SEGRETE VOGLIE DI OCCULTO
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SEGRETE VOGLIE DI OCCULTO
SEGRETE VOGLIE DI OCCULTO Esiste un bisogno sociale di irrazionalità? Giovanni Iannuzzo Siamo in piena era tecnologica. State pur certi che non esiste una definizione più precisa, quasi una fotografia, dell’attuale momento storico, e, nessun’altra connotazione ha la stessa potenza descrittiva. Finalmente, i sogni dei filosofi positivisti sembrano essersi avverati. Viviamo in una società, quella occidentale moderna (su altre società e altre culture, stendiamo un velo pietoso… ) che ha realizzato sogni tecnologici straordinari, di fronte ai quali non solo le oniriche descrizioni di Jules Verne, ma persino le più razionali fantasie di Stanley Kubrick risultano superate. Vi ricordare il computer Hal del film “2001: odissea nello spazio”? Un ingombrante mastodonte, tutto valvoloni e transistor, dalla voce gracchiate, e per giunta incazzoso. Non è più così, e la realtà ha superato la fantasia. Sono in questo momento nella mia camera d’albergo, in uno sperduto paese montano, sto scrivendo sul mio computer portatile, e posso collegarmi a Internet mediante un meccanismo strano che, senza fili, utilizza il mio super-telefonino per la connessione. In questo momento (ma ovviamente sempre) potrei essere collegato con la più sperduta università dell’Australia – non riesco a pensare a un posto più lontano – o stare a dialogare,via audio e video, tranquillamente con un collega giapponese, e – casomai io o lui non conoscessimo entrambi l’inglese - magari con traduzione simultanea dal giapponese, dall’italiano, forse anche dal siciliano. Da parte sua, il mio super-telefonino fa di tutto: foto, filmati, registrazioni, si collega a Internet di suo, tiene la mia agenda, la mia rubrica telefonica, e mi fa da segretario selezionando automaticamente le chiamate in entrata. Sono convinto che possa fare pure i toast, ma non ho ancora avuto il coraggio di provare. Ma non basta. Il livello di competenza scientifica e tecnologica è, oggi, diventato elevatissimo, in ogni campo della conoscenza, medicina, fisica, biologia, elettronica, ingegneria e quant’altro. Sembriamo davvero immersi in un roseo sogno positivista, la conferma assoluta che i progressi della scienza e della tecnica hanno veramente cambiato l’immagine del mondo. D’altra parte, questa visione delle cose è ampiamente propagandata dai media e dai suoi profeti: quando vedi “SuperQuark” in televisione, condotto dall’impeccabile Piero Angela, o dal figlio Alberto, degno emulo del padre, ti rendi conto di quanto siamo andati avanti sulla strada del progresso scientifico. Non solo, ma per evitare pericolose tentazioni di massa, sono stati creati, da anni, comitati di autorevoli scettici contro le perversioni irrazionali (il CSICOP negli Stati Uniti, il CICAP in Italia), sono state addirittura inventate cattedre o corsi di insegnamento per ammonire gli studenti sulla stupidità dell’occulto, è stato insomma creata una atmosfera dai toni quasi stalinisti per scoraggiare idee, pensieri o credenze che vadano contro l’immagine obiettiva di una scienza rigorosa, ricca e foriera di luminosi futuri per l’umanità tutta. E’ giusto, direi che è anzi necessario. Che bello! Il problema è che le cose non vanno proprio in questo modo, con buona pace di comitati, cattedre, insegnamenti e campagne pubblicitarie. La realtà è infatti che in questo momento storico assistiamo, viceversa, ad un dirompente successo 1 dell’occultismo e dell’irrazionalismo, sia come semplice propensione alla fantasia ed a temi genericamente magici, sia come diffuso interesse verso argomenti etichettati come pseudo – scientifici. L’occulto, insomma, è offerto in generose porzioni e condito in tutte le salse. E, come è ovvio, i media sono i grandi anfitrioni di