Leggere online

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La rivista della cannabis dal 1985
GRATIS
Numero 2 - 2016
11
Di grande utilità per valutare i
caratteri ermafroditi
33
Auto White Widow
49
73
Il nettare degli dei
Qualche dritta sul training
delle piante
18+ Solo per adulti. Soft Secrets viene pubblicato sei volte all’anno dalla Discover Publisher BV, Paesi Bassi
È necessario parlarne!
AMSTERDAM
Lo scorso 2 febbraio, in conferenza stampa alla
Camera, è stata presentata la petizione in materia di
politiche sulle droghe promossa da una compagine
di associazioni impegnate sul tema. A Buon Diritto,
Antigone, Associazione Luca Coscioni, CGIL, CILD
(Coalizione Italiana Libertà e Diritti Civili), CNCA
(Coordinamento Nazionale Comunità di Accoglienza),
Comunità di San Benedetto al Porto (Genova), Forum
Droghe, ITARDD (Rete italiana per la Riduzione del
Danno), La Società della Ragione, LegacoopSociali,
LILA, Possibile e Radicali Italiani, si sono rivolti
ufficialmente al Governo un intervento decisivo sulle
politiche sulle droghe nel nostro paese.
white berry • sensi-star • delahaze • pandora • belladonna • wappa • allkush • atomical haze • ice cream • nebula
Nessun governo di questa legislatura si è infatti
assunto la responsabilità di convocare la VI
conferenza nazionale sulle droghe, per fare il
punto sulle avvenute modifiche legislative e
per definire le priorità penali e socio-sanitarie
in materia di sostanze e dipendenze. Il tempo
per ottemperare a questo obbligo di legge ci
sarebbe, quello che le associazioni hanno preteso
con la loro prtizione è che il Governo dia un
segno di chiara volontà politica e la smetta
di tergiversare. Da anni non viene assegnata
la delega in materia di dipendenze ed è dal
2009, ancora sotto l'era della Fini-Giovanardi, che
viene disatteso l’obbligo di convocazione della
conferenza nazionale prevista dalla legge.
Nel testo presentato ufficialmente alla Camera
si parla anche molto di cannabis. Sul versante
della cannabis terapeutica, si chiede soprattutto
di adeguare la produzione dello Stabilimento
farmaceutico di Firenze alle reali esigenze dei
malati del nostro paese, e di dare impulso alla
prescrivibilità della cannabis utile, secondo la più
recente letteratura scientifica, per la cura di un
numero di patologie sempre più ampio.
Per quel che riguarda invece il dibattito più generale
sulla cannabis (anche ad uso ludico), le associazioni
invitano il governo a facilitare il percorso di discussione
parlamentare delle numerose proposte di legge sulla
cannabis, a partire da quella dell’intergruppo per la
cannabis legale e da quella di iniziativa popolare
depositata a novembre scorso, ma anche di allargare
lo sguardo verso una revisione generale del Testo
Unico sugli stupefacenti che ormai risale a 27 anni fa.
Infine i promotori chiedono a Governo e
Parlamento di dare piena attuazione agli impegni
assunti ad aprile scorso all’Assemblea generale
dell’ONU sulle droghe (UNGASS), anche in vista
della prossima sessione prevista per il 2019.
Per Valentina Calderone, direttrice dell'associazione
A Buon Diritto «legalizzare è la giusta via dopo le
ampie conferme, prima tra tutte quella della Direzione
Nazionale Antimafia, che il proibizionismo ha fallito.
Legalizzare la cannabis significa maggior sicurezza,
diminuzione della criminalità e introiti garantiti per
le casse dello Stato. Non si capisce perché, allora, il
Parlamento non metta da parte posizioni ideologiche
e non si affretti a discutere in aula e approvare una
legge che è, prima di tutto, una grande dimostrazione
di responsabilità verso tutti i cittadini».
Governo, se ci sei, batti un colpo!
Giovanna Dark
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EDITORIALE
L’ULTIMO DEI
SAMURAI
L’arcipelago giapponese è composto da piú di seimila fra isole ed isolette
che da millenni galleggiano nel lontano mare d’oriente. Essendo spesso,
tali isole, localizzate a grandissima distanza l’una dall’altra, terminata
la seconda guerra mondiale si verificò un fenomeno che potremmo
descrivere come l’Insensata Difesa ad Oltranza di terre che non avevano
più alcun motivo di resistere: l’Imperatore infatti aveva già firmato la
resa, la bomba atomica aveva sancito la fine del conflitto globale ed ai
sopravvissuti restava credere nel miracolo della vita, seppellire il passato
ed incamminarsi verso una nuova normalitá. Il soldato giapponese della
guarnigione sperduta sull’isola di Goraraima però, non voleva arrendersi,
non sapeva farlo: irriducibile ed antistorico, pretendeva menare innanzi
una battaglia nella quale lui solo credeva, ma non per orgoglio, non per
coraggio, il fatto era che il nostro militare non sapeva fare altro che la
guerra e non conosceva nient’altro al di fuori di questa.
Ecco, l’ultimo dei samurai dei giorni nostri è il Governo italiano che, in un
tempo nel quale la fine dell’aberrante guerra alla marijuana sta diventanto
patrimonio mondiale, s’intestardisce a non voler credere a quello che vede e,
come per la paura di poter incamminarsi verso un nuovo sentiero, preferisce
rimanere ancorato ad una certezza illusoria, di comodo che costringe il suo
popolo a soffrire pene che non hanno più nulla di attuale, sofferenze che non
hanno più la men che minima ragione di essere.
Pretendendo di difendere la salute pubblica, ad esempio, le forze dell’ordine
entrano negli istituti scolastici con i cani antidroga: il fatto che si possa
rinvenire qualche spinello all’interno delle classi viene considerato un’attività
prioritaria, un’attività per la quale paghiamo le imposte e così, s’interrompono
le lezioni, si scandagliano zaini e zainetti e nel caso si trovi qualcosa? Lo
studente è portato via, segnalato all’autorità e umiliato di fronte ai compagni.
È paradossale, ma ineludibile, con le nostre tasse foraggiamo un sistema
repressivo basato su una guerra finita.
Solo noi anti proibizionisti ce ne rendiamo conto?
Royal Queen Seeds ha incrociato la sua celebre Amnesia
Haze, una delle Haze più prestigiose di Amsterdam,
con la sua Skunk e l’ha reincrociata con una varietà
autofiorente. Il risultato è una straordinaria varietà
femminizzata autofiorente che si può coltivare e
raccogliere in sole 12 settimane.
La Royal Haze Automatic ha tutto ciò che cercate in
un’autentica varietà Haze, ma non comporta le difficoltà
legate a un’altezza più importante e a periodi di fioritura
più lunghi. E sapete qual è la parte migliore? Ha lo
stesso sapore di una Haze regolare. È la varietà perfetta
per i coltivatori che amano la Haze, ma che sono alla
ricerca di un ciclo di crescita più rapido.
Genetica: Amnesia Haze x Skunk#1 x Ruderalis
Dal seme al raccolto: da 12 a 13 settimane
Raccolto: fino a 200 g per pianta
Sapore: vero Haze sativa
Effetto: Molto attivo
Banca di semi: Royal Queen Seeds
Royal Haze Auto
La Royal Haze raggiungerà un’altezza compresa fra i 60
e i 100 cm. Le dimensioni compatte e la veloce fioritura
permettono di coltivare la Royal Haze Automatic molto
più velocemente di una varietà Haze non automatica,
anche in outdoor nei Paesi dell’Europa del Nord. Se
coltivata nelle giuste condizioni, ogni pianta in generale
produce all’incirca 180 g.
Lo scorso 13 febbraio a Lavagna, in provincia di Genova, dopo un controllo
scolastico, un ragazzo di sedici anni si gettava dal terrazzo mentre i finanzieri
ne perquisivano casa. Non ci sono parole per descrivere questa tragedia, solo
cordoglio e l’amarezza inaudita che ci rende consapevoli di essere martiri:
vittime cresciute nella cerniera fra il finire di un’epoca e l’inizio della successiva.
Parliamoci chiaro: che senso ha ancora la repressione della produzione
di cannabis per consumo personale? A chi disturba la sua detenzione
personale? Si tratta forse di pericolose minacce al consorzio democratico del
nostro paese? Siamo consumatori responsabili ed informati, non è semplice
prenderci per il naso. Che il Governo continui a recare danno ai propri cittadini
non solo non ha ormai piú alcuna giustificazione storica, etica ed economica,
ma nemmeno dal punto di vista del rapporto fra risorse adottate e risultati
ottenuti, regge il vaglio di un’analisi condotta in buona fede. Ormai lo hanno
detto tutti, non solo noi antiproibizionisti, ma qualunque persona abbia
affrontato l’argomento con senno di causa, sa che la rotta è tracciata, si tratta
solo di comprendere come vorremmo vedere il nostro modello italiano.
Se la cannabis fosse legale le forze dell’ordine focalizzarebbero la propria
attenzione su altri aspetti del vivere comune, è doloroso pensare che certi
drammi si sarebbero potuti evitare con una legislazione differente.
Per questo motivo da queste colonne tanto autorevoli per il mondo
antiproibizionista vogliamo rivolgere un appello al nostro ultimo dei samurai:
“Esci dalla trincea, deponi le armi, ascolta e confrontati con la società civile,
in fondo non hai nulla da perdere, perché nonostante il passato, un tempo
di prosperità e benessere ci attende. Prima compierai questo gesto, piú
solide saranno le tue credenziali quando la pace tornerà a regnare fra noi
consumatori e produttori di cannabis”.
Buona primavera a tutti i pollici verdi d’Italia!
di Carlos Rafael Esposito
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produzione sono molto soddisfatto e alcuni miei amici più
esperti mi hanno detto che è ottima. Mi spiace solo che
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voluto comparire nelle foto. Spero che mi mandiate lo stesso i semi, così ci riprovo anche quest'anno.
Gma
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a [email protected] o mandatele alla
nostra PoBox. Fate attenzione: il materiale
verrà gestito con la massima discrezione.
Non pubblichiamo foto sfocate e non ci
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vegetativa. Vogliamo vedere grosse cime e
belle donne! Buona fortuna!
E-mail: [email protected]
Belle piante ma sarebbero potute diventare più grandi. Sembra
che si siano allungate nella fase iniziale, il che indica mancanza
di luce. Quando si coltivano delle piante sul balcone, assicurati
di girarle verso il sole ogni giorno, in modo tale che entrambi i lati
ottengano la stessa quantità di luce.
Queste sono le auto
Haze di Dinafem che
mi avete spedito.
Coltivate in terrazzo
con substrato Bio Bizz
All Mix e la linea completa di fertilizzanti
Bio Bizz. Non potevo
chiedere di meglio: la
natura fa il suo corso
e anche l'amore.
D.
Auguri di buon natale a tutta la redazione di Soft Secrets.
Vi presento la mia splendida girl in compagnia di 3 Lemon
Skunk DNA Genetics e una Delahaze di Paradise Seeds.
Sono cresciute in cocco e perlite con fertilizzanti Canna
Cocco A+B e nient'altro. Grazie per tutto quello che ci
insegnate!
Bangi Bangi
Bangi Bangi? Preferiamo Bunga Bunga! Tieni tua moglie in
quella posizione, stiamo arrivando per alcune dritte sulla coltivazione e consigli personali.
Si vede che hai già
potato le cime e questo
VLJQLȴFDFKHLOUDFFROWR
arriverà presto. Tuttavia, la pianta è troppo
verde per il raccolto.
Le foglie devono essere
JLDOODVWUHQHOOHIDVLȴQDli. Smetti di alimentare
le piante 1 settimana
prima di tagliarle e
smetti d’irrigare 2 giorni
prima. In questo modo,
la pianta utilizzerà tutta
l’energia rimasta per
produrre più THC.
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Sono sempre più numerosi gli studi che portano alla luce le proprietà terapeutiche della cannabis e, più precisamente, del CBD. Perciò, abbiamo deciso di creare Dinamed, la prima varietà non-psicoattiva del nostro
catalogo che soddisferà i bisogni delle persone che vogliono consumare la cannabis solo a scopo terapeutico.
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le proprietà terapeutiche del CBD che agisce, tra l’altro, come rilassante muscolare, come anticonvulsivante,
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rispetto a delle piante alte e grosse indoor.
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fra di loro per accaparrarsi la luce. Un setup
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Haze che mi hanno dato tanta soddisfazione per essere il mio secondo ciclo assoluto e la mia ragazza. Spero vi piacciano!
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questo che sono diventate così alte e slanciate, quando avrebbero in realtà potuto essere
PROWRSL»ȴWWHHFHVSXJOLRVH2OWUHWXWWRFRV®IDFHQGROHSDUWLEDVVHGHOODSLDQWDQRQULFHvono quasi alcuna illuminazione. Ad ogni modo sembra decisamente un buon raccolto,
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ΖQH΍HWWLQRQVLYHGHQXOODGHOOHSLDQWHPDLOIDQWDVWLFRIRQGRschiena della tua ragazza è proprio una bella vista. Possiamo
dare un morso?
Elisa
Un saluto alla redazione. Vi mando la foto delle nostre due piante, una Opium e una Wappa della Paradise
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H+HVL%RRVWHOHXOWLPHGXHVHWWLPDQHFRQ1DWXUDO3RZHUHULVFLDFTXRȴQDOH/DIRWRªVWDWDVFDWWDWDVXELWR
prima della raccolta, le abbiamo già provate e la Opium è la mia preferita: regala viaggi incredibili! Buon lavoro! Speriamo di vedere la nostra foto pubblicata sul vostro splendido giornale e di vincere i fantastici semi!
Anonimo
Grazie per la splendida foto! La pianta sulla sinistra sembra un po' troppo piccola per il vaso in cui è stata messa,
un trapianto troppo precoce o magari qualche ritardo nello sviluppo dovuti a fattori di stress? In generale la pianta deve calzare a pennello nel suo vaso, altrimenti vuol dire che qualcosa è andato storto.
11
COLTIVA CON MR. JOSE
FIORITURA PRIMAVERILE E
TENDENZE INTERSESSUALI
DI GRANDE UTILITÀ PER VALUTARE I CARATTERI ERMAFRODITI
I coltivatori che sfruttano la coltivazioni primaverile in genere apprezzano le
caratteristiche particolari di un prodotto maturato sotto un sole sempre più
intenso, senza patire le condizioni estreme dell’estate. Il potenziale incomparabile della fioritura outdoor all’inizio della stagione per individuare fino
alla minima tendenza intersessuale, è il grande valore aggiunto di questo
tipo di coltura, per la selezione di esemplari.
La coltivazione in climi miti permette di verificare con facilità come la
fioritura primaverile sia estremamente utile perché, In determinate circostanze, consente alle piante di esprimere qualsiasi tendenza
intersessuale che possa aver tenuto
nascosta fino a quel momento. Ciò
permette di sfruttare la coltivazio-
Da un lato, la fioritura primaverile
mette alla prova l’idoneità delle piante madre che si conservano per la
coltura con talee. Le condizioni controllate della coltivazione indoor e l'adattamento naturale delle piante alla
coltivazione stagionale all'aria aperta
possono portare al rischio che vari
stress, prendendo alla sprovvista i
coltivatori e mettendo a repentaglio
l’integrità della loro coltivazione. Di
conseguenza, una valutazione esaustiva degli esemplari selezionati per
la riproduzione asessuata o talee, è
la soluzione più consigliabile, soprattutto, quando si tratta di piante derivanti da semi femminizzati o il cui
corredo genetico comprende varietà
con tendenze intersessuali note.
Far crescere o produrre semi costituisce il campo d’azione in cui la
fioritura primaverile dimostra il suo
pieno potenziale, come strumento per valutare i caratteri ermafroditi degli esemplari selezionati. La
stabilità delle piante da semi che
LA FIORITURA PRIMAVERILE METTE ALLA PROVA L’IDONEITÀ DELLE
PIANTE MADRE CHE SI CONSERVANO PER LA COLTURA CON TALEE
ne primaverile per determinare la
resistenza all’ermafroditismo delle
piante destinate alla riproduzione,
che sia sessuata o asessuata.
Selezione di Amnesia Cookies
testata in fioritura primaverile.
gradi di tendenza intersessuale passino inosservati. Questi caratteri si
esprimeranno non appena si verificano le circostanze necessarie di
vengono prodotte utilizzando questi esemplari dipende da questo
e, come avviene nella selezione di
pianti madre dedicate alla riprodu-
zione asessuata, individuare qualsiasi tendenza intersessuale è fondamentale per selezionare progenitori
affidabili quando si utilizzano varietà femminizzate o piante con precedenti ermafroditi.
Caso pratico: Amnesia Cookies
Amnesia Cookies è un incrocio della
talea Amnesia Haze nota come
Core, proveniente dall’Olanda e la
talea Forum de Cookies, originaria della baia di San Francisco, nel
nord della California. Anche se di
solito i coltivatori ottengono buoni
risultati con i semi femminilizzati
di questa varietà, abbiamo sentito
di un caso in cui alcuni esemplari
hanno manifestato caratteri ermafroditi con diversi fattori di stress.
Già prima che i semi femminilizzati
diventassero popolari, si dava per
scontato che praticamente qualsiasi pianta di cannabis potesse
manifestare caratteri ermafroditi
una volta sottoposta a determinati
livelli di stress. L’intersessualità è
un aspetto complesso e sottile della
cannabis.
Per continuare a progredire nella
conoscenza di questo tratto, abbiamo avviato un processo di selezione con 30 semi. Un coltivatore si è
incaricato di questi semi, facendo
in modo che l’intero ciclo di vita
delle piante da semi si sviluppasse
in livelli di stress molto elevati, per
le pratiche convenzionali e di fertilizzazione intensiva che questo col-
Varie talee delle stesse piante piantate in vasi
da un litro. Nessuna di queste ha mostrato il
benché minimo segno di ermafroditismo
12
La primavera altera
tivatore applicava sistematicamente in un ambiente ostile indoor.
Sulla base della nostra esperienza,
una coltivazione in queste condizioni avrebbe messo in evidenza
le possibili tendenze intersessuali
delle piante, consentendoci d’individuare e di scartare gli esemplari
che mostravano un certo grado di
ermafroditismo.
L’intersessualità sembrava essere
una questione di grado, ecco perché abbiamo deciso di conservare i tre esemplari con i tratti più
deboli per sottoporli a un test
definitivo di fioritura primaverile.
Le condizioni che si verificano in
questo tipo di coltura consentono
di mettere in evidenza persino la
più lieve e impercettibile tendenza
intersessuale, sebbene per questo
sia necessario procedere in modo
adeguato.
Infatti, i 26 esemplari che sono stati
selezionati dopo una germinazione
assolutamente riuscita hanno patito qualsiasi situazione di stress sin
dall’inizio della coltura: eccesso d’irrigazione, mancanza di aerazione,
infezioni da oidio completamente
estese e senza controllo…… Quando
è stato ridotto il fotoperiodo a 12
ore al giorno per indurre la fioritura,
le piante avevano poco meno di due
mesi di vita e un aspetto indifferenziato ed eccessivo prodotto dagli
elevati livelli di azoto e di altri sali
fertilizzanti. Avevamo già messo a
radicare le talee di tutte le piante e
un mese più tardi, siamo passati alla
valutazione definitiva dei caratteri
intersessuali.
Undici dei ventisei esemplari hanno
dato segni di ermafroditismo più o
La coltivazione primaverile produce diverse espressioni
distintive secondo il potenziale di ogni pianta, come
questi calici di più di un centimetro di larghezza
LA COLTIVAZIONE DI SEMI COSTITUISCE IL CAMPO D’AZIONE IN CUI
LA FIORITURA PRIMAVERILE DIMOSTRA IL SUO PIENO POTENZIALE,
COME STRUMENTO PER VALUTARE I CARATTERI ERMAFRODITI
DEGLI ESEMPLARI SELEZIONATI
meno evidenti. Sei di questi esemplari, circa la metà, aveva prodotto
fiori maschio che si erano completamente sviluppati e che erano fertili, alla base dei rami, rilasciando
quantità normali di polline. Il resto
delle piante con formazioni flore-
ali maschio hanno mostrato livelli di intersessualità meno elevati.
Abbiamo individuato esemplari con
poche infiorescenze maschio non
sviluppate e sterili o quasi sterili, in
base all’assenza totale o quasi totale
di polline che abbiamo riscontrato al
loro interno. Abbiamo trovato anche
alcuni casi in cui queste piccole formazioni, nonostante sembrava che
non sarebbero arrivate ad aprirsi da
sole, erano in numero assolutamente trascurabile e contenevano una
certa quantità di polline.
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Durante la prima settimana di
marzo, abbiamo messo in pratica,
ancora una volta, il nostro solito
metodo per massimizzare l’espressione dei caratteri ermafroditi nella
coltivazione primaverile, che consiste nel travasare in contenitori finali di poco meno di 4 litri degli esemplari radicati e sviluppati indoor in
vasi più piccoli e passare direttamente alla fioritura all’aria aperta.
Seguendo la nostra filosofia organica di coltivazione, è fondamentale
utilizzare una miscela di terra che
sia abbastanza ricca, poiché l’intero
processo di definizione sessuale
durante il primo mese di fioritura si
verifica senza fertilizzazione N-P-K
aggiunta. Un substrato del tipo all
mix di buona qualità è sufficiente in
questa situazione.
Il risultato, un mese dopo, ha rivelato come sei delle nove piante
selezionate e testate avessero un
certo grado di tendenza intersessuale. I tre esemplari che erano già
stati individuati nella coltivazione
indoor del coltivatore commerciale sono apparsi in modo chiaro e
accentuato e altri tre esemplari
che non avevano espresso nessuna tendenza indoor hanno mostrato caratteri lievi o molto lievi di
intersessualità. Come di consueto, il test in collaborazione con la
natura ha prodotto i risultati più
rigorosi e affidabili per la valutazione definitiva.
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14
MEDICAL CANNABIS
Cannabis terapeutica: cosa ne
pensano i farmacisti?
Nel corso di questi anni abbiamo intervistato
numerosi pazienti e medici per raccontarvi le
potenzialità della cannabis terapeutica secondo i
racconti dei malati e le sue applicazioni secondo la
parole dei pochi medici sensibili all’argomento. Oggi
abbiamo deciso di intervistare due farmacisti, anello
nevralgico della catena distributiva del farmaco,
che con il loro punto di vista di tecnici, potranno
arricchire con elementi preziosi il dibattito per
ottimizzare l’accesso a questa medicina sulla quale il
dibattito diventa sempre più acceso. I farmacisti che
hanno avuto la gentilezza di risponderci sono Matteo
Mantovani della farmacia S. Carlo in provincia di
Ferrara e Marco Ternelli dell’omonima farmacia in
provincia di Reggio Emilia.
SSIT Da quanto avete cominciato
a distribuire cannabis terapeutica
nella vostra farmacia e perché?
Matteo Mantovani: Abbiamo cominciato a metà
del 2014 e a dire la verità sono state una serie di
casualità. Tre anni fa non vi era l’interesse attuale e
così, quando il rappresentante farmaceutico è venuto
a presentarci il prodotto e siccome siamo preparatori
galenici e la cannabis è in tutto e per tutto un
preparato galenico e visto che cominciavamo
a ricevere le prime richieste, abbiamo deciso di
integrarla nell’offerta della nostra farmacia.
Marco Ternelli: Appena è stato legale avere la
cannabis in farmacia l’abbiamo ordinata, era il
febbraio 2013. Mi sono avvicinato a questa terapia
perché durante la principale convention farmaceutica
di quell’anno, ho assistito ad un simposio condotto dal
Dott. Crestani [Ndr. fra i fondatori dell’Associazione
Cannabis Terapeutica] che spiegava di utilizzare la
cannabis come trattamento, nonostante le numerose
difficoltà burocratiche ed economiche che esistevano
per accedere a questo farmaco. Venni incuriosito
dalla sua introduzione e compresi di essere, come
molti, vittima di preconcetti. Così pensai, se è lecito,
comincerò a fornirla ai miei clienti.
SSIT Quanti clienti avete
mensilmente, quando costa
questo farmaco e quanto ne avete
venduto nel 2016?
Matteo Mantovani: Attualmente il costo è di 16
euro al grammo e nel 2016 ne abbiamo venduta
poco meno di 10 kg. Per quel che riguarda le
richieste è difficile dare un numero, perché dipende
dalla tipologia di ricetta (mensile o trimestrale),
nel nostro caso, a livello mensile, avremo circa
150/200 richieste.
Marco Ternelli: Siamo sui 18 euro per la cannabis
di provenienza olandese e sui 15 euro per quella
prodotta in Italia. L’anno scorso ne abbiamo
venduti 10 kg e su base mensile ricevo in media
circa 200 richieste.
SSIT Che tipo di prescrizioni fanno
i medici? Cosa prediligono per i
loro pazienti?
Matteo Mantovani: Come prassi vediamo che
vengono prescritte, in maniera maggiore, soprattutto
ultimamente, estrazioni su base oleosa o alcolica
perché, al contrario della vaporizzazione delle
infiorescenze utile per togliere il dolore in maniera
immediata, l’estratto, andandosi a depositare nelle
cellule adipose, permette un rilascio graduale e
constante del principio attivo, in maniera da garantire
una copertura terapeutica nel corso del tempo e
quindi piú utile nei dolori cronici. Ci sono ovviamente
casi piú complessi di dolore acuto cronico o dolore
oncologico in cui la prescrizione può prevedere
entrambi i tipo di somministrazione: sia gli estratti
come terapia di base e poi la vaporizzazione per
contenere il dolore nell’immediato.
Marco Ternelli: Ultimamente, circa l’80% sono per
estrazioni in olio o in tintura alcolica, il 15% per
cartine pronte alla vaporizzazione e il restante 5%
per l’assunzione tramite tisana. Quando abbiamo
cominciato il rapporto era all’inverso: c’erano quasi
esclusivamente cartine per il decotto che però,
con le dosi prescritte dai medici non funzionavano
e, da quando nell’aprile del 2014, dopo aver
letto il lavoro di Romano e Hazekamp presso la
Bedrocan, mi venne in mente di procedere con la
preparazione dell’olio (la legge non lo vietava) o con
la preparazione di capsule già decarbossilate in stufa
e pronte per il consumo, la tendenza è cambiata vista
la maggiore efficacia. C’è anche da dire che comprare
un vaporizzatore costa molto, molti pazienti non lo
gradiscono come maniera di assunzione e visto che
il decotto non funzionava, i pazienti cercavano altre
maniere di somministrazione.
SSIT Perché il decotto non ha efficacia terapeutica?
Matteo Mantovani: La classica tisana, soprattutto
nelle patologie di grave entità, ha un effetto
terapeutico limitato, semplicemente perché i principi
attivi della cannabis, essendo liposolubili e non
idrosolubili, vengono estratti in maniera più efficace
con solventi oleosi o in alcol e quindi, riallacciandosi
alla domanda sul tipo di prescrizione, anche grazie
alla nostra attività di divulgazione scientifica nei
riguardi di medici e pazienti, col passare del tempo
le prescrizioni si sono spostate sull’olio.
Marco Ternelli: Ti faccio l’esempio di quello che
prevedono le indicazioni del Ministero riguardo il
decotto e cioé 500 mg di cannabis sciolti in 500 ml
di acqua [Ndr. mezzo grammo sciolto in mezzo litro].
Queste quantità rappresentano uno spreco enorme
e basta seguire le istruzioni che il Ministero fornisce
sul proprio sito per comprenderlo. Su 500 mg di
cannabis, diciamo di Bediol, infatti, il principio attivo
di THC è di 28mg ma, una volta disciolto in acqua, nel
decotto ne resterà solamente un 9,61 mg: un terzo
di quello contenuto nell’inforescenza. Se invece si
utilizzassero 200 mg di inforescenza decarbossilato
estratti con olio, si potrebbero ottenere gli stessi
milligrammi di principio attivo utilizzando meno
della metà di cannabis.
SSIT Fra i vostri clienti ci sono
pazienti che decidono di non
proseguire la cura con cannabis,
perché?
