ballet preljocaj

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ballet preljocaj
BALLET PRELJOCAJ
Fondazione Cariverona ha restituito ai Veronesi il Teatro Ristori, parte della
storia della città da metà Ottocento in poi.
Il Ristori era abbandonato da decenni. È stato un lungo e complesso lavoro di
recupero e restauro, firmato da Aldo Cibic, che ha permesso di realizzare uno
spazio per la cultura tecnologicamente avanzato, dove l’ottocentesco edificio
teatrale rivive valorizzato.
Questa “restituzione” è motivo di soddisfazione per tutti, in quanto l’attività
culturale ha significativi e positivi riflessi sulla vita di una comunità, sia in
termini di innalzamento del livello di civiltà che di crescita economica.
Il progetto si è compiuto con la riapertura del Teatro nel segno di Romeo e
Giulietta, il 14 gennaio 2012, affidata al violoncellista Mario Brunello, solista
e direttore dell’Orchestra dell’Arena di Verona, con la partecipazione come
narratore dello scrittore Alessandro Baricco.
La prima Stagione è stata dedicata alla Danza e alla Musica, con risultati di
pieno successo, avviando nel contempo collaborazioni con le grandi organizzazioni culturali della città. Questa seconda Stagione ne continua lo sviluppo.
Verona, Palazzo Pellegrini, sede della Fondazione Cariverona.
5 - 6 FEBBRAIO 2013 - ore 21
BALLET PRELJOCAJ
Coreografie Angelin Preljocaj
ANNONCIATION
CENTAURES
in copertina foto © DR
ROYAUME UNI
PROGRAMMA
Annonciation
Centaures
creazione 1995
creazione 1998
coreografia e scenografia
musica costumi
luci
danzatrici
Angelin Preljocaj
Stéphane Roy (Crystal Music),
Antonio Vivaldi (Magnificat)
eseguita da Ensemble Vocale di Losanna, Orchestra da Camera di Losanna
diretta da Michel Corboz
Nathalie Sanson
Jacques Chatelet
Virginie Caussin (Angelo)
Caroline Jaubert (Maria)
Produzione Ballet Preljocaj
spettacolo creato in residenza al TNDI - Châteauvallon
adattamento di un passo a due da La Peau du Monde (creazione 1992)
coreografia
musica
costumi
danzatori
Angelin Preljocaj
György Ligeti
Caroline Anteski
Fabrizio Clemente, Bapstiste Coissieu
Coproduzione Maison des Arts de Créteil,
Biennale Nationale de Danse du Val-de-Marne
durata 13 minuti
Coreografia premiata al Bessie Award 1997,
XIII edizione del New York Dance & Performance Award
durata 20 minuti
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PROGRAMMA
Royaume Uni
creazione 2012 per Suresnes cités danse
entrata nel repertorio del Ballet Preljocaj nel 2013
prima italiana
coreografia Angelin Preljocaj
musica 79 D
costumi Nadine Lartigau
luci Cécile Giovansili-Vissière
danzatrici Margaux Coucharrière,
Léa De Natale, Lenaïg Guegan,
Nuriya Nagimova
coreografia rimontata da Dany Lévêque, coreologo
Commissione e produzione Théâtre de Suresnes Jean Vilar,
Cités danse connexions
Coproduzione Les Théâtres de la Ville de Luxembourg
direzione artistica / coreografo
assistente aggiunto alla direzione artistica
assistente ripetitore
coreologo
direttore tecnico
responsabile tecnico e fonica
responsabile luci
responsabile scene
Angelin Preljocaj
Youri Van den Bosch
Natalia Naidich
Dany Lévêque
Luc Corazza
Martin Lecarme
Sébastien Dué
Michel Carbuccia
Il Ballet Preljocaj, Centre Chorégraphique National, è sovvenzionato da
Ministero della Cultura e della Comunicazione - DRAC PACA,
Regione Provence-Alpes-Côte d’Azur, Dipartimento Bouches du-Rhône,
Comunità Pays d’Aix e dalla città di Aix-en-Provence.
