature, pitture e massetti di tutte le zone
private e pubbliche che sono state già completate.
Seguiranno poi i materiali pregiati: graniti, ceramiche,
pannelli in alluminio, vetrate e controsofitti. Allo scopo
Cmc ha scelto di avvalersi di artigiani italiani che hanno
mostrato capacità e produttività migliori dei loro
competitors locali riconfermando il primato qualitativo
italiano, e di Cmc, in questo genere di attività che
necessitano mestiere, dedizione e profonda passione.
I secondi, invece, consistono nelle installazioni
elettromeccaniche che vengono eseguite da diversi
contractors, locali e no, nei confronti dei quali abbiamo
l’obbligo contrattuale di fornire coordinamento tecnico
/logistico e supporto operativo. Si tratta in definitiva
di chi installerà tutti i sistemi di ventilazione, idrici,
elettrici, meccanici e di sicurezza per dare vita al corpo
della stazione e renderla così fruibile agli utilizzatori.
L’ultima fase sarà, invece, il ripristino esterno che vedrà
in prima linea la ricollocazione di un grosso canale
di superficie per la raccolta delle acque piovane che
è stato temporaneamente deviato consentendo cosi
la costruzione del corpo della stazione. Seguirà quindi
la costruzione delle entrate A e B alla stazione con
le loro particolari finiture architettoniche comprese
di arredo urbano e verde pubblico.
Manca ancora poco più di un anno alla data
di completamento e, anche se ci aspettano
ancora alcune importanti sfide tecniche
e di coordinamento con tutte le entità coinvolte
nel progetto, Cmc riuscirà a soddisfare il proprio
impegno con questo importante cliente!
Nuova acquisizione in Algeria
A fine novembre è stato firmato un contratto tra Cmc e Danieli di Buttrio (UD),
leader mondiale nella produzione di impianti siderurgici, nell’ambito della
costruzione del complesso siderurgico di Jijel, in Algeria. La località si trova
a 400 km ad est di Algeri e a 200 km a nord di Costantine, dove Cmc ha già
un cantiere operativo. Nel dettaglio si tratta dell’esecuzione di parte delle opere
civili dell’acciaieria (laminatoi) che è stata commissionata a Danieli dalla società
mista algero-qatarina AQS (Algerian Qatari Steeel). L’importo dei lavori
è di circa 20 milioni di USD ed arriverà ad impiegare un massimo 300 persone.
Aggiudicazione in Namibia
Cmc si è aggiudicata i lavori di riabilitazione della tratta stradale tra Windhoek
e Okahandja in Namibia del valore di circa 1 miliardo di dollari namibiani
(circa 72 milioni di euro). Il contratto ha una durata di 36 mesi. Per Cmc sarà
la prima esperienza nel paese dell’Africa Australe.
05.1.c
Respinto il ricorso contro Cmc
per il depuratore di Trento
Il Tribunale Regionale di Giustizia Amministrativa di Trento ha respinto
il ricorso nei confronti di Cmc, quale mandataria di una associazione
di imprese, nella gara di appalto per la progettazione esecutiva e la realizzazione
del 1° lotto dell’impianto di depurazione Trento 3-versione Sottomonte
e di rettifica della SS12. L’importo complessivo dell’appalto era fissato in 89
milioni di euro circa ed era stato aggiudicato nell’aprile scorso all’ATI Cmc.
L’ATI giunta al secondo posto della graduatoria di gara, aveva presentato
un ricorso contro questo esito. La sentenza del Tribunale competente, riunito
in Camera di Consiglio il giorno 8 ottobre, ha respinto il ricorso e condannato
la società ricorrente al pagamento delle spese di giudizio.
Nuova aggiudicazione in Marocco
La Cmc, in associazione temporanea di imprese con le società Seprob
di Casablanca e Slimar di Chioggia (Ve), si è aggiudicata la gara d’appalto
indetta dall’Agenzia Nazionale dei Porti del Marocco – Distretto Regionale
Atlantico del Nord e Direzione del Porto di Mohammedia, per i lavori di
costruzione di una nuova Stazione Gpl nel porto di Mohammedia.
L’importo complessivo dei lavori è di circa 30 milioni di Euro.
05.1.d
p.10 la Betoniera
05.2.a
05.2.b
05.2
05.2.c
05.1.d
05.2.e
lavori in corso
di Giuseppina Melidona
Expò Milano 2015, 7 milioni di visitatori
nei Padiglioni realizzati da Cmc
05.1.a-d Nel cantiere Cmc
di Singapore.
05.1.e Giovanni Matta.
05.2.a Il padiglione della Corea.
Si è tenuta il 31 ottobre alla presenza del Presidente
della Repubblica Sergio Mattarella la cerimonia
di chiusura dell’Esposizione Universale di Milano.
Nei 184 giorni di apertura sono stati oltre 20 milioni
i visitatori giunti in città da ogni parte del mondo per
visitare i 157 Paesi espositori e per riflettere insieme
sul tema “Nutrire il Pianeta, energia per la Vita”.
05.2.b Il padigione francese.
05.2.c Giuseppina Melidona.
05.2.d Un momento
della premiazione in Francia.
05.2.e Il Premier Matteo Renzi
in visita al padiglione francese.
05.2.f L’ingresso alla fermata
della metropolitana all’Expò.
05.2.g Il padiglione Tailandese.
In questi sei mesi il sito di Expo Milano 2015 è stato
animato da circa 10 mila incontri e dibattiti sulle
tematiche legate all’evento e ha ospitato 300 visite
istituzionali con la presenza di 60 Capi di Stato
o di Governo, oltre ad interventi illustri tra i quali Papa
Francesco, Michelle Obama e il segretario generale
dell’Onu Ban Ki-Moon. Nel corso della cerimonia
conclusiva il Commissario Unico di Expo Milano 2015
Giuseppe Sala ha consegnato le bandiere del BIE Bureau International des Expositions, ad Astana 2017
e a Dubai 2020, le città che ospiteranno le prossime
edizioni di Expo. I tre padiglioni costruiti da Cmc quelli di Francia, Corea del Sud e Tailandia, sono stati
tra i protagonisti del grande successo di Expo, ed oltre
05.2.f
ad essere tra i più apprezzati da parte dei visitatori durante i 6 mesi di apertura i nostri padiglioni sono stati
visitati complessivamente da quasi 7 milioni di persone!
- hanno ricevuto anche importanti premi e riconoscimenti.
Alla vigilia della chiusura del grande evento, la società
Expo e il BIE hanno assegnato al Padiglione della
Francia una delle tre medaglie d’oro, quella per
l’architettura più bella, apprezzata “per l’innovativo
concetto di un mercato del cibo coperto e di un
paesaggio vivace e aperto”, mentre alla Corea è stata
consegnata la medaglia d’argento per l’Exhibition
Design, sempre nella categoria dei grandi padiglioni. Il
Padiglione francese ha inoltre ricevuto la menzione
d’onore da parte della rivista americana di settore
Exhibitor Magazine.