Matteo Mantovani: Premettendo che il sistema
endocannabinoide quando viene stimolato ha
effetti diversi da individuo a individuo, ma anche
sullo stesso individuo, la reazione puó essere
differente perché vuoi lo stato d’animo, vuoi l’umore
o l’alimentazione, al momento dell’assunzione
queste variabili aumentano o diminuiscono la
biodisponibilità del farmaco, e provocano quindi
effetti differenti anche nello stesso paziente. Detto
ciò, circa il 30% dei pazienti non prosegue la
terapia e fra questi ci sono quelli che non hanno
un riscontro positivo, perché gli è stata prescritta
una tisana con una posologia omeopatica o perché
anche con un dosaggio relativamente alto non
hanno trovato alcun beneficio, quelli che, magari
dopo la prima prova, non possono più permettersi
il farmaco e quelli che non sono a proprio agio con
gli effetti collaterali. In particolare i pazienti che non
conoscono la sostanza, possono essere spaventati
dalla tachicardia, dall’abbassamento della pressione
o dall’euforia che il farmaco provoca e che, se si è alle
prime armi, può causare anche ansia.
Marco Ternelli: Circa il 20% dei pazienti è
insoddisfatto degli effetti collaterali psicotropi, del
calo di lucidità, delle allucinazioni visive o sonore,
soprattutto per gli anziani, o della stanchezza intesa
come eccessivo rilassamento. A parte questi pazienti
ci sono quelli che interrompono per mancanza di
efficacia perché la cannabis non é una bacchetta
magica né la panacea di tutti i mali. Poi, come si
diceva prima, c’è anche un enorme problema di
inefficacia dovuto ai dosaggi prescritti che a volte
sono al di fuori di ogni scientificità. Capita di vedere
prescrizione che non hanno senso come ad esempio:
25 mg di Bediol in tisana, in questo caso il principio
15
attivo che il paziente assume, se Dio l’aiuta e nel
migliore dei casi, sarà di 0,4 mg. Questo è un modo
di buttare via i soldi.
SSIT Quali sono invece i
riscontri positivi?
Matteo Mantovani: La maggioranza dei pazienti
trae giovamento e posso dire che la cannabis
cambia in meglio la vita di queste persone. I
piú felici sono quelle che, dopo anni di insonnia,
riescono finalmente a dormire, quelli che tolgono
le spasticità neuromuscolari, quelli che eliminano
CBD adesso riescono a dormire, non hanno più crisi
epilettiche, hanno ridotto o dimenticato il dolore.
Per la maggiore mi dicono che si sono riappropriati
della loro vita.
SSIT Avete ricevuto il farmaco
prodotto in Italia? Ultimamente
sappiamo che vi hanno visitato i
NAS cosa è successo?
Matteo Mantovani: A fine dicembre ho fatto domanda
tramite due buoni acquisto per ricevere il farmaco
italiano, l’FM2. Considerando che dobbiamo avere del
e siano stati tratti in inganno dalla parola STORE,
pensando che si potesse ordinar il farmaco online
senza presentazione della ricetta, e dal fatto che sul
sito cercagalenica.it alla parola ORDINA pensavano si
potesse effettivamente acquistare, mentre, al contrario
si trattava solo dell’inoltro di una domanda per avere
informazioni. Io mi domando, ma non facevano prima
a verificare online loro stessi? Lo Stabilimento militare
si è allarmato anche perchè hanno considerato ingenti
le nostre richieste, che a loro dire probabilmente
avrebbero potuto essere usate con finalitá non
terapeutiche e questo modus operandi mi ha
NOI FARMACISTI CI METTIAMO DEL NOSTRO
MEGLIO, PER AVERE SEMPRE UNA SCORTA
DISPONIBILE PER IL BENE DEI PAZIENTI, E POI SONO
ANNI CHE DISTRIBUIAMO QUESTO FÁRMACO.
il dolore, quelli che riescono ad aumentare
l’appetito o che diminuiscono la nausea provocata
dalla chemioterapia. Ci sono anche bambini
epilettici che grazie alla cannabis passano da 20
crisi al giorno a 2-3 crisi.
Marco Ternelli: Quelli che preseguono la terapia
mi dicono: “ La cannabis mi ha cambiato la vita.”
Prima erano bloccati e adesso si muovono, grazie al
MANGO CREAM
IND/SAT
PRODUCCIÓN
magazzino e quindi pianifichiamo gli ordini, avevo
domandato 700 grammi. Invece a fine gennaio ne ho
ricevuto solo 50 grammi ed insieme al farmaco sono
arrivati i NAS a controllare se nella mia farmacia ci
fossero illeciti per quanto riguarda la pubblicitá e nella
dispensazione della terapia. Ovviamente era tutto a
posto, ma il colmo è stato che proprio lo Stabilimento
li abbia inviati da noi, sembra allarmato dal fatto che
la nostra farmacia sia elencata nel sito “Let’s weed”
lasciato una grande delusione. Noi cerchiamo di fare
del bene nella legalità. C’è una grande differenza
l’informazione scientifica per un farmaco, della quale
c’è molto bisogno, e fare pubblicita di una sostanza
stupefacente che per legge è vietata. Io credo sia
giusto controllare: i NAS servono a questo ed io sono
a favore, il problema peró è a monte, infatti lo Stato
che inizia a produrre ed ha quindi interesse a vendere
il prodotto che coltiva, prodotto nel quale noi abbiamo
GYPSY WIDOW
IND/SAT
creduto, nonostante fosse macinato e nonostante tutti
lo screditassero, se poi agisce in questa maniera, non
può che lasciare delusione. Tra l’altro, dopo il controllo
dei NAS, mi hanno richiamato dallo Stabilimento per
chiedermi se potevano spedirmi anche il secondo
buono di acquisto. Io ho rifiutato e tornerò ad ordinare
il farmaco quando avrò terminato la prima scorta.
Marco Ternelli: Ho inoltrato il primo buono di
acquisto per 500 grammi il 2 di gennaio e a fine
mese me ne sono arrivati 50 che ho giá terminato.
Ne ho ordinati nuovamente 500 grami e mi hanno
detto che me li manderanno. Da me i NAS non sono
ancora venuti, ma quasi quasi li chiamo, almeno
mi tolgo il dente. Sentendo quello che è successo
ai miei colleghi la reazione è di spiacere perché
da 4 anni, ogni trimestre, il Ministero riceve tutte
le informazioni sui dati di vendita e pensare che
dopo tutto questo tempo, professionisti che si sono
impegnati, hanno investito e si sono prodigati per i
pazienti, possano essere sospettati di fare qualcosa
di illecito a causa di un ordine di 500 grammi
(che loro non si aspettavano da una farmacia
privata, ma piuttosto da una farmacia ospedaliera)
è quantomeno assurdo. Bastava che “facessero pace
con il cervello” e che leggessero i dati che forniamo,
facendo due più due. Noi farmacisti ci mettiamo
del nostro meglio, per avere sempre una scorta
disponibile per il bene dei pazienti, e poi sono anni
che distribuiamo questo farmaco, sappiamo quello
che serve, loro invece da un mese sul mercato, hanno
adottato un modus operandi che è un classico
all’italiana: “ Colpevoli sino a prova contraria.”
di Carlos Rafael Esposito
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BANCHE DEL SEME
Quando Chong incontra Paradise …
la leggenda della cannabis fa
squadra con la banca semi olandese
Se fumi marijuana allora conoscerai Tommy Chong, membro
della coppia di comici controcultura Cheech and Chong, che
iniziarono a parlare di erba raccontandola in film come Up in
Smoke. L’uomo è famoso per aver detto: “Se più persone fossero
fatte ci sarebbe meno violenza nel mondo”. Tommy è un attivista
della cannabis sin dal 1970 e il suo impegno vuole promuovere
sia l’uso medico sia quello ricreativo della pianta.
Con il boom della legalizzazione della
cannabis negli Stati Uniti, Tommy
Chong è l’ultimo imperatore della
nobiltà cannabica a lanciare una
gamma di prodotti a base di erba.
Grazie alla sua lunga esperienza di
fumatore, ha creato Chong’s Choice,
la compagnia che guida assieme al
figlio Paris; i prodotti acquistabili
includono diverse tipologie di erba
dal nome accattivante.
Se fumi cannabis allora conoscerai anche Paradise Seeds. La banca
semi di Amsterdam è stata pioniere
nell’industria cannabica per più di
20 anni. Chong e Paradise hanno
collaborato per mettere insieme l’esperienza, il potere e il sapore di
due continenti – le genetiche californiane e le piante maschili olandesi – per formare tre nuove varietà esplosive di semi: L.A. Amnesia
(sativa), Blue Kush Berry (indica) e
Mendocino Skunk Blue (ibrido).
ȏ/$$PQHVLDVDWLYD7RPP\FHUFDva qualcosa di speciale per l’esclusiva
linea sativa di Chong’s Choice e pensiamo gli sia riuscivo sicuramente!
Questa varietà combina le genetiche
dell’olandese fruttata famosa in tutto
il mondo, Amnesia Haze, con una
Kush californiana. Il risultato di questa combinazione è L.A. Amnesia, un
ceppo super potente con un livello di
THC molto alto (20-24%).
sempre fans di Cheech and Chong;
negli anni ’70 e ’80 non c’erano molti
eroi cannabici nello scenario pubblico, che a testa alta supportavano
ȏ 0HQGRFLQR 6NXQN LEULGR 8QD fieramente la causa pro-cannabis.
nuova varietà si ispira all’incontro Tommy Chong è stato un vero camdi due grandi tradizioni cannabiche: pione per la pianta e tutta la cultura
quella californiana del triangolo di della cannabis.
smeraldo e quella olandese dei coffeeshop di Amsterdam. Quest’unione Siamo davvero elettrizzati per queste
transatlantica ha creato una skunk nuove varietà. La gamma Chong’s
fruttata, che ricorda Wappa, uno tra Choice Legends conta oggi di genei best selling di Paradise Seeds. Il tiche alto livello al suo interno, che
risultato è un prodotto dall’incre- apportano il meglio dei programmi
dibile gusto, un effetto piacevole e di breeding californiani e olandesi.
una ottima resa sia in installazione Abbiamo lavorato allo sviluppo di
indoor che outdoor.
queste tre varietà durante l’ultimo
ȏ %OXH .XVK %HUU\ LQGLFD 7RPP\
voleva un’indica competitiva sul mercato ma in grado di regalare un ricercato gusto da assaporare. I breeders
di Paradise Seeds hanno risposto
con un loro personale tocco, che
unisce i morbidi poteri della Kush
con un delizioso sapore fruttato. Il
gusto dolce della pianta assieme al
duraturo effetto incolla-al-divano vi
regaleranno il tipico high indica.
Qual è la storia dietro la collaborazione tra Paradise Seeds e Chong’s
Choice? “Abbiamo originariamente
approcciato Chong’s Choice per la
loro fornitura di joint pronti all’uso
(quelli già girati per intenderci)”, spiega Luc di Paradise. “Ma parlando ci
siamo trovati d’accordo sul lavorare
assieme per produrre nuove varietà.
Come potevamo, quindi, lasciarci
scappare un lavoro insieme a una
leggenda della cannabis? Siamo da
anno e siamo pronti per regalarlo a
tutta la comunità cannabica!”
Tommy Chong si è guadagnato la
reputazione di commediante fuorilegge degli anni ’70-’80, lavorando per
numerosi album e film di Cheech and
Chong, divertendosi a sdrammatizzare la cultura cannabica. Dopo anni
di separazione, lui e Cheech hanno
iniziato un nuovo tour nel 2008.
Nel 2003, Chong divenne uomo simbolo all’interno movimento cannaELFR GRSR FKH WUDVFRUUH PHVL
in cella per aver commercializzato
con la sua compagnia bong e pipe
di vetro. Da allora dice: “La prigione è stata probabilmente la cosa
più eccitante che mi sia capitata”.
Recentemente, Tommy ha usato la
cannabis in complemento alle cure
chemioterapiche per il trattamento
del suo cancro.
Chong’s Choice è stata lanciata nel
2016 e il sito internet afferma che è
fonte dei “migliori prodotti a base di
cannabis disponibili sul mercato” – il
che significa che offre tutto, dalle
canne già rollate alle cartucce di olio
e anche gomme da masticare infuse
di THC (solo in quei paesi americani
dove la marijuana è legale), ottimo
antidoto per chi soffre di alito cattivo.
La nuova linea di semi di Chong’s
Choice sarà disponibile esclusivamente presso Paradise Seeds – sito
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18
GROWING ADVENTURES
Fa caldo quando
non piove
UN’AVVENTURA DI COLTIVAZIONE
«Fa caldo quando non piove, il resto dell’anno acqua e vento. Ma che bel posto
di merda in cui siamo finiti. Se non avessimo la jeep dovremmo comprarci un
cavallo!» Con queste parole mi accolse alla stazione e via dritti verso il camping
dove ci aspettava il nostro contatto. Non c’era tempo di rifletterci troppo, non
avevo gli stivali e le mie mostro bianche sarebbero morte nel giro di cento metri
tra acqua e fango. Benvenuto CBG. «Perché proprio in mezzo a quest’umidità
siamo finiti?» chiesi non appena partiti. «Perché qua si sta bene, la legge è
dalla nostra e possiamo far grandi cose». La traduzione di “grandi cose” potrei
riassumerla in “qui la cannabis è ben tollerata, fumano tutti, se la polizia ti ferma
nega tutto”. Il mio socio non andava per la leggera, credeva in ciò che faceva
e se eravamo in quel bel posto di merda era perché aveva intuito qualcosa e
di CBG
sicuramente era una genialata.
In poco meno di mezz’ora di strada arrivammo al camping, mi incuriosiva come
luogo dove incontrarci un camping, ma quale posto migliore dove incontrarci
tra stranieri se non il bar di un campeggio pieno zeppo di turisti? Le mie scarpe
e i pantaloni chiesero pietà appena sceso dall’auto e dovetti cambiarmi tra
mille bestemmie perché il contatto aveva fretta. Il contatto era un abitante
del luogo con un piccolo club cannabico in riva al mare e una crescente fretta
di lasciare quel posto e sembrava anche di non rincontrarci più. Tempo dopo
scoprii che era appena stato truffato da degli altri italiani e quindi non eravamo
i migliori candidati, ma per fortuna si fidò di noi e tutto il resto è storia.
una cascina con tanto di stalla con
bovini e annessa porcilaia col suo
gradevole profumo di liquami suini,
ma nessuno in casa. Aspettammo
finché da una stalla uscirono una
dozzina di personaggi del luogo,
dalle tipiche fattezze contadine:
polsi larghi come bottiglioni d’acqua, t-shirt sotto la pioggia gelata e
carattere semplicemente rude. «Voi
sareste gli italiani?» suonò nell’aia
in un italiano stentato e la risposta
del mio socio fu «Italiani, tedeschi o
francesi cosa cambia? Siam qui per
lavorare». Non capirono ovviamente
la battuta, si presero male e dovemmo spiegare in più lingue cosa ci
facessimo lì noi col nostro fastidioso
umorismo da figli dell’asfalto.
Chiarite le formalità dovute alle barriere linguistiche ci si presentò la
situazione: avremmo dovuto allestire a growroom una intera stalla.
potente e non aver più problemi di
sorta. «Che cazzo dici, non serve un
deumidificatore, serve una idrovora!» con queste parole comprammo
un signor deumidificatore capace di
eliminare l’umidità dall’aria anche
quando il condizionatore non era
in funzione. Ovviamente, lavorando
a ciclo chiuso, dovemmo integrare
con un dispensatore di anidride carbonica per poter riportare a livelli
accettabili per le piante il contenuto
di CO2 dell’aria. Vi lascio immaginare le difficoltà incontrate in fase di
realizzazione e la forte incredulità
incontrata fino al raccolto.
Il raccolto ci fu, fu copioso e non
senza sforzi perché un ciclo chiuso
rappresenta una sfida soprattutto in
ambienti non propriamente adatti.
Dopo il taglio decidemmo di cedere
il posto ad un locale che avrebbe
preso il nostro posto e avrebbe
CHIARITE LE FORMALITÀ DOVUTE ALLE BARRIERE
LINGUISTICHE CI SI PRESENTÒ LA SITUAZIONE: AVREMMO
DOVUTO ALLESTIRE A GROWROOM UNA INTERA STALLA.
Contatto ci lasciò un indirizzo per il giorno seguente a cui presentarsi e
chiedere per affittare una casa e cominciare, nel nostro progetto: coltivare
in una stanza grande per poter rifornire il suo club. «Come riconosco la
casa? Che citofono devo suonare?» A questa domanda il contatto si alzò e ci
disse «voi andate lì e vi trovano loro». Grazie al cavolo! A quell’indirizzo c’era
Il mio socio non aveva ben capito la
portata dell’impegno preso, soprattutto tenuto in conto che in quella
nazione una stalla di lampade HPS
comunque non sarebbe stata tollerata, ma come sempre non aveva
la minima intenzione di rinunciare.
Io pensai subito a come uscirne
indenni e decidemmo di darci una
data limite entro la quale avremmo
dovuto aver avviato la stanza (o stalla) e formato un grower locale per
poterci muovere in una situazione
migliore.
Il primo problema quindi fu come
spiegare ai locali la nostra idea di coltivazione, quando vi sono di mezzo
barriere linguistiche così grandi non
è facile parlare di grammo Watt e di
genetiche nordamericane. In secondo luogo il clima così umido e piovoso ci diede non pochi problemi di
umidità e muffe relative. Optammo
per una soluzione a ciclo chiuso
di modo da poter utilizzare efficacemente un deumidificatore molto
seguito passo passo i nostri consigli.
Dovemmo seguirlo per altri due cicli
ma alla fine tutto è bene ciò che
finisce bene e ancora oggi in quella
cascina dispersa tra il fango e l’assenza di telecomunicazioni c’è qualche contadino che coltiva come due
cittadini di una metropoli europea.
21
COLTIVA CON JORGE CERVANTES
BACKCROSSING FAI DA TE
Backcrossing
Il backcrossing è l’impollinazione di
una pianta femmina da una pianta
maschio Sulla stessa pianta. Questa
operazione è l’incrocio ripetuto
della progenie con uno dei genotipi originari parentali. Si tratta di
un’impollinazione incrociata di una
generazione indietro rispetto a una
generazione precedente; nella maggior parte dei casi, la progenie viene
incrociata con la pianta madre. Il
genitore si chiama “genitore ricorrente”. Il genitore non ricorrente è il
“genitore donatore”.
La selezione con backcrossing è attualmente la più
utilizzata per selezionare la
cannabis.
La selezione con backcrossing è semplice e può essere fatta su un numero limitato di piante. Spesso l’obiettivo del backcrossing è quello di creare
una popolazione dalla genetica di
una sola pianta progenitrice (genitore ricorrente).
Il backcrossing utilizza inoltre i
termini squaring (per denotare il
secondo backcrossing con lo stes-
so genitore) e cubing (per indicare
il terzo backcrossing).
Backcrossing: incorporare un
carattere dominante
Primo passo: incrociare il genitore
ricorrente con il genitore donatore
Secondo passo: selezionare le
piante desiderate che mostrano il
carattere dominante e ibridare le
piante selezionate con il genitore
ricorrente. La generazione prodotta viene chiamata BC1 (alcuni
selezionatori di cannabis chiamano tale generazione B×1. [BC1=
B×1]).
Terzo passo: selezionare le piante
dalla BC1 e ibridarle con il genitore
ricorrente; la generazione risultante
viene chiamata BC2.
Quarto passo: selezionare le piante
dalla BC2 e ibridarle con il genitore
ricorrente; la generazione risultante
viene chiamata BC3.
Backcrossing: incorporare un
carattere recessivo
I caratteri recessivi sono più difficili da selezionare nel backcrossing, dato che la loro espressione
è mascherata dalla predominanza
in ogni backcross con il genitore ricorrente. Un’ulteriore tornata d’impollinazione aperta o sibmating è necessaria dopo ogni
generazione backcross per esporre le piante recessive omozigote.
Le piante che mostrano il carattere recessivo vengono selezionate dalla F2 segregando le generazioni e facendo backcrossing
con il genitore ricorrente, come
indicato nel paragrafo precedente “Backcrossing: incorporare un
carattere dominante”.
Primo passo: incrociare il genitore
ricorrente con la generazione ibrida
F1 donatrice
Secondo passo: selezionare le piante desiderate e creare una popolazione F2 attraverso la completa
impollinazione incrociata.
L’Apollo 13 BX’ (Back Cross) di TGA Genetics è un
ottimo esempio di una varietà in backcrossing.
Terzo passo: selezionare le piante
che mostrano il carattere recessivo desiderato nella generazione F2.
Ibridare le piante recessive F2 desiderate con il genitore ricorrente. La
generazione derivante viene chiamata BC1.
Quarto passo: selezionare le piante
della BC1 e creare una generazione
22
di piante F2 mediante sib-mating. La
generazione derivante viene chiamata BC1F2.
Quinto passo: selezionare le piante
BC1F2 desiderate che mostrano il
carattere recessivo e ibridarle con il
genitore ricorrente. La generazione
derivante viene chiamata BC2.
Sesto passo: selezionare le piante
BC2 e creare una popolazione F2 via
sib-mating. La generazione derivante si chiama BC2F2.
Settimo passo: selezionare le piante
che mostrano il carattere recessivo
dalla generazione BC2F2 e ibridarle
con il genitore ricorrente. La generazione derivante si chiama BC3.
Ottavo passo: coltivare le BC3,
selezionare e il sib-mating sulle
candidate più ideali per creare una
popolazione F2, dove le piante che
mostrano il carattere recessivo vengono poi selezionate e utilizzate
come base per una nuova linea
d’inbreeding o d’impollinazione
aperta. Questa nuova generazione
creata dalle F2 è una popolazione
FKH FRQVLVWH LQ PHGLD QHO percento di geni del genitore ricorrente e solo il 6,3 percento dei geni
rimasti dal genitore donatore.
Nota: solo i caratteri recessivi omozigoti sono stati selezionati per l’incrocio nella generazione BC3F2.
La generazione BC3F3 derivante è
omozigote per il carattere recessivo ed è pura per questo carattere recessivo. La nuova popolazione
riflette gli obiettivi che volevamo
raggiungere. È una popolazione
derivata soprattutto dalla genetica
del genitore ricorrente, ma è pura
per il miglioramento del carattere recessivo. Le linee derivate da
backcrossing sono spesso adatte all’ambiente in cui crescono. Le
stanze di coltura indoor possono
essere replicate facilmente e le piante crescono in un ambiente simile a
quello in cui sono state selezionate.
La progenie ha quindi bisogno di
meno test ambientali sul campo.
Se 2 o più caratteri devono essere migliorati in una nuova linea di
semi, di solito vengono seguiti in
programmi di backcrossing separati
e i singoli prodotti vengono combinati in una serie finale d’incroci
dopo che le nuove popolazioni vengono create con backcrossing.
Il backcrossing ha comunque dei
difetti. Se il genitore ricorrente non
è una razza pura, le generazioni
derivanti dal backcrossing e molti
dei caratteri considerati desiderati
per la linea non si riproducono
Sono comparsi piccoli fiori maschio su questo fiore femmina autofecondato di Chemdog.
L’inbreeding spesso porta alla formazione di fiori maschio sulle piante femmina.
in modo affidabile. Un altro limite
del backcrossing è che la varietà “migliorata” è solo leggermente diversa dal genitore ricorrente
(per esempio, differisce solo per un
carattere). Se in una nuova popolazione si devono migliorare diversi
caratteri, può essere meglio usare
altre tecniche, come l’inbreeding o
la selezione ricorrente.
Autoimpollinazione
(Autofecondazione)
Varietà “solo clone”
Spesso, 2 piante ibride vengono
incrociate e viene dato un nome
alla “varietà”, ma spesso la pianta maschio va persa e la pianta
è disponibile solo come clone. In
questo caso la pianta deve essere “autofecondata” per produrre
fiori maschio su una pianta femmina. L’autoimpollinazione (detta
anche autofecondazione) è il processo per creare semi impollinan-
do una pianta con il suo polline.
L’autoimpollinazione è una pianta
che fa sesso con se stessa. Questa
procedura può permettere di ottenere popolazioni di piante a partire
da un’unica pianta.
La popolazione di prima generazione derivata dall’autoimpollinazione di una sola pianta si chiama
popolazione S1. Una pianta S1 che
viene reimpollinata si chiama S2.
Le generazioni successive ottenute
nello stesso modo si chiamano S3,
S4, ecc.
I caratteri per cui la pianta è
omozigote rimangono omozigoti nell’autofecondazione, sebbene
loci segregati eterozigoti e possono
manifestare nuove espressioni di
questi caratteri.
Sappiamo che i loci omozigoti
rimangono omozigoti nelle generazioni future con l’autofecondazione.
I loci eterozigoti aumentano del 50
percento. Ogni generazione succes-
siva sarà un 50 percento in più
omozigote rispetto al genitore da
cui è derivata.
L’autoimpollinazione ripetuta, o
provenienza da un unico seme, è
il modo più rapido per ottenere
caratteri omozigoti in un gruppo o
una famiglia. Più le piante crescono
da una popolazione autofecondata,
maggiore sarà la probabilità per un
selezionatore di trovare progenie
autoimpollinata che mostri tutti i
caratteri desiderati.
Selezione per
autoimpollinazione
Primo passo: individuare i genotipi superiori per il carattere da
selezionare.
Secondo passo: incrociare i genotipi superiori e selezionare la progenie migliorata.
Terzo passo: ripetere il primo e
il secondo passo su una serie di
generazioni.
Questo è un brano tratto dal capitolo 25 “Breeding” della Cannabis Encyclopedia (596 pagine, oltre 2.000 immagini a colori, formato A4) di Jorge Cervantes, disponibile in inglese. L’edizione in spagnolo
sarà disponibile nell’autunno del 2017. Per maggiori informazioni, visitate il sito di Jorge www.marijuanagrowing.com.
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24
TESTARE LE VARIETA’
Il sistema a stoppino e
il setup sperimentale
Da consumatori, potreste aver avuto esperienze con LO SCHEMA
situati sul fondo del contenitore.
L’esperimento è stato condotto su
varietà come Gorilla Glue e OG Kush. Se così non una tenda da coltivazione 1,5 x 1,5
metri. È stata appesa verticalmente
fosse, è abbastanza facile guardare le statistiche e una fonte ad alogenuri metallici OG
da 860 watt in un sofisticato rifletleggere qualche recensione prima di acquistarle per il tore raffreddato ad aria contratto
mediante timer. L’illuminazione rafconsumo, oppure potete comprare alcuni grammi di freddata ad aria non ha permesso al
calore di entrare nella coltivazione. il
calore in eccesso è stato comunque
ogni varietà e trarre voi le vostre conclusioni.
controllato mediante un condizione
ad aria con ricircolo installato sulla
È un po’ diverso quando si sceglie tali affinché i coltivatori possano parete laterale appoggiata su un
una varietà da coltivare. Vivo in una scegliere quale pianta coltivare. I tavolo al di fuori della tenda. L’aria
zona dove ci sono molti dispensari test possono essere utilizzati per:
è stata arricchita con CO2 mediante
che vendono cloni. Hanno un’amXQVHUEDWRLRGDNJUHJRODWRFRQXQ
pia scelta di varietà, fra 25 e 125 ȏ6FHJOLHUHODPLJOLRUSURJHQLHSHUOD sensore settato per tenere lo spazio
cm in ciascuno. Ci sono quindi in
a 1200 PPM durante le ore di luce.
propagazione dei semi.
media circa 75 varietà fra cui sce- ȏ7HVWDUH JOL HIIHWWL GHOOH QXRYH SUD- Un piccolo ventilatore oscillante fa
gliere.
tiche di coltivazione sulle varietà circolare continuamente l’aria nello
spazio.
in esame.
Quando si scelgono nuove varietà ȏ6FHJOLHUH OD PLJOLRU SLDQWD SHU L Un termometro per la rilevazione
da coltivare per uso personale o
della temperatura massima e minicloni a partire da semi acquistati.
per la distribuzione, queste sono ȏ7HVWDUH OH YDULH SUDWLFKH GL FROWL- ma è stato appeso alla tubazione a
alcune delle domande che vengolivello del canopo. La temperatura è
vazione.
no in mente: come si ramificherà ȏ7HVWDUH L YDUL IHUWLOL]]DQWL H UHJLPL stata settata per non scendere mai
la pianta? Quando crescerà dopo
al di sotto dei 15,50C.
di fertilizzazione.
la forzatura? Quando tempo ci
vuole per la maturazione? Quali Questo schema è stato progettato Le piante sono state piantate in convarietà funzionano meglio con i per minimizzare tempo, manodo- tenitori da 2 litri, da 15 cm, riempiti
vari metodi usati? Si pensa anche pera, energia e spazio, affinché i con una miscela al 50% di fibra di
al raccolto.
coltivatori comuni, che siano pic- cocco, al 25% di compost invecchiacoli o grandi, possano condurre un to fatto in casa (ricavato dalle foglie
Ecco alcune delle domande a cui test relativamente ampio, senza delle piante, da scarti di frutta e alipuò essere data una risposta se intoppi.
mentari) e per la parte rimanente di
si porta avanti una sperimenta- L’idea è quella di coltivare piante mix di coltura di progetti precedenti.
zione sulla pianta. Sto testando in miniatura forzandole a fiorire
uno schema di sperimentazione precocemente, in modo tale che Ho usato un sistema a stoppino ma
standard da applicare. Con la dif- facciano crescere pianticelle in vi consiglio di usare il metodo che
fusione di ibridi e varietà diverse, miniatura con fiori quando diven- preferite, che sia fibra di cocco, mix
i test sulle piante sono fondamen- tano più grandi.
di coltura, idroponico o altro.
