del Barocco - Parco Cavalonga

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del Barocco - Parco Cavalonga
val di noto
di Enrico Saravalle • foto di Alfio Garozzo
Il triangolo d’oro
del Barocco
Qui a lato: sirene,
sfingi, ippogrifi,
cavalli alati decorano
le balconate del
settecentesco Palazzo
Nicolaci a Noto, gioiello
del Barocco. In basso:
la facciata della
Chiesa Madre a Noto,
restaurata nel 2000.
Noto, Modica e
Ragusa: un tour fra
le tre città gioiello,
elencate tra i
patrimoni dell’Unesco.
Per ammirare
monumenti e
architetture, manifesto
del Barocco siciliano.
Salotto in pietra
La Chiesa Madre
e il Palazzo Vescovile,
costruiti in tufo, sono
i due edifici sacri che
dominano piazza
del Municipio a Noto.
90 inViaggio
Gennaio 1693: un megaterremoto colpisce la Sicilia sud-orientale, distruggendo decine di città e paesi. I viceré
spagnoli non perdono tempo e assoldano
per una tempestiva opera di ricostruzione maestranze e architetti locali e in pochi
mesi tutto ritorna come prima. O quasi.
Sono Noto, Modica e Ragusa le città che
subiscono un restyling quasi totale e, visto che il Barocco, in architettura, in quegli anni va fortissimo, le “magnifiche tre”
diventano immediatamente i testimonial
più prestigiosi della nuova corrente artistica. Sulle rovine di chiese, case, palazzi
sorgono nuove chiese, nuove case, nuovi
palazzi dove scalpellini e scultori creano
piccoli capolavori. Poveri perché nella
fretta della ricostruzione non c’è tempo di
rifornirsi di marmi pregiati e allora si ricorre alla pietra locale, il tufo, facile da lavorare e dalle incredibili sfumature dorate.
Ma belli, perché tutto risulta spettacolare,
teatrale, con soluzioni a effetto: i prospetti dei palazzi si riempiono di cornucopie
ricolme di frutta, le mensole dei balconi
si popolano di figure mostruose, sulle facciate di chiese e conventi spuntano mostri
e demoni, sante in estasi o paffuti angioletti. E tutto, assolutamente tutto, scolpito,
intagliato, cesellato nel tufo.
Insomma, un angolo di isola “charming”
(come viene definito negli Usa dopo il
suo inserimento tra i patrimoni dell’Unesco), da scoprire lentamente magari con
i ragazzi del VespaClubIspica, associazione di amanti delle mitiche due ruote
che ha come scopo la valorizzazione del
territorio: i soci si mettono a disposizione dei viaggiatori (previo appuntamento)
e li accompagnano su rombanti Vesponi
rigorosamente vintage nelle tre piccole
“capitali del Barocco”.
Prima tappa? Noto, senza dubbio, perché
nel 1693 viene rasa al suolo completamente e per la ricostruzione viene scelto
un pendio rivolto verso il mare. Si spiega
così la presenza, in centro città, di vie ripide e scalinate che trasformano i dislivelli
e le pendenze in altrettanti effetti teatrali.
Chiese, monasteri e palazzi sono costruiti ai lati di una lunga via, il Corso, dove
non mancano tre scenografiche piazze.
La prima è piazza dell’Immacolata, dove
affacciano la Chiesa di San Francesco e
la parte terminale del Monastero del SS.
Salvatore riconoscibile per la “fuga” di 13
inViaggio 91
Webphoto
92 inViaggio
© www.spotlightrg.com
Seguire le orme del commissario più
amato dagli italiani nel “Ragusashire” è
facile. Durante un tour “alla Camilleri”,
infatti, si riconoscono, proprio nel
Triangolo del Barocco, i luoghi dove si
muove Zingaretti-Montalbano (nella
foto: l’attore Luca Zingaretti) durante
le sue indagini. Qualche esempio?