questa abbuffata. Prendiamo in considerazione, per esempio, i palinsesti televisivi. Sono stracolmi di programmi centrati su problematiche occulte. Ce n’è per tutti i gusti: enigmi archeologici, fenomeni paranormali di vario ordine e tipo, misteri politici, temi ‘para-storici’. Il menù è veramente ricco. Si va dall’ormai un po’ abusato tema dei Templari (chi erano, cosa hanno fatto, che è depositario dei loro segreti), alle origini occulte del nazismo e al mistero di Albert Speer, il famigerato e misterioso architetto e amico del Furher; si passa attraverso i misteri che sembrano avvolgere l’assassinio di John F. Kennedy e si arriva all’immancabile mistero delle Piramidi di Giza (chi le ha costruite? E come? E perché?). Non mancano ovviamente temi più vicini a quelli ‘paranormali’ classici: guarigioni inspiegabili, case infestate, apparizioni di fantasmi. I temi occulti però la fanno da padrone anche in campo letterario; non so esattamente quanti libri siano stati pubblicati sui Templari, i Crociati e il Graal, i Vangeli apocrifi e i misteri della storia del Cristianesimo da quando il bestseller di Dan Brown, “Il codice Da Vinci” ha reso note al grande pubblico queste tematiche e altre ancora. Immagino che siano decine. Nel campo, poi, della fiction letteraria, il dominio di temi magici è incontrastato: basti pensare al clamoroso successo del personaggio di Harry Potter, una vera e propria saga di magia ormai arrivata, nelle traduzioni italiane, al sesto volume. Credo che l’autrice – la geniale JK Rowling – cominci ad avere qualche difficoltà per così dire ‘cronologica’: la saga comincia con un Potter bambino di 11 anni nella scuola Hogwarts per aspiranti maghi; ma gli anni sono passati anche per lui, così la Rowling ha deciso che Harry, nel settimo volume (che ha già annunciato e che è in corso d’opera) dovrà ultimare gli studi, che, putacaso, durano giusto sette anni (la saga è iniziata nel 1977). Ha fatto bene. Il povero Harry tra un po’ rischiava di ritrovarsi a fare il servizio militare o dovere trovare un sano lavoro per sbarcare il lunario, magari vendendo hot dog per la strada. Così, Potter potrebbe anche andare all’università e fare finalmente qualcosa di serio. Ma attenzione: se si iscrivesse al Trinity College, potrebbe incontrare la bella Sidney Fox, una archeologa che si diletta a risolvere misteri, ritrovare spade incantate o impadronirsi di magici talismani. E’ la protagonista di Relig Hunter, un serial televisivo che ha tutte le carte in regola per incollarti col sedere sul divano per un’ora. Una collega della Fox, Lara Croft è invece la protagonista di Tomb Raider, una serie televisiva, (ma anche cinematografica, ma anche un celebre videogame, ma anche una lunga serie di fumetti e storie varie); la bellissima Lara va in cerca di tombe, tesori e articoli del genere, con in più la sicumera derivante dal fatto di essere figlia d’arte (il padre, nella fiction, è anch’egli un famoso archeologo). E che dire del più recente Le cronache di Narnia di Lewis , già sfornato in sette volumi, che descrive le avventure in un regno magico e misterioso, appunto quello di Narnia? Oltre ai libri esiste un film, un simpatico spot pubblicitario ed anche un serial televisivo. Se volete farvi un giro turistico, basta aprire l’armadio… 2 E, a proposito di serial, continuano ad avere un posto importante gli episodi, ormai innumerevoli, del telefilm “Streghe”, dove tre sorelle californiane (in verità molto carine), a loro volta figlie di una strega, si dedicano alle arti magiche e, in compagnia di angeli, si impegnano in battaglie occulte contro demoni e malèfici stregoni, per le strade di San Francisco. Non mancano, giustamente, i cartoon, a cominciare dai Ghostbusters, ispirati ai celebri e divertenti film di qualche anno fa, che periodicamente vengono