Uno stoppino in nylon intrecciato a
doppia estremità da 1 cm parte da
ogni estremità dei fori contrapposti
Passa poi nel vassoio al di sotto. Le
estremità dello stoppino vengono
bloccate con dei nodi affinché lo
stesso non si sfilacci. In questo caso,
i 35 contenitori poggiano su un pallet di legno posizionato all’interno
di un vassoio da 1,2 x 1,2 metri riempito con acqua piovana trattata con
una formula vegetativa idroponica
completa (7-9-5 con silicato di potassio) per portare il tutto da 700 PPM
partendo da meno di 30 PPM. Il pH
è stato ridotto poi a 6.
La circolazione dell’acqua nel vassoio è stata possibile utilizzando 2
piccole pompe d’acqua che muovevano un totale di 1.135 litri l’ora.
È stata aerata utilizzando quattro
air stone alimentate da una piccola
pompa per acquario. Un dispositivo
di riscaldamento da acquario per
150 litri ha mantenuto l’acqua a un
minimo di 210C. Il vassoio poggiava
su un pezzo di Styrofoam spesso 1,3
cm che ha creato una barriera fra il
vassoio e la fredda pavimentazione
in cemento.
PROCEDURA PER AVVIARE
LA COLTIVAZIONE
ȏ(WLFKHWWDWH RJQL SLDQWD XWLOL]]DQGR
un segnalino in plastica all’interno
25
del contenitore e un’altra etichetta
to nella coltura, assicuratevi che
nylon, a seconda del bisogno.
che può essere utilizzata in sicuidentificativa attaccata al gambo. ȏΖPSRVWDWH OH OXFL D UHJLPH FRQWLl’aria o il calore emesso non arrivino
rezza durante la fase di buio è una
Usate una matita morbida per scridirettamente alle piante.
nuo per una settimana. Spegnetele
fluorescente verde, laser o LED.
vere, perché molti tipi d’inchiostro
poi per un giorno per scatenare il ȏ$JJLXQJHUHDFTXDDOYDVVRLRTXDQ- ȏ'XUDQWH LO SHULRGR GL OXFH OD WHPsbiadiscono.
peratura ideale delle foglie è di
passaggio delle piante dalla fase
do utilizzato. Anziché utilizzare la
ȏ0HWWHWHOHSLDQWHQHLFRQWHQLWRULΖO
FLUFD & 8WLOL]]DWH XQ WHUPRvegetativa alla fioritura.
formula vegetativa, utilizzate una
gambo non dovrebbe essere posi- ȏΖO *Ζ2512 6(*8(17( ULDFFHQGHWH
metro per rilevazione superficiaformula completa idroponica per
zionato più in profondità di quanto
le per controllare la temperatura
la luce, ma utilizzate un timer in
ILRULWXUDSDUWHRSL»FRPH
non sia già. Se dovesse servire,
delle foglie. Regolate poi il condimodo tale che nello spazio ci siano
a 700 PPM. Aggiungete l’acqua con
utilizzate uno spiedino per tenere
zionatore e il dispositivo di riscal12 ore di luce e 12 ore di buio comil pH regolato all’occorrenza.
dritte le piante.
damento per mantenere la templeto al giorno.
ȏ4XDQGR FDPELDWH LO FLFOR GL ILRULȏΖUULJDWHGRSRDYHUPHVVROHSLDQWH ȏ0DQWHQHWH LO UHJLPH OXFHEXLR SHU
peratura della foglia fra 26,50C e
tura, cambiate il fertilizzante pasnei vasi con acqua e fertilizzante
& 'XUDQWH OD IDVH GL EXLR
il mese seguente. Durante la fase
sando alla formula per la fioritura
per la fase vegetativa (400 ppm).
la temperatura ideale è di circa
di buio le piante hanno bisogno di
(io ho usato una formula completa
È una delle poche occasioni in
240 C. Non dovrebbe mai scendebuio ININTERROTTO. Non aprite le
3-13-6). Drenate bene il vassoio e
cui lo farete. In futuro, le piante
re al di sotto dei 15,50C. Utilizzate
tende o la porta e non accendete
aggiungete un nuovo mix di acqua
assorbiranno la soluzione di acqua
un dispositivo di riscaldamenla luce durante il periodo di buio,
e nutrienti.
e nutrienti fino allo stoppino in
to a gas o elettrico se necessario.
neanche per un istante. L’unica luce ȏ6HFȇªXQGLVSRVLWLYRGLULVFDOGDPHQ-
Ciascuna delle 35 piante si trova in un contenitore da 12,7 cm con
uno stoppino che assorbe l’acqua mediante azione capillare.
Le piante sono state poste nei contenitori tenendo il gambo
alla stessa profondità a cui si trovava nella fase iniziale.
Le piante vengono irrigate con una soluzione di nutrienti diluiti e acqua cui
vengono aggiunte micorrize. Questo aiuta il cubo a rimanere compatto e a
crescere bene nel mix.
27
Le piante sono state spostate in una
piccola serra cinque settimane dopo
l’inizio della fioritura perché stavano
crescendo troppo. Questo ha raddoppiato le dimensioni del canopo a
1,2 x 2,4 metri. Hanno anche riempito questo spazio, ma hanno smesso
di diventare più grandi e hanno
concentrato la loro energia nella
fioritura, facendo crescere dei fiori.
piante sono state appese a essiccare in una stanza fresca.
Di solito la temperatura della stanza è di circa 18-210 C, ma ha fatto
piuttosto freddo e la temperatura
della stanza è scesa al di sotto dei
170 C, il che rallenta il processo di
essiccatura. Ci sono state anche
molte nuvole e pioggia, il che ha
mantenuto l’umidità relativa media
attorno al 65%. Una percentuale
del 50% è ideale per l’essiccatura e
la cura delle piante. Dopo due settimane, le piante erano leggermente
umide, molto flessibili e non erano
pronte a passare alla fase seguente del loro viaggio, per essere poi
tagliate.
La serra ha ricevuto luce solo dall’alto e dal davanti. Gli altri lati sono
pareti. Per somministrare luce naturale, sono state tenute accese 2
fonti HPS da 1.000 watt dalle 10
alle 16. Una di queste si trova su
un dispositivo di movimentazione
luci e l’altra è attaccata alla parete
superiore per illuminare la parte
posteriore più buia della serra.
Dato che le piante si trovavano
molto vicine fra di loro, i lati delle
stesse e le foglie e i rami inferiori non hanno ricevuto molta
luce. Poiché la luce alimenta sia la
crescita che il metabolismo delle
piante, queste parti non hanno
contribuito allo sviluppo delle stesse. Hanno invece utilizzato l’energia prodotta a livello del canopo
per alimentarne il metabolismo e
hanno ostacolato il libero flusso
dell’aria fra le piante. sono state
eliminate. Questo ha aiutato le
piante a riempire bene lo spazio,
agevolando il passaggio dell’aria e
riducendo l’energia utilizzata dalla
parti non produttive.
Per accelerare il processo, ho usato
un deumidificatore, ho riscaldato la
stana e ho eliminato l’umidità.
Dopo essere cresciute un mese, le piante hanno mostrato
un’abbondante crescita estranea.
Questa è una coltivazione invernale prima dell’equinozio di primavera (22 marzo), quindi le piante
hanno ricevuto meno di 12 ore di
luce. Il raccolto della coltura è iniziato il 25 marzo, a sole 6 settima-
Le piante sono state potate. Dopo la potatura, l’aria può circolare
liberamente e le piante hanno un po’ più spazio. Da notare il
sistema a stoppino che consiste in un pallet all’interno di un
vassoio e stoppini in nylon.
ne di distanza da quando le piante
sono state messe in fioritura. Sono
maturate tutte nel giro di due settimane. Una volta che sono state
potate, alcune delle foglie della
chioma sono state eliminate e le
Le piante avevano assunto forme
diverse e una volta appese senza le
foglie della chioma, erano facilmente riconoscibili. Prima di eliminare
le cime, ho fotografato ogni pianta
per avere un riferimento in futuro.
Le cime sono state tagliate, pesate e
testate per misurare il contenuto di
cannabinoidi. Questo ha fornito un
profilo delle rispettive forme, del loro
aspetto e della resa relativa.
Queste informazioni aiuteranno i coltivatori a pianificare le loro coltivazioni:
la distanza fra le piante e come potarle per ottenere un raccolto maggiore.
Primo piano di una giovane cima di Sour Diesel.
28
Primo piano di una cima di Grand Daddy Purple essiccata
Le 35 piante nella serra sono pronte per il raccolto.
Il mese scorso il raccolto invernale
era ancora appeso e ci è voluto
molto tempo fra l’essiccatura e la
cura. Ora sono tutte essiccate correttamente, in contenitori in vetro.
ȏ/H FLPH VRQR VWDWH WHVWDWH XWLlizzando un solo strumento,
QuantaCann2, che usa la luce
infrarossa per determinare la percentuale di cannabinoidi. È molto
preciso e ci vuole meno tempo,
meno di sessanta secondi a test.
Purtroppo non può testare la percentuale di terpeni o flavonoidi.
ECCO LE VARIETÀ TESTATE
ORDINATE PER CONTENUTO
DI THC:
NOME DEL CAMPIONE RISCALDATO
DEL CLIENTE
THC
CBD
Tipica pianta da serra: Blue
Dream.
opo l’essiccatura e la cura, le piante
sono state pesate. I risultati non
sono straordinari, perché è stata
Le piante indoor sono state
messe a essiccare in una tenda da
coltura non utilizzata.
somministrata poca luce durante la
fioritura e il raccolto.
Primo piano di una cima di Harlequin essiccata
Blueberry 46
18,7285
<1,5
Tahoe OG /44
18,5799
<1,5
THC Bomb /40
17,8746
<1,5
Sunset Sherbert
17,0002
<1,5
Fire OG /11
16,4761
<1,5
Candyland /21
16,3428
<1,5
Ghost OG /38
16,3067
<1,5
Purple Cream/29
16,1856
<1,5
Headband /47
16,1766
<1,5
Deadhead OG/34
16,0319
<1,5
Larry OG /33
15,6465
<1,5
Double Dream
15,4269
<1,5
GDP/19
15,3888
<1,5
Sour D
15,2815
<1,5
Xj/13/1
14,9222
<1,5
LA Fire/26
14,7357
<1,5
Blue Dream /39
14,7292
<1,5
Dream Queen/18
14,4515
<1,5
Kosher Kush
13,9608
<1,5
Pure OG Kush /30
13,6575
<1,5
Gorilla Glue/10
13,4882
<1,5
Purple Diesel/24
12,3195
<1,5
Harlequin GDP/50
7,3913
8,4
Harlequin/57
6,0568
7,4
ACDC /43,
<2
10,4
ACDC /43
<2
10,5
COMMENTI
I livelli di THC non sono stati alti. Il
motivo principale è che le piante
hanno ricevuto solo una quantità
modesta di luce durante la fioritura.
Le ore totali di luce in media sono
state solo di 10,5 al giorno. La luce
del sole invernale e all’inizio della primavera è stata debole e soprattutto
indiretta. Il tutto è stato integrato
con 6 ore di luce HPS, comunque
non sufficiente per avere il massimo
sviluppo delle cime e raggiungere il
potenziale a livello di THC.
Le differenze nei livelli di THC mostrano il potenziale THC/CBD relativo
delle varietà. Da notare quante
varietà figurano nella gamma 16%
-14%, tranne le varietà speciali, che
praticamente non hanno CBD.
Le piante sono state misurate e
fotografate per immortalarne la
forma. Questa è una Sour Diesel.
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DIY
31
COME FAR GERMINARE FACILMENTE I SEMI E
FARLI SOPRAVVIVERE I PRIMI 10 GIORNI
Di cccp
Usando delle pinzette, riponete delicatamente i semi
su un foglio di carta da cucina inumidito, all’interno
di un contenitore per alimenti in plastica. Il foglio
deve essere umido, ma non gocciolare.
Richiudete il foglio di carta da cucina sui semi e riempitelo bene negli angoli, chiudete poi il coperchio del
contenitore per alimenti.
Mettete il contenitore per alimenti chiuso in una
dispensa della cucina per almeno 24 ore. I semi sani
dovrebbero germogliare nel giro di 24 e 48 ore. Non
appena germogliano, toglieteli.
Nel frattempo, preparate il substrato per i germogli.
Acquistate della perlite.
Spargete la perlite sul fondo della vostra piccola
serra.
Acquistate delle zolle Jiffy, che contengono torba
pressata.
Quando i semi sono germinati, lasciate le zolle
immerse in acqua tiepida per 5 minuti. Quando sono
completamente intrise, mettete i semi germinati con
le radici verso il baso nei fori presenti in ciascuna
zolla. Coprite il foro leggermente con della torba
della zolla e non mettete i semi troppo in profondità.
Ora viene la parte davvero importante! I germogli
devono essere messi in un incubatore con il coperchio perfettamente chiuso. Mettete una fonte neon
(da giorno) Cooltube da 33 watt sopra l’incubatore
(20 ore accesa/4 ore spenta). Più neon c’è, meglio è!
Un sacco di luce del giorno è quello di cui hanno bisogno i germogli, e di nient’altro.
Dopo due giorni, i germogli dovrebbero essere così.
Ogni giorno potete aprire le bocchette di areazione
dell’incubatore un po’ di più. Dopo 7 giorni dovrebbero essere aperte completamente.
Quando le radici fuoriescono dalla zolla (di lato o sul
fondo), trapiantate la zolla in un vaso leggermente
più grande, che contenga terra non fertilizzata al
100% (che potete trovare in qualsiasi supermercato).
Togliete il coperchio dell’incubatore e tenete le
vostre piccoline sotto la luce per 2 o 3 giorni. Se il
tempo lo consente, potete mettere tutto il vassoio
sotto la luce del sole per 1 o 2 ore al giorno, affinché
le piante s’induriscano.
Giorno 10. È fatta! Le vostre piccoline sono sopravvissute alla fase più critica della loro vita e sono ora
pronte da trapiantare nel vaso finale. Ricordate: più
grande è il vaso, più grande sarà il raccolto. Questo
non vale per le varietà autofiorenti, che hanno bisogno di vasi da 20 litri al massimo.
BANCHE DI SEMI
33
AUTOWHITE WIDOW
AUTOFIORENTE AD ALTO CONTENUTO DI THC PER LA
COLTIVAZIONE INDOOR E OUTDOOR
Negli ultimi anni, le varietà di cannabis autofiorenti ad alto contenuto di THC si
sono diffuse sempre di più. Indoor, permettono di arrivare da seme a raccolto
in 75 giorni con un regime di 20 ore di luce al giorno. Le autofiorenti delle società
che vendono semi di qualità superiore sono selezionate secondo elevatissimi
standard e arrivano al raccolto con un regime di 24 ore di luce senza fase di
buio. Ciononostante, sono stati i coltivatori di cannabis outdoor ad aver tratto
maggior beneficio dalla rapida diffusione della qualità genetica delle autofiorenti degli ultimi anni. La AutoWhite Widow è una delle varietà autofiorenti più
performanti di Dutch Passion per la coltivazione outdoor e quest’anno, a marzo
e aprile, Dutch Passion ricompenserà i coltivatori outdoor con una promozione
paga uno prendi due per i semi di AutoWhite Widow. Molti coltivatori outdoor
hanno cominciato a passare dalla coltura di varietà femminizzate a fotoperiodo
alle autofiorenti e i motivi alla base di questa tendenza sono svariati e solidi:
Di Tony, Dutch Passion Seed Company Amsterdam
Le autofiorenti assicurano raccolti
rapidi di cannabis di qualità.
Le autofiorenti ci mettono circa 90 giorni per
passare da seme a raccolto, outdoor. Nei Paesi
Mediterranei questo può quindi comportare fino
a tre raccolti consecutivi di autofiorenti in un
anno. Le autofiorenti possono essere piantate
in contenitore o direttamente nel terreno. Una
buona qualità del terreno e ottime condizioni
ambientali garantiscono piante più grandi con
maggiori raccolti di cannabis di elevatissimo livello.
La cannabis coltivata a partire da buoni semi di
autofiorente ha la stessa potenza di una varietà
di elevata qualità a fotoperiodo. Alcuni coltivatori
outdoor ritengono che l’eccellente potenza del
raccolto delle autofiorenti sia dovuta al fatto
che le autofiorenti possono essere raccolte a
metà dell’estate quando le cime sono maturate
sotto l’intensa luce del sole estivo. Le varietà a
fotoperiodo sviluppano le loro cime sotto l’intensa
luce solare autunnale. Alcuni coltivatori outdoor
ritengono che questo contribuisca a conferire un
lieve vantaggio qualitativo alle autofiorenti.
Le autofiorenti restano piccole.
Le piante a fotoperiodo possono raggiungere
un’altezza e una larghezza di 3-4 metri. Può essere
difficile nasconderle. Le autofiorenti tendono ad
aggirarsi attorno al metro di altezza. Questo le rende
molto più facili da nascondere dietro una parete,
ad altre piante, ecc. Sono anche facili da coltivare
outdoor in un bosco, nell’angolo di un campo, in
un’area urbana con terra incolta, ecc.
Le autofiorenti garantiscono più
raccolti outdoor in un anno, e non
uno solo.
Questo riduce notevolmente i rischi e significa
che si devono aspettare solo 90 giorni per un
nuovo raccolto. Le autofiorenti hanno reso molto più
comoda la coltivazione outdoor, a prescindere da
dove si coltivi. Le autofiorenti sono ideali anche per
coltivare in serra e in poli-tunnel.
Le autofiorenti sono valide quanto
le varietà normali a fotoperiodo.
Dutch Passion è in grado di stabilire la differenza
a livello di potenza esistente fra le migliori varietà
autofiorenti e le migliori varietà a fotoperiodo, ormai
da anni. I nostri clienti riescono ad avere gli stessi
risultati e questo è il motivo per cui le autofiorenti
sono diventate così popolari. Anche per i coltivatori
novizi è facile coltivare le autofiorenti e ottenere
eccellenti risultati. Tutti possono coltivarle outdoor:
basta assicurarsi di avere acqua a sufficienza
durante i periodi caldi.
Più persone che mai pianteranno varietà autofiorenti outdoor quest’anno.
Se non avete mai provato,
questo potrebbe essere
l’anno giusto. Investite
in semi di buona qualità
distribuiti da una banca
di semi affidabile e pensate ad alcuni luoghi
dove nascondere una o
due piante. In condizioni
ragionevoli, potete aspettarvi di ottenere 40-100
g di cannabis essiccata di
altissima qualità da un’unica autofiorente. I coltivatori con esperienza ne
otterranno ancora di più.
È un modo rapido, facile
e a basso prezzo per produrne abbastanza per uso
personale. Provare per
credere: potrebbe cambiare il vostro modo di concepire la coltivazione
della cannabis outdoor.
www.dutch-passion.com
34
SHOP REVIEW
nella famosa Warmoestraat. Non
con il caffè ma con un cane. Qui nel
famoso luogo nelle Wallen (il quartiere a luci rosse) di Amsterdam,
in mezzo a tutte le “pussycats”, un
cane di nome Hunter’s segnò il suo
territorio centrando la pipì sulla facciata. Il proprietario del cane decise che quello fosse il luogo ideale e nacque così il primo Hunter’s
Coffeeshop. Nel frattempo il territorio di Hunter’s si è esteso e trovi
il famoso logo con il cane in tutta
Amsterdam.
HUNT THEM ALL
HUNTER’S COFFEESHOP
NOT ONLY REALLY, REALLY, REALLY GOOD COFFEE
Un panettiere inforna, Un creativo crea, E un coffeeshop? Serve il caffè. HUNTER’S IS NOT FOR
Certamente a Amsterdam. La capitale Hunter’s Coffeeshop. Perché qui PUSSIES
/D VWRULD GL +XQWHUȇV LQL]L´ QHO abbiamo un buono ma veramente ottimo caffè. E non solo caffè di tutti i
tipi e gusti. Da Hunter’s Coffeeshop trovi tutto quello che rende indimenticabile la tua visita a Amsterdam. O dimenticabile, se vuoi.
ARIA DI CAFFÈ
Chi cerca un vero ma veramente
ottimo caffè non deve camminare molto a Amsterdam. Annusi il
Hunter’s Coffeeshop a chilometri di
distanza. L’odore aromatico impregnante del caffè lo provi in tutta
Amsterdam. In ogni angolo di strada. Incontri questo aroma sui canali.
Il più forte e frastornante è il profumo del caffè quando ti incammini
verso uno dei Hunter’s Coffeeshop.
Li trovi in vari punti di Amsterdam,
quindi dovunque sei o alloggi c’è
sempre un Hunter’s Coffeeshop
nelle vicinanze.
QUALITÀ ECCEZIONALE
Il profumo squisito e che rende
matti fa capire di che cosa si tratta:
il caffè che servono da Hunter’s
Coffeeshop ha una qualità eccezionale. Le Bar Babes di Hunter’s muovono le mani non solo per un ottimo
espresso, ristretto o latte macchiato.
La qualità di un buon caffè è fissata
da molto di più del contenuto della
tazzina. È tutta l’atmosfera e l’esperienza intorno al caffè che determinano la qualità del caffè.
ATMOSFERA RILASSATA
Da Hunter’s Coffeeshop puoi bere
il caffè tranquillamente e con relax.
L’interno è fresco e moderno e invita
a prendere tutto il tempo e a provare i vari prodotti. Perché un tipo di
caffè è diverso da un altro. Oltre al
caffè, Hunter’s offre tutto quello che
rende felice una persona. Da squisiti, freschi succi a birra e aperitivi
nel Hunter’s Bar. Da snack sani a
buonissimi brownie.
Hunter’s Bros
Waterlandplein 7
1024 LL Amsterdam
Hunters Filiaal
Papaverweg 2
1032 KH Amsterdam
Hunter’s The Bar
Utrechtsestraat 16
1017 VN Amsterdam
Hunter’s Coffeeshop
Utrechtsestraat 14
1017 VN Amsterdam
Hunter’s The Pub
Warmoeestraat 24
1012 JD Amsterdam
Hunter’s Coffeeshop Haarlem
Key West
Schoterweg 66
2021 HP Haarlem
Hai capito: non è solo l’ottimo
caffè che rende famoso il Hunter’s
Coffeeshop. Ogni Hunter’s ha
un’unica atmosfera e specialità. Ci
sono ben sette filiali a e intorno a Amsterdam. Dalla famosa
Warmoestraat nel centro fino all’autostrada a Amsterdam Nord, molto
facile da raggiungere. C’è anche
un Hunter’s Coffeeshop a Haarlem,
così puoi visitare Hunter’s prima
di andare in spiaggia. Completa la
tua visita a Amsterdam e visita tutti
i Hunter’s, o come si dice da noi:
Hunt them all.
Vuoi saperne di più su Hunter’s? Visita
www.hunters-coffeeshop.com
o segui Hunter’s su Facebook.
36
COMIC
LE AVVENTURE DI GIOVANNI FUMA
OGGI È IL
GIORNO...
OGGI È UN
GRAN GIORNO
PER LE MIE
PICCOLE!
AHHH! IL
PIACERE TANTO
ATTESO DI
TAGLIARLE!
TRE ORE DOPO
IN
EFFETTI
DOPO UN
PO’ È UNA
PALLA!
... DEL
RACCOLTO!
SONO SICURO
CHE L’HASHISH
SULLE FORBICI
RICOMPENSERÀ
QUESTO LAVORO
IMMENSO!
APPENDERE LE CIME IN
UNA STANZA AL RIPARO
DALLA LUCE, CON UNA
TEMPERATURA DI CIRCA
18 °C E UN’UMIDITÀ
COMPRESA FRA IL 50 E IL
60%...
5 KG! DEV’ESSERE
UN SOGNO!
DOPO L’ESSICCATURA…
CAZZO!
SONO DIMINUITE
ALMENO DELLA
METÀ!
CONTINUA…
FINALMENTE!
DOMANI INVITO
I MIEI AMICI
PER L’ASSAGGIO!!
FINE
ANTIPRO
37
FESTIVAL DELLA SEMINA
AL LEONCAVALLO
TRE GIORNATE DI MUSICA, CULTURA E
POLITICA DELLA CANAPA
Credits: Leoncavallo.org
Quest’anno il Leoncavallo di Milano,
spazio pubblico autogestito, ha trasformato la ventennale festa della
semina in un festival che si dipanerà
dal pomeriggio del 31 marzo alla
sera della 2 aprile, con la partecipazione di migliaia di persone e uno
stuolo di breeder, cuochi, musicisti,
pazienti, medici e gli attivisti di alcune tra le esperienze più interessanti
a livello europeo. Ma si va ben oltre
a partire da una conferenza sulla
genetica organizzata da Free Weed
dove è stato invitato Shanti Baba,
che intende aumentare la consapevolezza del pubblico anche rispetto
di Enrico Fletzer
alle genetiche.
Sono stati allestiti tanti ambienti con tanti eventi
canaposi e se, come al solito, i dibattiti interessano
“solo” qualche centinaio di persone, rispetto alle
migliaia in missione ricreativa, è probabilmente
bene che sia così perché gli spazi del Leo sono vasti
e diversificati e vale la pena scoprirli un po’ tutti.
La serata del venerdì è dedicata alla medicina con gli
interventi di tre autorità del settore come il medico
Fabrizio Cinquini “Dr. Cannabis” con un intervento
sulla co-evoluzione uomo-cannabis mentre, il nostro
Fabrizio Dentini presenterà la sua inchiesta su storia
e prospettive della canapa medica e Luca Marola
contestualizzerà la svolta pro-cannabis degli USA nel
contesto dell'elezione di Donald Trump.
Il sabato è previsto un incontro sull’Europa dei consumi
stupefacenti con l’on. Daniele Farina e Martin Barriuso,
presidente del cannabis social club basco Pannagh
e di un avvocato in rappresentanza dello studio
Brotons, il più importante team di difesa legale della
penisola iberica. L’incontro è importante per capire
come sta evolvendo una delle situazioni più avanzati
sul terreno della liberazione e regolamentazione della
cannabis in Europa, dopo che il secondo club belga,
il Mambo Social Club di Hasselt, è stato interdetto
dalla magistratura. Anche perché dopo le vittorie
iniziali che avevano visto il Pannagh prosciolto dalle
accuse, con il clamoroso dissequestro di 25 kili di
infiorescenze di cannabis da parte della Magistratura
e lo sdoganamento dei club da cui derivò un vero
e proprio boom di locali dedicati in Catalogna e
in misura molto minore nel Paese Basco, il clima
sembrava radicalmente cambiato dopo la riconferma
del governo conservatore.
Ma non necessariamente la situazione pare volta
per il peggio nonostante l’ultima decisione della
magistratura spinta dai soliti tutori dell’ordine che ha
condannato Martin e i suoi compagni a pesanti pene
detentive e pecuniarie, nonostante la Corte abbia
riconosciuto la assoluta mancanza di ragioni di lucro.
Ma molti pensano che la situazione sta per cambiare
per il meglio dopo che a livello locale le autorità
indipendentiste avevano sostenuto la necessità di
una regolamentazione, anche con provvedimenti ad
hoc che hanno in qualche modo impedito la chiusura
della maggior parte dei cannabis social club. Una
situazione che potrebbe favorire le associazioni più
democratiche e con un numero di soci limitato. In
queste condizioni i nostri amici spagnoli pensano
sempre in positivo, con un possibile ritorno alle
origini delle prime associazioni cannabiche secondo
lo slogan Piccolo è Bello. Saremo a fianco degli amici
spagnoli e dei tanti italiani che operano in quel
contesto. Mentre toccherà all’on Daniele Farina, oltre
che fare gli onori di casa, l’incombenza di trattare
il ginepraio in cui pare confinata la proposta della
legalizzazione all’italiana.