Un importante riconoscimento del lavoro svolto da Cmc,
alla guida del raggruppamento di imprese che ha curato
la progettazione, la realizzazione e la manutenzione
del Padiglione della Francia, è arrivato direttamente
dal Governo d’oltralpe. Su proposta di Stéphane Le Foll,
Ministro francese dell’Agricoltura, dell’Agroalimentare
e della Foresta e portavoce del Governo, e di Alain
05.2.g
p.11 la Betoniera
Berger, Commissario Generale della Francia a Expo Milano
2015, i nostri colleghi Marco Travanini, Massimo Gori
e Maurizio Montanari hanno ricevuto la nomina al
grado di Cavaliere del Merito Agricolo francese a
motivo del “servizio eccezionale reso all’agricoltura
nell’ambito dell’Esposizione universale - Milano 2015”.
L’onorificenza è stata loro conferita nel corso di una
cerimonia che si è svolta a Parigi il 3 dicembre 2015.
Ad Expo conclusa, secondo quanto previsto dai contratti
sottoscritti da Cmc con i rispettivi Clienti, sono iniziati
i lavori di smontaggio dei padiglioni. In particolare,
i Padiglioni di Corea e Tailandia verranno demoliti e
smaltiti. Il Padiglione della Francia sarà invece smontato,
imballato e riconsegnato al Cliente che lo conserverà
in un deposito, in attesa dell’esito del Concorso lanciato
per il riutilizzo della struttura in patria. La destinazione
definitiva dell’edificio verrà stabilita entro la fine
dell’anno. Nel frattempo, a ricordo di questa esperienza
unica, è entrato a far parte della galleria di Cmc
il “bufalo tailandese” che durante i sei mesi di Expo
ha accolto i visitatori del Padiglione della Tailandia!
05.3.a
05.3
05.3.c
05.3.d
lavori in corso
di Lamberto Gavelli
Inaugurata l’autostrada
Maritza in Bulgaria
Lo scorso 29 ottobre ha avuto luogo
la cerimonia di apertura dell’autostrada
A-1 Maritza in Bulgaria, permettendo
così il completamento dell’asse viario
Sofia (Bulgaria) - Istanbul (Turchia).
05.3.b
Si conclude così, dopo 4 anni di lavori, il progetto
che Cmc si era aggiudicata nel 2011 e che è stato
diretto dal Project Manager ing. Carlo Finotti.
Si tratta di un’opera cofinanziata con fondi della
Comunità Europea all’interno di un piano di sviluppo
europeo dei trasporti che in Bulgaria è denominato
“Operational Transport Program”.
Il tratto di 31,4 km che va da Orizovo a Dimitrovgrad
si sviluppa lungo un territorio tendenzialmente
pianeggiante con la sporadica presenza di modesti
rilievi collinari che sono stati attraversati in trincea.
La strada si sviluppa su due corsie di marcia ed una di
emergenza per ogni carreggiata che misura quindi 11
metridi larghezza. Il percorso attraversa un lago
artificiale e tre fiumi, il fiume “Stara Reka”, il fiume
“Maritza” ed il fiume “Banska”; vi sono inoltre
05.4
05.4.c
sovrappassi e sottopassi sia stradali che agricoli.
Le facilities sono 22 in totale e di non particolari
dimensioni; la più consistente è il ponte sul fiume
Maritza che consta di 18 campate di 26 metri
ciascuna con una lunghezza totale di 470 metri
e per 28 metri di larghezza.
Alla cerimonia di inaugurazione erano presenti
le autorità bulgare: il Presidente della Repubblica Rosen
Plevneliev, il Primo Ministro Boiko Borisov, il Ministro
degli Affari Regionali Liliana Pavlova ed il Ministro
dei Trasporti Ivailo Moskovski. Era presente anche
il Presidente della Road Infrastructure Agency (RIA)
Lazar Lazarov. Ha celebrato e benedetto la cerimonia
il Pope Arcivescovo di Chirpàn.
La durata dei lavori, maggiore di quanto previsto
nel progetto iniziale, è da imputarsi principalmente
alla presenza di 8 aree di interesse archeologico
che hanno bloccato i lavori stradali per lungo tempo.
L’ultimo vincolo archeologico è stato risolto alla fine
di maggio 2015. Purtroppo, anche alcune lungaggini
burocratiche, hanno contribuito allo slittamento
dei tempi di realizzazione.
05.4.a
lavori in corso
di Salvatore Picone
La 640 diventa
la “strada degli scrittori”
05.3.a-d L’inaugurazione
della nuova autostrada
A1 Maritza in Bulgaria.
La proposta del cambio di denominazione della
statale lanciata all’Anas dal sindaco di Agrigento
Lillo Firetto. Lo scrittore Andrea Camilleri: “È il giusto
merito ai grandi autori nati in questa terra”.
05.4.a La locandina della
“Strada degli scrittori”.
05.4.b-c La Ss 640.
05.4.b
La nuova strada statale 640 cambia denominazione.
La richiesta all’Anas è arrivata dal sindaco di Agrigento
Lillo Firetto, annunciata all’Expo, in occasione della
cerimonia dedicata ai 90 anni dello scrittore Andrea
Camilleri, nel corso di una cerimonia che si è svolta
presso lo spazio “Casa Corriere” voluta dal giornalista
Felice Cavallaro, promotore, già due anni fa, di iniziative
per un progetto turistico-culturale che lega le città
e i paesi di scrittori importanti, vissuti lungo la strada che
lega le province di Agrigento a Caltanissetta. Andrea
Camilleri, papà del celebre Commissario Montalbano,
ha dichiarato che è una bellissima iniziativa che dà
il giusto merito e riconoscimento a due tra gli autori più
ammirati e conosciuti al mondo: Luigi Pirandello
e Leonardo Sciascia.
“Il presidente nazionale di Anas, Gianni Vittorio Armani,
ha dimostrato sin da subito interesse all’iniziativa”,
ci ha detto Felice Cavallaro.
E anche la Cmc di Ravenna, che per conto dell’Anas sta
realizzando i lavori di ammodernamento a quattro corsie
della statale, ha subito sposato l’idea, partecipando sin
dall’inizio, alle attività legate alla “strada degli scrittori”.
Secondo il sindaco di Agrigento, l’obiettivo di questa
intitolazione è quello di realizzare un itinerario
turistico di straordinario interesse naturalistico
e culturale, che invita alla visita dei luoghi della memoria
letteraria di grandi autori siciliani.
Il turista, l’appassionato, lo studente potrà quindi
percorrere la 640 pensando di poter toccare
con mano luoghi descritti nelle opere di Pirandello,
Sciascia, dello stesso Andrea Camilleri e di altri autori.