Quando il commissario deve parlare
con Pasquano, il medico legale, lo va a
cercare nel Circolo di Conversazione
di Ibla, dove si tengono interminabili
partite a carte. Sempre tra le meraviglie
barocche della città, proprio davanti alla
scalinata della chiesa di San Giorgio,
Montalbano attraversa piazza Duomo
per andare a prendere il caffè. E ancora
a Ibla, a fianco della chiesa di San
Giuseppe, si trova (in alcune puntate
del serial) l’ingresso del commissariato.
Talvolta il set per la Vigàta di Montalbano si sposta a Scicli, altra città gioiello
del Barocco, e allora l’ufficio di Montalbano è dentro il Municipio, vicino
alla chiesa di San Giovanni Evangelista.
Sempre a Scicli, a palazzo Iacono,
c’è la sede della questura di Montelusa.
E la casa di Salvo a Marinella, quella
con il terrazzino affacciato sul mare?
È a Punta Secca, una frazione di
Santa Croce di Camerina, segnalata da
cartelli turistici che la indicano senza
possibilità di errore. I fedelissimi del
Montalbano televisivo, poi, riconoscono
senza indugio, alla fine della lunga
spiaggia di dune di Sampieri (a
qualche chilometro da Punta Secca),
la Mànnara, teatro di una delle prime
inchieste del commissario: è l’antica
Fornace Penna, sulla scogliera del
Pisciotto, a Sampieri (nella foto in
basso: l’attore Luca Zingaretti davanti
alla fornace). E, infine, per visitare la
casa del boss Balduccio Sinagra, basta
dirigersi verso il Castello di Donnafugata, casa di villeggiatura primi ’800
del barone Arezzo.
finestroni chiusi da grate panciute e per
la forma del campanile, tutto un gioco di
ondulazioni ricavate nella pietra. Poche
decine di metri ed ecco piazza del Municipio dove si alternano edifici profani
(come Palazzo Ducezio e Palazzo Landolina) ed edifici sacri (come la Chiesa
Madre e il Palazzo Vescovile). Su piazza XVI maggio, la terza, con il piccolo
giardino della Villetta Ercole e la chiesa
di San Domenico dalla insolita facciata
convessa. Gli incontentabili, poi, incontrano altri stupefacenti effetti scenografici in via Nicolaci (teatro in maggio della
celebre Infiorata): qui si visita Palazzo
Nicolaci, famoso per i suoi saloni affrescati, ma soprattutto per le mensole della
facciata affollate da un intero universo di
animali fantastici e mitologici, sirene, chimere, centauri e cavalli alati.
Seconda tappa, Modica, “la città in forma
di melagrana spaccata”, secondo la genia-
Sopra: in vespa con VespaClubIspica. Sotto:
la chiesa di San Giorgio, a Modica, in
cima a una scalinata interrotta da terrazze.
Alamy/Milestone
Il Grand
Tour Montalbano
le definizione dello scrittore Gesualdo
Bufalino e praticamente invisibile da lontano perché i suoi edifici sono arroccati
lungo i fianchi di una specie di canyon.
Monumento-culto di Modica è la Chiesa
di San Giorgio, alla sommità di una gradinata interrotta da terrazze e logge, aiuole e giardini pensili. Una facciata solenne
e sontuosa e un interno, ovviamente,
barocchissimo con stucchi che riempiono transetti e navate, un altare d’argento
intarsiato, un grandioso polittico sull’altar
maggiore popolato di santi, martiri e madonne. Su corso Umberto I, poi, c’è San
Pietro dalla immancabile scalinata con le
statue degli Apostoli (i “Santoni”, li chiamano qui) e dalla facciata stranamente
sobria ma impreziosita da statue di Cristo, della Madonna e di santi. È l’interno,
invece, a essere spettacolare con una infilata di colonne corinzie, pavimenti con
intarsi di marmi colorati e pietra pece, affreschi con scene del Vecchio e del Nuovo Testamento. E dal sacro al profano,
subito dopo la chiesa di San Pietro, i più
bei mensoloni di Modica sono quelli di
Palazzo Tedeschi gremiti di sirene musicanti, delfini e mascheroni.