Dopo il dibattito segue il mega-concerto dei Sud
Sound System che rappresentano una delle band
italiane più impegnate sul tema a conclusione di una
lunga serata con concerti live e numerosi dj, senza
dimenticare l’Hemp Bar e la cucina popolare con
un menu a tutta canapa quasi a coronamento della
quarantennale storia del Leoncavallo che è legata a
filo doppio con il tentativo di organizzare una vita
autogestita in cui la cultura della cannabis ha sempre
avuto un ruolo importante come pure il contrasto
all’eroina degli albori di questo storico centro sociale
milanese che ha cambiato sede almeno tre volte negli
ultimi quarant’anni. Una cultura che in qualche modo
è legata alla tragica morte dei giovanissimi Fausto
e Jaio eliminati da un gruppo di fascisti alle ore
20.30 del 18 marzo 1978 mentre erano impegnati
in un lavoro di contro-informazione sulle bande che
operavano nel quartiere.
E a dieci anni di distanza della seconda fase eroica
della vita del Leo ormai sotto sgombero e della
eroica resistenza che diede la stura alla stagione dei
centri sociali italiani, negli anni Novanta, in piena
fase della “Milano da bere” parla invece il fantastico
libro di un musicista di una band dell’epoca, i Pila
Weston in Fiamme e rock’n’roll di Bruno Segalini. Un
romanzo veridico sullo sgombero del Leoncavallo nel
1989, in un epoca dove faceva parte del comitato di
gestione l’attuale giallista di grido Sandrone Dazieri,
autore di Attenti al Gorilla e del recente L’Angelo che
nella prefazione afferma come “rileggere quanto
accaduto nelle pagine di questo libro ha, come si
dice, risvegliato in me fantasmi che credevo sopiti e
ricordi lacrimevoli. Se c’eravate anche voi, sono certo
che subirete il medesimo effetto, altrimenti avrete
un assaggio di quello che fu un periodo straordinario
in senso terapeutico che ricreativo. Ma è dal 1996
che la pianta assume una grande importanza nella
vita del centro sociale per motivi anche geografici.
La vicinanza della Svizzera italiana che attirava
moltissimi giovani lombardi e che ha avuto una
grande influenza nelle politiche del movimento
antiproibizionista italiano. Erano anche gli anni delle
prime fiere della canapa come il Cannabusiness
svoltosi per alcune edizioni nella Ruhr in Germania.
Da allora il Leoncavallo ha scelto la giornata della
semina come un augurio di un buon raccolto, anche
seminando disobbedienza e invitando personalità
del mondo della musica e della politica a presenziare
all’inizio del ciclo della natura rappresentato dalla
canapa, il vero ospite d’onore. Un ospite che assieme
al lavoro tenace può portare buoni frutti. Come ama
ripetere il suo ex-portavoce l’onorevole Daniele
Farina che, insieme all’onorevole Benedetto Della
Vedova, per l’amor del vero, di idee politiche peraltro
piuttosto divergenti, è stato il più esplicito e costante
sostenitore di politiche giuste ed efficaci in tema di
cannabis in tutto il Parlamento italiano.
Da Daniele Farina vengono sempre dei giudizi
piuttosto sobri su quelle che sono le dinamiche
in atto e quindi non ci si potrà aspettare altro
che una sobria presa d’atto di un cadavere non
ancora dichiarato ufficialmente morto, ovvero
l’approccio proibitivo finora adottato. Sia a livello
parlamentare che di società. Anche per questo sarà
interessante capire quello che ci si può aspettare
dalle forze politiche di un Parlamento che aveva
quasi i numeri per fare delle politiche decenti ma
che rischia ancora una volta di perdere il treno
Credits: Leoncavallo.org
e bellissimo di cui ci sentimmo protagonisti ed eroi.
E forse lo fummo davvero, per un breve istante”.
Anche lì c’erano chilum e barricate, tanto per
smentire la passività di molti consumatori ma passata
un’epoca di opposizione alla legge Craxi-Jervolino
che ancora una volta criminalizzava la cannabis sulla
spinta della war on drugs all’americana.
Ma per arrivare ai giorni nostri, é nella terza vita del
Leo, nel terzo millennio, anche grazie al portavoce
Daniele Farina, ora deputato della Repubblica nella
Commissione Giustizia, che si è palesata come uno
dei punti qualificanti delle attività politiche e culturali
la riscoperta della pianta utile cannabis-canapamarijuana, che si è manifestata in maniera sempre più
completa in quello che, pur formalmente occupato,
è divenuto uno spazio pubblico autogestito e punto
di incontro di quasi tre generazioni di alternativi.
Iniziatore per altro anche di uno dei primi grow
shop della Lombardia. Ma anche partecipando
a pieno titolo al MDMA, il movimento di massa
antiproibizionista protagonista delle street parade
di Bologna e delle marce per la cannabis come la
Million Marijuana March di Roma. Ma anche portando
ormai avanti anche a livello parlamentare l’impegno
antiproibizionista come nel caso di Daniele.
Ma quella del Leo è sempre stato un rapporto
sobrio, mediato dalla militanza e dal fatto che alcuni
attivisti rivendicassero il loro uso della canapa più
nella ennesima campagna elettorale permanente.
O almeno così sembra, mentre nel caso di Martin
Barriuso il cui destino sarebbe quello di venire
ingabbiato e sommerso dalle mega-multe, e le
cose probabilmente andranno così perché Pannagh
rappresenta una delle poche alternative alla follia
dell’attuale mercato e soprattuto perché la Spagna
trasuda di vibrazioni positive nonostante la crisi.
Anche qui il Leoncavallo, pur con i suoi limiti, ci
dimostra fin dal 1989 che nonostante la nebbia e
il freddo, un miracolo a Milano è sempre possibile.
Per lo meno in via Watteau. Il Leoncavallo è fin dagli
inizi l’ispiratore di un moderno e positivo approccio
con le virtù di questa pianta, invitando lungo tutta la
sua recente storia i personaggi più importanti della
Rivoluzione della Canapa: dai medici olandesi e
tedeschi, ai militanti svizzeri, a Mr. Nice passando per il
Nova Institute, la scrittrice francese Michka e tanti altri.
Ma quest’anno l’iniziativa assume quasi le
dimensioni di una rivoluzione culturale che dimostra
una certa maturità con un’ampia scelta di prodotti,
di spettacoli e di relatori. Il week end a cavallo tra
marzo ed aprile rinverdisce l’impegno ventennale
dello spazio pubblico autogestito ma soprattutto ci
interroga anche su come proseguire ed aggiustare la
cassetta degli attrezzi dopo un ventennio di lotte e
di iniziative non sempre coronate da successo.
®
Nuove Varietà
Collezione di genetiche procedenti
principalmente dagli USA. Aromi tipo legno,
cipresso, limone, dissolvente, terra e spezie.
Questo tipo di genetiche ricche di CBD sono
adatte per la cura di molteplici malattie
grazie alle diverse proprietà terapeutiche e
medicinali del CBD e del THC.
San Fernando Lemon Kush® (SWS62)
Indigo Berry Kush® (SWS63)
Sweet Nurse Auto CBD® (SWS59)
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<RUNGHOHWDEHOODGHOGHFUHWRPLQLVWHULDOH,Q,WDOLDODFROWLYD]LRQHGL&DQDSDqYLHWDWDDUWUHGHOGSUVHQRQVLqLQSRVVHVVRGLDSSRVLWDDXWRUL]]D]LRQHDUWGSU,QDVVHQ]DGLDXWRUL]]D]LRQHL
VHPLSRWUDQQRHVVHUHXWLOL]]DWLHVFOXVLYDPHQWHSHUDOWUL¿QL]RRWHFQLFRFROOH]LRQLVWLFRHWF,VHPLYHQJRQRYHQGXWLFRQODULVHUYDFKHHVVLQRQVLDQRXVDWLGDWHU]HSDUWLLQFRQÀLWWRFRQODOHJJH
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MICROGROWING
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Piccoli capolavori
in esterna
LA MICRO COLTIVAZIONE È POSSIBILE
ANCHE OUTDOOR
In questo numero voglio riportare un’intervista sul microgrowing che feci
qualche mese fa durante una Cannabis Cup. Il microgrowing è la coltivazione
in spazi estremamente ridotti. È una pratica relativamente recente nata grazie
ad appassionati grower impossibilitati a coltivare nel canonico metro quadrato, spesso per mancanza di spazio o per necessità di segretezza. Addirittura
ho visto coltivare in un case da computer, le classiche tower che andranno
sparendo tra qualche anno. Gli spazi necessari allo sviluppo delle piante
sono sempre più piccoli, complice l’avvento dei led tra le luci da coltivazione
disponibili sul mercato. Viene da sé immaginare le possibilità di operare con
delle fonti di luce che non scaldano, se dalle HPS si passò alle CFL, ora i led
di CBG
dominano incontrastati il mondo della micro coltivazione.
Negli anni passati già scrissi sul microgrowing, intervistai addirittura un altro
micro coltivatore, ma questa volta la
persona che ho incontrato sorprendentemente coltiva indoor e outdoor
alla stessa maniera con i medesimi
accorgimenti. Andiamo a leggere le
sue risposte alle mie domande, sicuramente saranno piene di preziosi consigli per noi appassionati.
SSIT: Presentati ai nostri lettori,
chi sei e cosa fai.
Sono un coltivatore hobbista di cannabis e mi piace fumare. Vivo dove è
illegale coltivare più di una pianta a
testa, vorrei dire anzi è illegale anche
Il microgrowing è diventato per
te un hobby, ma nasce come
necessità, giusto?
Sì, inizialmente volevo esser discreto.
Sono un fumatore del weekend, non
consumo grandi quantità e preferisco
certamente il sapore all’effetto. Devo
dire che però col tempo ho ricevuto
grandi apprezzamenti dagli amici con
cui fumo. Un giorno decisi di andare
ad una Cannabis Cup e portare con
me due o tre fiori da far assaggiare
ai partecipanti e portarmi a casa il
parere di qualcuno più esperto. Beh
non voglio tirarmela ma la mia erba
è piaciuta a tutti! Quindi ora sono un
appassionato felice del mio bel hobby.
Certamente! Dovresti vedere che piante
tozze e vigorose che riesco a far crescere in un vasetto così piccolo. Non
so se è proprio microgrowing perché
comunque ho più spazio di una scatola
minuscola, però raccolgo sempre più di
cento grammi dal mio davanzale con
un vaso così piccolo. Ti dirò la fatica è
doverlo bagnare due volte al giorno e
quando il sole picchia forte anche tre
volte. Devo sempre lasciare un sottovaso con dell’acqua che ovviamente sparisce a vista d’occhio. Indoor invece ho
provato anche un bubbler grazie ad una
guida trovata online, credo si chiami
bubbler il DWC con la pietra porosa sul
fondo. Ho ottenuto bei risultati ma preferisco la terra e un paio di pote in più.
Ma torniamo a come coltivo, si è
capito mi piace la terra e il biologico. Preferisco il vero sapore delle
erbe come anche tu sempre ribadisci nei tuoi articoli. Utilizzo la
terra bat mix perché viene miscelata dalla fabbrica con del guano, che
come tutti sanno è ricco in fosforo.
Aggiungo della perlite espansa per
Andiamo però con ordine perché
i nostri lettori sono famelici di
dettagli. Parlaci prima del tuo
armadietto e poi di come hai traslato il microgrowing outdoor.
Va bene, cominciamo dal mio armadietto indoor. Ho detto già che per
IL MICROGROWING È LA COLTIVAZIONE IN SPAZI
ESTREMAMENTE RIDOTTI. È UNA PRATICA RELATIVAMENTE
RECENTE NATA GRAZIE AD APPASSIONATI GROWER
una sola pianta ma la polizia tollera
i numeri esigui perché qua a parte
mia moglie fumano tutti. Mia moglie
è la causa della mia specializzazione in microgrowing. Viviamo in un
appartamento molto piccolo e non
vogliamo sacrificare una stanza al mio
hobby. In più, i miei genitori e i suoi
sono spesso qui da noi in visita, quindi
non è proprio fattibile in casa nostra.
Inizialmente avrei voluto montare in
un angolo del bagno una piccola growbox, ma tra la doccia e l’inagibilità
del bagno ho deciso di cercare una
soluzione su internet. In un forum
ho trovato la soluzione che cercavo e
ho iniziato con un piccolo armadietto
sotto la scrivania.
Veniamo al tuo hobby, parlaci
ora delle tue tecniche di coltivazione che interessano tantissimo a chi vuole cimentarsi
nell’arte dei “bonsai cannabici”.
In realtà io sono un microgrower
perché coltivo in un armadietto di
20x40 con una piastra a led dell’IKEA
però, tieniti forte CBG, coltivo anche
sul davanzale in un vaso da tre litri e
mezzo.
Quindi il mio paragone col
mondo dei bonsai è azzeccato
se ci dici che coltivi in un vasetto
dello yogurt.
motivi di discrezione devo mantenere
tutto nascosto in una specie di comodino sotto la scrivania, unico pertugio
libero da sguardi indiscreti. La mia scelta è di lavorare in terra, con fertilizzanti
biologici. Sempre do questo consiglio
perché la differenza con un’erba minerale è notevole. Pensa che agli inizi feci
due raccolti con dei prodotti blasonati
ma dovetti farci del burro e una space
cake: mai più minerale né liquido né
solido. Tornai immediatamente al biologico, gettando nel cesso i fertilizzanti
rimasti e cambiando growshop. Senza
fare nomi addirittura il growshopparo
mi fece complimenti per il mio raccolto! Vabbè, i gusti sono gusti come dice
chi beve vino da tavola.
alleggerire il terriccio e poi niente,
ho la fortuna di avere un amico
con una pianta madre che mi regala uno o due cloni alla volta da
poter fiorire. Se è primavera mi
regala due cloni per poter coltivare
sul davanzale, il resto dell’anno mi
porta sempre un esemplare basso
e molto ramificato come sa che
piacciono a me. Il resto è solo
stare attento che le piante bevano
e non abbiano problemi tipo oidio
o ragnetti rossi che sono l’unica mia
preoccupazione.
Interessante la tua descrizione, soprattutto il tuo commento sulla nutrizione biologica
40
delle piante, descrivici però il
tuo setup tipo luci, areazione…
La luce è una piastra a led comprata
all’IKEA, consuma pochi Watt e rende
una luce non so a quanti K però le
piante crescono vigorosissime e formano cime piccole ma durissime. Il
ricambio d’aria è garantito da una ventolina da computer abbastanza potente e silenziosa. Vuoi sapere la cosa
bella? Utilizzando una luce a led da
pochi Watt riesco a raccogliere facilmente un grammo a Watt, come i
migliori professionisti!
Mi sembra di capire non usi filtri
ai carboni attivi: non hai nessun
problema di odori molesti?
No, lascio sempre un profumatore
d’ambienti vicino all’uscita della ventolina così che l’aria in uscita possa
prender profumo di pulito. Poi ho
notato che se non tocco le cime non
fanno granché odore… sono veramente pochi grammi in totale, ma che
sapore!! Mentre sul davanzale non
Il microgrowing outdoor è secondo
me la capacità di coltivare sul davanzale negli angoli più piccoli anche magari
tra le piante aromatiche per occultare
meglio le nostre ricercatissime amate
piante di cannabis. Le differenze con
il microgrowing indoor sono notevoli,
sul davanzale devo solo preoccuparmi
di potare i rami e rimuovere la maggioranza delle cime ad inizio fioritura. Con
l’esperienza ho imparato a lasciare
poche cime sulla pianta, anche una
sola e spesso non è nemmeno l’apicale. Chiaro che la produzione ne risente,
delle cime ad inizio fioritura così che
la pianta si trovi con pochi apici su cui
convogliare le forze.
Oppure hai mai pensato a creare una tua linea di piante di
taglia adatta a te?
Quali altri accorgimenti ti
sentiresti di consigliare a chi
vuole cimentarsi nella micro
coltivazione?
No, non ho mai avuto tra le mani semi
di auto fiorenti nane purtroppo. Ma
non credo neanche di sapere dove
andare a prenderle perché sui cataloghi leggo taglia XL, grandi piante… e
comunque potendo scegliere non vorrei una auto fiorente nel mio giardino
perché non mi son mai piaciute. Forse
in un futuro saranno migliori, chi lo
sa. Avrei forse delle riserve nel potarle
Innanzitutto vorrei ben chiarire perché si coltiva in micro: perché non
abbiamo spazio. Chi è un forte consumatore o ha bisogno di alte dosi terapeutiche dovrebbe approcciarsi alla
GLI SPAZI NECESSARI ALLO SVILUPPO DELLE PIANTE SONO
SEMPRE PIÙ PICCOLI, COMPLICE L’AVVENTO DEI LED TRA LE
LUCI DA COLTIVAZIONE DISPONIBILI SUL MERCATO
ho problemi perché siamo all’ultimo
piano e anche lì non si tratta che di
quantità esigue.
Parlaci invece del tuo microgrowing outdoor, hai detto che
utilizzi un vaso da 3,5 litri sul
davanzale.
Sì, utilizzo un vaso piccolino che ovviamente d’estate devo bagnare più volte
al giorno, soprattutto quando fa molto
caldo o quando tira il vento.
Cosa significa micro coltivare
in esterni?
ma non è la quantità l’obiettivo di noi
micro coltivatori.
La potatura deduco sia l’intervento più importante che effettui sulla tua pianta.
Sì, giustissimo! Perché con un vaso così
piccolo la riserva di acqua disponibile è
troppo poca e le piante arriverebbero
a sera in forte stress idrico. Quindi preferisco potarle rimuovendo anche le
foglie più grandi o più vecchie così da
lasciare meno tessuti verdi bisognosi
d’acqua sulla pianta. Un altro dettaglio
sarebbe rimuovere la maggioranza
coltivazione da un altro fronte perché
il microgrowing è per hobbisti appassionati bisognosi di piccole quantità
da piccoli spazi. Detto questo consiglio di optare per gli strain più compatti, come quelle indica. Sarebbe
bello averle di taglia nana ma produttive però so che non è esattamente
ciò che cercano i breeders per cui mi
metto il cuore in pace e vado selezionando tra i cloni che mi regalano.
Hai detto taglia nana però
come dici tu non è un obiettivo del breeding. Hai mai provato con le autofiorenti nane?
perché so che vanno dirette fino a fine
fioritura e avrei paura a tagliarle e perder tutta la produzione, che come ho
già detto è modesta.
Sul breeding invece devo dirti che non
saprei nemmeno da dove iniziare: purtroppo lo spazio è quel che è e non
potrei portar innanzi nessun progetto.
Chissà poi se al mondo qualcun altro
sarebbe interessato…
Grazie per le tue risposte, saranno sicuramente d’ispirazione a
chi vuole approcciarsi al mondo
del microgrowing. Buone fioriture, a te e a tutti i nostri lettori!
42
PUNTO LEGALE
Controllori controllati?
La legge antidroga applicata ai tutori della legge
Deputate a proteggerci, le forze dell'ordine hanno
dimostrato in più casi di rappresentare a volte un pericolo
per l'incolumità dei cittadini: lo vediamo puntualmente
alle manifestazioni di piazza, lo ricordiamo con orrore
quando si parla del G8 di Genova, lo riportano le
cronache quando si fanno i nomi di Federico Aldrovandi,
Aldo Bianzino o Stefano Cucchi. In questi contesti,
quando si riesce a spezzare l'omertà della categoria, si
finisce sempre per parlare di “mele marcie”, di individui
con problematiche pregresse, di abuso di sostanze: il
libro/film ACAB di Carlo Bonini è solo l'ultimo esempio
di questo sforzo istituzionale per ricordare che le forze
dell'ordine sono in realtà amiche del cittadino. Dietro ai
caschi e ai manganelli, alle manette e alle divise ci sono
pur sempre delle persone, dicono.
Le persone infatti sono umane e in
quanto tali peccano, sbagliano, trasgrediscono. Spesso abusano della
loro posizione e, fortunatamente
non così spesso, uccidono. Dal volo
di Giuseppe Pinelli in poi, la storia contemporanea italiana ci ha
insegnato che, quando “ci scappa il
morto”, le forze dell'ordine sanno
chiudersi a riccio e proteggere gli
agenti incriminati, anche a costo di
commettere ulteriori reati di fronte
alla legge.
Il caso di Stefano Cucchi è emblematico nella misura in cui, grazie
alla tenacia della sorella Ilaria, la sua
storia è diventata di dominio pubblico e ci ha dato un punto di vista
inedito su quello che può succedere nelle caserme italiane. Assieme
all'avvocato Fabio Anselmo, la
famiglia Cucchi ha deciso di affron-
di Giovanna Dark
tare un lungo calvario giudiziario
al fine di riabilitare la memoria di
Stefano – bollato come anoressico,
sieropositivo, tossicodipendente da
Giovanardi e dai suoi cani da riporto – e abbattere il muro di omertà
che fin troppo spesso lascia le divise
impunite.
I carabinieri che lo arrestarono – e
cioè Alessio Di Bernardo, Raffaele
D’Alessandro e Francesco Tedesco
– sono ora imputati e di omicidio
preterintenzionale e ritenuti responsabili del pestaggio e del conseguente decesso del giovane geometra.
Ai tre tutori dell'ordine è contestata
anche l’accusa di abuso di autorità,
per aver sottoposto Cucchi “a misure di rigore non consentite dalla
legge” con “l’aggravante di aver commesso il fatto per futili motivi, riconducibili alla resistenza di Cucchi al
momento del foto-segnalamento”.
Assieme a loro, accusati di calunnia,
il maresciallo Roberto Mandolini,
allora comandante della stazione
dei carabinieri Appia (quella che,
nella notte tra il 15 e il 16 ottobre
DYHYD SURFHGXWR DOO
DUUHVWR
e i carabinieri Vincenzo Nicolardi e
Francesco Tedesco. Per Mandolini
e Tedesco, infine, anche il reato di
falso verbale di arresto.
I moventi dell'omicidio di Stefano
sono stati definiti dai giudici stessi
come “futili” e, se si pensa che molto
spesso si attribuisce questo aggettivo a crimini commessi da persone psicologicamente instabili, non
è forse così malizioso credere che
gli agenti che hanno ammazzato di
botte Stefano fossero sotto l'effetto
di una sostanza come ad esempio
la cocaina.
Queste sono ovviamente solo mere
supposizioni ma è un dato di fatto
La buona notizia è che lo scorso 17 che anche tra le fila delle forze
gennaio il pool guidato dal procu- dell'ordine stesse il proibizionismo
ratore di Roma Giovanni Musarò e ha fallito. Le cronache hanno ripordal sostituto Giuseppe Pignatone tato di agenti intenti a vendere la
ha chiuso l’inchiesta bis sulla morte droga precedentemente sequestradel geometra romano, avvenuta in ta, gli atti giudiziari concernenti le
un reparto protetto dell’ospedale grandi manigestazioni, dal G8 alle
3HUWLQLLORWWREUH8QPRUWH tante No Tav, hanno spesso descritoccorsa sette giorni dopo il suo arre- to celerini in evidente stato di altesto nel parco degli Acquedotti per razione e, per la pura legge dei
il reato di detenzione e spaccio di numeri, è certo che anche una persostanze stupefacenti: nello specifi- centuale dell'arma contribuisce ad
co 21 grammi di hashish e 2 grammi ingrossare la torta dei consumatori
di cocaina.
di sostanze italiani.
PER LA PURA LEGGE
DEI NUMERI, È
CERTO CHE ANCHE
UNA PERCENTUALE
DELL'ARMA
CONTRIBUISCE
AD INGROSSARE
LA TORTA DEI
CONSUMATORI DI
SOSTANZE ITALIANI
Ma come si comportano le forze
dell'ordine in termini di lotta alla
droga? Come vengono controllati i
controllori? Anche in questo caso ci
sono due pesi e due misure o l'Arma
vuole davvero debellare il consumo
e l'abuso di sostanze da parte dei
suoi componenti?
La relazione annuale consegnata dal Dipartimento delle Politiche
Antidroga al Parlamento ci da modo
di dare uno sguardo alle procedure
interne adottate dai tutori dell'ordine in termini di contrasto alla droga,
carpendo un po' meglio l'approccio
che lo Stato tiene nei confronti dei
suoi difensori.
Per i pochi che anora non lo sapesero, in ambito Difesa, la materia di
contrasto all'uso e abuso di sostanze è disciplinata in modo diverso
rispetto al mondo civile. I capi a
cui i militari fanno riferimento sono
principalmente tre e sono il “Codice
dell’Ordinamento Militare” (D.lgs.
66/2010), il Regolamento per l’applicazione delle procedure per gli
accertamenti sanitari di assenza
della tossicodipendenza o di assunzione di sostanze stupefacenti o psicotrope in militari addetti a mansio-
43
ni che comportano particolari rischi
per la sicurezza, l’incolumità e la
salute di terzi presso il Ministero
della Difesa (DIFESAN-2010), ed infine le Direttive delle singole caserme
che disciplinano le peculiari attività
di prevenzione, accertamento delle
tossicodipendenze e dei comportamenti d’abuso.
L’orientamento delle Forze Armate
italiane si dice “costantemente rivolto al massimo contrasto nei confronti dell’uso di sostanze stupefacenti e psicotrope ed all’abuso di
alcol da parte del personale dipendente, proprio in virtù della prioritaria esigenza di dover assicurare,
in qualsiasi momento, personale
completamente integro sul piano
psico-fisico e, conseguentemente,
idoneo ad assolvere tutti gli obblighi
di servizio in piena sicurezza per sé
e per la collettività”.
In ragione di quanto sopra, ai militari, ai poliziotti e ai carabinieri è
richiesto un elevato senso di responsabilità e di osservanza delle regole,
e le assunzioni sia saltuarie sia abitudinarie di sostanze stupefacenti e
psicotrope possono essere in qualche modo compatibili con le condotte che minacciano l’integrità psicofisica dell’individuo. Figuriamoci se
ci scappa il morto.
In quest'ottica sono stati individuati specifici protocolli e misure di
sicurezza a tutela dell’incolumità
e, in particolare, finalizzate primariamente alla prevenzione di incidenti correlati allo svolgimento di
mansioni e/o attività lavorative a
rischio. Per attività a rischio possiamo intendere gli scontri di piazza, piuttosto che la gestione di un
fermo complicato o operazioni che
in generali implichino il potenziale
uso di armi da fuoco. “Secondo tale
orientamento – spiega la relazione
- è diventato prevalente un indirizzo di cautela che è alla base della
sospensione lavorativa preventiva
dei sospetti/presunti assuntori”.
Non si licenzia dunque ma semplicemente si sospende.
di sostegno e rieducazione sanitaria presso i consultori psicologici
(dell'Arma of course) e sottoposti
ad accurata e approfondita valutazione clinica e psicodiagnostica,
sempre da professionisti interni. Per
il personale ancora non transitato in
servizio permanente, invece, anche
l’assunzione occasionale di sostanze
stupefacenti e psicotrope comporta
il proscioglimento dalla vita militare:
per loro basta il primo test.
I testi a cui si sottopongono gli agenti sono oltretutto relativamente più
blandi rispetto a quelli cui sono
costretti i normali cittadini una volta
beccati in flagrante e denotano
in primis un garantismo che non
è concesso ai civili. Le “misure di
sicurezza” menzionate dalla relazione del DPA, altro non sono infatti
che un semplice esame delle urine
fatto in modo casuale una volta
ogni morte di papa: ovvero “nella
misura del campione mensile del
5% della forza effettiva dell’Ente di
appartenenza”. Nel caso in cui, a
seguito del test, vengano accertati
eventuali stati di tossicofilia (livelli
bassi) o di tossicodipendenza (livelli
alti), il personale militare sospetto
non viene immediatamente sospeso dal servizio ma viene sottoposto
ad ulteriori e più accurati controlli
di laboratorio e valutazioni cliniche
psicopatologiche a cura dei Servizi
sanitari, dei Consultori Psicologici e
Servizi di Psicologia.
Insomma, per l'Arma il test dei cataboliti non basta e prima di allontanare un agente dal posto di lavoro,
dalle sue mansioni e dall'arma di
ordinanza, lo si sottopone ad ulteriori visite medico-psicologiche e,
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solo in un secondo momento, a
nuovi esami complementari tossicologici di laboratorio.