riproposti, con tanto di poltergeist e fantasmini color verde pisello (ovviamente come contorno...). Non menziono i vari programmi tipo talk show, che frequentemente dedicano almeno qualche minuto a temi occulti, di maggiore o minore serietà, beninteso, né tantomeno i programmi di buona divulgazione storica o scientifica che dedicano sporadiche puntate a qualche argomento misterioso. C’è invece da aggiungere che ‘pezzi da novanta’ di questa silenziosa invasione di temi occulti sono alcuni film, di una produzione cinematografica comunque vastissima, che, per quanto spesso di una stupidità sconvolgente, talvolta sono davvero interessanti. Mi riferisco per esempio a opere cinematografiche di buon livello, come l’abbastanza recente The Others, di Alejandro Amenàbar, praticamente la storia di una famiglia di fantasmi, che inconsapevole di essere tale, avverte la presenza di misteriose entità, che in realtà sarebbero poi dei viventi (si, lo so, c’è un po’ di confusione, ma il film è ben costruito, comunque con una bella interpretazione di Nicole Kidman). O al più datato The sixte sense, su un tema molto vicino. Insomma, si tratta di una vera e propria invasione, non solo sul versante dell’informazione, ma anche su quello della letteratura, del cinema o del più puro entertainment. Voglio precisare che le considerazioni fatte sinora non hanno alcun intento critico. Mi sono limitato a tentare di fotografare una situazione sociale e culturale innegabile. Chi si aspettasse, da parte mia, valutazioni scandalizzate di questo rinnovato interesse verso l’occultismo di larghe parti della società, rimarrà deluso: infatti non credo che ci sia alcunché di scandaloso nel prediligere storie di spiriti, folletti, case infestate e stregonerie, anzi di tratta di argomenti dal fascino antico. Se poi ci riferiamo in modo più preciso a tematiche che si avvicinano al ‘parapsicologico’, non credo di essere la persona più adatta a valutazioni da scettico oltranzista. L’argomento che mi pare più interessante è invece un altro, il cercare cioè di capire perché periodicamente questi temi superano i livelli consueti di interesse, e straripano nei mezzi di comunicazione di massa. Infatti si tratta di un fenomeno periodico: in certi periodi l’interesse per l’occulto viene stigmatizzato sino a considerarlo un tratto quasi psicopatologico, o perlomeno una debolezza; in altri diventa un trend generale, o una moda. L’attuale interesse per gli argomenti occulti, per esempio, fa seguito ad un lungo periodo di forte scetticismo e durissima critica. Diciamo pure che in Italia per circa un ventennio (strane assonanze… ) qualsiasi interesse per temi che seppur lontanamente sapessero di occulto, in qualsiasi forma, è stato accademicamente e socialmente aborrito come pericoloso. Sia che ti occupassi di bestiari medievali, sia che facessi ricerca sulla meta analisi nel ganzfeld, purché in qualche modo tali argomenti deviassero dalla ortodossia scientifica, eri catalogato come imbecille. Naturalmente questo non significa che ci sia stata una vera repressione, ma soltanto che l’opinione diffusa, quella peraltro propagandata dai media (e mai come oggi abbiamo capito 3 quale e quanta sia la loro potenza!) era di disapprovazione culturale. Pertanto l’attuale tendenza si è affermata, apparentemente, contro ogni logica, e contro un movimento scettico forte, organizzato e decisamente ricco di mezzi, potere e denaro. Insomma, questa periodicità che non sembra poter essere fermata nemmeno da una informazione scientifica dura ed efficace. E’ un fenomeno perlomeno curioso. Ma esiste veramente questo andamento ciclico, questi corsi e ricorsi dell’interesse per l’occulto? Senza pretendere di esaminare in dettaglio questa periodicità, e limitandoci alla superficiale valutazione di un periodo storico di circa un