Beneficia del sostegno del Groupe Partouche - Casino Municipal
d’Aix-Thermal e della Fondazione Total per lo sviluppo dei suoi progetti
e del sostegno dell’Istituto francese - Ministero degli Esteri
per alcune delle sue tournée all’estero.
durata 33 minuti
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TRE CREAZIONI D’AUTORE
di Elisa Guzzo Vaccarino
Angelin Preljocaj è sicuramente la figura di maggior spicco nel panorama
dei coreografi emersi dalla grande
ondata della nouvelle danse francese
anni Ottanta. Per molti motivi. Anzitutto i buoni studi completi, dal classico al moderno al postmodern nel solco del maestro di libertà intellettuale e
di rigore tecnico, Merce Cunningham,
figura fondante per generazioni di autori d’oggi.
Certo per Preljocaj ha poi contato
l’esperienza di interprete con uno dei
personaggi che più hanno influito Oltralpe nel dar vita a una corrente originale nazionale, Dominique Bagouet,
prematuramente scomparso, che da
Montpellier, sede della sua compagnia
e di un importante festival sorto sulla
scorta del suo lavoro, ha irradiato un
esempio destinato a dar frutto.
Nato nel 1957 da genitori albanesi
immigrati in Francia nella regione
parigina, Preljocaj debutta come coreografo nel 1984, appunto al festival
di Montpellier, e da quel momento si
impone all’attenzione generale con un
profilo personale ben distinto.
Il tratto creativo che caratterizza da
subito il coreografo franco-albanese,
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sulla base della mescolanza di culture
da cui proviene, e del proprio talento,
è un gusto raffinato per l’astrazione
formale del movimento, dal segno
acuminato, intriso però al tempo stesso di sensualità altamente carnale e
di rimandi narrativi sottesi, allusivi,
ellittici.
Per il proprio gruppo Preljocaj firma
subito brani incisivi e sorprendenti: A Nos héros (1986), dai toni epici,
dedicato agli eroi/vittime del lavoro
socialista, Hallali Romée, con tante
Giovanne d’Arco guerriere in tunichette viola, caste e seducenti, Liqueurs de
chair (1988), imbevuto di un erotismo
caldo e inquietante.
Intanto viene invitato ad allestire per
l’allora Lyon Opéra Ballet un proprio Roméo et Juliette su musica di
Prokofiev (1990), letto in chiave di
conflitto tra due gruppi contrapposti,
gli homeless e la Nomenklatura, in un
Paese dell’Est europeo prima della caduta del Muro.
Il Ballet de l’Opéra Théatre National de
Paris, la maison più ufficiale e più titolata di Francia, gli commissionerà nel
tempo ben quattro novità: Le Parc, galante e sensuale, su musica di Mozart
con tocchi di elettronica, che sarà fatto
proprio anche dal Balletto della Scala
di Milano; Casanova, sui temi del ses-
so, della malattia e della morte, un
drammatico Le Songe de Médée e, da
ultimo, un ipnotico Siddharta (2010),
profumato di illuminazioni spirituali
buddiste. Nel 2000 il richiamo a una
religiosità declinata in modo inedito
aveva già alimentato MC 14/22 (Ceci
est mon corps), una sorta di “ultima
cena” passionalmente violenta; il titolo viene dal numero di un versetto del
Vangelo secondo Marco.
Sul fronte delle riletture di titoli famosi, Preljocaj punterà su quattro pezzi
epocali dei Ballets Russes, che sotto la
guida di Sergej Diaghlev brillarono e
stupirono l’Occidente dal 1909 al 1929:
Les Noces e Le Sacre du Printemps di
Stravinsky, Parade e Le Spectre de la
Rose. Per il Balletto dell’Opera di Monaco monterà un’altra rilettura dal
repertorio sempre dei Ballets Russes,
L’Oiseau de Feu (1995).
