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per Saperne di Più Blocco di derivazione auto L’occhio sul futuro Un concentrato di tecnica, meccanica ed elettronica. Con il suo nuovo Bf 250 Honda Marine non introduce solo il nuovo top di gamma nella propria offerta di motori fuoribordo, ma alza anche i veli su quelli che saranno i contenuti tecnici che caratterizzeranno le nuove generazioni dei suoi propulsori nautici. I controlli elettronici giocheranno un ruolo sempre più importante nella ricerca di maggior efficienza e affidabilità. L’attesa è stata lunga. In un settore come quello dei fuoribordo, caratterizzato da una lotta a coltello fra i vari costruttori per proporsi all’utenza con potenze sempre più elevate e contenuti tecnici sempre più avanzati, sem- 120 brava quasi surreale che un marchio come Honda, capace di primeggiare in tutti i settori industriali in cui opera, dall’auto all’aerospaziale, se ne stesse in silenzio senza scendere in campo. Probabilmente la Casa giapponese stava focalizzando i propri sforzi verso altri settori, come dimostrano la presentazione di HondaJet, il primo executive bireattore a uso privato, e le ultime versioni di Asimov, l’unico robot antropomorfo capace di correre, saltare e, soprattutto, ragionare autonomamente. Due progetti che dimostrano quanto il marchio sia proiettato verso un futuro giocato sulla meccatronica, cioè su costruzioni che vedono la meccanica sempre più asservita e gestita dall’elettronica. Rientra in tale ambito anche il nuovo Bf 250, un 6 cilindri a “V” con inclinazione delle bancate a 60 gradi realizzato sulla base di una cubatura di 3,583 litri. La cilindrata generosa si traduce in una potenza specifica contenuta in soli 69,8 cavalli/litro e in una pressione media effettiva di soli 11,4 bar, la più bassa della categoria, due parametri che da una parte sono sinonimo di affidabili- Sull’affidabilità dei componenti del suo nuovo fuoribordo, Honda mette la mano sul fuoco. Ne sono prova la garanzia di 5 anni che assicura l’acquisto e la derivazione dal settore automotive dell’unità. Il motore è infatti molto simile, blocchi a parte, ai due sei cilindri da 3,5 e 3,7 litri che equipaggiano le Acura di alte prestazioni, il marchio di lusso di Honda Auto. Inoltre la nuova unità recupera alcuni componenti dal collaudato BF 225, tra cui il sistema di distribuzione a quattro valvole per cilindro con distribuzione a monoalbero in testa comandato tramite cinghia. Non a caso l’alesaggio del 250 è uguale a quello del 225. Completamente nuovo invece il piede del motore, riprogettato e ridisegnato al fine di assicurare una migliore idrodinamica e un elevato rapporto di riduzione che permette di gestire anche eliche da 16 pollici di diametro. Sempre nel piede inoltre è previsto l’intervento di un ulteriore sistema di controllo elettronico denominato “Slr”, “shifting load reduction” che va a ridurre la coppia entrante sul piede per proteggere le parti meccaniche ed eliminando rumori e contraccolpi. Da segnalare anche la presenza di un alternatore da 90 ampére in grado di assicurare il 90% della capacità elettrica già a 1.000 giri al minuto e che risulta affiancato da una centralina che va a controllare il minimo del motore per far sì che quando la carica delle batterie scende sotto una soglia prefissata l’alternatore eroghi almeno il 40% della sua capacità. tà ma dall’altra portano a pensare a possibili ulteriori sviluppi verso potenze superiori. Una riflessione suffragata anche dalla geometria dei cilindri fortemente sottoquadra, unico esempio in tal senso presente nella categoria dei 250 cavalli. Escludendo il Verado 250 di Mercury, che vede i propri cilindri quadri, tutti gli altri costruttori optano infatti per geometrie superquadre e ciò, appunto, a differenza di Honda che si propone con canne da 96 millimetri di lunghezza utile e un alesaggio di 89 millimetri. Il rapporto alesaggio/corsa di 0,93 svela l’obiettivo principale della Casa, la coppia ai bassi regimi. L’utilizzo di questo tipo di geometria migliora in effetti il riempimento dei cilindri ai bassi regimi, incrementa il rendimento termico grazie a camere di combustione più compatte e facilita la dissipazione del