Il militare che, dopo questi passaggi, risulti ancora positivo ai tests
tossicologico-analitici di screening
viene posto in posizione di inidoneità temporanea al servizio da parte
del Dirigente del Servizio Sanitario,
in attesa del risultato dell'ulteriore test di conferma. Quest’ultimo,
viene effettuato a cura del Servizio
medico militare competente. Per chi
se lo chiedesse: si, i test antidroga gli
agenti se li fanno in casa, con tutte
le collusioni che questo comporta.
In caso di positività anche all'ulteriore test di conferma (e, a questo
punto, anche allo stereotipo che
vuole i militari tipicamente mancare di acume), l'agente viene inviato
dal Dirigente del Servizio Sanitario
al Servizio medico militare competente per territorio per l’approfondimento diagnostico ed eventuali
provvedimenti medico-legali previsti
dalle disposizioni vigenti.
Esiste però una differenza sostanziale tra il personale in servizio permanente effettivo e quello in ferma
prefissata, ovvero tra i precari della
difesa. I primi, se risultati positivi
ai test, vengono avviati ad attività
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Quello offerto dal DPA è quindi un
quadro ben diverso da quello che
interessa i civili. I tutori dell'ordine, nonostante siano chiamati ad
un rigore e ad un disciplina ben
maggiore dei cittadini comuni o di
altre categorie di lavoratori da cui
dipende l'incolumità di terzi, godono
di garanzie che li pongono in automatica deroga rispetto alla legge
sulla droga vigente. Considerato il
loro stato di servizio, 3 test clinici e
qualche seduta dallo psicologo, non
si possono certo chiamare azioni di
deterrenza, nè si può chiamare screening un campione che vuole coprire solo il 5% dell'organico effettivo.
Anche in tema di droga, dunque, i
militari tendono palesemente all'autotutela e si chiudono a testuggine
sull'elemento imputato. C'era forse
da stupirsi?
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CBD
45
nire diversi livelli di cannabinoidi. Hanno
pertanto dimostrato che, in un ambiente
climatico controllato e con maggiore
quantità di luce, è possibile ottenere una
maggiore resa, più resina e un livello più
elevato di cannabinoidi. Analogamente,
secondo l’esperienza del coltivatore, il
tenore di CBD può aumentare o diminuire entro uno specifico intervallo.
Miglioramento del contenuto di CBD
mediante cromatografia
Analisi e miglioramento
vegetale per CBD 2.0
Selezione di progenitrici
Abbiamo visitato Dinafem e il dottor Ananda ci ha raccontato che risultati delle
analisi sono da loro utilizzati per sviluppare varietà ricche di CBD.
Il laboratorio di Dinafem ha appena compiuto 4 anni. Inaugurato ad ottobre 2012,
si avvale di un team costituito in collaborazione con Renovatio ed Ai Laket. L’area
che occupa era originariamente destinata
a un progetto di riduzione rischi, consistente nell’analisi di campioni provenienti
dai vari club, cui venivano restituite informazioni sul contenuto dei cannabinoidi
presenti nelle varie piante.
Dinafem ha partecipato attivamente a
questo progetto, appoggiandolo con la
nascita del laboratorio, il cui campo di
attività è stato poi esteso al miglioramento vegetale delle autofiorenti ed a
uno studio approfondito delle varietà
offerte dalla stessa banca. Sono dovuti
partire da zero perché il metodo d’analisi all’epoca non era corretto e s’era
manifestata la necessità di concepire e
validare un proprio metodo. Dai primi
test, il grado di precisione è aumentato
sempre più, tanto da rendere i risultati particolarmente affidabili. Come ci
spiega il dott. Ananda, “ogni qual volta
riceviamo degli strumenti il programma
fornito in abbinamento è ‘cieco’, ed è
quindi necessario integrare nell’elaborazione un proprio metodo validato”.
Le piante con tratti ermafroditi
vengono scartate
I vantaggi del metodo analitico
applicato
Ben presto la banca dimostra che il
metodo di miglioramento e selezione
vegetale assistita da cromatografia dà i
suoi frutti: ad esempio, in 3 generazioni
sono stati in grado di constatare come
autofiorenti, originariamente con 10%
di THC, raggiungono il 15% o più. Per
Macho CBD dominante
colmado de polen
comprovare questi risultati Dinafem ha
poi deciso di dotarsi di strumenti più
personalizzati, allo scopo di realizzare
un maggior numero di analisi, con maggior frequenza. A settembre 2014 viene
quindi creato questo spazio-laboratorio
che, a gennaio 2015, era già stato ultimato. Forte dell’esperienza acquisita
con la precedente strumentazione, il
dott. Ananda ha potuto approntare e
validare un suo metodo con maggiore
facilità, anche se, trattandosi di materiale nuovo, “bisogna sempre fare un po’ di
test iniziali prima di ad arrivare al livello
di precisione desiderato”. Al momento
la banca considera le sue analisi molto
affidabili per gli scopi perseguiti, giacché
in una selezione non si è mai verificato
nulla che non fosse già atteso.
H. Madera
In un primo momento continuano così ad
occuparsi della selezione di autofiorenti e
sviluppano la Bubba Kush Autoflowering
e la OG Kush Autoflowering. Con queste
linee vanno a colpo sicuro; a partire
dall’incrocio iniziale individuano tutti i
fenotipi interessanti. Anche questo lavoro ha dato i suoi frutti: ad esempio,
nell’ultima coppa di Expogrow, la OG
Kush Autoflowering ha conseguito il
record di potenza, superando il 20%
secondo un laboratorio indipendente.
Come spiega il dott. Ananda: “fare analisi con costanza e continuità è molto
utile per il miglioramento delle linee,
giacché è possibile individuare con facilità i migliori esemplari”.
Oltre rilevare i livelli di cannabinoidi, il
metodo analitico serve ad approfondire le conoscenze sulle genetiche; ad
esempio, individuare la distribuzione dei
chemiotipi un una varietà permette di
determinare lo stato del materiale di
partenza, se cioè si tratta di F1, F2 o F3.
L’altro aspetto su cui questa banca si è
concentrata è l’importanza del metodo
di coltivazione e del coltivatore, in quanto da una stessa pianta possono prove-
Maschio CBD dominante colmo
di polline
Inizialmente l’interesse della banca era
incentrato sul THC; per il CBD vi era sì un
nutrito interesse, benché la sua presenza si riscontrasse raramente. Con analisi
di routine Dinafem ha scoperto CBD in
una delle linee genetiche americane su
cui stava lavorando, da cui viene creata
Purple Orange CBD. La banca è ben
consapevoli che, oltre al THC ed al CBD,
esistono altri cannabinoidi ed è pronta
a rilevarli qualora si presentino in un
proporzioni insolite, perché desiderano
contribuire a migliorare il pool genetico
globale. Ci raccontano, in particolare,
che negli ultimi anni è già stato realizzato un numero sufficiente di scoperte
degne di nota, ma il prossimo futuro vedrà la comparsa di molte varietà
speciali. Verrà inoltre approfondita la
ricerca sull’effetto “seguito”, che consiste nello studiare l’incidenza sull’effetto
finale di una particolare combinazione
di cannabinoidi, terpeni ed altri componenti della pianta, in quanto si sa che il
risultato degli estratti diretti della pianta
è molto più completo rispetto all’uso di
un solo cannabinoide.
Una volta rassicurati sulla propria capacità di analisi, la banca comincia ad
addentrarsi nel progetto CBD, per il
quale ha dovuto dotarsi di strumenti di
prim’ordine per un uso intensivo protratto per diversi mesi. Nella fase di
selezione delle prime progenitrici, in un
Numerazione di progenitrici selezionate
contesto di coltivazione massiva, vengono effettuate analisi senza sosta, per
due intere settimane: di giorno si preparano i campioni e di notte la macchina li
analizza, alimentata da un processore
di campioni automatizzato. In questo
modo è stato possibile verificare che il
set di strumenti impiegato, pur limitato,
si dimostra efficiente per soddisfare le
necessità di Dinafem.
Come ci spiega il dott. Kush “vi sono
banche dei semi che utilizzano la OG
Kush Autoflowering di Dinafem per
riprodurre autofiorenti di buona qualità,
approfittando del lavoro da noi realizzato; ma nel caso del CBD la strada è
lunga e senza scorciatoie per poter fare
un buon lavoro; l’eccellenza si ottiene
46
solo con analisi su analisi e un lavoro che
si estende a varie generazioni”.
Campioni da riciclare nello
spazio-laboratorio
Prima di avviare il progetto Dinafem
conosceva la base teorica del breeding,
specialmente per l’ottenimento di varietà CBD. Nello sviluppo delle varie fasi
sono poi passati dalla teoria alla pratica,
verificando, con uno strumento di misura affidabile come il cromatografo, che
stavano ottenendo i risultati sperati.
In questo progetto, lavorando solo con
i chemiotipi desiderati, è possibile procedere ad ampie selezioni, con la possibilità di scartare un gran numero di
esemplari; è così che è possibile favorire l’ottenimento delle varietà migliori.
In primo luogo, separano i chemiotipi
di dominanza CBD, fra questi vi sono
concentrazioni variabili e, così facendo,
scelgono piante con più elevati livelli
di cannabinoidi. Ovviamente le analisi
sono solo una parte del lavoro: talvolta
in laboratorio si presentano chemiotipi
all’apparenza molto uguali ma, quando
si torna alla coltivazione, le differenze
appaiono chiare. Per questo motivo è
importante far riferimento ai dati analitici, oltre che al fattore umano, il lavoro di
breeder esperti: è solo così che Dinafem
è in grado di dare alle sue selezioni il suo
particolare ‘tocco’.
Posteriormente all’analisi di popolazioni
complete, vengono tracciati grafici, in
cui è possibile evidenziare la distribuzione: tale metodo torna utile, in particolare, quando si comincia a lavorare con
materiale genetico concreto, per verificare se le piante si comportano secondo
le aspettative. Questa mappatura serve
ugualmente a scartare un insieme di
piante prive di interesse per il progetto.
È così possibile conoscere a fondo il
materiale genetico con cui lavorare e
sapere in anticipo cosa avverrà negli
incroci, in modo da puntare direttamente ad ottenere il risultato desiderato.
Nel procedere alle analisi in fasi distinte,
la banca constata che una pianta non
può essere giudicata fin tanto che non
si arriva alla sua fase finale di crescita,
giacché non tutti i fenotipi maturano
in uno stesso momento ed il confron-
to risulterebbe inesatto: a 30 giorni
la migliore pianta di un gruppo può
essere solo la più precoce; a 60 giorni
la migliore di quello stesso gruppo sarà
plausibilmente un’altra.
Su un altro fronte, Dinafem procede
all’analisi del contenuto dei diversi
estratti per evidenziarne l’effetto sui
vari pazienti (ossia per conoscere a
quale effetto è associato uno specifico
rapporto di elementi). Sono anche stati
analizzati vari estratti di CBD provenienti
da canapa industriale esistente sul mercato, e si è scoperto che alcuni prodotti
sono di bassa qualità e con contenuto di
gran lunga inferiore a quanto promesso
in etichetta.
Prelievo di campioni, analisi e selezione
Dopo aver parlato in laboratorio con il
dott. Ananda, l’ho accompagnato, insieme al dott. Kush e al dott. O3, ad una
delle loro aree di selezione vegetale. Li
ho potuti così vedere in azione, mentre
procedevano agli scarti a partire da
250 femmine e 100 maschi. In primo
luogo vengono eliminati gli esemplari
ermafroditi, per pulire il pool genetico
da tratti intersessuali. Dal momento che
la maggior parte delle piante CBD presentano tratti di Sativa, Dinafem cerca
la novità cercando di creare genotipi
più tendenti all’Indica, con foglie grandi,
taglia media e un sapore gradevole:
ad esempio, vengono scartate le piante che tendono ad avere taglia troppo
alta (un approccio all’apparenza controintuitivo).
Come afferma il dott. Ananda “per ottenere risultati specifici è fondamentale
Varietà ricca di CBD con
tipologia di Indica pura
Ciascun barattolo è numerato due volte
seguire le buone pratiche, sin dal primo
momento, all’atto di prelevare i campioni, ma anche durante tutto il processo di
laboratorio”. Nella mia visita ho capito
bene a cosa si riferisce: prima di cominciare, i breeder si vestono con un camice
bianco e guanti in lattice. Selezionano
dapprima le piante più interessanti e le
numerano. Successivamente passano
al prelievo dei campioni, che viene effettuato senza toccare i fiori. I campioni
sono direttamente introdotti in un barattolo numerato, con tappo ugualmente
numerato, in modo da minimizzare le
possibilità di errore.
Si procede così all’analisi, per la quale
il dott. Ananda segue un metodo specifico, da noi già descritto nell’articolo
“Il giorno dell’impollinazione”. Nel frattempo questo metodo è stato da lui
perfezionato, continuando a lavorare a
temperature sempre più basse ed utilizzando meno materiale per non sporcare
il cromatografo. In sintesi il processo
consiste nell’essiccare il campione a
40º. Quindi si procede alla pesatura,
diluizione mediante ultrasuoni, centrifugazione, decarbossilazione in forno,
diluizione in etanolo ed introduzione del
campione nella colonna cromatografica. Ogni analisi si ripete varie volte per
escludere gli errori. Nella fase finale, il
dott. Ananda interpreta i dati davanti a
un computer e prepara i rapporti per
ciascun gruppo di popolazione.
Progenitrici CBD dominanti
Abbiamo anche visitato l’area delle
madri, in cui viene conservata una
copia delle migliori progenitrici CBD
dominanti, con vengono elaborati gli
ibridi CBD Dinafem. Senza usare una
stessa CBD dominante in distinte varietà (che finirebbe per omogeneizzarle),
Dinafem è fra le pochissime banche a
disporre di un ampio e variegato gruppo di progenitrici CBD dominanti, piante maschio e femmina, che consente
loro di lavorare indipendentemente su
ciascun ibrido.
Pur continuando con le varie attività di
miglioramento e sviluppo su ciascuna
linea, questa varietà di progenitrici colloca Dinafem fra le prime banche nella
selezione di piante CBD dominanti.
Conclusioni
L’introduzione di varietà CBD dominati è
stata avviata inizialmente come lavoro
totalmente artigianale, nel quale i breeder facevano ricorso a un mix di intuizione e fortuna: in quegli anni non esisteva
quasi nessun laboratorio che potesse
assisterli. Attualmente al fattore umano
vanno ad affiancarsi le analisi di laboratori: questo miglioramento vegetale
2.0 è ora proiettato verso l’eccellenza
e procede a passo spedito, in modo da
mettere a disposizione dei coltivatori
grosse quantità di varietà differenziate e
totalmente stabilizzate.
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ESTRAZIONE
Il nettare degli dei
CANNABIS E MIELE, UNA STORIA IN COMUNE
Sin dall'alba dei tempi miele e cannabis, doni di madre natura,
hanno ricoperto dei ruoli essenziali per la vita dell'uomo. La prima
testimonianza sull'utilizzo del miele è di età mesolitica, infatti in
una caverna nei pressi di Valencia, in Spagna, sono state scoperte
delle pitture rupestri, raffiguranti un uomo intento a raccogliere
del miele di api silvestri, risalenti all'anno 8000 a.C.
A partire dagli antichi egizi, che praticavano l'apicoltura e inserivano il miele come parte integrante nelle loro cerimonie religiose, alla medicina ayurvedica che considerava come dei rimedi
efficaci differenti tipi di miele per differenti problemi, ai greci
che attribuivano qualità divine, per finire agli antichi romani che
erano grandi produttori di miele di rosmarino utilizzandolo per
di [email protected]
addolcire il vino.
IL MIELE
Il miele è un alimento sano e completo, ricco di vitamine e sali minerali e
un basso indice glicemico, un perfetto
sostituto dello zucchero raffinato, inoltre le sue proprietà antiinfiammatorie
e antibiotiche lo rendono efficace per
curare molti disturbi. Esistono vari tipi
di miele, dai monofloreali che sono
prodotti a partire da un fiore specifico
a quelli multifloreali dove concorrono
già nell'antichità; l'imperatore Shen
Nung, padre della medicina cinese,
aveva inserito nella sua farmacopea
datata 2700 a.C., la marijuana come
antidolorifico e come possibile rimedio
a disturbi del cavo orale.
L'importanza medica della cannabis,
soprattutto negli ultimi anni è venuta
alla ribalta. I campi di applicazione
della marijuana medica sono molteplici, come molteplici sono gli studi in
vari tipi di fiori, il cosiddetto millefiori.
Ogni tipo di miele ha delle proprietà
specifiche, ad esempio il miele di acacia ha una consistenza liquida, sapore
delicato e proprietà purificatrici, mentre il miele di agrumi ha proprietà
sedative, oppure quello di castagno
dal sapore decisamente marcato e con
effetto mucolitico.
LA CANNABIS
Da sempre, la cannabis ha fatto
parte della vita quotidiana dell'uomo.
Utilizzata come alimento, in particolare i semi hanno un valore nutrizionale imparagonabile a molte altre
specie vegetali, la marijuana ricopriva
un ruolo importante anche all'interno
di riti religiosi appartenenti a credi
differenti, era utilizzata come sostanza
meditativa o in grado di connettere gli
uomini con entità ancestrali. Ma trovava largo utilizzo anche come farmaco
corso sulla possibile efficacia di farmaci a base di cannabinoidi. Epilessia,
asma, sclerosi multipla, glaucoma,
nausea e anoressia, sono disturbi
accertati da studi clinici che trovano
nella marijuana un rimedio efficace.
UN APICOLTORE DI
SUCCESSO
Cannabis e miele, insieme possono
essere considerati elisir della vita.
Un uomo ha tentato con successo
fondere in un unico prodotto le due
quintessenze. Il suo nome è Nicolas
Trainerbees, un apicoltore francese
che circa un'anno fa venne alla ribalta
nel panorama cannabis e non solo,
per essere riuscito ad addestrare le
sue api a produrre il miele utilizzando
piante di cannabis in piena fioritura.
Il risultato è stato un deliziosissimo
quanto rivoluzionario miele contenente tutti i benefici che può apportare
forma di alimenti o bevande, per accelerare il passaggio del THC-A e CBDA, presenti nella marijuana, rispettivamente in THC e CBD è necessario
apportare calore. Attraverso il processo di decarbossilazione si rendono
attivi i cannabinoidi, eliminando loro
il gruppo carbossilico -COOH, che si
distacca sotto forma di H2O e CO2.
METODI DI
DECARBOSSILAZIONE
la bilancia indica il
peso di 10 grammi
la marijuana. L'autore dell'articolo ha
avuto la fortuna di assaggiare questo
gustosissimo e prezioso miele di marijuana, lasciandogli un ricordo indelebile quanto saporito.
A causa delle leggi vigenti, il famoso
apicoltore non ha la possibilità di produrre il miele in quantità, superiori al
suo fabbisogno, tali da poterlo commercializzare e metterlo a disposizione dell'intera comunità.
Esistono differenti metodi per decarbossilare la marijuana, eccone alcuni
brevemente descritti :
1. riscaldare la marijuana, in forno a
circa 120°C per 30 minuti, questo
metodo molto semplice è sconsigliato perché poco controllabile con
il rischio di tostare letteralmente la
marijuana e conseguente perdita di
molte delle sue proprietà;
2. riscaldare la miscela a base di marijuana a bagnomaria in olio a circa
120°C per 30 minuti, è il metodo più
efficace, l'inconveniente però è che
non tutti i liquidi possono sopportare questa temperatura;
INTRODUZIONE
ALL'ESPERIMENTO
In questo articolo viene descritto come
realizzare in pochi semplici passaggi,
del miele di cannabis in casa senza
l'ausilio del lavoro straordinario svolto
dalle api. La dimostrazione prevede
un'infusione controllata di marijuana
in miele.
ATTREZZATURA E
MATERIALE
banco di lavoro
49
miele versato nel vasetto con il
sacchetto di
marijuana
Per il corretto svolgimento del procedimento sono necessari i seguenti
strumenti e materiali:
ȏFXRFLULVR
ȏWHUPRPHWURODVHU
3. riscaldare la miscela a base di
ȏELODQFLDGLSUHFLVLRQH
marijuana a bagnomaria utilizzanȏFRQWHQLWRULLQYHWURGLFLUFDO
do un cuociriso, permette di manȏ FRQWHQLWRUL LQ YHWUR FRQ FKLXVXUD
tenere costante la temperatura di
ermetica di circa 0,15 l;
80°C, in questo caso, per via della
ȏPHVWROR
temperatura inferiore a 100°C è
ȏJULQGHU
necessario cuocere la marijuana
ȏJDU]HVWHULOLLQFRPSUHVVH
per almeno 3 ore.
ȏVSDJR
PROCEDIMENTO
ȏJ0LHOH
ȏJΖQILRUHVFHQ]HPDULMXDQDRSSXUH Per rendere il miele ricco di cannabinoidi e saporito, sono stati impiegati
40g Trim marijuana;
20 grammi di infiorescenze di mariL'IMPORTANZA DELLA
juana su circa 500 grammi di miele.
DECARBOSSILAZIONE
Nel caso si trattasse di trim saranno
In natura, i cannabinoidi presenti nella necessari almeno 40 grammi per la
marijuana si manifestano sotto forma stessa quantità di miele. Il tipo di miele
di acidi carbossilici, THC-A e CBD-A, impiegato è di rosmarino, un miele
una forma non attiva e quindi metabo- pregiatissimo dal sapore delicato, perlizzabile solo in piccole percentuali da fetto per essere amalgamato con gli
parte dell'organismo umano.
aromi sprigionati dalla cannabis.
Quando la marijuana viene fumata o Con il grinder la cannabis è stata smivaporizzata, questo processo avvie- nuzzata in piccole parti e divisa in due
ne durante la combustione. La decar- lotti del peso di 10 grammi ciascuno;
bossilazione può verificarsi anche in due compresse di garze sterili sono
maniera naturale ma è un processo state aperte e distese per contenere
molto lento e poco efficace; nel caso la marijuana triturata. Dopo aver ripoi cannabinoidi sono consumati sotto sto il primo lotto di cannabis al centro
50
grafico decarbossilazione
della garza, facendo attenzione a non
sporcarne l'intera superficie, i quattro
angoli della garza sono stati piegati e
uniti in un unico punto in modo tale
da formare un sacchetto. Lo spago
avvolto intorno al collo del sacchetto lo assicurava chiuso. Dopo aver
insacchettato anche il secondo lotto
di marijuana, i sacchetti sono stati
collocati all'interno dei contenitori di
vetro, uno per ciascun contenitore.
Sistemato un vasetto per volta sopra
la bilancia e tarata quest'ultima, circa
250 grammi di miele sono stati versati
il termometro laser rileva la
temperatura di 80°C
con l'ausilio del mestolo in ciascun
contenitore, ricoprendo interamente
i sacchetti di marijuana all'interno. I
due vasetti una volta pronti sono stati
collocati nel pentolino del cuociriso.
Per consentire la cottura a bagnomaria, il pentolino è stato riempito d'acqua fino a coprire solo per tre quarti
i contenitori di vetro. Chiuso il coperchio del cuociriso, è stato avviato in
modalità cottura. Dopo circa 20 minuti
l'acqua all'interno del pentolino bolliva e con il termometro laser è stata
rilevata la temperatura del miele che
risultava essere di 80°C. La cottura
Ora il miele di marijuana era pronto
per essere consumato.
MODALITÀ' DI ASSUNZIONE
E DOSAGGIO
Il miele di marijuana può essere consumato come un semplice miele. Lo
si può aggiungere alle bevande calde
per addolcirne il sapore o più semplicemente consumarlo con piccole
cucchiaiate.
Il dosaggio dipende esclusivamente
da quanto è potente il vostro miele
e dall'effetto ricercato. A differenza
della cannabis fumata, l'effetto del
miele di marijuana si può manifestare anche dopo qualche ora, quindi è
consigliato procedere inizialmente con
piccole quantità per capirne gli effetti
e successivamente stabilire il corretto
dosaggio per l'effetto desiderato.
a bagnomaria in acqua non consente di raggiungere temperature molto
superiori, perciò il cuociriso è stato
impostato in modalità mantenimento
calore. Questa funzione permette di
decarbossilare la marijuana in maniera controllata. A intervalli di 20 minuti,
si controllava che il miele mantenesse
la temperatura di circa 80°C. Per assicurarsi che il miele entrasse completamente in contatto con la marijuana
contenuta nella garza, con il mestolo
si provvedeva a mescolare l'infuso
ad intervalli regolari. Dopo 1 h 30
min. dall'inizio della fase di cottura,
il livello dell'acqua nel pentolino del
bagnomaria era sceso a metà dell'altezza dei contenitori di vetro, perciò è
stata aggiunta un poco d'acqua fino a
raggiungere il livello precedente. Per
mantenere costante la temperatura
del miele, il cuociriso è stato di nuovo
messo in funzione cottura, dato che
l'acqua aggiunta nel pentolino era
fredda. Allo scoccare delle 2 ore, il
miele cuoceva misto al sacchetto con
10 grammi di marijuana, alla temperatura costante di 80°C. Reimpostato
in modalità mantenimento del calore,
il cuociriso è stato lasciato in attività
ancora per 1 ora. Terminate le 3 ore
dall'inizio dalla sua messa in funzione,
l'apparecchio è stato spento, lasciando raffreddare il miele, in attesa di
un ulteriore passaggio. Dopo circa
30 minuti, il miele è caldo al punto
da mantenere uno stato liquido, ma
abbastanza freddo da poterlo maneggiare. I sacchetti contenenti le infiorescenze di marijuana sminuzzata,
sono stati tirati fuori dai contenitori
e uno per volta sono stati strizzati
tra il palmo della mano assicurandosi
che il miele fuoriuscito attraverso la
garza, finisse all'interno del vasetto
contenente il resto del miele. Il miele
ottenuto presentava delle impurità,
perciò è stato ulteriormente filtrato;
sull'apertura dei due contenitori di
vetro più piccoli, quelli da 0,15 litri, è
stata collocata una garza che fungeva
da filtro, quindi il miele ancora contaminato è stato versato nei vasetti puliti attraverso la garza che tratteneva le
impurità presenti.
UN FATTO CURIOSO
Il miele è uno dei migliori conservanti
naturali. La sua composizione satura
di zuccheri, rende il miele un ambiente
ostile per i batteri. Infatti, un archeologo statunitense, Theodore Monroe
CONSIGLI PER UNA OTTIMA
CONSERVAZIONE
Per via delle proprietà igroscopiche
del miele, cioè la capacità di assorbire
l'acqua e gli odori presenti nell'atmosfera, i contenitori utilizzati per
la sua conservazione erano dotati di
chiusura ermetica; inoltre si è optato
di riporli in un luogo fresco e privo di
luce. La temperatura può influire sul
sapore mentre la luce è un agente di
degradazione del prezioso nettare.
miele di marijuana
Davis, vissuto tra la seconda metà del
XIX e l'inizio del XX secolo, scoprì all'interno di una tomba egizia un barattolo
di miele, risalente a 3300 anni fa, ancora del tutto commestibile.
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BELPAESE
53
di Giovanna Dark
Tutto cambia, niente cambia
Commento alla Relazione annuale del DPA al Parlamento
Non proprio puntuale, anche quest'anno la Realzione al Parlamento
sui dati relativi al consumo di sostanze stupefacenti in Italia punta
il dito sull'immutato giro miliardario che coinvolge il mercato nero
mantenuto in vita dal proibizionismo. “Il mio popolo si fa” cantano
gli Afterhours, e per farlo spende delle cifre da capogiro, mentre la
giustizia e le forze dell'ordine paiono sempre più accanirsi contro i coltivatori di cannabis. Una fotografia che nella forza disarmante dei suoi
numeri, mostra un paese in cui vizio è radicato a dispetto dei continui
tentativi di imbrigliarlo in diverse e “più efficaci” leggi.
Quattordici miliardi di euro: queste
le dimensioni mastodontiche del giro
d'affari creato dal consumo di sostanze stupefacenti sul territorio italiano
nel solo 2013. Una cifra che corrisponde allo 0,9% del Pil ed è in costante
crescita. Nel 2011 per esempio il consumo di droghe ammontava a circa
12,7 miliardi complessivi, mentre due
anni dopo gli italiani spendevano per
chimiche (ecstasy, Lsd, amfetamine).
