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PLIDA
Progetto Lingua Italiana Dante Alighieri
Certificazione di competenza in lingua italiana
Novembre 2010 - Livello
C1
Ascoltare (20 minuti - 30 punti) e Leggere (35 minuti - 30 punti)
Nome e numero del Centro
Data di svolgimento dell’esame
Luogo
Dati del candidato
(si prega di compilare la tabella in stampatello: i dati saranno utilizzati per la
stampa dei diplomi).
Numero di iscrizione
Cognome
Nome
Luogo e data di nascita
Firma
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della Dante scrivi qui il tuo indirizzo di posta elettronica:
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possibilità di richiederne la rettifica o l’integrazione. I Suoi dati verranno trattati per stampare i diplomi
di certificazione e per inviarle comunicazioni relative agli esami PLIDA e alle altre attività della Società
Dante Alighieri. I suoi dati non verranno diffusi.
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196/2003, l’interessato presta il suo consenso al trattamento dei dati personali per i fini indicati nella
suddetta informativa?
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Istruzioni per lo svolgimento della prova
(le istruzioni che seguono possono essere spiegate ai candidati anche nella
loro madrelingua)
• Le buste sigillate contenenti le prove d’esame vengono aperte davanti ai candidati.
• Compilare la tabella sulla prima pagina e scrivere le informazioni richieste in
stampatello.
• La prova Ascoltare e leggere consiste di quattro parti: seguite attentamente le istruzioni
date per ciascuna parte; le risposte alle domande vanno segnate nelle apposite caselle o
sugli appositi riquadri (⌧).
• Ogni risposta esatta vale due punti. Ogni risposta errata o omessa vale zero. Ogni
risposta in più vale due punti in meno.
• Il tempo a disposizione per svolgere le prove è indicato all’inizio di ciascuna parte.
• Non è consentito l’uso di fogli di brutta copia: potete prendere appunti sullo stampato e
poi cancellare con una riga quello che non interessa, lasciando in evidenza la scelta
definitiva.
• È fatto assoluto divieto di utilizzare il bianchetto; i compiti dovranno essere scritti con una
penna a inchiostro non cancellabile blu o nero; in caso di correzioni andrà indicato in
modo chiaro qual è la risposta scelta. Gli esercizi fatti a matita o corretti con il bianchetto
saranno annullati.
• Non è possibile usare alcun tipo di materiale didattico o personale di ausilio alle prove
(appunti, dizionari, libri, ecc.).
Solo a uso della Segreteria del PLIDA
I parte
II parte
Totale
I parte
II parte
Totale
ASCOLTARE
ASCOLTARE
ASCOLTARE
LEGGERE
LEGGERE
LEGGERE
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Ascoltare e Leggere
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ASCOLTARE (20 minuti)
Prima parte (14 punti)
Ascoltate l’intervista a Guido Harari e confrontatela con le frasi. Completate le
frasi scegliendo fra le tre possibilità l’unica che corrisponde al testo; dovete
indicarla segnando una crocetta sui riquadri (⌧). Indicate solo una combinazione
per ogni frase: ogni crocetta in più vale due punti in meno.
(intervista tratta da Radio Lodi del 5/10/2009).
1. Guido Harari
a)
ha anche organizzato la mostra su De André.
b)
ha anche pubblicato un saggio su De André.
c)
ha anche scritto un racconto ispirato a De André.
2. Il primo reportage di Harari su De André
a)
evidenziava soprattutto gli aspetti professionali del cantante.
b)
presentava De André in atteggiamenti del tutto spontanei.
c)
era composto da fotografie scattate in ambienti aperti.
3. Per De André essere fotografato
a)
era un’intrusione nella sua vita privata.
b)
era un mezzo per scoprire nuovi aspetti di sé.
c)
era una ragione di imbarazzo.
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4. Nei momenti più intimi De André si faceva fotografare
a)
liberamente.
b)
con qualche esitazione.
c)
solo raramente.
5. Harari è legato a una fotografia che ritrae De André
a)
sullo sfondo di una scogliera.
b)
durante una partita.
c)
durante il sonno.
6. Secondo i ricordi di Harari, De André
a)
era nel pieno del suo lavoro la sera.
b)
aveva un sonno molto pesante.
c)
seguiva dei ritmi di lavoro comuni.
7. La foto di De André con la moglie
a)
è un raro esempio di scatto in posa.
b)
contiene un’immagine inconsueta.
c)
è stata poi ritoccata per renderla più divertente.