Intanto Preljocaj aveva realizzato
un paio di duetti straordinariamente riusciti: uno maschile, di lotta, di
amicizia, di ossessione, intitolato Un
Trait d’union (1989) e tradotto anche
in una superba versione filmica; e
uno femminile, Annonciation (1995),
per la Vergine e un Angelo nunziante-donna; un brano carico di pathos
sacro-profano che entrerà in repertorio all’Opéra de Paris, al Royal Ballet
svedese e alla Scala di Milano.
Per il Diamond Project del New York
City Ballet Angelin Preljocaj realizza
invece La Stravaganza, anch’esso poi
approdato alla Scala; e con un cast
misto, formato dai suoi danzatori e da
quelli del Bolshoi di Mosca, And then,
one thousand years of peace (2010),
tratto dall’Apocalisse.
Quanto alle scelte musicali, Preljocaj
spazia da Les quatres Saisons di Vivaldi (2005) a John Cage per Empty Moves
(2007) a Karlheinz Stockhausen per il
tecnologico Helikopter e per Eldorado
(Sonntags Abschied) su una sua partitura inedita.
Nel frattempo, come prestigioso riconoscimento del lavoro svolto e dei
risultati ottenuti, nel 2005 il Ballet
Preljocaj riceve una nuova “casa” a
Aix en Provence, dove è insediato:
il Pavillon Noir, disegnato da Rudy
Ricciotti, completo di sale prova e di
un proprio teatro, dove presentare i
lavori e ospitare altri gruppi in cartellone e in residenza.
Ed ecco che, nella nuova sede e con
un gruppo ampliato, nella più recente
fase del suo percorso Angelin Preljocaj
ha affrontato un’impresa coraggiosa:
le produzioni a serata intera ispirate
alle grandi narrazioni usando i mezzi
della danza contemporanea e del suo
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stile coreografico particolare. Se Petipa
e Ivanov nell’Ottocento crearono un
capolavoro come il Lago dei cigni utilizzando la tecnica classica, ora è tempo - per Preljocaj - di pensare a titoli
nuovi di altrettanto impegno usando
le tecniche della danza non classica e
una drammaturgia attuale. Nel 2008
ecco dunque Blancheneige / Snow
White su musica di Mahler con i costumi di Jean-Paul Gaultier.
Risulta dunque chiaro che Preljocaj
può e sa giocare su due tavoli, quello
delle propria ispirazione personale e
quello delle riletture del repertorio del
Novecento; ma anche su due dimensioni, piccoli pezzi e pezzi di formato
medio-grande, per i propri danzatori
o per altre compagnie. E va detto che
queste ultime - e sono molte, al massimo livello internazionale, a chiamarlo
- sono avide degli apporti di coreografi
in grado di misurarsi su un arduo terreno di sfida. Si tratta, infatti, per queste compagnie istituzionali, di innovare il proprio profilo artistico in senso
contemporaneo, rispettando però le
peculiarità dei danzatori, specie se di
base classica, e quelle della politica
culturale storicamente determinata
e dell’orientamento della fascia di
pubblico che frequenta i teatri ricchi
di tradizione. Il nuovo deve innestarsi
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in questo contesto, illuminandolo di
sfumature fresche e di progettualità
differenti. Tante esigenze insieme, ma
ormai imprescindibili.
Venendo al programma che il Ballet
Preljocaj presenta al Teatro Ristori,
ecco anzitutto il piccolo capolavoro
Annonciation (1995), di una sensuosità mistica: un dialogo amoroso ed
estatico, tra un Angelo-Donna e una
Donna-Madre.
Il bacio tra la ragazza-Maria, tenera e
pensosa, solitaria e melanconica, in
miniabito celeste, e l’amazzone-Nunziante, bruna, autoritaria e imperiosa
nel costumino blu a gambe nude, suggerisce la fecondazione da parte dello
Spirito Santo anche per mezzo degli
intensi brividi elettronici di Stefane
Roy che si intrecciano al Magnificat di
Vivaldi. E ancora, nel cuore di questa
Annunciazione inusualmente ambigua, commuove il fulgore emozionante dell’attimo in cui la bella testa angelica si posa dolcemente in grembo alla
Vergine Madre.