Visitando la Valle dei Templi e il Giardino della
Kolimbetra si potrà continuare il percorso fermandosi
a Porto Empedocle, la Vigàta di Montalbano,
e la contrada del Kaos, dove nacque il premio Nobel
agrigentino Luigi Pirandello, nella stessa campagna
che si affaccia al “mare africano” dove riposano
le ceneri del grande drammaturgo.
Da Agrigento quindi, passando per Favara, la città
della Farm Cultural Park legata ad Antonio Russello,
poco conosciuto, ma di grande valore letterario,
dopo trenta chilometri si arriva a Racalmuto,
il paese di Leonardo Sciascia, voce e coscienza critica
che ha spronato alla verità, nutrendosi del dubbio.
Uno spirito, quello dello scrittore scomparso ventisei
anni fa, che fu capace non solo di polemizzare, ma
di dialogare con tutti. A Racalmuto ci si può imbattere
negli amici e nei colleghi maestri di Sciascia, passando
dalla scuola dove ha insegnato o dal Circolo Unione.
Ma soprattutto si potranno studiare le carte
da lui donate alla Fondazione che porta il suo nome:
un importante archivio di lettere e documenti che
raccontano cinquant’anni di attività letteraria dell’autore
del “Giorno della civetta”. Così da Racalmuto e dalla
campagna di contrada Noce, dove lo scrittore ha scritto
tutti i suoi libri, in venti minuti si potrà arrivare
a Caltanissetta, la città di Rosso di San Secondo, ma
anche la “Nissa” dove ha insegnato Vitaliano Brancati.
Tappa fondamentale anche Palma di Montechiaro,
la città di Tomasi di Lampedusa e dei dolci di mandorla
delle Suore Benedettine del Convento della Beata
Corbera del Gattopardo.
La “strada degli scrittori” è anche un circuito che invita
il viaggiatore ad intrattenersi tra le bellezze artistiche,
monumentali ed enogastronomiche. Un percorso
unico fatto di castelli, chiese di grande valore storico,
musei e teatri. E di piatti intensi. Tra i vini già legati
alla strada degli scrittori, il “seicentoquaranta” – il Nero
d’Avola Doc Sicilia nato da un’idea di Pierfrancesco
Paglini – che è anche il vino della solidarietà. Un vino
fatto nella strada degli scrittori, aveva detto tempo
fa Andrea Camilleri, è sicuramente un vino diverso.
E lo è, anche dal punto di vista qualitativo:
forte e intenso, che richiama certi vini spagnoli.
Sul cambio di denominazione della statale 640
anche il vice presidente della Regione Sicilia,
Mariella Lo Bello, ha manifestato il suo apprezzamento
e pieno appoggio all’iniziativa.
05.5
05.5.a
05.5.b
lavori in corso
Scoperta una fattoria
di età Romano-Imperiale
05.5.a-d Ritrovamenti
archeologici nel cantiere
della Ss 121.
05.6.a il nuovo ospedale
di Mazara del Vallo.
Nei mesi scorsi la Soprintendenza Beni Culturali
e Ambientali di Palermo ha effettuato un
intervento di scavo archeologico in corrispondenza
del cantiere ANAS denominato CV 6, in occasione
dei lavori di ammodernamento della SS121-SS189
(tratta Palermo-Lercara Friddi) al centro
della cosiddetta “Pianotta di Vicari”.
La sorveglianza archeologica - prescritta su tutti
i lavori di ammodernamento dell’importante arteria
stradale - aveva segnalato nell’area la presenza
di strutture murarie e frammenti ceramici antichi,
rinvenimenti che hanno indotto gli archeologi
della Soprintendenza di Palermo, Unità Operativa 5,
Stefano Vassallo e Monica Chiovaro, a disporre
la realizzazione di un cantiere archeologico,
con la collaborazione di Antonio Di Maggio
e Fausto D’angelo, della Cooperativa Archeologia
di Firenze e della ditta Bolognetta Scpa.
L’indagine ha consentito di mettere in luce
parte di un insediamento rurale di età romano
-imperiale (I sec. d.C.), utilizzato fino all’età
tardo-antica (IV-V sec. d.C.).
Purtroppo, la maggior parte della fattoria doveva
estendersi al di là dell’area espropriata per
l’allestimento del cantiere stradale; tuttavia,
l’esplorazione ha consentito il rinvenimento di alcuni
vani, anche con materiale ancora “in posto”, come
una coppia di anfore da trasporto parzialmente interrate
nell’angolo di uno degli ambienti, probabilmente
destinato a deposito di derrate alimentari.
Nello scavo sono presenti anche alcune istallazioni
funzionali a vari tipi di lavorazioni come,
per esempio - nell’area a nord dell’insediamento
05.6.a
- una vasca quadrangolare impermeabilizzata
con un rivestimento in cocciopesto, oltre
a un piccolo forno costituito da ciottoli e circondato
da uno strato concotto.
05.5.c
L’insediamento insisteva su un’area che era frequentata
già in età preistorica: infatti, nella zona limitrofa alla
fattoria è stata rinvenuta ceramica preistorica e tracce
di bruciato, risalenti - a un primo esame dei reperti all’età del Bronzo; in seguito il terreno era stato
occupato da una necropoli di età ellenistica (III sec. a.C.),
come testimonia il ritrovamento di un’incinerazione
e di unguentari acromi piriformi, posti negli strati
immediatamente al di sotto delle strutture murarie
dell’edificio romano.
La scoperta assume una particolare rilevanza
poiché si tratta di uno dei pochi casi di scavo
di un insediamento rurale di età romana nella Sicilia
occidentale; il nuovo sito messo in luce contribuisce
a chiarire le dinamiche del popolamento di questa
parte dell’isola nella prima età imperiale, caratterizzata
non solo dalla presenza di ricche città costiere (come,
per esempio, Palermo o Termini Imerese), ma anche
da un tipo di insediamento diffuso nel retroterra
dei grandi centri urbani, nelle aree di sfruttamento
agro-pastorale, territori a vocazione prevalentemente
cerealicola, fondamentali risorse economiche della Sicilia
e fonte privilegiata del rifornimento annonario di Roma.
05.5.d
Il rinvenimento conferma ancora una volta l’importanza
degli interventi di archeologia all’interno dei Lavori
Pubblici che - pur in tempo di crisi economica e tra
tante difficoltà logistiche - consentono di recuperare
dati archeologici che altrimenti andrebbero perduti
e che contribuiscono ad arricchire le conoscenze
dei modelli socio-economici della Sicilia antica.
05.6
lavori in corso
di S.P.
Ospedale costruito
in tempi da record
Prima dell’estate saranno conclusi i lavori
di ristrutturazione dell’ospedale “Ajello” di Mazara
del Vallo, in Sicilia. Lavori realizzati da Cmc e da
Ceif, tramite il Conscoop, per conto dell’Azienda
Sanitaria Provinciale di Trapani. Un progetto
ambizioso, cofinanziato dall’Unione Europea
nell’ambito del Po-Fers 2007/2013, che prevede
la ricostruzione di nuove strutture
e la trasformazione di quella esistente.