Questo è quanto emerge dalla Relazione
annuale al parlamento sui dati relativi allo stato delle tossicodipendenze in Italia-2016, depositata in Senato
il 6 dicembre scorso, con modalità
del tutto nuove rispetto al passato:
prima fra tutte la decisione di non fare
una vera e propria presentazione al
Entrambe le organizzazioni radicali
accusavano infatti il governo Gentiloni
di voler mettere a tacere i risultati del
rapporto, che descrivono «il quadro
di una situazione pressoché immutata
rispetto al passato», come dice il radicale Marco Perduca, al fine di «tenere
lontano dalla conoscenza dei cittadini
i dati che non fanno altro che confermare i danni e l’inefficacia di leggi e
metodi proibizionisti», come sostengono i colleghi di partito Riccardo Magi
e Antonella Soldo. E forse un po' di
ragione ce l'hanno se si pensa che,
alla data in cui scriviamo, la relazione non è ancora stata caricata sul
sito del Dipartimento per le Politiche
Antidroga, dove tuttora campeggia in
home page quella dello scorso anno.
Tra gli addetti ai lavori è normale che la
prima domanda sia: come mai? «Forse
perché il Governo vuole tenere lontano
dalla conoscenza dei cittadini i dati che
non fanno altro che confermare i danni
nostro amatissimo DPA. Ormai orfano
del celeberrimo dottor Serpelloni, il
Dipartimento per le Politiche Antidroga
ha infatti ora una nuova direttrice nella
persona di Paola D'Avena, nominata
lo scorso 20 ottobre pur non avendo
alcuna voce in curriculum che la qualifichi come esperta in materia.
Classe 1966, laureata in giurisprudenza, inizia giovanissima il suo percorso
lavorativo all’interno delle istituzioni.
Dal suo curriculum ufficiale apprendiamo che dal 2001 é Consigliere della
Presidenza del Consiglio dei Ministri e
dal 2001 al 2004 è stata la dirigente
dell’ufficio legislativo del Ministro per
la funzione pubblica; dal 2004 al 2008
è stata coordinatore di servizio per il
Dipartimento per gli affari regionali/
Servizio Relazioni internazionali, comunitarie e transfrontaliere delle regioni
e degli enti locali e dal 2008 al 2013
ancora una volta è stata coordinatore
NELL'INCIDENZA DEI DATI FORNITI, INESORABILI E IMPERSONALI,
SI RIESCONO PERFETTAMENTE A SCORGERE TUTTE LE IGNOBILTÀ
DELL'IMPERITURA GUERRA TUTTA ITALIANA ALLA MARIJUANA
la cocaina 6,5 miliardi, per la cannabis
4 miliardi, per l’eroina 1,9 miliardi e 1,7
miliardi per gli altri tipi di stupefacenti,
aumentando di quasi 2 milardi il dato
dell'anno precedente. Da una stima
approssimativa (e probabilmente al
ribasso) sarebbero 6,1 milioni gli utilizzatori di cannabis sul territorio nazionale, 1,1 milioni invece gli assuntori
cocaina, 218 mila di eroina, e 591 mila
coloro che utilizzano altre sostanze
Parlamento. Il faldone di 550 pagine
firmato dall'allora Ministro Maria Elena
Boschi, oggi felice Sottosegretario alla
Presidenza del Consiglio, è stato pubblicato in formato PDF sul sito web del
Senato in data 16 gennaio, e solo grazie alle proteste sollevate da Radicali
italiani («un documento clandestino»,
lo hanno definito) e dall’Associazione
Luca Coscioni, i cronisti si sono accorti
della sua esistenza.
e l’inefficacia di leggi e metodi proibizionisti» rispondono i Radicali in un
comunicato affidato ad Aduc.
di ufficio per il Dipartimento per le riforme istituzionali/Ufficio affari amministrativi, studi e relazioni esterne.
Andando oltre i soliti complottismi –
che magari spesso hanno un fondo di
verità ma lasciano il tempo che trovano
– lo slittamento nella presentazione e
le modalità con cui la Relazione è stata
resa pubblica, possono essere addebitati al cambio avvenuto al vertice del
Nel
2013-2014
diventa
Capo
Dipartimento presso l’ufficio di segreteria del Consiglio dei Ministri e dal
2014 al 2016 è ancora una volta
Capo Dipartimento per le Politiche di
Gestione, promozione e sviluppo delle
risorse umane e strumentali. Una car-
54
riera quindi tutta all’ombra delle istituzioni, in ruoli definibili di burocrazia
ed organizzazione interna, senza però
mai toccare professionalmente l’ambito delle droghe e delle dipendenze:
tema sul quale non è annotato nessun
suo incarico, né interesse a livello di
studi e ricerche.
È naturalmente ancora presto per giudicare l'operato della nuova direttrice,
quindi ci limiteremo a segnalare che
su questa relazione Paola D'Avena non
può vantare alcun credito. Tornando ai
contenuti, sebbene i toni siano leggermente più moderati rispetto ai tempi
d'oro della Fini-Giovanardi, è ancora
possibile leggere castronerie eccezionali come il Cannabis Abuse Screening
Test - CAST, ovvero una scala di screening composta da 6 domande che
descrivono il comportamento d’uso
o eventuali esperienze problematiche vissute a causa dell’utilizzo della
sostanza. Pensato per essere utilizzato
nell'analisi sui dati sulla popolazione
studentesca, il test si articola attraverso le seguenti domande (si, sono
davvero queste):
a) Hai mai fumato cannabis prima di
mezzogiorno?
b) Hai mai fumato cannabis da solo?
c) Hai mai avuto problemi di memoria
dopo aver fumato cannabis?
d) Gli amici o i tuoi familiari ti hanno
mai detto che dovresti ridurre il tuo
uso di cannabis?
e) Hai mai provato a ridurre o a smettere di consumare cannabis senza
riuscirci?
f) Hai mai avuto problemi a causa del
tuo uso di cannabis (discussioni, risse,
incidenti, brutti voti a scuola, ecc.)?”
Immaginata l'efficacia con cui la tematica del consumo e dell'abuso di cannabis viene affrontato con gli adolescenti, la relazione da però la misura
dell'accanimento giudiziario tutt'ora
perpetrato nei confronti della cannabis come pianta. Nell'incidenza dei dati
forniti, inesorabili e impersonali, si riescono perfettamente a scorgere tutte
le ignobiltà dell'imperitura guerra tutta
italiana alla marijuana. Stando infatti
ai numeri raccolti su tutto l'arco del
2015 i sequestri di droghe leggere sono
stati definitivamente maggiori rispetto
a quelli delle droghe pesanti: 67.829
kili di Hashinsh e 9.313 kili di marijuana, contro i 4.047 kili di cocaina e gli
appena 767 kili di eroina. A onor del
vero, rispetto al 2014, la percentuale di sequestri è scesa del 40% per
l'hashish e addirittura del 73,95% per
quanto riguarda la marijuana. Quello
che però balza all'occhio e distrurba più
di tutto è l'unico segno + apprezzabile
nella tabella, ovvero quello riferito ai
sequestri delle piante di cannabis. Nel
2015 le piantine sequestrate dalle forze
dell'ordine sono state 138.015, il 14% in
più rispetto all'anno precedente.
Ora proviamo a pensare che dietro a
questi numeri e percentuali ci sono in
realtà centinaia di persone arrestate
o perseguite penalmente, delle quali
gran parte consumatori o piccoli produttori di cannabis per autoconsumo
o per autoterapia, persone criminalizzate molto spesso impropriamente.
Tra gli arrestati o i denunciati ci sono
agricoltori di professione, pastori, assicuratori, commercianti, universitari,
giornalisti e militari: tutte persone giudicabili socialmente come estranee alla
criminalità sia comune che organizzata,
sulle quali si scatenano la mano della
giustizia e, purtroppo ancora oggi, il
disprezzo della comunità, reale o virtuale che sia. Nonostante la Relazione
ribadisca che il mercato delle droghe
rappresenta quasi il 70% delle attività
illegali e dei conseguenti introiti sottratti indebitamente alla fiscalità, le operazioni delle forze dell'ordine tendono a
rivolgersi a pesci chiaramente piccoli.
Il 70,4% delle denunce ha comportato
lo stato di arresto ma solo nell’8% dei
casi è stato contestato il reato di associazione finalizzata al traffico di stupefacenti (articolo 74 del Testo Unico
309/90), mentre la restante quota per
è stata imputata per “traffico illecito”
(articolo 73). Il 63,4% delle denunce ha
riguardato cittadini italiani. Tra questi il
7,2% erano donne e 4 su 100 non avevano ancora compiuto 18 anni. A questo proposito è interessante segnalare
che il 99,3% dei minorenni denunciati,
dovrà difendersi dal reato di “traffico/spaccio di sostanze stupefacenti”.
Rispetto al 2014, gli stranieri denunciati
sono invece diminuiti del 5,7%, alla faccia dei vaneggiamenti di Salvini.
E mentre la vigente legge sulle droghe, la 309/90, finirà di nuovo davanti
alla Corte Costituzionale per richiesta
della Cassazione – che ha sollevato
una questione di legittimità riguardo la
pena minima prevista per lo spaccio di
droghe “pesanti”, tornata più severa
di quanto prevedesse la legge FiniGiovanardi –, la politica italiana pare in
tutt'altre faccende affaccendata. Della
proposta dell'intergruppo non si è più
sentito parlare e il governo del democristiano Gentiloni, come quello nel suo
predecessore, non pare minimamente
intenzionato a tirare fuori la questione.
Insomma, nonostante la Relazione
presenti il quadro di una situazione
pressoché immutata rispetto al passato, quindi di evidente fallimento
del contrasto al narcotraffico e inoltre non offre alcuna conclusione, le
politiche per controllare il fenomeno
rimangono fossilizzate sull'approccio
che preferisce la proibizione e la penalizzazione. Noi di Soft Secrets sono
anni che ripetiamo che occorre passare a una regolamentazione legale della
produzione consumo e commercio di
tutte le sostanze per scongiurare l’ingresso nel circuito penale di migliaia di
persone, aiutarle in caso di rapporto
problematico con le sostanze e per
rimpinguare le casse dello Stato. Le
proposte in campo ci sono, quel che
manca è una chiara volontà politica di
discontinuità col passato.
56
BELPAESE
L’ERBARIO PASTICCIATO DI
BEATRICE LORENZIN
TRA CANAPA E PATATE. E LE ANSIE DEI POLITICI.
È nota la militanza proibizionista della ministra della Sanità Beatrice
Lorenzin che ricalca la millenaria battaglia della Chiesa contro le medicine
e i rimedi delle streghe. Con il proibizionismo, la crociata é continuata
in forme diverse ma ha assunto dimensioni parossistiche nel ventennio fascista quando Benito Mussolini, ritenendo irrealizzabile il divieto
dell’alcool all’americana, pur apprezzandone lo spirito, spinse per la
messa al bando della cannabis nelle conferenze internazionali sull’oppio
di Enrico Fletzer
della Società delle Nazioni.
Le proposte dei proibizionisti, per quanto
divergenti, tendono a limitare l’autonomia dei singoli e, nel caso della Lorenzin,
soprattutto quella dei pazienti, a cui i
Militari sembrano applicare la tortura della
goccia d’acqua. Tanto per dimostrare di
essere più o meno gli stessi che in passato
avevano messo al rogo chiunque non fosse
conforme ai loro dettami o ai loro stili di
vita, sostituendo anche fisicamente alle
streghe i monaci.
Ancora oggi integerrimi personaggi, come
certi magistrati e i loro seguaci, rappresentano un fronte che basa la propria autorità
sull’ignoranza e la paura: un fattore strategico
per la manipolazione delle masse che in alcune epoche li rende estremamente pericolosi.
A questi meccanismi, che hanno inciso
nel corso dei secoli nella nostra struttura
caratteriale, nel nostro rapporto con il piacere e nel rapporto tra i sessi, ampiamente
ipostatizzati nella canapa, se ne aggiungono altri. Come la tendenza alla iperregolazione dei prodotti vegetali, un tema
di crescente importanza.
Per esempio, la commissione cannabis del
Premier Justine Trudeau in Canada ha proposto di sottoporre a trial clinici costosissimi anche la cannabis ricreativa. Questo
particolare ricorda i tentativi di imbrigliare
la medicina naturale, utilizzata con profitto dai migliaia di anni. Secondo l’attivista
David Malmoe Levine occorrerebbe stabilire una più stretta alleanza tra il movimen-
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to per la legalizzazione e gli erboristi e i
farmacisti, considerando le regole sempre
più stringenti che si vorrebbero imporre ai
prodotti naturali.
Ma che si tentasse di bandire l’utilizzo nelle
cure dimagranti di patata ed ananas é
sembrato veramente il colmo alle organizzazioni del settore. Questi argomenti
sono importanti anche per la politica della
cannabis, anche perché alcuni organismi
che la osteggiano, come l’Organizzazione
Mondiale della Sanità sono co-finanziate
dalla industria del fast food, responsabili
dell’obesità, una tra le principali cause di
morte della popolazione.
Sono noti i numerosi conflitti d’interesse
che circondano la nostra cara pianta. Per
non parlare di come, in nome della lotta
alle dipendenze, si sia arrivati alla decisione del governo Renzi di vietare il primo
agosto 2016 l’iboga, una pianta utilizzata
per la cura delle dipendenze utilizzata
con profitto in molte cliniche dislocate in
vari paesi del mondo e persino in Arabia
Saudita, e liberamente acquistabile in
rete nonostante il pericolo, questa volta
oggettivo, di usare una sostanza potenzialmente pericolosa senza uno screening
e un ausilio medico.
La fantasia del Ministro non si è più fermata, neppure dopo le dimissioni di Matteo
Renzi. Anche perché con il cosiddetto
decreto contro patate ed affini, relativo
alle cure dimagranti, ha subito scatenato
violente reazioni tra erboristi e farmacisti.
Secondo il dottor Fabio Firenzuoli del
Centro di riferimento per la Fitoterapia
della Regione Toscana, la Lorenzin “ha
anticipato la Befana di qualche giorno, per
"apparire" sulla Gazzetta Ufficiale n° 1 del
2 di gennaio 2017 il Decreto Ministeriale
22 dicembre 2016 che proibisce ai medici
di prescrivere, tra le altre, anche sostanze
naturali, sulla carta a scopo dimagrante.
Stupisce molto in particolare il fatto che
i medici non possano prescrivere preparazioni personalizzate da far preparare in farmacia (appunto "magistrali") che
associno tra loro sostanze tipo Tè verde,
o Finocchio, o Pilosella, o Tarassaco, o
Rabarbaro, ecc. (se non richiedendo un
consenso informato) anche per curare una
comune sindrome dispeptica. Le sostanze
naturali presenti nel decreto sono già presenti, in disparate associazioni tra loro,
in integratori e prodotti erboristici, di
libero mercato, senza alcuna necessità di
prescrizione medica, presenti in farmacia, erboristeria e anche nei supermercati.
Nota bene: prodotti autorizzati dallo stesso Ministero. E infine, tra le sostanze e le
piante, si trova inserito anche un nome
commerciale al posto di un più generico
estratto di patata”.
Per Federfarma di Roma il decreto della
Lorenzin, pochi giorni dopo cassato dal
TAR del Lazio, avrebbe fatto precipitare il
nostro paese indietro di cento anni. Ma
ha anche aumentato a dismisura – come
ha dichiarato Derrick Bergman del VOC,
l’organizzazione olandese per l’abolizione
del divieto della cannabis – il lavoro dei
militanti antiproibizionisti con l’impegno a
liberare o ri-legalizzare anche finocchio, tè
verde, ananas e patate, giusto per elencarne alcuni. Ma nel frattempo, come è noto,
noi continuiamo imperterriti con la cannabis. La quintessenza di tanti problemi e
una delle migliori soluzioni. Anche perché,
almeno per ora, la patata è salva. Ma l’ansia
dei politici su questi argomenti é apparentemente incurabile.
MEDICAL CANNABIS
57
CANNABIS PER LA VETERINARIA
Il dottor Ilo Leppik ha dedicato la sua carriera alla ricerca di nuovi ed efficaci trattamenti per gli attacchi che affliggono i malati di epilessia. Leppik
è un neurologo ed è professore ordinario di Farmacia all'Università del
Minnesota e dalla metà degli anni '70 studia un modo non invasivo per
limitare e prevenire i pericolosi attacchi che, solo nel 2013, hanno causadi Giovanna Dark
to 116.000 decessi nel mondo.
Nel corso della sua ricerca, il professor
Leppik ha finito per abbracciare la convinzione che la cannabis rappresenti un ottimo
rimedio contro l'epilessia ed è anche grazie
a lui che nel 2014 lo stato del Minnesota
ha approvato a pieni voti la legge che ha
consentito la legalizzazione della marijuana medica. Ad oggi, la maggior parte dei
suoi pazienti, assume regolarmente pillole a
base di cannabis per gestire i sintomi legati
alla loro condizione epilettica.
Ultimamente però il nueurologo di
Minneapolis ha messo da parte gli umani
per concentrare la sua attenzione su un
altro tipo di pazienti: i cani. I nostri amati
amici a quattro zampe hanno infatti un'incidenza di casi decisamente alta quando
si parla di epilessia, e il dottor Leppik è
convinto che le pillole che tanti dolori
hanno alleviato ai suoi pazienti umani,
possano avere grossi benefici anche per i
cani. Sta infatti ora ora spingendo affinchè
lo stato del Minnesota modifichi il “medical marijuana bill”, in modo che anche i
veterinari possano prescrivere cannabis
nei trattamenti per gli animali.
“Per i cani, potrebbe essere disponibile
allo stesso modo in cui lo è per le persone” ha detto il neurologo, convinto che
l'allargamento dell'attuale legge ai cani
potrebbe aiutare sia i nostri pets che i
nostri simili. Un eventuale cambio normativo potrebbe infatti aprire nuove strade
ai ricercatori come Leppik per testare gli
effetti della cannabis sui cani affetti da
epilessia, cosa che eventualmente potrebbe portare a nuovi importanti risultati per
quanto riguarda l'applicazione umana.
Legalizzare la marijuana medica per i
nostri animali domestici è di certo un'idea
nuova. Ad oggi, metà degli stati che com-
pondono gli USA ha approvato leggi che
consentono le applicazioni terapeutiche
della cannabis. Quattri stati e la capitale Washington DC, hanno fatto il passo
successivo e l'hanno legalizzata anche a
scopo ricreativo. Nessuno di questi stati
ha però inserito nei loro “bills” la possibilità di prescrivere farmaci a base di cannabis agli animali. E da noi invece?
A metà dello scorso gennaio la Creso
Pharma, una società australiana ha ricevuto il primissimo via libera dell’Unione Europea per la commercializzazione
di cannabis medicinale per gli animali
domestici. A base di nutraceutici e CBD,
i biscotti di Creso Pharma sono stati sviluppati appositamente per gli animali
domestici e dovrebbero rappresentare
un’opzione terapeutica alternativa ad una
serie di condizioni mediche comuni tra gli
animali che spesso rimangono poco trattate.Non solo epilessia dunque, ma anche
ansia e fobie, così come artrite, dolore
cronico e diabete.
Nei circoli veterinari c'è però ancora un
diffuso imbarazzo riguardo l'idea di far
assumere marijuana ai cani e agli animali domestici in generale. “Non escludo
a priori la possibilità che questo possa
essere d'aiuto – ha detto al magazine The
Cannabist il dottor Krienke, direttore della
Rice Pet Clinic & Hospital a Saint Paul –
Sarà interessante vedere come si sviluppa
ma credo che molti di noi saranno piuttosto diffidenti”.
Anche la dottoressa Ahna Brutlag vede
del potenziale ma rimane esitante. In
veste di tossicologa veterinaria presso Pet
Poison Helpline, ha visto cosa accade ai
cani che si pappano le space cakes o i
brawnies corretti dei padroni.
“Negli ultimi 6 anni, di pari passo con
la legalizzazione in molti Stati, abbiamo
avuto un aumento del 448% nei casi di
overdose da marijuana – ha detto la dottoressa – l'incidenza è dovuta ad un'assunzione eccessiva di prodotti commestibili a base di cannabis che, soprattutto
i cani, possono trovare facilmente negli
ambienti domestici”.
Gli animali che hanno la passione per i
biscotti alla canapa o che semplicemente
non riescono a resistere alla tentazione di
papparsi qualsiasi cosa venga mangiata
dai loro padroni, mostrano i classici sintomi dell'high umano. “Sembrano, o meglio,
sono nello stesso identico stato degli
umani: leggermente barcollanti e poco
fermi sulle zampe, espressione confusa o
sguardo appannato – spiega la dottoressa
Brutlag – ma questi sono i segni più blandi”.
Per quanto divertente possa sembrare
l'immagine dei nostri animali domestici
sballati, troppa marijuana nel loro sistema
può portare a diversi problemi di salute.
Un'overdose può innescare “tremori ed
attacchi – continua la dottoressa Brutlag
– può perfino creare un drastico abbassamento della pressione sanguigna e cardiaca, con il rischio di infarti ed ictus”.
La tossicologa veterinaria ha detto che
molta ricerca deve ancora essere fatta per
determinare se effettivamente la cannabis può avere effetti benefici per i cani,
soprattutto crede si debba indagare in
direzione chimica, per capire quali dei
tanti cannabinoidi presenti nella pianta
sono adatti ad essere a somministrati agli
animali, senza effetti collaterali.
La più grande sfida sarà quindi probabilmente quella di trovare la giusta dose,
una dose che sia efficace ma non così alta
da compromettere la salute dell'animale.
Nel frattempo, proviamo a tenere Fido
lontano dalle nostre space cakes...
GROW KNOW-HOW
59
PIÙ RADICI = PIÙ FRUTTI!
PRIMA PARTE: MADRE NATURA. AMICA E NEMICA!
Rhizoctonia
Questo fungo del terreno porta a imputridimento delle radici e del collare
nelle pianticelle e nelle piante.
Quando una pianta è infetta, si
vedono nella terra dei fili bianchi e macchie rosso-brunastro potrebbero comparire sulle foglie e sul gambo.
Quando il Rhizoctonia provoca imputridimento del collare, si sviluppa sul gambo un
anello di fungo, che interrompe la somministrazione di nutrienti al resto della pianta.
Quando infetta il gambo principale di
una pianticella, tutta la pianta morirà.
Il Rhizoctonia si sviluppa in
ambienti umidi e caldi. Se è
presente, un modo per eliminarlo è quello di non irrigare eccessivamente e di non tenere la temperatura
troppo alta nella stanza di coltura (come anche applicando
precocemente Trichoderma).
Radici
cresciute in
una sana
coltura
idroponica
Una crescita di alto livello potrebbe essere il vostro
obiettivo finale, ma non trascurate le fondamenta
su cui costruite le vostre piante. Concentratevi sullo
sviluppo di un sistema radicolare sano e otterrete una
crescita più sana e un raccolto più abbondante.
Prima di tutto sottolineiamo una cosa: le radici sono la parte più
importante della pianta. Le radici sono responsabili della somministrazione di acqua e minerali. La quantità di acqua e nutrienti
assorbita da una pianta dipende direttamente dal tasso di crescita
e dalle dimensioni dei frutti che produce. Senza una massa radicolare ben sviluppata, non otterrete delle cime ben sviluppate.
Ma le radici si prendono cura di se stesse, giusto? Beh, nella maggior parte dei casi lo
fanno, fino a un certo punto, ma quando le radici non ricevono ciò di cui hanno bisogno, possono danneggiarsi ed è qui che iniziano i problemi. Una massa radicolare danneggiata è vulnerabile e la natura entrerà in gioco e la attaccherà! La massa radicolare
sarà invasa da malattie (o patogeni) e nel migliore dei casi la crescita verrà rallentata,
mentre nel peggiore verrà rovinato l’intero raccolto.
Come si previene dunque un attacco? Prima di tutto bisogna dare alle radici ciò di cui hanno
bisogno. Un buon drenaggio, un’area radicolare ben aerata, che sia pulita e alla giusta temperatura, il più vicina possibile ai 22°C, vi garantiranno radici felici e sane.
Un altro fattore importante che dovrebbe spingervi a occuparvi delle radici è che, se
stressate, emettono un ormone chiamato etilene. Questo ormone è riconosciuto da
alcuni patogeni delle piante come un segnale di debolezza e un motivo per attaccare
le piante!
GLI INVASORI: I CATTIVI
I problemi radicolari si sviluppano quando i patogeni attaccano le radici. In parole semplici,
un patogeno è un organismo che induce la malattia in una pianta. Vivono attorno a noi (e
in alcuni casi su di noi!) e sono innocui fintantoché le piante sono in salute, ma non appena
si danneggiano o sono stressate, le attaccano.
Conosci il tuo nemico: ecco una breve spiegazione di due dei patogeni più diffusi
nell’area radicolare:
da ricordare è che il Pythium è “un’infezione secondaria”, che attaccherà le piante se
sono già malate o danneggiate o quando
le condizioni di coltura non sono al meglio.
Approfitta infatti dei tessuti malati o feriti
per colonizzare le radici, creando l’effetto
‘damping off’ e facendo imputridire le radici.
In natura, il Pythium si trova spesso nei
terreni, nella sabbia, negli stagni e nei corsi
d’acqua, come anche nelle radici morte
delle colture precedenti. A volte si trova
in commercio nei mix per vaso fuori suolo
e penetra facilmente nell’area radicolare
attraverso gli attrezzi sporchi, i vasi sporchi
o una scarsa igiene nella stanza di coltura.
Si ritiene inoltre che i moscerini della frutta
e le mosche possano essere coinvolte nella
diffusione del Pythium.
Il Pythium può provocare grave imputridimento delle radici perché ha pochi concorrenti che possano controllare la sua attività.
Se il Pythium infesta la base di una talea
o se viene usata acqua contaminata nella
Se perdete un raccolto per il
Rhizoctonia, assicuratevi di
smaltire tutta la terra nella
vostra stanza di coltura e
di eliminare il materiale
vegetale morto, prima
di ricominciare da capo
dopo aver pulito accuratamente.
Pythium
Fra tutti i patogeni che
attaccano le piante, il
Pythium è quello che
semina il terrore fra i
coltivatori. In particolare i coltivatori che
utilizzano sistemi idro
a ricircolo e radice
nuda, come NFT o
aeroponica.
Il Pythium è meglio
noto come imputridimento delle
radici o‘damping off’. I sintomi sono facilmente
individuabili. La crescita della pianta rallenterà,
le foglie ingialliranno e moriranno e le radici
assumeranno un tono marrone, saranno simili
a poltiglia e si spezzeranno facilmente.
È una spora che vive nell’aria e nell’acqua
e sarà presente nell’area di coltura, a prescindere da quanto sia pulita. Ha moltissime possibilità di entrare nella stanza di
coltura. Penetrerà nelle scarpe, nei vestiti,
nelle mani, ecc. Penetrerà anche attraverso
l’acqua, soprattutto quando l’approvvigionamento idrico arriva da pozzi, fiumi o corsi
d’acqua. È quindi importante tenere pulito
l’ambiente di coltura e assicurarsi di utilizzare acqua pulita per alimentare le piante.
Se quindi il Pythium è ovunque attorno
alle piante, perché non imputridiscono le
radici di tutte le vostre colture? Un aspetto
Radici, meravigliose radici!
propagazione, si verificano perdite peggiori. Le punte delle radici, molto importanti
nell’assorbimento di nutrienti e acqua, sono
le prime a essere attaccate e uccise e poi le
spore di Pythium arrivano alla massa radicolare e si diffondono persino sul gambo
principale di una pianta ben radicata.
COME TRATTARE I
PATOGENI
Potrebbe essere un cliché, ma quando si
trattano i patogeni nell’area radicolare,
‘prevenire è meglio che curare’. Mantenete
le piante in salute e saranno molto meno
esposte agli attacchi:
1. Tenete il tutto pulito dall’inizio: le pianticelle e le talee sono le più a rischio perché
sono giovani e si stanno ancora sviluppando. Assicuratevi che l’area di propagazione sia pulita e scegliete attentamente il
substrato di propagazione.
2. Utilizzate strumenti da taglio sterili: tagliare una pianta è un’opportunità di penetrazione per i patogeni, perciò tenete il
tutto pulito.
3. Cambiate madre regolarmente: una madre
sana potrebbe comunque contenere spore
di patogeni che attaccherebbero tutte le
talee prelevate da essa. Se avete costantemente problemi con le talee, potrebbero
essere dovuti alla pianta madre.
4. Trapiantate delicatamente: una radice
danneggiata permette ai patogeni di
61
penetrare, quindi siate delicati con le pianticelle giovani quando trapiantate e invasate.
