sulle imprese di ultimo c`è ancora tanto da

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sulle imprese di ultimo c`è ancora tanto da
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Dopo la partecipazione al Dvd di Ambrogio Crespi, Raoul Bova sarà ancora Ultimo in una nuova fiction
«SULLE IMPRESE DI ULTIMO C’È ANCORA TANTO DA RACCONTARE»
«Per anni l’ho interpretato e non basta ancora. Sarà ancora una volta una storia vera, che ripercorrerà il suo tragitto dall’Accademia»
U
di Laura Saltari
na folla entusiasta di fan accoglie Raoul Bova alla Feltrinelli di Roma per la presentazione del dvd “Capitano
Ultimo – Le Ali del Falco”. L’attore annuncia la volontà di tornare a
vestire i panni di Ultimo, e spiega
come l’idea sia nata proprio durante
le riprese del docufilm di Ambrogio
Crespi. «Per anni ho interpretato Ultimo sul piccolo schermo e per me
è stata una grande soddisfazione,
una grande emozione, anche perché
erano storie vere, perché arrivavano
proprio da Ultimo stesso» dice.
Dopo l’incontro con Sergio De Caprio, l’attore ha deciso di impegnarsi concretamente per aiutare la casa
famiglia di Ultimo e Padre Rovo.
Sotto, una folla entusiasta di fan
accoglie Raoul Bova alla Feltrinelli
di Roma per la presentazione del
dvd “Capitano Ultimo – Le Ali del
Falco”. L’attore annuncia la volontà
di tornare a vestire i panni di Ultimo,
e spiega come l’idea sia nata proprio
durante le riprese del docufilm di
Ambrogio Crespi.
Bova: «Sarà una
storia vera, che
ripercorrerà l’inizio
di Ultimo. Da quando
è all’Accademia e
decide di chiamarsi
così perché quello è
il suo piazzamento
nella graduatoria
degli ufficiali:
ultimo».
La sua partecipazione al docufilm
è avvenuta a titolo completamente
gratuito.
Ora si augura che siano in molti ad acquistare il dvd, perché il ricavato dalle
vendite sarà destinato ai ragazzi della
casa di Ultimo. Grazie a questo lavoro, spiega Bova «abbiamo capito che
c’è ancora tanto da raccontare. Sarà
una storia vera, che ripercorrerà l’inizio di Ultimo. Da quando è all’Accademia e decide di chiamarsi così perché quello è il suo piazzamento nella
graduatoria degli ufficiali: ultimo».
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anteprima
Poi apre una parentesi per spiegare, a chi non abbia avuto la fortuna
di conoscere personalmente Sergio
De Caprio, che persona sia veramente: «Lui vuole essere ultimo
e, addirittura, oggi, non accetta la
promozione a generale perché non
vuole sentirsi tale: vuole rimanere
un colonnello a vita, vuole rimanere
sempre un passo indietro agli altri».
Per l’attore, proprio questo modo di
essere del colonnello è «un motivo
per raccontare un uomo che vive di
cose semplici, umili, che ha iniziato
a farlo quando era giovane e continua adesso che ha un’età.
Perciò ci sono tutti i presupposti per
raccontare la storia d’Italia attraverso gli occhi di un eroe e attraverso
le gesta di una persona umile, che è
diventato eroe suo malgrado».
I fan di Raoul Bova e di Ultimo attendono con trepidazione l’inizio
delle riprese.
Dal 2 aprile intanto lo vedremo protagonista, accanto ad Ambra Angiolini, de “La Scelta”, il nuovo film di
Michele Placido tratto da una commedia di Pirandello.
CHI È AMBROGIO CRESPI
45 anni, esperto di comunicazione
e marketing digitale, ha esordito
collaborando a produzioni televisive e
teatrali con Gianfranco Funari. Ha poi
lavorato alla produzione di molti celebri
spot pubblicitari, prima di dedicarsi
a un’intensa attività come blogger,
realizzando oltre 100 docuweb e speciali.
Nel 2013 ha realizzato “Enzo Tortora,
una ferita italiana”, che analizza il caso
giudiziario del giornalista e che gli è
valso numerosi premi e riconoscimenti,
tra cui la vittoria nel 2014 del Salento
International Film Festival.
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Da sinistra,
Ambrogio Crespi,
Raoul Bova e
Padre Rovo.
AMBROGIO CRESPI: «ULTIMO E RAOUL BOVA
SONO DUE PERSONE DAVVERO SPECIALI»
Presentata in anteprima al Taormina Film Festival
2014 e ora distribuita su tutto il territorio nazionale, la pellicola “Capitano Ultimo, le ali del Falco” è
ambientata all’interno della casa famiglia voluta da
Sergio De Caprio, il colonnello dei carabinieri che
nel 1993 arrestò Totò Riina, divenendo così il simbolo della lotta alla mafia. Abbiamo incontrato il regista Ambrogio Crespi durante il lancio ufficiale del
dvd alla Feltrinelli di via Appia Nuova a Roma. Ad accoglierlo, insieme a Padre Rovo (dell’Associazione
Volontari Capitano Ultimo) e all’attore Raoul Bova,
una folla di persone desiderose di conoscere meglio quel Capitano Ultimo che in tanti hanno amato
grazie alla fiction tv, e del quale il film racconta non
tanto l’aspetto di eroe dell’antimafia, quanto il suo
impegno a favore degli altri “ultimi”.
