DOCUMENTAZIONE ELETTRONICA DELL`ASSISTENZA

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DOCUMENTAZIONE ELETTRONICA DELL`ASSISTENZA
Health Literacy: una comunicazione chiara per una salute migliore Convegno CNAI 2016
Roma 4 e 5 novembre 2016
DOCUMENTAZIONE ELETTRONICA DELL’ASSISTENZA. DIAGNOSI INFERMIERISTICHE
COME MISURA DELLA COMPLESSITÀ ASSISTENZIALE E FATTORE PROGNOSTICO
X
PRESENTAZIONE ORALE
POSTER
GIANFRANCO SANSON
Università di Roma Tor vergata, Dipartimento di Biomedicina e Prevenzione
[email protected] 3395826210 (presenter)
FABIO D’AGOSTINO
Università di Roma Tor Vergata, Dipartimento di Biomedicina e Prevenzione
[email protected] 3491882795
ANTONELLO COCCHIERI
Fondazione Policlinico Universitario A. Gemelli- Università Cattolica del Sacro Cuore
[email protected] 06-30158587
ERCOLE VELLONE
Università di Roma Tor Vergata, Dipartimento di Biomedicina e Prevenzione
[email protected] 3387491811
MAURIZIO ZEGA
Fondazione Policlinico Universitario A. Gemelli- Università Cattolica del Sacro Cuore
[email protected] 06-30154796-4285
ROSARIA ALVARO
Università di Roma Tor Vergata, Dipartimento di Biomedicina e Prevenzione
[email protected] 3386158742
Health Literacy: una comunicazione chiara per una salute migliore Convegno CNAI 2016
Roma 4 e 5 novembre 2016
Introduzione: L’assistenza infermieristica è scarsamente rappresentata nella documentazione sanitaria e le
informazioni sono spesso raccolte e archiviate in forma cartacea e senza utilizzare un linguaggio
standardizzato. La transizione a forme di documentazione elettronica può avere uno straordinario impatto
sulla pratica professionale e sui risultati clinici degli infermieri. La realizzazione di questo potenziale
richiede l’adozione di terminologie di interfaccia clinica standardizzate e uniformi. In tale ambito, l'analisi
delle diagnosi infermieristiche (DI) può fornire una misura della complessità del paziente e avere valore
prognostico.
Obiettivo dello studio: analizzare la frequenza delle DI e la loro relazione con la mortalità e la durata della
degenza (DdD) ospedaliera.
Metodo: Studio prospettico osservazionale svolto in 4 reparti del Policlinico Gemelli di Roma in un periodo
di 6 mesi (Luglio-Dicembre 2014). I dati sono stati raccolti attraverso il sistema informativo infermieristico
PAI (Professional Assessment Instrument). I problemi identificati nelle prime 24 ore sono stati descritti
utilizzando fino a 44 DI basate sulla tassonomia NANDA-International. Sono state eseguite analisi di
statistica descrittiva e inferenziale (correlazione, t-test, ANOVA).
Risultati: Sono stati inclusi 2.283 pazienti (62,3 16,5 anni, 48,4% femmine). Sono state assegnate una
media di 4,5 4,5 diagnosi per paziente (range: 0–32), numero risultato diverso nei quattro reparti (medicina:
3,0±3,0; chirurgia generale: 3,6 3,8; oncologia: 5,7 3,7; chirurgia toracica: 6.6
6.1; p<0.001). La
distribuzione delle DI nei quattro reparti è risultata significativamente differente, la DI assegnata più
frequentemente è stata Rischio d'infezione.
Il numero di DI è risultato significativamente maggiore nei pazienti deceduti (dimessi: 4,3 4,2; deceduti:
8,5 7,4; p<0,001). La DdD è stata superiore per i pazienti con un numero di DI maggiori alla media
riscontrata nella popolazione (<5 DI: 6,8±5,3 giorni; 5 DI: 9,1±7,4 giorni; p<0,001). Escludendo i pazienti
deceduti, la DdD è risultata direttamente correlata al numero delle diagnosi (r=0,56; p=0,002).
Nelle analisi bivariate, 24 DI (54,5%) sono risultate significativamente correlate sia alla mortalità che alla
DdD.
Discussione: Il numero cumulativo di diagnosi e la loro distribuzione descrivono complessità diverse nei 4
reparti studiati, suggerendo che Oncologia e Chirurgia toracica prendano in carico pazienti con complessità
infermieristica maggiore. In tutti i reparti la DI più frequente è stata Rischio di infezione; questo risultato è
coerente con precedenti studi.
L'analisi bivariata ha evidenziando che maggiore è il numero di DI, maggiori sono il rischio di morte e di
DdD più lunga; su tale base siamo portati a concludere che i pazienti con un maggior numero di DI hanno
una complessità infermieristica maggiore, probabilmente associata con un peggiore situazione clinica, e un
maggiore rischio di esiti negativi. Questo risultato è supportato da studi precedenti.
Conclusioni: L’utilizzo del PAI consente di documentare le complessità del paziente e di
confrontare contesti diversi di cura. Questa complessità sembra essere associata ad outcome critici
come DdD e mortalità.
Health Literacy: una comunicazione chiara per una salute migliore Convegno CNAI 2016
Roma 4 e 5 novembre 2016
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