5. Mantenete una buona ventilazione e ricircolo d’aria: cambiare l’aria nella stanza di coltura
fa rimanere le piante in salute, perché il ricircolo d’aria contribuirà a prevenire la muffa
delle foglie che potrebbe indebolire le piante.
I soccorritori della natura: i buoni
Avete quindi pulito per bene la stanza di coltura, avete controllato la salute delle piante
madri e siete stati super attenti a non danneggiare le radici delle pianticelle giovani quando
travasate: tutti fattori di manutenzione che assicurano la salute delle piante. Se volete un
aiuto in più, Madre Natura ha i suoi assi nella manica, ma potrebbero essere un po’ bizzarri...
Se dico la parola “fungo”, cosa vi viene in mente? Bagno ammuffito e avanzi di cibo? Mettete
giù la canna e andate a pulire la casa! Mentre è vero che alcuni tipi di funghi sono senza
dubbio negativi, Madre Natura ha i suoi assi nella manica per aiutare i coltivatori fai da te.
oscillazioni di temperatura, da un’eccesiva
o insufficiente irrigazione e da un attacco
dei patogeni delle radici. Tutti questi sono
fattori ahimè noti a ogni coltivatore indoor,
novizio o navigato!
Trichoderma
I Trichoderma sono funghi presenti in
quasi tutti i terreni e altri tipi di habitat.
Normalmente sono i funghi più diffusi nella
terra. La maggior parte del substrato di compost disponibile nel vostro negozio di giardinaggio di zona conterrà Trichoderma… e
meno male… Leggete perché...
Il Trichoderma è un fungo aggressivo che
colonizza prontamente le radici della pianta
e i ceppi più competenti possono essere
aggiunti al substrato o persino ai semi, riuscendo così a crescere sulle radici quando si
sviluppano. Questo è il motivo per cui molti
coltivatori scelgono di immergere le loro
talee nel Trichoderma, perché il fungo sarà
presente sulle radici della pianta per l’intero
ciclo di vita (anche se potrebbe essere intelligente fare un’altra applicazione ogni 30
giorni per tenere il tutto controllato).
Un brutto caso d’imputridimento radicolare
Micorriza
La parola "micorriza" significa letteralmente "fungo delle radici". Il fungo micorrizico invade
le radici della pianta per trarne nutrimento. Nel farlo, questo fungo assorbe insieme alle
radici i minerali del substrato di coltura. Questo apporto aggiuntivo di nutrienti porta a uno
sviluppo più rapido e a una crescita più sostenuta.
Quando vengono aggiunti a terra o cocco, i funghi della Micorriza s’insediano velocemente e avviano un rapporto simbiotico con le radici: scindono gli elementi e li rendono
disponibili alle piante e al contempo si alimentano dei carboidrati prodotti dalla pianta.
Pensate a questi funghi come a un’estensione delle radici, che aumenta l’apporto di
nutrienti e accelera lo sviluppo.
I funghi della Micorriza aumentano l’apporto di nutrienti perché il fungo forma una rete
sottile di filamenti simili a fili, chiamati ife, che fungono da estensione del sistema radicolare
della pianta. Potrebbero crescere fino a 25 cm circa di ife da ogni 1,25 cm di radice infettata
da Micorriza. Il diametro delle ife fungine può essere un quinto delle dimensioni della radice
più piccola che si possa immaginare e potrebbe essere un multiplo della lunghezza, che
consente di esplorare aree del substrato che le radici della pianta non sarebbero in grado di
raggiungere da sé. Raggiungendo nutrienti precedentemente ‘non sfruttati’ nel substrato, la
pianta riceve un miglior nutrimento, nel complesso e ha maggiori probabilità di raggiungere il potenziale ottimale, ossia una maggior resa.
I funghi della Micorriza sono benefici soprattutto nell’aiutare la pianta ad avere accesso ai
nutrienti che non si muovono molto all’interno del substrato, come fosforo e potassio, elementi chiave necessari per ottenere buone cime!
I prodotti che contengono funghi della Micorriza possono essere acquistati e applicati per
introdurre il fungo artificialmente nella terra e nel cocco. Quando si applicano questi prodotti, la speranza è che i funghi micorrizici non solo aumentino la crescita della pianta e il
suo vigore, ma che la rendano anche più tollerante allo stress provocato per esempio dalle
I ceppi di Trichoderma che si trovano al
negozio di giardinaggio di zona è noto
che controllano ogni fungo patogeno per
cui si è cercato di trovare una soluzione.
Funzionano a due livelli:
Il Trichoderma è un fungo parassita che conquista attivamente una zona radicolare e
ostacola i patogeni dannosi, come pythium
sciando enzimi, che paralizzano il suddetto
organismo dannoso e lo rendono inerte!
Una volta che entra a contatto con le radici, il Trichoderma colonizza la superficie e
penetra di alcuni strati all’interno di esse,
il che induce le piante ad “accendere” i loro
meccanismi naturali di difesa, che le rendono più forti e meno suscettibili agli attacchi.
Pensate a quando fate un vaccino prima
di partire per l’estero: quando il vostro
organismo viene attaccato, produce ‘anticorpi’ per combattere il nemico e una cosa
simile avviene qui. Combattendo contro
l’attacco del Trichoderma, la pianta rafforza
le proprie difese rendendo più difficile la
penetrazione dei patogeni.
Abbiamo quindi il Micorriza per uno sviluppo più veloce e un maggiore tasso di
crescita e il Trichoderma per il controllo e
la difesa dai patogeni. Ma aspettate, chi
ha fatto attenzione potrebbe pensare una
cosa: voglio il meglio da entrambi, ma se il
Trichoderma è così aggressivo, non attaccherà il Micorriza che aggiungerò alle radici?
Sono stati condotti molti studi scientifici per
monitorare gli effetti dell’aggiunta di entrambi i funghi alla zona radicolare e c’è sempre
più accordo sul fatto che svolgano funzioni
distinte e che possano anche agire in sinergia, piuttosto che annullare l’effetto dell’altro.
In ultima istanza, la chiave è ricordare
che il livello di attività fungina benefica
nella zona radicolare raggiungerà il punto
4.
e rhizoctonia, che competono per avere
spazio sulle radici e accesso ai nutrienti. Una
volta insediatosi sulle radici della pianta,
il Trichoderma individua altri organismi in
prossimità e si svilupperà verso di loro. Il
Trichoderma poi si avviluppa attorno all’organismo e ne spezza le pareti cellulari rila-
Pura pornografia radicolare!
di saturazione a seconda della quantità di nutrimento disponibile al fungo.
Mantenete quindi le condizioni corrette,
riapplicate i funghi benefici almeno una
volta ogni 30 giorni, tenete ben alimentate
le radici e lasciate che Madre Natura faccia
il proprio lavoro. Buona coltivazione!
62
QUIZ
QUIZ SULLA
COLTIVAZIONE DI
SOFT
SECRETS
Stoney Tark
1) Quale di queste varietà è un’Indica pura?
A) White Rhino
B) Afghan Kush
C) Northern Lights
D) Amnesia Haze
2) Perché le varietà automatiche possono essere
coltivate quasi in qualsiasi condizione in cui
ricevano luce a sufficienza?
A) Fioriscono automaticamente
B) Preferiscono più buio
C) La vegetativa può durare più a lungo
D) Le automatiche devono avere abbondante
luce per crescere
3) Cosa intendono i selezionatori quando chiamano
una varietà ‘commerciale’?
A) Se ne vendono molti semi
B) Le piante fioriscono molto velocemente
C) Le piante sono molto robuste e possono
sopportare molte malattie
D) Le piante hanno molto fogliame
4) Cosa significa PP?
A) Purple Plant
B) Power Plant
C) Per Pianta
D) Plant Power
5) Qual è il vantaggio principale della
coltivazione indoor di notte?
A) Le temperature sono molto più basse per
creare una stanza di coltura più fredda
B) Non ci sono molti insetti che svolazzano
C) Le spese dell’elettricità di notte sono più basse
D) È più sicura
6) Se le foglie della pianta iniziano a ingiallire, che
tipo di carenza indicano?
A) Calcio e magnesio
B) Azoto
C) Potassio
D) Fosforo
7) Perché andrebbe sempre aggiunta Perlite ai terreni poco ricchi prima di coltivare la marihuana?
A.) Il colore bianco tiene il substrato fresco nelle
giornate calde
B) La Perlite è piena di nutrienti di cui hai
bisogno la pianta
C) Tiene lontani gli insetti per l’odore che emana
D) Crea sacche d’aria nel substrato per ossigeno
aggiuntivo e assorbe l’acqua velocemente
8) CIn che modo l’Air layering permette ai
cloni di mettere le radici?
A) Mediante l’utilizzo di nebulizzatori fini
sui cloni
B) L’Air layering non esiste
C) Come per i bonsai, il clone viene
prelevato mentre sta crescendo sulla
pianta
D) Indurisce i cloni dopo che hanno
cominciato a radicarsi
15) Quale delle seguenti varietà dà ottimi
risultati se coltivata in un substrato di cocco?
A) Northern Lights
B) Santa Maria
C) White Widow
D) Qualsiasi varietà ‘blue’
9) Di quante ore di buio ha bisogno la
pianta in fioritura?
A) 12 luce / 12 buio
B) 14 luce / 12 buio
C) 18 luce / 6 buio
D) 10 luce / 14 buio
A) Il congelamento potenzia il sapore
B) Le parti potate sono più facili da gestire se
congelate
C) Per cambiarne le proprietà psicoattive
D) I tricomi subiscono uno shock e si rompono
nell’acqua
10) Qual è il motivo principale per cui le
piante diventano alte e sottili?
A)
B)
C)
D)
Mancanza di luce
Genetica debole
Substrato poco ricco
Mancanza di ossigeno
11) Quale di questi rapporti N-P-K è il più
adatto alla fase di crescita?
A)
B)
C)
D)
5-3-4
0-13-14
0-39-40
2-1-20
12) Quale di questi rapporti N-P-K è il più
adatto alla fase di fioritura?
A) 10-0-0
B) 1-0-10
C) 0-10-10
D) 5-10-10
13) Le piante che non hanno caratteri genetici
viola possono comunque diventarlo
durante la fioritura. Perché?
A) Significa che la pianta sta sviluppando
THC
B) Le basse temperature notturne
permettono alla pianta di diventare viola
C) Le cime sono pronte per il raccolto
D) Sono ricche di CBD
14) L’acqua piovana contiene un’elevata
percentuale di:
A) Fosforo
B) Zinco
C) Azoto
D) Magnesio
16) Per la produzione di hashish Ice-o-lator,
perché le parti potate devono essere
congelate prima del consumo?
17) Parlando di una verità, il vigore
dell’ibrido indica che:
A) La varietà mostra caratteri sia della madre
che del padre e cresce in modo stabile
B) È un fenotipo speciale
C) La varietà proviene da un ibrido sconosciuto
D) La varietà ha predominanza della genetica
materna
18) Cosa sono i fenotipi diversi?
A) Un’espressione delle caratteristiche di una
determinata genetica
B) Quando una pianta è ermafrodita
C) La migliore pianta nella stanza è il fenotipo
D) Si può avere solo un fenotipo, quindi non è
vera
19) Perché una persona reagisce in modo
diverso con i commestibili rispetto a
quanto non faccia quando fuma?
A) Non fuma molto
B) Dipende se si tratta di una varietà di indica
o sativa
C) La cannabis deve essere fumata per sentirne
gli effetti
D) Il THC reagisce in modo diverso quando
passa attraverso il fegato
20) Perché le deiezioni di verme sono ottimali
da aggiungere al terreno?
A) È uno sbattimento raccoglierle, ma sono gratis
B) Tengono lontani gli insetti
C) Contengono la giusta concentrazione dei
nutrienti più importanti
D) L’odore tiene lontani i bruchi
Controlla le risposte a pagina 78
64
IL CANAPAIO
LA CANAPA PROMUOVE LA SALUTE:
NOSTRA E DELL’AMBIENTE
Negli anni’90 il parlamento europeo aveva promosso la coltivazione
della canapa industriale per poterne utilizzare la fibra come isolante al
posto della lana di roccia, riconosciuta come altamente cancerogena.
Da allora si sono sperimentati innumerevoli nuovi ed antichi utilizzi,
tutti volti ad un miglioramento dell’impatto sull’ambiente e un miglioramento della salute degli utilizzatori e dei produttori di materiali di
canapa. Lo scorso anno sono stato intervistato da un’associazione di
agricoltori, che mi ha chiesto: “Perché coltivi canapa?”. La mia risposta
è stata: “perché non mi avveleno, non avveleno i fruitori dei miei prodi Franco Casalone
dotti e non avveleno l’ambiente!”.
Coltivata in pieno campo, la canapa promuove il
risanamento del terreno migliorandone la struttura,
richiedendo un terreno ricco di materiale organico,
soffocando le erbacce e allontanando la maggior
parte dei parassiti e permettendo raccolti diversificati.
Rilascia una quantità enorme di ossigeno, tanto che
se la si utilizza come combustibile alla fine il ciclo di
assorbimento CO2/produzione di O è ancora positivo.
Dopo la raccolta si ha una separazione delle parti
della pianta, che andranno a costituire prodotti
destinati ad innumerevoli utilizzi:
ȩFRQOD),%5$VLIDQQRVRSUDWWXWWRLILODWLODVWRIID
di canapa è e si mantiene sterile: negli ospedali
ancora oggi le bende per le piaghe da decubito
sono di canapa; le pezze di stoffa che si mettevano
sotto ai sugheri nelle chiusure delle botti di vino
erano di canapa; i vestiti di canapa sono traspiranti,
freschi d’estate e caldi di inverno, buoni isolanti
contro i raggi UV; le corde di canapa sono le uniche
resistenti contro la salsedine e, al contrario di quelle
di acciaio non si spezzano con il gelo; la fibra corta
(tecnica) viene usata per gli interni ed i cruscotti
delle automobili e per le vernici traspiranti.
ȩLO&$1$38/2ODSDUWHOHJQRVDGHOORVWHORYLHQH
utilizzato soprattutto per lettiere per animali e in
Italia c’è un boom per il suo utilizzo in edilizia. Il
canapulo delle varietà italiane è più grosso ed ha
una migliore consistenza e struttura di quello delle
varietà monoiche o provenienti da climi freddi. Una
casa con i muri di legno calce e canapa è considerata
“passiva” con valori di isolamento, trasmittanza
della temperatura esterna, fonoassorbimento e
traspirabilità superiori. Anche gli intonaci possono
essere realizzati in calce e canapa, e un “cappotto”
di questo materiale è l’ideale per il risparmio
energetico. Una casa in calce e canapa assorbe CO2
per almeno cent’anni, è antisismica e il canapulo
dopo pochi mesi inizia a pietrificare, diventando
praticamente eterna. Con un ettaro di canapa si può
costruire una casa di circa 100 metri quadrati, con un
costo circa pari a quello dei materiali convenzionali.
Ci sono progetti per l’utilizzo del canapulo come
pellet, per l’estrazione della cellulosa, come sostituto
del grafene, come sostituto della fibra d’amianto,
come integratore del mangime degli erbivori.
ȩ,O6(0(GLFDQDSDªXQDPLQLHUDGLSRVVLELOLW¢SHUOD
salute. In Italia si fanno da 4 anni alimenti contenenti
semi (o parti di semi) di canapa, e siamo i primi nel
mondo. Dall’olio alle farine, i semi interi o decorticati,
i prodotti da forno, le bevande, le aggiunte di semi
a tutti gli alimenti, dai formaggi ai dolci. Il seme di
canapa è fonte di salute: lo scorso anno è uscita
la notizia che il seme di canapa potrebbe riparare
il DNA danneggiato. Anche nei cosmetici troviamo
che il seme di canapa ha grosse possibilità di essere
uno dei migliori aiuti per la pelle e i capelli, e tanti
produttori di cosmetici stanno utilizzando l’olio di
canapa per i loro prodotti.
ȩ /H ,1),25(6&(1=( GHOOD FDQDSD VRQR XVDWH LQ
Italia per tisane, come spezie nei cibi e per insaporire
bevande (ad es. al posto del luppolo nella birra),
per vaporizzazioni. Molti utilizzatori, soprattutto per
uso terapeutico, preferiscono le infiorescenze della
canapa legale a quelle più forti, ma sicuramente
meno equilibrate e con uno spettro di terpeni e
cannabinoidi difficilmente così vasto come quello di
milioni di individui coltivati al sole.
Ma è come medicinale, in grado di curare davvero
tanti dolori e tanti problemi di salute che la
canapa industriale si è mostrata una sorpresa,
anche se fino a poco tempo fa ancora il governo
non la voleva riconoscere come possibile aiuto,
riservando alla sua sorella minore, ricca di THC, la
sola possibilità di essere curativa. Si moltiplicano
i produttori di estratti al CBD: alcuni onesti e
preparati, altri che improvvisano o vedono una
possibilità di facile lucro, sulle spalle dei malati.
Attenzione: il CBD da solo ha un’azione limitata
e ne occorrono relativamente grandi quantità per
essere efficace. In più ha un effetto “campana”: fino
ad un certo punto non è efficace, e poco oltre può
avere effetti contrari.
Un fitocomplesso è certamente più efficace, a dosi
decisamente minori e con uno spettro più ampio di
azione su più patologie. Il fitocomplesso di alcune
varietà industriali, con un quantitativo comunque
maggiore di CBD rispetto al THC e quindi non
psicoattivo a dosi terapeutiche, sembra essere
particolarmente bilanciato per favorire uno stato
generale di benessere. Confrontando (con Franco
Loja…ciao Amico, grazie per tutto quello che hai
fatto per la cannabis!) più di 300 analisi su varietà
diverse di cannabis, estratti, resine, abbiamo visto
che solo le varietà himalayane e le nostre (italiane)
industriali hanno uno spettro quasi completo di
cannabinoidi e di terpeni. Tutte le altre, specialmente
quelle superselezionate per alto THC hanno uno
o due cannabinoidi e uno o due terpeni. E come
esperienza “sul campo” posso affermare che le
piante più complete sono anche quasi sempre le
più efficaci, nonché le più piacevoli da usare, per
qualunque scopo).
CANNABUSINESS
65
di Giovanna Dark
2014, a febbraio dell'anno dopo aveva già
fatto abbastanza soldi online da poter mollare il suo lavoro di cameriere e aiuto cuoco.
Ad oggi fa più soldi online di quanti non
ne facesse nell'industria della ristorazione.
La chiave per il successo, sembra banale,
ma pare essere la costanza: far si che gli
iscritti al canale possano sempre contare su
una solida base di contenuti in streaming
con cui fumare durante la settimana. Di
recente, con l'allargamento esponenziale
della community di WeedTubers, pare che
parte del successo risieda anche nell'azzardo: le famose “challenges”, video in cui in
cui i protagonisti spingono il consumo agli
estremi e sfidano gli spettatori a fare altrettanto, sono diventate quasi un obbligo per
ogni WeedTubers che si definisca tale.
WEEDTUBERS
Josh Young fuma erba prima di fare
colazione. Si sballa anche prima di
pranzo, prima di cena e di solito un
altro paio di volte prima di andare
a dormire. La maggior parte delle
volte in cui fuma, Josh si riprende per
il suo canale YouTube, StrainCentral,
che ad oggi ha quasi 380.000 iscritti.
Milioni di utenti cliccano i suoi video
ogni mese, 22.000 lo seguono su
Twitter e quasi 80.000 su Instagram.
È così che Josh Young paga l'affitto. E se
l'idea vi sembra strana, Josh Young assicura
che è ancora più strano rispondere alla
classica quanto fatidica domanda: “cosa
fai per vivere?”. «È una conversazione spesso paradossale con chiunque – spiega il
21enne di Seattle al The Cannabist – quando me lo chiedono, non posso far altro
che rispondere che fumo marijuana su
internet»
Spesso i suoi follower giungono sul canale
YouTube per conoscere la cannabis e i suoi
molteplici usi. Vogliono sapere se un blunt
è effettivamente più potente di un joint,
oppure come fare a ridurre la marijuana in una forma commestibile. Altre volte
invece arrivano sul canale per guardare
esperimenti di assunzione estrema, come
fumarsi un grammo di ganja in un minuto,
ed i loro esilaranti quanto spesso disgustosi
postumi. «Un sacco di gente ha semplicemente bisogno di uno “smoking buddy”
– spiega Young – vogliono solo un amico
con cui fumare, anche se virtuale».
Josh Young è un paziente di cannabis
medica nello stato di Washington che soffre di gastropatia ed è solo uno dei tanti e
popolari YouTubers – o WeedTubers, come
loro amano definirsi – che, cavalcando l'onda verde della legalizzazione e il suo ingresso nella cultura mainstrean, sono velocemente diventati delle star di internet.
Questi ragazzi (e molte ragazze, finalmente!)
si sono letteralmente fatti da soli, utilizzando
creatività e capacità manageriali in un'arena
che solitamente non premia, se non addirittura osteggia, questo tipo di contenuti.
Google AdSense ad esempio, il vero strumento con cui far soldi su Youtube, è molto
meno remunerativo per i WeedTubers, in
quanto non permette la monetizzazione per video vietati ai minori. Instagram,
dall'altro lato, spesso sospende account in
cui la marijuana è il contenuto principale.
Entrambe le tattiche sono devastanti per
i produttori di contenuti, che per il loro
sotentamento dipendono dalla ampia base
di followers su diverse piattaforme.
Magari non saranno milionari come le
altre star di YouTube, ma i WeedTubers di
maggior successo sono comunque riusciti
a costruire delle vere e proprie carriere
attraverso la combinazione di sponsor e
merchandise. Josh Young, ad esempio, ha
aperto StrainCentral poco dopo aver ottenuto la sua medical marijuana card nel
«Cose del genere vengono visualizzate e
condivise molto di più che i video illustrativi
o educativi» dice Joel Hradecky, il re inconfutabile dei WeedTubers e mente dietro al
canale CustomGrow420. Il video in cui sfida
i suoi followers a dabbare 1 grammo intero
ha raccolto più di un milione di visualizzazioni, quello in cui lo si vede tossire per quasi 7
minuti di fila dopo aver tentato l'impresa, ne
conta addirittura più di un milione e mezzo.
Hradecky, attivo su YouTube dal 2013, ha un
seguito di 1.244.610 iscritti ed è praticamente un'istituzione
Al fine di promuovere i loro prodotti sui
canali YouTube, le aziende produttrici all'interno del cannabusiness statunitense, arrivano a pagare tra i 300$ e i 1000$ a video
ai WeedTubers che hanno almeno 100.000
iscritti. Le aziende si rivolgono alle star di
Youtube soprattutto per scavalcare i paletti imposti dalla regolamentazione sulla
pubblicità, che anche in caso di cannabis
completamente legalizzata è decisamente
stringente.
Se le compagnie del cannabusiness sono
attratte dai WeedTubers, non tutti ricambiano l'interesse. Cody Miller, 20enne del
Connecticut dietro a xCodeh, ammette che
potrebbe vivere dei ricavati del suo canale
ma è convinto che il business rovini il divertimento e soprattutto finisca per inquinare l'appeal creativo che l'eterogeneità di
YouTube ancora riesce a mantenere. Con
quasi 40.000 followers, le compagnie gli
fanno la corte da molto ma Cody le ha sempre rifiutate «soprattutto per non perdere
credibilità agli occhi della mia fan base».
Kimmy Tan, una tatuatrice 22enne che vive
tra NewYork e Los Angeles, è famosa su
YouTube per essere la ragazza che si fa 100
tiri di canna di fila. Dice di essere deciamente stanca di lavorare con le aziende del cannabusiness dopo un paio di brutte eseperienze. Anche lei punta a pubblicare video
per «connettere le persone, più che per fare
soldi». Coral Reefer, quasi 120.000 iscritti su YouTube e decisamente più realista,
non raccomanda la carriera di WeedTuber
perquanti pianificano di diventare ricchi:
«Posso incoraggiare solo le persone che
hanno un messaggio da condividere. Se
cercano fama o milioni, in genere gli consiglio di buttarsi sul porno».
66
2
Hemporium
Cose di Canapa,
Vicenza
1
Bahia Grow Shop
Indoorline Point
Agrow growshop
Via Castel Gomberto
143/A 10137 Torino
Telefono: 011/19702645
Email: [email protected]
S.S. 11 Padana Sup.
Verso Verona, 283
36100 Vicenza presso Multicenter
[email protected]
dal lunedì al venerdì
dalle 15 alle 19.30
sabato dalle 11 alle 19
cell. 339 61 02 455
Via Gabriele D'Annunzio n.44
Como
Tel. 031 506671
[email protected]
www.agrow.it
Aperto da lunedì a sabato
orario continuato 10:30 - 19:30
Lunedì 15.00-19.00
Ma- Ve 10.30-13.00/ 15.00-19.00
Sa 10.30-19.00
Si riceve su appuntamento 3484734053
3
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CANNABIS COMMUNITY
FULLGAS!
enormemente alla diffusione della cultura cannabica.
Ovviamente un meccanismo così grosso non è esente da critiche, alcune più
sincere ed altre palesemente dettate
dall’invidia: nonostante tutto, l’opera di
normalizzazione della cannabis compiuta da Franco e dai suoi colleghi rimane
secondo me il più grande lascito di cui
oggi possiamo godere. Anche mia zia ha
visto il documentario di Vice su Strain
Hunter Colombia ed è stata in un coffee shop olandese, non appartiene alla
comunità cannabica ma la zia Rosina di
sicuro voterebbe sì alla legalizzazione.
RIPOSA IN PACE FRANCO
Credits: cannamaps.com
La comunità cannabica mondiale piange uno dei protagonisti più
significativi degli ultimi 15 anni.
Purtroppo ad inizio 2017 è venuto
a mancare Franco Loja, conosciuto
dalle masse come l’head breeder di
Greenhouse seeds o l’inventore dei
documentari Strain Hunters, ucciso
dallo stesso male per cui cercava
una cura a base di CBD. Mentre
era in Congo a sviluppare genotipi
di Landrace, sativa africana da utilizzare terapeuticamente, ha contratto la malaria che in pochi giorni
l’ha sfinito e portato via dall’affetto
dei suoi cari. Ma la comunità cannabica italiana è ancora più triste
perché Franco era italiano ed era un
baluardo dell’italianità nel mondo:
sono centinaia di migliaia gli italiani che possono affermare di averlo conosciuto e di averci fumato
assieme perché, oltre che essere
un gran manager di una multinazionale, era anche un gran uomo:
nella sua originalità era sempre coi
piedi per terra, sempre a suo agio
in qualsiasi contesto, sempre disponibile a scambiare due chiacchiere
con chi lo riconosceva per strada. Io
ho avuto il privilegio (perché credo
sia stato uno degli incontri migliori
nella mia vita) di conoscerlo intimamente e vorrei avere cento pagine
per poter riportare tutti gli aneddoti che ricordo: meglio di mille parole
possono aiutare a comprendere la
grandezza del vuoto che ha lasciato.
Franco nacque in Italia nel 1976, ma
della sua vita da giovane vi sono poche
notizie perché per tutti è diventato
di CBG
“Franco” da manager di Greenhouse. genetiche, tra tutte ricordiamo la Super
Effettivamente si dedicava al suo lavo- Lemon Haze che non ha certo bisogno
ro con passione e dedizione: comin- di descrizione, ed ha potuto sviluppare
ciò come dealer al coffee shop ad le sue idee per il mondo cannabico. Ad
Amsterdam e fece carriera nella ditta esempio i documentari Strain Hunters
passando ad essere un grower e poi un sono una sua idea, sviluppata in colmanager. In 15 anni è passato da essere laborazione con Arjan il proprietario e
un dealer appassionato d’erba a gestire un
intero ramo aziendale
dedito al breeding ed
alla vendita di sementi senza mai perder
la testa, ricordandosi da dove veniva e
chi erano i suoi amici.
Sono tantissimi infatti
coloro che ricordano
una canna fumata
con Franco, un grande uomo con una passione vera per la cannabis. In un mondo
come quello cannabico, diviso tra tolleranza e criminalità, i
rapporti sono spesso grigi, le persone
non si espongono e
Credits: cannamaps.com
tutto è coperto da un
alone di riservatezza.