Crespi, com’è nata l’idea di un docufilm su “Ultimo”?
Volevo realizzare uno speciale video sul Capitano
Ultimo. Poi, entrando nella casa famiglia, mi sono
reso conto che c’era molto da raccontare, ma soprattutto da vedere. Il Capitano nella Tenuta Mistica
mi ha fatto scattare un’energia straordinaria. Da li è
iniziato il cammino che ha portato alla realizzazione
del docufilm.
Papa Francesco in visita a Tor Bella Monaca (il
quartiere dove si trova la Casa Famiglia di Ultimo) ha detto che «i mafiosi sfruttano i poveri
per fare il lavoro sporco». Come fa un ragazzo
che cresce in una realtà degradata ad affrancarsi da un futuro già segnato?
Condivido pienamente le parole di Papa Francesco.
I quartieri, in particolare quelli di periferia, tante volte
sono abbandonati a se stessi. I giovani, talvolta, non
hanno via di uscita. Questi ragazzi hanno bisogno di
una guida, vanno presi per mano, va insegnato loro
un cammino opposto a quello che gli viene prospettato. Hanno bisogno di un’alternativa. Certo, il lavoro
è importante: la possibilità di cercarlo, la speranza di
trovarlo, è il primo punto. Ma bisogna anche investire
nell’istruzione: è dalla scuola che inizia la battaglia,
e l’arte, la cultura e la comunicazione sono le armi
più potenti per cambiare le mentalità e sconfiggere
tutte le mafie. Capitano Ultimo e Raoul Bova sono un
esempio, perché per costruire una casa famiglia in
un quartiere come Tor Bella Monaca bisogna avere
forza, coraggio e speranza, ed io sono orgoglioso di
essermi affiancato al loro cammino.
Non sempre il carcere riesce a rieducare e recuperare i giovani. Quanto sono importanti l’esempio e l’impegno di Ultimo?
L’esempio e l’impegno di Sergio De Caprio, sia
come carabiniere che come uomo, sono assolutamente fondamentali. Lui è un simbolo dell’antimafia, della legalità, un modello da imitare e da ammirare. Ciò che fa attraverso l’”Associazione Volontari
Capitano Ultimo” è assolutamente indispensabile.
Sapere che esiste una casa famiglia che ti accoglie, ti assiste, ti insegna un mestiere e ti prende per
mano facendoti rientrare nella società, quando sei
un giovane apparentemente senza vie di uscita, è
un grande segnale di speranza, di vita, che tutti dovrebbero avere. In carcere purtroppo quasi nessuno
viene rieducato, anzi, le condizioni detentive in Italia
non permettono né recupero né rieducazione.
Cosa simboleggiano i falchi e le aquile che Ultimo insegna ai ragazzi ad allevare?
La falconeria è uno dei punti principali della casa
famiglia. Falchi e aquile danno forza e libertà. Soprattutto insegnano la disciplina, l’amore, la condivisione e il rispetto. Sono rimasto molto colpito da
alcuni ragazzi non vedenti, che attraverso un falco riescono a provare sensazioni di libertà. Il falco
diventa i loro occhi, tra di loro nasce un rapporto
spirituale e magico. Indissolubile.
Ci racconta l’incontro con Raoul Bova?
Ho conosciuto Raoul in quest’occasione e ho provato
subito una profonda stima nei suoi confronti. È raro
incontrare un artista del suo livello disposto a dedicare spazio e tempo, a titolo assolutamente gratuito,
alla realizzazione di un progetto come questo. I suoi
racconti mi hanno colpito: quando parla del suo rapporto con il Capitano Ultimo, si percepisce che la loro
è un’unione che va “oltre”. Per me sono due uomini
tanto diversi, quanto allo stesso tempo simili. Le loro
anime si rispecchiano. Sono due grandi uomini.
È vero che dal docufilm “Le ali del falco” verrà
realizzata una fiction per la tv?
Si. Raoul ha annunciato questa sua decisione proprio durante la presentazione del DVD a La Feltrinelli. Sarà una fiction che ripercorrerà tutta la storia di
Sergio De Caprio, da quando all’Accademia decise
di farsi chiamare Ultimo. Abbiamo così pochi esempi positivi che francamente credo sia importante
che di Ultimo si continui a parlare e a mostrare il
suo esempio. Questa per Raul è diventata ormai
una “missione”.
Quali sono i suoi prossimi progetti? La vedremo
ancora impegnato nella regia?
Di progetti ne ho parecchi. Vorrei raccontare tante
storie capaci di lasciare una traccia nella memoria.
Alcune stanno iniziando, altre sono idee o progetti,
ma non ne parlo per scaramanzia.