E arrivano i primi complimenti da parte dei cittadini
e delle Istituzioni della città.
Il sindaco Nicola Cristaldi, lo scorso 23 novembre,
pubblicamente ha ringraziato l’impresa che sta
eseguendo i lavori: “a breve, avremo una struttura
ospedaliera all’avanguardia - ha detto il sindaco
nel corso di una trasmissione televisiva e radiofonica
regionale - e questo è un grande traguardo. A Mazara
il nuovo ospedale è costruito in tempi record”.
p.13 la Betoniera
“Devo dire che in Sicilia - ha detto il sindaco - dove
tutto è sempre a rilento, è un piccolo grande traguardo.
In altre epoche, probabilmente, per fare questo tipo
di intervento ci sarebbero voluti anche sei-sette anni”.
L’intervento dell’impresa, nella struttura ospedaliera
della cittadina in provincia di Trapani, prevede
la demolizione del vecchio ospedale e la ricostruzione,
con ampliamento, del nuovo. Dal cantiere ci dicono
che sono stati realizzati circa 35.000 mq coperti su 6
elevazioni fra cui: un bunker in cls baritico con capacità
schermante per ricevere l’acceleratore radiante
di particelle, utile contro i tumori; un complesso
operatorio con tre sale operatorie “chiavi in mano”,
circa 12.000 mq di facciate ventilate in hpl miste ad
alluminio e impianti vari. Inoltre l’intero appalto
ha potuto avvalersi del Protocollo di Legalità fortemente
voluto dalla Cmc e siglato in accordo con la Prefettura di
Trapani. Uno strumento importante di legalità e di tutela
per tutti. Un modello positivo, ormai, di tutti i cantieri
della nostra Cooperativa, applicato non solo in Sicilia.
05.7.a
• la demolizione di alcuni fabbricati esistenti
all’interno dello stabilimento Lucchini ubicati lungo
il nuovo tracciato del muro di recinzione dei piazzali
portuali e di una porzione di fabbricati ex Lucchini
che si attestano sulla banchina lato nord;
• l’adeguamento della rete di raccolta (acque
meteoriche ed della acque di falda) e della rete
di servizi alla nuova configurazione dei piazzali portuali;
• la realizzazione di un molo provvisorio a protezione
della Darsena Magona dall’ingresso del moto ondoso,
costituito da una fila di palancole metalliche tipo PU25
lunghe 13,50 m, ed un setto perpendicolare
in palancole a tergo, con funzione di irrigidimento
della parete principale;
• la modifica e l’ottimizzazione delle modalità
di demolizione del pontile Ex- Ilva finalizzato al riutilizzo
dei residui di demolizione per la realizzazione di isole
ecologiche a mare;
• la realizzazione del muro di recinzione in c.a. del
piazzale portuale per uno sviluppo lineare complessivo
di 488.50 m costituito per 124 m da una struttura
in c.a. gettato in opera e per i restanti 364.50 m da una
struttura mista con soletta di fondazione di c.a. gettato
in opera e una parete verticale prefabbricata in c.a.;
05.7
• la realizzazione degli impianti elettrico,
antincendio ed idrico.
05.7.e
lavori in corso
di Alessandro Cardellini
A poco più di due anni di distanza dal primo
appalto la stessa ATI, con Cmc mandataria,
si è aggiudicata i lavori per gli Interventi
infrastrutturali legati al nuovo Piano Regolatore
Portuale per il rilancio e la competitività industriale
e portuale del Porto di Piombino.
Gente di mare...
05.7.a-b Nel cantiere del porto
di Piombino.
05.7.c-d Nel cantiere del porto
di Ancona.
05.7.e Alessandro Cardellini.
Cmc ha avuto da sempre un forte legame
con il porto della sua città. Negli anni le esperienze
in lavori marittimi si sono estese in tutta Italia
e anche all’estero. Grazie a professionalità
e mezzi, Cmc ha operato in vari porti, da quello
turistico di Marina di Pisa al porto da pesca
di El Kala in Algeria.
Anche per il futuro, la nostra cooperativa
continua a marcare fortemente il mercato
delle opere marittime, nonostante la crisi del
settore che vede il volume dei lavori decrescere
anno dopo anno, partecipando a tutte le gare
di appalto anche di piccolo e medio taglio.
Al momento si attende l’esito di sei offerte già
presentate e che siano bandite, entro il 2016,
circa una dozzina di gare nel settore marittimo.
Le ultime commesse marittime nelle quali Cmc
ha operato e di cui vogliamo parlare in questo
numero de la Betoniera sono quelle per i porti
di Piombino e di Ancona.
Piombino
La presenza di Cmc nel porto di Piombino è ormai
di lunga data. Cominciata nel 2012 con il cantiere MISE,
è proseguita con il lavori di adeguamento del Piano
Regolatore portuale e continua oggi con un nuovo
affidamento, arrivato attraverso una procedura
negoziata, per il prolungamento del Molo Batteria.
I lavori del MISE sono stati completati e nelle scorse
settimane anche collaudati. L’appalto, affidato il 13
febbraio del 2012, dall’Autorità Portuale di Piombino,
all’A.T.I Cmc - Sales riguardava lavori di costruzione
delle opere previste nella prima fase di attuazione
del P.R.P. del porto per un importo complessivo
di 22.299.019 euro. Durante l’appalto sono state
sottoscritte 3 Perizie di Variante e Suppletive per
un importo dei lavori di 26.203,482 euro ed una
durata complessiva dei lavori pari a 690 giorni.
Le principali opere previste nell’appalto riguardano:
• la realizzazione di accosti funzionali “Banchina ovest
della Darsena Piccola e tratto iniziale della banchina
sud della Darsena Grande” tramite adeguamento dei
piazzali retrostanti e riprofilatura delle linee di banchina;
• la riqualificazione delle vasche di decantazione esistenti;
p.14 la Betoniera
• la ridefinizione dello schema di raccolta delle acque
e ricostruzione del sistema fognario e scarico a mare
delle acque industriali degli insediamenti esistenti
a tergo del bacino portuale (Magona e Lucchini);
• il banchinamento del lato interno del moletto
a scogliera che delimita la Darsena Magona fino
al limite dello scivolo di alaggio esistente;
• l’adeguamento del tracciato del muro
di recinzione portuale alla nuova configurazione
dei piazzali e prolungamento della recinzione
all’interno dell’area Lucchini per tutto il tracciato
della futura strada di collegamento delle aree
industriali con il porto di Piombino;
• la modifica del manufatto di stoccaggio
temporaneo dei sedimenti pericolosi;
Il contratto per la realizzazione dei lavori in oggetto
aveva originariamente un importo di 81.865.462 euro
e una durata di 360 giorni. A seguito di imprevisti
manifestatisi nel corso dei lavori, la Direzione dei lavori
ha introdotto una Variante che ha portato l’importo
contrattuale a 85.627.515 euro e il termine per dare
completate le opere al 31 dicembre 2015.
