Report Anziani e Disabili
Transcript
Report Anziani e Disabili
Consulta comunale delle Organizzazioni che operano nel settore delle attività sociali in favore della persona, della famiglia e della comunità Giornata di studio “Politiche di inclusione e misure di contrasto alla povertà: le proposte per un welfare di comunità” 10 febbraio 2015 ore 15.00 Salone delle Bandiere, Palazzo Zanca - Comune di Messina. Verbale I gruppi si riuniscono per individuare, ciascuno per area di competenza, strategie rivolte alla risoluzione problematica della povertà a breve, medio e lungo termine. Per l’ Area tematica : “Gli anziani sono i più poveri?” Santo Santoncito- Maria Lucia Serio Sono presenti: Santo Santonocito per l’Associazione “Anteas”; Spadaro Lia per la “Comunità di Sant’Egidio”; Raffa Annamaria per la Soc.Coop.Soc. “Azione Sociale” ; Riccardo Tringali per il “Centro di solidarietà”; Giovanna Grasso per l’”AVULLS”; Paola Zito per Ass.FNP CISL Resp.Zona Nord; ………per la Soc.Coop.Soc. “Genesi”; Laura Strano UIL Messina… Per l’Area tematica: “Disabili: proposte a costo zero” Nino Morabito –Giuseppe Trovatello Sono presenti: Nino Morabito per l’associazione “Senza Barriere”; Citraro …..Provincia Regionale; Maria Di Pietro per il Comune di Messina, assistente sociale del Dipartimento Servizi Sociali; per l’Associazione ANFASS;…. Tuvè per l’Associazione ACCIR; Santino Leo per “Casa Gina”; Carmelo Caporlingua “Soc. Coop. Soc. ProAlter 2000”; Cannistrà per l’Associazione “Miradas”; Filippo Romano per….; I due gruppi sono stati accorpati perché costituiti da un numero più esiguo di partecipanti. Apre il momento di confronto Nino Morabito, coordinatore dell’area disabilità che fa una breve introduzione sulla scelta del nome attribuito alla sua area di competenza “Disabili: proposte a costo zero”. Il gruppo si propone di offrire trasmissione delle buone prassi maturate all’interno della propria esperienza, finalizzate ad avvicinare le istituzioni al problema della disabilità, relazione che risulta a oggi, assolutamente carente. Fa un breve riassunto di quanto evidenziato all’interno della propria area tematica come aspetti problematici: l’esigenza di creare intorno alla problematica della disabilità servizi innovativi e personalizzati di qualità, anzichè risposte precostituite, un bisogno trascurato dai servizi attualmente esistenti è quello della socializzazione. Come ulteriore elemento di criticità rileva la carenza di strutture destinate ai disabili e vede come possibile soluzione la possibilità di una revisione di tutti gli immobili dismessi del comune ed eventuale affidamento ad associazioni. Come ulteriore necessità individua nella possibilità di un apertura pomeridiana dei quartieri un’opportunità di decentramento dei servizi, anche solo con sportelli informativi. Esiste inoltre la necessità di potenziare i trasporti verso il centro, anche con mezzi idonei per i diversamente abili, prevedendo l’utilizzo ad esempio di buoni taxi. Santo Santonocito, coordinatore dell’area anziani riporta al gruppo quanto emerso in un precedente incontro, svolto con le associazioni afferenti all’area tematica anziani. Le problematiche emerse sono state: 1) La popolazione anziana è distinguibile per tre fasce di reddito, coloro con un reddito superiore ai mille euro, fra mille e cinquecento euro ed inferiore ai 500 euro. Quest’ultima rappresenta ovviamente la fascia con maggiore difficoltà di tipo economico; 2) Le condizioni di salute sono un ulteriore fattore di impoverimento per la popolazione anziana, per la sempre crescente spesa sanitaria che essa si trova ad affrontare totalmente a proprio carico; 3) La scarsa rete di protezione sociale fa sì che la popolazione anziana si rivolga maggiormente alle reti informali aumentando così la sfiducia nelle istituzioni, con ulteriore aggravio del senso di solitudine e abbandono verso quest’ultime; 4) La crisi economica ha ulteriormente esasperato la marginalità delle periferie. La residenza periferica diviene pertanto elemento che acuisce la problematicità della povertà, essendo la popolazione anziana ancor più soggetta sia alla difficoltà di spostamento e sia di accesso ai servizi sempre più centralizzati; 5) La popolazione anziana diviene “ammortizzatore sociale” favorendo il ritorno alle “famiglie allargate” sia perché la pensione diviene fonte di sostentamento per i figli e nipoti, sia per usufruire di una riduzione delle spese quali affitto e utenze. 