Ed ecco Ragusa con una sorpresa: la città
non è una sola, ma due. Merito (colpa?)
delle dispute tra i ragusani dopo il terremoto del 1693: una parte della popolazione (i “sangiorgiari”, devoti di San Giorgio)
non vuole abbandonare il colle dove sorgeva la chiesa del loro patrono. Non sono
di questo parere i “sangiovannari” che
decidono di ricostruire la chiesa di San
Giovanni da un’altra parte. E allora la città
sangiorgiara, Ibla, ha come confini ideali le maioliche luccicanti del campanile
di Santa Maria dell’Idria e il Giardino
Ibleo a strapiombo sul vallone sottostante. Il fascino della città vecchia è tutto
particolare grazie alle case appoggiate le
une alle altre, i tetti spioventi, i campanili,
i pinnacoli, la grandiosa mole della chiesa
di San Giorgio, l’eleganza rococò di chiese e palazzi. E poi c’è il gioiello verde del
Giardino Ibleo che racchiude, tra viali
di palme e cedri, tre antiche chiese. Poco
lontano si può vedere cosa rimane della
vecchia cattedrale di San Giorgio: solo
un portale in stile gotico nella cui lunetta
si riconosce a fatica il santo che uccide il
drago. Più “moderna”, invece, Ragusa, la
“sangiovannara” con lunghi viali alberati
e terrazze dalle quali si gode un panorama di Ibla davvero unico. E in piazza San
La chiesa di San
Pietro, a Modica,
è il duomo della
città bassa. La sua
scalinata si apre
su corso Umberto I,
importante
arteria del centro.
Alamy/Milestone
val di noto
Nella foto: la chiesa
di Santa Maria
dell’Idria a Ragusa
Ibla, riconoscibile dal
campanile in maiolica.
Giovanni sorge il Duomo con la facciata
decorata da sculture, da colonne enormi,
da lesene bugnate. Inaspettato il sagrato,
che è sopraelevato rispetto alla piazza sottostante e cinto da una balaustra in pietra
pece. Anche all’interno le sorprese non
mancano: capitelli scolpiti e dorati, angeli
in stucco, dorature di gusto rococò, grandi nicchie gremite di statue.
Anche la gastronomia deve avere nel suo
Dna qualche traccia di Barocco: si comincia con le granite (eccezionali quelle alle
more di gelso), i “geli” e i gelati alla rosa
e al gelsomino della Dolceria Costanzo a
Noto. Sempre in città, il Caffè Sicilia prepara torroni e frutta di martorana, cannoli e pani aromatizzati con cannella e pepe
nero, con zenzero e corteccia di limone.
Per finire si va da Campisi per fare scorta
di conserve di tonno, ricciola, spada, cernia e di salse (speciale il garum su antica
ricetta romana). A Modica, l’indirizzo top
è quello dell’Antica Dolceria Bonajuto: la
specialità è la cioccolata prodotta come
la facevano gli Aztechi: i semi di cacao
vengono pestati “a freddo” insieme a cannella, vaniglia e zucchero fino a ottenere
una pasta dove sono ancora individuabili
i cristalli di zucchero. Ma ci sono anche la
cedrata, a base di miele e bucce di cedro
e la cobaita, croccante di semi di sesamo.
Ancora cioccolata ma come ingrediente
per la pasta: la si trova da Il pastaio dove è
in vendita anche la versione con farina di
carrube. Nelle campagne di Ispica, a pochi chilometri da Modica, nel caseificio
di Rosario Floridia le specialità sono il
Ragusano Dop prodotto da latte di mucche di razza Modicana allevate allo stato
brado, il Caciocavallo e il Tumazzu di latte crudo. Questa è anche una delle zone
a maggior vocazione oleicola e allora per
provare i profumatissimi extravergine locali (il Dop dei Monti Iblei e un blend delle più gustose olive isolane) si va al punto
vendita della Tenuta Principe di Belmonte, a Ispica. Nel “Ragusashire” crescono
poi i vitigni più prestigiosi dell’isola, dal
Nero d’Avola al Moscato di Noto, al Grillo; qui hanno trovato il loro habitat anche
altri vitigni internazionali come il Syrah,
il Cabernet Franc e lo Chardonnay. Tutti
fiori all’occhiello di Feudo Ramaddini,
giovane cantina a due passi dal lungomare di Marzamemi. A Ragusa ha la sua sede
Bubalus, piccolo shop con caseificio dove
si lavora il latte di bufale per trasformarlo
in mozzarelle e fior di ricotta, stracciatella, yogurt e gelati. In vendita anche salami
e salsicce di produzione propria.