L’intervento consiste nell’adeguamento del porto toscano,
finalizzato ad accogliere navi di grandi dimensioni
e a smaltire navi militari in disarmo. Al termine
dell’appalto la competitività del porto di Piombino sarà
notevolmente aumentata grazie alla disponibilità di una
delle banchine portuali più profonde d’Italia (-20 m
s.l.m.m.) e di ampi piazzali da destinare ad usi industriali
e commerciali. L’area di intervento corrisponde allo
specchio acqueo a nord dell’attuale bacino portuale,
prospiciente la seconda vasca di contenimento dei
materiali di risulta dei dragaggi appena completata,
immediatamente a sud della foce della Cornia Vecchia.
I lavori previsti consistono nelle seguenti opere:
• la realizzazione della Diga a Scogliera nord che
delimita, lato mare, il piazzale di radice della Darsena
Nord e il relativo muro paraonde;
• l’opera a scogliera che ha origine in corrispondenza
del setto interno alla seconda vasca di contenimento
esistente che divide il setto nord da quello centrale
05.7.b
e percorrendo il lato corto della darsena si intesta
sulla diga a scogliera di cui sopra chiudendo il perimetro
del suddetto piazzale, denominato argine sud;
05.7.c
• la realizzazione del rilevato del terrapieno
di radice della Darsena nord attraverso il riempimento
dell’area delimitata dalle opere di cui ai punti precedenti
con i materiali di risulta dei dragaggi;
• il consolidamento a mezzo di colonne di ghiaia
e la pavimentazione della porzione di levante
del piazzale adiacente la diga a scogliera nord, per
una superficie di circa 76.500 m2, con l’individuazione
di due aree specializzate dove concentrare le attività
produttive di cui la prima con pavimentazione flessibile
e la seconda realizzata in MACADAM;
• la realizzazione dei primi 473 m circa del molo nord,
che delimita l’omonima darsena e che nei primi 350 m
sarà costituito da un’opera a scogliera con banchina interna
dimensionata per un fondale di progetto pari a -20 m
s.m.m., mentre nei restanti 123 m circa è costituito
da cassoni cellulari a 3 file di celle imbasati a quota
-12 m s.m.m. su uno scanno in pietrame scapolo;
• il prolungamento del molo di sopraflutto del porto
(Molo Batteria o Pecoraro) mediante la realizzazione
di un’opera di difesa di lunghezza pari a circa 185 m,
posta a circa 40 m dall’attuale testata, costituita da
cassoni cellulari a 3 file di celle imbasati a quota
-14 m s.m.m. su uno scanno in pietrame scapolo;
• il dragaggio a quota -20 m s.m.m. dei fondali
del canale di accesso, del bacino di evoluzione
e dell’area a mare prospiciente la banchina interna
del molo nord (denominata Banchina Est) per
un volume complessivo d’escavo di 3.000.000 m3.
• la bonifica ambientale delle aree ricadenti nelle
celle N.80 e N.81 e D.2 per un volume di escavo
pari a 25.620 m3;
• la realizzazione degli impianti di raccolta
e trattamento delle acque meteroriche, dell’impianto
antincendio e la posa dei cavidotti a servizio delle
future attività produttive.
Oggi dopo un avvio di corsa, l’avanzamento dei lavori
ha raggiunto il 90% e restano da completare solo parte
delle opere previste in Variante.
Relativamente al nuovo appalto Interventi infrastrutturali
legati al nuovo Piano Regolatore Portuale per il rilancio
e la competitività industriale e portuale del Porto di
Piombino: raccordo e prolungamento del Molo Batteria,
è in corso di validazione la progettazione esecutiva.
L’importo contrattualizzato è di 16.437.250 euro con
una durata di 15 mesi. L’appalto prevede il raddoppio
dei cassoni del Molo Batteria realizzati nel nostro
precedente appalto e il loro prolungamento. I lavori
consistono essenzialmente in:
• demolizione e salpamento dell’attuale testata del molo;
• costruzione di 16 cassoni cellulari in c.a. di cui 3
saranno di raccordo con il molo, 6 saranno di raddoppio
e i restanti 7 saranno di prolungamento al molo
che a fine lavori avrà una lunghezza di 450 m;
• realizzazione delle sovrastrutture e del muro
paraonde sui cassoni;
• impianti di raccolta acque meteoriche e cavidotti
di servizio.
Ancona
L’appalto per i Lavori di terza fase delle opere a mare realizzazione del molo Foraneo di Sopraflutto, era stato
bandito dall’Autorità Portuale di Ancona ed era stato
aggiudicato all’ATI capeggiata da Cmc (mandataria)
con un importo lavori di 55.969.850 euro.
Le attività sono cominciate nel luglio 2012 e, dopo un
avvio a rilento, si sono completamente e rapidamente
sviluppate fino al loro completamento avvenuto il 15
settembre 2015. L’opera è una classica diga a gettata
costituita da un nucleo in pietrame su scanno di
imbasamento rivestito da due strati filtro in massi
naturali di I e II categoria. La mantellata lato porto
è costituita da massi naturali di IV categoria mentre
quella lato mare è realizzata in tetrapodi in cls
(12,5 m3/cad). Il quantitativo totale di materiale
approvvigionato è di circa 2 milioni di tonnellate
di pietrame e massi naturali e la prefabbricazione di oltre
10.400 tetrapodi. L’opera foranea finita ha uno sviluppo
lineare di 800 m c.a., una larghezza alla base di 90 m
c.a. ed un’altezza di 21 m dal piano di imbasamento.
Il materiale utilizzato per la realizzazione dell’opera
è stato approvvigionato da cave di prestito site
in Croazia ed il trasporto è stato effettuato da tre
motonavi da 3.000 ton e una motonave oceanica
da 10.000 ton di stazza che hanno compiuto oltre
400 traversate. La posa del pietrame è stata eseguita
da motopontoni attrezzati con gru Liebherr 895.
La prefabbricazione dei massi artificiali, eseguita
direttamente da Cmc, ha avuto inizio a febbraio 2014
e si è completata a luglio 2015 con una produzione
di 40 tetrapodi al giorno incrementata poi a 50
elementi/giorno. L’ottimizzazione del processo
produttivo e lo sviluppo di un opportuno mix design
consentono la scasseratura e la movimentazione
degli elementi già a 16 ore. La movimentazione
ed il trasporto verso le aree di stoccaggio sono state
eseguite rispettivamente da una gru tralicciata Kobelco
da 150 ton e un fork-lift Hyster da 50 ton.
La posa dei tetrapodi è cominciata a giugno
2014 ed è stata realizzata per la maggior parte
dal motopontone Opemar I di proprietà di Cmc.