quarantennio, possiamo per esempio rilevare che da dagli inizi degli anni ’60 agli inizi degli anni ’80, si è assistito ad un boom clamoroso di interesse per argomenti occulti. Fra la prima metà degli anni ’70 e i primi anni 80, solo per fare un esempio, furono pubblicate stabilmente almeno due riviste popolari di grande successo (Il Giornale dei Misteri, dell’editore Tedeschi, che continua ad essere pubblicato tuttora; Gli Arcani, dell’editore Armenia, che invece cessò le pubblicazioni); altre due di livello medio (ESP e Il mondo della Parapsicologia, anch’esse dell’editore Armenia, entrambe poi chiuse per vari motivi), oltre a un numero incredibile di riviste comunque dedicate ad argomenti occulti, anche se di livelli diversi: ricordiamo PiKappa, dedicato all’archeologia misteriosa e diretto da Peter Kolosimo; Notiziario UFO; Quasar; Maghi e Guaritori; Solaris, la lussuosa e accattivante Abstracta, tutte regolarmente distribuite in edicola, in genere con periodicità mensile o talvolta bimestrale. Inoltre circolavano, per abbonamento o per associazione, numerose riviste “tecniche” ( da quelle parapsicologiche - Luce e Ombra, Metapsichica, Quaderni di Parapsicologia; Informazioni di Parapsicologia – ad altre di carattere spiritico, esoterico o occultistico); e un numero enorme di altre riviste più modeste nella veste grafica e più povere, bollettini di associazioni, o riviste a diffusione eminentemente locale, (per esempio la torinese Clypeus). Esistevano inoltre almeno cinque case editrici “specializzate” in questi temi, con una produzione imponente anche se di livello variabile: Armenia, MEB, SugarCo, Edizioni Mediterranee, SIAD (una ‘estensione della Armenia), oltre ad una serie praticamente incalcolabile di case editrici minori, fiancheggiate da una buona produzione su questi temi che impegnava anche case editrici maggiori come Garzanti. Mondatori, Rizzoli. Già nel 1985 questa intensa attività si era ridotta approssimativamente almeno dell’80 per cento. Poi, più o meno, dagli inizi degli anni ’80 alla fine del secolo, gli argomenti occulti hanno avuto un trend discendente. Dagli inizi del nuovo millennio l’occulto è tornato di interesse. Cosa significa questa periodicità? Perché le ‘azioni’ della borsa dell’occulto hanno queste lunghe oscillazioni che alternano, con pari intensità, entusiasmo e critiche feroci? A fronte della difficoltà obiettiva di fornire una risposta, esistono (come sempre nel caso di fenomeni sociali e psicologici di massa) delle interpretazioni che riscuotono un certo successo. Nel caso dell’interesse per i fenomeni occulti, la lettura che spesso viene fornita è che questo interesse si incrementa in alcuni periodi, come risposta individuale e comunitaria a situazioni di crisi politica, economica o sociale. I sostenitori di questo punto di vista, molto diffuso, ritengono che l’interesse per temi occulti sia una sorta di reazione nevrotica al disagio individuale e sociale, che, in 4 momenti storici di crisi, indurrebbe ad una fuga verso tematiche irrazionali, comunque rassicuranti. Esisterebbe allora una equazione “disagio – insicurezza - fuga nell’irrazionale”. In realtà, questo è un punto di vista ideologico, che purtroppo viene smentito anche soltanto da una elementare disamina storico - sociale. Anzitutto, se questo punto di vista fosse vero, non assisteremmo alle oscillazioni periodiche di interesse di cui parlavamo. Infatti, ne deriverebbe che l’interesse per l’occulto dovrebbe essere costante. Prendiamo ad esempio il ‘900. Il “secolo breve”, come lo definisce lo storico inglese Eric J. Hobsbawn, è stato infatti uno dei più devastanti della storia dell’uomo, caratterizzato in maniera pressoché costante da guerre, carestie, sconvolgimenti sociali, crolli economici, pestilenze e genocidi. Se l’equazione “disagio sociale