Sotto, da sinistra: nella bottega di Campisi, a Noto, si trovano conserve di pesce, dal
tonno alla ricciola, alla bottarga; i dolci golosi del Caffè Sicilia, sempre a Noto.
Sopra: i formaggi del caseificio Rosario
Floridia, a Ispica. Qui sotto: il cioccolato
nell’Antica Dolceria Bonajuto, a Modica.
Alamy/Milestone
Tipsimages
val di noto
Indirizzi
Musei e attrazioni
Palazzo Nicolaci, via Nicolaci,
Noto (SR), tel. 338 7427022;
palazzonicolaci.it Orari: lun-dom 1013; 15-17,30. Biglietti: 4 €.
Attività sportive
VespaClubIspica, via U. Foscolo
12, Ispica (RG), tel. 328 8362141;
twitter.com/vespaclubispica,
facebook.com/vespaclubispica.
Shopping
Dolceria Costanzo, via Silvio Spaventa 7/9, Noto (SR), tel. 0931 835243.
Caffè Sicilia, corso Vittorio Emanuele 125, Noto (SR), tel. 0931 835013.
Campisi, corso Vittorio Emanuele, 103, Noto (SR), tel. 0931 573354.
Antica Dolceria Bonajuto, corso Umberto I, 159, Modica (RG),
tel. 0932 941225.
Il pastaio, via Resistenza Partigiana 180, Modica (RG), tel. 0932 905859.
Rosario Floridia, Contrada Scorsone, Ispica (RG), tel. 0932 952370.
Tenuta Principe di Belmonte, Strada Statale 115 Modica-Ispica, Ispica
(RG), tel. 0932 700127.
Feudo Ramaddini, contrada Lettiera, Marzamemi (SR), tel. 0931 1847100.
Bubalus, via degli Aceri 22, Ragusa, tel. 0932 253330.
Informazioni turistiche
Ufficio informazioni turistiche Noto, Piazza XVI Maggio, Noto (SR),
tel. 0931 573779; comune.noto.sr.it
Ufficio Turistico di Modica, piazza Principe di Napoli, Modica (RG),
tel. 0932 759634.
Ufficio Turistico di Ragusa, piazza S. Giovanni, Ragusa, tel. 0932 684780;
comune.ragusa.gov.it
inViaggio 95
ospitalità
val di noto
Dormire da 80 a 135 euro
camera doppia
Ospitalità principesca
Ai suoi tempi d’oro, la Villa era al
centro della tenuta dei Principi
di Belmonte con la casa padronale preceduta da una scalinata
imponente e le dépendance abitate
dai massari e dai braccianti. Ora è
un piccolo resort, con una vista impagabile sul Mediterraneo, da Capo
Passero fino a Pozzallo: da qui si
parte per la scoperta del “distretto
del Barocco”, si seguono raffinati
laboratori del gusto (olio, vino,
cioccolato) o ci si gode il relax tra
gli spazi dal mood antico, i giardini
profumati di essenze mediterranee
e la piscina panoramica.
Villa Principe di Belmonte,
Strada Statale 115 Modica-Ispica,
Ispica (RG), tel. 0932 700127;
principedibelmonte.it
Prezzi: da 80 €, con colazione.
Nella vecchia masseria
A ricordare l’antica vocazione della
secentesca casa di campagna
fortificata, nata come torre di
avvistamento sulla “via del grano”,
oggi rimangono solo le architetture
severe e la piccola cappella gentilizia. La masseria, infatti, è stata trasformata in un elegante resort con
16 camere e suite, impreziosite da
dettagli esclusivi come le lenzuola
ricamate, gli arredi che ripropongono il meglio della artigianalità
siciliana, la vista sulla campagna
disseminata di olivi e carrubi. Nel
giardino della villa, immancabile, la
piscina circondata dal verde.