Vista la delicatezza dell’operazione le operazioni
iniziali di posa sotto il livello del medio mare sono state
supervisionate da squadre di sommozzatori che grazie
ad un sistema di comunicazione in tempo reale
con l’operatore a bordo della gru, trasmettevano
le informazioni circa il corretto orientamento
e concatenamento dei tetrapodi. I piani di posa degli
elementi prefabbricati della mantellata sono stati redatti
dall’Università Politecnica delle Marche, che ne
ha individuato e suggerito le corrette metodologie
di posizionamento. Tutte le operazioni di posa, sia del
materiale lapideo che dei tetrapodi avvengono tramite
l’uso di un sistema di posizionamento GPS-RTK che
fornisce la georeferenziazione di ogni singolo elemento
posato, in modo da garantirne l’esatta ubicazione.
L’Ambasciatore
in visita alla “nostra”
miniera nello Zambia
Lo scorso settembre il nostro cantiere della Konkola
Copper Mine a Chililabombwe, nello Zambia, ha avuto
l’onore di ricevere la visita dell’Ambasciatore italiano
nel Paese, Filippo Scammacca.
Per un giorno è stato fianco a fianco con minatori,
operai e tecnici Cmc, visitando lo scavo e dormendo
nel nostro campo.
L’Ambasciatore è rimasto entusiasta dell’accoglienza
ricevuta e ha promesso di tornare presto!
p.15 la Betoniera
05.7.d
06.1.a
06.1
06.1.b
formazione
di Mauro Forlani
Nella Formazione Aziendale si trova una possibile
risposta: l’esigenza sempre più forte di personalizzare
e contestualizzare gli interventi formativi rispetto
ai fabbisogni è il punto di partenza per una formazione
“cucita su misura”, mirata e, quindi, partecipata.
È necessario individuare temi legati alla quotidianità,
alle problematiche vissute sul campo.
Perché fare
formazione aziendale?
06.1.a La Tbm per il cantiere
di Torino.
È adeguatamente diffusa
la consapevolezza sul significato di ciò
che chiamiamo “formazione aziendale”?
06.1.b Mauro Forlani.
La cosiddetta “formazione aziendale” è quella
attività strutturata attraverso la quale un’azienda
si propone di “insegnare” al proprio personale,
indistintamente, competenze specifiche.
Un’impresa efficace è cosciente che una grossa
parte di valore e redditività è legata alle caratteristiche
delle persone che ne fanno parte e che esprimono,
attraverso competenze ed esperienza, quella
motivazione necessaria al raggiungimento degli
obiettivi aziendali sia a livello quantitativo (redditività),
sia a livello qualitativo... ”il saperlo fare bene”.
L’ambito della cosiddetta “formazione aziendale”
può sembrare non fornire un qualcosa di tangibile
nell’immediato, ma una più accurata analisi ci permette
di tradurre questa attività in un valore aggiunto,
che investe sulle singole persone per renderle,
gradualmente, più autonome, rafforzandone la fiducia
nelle capacità di fare, e soprattutto confermandone
lo spirito di appartenenza all’organizzazione all’interno
della quale si percorre il proprio “cammino professionale”.
Una persona formata, e quindi preparata,
consapevole del ruolo rivestito, è quanto di meglio
una qualsiasi organizzazione possa avere: la ricchezza
di professionalità è un capitale per l’azienda.
Da questo punto di vista, quindi, l’impegno, anche
economico, che la cooperativa annualmente affronta,
è parte delle strategie di crescita, di programmazione,
per il conseguimento degli obiettivi di miglioramento
attesi. Per questo occorre “progettare” una formazione
mirata alla produttività e flessibilità delle persone,
all’aumento della motivazione, della sensibilizzazione
e del coinvolgimento nelle attività quotidiane,
alla capacità di lavorare in gruppo (perché anche
la formazione, prevalentemente, si fa in gruppo),
nonché ad una maggiore responsabilizzazione nel
“pensare” e nell’ “agire”.
Ma allora, quali devono essere i contenuti
di un “piano della formazione” efficace,
che riscontri le esigenze e renda perseguibili
gli obiettivi attesi e prefissati dalle strategie aziendali?
Sicuramente i percorsi formativi “da progettare”
p.16 la Betoniera
Sia partecipato e recepito in maniera efficace?
non devono essere imposizioni solo “cadute dall’alto”,
ma devono essere frutto di richieste avanzate dai vari
settori-servizi aziendali (in coerenza alle attività proprie),
in occasione della definizione dei preventivi
di spesa annuali di competenza, nonché attraverso
la compilazione delle schede di valutazione del personale
(presentate alla Direzione del Personale ogni due anni):
il tutto, ovviamente, commisurato all’investimento
complessivo previsto per l’attività di formazione.
È da collocare sullo stesso podio, a pari merito
con la formazione tecnico-giuridico-amministrativa
-manageriale, anche tutta la fetta di attività
formativa/informativa rientrante nella famiglia
degli “adempimenti obbligatori”, ossia tutti quei
corsi che la normativa in ambito di tutela della salute
e sicurezza dei lavoratori (D.Lgs. 81/2008, Accordi
Stato-Regioni del 2011 e 2012, ecc.) ci “obbliga”
a frequentare e ad aggiornare periodicamente.
Negli ultimi anni è indubbia la crescita della
sensibilizzazione nei confronti della cultura della
prevenzione e della sicurezza: la formazione
obbligatoria non deve essere semplicemente
erogata, ma fruibile, per cambiare le abitudini
e i comportamenti. Il “saper lavorare bene”
deve essere una scelta e non un’imposizione.
La sicurezza non è semplicemente una firma
su un registro per avere un attestato che permette
di “accedere al cantiere” o di svolgere “in regola
con la norma” l’attività lavorativa: la sicurezza
è anche un valore economico per l’azienda!
Un valore riscontrato anche dai tanto importanti Indici
di Frequenza e Gravità, calcolati in base agli infortuni:
è scontato quanto il valore di questi sia frutto
di responsabilizzazione dei lavoratori, i quali proprio
partecipando alle attività di formazione e informazione,
possono crescere e maturare una forma mentale
del lavorare “in sicurezza” con un indiscutibile
valore aggiunto per ciò che svolgono e producono.
Mantenersi “formati ed informati”, contribuendo
ad abbattere le probabilità di infortunio, permette
all’azienda di mantenersi sul mercato consolidando
sempre di più il ruolo di fiducia acquisito in termini
di qualità e sicurezza.
Come fare, quindi, affinché ciò che abbiamo
posizionato sul podio sia vincente?
A questo proposito è in “working progress”
un percorso da sviluppare entro la metà del 2016
che fonde insieme aspetti tecnici, gestionali,
normativi, ambientali e di sicurezza.