uguale interesse per l’occulto” fosse vera, dovremmo rilevare giocoforza un interesse costante verso questi temi, tanto da configurare il ‘900 come il secolo degli occultisti ad oltranza. In realtà, non solo questo non è vero, ma le oscillazioni negli interessi relativi al magico e al paranormale presentano, a conti fatti, una caratteristica contraria a questa tesi: l’interesse per l’occulto, infatti, sembra rafforzarsi in periodi di [relativa] stabilità economica e sociale. Facciamo qualche esempio. I primi tre decenni del ‘900 furono caratterizzati da una serie infinita di guerre, flagelli naturali e sociali, sommovimenti di massa: dai conflitti regionali (fino a un certo punto: difficile dire che la guerra russo-giapponese sia stata un conflitto locale!) alla prima guerra mondiale, alla rivoluzione russa, all’epidemia di spagnola, al crollo della Borsa di New York e alla grande recessione economica mondiale, e via dicendo. Eppure in quel periodo l’interesse per così dire medio verso l’occulto stazionava entro gli abituali livelli di guardia. Esistevano, certo, associazioni, gruppi, riviste (sia locali sia internazionali), ma con la caratteristica quasi di club privati, senza grandi risonanze esterne1. Dal 1930 al 1940 si assistette ad una generale ripresa mondiale: il New Deal negli Stati Uniti, una maggiore stabilità in Europa (per quanto foriera di futuri, drammatici problemi politici), progressi costanti nelle scienze e grandi successi tecnici. La tecnologia consente un miglioramento sostanziale delle condizioni di vita quotidiana, delle comunicazioni, dell’industria; si studiano le possibili applicazioni dell’energia atomica, lo standard generale di vita si eleva dappertutto. Eppure è giusto in quel periodo che l’interesse per tematiche paranormali e occulte dilaga in tutto il mondo occidentale. Indipendentemente dal reale valore o meno di talune iniziative scientifiche (per esempio dei successi accademici della cosiddetta ‘parapsicologia’ negli Stati Uniti), l’attenzione verso temi paranormali assume una notevole rilevanza, polarizza l’attenzione di una grande audience ed acquisisce importante credito nell’opinione pubblica. Le ‘azioni’ dell’interesse per l’occulto perdono invece valore nel ventennio 19401960, caratterizzato da disastrosi eventi bellici, politici e sociali (seconda guerra mondiale, shoah, rivoluzioni, guerra fredda, con conseguente grande sensazione di insicurezza). Sembrerebbe un momento ideale, invece, per una poderosa offensiva occultistica. E invece no. Negli Stati Uniti, anzi, l’interesse per il paranormale e 1 Teniamo presente, al riguardo che, anche se l’argomento di questo articolo non è centrato in particolare sulla ricerca psichica per così dire ‘professionale’, sin dal diciottesimo secolo sono esistite associazioni, singoli studiosi o gruppi che si sono occupatoi di queste tematiche e tale interesse è stato sempre sostanzialmente costante, quasi una stabile baseline. Qui ci riferiamo invece all’interesse ‘sociale’ per l’occulto, parapsicologia ovviamente compresa. 5 l’occulto comincia a decrescere, nel panorama mondiale non c’è francamente nulla di nuovo. Al contrario, dal 1960 al 1980 tutto il mondo occidentale attraversa un periodo di stabilità: il mondo sembra lentamente rinsavito. Persino le grandi crisi internazionali (come quella dei missili di Cuba) si risolvono senza grossi danni. La scienza e la tecnica fanno balzi in avanti da giganti, sembra che i tempi bui siano solo un ricordo. E giusto in questo periodo avviene il primo grande boom moderno dell’occulto in tutte le sue forme, sostenuto ora dai grandi sviluppi tecnologici nelle comunicazioni di massa. C’è persino chi riesce a coniugare esplorazione spaziale e paranormale, come nel caso di un celebre (quanto discusso) esperimento di telepatia condotto