6) Il proliferare di case di riposo private su cui non vige nessun tipo di controllo; Indica inoltre la necessità di una seria programmazione delle risorse da destinare al sociale, al fine di garantire stabilità e continuità dei servizi resi. Come soluzioni praticabili per limitare il problema della marginalità delle periferie, in particolare delle categorie fragili come anziani e disabili prevede: 1) L’istituzione di un servizio di segretariato sociale dislocato nei quartieri; 2) Il Servizio Sociale di zona; Leo Santo per “Casa Gina”: evidenzia che il comune rinnovi con difficoltà, o non rinnovi affatto le convenzioni sull’utenza in strutture che si chiudono alla morte, dando come giustificazione che le convenzioni si possano fare solo con Casa Serena; Lia Spadaro, per la “Comunità di Sant’Egidio” riporta l’esperienza di altre realtà di Italia del Cohousing e della residenzialità tutorata. La possibilità cioè di istituire appartamenti protetti, con un supporto di tipo “leggero” da parte delle istituzioni, a vantaggio di un sostegno di tipo informale, all’interno di progetti come il quartiere amico, valevole sia per disabili che anziani, in opposizione all’istituzionalizzazione. Per il raggiungimento di tale obiettivo si pone come necessario il sostegno e lo sviluppo di aree di comunità. Illustra poi le attività svolte dalla comunità di Sant’Egidio a Messina favore di anziani, bambini e famiglie bisognose. Riccardo Tringali per “Il centro di solidarietà”: in base alla sua esperienza maturata attraverso la consegna dei pacchi alimentari alle persone bisognose individua come problema legato alla povertà, non solo lo scarso reddito, ma anche la povertà di relazione. Evidenzia poi come ulteriore problema determinato dal ritorno al fenomeno delle famiglie allargate è quello di assenza di privacy che va ad esasperare i legami familiari. L’esempio del “Social housing” è riportato come edilizia che cerca di coniugare esigenza di privacy e relazioni; la struttura di Casa Serena, se adeguata attraverso interventi strutturali, potrebbe risolvere tale bisogno. Maria Di Pietro, assistente sociale del Comune, indica come prioritaria l’esigenza di mettere insieme risorse istituzionali e non all’insegna dell’integrazione, al pari di altre realtà italiane. A Messina risulta ancora carente il sistema di rete fra fattori informali e istituzionali; non esiste ancora né un’integrazione fra sociale e sanitario, né una chiara indagine del bisogno sociale; come bisogno rilevato nella sua esperienza lavorativa rileva la necessità di un ampliamento dei servizi già esistenti che si occupano di disabilità. Un esempio di ampliamento dell’offerta è stato quello di includere, tramite un regolamento interno al Dipartimento, la disabilità mentale fra le problematiche da trattare con la domiciliarità, con prestazioni mirate al potenziamento delle capacità dell’individuo, rivolte all’autonomia quotidiana. Presupposto fondamentale, oltre l’analisi del bisogno è quello di un censimento dei servizi esistenti. La necessità è inoltre di cambiare il sistema di affidamento dei servizi e i criteri dei bandi di gara e di creare un sistema volto alla cooperazione anzichè alla competizione; l’attuale sistema dei bandi servendosi del criterio del ribasso non offre servizi di qualità. Il sistema di contrasto alla povertà attraverso i pacchi alimentari dovrebbe essere inoltre sottomesso a condizioni (VAUCHER), quali offerta di prestazioni lavorative di tipo socialmente utile. All’interno del suo settore, individua la necessità di una ridefinizione di tutto il comparto e l’organizzazione del Dipartimento dei servizi sociali. Cannistrà, per l’Associazione “Miradas” racconta come buona prassi utilizzata dalla sua associazione per un lavoro in rete l’utilizzo di protocolli e convenzioni con l’ASP, in particolare i servizi che si occupano di salute mentale. Indica la necessità di un riconoscimento del ruolo del privato sociale, riportando le esperienze della sua associazione, la quale, avendo tempi e spazi limitati riesce solo a rispondere parzialmente alle necessità che incontra. Un esempio è quello della raccolta di indumenti usati, occorrerebbe una sorta di decentramento di centri di raccolta sul territorio di tutte le risorse che si riescono a recuperare; tramite poi l’istituzione dell’affidamento in prova ai servizi sociali come pena alternativa, tramite l’UEPE, si avrebbe la possibilità di godere anche di risorse umane a costo zero. Per i “Progetti di vita