calore giocando su una più elevata superficie laterale di scambio termico della canna. Di contro questo tipo di 250 cavalli a confronto Marchio Evinrude E-Tec 250 Modello 98/73 alesaggio/corsa mm 6/3,3 cilindri/litri V6-90° architettura no sonda lambda 250/5.150 potenza/giri cv/rpm 75,7 potenza specifica cv/litro 13,2 pme bar 12,5 velocità pistone m/s 166 indice di sollecitazione 238 peso kg 0,95 rapp. peso/pot. elica kg/cv 133 alternatore ampére 3 garanzia anni Honda Mercury Mercury Bf 250 Opt. 250 Xs Verado 250 89/96 92/76 82/82 6/3,6 6/3,0 6/2,6 V6-60° V6-60° Linea sì no sì 250/5.500 250/5.750 250/5.800 69,8 82,5 96,3 11,4 12,9 14,9 17,6 14,6 15,9 201 188 237 284 226 294 1,14 0,9 1,18 90 60 70 5 3 3 Suzuki Df 250 95/85 6/3,6 V6-55° sì 250/5.000 69,2 12,5 14,2 176 263 1,05 54 n.d. Yamaha F 250 94/80,5 6/3,4 V6-60° sì 250/5.000 74,6 13,4 13,4 180 269 1,08 45 3 DUe CIRCUITI D’ARIA motori soffrono lo sviluppo di maggiori forze centrifughe e alterne e di velocità del pistone più elevate, situazione confermata nel nuovo Bf da una velocità del pistone di 17,6 metri al secondo e da un indice di sollecitazione di 201 punti. Parametri che comunque sono nella norma e non impensieriscono certo un costruttore abituato a vedersela, in gara, con regimi di rotazione dell’ordine dei 20.000 giri e che risulta anche unico nel settore fuoribordistico a proporsi con un sistema di variazione della fase che interviene sia sui tempi di apertura sia sulle alzate. Tali risultano in effetti i ritorni indotti dal sistema di fasatura variabile a controllo elettronico “V-Tec” che entra in funzione a 4.500 giri al minuto sull’albero a camme di aspirazione. Lavora tramite un circuito idraulico che aziona una seconda camma dedicata ad asservire il motore nel funzionamento agli alti regimi. Cambia quindi l’intera fasatura per attingere il massimo della potenza nei 1.000 giri restanti del campo di lavoro, obiettivo cui concorre peraltro anche il sistema di aspirazione modulare, che ottimizza i flussi dell’aria di aspirazione agli alti regimi, e il sistema “Blast”, acronimo di “Booster Low Speed Torque”, che incrementa l’erogazione intervenendo sull’anticipo dell’accensione e sulla carburazione. Ne derivano risposte alla manetta rapidissime e accelerazioni decise ma che non pesano sui consumi. La centralina che controlla il motore analizza infatti le richieste prestazionali del driver per assecondarne le volontà ma calibrando sempre i consumi grazie al fatto che viene privilegiata in tempo reale l’efficienza. Durante la navigazione a velocità di crociera, inoltre, nell’intervallo di regime tra i 2.000 e i 4.500 giri al minuto, la stessa centralina fa lavorare il motore al di sotto del rapporto stechiometrico tramite il controllo “EcoMo”, Economy Controlled Motor, e ciò contribuisce a ridurre ulteriormente i consumi, fino al 20% in meno. Tradotto in soldoni Honda parla di circa 20 litri ora a 3.500 giri e 70 litri/ ora in piena potenza, prestazioni rese possibili anche dalla presenza del sistema di iniezione elettronico sequenziale multipoint “Pgm-Fi” in grado di controllare in maniera retroattiva la carburazione tramite una sonda lambda. Jacopo Oldani Tra le novità tecniche introdotte nel Bf 250 da segnalare anche la prima applicazione nel settore marino del sistema di aspirazione diretta dell’aria “Dai”, “Direct Intake Air” che lavora su un circuito dell’aria sdoppiato così da evitare che l’aria indirizzata verso i componenti del motore che richiedono di essere raffreddati sia le stessa che viene poi aspirata. Il sistema dispone di una specifica ventola che spinge l’aria verso l’alternatore mentre l’aria di aspirazione, completamente disaccoppiata da quella del raffreddamento sottocalandra, indirizza aria fresca direttamente ai condotti di aspirazione. In questo modo l’aria di aspirazione risulta più densa e contribuisce ad accentuare il rendimento del motore. Sempre sull’aspirazione sono inoltre state previste specifiche camere di risonanza che mirano a smorzare la rumorosità del sistema, mentre una valvola provvede a modulare la geometria dei condotti di aspirazione per sfruttare al meglio le inerzie delle masse gassose in movimento al loro interno. 121