nello spazio dall’astronauta Edgar D. Mitchell. Insomma, tempi d’oro. Fra il 1980 e il 2000 l’interesse per l’occulto perde invece credito un po’ dappertutto. Eppure è un momento di grandi disagi, ancora una volta di significativa insicurezza sociale ed individuale. Tossicodipendenza e AIDS devastano la popolazione giovanile occidentale, ed iniziano a minacciare anche il ‘terzo mondo’. Le guerre locali si moltiplicano; gli spettri del genocidio di massa e della pulizia etnica ritornano in Europa; ci si rende conto del disastroso assetto ecologico del pianeta. Eppure, l’interesse per le tematiche occulte non solo resta sotto il livello di guardia, ma anzi subisce un clamoroso ‘crollo in borsa’, sotto la spinta di agguerriti comitati critici che sorgono in tutto il mondo, in una sorta di grande crociata contro l’occultismo. E’ una sorta di blitzkrieg, una guerra lampo – e che non fa prigionieri. Ma questo interesse riprende vigore agli inizi del terzo millennio in una situazione di apparente, rinnovata stabilità. C’erano, e ci sono ancora, grandi speranze per le promesse del terzo millennio: lo sviluppo della tecnologia, delle comunicazioni di massa e di un benessere economico molto più diffuso nel mondo occidentale (indipendentemente dai fatti politici, e dai nostri giudizi su di essi) è un dato di fatto, che nemmeno la tragedia delle Twin Towers ha potuto scalfire. Se le cose stanno così, l’equazione “disagio sociale uguale interesse per l’occulto” non è dimostrabile. E allora? Come spiegare questi up e down dell’interesse sociale per il ‘paranormale’, queste periodiche voglie di occulto? In realtà, la spiegazione più semplice si evince facilmente proprio dai dati storici. Il desiderio di fruire maggiormente di fatti magici o paranormali sembrerebbe esprimere semplicemente la voglia di sfuggire a momenti di esasperato tecnicismo, ad una immagine del mondo troppo razionale ed inadeguata ad esprimere bisogni e fragilità psicologiche profonde. Non è un caso che la voglia di irrazionale emerga in maniera più evidente proprio quando il progresso tecnologico e scientifico raggiunge standard di eccellenza, con una contraddizione, badiamo bene, solo apparente. E’come se, quando, in un dato periodo storico, i progressi della ragione scientifica e della tecnologia raggiungono il loro massimo livello, riemerge, imperiosa, una voglia travolgente di irrazionalità. Solo così possiamo riuscire a leggere adeguatamente la strana ciclicità del bisogno sociale di occulto. Riflettiamo ancora sul fatto che uno dei momenti di massimo splendore delle tematiche genericamente “paranormali”, si ebbe proprio quando, fra seconda metà degli anni ’60 e prima metà degli anni ’80, i successi della tecnica e della scienza erano arrivati al massimo compatibile con quel periodo storico, sino allo sbarco sulla Luna. In quello stesso momento, una fortissima ventata di irrazionalità, vera o apparente, si scatenò su tutto il mondo occidentale, dai movimenti mistici 6 orientaleggianti, alle ideologie politiche pacifiste, libertarie o anarcoidi, ai gruppi occultistici o agli studi sui presunti fenomeni parapsichici. D’altra parte è qualcosa che si presenta sempre nella storia della scienza e del pensiero occidentale. Bastano pochi esempi. Il trionfo ideologico dell’Illuminismo, nella prima metà del ‘700, fu seguito repentinamente dall’affermazione di movimenti antitetici, soggettivi e scarsamente razionali, come le dottrine sul magnetismo animale di Anton Franz Mesmer o quell’insieme di movimenti e correnti di pensiero, letterario o filosofico, che sarebbero poi confluiti nel cosiddetto pre - romanticismo. L’affermazione indiscussa del Positivismo, a metà dell’Ottocento, coincise con la nascita di altri movimenti irrazionalistici, come lo spiritismo francese, o interamente centrati sulla