Torre Don Virgilio, Strada Provinciale Rocciola-Scrofani, Modica
(RG), tel. 0932 909116 e 393
9135271; torredonvirgilio.it
Prezzi: da 80 €, con prima
colazione.
Monumentale
Casa del ’700 a Modica Alta con
saloni, sale, scaloni di una monu-
mentalità understated. Solo 10 le
stanze che conservano i pavimenti
originari in ceramica di Caltagirone,
i mobili di famiglia (rigorosamente
d’epoca), le volte affrescate. A pochi
passi dal Palazzo, in una piccola
dépendance, sono state ricavate
altre 3 camere: molto particolare la
113 sui toni del rosso pompeiano
con mosaico in foglia d’oro nella
sala da bagno.
Palazzo Failla, via Blandini 5,
Modica (RG), tel. 0932 941059;
palazzofailla.it
Prezzi: 85 €, con prima colazione.
A piedi nudi nel Parco
In pieno “Ragusashire”, il relais è
stato recuperato da una masseria
secentesca e si presenta come
una ricostruzione filologicamente
corretta delle vecchie tenute dei
“Gattopardi” isolani con un uso
sapiente, nelle stanze e negli spazi
comuni, di pietre locali, ferri battuti,
vecchi tavolati e travi in legno, mobili d’antan. Per gli ospiti, poi, coccole a mai finire: dalle piscine (una
a sfioro, l’altra scavata nella roccia)
all’arometo (dove si scelgono le
erbe officinali per le tisane), dalle
lezioni di yoga nel Parco alla lineabagno realizzata con le essenze
naturali raccolte nella tenuta.
Relais Parco Cavalonga, Strada
Provinciale 80, km 3.200, Donnafugata (RG) tel. 0932 619605;
parcocavalonga.it
Prezzi: da 120 €, con colazione.
Sulla strada del mare
Un tempo, tra ’600 e ’700, era la
seconda casa dei principi Pignatelli,
un po’ baglio e un po’ residenza
nobiliare proprio sulla “via del
mare”, cioè sulla antica trazzera
che da Noto portava all’approdo di
Calabernardo. Oggi, come allora,
la struttura è formata da 3 corpi
di fabbrica, circondati dal verde di
Casa Talìa, Modica.
agrumeti e mandorleti, nei quali
sono state ricavate le stanze e gli
spazi comuni. Dalla piscina, nascosta in un uliveto, la vista sullo sky
line di Noto è assicurata.
Hotel Villa Favorita, contrada
Falconara, Noto (SR), tel. 0931
820219; villafavoritanoto.it
Prezzi: 126 €, con prima
colazione.
Nel feudo di Carlotta
Il giardino spalancato sui monti Iblei
fa quasi dimenticare che il centro
di Ragusa è a pochi passi. Eppure
è così. Una fattoria ottocentesca,
al centro delle tenute appartenute
alla marchesa Carlotta Schininà,
è stata ristrutturata recuperando i
caratteri tipici (archi, volte, pietre a
vista) dell’architettura rurale della
“masseria” ragusana. Nelle camere
e negli spazi comuni, poi, sono
mixati design mediterraneo e forme
retrò, luci d’autore e sedute griffate.
Il plus? La piscina circondata da un
prato all’inglese.
Hotel Villa Carlotta, via Ungaretti,
Ragusa, tel. 0932 604140;
villacarlottahotel.com
Prezzi: da 129 €, con colazione.
Palazzo Failla, Modica.
Villa Principe di Belmonte, Ispica.
96 inViaggio
Etnico?
Si, grazie!
Oriente e Occidente, local e
glocal, modernissimo e antico:
qui c’è tutto. Perché quelle che
un tempo erano alcune piccole
abitazioni del quartiere ebraico
sono state trasformate in stanze
raffinate che affacciano su uno
spazio centrale, un profumatissimo giardino mediterraneo.