Strutturato in più moduli, affronterà il tema dello Scavo
Meccanizzato, raccontato attraverso il trasferimento
del know how di tecnici del settore (anche di Cmc),
con lo scopo di trasmettere le esperienze vissute.
È pensato, principalmente, per figure che svolgono
attività quali Responsabili del Servizio Prevenzione
e Protezione, Addetti al Servizio Prevenzione
e Protezione, Addetti Sistema Gestione Ambientale,
Direttori Tecnici di Cantiere, Tecnici e comunque
impegnati in ambito di sicurezza e ambiente.
Saranno soddisfatte le esigenze normative
(aggiornamento periodico per RSPP e ASPP) e,
nello stesso tempo, la formula del “cucito su misura”
sarà una risposta positiva al fabbisogno aziendale:
confronto e trasferimento delle esperienze
(tecniche, gestionali, ambientali, ecc.) in ambiti
(scavo meccanizzato) che possiamo sicuramente
considerare tra i più consolidati di Cmc.
Attraverso il racconto di esperienze reali verranno
illustrate pratiche, strategie e strumenti che consentono
di favorire l’evidenza della piena conformità legislativa
assicurando, con efficacia, il raggiungimento degli
obiettivi di sicurezza e tutela ambientale durante
l’esecuzione delle cosiddette “grandi opere”.
Un altro tema in programma sarà la comunicazione.
Partendo dalla consapevolezza che “saper comunicare
e parlare in pubblico” costituisce una capacità utile
e sempre più importante nella gestione delle pluralità
di rapporti con gli interlocutori interni ed esterni alla
propria organizzazione, verranno affrontati i concetti
base della comunicazione: si analizzeranno modalità
e tecniche in grado di consentire una gestione
ottimale dei conflitti e un più efficace raggiungimento
degli obiettivi.
In conclusione, se paragoniamo la “Formazione
aziendale” ad un meccanismo nell’ambito
del quale ogni ruota dentata che lo compone
rappresenta un’azione/intenzione aziendale, è facile
immaginare che tutti gli ingranaggi continuano a girare,
ciascuno in funzione dell’altro, in maniera efficace,
solo se le parti dentate si incastrano l’un l’altra, solo
se “comunicano meccanicamente”, sinergicamente:
le attività trasmettono esigenze/richieste di crescita
(formazione e informazione), generano le formule
del “cucito su misura”, che alimentano, a loro volta
il coinvolgimento “sentito” e la condivisione
“partecipata” delle esperienze. Il tutto converge
“per trasmissione” all’ingranaggio principale, quello
dell’applicazione in campo dell’arricchimento acquisito.
06.2
06.2.a
formazione
di Valentina Crociani
Formazione vuol dire qualità
06.2.a Giuseppe Bellizzi.
06.2.b Dentro una Tbm.
Giuseppe Bellizzi ha 40 anni, ha studiato Ingegneria
Civile ad indirizzo Strutture all’Università della
Calabria - UNICAL a Cosenza, e dal 2014 è direttore
operativo presso il cantiere di Letimbro a Savona.
In Cmc dal 2003, è stato responsabile dei servizi
tecnici in Rodano fino al 2009, ha lavorato
nel coordinamento di progettazione di Eurolink
dal 2009 al 2012, ed infine in sede presso l’ufficio
metodi costruttivi, dal 2012 al 2014.
Da quanto frequenti Cmc University e quale è stato
il tuo approccio con questa realtà? Ho frequentato
Cmc University dal 2012 al 2014, come allievo,
mentre adesso sto facendo il tutor, cioè seguo
il percorso di studio e lavoro di altri colleghi.
Avevo sentito parlare di Cmc University da altri che
avevano frequentato prima di me i corsi e avevo letto
qualcosa nei media aziendali: ero rimasto molto
affascinato da questa possibilità che la società offre
ai giovani soci e dipendenti. Pertanto, quando mi hanno
comunicato che avrei potuto partecipare all’attività
formativa sono stato molto soddisfatto e mi sono
approcciato a questa nuova esperienza con entusiasmo
e grande impegno, seguendo tutte le lezioni e studiando
costantemente per la preparazione degli esami.
06.2.b
Come descriveresti questo progetto a chi non
ne fa parte o a chi non lavora in questa azienda?
È un progetto molto importante ed indispensabile per
un’azienda come la nostra, che deve quotidianamente
confrontarsi con le migliori società di costruzione - sia
in campo nazionale che internazionale - e abitualmente
si trova a dover operare su commesse di notevole
complessità tecnica e gestionale, fianco a fianco alle
più importanti aziende del settore. In un simile contesto,
per stare al passo con i tempi e mantenere alto il livello
qualitativo dei servizi, in modo da soddisfare
le aspettative di un mercato sempre più esigente,
la Cmc deve necessariamente puntare sulla formazione
dei giovani, perché siano degli ottimi tecnici,
ma abbiano anche tutte le competenze per una
corretta conduzione delle commesse dal punto di vista
gestionale, per affrontare tutte le tematiche che tale
gestione implica (gestione contrattuale, contenziosi,
interfaccia con fornitori, subappaltatori e Clienti, ecc.).
Quali punti di forza e criticità hai evidenziato?
Fra i punti di forza, sicuramente la “interdisciplinarità”,
intesa come possibilità di fornire agli allievi un piano
di studi ampio e ben strutturato che consente di acquisire
competenze anche in materie non contemplate
dal proprio percorso di studi universitario, ma che,
comunque, diventano il “pane quotidiano” per svolgere
al meglio le mansioni alle quali ognuno giornalmente
è dedicato nel proprio lavoro. Mi riferisco, per esempio,
alle nozioni che vengono impartite relativamente
alla gestione contrattuale (riserve, contenziosi, cenni
di ingegneria forense), ma anche a tutto il lavoro svolto
in merito al controllo di gestione, come costi, budget,
ecc. Un punto critico riguarda, invece, il trovare
un migliore equilibrio tra l’impegno richiesto per
il completamento del piano di studi e gli impegni di
lavoro. Per esempio, per gli esami dei vari insegnamenti
si potrebbero utilizzare test a risposta multipla,
che consentono di abbreviare i tempi di preparazione.
Cosa ne pensi degli incarichi e degli obiettivi
professionali assegnati e del metodo
di valutazione adottato? Penso che gli incarichi
e gli obiettivi professionali assegnati siano abbastanza
adeguati e ben distribuiti sulla base di quello che
è il ruolo di ciascuno all’interno dell’azienda. Il metodo
di valutazione mi sembra ben strutturato ed aiuta i tutor
nella compilazione e nella formulazione di un giudizio
che sia il più possibile “calzante” con l’allievo, ma
è anche un ottimo metodo per seguire i progressi dei
partecipanti ai corsi. D’altra parte, da una grande mano
ai ragazzi nel capire i propri punti di forza e gli aspetti
della propria professionalità e del carattere che,
invece, meritano di essere curati con più attenzione.