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Seconda parte (16 punti)
Ascoltate il servizio. Indicate le informazioni presenti nel testo segnando una
crocetta sui riquadri (⌧). Dovete indicare solo otto frasi. Ogni crocetta in più vale
due punti in meno.
(il brano è tratto dalla puntata del 28 ottobre 2010 del programma di Radio 1 Economica in tasca).
1.
Il rapporto sull’economia della musica conclude uno studio che va avanti
da tre anni.
2.
Lo studio intende fornire uno strumento di indagine che sia costante.
3.
Aumenta la diffusione delle riproduzioni digitali.
4.
Stanno crescendo sia la vendita dei supporti digitali sia quella dei CD.
5.
Negli Stati Uniti la musica digitale registra incassi pari a quelli derivati
dalla vendita di CD.
6.
La vendita di musica digitale in Germania supera del 10% quella italiana.
7.
In Italia la musica digitale rappresenta il 6% delle vendite.
8.
Il settore digitale in Italia è debole anche perché la musica è copiata
illegalmente.
9.
I discografici italiani hanno investito presto nel settore digitale .
10.
Gli operatori hanno aumentato i guadagni del 9% grazie ai concerti in
pubblico.
11.
La “musica sparsa” ha dei settori in crescita e dei settori in calo.
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12.
Se si considerano i generi, la musica italiana e quella internazionali
dividono in parti uguali le vendite.
13.
Nel 2009 il costo dei biglietti della musica dal vivo è rimasto invariato.
14.
I concerti gratuiti nei locali sono più diffusi di prima.
15.
Il mercato degli strumenti musicali è rimasto saldo.
16.
Si diffonde l’acquisto degli strumenti elettronici come le tastiere.
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LEGGERE (35 minuti)
Prima parte (16 punti)
Leggete il brano. Completate le frasi scegliendo fra le quattro possibilità l’unica
che corrisponde al testo; dovete indicarla segnando una crocetta sui riquadri (⌧).
Indicate solo una combinazione per ogni frase: ogni crocetta in più vale due punti
in meno.
Come prevedeva l’accordo in base al quale era stata assunta, Maria passava con i
ragazzi tutto il tempo in cui non si trovavano a scuola, seguendoli nei giochi e nei
compiti a prescindere dal fatto che i genitori fossero in casa o meno. Le assegnarono
la stanza gialla, un piccolo ambiente collocato tra quelli più ampi riservati ai
ragazzi, e il fatto che comunicasse con entrambe le loro camere le fece intuire che
probabilmente era stata pensata come una sorta di ampia cabina armadio dove in
futuro, quando non ci sarebbe più stata la necessità di una bambinaia, i due fratelli
avrebbero potuto condividere i vestiti.
La prima cosa con cui Maria dovette fare i conti fu che quei ragazzini non uscivano
mai di casa per giocare con altri bambini. Era vero che l’appartamento dei Gentili
non aveva un cortile, ma la strada in cui vivevano era molto vicina al grande parco
del Valentino e ai viali alberati lungo il Po, un luogo avventuroso dove la quantità
di tentazioni potenzialmente mortali era tale da far impazzire di gioia qualunque
bambino. Marta Gentili però su questo fu tassativa: i ragazzi uscivano solo con lei e
con il padre. Andare a giocare fuori senza i genitori non era nemmeno da prendere in
considerazione, e Maria si rese conto molto presto che parte del suo compito
consisteva proprio nel garantire che questo non si verificasse mai. In realtà non era
un ordine difficile da rispettare, perché Piergiorgio non manifestava il desiderio di
uscire, e Anna Gloria, benché più irrequieta, sembrava per il momento appagata dai
molti e bei giochi di cui entrambi disponevano. Maria invece, nelle poche ore libere
che le rimanevano, usciva sola per le strade ogni volta che poteva, cauta ma curiosa
della grande città. La signora Gentili le aveva raccontato la strana storia delle vie
squadrate di Torino, che pareva fossero state disegnate in anticipo rispetto ai luoghi
in cui avrebbero dovuto condurre; l’idea che i torinesi avessero prima di tutto deciso
il viaggio, e solo in un secondo momento si fossero dati da fare per costruire come
meta le case, le piazze e i palazzi, le sembrava talmente illogica che nelle prime
lettere alle sorelle Maria continuava a raccontarla come se fosse una divertente
novità. Quell’ordine millimetrico la urtava nel buon senso, convinta che per le strade
il modo giusto di nascere potesse essere solo quello di Soreni, le cui vie erano emerse
dalle case stesse come scarti sartoriali, ritagli, scampoli sbilenchi, ricavate una per
una dagli spazi casualmente sopravvissuti al sorgere irregolare delle abitazioni, che si
tenevano in piedi l’una all’altra come vecchi ubriachi dopo la festa del patrono.