Pietra a vista, intonaci a calce,
tetti in canne e pavimenti in
ceramiche policrome o pietra
pece sono gli elementi che caratterizzano le camere, ognuna
con un proprio terrazzino e una
magnifica vista panoramica
sulla città antica.
Casa Talìa, via Exaudinos, 1/9,
Modica (RG), tel. 0932 752075
e 335 5486656; casatalia.it
Prezzi: 130 €, con prima
colazione.
Lo chic qui è di casa
Lo scenario è quello magico di
Ibla con le stradine lastricate, gli
affacci sui valloni sottostanti, le cupole delle chiese. È qui che, in un
palazzotto dell’800, si trova questo
piccolo hotel di charme (sono solo
10 le sue camere) che appartiene
alla esclusiva associazione Le
soste di Ulisse. Spazi romantici,
salottini e angoli d’autore, pietre a
vista nelle stanze che, una diversa
dall’altra, regalano emozioni uniche come la junior suite con un
arco gotico del Trecento e la Junior
Suite Roccia col bagno ricavato in
una grotta naturale.
Locanda Don Serafino, via XI
Febbraio 15, Ragusa Ibla, tel. 0932
220065; locandadonserafino.it
Prezzi: da 135 €, con prima
colazione.
ristoranti
val di noto
Mangiare da 20 a 125 euro
vini esclusi
All’ombra del Castello
Una trattoria, come quelle di una
volta dove vengono tirate a mano
le paste e dove si preparano le
portate di un menù pantagruelico.
Una cucina di casa (e di terra) che
propone piatti semplici ma saporiti
a partire dagli antipasti naïf, come
la gelatina di maiale, le “scacce”
(focacce) ripiene di ricotta, salsiccia e broccoli. E poi i ravioli di
ricotta al ragù di maiale, i cavatelli
con melanzane e ricotta salata
e se la caponata accompagna le
carni di coniglio e di maiale si finisce con gli amaretti di mandorla e
la cioccolata di Modica.
Al Castello, viale del Castello,
Donnafugata (RG), tel. 0932
619260; alcastellodonnafugata.it
Prezzo medio: 20 €.
Sapori di una volta
Un viaggio alla riscoperta dei
sapori tradizionali, dei ricettari
delle nonne, dei piatti semplici
preparati con ingredienti poveri
ma gustosi. Tutto, però, interpretato e rivisto dall’occhio e dalla
mano di Accursio Craparo, deus
ex machina della Locanda. Le
proposte cominciano dal “cibo
da strada” (arancini, scacce con
pomodoro e cipolla, panzerotti con
provola ragusana, salsiccia e “sanapo”); è poi la volta della zuppa
di ceci con gallinella e borragine,
della seppia in umido con capperi
e olive, del gelo di limone con
sorbetto all’arancia.
La locanda del Colonnello, via
Biscari 6, Modica Alta (RG),
tel. 0932 752423;
lalocandadelcolonnello.com
Prezzo medio: 30 €.
Tra terra e mare
Una volta era la classica “putìa ro
vinu” cioè un’osteria con cucina.
Poi, ai fornelli, è arrivato Marco,
figlio dei due osti, la musica è
cambiata e il ristorante è diventato l’espressione di una cucina
del territorio, a chilometro zero,
che esalta con inventiva i sapori
di terra e di mare. Ecco allora,
per esempio, l’arancino di riso su
fonduta di caciocavallo e cialda di
Ragusano, il turbante di spatola
ripieno di mollica e servito su una
crema di finocchio e zafferano, il
filetto di tonno rosso in crosta di
pistacchi e sesamo.
Crocifisso, via Principe Umberto
48, Noto (SR), tel. 0931 571151.
Prezzo medio: 35 €.
98 inViaggio
In un giardino urbano
Un palazzotto antico, affacciato sul
corso Umberto I (la strada dello
struscio modicano) con una sala
ad archi di pietra che incorniciano
quadri e istallazioni di giovani artisti
locali e un giardino mediterraneo.
In cucina vive Peppe Barone,
“gastrosofo” (la definizione è sua)
che ripropone il meglio della cucina
del territorio: provare, per credere, i
tortelli alla Norma (rivisitazione della
pasta alla Norma), la stimpirata di
coniglio, il trancio di tonno servito
con fragoline di bosco.
