guerra fredda anni cinquanta
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guerra fredda anni cinquanta
Guerra fredda La vittoria di Mao in Cina estende il conflitto bipolare, accentuando l’anticomunismo USA e Anni rafforzando il fronte comunista. URSS e Cina hanno bisogno l’una dell’altra per rafforzare Cinquanta l’unità del campo socialista e per fronteggiare, nel caso cinese, l’isolamento internazionale nel quale viene confinata dagli USA. In realtà i rapporti tra le due potenze entreranno in crisi sul finire degli anni Cinquanta. 1950-53: in Corea, dopo il ritiro delle truppe d’occupazione USA e sovietiche, si contrappongono il Nord comunista sostenuto dalla Cina e il Sud sostenuto da USA. Il Nord invade il Sud Corea contando su appoggio cinese e sovietico. L’ONU autorizza un’azione militare contro gli aggressori, gestita sostanzialmente dagli USA (nel Consiglio di sicurezza il delegato sovietico era assente per protesta contro l’esclusione della Cina a favore di Taiwan). La controffensiva si spinge fino ai confini cinesi, sotto il comando del generale MacArthur, ma la Cina reagisce inviando un massiccio corpo di volontari che respingono l’attacco sino alla vecchia linea di confine. MacArthur propone di attaccare la Cina e non esclude l’uso dell’atomica, ma viene richiamato da Truman che teme un’estensione del conflitto e avvia estenuanti trattative. Il nuovo presidente Eisenhower conclude le trattative nel 1953. Il bilancio è di circa 3 milioni di morti, oltre alla devastazione di buona parte dell’area. 1953: in Iran il governo nazionalista di Muhammad Mossadeq tenta di nazionalizzare i giacimenti petroliferi del paese, contro gli interessi delle compagnie britanniche e USA, ma viene rovesciato da un colpo di stato dello shah Reza Pahlavi con l’appoggio dei servizi segreti USA. La CIA, fondata nel 1947, comincia la serie di covert operations che con mezzi illegali tuteleranno gli interessi USA in vari paesi esteri. Il padre di Reza Pahlavi era salito al potere con un colpo di stato nel 1921, entrando in conflitto con gli sciiti tradizionalisti e varando un deciso programma di modernizzazione e laicizzazione dello stato simile a quello attuato in quegli anni in Turchia da Mustafa Kemal (Ataturk). 1953: muore Stalin. In USA la politica del containment fa spazio alla dottrina del roll back, il cui principio di fondo era il ridimensionamento dell’influenza sovietica mediante la strategia della massive retaliation da opporre a ogni atto ostile. L’irrigidimento si traduce di fatto in pressioni sull’Europa affinché investa maggiormente in spese militari NATO. 1955: patto di Varsavia: alleanza militare tra i paesi dell’area sovietica, con l’eccezione della Yugoslavia comunista guidata da Tito (che aveva accettato aiuti USA). La logica bipolare è sempre più evidente. 1955: conferenza di Bandung di 29 paesi non allineati, perlopiù liberi da poco dalla dominazione coloniale e ancora fragili sotto il profilo economico: India, Cina, Indonesia, Pakistan, Birmania, Ceylon, Turchia, Iran, Iraq, Giordania, Vietnam etc. si esprimono contro la corsa agli armamenti e per l’autodeterminazione. Si tratta di una formula dal valore più simbolico che pratico, anche in considerazione dell’estrema eterogeneità del fronte (Cina e India entreranno dopo qualche anno in conflitto per il possesso del Tibet, per esempio). 1956 Il successore di Stalin Cruscev ne denuncia i crimini al XX congresso del Partito comunista URSS; a novembre una rivolta antisovietica in Ungheria viene represso dall’Armata rossa. 1956: crisi di Suez. L’Egitto, caratterizzato da un regime militare nazionalista guidato da elNasser, allaccia relazioni col blocco sovietico in quanto gli USA hanno rapporti privilegiati con Israele e annuncia la nazionalizzazione del canale di Suez controllato dalle truppe britanniche. Su pressione di Parigi e Londra Israele attacca le truppe egiziane, coadiuvato da Francia e GB, ma l’ONU chiede il ritiro degli aggressori su sollecitazione degli USA che disapprovano iniziative esterne alla logica bipolare. I caschi blu garantiscono il cessate il fuoco sulla frontiera. Per la Francia si apre una crisi che porterà all’indipendenza della colonia algerina nel 1962. Al dominio coloniale europeo in Medio Oriente si sostituisce la logica bipolare: gli USA avviano un asse privilegiato con Israele, l’URSS con i paesi arabi. 1957: Trattato di Roma – nasce la CEE al fine di creare un mercato unico europeo, dopo il successo della CECA (1951), Comunità europea del carbone e dell’acciaio 1959: a Cuba una rivoluzione guidata da Fidel Castro abbatte il regime di Batista, sostenuto da USA Per tutto il decennio proseguono esperimenti nucleari, vengono messi a punto bomba H, missili balistici, aviazione supersonica; la guerra fredda diventa gradualmente anche competizione aerospaziale. Le ingenti spese militari penalizzano fortemente gli investimento URSS nell’industria leggera produttrice di beni di consumo, penalizzando la qualità della vita dei suoi cittadini. Lo storico Paul Kennedy osserva che più cresce l’estensione spaziale delle zone di influenza, più diventa difficile controllarle; inoltre il processo di decolonizzazione complica lo scacchiere mondiale introducendo nello scenario nuovi stati sovrani e quindi nuove variabili, acuendo il problema del controllo. L’ingresso nell’ONU di ex colonie non allineate alla logica del bipolarismo e spesso ostili alla politica USA, giudicata vicina alle potenze coloniali, complica ulteriormente il quadro. L’URSS si affida a programmi statali di assistenza economica e militare in cambio della concessione di basi strategiche, gli USA avviano una penetrazione commerciale su base privata e rafforzano l’attività dei servizi segreti.