Marta Gentili le aveva spiegato che il ripetitivo schema viario di Torino nasceva da
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esigenze di sicurezza, perché una città regia non doveva offrire ai ribelli e ai nemici
alcun anfratto per nascondersi, ma questo non fece che rafforzare in Maria l’idea che
tutte le cose in apparenza troppo lineari non fossero che un’ammissione di debolezza:
nessuno si sarebbe preso la briga di disegnare strade così dritte, se non avesse avuto
molta paura.
Comunque le piaceva camminare senza meta lungo i portici eleganti, guardando le
vetrine con i dolciumi ricoperti di cioccolato, o i vestiti industriali messi addosso ai
manichini con calcolata solennità. Si fermava davanti ai negozi di abbigliamento e li
studiava con l’occhio critico della sarta, cercando l’orlo malfatto o il risvolto poco
accurato, e sorridendo con soddisfazione quando oltre il vetro indovinava il difetto,
come fosse una rivincita personale.
(tratto da Michela Murgia, Accabadora, Torino, Einaudi, 2010, pp. 123-125)
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1. Per contratto Maria deve
a)
b)
c)
d)
andare a prendere i ragazzi a scuola quando i genitori sono fuori.
aiutare i ragazzi nei compiti solo se i genitori sono assenti.
stare sempre con i ragazzi anche dopo l’orario scolastico.
accompagnare a scuola i ragazzi se i genitori non possono.
2. Maria pensa che la sua stanza sia stata collocata in mezzo a quella dei
ragazzi
a)
b)
c)
d)
perché così lei li può controllare in ogni momento.
perché i ragazzi poi potranno utilizzarla come guardaroba.
perché può essere utilizzata anche come stanza dei giochi.
perché in futuro potrebbe servire per un altro fratello.
3. I figli dei Gentili sono sempre in casa perché
a)
b)
c)
d)
i giardini del quartiere sono considerati pericolosi.
nella strada principale si era verificato un incidente.
hanno fatto sempre i capricci per restare a lungo nel parco.
i genitori non gli permettono di uscire senza di loro.
4. Anna Gloria
a)
b)
c)
d)
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rispetto al fratello era più annoiata.
era comunque contenta dei suoi giochi.
litigava per i giochi con suo fratello.
aveva meno giochi del fratello.
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5. Le strade di Torino sembrano essere state tracciate
a)
b)
c)
d)
da un ingegnere veggente.
disordinatamente.
in modo fantasioso.
da un architetto spiritoso.
6. Riflettendo sulle strade di Torino, Maria pensava
a)
b)
c)
d)
a quanto fossero rozze quelle di Soreni.
che le case di Soreni avessero un progetto più logico.
a come potessero essere migliorate le case di Soreni.
a quanto fossero più tristi le case di Soreni.
7. Per Maria la rete viaria di Torino è un indizio di
a)
b)
c)
d)
insicurezza.
potere.
precisione.
ricchezza.
8. Davanti alle vetrine dei negozi di abbigliamento Maria
a)
b)
c)
d)
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si diverte a notare le imperfezioni sartoriali.
cerca ispirazione per migliorare i suoi vestiti.
è infastidita dal lusso della presentazione.
ripensa con rimpianto al suo vero mestiere.
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Seconda parte (14 punti)
Completate le frasi scegliendo fra le quattro proposte della tabella (p. 13) l’unica parola
appropriata; dovete indicarla segnando una crocetta sui riquadri ( ). Indicate solo
una parola per ogni vuoto: ogni crocetta in più vale un punto in meno.
Qui ci vuole la “zampacure”
Scordatevelo subito: non chiedete al gatto di rinunciare a tirare fuori gli artigli e
graffiare. È una questione d’istinto. Che, però, si può tenere a bada. Così in poco
tempo, con i suoi artigli affilati, l’amato gatto di casa ha distrutto divani, poltrone,
tappeti e segnato indelebilmente alcuni mobili di casa. «Evidentemente non l’abbiamo
educato bene» si dicono (1) ________ i proprietari. Forse sì. Ma è anche vero che la
tendenza a graffiare è innata in ogni micio. Le sue unghie, infatti, assolvono a tanti
compiti: servono per difendersi, cacciare, arrampicarsi, grattarsi e marcare il
territorio. Non a caso, quando il gatto (2) _______ gli artigli e graffia, le sue ghiandole
interdigitali rilasciano una sostanza odorosa, comunicando che “quella cosa” è di sua
proprietà. Che fare? Come difendere se stessi e i mobili dalle miciose unghie? «Bisogna
convogliare il suo istinto verso qualcos’altro» spiega Andrea Calderone, veterinario.