Fattoria delle Torri, Vico
Napolitano 14, Modica (RG),
tel. 0932 751286.
Prezzo medio: 50 €.
Il design con la “stella”
Vetrate panoramiche sul prato
all’inglese e sul profilo dei Nebrodi.
È con queste credenziali che il
locale dello stellato Claudio Ruta
accoglie gli ospiti. Poi arriva il
menù dove le proposte strizzano
un occhio alla tradizione e l’altro
alla fantasia per la gioia di tutti
gli amanti della cucina siciliana.
Qualche esempio? Il tortino di
baccalà affumicato con cous cous
e “sanapo” (verdura di campo tipica
del Ragusano) e i bignè di tonno
con pastella alla birra, i saccottini di
gamberi crudi con ricottina tiepida e
la composizione di cioccolato in tre
consistenze. Da visitare la cantina
ricavata in una grotta naturale
dove riposano le più aristocratiche
etichette nazionali e internazionali.
La Fenice, c/o Hotel Villa Carlotta,
via Ungaretti, Ragusa, tel. 0932
604140; lafeniceristorante.com
Prezzo medio: 50 €.
Alta cucina in grotta
Il ristorante (stesso nome,
stessa epoca e stesso charme
dell’hotel) è ricavato nelle grotte
scavate nel dirupo roccioso su
cui si è sviluppata Ibla. La mise
en place è ineccepibile: lino,
Nella cucina del ristorante Duomo, a Ragusa Ibla.
cristalli, luci e sedute griffate Philippe
Starck. E poi arrivano le
creazioni di Vincenzo Candiano:
la sua è una cucina stellata,
dove le materie prime locali
sono rivedute e corrette con
sapienza e fantasia come nella
tartare di asino ragusano servito
con zabaione alla birra, negli
spaghetti neri con ricci di mare o
nello scamone di agnello laccato
al miele di carrubo.
Locanda Don Serafino, via G.
Ottaviano, Ragusa Ibla, tel. 0932
248778; locandadonserafino.it
Prezzo medio: 78 €.
di mare la pala di ficodindia è
abbinata alle ostriche crude, alle
lenticchie nere di Monreale, alla
borraggine. La “pasta e mollica”
in realtà è una rivisitazione della
classica pasta con le sarde, le costolette di maiale nero (tipico della
zona dei Nebrodi) sono servite con
rape e semi di crescione.
La gazza Ladra, c/o Hotel Palazzo Failla, via Blandini 5, Modica
Alta (RG), tel. 0932 755655;
ristorantelagazzaladra.it
Prezzo medio: 85 €.
A due passi dal Duomo
Quella che si gusta nelle piccole
sale al piano terra di Palazzo La
Nella sala del Palazzo
Rocca è una cucina senza confini
La sala da pranzo è una bome senza età, che riporta alla luce i
boniera, il déhors è profumato
sapori della tradizione e li rinnova
dai fiori di zagara e limone. E il
trasportandoli in un contesto
contesto è sempre quello, elegante moderno. In cucina è l’esuberante
e chic di Palazzo Failla. Il ristorante chef Ciccio Sultano. Provare, per
è affidato, dallo scorso marzo, allo
credere, il destrutturato “timballo
chef David Tamburini e la sua è
del Gattopardo” dove gli ingredienti
una cucina classica ma con brio, in (petto di piccione, polpettine, fusilli,
cui le ricette vengono attualizzate
uova di quaglia, pasta sfoglia) sono
e interpretate in modo personale.
assemblati all’ultimo momento.
Qualche esempio? Nell’insalata
Oppure la spatola con mollicata allo
zafferano o il cous
cous al pistacchio
che diventa, inaspettatamente, un dolce
servito con sorbetto
alla lavanda.
Ristorante Duomo,
via Bocchieri 31,
Ragusa Ibla,
tel. 0932 651265;
ristoranteduomo.it.
Prezzo medio:
Ristorante La Gazza Ladra, Modica Alta.
125 €.