Rispetto al tuo corso di studi, ritieni ci sia qualche
argomento che può essere implementato? Se sì,
quale e perché? Come ho detto prima, in base alla
mia personale esperienza credo che il piano di studi
sia molto ben calibrato, quindi mi è difficile trovare
un aspetto che deve essere migliorato.
In ogni caso, in generale, per gli ingegneri che come
me provengono da un percorso universitario con una
formazione esclusivamente tecnica, forse è meglio
incrementare le ore di lezione relative alle materie
che hanno a che vedere con la gestione della commessa
(il punto di vista contrattuale, il budget, i contenziosi,
le riserve, ecc.) perché sono aspetti importantissimi
nella pratica quotidiana.
Visto il contesto socio-economico mondiale, quali
sfide ritieni che oggi un’azienda sia chiamata
a compiere in termini di formazione? La formazione
è essenziale per un’azienda moderna: credo che rivesta
più o meno la stessa importanza che la scuola ha
nella società civile.
Formazione vuol dire qualità del servizio che si offre e,
in un’epoca come quella in cui viviamo, caratterizzata
da un’offerta che forse supera la domanda e da una crisi
che ha paralizzato molti settori, il modo migliore per
rimanere a galla è proprio quello di offrire un prodotto
di qualità, che soddisfa i Clienti e fornisce all’azienda
un riscontro positivo, sotto tutti gli aspetti.
p.17 la Betoniera
07.1
07.1.a
attività sociali
4 dicembre: si festeggia
Santa Barbara!
Il 4 dicembre è un giorno speciale e di festa
in molti dei nostri cantieri. Dall’India allo Zambia,
dalla Cina alla Francia, dall’Italia al Cile si festeggia
infatti Santa Barbara, patrona dei minatori, degli
addetti alla preparazione e custodia degli esplosivi,
degli armaioli, protettrice contro i fulmini e, più
in generale, di chiunque rischi di morire di morte
violenta e improvvisa.
Molto invocata dai militari, è anche la protettrice
della Marina Militare, del Corpo nazionale dei vigili
del fuoco, delle armi di Artiglieria e Genio. È anche
la protettrice dei geologi, dei montanari, dei lavoratori
nelle attività minerarie e petrolifere, degli architetti,
degli stradini, dei cantonieri, degli artisti sommersi
e dei campanari, nonché di torri e fortezze.
07.1.b
È invocata contro la morte improvvisa per fuoco,
perciò gli esplosivi ed i luoghi dove vengono conservati
sono spesso chiamati “santabarbara”.
Non possiamo dimenticare poi la nostra Tbm nel
cantiere di Empedocle 2 a Caltanissetta che si chiama
Barbara in suo onore.
La triste vita di Santa Barbara si svolse a Nicomedia,
in Bitinia e Ponto, provincia asiatica dell’impero
romano (oggi zmit, in Turchia), nel 273-306 circa.
La leggenda vuole che suo padre Dioscoro, accortosi
che la figlia si era convertita al cristianesimo,
la denunciò al magistrato romano che, in quei tempi
di persecuzione, la condannò alla decapitazione,
prescrivendo che la sentenza venisse eseguita proprio
dal genitore, dopo due giorni di feroci torture.
Queste iniziarono con una flagellazione con verghe,
che secondo la leggenda si tramutarono in piume
di pavone (e per questo motivo spesso nella sua
iconografia la santa è raffigurata tenendo in mano
delle lunghe piume), quindi venne torturata col fuoco,
ebbe le mammelle tagliate e fu quindi decapitata.
Era il 4 dicembre dell’anno 306. Secondo la leggenda,
Dioscoro procedette all’esecuzione, ma subito dopo
venne ucciso da un fulmine, interpretato come
punizione divina per il suo gesto.
Nel culto popolare è uso rivolgersi a Santa Barbara
recitando la seguente preghiera: “Santa Barbara
Benedetta, liberaci dal tuono e dalla saetta”.
07.1.c
07.1.a-b Santa Barbara
07.2.a
07.2
nel cantiere dell’Empedocle 2.
attività sociali
07.1.c Santa Barbara
nel cantiere di Chiomonte.
07.2.a Il professor Emanuele
Bassetti.
07.2.b Foto di gruppo dei
ragazzi premiati lo scorso anno.
Studiare all’estero?
p.18 la Betoniera
Opportunità, sfide, luoghi comuni e insidie
di una modalità di studio oggi sempre più
amata dai giovani.
programmare un periodo di studi all’estero,
approfondendo le più frequenti opportunità associate
al proprio percorso scolastico o universitario.
In occasione del consueto incontro annuale
di consegna degli incentivi allo studio per i figli
di dipendenti e soci della cooperativa, che si terrà
Domenica 24 gennaio, alle ore 10, presso la sede
di Cmc (via Trieste 76 - Ravenna), il Prof. Emanuele
Bassetti (sociologo ed esperto di comunicazione Università di Bologna) terrà, come ogni anno,
un intervento sul tema “Studiare all’estero?”.
Nell’appuntamento di quest’anno si prenderà in esame,
in maniera semplice e diretta, cosa comporti oggi
Quali sono le tipiche complessità burocratiche
da affrontare? Come è meglio prepararsi?
Ma soprattutto cosa è lecito attendersi?
Passando attraverso una rassegna dei principali aspetti
legati a questo tema, l’incontro si configurerà come
una prezioso momento di confronto utile sia ai genitori
che agli studenti per comprendere se simili esperienze
siano una moda passeggera o invece consentano
davvero l’acquisizione di importanti competenze
difficilmente conseguibili in Italia.
07.3
attività sociali
Appuntamenti di Natale
07.3.a-b Alcuni momenti
del concerto dello scorso anno.
Il mito americano
Martedì 22 dicembre 2015 - ore 20,45 - Galleria
Cmc, via Trieste 76
07.3.c Le mega bolle
di sapone protagoniste
della befana Cmc 2016.
Alti & Bassi e Orchestra Città di Ravenna presentano
“Il mito Americano, omaggio alla musica americana”.
Dall’inizio del XX secolo la musica americana,
riflesso delle molteplicità di etnie che compongono
la popolazione del Paese, ha iniziato a diffondersi
in tutto il mondo in una sorta di “globalizzazione
musicale” o di “contaminazione virtuosa”.
Questo concerto è un viaggio nell’”altro ‘900”
07.3.b
della musica americana, quello inscindibilmente
legato al gospel, al jazz, allo swing e al grande
cinema, il tutto attraverso originali e molto divertenti
elaborazioni per “sole voci” scritte appositamente
per gli Alti & Bassi.
Spettacolo della Befana
Mercoledì 6 gennaio 2016 - ore 10 - Galleria
Cmc, via Trieste 76 Ravenna
Torna la befana per le bambine ed i bambini Cmc
con lo spettacolo di “Bolle giganti” di Antonio Pastore.
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