Qui i consigli.
Puntare su grattatoi e tronco d’ulivo
Innanzitutto, bisogna (3) ______ le attenzioni del gatto su uno o più grattatoi. In
commercio se ne trovano diversi tipi, per forma, dimensioni e materiali.
«L’importante» suggerisce Calderone «è che la (4) ______ sia messa in posizione
verticale, così da (5) ______ il naturale istinto del micio». «Anche l’apposito cartone
(6) ______ con aromi attraenti (meglio se con l’aggiunta di uno spray ai feromoni) e
un piccolo tronco (meglio se d’ulivo) sulla cui (7) ______ il gatto possa affilarsi le
unghie, sono dei validi rimedi» prosegue l’esperto. Da sistemare in (8) ______ degli
“oggetti” da difendere: divano, tappeti ecc. Le prime volte che il gatto si farà le
unghie su uno di questi grattatoi, sarà bene accarezzarlo e (9) ______ con un goloso
bocconcino.
Stabilire subito i divieti d’accesso
La voglia di graffiare non si può cancellare (10) ______ tutto: è un fatto istintivo. Ma
si può far capire al gatto quali sono i posti proibiti ai suoi artigli. «L’ideale è riuscire a
educarlo da cucciolo, anche se non è mai troppo tardi per insegnargli le buone
maniere» spiega l’esperto. «Appena inizia a farsi le unghie sui mobili, bisogna
sgridarlo con (11) ______ ferma e allontanarlo, magari con un rumore che lo
spaventi». Se, invece, l’aggressività è rivolta verso le persone, durante un gioco
diventato un “corpo a corpo”, occorre adottare un (12) ______ fermo. Ovvero,
smettere di giocare e pronunciare ad alta voce dei secchi “no”.
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Tagliare con attenzione le punte
Le unghie del gatto sono appendici cornee formate da lamelle che crescono (13)
______ continuo. Ecco perché vanno controllate ogni due settimane, premendo piano
i cuscinetti digitali, così da capire quanto siano (14) ______. Attenzione poi se il micio,
nel tentativo di (15) ______ che crescano troppo, cerca di strapparsi con i denti gli
astucci cornei che ricoprono le unghie. «Per tenere la situazione sotto controllo, ci
vuole l’apposito tagliaunghie» consiglia Calderone. «Zampina in mano, bisogna
guardare l’unghia in controluce: si noterà una struttura rosea che contiene un nervo e
un vaso sanguigno. Il taglio deve riguardare solo la punta e mai toccare questa parte
per evitare sia il dolore sia il pericolo di una lieve emorragia» raccomanda il
veterinario. Infine, è bene ricordare che, se trascurate, le unghie possono crescere fino
a incarnirsi ed entrare nei polpastrelli, con il rischio di (16) ______ brutte infezioni.
(Giorgia Mari, Qui ci vuole la “zampacure”, articolo pubblicato sul settimanale Donna moderna
del 3 novembre 2010, p. 191)
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1. a
sconsolati
b
soddisfatti
c
illusi
d
rappacificati
2. a
sfodera
b
tira
c
attira
d
ripone
3. a
scegliere
b
dirottare
c
distrarre
d
discriminare
4. a
parete
B
superficie
c
facciata
d
sostanza
5. a
rinnegare
b
vedere
c
assecondare
d
proporre
6. a
modificato
b
illustrato
c
bilanciato
d
trattato
7. a
corteccia
b
coccia
c
scorza
d
crosta
8. a
promiscuità
b
prossimità
c
continuità
d
capacità
9. a
retribuirlo
b
premiarlo
c
punirlo
d
consolarlo
10. a
del
b
nel
c
per
d
con
11. a
mano
b
parola
c
voce
d
grida
12 a
atteggiamento
b
punto
c
posto
d
gesto
13 a
per
b
da
c
di
d
a
14 a
smussate
b
affusolate
c
appiattite
d
appuntite
15 a
evitare
b
schivare
c
rincorrere
d
eludere
16 a
eccitare
b
sollecitare
c
promuovere
d
provocare
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