Centaures, duetto maschile scultoreo
del 1998, fa da contraltare mitologico
ad Annonciation: estratto da La peau
du monde del 1992, creazione nata
durante un viaggio nel deserto tra
Egitto e Israele, è uno sguardo scul-
toreo ispirato alla leggenda degli uomini-cavallo. Preljocaj qui adorna di
cinghie di cuoio i corpi seminudi dei
danzatori, glabri, con il cranio rasato,
che mostrano fieri una gestualità impetuosamente virile, aggressiva o ferita nelle linee aguzze, venata però di
una grazia inattesa nella potenza della muscolatura. La musica nervosa di
Gyorgy Ligeti sorregge il clima di battaglia psicofisica dei due contendenticompagni-fratelli.
Royaume Uni completa il programma
con un quartetto femminile, commissionato a Preljocaj nel 2012 da Suresnes
cités danse, festival che si propone di
fare da ponte tra danza contemporanea e hip hop. In questo caso la scrittura coreografica contemporanea è
disegnata sulla musica elettronica rit-
mata del duo 79 D. Dopo aver ideato
il brano per interpreti di provenienza
hip hop, ora il coreografo lo ha ripreso
per le sue danzatrici, che trasforma in
Principesse guerriere, utilizzando in
un’architettura strutturata gli impulsi
e le spezzature peculiari di una danza
nata dalla spontaneità della strada e
dalla competitività maschile.
Nel panorama di tanta coreografia
francese attuale chiusa nei propri percorsi di ricerca autoreferenziale, o addirittura - come sta accadendo - impegnata a negare tutta la “danza trovata”
dagli anni Ottanta del Novecento a fine
secolo, la figura di Angelin Preljocaj si
distingue per positività del saper fare,
per continuità nella dedizione alla
propria arte e per poliedricità e duttilità nell’intelligenza del corpo.
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Intervista con
Angelin Preljocaj
millenni non cessano di indagare la
simbologia contraddittoria dell’Annunciazione, la questione non era
mai stata affrontata nella coreografia. A me, invece, interessa affrontare
questi riferimenti collettivi, poiché
forti e perché possono parlare a tutti.
Angelin Preljocaj, la sua Annonciation
è entrata nel repertorio delle grandi
compagnie internazionali. Cosa rende
così speciale questa coreografia?
L’Annunciazione è l’evento fondante
di una religione. E questo tema, che
parla a tutti simbolicamente, affronta
una problematica strettamente legata
al corpo. Proprio quando l’Arcangelo
Gabriele annuncia a Maria che darà
alla luce il figlio di Dio, il processo
biologico di fecondazione si mette in
corso. Il corpo ha, quindi, un ruolo
centrale.
Il duo femminile di Annonciation è
seguito da un duo maschile e il titolo
- Centaures - ricorda un tema mitologico. Come si collegano queste due coreografie?
Certamente affrontano due tematiche
molto differenti, che mettono in moto
due linguaggi coreografici particolari.
Il primo duo è molto spirituale, per
il tema naturalmente, ma anche per
la sua scrittura finemente curata. Invece, Centaures è un balletto terreno,
tutto parte proprio dalla terra; i protagonisti escono letteralmente fuori dal
fango, come se fossero nati dalla natura. La gestualità animale ne esprime
la forza e la sensualità. Mi sembrava
interessante il confronto tra l’estrema
femminilità di Annonciation e l’incarnazione della virilità di Centaures.
Qual è il rapporto, quindi, tra la religione e la danza?
Secondo me la danza è in grado di affrontare tutto. Mentre i pittori da due
Infine, Royaume Uni. Com’è nata questa coreografia particolare ?