Franco invece riusciva
ad esser sempre lui, sempre col sorriso presidente di Greenhouse. Addirittura
e belle parole per tutti, fosse la dome- Vice è andata in Colombia con la troupe
nica mattina della Cannabis Cup o una di Strain Hunters per filmare e riportanotte a caso infrasettimanale, era sem- re la loro missione di salvaguardia delle
pre disponibile per chiunque, un can- varietà autoctone. L’indubbia utilità dei
none in compagnia offerto dalla casa, loro documentari, spesso molto cridue foto e via come ripeteva sempre: ticati, è parte della grande macchina
Fullgas! A cento all’ora verso la pros- Greenhouse che, nonostante tutto, ha
sima meta. Da manager responsabile mantenuto per anni la cannabis libera
di una seedbank ci ha regalato preziose come sua missione ed ha contribuito
Franco è stato un gran lavoratore, ha
sempre dedicato i suoi sforzi ai suoi figli.
Ha avuto grandi possibilità e le ha sapute
sfruttare credendoci quando ancora non
vi erano certezze. Le sue scommesse
sono risultate previsioni veritiere su un
futuro cannabico che ha contribuito a
creare, regalandoci genetiche e normalizzando il mondo della cannabis. Sapeva
valutare un’erba annusandola ed era
diplomatico nelle sue osservazioni con
i growers perché rispettava anche il
più modesto appassionato. Franco era
anche uno scrittore cannabico, un giornalista ed un attivista antiproibizionista:
scriveva articoli, rilasciava interviste,
teneva conferenze e quando richiesto
anche consulenze sulla sua passione.
Franco era anche un uomo, non si sentiva migliore di nessuno perché era fratello di tutti e semplicemente era un
grande uomo. Con una marcia in più
riusciva a lavorare 24 ore al giorno,
seguire la sua famiglia e aveva ancora
tempo e voglia di rilassarsi fumandone
una di Cheese, tirando in mezzo chiunque volesse parlargli, e con chiunque
intendo veramente chiunque!
Mancherà a tutta la comunità cannabica
mondiale un gran protagonista e mancherà a chi non ha potuto conoscerlo
di persona, perché a noi già manca l’uragano di energia, passione, umanità e
professionalità che era il grande Franco.
Cannabis e società
69
Bufale senza
mozzarelle
Quante notizie sulla cannabis sono false?
Questo articolo vuole far ridere. Spero
realmente faccia sghignazzare come
capita a me ogni volta che incontro
una notizia del genere: le bufale sulla
marijuana! Per fortuna, a noi appassionati di cannabis in Italia, il giornalismo regala perle di ignoranza al limite
del surreale, purtroppo una gran parte
della popolazione legge e crede, come
se le parole del giornalista di turno fossero dogmi. Ho deciso di selezionare
le bufale più simpatiche e le ho volute
riportare per riderci sopra, nonostante sia decisamente triste constatare
che anche il “giornalismo istituzionale”
ceda sempre più spesso al clickbait
e pubblichi tali castronerie. Dietro ad
ogni bufala infatti v’è la tristezza di
un disegno proibizionista, qualcuno
evidentemente paga sti giornalisti per
scrivere bufale o comunque continua
a pagarli dopo aver pubblicato i loro
articoli inventati. E come spesso capita
qualcuno legge e ci crede, purtroppo.
Ma suvvia ridiamoci sopra, un giorno
saranno raccontate come battute da
di CBG
cabaret.
Nuova droga: la cannabis OGM
arriva sul mercato. Allarme
per i giovani, la cannabis OGM
è x volte più potente.
A parte il fatto che passo la giornata fumando con gente di tutte
le età, se realmente esistesse una
cannabis geneticamente modificata dovrebbero avvertire giovani,
adulti e anziani. Posso capire le
politiche per agevolare i giovani,
ma favorire l’eliminazione dei concorrenti più adulti in maniera così
subdola… Che dire degli OGM. La
canapa OGM ancora non esiste,
non vi è interesse per ora nel voler
introdurre geni di altri organismi
viventi nel genoma della cannabis. La canapa è più potente di
quella fumata dai nostri genitori
negli anni settanta? Certamente,
ma nessun laboratorio ha mai
speso centinaia di migliaia di euro
per creare un OGM più potente.
Il metodo utilizzato è quello della
selezione massale, significa scegliere tra tanti esemplari i genitori
considerati migliori ed incrociarli
batte d’estate e ovviamente utilizza
luci per vederci dopo il tramonto.
Non so cosa intendesse il giornalista
per coltivare nella metà del tempo,
vien da sé che coltivare indoor permette di gestire totalmente il clima
ma non capisco esattamente come
LUN-SAB
tra loro, in seguito si esamina la
prole e ancora si scelgono gli individui migliori. Così facendo negli
ultimi 50anni è cambiata radicalmente la cannabis, senza OGM
però, che ad oggi costano e per il
breeding cannabico non servono.
fa questo figlio dell’editoria a ridurre
le settimane di fioritura della metà.
Forse utilizza le centraline Dimlux e
coltiva a 10/10? In attesa di risposta accendo una HPS per scaldarmi
perché quest’anno i caloriferi sono
passati di moda.
Utilizzano tende per oscurare
il giorno e luci per allungare la
notte così che coltivano nella
metà del tempo. Inoltre le luci
mantengono caldo l’ambiente
e favoriscono una crescita più
rapida delle piante.
Legalizzare la cannabis per
ridurne il consumo è come
legalizzare le rapine per ridurle, inutile!
Anche mia nonna utilizza tende per
oscurare il giorno quando il sole
Che esempio di logica inattaccabile. Vorrei approfondire le motivazioni sul perché uno rapina una
banca e perché un ragazzo fuma
un cannone, ma sembrano avere
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D’altronde un cannone può sparare ed uccidere come una pistola: lo
dicono le parole!
Nuova droga in arrivo nelle
piazze! Già sequestrate ingenti
quantità di Amnesia, la nuova
cannabis trattata con eroina/
metadone/solventi.
Una ventata di freschezza nelle
nostre piazze! Da domani i narcotrafficanti, sempre in prima linea per
la salute del cittadino, hanno deciso
di rimpiazzare la solita erba con una
nuova droga: l’Amnesia, un mix di
cannabis e gocce di metadone o
eroina o dio scelga la sostanza, finalmente disponibile per chi dell’erba
di sempre s’è annoiato. Fortuna che
ci sono i narcos, non avrei saputo
che fare questo sabato sera con le
solite canne, avrei proprio voluto
provare qualcosa di nuovo… se solo
non fosse che l’amnesia nuova non
è, saranno almeno 5 anni che vince
coppe qua e là. A me questi narcos
stufi di guadagnare dall’erba pura,
che decidono improvvisamente di
ridurre i loro guadagni aggiungendo
sostanze ben più care e penalmente
rilevanti fanno venire in mente tanti
ani fa, quando ero adolescente e
mamma mi diceva di stare attento
a chi mi voleva regalare la droga in
discoteca ed io rispondevo “mamma
magari!”.
Non sarà che Peppino l’appuntato
ha messo nella stessa bustina tutte
le droghe sequestrate e poi in laboratorio hanno trovato tracce di tutto
denominata Cheese, dall’inglese formaggio. Se però ci soffermiamo a
pensare al sapore tipico del latticino, quale Cheese sa di formaggio?
Nessuna! La Cheese pura (quella
portata alla ribalta dalla comunità
([RGXV QHOOȇDQQR ª XQ IHQRWLpo di Skunk dall’odore molto intenso che nulla ha di formaggio. Se il
nostro amico giornalista, oramai in
lacrime per aver capito d’aver sbagliato tutto nella vita, volesse informarsi troverebbe la spiegazione online: in inglese un odore appestante
è “cheesy” (formaggioso), perché
appesta come l’odore del formaggio
ma non per forza deve sapere di
prodotti caseari. Già che ci siamo è
quasi ora di pranzo, se porto il pane
qualcuno mi porta del formaggio al
sapore di Exodus Cheese? Ho del
vino molto buon che sa di Grape!
Non ho mai visto nessuno prendersi
così tanto a cuore il pianeta proibendo la coltivazione di una pianta, che
se fosse legale potrebbe venir coltivata al sole davanti agli occhi di tutti
e risanerebbe i suoli. Chiedete a
qualsiasi coltivatore di canapa industriale, vi potrà confermare l’azione
rigeneratrice e ristrutturante della
canapa. Chiaramente se vogliamo
continuare a mantenerla illegale
dovremo sì dar ragione al giornalista di turno difensore dell’ambiente
perché riempire capannoni di luci
ad alto wattaggio e vasi di plastica
non è chiaramente ecosostenibile.
È un circolo vizioso, finché la coltivazione è illegale vi saranno grandi
coltivazioni nascoste in bunker alimentati da energia elettrica: quando
Questa poi è degna di google translate. Tutti conosciamo la varietà
La coltivazione casalinga nuoce alle
narcomafie, che vedrebbero calare i
loro profitti dallo spaccio della cannabis e dell’hashish. La coltivazione
casalinga nuoce agli spacciatori di piazza, che vivono di espedienti come la
vendita delle cannette nel parco. La
coltivazione casalinga nuoce alle forze
dell’ordine che non avrebbero più
minorenni da rincorrere e riportare
La cannabis, come d’altronde tutte le
sostanze psicotrope può dar luogo a
fenomeni di psicosi. Provate voi a
togliere le macchinette del caffè da
un ufficio postale: stiamo a vedere
la selezione naturale cosa combina?
Nel caso dei giovani intossicati per
aver consumato cannabis e derivati
basterebbe approfondire di più e si
scoprirebbe (no caro giornalista non
ti pagano di più per approfondire,
ti verrà eretta la statua come mar-
Nuova droga in auge tra i giovani, il THC!
Per conquistare il palato dei
più giovani esistono varietà
per tutti i gusti, alla frutta, ai
fiori e anche al formaggio.
La coltivazione casalinga
nuoce alle famiglie, i giovani
vogliono imitare e provare ciò
che vedono in casa.
Intossicati sei giovani di qua e
sette di là per aver consumato
cannabis e derivati. Giovani in
ospedale con psicosi per colpa
della cannabis.
diverrà legale vi saranno i campi a
cielo aperto e il prezzo inevitabilmente crollerà smettendo di far gola
ai grandi produttori illegali e smettendo quindi di consumare energia
elettrica al posto di utilizzare il sole.
su tutto? Avranno anche trovato
tracce di caffè e ciambelle o il commissario Winchester quella sera non
lavorava?
binolo) è uno dei maggiori e più noti
principi attivi della cannabis…”. Viene
il sospetto non sia proprio involontaria questa leggerezza, o mi sbaglio?
tire del lavoro ma solo postuma)
che i nostri giovani psiconauti non
hanno assunto cannabis bensì delle
sostanze di sintesi che agiscono sui
medesimi recettori del THC. Come?
Cos’è il THC? Dev’essere un codice
segreto, chiedi a google translate.
Produrre marijuana non è ecosostenibile, quindi andrebbe
punita più severamente la coltivazione.
Questo titolo si commenta da solo, il
THC a cui si riferisce il nostro discepolo di Gutenberg altro non è signore e
signori che uno dei principi attivi presenti nella cannabis. Sarebbe come
voler proibire il vino perché da oggi
è commercializzato con aggiunta di
etanolo o addirittura proibire il pane
perché presenta tracce di farina. Per
conoscenza sono circa cento i differenti cannabinoidi classificati sinora,
spero tanto non comincino con allarme CBD, allarme CBN, allarme CBC
e via dicendo con tutti gli altri… Non
so se ho abbastanza tempo per leggerle tutte. Di certo il nostro amico
giornalista avrebbe potuto scrivere
su google THC e troverebbe come
SULPR ULVXOWDWR ȊΖO GHOWDWHWUDLGURcannabinolo (detto comunemente
7+& GHOWD7+& R WHWUDLGURFDQQD-
ammoniti ai loro genitori. Quest’ultima
mi fa venire in mente quella notizia di
tanto tempo fa in cui si raccontava di
questi ragazzetti adolescenti fermati
con poche canne addosso e portati in
questura: fece notizia la reazione dei
genitori che testualmente dissero “ma
non avete niente di meglio da fare che
portare in questura dei ragazzetti con
pochi grammi d’erba?”. Probabilmente
no aggiungo io, che tristezza!
Di bufale come queste ve ne sono
tutti i giorni su tutti i media mondiali.
Purtroppo una notizia veritiera sulla
cannabis (che non sia di parte) ancora
non l’ho trovata sui mezzi di comunicazione di massa. Sicuramente gli editori farebbero una figura migliore a
lasciare agli esperti e non agli opinionisti il compito di descrivere il fenomeno, ma probabilmente fa comodo
così e allora noi altri ridiamoci sopra
e andiamo avanti per la nostra: sicuramente tanti anni fa ridevano dietro
a chi vinificava con tecniche moderne
ed oggi abbiamo i corsi universitari di
enologia (ah! Per inciso, l’alcool etilico
fa male o fa bene?).
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Qualche dritta sul training
delle piante
THE FIRST 4 WEEKS
Questa Sky Walker O.G è stata legata in vari punti
Una volta che avete acquisito le vostre abitudini di coltivatori, può essere estremamente difficile fare un passo indietro sui propri metodi, soprattutto quando gran parte della coltura è tenuta segreta e le tecniche non si diffondono così velocemente. Coltivo da oltre metà della mia vita
adulta e negli ultimi anni ho cambiato il mio modo di coltivare così tanto, da aver fatto un giro a 360° e poter adesso condividere con voi il modo
migliore per avviare una coltura e portarla avanti durante la fase vegetativa. Parlerò dell’importanza dello sviluppo radicolare e delle tecniche a
basso stress, dato che sono il punto più importante. Questo articolo si basa su una fase vegetativa più breve, di circa 28 giorni, ma naturalmente
può essere applicato a periodi più lunghi, perché si tratta di ottenere una massa radicolare gigantesca e piante molto resistenti.
Tecnica a basso stress
Questo è il modo migliore per
favorire una crescita abbondante
e piena della pianta, senza dover
strappare qua e là e aspettare che le
nuove gemme si riprendano mentre
la pianta si concentra sulla sua energia, sulle gemme e sulle foglie inferiori. Legando la gemma principale
responsabile della crescita verso
l’alto, quelle più piccole rimanenti
reagiranno e cresceranno diventando la nuova punta dominante. La
gemma ripiegata crescerà di nuovo
verso l’alto e crescerà a fianco delle
altre gemme che saranno più presenti di prima. Guido sempre le
mie piante verso il basso e piego
il gambo anche quando le piante
sono giovani per favorire la crescita
di una pianta solida e robusta.
Quando utilizzo le tecniche a basso
stress, preferisco legare le piante
verso il basso una volta e poi, quando
riprendono la crescita, legarle nuovamente. Lo faccio soprattutto per
favorire la formazione di rami piccoli e più spessi, rigidi. Cresceranno
come se fossero in fioritura e avranno un aspetto pienotto e legnoso al
tatto. Cercate di concentrarvi sulla
pianta per far crescere le 6-8 punte
principale. Anziché cercare di farne
crescere il più possibile, date una
possibilità alle gemme inferiori di
crescere e diventare qualcosa di
5 cm quadrati di radici spesse e
sane. Avviare le piante nel modo
migliore è ciò che fa la differenza
in seguito
speciale, piuttosto che una piccola
pepita che potrebbe arrivare a pesare pochi grammi, nel migliore dei
casi. Per questa tecnica ci vogliono
solo alcuni minuti di tempo e nel
giro di 36 ore vedrete la punta principale della pianta ricominciare a
crescere verso l’alto. A questo punto
avete guidato la pianta, che crescerà
con più vigore.
Legare con il filo metallico
Il modo migliore per applicare questa tecnica è quello di utilizzare
lo stesso filo metallico usato per i
bonsai. Il metallo deve essere flessibile, ma spesso e fatto di acciaio
inossidabile, in modo tale che non
arrugginisca se inumidito. Per creare un perno lungo 5 cm, tagliate un
pezzo di filo metallico da 10 cm e
piegatelo a metà. Fate in modo che
la parte finale sia sufficientemente
grande per poter fissare il gambo
verso il basso senza schiacciarlo
o senza provocare disagi. Io non
attacco il gambo al terreno e preferisco lasciare 2,5 cm circa. La pianta
crescerà con una struttura a candeliere e i sostegni che inserirete
fungeranno da scaffalatura.
Prima di decidere come legherete
la gemma superiore verso il basso,
dovreste crearvi diversi perni di
metallo utilizzando il filo metallico
o un filo simile a quello usato per i
bonsai per guidare la gemma affinché segua una determinata direzione. A seconda di quanto devo
manipolare il gambo legnoso morbido, posso far curvare il gambo
Sour Diesel con perni durante le
prime settimane. È stata travasata
ed cresce in questo vaso da soli 5
giorni
su se stesso o fare una forma a ‘S’.
È un ottimo modo per far crescere
piante legnose molto resistenti sin
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da giovani e una possibilità favolosa per tutte le gemme che hanno
spazio per crescere verso l’alto.
Si può essere piuttosto creativi con
questo metodo e avere il proprio
spazio, dove coltivare la pianta desiderata. Si tratta di creare una struttura in legno duro, massiccio, che
sia resistente. Quando la pianta cresce, ci saranno così tanti perni e la
pianta avrà esigenze così forti che
lo noterete nei punti in cui si allunga, attorno ai punti dove la pianta
è stata piegata ed è stata fissata e
quindi ha molto bisogno di diventare più grande e più resistente.
È inoltre molto importante ricordarsi di eliminare tutti i perni
metallici utilizzati. Il motivo è che
ho avuto piante che sono cresciute e diventate così spesse e
forti da strappare letteralmente i
perni metallici posti nel terreno,
tagliandosi quasi a metà durante
il processo. Le piante di cannabis
hanno una grandissima capacità
di crescere passando attraverso le
cose, quindi, una volta che le piante hanno assunto una bella forma,
eliminate i vecchi perni e conservateli per una coltivazione futura.
Piegare i gambi
Questa operazione va di pari passo
con il posizionamento dei perni e
renderà la pianta davvero legnosa
e solida. Il principio alla base della
più spessa e riparandola in modo
permanente. La differenza fra le
piante e gli esseri umani a livello
di riparazione è che l’ormone nella
pianta continua a essere mandato
per il resto del ciclo di vita della
pianta. Basta applicare pressione
a sufficienza con il pollice e l’indice
e anche un gemma a cui è stato
apposto il perno può spezzarsi
nel punto in cui è stato messo e
SLHJDUVLGLrΖPPDJLQDWHVHWXWWL
L JDPEL SLHJDWL VL JLUDVVHUR GL gradi verso destra o verso sinistra:
questo porterebbe a una forma
bizzarra in natura. Bisogna quindi
applicare più pressione per alcuni
secondi e bloccare la parte piegata
con il filo metallico.
Microbi
Se volete una base radicolare
che cresca rapidamente, dovrete
investire in alcuni batteri benefici.
Aggiungendo microbi che sono
ri e aerate l’acqua. Aggiungete
la quantità necessaria di spore
nell’acqua areata e una fonte di
alimenti ad alto contenuto di carboidrati, affinché i microbi si ali-
Potatura ad aria in vasi piccoli
da 5 a 10 cm
Di recente ho scritto un articolo
che ha spiegato l’importanza della
potatura ad aria. Come potete
vedere dalle immagini, tutte le
piante sono coltivate in un vaso
in tessuto da 5 cm². Penso che la
massa radicolare molto spessa
potata ad aria che ho ottenuto
in questo modo durante le prime
settimane mi permetterà di far
crescere gambi grossi che riempiranno poi grandi vasi in tessuto.
Non si direbbe che le piante guidate in queste immagini stiano
crescendo in vasi da solo 5 cm²,
ma questo dimostra come l’in-
Questo ibrido di Girl Scout Cookies ha reagito bene alla tecnica L.S.T.
stati aerati e nutriti con alimenti
di vario tipo durante il processo
di fermentazione, creerete una
relazione simbiotica fra le radici e i microbi. A questo punto i
microbi scinderanno gli alimenti
nel substrato in modo più rapido ed efficiente, contribuendo a
convogliare gli alimenti necessari
alla pianta in quel momento per
crescere correttamente. Il modo
per assicurarsi che le radici abbia-
mentino moltiplicandosi e diventando milioni e miliardi di piccoli
aiutanti.
Tè di compost organico
Può suonare difficile e sembrare
una cosa che farebbero i vostri
nonni, ma si tratta di un modo per
caricare al massimo il substrato
e mantenere una vita microbica
lussureggiante. Infatti, non solo si
potenziano il vigore e la salute della
Non abbiate paura di attorcigliare troppo le radici, perché una volta travasate, potranno crescere in tutte le direzioni nel nuovo substrato. Questa Girl
Scout Cookies x Casey Jones di C.S.G è molto felice quando le radici vengono
separate e travasate
piegatura delle nuove gemme è
quello di spezzare le pareti interne
in modo tale che debbano essere riparate. Per la riparazione è
necessario un ormone e una volta
che il tubo interno ha formato
una barriera naturale più forte,
come succede a un osso rotto,
ha un potere di cura più marcato, facendo crescere la pianta
frastruttura della zona radicolare
faccia la differenza per avviare
correttamente le vostre piante. Le
radici sono ben compatte e quando le travaserò nel substrato con
humus di vermi, cocco e perlite,
si estenderanno al massimo e si
faranno strada in profondità, continuando essere potate per tutta
la coltivazione.
Un esempio perfetto di come apparirà la pianta una volta legata e una volta
che le radici saranno potate, in un vaso da 5 cm.
no un approvvigionamento sano
di microbi è quello di utilizzare un
secchio pieno d’acqua. Utilizzate
delle air stone o un tubo dell’aria di quelli usati per gli acqua-
pianta, ma sono presenti in questo
modo tutti gli elementi essenziali di
cui ha bisogno la pianta, o anche di
più. In parole semplici, la procedura
richiesta è la stessa utilizzata quan-
Wilma’s Lawn & Garden®
Fai brillare le tue piante!
Il terreno giusto e il corretto nutrimento sono essenziali se vuoi godere a pieno delle tue
piante e del tuo giardino. Per questo, consigliamo i nuovi substrati innovativi Cocolite.
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IUXWWDðRULYHUGXUHHSLDQWHGRPHVWLFKH,&RFROLWHVKDQQRXQâDOWDFDSDFLW¿SHUOâDULDSHU
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SHU PLJOLRUDUH OâDVVRUELPHQWR GHOOâDFTXD QHOOH UDGLFL ,O &RFROLWH Ñ SHUIHWWR SHU
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B U S I N E S S .W I L M A S L A W N A N D G A R D E N . C O M / I T
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do si fanno fermentare i microbi, ma in questo caso si aggiunge
materia organica, come concime od
ortiche, all’acqua areata. I microbi
presenti saranno attivati e vivranno grazie all’approvvigionamento di
ossigeno. Una volta che gli alimenti
altre foglie che sembrano bloccare
la luce diretta. Consiglio sempre di
tenere tutte le foglie come sono,
perché sono una parte fondamentale della pianta per la produzione
di zuccheri. Potete legare le foglie
della chioma e favorirne dunque
di alga o melassa può portarla
ad avere una colorazione verde
lussureggiante e sana. È un’ottima
strategia affinché le piante giovani
si abituino al nutrimento e per
guadagnare tempo affinché il substrato si asciughi fra una somministrazione e l’altra. Molti coltivatori
nebulizzano la loro coltura con
un estratto di ortica che sembra
potenziare il sistema immunitario
della pianta. Quando si somministra a livello fogliare, è consigliabile aggiungere solo una piccola
quantità di melassa, alga o mix di
pesce allo spray. Se la miscela dello
spray è così spessa da macchiare
le piante e le fonti di luce, state
attenti quando dovete mischiarla.
si travasano blocchi di radici dai
vasi potati ad aria. Sembra sbagliato disturbare queste piccole,
delicate e morbide radici, ma può
valere la pena spezzarle e mandarle in nuove direzioni. Creare
una grossa massa radicolare che
può attaccarsi al nuovo substrato
e crescere senza limitazioni è un
modo per garantire alle radici e al
gambo di raggiungere il rispettivo
potenziale massimo. I coltivatori commerciali utilizzano questa
tecnica costantemente e si tratta
anche di una pratica utilizzata per
secoli dai coltivatori nella storia.
Abituatevi a gestire manualmente la parte superiore e inferiore
delle vostre piante di cannabis.
Una varietà di kush molto sana e felice, che diventerà grande e cespugliosa. La
forma della pianta è cambiata per l’utilizzo del filo metallico usato come perno.
arriveranno alla pianta, le radici ve
ne saranno grate, ma abituatevi ad
areare i vostri nutrienti per 24 ore o
più prima di nutrire le piante.
La cosa migliore nel produrre tè di
compost organico sta nel sapore
diverso delle vostre cime alla fine.
Molti coltivatori decidono di usarlo
solo in fioritura per aumentare la
produzione di cime, ma l’utilizzo
in fase vegetativa può essere di
grande aiuto. Personalmente utilizzo tè di humus di vermi e aggiungo poi guano di pipistrello ad alto
contenuto di fosforo nella soluzione nutriente, mentre viene areata.
Dopo 24 ore, elimino la schiuma in
superficie e utilizzo il tè areato.
Eliminare le foglie della
chioma
A mio parere non vale la pena
eliminare le foglie della chioma o
la crescita sottostante, ma fungeranno sempre da pannello solare
ovunque si trovino sulla pianta.
Chiedetevi davvero se dovete spostare una grossa e caparbia foglia
di indica per permettere la crescita
di altre foglie, ma se potete legare
la pianta nelle prime fasi, come
descritto in precedenza, c’è sempre un modo per garantirsi una
quantità di luce appropriata. Anche
questo fa parte nei vantaggi derivanti da una piena conoscenza del
processo per guidare le piante e
controllare il canopo.
Nutrimento fogliare
Una cosa molto importante per la
pianta, che è anche un altro modo
che ha per assorbire i nutrienti
sta nel fatto che le radici sono
responsabili del nutrimento del
resto della pianta di cannabis, ma
nutrire con spray fogliare a base
Se volete questi enormi raccolti, pensate alla zona radicolare! Non c’è
motivo per cui questa pianta non si abitui al nuovo substrato e non
produca grosse rese
Sollevate le piante e assicuratevi di
riuscire a nebulizzare al di sotto e
coprire l’intera pianta. Nebulizzare
dall’alto funziona, ma se riuscite
ad arrivare alle altre parti della
pianta direttamente, questa ve ne
sarà grata e vi ringrazierà facendo crescere foglie che punteranno
dirette al cielo.
Spezzare le radici verso l’alto
È un ottimo modo per favorire
la crescita delle radici quando
Bisogna metterci mano e potete
aiutarle molto più di quello che
pensiate!
Spero che queste dritte vi diano la
possibilità di coltivare piante d’elite
e di avviare i semi o cloni nel miglior
modo possibile. La preparazione
per raggiungere questi risultati e
avere piante gigantesche inizia così
e non solo dopo che sono fiorite.
Buona fortuna e pace!
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La Germania
legalizza la cannabis
per uso medico
Il Parlamento tedesco ha votato
per consentire il consumo di questa droga per uso medico. La questione è da lungo tempo oggetto di
discussione accesa nel Paese.
In un progetto di legge importante, i membri del Parlamento tedesco hanno votato all’unanimità lo
scorso gennaio per legalizzare l’uso
della marijuana a fini medici.
Marlene Mortler, il commissario
incaricato del Governo tedesco,
ha fatto lobbying perché si consentisse ai pazienti di acquistare
cannabis nelle farmacie locali su
presentazione della ricetta medica.
"È una grande conquista per i
pazienti che lo aspettano da tanto
tempo" ha dichiarato la Mortler.
I medici hanno dichiarato che la
marijuana può dare sollievo ai
pazienti che sentono nausea dopo
la chemioterapia e si ritiene che
questa droga aiuti anche a combattere la mancanza di appetito e la
perdita di peso che si presentano
in alcuni pazienti tumorali. La cannabis può inoltre alleviare i sintomi
della Sclerosi Multipla.
I partiti dell’opposizione in
Germania, come i Verdi e il Partito
di Sinistra, combattono da tempo
per ottenere la legalizzazione.
In Paesi come la Francia o il Canada,
come anche in numerosi Stati degli
Stati Uniti, è già possibile acquistare la cannabis su presentazione di
ricetta medica.
In Germania, il costo delle cime di
cannabis essiccata e degli estratti
di cannabis sarà coperto dall’assicurazione sanitaria per i pazienti
che non hanno altre possibilità di
trattamento.
Fonte: Deutsche Welle
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RISPOSTE DEL QUIZ: sulla
coltivazione a pagina 62
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il 5 maggio 2017
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