soggettività e l’intimismo, come la psicoanalisi freudiana. Così, in tempi più recenti, ogni balzo in avanti del pensiero scientifico sembra coincidere con un maggiore bisogno di irrazionalità. Come si dice, un colpo al cerchio e uno alla botte, con buona pace di spiegazioni alternative. Certo, resta la curiosità di capire quali siano le motivazioni di questo bisogno di un ritorno all’irrazionale, in momenti nei quali il progresso scientifico e tecnologico si fa più forte e incalzante. In teoria questo dovrebbe essere rassicurante e rafforzare la nostra fede nella ragione. Perché dovremmo essere così… irragionevoli? La spiegazione di questa apparente contraddizione è forse più biologica che psicologica, sociologica o politica. Nel progressivo incalzarsi delle scoperte che hanno costruito il nostro progresso scientifico, la nostra specie ha probabilmente enfatizzato il ruolo dei processi corticali, e dimenticato il resto. Dimenticato, cioè, che esiste in noi tutti una parte profonda del cervello che di razionale non ha nulla. E’ il paleoencefalo, è quel sistema libico che regola le emozioni, e che segue registri di funzionamento assolutamente irrazionali, istintuali, emozionali. E ha dimenticato ancora che i nostri due emisferi cerebrali seguono regole diverse per consentire il nostro adattamento nel mondo, e che queste regole sono fatte di ragione scientifica, ma anche di irrazionalità, di tecnica ma anche di arte, di scienza quanto di poesia. Questi sistemi cerebrali agiscono in maniera sintonica, e mantengono l’omeostasi della nostra percezione del mondo. Il loro equilibrio, pertanto, deve essere costante, deve avere come risultato un bilanciamento perfetto di ragione ed emozione. Quando ciò non accade, per i motivi più vari, automaticamente provvediamo al riequilibrio, individualmente o collettivamente, come perfetti revisori dei conti, e rimettiamo in pari il bilancio. Forse la spiegazione è proprio questa. I problemi sociali, il disagio dell’individuo o della collettività non c’entrano proprio nulla. C’entra, invece, un meccanismo arcaico connaturato alla nostra specie, che ha portato i nostri remoti antenati a scoprire e perfezionare l’uso della ruota e contemporaneamente ad affrescare splendidamente le grotte di Lascaux. Ma in una strategia biologica globale, un eccesso di tecnici che perfezionano l’uso della ruota, produce troppi artisti che affrescano le pareti di una caverna, e viceversa, in una sorta di selezione naturale. E’ quello che succede per quello che riguarda l’occulto, non una valvola di sfogo ma, forse, semplicemente un meccanismo di riequilibrio, all’interno di quel misterioso gioco che, per parodiare un celebre aforisma del pittore Braques, usa le regole per correggere le emozioni e le emozioni per correggere le regole. Sono convinto che sia l’unica spiegazione scientifica in qualche modo attendibile. Le crociate di critici e scettici oltranzisti, le iniziative per la divulgazione della cultura scientifica o i corsi universitari per aspiranti 7 fedelissimi del pensiero razionale non servono assolutamente a nulla, ed è bene così. Queste iniziative tracciano vie su carte geografiche puramente teoriche, come quelle medioevali che si limitavano ad indicare l’Africa inesplorata scrivendoci sopra semplicemente “hic sunt leones”, qui ci sono i leoni, (che magari proprio da quelle parti non c’erano affatto). Bella indicazione per un viaggiatore! Allo stesso modo si comportano gli scettici oltranzisti, i razionalisti tutti d’un pezzo, quando disegnano carte geografiche della nostra mente e del nostro comportamento che descrivono non come un luogo sia, ma come dovrebbe essere. Forse dovremmo, in proposito, semplicemente ricordare che, come scriveva Gregory Bateson, “la mappa non è il territorio”. [Pubblicato in: Luce e Ombra, 2006] 8