La storia di questo pezzo è soprattutto un incontro incredibile. Sono stato
di Valentina Infante
(Carnet Verona febbraio 2013)
Si ringrazia Carnet Verona per
la gentile concessione
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invitato da Olivier Meyer, direttore del
Teatro de Suresnes (festival parigino
di danza hip hop), a creare un balletto
per il 20° anniversario del festival. Ho
esitato a lungo perché non pensavo di
essere adatto a lavorare con ballerini
hip hop. Poi ho fatto i provini e ho
scelto quattro ballerine, quattro “regine hip hop”. Ho cercato un terreno
comune tra il mio linguaggio e l’ener-
foto © JC Carbonne
PRELJOCAJ, L’IMPORTANZA
DEL CORPO:
DALLA SPIRITUALITÀ
DELL’ANNUNCIAZIONE
ALLA FISICITÀ DEI CENTAURI
gia della loro danza. Da questo incontro è nato un regno nutrito dai gesti e
dall’immaginario di ciascuno di noi,
un regno comune. In questa stagione
ho voluto ricostruire la coreografia
con quattro ballerine della mia compagnia, per proseguire l’avventura e
per vedere come loro si sarebbero impadronite di una scrittura così particolare.
BIOGRAFIA
Nato in Francia nel 1957 da genitori albanesi, Angelin Preljocaj inizia a studiare danza classica prima di dedicarsi
alla danza contemporanea con Karin
Waehner. Nel 1980 si trasferisce a New
York per lavorare con Zena Rommett
e Merce Cunningham; poi continua i
suoi studi in Francia con la coreografa
americana Viola Farber e con il francese Quentin Rouillier.
Successivamente, lavora con Dominique Bagouet prima di creare una
sua propria compagnia nel dicembre
1984. Da allora, ha creato 45 coreografie, dall’assolo ai balletti a compagnia intera. Angelin Preljocaj collabora regolarmente con altri artisti,
tra i quali Enki Bilal (Romeo e Giulietta, 1990), Goran Vejvoda (Paysage
après la bataille, 1997), Air (Near Life
Experience, 2003), Granular Synthesis
(«N», 2004), Fabrice Hyber (Les 4 saisons…, 2005), Karlheinz Stockhausen
(Eldorado - Sonntags Abschied, 2007),
Jean Paul Gaultier (Biancaneve, 2008),
Constance Guisset (Le funambule,
2009), Claude Lévêque (Siddharta,
2010). Le sue creazioni sono inserite
nel repertorio di diverse compagnie
che a loro volta gli commissionano
nuove coreografie; è il caso del Teatro
alla Scala di Milano, del New York City
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Ballet e del Ballet de l’Opéra national
de Paris. Ha realizzato alcuni cortometraggi (Le postier, Idées noires nel
1991) e diversi film, quali Un trait
d’union e Annonciation (1992 e 2003)
per i quali è stato insignito anche del
«Grand Prix du Film d’Art» nel 2003,
del «Premier prix Vidéo-danse» nel
1992 e del premio del Festival del Video di Praga nel 1993.
Ha realizzato dei cortometraggi (Le
poster, Idées Noires nel 1991) e numerosi film, tra i quali Un Trait d’Union e
Annonciation (1992 e 2003) per i quali
ha ricevuto il Grand Prix du Film d’Art
nel 2003, il primo «prix Vidéo-danse»
nel 1992 e il premio da parte del Festival del Video di Praga nel 1993. Nel
2009 realizza Blanche Neige, mettendo in scena la sua propria creazione e
nel 2011 firma, per Air France, lo spot
pubblicitario L’Envol che riprende la
coreografia Le Parc.
Ha anche collaborato a diverse produzioni cinematografiche mettendo
in scena le proprie coreografie: Les
Raboteurs con Cyril Collard dall’opera
di Gustave Caillebotte nel 1988, Pavillon Noir con Pierre Coulibeuf nel 2006,
Eldorado/Preljocaj con Olivier Assayas
nel 2007.