indipendente” denuncia l’impossibilità di attivazione a causa della necessità di anticipo del comune di una somma del 20% del costo, da qui la necessità di una programmazione che garantisca le risorse. Saglimbeni per “Insieme per la città”: fornisce il dato del 60% della popolazione anziana che secondo stime vive al disotto della soglia di povertà. Individua nella mancanza di programmazione la perdita di numerose risorse economiche e la necessità quindi di un serio intervento istituzionale volto a favorire i meccanismi di sviluppo economico, di promozione dell’impresa, di snellimento della burocratizzazione, oltre che rivolto alle politiche sociali quali il piano casa (problemi legati alla residenzialità etc) . Alzare quindi il livello della strategia politica, presupposto fondamentale per lo sviluppo economico; gli Stati generali dei servizi sociali, per esempio, dovrebbero rispondere all’esigenza di programmazione futura, in particolare auspica il raggiungimento dei seguenti obiettivi: 1) Integrazione socio sanitaria; 2) Il Comune come centro di propulsione per il terzo settore che includa le cooperative, le associazioni le fondazioni, ed anche la chiesa. Giovanna Grasso per l’Associazione AVULLS indica la necessità, alfine di evitare l’istituzionalizzazione, di fornire un sostegno economico alle famiglie che si occupano e vivono con un anziano o disabile che necessita di assistenza h.24; Annamaria Raffa, per la cooperativa “Azione Sociale” indica la possibilità di effettuare la ricerca sociale, sia per quanto riguarda l’analisi dei bisogni, sia per quanto riguarda il censimento dei servizi esistenti attraverso l’università di Messina, avvalendosi dei tirocini universitari. La ricerca sociale in particolare sui bisogni non può avvalersi di sistemi approssimativi e non scientifici. Rosario Tuvè per l’Accir sottolinea come tutte le associazioni abbiano non solo diritti, ma anche doveri. Racconta in base alla sua esperienza la possibilità di accedere ad un ente benefico che fornisca un mezzo per disabili e ulteriori sue esperienze positive. Indica come prioritaria l’esigenza di istituire la figura del “Garante del disabile” , un “facilitatore” che si occupi della sua presa in carico e che lo aiuti nell’espletazione di tutte quelle procedure necessarie per accedere ai servizi del territorio di cui ha diritto. Signora bionda voce rauca: individua come necessario l’istituzione di un centro diurno per disabili usciti dall’obbligo scolastico; Sara Gentile per la “Comunità di Sant’Egidio” propone che beni confiscati alla mafia vengano dati in comodato d’uso per finalità sociali; Filippo Romano per la Comunità … informa il gruppo dell’apertura di Casa Pia per anziani con il supporto di tre associazioni; La Dottoressa Maria Lucia Serio procede quindi con un elencazione delle esigenze emerse all’interno delle due aree tematiche: 1. Cohousing: appartamenti protetti all’interno di progetti assimilabili alla definizione di “quartiere amico” con spazi di comunità, finalizzati alla creazione di una forma di assistenza che evita l'istituzionalizzazione, riduce i costi e crea una dimensione di responsabilità sociale; 2. Potenziamento del decentramento: segretariato sociale nei quartieri, uffici decentrati di servizio sociale, centri periferici di redistribuzione di risorse reperite (abiti usati, pacchi alimentari) anche avvalendosi di invii dell’UEPE. Miglioramento dei sistemi di trasporto e di collegamento con il centro, potenziando l’esistente e prevedendo altre forme, come convenzioni con il servizio taxi per anziani e disabili. 3. Sistema dei vaucher come condizione per accedere a benefici come il pacco spesa; 4. Censimento e ridistribuzione di strutture e spazi pubblici in disuso attraverso una verifica/censimento dello stato degli immobili e destinazione degli stessi per finalità sociali; 5. Programmazione dei servizi sociali per un adeguato utilizzo delle risorse; 6. Sostegno economico alla famiglie che si occupano di anziano o disabile; 7. Progetti vita indipendente; 8. Ricerca sociale; 9. Figura del garante disabilità; 10.Carta dei servizi degli enti del terzo settore effettivamente operanti nei servizi sociali che indichino compiti e funzioni; 11.Formalizzazione e istituzionalizzazione e della rete di tutti gli enti che si occupano di servizi sociali, istituzionali e non 12.Centri diurni per disabili L’Assemblea ascolta e approva; si scioglie alle ore 17.45 per procedere nei lavori stabiliti da programma.