Diversi testi sono stati scritti sulla
sua attività artistica, quali Angelin
Preljocaj nel 2003, Pavillon Noir nel
2006 e Angelin Preljocaj, Topologie
de l’invisible nel 2008. Nel corso della sua carriera è stato insignito di
numerosi riconoscimenti tra i quali
il «Grand Prix National de la danse»
conferito dal Ministero della Cultura nel 1992, il «Benois de la danse»
per Le Parc nel 1995, il «Bessie
Award» per Annonciation nel 1997,
«Les Victoires de la musique» per
Romeo e Giulietta nel 1997, il «Globe
de Cristal» per Biancaneve nel 2009.
è Ufficiale delle Arti e delle Lettere,
Cavaliere della Legion d’Onore ed è
stato nominato Ufficiale dell’Ordine
al Merito nel maggio 2006. Composto
oggi da 26 danzatori stabili, il Ballet
Preljocaj risiede dall’ottobre 2006 al
Pavillon Noir di Aix-en-Provence, un
luogo interamente dedicato alla danza di cui Angelin Preljocaj è il direttore artistico.
foto © Lucas Marquand-Perrier
Angelin Preljocaj
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Il Teatro Ristori dà il benvenuto
al suo Pubblico e lo invita a rispettare
il seguente Regolamento di Sala
Lo spettacolo inizia puntualmente.
A spettacolo iniziato, l’ingresso sarà consentito solo previa autorizzazione del personale
di sala. I ritardatari perdono il diritto ad usufruire del posto assegnato in prevendita e
potranno essere accomodati in posti di prezzo inferiore.
In caso di concerti, iniziato lo spettacolo, si può entrare in sala solo dopo la fine di ogni
composizione, e in ogni caso solo durante gli applausi.
Durante la rappresentazione è proibito far uso di macchine fotografiche, apparecchi di
registrazione audio e video, telefoni cellulari che vanno comunque disattivati.
Prossimamente
Venerdì 5 | Sabato 6
APRILE 2013 | ore 21
Hofesh Shechter
Company
esclusiva italiana
STAGIONE 12-13
Per assicurare agli artisti la migliore accoglienza e concentrazione e al pubblico il clima
più favorevole all’ascolto si invita a:
• limitare qualsiasi rumore, anche involontario (colpi di tosse, fruscio di programmi,
conversazione con il vicino, ed altro);
• non lasciare la sala prima del congedo dell’artista.
I bambini di età inferiore ai 7 anni non saranno ammessi in Teatro.
Servizio guardaroba
All’interno del Teatro è in funzione il servizio guardaroba gratuito.
È obbligatorio depositare al guardaroba ombrelli, cappelli, caschi, macchine fotografiche
e apparecchi di registrazione audio e video e zaini. Non è permesso appoggiare i soprabiti
sul parapetto, sugli schienali delle poltrone eventualmente libere.
Servizio bar
Il bar offre bevande e spuntini. Non è possibile introdurre cibo e bevande in Sala.
La Direzione si riserva di apportare alla programmazione annunciata quelle variazioni di date, orari o
spettatori sono pregati di verificare eventuali cambiamenti sulla stampa locale, locandine, avvisi affissi
nei teatri comunicanti le variazioni.
In caso di annullamento di una manifestazione - tranne il caso di forza maggiore - sarà rimborsata la quota
di abbonamento e l’intero importo del biglietto esclusivamente su presentazione del biglietto integro in
tutte le sue sezioni o dell’abbonamento stesso, entro dieci giorni dalla data dello spettacolo annullato.
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foto: © Gabriele Zucca
programmi e artisti che si rendessero necessarie per ragioni tecniche o per causa di forza maggiore. Gli
Political Mother
coreografia e musica
Hofesh Shechter
TEATRO RISTORI
via Teatro Ristori, 7 - 37122 Verona
Tel. 045 6930001 - Fax 045 6930002
www.teatroristori.org - [email protected]